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I documenti di Nuova Cosenza.com 1 Piano strategico Cosenza-Rende e area urbana 2020 SINTESI Marzo 2009 COMUNE DI COSENZA COMUNE DI RENDE REGIONE CALABRIA

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I documenti di Nuova Cosenza.com

            

   

Piano strategico Cosenza-Rende e area urbana 2020

SINTESI

 

Marzo 2009  

COMUNE DI COSENZA

COMUNE DI RENDE REGIONE CALABRIA

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Indice  

 

 

Premessa 

 

1. La Vision e gli ambiti strategici delineati dal Piano strategico Cosenza‐Rende ............. 3 1.1  La Vision ..........................................................................................................................6 1.2  Il percorso logico per la declinazione della strategia......................................................9 1.3  Il sistema delle relazioni territoriali ..............................................................................10  2.  Gli ambiti strategici ................................................................................................ 12 2.1 Ambito strategico Territorio, assetto urbano e ambiente. ...........................................12 2.2  Ambito Strategico Economia e Sviluppo Locale ...........................................................15 2.3  Ambito strategico Welfare e mercato del lavoro .........................................................16 2.4  Ambito strategico Cultura e istituzioni della conoscenza.............................................19  3.  I progetti strategici e le tipologie di intervento....................................................... 23 3.1  Quadro riassuntivo dei progetti strategici....................................................................23 3.2  Le tipologie di intervento previste................................................................................24 

 

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Premessa 

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1. La Vision e gli ambiti strategici delineati dal Piano strategico Cosenza-Rende  

La  tecnologia,  i  sistemi  avanzati  di  distribuzione  e  logistica,  l'espansione  dei  nuovi mercati  e l’emigrazione/immigrazione  sono  i  tratti  salienti  che  hanno  segnato  negli  ultimi  anni  la competizione  e  la  crescita  dell'economia mondiale.  L'economia  locale  è  diventata  sempre  più un’economia  aperta  all’offerta  di  beni  e  servizi  provenienti  dal  mercato  nazionale  ed internazionale. Questo è tanto più vero nel quadro dell’economia della conoscenza. 

Accanto a questi fattori di trasformazione si sono sviluppati una serie di problemi di  identità che riguardano  le  comunità  locali  ed  il  ruolo  che  esse  hanno  e  possono  avere  nella  società contemporanea.  In  alcune  aree  i  problemi  creati  dalla  nuova  società  globale  si  vanno  ad aggiungere ai problemi accumulati dalla società locale. 

L’area urbana Cosenza‐Rende si presenta su questo scenario con alcuni  importanti punti di forza basati su due poli.  Il polo di Cosenza,  incentrato principalmente su servizi,  istruzione e cultura, e quello di Rende,  incentrato su università,  innovazione e ricerca. Si tratta di due poli che possono trovare una forte complementarietà per la costruzione di un’area urbana allargata più integrata ed omogenea, fondata sulla società della conoscenza. 

Il quadro delle riflessioni  in atto si muove  intorno ad un complesso patrimonio di  informazioni e analisi per lo sviluppo realizzate da diversi attori e sulla base di modalità scientifiche differenti. Si tratta, sostanzialmente di: 

• una  prima  parte  dell’analisi  curata  dal  gruppo  di  ricerca  del  Dipartimento  di  Economia  e Statistica dell’Unical;  

• un’indagine sul grande pubblico (oltre mille  intervistati) e  l’ascolto di  interlocutori privilegiati (36  interviste),  effettuata  dal  gruppo  di  ricerca  del  Dipartimento  di  Sociologia  e  Scienza Politica; 

• ventiquattro  incontri, generali e  settoriali, di discussione del Piano  strategico avuti con circa 400 stakeholders, effettuati nel periodo  ottobre 2007 – luglio 2008.  

Le riflessioni, le attività di ascolto e le analisi sono state condotte e riferite al contesto delle città di Cosenza  e  Rende  nonché  al  quadro  di  specifici  ambiti  concorrenti  alla  definizione  del  piano strategico (Welfare, Economia e sviluppo locale, Cultura e istituzioni della conoscenza e Territorio, assetto urbano e ambiente). 

La  VISION  che  emerge  dal  sistema  di  ascolto  è  strettamente  connessa  con  le  esigenze  più complessive del territorio, con l’obiettivo di ricercare un posizionamento originale e distintivo che tenga  in debito conto  le dinamiche presenti nello  scenario ambientale ed  istituzionale ed  il mix delle potenzialità e delle risorse concretamente attivabili. 

Sotto il profilo metodologico l’individuazione delle linee strategiche trova il suo punto di sintesi e coagulo  in una  idea forza, “la VISION”, capace di dare senso e significato culturale, valoriale e di prospettiva di futuro all’insieme delle opzioni strategiche che si intendono perseguire ‐ non tanto nei  contenuti  delle  linee  di  intervento  che,  comunque,  devono  trovare  la  giusta  declinazione rispetto ad essa, ma nel rispetto della premessa di base che le genera, da una percezione diffusa, 

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da un’esigenza radicale di “rinnovamento” in una logica di continuità delle eccellenze territoriali e con i percorsi di sviluppo intrapresi.  

Nella  definizione  della  VISION  del  Piano  Strategico  Cosenza  Rende  tutte  le  riflessioni  hanno concordato  con  l’esigenza  di  garantire  forti  elementi  di  continuità  all’azione  amministrativa rispetto alle politiche territoriali attuate nel passato garantendo, tuttavia, elementi  innovativi sia nei meccanismi di governance, sia  nella competitività del territorio. 

Operativamente  l’elaborazione della VISION   ha corrisposto con  il punto di sintesi di un percorso che si è mosso  lungo le seguenti direzioni: 

1. Definire un processo  strategico  in  grado di  sviluppare  i propri effetti  rispetto  al quadro della coesione cittadina (ossia  il quadro di  insieme di risposte,  identità, di percezioni e di appartenenza da parte dei cittadini residenti). Da ciò muoveranno tutta una serie di  linee strategiche  e  di  intervento  finalizzate  a  radicare  nella  città  i  percorsi  di  sviluppo  della VISION, a  farla propria da parte dei cittadini, a riconoscerla e beneficiare degli  interventi previsti in tal senso; 

2. Formulare  percorsi  istituzionali  di  governance  della  strategia  in  presenza  del  forte dualismo territoriale dell’area urbana; 

3. Proiettare  la VISION  verso  gli  interlocutori  esterni  (attori  sociali,  economici, Università, CNR, Associazioni,  Enti locali, Ministeri, Commissione Europea) nella consapevolezza che le azioni  territorializzate di sviluppo  locale devono essere sostenibili non solo a scala  locale (comuni dell’hinterland), ma a  tutte  le altre  scale  (costa  tirrenica, area della  sibaritide,  i grandi Parchi Nazionali del Pollino e della Sila, Paola, Lamezia Terme e Gioia Tauro, nodi di collegamento extraregionale, la Basilicata e il resto delle regioni del Mezzogiorno); 

4. Proiettare  la VISION  lungo  tutti gli asset dello sviluppo, verso  il sistema degli  interventi infrastrutturali, nel sistema degli investimenti, ecc... 

Il perseguimento degli obiettivi  richiede un’attenta progettazione dell’assetto organizzavo ed un investimento  sul  sistema  delle  competenze.  È  indispensabile,  in  parallelo  all’implementazione della strategia di declinazione della VISION, investire in tre direzioni: 

• costruire  un  assetto  organizzativo  per  garantire  la  governance  e  la  “tenuta  nel  tempo”  del piano strategico; 

• strutturare un sistema puntuale di monitoraggio e valutazione dell’attuazione della strategia e della realizzazione degli interventi previsti; 

• qualificare  il  funzionamento  della macchina  burocratico‐organizzativa  locale,  puntando  ad innalzare i livelli di efficienza e di efficacia. 

Allo scopo le due città sono chiamate a definire un modello organizzativo coerente con la VISION, la strategie e il sistema degli obiettivi ed in sintonia con la missione istituzionale, anche attraverso l’introduzione  di  innovative modalità  di  gestione  dei  servizi,  nella  prospettiva  di  qualificare  le funzioni dei due Enti, privilegiando ambiti di azione ad “alto valore aggiunto”. Occorre dotarsi di un assetto organizzativo la cui progettazione sia ispirata ai seguenti criteri: 

chiara individuazione delle aree di risultato; 

chiara attribuzione di funzioni e responsabilità; 

focalizzazione sulle funzioni e sui processi; 

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superamento  della  frammentazione  e  della  parcellizzazione  e  forte  attenzione  alla soddisfazione del fabbisogno di integrazione; 

sostegno al processo di coinvolgimento attivo dei diversi attori del sistema. 

1.1  La Vision 

Il lungo ed inteso lavoro di diagnosi, riflessione e coinvolgimento realizzato per la stesura del Piano Strategico si è retto sull’esigenza condivisa di dotare il territorio di una visione strategica in grado di accompagnare le politiche urbane del prossimo decennio che sarà caratterizzato da una fase di profondo cambiamento sociale ed economico. 

Gli stimoli venuti dai numerosi attori  locali sono ruotati attorno all’idea di dare continuità ad un approccio  allo  sviluppo  che  orienti  le  città  di  Cosenza  e  Rende  verso  una  scelta  condivisa  e comune.  La  percezione  della  città  “unica”,  per  ragioni  di  fruizione,  di  utenza,  di  servizio,  di continuità spaziale, è una scelta già formulata ed evidente de facto. 

Intorno  a  questo  punto  fermo,  si  sono  sviluppate  le  declinazioni  “visionarie”  della  strategia.  Il sentire comune è che  la pianificazione strategica si deve porre come obiettivo  la realizzazione di politiche condivise di valorizzazione delle  risorse,  in particolare attingendo a quelle umane della ricerca, programmando la qualità e il benessere sociale in maniera tale da rendere maggiormente attraente il territorio urbano. Tra le diverse possibilità vengono auspicati interventi che riguardano la mobilità collettiva, le strutture scolastiche, la ricerca e l’università, la formazione, i servizi di cura e di assistenza alla persona, i servizi urbani, i micro sistemi imprenditoriali, il lavoro, il turismo, la cultura, la sicurezza.  

Un primo livello di lettura della VISION si fonda “sull’esigenza di far ripartire il territorio in modo competitivo attraverso  la  realizzazione di una  rete  integrata di  sevizi,  il  corretto  funzionamento della  pubblica  amministrazione,  la  salvaguardia  e  la  valorizzazione  delle  risorse  ambientali  e  storico‐culturali e l’affermazione dell’area come luogo della ricerca avanzata”.  

Una  seconda  modalità  di  lettura  della  VISION  formulata  dagli  stakeholders  concorda nell’individuare come possibile scenario dell’area nel prossimo futuro un “territorio dove la gente trovi  il “piacere di vivere”, con servizi sociali di alto  livello, con una forte attenzione della politica alle  priorità  ambientali,  agli  aspetti  della  socializzazione  e  della  cultura  in  senso  generale;  un territorio fondato sull’uso di tecnologie innovative applicate all’abitare e al vivere la città/le città”.  

La  grande  maggioranza  degli  attori  intervistati  manifestano  la  consapevolezza  che  la  crescita dell’area  urbana  possa  avvenire  soltanto  attraverso  l’attuazione  di  azioni  di  sistema  e  con  la partecipazione di tutti i soggetti protagonisti dello sviluppo locale.  

Per far crescere le potenzialità del territorio c’è bisogno di tenere dentro una discussione più larga  il sistema di rappresentanza degli  interessi  in maniera tale da perseguire  l’obiettivo di portare  il  territorio ad essere competitivo, perché  la competitività  si misura  sull’attrattività del territorio.  

La partecipazione è il vero propellente del processo. Senza partecipazione strutturata il Piano fallisce. D’altro canto, far comunicare non è semplice soprattutto in quest’area dove modesti sono gli accumuli di cittadinanza attiva. 

Un ulteriore  livello di  lettura è dato dalle specifiche riflessioni strategiche  formulate dai diversi attori istituzionali in programmi e progetti. In maniera trasversale si evince la focalizzazione sugli aspetti di  relazione  strategica e  ruolo di  riferimento dell’Area Urbana  con  i Comuni della prima 

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cintura,  con  il  sistema  turistico‐produttivo  della  sibaritide  e  del  tirreno,  con  il  patrimonio ambientale del Parco Nazionale del Pollino e della Sila e, più in generale, con  il territorio regionale (in primo luogo Lamezia Terme, Catanzaro e Crotone) e le altre regioni del mezzogiorno (Basilicata, Campania, Puglia in particolare). 

Un  elemento  strategico  nelle  scelte  politico‐istituzionali  del  Comune  di  Cosenza  è  dato dall’esigenza di reinvestire sul Centro Storico e sulle aree collinari, entità di grande pregio storico‐artistico  e  paesaggistico  dichiarate di  interesse  pubblico.  La  città  antica, Consentia  urbs magna Bruttiorum, incarna nelle mirabili forme architettoniche  il culmine dell'espansione e della cultura dei Bretti. Si tratta di uno dei centri storici più belli e  interessanti esistenti  in  Italia non solo per l'ampiezza, ma soprattutto per il pregio dei valori che presenta. La straordinaria concentrazione di edifici monumentali  (il  Castello  normanno‐svevo,  il Duomo,  il  Teatro  Rendano,  Palazzo  Arnone  sede  della  pinacoteca  nazionale,  la  Biblioteca  civica  sede  dell’antica  Accademia  Cosentina,  il Palazzo del Governo, etc.), l'eccezionale numero di palazzi padronali e di pregio,  il disegno urbano, caratterizzato da un dedalo di  strette  strade  che  si  snodano  attorno  agli  antichi  edifici,  chiese, conventi,  case  fortezze,  slarghi  e  piazze.  Lo  spazio  urbano  propone,  inoltre,  un  eccezionale connubio  tra  tradizione costruttivo‐materiale  locale e ambiente naturale, perfettamente  inserito tra le anse dei fiumi Crati e Busento e lo splendido scenario delle colline periurbane che fanno di Cosenza  un  esempio  notevolissimo  nel  panorama  della  cultura  urbana  europea.  Per  Rende  sempre  più  importante  diventa,  invece,  l’affermazione  nel  panorama  nazionale  ed europeo del ruolo di città della scienza, della ricerca e dell’innovazione, che ha nell’Università e nel sistema  dei  Centri  di  Ricerca  il  suo  punto  di  eccellenza.  C’è  un  forte  coinvolgimento dell’Amministrazione  comunale  nel  promuove  all’esterno  la  città  che  da  trent’anni  trasmette scienza  e  cultura  rispondendo  alle  domande  di  studenti  e  cittadini  calabresi.  Rende,  città  della scienza, locomotiva di un rinascimento prossimo venturo che la storia impone è quindi un obiettivo prioritario. Di  più,  nel  medio  periodo,  scavalcata  la  torre  di  Babele  che  all’inizio  rendeva incomprensibili  i messaggi tra scienziati ed  imprenditori, c’è  la prospettiva che  l’azione congiunta tra  la  ricerca  e  l’innovazione,  che  appartiene  alla  sfera dell’economia,  faccia  ripartire  il motore dello sviluppo.  

Il primo livello di riflessioni sulla VISION definisce, quindi prospettive innovative di ampio raggio di azione,  permeate  da  elementi  identitari.  A  tale  formulazione  occorre  aggiungere  i  seguenti elementi di riflessione che il dibattito attivato ha suscitato: 

• Esiste  sul  territorio  la  percezione  di  area  urbana:  il  territorio  è  di  fatto  un  continuum,  la percezione dei cittadini è quella di un’unica area, dove si vive, si  lavora e si creano  relazioni sociali. L’elemento critico è costituito dall’aggregazione degli interessi, ormai consolidati, legati soprattutto alla crescita delle aree edificate, che costituiscono una resistenza molto forte allo sviluppo di una visione strategica unitaria e condivisa. 

• E’  necessario  creare  un  sistema  di  relazioni  coeso  che  permetta  di  valorizzare  le complementarietà  esistenti  per  erogare  servizi  migliori:  il  cambiamento  deve  far  leva soprattutto sui servizi, che sono  la prima vera necessità che emerge dalla  lettura del quadro dei bisogni dei cittadini. 

• E’ fondamentale investire sull’innalzamento della qualità dei servizi erogati dalla PA, tramite l’introduzione  di  innovazioni  culturali  e  organizzative  che  siano  in  grado  di  indurre  il cambiamento anche nel modo in cui la cittadinanza percepisce la PA. 

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• Un altro pilastro su cui si può innestare il cambiamento è costituito dai servizi alla conoscenza, in particolare dal potenziale ruolo dell’Università, riconosciuta come attore centrale ma che sembra mancare di un vero approccio strategico.  

• Il Piano Strategico non è un gioco a somma zero, un semplice assemblaggio di strategie chiuse, autocentrante e neppure un mero catalogo di opere pubbliche puntiformi costruito a tavolino, tantomeno un operazione di maquillage. 

• Esiste  l’esigenza  di  cambiare  culturalmente  e  socialmente  le  condizioni  di  vita  cittadine, innalzando i livelli di qualità della vivibilità e facendo leva sul sociale con azioni mirate tese a soddisfare i bisogni più evidenti (ad esempio nei quartieri degradati). 

• E’  necessario  riequilibrare  la  bilancia  dell’economia  complessiva  del  territorio  a  favore dell’economia privata. Attualmente più del 60% del PIL locale è prodotto dal settore pubblico. Anche  il  settore  privato  si muove  prevalentemente  intorno  a  tale  assetto  economico.  Ciò, evidentemente, rappresenta un vero e proprio freno allo sviluppo. 

Questi fattori sono determinanti per costruire una visione di futuro che si fondi sulla necessità di ridefinire il ruolo delle istituzioni e del sistema economico e sociale nel suo complesso. 

L’idea forza dell’area urbana è stata rappresentata dal seguente organigramma. 

 

 

 

 

Creazione  di  un’area  leader  nel  mezzogiorno  per  la  qualità  urbana,  la cultura  e  l’innovazione  in  grado  di  garantire  interconnessioni  di  rilievo nazionale ed internazionale.

Integrazione, intesa come superamento della frammentazione amministrativa e creazione di momenti e luoghi di coesione stabile. 

Valorizzazione dei talenti e delle potenzialità esistenti, con riferimento alle risorse umane impegnate nella ricerca e nel settore della cultura. 

Apertura verso contesti nazionali ed internazionali, mirando a diventare un luogo di attrazione per ricercatori e studiosi 

Valorizzazione dei beni culturali, con riferimento alla valorizzazione degli attrattori culturali (teatri, biblioteche, centro storico, etc. ) e allo sviluppo di un approccio innovativo nella gestione del 

Qualità dei servizi in termini di offerta territoriale, quale nodo chiave per l’intero sistema regionale e per le aree territoriali limitrofe. 

Qualità urbana  e  sistema  eco‐sostenibile,  intesa  come  capacità di  garantire  condizioni di benessere urbano (sicurezza, qualità, salute) e di mantenere qualità e riproducibilità delle risorse ambientali. 

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La VISION è  stata  ricondotta a quattro ambiti strategici, che  rappresentano  i  settori prioritari di intervento per la realizzazione dell’idea forza.  

‐ Territorio, Assetto Urbano e Ambiente, 

‐ Welfare e Mercato del Lavoro, 

‐ Economia e Sviluppo Locale, 

‐ Cultura e Istituzioni della Conoscenza. 

 

I diversi ambiti strategici sono da intendersi come la declinazione dell’idea forza in campi specifici ovvero  come  gli  assi  principali  di  intervento  necessari  affinché  l’idea  forza  prenda  forma  sul territorio. E' ben evidente quanto tali ambiti, descritti  in dettaglio nelle pagine seguenti, trovino mutua  relazione,  ma  la  tensione  ad  identificarne  peculiarità  è  preziosa  per  l'efficacia  e  la concretezza delle azioni che su di essi potranno  convergere. 

1.2  Il percorso logico per la declinazione della strategia  

La  declinazione  della  Vision  del  Piano  Strategico  Cosenza  Rende  2020  segue  il  percorso  degli ambiti  strategici  Territorio,  Assetto  Urbano  e  Ambiente,    Welfare  e  Mercato  del  Lavoro, Economia e Sviluppo Locale, Cultura e Istituzioni della Conoscenza.  

Accanto agli aspetti di carattere tematico, la strategia si sviluppa lungo una dimensione trasversale che afferisce al coordinamento della stessa e al governo di interventi di natura integrata. 

La questione dell’integrazione rappresenta un passaggio fondamentale per l’implementazione del Piano Strategico. L’obiettivo è quello di promuovere la sperimentazione di modelli di intervento e strumenti  innovativi, basati sulla creazione di  reti  integrate di portatori di  interessi ma anche di integrazioni di  interventi  (le  forme  sono molteplici, ad esempio, di natura  funzionale, cosiddetti interventi complementari o propedeutici, oppure  in  termini di obiettivi, più operazioni di natura diversa  concorrono  al  raggiungimento di uno  stesso obiettivo, o  ancora  azioni  congiunte per  la condivisione di risorse, strumenti, per realizzare economie, massa critica, ecc.).  

L’integrazione degli interventi assume molteplici connotazioni operative: 

1. necessità di fare sistema 

2. evitare incoerenze e duplicazioni 

3. garantire un uso efficiente ed efficace delle risorse 

4. focalizzare l’attenzione sui bisogni 

5. puntare su interventi fattibili e sostenibili. 

In  concreto,  il  compito  consiste  nel  passaggio  dalla  frammentazione  degli  interessi  alle  scelte condivise. 

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Un ulteriore livello di declinazione della strategia attiene alle cosiddette “direzioni” della VISION, ossia:  

‐ coesione  cittadina,  ricostruire  un  quadro  unitario  partendo  da  risposte  singole,  da  fattori identitari, da percezioni e da forte senso di appartenenza; 

‐ percorsi  istituzionali di  governance della  strategia,  con  l’obiettivo di  individuare  strumenti, metodi  e  prassi  che  permettano  di  garantire  un  assetto  funzionale  al  governo  del  Piano Strategico; 

‐ proiezione  della  VISION  verso  gli  interlocutori  esterni,  includendo  in  tale  categoria  sia  gli attori  economici,  istituzionali  e  di  rappresentanza  attivi  sul  territorio  sia  quelli  di  carattere sovra territoriale;  

‐ proiezione della VISION  lungo  tutti gli asset dello sviluppo, verso  il  sistema degli  interventi infrastrutturali, nel sistema degli investimenti, ecc.; 

Ad  un  livello  più  operativo  la  VISION  è  stata  declinata  in  ulteriori  elementi  chiave  che rappresentano gli item del Piano d’Azione: 

‐ Riorganizzazione  e  potenziamento  delle  interconnessioni  funzionali  e  risoluzione  criticità relazionali; 

‐ Valorizzazione del patrimonio culturale, intellettuale e scientifico del territorio; 

‐ Miglioramento  delle  qualità  competitive  del  territorio,  attraverso  il  potenziamento  delle funzioni urbane pregiate e  accrescendo  la dotazione di  infrastrutture  ad  alta potenzialità  in relazione all’apertura del sistema locale ad altri contesti; 

‐ Riqualificazione e  rigenerazione  sociale ed economica dei quartieri più ad alta marginalità e degrado o, inversamente, più ricchi di potenzialità generative nei confronti dello sviluppo. 

 

1.3  Il sistema delle relazioni territoriali  

 Un ulteriore ambito di rappresentazione della VISION è stato descritto sulla base della  logica dei sistemi di  relazioni  territoriali, di  seguito  illustrati, entro  cui  consentire  lo  sviluppo della visione stessa.  L’immagine  rappresenta,  in una  logica di  implementazione delle  strategie di  sviluppo,  il quadro delle relazioni chiave entro cui rendere evidente l’obiettivo a lungo termine di Creazione di un’area leader  nel  mezzogiorno  per  la  qualità  urbana,  la  cultura  e  l’innovazione  in  grado  di  garantire interconnessioni di rilievo nazionale ed internazionale. 

Sulla base di tale logica l’implementazione della VISION passa attraverso un approccio concentrico di  relazioni  intorno a cui  l’Area Urbana deve  fare  riferimento per  rafforzare  il proprio  ruolo e  la propria centralità. 

Un  primo  livello  (cerchi  neri)  è  rappresentato  dall’Area  Vasta  Urbana,  che  tiene  dentro essenzialmente Castrolibero, Montalto, Mendicino e Dipingano. Un secondo livello (cerchio rosso) è il sistema di relazioni con l’Hinterland dell’Area Urbana e verso tale direzione si sviluppa il ruolo di  complementarietà  dell’area  più  ampia  e  la  centralità  rappresentata  dall’offerta  di  funzioni culturali, innovative e di servizi pubblici locali.  

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Il  terzo  livello  (cerchio  giallo)  configura  il  ruolo  relazionale  dell’Area  Urbana  nel  quadro provinciale  e,  più  in  generale,  quale  “porta”  rispetto  a  polarità  importanti  per  lo  sviluppo provinciale  e  regionale.  Da  una  parte  l’Area  Urbana  intende  consolidare  il  proprio  ruolo  di centralità verso le Aree Parco Sila e Pollino, dall’altra si intende presidiare i sistemi di relazioni con l’area agricola e archeologico‐turistica della Sibaritide e con l’Area Urbana Rossano‐Cassano. 

Un ulteriore  livello  (cerchio viola) di presidio relazionale è da  leggersi verso  la regione e, più  in assoluto, verso aree extraregionali. Ciò è possibile attraverso le interconnessioni con le altre Aree Urbane regionali (Vibo, Catanzaro, Crotone, Lamezia, Gioia Tauro), mediante i collegamenti a Nord e a Nord‐Est con Basilicata, Puglia e Campania e con  il resto del territorio nazionale attraverso  il nodo ferroviario di Paola e quello aeroportuale di Lamezia Terme.  

   

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2. Gli ambiti strategici

2.1 Ambito strategico Territorio, assetto urbano e ambiente.  

Parole chiave 

“Riqualificazione  territoriale  e  sociale”,  “interconnessione  spaziale”,  “Risanamento  ambientale, nuove energie e risparmio energetico” e “Consentia urbs magna bruttiorum”. 

 

La logica che sta alla base della formulazione delle linee strategiche relative all’assetto territoriale, ambientale ed urbano è focalizzata intorno a quattro dimensioni chiave: 

1. Riqualificazione territoriale e sociale 

L’obiettivo  è  rendere  le  due  città  maggiormente  vivibili  e  aumentare  il  livello  di soddisfazione della cittadinanza. Tale obiettivo sarà perseguito attraverso  la creazione di infrastrutture per la qualità della vita, la qualità sociale e culturale. Gli interventi saranno mirati  ad  aumentare  il  BIL,  ovvero  il  “benessere  interno  lordo”.  L’intento  strategico  è quello  di  porre  attenzione  ai  bisogni,  alle  carenze,  alle  aspettative,  alle  potenzialità  in termini di servizi sociali, sanitari, culturali e sportivi.  

Rispetto  alla  domanda  abitativa  nell’area  urbana  occorrerà  puntare  su  funzioni  di recupero, riuso, ristrutturazione, restauro del patrimonio abitativo, nonché del patrimonio edilizio dal grande valore storico e di rilievo urbano.  

In sintesi il quadro relativo alla riqualificazione territoriale e sociale riguarda: 

• la rifunzionalizzazione e creazione di nuovi spazi urbani; 

• interventi contro il degrado dei quartieri; 

• riqualificazione piazze e spazi per la socializzazione; 

• recupero e riqualificazione del patrimonio pubblico e fini sociali. 

 

2. Interconnessione  spaziale  (Area  Vasta  Urbana,  Hinterland,  Relazioni  Provinciali, Relazioni Aree Protette, Relazioni Regionali ed Extraregionali) 

Uno degli obiettivi strategici del Piano è quello della  interconnessione spaziale sulla base della  logica  strategica  descritta  nel  sistema  di  relazioni. Nell’area  l’offerta  di  trasporto pubblico  urbano  è  ancora  bassa.  L’ipotesi  strategica  è  quella  della  realizzazione  di  un miglioramento complessivo della mobilità su tutti gli assi di attraversamento  in modo da garantire  tempi di percorrenza e raggiungibilità urbana dall’hinterland e da buona parte della provincia entro 30 minuti. 

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Ciò  consentirebbe all’area urbana Cosenza‐Rende di acquisire un  ruolo di presidio delle funzioni  di  servizio  rispetto  alla  dimensione  di  capoluogo  provinciale  di  Cosenza  e  di capoluogo della conoscenza di Rende. 

L’area urbana, inoltre, ha la necessità di essere adeguatamente collegata all’aeroporto di Lamezia Terme ed al grande Asse Berlino‐Palermo della rete transeuropea dei trasporti. 

Buona parte delle strategie di interconnessione sono state formulate all’interno del PUM, in linea generale riguardano le seguenti linee di intervento: 

‐ Miglioramento  delle  aree  di  accessibilità  esistente  e  creazione  di  nuovi  accessi  per decongestione del traffico interno all’area urbana; 

‐ Creazione e potenziamento del sistema a ferro dell’area urbana; 

‐ Creazione  e  potenziamento  funzioni  intermodali  e  di  scambio  a  servizio  dell’area urbana; 

‐ Potenziamento reti di collegamento regionale ed extraregionale. 

 

3. Risanamento Ambientale, nuove energie e risparmio energetico 

Il  quadro  delle  strategie  di  intervento  è  finalizzato  al  miglioramento  eco‐sostenibile dell’area urbana. 

Con  la  redazione dei Piani di  settore  riguardanti  il  risanamento  ambientale,  la  gestione integrata delle risorse idriche e naturali, la gestione dei rifiuti e il verde pubblico e privato, saranno infatti valorizzate le risorse materiali rappresentate dall’ambiente e dal paesaggio. Con  la  pianificazione  di  settore  riguardante  la  riqualificazione  urbanistica,  la  mobilità (intesa come logistica e trasporti) e la zonizzazione acustica comunale saranno valorizzate le  risorse  rappresentate  dalla  struttura  insediativa,  potenziando  tra  l’altro  la  rete infrastrutturale della città e migliorando  la qualità di vita dei cittadini. La redazione di un Piano  di  Sviluppo  Energetico  consentirà  infine  di  valorizzare  le  fonti  energetiche alternative, nonché  la  formulazione di percorsi per  il  risparmio energetico, protocolli di contenimento della dispersione energetica, ecc. 

Altro  elemento  strategico  attiene  all’inadeguata  conoscenza  dello  stato  ambientale  del territorio e della salute umana per una corretta valutazione dei fattori di pressione, degli impatti  e  delle  relative  misure  correttive  (mancata  attuazione  del  Piano  di  Tutela  e risanamento). Si assiste ad una carenza di  informazioni di base atte a descrivere  lo stato attuale della maggior parte delle componenti ambientali.  

Il quadro degli interventi riguarda sia la formulazione dei piani specifici, sia la realizzazione di iniziative pilota. 

Rientra in questa dimensione strategica anche il recupero del rapporto con il fiume, con gli interventi  di  riqualificazione  dell’alveo  e  del  parco  fluviale,  a  monte  e  a  valle  della confluenza dei due  fiumi, e  rigenerazione delle aree degradate o dismesse  lungo  le due sponde del  fiume, con  rivalutazione dello “skyline” del  lungofiume.  Il  lungo  fiume come elemento di aggregazione e non di divisione ed emarginazione sociale. 

Le linee strategiche comprese in questo sotto ambito sono le seguenti: 

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‐ Interventi  a  supporto  delle  decisioni  in  materia  di  ambiente  e  tutela  della  salute dall’inquinamento; 

‐ Interventi  volti  al  risparmio  energetico  e  all’introduzione  di  innovazioni nell’approvvigionamento di energia urbana; 

‐ Creazione di parchi fluviali e bonifica dell’alveo del fiume. 

 

4. Centro storico ‐ Consentia Urbs Magna Bruttiorum 

Il Centro Storico di Cosenza è per dimensione e ricchezza dei beni culturali il secondo centro storico  più  importante  del  Mezzogiorno.  Da  più  parti  gli  stakeholder  evidenziano  il progressivo  diffondersi  del  degrado  urbano  entro  l’area,  accompagnato  da  fenomeni  di emergenza sociale e sicurezza, accentuati anche dalla scarsa accessibilità e praticabilità del fitto dedalo viario.  

In termini strategici l’esigenza di intervento è finalizzata al superamento di azioni di carattere puntuale in una logica di sistema che sostenga la qualità della vivibilità  e lo sviluppo sociale ed  economico.  Per  garantire  un  intervento  coordinato  e  continuo  nel  tempo,  si  prevede l’istituzione  di  una  Task  force  multidisciplinare  e  permanente  finalizzata  a  realizzare  e implementare una  specifica  strategia di  rilancio del Centro  Storico, nonché  a  rafforzare  le forme di partenariato già attivate e ad  individuare strumenti e risorse per specifici interventi il linea con le esigenze di sistema. 

Il quadro delle linee di intervento all’interno della città storica è il seguente: 

• iniziative  di  divulgazione  della  conoscenza  del  patrimonio  identitario  (strategie  di marketing interno ed esterno); 

• interventi per  la riqualificazione e riuso del patrimonio  immobiliare pubblico (nuova destinazione per garantire servizi alle persone, servizi pubblici comunali, ecc.);  

• interventi  per  l’incremento  della  fruibilità  dei  Beni  Culturali  (azioni  di marketing, creazione di percorsi tematici, cartellonistica e segnaletica, ecc.); 

• interventi per migliorare le condizioni di vivibilità (carenza di servizi alle persone, agli anziani, ai bambini, ecc.); 

• interventi  per  eliminare  i  fattori  ostruttivi  ed  accrescere  le  condizioni  per un’accessibilità diffusa; 

• interventi a sostegno del recupero del patrimonio immobiliare privato;  

• iniziative  per  il  coinvolgimento  nei  processi  di  rilancio  gli  operatori  sociali  ed economici per una riqualificazione ed una valorizzazione degli  immobili finalizzati ad incrementare l’occupazione e i servizi alle persone. 

 

 

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2.2  Ambito Strategico Economia e Sviluppo Locale  

Parole chiave 

“Memoria e Innovazione” , “Nuova Imprenditorialità Urbana” 

 

L’ambito ricomprende due elementi chiave: 

1. Memoria e innovazione 

L’attrattività dell’area urbana, oltre che  sulla valorizzazione della memoria e di  tutto ciò che ad essa  si  collega,  dipende  anche  dalla  capacità  di  innovazione:  occorre  migliorare  l’esistente puntando  sull’innovazione,  “sull’abilità  di  legare  ciò  che  la  ricerca  produce  con  determinate attività produttive e con determinati investimenti”. 

Le linee strategiche in tale direzione sono le seguenti: 

‐ Interventi per l’innovazione di settori tradizionali rappresentanti l’identità urbana; 

‐ Percorsi di valorizzazione delle risorse turistiche; 

‐ Iniziative per il potenziamento di reti urbane di imprese innovative; 

‐ Realizzazione di progetti di  innovazione  in ambiti di marketing,  tutela ambientale, efficienza energetica, logistica e distribuzione, programmazione e organizzazione della produzione. 

 

2. Nuova imprenditorialità urbana 

Le  aree  urbane  con  il  maggiore  tasso  di  imprenditorialità  sono  anche  quelle  con  maggiori performance complessive. Occorre, di conseguenza, adottare una strategia, scegliere i settori ed i luoghi, per favorire  la nascita di nuove  imprese. Da un approccio pro‐attivo delle  istituzioni  locali per  la  creazione  nuove  imprese  e  di  parchi  urbani  di  imprese  non  può  prescindere  un’azione concertata per affrontare il problema del costo del denaro e del razionamento del credito. L’area urbana deve trattenere ed attrarre i “lavoratori del sapere”, offrendo loro opportunità di crescita nell’economia della conoscenza. L’aspetto della diffusione dell’innovazione è quindi centrale nella prospettiva  della  crescita  economica,  dello  sviluppo  e  della  competitività.  Parchi  e  Incubatori tecnologici  sono  i  principali  "attori  di  innovazione”.  In  questa  logica  di  sostegno all’imprenditorialità  innovativa,  si  prevede  la  creazione  di  un  Parco  Urbano  di  Imprese strettamente  interrelato  con  il  Parco  tecnologico  universitario.  Sul  piano  operativo  il  problema della creazione di un ambiente di respiro internazionale, ossia di un luogo attrezzato e accogliente dove  le  aziende,  attualmente  diffusamente  insediate  nel  territorio,  possono  operare  in  una situazione analoga a quella di strutture simili di altre capitali europee, si coniuga con l’esigenza di riqualificare un’area urbana degradata. Si  tratta di predisporre un sistema di aree e piattaforme tecnologiche  d’avanguardia,  con  infrastrutture  dotate  di  servizi  comuni  all’interno  del  quale  si localizzano  e  operano  imprese  innovative  (settori  ad  alta  tecnologia,  centri  di  ricerca  privati, imprese start‐up, imprese del terziario avanzato, etc.).  

All’interno del Parco Urbano di Imprese possono trovare collocazione:  

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1. spazi per la localizzazione delle imprese;  

2. piccoli incubatori di impresa;  

3. spazi e servizi attrezzati per uffici temporanei; 

4. infrastrutture e servizi telematici condivisi; 

5. spazi comuni per le attività formative e seminariali; 

6. spazi e servizi comuni per le attività di segreteria, centro stampa, logistica, etc.. 

Le linee strategiche in tale direzione sono le seguenti: 

• Creare un parco urbano di imprese innovative; 

• Realizzare azioni di sistema per la diffusione della cultura imprenditoriale; 

• Sostenere le azioni di spin off della ricerca. 

  

2.3  Ambito strategico Welfare e mercato del lavoro  

Parole chiave 

“Inclusione sociale”, “Accoglienza”, “Legalità e sicurezza” 

 

Anche  in  questo  caso  l’attenzione  strategica  è  relativa  alla  creazione  della  qualità  urbana evidenziando  problematiche  connesse  non  solo  agli  aspetti  infrastrutturali  ma  anche,  e soprattutto, sociali.  

Le tematiche di riferimento sono: 

1. Inclusione Sociale 

Il  punto  di  partenza  strategico  è  legato  alla  conoscenza  e  alla  valorizzazione  delle esperienze di radicamento sociale presenti sul territorio, attraverso la costruzione di azioni di governance virtuose, in grado di superare la logica degli interventi top‐down che, spesso, alimentano  i circuiti assistenziali, ma non  favoriscono meccanismi di  sicurezza  sociale. La strategia prevista  integra percorsi  istituzionali  ed  esperienze  associative.  In  altri  termini, l’azione  istituzionale  è  funzionale  a  sostenere  il  lavoro  di  associazioni  e  organizzazioni impegnate  a  ritessere  i  legami  comunitari  nei  luoghi  in  cui  le  relazioni  facilmente  si precarizzano,  attraverso  percorsi  di  co‐progettazione  e  coinvolgimento  delle  persone destinatarie degli interventi.  

Si  tratta  di  promuovere  forme  partecipative  e  modelli  di  presa  a  carico  comunitario (community  care)  delle  situazioni  di  emarginazione  e  povertà  (non  solo  economica). Occorre promuovere modelli micro‐comunitari, privilegiando interventi di prevenzione del disagio,  progetti  di  reintegrazione  sociale,  promozione  dell’autonomia  dei  soggetti, personalizzazione degli interventi, azioni sistematiche e di tipo partecipato.  

Occorre favorire e incoraggiare la diffusione di attività innovative e creative per impegnare il  tempo  libero,  nello  sport,  nell’arte,  favorendo  il  loro  inserimento  anche  attraverso l’accompagnamento  di  ragazzi  e  ragazze  negli  spazi  ludici  e  sociali.  Dal  lato  dei  servizi 

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sociali,  emerge  una  necessità  di  accrescere  la  professionalizzazione  di  chi  interviene  in questo campo, che non può contare esclusivamente  sul volontarismo di alcuni, ma deve poter fare affidamento su una rete di attori specialisti e preparati. 

In sintesi il quadro delle linee strategiche in questo sottoambito è costituito da: 

• Interventi per la governance della qualità sociale e dei servizi; 

• Interventi per il monitoraggio della qualità dei servizi e l’ascolto dei fabbisogni; 

• Interventi per l’adeguamento e la professionalizzazione delle competenze; 

• Interventi innovativi a supporto dell’inclusione minorile, degli anziani e dei disabili; 

• Realizzazione di infrastrutture e spazi per l’inclusione sociale; 

• Percorsi innovativi di inserimento nel mercato del lavoro. 

 

2. Accoglienza Le città e  il  loro destino sono sempre più  legate alla capacità di assorbire e valorizzare  la tendenza alla multietnicità. Da qui nasce  l’esigenza di  creare  spazi,  forme e  funzioni per l’integrazione  tra  popoli  e  culture.  Il  fenomeno  dell’immigrazione,  che  sta  muovendo masse consistenti di cittadini dalle aree povere a quelle ricche, caratterizza la formazione di una nuova società multietnica con la quale le città dovranno confrontarsi ed attrezzarsi per ottimizzare accoglienze e strutture del vivere  insieme. La città multietnica è  funzionale al miglioramento delle condizioni di vita dei migranti e altresì utile a mitigare il diffondersi di un  sentimento di  “emergenza  sociale” nel  contesto urbano. Verso  la  costruzione di una società libera, solidale, aperta e interetnica si sono mossi da tempo, all’interno della città capoluogo, gruppi del  terzo  settore  che hanno espresso nell'autorganizzazione di questa solidarietà  i  sentimenti  di  amicizia,  di  comunanza  e  cooperazione.  In  primo  luogo,  si intende  riprendere  la  costruzione  della  Torre  di  Babele  e  punta  a  cogliere  l’epocale modificazione  della  struttura  sociale  per  comporre  un  quadro  ricco  e  organico  di  azioni progettuali tese ad impedire il processo di distruzione del patrimonio culturale d’origine, e volte a individuare contenitori da riempire con funzioni nuove del dialogo coincidenti con il riequilibrio  tra  meriti  e  bisogni  delle  diverse  etnie  presenti  nel  territorio.  Dunque,  si intende  confrontarsi  ed  attrezzarsi  per  ottimizzare  accoglienza  e  strutture  del  vivere insieme  e  allo  scopo  l’area  si  candida  come  centro  della    Rete  di  Città  europee  per  la politica  locale  di  integrazione  (CLIP),  promossa  dal  congresso  delle  autorità  locali  e regionali  del  Consiglio  di  Europa,  in  associazione  con  la  città  di  Stuttgart  e  con l'Associazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro. In tal modo, l’area potrà usare come base gli strumenti ricavati all'interno della rete, in uno scambio di esperienze  su  politiche  di  integrazione  delle  città,  con  una  valutazione  ed  una  analisi comparativa delle attività intraprese da altre città.  La strategia è finalizzata alla diffusione sul territorio di luoghi di accoglienza, di ascolto, di informazione.  La  possibilità  di  accesso  ai  servizi  esistenti  rappresenta  un  presupposto fondamentale per dare quell’accoglienza  in assenza della quale  l’impatto con  i contesti di arrivo rischia di trasformarsi per i migranti in un canale per la loro esclusione. Un ostacolo che  si  frappone  alla  concreta  possibilità  di  entrare  e  inserirsi  nei  contesti  di  arrivo  è costituito  soprattutto  dalla diversità  linguistica  che  rischia di diventare una barriera  che rende  problematica  la  vita  quotidiana  sotto  diversi  aspetti,  dal  disbrigo  delle  pratiche burocratiche,  fino  all’accesso  ai  servizi.  Essenziale  diventa  nei  processi  d’integrazione 

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sociale  la  disponibilità  di  spazi  e  strutture  da  destinare  alla  realizzazione  di  centri  di incontro, di studio, elaborazione e di scambio interculturale, spazi in cui i migranti possano essere protagonisti, possano esprimere e praticare la loro cultura, le loro tradizioni, il loro culto, in poche parole spazi di riconoscimento reciproco.  

In questo sottoambito il quadro delle linee strategiche è costituito da: 

• Diffusione sul territorio di luoghi e strutture di accoglienza, di ascolto, informazione, servizi e mediazione culturale; 

• Realizzazione di interventi per l’integrazione culturale, linguistica e sociale; 

• Realizzazione di iniziative per l’accesso legale al patrimonio abitativo da parte degli immigrati; 

• Realizzazione di  iniziative per  l’accesso  legale  al mondo del  lavoro da parte degli immigrati. 

 

3. Legalità e sicurezza 

Per  quanto  riguarda  la  legalità  il  problema  cardine  si manifesta  attraverso  ridotti  livelli  di sicurezza e legalità urbana e sociale sia rispetto a determinati quartieri a rischio, sia rispetto a determinati  ambiti  dell’economia  urbana.  Permane  in  alcune  aree  una  ridotta  cultura  del senso  civico  (con  carente  rispetto delle  regole,  abusivismi,  insensibilità  alla  cura della  cosa pubblica, non  riconoscibilità delle  istituzioni),  la presenza di  strati di economia  sommersa e lavoro  nero,  un  presidio  del  territorio  non  sufficiente  (insufficienti  risorse,  strumenti, professionalità per il controllo territoriale) e la presenza di fenomeni volti al racket estorsivo. La strategia intende promuovere una serie di azioni integrate volte a massimizzare il grado di tutela dell’ambiente, di sicurezza e di legalità nell’area urbana. In particolare l’ area urbana si candida  come  sede  dell’Osservatorio  Tecnico  Scientifico  per  la  Sicurezza,  l’Ambiente  e  la Legalità che, sulla scorta delle esperienze di altre regioni (Lazio, Basilicata,ecc.), potrà operare per  contrastare  le  strategie  della  criminalità  organizzata  che  si  nutre,  come  ricorda  il Procuratore  nazionale  antimafia  Pietro  Grasso,  nella  introduzione  al  Rapporto  Economia 2007,  della  negligenza  e  della  approssimazione  delle  strutture  civiche  locali.  Le  città  di Cosenza‐Rende, nel rivalutare  l’ampio patrimonio dei beni culturali  intendono avviare azioni di sicurezza ambientale, al fine di tutelare  le risorse naturali ed ambientali dall’attacco delle organizzazioni criminali (ecomafie) e dall’illegalità diffusa. L’istituzione dell’Osservatorio, vero e  proprio  centro  della  legalità  organizzata  contro  l’illegalità  organizzata,  agevolerà l’attuazione di politiche  attive della  sicurezza,  l’adeguata diffusione dei  valori e degli  ideali della  legalità  e  garantirà,  in  quanto  supporto  operativo,  un  più  ottimale  esercizio  delle funzioni da parte degli enti pubblici più vicini al cittadino. La proficua collaborazione tra enti, associazioni di categoria,  le organizzazioni rappresentative del tessuto economico‐produttivo locale,  gli  organismi  di  volontariato  no‐profit,  l’università,  oltre  a  rafforzare l’interistituzionalità,  consentirà  di  monitorare,  documentare  e  informare  sul  fenomeno criminale e predisporre progetti di sensibilizzazione. 

In questo sottoambito il quadro delle linee strategiche è costituito da: 

• Interventi per aumentare i livelli di sicurezza urbana, sociale, imprenditoriale; 

• Creazione  dell’Osservatorio  Tecnico  Scientifico  per  la  Sicurezza,  l’Ambiente  e  la Legalità; 

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• Interventi per ridurre la distanza tra i cittadini e le istituzioni; 

• Interventi per la mobilitazione e la responsabilizzazione civile. 

 

2.4  Ambito strategico Cultura e istituzioni della conoscenza  

Parole chiave 

“Cultura”, “Creatività”, “Ricerca è sviluppo”, “Innovazione e qualità della Pubblica Amministrazione” 

 

L’ambito comprende le seguenti priorità: 

1. Cultura 

L’area urbana vede la presenza di numerosi centri culturali attivi nel settore musicale e della cultura. Tra questi citiamo  l’Accademia Cosentina, fondata nel 1511 da Aulo Giano Parrasio per  diffondere  la  cultura,  valorizzare  artisti  e  scienziati,  difendere  i  gradi  valori  umani, artistici e scientifici, incoraggiare i giovani sulla via dello sviluppo e della riforma culturale, e  il Conservatorio di Musica, nato nel 1970 su iniziativa del maestro Giuseppe Giacomantonio sulla scorta dell’esperienza di alcuni musicisti cosentini che negli anni sessanta avevano dato vita al liceo musicale. 

Sul versante del patrimonio storico e culturale, i Centri Storici di Cosenza e di Rende, i grandi attrattori quali  la Pinacoteca nazionale,  il Museo all’aperto Bilotti,  il Museo del Presente,  il Campus universitario, la Biblioteca Universitaria, la Biblioteca Nazionale, l’Archivio di Stato, i Teatri  (teatro  di  tradizione  A.  Rendano,  teatro  Acquario,  Cinema‐teatro Morelli,  Cinema‐teatro Garden), il Conservatorio di Musica "Stanislao Giacomantonio", la Città dei Ragazzi, la Casa delle Culture, ecc..  rappresentano elementi di  sicuro valore  su cui poggiare adeguate politiche di valorizzazione culturale. 

A  ciò  si  aggiunge  l’ampio  panorama  di  eventi  culturali  che  si  svolgono  nell’Area Urbana, l’originalità  della  cultura  e  dell’identità  locale,  un  vivace  associazionismo  culturale,  che contribuiscono sicuramente a fare dell’area urbana Cosenza Rende un potenziale attrattore.  

La  presenza  di  agglomerazioni  di  risorse  non  costituisce  però  di  per  sé  un  elemento sufficiente  all’innesco  di  processi  di  sviluppo  autopropulsivi.  Nel  caso  della  dotazione culturale  presente  nell’area  urbana  cosentina,  le  esperienze  degli  ultimi  anni  hanno dimostrato come  l’attivazione delle potenzialità del territorio risponda  in modo diretto alla qualità  ed  intensità  delle  politiche  pubbliche  che  vengono  messe  in  campo  dalle amministrazioni. Da  questo  punto  di  vista  la  qualificazione  e  l’integrazione  delle  politiche messe  in  campo dalle due  amministrazioni  comunali  rimane un  fattore dirimente  rispetto alla  fruibilità del patrimonio culturale e della sua capacità di sostenere processi di sviluppo socioeconomico. Le linee strategiche in tale direzione sono le seguenti:   

• La qualificazione e  l’innovazione dell’offerta dei  servizi e delle  attività  culturali per innalzare il livello di fruibilità del patrimonio culturale locale 

• La  valorizzazione  la promozione del patrimonio  culturale  a  sostegno dello  sviluppo socio‐economico 

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2. Creatività 

L’ambito della cultura e della creatività appare come una delle componenti fondamentali delle funzioni urbane e può essere considerato come leva per lo sviluppo, attraverso un'integrazione con  soggetti  del  mondo  economico  e  della  ricerca  (cultura  come  fonte  di  nuova imprenditorialità)  e  un  approccio  innovativo  alla  gestione  della  produzione  culturale (valorizzazione di cultura e   creatività). Promuovere  l’area urbana Cosenza‐Rende come “città delle culture” significa favorire la sua affermazione in termini di distretto culturale, ampliando e  rafforzando  una  visione  che  ed  un  approccio  che  ha  caratterizzato  fortemente  tutti  i  più recenti  documenti  di  pianificazione  territoriale  ed  un’ampia  gamma  di  politiche  locali implementate nell’ultimo quindicennio, protese a potenziare il carattere e l’attitudine terziaria del  sostrato  economico  cittadino.  Strutture  adeguate,  possibilità  di  intrattenimento  e considerazioni sulla qualità dello stile di vita sono infatti elementi cruciali nella capacità di una città  nell’attrarre  sia  imprese  che  persone.  In  particolare,  studiosi  che  hanno  focalizzato  la propria  ricerca  sulla  geografia  economica  del  capitale  umano,  evidenziano  una  stretta correlazione fra entità e qualità del capitale umano da un lato e determinate caratteristiche di apertura e tolleranza della diversità che un contesto urbano esprime.   Questo  filone di studi segue  logicamente  e  cronologicamente  tutta  una  serie  di  ricerche  che  nei  decenni  passati hanno messo in evidenza la relazione diretta fra la distribuzione geografica della “popolazione creativa”  e  lo  stato  di  salute  delle  economie  regionali,  in  particolare  di  quei  settori dell’industria più strettamente legati alle nuove tecnologie. 

Le linee strategiche in tale direzione sono le seguenti: 

• Creazione di luoghi e servizi a sostegno della creatività giovanile ed artistica 

• Supporto alla creazione ed allo start‐up di imprese creative 

 

3. Ricerca è sviluppo 

Relativamente agli scenari individuati emerge l’esigenza di perseguire politiche di qualità nelle diverse  aree  attraverso  forme  di  innovazione  tecnologica  collegate  alla  ricerca.  La  presenza nell’area dell’Università è da intendersi come motore per lo sviluppo del territorio. Si tratta di un attrattore forte, un catalizzatore urbano. L’università significa cultura, conoscenza, ricerca, innovazione, consapevolezza sociale etc. Il territorio dovrebbe crescere e modularsi intorno al ruolo e  alle  funzioni dell’Università, puntando  a diventare un  luogo di eccellenza nei  servizi utilizzando  proprio  i  processi  innovativi.  In  questa  logica  il  ruolo  e  le  funzioni  strategiche dell’Università sono da  intendersi sia come produttore e fruitore di qualità nei diversi ambiti, edilizio, dei servizi, della domanda e dell’offerta, della cultura ecc..  

Il contributo della ricerca può essere determinante per lo sviluppo. Il valore aggiunto che può essere determinato dall’innovazione tecnologica e dalla formazione di forza  lavoro qualificata è  straordinariamente  elevato.  Occorre,  in  questo  ambito,  prioritariamente  valorizzare  le risorse  umane,  attuare  una  politica  di  valorizzazione  dei  talenti,  dei  saperi  e  delle professionalità latenti.  

Le linee strategiche in tale direzione sono le seguenti: 

• l'attrazione  e  il  sostegno  dei  ricercatori  attraverso  accordi  e  iniziative  per  la stabilizzazione della loro posizione all'interno delle strutture  

• la diffusione di azioni di ricerca e innovazione per la vivibilità dell’ ambiente urbano; 

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• mobilitare il sistema della conoscenza e sviluppare la cultura della collaborazione nella ricerca tra tutti gli operatori del sistema scienza ‐ tecnologia – imprese ‐ territorio 

• sostegno all’aumento della dimensione media dei gruppi di ricerca  

• sostegno ad iniziative di networking di ricerca e trasferimento presso le istituzioni locali 

 

4. Innovazione e qualità nella Pubblica Amministrazione 

Le amministrazioni locali si impegnano ad introdurre e a sviluppare strumenti che traducano gli obiettivi politico – amministrativi in programmi di lavoro, corredati di indicatori di impatto e di risultato. Innovare nella PA vuol dire:  

‐ definire  processi  organizzativi  innovativi  e  diffondere  capillarmente  procedure informatiche e gestionali per l’efficacia dell’azione amministrativa; 

‐  orientare al risultato la realizzazione dei processi amministrativi; 

‐ semplificazione  dell’azione  amministrativa,  per  rendere  maggiormente  efficiente  il funzionamento  della  macchina  burocratica  e  per  garantire  trasparenza  dell’azione pubblica,  limitando  gli  spazi  di  mera  discrezionalità  e  migliorando  la  fruizione  dei servizi;  

‐ diffondere presso  i diversi attori  istituzionali e sociali una piena consapevolezza delle regole  di  attuazione  delle  politiche,  come  base  per  supportare  un  processo  di contrattualizzazione consapevole degli obiettivi comuni da conseguire e dei potenziali elementi premiali. 

Se si  lavora  in tal senso si può garantire  l’innalzamento della qualità dei servizi ai cittadini ed alle imprese e quindi il conseguimento di un incremento di competitività del territorio nel suo complesso.  La  strategia  complessiva  punta  al  conseguimento  di  un  nuovo  rapporto  fra  le Amministrazioni Comunali di Cosenza e Rende e  la  società  civile,  il  cui  coinvolgimento nella gestione  dei  servizi  è  funzionale  sia  al  rafforzamento  di  meccanismi  di  voice,  sia  alla sperimentazione di  innovazioni nei processi di gestione e  sia ancora alla valorizzazione della componente privata nella gestione dei servizi pubblici. 

Le linee strategiche in tale direzione sono le seguenti: 

• Interventi  per  la  ridefinizione  e  semplificazione  di  determinate  Procedure  della  PA locale 

• Interventi per  la  reingegnerizzazione dei processi per  l’introduzione delle  innovazioni procedurali, tecnologiche e per la semplificazione 

• Sperimentazione di percorsi  incentivanti per  il personale  legati  agli output  realizzati, alle semplificazioni effettuate ed alle innovazioni introdotte 

• Introduzione  di  modelli  organizzativi  nella  PA  e  trasferimento  attraverso  azioni  di sperimentazione, gemellaggi, benchmarking e diffusione di procedure informatiche per la gestione dei processi; adeguamento della definizione dei profili professionali rispetto alle innovazioni introdotte 

• Creazione  di  meccanismi  di  responsabilizzazione  del  personale  e  della  dirigenza  in particolare  attraverso  forme  di  incentivi  orientati  al  risultato  e  al  miglioramento continuo 

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• Realizzazione di investimenti in metodologie, procedure e nuove tecnologie 

• Azioni mirate di internazionalizzazione di competenze strategiche e trasversali 

• Riqualificazione  sviluppo  delle  competenze  in  materia  ambientale  e  della  relativa capacità di governance  

• Interventi  per  l’ammodernamento  dei  sistemi  informativi  collegati  ai  servizi  di  front office (es. posta elettronica certificata, protocollo  informatico, dematerializzazione dei documenti, workflow, etc.) 

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3. I progetti strategici e le tipologie di intervento Di seguito sono riportati sinteticamente  i Progetti strategici proposti per ciascuno degli ambiti descritti e  le tipologie di  intervento previste per ciascun Progetto strategico. 

 

3.1  Quadro riassuntivo dei progetti strategici     

Territorio, assetto urbano e ambiente 

Economia e sviluppo locale 

Welfare e mercato del lavoro 

Cultura e istituzioni della conoscenza  

Ambiti  strategici  

Progetti strategici  

1.1 Riqualificazione territoriale e sociale dell’area urbana di Cosenza e Rende  1.2 Centro storico   1.3 Interconnessione spaziale dell’area urbana  1.4 Ambiente e sviluppo sostenibile 

2.1 Sostegno alla creazione e start up di imprese innovative   2.2 Creazione di un Parco Urbano di Imprese e diffusione della cultura di impresa  2.3 Qualificazione dell’Offerta di servizi reali in ambito urbano  2.4 Competitività, internazionalizzazione e innovazione delle imprese dell’area urbana  

3.1 Welfare City   3.2 Accoglienza   3.3 Safe City   

4.1  Cultural District    4.2 Creative City   4.3  Knowledge Economy   4.4  Innovative Administration 

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3.2  Le tipologie di intervento previste  Territorio, assetto urbano e ambiente – Progetti strategici e tipologie di intervento  

1.1 Riqualificazione territoriale e sociale Rifunzionalizzazione e creazione di nuovi spazi urbani Realizzazione di interventi per la messa a norma e in servizio degli spazi Recupero di aree degradate Recupero di spazi e luoghi di socializzazione  

1.2. Consentia urbs magna bruttiorum  Realizzazione  di  interventi  di  recupero  dei  beni  di  importanza  storico‐architettonico  e  di valorizzazione dei manufatti del patrimonio pubblico Realizzazione di nuovi accessi e potenziamento degli esistenti rispetto alle funzioni strategiche del territorio  

1.3. Interconnessione spaziale dell’hinterland Realizzazione  di  nuovi  accessi  e  potenziamento  degli  esistenti  per  il  decongestionamento  del traffico  Potenziamento dei collegamenti ferro esistenti a servizio dell’area urbana e dell’hinterland Creazione  di  sistemi  logistici  avanzati  per  le merci  e  per  lo  scambio  intermodale  per  il  traffico passeggeri  

 1.4. Ambiente e sviluppo sostenibile Sostegno alla realizzazione di buone prassi ambientali Creazione di nuovi parchi urbani e fluviali Definizione  di  procedure  e  progetti  per  la  tutela  ambientale  e  provvedimenti  per  il  risparmio energetico in ambito urbano    Economia e sviluppo locale – Progetti strategici e tipologie di intervento  

2.1. Sostegno alla creazione e start up di imprese innovative  Creazione di  eventi di promozione dell’innovatività imprenditoriale rivolti ai business angels  Stipula di accordi con le banche di investimento Promozione di interventi volti a stimolare lo start up imprenditoriale Sostegno alle capacità imprenditoriali e manageriali delle imprese in start up  

2.2. Creazione di un Parco Urbano di Imprese e diffusione della cultura di impresa Creazione di un sistema di infrastrutture e servizi per l'innovazione e la creazione di impresa Creazione di iniziative formative, informative, culturali per la diffusione della cultura di impresa Sostegno  delle  nuove  imprese  create  da  lavoratori  autonomi  nei  settori  dell’economia  della conoscenza  

2.3. Qualificazione dell’Offerta di servizi reali in ambito urbano Creazione di meccanismi di auditing e benchmarking diffuso Creazione di un sistema di servizi avanzati per le PMI 

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2.4. Competitività, internazionalizzazione e innovazione delle imprese dell’area urbana Sostegno  all’introduzione  e  al  consolidamento  della  certificazione  della  qualità  di  ultima generazione  Creazione di meccanismi di matchmaking per la promozione delle imprese eccellenti del territorio nei mercati extraregionali Sostegno alla creazione di progetti di ricerca ad hoc con gruppi di imprese e UNICAL  Sostegno alla nascita di network di impresa a livello urbano e extraregionale   Welfare e mercato del lavoro – Progetti strategici e tipologie di intervento  

3.1. Welfare city Integrazione dei servizi e delle politiche sociali  Istituzione di servizi e strutture socio‐sanitarie e per l’inclusione sociale Incentivi per l’autoimprenditorialità dei giovani e l’inclusione sociale e lavorativa dei disabili  

3.2. Accoglienza Creazione di infrastrutture e servizi per l’integrazione della popolazione immigrata  

3.3. Safe city Percorsi di promozione della legalità e di integrazione e reinserimento dei soggetti svantaggiati  Comunicazione  pubblica  per  la  diffusione  e  sensibilizzazione  della  cultura  della  legalità  e formazione per operatori dei servizi sociali    Cultura e istituzioni della conoscenza – Progetti strategici e tipologie di intervento  

4.1. Culturale district  Costruzione di  reti e partenariati  finalizzati alla  realizzazione di grandi eventi e programmazioni culturali congiunti e la promozione unitaria dell’offerta culturale e dei servizi connessi  Qualificazione delle  risorse umane a supporto della  fruibilità del patrimonio culturale attraverso attività formative Iniziative volte a sostenere la creazione e la  promozione di attività e servizi turistici integrati  Iniziative per il recupero e la riqualificazione a fini culturali e turistici di edifici e strutture  

4.2. Creative city  Realizzazione del Distretto Culturale Urbano  

4.3. Knowledge economy Stipula di accordi per  la valorizzazione territoriale dei risultati della ricerca e del capitale umano, sostenendo le aree di ricerca di particolare rilievo per il territorio dell’Area Urbana e per il tessuto produttivo  

4.4. Innovative administration  Incentivi agli scambi e al trasferimento di buone prassi tra amministrazioni Sviluppo  delle  infrastrutture  e  promozione  dell’accesso  a  reti  e  servizi  avanzati  di telecomunicazione