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I.C. Piazza Minucciano – Roma Piazza Minucciano 33 - 00139 Roma Biblioteca scolastica Michele Maronta Premio “Michele Maronta” 2013 Virtute e conoscenza La responsabilità che l’uomo è chiamato ad avere nell’ utilizzare le conoscenze scientifiche e tecnologiche Raccolta degli elaborati premiati a cura di Elisabetta Venerosi Pesciolini Referente della Biblioteca scolastica “Michele Maronta”

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Page 1: Premio “Michele Maronta” 2013 · La scienza rappresenta il progresso, l’evoluzione, la scoperta e l’arte del sapere. La morale invece è la filosofia, l’etica che fa parte

I.C. Piazza Minucciano – Roma Piazza Minucciano 33 - 00139 Roma

Biblioteca scolastica Michele Maronta

Premio “Michele Maronta” 2013

Virtute e conoscenza La responsabilità che l’uomo è chiamato ad avere nell’ utilizzare le conoscenze

scientifiche e tecnologiche

Raccolta degli elaborati premiati a cura di

Elisabetta Venerosi Pesciolini Referente della Biblioteca scolastica “Michele Maronta”

Page 2: Premio “Michele Maronta” 2013 · La scienza rappresenta il progresso, l’evoluzione, la scoperta e l’arte del sapere. La morale invece è la filosofia, l’etica che fa parte

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Qualsiasi innovazione tecnologica può essere pericolosa: il fuoco lo

è stato fin dal principio, e il linguaggio ancor di più; si può

dire che entrambi siano ancora pericolosi al giorno d’oggi, ma

nessun uomo potrebbe dirsi tale senza il fuoco e senza la parola.

Isaac Asimov

Page 3: Premio “Michele Maronta” 2013 · La scienza rappresenta il progresso, l’evoluzione, la scoperta e l’arte del sapere. La morale invece è la filosofia, l’etica che fa parte

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I.C. Piazza Minucciano – Roma Piazza Minucciano 33 - 00139 Roma

Biblioteca scolastica Michele Maronta

Premio “Michele Maronta” 2013

Virtute e conoscenza La responsabilità che l’ uomo è chiamato ad avere nell’ utilizzare le conoscenze

scientifiche e tecnologiche

Raccolta degli elaborati premiati a cura di

Elisabetta Venerosi Pesciolini Referente della Biblioteca scolastica “Michele Maronta”

Giuria

Dirigente scolastico Prof.ssa Marina Todini

Prof.Enzo Bellotti, docente di Lettere classi 1H, 3H

Prof.ssa Agata Lo Giudice, docente di Lettere classi 1B, 3B

Prof.ssa Marina Mastrocesare, docente di Educazione Artistica, corsi A-B-E

Prof.ssa Giuliana Piras, docente di Musica corsi E-F-H

Prof.ssa Elisabetta Venerosi Pesciolini, referente della Biblioteca

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Introduzione Il titolo scelto per l’edizione 2013 del premio Michele Maronta “Virtute e conoscenza”, era indubbiamente molto impegnativo: chiedeva infatti ai partecipanti di riflettere sulla responsabilità che l’uomo è chiamato ad avere nell’utilizzare le avanzate conoscenze scientifiche e tecnologiche raggiunte, grazie al progresso. Proprio per la complessità del tema sono stati dati dei brevi dei testi di riferimento sui quali potersi preparare: Lettera Enciclica Fides et Ratio (106, 107) del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II ai Vescovi della Chiesa Cattolica circa i rapporti tra fede e ragione. San Pietro. 14 settembre, festa della esaltazione della Santa Croce 1998.

(106) “La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s'innalza verso la contemplazione della verità.. E’ Dio ad aver posto nel cuore dell'uomo il desiderio di conoscere la verità e, in definitiva, di conoscere Lui perché, conoscendolo e amandolo, possa giungere anche alla piena verità su se stesso (cfr Es 33, 18; Sal 27 [26], 8-9; 63 [62], 2-3; Gv 14, 8; 1 Gv 3, 2).

(107) “… Non posso non rivolgere, infine, una parola anche agli scienziati, che con le loro ricerche ci forniscono una crescente conoscenza dell'universo nel suo insieme e della varietà incredibilmente ricca delle sue componenti, animate ed inanimate, con le loro complesse strutture atomiche e molecolari. Il cammino da essi compiuto ha raggiunto, specialmente in questo secolo, traguardi che continuano a stupirci. Nell'esprimere la mia ammirazione ed il mio incoraggiamento a questi valorosi pionieri della ricerca scientifica, ai quali l'umanità tanto deve del suo presente sviluppo, sento il dovere di esortarli a proseguire nei loro sforzi restando sempre in quell'orizzonte sapienziale, in cui alle acquisizioni scientifiche e tecnologiche s'affiancano i valori filosofici ed etici, che sono manifestazione caratteristica ed imprescindibile della persona umana.” José M. Galván Pontificia Università della Santa Croce Dipartimento di Teologia Morale , 2010

Power point "La morale cristiana nella società delle macchine: tecnoetica

Sito internet della Pontificia accademia delle scienze http://www.casinapioiv.va/content/accademia/it.html

Primo Levi, Covare il cobra, 11 settembre 1986, in Opere II, Einaudi, Torino 1997

«Mi piacerebbe (e non mi pare impossibile né assurdo) che in tutte le facoltà scientifiche si insistesse a oltranza su un punto: ciò che farai quando eserciterai la professione può essere utile per il genere umano, o neutro, o nocivo. Non innamorarti di problemi sospetti. Nei limiti che ti saranno concessi, cerca di conoscere il fine a cui il tuo lavoro è diretto. Lo sappiamo, il mondo non è fatto solo di bianco e di nero e la tua decisione può essere probabilistica e difficile: ma accetterai di studiare un nuovo medicamento, rifiuterai di formulare un gas nervino. Che tu sia o non sia un credente, che tu sia o no un “patriota”, se ti è concessa una scelta non lasciarti sedurre dall’interesse materiale e intellettuale, ma scegli entro il campo che può rendere meno doloroso e meno pericoloso l’itinerario dei tuoi compagni e dei tuoi posteri. Non nasconderti dietro l’ipocrisia della scienza neutrale: sei abbastanza dotto da saper valutare se dall’uovo che stai covando sguscerà una colomba o un cobra o una chimera o magari nulla.» Leonardo Sciascia, La scomparsa di Majorana, Einaudi, Torino 1975 «È storia ormai a tutti nota che Fermi e i suoi collaboratori ottennero senza accorgersene la fissione (allora scissione) del nucleo di uranio nel 1934. Ne ebbe il sospetto Ida Noddack: ma né Fermi né altri fisici presero sul serio le sue affermazioni se non quattro anni dopo, alla fine del 1938. Poteva benissimo averle prese sul serio Ettore Majorana, aver visto quello che i fisici dell’Istituto romano non riuscivano a vedere. E tanto più che Segrè parla di cecità. - La ragione della nostra cecità non è chiara nemmeno oggi - , dice. Ed è forse disposto a considerarla come provvidenziale, se quella loro cecità impedì a Hitler e Mussolini di avere l’atomica. Non altrettanto – ed è sempre così per le cose provvidenziali – sarebbero stati disposti a considerarla gli abitanti di Hiroshima e di Nagasaki.»

Hans Jonas, il principio responsabilità. Un’etica per la civiltà tecnologica, Einaudi, Torino 1990 “Agisci in modo che le conseguenze delle tue azioni siano compatibili con la permanenza di un’autentica vita umana sulla terra”

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Margherita Hack intervistata da Alessandra Carletti, Roma Tre News, n. 3/2007 «La ricerca dovrebbe essere libera, non dovrebbe essere guidata da nessuno. In fondo se ci si pensa bene, da che essa esiste è frutto dell’istanza del singolo piuttosto che risultato collettivo. Dovrebbe essere libera da vincoli religiosi e soggiogata a un unico precetto: progredire nelle sue applicazioni in funzione del benessere degli esseri viventi, uomini e animali. Ecco questa credo sia la regola e l’etica dello scienziato: la ricerca scientifica deve accrescere nel mondo la proporzione del bene. Le applicazioni della scienza devono portare progresso e non regresso, vantaggio e non svantaggio. Certo è anche vero che la ricerca va per tentativi e di conseguenza non ci si può subito rendere conto dell’eventuale portata negativa; in tal caso bisognerebbe saper rinunciare.» Il Premio rivolto esclusivamente alle classi terze, prevedeva una sezione di scrittura creativa e una di grafica. Gli elaborati finalisti sono stati 17 per la sezione di scrittura creativa e 6 per quella di grafica In quasi tutti i temi emerge la considerazione che la ricerca, sia scientifica che tecnologica, deve essere libera, in quanto risponde al naturale desiderio di conoscenza dell’uomo il quale deve però, a sua volta, dimostrare responsabilità ed etica nel loro impiego. Gli elaborati vincitori e quelli più significativi sono stati pubblicati per intero. Di altri sono riportate solo alcuni stralci. I tre vincitori sono stati premiati dai signori Margherita e Francesco Maronta nel corso della annuale festa di fine anno, sabato 18 giugno 2013. A questi ultimi, va la sincera gratitutudine di tutta la comunità scolastica, per la loro consueta generosità. Si ringraziano inoltre i docenti di Educazione Artistica e Lettere delle classi terze partecipanti: Antonietta Belsito (Ed. all’immagine corsi C-F-G-), Emanuela Fiorelli (Ed. all’immagine corsi D-H), Enzo Bellotti (Lettere 1H, 3H), Carmen Cirielli (Lettere 3A, 2C), Paola Francini (Lettere 2D, 3F), Paola Latini (Lettere 2I, 3I), Agata Lo Giudice (Lettere 1B, 3B), Un grazie va inoltre alla Dirigente scolastica prof;ssa Marina Todini e ai docenti che insieme alla sottoscritta hanno fatto parte della giuria: Enzo Bellotti (Lettere 1H, 3H) Agata Lo Giudice (Lettere classi 1B, 3B) Marina Mastrocesare (Ed. all’immagine corsi A-B-E, Giuliana Piras (Ed. musicale corsi E-F-H) La Bibliotecaria Elisabetta Venerosi Pesciolini

Roma 25 giugno 2013

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Vincitori

Premio “Michele Maronta” 2013 sezione scrittura creativa

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Vincitrice a pari merito sezione scrittura creativa

Motivazione:

Vincitrice a pari merito sezione scrittura creativa

Federica Napolitano classe 3F

Motivazione:

Per la maturità dimostrata nell’affrontare il tema proposto e la chiarezza espositiva

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Federica Napolitano classe 3F

“Virtute e conoscenza”, morale e scienza: due elementi completamente diversi fra loro, due

universi divergenti che in qualche modo si influenzano vicendevolmente.

La scienza rappresenta il progresso, l’evoluzione, la scoperta e l’arte del sapere. La morale invece è la filosofia, l’etica che fa parte del nostro essere umani.

Alcune persone sostengono che la conoscenza sia un valore essenziale per noi, che non deve assolutamente essere condizionato da altri fattori, che potrebbero fermare il suo sviluppo, come ad

esempio la religione. Secondo Margherita Hack, la scienza deve essere libera e per riuscirci non deve essere guidata da

nessuno: un suo rallentamento potrebbe portare anche a gravi conseguenze; inoltre non essendo vincolata da nessun valore morale, la scienza, secondo lei, non dovrebbe avere nemmeno il compito

di assumersi le responsabilità delle conseguenze alle quali le scoperte potrebbero portare; deve

solamente progredire per poter assicurare il benessere.

Altri invece, pur credendo che la conoscenza sia molto importante, perché ci ha dato la possibilità di

migliorare le nostre condizioni di vita e di comprendere diversi aspetti del nostro pianeta

sostengono, contrariamente a quanto pensa la Hack, che gli uomini debbano affiancare alle scoperte

scientifiche e tecnologiche, valori etico filosofici, che non possono venire a mancare in nessun

contesto, essendo parte fondamentale della nostra umanità; inoltre, come sostiene anche Primo

Levi, un famoso scrittore italiano, uno studioso è sempre tenuto a domandarsi se ciò che scopre in

ambito scientifico può portare anche degli svantaggi, se non dei veri e propri danni per gli esseri

viventi.

Spesso ci si accorge di questa eventualità soltanto quando accade qualcosa di spiacevole e ormai è

troppo tardi per rimediare (pensiamo, per esempio, alle bombe di Hiroshima e Nagasaki), per

questo è molto importante, secondo Primo Levi, considerare tutte le possibili implicazioni del progresso.

E’ molto difficile prendere una posizione precisa, rispetto a queste due tesi opposte. Bisogna valutare i diversi casi nei quali il problema si pone per poter poi considerare una decisione la

privilegiata. Parlando di questo argomento. Io penso che la scienza, portando progresso per mezzo di esseri

umani, necessiti indiscutibilmente di essere sempre accompagnata da un valore morale; non necessariamente spirituale o religioso ma fondamentalmente etico.

Penso inoltre che non abbia molto senso continuare a tentare di scoprire e di sapere fino all’infinito,

perché gli uomini non potranno mai essere in grado di conoscere ogni cosa riguardante il nostro

mondo.

L’ignoto e il mistero saranno sempre più grandi della nostra intelligenza, essendo noi esseri

imperfetti: ci sono dei limiti, imposti dalla natura, che non possono essere valicati, neanche

servendosi della più avanzata tecnologia. Quando tentiamo di oltrepassarli accadono degli

irreparabili disastri per cui io credo che gli studiosi, in primo luogo, ma anche noi, dobbiamo

sempre sentirci responsabili fino in fondo delle nostre azioni, soprattutto se queste ultime

potrebbero portare serie ripercussioni sulla natura.

Un personaggio che si è rivelato un esempio, è stato sicuramente il fisico Ettore Majorana. Egli,

secondo l’ipotesi formulata da Leonardo Sciascia nel suo romanzo “La scomparsa di Ettore

Majorana” è voluto scomparire per evitare di essere complice nella costruzione della bomba

atomica e delle disastrose conseguenze che essa ha portato, avendole potute prevedere, grazie alla sua innata genialità.

In questo caso è accaduto un interessante contrasto: lo scienziato, simbolo del progresso e dell’innovazione, è stato sopraffatto da un fattore etico per mezzo del quale si è reso conto di avere

delle enormi responsabilità nei confronti del mondo intero. Se tutti, durante quel periodo avessero, come Majorana, valutato gli svantaggi che le nuove scoperte

avrebbero portato allo stesso modo dei vantaggi, oggi, migliaia e migliaia di persone innocenti non sarebbero morte a causa dell’esplosione della bomba atomica.

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Questo è soltanto un esempio di uno dei tanti avvenimenti nei quali l’assenza di un valore morale ha

procurato seri danni; ma potremmo anche fare cenno ad altre dimostrazioni di ciò, che riguardano la nostra quotidianità, come il buco nell’ozono o l’inquinamento ambientale.

La conoscenza può portare vantaggio e innovazione ma è anche uno strumento molto potente, che se utilizzato in modo improprio può condurre l’uomo alla sua autodistruzione.

Se invece venisse sempre affiancata da importanti valori etici, essa potrebbe rivelarsi fonte di grande benessere per il pianeta, ma questo dipende soltanto da noi e dalla nostra volontà.

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Vincitore a pari merito sezione scrittura creativa

Giammarco Messina classe 3H

Motivazione:

Per la maturità dimostrata nell’affrontare il tema proposto e la chiarezza espositiva

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Giammarco Messina classe 3H La scienza continua ad evolversi negli anni. E’ un bene o un male? Io non sono sicuro se sia

precisamente un bene o un male.

La scienza deve progredire ma con prudenza; deve avere dei limiti come, per esempio, nel caso delle cellule staminali embrionali: gli scienziati vogliono utilizzarle perché pensano sia un bene, la

Chiesa vuole impedirlo perché pensa sia un male (se arrivasse un folle come Hitler e le usasse per crearsi un esercito di “uomini perfetti”, teoria nazista, le cellule staminali sarebbero la nostra

rovina). Quindi questo giudizio deriva dai limiti dell’utilizzo etico delle scoperte scientifiche e tecnologiche.

L’impiego delle cellule staminali può aiutare ma se usate in modo sbagliato possono causare gravi danni.

L’impegno degli scienziati deve quindi essere solo quello di esplorare sempre più a fondo

l’affascinante mistero dell’uomo, sventando eventuali minacce che incombono sul nostro pianeta

:malattie, epidemie, surriscaldamento globale…

Ancora oggi ci sono infervorati dibattiti su fede e ragione. L’astronoma Margherita Hack afferma

che “…qualsiasi ricerca scientifica deve essere condotta per migliorare le condizioni di vita degli

esseri viventi”. La scienza dovrebbe essere libera da vincoli religiosi e assoggettata ad un unico

precetto: progredire in funzione del benessere degli esseri viventi. Il vero limite della scienza è

quindi la natura.

La Chiesa invece pone in alcuni casi dei limiti alla ricerca scientifica perché?

Prendiamo, per esempio, la bomba atomica che ha colpito Hiroshima e Nagasaki: è stato l’amaro

frutto di una grande scoperta scientifica ma usata in modo sbagliato; qui entrano in gioco i dubbi

etici sollevati dal pensiero religioso e laico.

Il monito agli scienziati è di lavorare sempre con onestà e libertà. La libertà senza onestà può essere pericolosa, soprattutto nella ricerca scientifica.

Secondo me, ci dovrebbe guidare un pensiero molto semplice: “Ama il prossimo tuo come te stesso” e nel mio prossimo ci metto gli uomini e gli animali.

E’ anche vero che intervenire sulla natura non sempre è dannoso: in fondo, anche gli OGM vanno a sanare alcune carenze naturali, mentre non ne conosciamo bene gli eventuali effetti negativi.

Alla fine, hanno ragione entrambe le parti, scienza e fede si completano per diventare una cosa sola: la conoscenza umana.

Il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II ha detto: “La fede e la ragione sono come due ali con le

quali lo spirito umano s’innalza verso la contemplazione della verità…

Questa è una citazione della sua lettera Enciclica “Fides et Ratio” (deriva dal latino e significa fede

e ragione).

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Vincitore

Premio “Michele Maronta” 2013 sezione grafica

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Vincitore

sezione grafica

Aliaksandra Maiseyeva 3F

Motivazione:

Eccellente la qualità del messaggio che denota maturità di pensiero e virtuosismo tecnico

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Aliaksandra Maiseyeva Classe 3F

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Altri temi in concorso

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Letizia Del Conte classe 3F

La scienza ci ha fornito molto benessere (sia fisico che psicologico) ed infinite conoscenze, le quali

ci hanno permesso di essere più liberi e di avere maggiori possibilità di scelta.

In passato la scienza ed il suo utilizzo avevano un limite, posto dalla Chiesa: era credenza comune

infatti, che tutto il sapere fosse racchiuso nella Bibbia.

Con Niccolò Copernico questa “certezza” fu messa indiscutibilmente in dubbio: è in quel periodo

che l’uomo ha cominciato a soddisfare la sua sete di verità e il suo bisogno di conoscenza.

Adesso, invece, essa ed il suo utilizzo non hanno alcun limite, e ciò è stato dimostrato dal disastro

di Hiroshima.

Argomento attuale è la nostra responsabilità come esseri umani e quella della scienza (compresi i

suoi operanti) sulla guerra.

Allora la questione è: bisogna lasciare proseguire lo studio o è opportuno porgli un limite? Chi è il

vero responsabile? Secondo il mio parere, la scienza in sé è pura, libera, non ha alcuna colpa

riguardo le conseguenze della sua applicazione. Sono infatti l’uomo ed il suo utilizzo delle

conoscenze scientifiche e tecnologiche che hanno portato terribili distruzioni.

Perciò condivido il pensiero di Margherita Hack, la quale sostiene che la scienza dovrebbe esser

libera da vincoli religiosi e sociali. Ella crede che dovrebbe portare vantaggio, non svantaggio,

progresso, non regresso e che in alcuni casi, bisognerebbe essere in grado di rinunciare.

Io non appoggio completamente queste ultime affermazioni, perché penso che la sola scienza porti

conoscenza e sapere e quindi mai svantaggio o regresso e stia a noi riuscire a gestirla, nel bene o nel

male.

Ad esempio potremmo parlare della bomba atomica la quale, utilizzata come arma, è tra le più

potenti e pericolose che esistano al mondo ma dobbiamo ricordarci e sapere che nella sua

realizzazione gli scienziati hanno scoperto una cosa fondamentale: l’atomo non è la parte più

piccola della materia, ne esistono altre di dimensioni minori, che contengono quantità di energia

immense.

Da queste cognizioni si è formata una ramificazione della scienza: la scienza sub-atomica..

Perciò credo che non si possa vedere tutto in bianco e nero, esiste anche un’altra tonalità: il grigio,

che è intermedia.

Hans Jonas è stata una figura di enorme rilievo riguardo al concetto di responsabilità.

Ha scritto diverse opere, tra le quali ricordiamo. “Il concetto di Dio dopo Auschwitz” e “Il principio

responsabilità”.

In quest’ultimo libro egli sostiene: “Agisci in modo che le conseguenze delle tue azioni siano

compatibili con la permanenza di un’autentica vita umana sulla terra”.

Condivido pienamente le sue idee, perché sono le nostre azioni che portano conseguenze negative

Per questo potremmo paragonare la scienza ad un coltello. Esso è essenziale, ci permette di

mangiare ma utilizzato in modo sbagliato può uccidere persone e in generale vite.

Io credo che, come il coltello , sia pericolosa se utilizzata in modo errato.

Dobbiamo prestare attenzione e riflettere su ciò a cui le nostre azioni potrebbero portare.

Primo Levi, nel suo libro “Covare il cobra “, sostiene che il lavoro degli scienziati possa portare

conseguenze positive, neutre o nocive.

Gli studiosi non devono lasciarsi ingannare dal momentaneo vantaggio materiale che potrebbe

essergli offerto e devono pensare alle conseguenze del loro operato.

Essi sanno se dall’uovo che stanno covando uscirà una colomba o cobra, una chimera, o magari

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nulla .

Io condivido le sue opinioni e penso che la scienza molto spesso venga utilizzata per scopi politici-

militari.

Giovanni Paolo II dice che la “Ragione e la fede sono come le due due ali ”che permettono allo

spirito umano di contemplare Dio e la verità che è in Esso racchiusa. Rivolge una parola anche agli

scienziati, che con le loro scoperte forniscono una ampia conoscenza dell’universo e degli esseri

animali e non, che lo compongono. Li invita a mantenersi e rivolgersi verso un orizzonte

sapienziale, nel quale la scienza sia accompagnata dall’etica e dalla morale.

Trovo reali le sue parole, ma credo che i suoi destinatari andrebbero modificati: siamo noi uomini i

veri responsabili, non solo gli scienziati.

Dante, nel canto di Ulisse, elogia Ulisse per la sua astuzia , per la sua curiosità e quindi per la sua

volontà di conoscere (nonostante egli faccia parte dei fraudolenti, nell’inferno). L’autore, nei panni

di Ulisse dice: “… fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza…”

In pochi versi Dante riassume il mio pensiero. Gli uomini sono i veri responsabili, ma non per

questo devono rinunciare alla conoscenza o porle un limite; devono seguire anche la morale

cercando di ottenere e raggiungere il corretto equilibrio.

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Gianmarco Lattaruolo classe 3I

Dante scrisse. “Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza…”

La virtù e la conoscenza sono i principali traguardi che si dovrebbe porre ogni uomo.

La conoscenza comprende certamente anche la comprensione scientifica dell’universo e lo sviluppo

tecnologico. Però per quanto il progresso possa andare avanti vi sarà sempre un rovescio della

medaglia che ne rivelerà i lati negativi.

Il poeta italiano Salvadore Quasimodo (1901-1968, premio Nobel) nella poesia “Uomo del mio

tempo” scrisse: “Sei ancora quello della pietra e della fionda…”

In questa semplice frase Quasimodo fa capire quanto l’uomo, pur essendo progredito enormemente

nelle proprie conoscenze scientifiche, nell’animo è ancora uguale a come era in epoca preistorica.1

Nella consapevolezza di ciò che si è in grado di fare, gli uomini dovrebbero saper sfruttare le

proprie conoscenze solo ed esclusivamente a fin di bene. Questa capacità si trasforma in una

responsabilità se si ha a cuore il nostro pianeta, gli esseri viventi che lo popolano e la vita delle

generazioni future. Il vero scienziato è infatti mosso dalla curiosità e dal fine benefico e non da

interessi economici o dal desiderio di passare alla storia.

Quante volte le nuove scoperte hanno portato a risultati che hanno fatto più del male che del bene?

Nel corso dei secoli gli uomini hanno ricercato, trovato ed applicato metodi sempre più complessi

ed efficaci per uccidere altri uomini in quel folle atto che è la guerra.

Va ricordato però che l’arme più letale mai costruita è stata scoperta quasi per caso ma non fu il

caso a dettarne l’utilizzo .

Per me non vanno incolpati i ragazzi di via Panisperna ed Enrico Fermi per aver scoperto, per caso,

la fissione nucleare dell’uranio 235. La loro colpa è quella di non aver fermato le ricerche anche

dopo aver capito chiaramente a cosa avrebbero portato. Si trovavano comunque in una situazione di

guerra: lo stesso Enrico Fermi fu costretto a trasferirsi negli Stati Uniti perché sposato con una

Ebrea. Per questo penso che abbiano una colpa maggiore gli scienziati che, dopo aver visto il

dramma di Nagasaki e Hiroshima, hanno progettato durante la guerra fredda armi ancora più potenti

come la bomba H (all’idrogeno) che può essere anche 6000 volte più potente di quella di

Hiroshima. Se scoppiasse una terza guerra mondiale e venissero usati questi ordigni penso che non

vi potrebbe essere una quarta guerra mondiale perché non vi sarebbe più un mondo su cui

combatterla.

Albert Einstein ironizzò su questo concetto dicendo in una sua famosa intervista: “Io non so con

quali armi sarà combattuta la terza guerra mondiale, ma so che la quarta sarà combattuta con pietre

e bastoni”. Einstein probabilmente si sentiva in colpa, in qualche maniera, per ciò che era accaduto

a Nagaski e Hiroshima. Il 5 agosto 1939 infatti, il fisico inviò al presidente degli Stati Uniti

Roosvelt una lettera nella quale lo informava della possibilità di costruire un nuovo tipo di bomba.

La sua scelta fu dettata dal timore che gli scienziati tedeschi stessero conducendo studi analoghi.

Le armi nucleari sono uno dei tanti esempi che ci dà la storia in cui gli uomini hanno superato il

limite di ciò che è moralmente ed eticamente giusto e ci fanno capire il nostro potenziale distrutti

vo.

La seconda guerra mondiale fu un periodo buio per l’umanità in cui si perse di vista Dio. La fede

spesso aiuta a capire cosa è giusto fare. Uno scienziato fermamente credente si rifiuterà di lavorare

per la creazione di un’arma batteriologica, mentre accetterà di collaborare agli studi di una nuova

cura medica. E’ risaputo comunque che la scienza e la fede sono sempre state in contrasto.

1N.d.C. Nel testo originale : “…nell’animo è ancora uguale a quel che era quando è stato creato da Dio”

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Il problema sorge dal fatto che scienza e religione danno risposte diverse alle stesse domande.

Per secoli la scienza ha tentato di “spiegare” la religione inoltrandosi in argomenti filosofici che non

la riguardavano e per altrettanto tempo la Chiesa ha tentato di frenare, rinnegare ed appropriarsi

della scienza temendo che, una maggiore comprensione dell’universo che circonda l’uomo e delle

leggi che lo regolano, potesse far diminuire il numero dei credenti ed il proprio prestigio.

Oggi però si è raggiunta una situazione abbastanza pacifica in quanto nessuno scienziato viene più

scomunicato; comunque l’influenza del Vaticano, soprattutto in Italia è ancora rilevante; basti

pensare agli studi sulle cellule staminali.

La Chiesa ha infatti dichiarato: “Un embrione è un soggetto umano con una ben definita identità e

come tale ha diritto alla sua propria vita”.

Il dibattito sulle staminali è comunque acceso in tutto il mondo. Alcuni sono contrari perché hanno

verificato che le cellule staminali embrionali innestate possono causare tumori. Io però vedo questa

come una ragione in più per continuare a finanziare le ricerche.

A questo punto è ovvio chiedersi quale sia la direzione giusta da seguire …Non sono un esperto di

genetica , ipotizzando che gli studi sulle staminali portino a qualcosa di terribilmente nocivo per gli

uomini cosa bisognerebbe fare? In questo, spero impossibile caso, credo che gli studiosi che hanno

portato avanti queste ricerche debbano prendersi la responsabilità delle proprie azioni, distruggendo

il loro lavoro e bloccando altri eventuali studi sull’argomento.

Questo è quello che non poterono, e in alcuni casi non vollero, fare i fisici che collaborarono alla

creazione delle armi atomiche. Ciò è evidente nella dichiarazione dei fisici Einstein, Hoppenheimer

e Fermi dopo la scoperta dell’utilizzo, a loro insaputa, della bomba atomica sul Giappone:

“Noi scienziati, il cui tragico destino è stato quello di costruire i mezzi di distruzione più raccapriccianti ed efficaci, dobbiamo considerare come nostro dovere solenne e supremo, fare tutto ciò che è in nostro potere per impedire che queste armi siano usate per gli scopi brutali per i quali sono state inventate”. Comunque sia, alla scienza dobbiamo molto delle agiatezze e delle comodità odierne; bisogna però

ricordare che per aver conquistato i traguardi che abbiamo raggiunto, la Terra ha pagato e sta

pagando un duro prezzo. Il rovescio della medaglia del progresso industriale e tecnologico è infatti,

l’inquinamento che deturpa il nostro pianeta fin dalla prima rivoluzione industriale.

Esistono svariati tipi di inquinamento e l’uomo è stato ben capace di massimizzarli tutti.

E’ inutile continuare a negare la situazione critica in cui versano le condizioni del nostro pianeta.

Anche se è vero che la nostra generazione non risentirà delle conseguenze più gravi

dell’inquinamento, possiamo veramente assumerci la responsabilità dell’innalzamento del livello

del mare, ad esempio, che potrebbe cancellare città come Venezia e New York?

Molti si sentono giustificati dal fatto che un singolo individuo non può cambiare la situazione. Si

può però iniziare con piccoli passi come fare la raccolta differenziata o installare un impianto

fotovoltaico nella propria casa. Esistono infatti delle alternative, si può progredire senza inquinare.

La presa di coscienza della situazione del pianeta ha portato alcuni studiosi a ricercare nuovi

metodi sostenibili. Hanno sentito la responsabilità di fare tutto ciò che è in loro potere per impedire

quello che probabilmente accadrà se non si cambierà strada.

La colpa di tutto questo va attribuita ai direttore e ai proprietari di fabbriche e aziende internazionali

che, corrotti da interessi economici e materiali, non solo non hanno voluto fermarsi per impedire

che la situazione peggiori ma hanno anche investito nel tentativo di frenare la ricerca di nuovi

metodi ecosostenibili per produrre energia e riutilizzare gli scarti delle industrie.

Non si può trascurare infine, un’ ultima conseguenza dello sviluppo tecnologico: il

depauperamento linguistico nella comunicazione fra i giovani, dovuto ad un eccessivo attaccamento

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a moderne tecnologie quali smartphone e computer E’ giusto continuare a migliorare queste

tecnologie ma ai giovani bisognerebbe far capire quando smettere e dove è il limite.

I dati dell’Istat tra l’altro rivelano che, in questo periodo, per la prima volta dalla fine della guerra,

si sta avendo una diminuzione del livello di istruzione giovanile. I ragazzi sono meno motivati allo

studio e infatti il numero dei diplomati, degli iscritti alle università e dei laureati sta diminuendo

rispetto alle medie degli anni scorsi.

In una società perfetta tutti dovrebbero tendere a migliorare la propria posizione senza peggiorare

quella degli altri (come predicava l’economista Vilfredo Pareto) ma in questo mondo pieno di

disuguaglianze e disparità sociali (il venti per cento della popolazione mondiale detiene l’ottanta per

cento delle ricchezze del pianeta), in cui pochi vogliono assumersi la responsabilità delle proprie

azioni, noi giovani dobbiamo continuare a sperare in un futuro quasi utopistico, nel quale vi sia più

equità sociale, benessere diffuso e una migliore collocazione delle risorse ma oltre a sperare

dobbiamo impegnarci a rendere questa visione possibile

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Sara Capozzi classe 3H

Quando sento parlare di sviluppo scientifico mi viene subito in mente tutto ciò a cui siamo arrivati

grazie ad esso: lo sviluppo scientifico ha liberato l’uomo da numerose malattie, dalla fame, dallo

sforzo fisico e dalle barriere dovute alle distanze.

Lo sviluppo scientifico è sempre stato importantissimo nella storia dell’uomo, se si pensa però alla

bomba nucleare o a tutte le altre scoperte scientifiche utilizzate in campo bellico o anche solo a

quello che sta succedendo in questo momento nel nostro pianeta, al riscaldamento globale e a tutte

le sue conseguenze, se pensiamo che tutto questo è stato causato dallo sviluppo tecnologico si

potrebbe esser indotti a credere che lo sviluppo scientifico non sia poi solo un bene. Certo, tutte le

cose hanno i loro pro e i loro contro; infatti bisogna pensare che la scienza può mettere in mano

all’uomo un potere immenso, capace sia di renderlo immortale, sia di distruggerlo. E’ per questo

che ci si chiede: fin dove è giusto che debba arrivare la scienza?

Tutti i problemi elencati sopra, derivati dalle varie scoperte scientifiche e tecnologiche hanno

accentuato il distacco tra scienza e morale; infatti tutto questo è successo perché nell’usare queste

scoperte non si è riflettuto sui problemi morali che queste comportano.

E’ infatti molto semplice capire fin dove si deve arrivare: lo sviluppo scientifico deve andare avanti

solo in funzione del benessere umano, in altre parole deve riflettere sull’aspetto morale.

Lo sviluppo scientifico non deve avere limiti se non il buon senso del ricercatore, perché come dice

Primo Levi: “Sei abbastanza dotto da saper valutare se dall’uovo che stai covando sguscerà una

colomba o un cobra o una chimera o magari nulla.”

Non si deve fermare lo sviluppo scientifico ma solo evitare che la scienza possa prendersi il diritto

di stravolgere il corso della esistenza umana.

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Elisa Paolucci classe 3B

Einstein disse "L'uomo ha inventato la bomba atomica, però nessun topo al mondo costruirebbe una

trappola per topi".

Ci fa riflettere come qualcuno vissuto nel secolo scorso abbia menzionato qualcosa che ci riguarda

così attualmente. Oggi che con la scienza e la tecnologia sembra si possa arrivare ovunque. Oggi

che le nuove scoperte e invenzioni sembrano essere infinite. Oggi che potremmo arrivare ad essere

sopraffatti dalle nostre stesse creazioni. Ciò che sembra così innovativo potrebbe distruggerci. Lo

stesso nucleare che riesce a produrre energia senza inquinare, se utilizzato per scopi bellici

potrebbbe cancellare la vita dalla faccia della Terra. L'intelligenza artificiale, così ben vista,

presenta però svantaggi: e se chi abbiamo dotato di intelligenza, i tanto bramati robot, decidessero

di iniziare a pensare con la loro testa? Se decidessero di non obbedire? Di danneggiarci? Potrebbero

riuscirci? Asimov aveva già preso in considerazione l'idea scrivendo le tre leggi della robotica che

in breve enunciano: un robot non può recar danno ad un essere umano, un robot deve obbedire agli

ordini impartiti dagli esseri umani, un robot deve proteggere la sua esistenza. 1

I robot (in cecoslovacco "lavoro duro") sono destinati proprio a svolgere al meglio i compiti al

posto degli esseri umani. Sembra una prospettiva rosea: un mondo senza il bisogno che nessuno

lavori ma servizi efficienti e compiti svolti al meglio. Sì, forse quello di una loro rivolta è un rischio

da correre se si punta al progresso.

La visione del progresso però è indubbiamente soggettiva. Margherita Hack, una delle più brillanti

menti della scienza italiana, ha una visione di questo come qualcosa che debba accrescere la

proporzione di bene nel mondo, l'applicazione delle conoscenze scientifiche deve portare vantaggio

e non svantaggio.

Spesso si pensa alla Chiesa e alla scienza come a due mondi separati e ben distinti. E' vero che a

volte la Chiesa limita le ricerche scientifiche e tra i due "mondi" si ha un rapporto conflittuale, tanto

che molti rappresentanti del campo scientifico si dichiarano atei. Al contrario, però, importanti

uomini della Chiesa, addirittura Giovanni Paolo II, vedono i progressi della scienza come traguardi

che hanno portato l'umanità ad un nuovo livello di sviluppo e progresso.

Progresso che potrebbe anche migliorare in tutti i campi, compreso quello medico: con

l'arricchimento delle conoscenze si potrebbe arrivare a migliorare le condizioni di vita dei portatori

di handicap, costruire protesi innovative e più funzionali; con l'utilizzo delle cellule staminali si

potrebbe arrivare addirittura a poter guarire i malati di cancro o tumori ma le stesse, nelle mani di

qualcuno senza scrupoli o alcun tipo di etica, potrebbero essere davvero dannose.

Ultimamente l’etica di molte persone sta scemando e al contempo sta aumentando il desiderio di

arricchimento personale.

Adatto al periodo che stiamo vivendo è un proverbio indiano:"Quando avrete pescato l'ultimo

pesce, quando avrete abbattuto l'ultimo albero, quando avrete prosciugato l'ultimo fiume, allora vi

accorgerete che non si può mangiare il denaro". Lo ritengo adatto perchè molti scienziati sono

corrotti, agiscono dimenticando che con le loro azioni danneggiano lo stesso pianeta che stanno

cercando di migliorare o agiscono pur essendo consapevoli di non essere d'aiuto al bene comune.

Esempio nel campo medico è quello del frutto della graviola. Si è scoperto, infatti, che questo frutto

è l'anticancro più potente al mondo, l'equivalente a centinaia di chemioterapie. Le capacità di questo

1 N.d.C. Le tre leggi di Asimov: 1) Un robot non può recare danno a un essere umano, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno. 2) Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge. 3) Un robot deve proteggere la propria esistenza, purchè questa autodifesa non contrasti con la Prima e la Seconda Legge.

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prodigioso frutto non sono state divulgate in quanto il suo uso su larga scala porterebbe al

fallimento di numerose aziende farmaceutiche specializzate nella cura del cancro.

Allo sviluppo delle conoscenze tecniche e scientifiche il mondo si è diviso in chi è favorevole a ciò

che lo sviluppo di queste comporta e chi è contrario. La tecnoetica vuole mediare tra i due ideali.

Per quanto mi riguarda il distacco tra progresso e regresso della qualità della vita sulla Terra è

dovuta solo all'etica di chi agisce; l'arricchimento delle conoscenze può essere solo un fattore

positivo per la formazione di un uomo, sta a lui poi sfruttarle nel modo giusto.

Come disse Hans Jonas: "Agisci in modo che la conseguenza della tua azione sia compatibile con la

permanenza di un'autentica vita umana sulla Terra".

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Daniele Scarpellino classe 3F

Grazie alla scienza oggi possiamo compiere gesti e movimenti in maniera rapida e veloce senza

nemmeno rendercene conto, dandoli quasi per scontati. Non ci dobbiamo dimenticare però, che ognuno di questi è stato reso possibile grazie allo studio e

all’impegno di moltissimi scienziati che con le loro numerose scoperte sono riusciti a rendere la vita nel mondo più agevole.

Bisogna ricordare che dobbiamo al lavoro dei medici se la vita media di un uomo si è allungata di molto e la mortalità infantile è diminuita di tanto, anche con l’aiuto dei numerosi vaccini ai quali

siamo sottoposti in tenera età .

Questi ci stanno permettendo di prevenire malattie gravissime come il vaiolo e la polio.

Gli studiosi realizzano quello che ci permette di vivere meglio e cercano di dare delle risposte alle

infinite domande che ci poniamo ogni giorno.

Ultimamente però, gli uomini della scienza subiscono numerosi attacchi da parte dell’opinione

pubblica perché vengono accusati di non rispettare, a volte di modificare, gli equilibri della natura e

del genere umano.

Il difficile rapporto tra scienza e morale è sempre stato dibattuto. Negli ultimi tempi si teme che

presto gli studiosi riescano a mettere a punto dei metodi capaci di rendere possibile la clonazione

dell’uomo. Se ciò dovesse accadere le persone potrebbero avere dei cloni, dentro un laboratorio, per

essere utilizzati nel momento in cui avessimo bisogno di un trapianto. In classe abbiamo letto cosa pensano grandi filosofi e chimici riguardo la responsabilità che l’uomo

è chiamato ad avere nell’utilizzare le conoscenze scientifiche e tecnologiche. Una frase che mi è piaciuta molto è stata quella di Primo Levi scritta nel suo libro “Covare il

cobra”; egli diceva: “Non nasconderti dietro l’ipocrisia della scienza neutrale: sei abbastanza dotto da saper valutare se dall’uovo che stai covando sguscerà una colomba, un cobra, una chimera o

magari nulla”. In questa frase egli vuole dire che uno studioso è abbastanza intelligente da capire se la sua ricerca, in futuro scoperta, sarà fruttuosa o pericolosa per il genere umano.

Io penso che lo scienziato debba prendersi la propria responsabilità ma debba essere libero di scegliere se continuare la sua ricerca. Per me lo studio dovrebbe essere libero da vincoli religiosi e

non dovrebbe arrecare del male, con le sue scoperte ma queste dovrebbero servire al benessere degli

esseri viventi, uomini ed animali.

Il nostro mondo è stracolmo di difficoltà e la scienza deve trovare il modo di sconfiggerle in

maniera non pericolosa per il nostro ambiente.

Gli scienziati a volte, pur di raggiungere i loro scopi, non tengono conto dei disastri e delle

catastrofi ecologiche che creano.

Arrivati a questo punto dobbiamo porci una domanda: “ Lo scienziato dovrebbe essere una persona

onnipotente, al di sopra di tutti o uno studioso che tra dubbi, paure e scrupoli arrivi ad enunciare la

sua scoperta, utile per la nostra vita e per quella del nostro prossimo?

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Gianmarco Basciani classe 3I

L’intera umanità, da quando Galileo Galilei inventò il metodo scientifico, è riuscita a progredire attraverso la scienza.

Grazie alla ricerca scientifica, sono state debellate malattie; inventando vaccini; il lontano è stato reso vicino; attraverso il web, si è prodotta più energia con meno consumi.

Questo è potuto accadere con l’atomo che, a seconda di come è utilizzato, può creare benefici all’umanità ma anche svantaggio e regressione.

Uno degli episodi più tragici vissuti dall’umanità è stato il lancio della bomba atomica su Hiroshima, nel quale è venuta fuori tutta l’irresponsabilità dell’uomo; ma le stesse centrali

atomiche, se non controllate accuratamente, possono provocare vere e proprie catastrofi. Un

esempio è quello di Chernobyl, dove una centrale atomica è eplosa negli anni ottanta e le radiazioni

fuoriuscite hanno ancora delle ripercussioni oggi: infatti molti neonati, dopo questa tragedia, sono

nati e nascono deformati o addirittura alcuni sono morti e muoiono poco dopo la nascita; quindi, in

ogni scoperta scientifica e tecnologica c’è un risvolto sia positivo che negativo; spetta all’uomo

infatti, decidere in che modo utilizzare i ritrovati scientifici assumendo tutta la responsabilità sulle

proprie spalle.

Un altro aspetto negativo delle innovazioni è l’inquinamento, che distrugge l’ambiente e si forma,

ad esempio, con gli scarichi delle fabbriche..

Secondo una visione cattolica, come espresso nella enciclica di Papa Giovanni Paolo II “Fides et

ratio” ai vescovi, “la fede e la ragione sono come due ali che innalzano lo spirito dell’uomo alla contemplazione della verità”, ciò vuol dire che la fede e la scienza devono collaborare per arrivare

alla verità, sempre entro i valori morali ed etici. Secondo una visione puramente laica, invece, la ricerca dovrebbe essere libera, anche da ogni

vincolo religioso. Comunque, il monito deve essere sempre quello di lavorare con libertà e onestà. La libertà senza

onestà, infatti, può essere molto pericolosa. Secondo me, se si avesse la possibilità di scegliere non bisognerebbe farsi attirare dai beni materiali,

bensì bisognerebbe collaborare per aumentare il benessere dell’umanità. Inoltre, penso che le scoperte scientifiche volte al benessere debbano essere applicate soprattutto in favore di chi ne

abbia veramente bisogno, ad esempio i paesi e le popolazioni povere che non hanno neanche la

possibilità di accedere all’acqua potabile

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Federica Toti classe 3F

Il rapporto tra scienza e morale è stato sempre dibattututo ma nella nostra epoca ha assunto caratteri ancora più problematici. Questo in relazione all’intenso e continuo sviluppo tecnologico e

scientifico che pone quotidianamente l’uomo davanti alla necessità di decidere. La scelta potrebbe compromettere il destino della specie umana e per questo motivo bisogna analizzare e prendere in

considerazione diversi aspetti. Fin dall’antichità, ci sono stati scontri tra la scienza e la religione. Matematici, fisici, astronomi e

ricercatori di ogni tipo, nella storia hanno provato a risolvere alcuni problemi o misteri della vita attraverso lo studio. Spesso accusati di avere teorie contrastanti con la Bibbia si sono trovati a dover

scegliere se negare le proprie teorie, quindi abiurare o andare incontro alla morte. Infatti, gli

scienziati attraverso i loro studi e le loro ricerche, ci forniscono sempre più nozioni sull’universo e

sui suoi componenti.

La domanda, che negli anni, si sono posti è se ci sia un limite per la conoscenza dell’uomo da non

superare, se ad un certo punto l’uomo si debba cioè fermare e lasciare che sia la natura a spiegare

alcuni fenomeni.

Io penso che il lavoro di scienziato sia un compito davvero complicato e importante.

E’ una professione come qualsiasi altra che deve avere però i giusti obiettivi e scopi. Certo è

semplice intraprendere un esperimento sbagliato che ti porta a fare una scoperta grandiosa ma anche

pericolosa per l’uomo.. A questo punto deve intervenire la capacità del ricercatore che eticamente

dovrebbe scegliere quale sia l’azione più corretta da fare. Ed è questo che scrive anche Papa Giovanni Paolo II nella sua enciclica “Fides et ratio”. Egli

dimostra ammirazione e incoraggiamento verso gli scienziati ma chiede loro di lavorare senza far prevalere la pazzia della scoperta, tenendo conto anche dei principi etici della persona umana.

Ritengo questo pensiero corretto ma penso che la scienza sia basata sulla ricerca, un fenomeno libero che non deve dipendere da nessuno e che è frutto, la maggior parte delle volte,

dell’aspirazione di un singolo. Gli studiosi, secondo me, non hanno la responsabilità dell’uso delle loro scoperte tuttavia

dovrebbero lavorare avendo come principio guida, come obiettivo, il progresso e il vantaggio per la comunità.

Lo studioso Hans Jonas, nel libro “ Il principio responsabilità. Un’etica per la civiltà tecnologica”,

esprime un concetto, a mio parere, davvero importante: “agisci in modo che le conseguenze delle

tue azioni siano compatibili con la permanenza di un’ autentica vita umana sulla terra”.

Penso sia questa la sola regola, il solo principio con cui i ricercatori debbano lavorare: quello di

portare bene alla comunità, perché siamo tutti consapevoli che la scienza sia un fenomeno

ammirevole, capace di portare miglioramenti e felicità ma ma siamo anche consapevoli che sia il

fenomeno più pericoloso, in grado di ucciderci se mal sfruttato e non opportunamente sorvegliato.

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Cecilia Esposito classe 3F

La conoscenza: ciò che alimenta il progresso. Non potremo mai avere una visione completa di

questa. Tocca ogni nostro neurone e, senza, l’uomo sarebbe come tutti gli altri esseri viventi della Terra.

Al contrario, noi siamo capaci di scoprire e fare nostro, di capire e modificare, di studiare e migliorare. La nostra vita è basata sulla conoscenza.

Lo sviluppo umano ha avuto inizio grazie alle scoperte. E’ impossibile fermare questa voglia di sapere, è infatti proprio questa che caratterizza il genere umano.

La scienza è una componente fondamentale della conoscenza.

Nessuno è sicuro che questa sia una voglia innocua ma anch’essa ci fa progredire.

Grazie a nuove cognizioni oggi ci sono facili rimedi anche per salvare vite umane. Anche la più

semplice invenzione tecnologica è frutto di conoscenze scientifiche, basti pensare alla televisione:

milioni di pixel che si coordinano in un decimo di secondo per mostrarti ciò che vuoi vedere. A

volte però, le scoperte scientifiche possono spaventare. Su questo penso che ci saranno opinioni

contrastanti per sempre.

Quando gli studiosi si mettono all’opera, possono venire a conoscenza di fatti incredibili. Questo

tormenta gli esperti: scoperte molto importanti potrebbero essere sfruttate nel modo sbagliato,

quindi è giusto rivelarle al mondo?

Lo scienziato ha responsabilità? Molti dicono di si. Si combatte contro gli OGM, frutto di esperimenti in laboratorio. Alcuni li dichiarano immorali, perché la natura non dovrebbe essere

modificata. La scoperta dell’atomo ha portato alla bomba atomica; per non parlare dell’informatica che sta

cambiando il nostro mondo. Ci dovrebbe semplificare la vita, mentre ci toglie proprio le cose più semplici.

Io non sono d’accordo. Per me gli studiosi non hanno responsabilità. La scienza è scienza, le scoperte sono scoperte, poi di quel che ne fa il mondo non devono essere ritenuti responsabili.

Come tutti i lavori, anche questo ha i suoi rischi. Quando si scoprono cure o vaccini, allora, non dovrebbero essere messi in circolazione perché dei

terroristi potrebbero farne un’arma biologica? No certo che no: penso sia molto importante che il

mondo sappia che ci sono continue scoperte. Se una persona vuole fare del male può utilizzare

qualsiasi mezzo.

Non credo nemmeno che l’uso degli OGM sia sempre totalmente sbagliato, anche se non trovo una

cosa giusta gli innesti fra diverse specie.

Vorrei riportare una frase di Margherita Hack, una scienziata italiana: “E’ anche vero che

intervenire sulla natura non è sempre dannoso, … in fondo anche i tanto deprecati OGM vanno a

sanare alcune carenze, mentre non conosciamo eventuali effetti negativi.”

Condivido queste parole anche perché la natura non è sempre vittima dell’uomo.

La scienza e la conoscenza per me, sono un tutt’uno che porta sviluppo. La prima non ha

responsabilità nei confronti del mondo e la seconda ci aiuta a migliorarlo. Le conoscenze tecnologiche sono utili per mantenere rapporti, imparare e intrattenere.

L’utilizzo delle nostre cognizioni spetta a noi. Se in futuro la scienza avrà prevalso sulla morale oppure no saremo solo noi a deciderlo.

Il domani potrebbe essere migliore, come potrebbe essere peggiore. Alla domanda: l’uomo ha responsabilità nei confronti dell’utilizzo delle conoscenze? La mia

risposta è: si. Ha la responsabilità di decidere ora e in futuro.

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…ed infine alcune riflessioni tratte da altri temi in concorso.

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Simone Camilletti classe 3B

…La tecnologia ormai si è insediata nella nostra vita e questo fenomeno può solamente proseguire

il suo cammino. La questione è se continuerà con un risvolto benevolo mirato ad una crescita etica e sociale o con ripercussioni negative che porteranno ad un regresso…

Ritengo inoltre etico sfruttare le nuove forme di tecnologia per valorizzare il ruolo dei disabili nella società…la mano robotica può aiutare i disabili nei vari spostamenti o a svolgere diverse azioni

nello spazio casalingo. Questa invenzione potrebbe essere usata anche in ambito chirurgico per operazioni più attente e con margine di errore molto basso.

Il problema sostanziale è il costo. …Credo che sia eticamente sbagliato farne usufruire solamente il ceto alto, una piccola parte della popolazione…

…Credo che l’uomo debba rimanere sempre vigile quando crea macchine intelligenti e potenti

perché potrebbero ribellarsi creando enormi problemi…

Concludendo, io aderisco pienamente al progresso tecnologico, credo però che l’uomo debba

sempre stare in guardia con le sue invenzioni e spero che non crei più nuove tecnologie che possano

nuocere all’intera popolazione, come quando si è scoperta la scissione del nucleo dell’atomo.

Simone Ciocci classe 3I

In molti casi l’uomo non fa buon uso delle conoscenze scientifiche e tecnologiche acquisite nel

corso degli anni… Da una parte inventa macchine super tecnologiche in grado di fare qualsiasi cosa, dall’altra deve

pensare ai pericoli che si potrebbero incontrare o che potrebbero danneggiare il pianeta e l’ambiente

in cui viviamo Ed è proprio in questi momenti che l’uomo deve assumersi le proprie responsabilità

riguardo a ciò che potrebbe causare costruendo o inventando queste macchine di tecnologia

superiore.

…Il lavoro delle macchine sta sostituendo sempre di più quello dell’uomo artigiano, e anche questo

potrebbe portare ad inquinare l’ambiente con sostanze nocive, che si disperdono nell’aria e arrivano

fino a noi…

Francesco Mancini classe 3B L’etica umana, nell’utilizzo e nello sviluppo di nuove tecnologie è un fattore indispensabile.

… E’ un bene che si scoprano nuove tecnologie se poi vengono usate in modo negativo? Come la

bomba atomica?”

….Tra i molti scienziati che hanno espresso il loro pensiero riguardo questa questione etica, mi

hanno colpito le riflessioni di Primo Levi e Albert Einstein.

Primo Levi nel suo romanzo “Se questo è un uomo, parla a tutti i giovani che aspirano a diventare

degli scienziati, chiedendo loro di utililizzare le proprie conoscenze per un progresso positivo che possa portare il bene delle generazioni future. Primo Levi mira, con le sue parole, alla coscienza e

alla morale degli scienziati, chiedendo loro di accettare la ricerca di una nuova medicina e non di un gas nervino, quindi chiede loro di ascoltare la coscienza e non chi offre più soldi.

Einstein invece espresse la sua posizione con una frase che, una volta letta, mi ha fatto molti riflettere:” L’uomo ha creato la bomba atomica ma un topo non costruirà mai una trappola per topi”.

Questa frase mi fa fatto riflettere molto sulla fragilità della morale umana: … è bastato il desiderio di una popolazione di dominare sull’altra per creare un’arma di sterminio come la bomba atomica.

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…Secondo me lo sviluppo tecnologico, che ha i suoi costi, non può essere finanziato da tutti gli

stati e per questo viene sovvenzionato talvolta da privati che richiedono in cambio di finanziamenti, ricerche nel campo più conveniente che spesso è quello bellico e di conseguenza lo scienziato non è

libero di scegliere quale campo approfondire. Un altro caso che dimostra quanto il progresso tecnologico possa essere monopolizzato da persone

facoltose è il commercio di automobili con motore elettrico. Spesso i brevetti vengono acquistati dai grandi magnati del petrolio che, per non perdere l’introito della vendita del petrolio, non le fanno

fabbricare e mettere in commercio.

Queste mie riflessioni sulla monopolizzazione dello sviluppo tecnologico e sulla tecnoetica sono

pessimistiche e perciò spero di sbagliarmi però, dal mio punto di vista, questa è una visione

realistica del mondo.

Flavia Marucci classe 3I

Non sempre l’uomo utilizza con responsabilità la scienza e la tecnologia . Deve saperla usare allo

scopo di fare del bene e non del male.

Al giorno d’oggi scienza e tecnologia stanno alla base di tutto…..

La scienza e la tecnologia, soprattutto in questi anni non sempre vengono usate intelligentemente

dall’uomo, anzi a volte vengono impiegate per distruggere le meraviglie della natura e anche la

nostra salute.

Secondo me, centrali nucleari, clonazione e vivisezione si possono benissimo evitare.

Se uno ha la volontà, può fare tutto, può fare il bene.

Elisa Spanò classe 3A Per fare in modo che le generazioni future abbiano una vita migliore, bisogna essere consapevoli di

ciò che si fa.

Proprio come dice Hans Jonas nel suo “ Il principio responsabilità”, in cui propone una filosofia che

si può riassumere in una frase “ Agisci in modo che le conseguenze delle tue azioni siano

compatibili con la permanenza di una autentica vita umana sulla terra”

Con questa frase Hans Jonas, ci vuole far riflettere sulla nostra vita. Noi tutti dobbiamo essere

consapevoli delle nostre azioni e delle conseguenze, sia positive , sia negative delle nostre azioni,

perché possono essere importanti per le generazioni future.

◊ Pamela Aquino classe 3A La tecnologia per me è un vantaggio, che ha migliorato il mondo, ma in alcuni casi è anche uno

svantaggio poiché, a volte, troppa tecnologia porta all’isolamento e ci fa cadere in un mondo virtuale…….

Per me un’autentica vita umana si realizza quando si vive la propria vita attraverso la ragione, la tecnologia e anche un po’ la fede…

Secondo me la ragione, la tecnologia e la scienza dovrebbero essere utilizzate per migliorare il mondo e non per peggiorarlo, come è successo con la bomba atomica.

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Infine, penso che anche attraverso la tecnologia, ci si può relazionare ma credo che sia meglio

relazionarsi con il mondo reale.

Marco Goio classe 3A

Non è stato facile capire cosa volesse dire Jonas con l’espressione “ Un’autentica vita umana” A parer mio, un’autentica vita umana è una vita condotta dalla ragione. Ed è proprio la ragione che

ci differenzia dagli animali o dagli altri esseri viventi, in quanto l’uomo non agisce d’istinto bensì è capace di scegliere, di giudicare e anche di capire se le conseguenze delle sue azioni siano buone o

no…

La scienziata Margherita Hack afferma : “…La ricerca scientifica deve accrescere nel mondo la proporzione di bene..” Le conseguenze delle scoperte scientifiche devono essere a fin di bene, come è già accaduto per la

scoperta di medicine e vaccini che hanno sconfitto e sconfiggono tutt’ora molte malattie.

Però come ribadisce Primo Levi in “Covare il cobra” la scienza può essere utile, neutra o nociva.

“Ciò che farai quando eserciterai una professione può essere utile per il genere umano o neutro o nocivo. Non nasconderti dietro l’ipocrisia della scienza neutrale. Sei abbastanza dotto da saper valutare se dall’uovo che stai covando sguscerà una colomba o un cobra o una chimera oppure nulla”.Ad esmpio la bomba atomica è stata un cobra.

Lo capì anche Ettore Majorana il quale, come riporta Leonardo Sciascia in “ La scomparsa di

Majorana”, probabilmente fuggì perché aveva capito la gravità della scoperta che aveva fatto

insieme a fermi e ai suoi collaboratori. Non lo capirono Hitler e Mussolini che volevano l’atomica, capirono della brutalità della bomba

atomica gli abitanti di Hiroshima e Nagasaki. Quindi sono proprio delle grandi scoperte ad aver talvolta prodotto brutali conseguenze.

Personalmente sono d’accordo con il pensiero di Jonas “Agisci in modo che le conseguenze delle tue azioni sino compatibili con la permanenza di un’autentitica vita umana sulla terra” cioè di una

vita condotta dalla ragione. Per questo cerco di ragionare sempre sulle mie azioni magari seguendo il consiglio di un adulto…

ma poi mi fermo a ragionare.: Non è forse quell’adulto che mi consiglia che ha contribuito a far

diventare il mondo così com’è, non badando alle conseguenze delle sue azioni?

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Altri disegni in concorso

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Sofia Di Gregorio classe 3H

Sara Capozzi classe 3H

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Gianmarco Lattaruolo classe 3I

Flavia Marucci classe 3I

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Fabrizio Settele classe 3I

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Indice

Introduzione ____________________________________________________ pag. 4 Vincitori sezione scrittura creativa ____________________________________pag. 6 Federica Napolitano classe 3F ___________________________________ pag. 7 Gianmarco Messina classe 3H ____________________________________pag. 10 Vincitore sezione grafica_____________________________________________ pag. 12 Aliaksandra Maiseyeva classe 3F _________________________________ pag. 13 Altri temi in concorso________________________________________________ pag. 15

Letizia del Conte classe 3F______________________________________ pag. 16 Gianamrco Lattaruolo classe 3I__________________________________ pag. 18 Sara Capozzi classe 3H_________________________________________pag. 21 Elisa Paolucci classe 3B_______________________________________ pag. 22

Daniele Scarpellino classe 3F___________________________________ pag. 24 Gianmarco Basciani classe 3I___________________________________ pag. 25 Federica Toti classe 3F_________________________________________pag. 26 Cecilia Esposito classe 3F______________________________________ pag. 27 …Ed infine alcune riflessioni tratte d altri temi in concorso________________ pag. 28 Simone Camilletti classe 3B______________________________________pag. 29 Simone Ciocci classe 3 I________________________________________ pag. 29 Francesco Mancini classe 3B___________________________________ pag. 29 Flavia Marucci classe 3 I______________________________________ _pag.30 Elisa Spanò classe 3A_________________________________________ pag. 30 Pamela Vidal Aquino classe 3 A__________________________________pag. 30 Marco Goio classe 3 A_________________________________________ pag. 31 Altri disegni in concorso_____________________________________________pag.32 Sofia Di Gregorio classe 3H______________________________________pag.33 Sara Capozzi classe 3H__________________________________________pag.33 Gianmarco Lattaruolo classe 3 I___________________________________ pag.34 Flavia Marucci classe 3I__________________________________________pag.34 Fabrizio Settele classe 3I _________________________________________pag.35 Indice____________________________________________________________pag. 36

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Roma, 25 giugno 2013