più concorrenza + diritti (2007)

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Liberalizzazioni Panifici cosa cambia?

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Più concorrenza + diritti (2007)

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Liberalizzazioni Panifi ci

cosa cambia?

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Liberalizzazioni, cosa sono?

Liberalizzazioni,cambia tutto. Si esprime con queste due parole la portata dei provvedi-menti adottati dal Consiglio dei Ministri il 30 giugno 2006. Il pacchetto Bersani, che pren-de il nome del Ministro dello Sviluppo Economico che lo ha proposto, ha il merito di aver introdotto nel nostro Paese una serie di nuove norme sul-la concorrenza e i diritti dei consumatori che cambiano profondamente il rapporto tra cittadino-consumatore e for-nitori di servizi.

Diversi i settori interessati da questa “rivoluzione”: dagli ordini professionali ai farmaci, dalla distribuzione commer-ciale alla produzione di pane, dalle assicurazioni al servizio di taxi, dalle banche ai notai.Uni-co obiettivo: la concorrenza, quindi maggiore scelta per il consumatore.Per effetto di questo provve-dimento, ad esempio, quando acquistiamo un’auto, un motorino oppure una barca non sarà più necessario rivolgersi al notaio per il passaggio di proprietà.

Oppure, potremmo chiudere un conto corrente bancario in qualsiasi momento, senza spiegazioni e soprattutto senza pagare alcuna penale. Ma non fi nisce qui. Nel settore dell’Rc auto, nasce la fi gura dell’Agente plurimandatario che offrirà un maggiore assortimento di poliz-ze, anche di compagnie diverse, indirizzando il proprio cliente a quella più idonea.

I vantaggi sono e saranno note-voli: nel caso dei passaggi di pro-prietà, il consumatore benefi cerà di una riduzione dei costi e dello snellimento delle procedure. Che dire, invece, della libertà del correntista di scegliere – quando e come vuole – il conto corrente più conveniente per le proprie tasche? Oppure pensiamo ad un agente assicurativo che confronterà per noi le polizze rc auto – alme-no quelle che rientrano nel suo “portafoglio” – offrendoci quella più affi ne alle nostre esigenze.

Più opportunità, più concor-renza, più diritti. Tutto questo è una vera rivoluzione e al cen-tro – per la prima volta – c’è il cittadino-consumatore.

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Nel 2006 sono state consuma-te nel nostro Paese 898 mila tonnellate di pane: consumi in netto calo se paragonati con i brillanti risultati del passato tanto da poter affermare che il mito del pane oggi “traballa” e cade sotto i colpi inferti da una miriade di prodotti sostituitivi. Primo fra tutti il pancarrè che conquista sempre più estimatori (+8%) a danno del più tradizionale degli alimenti.

Nonostante il vasto “pubblico” che può vantare il più classico dei nutrimenti, il ministro dello Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, nel preambolo del provvedimento che porta il suo nome ha fatto notare che l’attività di produzione di pane è – o meglio era – “l’unico settore produttivo che ancora presenta barriere all’entrata”. Ecco l’obiettivo del pacchetto Bersani: abolizione dei limiti alla produzione e al numero di panifi ci.

L’articolo 4 del provvedimento prevede l’abrogazione della legge 1002/56 e quindi dei limiti all’apertura di nuove at-tività nonché della produzione stessa. Scompare, infatti, quel-la Commissione ad hoc che doveva valutare l’opportunità dell’apertura del nuovo im-pianto in relazione al numero di panifi ci esistenti e al volume della produzione.

L’ambizioso obiettivo della libe-ralizzazione dell’intera attività di produzione viene raggiunto attraverso – innanzitutto – uno snellimento delle procedure “in entrata”. Secondo la nuova normativa, infatti, l’impianto di un nuovo panifi cio, il trasferi-mento o la trasformazione di panifi ci esistenti sono soggetti alla “Denuncia di Inizio Attività” (cosiddetta DIA) da presentare al Comune competente per territorio.

Alla DIA vanno allegati anche una serie di altri documenti che attestano il possesso dei requisiti igienico-sanitari, urbanistici ed ambientali. Conseguentemente la compe-tenza sull’attività di panifi cazio-ne è ora dei Comuni mentre la parte sanitaria resta sempre di competenza delle ASL.

Decreto Bersani e la liberalizzazione delle licenze di panifi cazione

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Lo stesso articolo (n. 4) del-la prima “lenzuolata Bersani” contiene una serie di altre novità. In primo luogo è stata riconosciuta ai panifi catori la facoltà di effettuare l’attività di vendita dei prodotti di pro-pria produzione per il consumo immediato “utilizzando i locali e gli arredi dell’azienda con l’esclusione del servizio assi-stito di somministrazione e con l’osservanza delle prescrizioni igienico sanitarie”.

Inoltre, l’art. 4 del pacchetto Bersani pensa anche al futuro e dispone che un successivo Decreto dovrà disciplinare la denominazione di “panifi -cio”, quella di “pane fresco” e quella di “pane conservato”. Andiamo per ordine.

La denominazione di panifi cio va riservata a tutte le imprese che svolgono l’intero ciclo di produzione del pane, dalla la-vorazione delle materie prime alla cottura fi nale.

Per quanto riguarda, invece, la denominazione di pane fresco, può fregiarsi di tale marchio so-lo il pane prodotto secondo un processo di produzione continuo, privo di interruzioni fi nalizzate al congelamento, alla surgelazione o alla conservazione prolungata delle materie prime.

Ultima previsione, quella relativa ai criteri per la denominazione di “pane conservato”: affi nché si possa parlare di “pane con-servato” è necessario indicare lo stato ed il metodo di con-servazione utilizzato, le mo-dalità di confezionamento e di vendita e le eventuali modalità di consumo.

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Prima dell’avvento dell’era Ber-sani, l’attività di panifi cazione era disciplinata dalla legge n. 1002/1956 che disciplinava l’impianto, la riattivazione, il tra-sferimento e la trasformazione dei panifi ci.

Finora, l’impianto di un nuovo panifi cio era soggetto ad au-torizzazione della Camera di Commercio, industria ed agri-coltura della Provincia sentita una Commissione ad hoc che accertava l’opportunità del nuovo impianto in relazione alla potenzialità produttiva dei pa-nifi ci già esistenti e al consumo teorico di pane da parte della popolazione residente nella località interessata. In sostanza vi erano limiti quantitativi alla produzione ed al numero dei panifi ci in ciascun comune: in

pratica un contingentamento che secondo l’Autorità Garante della concorrenza e del Merca-to portava ad un’ ingiustifi cata distorsione della concorrenza nel settore.

La licenza. Secondo il disposto della legge del 1956 la licenza veniva rilasciata dalla Camera di Commercio che si occupa-va di accertare la sussistenza dei requisiti tecnici ed igienico sanitari. La domanda per ot-tenere il rilascio delle licenze doveva contenere l’indicazione della località, la descrizione dei macchinari e degli attrezzi relativi agli impianti e delle principali modalità della lavorazione e l’indicazione della potenzia-lità di produzione giornaliera, dell’impianto e di una pianta

dei locali e degli accessori. Le licenze erano, inoltre, assog-gettate ad un visto annuale che rilasciava la stessa CCIAA previo accertamento dell’avve-nuto pagamento della tassa di concessione governativa.

Panifi ci, i problemi di prima

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La vendita. La legge n. 1002 prevedeva che la vendita del pane al pubblico poteva essere esercitata solo dalle imprese in possesso della licenza commer-ciale con la specifi ca indicazione della voce “pane”. Le imprese che vendevano pane promiscua-mente ad altri generi dovevano disporre di apposite attrezzature per la vendita distinte da quelle adibite agli altri generi. La stes-sa legge vietava la vendita del pane in forma ambulante e nei pubblici mercati, fatta eccezione per quelli coperti.

L’abrogazione di tale normativa da parte del Decreto Bersani (che mantiene solo l’obbligo del rispetto delle prescrizioni di carattere igienico sanitario) porta oggi, tra l’altro, alla possibilità per le aziende agricole e gli agriturismi di “fare il pane” e i dolci in casa e venderli li-beramente, sia a consumatori singoli, sia all’ingrosso.

Con la nuova disciplina è suffi -ciente che le aziende presentino una denuncia di inizio attività al Comune competente per territorio, corredata dall’auto-rizzazione della competente Azienda Sanitaria Locale in merito ai requisiti igienico-sa-nitari e dall’autorizzazione alle emissioni in atmosfera, dal titolo abilitativo edilizio e dal permesso di agibilità dei locali.

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Panifi ci, i vantaggi di oggi

Più concorrenza, più inve-stimenti, più possibilità di scelta per il consumatore. Nel periodo che va da luglio a ottobre 2006 sono state de-nunciate 1377 nuove imprese di panifi cazione di cui 998 (il 72%) si sono iscritte senza necessità di ottenere la licenza sfruttando così la nuova disposizione. Questi i dati quantifi cabili nu-mericamente che riguardano i nuovi impianti.

Ci sono, tuttavia, una serie di van-taggi per il consumatore di diversa natura. Innanzitutto l’abolizione dei limiti alla produzione, uni-tamente a quella del numero dei panifi ci, comporta la possibilità – per il consumatore – di sce-gliere di acquistare il prodotto tra una rosa di offerte più ampia. Inoltre non si può sottovalutare il fatto che l’aumento del numero di panifi ci ha certamente incre-mentato la quantità della pro-duzione consentendo un congruo miglioramento dell’accessibilità al prodotto.

Ma anche chi nel settore ci lavora benefi cerà delle novità del pacchetto Bersani. La li-beralizzazione delle licenze di panifi cazione ha comportato l’assoluta libertà di esercitare l’attività di panifi cazione dove si riterrà più opportuno, senza necessità che venga rilasciata la licenza-autorizzazione da parte della CCIAA., come av-veniva durante la vigenza della legge n. 1002/56. Il panifi catore potrà esercitare la sua attività in qualunque luogo.

Questa è una vera rivoluzione. Al centro per la prima volta ci sono i consumatori.

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Info e link utili

SITO WEB DEL PROGETTO

www.concorrenzaediritti.it

INDIRIZZO E-MAIL [email protected]

RADIO WEB www.consumerschannel.it

CONSIGLIO NAZIONALE CONSUMATORI UTENTI

www.tuttoconsumatori.it

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO www.sviluppoeconomico.gov.it

CITTADINO-CONSUMATORE http://cittadinoconsumatore.sviluppoeconomico.gov.it

ASSOPANIFICATORI www.assopanifi catori.it

FEDERAZIONE ITALIANA PANIFICATORI WWW.FIPPA.IT

Progetto fi nanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico