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Ci abbiamo messo un po’ a far uscire questo numero ma finalmente possiamo parlarne a gran voce. In questi ultimi mesi la Riserva Statale del Litorale Romano ha segnato infatti due punti fondamentali a favore della sua tutela ambientale. Il primo risultato importante è stato ottenuto la scorsa estate, attraverso l’attivazione di un centro operativo interforze, nato alla fine di giugno dopo nostre sol- lecitazioni alla Prefettura, per porre fine ai continui attacchi dei piromani nella Pineta di Castelfusano. Dietro il coordinamento del Corpo Forestale dello Stato, l’intera Pineta è stata posta sotto costante con- trollo da Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza, Vigili Urbani, Polizia, Carabinieri e agenti della Protezione Civile. Una strategia complessa, portata avanti da diverse istituzioni e corpi di guardia a cui l’Amministrazione Comunale ha partecipato attraver- so l’impiego di squadre del Servizio Giardini e della Protezione Civile, addette alla sorveglianza e alla direzione della sala monitor del Casale Pantano, e attraverso la realizzazione di una massiccia cam- pagna di informazione sul tema dei roghi boschivi. L’effetto di questi sforzi si è tradotto in un netto miglioramento nella prevenzione degli incendi dolosi, contrastando con efficacia il disegno criminoso che ne è alla base. A contribuire a questo miglioramento si è aggiunto anche il secondo e più importante risultato siglato lo scorso 11 ottobre: l’approvazione del Piano di Gestione della Riserva del Litorale, di cui fa parte anche la Pineta di Castelfusano. Si tratta, come è evidente, di un risultato di portata strutturale perché il Piano di Gestione ha le caratter- istiche di un Piano Regolatore, la cui funzione è quel- la di aumentare le misure di salvaguardia ambientale e di stabilire nuove norme per la fruizione del verde da parte dei cittadini. Il Piano di Gestione, in particolare, suddivide il territo- rio della Riserva in 4 zone a diverso regime di tutela, individuando alcune aree per lo sviluppo di attività naturalistiche, agricole e culturali compatibili con l'e- cosistema e a basso impatto ambientale. L’obiettivo del Piano è infatti duplice: promuovere da un lato la conservazione dell'identità del paesaggio, della fauna e degli equilibri idrogeologici della Riserva; e dall’altro la valorizzazione economica sostenibile della risorse presenti al suo interno per consentire a tutti i cittadini utilizzo più ampio. Con questo nuovo strumento, che il Consiglio Comunale ha approvato lo scorso 11 ottobre, la Riserva del Litorale Romano si attesta non solo come la più grande riserva naturale protetta del Mediterraneo, (16.000 ettari divisi a metà fra il Comune di Fiumicino e il Comune di Roma nei Municipi XII, XIII, XV, XVI e XVIII), con un perimetro che il Piano ha ulteriormente ampliato di 125 ettari rispet- to all'originale decreto ministeriale, ma si assicura anche la tutela integrale di ampie zone di pregio ambientale, lasciate alla loro libera evoluzione natu- rale. Grazie a questo documento normativo, la Riserva ha dunque effettivamente ampliato le sue dotazioni di tutela, scongiurando e rendendo vana ogni intenzione di speculazione edilizia. Il Piano di Gestione è attualmente allo studio del Ministero dell'Ambiente. In questa fase i cittadini e le associazioni potranno ancora avanzare osservazioni per correggere e migliorare ulteriormente la proposta. Per questo, l’Assessorato all’Ambiente del Comune di Roma organizzerà nei prossimi giorni un incontro pubblico di presentazione, a cui tutti voi siete invitati a partecipare e che sarà reso noto tramite gli organi di informazione. Vi aspetto, dunque, per parlarne insieme! Dario Esposito Assessore all’Ambiente del Comune di Roma 2 Riserva Naturale Statale Litorale Romano - Pineta di Castel Fusano Piano antincendio e piano di gestione. Strategie efficaci per la tutela della riserva. Dipartimento X –– Politiche Ambientali e Risorse Agricole - Piano Antincendio e piano di Gestione: Strategie efficaci per la tutela della Riserva (Dario Esposito) - Obiettivi e contenuti del piano di gestione (Romano M. Dellisanti) - La gestione forestale sostenibile nella pineta (Emilio Amorini & c.) - L’importanza ecologica delle radure nell’ambito del sistema ambientale di Castel Fusano (Marco Bologna) - Report - Filo diretto - Attività del C.E.A. - Informazioni e notizie Newsletter n. 2 - Dicembre 2004 L’elaborato base del Piano di Gestione: la carta dei livelli di tutela Comune di Roma Assessorato alle Politiche Ambientali ed Agricole

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Ci abbiamo messo un po’ a far uscire questo numeroma finalmente possiamo parlarne a gran voce. Inquesti ultimi mesi la Riserva Statale del LitoraleRomano ha segnato infatti due punti fondamentali afavore della sua tutela ambientale.Il primo risultato importante è stato ottenuto la scorsaestate, attraverso l’attivazione di un centro operativointerforze, nato alla fine di giugno dopo nostre sol-lecitazioni alla Prefettura, per porre fine ai continuiattacchi dei piromani nella Pineta di Castelfusano.Dietro il coordinamento del Corpo Forestale delloStato, l’intera Pineta è stata posta sotto costante con-trollo da Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza, VigiliUrbani, Polizia, Carabinieri e agenti della ProtezioneCivile. Una strategia complessa, portata avanti da

diverse istituzioni e corpi di guardia a cuil’Amministrazione Comunale ha partecipato attraver-so l’impiego di squadre del Servizio Giardini e dellaProtezione Civile, addette alla sorveglianza e alladirezione della sala monitor del Casale Pantano, eattraverso la realizzazione di una massiccia cam-pagna di informazione sul tema dei roghi boschivi.L’effetto di questi sforzi si è tradotto in un nettomiglioramento nella prevenzione degli incendi dolosi,contrastando con efficacia il disegno criminoso chene è alla base.A contribuire a questo miglioramento si è aggiuntoanche il secondo e più importante risultato siglato loscorso 11 ottobre: l’approvazione del Piano diGestione della Riserva del Litorale, di cui fa parteanche la Pineta di Castelfusano.Si tratta, come è evidente, di un risultato di portatastrutturale perché il Piano di Gestione ha le caratter-istiche di un Piano Regolatore, la cui funzione è quel-la di aumentare le misure di salvaguardia ambientalee di stabilire nuove norme per la fruizione del verde daparte dei cittadini.Il Piano di Gestione, in particolare, suddivide il territo-rio della Riserva in 4 zone a diverso regime di tutela,individuando alcune aree per lo sviluppo di attivitànaturalistiche, agricole e culturali compatibili con l'e-cosistema e a basso impatto ambientale. L’obiettivodel Piano è infatti duplice: promuovere da un lato laconservazione dell'identità del paesaggio, della faunae degli equilibri idrogeologici della Riserva; e dall’altrola valorizzazione economica sostenibile della risorsepresenti al suo interno per consentire a tutti i cittadiniutilizzo più ampio.Con questo nuovo strumento, che il ConsiglioComunale ha approvato lo scorso 11 ottobre, la

Riserva del Litorale Romano si attesta non solo comela più grande riserva naturale protetta delMediterraneo, (16.000 ettari divisi a metà fra ilComune di Fiumicino e il Comune di Roma neiMunicipi XII, XIII, XV, XVI e XVIII), con un perimetro cheil Piano ha ulteriormente ampliato di 125 ettari rispet-to all'originale decreto ministeriale, ma si assicuraanche la tutela integrale di ampie zone di pregioambientale, lasciate alla loro libera evoluzione natu-rale.Grazie a questo documento normativo, la Riserva hadunque effettivamente ampliato le sue dotazioni ditutela, scongiurando e rendendo vana ogni intenzionedi speculazione edilizia.Il Piano di Gestione è attualmente allo studio delMinistero dell'Ambiente. In questa fase i cittadini e leassociazioni potranno ancora avanzare osservazioniper correggere e migliorare ulteriormente la proposta.Per questo, l’Assessorato all’Ambiente del Comune diRoma organizzerà nei prossimi giorni un incontropubblico di presentazione, a cui tutti voi siete invitatia partecipare e che sarà reso noto tramite gli organidi informazione.Vi aspetto, dunque, per parlarne insieme!

Dario EspositoAssessore all’Ambiente del Comune di Roma

2Riserva Naturale Statale Litorale Romano - Pineta di Castel Fusano

Piano antincendioe piano di gestione.

Strategie efficaci per la tutela della riserva.

Dipartimento X –– Politiche Ambientali e Risorse Agricole

- Piano Antincendio e piano di Gestione: Strategie efficaci per la tutela della Riserva (Dario Esposito)

- Obiettivi e contenutidel piano di gestione (Romano M. Dellisanti)

- La gestione forestale sostenibile nella pineta (Emilio Amorini & c.)

- L’importanza ecologica delle radure nell’ambito del sistema ambientale di Castel Fusano (Marco Bologna)

- Report - Filo diretto- Attività del C.E.A. - Informazioni e notizie

Newsletter n. 2 - Dicembre 2004

L’elaborato base del Piano di Gestione: la carta dei livelli di tutela

Comune di RomaAssessorato alle PoliticheAmbientali ed Agricole

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Gli obiettivi

Il Piano si pone l’obiettivo della tutela degli equilibri ecologici e della biodiversità,salvaguardando e favorendo la ricostituzione degli habitat naturali e seminatu-rali, attraverso:1. la conservazione del paesaggio nel suo complesso, mantenendo la diversitàdelle componenti del paesaggio, in particolare le associazioni vegetali presenti,le emergenze, ma anche il paesaggio agricolo.2. la conservazione degli aspetti geomorfologici che implica la tutela del pae-saggio geologico e dei monumenti naturali presenti nell’area.3. la conservazione della fauna che si specifica nell’obiettivo di protezione dellespecie e comunità di interesse faunistico.4. la rinaturalizzazione dei corsi d’acqua, anche con caratteri di artificialità,attraversanti aree di elevato valore naturalistico.5. la conservazione dell’eredità storica e culturale. La Riserva assume la finalitàdella tutela del patrimonio storico culturale, come fattore fondamentale di man-tenimento dell’identità culturale del territorio e della popolazione in esso insedi-ata. Tale finalità di valorizzazione e tutela del patrimonio archeologico, architet-tonico è un obiettivo operativo di tutela e conservazione che, oltre a riferirsi aisingoli beni, si orienta verso la lettura del sistema storico - paesistico, verso laleggibilità delle trame e dei sistemi storici stratificati sul territorio, verso la con-

servazione dei diffusi beni minori e delle aree agricole d’interesse paesisticoindividuando elementi di continuità sul territorio, anche attraverso adeguateiniziative collegate con la Riserva di Castelporziano ed il Comune di Fiumicino.6. la promozione socio economica e la valorizzazione economica delle risorsenaturali e storico culturali. La Riserva assume la finalità della promozione socioeconomica, coerentemente con quanto indicato nel Decreto istitutivo, che sta-bilisce la necessità della “promozione delle attività compatibili con la conser-vazione delle risorse naturali”. La promozione socio economica si associa allafinalità della valorizzazione economica delle risorse storico culturali e naturali,

anche nelle aree verdi a più ridotta valenza ambientale, secondo principi di uti-lizzazione sostenibile. L’obiettivo è di riqualificare il paesaggio agrario e di pro-muovere le attività economiche compatibili, quali l’agriturismo e il turismo cul-turale, la promozione di attività economiche all’interno delle aree di elevata bio-diversità, quali le attività di turismo naturalistico, di informazione, educazione,divulgazione ecc..

I contenutiIl Piano di Gestione adotta una articolazione dei livelli di tutela che rispetta lasuddivisione proposta dalla L. 394/91. Sono infatti istituiti 4 livelli di tutela evi-denziati nell’elaborato grafico “Carta dei livelli di tutela e fruizione”: la Normativadi Piano fa riferimento ai quattro livelli di tutela precisandone l’applicazione inambiti omogenei, in alcuni casi specificata nel dettaglio negli Allegati allaNormativa.Il Regolamento attuativo disciplina l’esercizio delle attività consentite e detta lenorme di comportamento.Gli elaborati citati sono consultabili sul sito internet del Comune di Romawww.comune.roma.it/ambiente nel quale si potranno trovare la RelazioneGenerale e Documento di Programma ed i relativi Allegati.Il Piano di Gestione, suddivide il territorio in base al diverso grado di tutela, ripor-

tate in percentuale nel grafico qui accanto, ed in particolare:1. Aree a tutela integrale (tipo A) nelle quali l'ambiente naturale èconservato nella sua integrità.2. Aree a tutela orientata alla fruizione naturalistica (tipo B), nellequali è vietato realizzare nuove opere edilizie, ampliare lecostruzioni esistenti, eseguire rilevanti opere di trasformazione delterritorio.3. Aree a tutela del paesaggio agrario e sviluppo di attività agri-cole compatibili e aree a tutela selvicolturale con specifici inter-venti di riforestazione (tipo C) nelle quali, in armonia con le finalitàistitutive ed in conformità ai criteri generali fissati dall'Ente diGestione, possono continuare, secondo gli usi tradizionali, ovverosecondo metodi di agricoltura biologica, le attività agro-silvo-pas-torali nonché di pesca e raccolta di prodotti naturali, ed è incorag-giata anche la produzione artigianale di qualità.4. Aree a tutela orientata alla fruizione culturale (Scavi di OstiaAntica) e aree a tutela orientata alla promozione economica,sociale e del tempo libero (tipo D), facenti parte del medesimo

ecosistema, più estesamente modificate dai processi di antropizzazione, nellequali sono consentite attività compatibili con le finalità istitutive della riserva efinalizzate al miglioramento della vita socio-culturale delle collettività locali e almiglior godimento dell’area protetta da parte dei visitatori.

Arch. Romano Maria DellisantiDipartimento X – II U.O.Ufficio di Gestione della Riserva del Litorale Romano

p r i m o p i a n o

Il pianodi gestione.

2

Riserva Naturale Statale Litorale Romano - Pineta di Castel Fusano2

Tutela silvicolturalecon specificiinterventi di

riforestazione8,9%

Tutela orientata allafruizione culturale

1,45%

Tutela orientata allafruizione

naturalistica 33,7

Suddivisione del territorio della Riserva in aree a diverso regime di tutela

Tutela del passaggioAgrario e sviluppo

attività agricolecompatibili 51,6%

Tutela orientata allapromozione economica,

sociale e del tempo libero3,4%

Tutela integrale 1,1%

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Qui di seguito proponiamo la seconda parte del con-tributo dell’Istituto Sperimentale per la Selvicoltura diArezzo.

Il popolamento forestale: caratterizzazionequantitativa e qualitativa

All’interno della pineta di Castel Fusano due sono i tipistrutturali di vegetazione più diffusi:o pineta derivante da semina su fasce di circa 20 metridi larghezza alternate a fasce salde di macchia di 10

metri di larghezza (tipo B);o pineta derivante da semina andante, diffusa su tutto ilterreno (tipo C).In entrambi i tipi strutturali sono state delimitate aree disaggio di circa 1 ettaro di superficie e transect (fasce dibosco) per censire e valutare la vegetazione arborea earbustiva presente, definire le emergenze in termini digestione e sperimentare interventi selvicolturali differen-ziati per il recupero funzionale della pineta.Le peculiarità dei due principali tipi strutturali presentisono evidenziate dall’eccessiva densità del pino domes-tico e dalla diffusione o meno degli elementi della mac-chia mediterranea. Nella pineta a fasce il numero dipiante a ettaro è inferiore rispetto alla pineta originata dasemina andante, ed è più consistente la presenza di lec-cio (Quercus ilex L.) e di altre specie della macchiamediterranea.In tale tipologia di pineta il leccio rappresenta circa il27% del totale delle piante censite ma appena il 3% del-l’area basimetrica (somma delle aree della sezione deitronchi rilevata all’altezza di m 1,30 da terra – indice

della densità di biomassa arborea); è presente per lo piùnelle fasce salde, con ceppaie di non grandi dimensionie con polloni (individui) poco sviluppati, che raramenteraggiungono il piano dominante (superiore). Nel tipo C illeccio e le altre componenti della macchia, quali fillirea(Phyllirea sspp.) e lentisco (Pistacia lentiscus L.), rappre-sentano il 18% dell’area basimetrica complessiva. Leceppaie hanno un discreto sviluppo e i polloni di lecciotalvolta raggiungono il piano dominante.L’assenza di interventi di diradamento unitamente allemodalità d'impianto hanno condizionato negativamentela morfologia delle piante di pino in entrambe le tipolo-gie: le chiome sono spesso asimmetriche e i fusti obliqui.La restituzione grafica della struttura orizzontale rilevatanei tipi B e C (figura 1 e 2) sottolinea le differenze origi-natesi dalle diverse tecniche di impianto e dall’assenzadi colturalità. Nel tipo B la semina del pino su fasce lavo-rate alternate a fasce salde è tuttora ben riconoscibile.Le chiome del pino risultano compresse e con una ridot-ta porzione di chioma verde a causa della forte concor-renza laterale in atto all’interno della fascia; inoltre laforte asimmetria, rilevata principalmente sulle piante dimargine, è dovuta alla presenza di spazio utile allosviluppo delle chiome tra due fasce contigue. Nel tipo Cle peculiari modalità di semina adottate e l’assenza diinterventi colturali di diradamento, hanno portato a untipo di aggregazione delle piante di pino per ciuffi o pergruppi compatti; lo spazio individuale a disposizione èrisultato conseguentemente insufficiente ad assicurareuno sviluppo della copertura efficiente. Anche in questocaso l’architettura delle chiome è scadente.In entrambi i tipi strutturali l’assenza di pratiche selvi-colturali oltre a condizionare fortemente la struttura delpopolamento, la morfologia delle piante, la fruibilità tur-istico-ricreativa e la funzionalità complessiva del sis-tema, ha innescato una forte competizione interindivid-uale con elevata mortalità e conseguente accumulo dinotevoli quantità di necromassa inde-composta (materiale vario morto pre-sente sul terreno).Va inoltre sottolineato che in entrambi itipi strutturali, tra il piano dominante apino e i piani intermedio e dominato aleccio e macchia, il non trattamento hadeterminato l'assenza di soluzioni dicontinuità (copertura continua).Questi aspetti, assommandosi alla peri-colosità dovuta alla elevata massa com-bustibile in piedi, costituiscono un ulte-riore elemento di preoccupazione per ilconsiderevole aumento del rischio diincendio e, in particolare, di eventi diffi-cili da controllare come quello verifi-

catosi il 4 luglio 2000.Le tecniche d'impianto dopo più di cinquanta anni con-tinuano a essere il principale discrimine tra i due princi-pali tipi strutturali che caratterizzano la pineta adulta dipino domestico di Castel Fusano. Le due tecniche adot-tate hanno infatti condizionato la dinamica dei popola-menti, i rapporti tra pino domestico, leccio e altre speciedella macchia mediterranea, modellando la strutturaattuale. L'assenza di interventi selvicolturali e la con-seguente elevata competizione hanno cristallizzato lediversità iniziali e contribuito a rendere ancor più ecla-tanti le emergenze strutturali.Le conoscenze acquisite sull’ecologia e il trattamentodel pino domestico, sia nell’ambito del bacino delmediterraneo, sia e più specificamente nelle pinetelitoranee italiane, consentono di individuare criteri d'in-tervento cui una corretta gestione non può derogare. Nelcaso in questione la mancata attuazione dei diradamen-ti nei tempi dovuti (a partire dai 20-25 anni di età) hafortemente compromesso la stabilità dei soprassuoli edella pineta nel suo complesso. Di qui l'urgenza di oper-are con diradamenti e eventuali potature che mirino inprimo luogo a recuperare un corretto sviluppo del pinodomestico, favorendo lo sviluppo delle chiome deisoggetti migliori. In secondo luogo i diradamenti, coer-entemente con l’obiettivo di creare una pineta mista aleccio, devono favorire la presenza delle latifoglie (leccioe macchia), in particolare liberando i polloni più svilup-pati di leccio consentendone non solo la sopravvivenzama anche l'accesso al piano dominante. Tali interventi,data l'elevata densità dei soprassuoli e la rilevante pre-senza di piante morte, deperienti o fortemente instabiliperché piegate o con chiome asimmetriche, si caratter-izzano inevitabilmente per un grado moderato-forte. ./.

Continua

Emilio Amorini, Andrea Cutini, Maria Chiara Manetti Istituto Sperimentale per la Selvicoltura di ArezzoE-mail: [email protected] - www.selvicoltura.org

2

La gestione forestalesostenibile nella pineta di Castel Fusano

I c o n t r i b u t i

10 20 30 40 50 60 70

5

10

15

20

5

10

15

20

25

10 20 30 40 50 60 70

Pino domestico Leccio Altre

20 40 60 80 100 120 140

10

20

10

20

20 40 60 80 100 120 140

Pino Leccio Altre

Figura 2. Struttura orizzontale della pineta nel tipo strut-turale C (rilievo giugno 2001).

Figura 1 Struttura orizzontaledella pineta nel tipostrutturale B (rilievo giugno 2001).

Riserva Naturale Statale Litorale Romano - Pineta di Castel Fusano 3

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Com’è noto, dopo il disastroso incendio che ha inparte distrutto la Pineta di Castel Fusano, è stataistituita una Commissione Scientifica per progettareil ripristino naturalistico dell’area e monitorare l’an-damento dei processi ecologici post incendio. Lafilosofia gestionale adottata dalla Commissione èstata di favorire la successione ecologica naturale,ma anche di ricostituire parte della pineta di anticoimpianto e di favorire la ricostituzione di un mosaicodi vegetazione mediterranea piuttosto complesso.Le indagini faunistiche sviluppate negli anni suc-cessivi all’incendio hanno tra l’altro messo in evi-denza come le radure formatesi dopo l’incendioavessero favorito notevolmente la presenza dispecie sia di invertebrati, sia di vertebrati (soprat-tutto rettili ed uccelli), tipici di formazioni prative esteppiche, già noti di quest’area litoranea romanasulla base di reperti più antichi. In particolare leradure ed irelativi ecotonicon i boschi (formazioni di

interfaccia), si sono dimostrate molto importanti perinsetti floricoli e del suolo, quali coleotteri scarabei-di, cerambicidi, edemeridie tenebrionidi, o per lefarfalle e le cavallette di varie famiglie, ma anchealtri artropodi come i crostacei isopodi, ovvero perrettili come testuggini, lacertidie colubridi, o infineper uccelli come alaudidi, fringillidi, lo spettacolaregruccione o il gheppio, un falco predatore proprio diartropodi e lucertole.In condizioni non disturbate inecosistemi più o meno maturi, leradure sono unacomponente naturale in ogni tipo di bosco, anche sesi formano ad intervalli lunghi a causa di eventi nat-urali. La presenza di radure riveste una funzioneessenziale in un mosaico ambientale per la coloniz-zazione da parte di specie di ambienti aperti prove-nienti da zone circostanti. Esse sono colonizzate daspecie eliofile (che prediligono una buona inso-lazione) di formazioni erbacee ed arbustive, conelevata capacità di dispersione. Sulla base dei datiemersi dalle indagini zoologiche, nell’ambito delprogetto di ricostituzione del mosaico ambientale diCastel Fusano, è stata quindi progettata e realizza-ta la formazione di radure, in cui è esclusol’impianto di alberi, ma dove si prevede anche dimantenere, con interventi gestionali guidati, un’ele-vata biodiversità, floristicae zoologica, di elementinon boschivi. Queste radure sono collocate in areedoveantichi incendi avevano già eliminato porzionidi bosco (es. presso la Piscina Torta o alla Riservadella Signora), oppure in aree di pineta che hannosubito un drastico effetto a seguito dell’ultimoincendio. E’ stato pertanto progettato e predispostoun “sistema” articolato di radure di dimensionivarie, tra loro isolate, ma a distanza non troppo ele-

vata, collocate lungo un transetto che attraversatutta l’area incendiata. Ciò dovrebbe favorire la dis-persione e la colonizzazione da parte di speciepraticole e steppiche. Il problema maggiore delleradure è la loro naturale tendenza a chiudersi perl’espansione del mantello delle formazioni boschivelimitrofe. Alcune di queste radure, a distanza ormaidi alcuni anni dall’incendio, presentavano una suc-cessione ecologica in atto verso l’arbusteto. Ciò harichiesto un intervento iniziale di eliminazione dialcuni individui di specie vegetali della macchia perfavorire le specie di formazioni steppiche mediter-ranee. In un sistema ecologico gestito, come quellodi Castel Fusano, è stata quindi prevista ancheun’attività di manutenzione, che vuole però esseresperimentale. In questo senso, le previste sfalcia-ture, si dovranno effettuare in futuro al termine delperiodo di fioritura primaverile, per favorire la pre-senza di artropodi fitofagied impollinatori, nonché divertebrati insettivori associati. Si è previsto inoltre,dopo questa fase iniziale di costituzione di questeformazioni aperte, di selezionare una radura “cam-pione” dove esaminare l’anno prossimo l’andamen-to della flora, della vegetazione e della fauna asso-ciata, senza interventi gestionali. Ciò, in particolare,per analizzare l’andamento dei livelli di biodiversitàin gruppi campione, ma anche per studiarel’evoluzione della vegetazione arbustiva e l’effettivatendenza alla riduzione delle radure stesse.

Marco A. Bologna – ZoologoDipartimento di Biologia - Università Roma Tre

a p p r o f o n d i m e n t i 2

Le radure nel progetto di ricostituzionedell’ecosistema della Pineta di CastelFusano. Il sistema è composto da setteradure, non contigue, di diversa esten-sione, per complessivi 16,5 ettari, dis-poste in sequenza secondo un asse nord-sud; la piùestesa, nei pressi di via delCircuito èampia circa 7 ettari, le altre didimensioni inferiori ai due ettari, conl’eccezione di quella individuata neipressi del Canale dei Pescatori (4 ettaricirca). Le radure interessano aree nellequali èstata riscontrata una rinnovazionedel leccio molto bassa, inferiore a 50%per ettaro.

L’importanza ecologica

delle radurenell’ambito

del sistemaambientale diCastel Fusano

Immagine di Castel Fusano dall’elicottero del C.F.S.©Roberto Iezzi–NDN/CFS

Riserva Naturale Statale Litorale Romano - Pineta di Castel Fusano4

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© DigitalGlobe, 2004distribuzione ed elaborazioneTelespazio s.p.a.La pineta di Castel Fusanodal satellite (Agosto 2004).

Si riportano i dati relativi all’attività del servizio antincendio boschivo della Pineta di CastelFusano effettuato da giugno a settembre:

Proseguono i lavori relativi agli appalti di ricostituzione dell’ecosistema della Pineta di CastelFusano (prima e seconda fase); si riportano di seguito due quadri sinottici al fine di eviden-ziare lo stato di avanzamento dei lavori

2003 2004

numero totale interventi 92 22durata complessiva interventi n.d. 2690 minuti (44 ore circa)durata media degli interventi n.d. 123 minuti (2 ore circa)

superficie percorsa dal fuoco 242.000 mq 83.500 mqcosì ripartita:sterpaglia 65.000 mq (26,9 %) 42.000 mq (50,3 %)macchia bassa 137.000 mq (56,6 %) 16.000 mq (19,1 %)aree di riforestazione - 25.000 mq (30,0 %)bosco 40.000 mq (16,5 %) 500 mq (0,6 %)

Appalto fase 1 (inizio lavori marzo 2002)

2002/03 2003/04 2005 totale previsto

Diradamento della pineta (in ettari) 88 (36%) 115 (47%) 40 (17%) 243Realizzazione viali tagliafuoco completato - -Nuove piante adulte 1.165 - - 1.150Reimpianto alberi da Castel di Guido 309 - - 300Manto ecologicorifacimento via di Castel Porziano completato

Appalto fase 2 (inizio lavori dicembre 2003)

2004 2005 2006 totale previstoRiforestazione impianto piantine forestali (n) 55.000 20.000 - 75.000Risarcimento (sostituzione piantine morte) 5.000 - 2.500 7.500Reimpianto alberi da Castel di Guido 400 600 1.000Manto ecologicorifacimento via del Circuito completato

2r e p o r t

Reportattività antincendio e lavori in corso.

Attività antincendio: confronto anni 2003 e 2004.

Lavori in corso nella pineta.

Riserva Naturale Statale Litorale Romano - Pineta di Castel Fusano 5

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Le vostredomande.

D – (…) Sulla pineta dico subito che molti dubbi solleva, in me ed altrepersone interessate allasalute di quel territorio, e il rigorescientifico applicato al disboscamento selettivo operato (quan-toèselettivo?), l'idoneitàdella ditta alla quale sono stati affidati i lavori, tra l'altro sospesi per un peri-odo dopo nostra denuncia ai Verdi Lazio e l'interessamento di Angelo Bonelli (èvero, per esempio,

che questa ditta fa capo ad un produttore di trucioli di Salerno? Un pò come mettere una volpe a controllare un pol-laio mi sembra).I lavori di bonifica, iniziati con grande ritardo, e inevitabilmente operati anche con mezzi pesanti,hanno quasi completamente distrutto la rigogliosa ricrescita in atto giàdal mese di ottobre. Su questo chiedo se nonsarebbe piu saggiolasciare alla Natura ed ai suoi tempi di riparare i danni provocati dalla nostra follia, limitandoci agarantire l'assoluto non utilizzo dei territori bruciati, scuola di pensiero in auge in altri paesi europei. Questa sceltaavrebbe tra l'altro il merito di eliminare parte del business generato dagli incendi (appalti per il rimboschimento,recinzioni, utilizzo del legno non del tutto combusto, ecc. ecc.). A questo riguardo, sono a disposizione di chivolesseverificare l'efficacia dei sistemi di autoriparazione degli ecosistemi boschivi visitando siti nella Pineta di Castel Fusanointeressati da precedenti incendi, oggi completamente risolti senza alcun intervento umano e senza spesa di denaropubblico. (Marco Pischedda)

R – Il diradamento della Pineta, previsto prima dell’incendio del 2000, èstato oggetto di uno specifico stu-dio effettuato dall’Istituto di Selvicoltura di Arezzo e approvato dalla CommissioneTecnico Scientifica chesovrintende alle operazioni di “Ricostituzione dell’ecosistema della Pineta di Castel Fusano”; per saperne dipiùbasta leggere nella nostra Newsletter la sezione dedicata a “La gestione forestale sostenibile nella pineta diCastel Fusano”(la I^ parte ènel numero di aprile). La sospensione dei lavori, a cui Lei fa riferimento, èstatadecisa unicamente per verificare la corrispondenza tra lavori previsti dal progetto e lavori in corso di esecuzione,a seguito di reiterate proteste di chi, probabilmente, il progetto non lo conosceva bene; dopo la verifica i lavorisono stati regolarmente ripresi avendone verificato la conformitàa quanto previsto dal progetto, e nel succes-sivo mese di febbraio, nel corso di una pubblica assemblea presso la biblioteca E. Morante di Ostia, sono stateulteriormente illustrate modalitàe tecniche dei lavori in corso. La ditta appaltatrice èdi Roma (la AVR Capogruppodell’associazione temporanea di imprese con la ditta Vivai dell’Argento e la ditta Fratelli Mura) ed il legnamericavato èdi proprietàdella ditta esecutrice dei lavori. I lavori di bonifica sono iniziati nel mese di dicembre del2000dopo i tempi necessari ad ottenere le autorizzazioni e ad effettuare la gara d’appalto; a questa gara si èpre-sentato un solo concorrente e questo, purtroppo, ha dilatatoi tempi delle operazioni, ma dai rilievi da noi effet-tuati, e sulla base dei quali èstato elaborato il progetto di riforestazione (fase 2), sono stati censiti nell’area per-corsa dall’incendio (circa 250 ettari) ben 25.000 ricacci di leccio (il rilievo ha interessato solo il leccio, per ovvimotivi), ma attualmente si può notare anche una limitata rinascita del pino ed ovviamente di molte specie dellamacchia mediterranea nonchépopolazioni di vegetazione spontanea, assenti in precedenza o “soffocate dallapineta”. E’quello che il Prof. Blasi, coordinatore della Commissione Tecnico Scientifica, chiama il “progetto dellanatura”. Dico questo anche per sottolineare che oltre il 60% dei fondi stanziati per i lavori in corso nella pinetahanno come obiettivo la valorizzazione dei circa 600 ettari di pineta giovane non toccata dal fuoco attraverso leoperazioni di diradamento e di messa in sicurezza, tra l’altro, con la realizzazione dei viali tagliafuoco attivi eche quindi alla “natura”èstato lasciato molto spazio affinchécon la sua grande forza “autoriparatrice”svolga lafunzione di rinnovatrice di un ecosistema quale quello della pineta nel suo complesso.

f i l o d i r e t t o 2

D - Perché non si recinta la pine-ta, con dei varchi certi? In questomodo sarebbe piùsicura e megliofrequentata. La pineta èstata

impiantata dai Sacchetti all'inizio del Settecento: per-chénon si ripristina una buona volta? Con i ritmi attualila rivedremo tra trent’anni (Luigi Cherubini)

R – L’ipotesi di recintare la pineta, proposta daalcuni all’indomani dell’incendio del 2000, èstatadecisamente bocciata dal Prefetto di Roma in quan-to una recinzione, pur dotata di varchi, non avrebbegarantito in caso di incendio una necessaria via difuga ai malcapitati che si trovassero tra il fuoco. Lapineta èil risultato di semine e piantagioni effettuate,in varie fasi,dagli inizi del 1700 fino al 1940-50; lapineta monumentale che èstata in parte distrutta dalfuoco aveva un’etàtra i 100 -150 anni, quindi moltovecchia, ed era giàin atto un naturale processo disostituzione da parte della lecceta. Il progetto incorso ha come obiettivo quello di realizzare, a matu-rità, una pineta mista che dia cioè“spazio”allavocazione ecologica e naturale dell’area, con un pic-colo aiuto dell’uomo, che vedràoltre i pini elementidella macchia mediterranea, della leccetaetc.. Itempi previsti sono ovviamente quelli naturali e delresto sarebbe impraticabile l’ipotesi di“ripristinare”una pineta unicamente con pianteadulte.

D Mi interessa sapere in base aquali criteri e stato realizzato l'ass-estamento forestale sulla pinetadelle Acque Rosse e quali altri lavori

sono previsti ed in quali tempi. Al mio occhio di igno-rante ma di amante degli ambienti naturali la pinetaappare oggi devastata, rispetto a come si presentavaprima dell'assestamento.Vorrei capire. (Emilia Cavallini)

R Trattandosi di pinete coetanee i criteri sono glistessi adottati per la pineta giovane di Castel Fusano;la differenza “visiva”èdata sia dalla conformazionediversa dei pini, sia dall’assenza del sottoboscodovuta alla completa copertura delle chiome dei pinie dal conseguente accumulo a terra della lettiera(aghi di pino secchi). Il diradamento contribuiràcerta-mente, come sta giàavvenendo a Castel Fusano, aduna ripresa del sottobosco che saràaiutata, spero, daun uso piùcorretto dell’area. In questo senso anchela creazione dei previsti percorsi ciclo-pedonali con-tribuiràad indirizzare i fruitori dell’area su sentieriben definiti, evitando un continuo calpestio nelle areeinteressate da una rinnovazione naturale del sotto-bosco.

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Sintesi di alcune domande che i lettori ci hannoinviato e le risposte dell'Arch. Romano MariaDellisanti.

Riserva Naturale Statale Litorale Romano - Pineta di Castel Fusano6

Page 7: Piano antincendio e piano di gestione. - CEA - CENTRO DI ... · la valorizzazione economica sostenibile ... ata.Tale finalità di valorizzazione e tutela del patrimonio ... si orienta

Il CEA, Centro di Educazione ed Informazione Ambientale della Riserva natu-rale statale "Litorale Romano", ha organizzato anche questa estate, per ilquarto anno consecutivo, un’ attività di volontariato per la vigilanza antincen-dio nella Pineta di Castel Fusano.

Il nostro Centro organizza un gruppo di volontari che durante il periodo estivoeffettuano turni di vigilanza antincendio nella Pineta. A piedi o in bici, muniti dicartina i volontari hanno girato nelle aree a maggior rischio della Pineta seg-nalando alle autorità competenti eventuali situazioni pericolose o sospette.Ogni turno dura circa 2 h e 30 m. e ciascun volontario ha offerto una disponi-bilità di almeno un turno a settimana. Si gira in gruppetti di due o tre personeindossando una T-shirt azzurra con il logo della Riserva e del CEA.Ai turni, che sono 4 nell’arco della giornata, hanno aderito anche i podistidell’Ass. Mediterranea, come lo scorso anno; questa estate abbiamo avuto lanuova adesione dell’Associazione Ostia in Bici XIII.Abbiamo dato, inoltre la possibilità ai volontari di trovare una bicicletta pressola Stazione C. Colombo da dove inizia il giro di perlustrazione.Da quest’anno i nostri volontari, insieme agli altri delle Associazioni diProtezione Civile, sono stati coordinati operativamente dal Centro Interforze diCasale Pantano, diretto dal personale del Corpo Forestale dello Stato, che haanche messo a disposizione radio ricetrasmittenti. La maggior parte dei volon-tari che hanno aderito a questa iniziativa aveva partecipato al corso di for-mazione per la vigilanza ambientale che ogni anno da marzo ad aprile il nos-tro Centro organizza al fine di migliorare ed approfondire la conoscenza degliambienti della Riserva, della problematica degli incendi boschivi e fornire unquadro sulle leggi di tutela dell’ambiente.

Possiamo dare una valutazione sicuramente positiva dell’attività antincendiodi vigilanza e di intervento. Infatti pochissimi sono stati gli incendi che hannoprovocato danni, tutti i focolai sono stati presto domati e spenti grazie al solointervento delle forze locali, fatta eccezione di un primo episodio di incendioaccaduto in giugno proprio nella fase di iniziale organizzazione del Servizio eche forse ha trovato l’apparato non debitamente preparato. Ma quantoaccaduto servirà certamente per la prossima stagione, l’insegnamento che sideve trarre è sicuramente quello che occorre attivare il Centro Interforze, laCentrale per il monitoraggio, insieme all’organizzazione dell’intervento anti-ncendio vero e proprio, entro e non oltre la fine di maggio.

Chiunque quindi fosse intenzionato a collaborare non esiti a contattarci:

Tel. 06 50917817, ( lun., merc., sab. 9.30–12.30, merc., ven. 16.30–19.30) mail: [email protected], o direttamente presso il CEAin via del Martin Pescatore,66 Castel Fusano.

La coordinatriceMaria Gabriella Villani

Corso di aggiornamento:Realizzazione di un giardino mediterraneo

Il CEA ha programmato la realizzazione di un corso di aggiornamento autoriz-zato dal Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca, quindi indiriz-zato ai docenti e aperto a tutti al fine di sviluppare la conoscenza dell’ambi-ente mediterraneo attraverso l’attività pratica di realizzazione di un giardinomediterraneo. Avendo come obiettivo quello di potere riprodurre l’ambientenaturale attraverso la realizzazione di una piccola oasi scolastica come labo-ratorio didattico vivente dal quale imparare continuamente insieme ai ragazzi.

Ecco le date ed i temi degli incontri:

Mercoledì 15 dicembre 2004 ore 15.00

- Conoscere l’ambiente naturale per individuare un modello di giardinomediterraneo. Osservazione e raccolta semi.Appuntamento: Stazione Metro Castel Fusano

Mercoledì 12 gennaio 2005 ore 15.00

- Il valore dell’esperienza di costruzione di un giardino mediterraneo a scuola.Presentazione di un’attività svolta nell’arco di 10 anni presso la scuola diDragona con la collaborazione di esperti del WWF e del CEA. - Sede C.E.A.

Mercoledì 19 gennaio ore 15.00

- Esplorazione dell’Oasi di Dragona attraverso attività di gioco. Raccontarel’ambiente attraverso il gioco e l’osservazione diretta delle iterazioni tra iviventi che lo costituiscono e lo animano.Appuntamento: Uscita Oasi scolastica di Dragona, I.C. M. U. Traiano

Mercoledì 26 gennaio ore 15.00

- Laboratorio Esperienza diretta: conoscenza del terreno, composizione delsubstrato per la semina, modalità della preparazione dei vasi, semina, messaa dimora delle piantine, talee, mantenimento e manutenzione, problemi.Sede C.E.A.

2a t t i v i t à d e l C E A

Notiziedal CEA

Attività del volontariato per l’antincendio 2004

Riserva Naturale Statale Litorale Romano - Pineta di Castel Fusano 7

CentroEducazioneAmbientale

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Informazionie notizie.

Indirizziutili.

Elaborati consultabili sul sito internetdel Dipartimento Xwww.comune.roma.it/ambiente

Bruno Cignini

Romano Maria Dellisanti

Vania Di Meo

Paolo Lecca

Maria Gabriella Villani

Redazione della Newsletter

Progetto grafico: Pubbligraph

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Newsletterinoltrate la richiesta a:[email protected]

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Progetto esecutivo per la ricostituzione dell’ecosistema della Pineta di Castel Fusanoapprovato con Delib. G.C. n. 397 del 1 agosto 2001

- relazione generale di progetto- schema progettuale

Progetto esecutivo per la ricostituzione dell’ecosistema della Pineta di Castel Fusanofase 2 approvato con Delib. G.C. n. 497 del 5 agosto 2003

- Tavola del valore ecosistemico delle aree (analisi della situazione attuale)- Relazione generale di progetto

Piano di Gestione della Riserva Naturale Statale Litorale Romano approvatocon Delib. C.C. n. 181 dell’11 ottobre 2004

- Carta dei livelli di tutela e fruizione (suddivisa in 5 tavole per area geografica)- Norme tecniche di Piano (& allegati)- Relazione generale (& allegati)- Regolamento attuativo

Dipartimento X - Politiche ambientali e Risorse agricoleII U.O. – Servizio gestione della Riserva Litorale RomanoVia Varrone, 8 - Roma - tel. 06 6710 5428/58 - fax 06 6710 9526www.comune.roma.it/ambiente - e-mail: [email protected]

Ufficio di gestione della Riserva Naturale Statale Litorale RomanoVia Martin Pescatore, 64 (via del Lido di Castelporziano) – 00124 Romatel. 06 50930025 - 06 50934052 - e-mail: [email protected] (di prossima attivazione)

Centro di educazione ed informazione AmbientaleVia Martin Pescatore, 66 (via del Lido di Castelporziano) – 00124 Romatel. 06 50917817 - e-mail: [email protected]

Corpo Forestale dello Stato – Comando stazione di OstiaVia della Villa di Plinio (Torre Tumuleti)tel. 06 56470336

Comune di RomaAssessorato alle PoliticheAmbientali ed Agricole