presentazione laboratori interdisciplinari terzo...

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1 PRESENTAZIONE LABORATORI INTERDISCIPLINARI TERZO ANNO SCIENZE DELL’EDUCAZIONE ANNO ACCADEMICO 2016-2017 AREA ARTISTICO MUSICALE TURNO 1 Tito Terreni “Dùmdùm Pà Tìketike Pà: ritmo, energie e partecipazione” Il ritmo è la componente forse più antica della musica, capace di trasportarci nel tempo e nello spazio...fino in un villaggio, attorno al fuoco... La possibilità di suonare insieme ci può regalare però ben più di un ricordo ancestrale e dell’energia che le vibrazioni ci trasmettono. Suonare insieme significa anche ascolto reciproco, rispetto delle regole, sentirsi un tutto con la globalità e contemporaneamente portare la specificità del proprio strumento, essere leader e gregario all’interno di una esperienza unitaria. Comunicare con uno strumento musicale permette poi di esprimere se stessi, a prescindere dalla complessità e dalla bellezza della performance, con una modalità comunicativa che ci dà la possibilità di scardinare le strutture comunicativo-relazionali troppo spesso cronicizzate nel linguaggio parlato. Il corso propone attività pratiche con l’uso di strumenti musicali per lo più semplici ed immediati, esperienze di gioco musicale, body percussion e semplici esecuzioni collettive, dal formale all’improvvisazione informale. Il laboratorio non presuppone affatto una preparazione musicale, bensì il desiderio di suonare insieme e riflettere sulle esperienze vissute. TURNO 2 Tito Terreni "Canto dunque sono: voce e relazione educativa" Chi lavora in ambito educativo sa benissimo quanto un uso “scorretto” della voce possa determinare sfavorevolmente una relazione educativa e l’insegnante che grida-di-non-gridare ne è il classico esempio. Al contrario un uso della voce più consapevole ci rende capaci di arrivare più in profondità nella relazione, sfruttando soprattutto la componente non verbale che determina fortemente messaggi e significati, agendo nella sfera emotiva. Il corso si concentra quindi su quel mezzo comunicativo fondamentale che è la voce, proponendo esperienze formali (canti), informali (esperienze vocali) e ludiche, senza scordare il legame con altre esperienze musicali (danza, strumentario) ed extra-musicali. Il corso non presuppone una preparazione musicale e vocale, ma la voglia di sperimentare la voce.

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PRESENTAZIONE LABORATORI INTERDISCIPLINARI TERZO ANNO SCIENZE DELL’EDUCAZIONE ANNO ACCADEMICO 2016-2017 AREA ARTISTICO MUSICALE

TURNO 1 Tito Terreni “Dùmdùm Pà Tìketike Pà: ritmo, energie e partecipazione”

Il ritmo è la componente forse più antica della musica, capace di trasportarci nel tempo e nello

spazio...fino in un villaggio, attorno al fuoco... La possibilità di suonare insieme ci può regalare

però ben più di un ricordo ancestrale e dell’energia che le vibrazioni ci trasmettono. Suonare

insieme significa anche ascolto reciproco, rispetto delle regole, sentirsi un tutto con la globalità e

contemporaneamente portare la specificità del proprio strumento, essere leader e gregario

all’interno di una esperienza unitaria. Comunicare con uno strumento musicale permette poi di

esprimere se stessi, a prescindere dalla complessità e dalla bellezza della performance, con una

modalità comunicativa che ci dà la possibilità di scardinare le strutture comunicativo-relazionali

troppo spesso cronicizzate nel linguaggio parlato. Il corso propone attività pratiche con l’uso di

strumenti musicali per lo più semplici ed immediati, esperienze di gioco musicale, body percussion

e semplici esecuzioni collettive, dal formale all’improvvisazione informale. Il laboratorio non

presuppone affatto una preparazione musicale, bensì il desiderio di suonare insieme e riflettere sulle

esperienze vissute.

TURNO 2

Tito Terreni "Canto dunque sono: voce e relazione educativa"

Chi lavora in ambito educativo sa benissimo quanto un uso “scorretto” della voce possa determinare

sfavorevolmente una relazione educativa e l’insegnante che grida-di-non-gridare ne è il classico

esempio. Al contrario un uso della voce più consapevole ci rende capaci di arrivare più in

profondità nella relazione, sfruttando soprattutto la componente non verbale che determina

fortemente messaggi e significati, agendo nella sfera emotiva. Il corso si concentra quindi su quel

mezzo comunicativo fondamentale che è la voce, proponendo esperienze formali (canti), informali

(esperienze vocali) e ludiche, senza scordare il legame con altre esperienze musicali (danza,

strumentario) ed extra-musicali. Il corso non presuppone una preparazione musicale e vocale, ma la

voglia di sperimentare la voce.

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TURNI 4, 5

Tito Terreni IL RITMO DEL CORPO…IL CORPO DELLA MUSICA

Il laboratorio è rivolto ai futuri educatori ed educatrici interessati all'esperienza e alla padronanza

degli elementi di una educazione musicale di base, come un utile strumento nei diversi contesti del

lavoro educativo. Si tratta di pratiche e metodologie che hanno come principali finalità l'indagine

del rapporto tra suono, corpo e musica; l'elemento sonoro come strumento di relazione e ascolto tra

l'io, il tu e l'ambiente; l'arricchimento delle possibilità espressive nel contesto non-verbale; la

musica come linguaggio umano e non tecnico; l'animazione musicale; la musica come esperienza

ludica. Il percorso si svolge con l'utilizzo del corpo, della voce e degli strumenti musicali.

AREA CINEMA E LETTERATURA TURNO 1 Silvia De laude Leggere film e vedere racconti. Come l'immagine letteraria diventa filmica

Il laboratorio si propone di sottoporre all’osservazione degli studenti alcuni testi letterari e la loro

trasposizione teatrale-filmica. Si presterà attenzione a quei casi in cui il testo narrativo diventi in

seguito opera teatrale e poi filmica. L’analisi sarà condotta in particolare su alcune opere di Pasolini

con la collaborazione di esperti, evidenziando in particolare il ruolo della musica, del colore e del

montaggio. Insieme agli studenti saranno presi in esame alcuni brani/sequenze per individuare le

relazioni tra il linguaggio testuale e il linguaggio delle immagini.

AREA MOTORIA TURNO 1

Fabio Maccioni

Il laboratorio fa sperimentare agli allievi giochi ed esercizi propri della pedagogia

dell'improvvisazione teatrale, un'arte/disciplina che si impara tramite il gioco, un ambiente non

giudicante e ...il divertimento! Scopriremo che le abilità degli improvvisatori sono le stesse di chi è

e sarà preposto a gestire un setting educativo: la capacità di ascolto del "qui e ora", la capacità di

accettazione e di risposta positiva e includente, infine la capacità di reazione e di compiere un

scelta. Per il laboratorio servono abbigliamento comodo e carta e penna.

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TURNO 5

Maia Cornacchia L’ARTE DELL’ASCOLTO E IL CORPO TRASPARENTE Quando gli occhi ascoltano e le orecchie guardano, quando la pelle allarga le sue maglie e tutti i

sensi si allertano, quando il movimento è investito di attenzione, affiora l’organicità della nostra

relazione con il mondo. Il corpo trasparente sa collocarsi lì dove è, fra altri corpi che sanno, e fa

spazio, come in una danza, alla continuamente rinnovata vitalità delle nostre risposte. Il laboratorio

coltiva l’arte dell’ascolto lavorando sulla percezione e sulla consapevolezza del movimento dentro e

fuori di noi, nel corpo e nello spazio, nella voce e nel silenzio, per affinare la sensibilità e custodirne

l’elasticità e l’apertura.

TURNO 6 Micaela Bianco

Il laboratorio ha carattere sostanzialmente esperienziale.

La pratica utilizzata è La Biodanza (danza della vita, danza come metafora del nostro stare, del

nostro esserci, del nostro esistere): un sistema pedagogico che aiuta a rieducarsi alla preziosità della

vita e che ha l’obiettivo di facilitare in ogni partecipante l’incontro con se stesso e la capacità di

assumere e creare la propria esistenza.All’interno del gruppo di partecipanti ciascuno è invitato ad

esprimersi attraverso una serie di esercizi individuali, di coppia e di gruppo, secondo una precisa

metodologia, fondata su basi antropologiche e psicologiche. Gli esercizi sono proposti In forma

dolce, creativa e progressiva, accompagnati da musiche che inducono movimenti sentiti ed

emozionati. Sono questi movimenti che chiamiamo “danza”. La sicurezza nel proporsi, la capacità

di sentirsi, la comunicazione interpersonale ed affettiva sono alcuni degli aspetti che questo sistema

sviluppa; da questi nasce il piacere di essere se stessi.

TURNO 7 Paolo Maccagno ESPLORARE IL CORPO IN MOVIMENTO

Cos'è imparare? Cos'è insegnare?

A partire da queste due domande il laboratorio tenta una via laterale nel proporre un'esperienza che

ha come oggetto l'esplorazione a partire dal corpo. Imparare è esplorare. Insegnare è guidare ad

esplorare. Entrambi richiedono ascolto. Sono cura che richiede un cambiamento epistemologico

verso un'apertura all'Altro. Rappresentano un cambiamento di postura. Il metodo Feldenkrais® (un

programma per la riorganizzazione posturale attraverso una serie di processi e schemi originari di

movimento sperimentati nel corso della nostra evoluzione genetica) è la base su cui si costruisce il

laboratorio che sarà organizzato attraverso l'alternarsi di lezioni di movimento ATM (Awareness

Through Movement), brevi comunicazioni e suggestioni attraverso video e immagini, scrittura

autobiografica individuale, condivisione di gruppo. Le esperienze di movimento in cui si viene

guidati sono collocate su uno sfondo di pensiero che avvicina l'antropologia, la filosofia, la

psicologia del profondo e la teoria dell'evoluzione. Alla fine gli studenti dovranno riportare

l'esperienza attraverso un report scritto. Un'antropologia dell'esplorazione per indagare il valore

pedagogico ed educativo del movimento a partire dal corpo.

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TURNO 13 Chiara Mirabelli QUESTIONI DI PELLE. UN LABORATORIO TRA CORPO E PAROLA Il laboratorio parte da una metafora: quella della pelle che ci contiene, ci separa, ci consente di

incontrarci. Attraverso l'attenzione allo sguardo, alla voce, ai gesti, al contatto, si sperimenteranno

diverse modalità con cui raccontarsi e ascoltare: dal movimento al disegno alla narrazione orale e

scritta. La nostra storia è la nostra pelle narrativa, quella che ci consente di rappresentarci e

diventare più consapevoli di noi stessi, primo passo per un autentico incontro con l'altro.

TURNO 14 Elisa Rossoni Il laboratorio, attraverso un’esperienza psico-corporea, intende avviare una riflessione sulla

dimensione corporea in educazione, sull’ “ esserci” come corpi sulla scena formativa. I giochi e gli

esercizi teatrali che verranno proposti, e che non avranno nessuno scopo performativo, stimoleranno

altresì ad acquisire consapevolezza e riflessività rispetto ad alcune dinamiche del lavoro educativo.

TURNO 15 Ilaria De Lorenzo CORPI IN GIOCO

“Far passare dei segni, da corpo a corpo, alla maniera dell’arte…” (Alwin Nikolais)

Il laboratorio, attraverso il lavoro corporeo proposto, farà riflettere sulle azioni e l’”esserci” come

corpi nel lavoro educativo. Partiremo da alcune attività e giochi presi dal training attoriale, che

coinvolgeranno i partecipanti, attraverso musica e movimento, per arrivare ad una maggior

consapevolezza rispetto ad alcune dinamiche e azioni presenti sulla scena formativa. Dinamiche e

azioni che attraversano i saperi e i non saperi, i corpi e i pensieri degli attori in gioco. Giocheremo

a metterci in gioco per creare nuovi apprendimenti e consapevolezze sul lavoro educativo e le

relazioni che lo attraversano.

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TURNO 16 Tiziana Andrenelli GIOCO MOVIMENTO E COMUNICAZIONE

Il laboratorio permette di riscoprire la propria globalità dove corpo-emozioni-affetti-pensieri, si

fondono e si esprimono attraverso il gioco.Vivere il piacere del gioco e del linguaggio del corpo

nella comunicazione, permette di rendersi consapevoli della propria espressività motoria e della

immagine che ognuno ha di sé. Cogliere e localizzare le proprie sensazioni nell’interazione con

l’altro aumenta la propria capacità di osservare e di comprendere la maturazione psicologica del

bambino. I partecipanti vengono accompagnati in un percorso che va dal corpo agito e giocato al

corpo rappresentato; è un lavoro di ricerca personale vissuto in momenti individuali, in coppia, in

piccolo ed in grande gruppo. Si raccomanda di arrivare con un abbigliamento comodo, calze

antiscivolo e un plaid.

TURNO 17

Cristina Negro EDUCARE IL CORPO ALLA DANZA

Il laboratorio s’interroga sul valore della consapevolezza corporea e della danza all’interno della

vita professionale e personale. Che cosa significa educare e formare attraverso la danza e quali sono

gli obiettivi e i contenuti a seconda del contesto nel quale si opera? Il laboratorio comprende una

parte pratica accessibile a tutti - luogo di scoperta, di ascolto e di sviluppo del proprio "senso di

danza" - e una parte teorica che prevede la proiezione di video, letture mirate, riflessioni in grande

gruppo.

Obbligatorio un abbigliamento comodo e calze antiscivolo.

AREA ORGANIZZATIVA

Alessandra Lazazzara DA STUDENTE A LAVORATORE: SIMULAZIONI ED ESPERIENZE DI COMPORTAMENTO ORGANIZZATIVO

Obiettivo del laboratorio è approfondire tematiche relative al comportamento organizzativo

(comunicazione, conflitto, negoziazione, leadership, ect.) per sviluppare alcune abilità ed

atteggiamenti di natura individuale ma particolarmente importanti nella dimensione relazionale. Si

farà ricorso ad una didattica attiva fortemente incentrata sulla sperimentazione diretta tramite

simulazioni, role-playing, discussione in aula, attività di gruppo e stimoli multimediali. Ai

partecipanti verrà inoltre richiesto di preparare un elaborato di gruppo da presentare in aula.

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AREA PEDAGOGICO DIDATTICA TURNO 1 Mara Pirotta BUGIE, CAPRICCI & C.: QUANDO I FIGLI INFASTIDISCONO O PREOCCUPANO I GENITORI Un aspetto importante del lavoro educativo con i genitori è la decostruzione dei luoghi comuni che

riguardano i comportamenti “devianti” dei bambini e delle spiegazioni intrapsichiche che vengono

messe in atto. La curiosità per il significato comunicativo e relazionale dei comportamenti dei

bambini può alimentarsi con la ricerca: durante il laboratorio si lavorerà sull'analisi di diversi tipi di

materiali, mettendo in atto una ricerca di carattere collaborativo tra gli studenti.

TURNO 2 Ilaria Torelli MITI E SIMBOLI DELL’EDUCAZIONE SESSUALE Il laboratorio propone un’esperienza di tipo conoscitivo e riflessivo intorno all’universo mitico-

simbolico della sessualità. Attraverso l’esplorazione e l’interpretazione di opere artistiche di tipo

cinematografico, poetico, figurativo di particolare rilevanza simbolica i partecipanti avranno

l’opportunità di arricchire il loro immaginario, dilatare i modelli di comprensione in relazione al

tema trattato e sperimentare un percorso di educazione immaginale riproponibile nei loro contesti

professionali.

TURNO 3 Beppe Pasini PRENDERSI CURA DEI LEGAMI FAMIGLIARI. Teoria e pratica.

In ambito educativo la famiglia rappresenta un interlocutore imprescindibile. Abbiamo infatti

sempre a che fare con un sistema famigliare caratterizzato da interdipendenza e storia, anche

quando ci prendiamo cura di una sola persona: adulto, bambino, immigrato, disabile, ecc. Come si

impara a leggere le relazioni, a prendersene cura, a parteciparvi in modi trasformativi? In quali

ambiti e occasioni un educatore incontra una famiglia, con quali obiettivi? Quali caratteristiche

dovrebbe avere un intervento educativo con la famiglia? Gli obiettivi di apprendimento saranno

orientati a fare esperienza delle relazioni famigliari, per celebrarle e onorarle, per alimentare

riflessività e costruire una buona teoria che ci soddisfa e ci guida, per decidere come relazionarsi

attraverso le azioni che vogliamo mettere in atto. Agli studenti verrà richiesto di mettersi

concretamente in gioco per apprendere dall’esperienza. La postura proposta sarà quella di un

atteggiamento di ricerca, di curiosità e stupore, orientato a ri-educare il proprio sguardo verso ciò

che funziona più che a cambiare quel che non va. E poi non ci son solo le parole…

immaginario, colori, simboli e sensi aiutano a vedere quello che non si vede!

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. TURNO 4

Lisa Brambilla IL LAVORO EDUCATIVO IN SALUTE MENTALE

Il laboratorio ha lo scopo di approfondire il tema del lavoro educativo e della riflessione pedagogica

entro la cornice della salute mentale. Il tema della follia verrà pedagogicamente analizzato,

all’incrocio di un respiro storico e contemporaneo. Nel percorso verrà affrontato il tema

dell’educazione alla sopraffazione e all’annientamento (peculiare dei contesti di internamento) ed

esplorato il passaggio dalla contenzione alla cura e l’ampliamento degli interventi socio-educativi.

TURNO 5 Federica Colombo LA FORZA DELLE RADICI: IL MITO DELLA NASCITA, TRA MEMORIE FAMILIARI E INDIVIDUALI

Il racconto della nascita è paradigmatico per comprendere la relazione tra narrativa famigliare e

memoria individuale. Un educatore curioso di storie affronta situazioni di stasi oppure di forti crisi e

rapide trasformazioni partecipando consapevolmente a passaggi significativi nella storia delle

persone. Se la storia della nascita dell’individuo rivela paradigmi e miti che connotano il passaggio

di consegne da una generazione a un’altra, la storia dei protagonisti dell’educazione diventa luogo

di evocazione di narrazioni ricche di tracce che ci raccontano che educatori siamo e a quale storia

partecipiamo con una attenzione continua alla nostra posizione nel sistema. Il laboratorio parte da

attivazioni corporee utili per prendere contatto e porsi in ascolto di sé, passa attraverso la

costruzione di un percorso di ricerca ispirato al metodo dell’indagine collaborativa e finalizzato a

generare una teoria soddisfacente circa questo evento apicale della vita umana. Il caos, la terra,

l’aria, l’acqua e il fuoco sono gli elementi primordiali della natura che vengono esplorati attraverso

esperienze estetiche come il disegno e la poesia capaci di aprire verso la costruzione di una teoria

locale del proprio nascere e rinascere.

TURNO 6 Andrea Galimberti IL CONFLITTO IN FAMIGLIA: DAL SAPERE AUTOBIOGRAFICO ALLA COMPOSIZIONE

Il laboratorio si incentra sulla dimensione del conflitto famigliare come occasione di riflessione

pedagogica. Il sapere esperienziale verrà convocato e intrecciato ad alcune prospettive teoriche che

tematizzano il conflitto e offron possibili vie per attraversarlo in modo generativo. Vi sarà una parte

dedicata a case studies costruiti partendo da esperienze professionali del conduttore (ed

eventualmente dei partecipanti) legate a servizi educativi che si occupano principalmente di

conflitto famigliare. I case studies verranno allestiti attraverso role playing e approfonditi attraverso

riflessioni in piccolo gruppo.

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TURNO 7 Laura Moretti L’OSSERVAZIONE NEI CONTESTI EDUCATIVI

L’osservazione è un metodo di lavoro fondamentale per chi lavora in ambito educativo. E’ un

importante strumento per potenziare la competenze degli adulti di comprendere la complessità

degli eventi relazioni e dei processi cognitivi: sostiene lo sviluppo di un’attenzione mirata a

raccogliere dati, favorisce il confronto tra le/gli educatrici/ori, sviluppando una prospettiva di lavoro

descrittiva e non valutativa. I protocolli osservativi e le videoregistrazione diventano materiali di

discussioni nei gruppi di lavoro e il confronto sui dati sostiene la progettazione e il monitoraggio del

lavoro educativo. La formazione all’osservazione richiede l’acquisizione da parte dell’educatore di

un atteggiamento di rispetto e di sospensione del giudizio nei confronti di quanto si osserva. Il

laboratorio si propone, attraverso la discussione di protocolli osservativi e videoregistrazione di

trasmettere alcune competenze metodologiche di base al fine di far diventare l’osservazione una

pratiche quotidiana del lavoro educativi. TURNO 8 Federica Negri Il potere trasformativo dell'esperienza ludica

Il laboratorio vuole essere occasione di avvicinamento e approfondimento delle tematiche legate

alla simbolica del gioco. In particolare vuole esplorare la dimensione generativa dello sguardo

infante, capace di rivitalizzare l’immaginario ludico, di esplorare il reale fino a capovolgere e

reinventare i consueti legami con le cose del mondo. Attraverso la visione e l’ascolto di opere

artistiche e la proposta di attività espressive, corporee e ludiche si vuole condurre i partecipanti alla

scoperta delle trame dell’immaginario del gioco, al fine di ri-conoscere la potenza vitale e integrale

dell’esperienza ludica. Verrà posto il focus sul gioco, quale esperienza totalizzante e capace di

generare nuove conoscenze. Proveremo a riprendere contatto con il nostro sguardo bambino,

accostandoci ad opere artistiche con sguardo curioso e rispettoso, libero da giudizi e pregiudizi, al

fine di tornare alla quotidianità con lo sguardo rinnovato, arricchito e trasformato.

TURNO 9 Alessandra Rigamonti L’affido familiare come una danza. Tra ritmi e pregiudizi Il tema del laboratorio è l’affido familiare e ha come obiettivi quelli di promuovere: 1) conoscenze

rispetto alla tipologia di intervento: definizioni, soggetti coinvolti, caratteristiche, quadro

normativo; 2) riflessioni pedagogiche rispetto al lavoro educativo nell’ambito dell’affido familiare;

3) competenze critico-riflessive per far emergere i propri pregiudizi/presupposti rispetto al tema

proposto. Si prevede di utilizzare una metodologia pratica e partecipante che includa esperienze

estetiche e autobiografiche. Il laboratorio è basato sulla messa in gioco dello/a studente/essa al fine

di incrementare le proprie competenze riflessive e critiche a partire dagli spunti teorici circa l’affido

familiare e dalle suggestioni che verranno fornite.

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TURNO 10

Roberto Bezzi IL LAVORO EDUCATIVO IN CARCERE

Il laboratorio ha sede nel carcere di Bollate e parte dalle immagini/stereotipi che gli studenti hanno

sul carcere e sui detenuti. Si analizza poi (divisi in gruppi) il materiale cartaceo (giudiziario e psico-

pedagogico) di persone recluse per poi simulare il colloquio con le persone di cui si è trattata la

storia.

Infine c’è l’incontro reale con i detenuti che sono stati oggetto del laboratorio e la conoscenza della

persona, con una rilettura finale delle rappresentazioni iniziali.

TURNO 11 Piergiuseppe Pasini IL SE’ COME PRE-TESTO. PRATICHE NARRATIVE NEL LAVORO EDUCATIVO E SOCIALE. Allestire e animare occasioni e contesti in cui le storie di persone che vivono situazioni di

particolare fragilità o crisi, prendono voce , rappresenta una preziosa opportunità educativa. Più

che una ulteriore metodologia, l’approccio narrativo riflette una postura paradigmatica che

considera le storie di vita come ‘luogo’ cruciale di esplorazione di sé , riscoperta di saperi taciti e

silenti, inclusione identitaria, esperienza di cura. E poi…, poi non ci sono solo le parole: i colori, il

gioco, la scrittura poetica, l’espressione corporea, possono essere di grande aiuto per dialogare con

le emozioni, cercare la bellezza e rianimare la speranza! Il laboratorio si prefigge di

sperimentare con gli studenti strumenti e pratiche narrative in contesti gruppali implementando

creatività, consapevolezza epistemologica e agire riflessivo attraverso esercitazioni ed esempi

concreti

TURNO 12 Livia petti LABORATORIO DI EDUCAZIONE MEDIALE – LA COMUNICAZIONE EDUCATIVA ON LINE NEI SOCIAL NETWORK

Lo scopo del laboratorio è far acquisire alcune competenze base dell’educazione “nei” media, in

modo particolare comprendere le dinamiche comunicative degli adolescenti nei social network e

sperimentare strategie educative informali in Rete. Il laboratorio si articola in sessioni pratiche di

osservazione e comprensione della comunicazione degli adolescenti nei social network con lo scopo

di identificare le problematiche emerse, a cui fa seguito la progettazione di interventi di

comunicazione educativa in Rete.

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TURNO 13 Antonella Pezzotti ESPERIENZE DI BIOLOGIA AL NIDO

Durante il laboratorio saranno proposte attività di tipo pratico basate su esplorazioni

multisensoriali a partire dalle quali saranno sviluppati approfondimenti sulle caratteristiche

biologiche di alcuni organismi viventi o loro parti e sulle caratteristiche ecologiche di alcuni

ambienti naturali.

Il lavoro di tipo pratico si svolgerà prevalentemente a coppie o in piccoli gruppi e sarà sempre

affiancato da discussioni intra e intergruppo.

TURNO 14 Silvia Pinciroli L'EDUCATORE E-MOTIVO. LA FOTOGRAFIA: UN VIAGGIO NEL LAVORO EDUCATIVO CONSAPEVOLE

Che ruolo hanno le emozioni nel lavoro educativo? Come diventarne consapevoli e prendercene

cura? Come farle diventare chiave di lettura del proprio stile educativo? Queste e altre domande ci

accompagneranno. Le immagini e la fotografia saranno i medium attraverso i quali traghettare nelle

varie proposte, accompagnati da vari e differenti strumenti e linguaggi estetici. L’esserci e lo

sperimentare con i sensi è quindi prerogativa dell’esperienza proposta, così come “prendersi il

rischio” di scoprire e/o ritrovare parti di sé che possano rivelarsi nuove risorse, nuove energie,

nuove buone prassi per il lavoro educativo “consapevole”.

TURNO 15 (Silvia Tognetti) e TURNO 16 (Elisabetta Marazzi) La progettazione educativa

Obiettivo del laboratorio è di fornire a studenti e studentesse le conoscenze e gli strumenti

metodologici per l’ideazione e la realizzazione di interventi in ambito educativo.

Nello specifico, partendo dalla definizione del termine progettazione verranno delineati gli approcci

teorici che sottendono alla costruzione del significato pedagogico del progetto educativo.

Successivamente si analizzeranno le fasi che costituiscono il processo di progettazione (analisi del

bisogno; analisi della situazione; elaborazione del progetto; attuazione del progetto; valutazione dei

risultati). All’interno del laboratorio sarà possibile sperimentare la costruzione di un progetto

educativo attraverso il lavoro di gruppo ed esercitazioni pratiche.

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TURNI 17 e 18 Silvana Vaccaro “Progettare”: per una didattica inclusiva Saper progettare le condizioni e le azioni per generare situazioni educative inclusive. Il laboratorio

si svolgerà prevalentemente attraverso metodologie attive che coinvolgeranno gli studenti in diverse

attività TURNO 19 Giulia Schiavone

“Le arti circensi come esperienza ludico-trasformativa”

Il laboratorio intende approfondire le tematiche legate alla simbolica del gioco, con un focus

specifico sul valore pedagogico delle arti circensi.

Le attività sono volte a stimolare la capacità di guardare, ascoltare e leggere la poliedricità insita

nella dimensione ludica, per tornare alla pratica quotidiana arricchiti di nuovi stimoli e diversificate

proposte. In tale contesto si esplorerà il gioco quale esperienza vitale e integrale per ciascun essere umano,

con il gioco infatti si sperimenta, si conosce, si apprende, si cambia, si crea anche in età adulta.

Grazie ad attività visive ed espressive, corporee e ludiche, in piccolo e grande gruppo, si propone ai

partecipanti un approfondimento e un'esperienza condivisa di tali tematiche con un atteggiamento

non giudicante, né censorio o classificatorio, garantendone e preservandone la ricchezza e la

complessità.

AREA PSICOLOGICA PSICOLOGIA CLINICA TURNI 1,2 Stefano Ardenghi CineMe: Lavorare sul Significato Personale attraverso il Cinema

Nell’ottica del paradigma teorico Cognitivo Costruttivista, l’essere umano è un sistema complesso e

organizza il suo esperire in modo narrativo, tanto che l’esistenza diventa Storia e quindi Significato.

Intento del corso è mettere in evidenza come questo modello rappresenti un metodo di indagine

complesso della realtà, proponendone un utilizzo esplicativo attraverso l’analisi di alcune pellicole

cinematografiche. La scelta dei film è frutto della selezione di specifici elementi che rendano

comprensibili alcuni aspetti del funzionamento umano sia armonico che psicopatologico. L’utilizzo

di tale materiale inoltre, non solo permette di leggere e analizzare le storie narrate come reali casi

clinici, ma offre l’opportunità di ricostruire il duplice punto di vista/Significato Personale: quello

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del regista/autore che “orienta” le vicende e i personaggi della storia e quello dello spettatore che

fruisce delle immagini. Nell’ambito delle due giornate di studio, trattando la prospettiva teorica

Postrazionalista, saranno presi in esame e delineati per cenni i personaggi e autori scelti

nell’espressione delle diverse Organizzazioni di Significato Personale. Nel corso degli incontri

saranno proposte le modalità peculiari di una possibile lettura del funzionamento umano dei

personaggi scelti considerato come se fosse un’esemplificazione clinica.

AREA PSICOLOGICA PSICOLOGIA GENERALE Turni 1,2 Barbara Diana TEORIE E TECNICHE DI RICONOSCIMENTO DELLA COMUNICAZIONE MENZOGNERA

Il laboratorio, utilizzando le basi teoriche della psicologia della comunicazione, approfondirà lo

stato dell’arte sul riconoscimento della comunicazione menzognera. Sono previste attività in aula

ed esercitazioni, che permetteranno ai partecipanti di apprendere nozioni importanti sulla

discomunicazione e la comunicazione non verbale. Verranno esplorati, inoltre, tecniche e strumenti

ad oggi utilizzati per identificare la menzogna nei diversi ambiti, dalla ricerca alle applicazioni sul

campo.

Turno 3 Judith Schek Imparare giocando: tecnologie innovative per la regolazione delle emozioni Il corso ha l’obiettivo di offrire agli studenti una panoramica teorica e pratica circa la gestione dello

stress e la regolazione delle emozioni. La prima parte di corso è dedicata alle principali teorie sulle

strategie di regolazione emotiva, al legame di queste con il coping e allo sviluppo di tali

competenze. La seconda parte di corso è centrata sui programmi attualmente esistenti per la

gestione dello stress e la regolazione delle emozioni, con particolare focus alle tecnologie

innovative quali la realtà virtuale, il biofeedback e i serious games.Infine verrà data la possibilità di

provare un protocollo tecnologicamente avanzato e sarà dato spazio ad esercitazioni di gruppo per

poter progettare il proprio serious game.

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Turno 4 Cesare Massimo Cavalera LETTURA DEL CORPO E ANALISI DELLE EMOZIONI

Il presente laboratorio ha come obiettivo quello di esporre le più importanti teorie psicologiche

legate all’espressione del comportamento emotivo. Per una migliore osservazione delle dinamiche

emotive e motivazionali sarà possibile svolgere, per chi lo desidera, alcuni esercizi corporei. Si

consiglia pertanto una abbigliamento comodo (tuta e calze antiscivolo).

Turno 5

Elena Cadel PSICOLOGIA DEI COMPORTAMENTI ALIMENTARI

Il laboratorio di psicologia dell’alimentazione si propone di illustrare e valorizzare il campo delle

conoscenze scientifiche psico-sociali dei processi che conducono alle scelte alimentari non-

patologiche, con approfondimenti sui temi della salute e dell’ambiente. Per ogni argomento sono

previste una serie di esercitazioni pratiche volte a migliorare la comprensione dei concetti teorici e

acquisire competenze che potranno essere di supporto nel percorso lavorativo.

Turno 6

Federica Pallavicini STRESS: VALUTAZIONE E GESTIONE Il laboratorio ha l’obiettivo di offrire agli studenti una panoramica teorica circa lo stress e le relative

modalità di valutazione e gestione. La prima parte del laboratorio è dedicata alle teorie sullo stress,

in particolar modo psicologico. La seconda è invece focalizzata sul concetto di assertività e sulle

modalità classiche gestione dello stress, come biofeedback e tecniche di rilassamento. Nel corso è

dato ampio spazio ad esercitazioni pratiche di gruppo (es. tecniche di comunicazione assertiva, role

playing e discussione di filmati).

Turno 7 Luca Argenton Un’idea per cambiare il mondo

Si può scoprire di più di una persona in un’ora di gioco che in un anno di conversazione. Lo diceva Platone

per sottolineare come l’attività ludica non fosse soltanto occasione di svago e divertimento, ma motore di

complesse dinamiche psicologiche, pedagogiche e sociali. Il gioco ha infatti invaso lo spazio, il tempo e la

socialità umana, dimostrando di avere il potenziale per migliorare le nostre vite e cambiare il mondo in cui

viviamo. A partire da un approfondimento (anche esperienziale) di applicazioni concrete e casi di successo, il

laboratorio invita i partecipanti a mettere a punto un progetto che possa risolvere un problema reale. Partendo

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dalla possibilità di divertirsi e di ritrovare nel gioco uno strumento in più per veicolare le proprie idee. Per

questo si farà riferimento ai concetti di gamification e serious game. Il primo allude alla possibilità di

conciliare i principi ludici con attività e contesti distinti da quelli del gioco, quali quelli lavorativi, economici

o educativi. Il secondo si riferisce a simulazioni interattive in cui si fondono competenze e ambiti disciplinari

differenti come informatica, ingegneria, psicologia e scienze della formazione per aumentare conoscenze o

abilità. I partecipanti saranno supportati nell’acquisizione delle capacità necessarie a sviluppare un concept

innovativo e a presentarlo in modo efficace. Il laboratorio prevede l’uso del gruppo come strumento di

apprendimento. Saranno utilizzati come strumenti didattici:

– lezioni di approfondimento teorico

– esercitazioni e project work di gruppo

– esperienze di gioco a serious game

– approfondimenti individuali

Si lavorerà in maniera concreta, dando strumenti e modalità di lavoro che faranno in modo che l’idea non

rimanga chiusa in cassetto.

Turni 8, 9 Olivia Realdon METODI E TECNICHE DI ANALISI DELL’ESPERIENZA EMOTIVA

Le esperienze emotive sono risorse soggette a un apprendimento continuo, e non solo sono centrali

nel modulare la relazione interpersonale, ma possono altresì modulate. L’obiettivo del laboratorio è

dunque di focalizzarsi su metodi e tecniche che consentano di analizzare, scomporre, comprendere

l’esperienza emotiva così da ottimizzare le leve operative di cui disporre per poterla comprendere,

riconoscere, modulare nei contesti educativi – e non solo.

AREA PSICOLOGICA PSICOLOGIA DELLO SVILUPPO E DELL’EDUCAZIONE Turno 1

Elisa Brazzelli LE EMOZIONI NEL LAVORO EDUCATIVO Il presente laboratorio si propone di approfondire la tematica della competenza emotiva, affrontata

nel corso di Psicologia dello Sviluppo, offrendo agli studenti occasioni di riflessione sulla propria

esperienza emotiva e spunti per promuovere lo sviluppo socio-emotivo nei bambini. Nella prima

parte del laboratorio ci si focalizzerà sul riconoscimento delle proprie emozioni, attraverso un’auto-

osservazione del proprio repertorio emotivo. Nella seconda parte, invece, gli studenti saranno

guidati nella progettazione di percorsi di educazione alle emozioni da proporre a bambini di età

prescolare e scolare.

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Turno 2 Letizia Della Zoppa Laboratorio CREATIVAMENTE: LAVORARE CON E SUL PENSIERO CREATIVO IN AMBITO Il laboratorio di pensiero creativo è finalizzato a sviluppare la creatività attraverso attività pratiche

esperienziali. Si lavorerà sulla capacità di trovare soluzioni differenti alle sfide educative con un

duplice scopo:

preparare l'operatore a individuare risposte alternative per progettare tenendo conto delle diverse

tipologie di utenza

sviluppare competenze specifiche per educare l'utenza all'utilizzo di un pensiero creativamente

funzionale ed appropriato.

La creatività infatti porta con sé le tematiche fondamentali di originalità e di appropriatezza:

lavorare su se stessi e imparare attraverso l'esperienza diretta a discriminare ed integrare tali

componenti permette di superare alcuni pregiudizi sulla apparente estraneità del pensiero creativo

all'ambito educativo dove di fatto però permane. Facendo sperimentare e quindi fornendo agli

educatori le competenze partiche per agire tale discriminazione si permette da un lato di impiegare i

processi creativi per progettare in funzione delle caratteristiche specifiche dell'utenza e dall'altra di

renderli manifesti favorendo la coesione dei gruppi. Saranno esplorate le relazioni tra il processo

creativo e le capacità di leadership e di lavoro di gruppo supportando il rispetto tra pari e

sviluppando un approccio critico verso la diversità in ottica inclusiva.

Turni 3, 4, 5, 6, 7 Pietro Cielo LA LINGUA DEI SEGNI

La proposta è quella di alcuni incontri di Lingua dei Segni Italiana usata prevalentemente dalle

persone Sorde in Italia. Si tratta di una modalità profondamente diversa di comunicazione nella

quale vengono messe in gioco abilità visive e manuali al posto di quelle acustico vocali tipiche della

comunicazione verbale. Questo corso offre insieme ad alcune competenze in questa lingua per i

principianti, un’attenzione alle abilità visive, spaziali e di espressione corporea, conoscenze circa la

condizione e la cultura della comunità sorda. Programma: approfondimenti di morfologia e sintassi.

Confronti con l’Italiano. Acquisizione della lingua italiana nei bambini sordi, scelte educative per

l’abilitazione al linguaggio, la cultura dei sordi. Per la parte pratica si utilizzeranno unità del metodo

VISTA, edito dal Gruppo Silis e dalla Mason Perkins Deafness Fund, Edizioni Kappa, Roma. La

parte pratica ha lo scopo di stimolare la comunicazione visivo-gestuale, la competenza nella

comprensione e nella produzione di dialoghi su diversi argomenti e l’esecuzione di frasi con

elementi spaziali e sequenziali. Saranno inoltre utilizzati fumetti e cartoni animati per la produzione

in LIS.

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Turni 8,9

Paola Brambilla L’AUTISMO: RICONOSCERE, COMPRENDERE, EDUCARE

Il laboratorio si pone come obiettivi la conoscenza della patologia autistica in un percorso di

riflessione sulle caratteristiche della sindrome, così come descritte dai principali autori di

riferimento, e sulle principali modalità di intervento. Gli strumenti principali utilizzatati sono video

e filmati.

Durante le prime ore del laboratorio le esercitazioni principali sono quelle di osservazione dei

sintomi precoci e caratteristici dei disturbi generalizzati dello sviluppo, a cui segue la presentazione

di griglie strutturate, pensate per le insegnanti, con il medesimo fine. Nella seconda parte del

laboratorio il focus si sposta sugli interventi. Sempre attraverso dei video vengono analizzate le più

accreditate metodologie di intervento e si svolgono delle esercitazioni. Un’attenzione particolare

viene data all’ambito dell’intervento educativo con bambini autistici ad alto funzionamento e

Sindrome di Asperger, dove la diagnosi a volte è più tardiva e difficile ma l’intervento è

fondamentale.

Turno 10

Elisa Ripamonti Arteterapia e progetti educativi

L’arteterapia utilizza l’insieme delle tecniche e delle metodologie dell’arte grafico-plastica come

mezzi terapeutici, finalizzati al recupero ed alla crescita della persona nella sfera emotiva, affettiva

e relazionale. Attraverso tale metodo si progetta un intervento di aiuto e di sostegno che mette in

comunicazione e scarica il vissuto emotivo spostandolo sulla concretezza dell’oggetto creato. Il

laboratorio affronterá la questione del dono all’interno del setting di arteterapia,

ponendo l’attenzione su come il costruire un progetto comune di arteterapia necessiti di essere

aperto alle relazioni con un’attenzione accogliente nei confronti dell’altro cosí come avviene

all'interno di una relazione pedagogica: cogliere il valore dell'altro e farne potenziale.

Turno 11 Elisabetta Conte Promuovere lo sviluppo del lessico psicologico nei contesti educativi

Il laboratorio è organizzato in due parti. Nella prima parte vengono proposti e discussi i concetti di

'teoria della mente' e lessico psicologico con particolare attenzione al loro sviluppo nell'infanzia.

Nella seconda parte, più operativa ed esperienziale, si affronteranno i processi di socializzazione

che favoriscono lo sviluppo del lessico mentalistico nei contesti scolastici ed educativi. In

particolare, verranno approfondite varie pratiche di socializzazione indirette e dirette, tra le quali la

lettura condivisa di libri e le conversazioni strutturate.

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Turni 12, 13 Manuela Peserico e Barbara Ferrari Comunicazione non verbale e relazione d’aiuto

La relazione educativa è connotata da elementi specifici della relazione d’aiuto integrata nel

rapporto interpersonale e nella comunicazione. Su queste premesse è strutturato un percorso

esperienziale per affinare: capacità relazionali, ascolto e comunicazione. Nel laboratorio gli

educatori chiamati a mettersi in gioco, con tutto ciò che si sente e prova quando si entra in relazione

con l’altro. Il lavoro avviene con metafore finalizzate a sperimentare e riflettere sul modo con cui le

persone si rapportano. L'attenzione è sul modo perché ciò che è sotteso alla relazione, non è il cosa

succede, ma il come succede ciò che succede. La relazione non è finalizzata al prodotto, ma è

attenzione al processo.

Si raccomanda agli studenti di presentarsi con un abbigliamento comodo, calze antiscivolo e una

benda per coprirsi gli occhi.

Turni 14, 15

Elisa Ripamonti GIOCO ANCH’IO, PENSARE E PROGETTARE INTERVENTI LUDICI PER MINORATI DELLA VISTA

Il laboratorio si svolge in due giornate, entrambe suddivise in una sostanziosa parte teorica volta ad

avvicinare gli studenti al mondo della minorazione visiva ed una parte pratica ed esperienziale dove

gli studenti sperimenteranno attività adattate per non vedenti e divisi in gruppi, potranno progettarne

di proprie. Uno degli obiettivi del laboratorio è cogliere quanto sia indispensabile per un non

vedente, l’esperienza pratica e il contatto diretto con gli oggetti e la realtà circostante per poterla

conoscere e padroneggiarla. È inoltre importante cogliere come molte autonomie e competenze

possono raggiungersi fin da piccoli utilizzando momenti ludici e di attività condivise: tramite il

gioco e l’educazione tra pari, infatti, le emozioni e le capacità messe in campo favoriscono un

apprendimento più efficace.

Turno 16

Elisa Brazzelli OSSERVARE PER EDUCARE Quali sono gli strumenti e le tecniche che consentono di osservare i bambini in quei contesti

fondamentali della loro vita, come l’asilo nido e la scuola dell’infanzia? Come utilizzare le

conoscenze teoriche sull’osservazione del bambino per organizzare la raccolta dei dati? Come

costruire uno schema di codifica per classificare le osservazioni? Con l’obiettivo di fornire una

risposta a queste domande, il laboratorio è volto ad approfondire in termini pratici e teorici le

principali applicazioni del metodo osservativo negli ambienti educativi in cui i bambini giocano,

comunicano, interagiscono con i pari e con gli insegnanti. Sono previste attività in aula ed

esercitazioni pratiche, volte a migliorare la comprensione dei concetti teorici e ad acquisire

competenze utili nel percorso lavorativo.