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PODERE BRIZIO S.R.L. SOCIETA’ AGRICOLA

RELAZIONE ILLUSTRATIVA

Il Tecnico incaricato

Dott. Ing. Sarah Scaletti

Podere Brizio S.r.l. – Società Agricola

Relazione illustrativa Pag. 1

INDICE DELLA RELAZIONE ILLUSTRATIVA 1 I contenuti del P.A.P.M.A.A. – P.A. 1.1 Area di intervento pag. 2 1.2 Obiettivi e previsioni del P.A.P.M.A.A. pag. 5 1.3 Interventi edilizi pag. 8 1.4 Miglioramenti ambientali e sistemazioni esterne pag. 11 1.5 Tutela ambientale e paesaggistica pag. 12 1.6 Unità minime di intervento e parametri edilizi pag. 15 2 Quadro di riferimento 2.1 Il Piano di Indirizzo Territoriale della Regione Toscana pag. 18 2.2 Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Siena pag. 21 2.3 Il Piano Strutturale e il P.R.G. del Comune di Montalcino pag. 26



1 I CONTENUTI DEL P.A.P.M.A.A. – P.A. 1.1 Area di intervento I terreni di proprietà della Società Agricola Podere Brizio S.r.l. sono collocati nel versante sud – ovest di Montalcino, nei pressi del centro abitato di Tavernelle. Podere Brizio è raggiungibile percorrendo la Strada Provinciale n° 117 “La Maremma” e imboccando, in loc. Tavernelle, la Strada Vicinale di Mocali.

Estratto di Carta Tecnica La matrice è chiaramente agricola, con nuclei rurali abitati sparsi e un territorio caratterizzato, verso nord, da estese aree boscate a predominanza di leccio e, più verso sud, da vaste superfici di



vigneto industrializzato. L’azienda ha un’estensione complessiva di 28.29.33; i terreni coltivati hanno giacitura sub-pianeggiante e si trovano ad una quota media di circa m. 360 s.l.m.

Planimetria generale dell’azienda

Planimetria generale del centro aziendale – Stato attuale

Podere Brizio Fabbricato principale

Rimessa macchine e magazzino attrezzi

Cantina

Podere Brizio Fabbricato secondario



Il centro aziendale di Podere Brizio è collocato in prossimità del confine Est dell’azienda, in un’area pressoché pianeggiante; ha uno sviluppo di tipo lineare ed è costituito da vari corpi di fabbrica realizzati in epoche successive. Il nucleo storico è rappresentato da un fabbricato rurale già documentato nel Catasto Leopoldino, cui si sono aggiunti, attorno al 1960, un annesso adibito a rimessa macchine e, agli inizi degli anni 2000, una cantina; nella planimetria che precede sono riportate le indicazioni dei vari edifici. Per una più dettagliata descrizione si rimanda alle relative Schede dei Fabbricati allegate al P.A.M.P.A.A..

Podere Brizio - Fabbricato principale

Podere Brizio – Fabbricato secondario



Rimessa macchine e attrezzature

Cantina

1.2 Obiettivi e previsioni del P.A.P.M.A.A. Il Programma Aziendale Pluriennale di Miglioramento Agricolo Ambientale si pone quali obiettivi principali: 1. l’adeguamento delle dotazioni immobiliari dell’azienda alla produzione vinicola; 2. la generale riqualificazione del centro aziendale. I suddetti interventi sul patrimonio edilizio, che saranno meglio descritti nel proseguo della presente relazione, rappresentano la conseguenza logica e necessaria di un percorso già intrapreso dalla società proponente. Podere Brizio S.r.l., infatti, con la recente modifica della compagine sociale, ha avviato una serie di



investimenti tesi, da un lato, all’incremento della produzione vinicola e, dall’altro, all’innalzamento del livello qualitativo del prodotto: l’obiettivo dell’azienda è infatti la collocazione in una fascia di mercato medio-alta. L’azienda ha recentemente iniziato le opere per l’impianto di nuovi vigneti per una superficie totale, netta, di Ha. 2.30.00, avendo già acquisito diritti di reimpianto e le necessarie autorizzazioni da parte del Comune di Montalcino.

Terreni destinati a nuovi vigneti

La grande novità che sarà introdotta dall’azienda riguarda comunque il processo produttivo, che sarà largamente modificato per andarsi a fondare su due principi cardine:

- utilizzo del sistema di vinificazione gravitazionale, che permette una lavorazione delle uve accurata e delicata, senza l’utilizzo di pompe, in maniera tale da valorizzare appieno le grandi qualità della materia prima;



- totale abbandono dell’acciaio quale materiale per i serbatoi di vinificazione, a favore del cemento che, dotato di maggiore inerzia termica, consente un minor stress del prodotto; tale materiale viene oggi utilizzato per creare tini del tutto innovativi sia nelle forme (troncoconiche o a calice, appositamente studiate per consentire un miglior scambio mosto/vinacce durante

tutta la fermentazione) che nella dotazione impiantistica (con l’integrazione, nel getto della parete e del

fondo, di serpentine continue e distribuite in grado di regolare la temperatura in maniera efficace ed

omogenea).

Sarà inoltre introdotta una nuova tipologia di vino IGT di alta gamma, commercialmente identificabile come “SuperTuscan”, con tempi previsti di invecchiamento in legno di circa due anni. La cantina esistente appare totalmente inadeguata a dare risposte agli obiettivi dell’azienda, sia in termini dimensionali che in termini di organizzazione di lay-out produttivo. Da qui l’esigenza di creare nuovi spazi di cantina che possano, da un lato, permettere la lavorazione dei maggiori quantitativi di uve che andranno ad essere prodotti e, dall’altro, consentire l’attuazione del nuovo processo produttivo e l’innalzamento del livello qualitativo dei vini.

Congiuntamente agli interventi sulla filiera di produzione, l’azienda ha in programma di procedere alla valorizzazione della propria immagine: tale obiettivo viene perseguito, tra l’altro, anche attraverso la riqualificazione generale, in termini paesaggistici e ambientali, del contesto in cui opera. L’azienda ha quindi già intrapreso lavori di ristrutturazione interna della colonica “Podere Brizio” per adeguarla alle esigenza dell’attività agrituristica. In aggiunta a ciò, con il presente P.A.P.M.A.A. – P.A., l’azienda propone lo spostamento dell’attuale rimessa macchine e magazzino attrezzi, oggi collocati nei pressi della piscina dell’agriturismo.



1.3 Interventi edilizi Per perseguire i propri obiettivi, l’azienda ha dunque necessità di procedere all’ampliamento della cantina esistente e allo spostamento della rimessa macchine esistente.

Ampliamento della cantina L’intervento proposto sulla cantina consiste in:

- ampliamento, in senso orizzontale, del piano interrato, creando un nuovo volume nel quale saranno collocati gli spazi per la vinificazione/fermentazione e una parte della bottaia; complessivamente la superficie utile in ampliamento è pari a mq. 393, con un volume lordo massimo di mc. 2200. A tali spazi va aggiunta una tettoia di ricevimento uve, posta sulla copertura dei locali in ampliamento, avente superficie lorda massima pari a mq. 66 e volume lordo massimo di mc. 205.

- riqualificazione funzionale delle zone di lavoro e quindi degli spazi interni, attualmente scarsamente distinti, volta ad ottenere una maggior razionalità e specificità degli stessi per il miglioramento delle condizioni igieniche e di sicurezza sui luoghi di lavoro, nonché per la creazione del più idoneo microclima locale (in funzione delle fasi lavorative svolte); vengono inoltre introdotte funzioni, quali la degustazione, in precedenza assenti.

I nuovi volumi sono ubicati nel lato Sud-Ovest della cantina esistente. L’acclività del pendio su cui viene collocata la porzione in ampliamento consente di:

- liberare dal terreno il fronte del locale fermentazione (che per esigenze legate alle norme igienico

sanitarie e di sicurezza sui luoghi di lavoro non possono essere collocati in locali chiusi interrati), anche mediante la creazione di uno spazio di manovra antistante che sarà collegato alla viabilità esistente attraverso un breve tratto sterrato;

- di ricoprire larga parte del fronte della bottaia adiacente, come indicato negli elaborati



grafici, così da minimizzare l’impatto visivo del nuovo corpo.

Le altezze dei nuovi locali sono dettate dalle preesistente, ovvero dalla quota di imposta della fondazione e del primo solaio della cantina: da ciò deriva la limitazione dell’altezza interna a m. 4 e la conseguente necessità di utilizzazione di serbatoi di vinificazione con capacità pari a 61 HL. (con

altezza pari a m. 2.50). La copertura del corpo in ampiamento è del tipo piano: ciò consente il suo utilizzo, nel periodo della vendemmia, come piazzale di ricevimento uve e lo sfruttamento del principio gravitazionale per il conferimento del materiale nei sottostanti vasi di fermentazione. Su tale copertura è prevista la realizzazione di una tettoia leggera, da utilizzarsi per la protezione del materiale vendemmiato, sulla quale verranno alloggiati i pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica. Contestualmente all’ampliamento dell’esistente, è previsto di rivedere le aperture e i cromatismi dei prospetti della cantina esistente, sia per esigenze funzionali e distributive, sia per ottenere un effetto finale maggiormente armonico. Al fine di ottimizzare l’inserimento paesaggistico, viene privilegiato l’utilizzo di tecniche e materiali di tradizione consolidata. E’ previsto, in particolare, l’utilizzo della pietra come rivestimento delle parti di muratura non interrate, attraverso la quale si andrà anche a conferire maggior inerzia termica all’involucro edilizio; le aree pavimentate saranno in cotto o in pietra. Le aree carrabili del ricevimento uve potranno essere pavimentate con materiali maggiormente resistenti e idonei all’uso, ma sempre con cromatismi analoghi ai sopraccitati materiali. I nuovi accessi e aree di manovra funzionali all’intervento edilizio sono studiati in modo da minimizzare le lunghezze dei percorsi e i movimenti terra. Le aree esterne circostanti la cantina (aree di manovra, piazzali) avranno finitura in ghiaino o pietra



naturale; qualora sia necessario, per esigenze lavorative e di tutela ambientale, avere aree impermeabilizzate, queste saranno di calcestruzzo colorato di tonalità in armonia con i cromatismi delle viabilità rurali.

Spostamento della rimessa macchine e magazzino attrezzi esistente Una seconda serie di interventi edilizi deriva, come già espresso, dalla volontà dell’azienda di procedere ad una generale riqualificazione del centro aziendale. Tale riqualificazione si esplica attraverso lo spostamento della rimessa macchine e deposito attrezzi attualmente presente a ridosso della piscina dell’agriturismo, lasciando nelle immediate vicinanze della casa colonica esclusivamente la parte destinata a magazzino per gli attrezzi. La nuova rimessa macchine, nella quale saranno collocati anche gli spogliatoi per il personale “di campagna”, andrà ad essere collocata in una porzione di terreno che fronteggia la cantina, in posizione baricentrica rispetto alle terre coltivate; tale edificio avrà superficie utile pari a mq. 236 e volume lordo massimo pari a mc. 1210. Per garantire il minor impatto visivo, è previsto di utilizzare materiali tradizionali quali pietra e laterizio, nonché di orientare il fabbricato in maniera tale da rendere l’interno (con i mezzi agricoli) non visibile dalla strada di accesso e dal centro aziendale. L’accesso alla nuova rimessa macchine avviene utilizzando i percorsi già esistenti utilizzati dai mezzi agricoli. Le aree esterne circostanti la rimessa rimarranno prevalentemente sterrate; qualora sia necessario, per esigenze lavorative e di tutela ambientale, avere aree impermeabilizzate, queste saranno di calcestruzzo colorato di tonalità in armonia con i cromatismi delle viabilità rurali. Il piccolo magazzino attrezzi sarà invece posto adiacente all’area occupata dalla rimessa macchine esistente; anche in questo caso è previsto l’utilizzo di tipologia costruttiva e materiali tradizionali per una migliore armonia dell’insieme.



Tale fabbricato avrà superficie utile pari a mq. 27.4 e volume lordo massimo pari a mc. 118; è inoltre prevista la realizzazione, addossato a tale fabbricato, di un pergolato. Contestualmente alla demolizione della rimessa macchine esistente sarà riqualificata l’area di sedime della stessa, mediante la piantumazione di essenze autoctone (corbezzolo, lentisco) attraverso le quali si andrà a realizzare uno schermo visivo per la piscina dell’agriturismo. Tale seconda serie di interventi verrà realizzata mantenendo pressoché inalterata la superficie ma riducendo nettamente la volumetria del costruito in quanto le altezze vengono limitate allo stretto necessario richiesto dalle funzioni svolte. L’immagine che segue rappresenta lo stato di progetto della planimetria del centro aziendale, con gli interventi programmati sui fabbricati e le sistemazioni delle aree esterne.

Planimetria generale del centro aziendale – Stato programmato dei fabbricati

1.4 Miglioramenti ambientali e sistemazioni esterne Gli interventi di miglioramento ambientale per la tutela e valorizzazione paesaggistica sono rivolti

Rimessa macchine

Podere Brizio Fabbricato principale

Magazzino attrezzi

Cantina

Podere Brizio Fabbricato secondario



principalmente a rafforzare la percezione della magli agraria fitta individuata nel territorio di Podere Brizio. Tali interventi consistono in:

- Inserimento di siepi informali mediante messa a dimora di specie arbustive autoctone, poste ad interrompere la continuità dei vigneti;

- Inserimento di un filare di olivi in fregio alla capezzagna che divide i vigneti in corso di impianto da quelli esistenti;

- Inserimento di siepi mediante informali messa a dimora di specie arbustive autoctone, poste in fregio alla capezzagna tra i due appezzamenti vitati in corso di realizzazione;

- Inserimento di siepe arbustiva in fregio alla capezzagna nei pressi della nuova rimessa macchine;

- Riqualificazione e sistemazione a verde della zona di sedime della rimessa macchine in demolizione, con l’inserimento di siepi arbustive informali a schermo della piscina dell’agriturismo.

A completamento degli interventi edilizi si procederà alla generale sistemazione delle aree esterne di pertinenza dei fabbricati prevedendo, in particolare, la messa a dimora di siepi arbustive in corrispondenza dell’ampliamento della cantina e di alcune piante da frutto in corrispondenza della nuova rimessa macchine, con le quali si andrà anche a schermare alla vista tale fabbricato.

1.5 Tutela ambientale e paesaggistica La progettazione degli interventi previsti nel P.A.P.M.A.A. – P.A. si fonda su un quadro conoscitivo definito, derivante dai Piani sovraordinati, e tiene conto delle conseguenti considerazioni in materia di tutela ambientale. Sono state analizzate le eventuali criticità emerse e previste soluzioni progettuali che si muovano nell’ottica della salvaguardia ambientale e dello sviluppo sostenibile dell’azienda, che coniughino le



esigenze funzionali e produttive ai temi della tutela delle risorse naturali, e adottino, se necessario, misure di mitigazione capaci di rendere le scelte progettuali sostenibili a livello ambientale.

Si evidenzia innanzi tutto che la localizzazione degli interventi discende non solo da considerazioni di carattere funzionale, ma anche paesaggistico ed ambientale, evitando, per quanto possibile, l’interferenza con aree di sensibilità degli acquiferi e pericolosità idraulica o geomorfologica1. Gli interventi previsti non alterano in maniera evidente la morfologia del terreno e si inseriscono armonicamente nel contesto. L’ampliamento della cantina è strettamente commisurato alle necessità aziendali ed incide in maniera del tutto trascurabile in termini di consumo del suolo. Gli altri interventi, come già esposto, vengono realizzati con una netta riduzione complessiva della volumetria costruita (le altezze vengono limitate allo stretto necessario richiesto dalle funzioni svolte) e senza incremento dell’utilizzo di nuovo suolo (viene mantenuta pressoché inalterata la superficie).

Le valutazioni progettuali sono orientate verso la realizzazione di organismi edilizi energeticamente efficienti, sia in termini di contenimento dei consumi sia tramite l’utilizzo di fonti rinnovabili. L’ubicazione del nuovo volume della cantina e la ridistribuzione interna dei locali consentono di coniugare le esigenze produttive e funzionali (già descritte nei precedenti Paragrafi) con l’inserimento del nuovo manufatto nel contesto paesaggistico e con la riduzione dei consumi energetici. La scelta di collocare i locali vinificazione, fermentazione e, soprattutto, invecchiamento ed affinamento nella parte interrata della cantina, comporta infatti una decisa riduzione dei consumi energetici. All’interno di tali ambienti di lavorazione è necessario mantenere precise condizioni di temperatura e umidità costanti; la collocazione interrata di tali locali assolve a questi scopi, consentendo di

1 Fa eccezione la localizzazione dell’ampliamento della cantina, non diversamente ubicabile, collocato in area a pericolosità geomorfologica elevata G.3.



sfruttare al meglio lo scambio termico con il terreno e ridurre conseguentemente i fabbisogni energetici per la climatizzazione, sia in riscaldamento che in raffrescamento. Ulteriori interventi per la riduzione dei consumi energetici derivano dall’utilizzo di un isolamento termico adeguato per il fronte non interrato, la soprastante copertura e i locali di stoccaggio vino posti al piano terra (interamente confinati da pannelli coibentati), nonché l’utilizzo di camini di aerazione per una ventilazione e un raffrescamento naturale degli ambienti. Anche per la rimessa macchine e il piccolo magazzino, con la sola esclusione delle parti aperte, è prevista l’adozione di sistemi di isolamento termico tali da consentire il raggiungimento di standard di risparmio energetico superiori a quanto previsto dalla normativa vigente in materia.

A tali interventi volti a implementare la resistenza termica dell’involucro edilizio, si affianca inoltre l’utilizzo di fonti rinnovabili, mediante l’impiego di pannelli solari fotovoltaici e termici, che andranno a coprire parte del fabbisogno energetico dei fabbricati.

Viene inoltre affrontato il tema della tutela della risorsa acqua attraverso l’obiettivo del risparmio idrico. E’ infatti incentivata la razionalizzazione dei consumi, con l’utilizzo di fonti di approvvigionamento differenziato in relazione agli usi delle risorse idriche, prevedendo:

- l’uso di acque che presentano livelli qualitativi più elevati laddove siano richieste le caratteristiche di potabilità (usi alimentari e igiene personale);

- la raccolta e l’impiego delle acque meteoriche per gli altri usi (irrigazione aree verdi, lavaggio

piazzali e pavimentazioni, lavaggio mezzi agricoli e veicoli in genere, cassette w.c.).

Le sistemazioni esterne prevedono, in generale, che venga minimizzata l’impermeabilizzazione del suolo, anche attraverso l’uso di materiali che permettano la percolazione e la ritenzione temporanea delle acque meteoriche.



In aggiunta a quanto sopra, nel caso degli interventi che comportano un deciso incremento di superficie coperta rispetto alla situazione complessiva attuale, è prevista la realizzazione di volumetrie di volano per l’accumulo delle acque meteoriche al fine di evitare incrementi di carico sul reticolo idrico superficiale. Ulteriori prescrizioni delle N.T.A. riguardano le sistemazioni esterne, per le quali si dovranno adottare criteri realizzativi atti a limitare il fenomeno dell’erosione e del dilavamento dei terreni.

La zona in oggetto non risulta servita da pubblica fognatura; in considerazione dei quantitativi di uve lavorate dalla cantina, delle dimensioni dell’agriturismo e dei conseguenti reflui prodotti, è previsto di effettuare lo smaltimento di quest’ultimi attraverso distinti sistemi di subirrigazione preceduti da un trattamento primario, in ottemperanza alla normativa nazionale, regionale, provinciale e comunale e nel pieno rispetto della risorsa.

Ulteriore elemento di attenzione in materia ambientale riguarda l’inquinamento luminoso: nell’ottica di limitare al minimo le immissioni luminose, è previsto che vengano ottimizzati i punti luce esterni con le relative interdistanze, privilegiando l’utilizzo di corpi illuminanti che consentano di evitare la dispersione luminosa verso l’alto, installati con una corretta inclinazione ed adeguata potenza.

1.6 Unità minime di intervento e parametri edilizi Gli interventi previsti nel P.A.P.M.A.A. – P.A. sono stati suddivisi in Unità Minime di Intervento, comprendenti ciascuna interventi edilizi e relativi miglioramenti ambientali associati. Le U.M.I. sono attuabili indipendentemente e non necessariamente secondo l’ordine nel seguito indicato.

Unità Minima di Intervento 1: - Ampliamento cantina, con relative aree di manovra e percorsi di accesso; - Messa a dimora di essenze arboree arbustive ad interruzione delle estensioni dei vigneti

in corso di realizzazione;



- Inserimento di un filare di olivi in fregio alla capezzagna che divide i vigneti in corso di impianto da quelli esistenti.

Unità Minima di Intervento 2: - Realizzazione di nuova rimessa macchine e locali per gli operai, con relative piazzole di

sosta e manovra; - Messa a dimora di essenze arboree in fregio alla capezzagna nei pressi della nuova

rimessa macchine; - Demolizione rimessa macchine esistente.

Unità Minima di Intervento 3: - Realizzazione di magazzino nella zona piscina, con addossata pergola; - Riqualificazione area a verde circostante con l’inserimento di siepi arbustive informali.

L’indicazione schematica delle U.M.I. è riportata negli elaborati grafici Tavola Progetto 8.

I parametri urbanistici, in termini di Superficie Utile Lorda e Volume, previsti nel P.A.P.M.A.A. – P.A. derivano direttamente, previo arrotondamento, dal lay out distributivo elaborato sulla base delle esigenze aziendali (produzioni annue, parco mezzi e attrezzature) e dai conseguenti progetti sviluppati. Le superfici e i volumi vengono computati in accordo al quanto stabilito dal P.R.G. e con le ulteriori specifiche previste nelle N.T.A. circa gli spessori delle pareti e dei solai in funzione dell’isolamento termico. I suddetti parametri risultano i seguenti:

a. Ampliamento cantina con tettoia di conferimento uva Ampliamento cantina

Superficie utile lorda massima = mq. 440 Volume massimo = mq. 2.200

Tettoia di conferimento uva Superficie utile lorda massima = mq. 66 Volume massimo = mq. 250

b. Rimessa macchine Superficie utile lorda massima = mq. 275 Volume massimo = mq. 1.210



c. Magazzino attrezzi Superficie utile lorda massima = mq. 35 Volume massimo = mq. 118



2 QUADRO DI RIFERIMENTO 2.1 Il Piano di Indirizzo Territoriale della Regione Toscana Il Piano di Indirizzo Territoriale (P.I.T.) è l’atto di pianificazione territoriale attraverso il quale la Regione Toscana delinea la strategia dello sviluppo territoriale mediante l'indicazione e la definizione: a) degli obiettivi del governo del territorio e delle azioni conseguenti; b) del ruolo dei sistemi metropolitani e dei sistemi delle città, dei sistemi locali e dei distretti produttivi, delle aree caratterizzate da intensa mobilità nonché degli ambiti territoriali di rilievo sovraprovinciale; c) delle azioni integrate per la tutela e valorizzazione delle risorse essenziali. Il P.I.T. attualmente vigente è stato approvato dal Consiglio regionale il 24 luglio 2007 con delibera n. 72 e pubblicato sul Burt n. 42 del 17 ottobre 2007. Nel 2011 è stata inoltre avviata una nuova procedura per l’implementazione del P.I.T. relativa alla disciplina paesaggistica, sotto forma di integrazione al P.I.T. vigente, con contenuti conformi a quanto richiesto in sede di co-pianificazione Stato-Regione. Gli elaborati sono stati adottati dal Consiglio Regionale il 2 luglio 2014 con delibera n. 58.

L’area in oggetto, nell’implementazione adottata, è inserita nell’Ambito 17 “Val d’Orcia e Val d’Asso”; nella relativa “Scheda d’Ambito” se ne evidenziano, oltre al profilo, la descrizione, le invarianti strutturali, l’interpretazione di sintesi e la disciplina d’uso. Gli interventi proposti nel P.A.P.M.A.A. risultano coerenti rispetto agli obiettivi di qualità e agli indirizzi del P.I.T., soprattutto in riferimento ai principi di tutela dell’eccellenza paesaggistica dell’ambito, dei caratteri strutturanti del paesaggio e della struttura paesistica delle colline di Montalcino.



Estratto da P.I.T. – Cartografia identificativa degli ambiti In particolare, infatti, il P.A.P.M.A.A. recepisce le direttive di:

- limitare gli effetti negativi dei processi di intensificazione dell’attività agricola, attraverso l’introduzione di elementi di diversificazione paesistica ed ecologica, quali il corredo vegetazionale della maglia agraria, piantando siepi e filari arborati ai confini dei campi, della viabilità poderale, etc.;

- di perseguire la migliore integrazione paesaggistica nella progettazione delle cantine e delle altre infrastrutture di servizio alla produzione vinicola, valutando la compatibilità con la morfologia dei luoghi e con gli assetti idrogeologici, evitando soluzioni progettuali monumentali o che creino degli effetti di “fuori scala” rispetto al contesto paesaggistico, favorendo localizzazioni che limitino ove possibile gli interventi di sbancamento.

Le scelte progettuali, inoltre, prevedono che i nuovi manufatti non interferiscano visivamente con gli elementi del sistema insediativo storico e non coincidano con porzioni di territorio caratterizzate



da elevata intervisibilità (linee di crinale, sommità di poggi).

La nuova ricognizione dei vincoli paesaggistici effettuata nel P.I.T. indica la presenza di aree tutelate per legge ai sensi dell’Art. 142 del Codice dei beni culturali e del paesaggio relativamente alle lettere c) “I fiumi, i torrenti, i corsi d’acqua” e g) “I territori coperti da foreste e da boschi”.

Beni paesaggistici – Aree tutelate per legge (art. 142 D. Lgs. n° 42/2004)

Lett. c) – I fiumi, i torrenti, i corsi d’acqua

Lett. g) – I territori coperti da foreste e da bos chi

Integrazione al P.I.T. con valenza di Piano Paesaggistico – Allegato A all’Elaborato 8B – Cartografia ricognitiva

Ingrandimento planimetria – Indicazione della collocazione del magazzino attrezzi in costruzione

Rimessa macchine attuale

Posizione magazzino attrezzi



In particolare si evidenzia l’inserimento di parte dell’attuale rimessa macchine, per la quale è prevista la demolizione, all’interno dell’area tutelata di cui alla lett. c). Va invece rimarcato che, all’interno di tale area, non sono previsti interventi edificatori: la localizzazione scelta per il nuovo magazzino attrezzi, infatti, è esterna all’area sottoposta a tutela, come qualitativamente indicato nell’ingrandimento planimetrico che precede. Per ulteriori approfondimenti in tal senso si rimanda alla Relazione Paesaggistica allegata al P.A.P.M.A.A. – P.A.

Non si rilevano ulteriori elementi di rilievo relativamente alle aree interessate dagli interventi edificatori (il territorio di Podere Brizio S.r.l. – Società Agricola non risulta inserito nella Core Zone del sito UNESCO né

in A.N.P.I.L.).

2.2 Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Siena Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.) di Siena delinea, per definizione, la strategia dello sviluppo territoriale della provincia mediante l'individuazione: a) degli obiettivi e degli indirizzi dello sviluppo territoriale con le conseguenti azioni della provincia, sulla base del piano di indirizzo territoriale; c) degli immobili di notevole interesse pubblico di interesse sovracomunale; d) degli indirizzi sull'articolazione e sulle linee di evoluzione dei sistemi territoriali, promuovendo la formazione coordinata degli strumenti della pianificazione territoriale; e) degli indirizzi, dei criteri e dei parametri per l'applicazione coordinata delle norme relative al territorio rurale; f) dei criteri e degli indirizzi per le trasformazioni dei boschi. Il P.T.C.P. attualmente vigente è stato approvato dal Consiglio provinciale il 14 dicembre 2011 con delibera n. 124, successivamente rettificato con D.C.P. n. 128 del 30 novembre 2012 e quindi modificato con D.C.P. n.18 del 11 marzo 2013.



La zona in oggetto è inserita nel Sistema Territoriale “Circondario Amiata Val d’Orcia”, nella “Unità di Paesaggio Montalcino e Castiglion d’Orcia”.

Estratto da P.T.C.P. – Tav. ST PAES IV.1 – Il paesaggio – Unità di paesaggio e tipi di paesaggio

Podere Brizio è inquadrato, dal punto di vista della forma di paesaggio agrario, nel “Paesaggio delle colture arboree con appoderamento fitto”, caratterizzato dalla permanenza di associazioni colturali tradizionali – vite/olivo/seminativi – della forma e dimensione dei campi, della viabilità poderale e dei confini, in genere coincidente con la rete scolante principale.



Il P.T.C.P. statuisce, all’Art. 13.24, che in tutti i paesaggi caratterizzati dalla attività agricola debba essere salvaguardata e tutelata la tessitura agraria presente in quanto emergenza paesaggistica per i suoi molteplici ruoli paesaggistici (ecologico-ambientali, storico-culturali, estetico-percettivi e dell’aspetto sensibile) e nello specifico stabilisce: - la conservazione, tutela e restauro del paesaggio agrario costituito dalle sistemazioni colturali tradizionali, dalle colture promiscue, dal seminativo vitato, dai tessuti agrari con prevalenza dell’olivo e del promiscuo posto a corona o comunque in prossimità degli edifici rurali (ville, fattorie, poderi) o sui crinali e sulle zone cacuminali (esempio paesaggio delle Crete); (...) - la conservazione e la tutela delle piantate residuali, come gelsi, filari di vite arborata, aceri a spalliera, in particolare se poste a bordo strada (sia principale che campestre), sul limitare dei campi coltivati, lungo la rete scolante o comunque visibili dalla viabilità; - la conservazione e la tutela degli alberi isolati; - il mantenimento della vegetazione spontanea naturale (non infestante) lungo i fossi e le canalette (es. vinchi, giunchi, canneti, etc.), la viabilità sia principale che campestre, il limitare dei campi coltivati, i ciglioni e le scarpate, (rovi, rosa canina, salici, così come bulbose - giaggioli, iris); - la conservazione e la tutela delle sistemazioni idraulico-agrarie. (...) Nel medesimo articolo vengono inoltre fissate limitazioni finalizzate alla tutela e valorizzazione del paesaggio: - limitare l’accorpamento dei campi coltivati; - impedire di introdurre caratteri urbani all’interno dei paesaggi agrari, quali recinzioni con muretti, cancellate ecc, siepi topiarizzate (geometriche) con specie arbustive invasive e decontestualizzate, in particolare a delimitazione delle proprietà private (anche se di insediamenti recenti). Generalmente sono consigliate reti metalliche accompagnate da siepi arbustive informali che riprendono la composizione delle fasce di vegetazione naturale presenti nel contesto paesaggistico o comunque tipologie di recinzioni che siano coerenti con i caratteri architettonici locali; - controllare l’inserimento di specie arboree ed arbustive sia a fini ornamentali che per opere di consolidamento. L’introduzione della vegetazione arborea e arbustiva in genere nei paesaggi a carattere agrario deve utilizzare specie autoctone e coerenti al loro ruolo nel contesto paesaggistico, impedendo l’inserimento di piante esotiche quali ad esempio il cipresso dell’Arizona, thuje o specie simili. Si deve inoltre limitare il proliferare di nuove alberature di



cipressi comuni (Cupressus sempervirens), in particolare come elementi di arredo di viali o disposti lungo i confini delle proprietà delle pertinenze degli edifici rurali che tendono a banalizzare, omologare il paesaggio e a diffondere ormai immagini stereotipate. In ogni caso la creazione di filari alberati o di piantagioni di alberature, ad esempio per il consolidamento di versanti, per la realizzazione di viali a carattere ornamentale a supporto di poderi, in particolare se costituiti da alberi di prima grandezza, devono essere attentamente progettati e valutati anche sotto l’aspetto della visibilità, in modo da comprendere se le piante, raggiunta la propria maturità e quindi la massima altezza, non obliterano la visibilità dei luoghi, o interrompano le relazioni visive e percettive che si instaurano fra viabilità - o luoghi comunque fruiti dalla collettività - e il paesaggio circostante; (...) - prevenire e impedire i processi di frammentazione paesistica; - incentivare progetti di riqualificazione e di riordino ecologico - ambientale e funzionale attraverso la dotazione di equipaggiamento vegetale (poggiante sulla struttura paesaggistica) per la realizzazione di reti ecologiche e greenways (percorsi verdi), in modo da ripristinare le relazioni paesaggistiche, arginare fenomeni di marginalizzazione, riconferire ricchezza visiva e naturalità ai luoghi; (...) - collocare le nuove residenze ed i nuovi annessi agricoli, previa valutazione di compatibilità paesistica, preferibilmente in contiguità con i complessi rurali esistenti.

Il P.T.C.P. richiede inoltre che, per gli interventi in aree agricole, debbano essere garantiti qualità specifiche delle forme e dei materiali orientando, in particolare, verso l’utilizzo di tecniche, forme e materiali consolidati (ma non escludendo quelle dell’architettura contemporanea). E’ inoltre previsto, sempre nel medesimo articolo, il rispetto della morfologia dei suoli per non alterare il rapporto edificio/terreno che è componente della percezione paesistica.

L’area oggetto di intervento ricade nelle zone a funzione agricola, per le quali il P.T.C.P., all’Art. 14.2, fissa quali obiettivi e contenuti: - promuovere la valorizzazione dell'economia rurale e montana attraverso il consolidamento del ruolo multifunzionale svolto dall'attività agricola anche integrata con le altre funzioni e settori



produttivi con la tutela e coerenti con la valorizzazione delle risorse del territorio; - disciplinare gli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia necessari allo sviluppo dell’agricoltura; - sviluppare i servizi, le infrastrutture e le reti relazionali in ambito rurale tra e per le imprese e con la collettività rurale, in coerenza con il Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese; - assicurare la persistenza del tradizionale rapporto positivo tra le esigenze della produzione agricola e quelle della gestione del paesaggio.

Gli interventi proposti nel P.A.P.M.A.A. appaiono coerenti con gli obiettivi, gli indirizzi, e la disciplina del P.T.C.P. sopra richiamata in quanto: - non vengono alterate le caratteristiche della tessitura agraria, gli interventi di miglioramento ambientale rafforzano la percezione del mosaico colturale e le nuove edificazioni avvengono senza depauperare gli uliveti presenti; - viene prescritto l’inserimento di specie autoctone coerenti al loro ruolo nel contesto paesaggistico, escludendo l’inserimento di piante esotiche. - le nuove edificazioni avvengono o in ampliamento dei fabbricati esistenti o, comunque, in contiguità con i complessi rurali presenti; l’ubicazione dei nuovi annessi (in particolare della rimessa

macchine) discende da valutazioni legate all’inserimento ambientale e paesaggistico, preferendo evitare l’interferenza con gli elementi del sistema insediativo storico (colonica Podere Brizio) ed attuando il riordino funzionale del centro aziendale; - gli interventi di miglioramento ambientale conferiscono ricchezza visiva e naturalità ai luoghi, anche con la mitigazione dell’impatto visivo dei nuovi fabbricati e delle preesistenze quali la piscina; - viene prescritto, nelle sistemazioni esterne, l’utilizzo di siepi arbustive informali che riprendano la composizione delle fasce di vegetazione naturale presenti nel contesto paesaggistico; - viene privilegiato l’utilizzo di tecniche e materiali di tradizione consolidata, con l’utilizzo della



pietra non solo come mero rivestimento ma con funzione di conferire inerzia termica all’involucro murario.

2.3 Il Piano Strutturale e il P.R.G. del Comune di Montalcino Il Piano Strutturale (P.S.) del Comune di Montalcino individua le risorse, i caratteri e le specificità territoriali e definisce le strategie di tutela e di sviluppo per il governo del territorio comunale. Il P.S. attualmente vigente è stato approvato dal Consiglio comunale il 4 novembre 2011 con delibera n. 54. La zona in oggetto è inserita nel Sistema Territoriale di Paesaggio Unità 4 “Centro – Sud”, che identifica quella parte di territorio del Comune di Montalcino appartenente al sistema dei crinali maggiori. Lo Statuto del Territorio individua in parte del territorio aziendale un tessuto agrario a maglia fitta, elemento di grande rilevanza paesaggistica, attribuibile a: “tutti quei terreni agricoli coltivati ove si manifesta un’alternanza di coltivazione, vite, olivo e seminativi, in campi di struttura tradizionale, ove alcuni casi permangono le coltivazioni consociate. In generale comunque si riscontra un mosaico di appezzamenti di dimensioni non troppo estese e in alcuni casi di forma particolare, dove la viabilità e la rete scolante principale non hanno subito profonde alterazioni”. Il P.S., all’Art. 21, fissa quali obiettivi nelle zone con tessitura agraria a maglia fitta, la preservazione di tali contesti e prescrive sia perseguita la massima tutela delle sistemazioni idraulico agrarie e della vegetazione non colturale, con possibilità di limitati accorpamenti dei campi che non comportino rimodellamenti del suolo e che non riducano la capacità di invaso della rete scolante: possono essere eliminate le piantate residue poste all'interno dei campi con eccezione di quelle di bordo o poste in fregio alla viabilità campestre. Sono inoltre da tutelare la viabilità campestre e il disegno esterno dei campi derivanti dagli



accorpamenti degli stessi (sono previsti assetti diversi da quelli descritti a condizione che sia predisposta

progettazione specifica).

Componenti del sistema naturale e rurale

Estratto da P.S. – Tav. P02 – SO – Lo statuto del territorio (in giallo la localizzazione degli interventi) Le scelte progettuali tengono conto di ciò: sono state infatti pensate in maniera tale da non alterare le caratteristiche della tessitura agraria. In ottemperanza agli obiettivi, alla disciplina e alla prescrizioni del P.S. è infatti prevista la preservazione del mosaico colturale: gli interventi di miglioramento ambientale sono infatti volti ad interrompere la continuità dei campi attraverso l’introduzione di piantate lineari interne ai vigneti e mediante la conservazione di quelle esistenti poste ai bordi dei campi o in fregio alla viabilità campestre.

Il P.S. detta inoltre le condizioni di trasformabilità del suolo, definendo la disciplina inerente le aree a pericolosità idraulica e geomorfologica, ai sensi del D.P.G.R. n° 26/R del 2007 e del P.A.I. del Fiume Ombrone. L’area oggetto di interventi viene classificata a pericolosità idraulica bassa (I.1) ai sensi del



D.P.G.R. n° 26/R del 2007. In tale classificazione rientrano le zone collinari o montane prossime ai corsi d’acqua per le quali ricorrano le seguenti condizioni: - non vi siano notizie storiche di inondazioni; - siano in situazioni favorevoli di alto morfologico, di norma a quote altimetriche superiori a metri 2 rispetto al piede esterno dell’argine o, in mancanza, al ciglio di sponda.

Classi di pericolosità idraulica ai sensi del D.P.G .R. 27 aprile 2007, 26/R

Estratto da P.S. – Tav. PGG5 – SO – Pericolosità idraulica (in verde la localizzazione degli interventi)

La disciplina di tali aree (Art. 56) prevede che non sia necessario indicare specifiche considerazioni di fattibilità sulla riduzione del rischio idraulico locale da fenomeni di allagamento per esondazione di corsi d'acqua, fatta salva la garanzia del non aggravio verso terzi. Il P.A.I del Bacino Regionale dell’Ombrone non inserisce le aree ove sono collocati gli interventi in progetto tra quelle classificate a pericolosità idraulica molto elevata o elevata, come evidenziato nello stralcio cartografico nel seguito riportato.



Pericolosità idraulica ai sensi del P.A.I. del Baci no Regionale Ombrone

Estratto da P.S. – Tav. PGG6 – SO – Pericolosità idraulica (in verde la localizzazione degli interventi)

L’area di ampliamento della cantina esistente è classificata, ai sensi del D.P.G.R. n° 26/R del 2007, come a pericolosità geomorfologica elevata (G.3), mentre gli altri interventi sono collocati in aree a pericolosità geomorfologica media (G.2). Sono classificate G.3 le aree in cui sono presenti fenomeni quiescenti, le aree con indizi di instabilità connessi alla giacitura, all’acclività, alla litologia, alla presenza di acque superficiali e sotterranee, nonché a processi di degrado di carattere antropico e le aree interessate da intensi fenomeni erosivi e da subsidenza. Il P.S. definisce la disciplina di tali aree (Art. 65) richiamando le direttive del D.P.G.R. n° 26/R del 2007: - l’attuazione di interventi di nuova edificazione o nuove infrastrutture è subordinata all’esito di idonei studi geologici, idrogeologici e geotecnici finalizzati alla verifica delle effettive condizioni di stabilità ed alla preventiva realizzazione degli eventuali interventi di messa in sicurezza; - gli eventuali interventi di messa in sicurezza, definiti sulla base di studi geologici, idrogeologici e



geotecnici, devono essere comunque tali da non pregiudicare le condizioni di stabilità nelle aree adiacenti, da non limitare la possibilità di realizzare interventi definitivi di stabilizzazione e prevenzione dei fenomeni, da consentire la manutenzione delle opere di messa in sicurezza; - in presenza di interventi di messa in sicurezza dovranno essere predisposti ed attivati gli opportuni sistemi di monitoraggio in relazione alla tipologia del dissesto; - l’avvenuta messa in sicurezza conseguente la realizzazione ed il collaudo delle opere di consolidamento, gli esiti positivi del sistema di monitoraggio attivato e la delimitazione delle aree risultanti in sicurezza, devono essere certificati; - possono essere attuati quegli interventi per i quali venga dimostrato che non determinano condizioni di instabilità e che non modificano negativamente i processi geomorfologici presenti nell’area; della sussistenza di tali condizioni deve essere dato atto nel procedimento amministrativo relativo al titolo abilitativo all’attività edilizia.

Classi di pericolosità geomorfologica ai sensi del D.P.G.R. 27 aprile 2007, 26/R

Estratto da P.S. – Tav. PGG1 – SO – Pericolosità geomorfologica (in verde la localizzazione degli interventi)

L’area di ampliamento della cantina esistente è classificata, ai sensi del P.A.I. del Bacino Regionale dell’Ombrone, come a pericolosità geomorfologica elevata (P.F.E.), mentre gli altri interventi sono collocati in aree non classificate quali P.F.M.E. o P.F.E. Sono da considerare come aree a pericolosità geomorfologica molto elevata tutte le aree



interessate da fenomeni franosi attivi e relative aree di influenza, nonché le aree che possono essere coinvolte dai suddetti fenomeni; rientrano comunque nelle aree a pericolosità geomorfologica molto elevata le aree che possono essere coinvolte da processi a cinematica rapida e veloce quali quelle soggette a colate rapide incanalate di detrito e terra, nonché quelle che possono essere interessate da accertate voragini per fenomeni carsici.

Classi di pericolosità geomorfologica ai sensi del P.A.I. del Bacino Regionale Ombrone

Estratto da P.S. – Tav. PGG2 – SO – Pericolosità geomorfologica (in verde la localizzazione degli interventi)

Il P.S. richiama, per le aree P.F.E., la disciplina del P.A.I. ai sensi della quale: - Sono consentiti gli interventi di consolidamento, bonifica, sistemazione, protezione e prevenzione dei fenomeni franosi, nonché quelli atti a controllare, prevenire e mitigare gli altri processi geomorfologici che determinano le condizioni di pericolosità elevata, approvati dall'Ente competente, tenuto conto del Piano di Assetto Idrogeologico. Gli interventi dovranno essere tali da non pregiudicare le condizioni di stabilità nelle aree adiacenti, da non limitare la possibilità di realizzare interventi definitivi di stabilizzazione dei fenomeni franosi e dei diversi processi geomorfologici, da consentire la manutenzione delle opere di messa in sicurezza. (...) - Tali aree potranno essere oggetto di atti di pianificazione territoriale per previsioni edificatorie, subordinando l'attuazione delle stesse all’esito di idonei studi geologici, idrogeologici e geotecnici finalizzati alla verifica delle effettive condizioni di stabilità ed alla preventiva



realizzazione degli eventuali interventi di messa in sicurezza. Gli interventi di messa in sicurezza dovranno essere tali da non pregiudicare le condizioni di stabilità nelle aree adiacenti, da non limitare la possibilità di realizzare interventi definitivi di stabilizzazione e prevenzione dei fenomeni, da consentire la manutenzione delle opere di messa in sicurezza.

Da quanto sopra emerge come gli interventi proposti si collochino, in sostanza, nelle seguenti classi di fattibilità (per ulteriori approfondimenti si rimanda alla Relazione Geologica a firma del Dott. Luca Caselli): - Ampliamento cantina:

Classe di fattibilità idraulica: FI.1 Classe di fattibilità geomorfologica: FG.3

- Realizzazione rimessa macchine e magazzino: Classe di fattibilità idraulica: FI.1 Classe di fattibilità geomorfologica: FG.2

In relazione alla fattibilità geomorfologica, in sede di progettazione definitiva, dovranno essere predisposti idonei studi geologici, idrogeologici e geotecnici finalizzati alla verifica delle effettive condizioni di stabilità ed alla preventiva realizzazione degli eventuali interventi di messa in sicurezza.

Il P.S. prevede che i P.A.P.M.A.A. assumano come riferimenti essenziali gli obiettivi e la disciplina dello Statuto del Territorio, considerando le zone e i sistemi di paesaggio, al fine di garantire la tutela e la valorizzazione delle risorse del territorio rurale e del paesaggio. Gli interventi di sistemazione ambientale da attuare tenderanno a garantire: a. la tutela e la valorizzazione delle risorse ambientali esistenti e devono altresì garantire il mantenimento della vegetazione arborea ed arbustiva e della viabilità minore, di valore storico, identitario e paesaggistico, nonché la tutela dei manufatti di rilevanza paesaggistica, storica o testimoniale e delle alberature segnaletiche, di confine e di arredo esistenti;



b. il recupero, la protezione e la manutenzione dei boschetti, delle siepi, delle scarpate alberate o con copertura arbustiva o erbosa, delle formazioni lineari ovunque collocate e degli alberi notevoli isolati; c. la manutenzione e il ripristino delle sistemazioni idraulico agrarie originali o la loro sostituzione con opere di pari efficacia che trovano integrazione con i caratteri tradizionali; sono da prediligere opere d’ingegneria naturalistica che utilizzano murature a secco, impianti vegetazionali e materiali naturali che riducono l’utilizzo del cemento armato; d. recupero delle acque piovane e meteoriche ai fini irrigui; e. il rispetto delle disposizioni di cui al titolo I delle norme di P.S., in riferimento ai diversi sistemi di territorio individuati nella carta P02 ed alle invarianti strutturali;

Per la valorizzazione fruitiva e paesaggistica del territorio, sono considerati miglioramenti ambientali anche i seguenti interventi: a. la eliminazione di linee elettriche aeree in disuso, oppure l’interramento di quelle attive; b. la manutenzione delle strade poderali e la loro messa a disposizione per forme di fruizione pubblica; c. la eliminazione di edifici ed annessi fatiscenti, precari o comunque incongrui rispetto al contesto.

Il P.S. prescrive inoltre che (Art. 92) nelle trasformazioni urbanistiche connesse all’attuazione dei P.A.M.A.A. i nuovi edifici, salvo dimostrate necessità aziendali verificate dal P.A.P.M.A.A., sono da realizzarsi in contiguità con i centri aziendali esistenti, intendendosi per questi quei centri dotati sia di edifici abitativi, che produttivi o funzionali alla produzione agricola. Nel caso specifico, le nuove edificazioni avvengono o in ampliamento dei fabbricati esistenti o, comunque, in contiguità con il nucleo aziendale, facendo discendere l’ubicazione dei nuovi annessi da valutazioni legate all’inserimento ambientale e paesaggistico, preferendo evitare l’interferenza con gli elementi del sistema insediativo storico ed attuando il riordino funzionale del centro aziendale. Viene inoltre richiesto (Art. 95) che, nei nuovi edifici, venga privilegiato l’uso di linguaggi architettonici contemporanei o comunque, se tradizionali, evitando soluzioni di tipo vernacolare;



negli ampliamenti è richiesta l’armonizzazione le nuove forme mediante la ricerca delle proporzioni, il rispetto dei rapporti volumetrici e di altezza, la scansione del ritmo delle aperture, evitando elementi incongrui o impropri.

L’area interessata dagli interventi edilizi previsti nel P.A.P.M.A.A. – P.A. è classificata, ai sensi del vigente P.R.G. del Comune di Montalcino, come Zona E 7 – “Terreni collinari con prevalenza di vigneto industrializzato”. In tale zona è ammessa la realizzazione di fabbricati funzionali alla conduzione del fondo solo per le aziende la cui estensione supera le superfici fondiarie minime. Le soluzioni progettuali dovranno prevedere la realizzazione dei nuovi volumi in ampliamento od in contiguità con il nucleo edificato, utilizzando i materiali tipici dell'area. I progetti, oltre a rispettare le condizioni generali di ammissibilità, dovranno prevedere la riqualificazione dell’ambiente rurale. E’ previsto il P.A.P.M.A.A. con valore di Piano Attuativo. Le aree boscate sono inedificabili. Sono definiti i seguenti parametri urbanistici:

Altezza massima degli edifici H: m. 7,50. Distanza minima dai confini di proprietà: m. 15. Distanza minima dal ciglio di strade vicinali: m. 20. Distanza minima da strade comunali, provinciali e statali secondo il Codice della Strada.

Da tale quadro di riferimento emerge l’esigenza della redazione del presente P.A.P.M.A.A. al fine di esplicitare la connessione tra le esigenze aziendali e gli interventi edilizi (per ulteriori approfondimenti in

tal senso si rinvia alla Relazione tecnico-programmatica allegata). In particolare, il P.R.G. del Comune di Montalcino prevede che, per l’attuazione degli interventi edilizi previsti, il P.A.P.M.A.A. abbia valore di Piano Attuativo.



Da quanto sopra illustrato, emerge la coerenza degli interventi degli interventi previsti nel P.A.P.M.A.A. – P.A. con la disciplina e gli obiettivi dei Piani sovraordinati. Per ulteriori approfondimenti circa le coerenze si rimanda allo specifico elaborato “Verifica degli interventi all’interno dei sistemi proposti dal PIT, PTCP, PS” redatto dalla Dott.ssa Rosanna Zari. Il Tecnico Incaricato

Dott. Ing. Sarah Scaletti

podere brizio s.r.l. - comunedimontalcino.it · - utilizzo del sistema di vinificazione...

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