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Piano strategico Cosenza-Rende e area urbana 2020
SINTESI
Marzo 2009
COMUNE DI COSENZA
COMUNE DI RENDE REGIONE CALABRIA
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Indice
Premessa
1. La Vision e gli ambiti strategici delineati dal Piano strategico Cosenza‐Rende ............. 3 1.1 La Vision ..........................................................................................................................6 1.2 Il percorso logico per la declinazione della strategia......................................................9 1.3 Il sistema delle relazioni territoriali ..............................................................................10 2. Gli ambiti strategici ................................................................................................ 12 2.1 Ambito strategico Territorio, assetto urbano e ambiente. ...........................................12 2.2 Ambito Strategico Economia e Sviluppo Locale ...........................................................15 2.3 Ambito strategico Welfare e mercato del lavoro .........................................................16 2.4 Ambito strategico Cultura e istituzioni della conoscenza.............................................19 3. I progetti strategici e le tipologie di intervento....................................................... 23 3.1 Quadro riassuntivo dei progetti strategici....................................................................23 3.2 Le tipologie di intervento previste................................................................................24
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Premessa
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1. La Vision e gli ambiti strategici delineati dal Piano strategico Cosenza-Rende
La tecnologia, i sistemi avanzati di distribuzione e logistica, l'espansione dei nuovi mercati e l’emigrazione/immigrazione sono i tratti salienti che hanno segnato negli ultimi anni la competizione e la crescita dell'economia mondiale. L'economia locale è diventata sempre più un’economia aperta all’offerta di beni e servizi provenienti dal mercato nazionale ed internazionale. Questo è tanto più vero nel quadro dell’economia della conoscenza.
Accanto a questi fattori di trasformazione si sono sviluppati una serie di problemi di identità che riguardano le comunità locali ed il ruolo che esse hanno e possono avere nella società contemporanea. In alcune aree i problemi creati dalla nuova società globale si vanno ad aggiungere ai problemi accumulati dalla società locale.
L’area urbana Cosenza‐Rende si presenta su questo scenario con alcuni importanti punti di forza basati su due poli. Il polo di Cosenza, incentrato principalmente su servizi, istruzione e cultura, e quello di Rende, incentrato su università, innovazione e ricerca. Si tratta di due poli che possono trovare una forte complementarietà per la costruzione di un’area urbana allargata più integrata ed omogenea, fondata sulla società della conoscenza.
Il quadro delle riflessioni in atto si muove intorno ad un complesso patrimonio di informazioni e analisi per lo sviluppo realizzate da diversi attori e sulla base di modalità scientifiche differenti. Si tratta, sostanzialmente di:
• una prima parte dell’analisi curata dal gruppo di ricerca del Dipartimento di Economia e Statistica dell’Unical;
• un’indagine sul grande pubblico (oltre mille intervistati) e l’ascolto di interlocutori privilegiati (36 interviste), effettuata dal gruppo di ricerca del Dipartimento di Sociologia e Scienza Politica;
• ventiquattro incontri, generali e settoriali, di discussione del Piano strategico avuti con circa 400 stakeholders, effettuati nel periodo ottobre 2007 – luglio 2008.
Le riflessioni, le attività di ascolto e le analisi sono state condotte e riferite al contesto delle città di Cosenza e Rende nonché al quadro di specifici ambiti concorrenti alla definizione del piano strategico (Welfare, Economia e sviluppo locale, Cultura e istituzioni della conoscenza e Territorio, assetto urbano e ambiente).
La VISION che emerge dal sistema di ascolto è strettamente connessa con le esigenze più complessive del territorio, con l’obiettivo di ricercare un posizionamento originale e distintivo che tenga in debito conto le dinamiche presenti nello scenario ambientale ed istituzionale ed il mix delle potenzialità e delle risorse concretamente attivabili.
Sotto il profilo metodologico l’individuazione delle linee strategiche trova il suo punto di sintesi e coagulo in una idea forza, “la VISION”, capace di dare senso e significato culturale, valoriale e di prospettiva di futuro all’insieme delle opzioni strategiche che si intendono perseguire ‐ non tanto nei contenuti delle linee di intervento che, comunque, devono trovare la giusta declinazione rispetto ad essa, ma nel rispetto della premessa di base che le genera, da una percezione diffusa,
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da un’esigenza radicale di “rinnovamento” in una logica di continuità delle eccellenze territoriali e con i percorsi di sviluppo intrapresi.
Nella definizione della VISION del Piano Strategico Cosenza Rende tutte le riflessioni hanno concordato con l’esigenza di garantire forti elementi di continuità all’azione amministrativa rispetto alle politiche territoriali attuate nel passato garantendo, tuttavia, elementi innovativi sia nei meccanismi di governance, sia nella competitività del territorio.
Operativamente l’elaborazione della VISION ha corrisposto con il punto di sintesi di un percorso che si è mosso lungo le seguenti direzioni:
1. Definire un processo strategico in grado di sviluppare i propri effetti rispetto al quadro della coesione cittadina (ossia il quadro di insieme di risposte, identità, di percezioni e di appartenenza da parte dei cittadini residenti). Da ciò muoveranno tutta una serie di linee strategiche e di intervento finalizzate a radicare nella città i percorsi di sviluppo della VISION, a farla propria da parte dei cittadini, a riconoscerla e beneficiare degli interventi previsti in tal senso;
2. Formulare percorsi istituzionali di governance della strategia in presenza del forte dualismo territoriale dell’area urbana;
3. Proiettare la VISION verso gli interlocutori esterni (attori sociali, economici, Università, CNR, Associazioni, Enti locali, Ministeri, Commissione Europea) nella consapevolezza che le azioni territorializzate di sviluppo locale devono essere sostenibili non solo a scala locale (comuni dell’hinterland), ma a tutte le altre scale (costa tirrenica, area della sibaritide, i grandi Parchi Nazionali del Pollino e della Sila, Paola, Lamezia Terme e Gioia Tauro, nodi di collegamento extraregionale, la Basilicata e il resto delle regioni del Mezzogiorno);
4. Proiettare la VISION lungo tutti gli asset dello sviluppo, verso il sistema degli interventi infrastrutturali, nel sistema degli investimenti, ecc...
Il perseguimento degli obiettivi richiede un’attenta progettazione dell’assetto organizzavo ed un investimento sul sistema delle competenze. È indispensabile, in parallelo all’implementazione della strategia di declinazione della VISION, investire in tre direzioni:
• costruire un assetto organizzativo per garantire la governance e la “tenuta nel tempo” del piano strategico;
• strutturare un sistema puntuale di monitoraggio e valutazione dell’attuazione della strategia e della realizzazione degli interventi previsti;
• qualificare il funzionamento della macchina burocratico‐organizzativa locale, puntando ad innalzare i livelli di efficienza e di efficacia.
Allo scopo le due città sono chiamate a definire un modello organizzativo coerente con la VISION, la strategie e il sistema degli obiettivi ed in sintonia con la missione istituzionale, anche attraverso l’introduzione di innovative modalità di gestione dei servizi, nella prospettiva di qualificare le funzioni dei due Enti, privilegiando ambiti di azione ad “alto valore aggiunto”. Occorre dotarsi di un assetto organizzativo la cui progettazione sia ispirata ai seguenti criteri:
chiara individuazione delle aree di risultato;
chiara attribuzione di funzioni e responsabilità;
focalizzazione sulle funzioni e sui processi;
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superamento della frammentazione e della parcellizzazione e forte attenzione alla soddisfazione del fabbisogno di integrazione;
sostegno al processo di coinvolgimento attivo dei diversi attori del sistema.
1.1 La Vision
Il lungo ed inteso lavoro di diagnosi, riflessione e coinvolgimento realizzato per la stesura del Piano Strategico si è retto sull’esigenza condivisa di dotare il territorio di una visione strategica in grado di accompagnare le politiche urbane del prossimo decennio che sarà caratterizzato da una fase di profondo cambiamento sociale ed economico.
Gli stimoli venuti dai numerosi attori locali sono ruotati attorno all’idea di dare continuità ad un approccio allo sviluppo che orienti le città di Cosenza e Rende verso una scelta condivisa e comune. La percezione della città “unica”, per ragioni di fruizione, di utenza, di servizio, di continuità spaziale, è una scelta già formulata ed evidente de facto.
Intorno a questo punto fermo, si sono sviluppate le declinazioni “visionarie” della strategia. Il sentire comune è che la pianificazione strategica si deve porre come obiettivo la realizzazione di politiche condivise di valorizzazione delle risorse, in particolare attingendo a quelle umane della ricerca, programmando la qualità e il benessere sociale in maniera tale da rendere maggiormente attraente il territorio urbano. Tra le diverse possibilità vengono auspicati interventi che riguardano la mobilità collettiva, le strutture scolastiche, la ricerca e l’università, la formazione, i servizi di cura e di assistenza alla persona, i servizi urbani, i micro sistemi imprenditoriali, il lavoro, il turismo, la cultura, la sicurezza.
Un primo livello di lettura della VISION si fonda “sull’esigenza di far ripartire il territorio in modo competitivo attraverso la realizzazione di una rete integrata di sevizi, il corretto funzionamento della pubblica amministrazione, la salvaguardia e la valorizzazione delle risorse ambientali e storico‐culturali e l’affermazione dell’area come luogo della ricerca avanzata”.
Una seconda modalità di lettura della VISION formulata dagli stakeholders concorda nell’individuare come possibile scenario dell’area nel prossimo futuro un “territorio dove la gente trovi il “piacere di vivere”, con servizi sociali di alto livello, con una forte attenzione della politica alle priorità ambientali, agli aspetti della socializzazione e della cultura in senso generale; un territorio fondato sull’uso di tecnologie innovative applicate all’abitare e al vivere la città/le città”.
La grande maggioranza degli attori intervistati manifestano la consapevolezza che la crescita dell’area urbana possa avvenire soltanto attraverso l’attuazione di azioni di sistema e con la partecipazione di tutti i soggetti protagonisti dello sviluppo locale.
Per far crescere le potenzialità del territorio c’è bisogno di tenere dentro una discussione più larga il sistema di rappresentanza degli interessi in maniera tale da perseguire l’obiettivo di portare il territorio ad essere competitivo, perché la competitività si misura sull’attrattività del territorio.
La partecipazione è il vero propellente del processo. Senza partecipazione strutturata il Piano fallisce. D’altro canto, far comunicare non è semplice soprattutto in quest’area dove modesti sono gli accumuli di cittadinanza attiva.
Un ulteriore livello di lettura è dato dalle specifiche riflessioni strategiche formulate dai diversi attori istituzionali in programmi e progetti. In maniera trasversale si evince la focalizzazione sugli aspetti di relazione strategica e ruolo di riferimento dell’Area Urbana con i Comuni della prima
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cintura, con il sistema turistico‐produttivo della sibaritide e del tirreno, con il patrimonio ambientale del Parco Nazionale del Pollino e della Sila e, più in generale, con il territorio regionale (in primo luogo Lamezia Terme, Catanzaro e Crotone) e le altre regioni del mezzogiorno (Basilicata, Campania, Puglia in particolare).
Un elemento strategico nelle scelte politico‐istituzionali del Comune di Cosenza è dato dall’esigenza di reinvestire sul Centro Storico e sulle aree collinari, entità di grande pregio storico‐artistico e paesaggistico dichiarate di interesse pubblico. La città antica, Consentia urbs magna Bruttiorum, incarna nelle mirabili forme architettoniche il culmine dell'espansione e della cultura dei Bretti. Si tratta di uno dei centri storici più belli e interessanti esistenti in Italia non solo per l'ampiezza, ma soprattutto per il pregio dei valori che presenta. La straordinaria concentrazione di edifici monumentali (il Castello normanno‐svevo, il Duomo, il Teatro Rendano, Palazzo Arnone sede della pinacoteca nazionale, la Biblioteca civica sede dell’antica Accademia Cosentina, il Palazzo del Governo, etc.), l'eccezionale numero di palazzi padronali e di pregio, il disegno urbano, caratterizzato da un dedalo di strette strade che si snodano attorno agli antichi edifici, chiese, conventi, case fortezze, slarghi e piazze. Lo spazio urbano propone, inoltre, un eccezionale connubio tra tradizione costruttivo‐materiale locale e ambiente naturale, perfettamente inserito tra le anse dei fiumi Crati e Busento e lo splendido scenario delle colline periurbane che fanno di Cosenza un esempio notevolissimo nel panorama della cultura urbana europea. Per Rende sempre più importante diventa, invece, l’affermazione nel panorama nazionale ed europeo del ruolo di città della scienza, della ricerca e dell’innovazione, che ha nell’Università e nel sistema dei Centri di Ricerca il suo punto di eccellenza. C’è un forte coinvolgimento dell’Amministrazione comunale nel promuove all’esterno la città che da trent’anni trasmette scienza e cultura rispondendo alle domande di studenti e cittadini calabresi. Rende, città della scienza, locomotiva di un rinascimento prossimo venturo che la storia impone è quindi un obiettivo prioritario. Di più, nel medio periodo, scavalcata la torre di Babele che all’inizio rendeva incomprensibili i messaggi tra scienziati ed imprenditori, c’è la prospettiva che l’azione congiunta tra la ricerca e l’innovazione, che appartiene alla sfera dell’economia, faccia ripartire il motore dello sviluppo.
Il primo livello di riflessioni sulla VISION definisce, quindi prospettive innovative di ampio raggio di azione, permeate da elementi identitari. A tale formulazione occorre aggiungere i seguenti elementi di riflessione che il dibattito attivato ha suscitato:
• Esiste sul territorio la percezione di area urbana: il territorio è di fatto un continuum, la percezione dei cittadini è quella di un’unica area, dove si vive, si lavora e si creano relazioni sociali. L’elemento critico è costituito dall’aggregazione degli interessi, ormai consolidati, legati soprattutto alla crescita delle aree edificate, che costituiscono una resistenza molto forte allo sviluppo di una visione strategica unitaria e condivisa.
• E’ necessario creare un sistema di relazioni coeso che permetta di valorizzare le complementarietà esistenti per erogare servizi migliori: il cambiamento deve far leva soprattutto sui servizi, che sono la prima vera necessità che emerge dalla lettura del quadro dei bisogni dei cittadini.
• E’ fondamentale investire sull’innalzamento della qualità dei servizi erogati dalla PA, tramite l’introduzione di innovazioni culturali e organizzative che siano in grado di indurre il cambiamento anche nel modo in cui la cittadinanza percepisce la PA.
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• Un altro pilastro su cui si può innestare il cambiamento è costituito dai servizi alla conoscenza, in particolare dal potenziale ruolo dell’Università, riconosciuta come attore centrale ma che sembra mancare di un vero approccio strategico.
• Il Piano Strategico non è un gioco a somma zero, un semplice assemblaggio di strategie chiuse, autocentrante e neppure un mero catalogo di opere pubbliche puntiformi costruito a tavolino, tantomeno un operazione di maquillage.
• Esiste l’esigenza di cambiare culturalmente e socialmente le condizioni di vita cittadine, innalzando i livelli di qualità della vivibilità e facendo leva sul sociale con azioni mirate tese a soddisfare i bisogni più evidenti (ad esempio nei quartieri degradati).
• E’ necessario riequilibrare la bilancia dell’economia complessiva del territorio a favore dell’economia privata. Attualmente più del 60% del PIL locale è prodotto dal settore pubblico. Anche il settore privato si muove prevalentemente intorno a tale assetto economico. Ciò, evidentemente, rappresenta un vero e proprio freno allo sviluppo.
Questi fattori sono determinanti per costruire una visione di futuro che si fondi sulla necessità di ridefinire il ruolo delle istituzioni e del sistema economico e sociale nel suo complesso.
L’idea forza dell’area urbana è stata rappresentata dal seguente organigramma.
Creazione di un’area leader nel mezzogiorno per la qualità urbana, la cultura e l’innovazione in grado di garantire interconnessioni di rilievo nazionale ed internazionale.
Integrazione, intesa come superamento della frammentazione amministrativa e creazione di momenti e luoghi di coesione stabile.
Valorizzazione dei talenti e delle potenzialità esistenti, con riferimento alle risorse umane impegnate nella ricerca e nel settore della cultura.
Apertura verso contesti nazionali ed internazionali, mirando a diventare un luogo di attrazione per ricercatori e studiosi
Valorizzazione dei beni culturali, con riferimento alla valorizzazione degli attrattori culturali (teatri, biblioteche, centro storico, etc. ) e allo sviluppo di un approccio innovativo nella gestione del
Qualità dei servizi in termini di offerta territoriale, quale nodo chiave per l’intero sistema regionale e per le aree territoriali limitrofe.
Qualità urbana e sistema eco‐sostenibile, intesa come capacità di garantire condizioni di benessere urbano (sicurezza, qualità, salute) e di mantenere qualità e riproducibilità delle risorse ambientali.
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La VISION è stata ricondotta a quattro ambiti strategici, che rappresentano i settori prioritari di intervento per la realizzazione dell’idea forza.
‐ Territorio, Assetto Urbano e Ambiente,
‐ Welfare e Mercato del Lavoro,
‐ Economia e Sviluppo Locale,
‐ Cultura e Istituzioni della Conoscenza.
I diversi ambiti strategici sono da intendersi come la declinazione dell’idea forza in campi specifici ovvero come gli assi principali di intervento necessari affinché l’idea forza prenda forma sul territorio. E' ben evidente quanto tali ambiti, descritti in dettaglio nelle pagine seguenti, trovino mutua relazione, ma la tensione ad identificarne peculiarità è preziosa per l'efficacia e la concretezza delle azioni che su di essi potranno convergere.
1.2 Il percorso logico per la declinazione della strategia
La declinazione della Vision del Piano Strategico Cosenza Rende 2020 segue il percorso degli ambiti strategici Territorio, Assetto Urbano e Ambiente, Welfare e Mercato del Lavoro, Economia e Sviluppo Locale, Cultura e Istituzioni della Conoscenza.
Accanto agli aspetti di carattere tematico, la strategia si sviluppa lungo una dimensione trasversale che afferisce al coordinamento della stessa e al governo di interventi di natura integrata.
La questione dell’integrazione rappresenta un passaggio fondamentale per l’implementazione del Piano Strategico. L’obiettivo è quello di promuovere la sperimentazione di modelli di intervento e strumenti innovativi, basati sulla creazione di reti integrate di portatori di interessi ma anche di integrazioni di interventi (le forme sono molteplici, ad esempio, di natura funzionale, cosiddetti interventi complementari o propedeutici, oppure in termini di obiettivi, più operazioni di natura diversa concorrono al raggiungimento di uno stesso obiettivo, o ancora azioni congiunte per la condivisione di risorse, strumenti, per realizzare economie, massa critica, ecc.).
L’integrazione degli interventi assume molteplici connotazioni operative:
1. necessità di fare sistema
2. evitare incoerenze e duplicazioni
3. garantire un uso efficiente ed efficace delle risorse
4. focalizzare l’attenzione sui bisogni
5. puntare su interventi fattibili e sostenibili.
In concreto, il compito consiste nel passaggio dalla frammentazione degli interessi alle scelte condivise.
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Un ulteriore livello di declinazione della strategia attiene alle cosiddette “direzioni” della VISION, ossia:
‐ coesione cittadina, ricostruire un quadro unitario partendo da risposte singole, da fattori identitari, da percezioni e da forte senso di appartenenza;
‐ percorsi istituzionali di governance della strategia, con l’obiettivo di individuare strumenti, metodi e prassi che permettano di garantire un assetto funzionale al governo del Piano Strategico;
‐ proiezione della VISION verso gli interlocutori esterni, includendo in tale categoria sia gli attori economici, istituzionali e di rappresentanza attivi sul territorio sia quelli di carattere sovra territoriale;
‐ proiezione della VISION lungo tutti gli asset dello sviluppo, verso il sistema degli interventi infrastrutturali, nel sistema degli investimenti, ecc.;
Ad un livello più operativo la VISION è stata declinata in ulteriori elementi chiave che rappresentano gli item del Piano d’Azione:
‐ Riorganizzazione e potenziamento delle interconnessioni funzionali e risoluzione criticità relazionali;
‐ Valorizzazione del patrimonio culturale, intellettuale e scientifico del territorio;
‐ Miglioramento delle qualità competitive del territorio, attraverso il potenziamento delle funzioni urbane pregiate e accrescendo la dotazione di infrastrutture ad alta potenzialità in relazione all’apertura del sistema locale ad altri contesti;
‐ Riqualificazione e rigenerazione sociale ed economica dei quartieri più ad alta marginalità e degrado o, inversamente, più ricchi di potenzialità generative nei confronti dello sviluppo.
1.3 Il sistema delle relazioni territoriali
Un ulteriore ambito di rappresentazione della VISION è stato descritto sulla base della logica dei sistemi di relazioni territoriali, di seguito illustrati, entro cui consentire lo sviluppo della visione stessa. L’immagine rappresenta, in una logica di implementazione delle strategie di sviluppo, il quadro delle relazioni chiave entro cui rendere evidente l’obiettivo a lungo termine di Creazione di un’area leader nel mezzogiorno per la qualità urbana, la cultura e l’innovazione in grado di garantire interconnessioni di rilievo nazionale ed internazionale.
Sulla base di tale logica l’implementazione della VISION passa attraverso un approccio concentrico di relazioni intorno a cui l’Area Urbana deve fare riferimento per rafforzare il proprio ruolo e la propria centralità.
Un primo livello (cerchi neri) è rappresentato dall’Area Vasta Urbana, che tiene dentro essenzialmente Castrolibero, Montalto, Mendicino e Dipingano. Un secondo livello (cerchio rosso) è il sistema di relazioni con l’Hinterland dell’Area Urbana e verso tale direzione si sviluppa il ruolo di complementarietà dell’area più ampia e la centralità rappresentata dall’offerta di funzioni culturali, innovative e di servizi pubblici locali.
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Il terzo livello (cerchio giallo) configura il ruolo relazionale dell’Area Urbana nel quadro provinciale e, più in generale, quale “porta” rispetto a polarità importanti per lo sviluppo provinciale e regionale. Da una parte l’Area Urbana intende consolidare il proprio ruolo di centralità verso le Aree Parco Sila e Pollino, dall’altra si intende presidiare i sistemi di relazioni con l’area agricola e archeologico‐turistica della Sibaritide e con l’Area Urbana Rossano‐Cassano.
Un ulteriore livello (cerchio viola) di presidio relazionale è da leggersi verso la regione e, più in assoluto, verso aree extraregionali. Ciò è possibile attraverso le interconnessioni con le altre Aree Urbane regionali (Vibo, Catanzaro, Crotone, Lamezia, Gioia Tauro), mediante i collegamenti a Nord e a Nord‐Est con Basilicata, Puglia e Campania e con il resto del territorio nazionale attraverso il nodo ferroviario di Paola e quello aeroportuale di Lamezia Terme.
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2. Gli ambiti strategici
2.1 Ambito strategico Territorio, assetto urbano e ambiente.
Parole chiave
“Riqualificazione territoriale e sociale”, “interconnessione spaziale”, “Risanamento ambientale, nuove energie e risparmio energetico” e “Consentia urbs magna bruttiorum”.
La logica che sta alla base della formulazione delle linee strategiche relative all’assetto territoriale, ambientale ed urbano è focalizzata intorno a quattro dimensioni chiave:
1. Riqualificazione territoriale e sociale
L’obiettivo è rendere le due città maggiormente vivibili e aumentare il livello di soddisfazione della cittadinanza. Tale obiettivo sarà perseguito attraverso la creazione di infrastrutture per la qualità della vita, la qualità sociale e culturale. Gli interventi saranno mirati ad aumentare il BIL, ovvero il “benessere interno lordo”. L’intento strategico è quello di porre attenzione ai bisogni, alle carenze, alle aspettative, alle potenzialità in termini di servizi sociali, sanitari, culturali e sportivi.
Rispetto alla domanda abitativa nell’area urbana occorrerà puntare su funzioni di recupero, riuso, ristrutturazione, restauro del patrimonio abitativo, nonché del patrimonio edilizio dal grande valore storico e di rilievo urbano.
In sintesi il quadro relativo alla riqualificazione territoriale e sociale riguarda:
• la rifunzionalizzazione e creazione di nuovi spazi urbani;
• interventi contro il degrado dei quartieri;
• riqualificazione piazze e spazi per la socializzazione;
• recupero e riqualificazione del patrimonio pubblico e fini sociali.
2. Interconnessione spaziale (Area Vasta Urbana, Hinterland, Relazioni Provinciali, Relazioni Aree Protette, Relazioni Regionali ed Extraregionali)
Uno degli obiettivi strategici del Piano è quello della interconnessione spaziale sulla base della logica strategica descritta nel sistema di relazioni. Nell’area l’offerta di trasporto pubblico urbano è ancora bassa. L’ipotesi strategica è quella della realizzazione di un miglioramento complessivo della mobilità su tutti gli assi di attraversamento in modo da garantire tempi di percorrenza e raggiungibilità urbana dall’hinterland e da buona parte della provincia entro 30 minuti.
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Ciò consentirebbe all’area urbana Cosenza‐Rende di acquisire un ruolo di presidio delle funzioni di servizio rispetto alla dimensione di capoluogo provinciale di Cosenza e di capoluogo della conoscenza di Rende.
L’area urbana, inoltre, ha la necessità di essere adeguatamente collegata all’aeroporto di Lamezia Terme ed al grande Asse Berlino‐Palermo della rete transeuropea dei trasporti.
Buona parte delle strategie di interconnessione sono state formulate all’interno del PUM, in linea generale riguardano le seguenti linee di intervento:
‐ Miglioramento delle aree di accessibilità esistente e creazione di nuovi accessi per decongestione del traffico interno all’area urbana;
‐ Creazione e potenziamento del sistema a ferro dell’area urbana;
‐ Creazione e potenziamento funzioni intermodali e di scambio a servizio dell’area urbana;
‐ Potenziamento reti di collegamento regionale ed extraregionale.
3. Risanamento Ambientale, nuove energie e risparmio energetico
Il quadro delle strategie di intervento è finalizzato al miglioramento eco‐sostenibile dell’area urbana.
Con la redazione dei Piani di settore riguardanti il risanamento ambientale, la gestione integrata delle risorse idriche e naturali, la gestione dei rifiuti e il verde pubblico e privato, saranno infatti valorizzate le risorse materiali rappresentate dall’ambiente e dal paesaggio. Con la pianificazione di settore riguardante la riqualificazione urbanistica, la mobilità (intesa come logistica e trasporti) e la zonizzazione acustica comunale saranno valorizzate le risorse rappresentate dalla struttura insediativa, potenziando tra l’altro la rete infrastrutturale della città e migliorando la qualità di vita dei cittadini. La redazione di un Piano di Sviluppo Energetico consentirà infine di valorizzare le fonti energetiche alternative, nonché la formulazione di percorsi per il risparmio energetico, protocolli di contenimento della dispersione energetica, ecc.
Altro elemento strategico attiene all’inadeguata conoscenza dello stato ambientale del territorio e della salute umana per una corretta valutazione dei fattori di pressione, degli impatti e delle relative misure correttive (mancata attuazione del Piano di Tutela e risanamento). Si assiste ad una carenza di informazioni di base atte a descrivere lo stato attuale della maggior parte delle componenti ambientali.
Il quadro degli interventi riguarda sia la formulazione dei piani specifici, sia la realizzazione di iniziative pilota.
Rientra in questa dimensione strategica anche il recupero del rapporto con il fiume, con gli interventi di riqualificazione dell’alveo e del parco fluviale, a monte e a valle della confluenza dei due fiumi, e rigenerazione delle aree degradate o dismesse lungo le due sponde del fiume, con rivalutazione dello “skyline” del lungofiume. Il lungo fiume come elemento di aggregazione e non di divisione ed emarginazione sociale.
Le linee strategiche comprese in questo sotto ambito sono le seguenti:
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‐ Interventi a supporto delle decisioni in materia di ambiente e tutela della salute dall’inquinamento;
‐ Interventi volti al risparmio energetico e all’introduzione di innovazioni nell’approvvigionamento di energia urbana;
‐ Creazione di parchi fluviali e bonifica dell’alveo del fiume.
4. Centro storico ‐ Consentia Urbs Magna Bruttiorum
Il Centro Storico di Cosenza è per dimensione e ricchezza dei beni culturali il secondo centro storico più importante del Mezzogiorno. Da più parti gli stakeholder evidenziano il progressivo diffondersi del degrado urbano entro l’area, accompagnato da fenomeni di emergenza sociale e sicurezza, accentuati anche dalla scarsa accessibilità e praticabilità del fitto dedalo viario.
In termini strategici l’esigenza di intervento è finalizzata al superamento di azioni di carattere puntuale in una logica di sistema che sostenga la qualità della vivibilità e lo sviluppo sociale ed economico. Per garantire un intervento coordinato e continuo nel tempo, si prevede l’istituzione di una Task force multidisciplinare e permanente finalizzata a realizzare e implementare una specifica strategia di rilancio del Centro Storico, nonché a rafforzare le forme di partenariato già attivate e ad individuare strumenti e risorse per specifici interventi il linea con le esigenze di sistema.
Il quadro delle linee di intervento all’interno della città storica è il seguente:
• iniziative di divulgazione della conoscenza del patrimonio identitario (strategie di marketing interno ed esterno);
• interventi per la riqualificazione e riuso del patrimonio immobiliare pubblico (nuova destinazione per garantire servizi alle persone, servizi pubblici comunali, ecc.);
• interventi per l’incremento della fruibilità dei Beni Culturali (azioni di marketing, creazione di percorsi tematici, cartellonistica e segnaletica, ecc.);
• interventi per migliorare le condizioni di vivibilità (carenza di servizi alle persone, agli anziani, ai bambini, ecc.);
• interventi per eliminare i fattori ostruttivi ed accrescere le condizioni per un’accessibilità diffusa;
• interventi a sostegno del recupero del patrimonio immobiliare privato;
• iniziative per il coinvolgimento nei processi di rilancio gli operatori sociali ed economici per una riqualificazione ed una valorizzazione degli immobili finalizzati ad incrementare l’occupazione e i servizi alle persone.
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2.2 Ambito Strategico Economia e Sviluppo Locale
Parole chiave
“Memoria e Innovazione” , “Nuova Imprenditorialità Urbana”
L’ambito ricomprende due elementi chiave:
1. Memoria e innovazione
L’attrattività dell’area urbana, oltre che sulla valorizzazione della memoria e di tutto ciò che ad essa si collega, dipende anche dalla capacità di innovazione: occorre migliorare l’esistente puntando sull’innovazione, “sull’abilità di legare ciò che la ricerca produce con determinate attività produttive e con determinati investimenti”.
Le linee strategiche in tale direzione sono le seguenti:
‐ Interventi per l’innovazione di settori tradizionali rappresentanti l’identità urbana;
‐ Percorsi di valorizzazione delle risorse turistiche;
‐ Iniziative per il potenziamento di reti urbane di imprese innovative;
‐ Realizzazione di progetti di innovazione in ambiti di marketing, tutela ambientale, efficienza energetica, logistica e distribuzione, programmazione e organizzazione della produzione.
2. Nuova imprenditorialità urbana
Le aree urbane con il maggiore tasso di imprenditorialità sono anche quelle con maggiori performance complessive. Occorre, di conseguenza, adottare una strategia, scegliere i settori ed i luoghi, per favorire la nascita di nuove imprese. Da un approccio pro‐attivo delle istituzioni locali per la creazione nuove imprese e di parchi urbani di imprese non può prescindere un’azione concertata per affrontare il problema del costo del denaro e del razionamento del credito. L’area urbana deve trattenere ed attrarre i “lavoratori del sapere”, offrendo loro opportunità di crescita nell’economia della conoscenza. L’aspetto della diffusione dell’innovazione è quindi centrale nella prospettiva della crescita economica, dello sviluppo e della competitività. Parchi e Incubatori tecnologici sono i principali "attori di innovazione”. In questa logica di sostegno all’imprenditorialità innovativa, si prevede la creazione di un Parco Urbano di Imprese strettamente interrelato con il Parco tecnologico universitario. Sul piano operativo il problema della creazione di un ambiente di respiro internazionale, ossia di un luogo attrezzato e accogliente dove le aziende, attualmente diffusamente insediate nel territorio, possono operare in una situazione analoga a quella di strutture simili di altre capitali europee, si coniuga con l’esigenza di riqualificare un’area urbana degradata. Si tratta di predisporre un sistema di aree e piattaforme tecnologiche d’avanguardia, con infrastrutture dotate di servizi comuni all’interno del quale si localizzano e operano imprese innovative (settori ad alta tecnologia, centri di ricerca privati, imprese start‐up, imprese del terziario avanzato, etc.).
All’interno del Parco Urbano di Imprese possono trovare collocazione:
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1. spazi per la localizzazione delle imprese;
2. piccoli incubatori di impresa;
3. spazi e servizi attrezzati per uffici temporanei;
4. infrastrutture e servizi telematici condivisi;
5. spazi comuni per le attività formative e seminariali;
6. spazi e servizi comuni per le attività di segreteria, centro stampa, logistica, etc..
Le linee strategiche in tale direzione sono le seguenti:
• Creare un parco urbano di imprese innovative;
• Realizzare azioni di sistema per la diffusione della cultura imprenditoriale;
• Sostenere le azioni di spin off della ricerca.
2.3 Ambito strategico Welfare e mercato del lavoro
Parole chiave
“Inclusione sociale”, “Accoglienza”, “Legalità e sicurezza”
Anche in questo caso l’attenzione strategica è relativa alla creazione della qualità urbana evidenziando problematiche connesse non solo agli aspetti infrastrutturali ma anche, e soprattutto, sociali.
Le tematiche di riferimento sono:
1. Inclusione Sociale
Il punto di partenza strategico è legato alla conoscenza e alla valorizzazione delle esperienze di radicamento sociale presenti sul territorio, attraverso la costruzione di azioni di governance virtuose, in grado di superare la logica degli interventi top‐down che, spesso, alimentano i circuiti assistenziali, ma non favoriscono meccanismi di sicurezza sociale. La strategia prevista integra percorsi istituzionali ed esperienze associative. In altri termini, l’azione istituzionale è funzionale a sostenere il lavoro di associazioni e organizzazioni impegnate a ritessere i legami comunitari nei luoghi in cui le relazioni facilmente si precarizzano, attraverso percorsi di co‐progettazione e coinvolgimento delle persone destinatarie degli interventi.
Si tratta di promuovere forme partecipative e modelli di presa a carico comunitario (community care) delle situazioni di emarginazione e povertà (non solo economica). Occorre promuovere modelli micro‐comunitari, privilegiando interventi di prevenzione del disagio, progetti di reintegrazione sociale, promozione dell’autonomia dei soggetti, personalizzazione degli interventi, azioni sistematiche e di tipo partecipato.
Occorre favorire e incoraggiare la diffusione di attività innovative e creative per impegnare il tempo libero, nello sport, nell’arte, favorendo il loro inserimento anche attraverso l’accompagnamento di ragazzi e ragazze negli spazi ludici e sociali. Dal lato dei servizi
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sociali, emerge una necessità di accrescere la professionalizzazione di chi interviene in questo campo, che non può contare esclusivamente sul volontarismo di alcuni, ma deve poter fare affidamento su una rete di attori specialisti e preparati.
In sintesi il quadro delle linee strategiche in questo sottoambito è costituito da:
• Interventi per la governance della qualità sociale e dei servizi;
• Interventi per il monitoraggio della qualità dei servizi e l’ascolto dei fabbisogni;
• Interventi per l’adeguamento e la professionalizzazione delle competenze;
• Interventi innovativi a supporto dell’inclusione minorile, degli anziani e dei disabili;
• Realizzazione di infrastrutture e spazi per l’inclusione sociale;
• Percorsi innovativi di inserimento nel mercato del lavoro.
2. Accoglienza Le città e il loro destino sono sempre più legate alla capacità di assorbire e valorizzare la tendenza alla multietnicità. Da qui nasce l’esigenza di creare spazi, forme e funzioni per l’integrazione tra popoli e culture. Il fenomeno dell’immigrazione, che sta muovendo masse consistenti di cittadini dalle aree povere a quelle ricche, caratterizza la formazione di una nuova società multietnica con la quale le città dovranno confrontarsi ed attrezzarsi per ottimizzare accoglienze e strutture del vivere insieme. La città multietnica è funzionale al miglioramento delle condizioni di vita dei migranti e altresì utile a mitigare il diffondersi di un sentimento di “emergenza sociale” nel contesto urbano. Verso la costruzione di una società libera, solidale, aperta e interetnica si sono mossi da tempo, all’interno della città capoluogo, gruppi del terzo settore che hanno espresso nell'autorganizzazione di questa solidarietà i sentimenti di amicizia, di comunanza e cooperazione. In primo luogo, si intende riprendere la costruzione della Torre di Babele e punta a cogliere l’epocale modificazione della struttura sociale per comporre un quadro ricco e organico di azioni progettuali tese ad impedire il processo di distruzione del patrimonio culturale d’origine, e volte a individuare contenitori da riempire con funzioni nuove del dialogo coincidenti con il riequilibrio tra meriti e bisogni delle diverse etnie presenti nel territorio. Dunque, si intende confrontarsi ed attrezzarsi per ottimizzare accoglienza e strutture del vivere insieme e allo scopo l’area si candida come centro della Rete di Città europee per la politica locale di integrazione (CLIP), promossa dal congresso delle autorità locali e regionali del Consiglio di Europa, in associazione con la città di Stuttgart e con l'Associazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro. In tal modo, l’area potrà usare come base gli strumenti ricavati all'interno della rete, in uno scambio di esperienze su politiche di integrazione delle città, con una valutazione ed una analisi comparativa delle attività intraprese da altre città. La strategia è finalizzata alla diffusione sul territorio di luoghi di accoglienza, di ascolto, di informazione. La possibilità di accesso ai servizi esistenti rappresenta un presupposto fondamentale per dare quell’accoglienza in assenza della quale l’impatto con i contesti di arrivo rischia di trasformarsi per i migranti in un canale per la loro esclusione. Un ostacolo che si frappone alla concreta possibilità di entrare e inserirsi nei contesti di arrivo è costituito soprattutto dalla diversità linguistica che rischia di diventare una barriera che rende problematica la vita quotidiana sotto diversi aspetti, dal disbrigo delle pratiche burocratiche, fino all’accesso ai servizi. Essenziale diventa nei processi d’integrazione
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sociale la disponibilità di spazi e strutture da destinare alla realizzazione di centri di incontro, di studio, elaborazione e di scambio interculturale, spazi in cui i migranti possano essere protagonisti, possano esprimere e praticare la loro cultura, le loro tradizioni, il loro culto, in poche parole spazi di riconoscimento reciproco.
In questo sottoambito il quadro delle linee strategiche è costituito da:
• Diffusione sul territorio di luoghi e strutture di accoglienza, di ascolto, informazione, servizi e mediazione culturale;
• Realizzazione di interventi per l’integrazione culturale, linguistica e sociale;
• Realizzazione di iniziative per l’accesso legale al patrimonio abitativo da parte degli immigrati;
• Realizzazione di iniziative per l’accesso legale al mondo del lavoro da parte degli immigrati.
3. Legalità e sicurezza
Per quanto riguarda la legalità il problema cardine si manifesta attraverso ridotti livelli di sicurezza e legalità urbana e sociale sia rispetto a determinati quartieri a rischio, sia rispetto a determinati ambiti dell’economia urbana. Permane in alcune aree una ridotta cultura del senso civico (con carente rispetto delle regole, abusivismi, insensibilità alla cura della cosa pubblica, non riconoscibilità delle istituzioni), la presenza di strati di economia sommersa e lavoro nero, un presidio del territorio non sufficiente (insufficienti risorse, strumenti, professionalità per il controllo territoriale) e la presenza di fenomeni volti al racket estorsivo. La strategia intende promuovere una serie di azioni integrate volte a massimizzare il grado di tutela dell’ambiente, di sicurezza e di legalità nell’area urbana. In particolare l’ area urbana si candida come sede dell’Osservatorio Tecnico Scientifico per la Sicurezza, l’Ambiente e la Legalità che, sulla scorta delle esperienze di altre regioni (Lazio, Basilicata,ecc.), potrà operare per contrastare le strategie della criminalità organizzata che si nutre, come ricorda il Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, nella introduzione al Rapporto Economia 2007, della negligenza e della approssimazione delle strutture civiche locali. Le città di Cosenza‐Rende, nel rivalutare l’ampio patrimonio dei beni culturali intendono avviare azioni di sicurezza ambientale, al fine di tutelare le risorse naturali ed ambientali dall’attacco delle organizzazioni criminali (ecomafie) e dall’illegalità diffusa. L’istituzione dell’Osservatorio, vero e proprio centro della legalità organizzata contro l’illegalità organizzata, agevolerà l’attuazione di politiche attive della sicurezza, l’adeguata diffusione dei valori e degli ideali della legalità e garantirà, in quanto supporto operativo, un più ottimale esercizio delle funzioni da parte degli enti pubblici più vicini al cittadino. La proficua collaborazione tra enti, associazioni di categoria, le organizzazioni rappresentative del tessuto economico‐produttivo locale, gli organismi di volontariato no‐profit, l’università, oltre a rafforzare l’interistituzionalità, consentirà di monitorare, documentare e informare sul fenomeno criminale e predisporre progetti di sensibilizzazione.
In questo sottoambito il quadro delle linee strategiche è costituito da:
• Interventi per aumentare i livelli di sicurezza urbana, sociale, imprenditoriale;
• Creazione dell’Osservatorio Tecnico Scientifico per la Sicurezza, l’Ambiente e la Legalità;
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• Interventi per ridurre la distanza tra i cittadini e le istituzioni;
• Interventi per la mobilitazione e la responsabilizzazione civile.
2.4 Ambito strategico Cultura e istituzioni della conoscenza
Parole chiave
“Cultura”, “Creatività”, “Ricerca è sviluppo”, “Innovazione e qualità della Pubblica Amministrazione”
L’ambito comprende le seguenti priorità:
1. Cultura
L’area urbana vede la presenza di numerosi centri culturali attivi nel settore musicale e della cultura. Tra questi citiamo l’Accademia Cosentina, fondata nel 1511 da Aulo Giano Parrasio per diffondere la cultura, valorizzare artisti e scienziati, difendere i gradi valori umani, artistici e scientifici, incoraggiare i giovani sulla via dello sviluppo e della riforma culturale, e il Conservatorio di Musica, nato nel 1970 su iniziativa del maestro Giuseppe Giacomantonio sulla scorta dell’esperienza di alcuni musicisti cosentini che negli anni sessanta avevano dato vita al liceo musicale.
Sul versante del patrimonio storico e culturale, i Centri Storici di Cosenza e di Rende, i grandi attrattori quali la Pinacoteca nazionale, il Museo all’aperto Bilotti, il Museo del Presente, il Campus universitario, la Biblioteca Universitaria, la Biblioteca Nazionale, l’Archivio di Stato, i Teatri (teatro di tradizione A. Rendano, teatro Acquario, Cinema‐teatro Morelli, Cinema‐teatro Garden), il Conservatorio di Musica "Stanislao Giacomantonio", la Città dei Ragazzi, la Casa delle Culture, ecc.. rappresentano elementi di sicuro valore su cui poggiare adeguate politiche di valorizzazione culturale.
A ciò si aggiunge l’ampio panorama di eventi culturali che si svolgono nell’Area Urbana, l’originalità della cultura e dell’identità locale, un vivace associazionismo culturale, che contribuiscono sicuramente a fare dell’area urbana Cosenza Rende un potenziale attrattore.
La presenza di agglomerazioni di risorse non costituisce però di per sé un elemento sufficiente all’innesco di processi di sviluppo autopropulsivi. Nel caso della dotazione culturale presente nell’area urbana cosentina, le esperienze degli ultimi anni hanno dimostrato come l’attivazione delle potenzialità del territorio risponda in modo diretto alla qualità ed intensità delle politiche pubbliche che vengono messe in campo dalle amministrazioni. Da questo punto di vista la qualificazione e l’integrazione delle politiche messe in campo dalle due amministrazioni comunali rimane un fattore dirimente rispetto alla fruibilità del patrimonio culturale e della sua capacità di sostenere processi di sviluppo socioeconomico. Le linee strategiche in tale direzione sono le seguenti:
• La qualificazione e l’innovazione dell’offerta dei servizi e delle attività culturali per innalzare il livello di fruibilità del patrimonio culturale locale
• La valorizzazione la promozione del patrimonio culturale a sostegno dello sviluppo socio‐economico
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2. Creatività
L’ambito della cultura e della creatività appare come una delle componenti fondamentali delle funzioni urbane e può essere considerato come leva per lo sviluppo, attraverso un'integrazione con soggetti del mondo economico e della ricerca (cultura come fonte di nuova imprenditorialità) e un approccio innovativo alla gestione della produzione culturale (valorizzazione di cultura e creatività). Promuovere l’area urbana Cosenza‐Rende come “città delle culture” significa favorire la sua affermazione in termini di distretto culturale, ampliando e rafforzando una visione che ed un approccio che ha caratterizzato fortemente tutti i più recenti documenti di pianificazione territoriale ed un’ampia gamma di politiche locali implementate nell’ultimo quindicennio, protese a potenziare il carattere e l’attitudine terziaria del sostrato economico cittadino. Strutture adeguate, possibilità di intrattenimento e considerazioni sulla qualità dello stile di vita sono infatti elementi cruciali nella capacità di una città nell’attrarre sia imprese che persone. In particolare, studiosi che hanno focalizzato la propria ricerca sulla geografia economica del capitale umano, evidenziano una stretta correlazione fra entità e qualità del capitale umano da un lato e determinate caratteristiche di apertura e tolleranza della diversità che un contesto urbano esprime. Questo filone di studi segue logicamente e cronologicamente tutta una serie di ricerche che nei decenni passati hanno messo in evidenza la relazione diretta fra la distribuzione geografica della “popolazione creativa” e lo stato di salute delle economie regionali, in particolare di quei settori dell’industria più strettamente legati alle nuove tecnologie.
Le linee strategiche in tale direzione sono le seguenti:
• Creazione di luoghi e servizi a sostegno della creatività giovanile ed artistica
• Supporto alla creazione ed allo start‐up di imprese creative
3. Ricerca è sviluppo
Relativamente agli scenari individuati emerge l’esigenza di perseguire politiche di qualità nelle diverse aree attraverso forme di innovazione tecnologica collegate alla ricerca. La presenza nell’area dell’Università è da intendersi come motore per lo sviluppo del territorio. Si tratta di un attrattore forte, un catalizzatore urbano. L’università significa cultura, conoscenza, ricerca, innovazione, consapevolezza sociale etc. Il territorio dovrebbe crescere e modularsi intorno al ruolo e alle funzioni dell’Università, puntando a diventare un luogo di eccellenza nei servizi utilizzando proprio i processi innovativi. In questa logica il ruolo e le funzioni strategiche dell’Università sono da intendersi sia come produttore e fruitore di qualità nei diversi ambiti, edilizio, dei servizi, della domanda e dell’offerta, della cultura ecc..
Il contributo della ricerca può essere determinante per lo sviluppo. Il valore aggiunto che può essere determinato dall’innovazione tecnologica e dalla formazione di forza lavoro qualificata è straordinariamente elevato. Occorre, in questo ambito, prioritariamente valorizzare le risorse umane, attuare una politica di valorizzazione dei talenti, dei saperi e delle professionalità latenti.
Le linee strategiche in tale direzione sono le seguenti:
• l'attrazione e il sostegno dei ricercatori attraverso accordi e iniziative per la stabilizzazione della loro posizione all'interno delle strutture
• la diffusione di azioni di ricerca e innovazione per la vivibilità dell’ ambiente urbano;
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• mobilitare il sistema della conoscenza e sviluppare la cultura della collaborazione nella ricerca tra tutti gli operatori del sistema scienza ‐ tecnologia – imprese ‐ territorio
• sostegno all’aumento della dimensione media dei gruppi di ricerca
• sostegno ad iniziative di networking di ricerca e trasferimento presso le istituzioni locali
4. Innovazione e qualità nella Pubblica Amministrazione
Le amministrazioni locali si impegnano ad introdurre e a sviluppare strumenti che traducano gli obiettivi politico – amministrativi in programmi di lavoro, corredati di indicatori di impatto e di risultato. Innovare nella PA vuol dire:
‐ definire processi organizzativi innovativi e diffondere capillarmente procedure informatiche e gestionali per l’efficacia dell’azione amministrativa;
‐ orientare al risultato la realizzazione dei processi amministrativi;
‐ semplificazione dell’azione amministrativa, per rendere maggiormente efficiente il funzionamento della macchina burocratica e per garantire trasparenza dell’azione pubblica, limitando gli spazi di mera discrezionalità e migliorando la fruizione dei servizi;
‐ diffondere presso i diversi attori istituzionali e sociali una piena consapevolezza delle regole di attuazione delle politiche, come base per supportare un processo di contrattualizzazione consapevole degli obiettivi comuni da conseguire e dei potenziali elementi premiali.
Se si lavora in tal senso si può garantire l’innalzamento della qualità dei servizi ai cittadini ed alle imprese e quindi il conseguimento di un incremento di competitività del territorio nel suo complesso. La strategia complessiva punta al conseguimento di un nuovo rapporto fra le Amministrazioni Comunali di Cosenza e Rende e la società civile, il cui coinvolgimento nella gestione dei servizi è funzionale sia al rafforzamento di meccanismi di voice, sia alla sperimentazione di innovazioni nei processi di gestione e sia ancora alla valorizzazione della componente privata nella gestione dei servizi pubblici.
Le linee strategiche in tale direzione sono le seguenti:
• Interventi per la ridefinizione e semplificazione di determinate Procedure della PA locale
• Interventi per la reingegnerizzazione dei processi per l’introduzione delle innovazioni procedurali, tecnologiche e per la semplificazione
• Sperimentazione di percorsi incentivanti per il personale legati agli output realizzati, alle semplificazioni effettuate ed alle innovazioni introdotte
• Introduzione di modelli organizzativi nella PA e trasferimento attraverso azioni di sperimentazione, gemellaggi, benchmarking e diffusione di procedure informatiche per la gestione dei processi; adeguamento della definizione dei profili professionali rispetto alle innovazioni introdotte
• Creazione di meccanismi di responsabilizzazione del personale e della dirigenza in particolare attraverso forme di incentivi orientati al risultato e al miglioramento continuo
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• Realizzazione di investimenti in metodologie, procedure e nuove tecnologie
• Azioni mirate di internazionalizzazione di competenze strategiche e trasversali
• Riqualificazione sviluppo delle competenze in materia ambientale e della relativa capacità di governance
• Interventi per l’ammodernamento dei sistemi informativi collegati ai servizi di front office (es. posta elettronica certificata, protocollo informatico, dematerializzazione dei documenti, workflow, etc.)
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3. I progetti strategici e le tipologie di intervento Di seguito sono riportati sinteticamente i Progetti strategici proposti per ciascuno degli ambiti descritti e le tipologie di intervento previste per ciascun Progetto strategico.
3.1 Quadro riassuntivo dei progetti strategici
Territorio, assetto urbano e ambiente
Economia e sviluppo locale
Welfare e mercato del lavoro
Cultura e istituzioni della conoscenza
Ambiti strategici
Progetti strategici
1.1 Riqualificazione territoriale e sociale dell’area urbana di Cosenza e Rende 1.2 Centro storico 1.3 Interconnessione spaziale dell’area urbana 1.4 Ambiente e sviluppo sostenibile
2.1 Sostegno alla creazione e start up di imprese innovative 2.2 Creazione di un Parco Urbano di Imprese e diffusione della cultura di impresa 2.3 Qualificazione dell’Offerta di servizi reali in ambito urbano 2.4 Competitività, internazionalizzazione e innovazione delle imprese dell’area urbana
3.1 Welfare City 3.2 Accoglienza 3.3 Safe City
4.1 Cultural District 4.2 Creative City 4.3 Knowledge Economy 4.4 Innovative Administration
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3.2 Le tipologie di intervento previste Territorio, assetto urbano e ambiente – Progetti strategici e tipologie di intervento
1.1 Riqualificazione territoriale e sociale Rifunzionalizzazione e creazione di nuovi spazi urbani Realizzazione di interventi per la messa a norma e in servizio degli spazi Recupero di aree degradate Recupero di spazi e luoghi di socializzazione
1.2. Consentia urbs magna bruttiorum Realizzazione di interventi di recupero dei beni di importanza storico‐architettonico e di valorizzazione dei manufatti del patrimonio pubblico Realizzazione di nuovi accessi e potenziamento degli esistenti rispetto alle funzioni strategiche del territorio
1.3. Interconnessione spaziale dell’hinterland Realizzazione di nuovi accessi e potenziamento degli esistenti per il decongestionamento del traffico Potenziamento dei collegamenti ferro esistenti a servizio dell’area urbana e dell’hinterland Creazione di sistemi logistici avanzati per le merci e per lo scambio intermodale per il traffico passeggeri
1.4. Ambiente e sviluppo sostenibile Sostegno alla realizzazione di buone prassi ambientali Creazione di nuovi parchi urbani e fluviali Definizione di procedure e progetti per la tutela ambientale e provvedimenti per il risparmio energetico in ambito urbano Economia e sviluppo locale – Progetti strategici e tipologie di intervento
2.1. Sostegno alla creazione e start up di imprese innovative Creazione di eventi di promozione dell’innovatività imprenditoriale rivolti ai business angels Stipula di accordi con le banche di investimento Promozione di interventi volti a stimolare lo start up imprenditoriale Sostegno alle capacità imprenditoriali e manageriali delle imprese in start up
2.2. Creazione di un Parco Urbano di Imprese e diffusione della cultura di impresa Creazione di un sistema di infrastrutture e servizi per l'innovazione e la creazione di impresa Creazione di iniziative formative, informative, culturali per la diffusione della cultura di impresa Sostegno delle nuove imprese create da lavoratori autonomi nei settori dell’economia della conoscenza
2.3. Qualificazione dell’Offerta di servizi reali in ambito urbano Creazione di meccanismi di auditing e benchmarking diffuso Creazione di un sistema di servizi avanzati per le PMI
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2.4. Competitività, internazionalizzazione e innovazione delle imprese dell’area urbana Sostegno all’introduzione e al consolidamento della certificazione della qualità di ultima generazione Creazione di meccanismi di matchmaking per la promozione delle imprese eccellenti del territorio nei mercati extraregionali Sostegno alla creazione di progetti di ricerca ad hoc con gruppi di imprese e UNICAL Sostegno alla nascita di network di impresa a livello urbano e extraregionale Welfare e mercato del lavoro – Progetti strategici e tipologie di intervento
3.1. Welfare city Integrazione dei servizi e delle politiche sociali Istituzione di servizi e strutture socio‐sanitarie e per l’inclusione sociale Incentivi per l’autoimprenditorialità dei giovani e l’inclusione sociale e lavorativa dei disabili
3.2. Accoglienza Creazione di infrastrutture e servizi per l’integrazione della popolazione immigrata
3.3. Safe city Percorsi di promozione della legalità e di integrazione e reinserimento dei soggetti svantaggiati Comunicazione pubblica per la diffusione e sensibilizzazione della cultura della legalità e formazione per operatori dei servizi sociali Cultura e istituzioni della conoscenza – Progetti strategici e tipologie di intervento
4.1. Culturale district Costruzione di reti e partenariati finalizzati alla realizzazione di grandi eventi e programmazioni culturali congiunti e la promozione unitaria dell’offerta culturale e dei servizi connessi Qualificazione delle risorse umane a supporto della fruibilità del patrimonio culturale attraverso attività formative Iniziative volte a sostenere la creazione e la promozione di attività e servizi turistici integrati Iniziative per il recupero e la riqualificazione a fini culturali e turistici di edifici e strutture
4.2. Creative city Realizzazione del Distretto Culturale Urbano
4.3. Knowledge economy Stipula di accordi per la valorizzazione territoriale dei risultati della ricerca e del capitale umano, sostenendo le aree di ricerca di particolare rilievo per il territorio dell’Area Urbana e per il tessuto produttivo
4.4. Innovative administration Incentivi agli scambi e al trasferimento di buone prassi tra amministrazioni Sviluppo delle infrastrutture e promozione dell’accesso a reti e servizi avanzati di telecomunicazione