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1 Primo Modulo Il Trattato di Lisbona Il funzionamento dell’Unione europea Perché il Trattato di Lisbona L’Europa è stata costruita, fino ad oggi, grazie a una successione di trattati negoziati dagli Stati. Dall’inizio degli anni 90 una doppia sfida è stata lanciata dall’Unione: accogliere nuovi Stati membri per completare il processo di pace iniziato negli anni 50; rinforzare l’efficacia delle modalità con le quali vengono prese le decisioni. L’obiettivo della Costituzione europea è sempre stato quello di accrescere l’efficacia delle Istituzioni, pur mantenendo la loro validità sul piano democratico. Cosa contiene il Trattato Per quanto riguarda le disposizioni istituzionali, esso contiene le seguenti disposizioni: origine della peronalità giuridica dell’Unione; fusione dei tre Pilastri. Il Trattato di Masticht ha organizzato l’UE attorno a tre Pilastri: o Primo Pilastro, il Pilastro comunitario, che corrisponde alle tre Comunità, la Comunità europea (CE), la Comunità europea dell’energia atomica (Euratom), e la vecchia Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) che era stata creata per 50 anni e che non esiste più dal 22 Luglio 2002. o Secondo Pilastro,il Pilastro che riguarda la politica estera e di sicurezza comune; o Terzo Pilastro, il Pilastro che riguarda la cooperazione di polizia e giudiziaria, in materia penale. nuove regole relative alla doppia maggioranza; affermazione del principio di Codecisione tra il Parlamento europeo e il Consiglio dei Ministri, come procedura legislativa ordinaria; presidenza stabile del Consiglio europeo (per 2,5 anni), rinnovabile una volta; creazione della figura di “Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e per la politica di sicurezza; diritto di iniziativa dei cittadini; rafforzamento della dsemocrazia partecipativa Per quanto riguarda le disposizioni che riguardano le procedure di revisione del T., rimane la regola dell’unanimità, tuttavia sono previste delle “Clausole Passerelle” che permettono al Consiglio europeo di decidere, all’unanimità, il passaggio al voto a maggioranza qualificata nei diversi settori. Questo nuovo Trattato apporta modifiche ai Trattati precedenti Il funzionamento dell’Unione europea La Commissione La Commissione conserva un ruolo centrale. Le sue competenze si compendiano in: iniziative legislative; guardiana dei Trattati; rappresenta l’Unione nel mondo

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Primo Modulo

Il Trattato di Lisbona

Il funzionamento dell’Unione europea Perché il Trattato di Lisbona

L’Europa è stata costruita, fino ad oggi, grazie a una successione di trattati negoziati dagli Stati. Dall’inizio degli anni 90 una doppia sfida è stata lanciata dall’Unione:

• accogliere nuovi Stati membri per completare il processo di pace iniziato negli anni 50; • rinforzare l’efficacia delle modalità con le quali vengono prese le decisioni.

L’obiettivo della Costituzione europea è sempre stato quello di accrescere l’efficacia delle Istituzioni, pur mantenendo la loro validità sul piano democratico. Cosa contiene il Trattato Per quanto riguarda le disposizioni istituzionali, esso contiene le seguenti disposizioni:

• origine della peronalità giuridica dell’Unione; • fusione dei tre Pilastri. Il Trattato di Masticht ha organizzato l’UE attorno a tre Pilastri:

o Primo Pilastro, il Pilastro comunitario, che corrisponde alle tre Comunità, la Comunità europea (CE), la Comunità europea dell’energia atomica (Euratom), e la vecchia Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) che era stata creata per 50 anni e che non esiste più dal 22 Luglio 2002.

o Secondo Pilastro,il Pilastro che riguarda la politica estera e di sicurezza comune; o Terzo Pilastro, il Pilastro che riguarda la cooperazione di polizia e giudiziaria, in

materia penale. • nuove regole relative alla doppia maggioranza; • affermazione del principio di Codecisione tra il Parlamento europeo e il Consiglio dei

Ministri, come procedura legislativa ordinaria; • presidenza stabile del Consiglio europeo (per 2,5 anni), rinnovabile una volta; • creazione della figura di “Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e per la

politica di sicurezza; • diritto di iniziativa dei cittadini; • rafforzamento della dsemocrazia partecipativa

Per quanto riguarda le disposizioni che riguardano le procedure di revisione del T., rimane la regola dell’unanimità, tuttavia sono previste delle “Clausole Passerelle” che permettono al Consiglio europeo di decidere, all’unanimità, il passaggio al voto a maggioranza qualificata nei diversi settori. Questo nuovo Trattato apporta modifiche ai Trattati precedenti Il funzionamento dell’Unione europea La Commissione La Commissione conserva un ruolo centrale. Le sue competenze si compendiano in:

• iniziative legislative; • guardiana dei Trattati; • rappresenta l’Unione nel mondo

 

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Il Consiglio europeo è formato dai Capi di Stato e di Governo . Il suo compito è quello di stabilire i grandi orientamenti politici. Il Trattato prevede una presidenza stabile, con un Presidente eletto per 2,5 anni, rinnovabile una volta. Il Presidente del Consiglio europeo:

• dà una voce e un viso all’UE; • assicura la presenza dell’Unione sulla scena internazionale; • presiede e coordina i lavori del Consiglio europeo.

Il Parlamento europeo. il Trattato di Lisbona lo rende ancora più influente. I poteri del Parlamento sono stati estesi:

• In materia legislativa, con l’estensione della procedura di codecisione legislativa ad nuovi 50 argomenti. Attualmente il PE ha acquisito poteri simili a quelli del Consiglio dei Ministri

• In materia di bilancio • In materia di controllo politico

Il Consiglio dei Ministri Il Consiglio dei Ministri degli Stati membri (Economia e finanza, Agricoltura, Industria, Ricerca…) ha, come scopo principale, quello di votare gli atti dell’UE, esso si riunisce alla presenza del pubblico. La maggioranza qualificata Il T. di Lisbona basa la votazione su una doppia maggioranza di Stati e di popolazione, secondo la quale una Legge viene approvata, nel Consiglio, se ottiene l’accordo del 55% degli Stati, che rappresentino, almeno, il 65% della popolazione dell’Unione. La Corte di Giustizia Ha il compito di:

• garantire il rispetto e l’interpretazione del diritto dell’Unione; • regolare i rapporti tra gli Stati membri, tra l’UE e gli Stati membri, tra le istituzioni e i

cittadini dell’Unione. Il Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE/EESC). E’ formato da tecnici, designati dalle categorie delle forze sociale e della società civile organizzata dei Paesi membri. Ilm CESE Esprime pareri consultivi sui documenti della Commissione e del Parlamento, prima che diventino leggi. Il Trattato di Lisbona in materia economica

1- Il riconoscimento dell’eurogruppo, attraverso una riunione mensile dei ministri dell’economia e delle finanze degli Stati membri della zona euro.

2- Il Patto di stabilità e di crescita. Il Patto prevede tre regole princièpali:   • Il deficit pubblico deve restare inferiore al 3% del PIL; • Il debito pubblico deve restare sotto il 60% del PIL; • Gli Stati devono mirare verso un equilibro di bilancio, a medio termine; • Per favorirne l’applicazione, sono state create diverse procedure di controllo; • Una procedura oper deficit eccessivi, con multe che possono andare dallo 0,2 allo 0,5 del

PIL

La Carta dei diritti fondamentali

La Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea (UE) costituisce la sintesi dei valori condivisi dagli

Stati membri dell'UE e riunisce per la prima volta in un unico testo i diritti civili e politici classici e i diritti

economici e sociali. La sua finalità è enunciata nel preambolo: "è necessario, rendendoli più visibili in una

 

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Carta, rafforzare la tutela dei diritti fondamentali alla luce dell'evoluzione della società, del progresso sociale

e degli sviluppi scientifici e tecnologici".

Contesto

Nel giugno 1999 il Consiglio europeo di Colonia ha ritenuto che fosse opportuno riunire in una Carta i diritti

fondamentali riconosciuti nell'UE, per dare loro maggiore visibilità. Secondo le aspettative dei capi di Stato o

di Governo, tale Carta doveva comprendere i principi generali sanciti dalla Convenzione del 1950 del

Consiglio d'Europa, quelli risultanti dalle tradizioni costituzionali comuni agli Stati membri, i diritti

fondamentali attribuiti ai cittadini dell'Unione, i diritti economici e sociali enunciati nella Carta sociale

europea e nella Carta comunitaria dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori ed i principi derivanti dalla

giurisprudenza della Corte di giustizia e dalla Corte europea dei diritti dell'uomo.

La carta è stata elaborata da una Convenzione composta da rappresentanti dei capi di Stato o di Governo

degli Stati membri, da un rappresentante del presidente della Commissione europea, da membri del

Parlamento europeo e dei Parlamenti nazionali. Adottata ufficialmente a Nizza nel dicembre 2000 dai

presidenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione, rappresenta un impegno politico,

senza effetto giuridico vincolante.

Nel trattato di Lisbona, che modifica i trattati,   alla carta è stato conferito un effetto vincolante,   perché le è

stato riconosciuto lo stesso valore giuridico dei trattati. A tal fine, la carta è stata proclamata,   una seconda

volta,   nel dicembre 2007.

Contenuto

Per la prima volta si trovano riuniti in un unico documento tutti i diritti, che prima erano dispersi in

vari strumenti legislativi, quali le legislazioni nazionali e le convenzioni internazionali del Consiglio

d'Europa, delle Nazioni Unite e dell'Organizzazione internazionale del lavoro. Grazie alla visibilità e

alla chiarezza che la carta conferisce ai diritti fondamentali, essa contribuisce a sviluppare il concetto di

cittadinanza dell'Unione ed a creare uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia. La carta rafforza la certezza

del diritto per quanto riguarda la tutela dei diritti fondamentali, che prima era garantita unicamente dalla

giurisprudenza della Corte di giustizia e dall'articolo 6 del trattato UE.

La carta comprende un preambolo introduttivo e 54 articoli, suddivisi in sette capi:

• capo I: Dignità (dignità umana, diritto alla vita, diritto all'integrità della persona, proibizione della tortura e

delle pene o trattamenti inumani o degradanti, proibizione della schiavitù e del lavoro forzato);

• capo II: Libertà (diritto alla libertà e alla sicurezza, rispetto della vita privata e della vita familiare,

protezione dei dati di carattere personale, diritto di sposarsi e di costituire una famiglia, libertà di pensiero, di

coscienza e di religione, libertà di espressione e d'informazione, libertà di riunione e di associazione, libertà

 

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delle arti e delle scienze, diritto all'istruzione, libertà professionale e diritto di lavorare, libertà d'impresa,

diritto di proprietà, diritto di asilo, protezione in caso di allontanamento, di espulsione e di estradizione);

• capo III: Uguaglianza (uguaglianza davanti alla legge, non discriminazione, diversità culturale, religiose e

linguistica, parità tra uomini e donne, diritti del bambino, diritti degli anziani, inserimento dei disabili);

• capo IV: Solidarietà (diritto dei lavoratori all'informazione e alla consultazione nell'ambito dell'impresa,

diritto di negoziazione e di azioni collettive, diritto di accesso ai servizi di collocamento, tutela in caso di

licenziamento ingiustificato, condizioni di lavoro giuste ed eque, divieto del lavoro minorile e protezione dei

giovani sul luogo di lavoro, vita familiare e vita professionale, sicurezza sociale e assistenza sociale,

protezione della salute, accesso ai servizi d'interesse economico generale, tutela dell'ambiente, protezione dei

consumatori);

• capo V: Cittadinanza (diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo, diritto di voto e

di eleggibilità alle elezioni comunali, diritto ad una buona amministrazione, diritto d'accesso ai documenti,

mediatore, diritto di petizione, libertà di circolazione e di soggiorno, tutela diplomatica e consolare);

• capo VI: Giustizia (diritto a un ricorso effettivo e a un giudice imparziale, presunzione di innocenza e diritti

della difesa, principi della legalità e della proporzionalità dei reati e delle pene, diritto di non essere giudicato

o punito due volte per lo stesso reato);

• capo VII: Disposizioni generali.  

In linea generale, i diritti menzionati sono riconosciuti a tutti. Nondimeno, la carta fa riferimento anche a

categorie aventi particolari esigenze (i minorenni, gli anziani, le persone affette da disabilità). Inoltre, il capo

V tratta la situazione specifica del cittadino europeo, richiamandosi ad alcuni diritti già enunciati nei trattati

(libertà di circolazione e di soggiorno, diritto di voto, diritto di petizione) e introducendo il diritto a una

buona amministrazione.  

Tenuto conto dell'evoluzione sociale, oltre ai diritti classici (diritto alla vita, libertà di parola, diritto a un

ricorso effettivo, ecc.) la carta enuncia diritti non figuranti nella Convenzione del 1950 del Consiglio

d'Europa (protezione dei dati personali, bioetica, ecc.). Conformemente ad alcune legislazioni nazionali, la

carta riconosce per il costituirsi della famiglia, modalità diverse dal matrimonio. Inoltre, non si parla più di

matrimonio tra uomo e donna, ma semplicemente di matrimonio.

Campo di applicazione

Le disposizioni generali mirano a stabilire i nessi tra la carta e la Convenzione europea dei diritti dell'uomo

(CEDU) ed a determinare il campo d'applicazione della carta: essa si applica alle istituzioni europee nel

rispetto del principio della sussidiarietà e in nessun caso può ampliare le competenze ed i compiti a queste

attribuiti dai trattati. I principi della carta si applicano anche agli Stati membri (alle autorità nazionali a

livello centrale, regionale o locale), nell'ambito della loro attuazione della normativa comunitaria. Del resto,

il dovere degli Stati membri di rispettare i diritti fondamentali nel contesto del diritto comunitario era già

stato confermato dalla giurisprudenza della Corte di giustizia (si veda, per esempio, la causa C 292/97).

La carta come parametro di riferimento in sede giudiziaria

 

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Regolarmente menzionata dagli avvocati generali, la carta ha influito più volte sulle conclusioni della Corte

di giustizia delle Comunità europee (CGCE). Le conclusioni degli avvocati generali non sono vincolanti per

la Corte di giustizia, ma suggeriscono soluzioni giuridiche a cui essa può ispirarsi. Qualche volta, le

conclusioni comprendono un riferimento soltanto marginale alla carta, ma in certi casi gli avvocati generali

se ne sono avvalsi per interpretare i diritti fondamentali, rammentando tuttavia che essa non è vincolante.

Dunque, pur non avendo status giuridico, la carta non è priva di efficacia. I tre avvocati generali Tizzano,

Léger e Mischo hanno dichiarato che "la carta ha innegabilmente collocato i diritti che ne costituiscono

l'oggetto al più alto rango dei valori comuni agli Stati membri". Nella sentenza del 27 giugno 2006 relativa

alla direttiva sul ricongiungimento familiare (causa C-540/03), per la prima volta la Corte di giustizia ha fatto

esplicitamente riferimento alla carta sottolineandone l'importanza.

La rete di esperti indipendenti in materia di diritti dell'uomo

Nella sua relazione del 2000 riguardante la situazione dei diritti fondamentali nell'Unione europea

(2000/2231(INI)), il Parlamento europeo aveva raccomandato di costituire una rete di esperti autorevoli in

materia di diritti fondamentali, perché potessero valutare l'attuazione di ciascuno dei diritti enunciati nella

carta. La rete è stata costituita nel settembre del 2002 e il 31 marzo 2003 ha presentato la prima "Relazione

sulla situazione dei diritti fondamentali nell'Unione europea e negli Stati membri nel 2002", compendiando

le relazioni nazionali elaborate dai singoli esperti e rivolgendo raccomandazioni alle istituzioni e agli Stati

membri. La rete era finanziata come "azione preparatoria", conformemente all'articolo 49 del regolamento

finanziario (regolamento n. 1605/2002 del Consiglio), conclusasi nel settembre 2006. Un'azione preparatoria

ha infatti una durata massima di tre anni e n on può essere prorogata.

Il Quadro finanziario UE 2014/2020

Il bilancio annuale dell’Unione Europea equivale circa all’1% del Prodotto Nazionale Lordo (PNL) dell’UE, che corrisponde a circa 244 euro, all’anno, per cittadino europeo. Gli interventi e i programmi finanziari, del bilancio UE, rispecchiano le priorità stabilite dall’Unione in un determinato momento. Essi sono raggruppati in grandi categorie di spesa (Capitoli) e articolati in 31 diverse aree di intervento. Il bilancio UE finanzia interventi e programmi in settori nei quali gli Stati Membri hanno deciso di agire, con fondi comunitari. Esistono anche aree di intervento nei quali gli Stati Membri (SM) preferiscono che non si intervenga a livello comunitario. Grazie al Principio di Sussidiarietà, però, l’Unione interviene soltanto se e nella misura in cui gli obiettivi dell’azione prevista non possano essere sufficientemente conseguiti con i mezzi dei singoli Stati Membri. I QFP (Quadri Finanziari Pluriennali) 1° 1988/1992 Mercato Interno e Programma Quadro Delors 1 2° 1993/1999 Politica sociale e coesione Delors 2 3° 2000/2006 Allargamento 4° 2007/2013 Vrescita sostenibile, Competitività 5° 2014/2020 Europa 2020 Crescita Intelligente, Sostenibile, Inclusiva. Orizzonte 2020

 

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'L'accordo tra il Consiglio, il Parlamento europeo e la Commissione è stato raggiunto non modificando le cifre iniziali, pari a 959 miliardi per gli impegni e 908 miliardi per i pagamenti, ma riuscendo ad ottenere risultati significativi sul fronte della flessibilità, poiché il bilancio europeo sarà rivisto nel 2016 così da non essere ingabbiato da una logica di austerità che è figlia di questi tempi di crisi

Le entrate Per finanziare la spesa, l’UE dispone di risorse proprie. Si tratta di risorse spettanti all’Unione, che gli SM riscuotono e trasferiscono poi nel bilancio comunitario. Esistono tre tipi di risorse proprie:

1. Risorse proprie tradizionali, dazi percepiti da importazioni di prodotti, provenienti da paesi terzi; ammontano a circa il 12% delle entrate totali

2. Risorse sull’IVA, aliquota applicata all’IVA armonizzata di ciascuno SM; ammontano all’11% delle entrate totali)

3. Risorse basate sul Reddito Nazionale Lordo, aliquota uniforme applicata all’RNL di ciascuno SM; ammontano al 76% delle entrate totali.

Nel bilancio affluiscono anche altre entrate:

• le ritenute fiscali sugli stipendi del personale delle istituzioni UE, • i contributi versati da paesi terzi per alcuni programmi UE, • le ammende inflitte alle imprese che violano le regole di concorrenza o altre norme

circa 1% del bilancio. I singoli SM contribuiscono al bilancio comunitario in misura proporzionale al loro PIL. Nel calcolare i singoli contributi sono tuttavia previsti alcuni adeguamenti a beneficio di Germania, Paesi Bassi, Austria, Svezia e Regno Unito, intesi a compensarne il contributo netto al bilancio. I fondi UE vengono distribuiti agli SM e ai paesi terzi beneficiari, conformemente alle priorità stabilite dall’Unione. In questa ripartizione gli SM meno ricchi (rispetto al PIL), ricevono proporzionalmente di più, rispetto a quelli più prosperi. Regole di bilancio

Le entrate e le spese del bilancio UE sono regolate da: • I Trattati, il bilancio non può infatti essere in disavanzo, il che significa che le spese devono essere

totalmente coperte dalle entrate. • Massimale delle risorse proprie, cioè un massimale di spesa, stabilito di comune accordo dai

governi e dai parlamenti degli SM. Attualmente questo limite è fissato all’1,24% del PNL • Quadro finanziario pluruennale, approvato da Parlamento Europeo, dal Consiglio e dalla

Commissione Europea, che controlla l’evoluzione del bilancio UE per categoria di spesa, in un determinato periodo.

Regolamento finanziario, adottato dal PE e dal Consiglio, che definisce le norme in materia di elaborazione, esecuzione, gestione e controllo esterno del bilancio. I principi del bilancio

• Unità e universalità, tutte le entrate e le uscite sono in bilancio e non possono esserci compensazioni tra le diverse voci di uscita

• Equilibrio, mai in deficit • Annualità, valido dal 1 gennaio al 31 dicembre di ogni anno • Specificazione, le entrate non sono predestinate • Unità di conto comune, dal 1999 in EURO

 

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Le  prospettive  finanziarie  per  il  2014/2020    

 (fonte:  Commissione  europea)  

Alcune

 

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Alcune considerazioni sul bilancio dell’UE Grazie al quadro finanziario pluriennale 2014-2020, l’Unione europea potrà investire fino a 960 miliardi di euro in stanziamenti d’impegno (1% del reddito nazionale lordo dell’UE) e 908,4 miliardi di euro in pagamenti (0,95% dell’PNL dell’UE). Il bilancio 2014-2020 definisce priorità di spesa finalizzate alla crescita sostenibile, all’occupazione e alla competitività dell’Unione, in linea con la strategia di crescita Europa 2020. A titolo d'esempio: la rubrica “Competitività per la crescita e l’occupazione” è passata dagli attuali 91,5 miliardi di euro (9,1% del bilancio) a 125,6 miliardi di euro (13,2% del bilancio).

Gli interventi più significativi del bilancio Il nuovo bilancio dell’Unione è uno strumento moderno, adeguato alle sfide del XXI secolo. Ecco in sintesi i alcuni punti salienti, che illustrano una serie di importanti innovazioni e mostrano chiaramente il valore aggiunto dell'Europa:

1. Il Fondo Sociale Europeo (FSE) e il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), rappresentano gli assi portanti della politica di coesione e sono concepiti per dare un notevole contributo all'occupazione, venendo in aiuto alle persone in cerca di lavoro. Nel complesso la politica di coesione permetterà di mobilitare fino a 366,8 miliardi di euro destinati alle regioni e alle città dell'UE e all'economia reale. Il FSE destinerà almeno 70 miliardi di euro (circa 10 miliardi l’anno) alla creazione di posti di lavoro, integrando gli interventi previsti in ambito nazionale. La nuova iniziativa a favore dell'occupazione giovanile servirà a sostenere la realizzazione della garanzia per i giovani nel periodo 2014-2015. È principalmente tramite il FSE che l'Unione realizzerà gli obiettivi della strategia Europa 2020: crescita e occupazione, lotta contro i cambiamenti climatici e riduzione della dipendenza energetica, della povertà e dell’esclusione sociale. Il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) concorrerà alla realizzazione di questi obiettivi indirizzando le proprie risorse verso priorità fondamentali, quali il sostegno per le piccole e medie imprese, con l’obiettivo di raddoppiare i fondi da 70 a 140 miliardi di euro in 7 anni.

2. Il nuovo programma Erasmus+ permetterà, a un numero quanto mai esteso di persone, di trascorrere un periodo all’estero. Il nuovo programma gode di una copertura di quasi 15 miliardi di euro (40% in più rispetto ai livelli della programmazione 2007/2013), che offre opportunità di studio, formazione, lavoro o volontariato all’estero a oltre 4 milioni di giovani: 2 milioni di studenti universitari, 650.000 apprendisti e studenti in formazione professionale e più di 50.0000 giovani che partecipano a scambi o programmi di volontariato all’estero. Fino a 200.000 studenti, che intendono seguire un corso completo di master all’estero potranno beneficiare di un nuovo meccanismo di garanzia sui prestiti gestito dal Fondo europeo per gli investimenti (FEI). Verranno inoltre finanziati 600 partenariati nel settore dello sport, compresi eventi europei non profit. Due terzi delle risorse serviranno a finanziare opportunità di apprendimento all'estero, entro e oltre i confini dell'UE, mentre il resto sosterrà partenariati tra Istituti d’istruzione, organizzazioni giovanili, imprese, autorità locali e regionali e Organizzazioni Non Governative (ONG), come anche le riforme volte a modernizzare il settore dell’istruzione e della formazione e a promuovere l’innovazione e l’imprenditorialità;

3. Il Programma Europa Creativa : cinema, televisione, musica, letteratura, arti dello spettacolo, patrimonio e ambiti collegati potrànno trarre vantaggio dal nuovo programma. Con una copertura di quasi 1,5 miliardi di euro (9% in più rispetto alla programmazione 2007/2013), il programma permetterà nei prossimi sette anni di rilanciare il comparto culturale e creativo, importante fonte di crescita e occupazione. Il programma Europa creativa sosterrà inoltre iniziative quali le capitali europee della cultura, il marchio del patrimonio europeo, le giornate europee del patrimonio e i cinque premi europei:

• il premio del patrimonio culturale dell'Unione europea/concorso Europa Nostra, • il premio dell’Unione europea per l’architettura contemporanea, • il premio dell’Unione europea per la letteratura,

 

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• il premio European Border Breakers • il premio Media.

4. Il Programma Horizon 2020, che raggruppa i fondi dell'UE per la ricerca e l'innovazione permetterà di migliorare la qualità di vita dei cittadini europei e renderà l'Unione più competitiva sulla scena mondiale. Il nuovo programma per la ricerca e l'innovazione (Orizzonte 2020) gode di una copertura di bilancio di quasi 80 miliardi di euro (circa il 30% in più rispetto al VII Programma Quadro) e occupa indiscutibilmente un posto centrale nella strategia dell’UE, per il rilancio della crescita e dell'occupazione. I ricercatori e le imprese di tutta l’Europa potranno contare su un sostegno notevolmente rafforzato e semplificato. Orizzonte 2020 darà impulso a centri di eccellenza della ricerca in Europa. Il Consiglio europeo della ricerca:

• rafforzerà la leadership industriale nel campo dell’innovazione, anche con investimenti in tecnologie fondamentali,

• estenderà l'accesso al capitale e il sostegno delle PMI, • contribuirà a affrontare grandi sfide sociali quali i cambiamenti climatici, • a sviluppare i trasporti e la mobilità sostenibili, • a rendere meno care le energie rinnovabili, • a garantire alimenti più sicuri • a affrontare i problemi legati all’invecchiamento demografico.

Orizzonte 2020 contribuirà a colmare il divario tra ricerca e mercato, per esempio aiutando le imprese innovative a trasformare le loro scoperte tecnologiche in prodotti che abbiano un reale potenziale commerciale. Il nuovo programma, incentrato sulla cooperazione internazionale, destina per il periodo 2014-2020 oltre 6 miliardi di euro alle azioni Marie Skłodowska-Curie, permettendo così all’UE di sostenere più di 65.000 ricercatori. Nel periodo 2014-2020 l’Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia (IET/EIT) riceverà 2,7 miliardi di euro per rafforzare il legame tra insegnamento superiore, ricerca e imprese, per sostenere la creazione di nuove imprese e per creare opportunità di formazioni specializzate post-laurea.

5. Cosme e le PMI, le piccole e medie imprese, vera e propria spina dorsale dell’economia europea, rappresentano circa il 99% delle attività imprenditoriali europee e forniscono i due terzi dei posti di lavoro del settore privato. Il nuovo programma Cosme, che gode di una copertura di 2,3 miliardi di euro, permetterà di promuoverne la competitività e di stimolare la crescita e l’occupazione in Europa. Primo programma dell'UE destinato nello specifico alle PMI, Cosme mira a facilitarne l'ingresso nel mercato fuori e dentro l’Unione, offrendo un accesso agevolato al credito, grazie a garanzie sui prestiti e al capitale di rischio.

6. CEF: il nuovo meccanismo per collegare l’Europa. Gli investimenti infrastrutturali sono determinanti alla crescita e all’occupazione in Europa. Troppo spesso i cittadini e le imprese incontrano ostacoli per l’inefficienza o semplicemente per l’assenza di reti infrastrutturali europee: dei trasporti, dell’energia o delle TIC (Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione). Con una copertura di 33,3 miliardi di euro (26,3 per i trasporti, 5,9 per l’energia e 1,1 per il digitale), il nuovo meccanismo per collegare l’Europa (CEF) sarà il principale strumento per gli investimenti in infrastrutture strategiche a livello europeo. Il CEF aiuterà a costruire strade, ferrovie, reti elettriche e gasdotti, e a creare infrastrutture e servizi per il mercato unico digitale, fornendo un sostegno finanziario essenziale, per colmare le lacune in termini di collegamenti tra le reti infrastrutturali europee che non verrebbero altrimenti affrontate. Nel settore dei trasporti il meccanismo per collegare l’Europa contribuirà a realizzare la tanto attesa nuova politica delle infrastrutture: i nove corridoi principali per i trasporti nel mercato unico europeo sono destinati a rivoluzionare i collegamenti est-ovest. Nel settore delle infrastrutture energetiche, il meccanismo per collegare l’Europa giocherà un ruolo fondamentale per realizzare i principali obiettivi della politica energetica: energia a prezzi accessibili per tutti i consumatori, approvvigionamento sicuro e sostenibilità. Grazie anche alla velocizzazione delle licenze e agli incentivi normativi introdotti dal nuovo regolamento

 

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sugli orientamenti TEN-E, il CEF permetterà di migliorare radicalmente il clima degli investimenti destinati a questi progetti. Il CEF è inoltre il primo programma di investimenti a livello dell’UE nelle reti a banda larga e nelle infrastrutture di servizi digitali e, in quanto tale, contribuirà a fare in modo che il mercato unico del digitale diventi realtà.

7. La BEI (Banca Europea per gli Investimenti) e il FEI (Fondo Europeo per gli Investimenti). Le scarse risorse pubbliche rendono quanto mai necessario mobilitare altre fonti di finanziamento È proprio questo l’obiettivo di strumenti finanziari quali prestiti, garanzie, partecipazioni e altri strumenti di condivisione dei rischi, ai quali il bilancio 2014-2020 farà più ampiamente appello, in collaborazione con la Banca Europea per gli Investimenti (BEI), con il Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI) e con le banche promotrici nazionali. Scopo di questi strumenti è sopperire all'incapacità del mercato di mettere a disposizione fondi per le PMI, per i progetti di ricerca e sviluppo, per l’efficienza energetica e le infrastrutture di base. La nuova iniziativa PMI della Commissione sosterrà per esempio i prestiti bancari alle PMI negli Stati membri particolarmente colpiti dalla crisi finanziaria, avvalendosi di garanzie parziali sui prestiti e strumenti di cartolarizzazione. Un altro esempio di soluzione innovativa è l’iniziativa “Prestiti obbligazionari per il finanziamento di progetti”: questo canale di finanziamento, alternativo alle banche, permetterà di finanziare grandi progetti infrastrutturali (linee ferroviarie, autostrade, reti di trasporto dell’energia) facendo appello a investitori istituzionali, quali fondi pensione e compagnie assicurative, alla ricerca di flussi di cassa stabili e di lungo termine evitando forme tradizionali di finanziamento come i prestiti bancari.

8. Il Clima.Il bilancio UE 2014-2020 segna un importante passo avanti verso la trasformazione dell’Europa in un’economia competitiva e a basse emissioni di carbonio. Almeno il 20% dell’intero bilancio sarà infatti destinato ai progetti e alle politiche sul clima. Questo aumento sostanziale sarà in grado di attrarre ben 180 miliardi di euro in finanziamenti da destinare alla lotta contro i cambiamenti climatici nei principali settori di spesa, tra cui: fondi strutturali, ricerca, agricoltura, politica marittima e della pesca, sviluppo.

9. La politica agricola comune (PAC) riformata è la risposta decisa dell’UE alle grandi sfide di oggi:

la sicurezza alimentare, i cambiamenti climatici, la crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro nelle zone rurali. La nuova PAC risponde inoltre, in modo più adeguato, alle aspettative dei cittadini perché prevede pagamenti diretti più giusti e ecologici. La nuova PAC è più mirata, efficace e trasparente e rafforza la posizione degli agricoltori nella catena di produzione alimentare, sostenendo un’agricoltura orientata al mercato (le sovvenzioni all’esportazione, gradualmente ridotte negli anni scorsi, vengono soppresse). Nel 2011 le esportazioni di prodotti agricoli ammontavano a ben il 7% delle esportazioni dell’UE, per un valore di oltre 100 miliardi di euro. La PAC è senza dubbio un importante motore per l’occupazione e la crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Da 50 anni la politica agricola comune è una politica europea a pieno titolo che riveste una grande importanza strategica. In tal senso oltre il 70% degli attuali finanziamenti agricoli, in Europa, proviene dall’Unione europea e non più dalle casse nazionali o regionali. Il QFP 2014-2020 prevede, per la PAC, la seguente ripartizione: 312,7 miliardi di euro (29%) per le spese connesse al mercato e i pagamenti diretti (pilastro 1), 95,6 miliardi di euro (9%) per lo sviluppo rurale (pilastro 2).

10. Semplificazioni. Il nuovo QFP prevede regole di finanziamento molto più semplici e comprensibili per i beneficiari, in modo da ridurre gli errori. Nell'ambito del programma Cosme, improntato a un approccio "zero burocrazia", verrà promossa la presentazione di offerte e di relazioni per via elettronica. Il programma Orizzonte 2020 garantisce un'elevata semplificazione grazie a un insieme di regole uniche per tutti i finanziamenti per la ricerca e l'innovazione, erogati in precedenza nel quadro di diversi programmi;

 

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11. Interventi sociali: diritto civile e penale, asilo, immigrazione, visti, lotta al terrorismo e alla crimuinalità. I cittadini europei vogliono un’Europa più aperta e sicura e il nuovo bilancio contribuirà a garantire che le attività dell’UE siano uno stimolo per la crescita economica, culturale e I cittadini potranno così sentirsi a proprio agio quando viaggiano, si trasferiscono, studiano o svolgono un'attività in un altro Stato membro. Il nuovo QFP sostiene la cooperazione in materia di diritto civile e penale, a maggior tutela dei diritti dei cittadini europei e dell’uguaglianza. Il nuovo bilancio prevede inoltre fondi per affrontare questioni transfrontaliere quali l’asilo, l'immigrazione, i controlli alle frontiere e i visti, e per combattere la criminalità e il terrorismo. Un meccanismo di pronto intervento potenzierà la capacità dell'Unione di reagire con prontezza e efficacia alle crisi legate alla migrazione e alla sicurezza. La copertura per le azioni in materia di cittadinanza, asilo, migrazione, salute, consumatori e sicurezza prevista dalla cosiddetta rubrica 3 aumenta del 26,5% rispetto al periodo precedente;

12. L'Unione come attore mondiale è tenuta a onorare i propri impegni con il resto del mondo. Le relazioni con i vicini a est e a sud e con i partner strategici continueranno a avere la massima priorità. Man mano che aumenta l’interdipendenza mondiale, l'Unione è chiamata a promuovere la propria sicurezza e la propria prosperità anche oltre i propri confini. In questo senso l'obiettivo globale dell'azione esterna del nuovo QFP è garantire che l’Unione rimanga un partner influente e efficace in grado di promuovere la democrazia, la pace, la solidarietà, la stabilità, la prosperità e di ridurre la povertà, sia nei paesi più vicini che nel resto del mondo. L'Unione rimane pienamente impegnata a conseguire gli obiettivi di sviluppo del millennio. I fondi del nuovo QFP mirano maggiormente a aiutare i più poveri del mondo concentrandosi su un numero minore di paesi (come l’Africa subsahariana) e di settori (come la crescita inclusiva e sostenibile e il buon governo). Continuerà inoltre lo sforzo volto a prevenire le crisi, a preservare la pace e a rafforzare la sicurezza internazionale. Gli strumenti dell'Unione per l'assistenza esterna permetteranno inoltre di rafforzare l'impegno verso i paesi terzi in una serie di questioni di portata mondiale, come i cambiamenti climatici, la tutela ambientale e l'instabilità regionale, dando all'UE la possibilità di reagire in modo rapido e efficace alle catastrofi naturali o provocate dall'uomo ovunque nel mondo.