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UNA COMUNICAZIONE

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  • UNA COMUNICAZIONE

  • LA COMUNICAZIONE EFFICACE

  • I FATTORI della comunicazione • Comunicare (dal lat. comunicare: “condivido”, “metto in

    comune”): significa trasmettere pensieri, scambiare opinioni, esperienze, informazioni attraverso un messaggio.

    • Emittente: è colui che invia il messaggio (dal lat. emittere: “mandare fuori”).

    • Destinatario: è colui al quale è diretto il messaggio. • Messaggio: è ciò che viene comunicato dall’emittente. • Referente: è l’argomento a cui fa riferimento l’emittente

    nel suo messaggio; è la situazione reale o immaginaria, il concetto, l’idea cui la comunicazione si riferisce rappresentandola in base a un codice (DI COSA O DI CHI SI PARLA).

  • I FATTORI della comunicazione

    • Codice: è il linguaggio verbale che permette di formulare il messaggio e consiste in un sistema convenzionale di segni (per esempio, la lingua italiana).

    • Contesto: è la situazione, il luogo in cui si colloca la comunicazione.

    • Canale: è il mezzo fisico che consente al messaggio di passare dall’emittente al destinatario; i canali si distinguono in naturali (come l’aria, le onde sonore che trasmettono la voce o i rumori, le onde elettromagnetiche) e artificiali (la carta di libri e giornali, il cartello segnaletico, la radio, il televisore, lo smartphone).

  • Non conta soltanto quello che dici,

    ma COME LO DICI

    • Le parole sono uno degli strumenti della comunicazione, ma è possibile tradurre l’idea che si ha nella mente mediante segni non verbali, ricorrendo a gesti, suoni, immagini, oggetti.

    • Il messaggio quindi può essere prodotto attraverso vari linguaggi: verbale, iconico-visivo, mimico-gestuale, sonoro.

  • Diverse tipologie di linguaggio

    LINGUAGGIO VERBALE Comunica il messaggio attraverso la parola in forma orale o scritta. Tutte le lingue esistenti al mondo appartengono al linguaggio verbale.

    LINGUAGGIO ICONICO-VISIVO È costruito attraverso segni che si percepiscono con la vista ed è il linguaggio specifico delle arti figurative (pittura, scultura, architettura). Esso dà luogo a diverse forme espressive, dalla fotografia al cartellone pubblicitario, ai messaggi televisivi, ai film.

    LINGUAGGIO MIMICO-GESTUALE Consiste nei messaggi che il corpo umano comunica attraverso espressioni (mimica facciale: sguardi, corrugamento delle sopracciglia, sorriso, smorfia delle labbra), gesti (delle braccia, delle mani), movimenti (alzarsi, sedersi, dondolare le gambe). Esso può rendere più efficace la comunicazione verbale o sostituire del tutto le parole. Nel caso della danza o del mimo, il linguaggio gestuale può diventare racconto e narrazione.

    LINGUAGGIO SONORO Utilizza suoni cui si attribuiscono significati convenzionali (per esempio lo squillo del telefono comunica che qualcuno vuole parlare con noi).

  • Una parola, mille significati!

    • Differenza tra denotazione e connotazione • Denotazione indica il valore informativo-referenziale di un

    termine linguistico, che corrisponde al valore che il termine ha nell’uso generale, al suo significato letterale.

    • Connotazione, invece, si intende un valore allusivo, evocativo, più ampio di quello consueto.

    Es. a livello denotativo la parola “luna” indica l’unico satellite

    naturale della Terra, ma la stessa parola viene impiegata con valore connotativo per indicare qualcosa di difficilmente raggiungibile (volere o chiedere la luna), un momento critico (con questi chiari di luna…), uno stato d’animo (avere la luna di traverso), ecc. Convenzione comunicativa Perché la comunicazione avvenga occorre un tacito

  • Disturbi della comunicazione Talvolta la comunicazione può essere “disturbata”, cioè ostacolata;

    quindi il messaggio non viene recepito in modo completo o addirittura viene distorto nei suoi contenuti. La distorsione, detta “disturbo”, può dipendere da uno qualsiasi degli elementi della comunicazione:

    • dal destinatario, se, per esempio, è disattento durante la comunicazione;

    • dall’emittente, nel caso commetta un errore di scrittura, di pronuncia, abbia un tono di voce troppo basso;

  • Disturbi della comunicazione • dal canale, se, per esempio, ci sono disturbi e interferenze della linea telefonica

    durante una conversazione;

    • dal referente, se uno degli interlocutori non conosce bene l’argomento o la situazione più generale di riferimento;

    • dal codice, se esso non è correttamente usato dall’emittente o se non è ben conosciuto dal destinatario, con conseguenti fraintendimenti, equivoci o totale incomprensione del messaggio;

    • dal contesto, se la situazione non corrisponde a quella che l’emittente suppone, come avviene durante una candid camera dove uno degli interlocutori non sa che il contesto è una “ripresa televisiva”, con tutti gli equivoci conseguenti.

  • I principali schemi interpretativi degli eventi comunicativi quotidiani

    I 5 ASSIOMI DI

    PAUL WATZLAWICK

    LA PRAGMATICA DELLA COMUNICAZIONE UMANA

  • I 5 ASSIOMI

    • Il primo assioma ci insegna che non si può non comunicare. Qualunque comportamento comunica qualcosa e, visto che è impossibile avere un non-comportamento, la non-comunicazione è altrettanto impossibile. Qualunque cosa fai o dici, qualunque scelta (dai vestiti alla macchina, da ciò che leggi allo sport che pratichi – o che non pratichi) comunica qualcosa agli altri e a te stesso.

    • Il secondo assioma chiarisce che all’interno di ogni comunicazione vanno distinti due livelli.

    Il primo è il livello del contenuto, che dice che cosa stai comunicando. Il secondo è il livello della relazione, che dice che tipo di relazione vuoi instaurare con la persona a cui la rivolgi. Per fare un esempio molto semplice ma pratico, la frase “Chiudi la porta” esprime un contenuto (la richiesta di chiudere la porta), ma potrebbe essere detta con tono pacato o aggressivo, stabilendo due tipi di relazioni diverse con l’interlocutore.

    • Il terzo assioma spiega che il modo di interpretare una comunicazione dipende da come

    viene punteggiata (o ordinata) la sequenza delle comunicazioni fatte. Per esempio, di fronte a un uomo che si chiude in se stesso e alla moglie che lo brontola, il primo potrebbe dire che si chiude perché la moglie lo brontola, e la seconda potrebbe ribattere che lei lo brontola perché lui si chiude. A seconda della “punteggiatura” usata cambia il significato dato alle comunicazioni e alla relazione.

  • I 5 ASSIOMI

    • Il quarto assioma differenzia due tipi di comunicazione: quella analogica e quella numerica (o digitale). La comunicazione analogica si basa sulla somiglianza (analogia) tra la comunicazione e l’oggetto della comunicazione: rientra in essa tutta la comunicazione non verbale e l’uso di immagini (ad esempio, se incrocio le braccia sul petto sto comunicando, per analogia, una chiusura). La comunicazione numerica riguarda invece l’uso delle parole, e in generale di segni arbitrari organizzati da una sintassi logica, cioè di segni usati convenzionalmente per designare qualcosa: il fatto che la parola “tavolo” rappresenti un oggetto con un piano orizzontale sorretto da delle gambe, su cui solitamente si appoggiano delle cose, non ha nulla a che vedere con l’oggetto in sé; è, appunto, una parola scelta convenzionalmente (e divenuta parte di una lingua).

    • Il quinto e ultimo assioma della comunicazione umana spiega che tutte le interazioni tra comunicanti possono essere di due tipi: simmetriche o complementari. Si ha un’interazione simmetrica quando gli interlocutori, tramite le loro comunicazioni, si considerano di pari livello, sullo stesso piano: nessuno dei due sembra voler prevalere o essere subordinato all’altro, come genericamente nel caso degli amici o dei colleghi. L’interazione complementare si ha invece quando gli interlocutori non si considerano sullo stesso piano, e ciò risulta dalle loro comunicazioni, che pongono uno dei due in una posizione superiore (one-up) e l’altro subordinata (one-down): ne sono un esempio le interazioni tra dipendenti e superiori, o tra madre e figlio.

  • MODALITA’ COMUNICATIVE

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    LA COMUNICAZIONE

    • VERBALE: utilizza le parole.

    • NON VERBALE: espressione del volto, gesti, tono della voce.

    • SIMBOLICA: il nostro modo di vestire, gli oggetti di cui ci circondiamo.

  • LA COMUNICAZIONE VERBALE

    La comunicazione verbale utilizza il linguaggio orale o scritto ed è la più usata nel mondo occidentale, dove tende ad essere uno strumento preferenziale nella comunicazione.

    Tutto ciò che esula dal linguaggio verbale, e

    quindi la gestualità, la mimica, la postura etc. viene definito non verbale.

  • LA COMUNICAZIONE NON VERBALE La comunicazione non verbale è considerata un linguaggio di relazione, un mezzo che sostiene, completa o contraddice la comunicazione verbale fungendo da canale di dispersione, in quanto, essendo meno facile da controllare rispetto alla comunicazione verbale, lascia filtrare contenuti profondi, parlando come il linguaggio non sa parlare.

  • VERBALE

    Nonostante sia spesso sottovalutata la comunicazione non verbale, essendo più primitiva e diretta, è quella più carica di efficacia. Quando parliamo, per esempio, solo il 20% di quanto comunichiamo è veicolato dalle parole. Il resto,l’80%, viene trasmesso con il linguaggio del corpo.

  • Comunicazione non verbale

    NON VOCALE

    • Apparenza fisica, • Abbigliamento, • Gestualità, • Postura, • Contatto fisico, • Contatto visivo, • Mimica facciale, • Orientamento spaziale, • Distanza interpersonale.

    Raramente siamo consapevoli della nostra comunicazione non verbale. Tuttavia,

    essa colpisce prima il nostro interlocutore.

  • Anche il silenzio comunica!

  • La comunicazione non verbale riguarda:

    • I linguaggi silenziosi, come il linguaggio dei segni, che include tutte le forme di codificazione in cui le parole

    sono state sostituite dai gesti;

    • Il linguaggio dell’azione, che comprende tutti i movimenti che non sono usati esclusivamente come

    segnali;

    • Il linguaggio degli oggetti: composto da tutte quelle esibizioni intenzionali e non di cose materiali o del

    corpo umano.

  • Comunicazione non verbale:

    1. APPARENZA FISICA: la bellezza sembra essere un potente fattore nella facilitazione dei rapporti sociali;

    2.ABBIGLIAMENTO: l’abbigliamento ci invia messaggi riguardo a sesso, status sociale, etc. ci mettono in condizione di adattare il comportamento molto prima di quanto non potrebbero permettercelo, ad esempio, l’analisi dell’espressione del viso o del modo di parlare;

  • Comunicazione non verbale

    3. POSTURA:il modo in cui le persone si atteggiano sia quando sono in piedi che quando camminano. Tramite l’atteggiamento posturale gli individui possono anche manifestare il diverso grado di accessibilità consentito all’altro.

  • Comunicazione non verbale

    5. MIMICA FACCIALE E SGUARDO: la funzione essenziale delle espressioni facciali è quella di rinforzare ciò che viene detto e fornire dei feedback quando sono gli altri a parlare.

    In alcune occasioni la discrepanza tra il messaggio verbale e non verbale viene utilizzato per forme di comunicazioni specifiche come l’ironia o il sarcasmo.

    6. DISTANZA INTERPERSONALE: 4 diverse distanze:

    Intima (0,35 cm), personale-causale (35-100 cm), sociale (1-3 mt), pubblica (dai 3 mt in su).

  • CONSIGLI PER UNA GESTIONE COSCIENTE

    DELLA COMUNICAZIONE

  • MOMENTI FONDAMENTALI

    • Appena arriva una comunicazione tutti noi decidiamo in modo estremamente veloce se ci interessa o meno, se la ascolteremo o meno.

  • Per sfruttare coscientemente le possibilità offerte dalla comunicazione,

    è sempre necessario definire con esattezza:

    • 1. A chi ci rivolgiamo: chi sono i soggetti con i quali devo entrare in relazione.

    • 2. L'obiettivo: cosa vogliamo che pensino o facciano al termine della comunicazione?

  • Attraverso la risposta a queste domande, è possibile decidere:

    • 3. Che cosa comunicare: quali sono i punti

    fondamentali che devo comunicare per ottenere l'effetto voluto e creare la relazione?

  • 4. IL FOCUS

  • • Il FOCUS é il concetto base esposto dal punto di vista del ricevente.

    Ogni comunicazione è relazione, per cui esso costituisce il contenuto principale che mi preme far cogliere al mio interlocutore; il cuore del mio messaggio ).

    • Scegliete il "focus", il concetto fondamentale che dovete comunicare, quello che vi permette di raggiungere il vostro scopo comunicativo.

  • 4. IL FOCUS

    • Mettetelo in risalto e fate in modo che sia immediatamente riconoscibile come il messaggio più importante, il principale, all'interno della comunicazione.

    • 5. Come comunicarlo: quali sono gli “strumenti di comunicazione” più adatti a ottenere l'effetto voluto? Parola scritta, orale o ‘convidisa’ con i social media?

  • Cosa si staranno dicendo?

    • Primo esercizio: Vedrete dei video e dovete cercare di capire cosa stanno comunicando. Facendo attenzione al mezzo di comunicazione per voi più efficace.

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    LE STRATEGIE DELLA COMUNICAZIONE

    IL BRAVO COMUNICATORE

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    L’interlocutore ha tre possibilità per “stare al gioco comunicativo”:

    • La validazione, quando accetta l’immagine di sé che il parlante gli propone perché è d’accordo con lui.

    • La disconferma, quando l’altro ritiene che il parlante non sia più un interlocutore degno di stima e quindi come tale “non esista”.

    • L’opposizione, quando egli ritiene che il parlante abbia fatto una valutazione erronea e quindi abbia torto.

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    L’ASSERTIVITA’

    Competenza relazionale che permette di riconoscere le proprie

    emozioni e i propri bisogni e di comunicarli agli altri nel rispetto

    reciproco.

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    ASSERTIVITA’

    Esprimersi in modo assertivo significa che la persona è capace:

    1. di esplicitare e difendere il proprio punto di vista in modo autentico, in condizioni di calma e pacatezza che la fanno sentire “emotivamente adeguata”;

    2. di suscitare e recepire l’espressione delle posizioni altrui.

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    OPERATIVAMENTE: 1. Iniziare gli scambi con frasi come:

    “ Dal mio punto di vista penso che...”; “Se ho capito bene...”, “ Se guardo le cose alla luce delle mie informazioni attuali...”.

    2. Aiutare gli interlocutori ad esprimere il loro punto di vista (non farlo al posto loro!!!):

    “Ho notato questo o quel comportamento..., come devo interpretarlo?”

    3. Importante saper aspettare in SILENZIO la risposta

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    OPERATIVAMENTE

    Nel caso di scambi comunicativi fortemente

    marcati da emozioni negative, concedersi

    uno stop per calmarsi:

    “Sento che la cosa mi innervosisce molto e temo di perdere la lucidità e la calma.

    Ti spiace se riprendiamo tutto domani?”

  • E quindi come facciamo a conoscerci per comunicare? L’AT è un metodo eccellente per entrare in relazione con noi e

    con l’altro

    Secondo l'Analisi Transazionale, le persone coinvolte in una relazione, quand'anche fosse la relazione con se stesse, agiscono secondo i propri Stati dell'Io.

  • Stati dell’Io Berne definisce uno stato dell’Io come un insieme coerente di pensieri, sentimenti ed esperienze direttamente correlate ad un insieme coerente di modelli di comportamento. Sebbene ogni persona possiede infiniti stati dell’Io l’autore li raggruppò in tre grossi insiemi chiaramente distinti e osservabili, diagrammati con tre cerchi sovrapposti:

  • AT e la comunicazione

    Per ottimizzare la nostra comunicazione è necessario conoscere la posizione psicologica dei nostri interlocutori. In Analisi Transazionale per definire le diverse modalità di comunicazione che le persone utilizzano nei rapporti interpersonali viene utilizzato il termine Transazione.

    La Transazione è lo scambio sociale tra due o più individui, e più precisamente uno scambio dell’Io.

    Quando si innesca un processo comunicativo (transazione), lo stimolo iniziale viene lanciato da un

    determinato Stato dell’Io e mira ad attivare, nell’interlocutore, uno Stato dell’Io direttamente o

    indirettamente corrispondente.

  • Le transazioni

    Le transazioni sono classificate in Complementari, Incrociate, Ulteriori e a ciascun tipo di esse corrispondono diverse regole della comunicazione.

  • La prima legge berniana della comunicazione

    Quando la risposta arriva dallo stato dell’Io effettivamente interpellato la comunicazione si dice complementare e i vettori procedono paralleli; questo tipo di scambio può procedere all’infinito. La prima legge consente di spiegare che il fluire senza ostacoli di una conversazione si basa sull’implicito accordo che due o più persone hanno di comunicare sullo stesso livello in modo complementare, cioè se tu mi solleciti a d avere uno scambio paritario e io accetto la sollecitazione ricevuta, il nostro scambio può andare avanti all’infinito.

    Es. 1 Stimolo: Sai dove si trova il fascicolo X? (Da Adulto ad Adulto)

    Risposta: Non lo so, non l’ho utilizzato (Da Adulto ad Adulto)

  • La seconda legge della comunicazione Quando la risposta arriva da uno stato dell’Io diverso da quello interpellato la comunicazione subisce una interruzione: questa situazione si definisce comunicazione incrociata. Da quel momento lo scambio sarà di natura diversa. La seconda legge descrive come avviene un cambiamento nel processo della comunicazione e come la contestazione che il ricevente dello stimolo fa rispondendo da un livello diverso da quello su cui è stato interpellato può innescare sia un conflitto sia rifiutare la proposta conflittuale riportando la conversazione sul livello Adulto- Adulto. Es.2 Stimolo: Sai dove si trova il fascicolo X? (Da Adulto ad Adulto) Risposta: Sei il solito disordinato,la tua scrivania è indecente! (Da Genitore a Bambino)

  • La seconda legge della comunicazione In questo caso il ricevente dello stimolo non dà informazioni, non risponde in tono neutrale né collaborativo, ma approfitta dell’occasione per criticare il collega dunque sollecitarlo a entrare nel Bambino adattato. La transazione incrociata appena descritta sposta su un piano emotivo e connotativo il livello della conversazione e dunque contiene elementi che allontano dal semplice scambio di informazioni; è molto probabile che i due protagonisti spostino la loro attenzione dal contenuto operativo e lavorativo del dialogo verso un livello più personale e di lotta per il potere all’interno di quell’ufficio. Introduce dunque a un probabile conflitto e tema di potere nella conversazione, allontanando dai contenuti di cui si discuteva. Però si può incrociare lo stimolo anche per risolvere una conflittualità che sta emergendo e dunque per riportare sul piano denotativo e sullo scambio Adulto-Adulto la transazione.

    Es. 3 Stimolo: Dove hai nascosto la mia pratica? (Da Genitore a Bambino) Risposta: Non so dove si trova il fascicolo che cerchi, ma sono certo di non averlo utilizzato (Da Adulto ad Adulto, la seconda persona ignora la provocazione aggressiva e colpevolizzante e riporta la conversazione sul piano dello scambio di informazioni)

  • La terza legge berniana della comunicazione

    Quando nello scambio il livello psicologico (non verbale) del messaggio è diverso dal livello verbale l’esito di quello scambio sarà definito dal livello non verbale. Tale situazione si definisce comunicazione ulteriore. La comunicazione è ulteriore quando dunque non c’è congruenza tra il livello verbale e quello non-verbale del messaggio, per cui l’interlocutore si trova di fronte al problema della scelta: seguo il messaggio verbale o mi fido di ciò che decodifico come messaggio non-verbale? E interpreto correttamente tale complessità e conflittualità di messaggi? In molti casi la comunicazione ulteriore comprende fraintendimenti e conflitti impliciti che danno origine ai “giochi psicologici”.

    Es.4 Stimolo verbale: Sarai pronto per le 15 di domani con la tua presentazione? Stimolo non verbale: So che non puoi farcela( tono di voce, espressione del viso) Risposta verbale: Farò il possibile. Risposta non verbale: Non ce la farò mai, mi punirai per questo?

  • La terza legge berniana della comunicazione

    Es.4 Stimolo verbale: Sarai pronto per le 15 di domani con la tua presentazione? Stimolo non verbale: So che non puoi farcela(tono di voce, espressione del viso) Risposta verbale: Farò il possibile Risposta non verbale: Non ce la farò mai, mi punirai per questo? Osservando la scena e potendo quindi aggiungere i dati di contesto e i messaggi non-verbali un consulente può facilmente capire per quale ragione i due protagonisti della conversazione non definiscono in modo univoco e rigoroso il loro scambio professionale. Apparentemente analizzando solo il livello linguistico del dialogo potremmo dire che i termini usati sono un po’ generici, poco definita e approssimativa la risposta. Non è chiaro lo scopo dello scambio. Ma se utilizziamo i dati forniti dall’osservazione della micro sequenza possiamo vedere che il primo personaggio ha le sopracciglia elevate, che guarda dall’alto verso il basso l’interlocutore, che ha un atteggiamento inquisitorio e genitoriale. Poi potremmo osservare che chi risponde magari mostra segnali di imbarazzo e disagio, fa movimenti della testa e smorfie della bocca che indicano difficoltà, ha una voce un po’ incerta e interrotta. Insomma gli elementi che la scena filmata od osservata in diretta aggiungono al dialogo linguistico consentono di riempire dei vuoti, ma non è detto che i due interlocutori si siamo capiti e che abbiano consapevolezza de entrambi dello scambio che c’è stato tra di loro. Uno o entrambi potrebbero aver frainteso alcuni livelli dello scambio, per cui il giorno successivo il seguito della conversazione potrebbe condurre ad esiti sgradevoli.

  • Livello comunicativo: contenuto e relazione

    Il livello relazionale classifica il livello di contenuto. Applicazione: se do un’informazione in modo arrogante, scostante, critico ciò che arriva al ricevente è il livello di disconferma e rifiuto e posso suscitare una reazione aggressiva o passiva; comunque il ricevente risponderà a questo livello. Dire in azienda ad un manager o ad un imprenditore: ricorda che il livello relazionale classifica il contenuto significa invitare ad analizzare le ragioni di tanti fallimenti nella formazione e nelle ristrutturazioni aziendali. I programmi di formazione manageriale e i percorsi di ristrutturazione di solito trascurano lì effettivo impatto sulle risorse umane della comunicazione e un grande dispendio di energie nelle aziende dipende proprio dal fatto che si comunica poco, male e in modo implicitamente conflittuale.

  • PNL

    Possibile che non capisci mai quello che ti dico?” “Non mi ascolti mai! Devo ripeterti le stesse cose 20 volte!” “Non sai proprio comunicare! E’ impossibile parlare con te!” “Ma parlo in arabo?!?!?!” Quante volte hai sentito dire o probabilmente hai detto anche te queste frasi o simili? L’esperienza quotidiana ci dice che la maggior parte dei problemi, delle difficoltà di relazione, sul lavoro, le opportunità perse nascono da difficoltà a comunicare. E così una cosa molto “semplice” come comunicare diventa invece difficile. Ti è mai capitato di dire la stessa cosa a due persone diverse e una ha reagito in un modo e l’altra in un altro completamente differente? Tutti ogni tanto facciamo fatica a comunicare con le persone per noi importanti, tuttavia alcuni riescono a essere più efficaci e ottenere molto di più da se stessi e dagli altri.

  • PNL

    Ecco che quindi la PNL, Programmazione Neuro Linguistica, viene in nostro aiuto. La PNL ci dà tutta una serie di “strumenti comunicativi” in grado di ridurre significativamente l’eventualità di fraintendimenti. Chiariamo un punto importante: si pensa che quando si parla di Comunicazione Efficace si stia parlando di lavoro. Ma non è solo questo. Comunicare bene, vuol dire prima di tutto farlo con se stessi. Quando si ha una buona comunicazione con se stessi si hanno le basi per una efficace comunicazione con gli altri. Fermati un attimo a riflettere: cos’è che ti sei appena detto dopo aver letto quest’ultima frase?

    Quando fai qualcosa in modo eccellente, che cosa dici a te stesso? E se fai qualcosa di cui ti penti, come commettere un errore durante una presentazione o rovesciare il latte sul pavimento della cucina, probabilmente dici qualcosa a te stesso ad alta voce, nella tua testa o in entrambi i modi. Quindi continuamente comunichiamo con noi stessi ossia abbiamo un DIALOGO INTERNO; il punto è: come possiamo migliorare nel farlo così da migliorare i nostri risultati? La PNL ti offre gli “strumenti” e le “tecniche” per riuscirci.

  • PNL: ESERCIZIO

    Il Tuo Dialogo Interno: pensi davvero abbia sempre ragione? Se ci pensi, nulla può smontarti più rapidamente di qualche osservazione critica fatta dalla persona sbagliata nel momento sbagliato. E il peggior critico che potrai mai incontrare è quello che vive all’interno della tua mente. Il modo in cui parli a te stesso ha un profondo impatto sul tuo stato emotivo e sui risultati che ottieni. Ad esempio, quando commetti un errore, pensa al tono di voce che usi quando ti rivolgi a te stesso. Dici: “Oh, bene, un’altra esperienza che mi ha fatto imparare qualcosa!”, oppure dici qualcosa come: “Stupido, idiota, questa volta hai combinato proprio un bel pasticcio!” oppure “Ma quando imparerai?”

    Ripensa a un’occasione in cui hai commesso un grosso errore e ripensa al tono di voce che hai usato con te stesso. Com’è?

    Arrabbiato, critico, sarcastico o rassegnato?

  • Il metamodello è uno degli strumenti più importanti, più efficaci e più utili della Pnl. E’ un modello linguistico di precisione utile per accedere alla struttura profonda, cioè ai messaggi che si generano nella nostra realtà interna quando codifichiamo gli eventi e gli input provenienti dall’esterno.

    Le nostre comunicazioni quotidiane spesso sono solo una sintesi di ciò che avviene a livello inconscio ed è vero che in certe situazione la sintesi è utile per semplificarci la vita, è altrettanto vero che in alcune situazioni quando la comunicazione viene deformata possono creare delle incomprensioni. I

    Il metamodello principalmente si occupa di tre processi: generalizzazione, cancellazione e distorsione.

    1. Il processo di generalizzazione si verifica quando uno solo o pochi elementi nella

    conversazione finiscono per rappresentare tutta la realtà. Il processo di generalizzazione può rivelarsi tanto utile quanto limitante. Se ad

    esempio abbiamo imparato che le bottiglie si svitano in senso antiorario, e abbiamo generalizzato che per aprire tutte le bottiglie dobbiamo sempre svitare il tappo in senso antiorario, questa generalizzazione ci sarà utile nella vita, visto che non dovremo più imparare ogni volta come si apre una bottiglia. Se però incontriamo un uomo antipatico e generalizziamo dicendo che tutti gli uomini sono antipatici, sicuramente questa generalizzazione non gioverà alle nostre relazioni con gli uomini.

  • Gli altri processi:

    • 2. Il processo di cancellazione ci permette di ridurre le informazioni e renderle più facilmente gestibili. Come già accennato in precedenze, sappiamo che il nostro cervello è in grado di gestire tra le 5 e le 9 informazioni contemporaneamente. Quindi se ci chiedono di descrivere la nostra giornata mettendo in atto il processo di cancellazione, sicuramente saremo più efficaci perché eviteremo di introdurre particolari scontati e probabilmente no utili a dare una risposta adeguata. Anche qui lo svantaggio avviene nel momento in cui cancelliamo informazioni importati che avremmo dovuto non dare per scontate.

    • 3. Il processo di distorsione infine, coinvolge la creatività, ossia ci permette di deformare la realtà e di creare cose inesistenti. E’ un processo utilissimo quando si tratta di inventare un qualcosa, uscire fuori dagli schemi. Può essere utile ad esempio prima di un esame o di un colloquio immaginare come potrebbe essere strutturata la comunicazione in modo da facilitarne il processo. Il rovescio della medaglia in questo caso è che se ci visualizziamo in negativo probabilmente non saremo in grado di condurre la conversazione con successo.

  • RICAPITOLANDO…

    1. IL NON VERBALE INFLUENZA LA COMUNICAZIONE ALL’80%;

    2. TUTTO È COMUNICAZIONE; 3. I MAGGIORI PROBLEMI NELLA VITA DI TUTTI DERIVANO

    DALLA CATTIVA COMUNICAZIONE; 4. BISOGNA ATTIVARE UN ASCOLTO ATTIVO; 5. BISOGNA CONOSCERSI E PARTIRE DA SE STESSI PER

    POTER ASCOLTA E COMUNICARE (Empatia, Genitore-Adulto Bambino- PNL)

    6. ESSERE PRESENTI A SE STESSI; 7. TECNICHE UTILI – AT E PNL – PER POTER ESSERE EFFICACI

    E OTTENERE CIÒ CHE SI DESIDERA DALLA COMUNICAZIONE.

  • Link utili per approfondire:

    • https://www.youtube.com/watch?v=VyBwSQOxdAQ

    • https://www.youtube.com/watch?v=5IWkm86LKyw&t=23s

    • https://www.youtube.com/watch?v=eRl2OlyNMuc

    https://www.youtube.com/watch?v=VyBwSQOxdAQhttps://www.youtube.com/watch?v=VyBwSQOxdAQhttps://www.youtube.com/watch?v=VyBwSQOxdAQhttps://www.youtube.com/watch?v=5IWkm86LKyw&t=23shttps://www.youtube.com/watch?v=5IWkm86LKyw&t=23shttps://www.youtube.com/watch?v=5IWkm86LKyw&t=23shttps://www.youtube.com/watch?v=eRl2OlyNMuchttps://www.youtube.com/watch?v=eRl2OlyNMuchttps://www.youtube.com/watch?v=eRl2OlyNMuc