pillole di storia - fondazione grossman · 2018. 12. 28. · salmo – 90 minuti «la tecnologia...

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«rap. Genere musicale affermatosi nella seconda metà degli anni 1970 nella comunità afroamericana e ispanoamericana di New York, caratterizzato essenzialmente dal ‘parlare’ seguendo un certo ritmo che viene prodotto alla console dal DJ con alcune tecniche (turntablist, beatmaking, scratching)». www.treccani.it PILLOLE DI STORIA In origine il rap rappresenta una delle arti o linguaggi di una sottocultura più vasta: l’hip hop. La cultura hip hop è formata da quattro momenti espressivi: il breaking, il writing, il DJing, e, appunto, il rapping. L’hip hop è nato, negli anni settanta del Novecento, con DJ Kool Herc, «un ragazzone di origini giamaicane trapiantato nel Bronx». DJ Kool Herc ebbe un’intuizione geniale. Non avendo musicisti per creare le sue composizioni e per animare i suoi party, utilizzò e manipolò le canzoni già edite di altri artisti, direttamente dai loro dischi, concentrandosi sulla parte topica della canzone, sul punto del massimo carico, sul punto di rottura. Il break. Soprattutto riprogammava e filtrava i generi musicali funk, soul e rhythm & blues. Ha intuito che con quei pochi mezzi si poteva comunque creare una musica totalmente nuova per forma e significato. Presto si unirono altri, primi fra tutti Grandmaster Flash e Afrika Bambaataa, che musicalmente crearono nuovi tappeti sonori su cui arrivò la più forte delle rivoluzioni: l’introduzione dell’mc (master of ceremony) colui che inizialmente presentava la serata sul palco insieme al dj e che sarebbe diventato in seguito il rapper. «L’hip hop è una potente cultura sub-urbana, nata dai quartieri-dormitorio afroamericani e ispanici in grado di stravolgere ogni aspetto della vita di quegli adolescenti: dai vestiti allo slang, dalla musica al ballo, dall’estetica alla sociologia con un effetto domino travolgente che dal Bronx sarebbe stato in grado di contaminare il mondo. Hip hop significa aggiungere un senso artistico forte alla piatta e cruda quotidianità di qualsiasi parte del mondo». Paola Zukar, Rap. Una storia italiana, Baldini&Castoldi

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  • «rap. Genere musicale affermatosi nella seconda metà degli anni 1970 nella comunità afroamericana e ispanoamericana di New York, caratterizzato essenzialmente dal ‘parlare’ seguendo un certo ritmo che viene prodotto alla console dal DJ con alcune tecniche (turntablist, beatmaking, scratching)». www.treccani.it

    PILLOLE DI STORIA

    In origine il rap rappresenta una delle arti o linguaggi di una sottocultura più vasta: l’hip hop. La cultura hip hop è formata da quattro momenti espressivi: il breaking, il writing, il DJing, e, appunto, il rapping. L’hip hop è nato, negli anni settanta del Novecento, con DJ Kool Herc, «un ragazzone di origini giamaicane trapiantato nel Bronx». DJ Kool Herc ebbe un’intuizione geniale. Non avendo musicisti per creare le sue composizioni e per animare i suoi party, utilizzò e manipolò le canzoni già edite di altri artisti, direttamente dai loro dischi, concentrandosi sulla parte topica della canzone, sul punto del massimo carico, sul punto di rottura. Il break. Soprattutto riprogammava e filtrava i generi musicali funk, soul e rhythm & blues. Ha intuito che con quei pochi mezzi si poteva comunque creare una musica totalmente nuova per forma e significato. Presto si unirono altri, primi fra tutti Grandmaster Flash e Afrika Bambaataa, che musicalmente crearono nuovi tappeti sonori su cui arrivò la più forte delle rivoluzioni: l’introduzione dell’mc (master of ceremony) colui che inizialmente presentava la serata sul palco insieme al dj e che sarebbe diventato in seguito il rapper. «L’hip hop è una potente cultura sub-urbana, nata dai quartieri-dormitorio afroamericani e ispanici in grado di stravolgere ogni aspetto della vita di quegli adolescenti: dai vestiti allo slang, dalla musica al ballo, dall’estetica alla sociologia con un effetto domino travolgente che dal Bronx sarebbe stato in grado di contaminare il mondo. Hip hop significa aggiungere un senso artistico forte alla piatta e cruda quotidianità di qualsiasi parte del mondo».

    Paola Zukar, Rap. Una storia italiana, Baldini&Castoldi

  • «Le radici dell’insicurezza sono molto profonde. Affondano nel nostro modo di vivere, sono segnate dall’indebolimento dei legami, dallo sgretolamento delle comunità, dalla sostituzione della solidarietà umana con la competizione. Da questa mancanza di legami viene la paura. È poco meno che intuitiva la deduzione, da questa paura, della chiusura agli “altri” da “noi”. La scena dell’indifferenza o dell’aggressività si vede nel rifiuto di chi chiede accoglienza approdando sulle nostre coste»

    (Z. Bauman)

    Ernia – Come uccidere un usignolo

    «La cosa che invece a me ha colpito più di tutte in quel periodo è stata la ferocia con la quale ci davano contro»

    «E l’uccellino indeciso, al bivio distratto dai commenti infami perde l’equilibrio ucciso da un gesto cattivo giusto per far male»

    La paura dell’altro

    Ghali – Cara Italia

    «C’è chi ha la mente chiusa ed è rimasto indietro come al Medioevo Il giornale ne abusa, parla dello straniero come se fosse un alieno senza passaporto, in cerca di dinero»

    Rancore – S.U.N.S.H.I.N.E.

    «Ride la gente ride, non ascolta cercano una penombra che nasconda»

    Nitro – Storia di un defunto artista

    «Alla gente piace innalzarti se può toccarti ma quando stai troppo in alto e non può toccarti ti tirano anche i sassi per il gusto di buttarti giù»

  • L’alienazione

    «Oggi siamo forniti di alternative online rispetto al mondo offline; abbiamo a disposizione grandi “zone di comfort” elettroniche per proteggerci dagli incontri col semplice espediente di eliminare l’alterità degli altri dalla nostra vista, dal nostro udire e dalla nostra preoccupazione»

    (Z. Bauman)

    Ernia – Instagram

    «Anche se muoio di fame tu lo sai, piccola stasera non ti porto al ristorante se non pubblico su Instagram»

    «Più aumenta il 4g più siamo pesci nella rete»

    «Nel mondo dove ormai non ci si guarda più negli occhi sei pieno di contatti ma non vuoi che ti si tocchi»

    Rancore – S.U.N.S.H.I.N.E

    «Essere nati, essere programmati, essere schiavi»

    «Forse ultimamente è drogato anche l’amore, davanti a tutti si fa Case, chiusi in case, eppure aumenta l’insicurezza e si ruba l’identità»

    Nitro – Horror vacui

    «E cos’è il progresso se nel suo processo ha spinto ogni individuo a rinunciare a se stesso»

    Willie Peyote – I cani

    «La gente si accontenta la gente si addormenta»

    «Nella nostra trasgressione c’è un sacco di conformismo»

    Salmo – 90 minuti «La tecnologia che ci porta lontano facciamo fatica a parlare italiano»

  • La politica del sospetto

    «Succede che i legami umani si frantumano, che lo spirito di solidarietà si indebolisce, che la separazione e l’isolamento prendono il posto del dialogo e della cooperazione. Dalla famiglia al vicinato, dal luogo di lavoro alla città, non c’è ambiente che rimanga ospitale. Si instaura un’atmosfera cupa, in cui ciascuno nutre sospetti su chi gli sta accanto ed è a sua volta vittima dei sospetti altrui. In questo clima di esasperata diffidenza basta poco perché l’altro sia percepito come un potenziale nemico: sarà ritenuto colpevole fino a prova contraria»

    (Z. Bauman)

    Aban feat. Marracash – La bella Italia

    «La politica assassina che soffoca i cittadini e ruba dallo stipendio per finanziare i partiti»

    «E non conta il reato il verdetto è fisso non va dentro barabba sconta il povero Cristo»

    «La mafia e la politica frà andranno sempre insieme come al cesso mano nella mano le due amiche sceme»

    Bat One – Il branco

    «Nel mondo in cui l’istinto animale sovverte le regole umane Il gatto tradisce la volpe con la complicità del cane!»

    Willie Peyote – Non sono razzista ma

    «Stop alle nostre frontiere forse sparare conviene le piccole e le medie imprese… largo alle tue larghe intese… bilancio l’entrate e le spese tutti con troppe pretese tipo alla fine del mese!»

    Salmo – 90 minuti

    «Questa è l’Italia, una mente contorta Chiudi la bocca o ti levan la scorta L’informazione, sai, qui non informa i razzisti che ascoltano hip hop qualcosa non torna»

  • Il desiderio consumato

    «Questo soggettivismo ha minato la basi della modernità, l’ha resa fragile, da cui una situazione in cui, mancando di punti di riferimento, tutto si dissolve in una sorta di liquidità. […] Le uniche soluzioni per l’individuo senza punti di riferimento sono […] l’apparire a tutti i costi, l’apparire come valore e il consumismo [… per il quale] il singolo passa da un consumo all’altro in una sorta di bulimia senza scopo»

    (U. Eco su Z. Bauman)

    Luché – Lasciarsi andare

    «Non ho saputo restarti accanto e quei “Ti amo” erano una bugia»

    «Fatti di coca insieme, o fatti di coca per stare insieme Te lo sei mai domandato? Come mai stavamo bene soltanto se ci facevamo?»

    Achille Lauro – La Bella e la Bestia

    «L’amore è un po’ ossessione, un po’ possesso»

    «Proverebbero a tenerti tutti sì ma non me»

    Gué Pequeno – Scappati di casa

    «Il giorno che distribuivano il cuore penso io fossi altrove, la testa chissà dove piuttosto che l’amore, preferivo un Range Rover »

    Gué Pequeno – Rose nere

    «Sei seduta con quelle tue amiche a parlare male anche di me affondi la cannuccia nel bicchiere come se mi accoltellassi»

    «Questo liquore finiamolo questo amore ridefiniamolo su un pianoforte in mogano monogamo era il diavolo»

  • Rispetto a questa confusione in cui versa la società contemporanea ci siamo chiesti:

    «da dove ripartire?»

  • La ricerca di senso

    «Quando considero la breve durata della mia vita, assorbita dall’eternità che la precede e da quella che la segue, il piccolo spazio che occupo e che vedo, inabissato nell’infinita immensità di spazi che ignoro e che mi ignorano, mi spavento e mi stupisco di vedermi qui piuttosto che là, ora piuttosto che allora. Chi mi ci ha messo? Per volontà di chi questo luogo e questo tempo sono stati destinati a me?»

    (B. Pascal)

    Rancore – Depressissimo

    «Di farse le domande vere non si ha mai il coraggio»

    «L’uomo non è pianta, né animale che può sbattersene il cazzo di stagioni e di stelle di simboli, di segni, di sette di chiese che disdegni»

    Marracash – L’albatro

    «Durante un volo troppo radente, troppo curioso inizialmente, fra’, ho amato l'umanità sempre tesa tra ciò che si fa e non si fa all'improvviso chiedersi “e se fosse tutto qua?” Avrei ucciso, credimi, per una dose di novità»

    Bat One – Devo rischiare

    «La mia esistenza cos’è?»

    Jake La Furia – Qualcuno

    «Contare soldi non cura queste mie notti insonni ho faticato ad arrivare qui per scoprire che voglio qualcosa di diverso»

    «Noi siamo qualcuno che cerca qualcuno»

    Nitro – Horror vacui

    «In fondo siamo solo un granello sparato dentro l’universo»

  • Il desiderio dell’altro

    «Costruire ponti tra gli uomini, ponti di dialogo e di solidarietà, per superare il fiume delle circostanze che sempre mutano, eppure sempre propongono all’uomo la stessa sfida, quella della sua umanità, non per buonismo ma per non precipitare nel burrone di circostanze non governate, è il compito che ci affidano oggi il cuore e la ragione»

    (E. Mazzarella)

    Ted Bee – Paradiso italiano

    «Non penso che a stare uniti e saldi basti uno stendardo (no!)»

    Sangue misto – Clima di tensione

    «Sono lo straniero nella mia nazione sai che c’è la repressione schiaccia e non fa più per me»

    Bat One – Il Branco

    «Consapevole che la mia forza sta nel gruppo Non servono solisti ma serve un gioco di squadra»

    « I tuoi fratelli sono qua solo per aiutarti Per confrontarsi per darsi da fare Non credere che lo facciano per tornaconto personale»

    Maître Gims – Tu vas me manquer

    «Tutto sembra falso, perdo le parole Cosa diventerò? Conservo la speranza di rivederti»

    Achille Lauro – La bella e la bestia

    «Che pensi che io voglia da te? Pensi davvero io voglia te? Tu pensi che io voglia te? Pensi sia diverso? Dimmi che mi vuoi anche se muoio su questa strada»

  • L’altro è un bene

    «Da questa evidenza della nostra circostanza, le nostre insicurezze e le nostre paure, e insieme il nostro bisogno dell’umano, che l’altro sia un bene per noi, la sola vera benedizione che vorremmo incontrare, noi siamo sfidati dal bivio di due risposte possibili, i muri o i ponti»

    (E. Mazzarella)

    Achille Lauro – La Bella e la Bestia

    «Giuro con te avevo l’impressione che fossi creata dal cielo sì, solo per me»

    Quando credi che te l’abbia mandata Dio niente possa salvarti al mondo tranne lei»

    Gué Pequeno – 2%

    «Non mi puoi obbligare a non pensarti»

    «Mi riaccendi col cavo mi ricarichi anche se non sono stato bravo»

    Fabri Fibra – Ringrazio

    «Mi ha rovinato la vita mia madre E non è mai finita con mia madre Ora capisco mio padre Scusa mamma, lo sai mamma Mi manchi mamma»

    Luché – Torna da me

    «Mi abbracciavi come se ti salvassi dalla solitudine e stavi immobile come se fossi colpita da un fulmine mano nella mano per strada in un mondo che è pieno di ruggine»

  • • Fin dall’adolescenza, hanno avuto l’esigenza di cambiare e di esprimersi come ricerca della propria identità (“Ho sempre voluto trovare me stesso”). Hanno trovato risposta nel rap, genere musicale immediato e che non richiede particolari nozioni. • Il “branco”, canzone di Bat One, è stata ed è la possibilità di avere delle persone fidate con cui confrontarsi, un gruppo di rapper nato da una passione in comune e che cresce nella condivisione di tutta la vita. • La necessità di comunicare con l’altro nasce dal desiderio di confronto e di interazione. Questo porta ad una “apertura verso l’esterno” ed è un rifiuto della chiusura in se stessi. • “Un consiglio per farcela? Esagerate!”: per Jack e Bat non è stato facile intraprendere la carriera, spesso hanno

    incontrato difficoltà, anche nel rapporto con i propri genitori. Ma nonostante la fatica, rischiando, hanno realizzato il proprio desiderio. • Questo esporsi al mondo è in contrasto con la società attuale, in cui l’individuo trova la propria identità nell’omologazione e non nella ricerca di un pensiero proprio in cui ognuno si permette di esprimere opinione senza prima giudicarle. • Jack è sposato, Bat ha una relazione stabile con la sua compagna. Entrambi ci hanno raccontato che i loro rapporti sono autentici: lo si può vedere in “5 momenti top” di Jack in cui al primo appuntamento la ragazza dice: “scusa, non so niente del rap” e lui risponde “già ti amo”. Significa che si è sentito guardato non per il suo personaggio e la sua fama ma come uomo.

    Il 31 ottobre abbiamo incontrato Jack The Smoker e Bat One, due artisti rap. Durante l’incontro sono emerse diverse tematiche:

  • • Nei loro testi i rapper affrontano i problemi della società, non per offrire immediate e facili soluzioni ma con l’intento di considerarli e farne emergere l’importanza. • La più grande questione sociale oggi è che tutti si barricano dietro muri. Spesso nelle canzoni dei rapper emerge che l’unico modo per risolvere i problemi è partire da se stessi, cioè dal proprio “io”. • L’origine delle difficoltà non è da attribuire all’altro o alle circostanze esterne, ma a una posizione della persona. • “Fare muro” nasconde il problema, non dà soluzioni e produce altri problemi. La paura dell’altro è paura di interrogare se stessi e chiedersi: “Che rapporto ho io con la vita?”

    • I rapper che nei loro brani si descrivono consapevoli delle loro insicurezze sono quelli che, attraverso la sofferenza, intraprendono un lavoro personale di riflessione su se stessi. Essi nutrono il desiderio di qualcosa di più e ricercano un rapporto vero con l’altro. • Anche una condizione apparentemente negativa può essere considerata positiva se aiuta a mettere in rilievo alcune domande dell’uomo, come per esempio emerge dalla canzone Depressissimo di Rancore. • Gué Pequeno in una canzone afferma: “Ho confuso la realtà con la fantasia” (2%). Spesso, nelle donne che incontrano, i rapper non trovano piena corrispondenza con il loro desiderio d’amore e provano a raggiungerla con l’immaginazione. Se invece si trova ciò che soddisfa il proprio desiderio nella realtà, allora si è felici, come emerso dall’intervista a Jack the Smoker.

    Infine abbiamo voluto dare un giudizio sul lavoro e sono emersi questi punti: