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Piano Strutturale del Comune di Livorno QUADRO CONOSCITIVO Contributo specialistico Risorsa Idrica Predisposto da: Ottobre 2013

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Piano Strutturale del Comune di Livorno

QUADRO CONOSCITIVO

Contributo specialistico

Risorsa Idrica

Predisposto da: Ottobre 2013

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Il presente Rapporto Specialistico, predisposto da analisti ambientali della SINTESIS srl, ha l’obiettivo di integrare e organizzare il quadro conoscitivo del Piano Strutturale del Comune di Livorno relativamente alla Risorsa Idrica.

Il Team di Lavoro è stato composto da:

Dr. Ing. Butta Renato Emidio, coordinatore Dr.sa Molesti Michela Dr.sa Butta Serena Nicoletta Dr. Ing. Giovannelli Matteo

E’ doveroso ringraziare per la collaborazione dell’Unità Organizzativa Strategie ambientali dell’amministrazione comunale di Livorno ed in particolare, per gli argomenti trattati, del dirigente dr. Geol. Gonnelli Leonardo, il dr. Ing. Lorenzo Lazzerini, il dr. Michele Danzi, la dr.sa Gloria Canessa, la dr.sa Francesca Nieto.

Inoltre è stato essenziale il contributo del Soggetto gestore del Servizio Idrico Integrato, l’ASA spa, ed in particolare del direttore Generale dr. Ing. Michele Caturegli, e i dirigenti dr.sa Barbara Lacomba, dr. Ing. Fabrizio Pacini, dr. Ing. Mirco Brilli e il dr. ing. Attilio Ferrari.

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Premessa.

La risorsa idrica è una tematica di assoluta rilevanza in riferimento alla sostenibilità del Piano, in termini di disponibilità, qualità, erogazione del servizio e comunque dell’ottimizzazione del ciclo di gestione delle acque. Gli aspetti significativi per la città di Livorno attengono la garanzia della balneabilità delle acque marine prospicienti e quindi l’efficienza delle rete di convogliamento delle acque usate e del sistema depurativo. La sostenibilità deve essere valutata attraverso bilanci complessivi (affrontando il PS), e specifici al momento delle scelte puntuali del Regolamento Urbanistico, e comunque in coerenza con il Piano Interventi dell’Autorità Idrica Toscana.

L’attenzione per una corretta gestione della risorsa va rivolta sia all’spetto idropotabile, che agli altri usi (agricoltura, industria, altri…), in maniera che avvenga in un quadro di compatibilità con la disponibilità, in forme appropriate, volte alla lotta agli sprechi, gli abusi, all’inefficienza.

In un momento di grande attenzione pubblica sulla risorsa acqua, e di riassetto complessivo del Servizio Idrico Integrato (SII), la costruzione del Quadro Conoscitivo può essere l’occasione per socializzare i programmi e i progetti previsti dal gestore nell’ambito della programmazione di settore.

Gli impianti per il trattamento delle acque usate, pur svolgendo un essenziale servizio all’ambiente ed alla salute, generano a loro volta impatti che si evidenziano particolarmente laddove la loro collocazione, come l’impianto principale di Livorno presso il Rivellino, è nella vicinanza del centro abitato.

Le politiche di approvvigionamento della risorsa e la sua qualità, l’efficienza delle reti di distribuzione dell’acqua potabile e di convogliamento dei liquami, la tematica del risparmio e del riuso di questa preziosa risorsa, devono essere costantemente all’attenzione del pianificatore e del gestore.

Questa relazione ha cercato di riassumere, oltre lo stato, anche i programmi e i progetti previsti dalla pianificazione del settore.

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1. Qualità delle acque di balneazione.

Il Piano di Tutela delle Acque della Regione Toscana – Bacino Toscana Costa individua le acque marine costiere “costa livornese”, il tratto che si estende dalla foce del Chioma a sud alla foce dello Scolmatore a nord. In questa zona non risultano aree individuate come sensibili o vulnerabili.

Il quadro conoscitivo sulle acque costiere ha classificato lo stato ambientale in “scadente, buono, mediocre o elevato” e ha individuato la rete di monitoraggio; la costa livornese è divisa in sei transetti di campionamento, classificati come di qualità elevata e buona (i dati di monitoraggio fanno riferimento agli anni 1997-2003).

Nel tratto della costa livornese è individuato anche un punto di monitoraggio per la vita dei molluschi (da Livorno Molo Piloti a Antignano Boccale) che risulta idoneo, mentre più fitta è la rete di monitoraggio per le acque di balneazione.

Una parte della costa della città di Livorno particolarmente studiata è quella antistante il porto; indubbiamente il potenziale maggior carico di inquinamento proviene dalla zona nord in cui si concentrano le attività portuali commerciali e produttive, nonché il maggior scarico di acque usate, sia di origine civile che industriale.

Le principali informazioni possono essere desunte dalle attività tecnico-scientifiche condotte da ICRAM (ora ISPRA) e dall’ARPAT, relative al monitoraggio ambientale dell’area sia in relazione all’area SIN che alla realizzazione e gestione della vasca di colmata; le analisi riguardano sia i sedimenti che la colonna d’acqua (temperatura, conducibilità, salinità, ossigeno disciolto ed in percentuale, pH, Clorofilla “a” e torbidità e trasparenza).

Un esame di tutti i parametri, mostra che le stazioni di misura si differenziano maggiormente per la torbidità: come era lecito aspettarsi, le stazioni nella parte interna del porto mostrano valori di torbidità più alti mentre in quelle più esterne sono abbastanza bassi

L'utilizzo del Mytilus galloprovincialis in attività di mussel watch è stato previsto per misurare il bioaccumulo di sostanze chimiche (in particolare metalli pesanti e Idrocarburi Policiclici Aromatici) e il grado di stress mediante l’utilizzo di biomarker. Tali analisi hanno avuto la funzione di valutare il grado di dispersione di inquinanti lungo la colonna d'acqua.

Dall’analisi dei risultati riferiti alle relazioni tecniche ISPRA (2004-2007), emerge che i valori dei metalli analizzati sono piuttosto variabili ma generalmente medio-bassi e confrontabili con altre aree costiere non particolarmente impattate. Per quanto riguarda la presenza degli IPA, le indagini effettuate nell’area di studio indicano una loro costante presenza, con particolari evidenze nell’area interna al porto. In generale, le concentrazioni di IPA ritrovate negli organismi utilizzati per le attività di monitoraggio riflettono la presenza di una moderata (0.200-0.500 mg/kg p.s.) e diffusa contaminazione legata alle caratteristiche dell’ambiente portuale, con valori superiori (fino a 2000 mg/kg p.s.) nelle zone di maggiore movimentazione dei sedimenti.

Lo stato ecologico delle acque marine viene indagata da ARPAT per numerosi gruppi di sostanze chimiche (fitofarmaci, aromatici, cloroaniline, clorobenzeni, clorofenoli, ftalati, nonil-ottil fenolo, poli brdifenileteri, organoalogenati, TBT, IPA, Metalli (As, Cr, Ni, Hg, Pb, Cd), PCB totali, PCDD, PDF e PCBDS).

L’organismo bioaccumulatore di riferimento per le acque marino costiere è il mitilo (Mytilus galloprovincialis, Lamark, 1819).

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I dati più recenti disponibili sono relativi alla campagna di campionamento dei sedimenti che nel 2010 ha coinvolto 12 stazioni in cui le concentrazioni osservate sono state rapportate ai valori soglia.

In tutti i corpi idrici è risultato che i valori analitici delle sostanze prioritarie (P) e prioritarie pericolose (PP), disciolte nella matrice acqua, sono al di sotto del limite soglia riportato nelle Tabelle 1/A e 1/B del DM 260/10: fa eccezione solo il mercurio, la cui presenza è una costante lungo tutta la costa toscana.

Si evidenzia che la stazione Antignano ha presentato valori al di sopra dello standard di qualità sia per il Benzo(a) pirene sia per il TBT. Tutti gli altri parametri risultano con valori ampiamente all’interno degli standard di qualità.

Durante la stagione balneare (1 maggio - 30 settembre) le acque marine in cui si pratica attività balneare vengono sottoposte a controllo con finalità di protezione della salute dei bagnanti. In particolare, ARPAT effettua campionamenti ed analisi con frequenza mensile per verificare l'idoneità alla balneazione in tutte le aree di balneazione presenti sul territorio regionale. Il calendario di campionamento viene stabilito prima dell’inizio della stagione balneare ed i prelievi devono essere fatti con intervalli minori di un mese nell’arco di tutta la stagione balneare, con un prelievo effettuato prima dell’inizio.

I parametri da controllare, secondo la normativa vigente, sono solo quelli microbiologici Escherichia coli ed enterococchi intestinali. Deve sempre essere valutato il potenziale di proliferazione di cianobatteri, macroalghe e fitoplancton, per escludere rischi per la salute pubblica. Inoltre, vengono effettuate misure e rilievi delle condizioni meteo marine (corrente, temperatura, vento, onde, ecc.). Nel caso di inquinamento, dopo il primo superamento dei limiti scatta immediatamente l’ordinanza del Sindaco per il divieto temporaneo su tutta l’area di balneazione e l’immediata informazione ai bagnanti; dopo un primo esito analitico favorevole successivo all’evento di inquinamento, sempre con ordinanza sindacale, viene revocato il provvedimento di chiusura alla balneazione.

I rilevamenti annuali indicano che lo stato complessivo della balneazione della costa della città di Livorno sia risultato conforme rispetto ai parametri previsti dalla normativa vigente. Tuttavia si sono registrati nel tempo la necessità di intervenire con ordinanze sindacali di temporanea non idoneità alla balneazione; ciò è avvenuto presso le aree “Bellana”, “Terrazza Mascagni”, “Acquaviva”, Accademia Navale”, “Bagni Accademia” e “Scogliera Lazzaretto”.

Questi punti possono essere interessati da sversamenti di “troppo pieno” delle fognature, o scarichi abusivi in corsi d’acqua.

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2. Utilizzi per usi idropotabili.

Il Sistema Idrico Integrato, le fonti di approvvigionamento e l’acquedotto di Livorno.

In Toscana la gestione del Servizio Idrico Integrato (SII) è strutturata, secondo la “legge Galli”, in 6 ambiti Territoriali Ottimali (AATO), all’interno di ognuno dei quali è affidata la gestione ad un Gestione Unico. Nell’ATO n. 5, denominato Toscana Costa, ASA spa è il gestore unico dal gennaio 2002. Con LRT n. 69/2011 è stata istituita l’Autorità Idrica Toscana (AIT), attribuendo ad un nuovo soggetto le funzioni già esercitate dalle 6 AATO; l’AIT subentra in tutti i rapporti giuridici attivi e passivi degli ex consorzi (di cui all’art. 4 della LRT n.81/1995) nelle convenzioni per l’affidamento del SII in essere. Il territorio toscano è ripartito in 6 Conferenze territoriali, tra cui la n.5 “Toscana Costa”.

La qualità del SII è monitorata periodicamente dal soggetto gestore, anche tramite indagini di costumer satisfaction, l’ultima delle quali svoltasi nel 2013. Sono state intervistate da istituto specializzato 1.000 famiglie: l’indicatore sintetico di soddisfazione (da1 a 10) rilevato è 7,1, che evidenzia rispetto alle indagini precedenti un miglioramento complessivo in termini di continuità di fornitura, qualità dell’acqua, rapporto qualità/prezzo e servizio nel suo complesso.

L’azienda sta cercando di migliorare la percezione organolettica dell’acqua al rubinetto, onde contenere l’acquisto di bottiglie di acqua minerale.

Il territorio del Comune di Livorno non ha risorse idriche sfruttabili. Già 100 anno fa venne costruito il primo acquedotto che sfruttava la falda del Serchio da Filettole. L’acquedotto di Livorno è oggi unito a quello di Collesalvetti con una popolazione complessiva di 177.000 abitanti. Da Filettole vengono prodotti 450 l/s, e 200 l/s da Mortaiolo, per un totale di 650 l/s, pari a 56.000 mc/g. Per grandi linee su base annua l’approvvigionamento si ripartisce:

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Da Filettole-Lucca 12.000.000 mc Da Mortaiolo 3.500.000 mc Totale 15.500.000 mc

Ulteriori sviluppi di pozzi a Lucca, e un impianto di trattamento per il ferro e il manganese a Mortaiolo, garantiscono a Livorno acque in quantità e qualità adeguate, senza subire negli anni alcuna crisi idrica, come invece successo in periodi di siccità in molte zone della stessa Toscana.

Si riportano i dati (relativi all’anno 2011) relativi ai volumi di acqua potabile distribuiti nel Comune di Livorno.

Nel 2011 il consumo annuale dell’utenza “domestica” (fonte ASA spa) si stima ammonti (in tutto l’AATO) a 19.902.124 mc; considerando che ogni unità alloggiativa rappresenta la famiglia media composta da 2,3 membri (dato medio ATO, fonte ISTAT) possiamo stimare un consumo pro capite giornaliero di circa 115,67 litri.

(A) (B) (C) (D) (E) (F) (G) (H) (I) 10.141.537 7.819.085 1.728.036 16.232.587 14.501.862 10.520.209 35% 11% 25 %

(A) Volume Prelevato (mc) (B) Volume Acquistato (mc) (C) Volume Ceduto (mc) (D) Volume Disponibile (mc) (E) Volume Distribuito (mc) (F) Volume Fatturato (mc) (G) Perdite totali (%) (H) Perdite Adduzione (%) (I) Perdite di Distribuzione (%)

Volumi mensili erogati (2011)

Se si prende in considerazione l’utenza “globale” il consumo raggiunge 27.656.856 mc, e quindi il consumo pro capite giornaliero ammonta a circa 140,57 litri (141.18 nel 2010).

Mese Volumi erogati (mc)

G 1.100.772 F 1.032.669 M 1.167.648 A 1.163.780 M 1.274.289 G 1.314.230 L 1.459.226 A 1.405.125 S 1.154.785 O 1.193.735 N 1.138.887 D 1.096.717 TOT 14.501.862

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L’acquedotto di Livorno è dotato di due serbatoio principali, chiamati il Cisternone e Banditella; il Cisternone, che non è posto in quota, rilancia tramite pompe, mentre il Banditella, posto a quota 35 m, alimenta la zona sud della città. Inoltre, tramite pompe ad alta prevalenza, da questo serbatoio viene sollevata l’acqua verso le zone di Montenero, Castellaccio e Quercianella.

Il Cisternone è alimentato normalmente dalle acqua proveniente dai campi pozzi di Filettole, Sant’Alessio e Paduletto; una parte delle acque provenienti da queste fonti viene intercettata alla centrale di Stagno e sollevata ed inviata al serbatoi di Banditella.

Situazione acquedotto di Livorno

Attualmente, non si registrano sofferenze particolari nell’erogazione dell’acqua potabile nella città di Livorno e zone collinari limitrofe. Le pressioni di alimentazione delle utenze sono regolari, e complessivamente è possibile affermare che il servizio erogato in quantità e qualità, risulta soddisfacente.

Permangono comunque zone (quartieri di Coteto, della Stazione, di Borgo a Magrignano, di Fabbricotti, e di Vallin Buio al Cisternino) nelle quali, per gli sviluppi urbanistici recenti nella zona est della citta, la distribuzione è in una situazione di equilibrio precario e anche piccoli interventi su perdite, concorrono a creare abbassamenti sensibili della pressione. E’ possibile intervenire con azioni di miglioramento del sistema, ma comunque, qualora si prevedano ulteriori sviluppi, una soluzione definitiva sarebbe la separazione di questi quartieri dalle reti di distribuzione circostanti, alimentandoli con nuovi collettori provenienti direttamente dalla centrale del Cisternone.

Quanto sopra è aggravato dal fatto che anche l’acquedotto di Livorno, come gran parte degli acquedotti Italiani, ha tubazioni in fibrocemento con età tra 30 e 40 anni, che offrono scarse possibilità di incremento delle pressioni. Le nuove urbanizzazioni o le modifiche della destinazione d’uso di complessi edilizi, vengono pertanto a ripercuotersi su un sistema che ha invece necessità di un costante equilibrio, non solo per garantire la giusta fornitura, ma anche per garantire il corretto uso delle condotte, che non consentono stress ulteriori.

Un altro aspetto da tenere in particolare considerazione riguarda il sistema di approvvigionamento idrico della città e la capacità attuale di compenso dei serbatoi (pari a 17.000 mc).

Abbiamo già detto che ad oggi la città di Livorno è alimentata dal campo pozzi di Filettole, Paduletto ( al 50% con Pisa); e dall’acqua dei pozzi di Lucca che complessivamente contribuiscono al 70% sui bisogni, oltre che dalla centrale di Mortaiolo a Vicarello.

La tubazione che trasporta l’acqua da Filettole al Cisternone è stata realizzata alla fine degli anni 60, e presenta alcuni punti critici, per la cui soluzione può rendersi necessaria la sua messa fuori servizio per tempi prolungati. Risulta ancora in servizio la tubazione in ghisa risalente al 1912, ma può trasportare solo un quinto dell’acqua della tubazione principale.

Risulta evidente che siamo di fronte ad una potenziale situazione di pericolo in caso di rottura complessa sull’unica tubazione esistente. Un aiuto considerevole potrebbe essere fornito dalla realizzazione di nuovi serbatoi di adeguato volume (40-50.000 mc) che eviterebbe disagi per l’utenza, consentendo un volume di compenso di almeno tre giorni, sufficiente anche in casi di emergenze gravi.

Nel piano strategico presentato da AIT alla Regione Toscana per risolvere le emergenze idriche del territorio regionale, è stata inserita la previsione di un’idonea tubazione che, partendo da Filettole, prosegue fino a Migliarino Pisano, quindi dividendosi in due per servire Pisa e per collegarsi alla centrale di Mortaiolo. Da qui percorrerebbe via delle Sorgenti fino a Vallin dell’Aquila dove è stato previsto un serbatoio da 30.000 mc, a 40 mt di quota. Dal nuovo serbatoio

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partirebbero due tubazioni, una per il serbatoio di Banditella ed una fino al serbatoio del Cisternone. La realizzazione di queste opere consentirebbe per i decenni a venire, livelli di affidabilità elevati, oltre a possibilità di produzioni maggiori di acqua.

Sempre nella visione di ottimizzazione e sviluppo della distribuzione idrica, sono state individuate altre opere:

1) Realizzazione di un serbatoio a Stagno, per consentire l’approvvigionamento alle navi direttamente da banchina con le portate e le pressioni adeguate alle esigenze delle navi. Un tale serbatoio consente anche di trasportare più acqua da Filettole verso Livorno, ad una pressione ridotta di partenza, allungando la vita della attuale tubazione.

2) Ampliamento serbatoi di Quercianella e Banditella.

3) Realizzazione di alcuni by pass tra il dn 800 il dn 400 di Livorno con il dn 1000 che alimenta Pisa per reciproco soccorso e stabilizzazioni delle portate.

4) Messa in servizio del vecchio serbatoio di Monte Bastione e relativa condotta

5) Raddoppio tubazione Cigna Cisternone; Navicelli Ferrovia.

Relativamente alla qualità della risorsa idrica l’Amministrazione l Comunale si pone il seguente obiettivo.1

Ob. 40 Definire gli standard di qualità della risorsa idrica sotterranea e la vulnerabilità intrinseca degli acquiferi. Per tutti i risvolti che ci possono essere con gli stati di potenziale contaminazione presenti nel nostro territorio dovrà essere rivolta una particolare attenzione alla predisposizione di tre nuove carte: la Carta dei punti d’acqua, la Carta idrogeologica e la Carta della vulnerabilità degli acquiferi che risultano ormai indispensabili per una valutazione completa di un territorio. L’uso e la regolamentazione dell’acqua definita recentemente “Oro bianco” risulta di grande importanza per questa e per le generazioni future. Anche se il nostro territorio non ha una grande potenzialità di reservoir acquiferi per l’uso della risorsa per scopi potabili, si rileva che con una maggiore conoscenza degli stati di vulnerabilità potranno essere intraprese azioni correttive per la gestione della comune e pubblica risorsa sotterranea.

                                                            1 Rif documento dell’U.O. Strategie Ambientali del Comune di Livorno “Piano Strutturale di Livorno‐ Quadro  Conoscitivo Ambientale” maggio 2013 

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3. Il sistema fognario.

Il sistema fognante di Livorno è di tipo separato, ossia caratterizzato da reti di fognatura bianca e nera distinte. Tale scelta risale al 1920 e si è resa vincente in considerazione che ancor oggi risponde pienamente alle necessità igieniche ed ambientali della città, in considerazione del fatto che la costa prospiciente la città è adibita interamente alla balneazione;

• I collettori di fognatura nera corrono paralleli alla costa e convergono al depuratore. • I torrenti e i collettori bianchi comunali sono ortogonali alla costa e scaricano in mare • 8 centraline di sollevamento su fogne bianche e corsi d'acqua, inviano eventuali acque reflue

in fognatura nera. • ASA gestisce la fognatura nera con 300 km di collettori, 20.000 pozzetti

e 15.000 utenze allacciate • Le fognature bianche sono gestite dal Comune di Livorno

Nonostante il sistema sia separato accade che nelle fogne bianche importanti o nei corsi d’acqua superficiali si trovino, in tempo asciutto, acque provenienti da drenaggi di scantinati, ma anche da scarichi irregolari dovuti alla non separazione delle acque meteoriche dalle nere in proprietà privata, nonostante i controlli che effettua in merito il Comune, gestore della fognatura, e alle segnalazioni che fa ASA quando ne viene a conoscenza. In alcuni casi, nonostante la rete separata sia diffusa su tutto il territorio, vi sono case sparse che possono avere scarichi irregolari in corpi idrici superficiali.

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Per evitare qualsiasi inquinamento delle acque di mare, lungo tutta la costa sono state realizzate opere di presa a gravità o impianti di sollevamento per portare in fognatura nera eventuali acque reflue.

Quando piove i rapporti di diluizione diventano molto elevati, essendo in percentuale modestissima le acque reflue.

Il sistema fognario, come quello depurativo, è costantemente monitorato mediante ispezioni dirette e di telecontrollo.

Con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 91 del 7 giugno 2012 è stato approvato il “Regolamento Comunale degli scarichi di acque reflue domestiche ed assimilate non recapitanti in pubblica fognatura e di acque meteoriche potenzialmente contaminate nella condotta bianca della pubblica fognatura”, con cui si disciplinano gli scarichi de acque reflue domestiche, o assimilate, nel suolo o nel sottosuolo in aree non servite da pubblica fognatura. Sono comprese nell’applicazione del Regolamento anche le acque meteoriche di prima pioggia che vengono scaricate nella condotta bianca della pubblica fognatura che si originano da agglomerati o insediamenti con un oggettivo rischio di trascinamento di sostanze pericolose nelle acque meteoriche stesse.

Al proposito l’AC si è posta i seguenti obiettivi.2

Ob. 35 In assenza di reti di fognatura pubblica, consentire lo scarico alternativo (non in pubblica fognatura) soltanto per la realizzazione di un edificio isolato. Negli altri casi, la costruzione è ammessa solo nel caso in cui venga eseguita la necessaria linea di fognatura bianca e nera.

Ob. 36 Per aumentare i livelli di protezione delle acque di balneazione, potrebbe essere interessante vietare lo scarico diretto o controllato delle acque bianche in mare, provenienti da edifici privati e pubblici.

Ob. 37 Predisposizione di un “Piano della città in materia di scarichi” con l’individuazione delle zone non ancora provviste di fognature pubbliche, l’ubicazione degli immobili che risultano autorizzati allo scarico in ambiente, e con quelli che non risultano regolari.

Ob. 38 Vi è inoltre la necessità di estensione della fognatura in alcune aree che pur in forte sviluppo di urbanizzazione ne risultano attualmente sprovviste (Loc. Limoncino, Loc. Stillo, Via Remota, dei Falchi, della Padula, delle Macchie, della Prugnoliccia, del Pino, etc.). La rete di distribuzione dell’acqua potabile è presente capillarmente anche se esistono zone (Via Padula) per le quali è richiesta l’azione del Comune per regolarizzare l’ allaccio all’acquedotto.

Ob. 39 Vi è inoltre la necessità di estensione della fognatura in alcune aree che pur in forte sviluppo di urbanizzazione ne risultano attualmente sprovviste (Loc. Limonino, Loc. Stillo, Via Remota, dei Falchi, della Padula, delle Macchie, della Prugnoliccia, del Pino, etc.). La rete di distribuzione dell’acqua potabile è presente capillarmente anche se esistono zone (Via Padula) per le quali è richiesta l’azione del Comune per regolarizzare l’allaccio all’acquedotto.

                                                            2 Rif documento dell’U.O. Strategie Ambientali del Comune di Livorno “Piano Strutturale di Livorno‐ Quadro  Conoscitivo Ambientale” maggio 2013 

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4. Il sistema depurativo delle acque usate

L’impianto di depurazione acque reflue a servizio della città di Livorno ha come principale

caratteristica funzionale quella di essere suddiviso in due parti, la linea acque e la linea fanghi, le

cui apparecchiature sono dislocate in aree non contigue, distanti l’una dall’altra circa 3,8 Km e

collegate tramite condotte interrate.

La linea acque è localizzata in zona urbana ed è denominata Rivellino; la linea fanghi è invece

ubicata in località Picchianti, nella stessa area in cui è installato l’impianto di incenerimento dei

rifiuti solidi urbani.

Area Trattamento Acque- Rivellino

E’ iniziato nel mese di ottobre 2013 il procedimento per il rinnovo dell’autorizzazione allo scarico dell’impianto del Rivellino, corredato da uno Studio d’Impatto Ambientale. Nello studio sono analizzati gli impatti che l’impianto genera sull’ambiente, e che abbiamo così sintetizzato luni aspetti.

a) I rifiuti prodotti sono caratterizzati esclusivamente da Vaglio e Sabbie mentre presso L’ITF vengono prodotti Fanghi. b) Le emissioni generate dalle apparecchiature di processo sono emissioni diffuse, dovute all'evaporazione superficiale delle vasche di trattamento la cui composizione è quasi esclusivamente vapor acqueo. Trattasi emissioni comuni a tutti gli impianti a fanghi attivi, collegati ai sistemi di aerazione, costituite da anidride carbonica del processo metabolico, vapore acqueo e nebulizzazione (aerosol). Al fine di mitigare l’impatto dovuto all’emissione di aerosol, sono stati adottati sistemi di aerazione del liquame e del fango di tipo ad insufflazione d’aria al posto di turbine di aerazione superficiale.

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e) In generale gli impianti presenti nel sito in questione risultano in funzione 24 ore al giorno senza apprezzabili variazioni di rumore. Le principali sorgenti di emissione sonora provenienti dall’Impianto di depurazione sono rappresentate dalle pompe e dai sistemi di produzione di aria compressa a servizio dei vari trattamenti. All’interno del depuratore, le fonti di rumore intenso, quali le soffianti di produzione di aria compressa necessaria al processo depurativo, sono state alloggiate all’interno di appositi locali opportunamente insonorizzati.

f) Il traffico veicolare dovuto all’esercizio dell’impianto è costituito solamente dai veicoli del personale dell’impianto, quindi ritenuto trascurabile sul sito del Rivellino. Dal sito ITF partono i mezzi dedicati allo smaltimento fanghi con movimento trascurabile rispetto al traffico veicolare presente presso l’inceneritore e l’area artigianale industriale del Picchianti. I conferimenti di extraflussi sono effettuati presso la piattaforma di Paduletta.

Indubbiamente oltre la “ingombrante” presenza dell’impianto nel quartiere storico della Venezia, la percezione dell’impianto di depurazione da parte della cittadinanza è riconducibile alle emissioni di odori. La linea di trattamento fanghi, è stata oggetto di interventi estesi di copertura e convogliamento dell’aria che presenta maggior impatto odorigeno rispetto alla linea acque. Le vasche sono tutte coperte e in depressione, l’aria viene trattata da scrubber. Gli interventi necessari per ridurre le emissioni odorigene hanno previsto l’aspirazione e copertura delle vasche, che oggi tutte sigillate; l’aria viene quindi trattata per portarla a condizioni accettabili per l’emissioni in atmosfera. Per quanto concerne la linea del biogas, di alimentazione della caldaia, è stato realizzato l’impianto di intercettazione e trattamento aria costituito da una torre ad umido ad alta efficienza, che garantisce livelli di abbattimento che soddisfano i comuni requisiti per la desolforazione a monte di gruppi di cogenerazione/combustione. Il filtro garantisce l’abbattimento delle seguenti classi di contaminanti gassosi:

- cloroderivati, - azoto ammoniacale ed organico (ammine), - SOV, - Zolfo inorganico (acido solforico e anidridi) ed organico (mercaptani e alchilsolfuri) - Idrocarburi (escluso metano)

Il sistema filtrante, inoltre, è in grado di abbattere molteplici composti inorganici ed organici inquinanti, anche non odoriferi, caratteristici delle emissioni in atmosfera nell’ambito della depurazione di reflui civili.

L’ASA spa, soggetto gestore degli impianti, ha sviluppato un progetto per la riqualificazione impiantistica e il potenziamento dell’impianto del Rivellino necessario in relazione alle criticità di funzionamento e gestione esistenti, riconfermando la localizzazione che peraltro vincola il progetto in relazione alle ridotte superfici disponibili : il depuratore è infatti confinato in un’area satura e di pregio dal punto di vista storico e urbanistico. L’obiettivo del miglioramento funzionale dell’impianto di depurazione, progettato nel 1971 e che ha subito nel tempo numerose modifiche, potrebbe permettere inoltre il riutilizzo di una quota parte delle acque depurate attualmente scaricate nel Porto di Livorno (Bacino S. Stefano), sia per usi portuali, sia per la rete duale urbana, già molto estese ed oggi rifornita di acqua di superficie di qualità scadente.

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Area trattamento fanghi località Picchianti

I dati caratteristici di processo dell'Impianto sono i seguenti:

Potenzialità della sezione Biologica 239.000 abitanti equivalenti

Portata media giornaliera della sezione Biologica Qm=40.000 mc/giorno

Portata di punta della sezione Biologica 2.500 mc/h=1,5xQm

L’impianto in località Rivellino costituisce la sezione Biologica dell’impianto integrato ed è composto da:

Sgrigliatore/pressa bottini Primo sollevamento Grigliatura fine Dissabbiaggio e flottazione Sedimentazione primaria Secondo sollevamento Trattamento biologico e sedimentazione finale Filtrazione a sabbia Clorazione d’emergenza Miscelazione fanghi e pompaggio all'ITF (Picchianti)

L’impianto in località Picchianti costituisce la sezione del trattamento fanghi. A questo impianto sono convogliati i fanghi della sezione biologica. Dopo separazione dei fanghi, i reflui liquidi vengono convogliati, insieme ai reflui liquidi provenienti dalla sezione chimico-fisica, in testa alla sezione biologica di Rivellino. Questa sezione è composta da:

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Addensamento fanghi Digestione anaerobica Disidratazione meccanica

La principale criticità gestionale del sistema di depurazione, è riconducibile alle acque di pioggia La rete fognaria di Livorno è di tipo separato e la rete nera è estesa praticamente sull’intero territorio comunale con una copertura di oltre il 90% dell’agglomerato urbano. Gli impianti di sollevamento e le opere di presa di tempo asciutto presenti lungo la costa, mentre da un lato tutelano la qualità dell’acqua di balneazione, eliminando tutti i potenziali apporti di inquinamento dall’altro determinano un ulteriore carico all’impianto. Inoltre lungo il sistema fognario, in punti non definiti, si sono create interferenze fra le due reti, con aumento di carico idraulico in condizioni di intensa piovosità. Le portate in arrivo durante le piogge eccedono i carichi idraulici sopportabili dall’impianto, creando difficoltà di gestione di diverse parti dell’impianto, compreso il comparto biologico. L’obiettivo di potenziamento della capacità depurativa dell’impianto, oltre a rispondere alle criticità sopra evidenziate, si rende necessario in relazione alle richieste derivanti dagli insediamenti ubicati nella zona portuale di Livorno e nelle altre zone urbane di recente trasformazione. Una possibile soluzione alternativa al potenziamento dell’impianto esistente, potrebbe prevedere la dismissione dell’attuale impianto e la realizzazione di un nuovo depuratore in un’area fuori dal centro città. Questa ipotesi è stata da tempo scartata per i seguenti motivi:

1) difficoltà a trovare un’area idonea e disponibile fuori dal centro abitato; 2) elevato investimento per la realizzazione di un nuovo impianto; 3) elevato investimento per collettare la rete di fognatura cittadina, oggi recapitante tutta al

Rivellino, alla nuova area, con nuove stazioni di sollevamento ed elevati costi energetici

Pertanto allo stato attuale non sarebbe sostenibile rispetto alla pianificazione degli investimenti dell’AATO 5 Toscana Costa, per motivi, sia economici che di complessità logistica e gestionale, prevedere un’ubicazione dell’impianto diversa da quella attuale. A livello di trattamento impiantistico infine, soprattutto in ragione dell’impossibilità di aumentare le volumetrie, per le ridotte superfici disponibili, è stata individuata come idonea la tecnologia a membrana. L’uso di tale tecnologia consentirebbe di ottenere una qualità dell’acqua idonea per usi civici, quali l’irrigazione del verde pubblico o per attività artigianali e industriali. I dati a base del progetto di potenziamento, parlano di una portata media di scarico di 35.000 mc/d, di punta 75.000 mc7d, mentre si potrebbero riutilizzare 5.000 mc/d. La tecnologia a micro-ultra filtrazione costituisce di fatto la soluzione impiantisca che permette il contatto diretto dell’acqua in uscita dal depuratore con membrane a basso livello di porosità, tale da garantire, in un unico trattamento, la produzione di acqua con standard idonei al riutilizzo irriguo:

Valori costanti di conducibilità e portata tutto l’anno assenza di torbidità, valori di COD e SST non rilevabili, contenimento di valori di Azoto (con ulteriore riduzione dei valori di limite previsti in uscita

allo scarico) fortissimo abbattimento della carica batterica integrabile con semplice disinfezione.

Questo stadio è sufficiente a garantire la produzione di acqua di qualità per: uso antincendio irriguo lavaggio

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Per poter realizzare il recupero delle acque sono necessarie tutta una serie di condizioni che raramente si verificano contemporaneamente. Il recupero delle acque reflue non costituisce infatti, dove possibile, una semplice azione a tutela del territorio, ma una vera e propria necessità là dove i costi per l’utilizzo di acqua primaria non sono più sostenibili e dove la carenza di risorse idriche stringe nella morsa sia i cittadini che le grandi utenze. Oltre al potenziamento dell’impianto si rendono necessarie alcune opere di ristrutturazione sull’Impianto Rivellino, sull’impianto di trattamento fanghi del Picchianti, sul fangodotto e sulla rete di distribuzione delle acque trattate ai fini del riutilizzo.

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5. Pianificazione interventi AATO n. 5 Toscana Costa.

Con Deliberazione Assembleare (DA) dell’A.A.T.O. 5 Toscana Costa n. 11/01 è stato approvato il Piano di Ambito dell’ATO n.5 “Toscana Costa” ai sensi art. 11, c.3 L. 36/94; successivamente, con DA dell’A.A.T.O. 5 n. 12/02 è stata approvata la Convenzione di Gestione del Servizio Idrico Integrato, attraverso la ridefinizione obblighi adempimentali, la fissazione gestione flussi e pagamento canoni, la proroga termini perfezionamento soggetto gestore, la tariffazione usi pubblici, convenzionamento enti di gestione dei Comprensori di Bonifica e modalità di gestione delle emergenze idriche. Con la stessa Deliberazione è stato affidato il servizio idrico integrato dei comuni alla società ASA s.p.a. per un periodo di 20 anni, a partire dal 01.01.2002, facendo obbligo agli stessi comuni di espletare la procedura pubblica di scelta del socio privato e di assicurare la loro partecipazione alla compagine sociale entro tempi prestabiliti, pena la revoca dell’affidamento stesso.

Con DA n. 18/09 sono stati approvati (tra gli altri) i seguenti documenti programmatici:

“Programma Generale degli Investimenti 2008/2026”, suddiviso per annualità/importo complessivo

“Programma Generale degli Investimenti 2008/2026”, suddiviso sia per sia per annualità/importo a tariffa;

“Piano Operativo Quadriennale 2010/2014”, nella versione suddivisa per annualità/importo complessivo, contributo, importo a tariffa;

“Elenco interventi extra Programma Generale Investimenti”; “ Relazione Tecnico-descrittiva del Piano degli Investimenti”;

Si fa presente che le norme di settore hanno chiarito che gli aumenti di carico urbanistico, anche per recuperi, ristrutturazioni e completamenti di tessuto esistente, non potranno non vedere il concorso finanziario dell’ente locale nella necessaria infrastrutturazione.

Segue una sintetica descrizione degli interventi previsti del “Programma Generale degli Investimenti 2008/2026” ed inerenti la città di Livorno.

A) INTERVENTI SUGLI IMPIANTI DI ACQUA POTABILE

Sulla base delle criticità del servizio rilevate, il Piano degli Investimenti è stato strutturato rispetto a quattro obbiettivi prevalenti.

Il primo obbiettivo riguarda gli adeguamenti normativi vincolanti: Superamento delle deroghe sulla qualità delle acque destinate ad uso potabile.

Il secondo obbiettivo riguarda il superamento delle criticità di base, cioè quelle criticità che impediscono di garantire livellalo standard minimo di servizio: Superamento delle crisi idriche estive ricorrenti.

Il terzo obbiettivo riguarda gli adeguamenti delle infrastrutture esistenti ad un livello di funzionamento sufficiente in ogni parte dell’Ambito:

a) Riduzione delle perdite di rete, distrettualizzazione degli acquedotti e implementazione di sistemi di automazione e controllo remoto delle manovre;

b) Costruzione nuovi serbatoi e ampliamento serbatoi esistenti (dove necessario) per rendere il servizio idraulicamente più flessibile e consentire le miscelazioni di risorse diverse.

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Il quarto obbiettivo riguarda l’ottimizzazione del servizio e l’incremento di efficienza, efficacia ed economicità: ottimizzazione e modernizzazione infrastrutture del servizio idrico esistenti. Si tratta di interventi di potenziamento e di manutenzione straordinaria di impianti e reti idriche che devono essere effettuati su programmazione annuale per mantenere e/o migliorare l’efficienza di tali infrastrutture e prolungarne la vita utile.

Investimenti sull’acquedotto:

Lotto 06 - Impianti di Sterilizzazione dell'acqua. Nuovo Impianto a Biossido per abbattimento Trialometani presso Paduletto, Mortaiolo, Stagno

Lotto 14 - Fornitura e Montaggio di Fontanelle Pubbliche di Alta Qualità. Fornitura e Montaggio Fontanelle zona Nord Est

Lotto 07 - Impianti di abbattimento del Cromo esavalente. Stralcio 01 - impianto per trattamento di ossidoriduzione per la rimozione del cromo esavalente nel Nord-Est

Lotto 08 - Potenziamento Impianti di Potabilizzazione Zona Nord Est. Nuove opere e potenziamento di Impianti di potabilizzazione nella zona Nord - Est

Lotto 03 - Estendimenti della rete di distrubuzione. Collegamento delle reti ASA con le reti Acque Spa

Lotto 05 - Potenziamento Centrali di Spinta. Stralcio 03 - Ampliamento centrale di Stagno

Lotto 02 - Manutenzione Straordinaria Passerelle. Stralcio 02 - Manutenzione Straordinaria Passerella sul Torrente Ugione

Integrazione richieste di concessione zona Nord Est

Distrettualizzazione Acquedotto di Livorno. Realizzazione di n°30 distretti tipologia A e n°4 distretti tipologia B a Livorno capoluogo

Distrettualizzazione Acquedotto di Livorno. Realizzazione di n°1 distretto tipologia A nella Loc. Castellaccio

Distrettualizzazione Acquedotto di Livorno. Realizzazione di n°1 distretto tipologia A nella Loc. Quercianella

ADEGUAMENTO E OTTIMIZZAZIONE FUNZIONALE RETI DI ACQUEDOTTO POTABILE ZONA NORD EST

ADEGUAMENTO FUNZIONALE E OTTIMIZZAZIONE OPERE DI PRESA DELLA RISORSA IDRICA ZONA NORD - EST

ADEGUAMENTO FUNZIONALE E OTTIMIZZAZIONE IMPIANTI DI POTABILIZZAZIONE ZONA NORD - EST

ADEGUAMENTO FUNZIONALE E OTTIMIZZAZIONE IMPIANTI DI SOLLEVAMENTO ACQUA POTABILE ZONA NORD EST

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ADEGUAMENTO FUNZIONALE E OTTIMIZZAZIONE SERBATOI ZONA NORD EST

Potenziamento Cabine Elettriche di Trasformazione MT/BT. Rifacimento Cabine elettriche Mortaiolo

Potenziamento Cabine Elettriche di Trasformazione MT/BT. Nord Est

MANUTENZIONE STRAORDINARIA RETI DI ACQUEDOTTO ZONA NORD EST

MANUTENZIONE STRAORDINARIA IMPIANTI DI PRODUZIONE ACQUA POTABILE ZONA NORD EST

MANUTENZIONE STRAORDINARIA IMPIANTI DI POTABILIZZAZIONE ZONA NORD EST

MANUTENZIONE STRAORDINARIA IMPIANTI DI SOLLEVAMENTO ACQUA POTABILE ZONA NORD EST

MANUTENZIONE STRAORDINARIA SERBATOI E OPERE DI ACCUMULO ACQUA POTABILE ZONA NORD EST

Lavori Edili finalizzati alla sicurezza del luogo di lavoro su impianti di sollevamento

Modello Idrochimico completo. Sviluppo e calibrazione di un modello idrochimico di supporto per le decisioni inerenti la miscelazione delle acque potabili dalle fonti di approvvigionamento alle singole utenze. Nord Est

Modello Idraulico completo (Moto permanente gradualmente variato e Moto vario elastico e d'insieme) calibrato con i dati storici disponibili integrati con campagne di misura ad hoc. Progetto di distrettualizzazone e miscelazione. Nord Est

Studio Idrogeologici di ricerca di nuove risorse idriche sotterranee. Studi di ricerca risorse sotterraneee in collaborazione con CNR ed Università

Telecontrollo impianti acquedotto di Colognole

Telecontrollo impianti acquedotto di Livorno

Investimenti sula rete fognaria

Potenziamento e risanamento rete di Fognatura mista e nera.

Estendimento della rete di Fognatura Nera a quartieri non ancora serviti. Realizzazione di collettore di fognatura nera in Via della Prugnoliccia - Via Numa Campi

Estendimento della rete di Fognatura Nera a quartieri non ancora serviti. Intercettazione portate nere in via del Testaio e collegamento centrale Marzocco e Via delle Cateratte

Estendimento della rete di Fognatura Nera a quartieri non ancora serviti. Potenziamento e

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adeguamento condotta de 110 - Quercianella via Puccini da via Nardini-via Manaresi

Adeguamento funzionale e ottimizzazione delle reti di fognatura zona nord-est

ADEGUAMENTO FUNZIONALE E OTTIMIZZAZIONE IMPIANTI DI SOLLEVAMENTO LIQUAMI ZONA NORD EST

ADEGUAMENTO FUNZIONALE SFIORATORI DI PIENA ZONA NORD EST

MANUTENZIONE STRAORDINARIA RETI FOGNARIE ZONA NORD EST

MANUTENZIONE STRAORDINARIA RETI FOGNARIE ZONA NORD EST - SCOVOLATURE

MANUTENZIONE STRAORDINARIA IMPIANTI DI SOLLEVAMENTO ACQUE REFLUE ZONA NORD EST

Implementazione del Sistema di Telecontrollo Impianti di sollevamento delle fognature

Investimenti sugli impianti di depurazione

E’ previsto l’adeguamento dei depuratori esistenti che presentano criticità, fra cui il Rivellino, prevedendo il recupero dei reflui post trattati come acqua industriale (circa 3.500.000 mc/anno) ottiene l’obbiettivo dell’adeguamento degli scarichi censiti al Dlgs 152/06 ottenendo anche alcuni vantaggi indotti sulla risorsa idrica e sui costi di gestione.

Potenziamento depuratore Rivellino e collegamento Acquedotto Industriale. Ampliamento Depuratore di Livorno - RIVELLINO mediante Sezione di Membrane MBR.

Adeguamento ed ottimizzazione del depuratore di Quercianella Adeguamento ed ottimizzazione del trattamento fanghi Implementazione del sistema di Telecontrolo degli impianti di depurazione

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6. Utilizzi per usi industriali.

La costruzione dell’acquedotto industriale a Livorno è cominciata negli anni ’40 ad opera degli americani e i sistema acquedottistico aveva una funzione bivalente, potabile ed industriale. La scelta dell’emissario del Bientina, quale fonte di approvvigionamento, fu condizionata dall’obbligo di garantire un’adeguata portata all’utenza. Con la dismissione dell’impianto di potabilizzazione di Stagno, avvenuta alla fine degli anni ’50, il sistema è stato dedicato al solo utilizzo industriale.

Nel tempo il soggetto gestore (ASA) ha provveduto ad interventi di ristrutturazione e modernizzazione. L’acquedotto garantisce la fornitura continua di circa 500 mc/ora alle industrie della zona nord della città, dei quali il 50% per la raffineria ENI di Stagno (Collesalvetti)

Interventi previsti dal “Programma Generale degli Investimenti 2008/2026”

IMPIANTI ACQUA INDUSTRIALE TRE PONTI

SOSTITUZIONE PEZZI SPECIALI ACQUA INDUSTRIALE. Nuove Paratoie acqua industriale 3 ponti

IMPIANTI ACQUA INDUSTRIALE BISCOTTINO

Lotto 03 - Adeguamento degli acquedotti Botticina e Tre Ponti. Stralcio 01 - Nuova tubazione PE500 tratto Centrale Tre Ponti - Canale "Botticina"

SOSTITUZIONE PEZZI SPECIALI ACQUA INDUSTRIALE. Potenziamento e adeguamento condotta - Via del Poggione

SOSTITUZIONE RETI ACQUA INDUSTRIALE . Potenziamento e adeguamento condotta - Via Valle Benedetta

Acquisto ed installazione Misuratori di portata per l'acqua immessa in rete

Biscottino: Automazione ed interfaccia con telecontrollo valvole presa nuova

Biscottino: Interfaccia con telecontrollo /gsm nuova paratoia mobile

Opera di presa Biscottino: Manutenzione valvole e paratoie

MANUTENZIONE STRAORDINARIA IMPIANTI ACQUE INDUSTRIALI

MANUTENZIONE STRAORDINARIA RETI ACQUE INDUSTRIALI

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7. La risorsa termale.

Un elemento da prendere in considerazione è quello che riguarda la termalità di Livorno3, per questo riportiamo una sintesi della ricerca predisposta dal Settore Ambiente nel 2007. La scoperta delle numerose sorgenti di acqua minerale risale in massima parte al periodo che va dai primi del Settecento alla prima metà dell’Ottocento; anni in cui Livorno, in rapido incremento demografico, deve far fronte ai problemi legati alla crescente richiesta di approvvigionamento idrico della città.

Nel 1900 la ricchezza idrica del Comune di Livorno, oltre all’acquedotto di Colognole, era rappresentata da ben 12 sorgenti. Tra queste Angiolo Funaro ricordava: […] L’acqua del Corallo salina-iodifera nei pressi del campo d’Osservazione, o di Piazza d’Armi, nei terreni di proprietà Pannocchia, pur essa trascurata e finalmente quelle più note e più pregiate della Salute e della Puzzolente, tutte quante studiate e illustrate dall’Orosi.

Le Acque della Salute conobbero un certo successo soprattutto dopo il 1903, data dell’inaugurazione dello stabilimento annesso alle sorgenti della Sovrana e del Corallo, e l’entrata in funzione di altre tre sorgenti: Còrsia, Preziosa e Vittoria. Tuttavia, la riduzione della portata di alcune sorgenti ed i crescenti segni di inquinamento dovuto all’espandersi della città, determinarono un lento decadimento che portò nei primi anni trenta alla chiusura dei principali pozzi e dello stabilimento termale.

La prima delle Acque della Salute fu scoperta nel 1854, quando per far fronte ad un periodo di siccità venne fatto scavare un pozzo dove “alla profondità di sette metri circa si rinvenne una polla d’Acqua salina che fu subito riconosciuta inadatta per gli usi domestici”. Il sacerdote Giuseppe Pini provò gli effetti dell’acqua e ne riconobbe le proprietà purgative. Il pozzo fu però abbandonato e franò.

Nel 1856 fu fatto costruire sulla sorgente il padiglione ottagono, tuttora esistente che doveva proteggerla e additarla alla popolazione livornese.

Le analisi chimiche e batteriologiche effettuate e pubblicate il 30 luglio 1855, confermarono le proprietà purgative dell’Acqua della Salute. L’acqua contiene l’iodio libero […]. Ecco che la nostra avrà proprietà maggiori delle acque di Montecatini per l’iodio che contiene.

La vicinanza dell’Acqua della Salute suggerì l’idea che anche questa acqua potesse essere “utile alla medicina” e le analisi confermarono la presenza di sali caratteristici, anche se in proporzioni minori a quelle dell’Acqua della Salute; tale acqua fu detta del Corallo in quanto adiacente alla Via del Corallo. L’acqua del Corallo, almeno agli inizi, non ebbe la fama e la diffusione che si meritava, anche per le difficoltà che la gente incontrava per recarsi al pozzo, in quanto ubicato all’interno di una proprietà privata.

Alla fine del secolo la trascuratezza degli uomini e l’ingiuria del tempo modificarono talmente le condizioni dei pozzi scavati, da alterare profondamente la natura di dette acque, sì da richiedere un nuovo studio […].

I pozzi non risultavano perfettamente isolati dalle acque di infiltrazione determinando così variazioni della composizione chimica.

Grazie alla solerzia dell’imprenditore Lorenzo Gambaro le Acque della Salute furono strappate “all’empirismo” cui erano state abbandonate, facendo eseguire le opportune riparazioni.

                                                            3 Rif documento dell’U.O. Strategie Ambientali del Comune di Livorno “Piano Strutturale di Livorno‐ Quadro  Conoscitivo Ambientale” maggio 2013 

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Fu proprio per consiglio dello stesso Gambaro e del Prof. Queirolo che l’industriale ligure Zaverio Audisio deliberò la costruzione dello stabilimento termale delle “Acque della Salute”, che cambiò il nome in “Sovrana” e del Corallo. Gli impianti furono inaugurati il 15 agosto 1903. Venne costruito anche un Padiglione popolare affinché il popolo per pochi centesimi potesse bere l’acqua a piacimento per le necessarie cure, l’inaugurazione avvenne il 13 settembre 1903.

Con l’apertura dello stabilimento entrarono in funzione altri tre pozzi che producevano l’Acqua: Còrsia, Preziosa e Vittoria. Tutti questi pozzi erano contraddistinti dalla caratteristica edicola a pianta ottagonale. Altri pozzi furono aperti negli anni successivi: tra i più noti quelli del Confine e del Pagliai.

Nei primi anni trenta lo Stabilimento termale cessò la sua attività, sia perché si cominciavano a registrare i primi segni di inquinamento dovuti all’espandersi della città sia per la riduzione delle portate di alcune sorgenti. Il complesso continuò tuttavia a funzionare attivamente in occasione di feste e ricevimenti e nel 1939 iniziò lo sfruttamento industriale delle acque che non possedevano più le proprietà terapeutiche.

Nel maggio del 1948 la Società Corallo Acque della Salute S.p.A, “adeguandosi alla trasformazione imposta dal gusto e dalle esigenze dei tempi”, fece sorgere “dal vecchio reparto di imbottigliamento delle acque termali, un’industria che aggiunge alla bontà delle acque sapore, gusto ed estetica”. Infatti, vi si producevano migliaia di bottiglie oltre che di acqua della sorgente Corallo anche di Aranciata, di Ginger Soda, di Lemoncino Corallo, di Chinotto Corallo e di Coca Cola.

Ma a questo punto la cronaca non appartiene più alle Acque della Salute. I pozzi, soprattutto dopo lo stato di abbandono in cui erano caduti negli ultimi anni di fine secolo, si erano dimostrati vulnerabili all’inquinamento provocato da infiltrazioni superficiali; si erano pertanto dovuti proteggere dall’ambiente esterno mediante un accurato sistema di intercapedini concentriche.

Un altro fattore di inquinamento dipendeva dallo stato di conservazione delle tubazioni attraverso le quali l’acqua dei vari pozzi veniva convogliata nelle cisterne di conserva e distribuzione. Si preferì successivamente inviare l’acqua all’impianto termale mediante caduta libera, utilizzando per la raccolta il serbatoio disposto sotto lo stabilimento.

A tal proposito l’AC si vuol porre il seguente obiettivo.

Ob. 41 Valorizzare almeno a livello storico-culturale le acque termali del Corallo. La storia delle Acque delle Terme del Corallo, sebbene appena tratteggiata nel Quadro conoscitivo, induce ad una riflessione non solo nella chiave di lettura del restauro funzionale al bellissimo complesso edilizio.

Se è indubbio e condiviso dai vari esperti il valore storico del costruito è altrettanto suggestiva l’immagine dell’uso che veniva fatto delle acque emunte dai vari pozzi ubicati intorno al complesso. Le Terme infatti sorsero – molte volte viene trascurato – per la scoperta di una risorsa sfruttabile (che nei primi anni del 900 non era affatto scontata) di buone qualità chimiche e di un certo interesse terapeutico.

In alcune importanti fonti bibliografiche viene testimoniato che il prelievo delle acque giungeva fino ad oltre 700 litri al giorno dai pozzi delle Terme; paragonato agli usi attuali questo quantitativo risulta modesto se pensiamo che ogni abitante oggi consuma una media di 150-180 litri di acqua il giorno, ma nei primi anni del 900 la quantità era indubbiamente più importante

Nell’arco di un secolo il sito dove sorge il complesso delle Terme da luogo marginale viene inglobato nell’inurbamento della città, ciò ha porta ad una progressiva modificazione degli stati

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semi-profondi delle falde con un incremento delle potenzialità di contaminazione sia per la realizzazione di opere civili, sia per la presenza di attività produttive contigue all’area in esame.

Aldilà di queste problematiche che sono importanti, ci pare importante che venga proiettata un’idea sul complesso perché appare alquanto suggestiva l’immagine di una restituzione delle memorie d’acqua, ovvero del recupero, certo ormai difficilmente funzionale ai luoghi, della presenza della risorsa d’acqua.

Al fine di delineare un valido percorso per giungere ad una proposta operativa, la questione dovrebbe essere affrontata in maniera scientifica con un approfondimento dei profili idrogeologici e idro-chimici dell’area in argomento. Tale percorso potrebbe essere suddiviso in due steps temporali:

Studio della risorsa sotterranea intermini idrogeologici ed idro-chimici Progetto per il recupero delle memorie d’acqua presenti

Allo stato delle conoscenze attuali non è chiaramente possibile anticipare molto, tuttavia solo a livello di traccia potrebbe essere interessante prevedere:

1. Il recupero delle edicole di presa d’acqua, mettendo in sicurezza le fonti meso-profonde delle falde;

2. Laddove possibile, il riavvio dei percorsi dell’acqua. Nel caso più ottimistico l’acqua (magari in una nicchia minimale e protetta) potrebbe essere riutilizzata;

3. Il restauro per quelle forme presenti nel complesso che hanno bisogno dell’acqua (vasche, piccole architetture d’acqua, fontanucce);

4. La costruzione di un itinerario ideale della memoria della risorsa sotterranea.

Il Coordinatore del Team

(ing. Butta Renato Emidio)

Ottobre 2013

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Bibliografia essenziale:

Autorità Portuale di Livorno “Valutazione Ambientale Strategica del Nuovo Piano regolatore Portuale di Livorno. Paragrafi 4.3.2 e 5.3.2” . Marzo 2013.

ASA spa “Bilancio socio ambientale”, anno 2011 AIT Piano Operativo 2010/2014 ASA spa. Piano Investimenti, novembre 2009 ASA spa. Indagine custumer satisfaction 2012. ASA spa. Piano Generale degli Investimenti 2008/2026 Comune di Livorno “Indagine conoscitiva per l’avvio del procedimento di revisione del

Piano Strutturale” Volume Quarto: L’ambiente: Matrice acqua. (2009)

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Allegato cartografico.

Planimetria Generale della rete di adduzione

Planimetria generale della rete idrica di distribuzione

Planimetria generale della rete idrica industriale

Planimetria generale della fognatura

Planimetria generale della fognatura nera

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