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Pensioni, l’ottimo paretiano degli Sri
Disponibile online su: http://www.eticanews.it/finanza-sri/pensioni-lottimo-paretiano-degli-sri/
4 Maggio 2016
Linee etiche in buona parte dei casi estremamente competitive e legame forte con gli iscritti:
Pierfrancesco Bresolini spiega perché nei fondi pensione lo Sri può rivelarsi l’ottimo paretiano che
massimizza il benessere di tipo sociale, ambientale ed economico.
Le linee etiche dei fondi pensione possono essere estremamente competitive e arrivare a raggiungere
risultati di vera eccellenza, con rendimenti e costi migliori rispetto agli investimenti tradizionali. Non
solo. L’etica come criterio d’investimento per i fondi pensione può avere molti altri risvolti
importanti, soprattutto in tema di fiducia. Pierfrancesco Bresolini, laureato all’Università Bocconi in
Business Administration and Management, spiega come gli investimenti Sri possono rivelarsi per i
fondi pensione l’ottimo paretiano che massimizza il benessere di tipo sociale, ambientale ed
economico. Nella sua tesi “La previdenza complementare in Italia: analisi della normativa, dei
risultati finanziari e dei costi degli Investimenti Socialmente Responsabili nei Fondi Pensione
italiani”, con relatore il professor Francesco Vallacqua, ha ripercorso le caratteristiche degli
investimenti etici dei fondi pensione italiani e attraverso l’analisi empirica ha analizzato i rendimenti
e i costi delle Linee Etiche in tre modi: il primo paragonando i risultati delle varie Linee Etiche con
la media complessiva dei risultati dei prodotti omogenei (inclusi i prodotti Etici stessi nella media),
il secondo paragonando i risultati delle Linee Etiche con la media di rendimenti e costi esclusi i
prodotti Etici e infine paragonando la media dei risultati delle Linee Etiche con la media dei risultati
delle linee non etiche. Scoprendo che esistono fondi o linee etiche con rendimenti maggiori anche nel
breve termine.
GLI INVESTIMENTI ETICI NEI FONDI PENSIONE ITALIANI: LE LINEE ETICHE
RENDONO MENO E COSTANO DI PIÙ?
di Pierfrancesco Bresolini
In Italia solo 38 fondi pensione su 496 investono secondo strategie etiche. I motivi? L’incertezza e i
dubbi relativi alla gestione, ai costi e alle performance di queste forme d’investimento. Inoltre, il
mercato in questione risente soprattutto della spinta commerciale di banche e assicurazioni, che,
proponendo raramente alternative d’investimento etico alla clientela, ne rallentano diffusione e
crescita. Eppure all’estero la crescita di capitali investiti nel settore degli Isr (Investimenti
Socialmente Responsabili) è stata guidata dagli investitori istituzionali, tra i quali soprattutto i fondi
pensione (a livello mondiale si è passati a 21.358 miliardi di dollari nel 2014 dai 13.261 del 2012,
+61%). Certo, In Italia, con circa 131 miliardi di euro alla fine del 2014, il settore pensionistico è
ancora debole se comparato ad altri paesi come Francia e Gran Bretagna. Tuttavia, il pressante
problema legato alla sostenibilità del sistema pensionistico italiano e al ridursi degli importi
pensionistici pagati (a causa del sistema contributivo) spingerà sempre di più la crescita di questo
settore anche nel nostro Paese. Diventano quindi sempre più rilevanti questioni collegate
soprattutto alla gestione di queste risorse. In questo scenario gli investimenti socialmente
responsabili possono rivelarsi come l’ottimo paretiano che massimizza il benessere di tipo sociale,
ambientale ed economico. Vediamo perché.
Da un punto di vista intuitivo si può pensare che l’investimento etico sia più costoso rispetto a
quello tradizionale a causa di un più complesso lavoro di ricerca e selezione dei titoli ad opera di
figure aggiuntive (comitati etici ed advisor esterni) che ovviamente devono essere remunerate.
Inoltre, una riduzione dell’universo investibile dovuto all’esclusione di interi settori potrebbe
preoccupare in termini di rendimento e performance. Ma veramente i fondi o le linee etiche rendono
meno e costano di più? Dati alla mano, l’analisi empirica che è stata affrontata nella tesi su fondi
negoziali, fondi aperti e Pip, ha dimostrato che in buona parte dei casi i numeri dicono
l’opposto. Oggi infatti le linee etiche possono essere estremamente competitive e arrivare anche,
in alcuni casi, a raggiungere risultati di vera eccellenza, con rendimenti e costi migliori rispetto agli
investimenti tradizionali, come dimostrato dai risultati ottenuti da alcuni fondi pensione etici e alcune
linee etiche. Quindi, gli Isr non sono strumenti finanziari che rinunciano al profitto e al rendimento
per perseguire solo scopi filantropici ma, al contrario, sono strumenti che possono offrire, a costi
inferiori, rendimenti e performance anche superiori agli strumenti tradizionali. I risultati
ottenuti dipendono infatti dal tipo di fondo, da com’è gestito, e non dalla natura etica o meno del
fondo stesso. È importante sottolineare inoltre come vi siano casi di fondi o linee etiche con
rendimenti maggiori anche nel breve termine. A tutto questo consegue quindi come gli investitori non
debbano più sopportare un sacrificio finanziario in nome di uno scopo etico.
Non è però solo una questione finanziaria: l’etica come criterio d’investimento può avere molti
altri risvolti importanti, soprattutto per i fondi pensione. Il fondo pensione infatti è il custode del
futuro finanziario di molte persone. Data questa relazione speciale tra fondo e iscritto, la fiducia
reciproca è fondamentale. Un orientamento etico può incrementare l’immagine e la reputazione del
fondo agli occhi del suo iscritto. Inoltre, l’analisi extra finanziaria che si aggiunge a quella
tradizionale conferisce una valutazione più completa dei titoli e delle aziende in cui investire,
ottenendo così una più attenta gestione del rischio atta a prevenire scossoni o crolli dovuti a scandali
generati dalla mancanza d’eticità e sostenibilità delle aziende in cui si investe. Infine, soprattutto per
i fondi pensione chiusi, il danno in termini d’immagine, che un fondo avrebbe se investisse in attività
poco etiche come la produzione di armi o investisse in attività che non rispettano i diritti umani e
dell’ambiente, sarebbe enorme. Questi aspetti di stabilità finanziaria e reputazionale
contribuiscono a creare un forte legame di fiducia. La finanza in fin dei conti non è solo numeri e
rendimenti, è anche, e forse soprattutto, fiducia e l’Isr può accrescere questo legame facendo sentire
gli iscritti protagonisti di un investimento che ha finalità superiori al mero rendimento
finanziario. Si può così affermare che la finanza etica può diventare una strategia win-win, in cui
vi sono risultati positivi per tutti alla luce sia del ritorno economico che del mezzo con il quale
si è ottenuto. L’Isr è quindi l’ottimo paretiano che massimizza il benessere di tipo sociale,
ambientale ed economico.
In particolare, ritengo esista un punto di miglioramento importante. In Italia infatti è spesso usata la
strategia d’investimento etico più semplice, ovvero quella di screening negativo. Bisognerebbe
invece incrementare e valorizzare i fondi che applicano strategie più efficaci, come quella di
screening positivo, non solo cioè escludendo i settori d’investimento non etici ma anzi investendo
maggiormente in società con standard sociali e ambientali alti. Premiare queste aziende virtuose con
il supporto economico.
In un quadro generale, nel momento in cui un investitore alloca delle risorse o un consumatore
acquista un bene, si compie una scelta con ben precise conseguenze. Idealmente, se il risparmio fosse
investito interamente in realtà con attente politiche di Corporate Social Responsability, probabilmente
ci sarebbe una selezione che premierebbe le aziende migliori e vi sarebbe una progressiva
convergenza e un adattamento di tutti a politiche etiche, sociali e ambientali. Il mercato è fatto
appunto dalla natura degli investimenti e degli acquisti ed è proprio questo l’immenso potere di
investitori e consumatori: quello di plasmare il mercato per condurlo ad un sistema di sviluppo
sostenibile.