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PLASTICANDO. COM – esempio di progettazione di un plastico ferroviario 1 Progettazione di un tracciato di plastico ferroviario SCHEMA DI PROGETTAZIONE DEL PLASTICO ELEMENTI DEL PLASTICO DESCRIZIONE DEL PLASTICO Prima ancora di procedere ad una progettazione del plastico ferroviario/tracciato, è importante avere presente un quadro d’insieme delle diverse scelte operabili, in funzione dei desiderata del committente e dei vincoli (spazio, spesa, disponibilità sul mercato, ecc.) che il committente stesso fornisce. Di seguito è riportato un esempio schematico di come si sviluppa lo studio preliminare alla realizzazione di un plastico ferroviario.

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PLASTICANDO. COM – esempio di progettazione di un plastico ferroviario 1

Progettazione di un tracciato di plastico ferroviario

SCHEMA DI PROGETTAZIONE DEL PLASTICO

ELEMENTI DEL PLASTICO

DESCRIZIONE DEL PLASTICO

Prima ancora di procedere ad una progettazione del plastico ferroviario/tracciato, è importante avere presente un quadro d’insieme delle diverse scelte operabili, in funzione dei desiderata del committente e dei vincoli (spazio, spesa, disponibilità sul mercato, ecc.) che il committente stesso fornisce.

Di seguito è riportato un esempio schematico di come si sviluppa lo studio preliminare alla realizzazione di un plastico ferroviario.

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Secondo quanto comunicatoci dal committente, ripercorriamo insieme gli elementi sopra riportati.

Ricerca dello spazio: ci sono state comunicate dall’inizio le dimensioni (200x150 cm), salvo lasciare un piccolo margine di discrezionalità.

Tema del plastico: riprodurre, in scala HO, una linea elettrificata che attraversa una zona collinare / montana dell’Italia centrale.

Forma plastico: dalle dimensioni comunicate, la forma del plastico è rettangolare, con accesso su tutti i lati.

Tipo di paesaggio: ambientato nel centro Italia (Toscana) fra colline e montagne.

Periodo storico: anni ’60 e ’70 (fine era III e inizio era IV).

Tipo di traffico: il committente non ha specificato il tipo di traffico previsto. È stata pertanto ipotizzato il traffico una linea con traffico prevalentemente locale, interessata saltuariamente dal transito di qualche convoglio “importante” (espresso a lunga percorrenza / rapido).

Alimentazione: anche per questo il committente non ha specificato: per semplicità di realizzazione e flessibilità d’impiego proponiamo senza dubbio un sistema digitale (DCC compatibile).

Impianto elettrico: per l’alimentazione dei convogli, presenza di un bus di alimentazione (due cavi, ciascuno che alimenta una rotaia) che percorra tutto il tracciato con contatti di alimentazione del binario ogni circa 150 cm di tracciato lineare. Questo sistema impedisce la caduta di tensione e assicura sempre una buona qualità del segnale digitale al materiale rotabile. Per quanto riguarda gli scambi, comando degli stessi da un quadro sinottico (eventualmente, in futuro, può essere sostituito dall’installazione di appositi decoder per comandare anche gli scambi direttamente dal sistema DCC). Se desiderata, l’alimentazione degli accessori (illuminazione, eventuali altri effetti), deve essere realizzata separatamente dall’alimentazione del binario e degli scambi.

Stazione: fra le richieste, c’era il desiderio di avere due stazioni. La scala utilizzata e lo spazio non consentono, tranne sacrifici molto forti del paesaggio con il rischio di ottenere un plastico “sovraffollato” di avere più di una stazione. Eventualmente, si può pensare di aggiungere una semplice fermata (più oltre è proposta una versione “alternativa”, senza la bretella di collegamento fra le due linee a binario unico e con la stazione “secondaria”).

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Tracciato in vista: il tracciato è a semplice binario. Nel nostro paese non mancano esempi di linee, anche importanti, per buona parte a semplice binario elettrificato (ad esempio, la linea della Cisa, la Porrettana, la traversale media appenninica – Perugia/Falconara, la Caserta/ Foggia, ecc.). Del resto, la realizzazione di un plastico con tracciato a doppio binario ti appesantirebbe in modo determinante il paesaggio (lo ridurrebbe all’osso).

Ambiente fisico del plastico: potrebbe avere importanza se il plastico è conservato in un ambiente troppo umido o soggetto a forti variazioni di umidità / temperatura. Ovviamente, tale importanza è proporzionale alle dimensioni dell’impianto. Per quanto riguarda il plastico prospettato, porrò attenzione, nella posa dei binari, alcuni spazi per consentirne la dilazione senza deformare il binario.

Progettazione del paesaggio: il paesaggio sarà costruito con almeno due tecniche “classiche”. Si tratta dell’utilizzo di reticella metallica ricoperta di bende gessate e dell’utilizzo di polistirolo (bassa ed alta densità, secondo il caso). La realizzazione delle rocce e dei particolari sarà in gesso, attraverso stampi di gomma siliconica. Il risultato che penso di ottenere è quello qua sotto illustrato (si tratta di un plastico che sto costruendo in queste settimane).

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Per il manto erboso, lo stesso sarà realizzato con materiali disponibili in commercio (erbetta sintetica statica o “turf”, secondo la tua scelta).

Il “turf” produce un effetto come quello del plastico che ho realizzato insieme agli altri amici di Plasticando per la Rai (un po’ effetto da sottobosco, molto “spugnoso”) come nell’illustrazione che segue:

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Per quanto riguarda invece l’erbetta sintetica “statica”, sotto trovi un esempio. Si tratta di filamenti che aderiscono al plastico per un’estremità e danno quindi l’idea di erba un po’ cresciuta.

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Gli alberi dipendono da quanto intendi spendere (meglio pochi ma buoni, per esperienza …). Oltre ai prodotti commerciali, si ottengono buoni risultati utilizzando arbusti di Teloxis, la cui fitta ramificazione consente una buona riproduzione in scala degli alberi di latifoglie, come ad esempio gli alberi riprodotti nella figura seguente:

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Stazione nascosta: la stazione nascosta è di tre binari, posti praticamente sotto la stazione principale. I treni possono essere ricoverati anche in “serie” (due treni corti sullo stesso binario).

Tracciato: il tracciato proposto è quello qui sotto riportato. Più oltre, si trova la descrizione dello stesso, corredata dalla giustificazione di alcune scelte sceniche (es. sfondo diagonale).

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Legenda:

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1 – industria alimentare (solo facciata del fabbricato, appoggiata al bordo del plastico, cosiddetto fabbricato “flat”); 2 – edificio dell’industria alimentare; 3 – fabbricato viaggiatori; 4 – magazzino merci; 5 – abitazioni private; 6 – passaggio a livello (strada rurale) 7 – sovrappassaggio (che nasconde anche il fondale) 8- bosco / collina 9 – casello ferroviario (per le due biforcazioni); 10 – parete rocciosa 12 – ponti in muratura 11 – viadotto in muratura ad archi

Ecco una breve descrizione dell’impianto, così come ipotizzato.

Il plastico, di dimensioni di 200x250 cm rappresenta una linea a binario unico, ambientato in una zona collinare / montuosa dell’Italia Centrale. Ambientazione storica circa anni ’60 – inizio anni ’70, estendibile sino agli anni ’80.

Il plastico presenta una stazione nascosta (tracciato di colore giallo sul disegno) di 3 binari, lunghi circa 250 cm (consentono di ricoverare un convoglio passeggeri di 5-6 carrozze da 30 cm e una locomotiva, oppure due “convogli minimi” di loco + due carrozze o loco + 3 carri oppure ancora un paio di automotrici / elettromotrici ciascuno), dalla quale la linea emerge (in basso al centro). Qui è situata una diramazione per la linea (sempre a binario unico, elettrificato) che riconduce direttamente alla stazione nascosta senza transitare per tutto il resto del plastico. Questa diramazione è solo ipotetica: per dare maggior respiro al paesaggio potrebbe anche non essere riprodotta. Qualora non fosse riprodotta, potrebbe essere sostituita da una fermata o da una stazione secondar aria. Seguiamo invece la linea principale, che scavalca “sé stessa” su un punte metallico in curva e un fiumiciattolo / torrente su un viadotto in muratura ad archi. Terminato il viadotto, la linea percorre un tratto a mezza costa prima di entrare in galleria (in realtà, la galleria è lunga pochi cm: si tratta di un espediente scenico per separare la parte “urbanizzata” del plastico da quella dove sono rappresentate le colline e il bosco). La linea che vedi in diagonale è un divisorio (sfondo).

Attraversata la (corta) galleria, la linea entra in stazione, provvista di un binario di raddoppio. L’impianto della stazione, al di là del raddoppio, consente un buon movimento di carri merce: sono infatti presenti sia il magazzino merci con il binario per il collettame posto dietro di esso, sia un’industria (che, stante l’ambientazione, proponiamo essere alimentare).

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Uscita dalla stazione, la linea a binario unico prosegue in discesa (da notare che il tronchino di manovra al servizio dei binari dello scalo merci non scende, quindi si avrà un [gradevole per me] effetto di due linee vicine a livelli leggermente diversi, separate da un muretto). Terminata la discesa, prima di impegnare la stazione nascosta, la linea costeggia per un breve tratto (circa 70-80 cm) il fiume.

La presenza di un corso d’acqua, con binari e pareti di una gola (eventualmente anche di un bosco, come del resto proposto nel disegno), aiuta a “dilatare” la scena.

In alternativa alla bretella di collegamento fra le due linee a binario unico, è possibile inserire una stazione secondaria (un semplice raddoppio della linea a binario unico). Tale soluzione, oltre che andare nella direzione di soddisfare un’esigenza manifestata dal committente, consente una maggiore varietà d’esercizio, consentendo anche l’incrocio o la precedenza di convogli in questa seconda stazione. In tal caso, la parte destra del plastico assumerebbe la seguente configurazione:

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Lo sfondo, previsto che “tagli” diagonalmente quasi tutto l’impianto, serve a dividere scenicamente il plastico, in modo che sembri più ampio e, nel caso si optasse per le due stazioni, a ad “allontanarle”, in quanto la radice della stazione secondaria e quella della stazione principale si trovano a pochi centimetri (si potrebbero ulteriormente allontanare, prevedendo un piano “aggiuntivo”, alzando la stazione principale di circa 9 centimetri e inserendo due rampe elicoidali (una prima di ogni radice della stazione principale), rendendo però la costruzione dell’impianto decisamente più complessa.

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Fra gli elementi a favore dell’introduzione dello sfondo sta una semplice considerazione riguardo alla “profondità” che si vuole dare ad una scena riprodotta in scala. Infatti, l’angolo visivo si amplia in presenza di uno sviluppo verticale del plastico, reso possibile proprio dallo sfondo. Le figure che seguono credo illustrino il concetto: mettono a confronto una situazione nella quale è presente lo sfondo (anche sviluppando il plastico in altezza) con una nella quale lo sfondo non è sviluppato in altezza (anzi, presenta una pendenza che segue la linea visiva dell’osservatore).

Terminata la descrizione del tracciato, sono rappresentati di seguito i dati tecnici e di esercizio del plastico.

Binario: per la scala HO ed il tipo di ambientazione temporale, sicuramente traversine in legno (che coprono un arco temporale decisamente ampio).

Deviatoi: sono 15, dei quali 6 sinistri; 2 a “Y” e 7 destri. Ovviamente, se decidiamo di rinunciare alla “bretella” , puoi togliere 2 scambi dal totale (o utilizzarli in altre situazioni, ad esempio per il raddoppio nella stazione secondaria).

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Alimentazione: anche per questo plastico proporrei il sistema digitale (che, nella scala HO ha anche il pregio di non presentare eccessivi problemi di spazio per l’installazione dei decoder). Il sistema digitale, oltretutto, semplifica moltissimo il cablaggio del plastico!

Raggio minimo e pendenze: il raggio minimo è sacrificato. Infatti, per le dimensioni del plastico, sono dovuto scendere a 40 centimetri, cercando di mantenerlo ad un livello più alto nelle zone in vista. La pendenza prevista è del 3%, che reputo corretta per il tipo di convogli che possono circolare (lunghezza massima circa 200 cm).

Esercizio e rotabili: l’esercizio potrebbe essere suddiviso fra le seguenti tipologie di treni.

a) Passeggeri “importante”: ad esempio un treno con E428 e alcune carrozze tipo 1950 o CIWL o simili oppure una composizione di Ale 601 o ETR 220;

b) Una coppia di passeggeri “locali” (es. un’automotrice e un E424 con due – tre Corbellini); c) Un merci “raccoglitore” (con E626 oppure, se a trazione termica, con D341 – D342) che si fermi in stazione per lasciare / raccogliere i

carri destinati al magazzino merci e all’industria; d) Una locomotiva da manovra (potrebbe essere anche una 880 o una diesel – 236 o simili) che si preoccupa di spostare i carri nella

zona del Magazzino Merci; e) Una locomotiva “privata” al servizio dell’industria.