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Ai tempi della tirannia della biologia molecolare in Medicina, la Fisica (physics, da φύσις, natura, e, ricordiamo che, in inglese, medico è physician), propone così una sua proficua influenza sulla practice quotidiana oncologica clinico-organizzativa, integrando la visione d’insieme alla perdurante formazione cartesiana, analitica degli Operatori oncologi. Che ci orienterebbe a soluzioni organizzative di semplificazione/ separazione laddove invece la complessità è ricchezza, purché ovviamente ci si attrezzi per assorbirla, espandendo quella ‘cultura di Rete’, con cui “orientarsi tra i saperi ma anche intersecarli per essere sempre al passo con i problemi del proprio tempo” (Armando Massarenti, DOMENICA di Sole24ore, 20.12. 2015), e che è tale da consentire la coabitazione multidisciplinare/professionale in quel meltingpot che è la Rete stessa.
Lo shift dal Riduzionismo alla Complessità rappresenta un esempio di cambiamento del Paradigma scientifico, secondo il modello epistemologico di Thomas Khun, che ha condotto a quello attuale Bioecologico in Medicina e anche in Oncologia (green oncology), dove lo statuto presuntuoso di una realtà deterministica cede all’ emersione della Dimensione di nostra sorella incertezza, che assegna solo un ‘umile’ grado di affidabilità alle soluzioni, e proporzionale alla cura con cui abbiamo considerato la possibilità di sbagliare. Tutto ciò (im)pone uno stravolgimento concettuale alla mente del lettore,a cui, già nel riflettere ad es. sulla differenza tra ciò che è complesso e ciò che è complicato, si schiude quale sia il ruolo fondamentale del ‘feed-back’, condicio sine qua non della ‘vitalità’, nel primo caso; e di semplice attributo moltiplicativo delle variabili in gioco, nel secondo.
Gli anni insegnano molte cose che i giorni non sanno.
Ralph W. Emerson, poeta e saggista statunitense, 1803- 1882
Perché accostare 2 libri in apparenza (ma solo per i più distratti …) distanti tra di loro? Perché il best-seller adelphiano di Carlo Rovelli “7 brevi lezioni di fisica”, nel rendere comprensibile quella rivoluzione scientifica che ha scosso il mondo della Fisica moderna (Relatività generale, meccanica quantistica: “qui, sul bordo di quello che sappiamo, a contatto con l’oceano di quanto non sappiamo, brillano il mistero del mondo, la bellezza del mondo, e ci lasciano senza fiato”), fornisce le chiavi essenziali di lettura su come e perché questo capovolgimento paradigmatico si sia esteso alla Medicina, Disciplina che di Scienza e di assiomi ha così ben poco; trovando, nell’ approccio alla complessità , l’ occasione per un’ originale declinazione in Oncologia, quale quella che Ivan Cavicchi e GianMauro Numico hanno magnificamente prodotto.

J a n F a b r e , L ’ u o m o c h e m i s u r a l e n u v o l e ,
P a r c o I n t e r n a z i o n a l e d e l l a S c u l t u r a , C Z
Che cos’è il ‘conoscere’? Il riportare qualcosa di estraneo a qualcosa di noto, di familiare. Prima proposizione: ciò a cui siamo abituati non viene più da noi considerato un enigma, un problema. Smussamento del sentimento del nuovo e dello strano: tutto ciò che accade regolarmente non ci sembra più problematico. Perciò quello di ‘cercar la regola’ è il primo istinto di chi conosce, mentre naturalmente e per il fatto che sia trovata la regola niente ancora è ‘conosciuto’!
Di qui la superstizione dei fisici: dove possono perseverare, cioè dove la regolarità dei fenomeni consente di applicare formule abbreviate, credono che sia conosciuto. Sentono ‘sicurezza’, ma dietro questa sicurezza intellettuale sta l’acquietamento della paura: vogliono la regola, perché essa toglie al mondo il suo aspetto pauroso. La paura dell’incalcolabile come istinto segreto della scienza. Friedrich Nietzsche, “Frammenti postumi”