presentazione prof piccinni
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acque reflueTRANSCRIPT
Prof. Ing. Alberto Ferruccio Piccinni
“Aspetti socio-economici del riuso delle acque reflue urbane”
Politecnico di Bari – Aula Magna Attilio AltoBari 21 Maggio 2010
• il RIUSO è una necessitàper il recupero di risorseidriche in quei territori in cuitali risorse sono scarse
• il RIUSO rappresenta ilprincipale sistema di riduzionedegli scarichi inquinanti equindi esso va perseguito, ovepossibile, in quanto il “nonscarico” rappresenta unbeneficio ambientale.
QUADRO NORMATIVO ITALIANO DI RIFERIMENTO PER IL RIUTILIZZO DELLE ACQUE REFLUE
Legge n. 31 9/76 (Legge Merli): vengono per la prima volta fissati i limiti diqualità degli scarichi idrici
Delibera 1 977 (CITAI): contenente le norme tecniche generali cheriguardano, oltre all’installazione e all’esercizio degli impianti di depurazione, losmaltimento dei liquami sul suolo e nel sottosuolo e vengono fissati anche ilimiti per il riuso
Legge n. 1 83/1 989: viene introdotto il Piano di Bacino finalizzato adassicurare tra l’altro la fruizione e la gestione del patrimonio idrico per gli usidi razionale sviluppo economico e sociale. Nello specifico si pianifica l’utilizzodelle acque volto a consentire un consumo idrico sostenibile attraverso ilraggiungimento dell’equilibrio del bilancio idrico
Direttiva 91 /271 - 676/CEE: Tale direttiva concerne la raccolta, iltrattamento e lo scarico delle acque reflue urbane. Essa mira a proteggerel'ambiente dalle ripercussioni negative provocate dagli scarichi di tali acque.
Il RIUSO è menzionato
QUADRO NORMATIVO ITALIANO DI RIFERIMENTO PER IL RIUTILIZZO DELLE ACQUE REFLUE
• Uso sostenibile e durevole della risorsa idrica• Risparmio e riutilizzo delle acque reflue• Tutela integrata quali- quantitativa delle acque
PTA
Decreto Legislativo n. 1 52/1 999: disciplina in maniera generale la tutela delleacque
Direttiva 2000/60/CEE: acque superficiali, sotterranee, di transizione ecostiere con l’obiettivo di raggiungere un buono stato di qualità delle acquesuperficiali e sotterranee entro il 2015
Decreto Ministeriale n. 1 85/2003: Individua norme tecniche per il riutilizzodelle acque reflue domestiche, urbane e industriali
Il RIUSO è incentivato
Il RIUSO è obiettivo
QUADRO NORMATIVO ITALIANO DI RIFERIMENTO PER IL RIUTILIZZO DELLE ACQUE REFLUE
Decreto Legislativo n. 1 52/2006: Per quanto concerne gli obiettivi di qualitàche il Piano di Tutela è chiamato a perseguire, il Decreto individua gli obiettiviminimi di qualità ambientale per i corpi idrici significativi e gli obiettivi di qualitàper specifica destinazione
Il RIUSO è disciplinato
Decreto Legislativo 2 maggio 2006:Norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue, ai sensi dell'articolo 99,comma 1, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152.
Il Decreto Legislativo n.152 del 2006Incentiva il risparmio idrico e il riutilizzo delle risorseidriche attraverso “… la regolamentazione delledestinazioni d’uso…, riducendo l’impatto degli scarichisui corpi idrici recettori e favorendo il risparmio idricomediante l’utilizzo multiplo delle acque reflue”.
Gli effluenti urbani trattati sono comunque utilizzati inmaniera indiretta e/o incontrollata, una volta prelevatinei corpi idrici superficiali in sezioni a valle delle operedi scarico, sebbene possano presentare caratteristichedi qualità non idonee all'uso (vedi Candelaro, CiappettaCamaggi, Canale Reale, ecc.)
LE DESTINAZIONI D’USO DELLE ACQUE REFLUE RECUPERATE:
IRRIGUO
· Irrigazione di colturedestinate sia alla produzione dialimenti per il consumo umanoed animale sia ai fini nonalimentari;
· Irrigazione di areedestinate ad attività ricreativeo sportive opportunamentecontrollate
CIVILE
· Lavaggio delle stradein centri urbani;
· alimentazione di retiduali di adduzione per impiantidi scarico nei servizi igienici(soprattutto nelle areeturistiche, es. villaggi turistici)
INDUSTRIALE
• Acqua antincendio, diprocesso, di lavaggio e per ciclitermici dei processi industriali,con l’esclusione degli usi checomportano un contatto tra leacque reflue recuperate e glialimenti o i prodottifarmaceutici e cosmetici
AMBIENTALE ?
• Ricarica falda, sulla base deirequisiti fissati dalla direttivacomunitaria 2000/60/CE del 23ottobre 2000 che istituisce unquadro comunitario per l’azionecomunitaria, tanto inapplicazione del principio delbeneficio ambientale delrecupero di acque reflue
IL RIUSO IN PUGLIA• Primo impianto sperimentale (≈ 1980)Casarano
• Impianti importanti (inizi anni ‘90): Lecce(+Sorgente Idume), Bari Ovest, Bari Est, ecc.
• Impianti per il riuso e la ricarica: Andria,Ostuni
• Numerosi impianti (fine anni ‘90), alcuni prividi utilizzatore
La ricognizione sullo stato di attuazione del riuso in Puglia è stato effettuato a curadell’Ufficio del Commissario Delegato per l’emergenza socio–economico-ambientale in Pugliaed aggiornato con il Piano di Tutela delle Acque.
Impianti di affinamento esistenti
Ca. 100 Mmc/anno diacqua recuperabile
L’attivazione di tutti gli impianti terziari implementabilicon l’affinamento produrrebbe
Circa 150 Mmc/annodi acqua recuperabile
Nella provincia di Foggia dove il clima è arido- semiarido, l’impiego delleacque reflue depurate è indispensabile per fronteggiare la carenza dirisorsa idrica.
Il monitoraggio eseguito dal Consorzio in Capitanata sullecaratteristiche chimico-fisiche e microbiologiche delle acque reflueall’uscita dal depuratore, ha evidenziato che se l’impianto, gestitodall’AQP, funziona bene le acque rilasciate sono idonee al riutilizzoagricolo (D.M. 185/03)
Il volume delle acque reflue recuperate è pari a 1 . 260. 000 m3
Di tutti gli impianti presi in considerazione ad oggi solo 3 sono in funzione:
•Fasano Forcatelle - privati
•Ostuni - SII
•Trinitapoli - consorzio
TRINITAPOLI
Il volume delle acque reflue recuperate è pari a 2. 200. 000 m3
OSTUNIIl Comune ha realizzato unimpianto di depurazione edaffinamento delle acque reflue.L'impianto, gestito dall'AQP, miraad approvvigionare 150 ha perirrigazione di soccorso.
Nella fase iniziale, l'acqua è statafornita a titolo gratuito. Perquesta nuova stagione irrigua, ilComune sta pensando di valutare icosti di gestione, al fine didefinire il prezzo per ladistribuzione agli agricoltori.
Fattori limitanti
L’art. 12 del D.L. 6-5-2006(alias 185/03) recita:“L’acqua reflua recuperataè conferita dal titolaredell’impianto di recupero altitolare della rete didistribuzione, senza oneria carico di quest’ultimo”.
GIURIDICO-GESTIONALI SOCIALI
La diffidenza dell’agricoltorenell’utilizzo di acque reflue suiraccolti.Esperienze negative quali Bari Est
PROBLEMI
GIURIDICO-GESTIONALI
Con riferimento al modello di gestione ed alla fissazione delle relative tariffedi copertura dei costi di capitale e di gestione si possono configurare leseguenti situazioni:
Titolare impianto di depurazione coincidente conil titolare dell’impianto di recupero
La tariffa, fissata dal titolare dell’impianto didepurazione, per recuperare i costi addizionali delrecupero può essere:- a carico del servizio idrico integrato,(incremento positivo della tariffazione);- a carico di un adeguato recupero di produttivitàcomplessiva del sistema di gestione del servizioidrico integrato (effetto nullo sui livelli e sullevariazioni della tariffazione);- a carico dello Stato o delle Regioni che copronocon un contributo pubblico i costi addizionali delrecupero (effetto nullo sui livelli e sulle variazionidella tariffazione).
Titolare impianto di depurazione è diverso daltitolare dell’impianto di recupero
La tariffa fissata dal titolare dell’impianto direcupero per coprire i costi addizionali diimpianto e di gestione del recupero, può essere:- a carico del soggetto gestore dell’impianto didepurazione (effetto da analizzare sui livelli esulle variazioni della tariffazione complessiva, indipendenza degli obiettivi di recupero diproduttività del sistema idrico integrato, dellarealizzazione di eventuali economie di scala degliimpianti, ecc.);- a carico dello Stato o delle Regioni che copronocon un contributo pubblico i costi addizionali delrecupero (effetto nullo sui livelli e sulle variazionidella tariffazione complessiva).
Costi addizionali tabella 1
(152/2006) - DL 6/5/06
nell’ipotesi senza finanziamentopubblico
Differenza tra i costiaddizionali per la tabella 1 trale ipotesi senza e confinanziamento pubblico
Costi addizionali tabella 4
(152/206) - DL 6/5/06
nell’ipotesi senza finanziamentopubblico
Differenza tra i costiaddizionali per la tabella 4 trale ipotesi senza e confinanziamento pubblico
DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 23maggio 2006, n. 662
Regolamento recante norme tecniche per il riutilizzo delleacque reflue approvato con decreto del Ministerodell’Ambiente e della Tutela del Territorio n. 185/2003.Adempimenti. Individuazione degli impianti idonei a licenziare acqueper il riuso in agricoltura SPERIMENTAZIONE SU IMPIANTO DI OSTUNIcon gestione attribuita al S.I.I.
AZIONI REGIONALI PER FAVORIRE L’ATTIVAZIONE DEL RIUSO IN PUGLIA
LEGGE REGIONALE 21 ottobre 2008, n. 27“Modifiche e integrazioni alla legge regionale 6 settembre 1999, n.28 (Delimitazione degli ambiti territoriali ottimali e disciplina delleforme e dei modi di cooperazione tra gli enti locali, in attuazionedella legge 5 gennaio 1994, n. 36)”.
INCLUSIONE DELL’AFFINAMENTO NELL’AMBITO DELS.I.I., con oneri a carico della tariffa, quale misura di interventoper il conseguimento degli obiettivi di qualità stabiliti dal PianoRegionale di Tutela delle Acque
DELIBERA DELLA GIUNTA REGIONALE 2 febbraio2010
Approvazione del “Protocollo d’Intesa” per l’assunzione in gestionee l’avvio all’esercizio dell’impianto di affinamento per il riutilizzo inagricoltura delle acque reflue dell’impianto di depurazioneCONSORTILE a servizio dei Comuni di Alezio, GALLIPOLI,Sannicola e Tuglie in Provincia di Lecce.
“Sviluppo di un modello di GEstione Sostenibile degli Acquiferi Pugliesi”
IAM Bari – Istituto Agronomico MediterraneoIng. Nicola Lamaddalena
CNR-IRSA – Istituto di Ricerca sulle AcqueIng. Michele Vurro
Politecnico di Bari – DIAC – Dipartimento di Ingegneria delle Acque e di ChimicaProf. Ing. A. Ferruccio Piccinni
Progetto GESAP
ACCETTABILITÀ RIUSO
CONSORZIO ACCETTABILITÀ MOTIVAZIONI
Capitanata Alta- Riduzione della salinità della falda- Incremento disponibilità- Incremento aree servite
Terre d'Apulia BassaImpatti negativi sulla produzione a causa della scarsa qualità dell'acqua
Stornara e Tara Bassa Scarsa fiducia negli organi di controllo della qualità
Arneo BassaImpatti negativi sulla produzione a causa della scarsa qualità dell'acqua
Ugento–Li Foggi BassaImpatti negativi sulla produzione a causa della scarsa qualità dell'acqua
Costo pieno dell’acqua da falda, Euro/m 3
100 0 100 200 Kilometers
COSTI TOTALI
€/m30.02- 0.120.12 - 0.240.24 - 0.500.50 - 1.001.00 - 2.00>2
Aree prive di pozzi
TUNISIA
Paramètres Tunisie (1989)
Type de réglementation Normes
Traitement minimum requis Traitement secondaire
DBO5 (mg/l) < 30
MES (mg/l) < 30
Turbidité (NTU) -
Ph 6,5 - 8,5
O2 dissous (mg/l) -
Coliformes totaux (NPP/100 cm3) -
Coliformes fécaux (NPP/ 100 cm3) -
Helminthes (œufs/ 100 cm3) £ 1
Cl résiduel (mg/l) -
Salinité -
Principaux processus de traitement Lagunage ou un traitement équivalent
TUNISIA
• Problemi qualitativi:importazione di prodottiagricoli
CONSIDERAZIONI FINALI
• Aspetti sociali: superamento della ritrosia degli agricoltori
• Gestione:limite attuale ad unaefficiente utilizzazionedella risorsa
Promuovere azioni pressole associazioni di categoria
CONSIDERAZIONI FINALI
L’acqua da riuso deveconsiderarsi una risorsasostitutiva e nonintegrativa
Il beneficio del“NON SCARICO”
e la salvaguardia dellerisorse è un vantaggio dellacollettività ed essa ne devesopportare l’onere
CONSIDERAZIONI FINALI
Allaccio ad impiantiesistenti, già in funzione(es. Gallipoli) costituisconouna semplice soluzione siaper superare gli aspettisociali sia persalvaguardare la risorsa
I futuri piani diinvestimento nel settoredevono riguardare soloazioni atte a mettere aregime quanto giàrealizzato