primo piano chiesa una vita incarnata per amore di dio e

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N. 28 • 26 luglio 2020 • 1,00 Anno LXXIV • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli Una vita incarnata per amore di Dio e del prossimo @ Crescenzio Card. Sepe Senza anziani non c’è futuro 6 ATTUALITÀ ECCLESIALE Estate a Napoli sosteniamo la cultura 15 CULTURA L’annuale Rapporto Istat sulla situazione del Paese 8 e 9 SPECIALE La Cei propone una lettura biblico-spirituale dell’esperienza della pandemia 3 PRIMO PIANO CHIESA Il Papa visita il campo estivo in Vaticano 6 Gli Atti del convegno di Assisi del Forum sociosanitario 10 Antonio Coppola, 50 anni in Automobil Club 11 Le “Lazzarelle” aprono un bistrot in città 12 In pizzeria a Poggioreale 13 Un murales per De Crescenzo 14 Gigliola Alfaro Antonio Botta Aldo Bova Doriano Vincenzo De Luca Virgilio Frascino Elena Scarici Mariangela Tassielli Gianpiero Tavolaro Gli interventi Le tante iniziative del Convento del Carmine, centro di carità per la città di Napoli attraverso la mensa per i poveri, incarnano lo spirito monastico con l’offerta a Dio attraverso la pratica delle opere di carità. Oggi viviamo in un tempo simile a quello del profeta Elia, quando la terra era arida. Ecco, allora, la nube, Maria, che ci porta la sorgente dell’acqua della vita che è Gesù. a pagina 4

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Page 1: PRIMO PIANO CHIESA Una vita incarnata per amore di Dio e

N. 28 • 26 luglio 2020 • € 1,00

Anno LXXIV • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

Una vita incarnata per amoredi Dio e del prossimo@ Crescenzio Card. Sepe

Senza anziani

non c’è futuro

6

ATTUALITÀ ECCLESIALE

Estate a Napolisosteniamola cultura

15

CULTURA

L’annuale Rapporto Istat sulla situazione

del Paese

8 e 9

SPECIALE

La Cei propone una lettura biblico-spirituale dell’esperienza della pandemia

3

PRIMO PIANO CHIESA

Il Papa visita il campo estivo in Vaticano 6

Gli Atti del convegno di Assisi del Forum sociosanitario 10

Antonio Coppola, 50 anni in Automobil Club 11

Le “Lazzarelle” aprono un bistrot in città 12

In pizzeria a Poggioreale 13

Un murales per De Crescenzo 14

Gigliola Alfaro

Antonio Botta

Aldo Bova

Doriano Vincenzo De Luca

Virgilio Frascino

Elena Scarici

Mariangela Tassielli

Gianpiero Tavolaro

Gli interventi

Le tante iniziative del Convento del Carmine, centro di carità per la città diNapoli attraverso la mensa per i poveri, incarnano lo spirito monastico conl’offerta a Dio attraverso la pratica delle opere di carità. Oggi viviamo in untempo simile a quello del profeta Elia, quando la terra era arida. Ecco, allora,la nube, Maria, che ci porta la sorgente dell’acqua della vita che è Gesù.

a pagina 4

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Vita Diocesana Nuova Stagione2 • 26 luglio 2020

Presentato il progetto che vede insieme il Mann, le Catacombe di San Gennaro e il Museo di Capodimonte per un creare un nuovo polo culturale a vantaggio del Rione Sanità e dell’intera città

La collina dell’artedi Elena Scarici

Un progetto che guarda al futuro«perché noi amiamo lasciarci il passatoalle spalle», dice don Antonio Loffredonel corso della suggestiva serata “Voci enote dal Rione Sanità”, con la quale,quale il 7 luglio si è dato inizio alle visiteserali in Catacomba. È un giorno importante per il quar-

tiere nel quale si chiede al protettoreSan Vincenzo che faccia il “miracolo”,quello che ha consentito fino ad oggi alrione di rinascere, il miracolo della coe-sione fra istituzioni e mondo dell’im-prenditoria. Ed è proprio questa forza che sta alla

base del progetto che è stato presentato:“La collina dell’arte”: programma dicollaborazione tra Mann, Museo diCapodimonte e Catacombe di sanGennaro che insieme al rione Sanitàambiscono a diventare il laboratorio incui si sviluppano le relazioni tra ilSociale, i Beni culturali e gli imprendi-tori. Insomma si tratterà ancora una vol-

ta di mettere insieme cultura e istituzio-ni, il circuito virtuoso che qui funzionae che ha creato il modello Sanità impor-tato poi in altre parti d’Italia. Sarà an-che un modo per guardare oltre e pro-vare a ricostruire la nuova gestione del-le Catacombe con il rinnovo dellaConvenzione con il Vaticano che di cer-to cambierà qualcosa.«Creeremo un board completo costi-

tuito da imprenditori che si impegne-ranno ad affiancare questo nuovo “polo

culturale” della città di Napoli», spiegaEnzo Porzio della cooperativa “LaParanza”. Inoltre a settembre inizieranno i pri-

mi corsi della Apple Foundation, creatie finanziati dalla Tecno, dedicati ai gio-vani del quartiere. «Nonostante la crisisanitaria ed economica dovuta al Covid19 le catacombe sono state riaperte direcente – afferma Giovanni Lombardi,presidente e fondatore del GruppoTecno – ed è nostra intenzione, grazie al-la tecnologia, avviare e sostenere il pro-getto “La collina dell’arte”, abbiamoprogetti ambiziosi che vedono nelleCatacombe il centro del percorso, punto

di incontro di due grandi braccia idealiil Mann e il Museo di Capodimonte, inun abbraccio simbolico con l’interacittà di Napoli».E mentre vanno avanti le note dello

spettacolo, grazie alla melodia dellamusica napoletana che racconta le 24storie di vita vissuta tratte dal libro diChiara Nocchetti, Loffredo conclude«La voglia di fare non solo non si è spen-ta nemmeno questa volta, la voglia di ri-scattarsi, di vanificare i circuiti depres-sivi, di alimentare lo spirito creativo sta-sera è qui presente. Noi abbiamo il pas-sato che si radica con forza nel nostropresente, un passato che ci viene dai

grandi maestri e che continua a racco-gliere ancora oggi persone, i nostri gio-vani e gli ospiti che vengono a trovarci equesto rende il presente più bello». E intanti sono venuti per confermarlo, i ve-scovi, il procuratore antimafia CafieroDe Raho, il prefetto, il questore, il gene-rale dei Carabinieri, i direttori deiMusei, la presidente del Museo Madre,Laura Valente, presidenti di fondazionie docenti universitari, imprenditori eamici delle Catacombe, tanti per dire: cisiamo, proprio come in migliaia si strin-sero intorno ai giovani de “La Paranza”,due anni fa. Le Catacombe di SanGennaro sono più vive che mai.

Diritti infanzia: Unicef Italia,

una pubblicazione per i 30 anni

della ConvenzioneL’Unicef Italia, in collaborazione con il ministero dell’Istruzione, ha realizzato

la pubblicazione “Buon compleanno Convenzione – 30 anni di diritti per bambinie ragazzi”. Il 30° anniversario della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’a-dolescenza è stato il 20 novembre 2019. La pubblicazione raccoglie i momentipiù emozionanti di quella giornata in cui i bambini e i ragazzi sono stati prota-gonisti di eventi e iniziative organizzate ai più alti livelli istituzionali. A comin-ciare dall’incontro al Quirinale con il presidente della Repubblica SergioMattarella, che ha ricevuto una delegazione dell’Unicef Italia. “Il 20 novembredel 1989 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite approvò la Convenzione, cheè stata ratificata da 196 Stati, affidando all’Unicef il compito di garantirne e pro-muoverne l’effettiva applicazione – ricorda il presidente dell’Unicef Italia,Francesco Samengo -. Un compleanno che merita di essere celebrato e soprat-tutto ricordato per le tante iniziative che abbiamo organizzato nel nostro Paese,così come in altre nazioni, per invitare tutti, a partire dal nostro presidente dellaRepubblica Sergio Mattarella, ai sindaci, ai media, agli insegnanti, ai genitori, aibambini e ai ragazzi stessi a una riflessione su questo fondamentale trattato in-ternazionale”.Guardando ai successi raggiunti nei tre decenni successivi all’adozione della

Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, Samengo ne indica i“molti progressi”: “È stato ridotto di quasi il 40% il numero dei bambini che nonhanno accesso alla scuola primaria, di oltre 100 milioni il numero di bambini gra-vemente malnutriti sotto i 5 anni di età. Tre decenni fa, la poliomielite paralizzavao uccideva quasi 1.000 bambini ogni giorno; oggi, il 99% di questi contagi è statoeliminato. Eppure, la povertà, la disuguaglianza, le discriminazioni e le distanzecontinuano a negare ogni anno a milioni di bambini i propri diritti: 15.000 bam-bini sotto i 5 anni muoiono ancora ogni giorno, soprattutto a causa di malattiecurabili e altre cause prevenibili. Un bambino su quattro vive in zone di conflittoo colpite da catastrofi naturali”.

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Primo Piano ChiesaNuova Stagione 26 luglio 2020 • 3

Dareun sensospiritualeagliavvenimentiSi può dare una spiegazionesoprannaturale al dolore, allosconforto e allo smarrimentodell’anima provocato dallapandemia? Ci prova laConferenza episcopale italianacon un Documento dedicato inparticolar modo a quanti sonoimpegnati sul frontedell’evangelizzazione e che daltitolo già trasuda gocce disperanza: «È risorto il terzogiorno»«La prospettiva interessantedel testo è quella di non volerconfezionare delle risposte, mainnescare un ascolto attento aibisogni degli uomini e delledonne dei nostri giorni», dicemonsignor ValentinoBulgarelli, direttore dell’Ufficiocatechistico nazionale dellaCei. I vescovi leggono i tragicifatti legati alla diffusione delvirus, ponendoli in relazione alMistero pasquale di Gesù.Bulgarelli, infatti, spiega che«si è partiti da una analisi delTriduo Pasquale, centro dellanostra vita liturgica, centrodella nostra esperienza di fede.I vescovi lo hanno definito ildramma del Venerdì Santo.Che raccoglie tutta ladrammaticità di quello cheabbiamo vissuto».Poi c’è l’attesa del SabatoSanto, giorno di apparentesilenzio, che prelude allarisurrezione. Scrivono ivescovi nel documento: «Unalettura pasquale dell’esperienzadella pandemia non puòprospettare il semplice ritornoalla situazione di prima. Lacroce e il sepolcro possonodiventare cattedre, cheinsegnano a tutti a cambiare ea convertirsi».Una prospettiva, assicuramonsignor Bulgarelli, cheviene offerta a tutti: a credentie non credenti: «Nel testovengono richiamati quei gestieroici, di carità, che medici,infermieri e anche tantecomunità cristiane hannovissuto nel silenzio, nelnascondimento, proprio persostenere ed accompagnare chistava sperimentando latragedia». E conclude: «Questotempo ha svelato anche unsegno di speranza: ci ha fattocapire che tutti noi abbiamobisogno di essere piùcomunità. Stiamo davverosulla buona strada».

Una lettura biblico-spirituale dell’esperienza della pandemia in una traccia di riflessione per accompagnare l’annuncio e la catechesi

elaborata dalla Commissione episcopale per la Dottrina, l’Annuncio e la Catechesi della Conferenza episcopale italiana

«È risorto il terzo giorno»servizio a cura di Doriano Vincenzo De Luca

Si intitola «È risorto il terzo giorno» ed èuna traccia di riflessione elaborata dallaCommissione episcopale per la Dottrina,l’Annuncio e la Catechesi della Conferenzaepiscopale italiana, per accompagnareéquipes diocesane, catechisti e quanti sonoimpegnati sul fronte dell’annuncio e dell’ini-ziazione cristiana. Si tratta di una «rilettura biblico-spiri-

tuale dell’esperienza della pandemia», de-stinata a credenti e non credenti, che prendele mosse da un ascolto attento delle paure,dei bisogni e delle attese delle persone che,nel proprio contesto e con i propri strumen-ti, si sono trovate ad affrontare l’emergenzasanitaria da Covid-19.«Per noi cristiani - scrivo i Vescovi -, lo

sguardo su ogni avvenimento della vita pas-sa attraverso la lente del mistero pasquale,che culmina nell’annuncio che Cristo “è ri-sorto il terzo giorno” (1Cor 15,4). Queste po-che parole esprimono il nucleo della fededella comunità credente, la fiducia in unagrazia che ci è stata donata e che continuaad espandersi nello spazio e nel tempo. Lìper noi il tempo degli uomini e l’eternità diDio si sono incontrati, divenendo il centrodella storia, il criterio fondamentale, lachiave interpretativa dell’intera realtà».Ad aprire il testo, infatti, sono le voci di

un’impiegata, di uno studente, di un bambi-no, di un avvocato, di un cappellano, di unmedico, di una casalinga, di un adolescente,di un volontario e di una segretaria.Pongono interrogativi sulla sofferenza, suldisorientamento e sulla morte, ma testimo-niano anche la capacità di resilienza, la

colloca gli eventi recenti sullo sfondo del mi-stero pasquale di Gesù: dal Venerdì dellamorte in croce sino alla Domenica di risur-rezione, attraverso il Sabato della deposi-zione nel sepolcro, evidenziando che «unalettura pasquale dell’esperienza della pan-demia non può prospettare il semplice ritor-no alla situazione di prima, augurandosi diriprendere l’aratro da dove si era stati co-stretti a lasciarlo». Per la Commissione, infatti, «la croce e il

sepolcro possono diventare cattedre che in-segnano a tutti a cambiare, a convertirsi, aprestare orecchio e cuore ai drammi causatidall’ingiustizia e dalla violenza, a trovare ilcoraggio di porre gesti divini nelle relazioniumane: pace, equità, mitezza, carità».Sono questi «i germi di risurrezione, i

lampi della Domenica, che rendono concre-to e credibile l’annuncio della vita eterna. Seavremo imparato che tutto è dono, se daquesto sorgerà un nuovo stile personale ecomunitario, che rinuncia alla lagnanza eall’arroganza e adotta la condivisione, il rin-graziamento e la lode, allora la pandemia ciavrà insegnato qualcosa di importante».Ecco perché, nell’ascoltare e dare dignitàall’umanità ferita, la Commissione episco-pale rilancia l’invito di papa Francesco araccogliere la sfida dell’audacia e della crea-tività nel «ripensare gli obiettivi, le struttu-re, lo stile e i metodi evangelizzatori delleproprie comunità». Per ripartire «come comunità ecclesiale

sui passi dell’uomo del nostro tempo, ani-mati da tenerezza e comprensione, da unasperanza che non delude».

creatività e la riscoperta della dimensionedomestica della fede.«Proveremo ad accostare la nostra realtà

- si legge nel testo -, lasciandoci guidare dal-la sua voce, facendo tesoro innanzitutto del-le pagine della Bibbia, che raccontano le ul-time ore dell’esperienza terrena di Gesù: inquelle pagine è riservato uno spazio aperto,in cui i credenti possono incontrare nuova-mente il Signore, mentre i non credenti pos-sono sentire accolte e custodite le loro do-mande.Nella traccia, la Commissione episcopale

Il tempo dell’ascoltoAlcune testimonianze significative

Nel Documento, col quale la Conferenza episcopale italiana ri-prende e affronta in chiave biblico-spirituale il dramma della pan-demia, si fa tesoro «innanzitutto delle pagine della Bibbia, che rac-contano le ultime ore dell’esperienza terrena di Gesù: in quelle pa-gine è riservato uno spazio aperto, in cui i credenti possono incon-trare nuovamente il Signore, mentre i non credenti possono sentireaccolte e custodite le loro domande». Da qui l’esperienza di alcunitestimoni.«A un certo punto, non saprei dire come, scrive un’impiegata -,

mi sono ritrovata con mio marito e i miei figli a casa senza poter piùuscire come prima. E mi sono dovuta inventare maestra, chef, cate-chista…». «La colonna dei mezzi militari, che a Bergamo portanovia le bare di notte? Chi potrà più dimenticarla? - sottolinea uno stu-dente -. Per me non c’è dubbio: quella è l’immagine della vittoria del-la morte». Gli fa eco un avvocato che scrive: «Avrei semplicementevoluto salutare mio padre nell’ultimo istante della sua vita. Avrei vo-luto almeno dirgli “grazie” o “perdonami” o “tranquillo, un giornoci rivedremo”. E invece neanche questo».«Mi affaccio dalla finestra e guardo il parco. E mi viene sempre

voglia di scendere per giocare a pallone con i miei compagni», sonole parole di un bambino. Un adolescente, invece, ricorda: «Tutto ilgiorno allo schermo del computer con amici e compagni. Anche sesiamo sempre insieme, posso dire che mi mancano?».Un cappellano racconta evidenzia: «Sì, mi manca di poter cele-

brare ogni giorno la messa con la gente. Ma sai cosa? Mi è mancatodi più poter dire una parola di conforto a quei morenti e poter cele-brare il funerale con i loro familiari». E una casalinga, a propositodella preghiera, dice: «“Preghiera” è una parola grossa, quando seia casa con tre bambini piccoli e una persona anziana da accudire.Diciamo che alle 7, mentre tutti ancora dormivano, vedevo la messadel papa in tv e che la sera con mia madre dicevamo il rosario. Va be-ne così?».C’è anche il ricordo di un medico: «Mentre vestivo la mascherina

e i guanti pensavo a mia moglie e ai miei due figli a casa. Però mi di-cevo: “Sei un medico: quei pazienti aspettano te, la tua professiona-lità e la tua umanità”». Gli fa eco un volontario: «Ho sentito che ave-vano bisogno di volontari per la mensa della Caritas in parrocchia.

Quando ho deciso di andare, mio padre si è opposto. Allora gli hodetto: “Ma se lì non ci vanno quelli belli e in gamba come me, chivuoi che ci vada?”. Mi ha sorriso e mi ha lasciato andare».Drammatica la testimonianza di una segretaria: «Don, è cambiatotutto: è successo qualcosa di grosso. Voi preti ve ne siete accorti? Setornate a dire le stesse cose e sempre nello stesso modo, davvero sta-volta non vi ascolterà più nessuno».Sulla scia di queste testimonianze il Documento propone una se-

rie di domande per la riflessione personale: «Come cambieranno lecose? Come saremo? Il futuro sarà scandito ancora da abitudini rei-terate? Come sarà la coscienza personale e collettiva? Cosa ci chiedeil Signore in questo tempo? Perché un Dio buono permette tutto ciòai suoi figli? Nelle domande dei vescovi è emersa la necessità di unalettura spirituale e biblica di ciò che sta accadendo».

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Vita Diocesana Nuova Stagione4 • 26 luglio 2020

La solenne concelebrazione in onore della Beata Vergine del Carmelo presieduta dal Cardinale Sepe

Una vita incarnata per amore di Dio e del prossimo@ Crescenzio Card. Sepe *

Un cordiale benvenuto a tutti in questafestività liturgica tanto antica quanto bella eche ci richiama a vivere con responsabilità efedeltà, la nostra devozione a Colei che, pernoi napoletani è la Madonna Bruna, ‘aMadonna do’ Carmene, così radicata, aNapoli ma in tutte le parti del mondo. Un caro saluto e un abbraccio ai nostri

cari padri Carmelitani che ci accolgono eanimano ogni anno, e non solo in questa oc-casione, questa festività per renderla viva at-traverso molte iniziative e che preparanocosì bene questa liturgia. Un caro saluto aisacerdoti, ai diaconi e a Raffaele delGiudice, che rappresenta qui il Comune diNapoli.La festa della Madonna del Carmine fu

istituita il 16 luglio del 1251, 769 anni fa. Adun bravo padre Carmelitano, Simone Stock,molto devoto, un giorno gli apparve laMadonna che gli consegnò lo scapolare pro-mettendogli che quanti lo avrebbero indos-sato, anche nel momento della morte,avrebbero avuto il privilegio di non soffrirele pene del Purgatorio, andando diretta-mente in Paradiso. E così questa tradizionesi è tramandata di secolo in secolo, di annoin anno, fino ai nostri giorni. E oggi è unadevozione diffusa nel mondo intero. Più passano gli anni e più si sente la forza

e la presenza di Maria in mezzo a noi. Comeabbiamo letto nel Vangelo, Gesù consegnaMaria a Giovanni sotto la croce, come suamadre, e Maria, ricevendo Giovanni comesuo figlio, diventa nostra madre e, quindi,continua, con la sua presenza e bontà mater-na, a custodirci da ogni forma di male.Voi venite non solo da Napoli ma anche

da tante parti lontane. E siete venuti in que-sta chiesa per compiere non un gesto forma-le ma per esprimere la vostra fede in Cristoattraverso il vostro amore a Maria. Perché

al tredicesimo secolo - che fu approvata dapapa Onorio e poi papa Innocenzo. E così iCarmelitani, che non hanno fondatori, han-no seguito una regola di altissima spiritua-lità e impegno monastico, fatta di digiuno,veglie notturne, pratica della povertà e delsilenzio. Queste virtù unite alla spiritualitàmariana hanno dato vita ad un Ordine cheda secoli sta facendo e certamente conti-nuerà a farà tanto bene alla Chiesa e al mon-do intero, con una vita incarnata per amoredi Dio e del prossimo.Basti vedere anche le tante iniziative di

questo convento, centro di carità per la cittàdi Napoli attraverso la mensa per i poveri,incarnando così lo spirito monastico conl’offerta a Dio attraverso la pratica delle ope-re di carità. Oggi viviamo in un tempo similea quello del profeta Elia, quando la terra eraarida. Ci troviamo, infatti, come in un deser-to e alle volte ci sentiamo stanchi, sfiduciati:c’è chi ha perso o chi non trova lavoro, e igiovani non sanno come costruire il propriofuturo. Ecco, allora, la nube, Maria, che ciporta la sorgente dell’acqua della vita che èGesù. Però dobbiamo passare dalle parole ai

fatti. Se vogliamo essere autentici figli diMaria, dobbiamo vivere come Lei ci ha inse-gnato, sapendo affrontare come Lei le soffe-renze, le difficoltà, i dolori della vita, comequando ha accompagnato il suo figliolo allacroce, per godere, poi, come Maria, la gioiadella vita e della resurrezione.Cari amici, cari fratelli impregniamoci

di questa acqua che ci viene dal cielo attra-verso Maria per rendere feconda la nostravita e testimoniare l’amore del Cristo so-prattutto nei momenti di difficoltà, perso-nali e comunitari. Dio vi benedica e ‘aMadonna do’ Carmene v’accumpagne!

* Arcivescovo Metropolita di Napoli

questa è una festa di fede, è una festa nellaquale ci ritroviamo, ci risentiamo, ci impe-gniamo a vivere da figli di Dio attraverso laprotezione della nostra madre. Come abbia-mo letto nella prima lettura, il profeta Elia sitrovava sul monte Carmelo, parola aramai-ca, la lingua che parlava Gesù, che significa“giardino”. Dopo tanti giorni di siccità, infat-ti, da una nube nel cielo scaturì la pioggia perfecondare e ridare vita alla terra inaridita.Nella interpretazione che hanno fatto an-

che alcuni padri della Chiesa questa nube èMaria perché lei ha portato nel suo seno lasorgente della vita che è Gesù Cristo, dallacui sorgente è scaturita la nostra salvezza.La terra che viveva nel deserto spirituale acausa del peccato, viene fecondata dall’amo-re di Dio attraverso la morte e resurrezione

di Gesù Cristo. E chi ha portato al mondo,chi ha aperto questa nube dalla quale è sca-turita l’acqua per il profeta Elia e il mondointero? La Vergine Maria. E allora questa festa ha due belle caratte-

ristiche: da una parte la devozione allaMadonna e dall’altra la spiritualità dei padriCarmelitani. Fu nel 1251 che san SimoneStock, sesto Superiore generale, ricevettel’apparizione della Madonna dando vita an-che ad una profonda riforma della spiritua-lità dei Carmelitani. Già nell’undicesimo se-colo la storia dice che quando i Crociati an-darono sul monte Carmelo c’erano alcunifrati che vivevano una forma monastica ce-nobitica, ed erano chiamati i “fratelli diSanta Maria del Monte Carmelo”. C’era bi-sogno, dunque, di una regola - ci riferiamo

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Attualità EcclesialiNuova Stagione 26 luglio 2020 • 5

«La laica religione del sacrificio e del dovere ispirò il suo impegno»

Il Magistrato Russo, ex collega alla Procura di Marsala, ricorda Paolo Borsellino, il magistrato ucciso dalla mafia nel 28° anniversario della strage di via d’Amelio: “In questa fase di sbandamento etico della magistratura,

ci insegna come vivere la funzione, sottratta al calcolo e agli interessi personali”

(Sir) «Paolo Borsellino ci ha insegnato ilrispetto profondo, sacrale, delle istituzioni,che devono essere servite. Ha fatto il propriodovere a costo della sua stessa vita, sapendodi andare incontro alla morte». MassimoRusso, oggi sostituto alla Procura dellaRepubblica presso il Tribunale dei minoren-ni di Palermo, ricorda così il magistrato uc-ciso dalla mafia il 19 luglio di 28 anni fa, invia d’Amelio, assieme a cinque agenti dellascorta. Ricorda dialoghi e momenti condivi-si negli uffici della procura di Marsala, doveha lavorato con Borsellino, tra il mese di no-vembre 1991 e il marzo 1992, quando poiquest’ultimo tornò a Palermo come procu-ratore aggiunto. “Un’esperienza intessuta diuna simpatia umana intensa», riferisce l’expm. Il ricordo che Russo oggi conserva èquello di «una persona affabile che si pone-va con i giovani magistrati con il tratto delmaestro che dispensava consigli. Era un ve-ro padre di famiglia».

Quale episodio, vissuto insieme inquegli anni, custodisce nella sua memo-ria?Paolo Borsellino mi affidò le indagini su

un fascicolo di 416bis (reato di associazionedi tipo mafioso, ndr) in cui erano coinvoltisoggetti di Mazara del Vallo, mia città nata-le. Quindi, ritenne di dovermi avvertire di-cendomi che era indeciso se assegnarmeleperché avrei dovuto occuparmi di miei con-cittadini. E aggiunse che ciò mi avrebbeesposto a rischi. Allora, ebbi l’accortezza didirgli: «Scusa, Paolo, ma tu di dove sei?». Emi rispose: «Di Palermo». E aggiunsi: «E dicosa ti sei occupato?». E lui: «Della mafia diPalermo». Cercai di portarlo retoricamentea questa risposta per spiegargli che nonavrei avuto problemi a occuparmi di quel-l’indagine, come aveva fatto lui stesso nelsuo caso. Allora, la sua raccomandazionefu: «Mano di velluto in pugno di acciaio».

Come ha appreso la notizia della stra-ge di via d’Amelio?Ero con la collega Alessandra Camastra,

stavamo studiando un fascicolo, in una casanel Trapanese. Ci arrivò la telefonata dellasorella che ci avvisava che era avvenuto unattentato a Palermo, che si era sentito unboato e il susseguirsi di sirene. Ci rincor-remmo con le telefonate e apprendemmoche purtroppo il nostro ex procuratore erastato ucciso. Fu una cosa terrificante, dopol’orrore di Capaci, vivere la scomparsa diuna persona con la quale avevo lavorato. Lasettimana prima del 19 luglio era tornato aMarsala per un saluto di commiato. PaoloBorsellino era andato via da Marsala nelmarzo ’92, ma non aveva ancora fatto il sa-luto con i colleghi e i dipendenti della procu-ra.

Quando tornò, una settimana prima diessere ucciso, non era più la stessa personache avevamo conosciuto. Non era più la per-sona gioviale, con la battuta pronta. La stra-ge di Capaci aveva risucchiato anche il suospirito. Aveva la responsabilità di prosegui-re il lavoro di Giovanni Falcone e aveva laconsapevolezza che sarebbe stato il prossi-mo a essere ucciso.

Quale insegnamento resta?Il suo messaggio etico è quello di andare

avanti, di chi non si piega. Dimostra il suosenso del dovere, l’attaccamento alle istitu-zioni. L’amore per questa terra fu tale da su-perare il richiamo degli affetti familiari.Andò consapevolmente verso la morte.

Paolo Borsellino ha lasciato un segno inde-lebile del suo impegno per la giustizia e perla verità ed è un’eredità traboccante di con-tenuti etici per le future generazioni, nonsoltanto di magistrati. Anzitutto, il suo idea-le di giustizia di tutti e per tutti è un’idealecivile e morale. La sua tensione per liberarela nostra terra dall’oppressione mafiosa, lasua laica religione del sacrificio e del dovere,il sacrificio come regola di vita e a costo del-la sua stessa vita, il suo amore per le istitu-zioni, il suo senso di Stato di cui si sentivaumile servitore: sono solo alcuni dei valoriche hanno ispirato la sua esistenza. La sua èun’eredità luminosa e, in questo momento,quanto mai utile.In questa fase di sbandamento etico del-

la magistratura, ci insegna come vivere lafunzione, sottratta al calcolo e alla contrat-tazione di utilità e interessi personali. È e ri-marrà un punto di riferimento per la magi-stratura e per i cittadini onesti di questoPaese.

Sono trascorsi 28 anni, ma dai proces-si non è emersa ancora la verità sullastrage di via d’Amelio. Come si spiega?L’ultima procura di Caltanissetta ha fatto

un lavoro straordinario, silenzioso, conse-guendo risultati importanti. Un depistaggiogravissimo è stato svelato. Altri controlligiudiziari non avevano saputo intercettareuna falsa verità che era stata inoculata conun subdolo inganno. Nei tre gradi di giudi-zio si era messo il crisma della definitività suuna verità sbagliata. La procura di Caltanissetta ha ricostrui-

to un contesto diverso. Ma ancora mancanotasselli e una cornice di riferimento ben piùampia della singola vicenda Borsellino. Sitratta di una cornice relativa alle stragi del’92 e del ’93 di attacco allo Stato. In questo contesto, la domanda inquie-

tante è se fu soltanto Cosa nostra ad agire ose fu spinta da qualcuno magari, in ipotesi,per poi avere la forza di prenderne le di-stanze.

Lourdes, alberghi chiusi e attesa per i pellegrinaggi(Sir) Percorrendo la boulevard de la Grotte, la via popolata dei negozi di souvenir che

conduce al santuario, tante saracinesche sono ancora abbassate. Come sono ancora chiusigli alberghi, che torneranno ad aprirsi solo con l’arrivo dei gruppi di pellegrini. A Lourdesla ripartenza è cominciata da più di un mese, ma al momento va ancora a rilento. La crisieconomica, successiva alle chiusure per limitare il contagio del Covid-19, ha colpito anchela città ai piedi dei Pirenei, dove, per la prima volta nella storia, il santuario è stato costrettodalla pandemia a chiudere i cancelli. Un lockdown durato oltre due mesi che ha riportato iconti del santuario in rosso. Il deficit stimato è di otto milioni di euro. E per venirne fuori ilrettore, mons. Olivier Dumas, chiede l’aiuto dei fedeli, attraverso le loro donazioni, e dialogacon le istituzioni locali e nazionali per ottenere un loro sostegno.La riapertura del santuario è parziale: può accogliere solo un numero limitato di pelle-

grini, secondo un rigoroso protocollo sanitario. Ma “Lourdes senza pellegrini è una Lourdessenza risorse per svolgere la sua missione, per mantenere l’intero sito”, che in tempi ordinarimobilita quasi 100mila volontari per accogliere ogni anno 3 milioni di fedeli e visitatori pro-venienti da tutto il mondo, tra cui più di 50mila malati e disabili. Dei 320 dipendenti alcuninon sono rientrati al lavoro, perché non ce n’è per tutti.Un pellegrinaggio virtuale. Per riavvicinare i fedeli a Lourdes e per chiedere una loro of-

ferta, il 16 luglio, il santuario ha ospitato un pellegrinaggio on line mondiale, che si è svoltodalla grotta delle apparizioni: 15 ore in diretta con celebrazioni, processioni e rosari in 10lingue. 60 i testimoni – artisti, medici, giornalisti – che hanno detto che cosa è Lourdes perloro e per il mondo. «Questo pellegrinaggio digitale mondiale è l’occasione per far sentirepresenti tutti i pellegrini del mondo che quest’anno non potranno venire a Lourdes”, dice alSir il rettore. La scelta della data non è casuale. Il 16 luglio è il giorno dell’ultima apparizionedella Vergine Maria a Bernadette, che “in quell’occasione non era proprio davanti alla grotta,ma un po’ più lontana”, spiega mons. Dumas.«È un simbolo perché tutti coloro che sono lontani dalla grotta possano riunirsi in una

giornata di preghiera per essere in comunione tra di loro. Sarà anche l’occasione per solle-citare la generosità dei pellegrini in modo che permettano al nostro santuario di sopravvi-vere, perché adesso è molto difficile». l ritorno dei pellegrinaggi dall’Italia ad agosto. Un mo-mento di svolta per la ripresa dell’economia di Lourdes sarà quello della ripresa dei pelle-grinaggi dei gruppi. Da quel momento riaprirà un maggior numero di hotel. Secondo mons.Dumas, un terzo dei 137 alberghi presenti in città. Il mese di agosto sarà il periodo del ritornoanche dei pellegrini italiani a Lourdes. Dal 24 al 27 agosto la diocesi di Roma promuove, co-me ogni anno, il tradizionale pellegrinaggio guidato dal cardinale vicario Angelo DeDonatis, con l’organizzazione dell’Opera romana pellegrinaggi. L’Oftal ritornerà a Lourdes,

dal 14 al 17 agosto, con il primo pellegrinaggio dopo l’emergenza sanitaria da Covid-19, or-ganizzato con aerei e pullman. Previsti altri tre appuntamenti nei mesi di settembre, ottobree dicembre. L’Unitalsi, invece, sarà a Lourdes da martedì 18 agosto. Il presidente AntonioDiella è già stato nella città dei Pirenei, nella seconda metà di giugno. «Abbiamo aperto leiscrizioni – riferisce -. Saranno pellegrinaggi, in aereo e in autobus, necessariamente in nu-meri più contenuti per tutelare la salute delle persone attraverso le misure anti-Covid, nelpieno rispetto di tutte le normative sanitarie e gli standard di sicurezza, ma sicuramente nonmeno coinvolgenti».L’attenzione per gli ammalati. Diella riferisce che si sono già iscritti ai pellegrinaggi an-

che diversi ammalati che, alla luce della loro condizione, possono partecipare in condizionidi sicurezza. «Alle persone con patologie molto gravi o che necessitano di spazi ampi nonriusciamo a garantire la presenza – spiega al Sir -. Ma, intanto, stiamo raccogliendo iscri-zioni di persone con patologie meno gravi che possano comunque affrontare il viaggio incondizioni di sicurezza e che possano avere assistenza». Per chi presenta condizioni di sa-lute più precarie serve tempo: «Faremo pellegrinaggi fino al 10 dicembre e nel frattempoadatteremo le condizioni di accoglienza anche per loro». Anche l’accoglienza degli amma-lati sarà fatta nell’albergo La Source, che riaprirà con la ripresa dei pellegrinaggi, oppurenell’accueil di Notre Dame, struttura del santuario, per gli ammalati che hanno bisogno diassistenza ad hoc. Il Salus, invece, quest’anno resterà chiuso perché “è una struttura moltogrande, mentre abbiamo scelto di fare pellegrinaggi con numeri di pellegrini contenuti”.«Possiamo accogliere anche persone che hanno una malattia ma non sono particolar-

mente vulnerabili al Covid», sottolinea mons. Dumas.«Sono diverse le tipologie di persone ammalate – aggiunge il rettore -. Qualcuno che ha

un cancro in fase terminale, per il momento, non potrà venire a Lourdes, ma persone chehanno una disabilità anche psichica potranno esserci e noi vogliamo accoglierle anche nellapastorale ordinaria del santuario».

0L’emergenza sanitaria ha obbligato a ridisegnare la presenza dei pellegrini nei luoghidel santuario, oltre ad adottare disposizioni anti-contagio del Covid-19. Nell’esplanade, i fe-deli attraversano un varco davanti al quale si disinfettano le mani e sono invitati a indossarela mascherina. Davanti alla grotta sono stati collocati i segnali per mantenere le distanze disicurezza. Diverse anche le modalità per la processione aux flambeaux serale: le persone re-stano ferme e l’immagine della Madonna gira tra i fedeli che reggono le candele.

«Lourdes è un luogo sicuro – ribadisce il rettore -. Si rispettano le misure necessarie, co-me l’uso delle mascherine e la distanza tra le persone: abbiamo organizzato il santuario per-ché possa essere un luogo dove si possa stare senza pericoli».

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Attualità Ecclesiale Nuova Stagione6 • 26 luglio 2020

«Senza anziani non c’è� futuro»Comunità� di Sant’Egidio e Comunità Papa Giovanni XXIII:

“Questa e� la nuova frontiera della difesa della vita”

C’è ancora incredulità tra i tanti bambini che ogni mattina frequentano ilCentro estivo voluto da Papa Francesco in Vaticano per aiutare e sostenere i ge-nitori, dipendenti della Santa Sede.Lunedì 20 luglio, poco dopo le 9, Papa Francesco ha fatto visita ai bimbi e ai

ragazzi, mentre facevano colazione nell’atrio dell’Aula Paolo VI. Lo ha riferitoil direttore della Sala Stampa della Santa Sede Matteo Bruni. “Dopo essere pas-sato per i tavoli, il Papa - ha detto Bruni - ha visitato gli spazi per i giochi allestitinell’aula e si è intrattenuto con i partecipanti”, facendo poi rientro a casa SantaMarta alle 10 non senza aver ringraziato “individualmente” gli operatori per illoro lavoro. «Fatevi nuovi amici, per divertirsi bisogna farlo insieme». E’ l’indi-cazione che ha dato il Papa ai i piccoli e ai loro animatori che, dall’inizio di lugliopartecipano a “Estate ragazzi” in Vaticano.

Papa Francescovisita a sorpresa

i bambini del Centroestivo in Vaticano

«Da questo letto senza cuore scelgodi scrivervi cari miei figli enipoti”, “dentro questa bella ‘pri-

gione’. Si�, così l’ho pensata ricordando untesto scritto da quel prete romagnolo, donOreste Benzi che parlava di questi posti comedi ‘prigioni dorate’. Non è� stata vostra madrea portarmi qui ma sono stato io a convincerei miei figli, i vostri genitori, per non dare fas-tidio a nessuno. Nella mia vita non ho mai vo-luto essere di peso a nessuno, forse sara� statoanche per orgoglio e quando ho visto di nonessere più� autonomo non potevo lasciarviquesto brutto ricordo di me, di un uomo deltutto inerme, incapace di svolgere qualunquefunzione». È� iniziato con alcuni stralci della lettera

di un nonno di 85 anni ai suoi cari, poi mortodurante la pandemia, il webinar promosso,giovedì 16 luglio, dalla Comunità diSant’Egidio e dalla Comunità PapaGiovanni XXIII sul tema “Senza anzianinon c’è futuro” al fine di approfondire unodei temi più tragici emersi durante l’emer-genza sanitaria da Covid-19: quello dellemorti degli anziani nelle residenze. Il titolorichiama l’appello, lanciato il 20 maggioscorso dalla Comunita� di Sant’Egidio“Senza anziani non c’è futuro. Appello perri-umanizzare le nostre società. No a unasanità selettiva”, di cui e� promotore e primofirmatario il fondatore della Comunità� ,Andrea Riccardi. L’appello, che è� stato sotto-scritto anche dalla Comunità Papa GiovanniXXIII, ha raggiunto finora 15mila firme,raccolte in tutta Europa. “Con questo appel-lo esprimiamo il dolore e la preoccupazioneper le troppe morti di anziani di questi mesie auspichiamo una rivolta morale perche� sicambi direzione nella cura degli anziani,perché� soprattutto i più vulnerabili nonsiano mai considerati un peso o, peggio, in-utili”, si conclude l’appello che si può fir-mare sul sito della Comunità� di Sant’Egidio.“Le grande vittime del coronavirus sono

gli anziani: Andrea Riccardi ha recente-mente parlato di ‘anzianicidio’ avvenutonelle case di cura e nelle Rsa”, ha ricordatoMarco Impagliazzo, presidente dellaComunità di Sant’Egidio, all’inizio del suointervento. Un “anzianicidio” che accomu-na tutto il mondo occidentale. Impagliazzoha sottolineato che “gli anziani sono più arischio di morte per Covid, ma se vivono acasa non nella stessa proporzione di quelliricoverati in istituto. A casa vivono di più,anche in situazioni complesse”. Il presi-dente della Comunità di Sant’Egidio ha cita-to anche uno studio realizzato a Tel Aviv checonfronta i posti letto nelle strutture peranziani in Spagna e in Grecia: “La Grecia haavuto 15 morti da Covid-19 ogni milione diabitanti contro i 542 della Spagna. L’unicacosa che differenzia i due Paesi e� che laSpagna ha una grande rete di istituti peranziani, rete quasi inesistente in Grecia”.Per Impagliazzo, “è l’emersione del modellodegli istituti che non funziona e che, nel nos-

tro Paese, e� in contraddizione con lo spiritodel nostro Servizio sanitario nazionale e conl’articolo 32 della Costituzione perche� svuo-ta il diritto alla salute da garantire tutti”.Dunque, “c’è necessità di una riconversionedel modello attuale di assistenza socio-sani-taria degli anziani, prendendo esempio dallachiusura degli orfanotrofi e la conseguenteapertura di strutture residenziali di tipo fa-miliare per i minori”.Di qui la proposta: “Aiutare ogni anziano

del nostro Paese e del mondo a vivere a casapropria, nelle case famiglia, nel cohousing,con la presa in carico territoriale dei bisognidi cura a varia intensità”. “Non rassegni-amoci a istituzionalizzare i nostri anziani.“È necessario un cambio culturale, es-

istenziale, che riporti la centralità della per-sona all’interno della famiglia. Oggi, invece,abbiamo un contesto culturale che si è capo-volto: nelle famiglie, anche per la strutturaarchitettonica delle nostre città e per i ritmidi lavoro, non c’è piu� spazio per gli anziani oper le persone deboli, che diventano un in-gombro, un inciampo, uno scarto, comedice il Papa. Sono state create cosi� questestrutture: mi ha colpito scoprire in questapandemia di strutture che ospitavano anche800 anziani”, ha affermato Giovanni PaoloRamonda, presidente della ComunitàGiovanni XXIII (Apg23). “Non vogliamotoccare il lavoro, la professionalità di chi

s’impegna in queste strutture, ma è una crit-ica molto seria dell’impostazione della nos-tra società dove è lo stesso anziano chechiede scusa di esistere e anticipa i proprifigli decidendo di andare in casa di riposo”,ha aggiunto. Secondo il responsabiledell’Apg23, “per far si� che l’anziano possa ri-manere nella propria famiglia, servono daparte dello Stato interventi di tipo economi-co, assistenziale, educativo e di domiciliari-ta� che permetterebbero dei risparmi per lacollettività”. Per Ramonda, “la pandemia,con il suo tragico carico di morti, deve farciassumere scelte di vita: dobbiamo utilizzarequell’intelligenza d’amore che è propriadell’antropologia cristiana per fare insiemequesta proposta di una rivoluzione che ri-parta dalla dignita� degli anziani”.“Il ricovero degli anziani e� il cuore dei

figli”. Con il ricordo di una frase di donOreste Benzi e� iniziata la testimonianza diFlavio ed Elena Zanini, una coppia aperta al-l’accoglienza della rete della Papa GiovanniXXIII, che da cinque anni ha preso con sél’anziana madre di lui, affetta da demenzasenile. Flavio ha raccontato: “L’impegno èdiventato sempre più gravoso ed è stata im-portante la disponibilità di un centro diurnoper anziani parzialmente autosufficienti vi-cino casa. Man mano la situazione è peggio-rata e ora, a 89 anni, ha una demenza senilegrave. A fine dicembre ci siamo rivolti a un

centro diurno per malati di Alzheimer. Dopoun mese e mezzo la responsabile del centromi ha detto che si era creato un posto liberonel piano residenziale. Io ho detto subito dino, poi mi sono pentito di non essermi con-frontato con mia moglie che porta il pesomaggiore dell’accudimento. Intanto, ilgiorno dopo il posto libero nel centro resi-denziale era stato gia� occupato. Questo èsuccesso pochi giorni prima dello scoppiodella pandemia. Credo che non l’avremmopiù rivista se l’avessimo ricoverata nel cen-tro residenziale”. Con sincerita� il figlio haammesso: “Non c’e� nulla di poetico a starevicino a una persona con demenza grave, maè un tesoro da ricercare ogni giorno”.Elena ha spiegato: “Mia suocera mi chia-

ma mamma, è come avere un rapporto conun neonato. Ogni giorno sono chiamata acercare la perla di questo stare insieme.Sicuramente lei non avrebbe mai voluto sen-tirsi un peso per noi. Questa parola, peso, hauna grande portata: nessuno vuol essere unpeso, ma ogni relazione ha la sua dose di fat-ica e di fedelta� ”. Il fratello della suocera èmorto in una casa di riposo ad aprile du-rante la pandemia. Elena ha concluso: “IlCovid mi ha ‘salvato’ dalla scelta di ricover-are mia suocera di cui oggi mi sarei pentitaperché non poterla più vedere, come è statoper suo fratello, mi tormenterebbe molto”.

Gigliola Alfaro

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San SansoneAbate e Vescovo – 28 luglio La vita di questo antico santo vescovo celtico, si intreccia con la storia della Britannia,

nome latino della Gran Bretagna, e della Bretagna francese. Visse nei primi tempi delladiffusione del cristianesimo e fu l’evangelizzatore degli idolatri Bretoni. Sansone nacqueverso il 485 nel Galles. Il santo abate Iltud lo accolse nella sua scuola del Galles, l’anticaCambria, e vedendo il fanciullo esclamò: «Ecco colui che diventerà vescovo, per il benedi molti uomini della sua terra e che abitano al di là del mare; ecco il grande vescovo deiBretoni; ecco il più grande fondatore di chiese dopo gli Apostoli». Episodi leggendari ac-compagnarono il suo vivere, la sua capacità di apprendere era stupefacente. Fu ordinatoprete dal vescovo Dubricio ma desideroso di maggiore nascondimento, lasciò il mona-stero e si ritirò nell’isola di Caldey nella Manica dove rivestì la carica di economo e poidi abate, fino al ritorno nella sua terra, il Galles. Nel suo paese natale, fece visita al padregravemente ammalato e l’occasione gli diede la possibilità di convertire tutta la famigliaad una vita perfetta, mentre lui si fermò nella solitudine della zona del fiume Severn.Fu nominato Vescovo nel 522 e consacrato ancora da Dubricio. In seguito si recò a

salutare i monaci nei vari monasteri, operando nel contempo alcuni miracoli e conver-tendo dei pagani ancora legati all’idolatria, sulla costa del Galles. Da persone miracolateebbe in dono un terreno per la fondazione di un monastero a Dol, futura città bretone.Da qui i monaci si diffusero in tutti i territori della costa della Britannia. La vita religiosadi questa popolazione dipese unicamente da Dol, anche quando si crearono nuove dio-cesi, fino alla Rivoluzione Francese. Sansone fu coinvolto nelle vicende politiche dellaCornovaglia. Partecipò al secondo Concilio di Parigi e si spense nel suo monastero di Dolnel 565 ad 80 anni. Il santo vescovo ha sempre goduto di un intenso culto sulle due spondedella Manica, la Gran Bretagna lo ricordò sempre con venerazione, la Bretagna francesegli eresse ben 26 parrocchie, cappelle, località. Le sue reliquie a Dol furono risparmiatedalle distruzioni della Rivoluzione Francese.

Beata Gabriella di San Giovanni della CroceVergine e Martire – 31 luglioSuor Gabriella di San Giovanni della Croce, al secolo Francisca Pons Sardà, faceva

parte delle Suore Carmelitane Missionarie, fondate dal Beato Francesco di Gesù MariaGiuseppe. Dopo vari servizi in numerose case della Congregazione, risiedeva nella Casamadre di Gracia, a Barcellona. Allo scoppio della guerra civile spagnola. Il 31 luglio del1936, mentre accudiva un malato a domicilio, alternandosi con una consorella, fu invi-tata a non tornare in convento. Entrambe le suore chiesero ospitalità nella casa di un farmacista, ma vennero cattu-

rate da alcuni miliziani e fucilate, lo stesso giorno fuori Barcellona. È stata beatificata inVaticano il 28 ottobre del 2007.

Pastorale e DomenicaNuova Stagione 26 luglio 2020 • 7

Discepoli!Chi siamo? Avanti!Guardiamoci dentro e diciamoloa noi stessi: chi siamo davanti aDio? Come viviamo la nostrafede? Per cosa investiamo lenostre energie?Se dovessimo scegliereun’immagine, o se altri ladovessero scegliere per direqualcosa di noi, che cosasceglieremmo o sceglierebbero?Quella dello scriba, che legge,custodisce, protegge da errateinterpretazioni la Legge di Dio(per noi la sua Parola), ol’immagine del discepolo,chiamato a imparare, adattendere, a comprendere?Oggi si tratta di accettare lasfida del Vangelo.Ognuno di noi, anche il piùpreparato, anche chi esercitasseun ministero della Parolariconosciuto, è chiamato asmettere di trattare la parola diDio da scriba e imparare arelazionarsi ad essa dadiscepolo. Tutti, nessunoescluso, siamo chiamati adiventare discepoli del Regno, diquel Regno per il quale Gesù hachiesto conversione, o piùprecisamente ribaltamento dimentalità.Dobbiamo imparare a diventarediscepoli di quel Regno che,come tesoro nascosto, vive innoi e nella storia, e rende bellaogni cosa; e rende prezioso tuttociò che tocca. Ed è talmentericca la sua presenza da renderebello ogni dono, carica di gioiaogni scelta, anche la piùfaticosa.Dobbiamo imparare a diventarediscepoli di quel Regno che,come un folle mercante, dàtutto, ma proprio tutto, pur diriuscire a ottenere la perlapreziosa. E pensateci… Perlapreziosa è ognuno di noi. Ilmercante è Dio. Tutto ciò che hadato pur di averci è suo FiglioGesù. È di questa follia chedobbiamo diventare discepoli.E ancora, dobbiamo imparare adiventare discepoli di quelRegno simile a una rete cheraccoglie, raccoglie sempre,raccoglie tutti. Una rete che nonesclude, ma tira a sé.Diventare discepoli di questoRegno visibile in Gesù cirenderà capaci di condividere iltesoro. Di offrire cose antiche edi non farci spaventare dallanovità che pulsa nel regno deicieli e arricchisce ogni storia: lanostra storia personale e lastoria del mondo.

La preghieraRendici discepoli, Signore Gesù!Rendici discepoli di quel Regnoche, come un tesoro nascostoin un campo, rende preziosala storia del mondo.Rendici discepoli di quel Regnoche, instancabilmente,attira a sée rende bella la vita.Rendici discepoli di quel Regnoche, come un’immensa rete,raccoglie e salva.Rendici discepoli, Signore:attenti uditori dell’Amoree audaci seminatoridella sua gioia. Amen.

Sul mio blog www.cantalavi-ta.com è disponibile la preghierarielaborata graficamente e le co-ver perché siano condivise suisocial.

Mariangela Tassielli

26 luglio. Diciassettesima Domenica del Tempo Ordinario

Vende i suoi averi e compra quel campo1 Re 3, 5. 7-12; Salmo 118; Romani 8, 28-30; Matteo 13, 44-52

SANTI, BEATI E TESTIMONIRECENSIONI

L’allegra brigata francescanaLa storia, per la prima volta tradotta in ita-

liano dalle antiche cronache latine, dei primicompagni di San Francesco. Come il Poverellodi Assisi ha vissuto la sua nuova fraternità evan-gelica. E lui stesso ha descritto come dono diDio l’arrivo dei suoi primi fratelli. Di alcuni diloro ci sono stati tramandati solo i nomi e pocopiù, ma nel volume se ne fa memoria. Di altri,Bernardo, Leone, Rufino, Ginepro, Masseo edEgidio, anche le antiche vite che costituisconotestimonianza di un francescanesimo variopin-to, genuino, irriverente, allegro e radicale, di cuisi avrà per sempre nostalgia.Andrea VaonaL’allegra brigata francescana. San Francesco e i suoi primi compagniEdizioni Messaggero – 2020 Pagine 296 – euro 20,00

Atlante della BibbiaIl sussidio è costituito da un opuscolo a co-

lori al quale si aggiunge materiale multimedialedisponibile sul sito www.edbscuoladigitale.it.Un valido testo di approfondimento, scritto conla collaborazione e la supervisione del biblistapadre Alfio Filippi, che, insieme alle gallerie, aivideo, alle schede interattive multimediali offreuna panoramica efficace del Libro sacro dellatradizione ebraico-cristiana, fonte di riferimen-to e di ispirazione per gran parte del patrimoniostorico, letterario, artistico, musicale dell’Oc -cidente.Autori variAtlante multimediale della Bibbia. Sussidio per alunni e insegnantiEdizioni Dehoniane – 2019 Pagine 104 – euro 14,99

Chiunque abbia riconosciuto, nella fede,che il Regno è venuto in Gesù Cristo e abbiascelto di accoglierlo, nella coscienza che nul-la vale più di esso, non può sottrarsi a una do-manda su cosa si sia disposti a fare dinanzi aquesto Regno: cosa, dunque, significa con-cretamente, accogliere il Regno e quale prez-zo si è disposti a pagare perché questo Regnodivenga davvero l’orizzonte su cui si dipanala propria esistenza? Il trittico delle parabole del tesoro nasco-

sto, della perla e della rete preziosa ha, in talsenso, uno scopo duro: quello di scuotere illettore/ascoltatore dal suo torpore, strap-pandolo alla quiete apparente e rassicuranteche la religiosità sembra concedergli, per in-terpellarlo e attivare in lui un movimento. Inmolti casi, infatti, anche il credente rischia diaccontentarsi della notizia del Regno, quasiper sentito dire, senza essere realmente di-sposto a fare di tutto per conquistarlo: e cosìil Regno diviene una realtà distante, dai con-fini evanescenti, una sorta di utopia rinchiu-sa in una idealità irraggiungibile. Troppo spesso si pensa che basta sapere

che c’è un campo con un tesoro prezioso o,addirittura, ci si accontenta di sapere chela perla preziosaesiste e che qualcuno ce l’ha,ma non si crede realmente che quel tesoro equella perla siano anche per sé. E così non silotta per conquistare il terreno o per acqui-stare la perla. Combattere per il tesoro o perla perla non è, per il cristiano, inseguire unavaga e vana illusione: il cristiano, infatti, èuno che, nella fede, il tesoro l’ha trovato. Solofaticando e scavando, infatti, è possibile sco-prire un campo in cui c’è il tesoro e solo gi-rando e viaggiando è possibile trovare la per-

la di grande valore. Una volta, però, che ci si sia imbattuti nel

tesoro o nella perla, il problema diviene quel-lo di acquistare il campo in cui il tesoro è sta-to trovato, per entrare davvero in possesso diquel tesoro; il problema è avere ciò che occor-re per acquistare la perla. Chi non lotta peracquistare il terreno o non fatica per poteracquistare la perla, è uno che il tesoro e laperla è come se non li avesse trovati. Eppure,basta guardarsi intorno e, soprattutto, den-tro, per accorgersi che l’uomo è disposto aenormi sacrifici per le cose che piacciono,per le cose che appagano, per le cose ritenutenecessarie, irrinunciabili. Riguardo alle cose di Dio, invece, si perde

tanto tempo, pensando che si possano ri-mandare all’infinito: se, però, il tesoro è teso-ro e la perla è perla, prendere tempo non è al-tro che perdere tempo e giocare con la vita,perché significa non avvertire l’esigenza diaccedere a ciò che conta, a ciò che dà senso edona bellezza alla propria vita. Per il Regno,tesoro prezioso e perla rarissima, vale la pe-na perdere tutto il resto. Le prime due para-bole inquietano, dunque, perché intendonomettere dinanzi a una scelta radicale: rinun-ziare a tutto il resto per acquistare ciò che siè riconosciuto contare davvero. D’altra par-te, nel Vangelo di Matteo Gesù ha già dettoche per il Regno vale la pena perdere la pro-pria vita: «Chi avrà tenuto per sé la propria vi-ta, la perderà, e chi avrà perduto la propria vitaper causa mia, la troverà». Ha già detto nel Discorso sul monte che

per il Regno vale la pena perdere perfino lapropria integrità fisica: meglio cavarsi un oc-chio o perdere una mano se queste membra

nobili e utili del corpo si oppongono alRegno. Il Regno dei cieli non è solo una realtàescatologica: il Regno è una realtà che iniziagià qui, in questa storia e lo fa cambiando ilvolto delle relazioni tra gli uomini e di quelledegli uomini con il creato in nome di un pri-mato accordato a Dio e alle sue vie, tanto di-verse e distanti da quelle umane. Il Regno di Dio trasforma la faccia della

terra, perché, come Gesù è venuto a mostra-re, dona un senso e una meta all’offerta totaledi sé e della propria vita. Chi vive il Regno diDio spalanca davanti agli altri uomini unapossibilità tangibile di bellezza e carità e, allafine della storia, a rimanere saranno quellabellezza e quella carità. Ecco perché, dopo ledue parabole del tesoro e della perla, Matteomette sulle labbra di Gesù la parabola esca-tologica della rete, nella quale sono ripropo-sti alcuni temi della parabola della zizzania:se la rete è la Chiesa, che raccoglie pesci buo-ni e cattivi, si deve aspettare la fine della sto-ria perché avvenga la cernita. Ma la cernitacertamente avverrà e sarà fatta sulla basedelle scelte concrete, dei prezzi realmentepagati da ciascuno nella propria vita. La parabola della rete è, in tal senso, una

consolazione che Gesù dà a chi ha il coraggiodi farsi discepolo di questo Regno che egli èvenuto a seminare nella storia, ma è ancheuna provocazione a chi indugia nell’assume-re le esigenze radicali del vangelo. Solo coluiche si sarà lasciato docilmente istruire dalleparabole avrà la capacità di attraversare lastoria quale scriba sapiente, dall’occhioprofondo e dal cuore pronto.

Gianpiero Tavolaromonaco di Ruviano

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Speciale Nuova Stagione8 • 26 luglio 2020

L’annuale Rapporto Istat sulla situazione del Paese, con un intero capitolo dedicato all’impatto de dal lavoro all’aspettativa di vita. Il Coronavirus ha accentua

La pandemia ha acuito l servizio a cura di Doria

Il Rapporto Annuale 2020 dell’Istat fotografa un quadroeconomico e sociale «eccezionalmente complesso e incer-to». Al crollo del Pil del primo trimestre di quest’anno (-5,3%) si aggiungono infatti segnali più recenti che lascianopresagire un peggioramento della situazione: inflazione ne-gativa, calo degli occupati, mancata diminuzione della forzalavoro e caduta del tasso di attività. Quella economica, inparticolare, calerà drasticamente nel 2020 e sarà recuperatasolo in parte nel 2021.L’istituto di statistica ha infatti svolto anche un’indagine

breve tra le imprese, per conoscere gli effetti dell’emergenzada Covid-19 su di esse: il quadro che ne emerge evidenzia«fattori di fragilità molto diffusi», con il reperimento dellaliquidità come questione cruciale per le aziende.Nonostante questo, il Presidente dell’Istat Gian Carlo

Blangiardo evidenzia «l’ottima capacità di reazione» delPaese. Quello italiano è «un popolo che si è dimostrato coe-so, che ha riscoperto determinati valori come la famiglia»,ha detto. «L’impresa ha subito il colpo ma anche immagina-to iniziative e strategie con cui cercare di reagire: ad esempioil cambiamento organizzativo e tecnologico che resterà everrà valorizzato. Questo rapporto fornisce una serie di ele-menti che possono dare suggerimenti per quella terapia ver-so la ripresa che tutti noi ci auspichiamo sia già partita e ver-so la quale dobbiamo puntare ed orientarci».

Ciò nonostante disuguaglianze “significative” solcano ilnostro Paese. E, avverte l’Istat il Covid rischia di accentuar-le, allargando i divari esistenti, con una scala sociale nellaquale è più facile scendere che salire. Il mercato del lavorosi restringe - il 12% delle imprese pensa di tagliare - proprioper le fasce più deboli, giovani e donne. La didattica a distan-za vede in svantaggio bambini e ragazzi del Mezzogiornoche vivono in famiglie con un basso livello di istruzione. Lanatalità potrebbe scendere ancora, eppure gli italiani i figlili desiderano, due l’ideale.«Il problema del reperimento della liquidità è molto dif-

fuso, i contraccolpi sugli investimenti, segnalati da una im-presa su otto, rischiano di costituire un ulteriore freno ed èanche preoccupante che il 12% delle imprese sia propensa aridurre l’input di lavoro». L’indagine è stata condotta a mag-gio. Tuttavia «si intravedono fattori di reazione positiva e ditrasformazione strutturale in una componente non margi-nale del sistema produttivo». Dai dati provvisori sulle forzedi lavoro emerge inoltre che i lavoratori in Cassa integrazio-ne ad aprile - nella settimana di intervista - sono stati quasi3,5 milioni. E, sempre ad aprile, quasi un terzo degli occu-pati (7,9 milioni) non ha lavorato. Cresciuti anche i lavora-tori in ferie.«L’epidemia ha colpito maggiormente le persone più vul-

nerabili», come «testimoniano i differenziali sociali riscon-

In calo l’aspettativa di vitaLa mortalità e il Sistema Sanitario Nazionale

Con circa 240 mila contagiati e poco meno di 35mila decessi, l’Italia è stato uno dei primi Paesi ad es-sere colpito dall’emergenza sanitaria Covid-19; in ter-mini di mortalità gli incrementi percentualmente piùmarcati si sono registrati in Lombardia, seguita daEmilia-Romagna, Trentino Alto-Adige e Valle d’Ao -sta. L’eccesso di mortalità più consistente si è rilevato

tra gli uomini settantenni e ottantenni, per i quali i de-cessi cumulati dal primo gennaio al 30 aprile 2020 so-no aumentati di oltre il 52% rispetto alla media dellostesso periodo 2015-2019 (una percentuale più eleva-ta del 26% nella fascia 50-59 anni).Da alcuni scenari, disegnati da Istat sulla base dei

dati di mortalità del 2020, si prevede un’improvvisainversione di tendenza nella tradizionale crescita del-l’aspettativa di vita nel nostro Paese. Si tratta di unavariazione limitata a qualche mese in meno su basenazionale, ma che in alcune realtà locali (Bergamo,

Piacenza, Cremona, Brescia, Aosta, Sondrio, Lodi,Parma e Lecco) si trasforma nella perdita di più annidi vita residua.Il nostro Sistema Sanitario Nazionale è stato inte-

ressato da un forte ridimensionamento sul piano del-le risorse. In particolare, dal 2010 al 2018 in mediaannua la spesa sanitaria pubblica è aumentata solodello 0,2% e il numero di posti letto è diminuitodell’1,8%. Si è ridotta anche la spesa per investimentidelle Aziende Sanitarie, scesi da 2,4 miliardi del 2013a poco più di 1,4 nel 2018.A titolo di confronto si consideri che Italia dispone

di circa 40 medici ogni 10 mila residenti, inferiori aquelli della Germania (42,5 ogni 10 mila residenti); ilpersonale infermieristico è di 58 per ogni 10 mila re-sidenti (contro i 129 in Germania). L’offerta di postiletto ospedalieri è, nel 2018, di 3,5 posti ogni 1000 re-sidenti (era pari a 6,3 nel 1995), contro gli 8 ogni 1000residenti in Germania.

In forte crescita la I numeri e gli scen

L’emergenza sanitaria ha generato uno shock glo-bale di eccezionale intensità che sta producendo, perl’appunto, una recessione globale. Il volume del com-mercio mondiale di beni, in forte rallentamento nel2019, ha inizialmente registrato un brusco calo nelprimo trimestre (-2,5% congiunturale) e un vero eproprio crollo in aprile (-12%).Nel primo trimestre 2020, il blocco parziale delle

attività in marzo ha determinato effetti rilevanti, conuna contrazione congiunturale del Pil del 5,3% e ca-dute ancora più marcate dei consumi privati (-6,6%)e degli investimenti (-8,1%); l’indice di produzione in-dustriale è risultato in aprile inferiore di oltre il 42%rispetto a un anno prima e quello delle costruzioni dicirca il 68%. La contrazione di entrambi i flussi com-merciali con l’estero ha segnato un’ulteriore accele-razione e le esportazioni sono diminuite nel bimestremarzo-aprile di quasi il 30% rispetto agli stessi mesidel 2019. Secondo la rilevazione condotta dall’Istat a

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SpecialeNuova Stagione 26 luglio 2020 • 9

el Covid-19 e del lockdown, è un ritratto a tutto tondo degli italiani: dalla famiglia alla vita sociale, to le differenze sociali e colpito più pesantemente i più deboli

le disuguaglianze sociali ano Vincenzo De Luca

trabili nell’eccesso di mortalità causato dal Covid-19», so-stiene l’Istat, secondo cui «l’incremento di mortalità ha pe-nalizzato di più la popolazione meno istruita». L’Istitutoconsidera, infatti, il livello di formazione un buon indicatoredi collocazione nello strato sociale.La “classe” di origine influisce meno sulla collocazione

sociale che si raggiunge all’età di 30 anni rispetto al passatoma pesa ancora in misura rilevante. Per l’ultima generazio-ne (1972-1986), la probabilità di accedere a posizioni piùvantaggiose invece che salire è scesa. Il 26,6% dei figli rischiaun downgrading rispetto ai genitori. Una percentuale, prati-camente più di 1 su 4, superiore rispetto alle generazioniprecedenti. E anche più alta di quella in salita (24,9%). Cosache non era mai accaduta prima.«La rapida caduta della natalità potrebbe subire un’ulte-

riore accelerazione nel periodo post-Covid» e «recenti simu-lazioni, che tengono conto del clima di incertezza e paura as-sociato alla pandemia in atto, mettono in luce un suo primoeffetto nell’immediato futuro; un calo che dovrebbe mante-nersi nell’ordine di poco meno di 10mila nati, ripartiti perun terzo nel 2020 e per due terzi nel 2021». E La prospettivapeggiora se si tiene conto dello shock sull’occupazione. I natiscenderebbero a circa 426mila nel bilancio finale del corren-te anno, per poi ridursi a 396mila, nel caso più sfavorevole,in quello del 2021».

Durante la fase di lockdown in molti hanno pregato: il42,8% della popolazione di 18 anni e più lo ha fatto almenouna volta a settimana (il 22,2% almeno una volta al giorno).Le donne lo hanno fatto più degli uomini (52,6% contro32,3) almeno una volta a settimana e anche le persone anzia-ne di 65 anni e più (60%). Viceversa una quota analoga parial 48,3 per cento si è polarizzata in maniera del tutto oppostadichiarando, invece, di non avere mai pregato durante illockdown. Quote più elevate di chi dichiara di non aver maipregato durante il periodo di lockdown si registrano tra gliuomini (58,1%) e i giovani fino a 34 anni (64,5%).In conclusione, la crisi sanitaria causata dal Covid-19 ha

portato una crisi economica mondiale senza precedenti, so-prattutto per il modo in cui si è sviluppata praticamente inogni angolo del globo. Neanche la grande recessione iniziatanel 2007 aveva avuto un tale impatto: paesi come la Cina e ingenerale il sud-est asiatico erano stati sì colpiti, ma non alpunto da subire una tale recessione. Bisogna ritornare aglianni ’30, dopo il crollo di Wall Street del 1929 per ritrovareun contesto generale così negativo. In questo scenariol’Italia, il cui livello di crescita economica era già molto fra-gile, sembra trovarsi in una situazione tutt’altro che sempli-ce: i prossimi mesi saranno essenziali per capire se sarà pos-sibile innestare una decisa e quantomeno necessaria inver-sione di tendenza.

a disoccupazione nari dell’economia

maggio tra gli operatori economici, il 45% delle im-prese ha sospeso l’attività, meno di un sesto degli ope-ratori, essenzialmente microimprese, ha dichiaratoun fatturato nullo nel bimestre marzo-aprile, oltre il70% ha segnalato una riduzione rispetto allo stessoperiodo dell’anno precedente, mentre la restantequota ha indicato stabilità (quasi un decimo) o au-mento (appena il 5%).Gli effetti dell’emergenza sanitaria si sono fatti

sentire anche nel mercato del lavoro. La lunga fase dicrescita seppure lenta dell’occupazione che si osser-vata nel 2019 si è ora esaurita e, dopo il ristagno del-l’inizio del 2020, gli occupati hanno registrato, a mar-zo e ancor più ad aprile, un forte calo. Le stime prov-visorie relative a maggio indicano un rallentamentodella discesa dell’occupazione, ma registrano co-munque una diminuzione congiunturale attribuibilesoprattutto alla prosecuzione della veloce caduta del-la componente con contratti a termine.

Il “digital divide” nel MezzogiornoStrategie adottate dagli operatori economici e criticità

L’Istat ha rilevato le strategie delle imprese a frontedella crisi portata dall’emergenza sanitaria. Da un la-to si sono registrate reazioni positive, come la spintaalla modifica o ampliamento dei canali di vendita odi fornitura (14% delle imprese). Un po’ meno diffusa è la strategia di accelerazione

della transizione digitale. Sul versante delle reazionidifensive, è preoccupante che un’impresa su ottoesprima l’intenzione di differire o annullare i piani diinvestimento e quasi il 12% delle imprese si orientiverso una riduzione sostanziale dei dipendenti, seb-bene la tendenza sia soprattutto diffusa tra le unità dipiccole dimensioni.La crisi dovuta all’emergenza sanitaria ha inaspri-

to un insieme di criticità e problemi preesistenti neltessuto italiano. Preoccupa l’effetto della crisi sulle disuguaglianze

in termini di povertà, ma anche nel mercato del lavo-ro (gli uomini, i giovani di 25-34 anni, il Mezzogiorno

e i meno istruiti non hanno ancora recuperato i livellie i tassi di occupazione del 2008).Un’altra questione riguarda l’istruzione: l’Italia ha

affrontato lo shock della pandemia in una situazionedi svantaggio consistente nel confronto con gli altripaesi avanzati, sia in termini di livelli di scolarizza-zione che di digital divide.Una terza criticità riguardala persistente bassa fecondità dell’Italia: nel periodopost-Covid la caduta della natalità potrebbe subireun’ulteriore forte accelerazione, poiché la scelta sem-pre più impegnativa se fare, o meno, un (o un altro)figlio andrà sempre più maturando entro condizionidi insicurezza e di difficoltà, economiche e non solo,sulla cui durata non è ancora dato sapere. Un ulterio-re tema, infine, riguarda lo stato dell’ambiente (emis-sioni, consumo di materia, mutamento del clima, di-sponibilità di acqua): si riflette sulla possibilità di ri-lancio della crescita basato su un nuovo e diffuso ap-proccio di economia circolare.

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Attualità Ecclesiale Nuova Stagione10 • 26 luglio 2020

Pubblicati gli atti di un convegno svoltosi ad Assisi e organizzato

dal Forum Sociosanitario

Guarire, un dirittouguale per tutti

di Aldo Bova*

«Sarebbe considerato un furto da parte nostra se non dessimo a qualcuno cheha molto più bisogno di noi» (San Francesco d’Assisi).In Italia i più poveri e più incolti vivono tre anni meno dei più ricchi e più

colti. Ponendo in relazione il Sud con il Nord il divario aumenta di un anno.Presso l’Istituto dei tumori “Pascale” di Napoli è stato osservato che, fra i pa-

zienti che per neoplasie vengono trattati con chemioterapia, il trenta per centodi coloro che sono incolti e poveri non risponde al trattamento. La percentualeè molto più ridotta fra le persone colte e in buone condizioni economiche.Questo è un dato triste ed allarmante, non conosciuto nell’opinione pubblica,che deve essere posto all’attenzione viva della politica, delle istituzioni, del so-ciale, della Chiesa, del volontariato, del laicato cattolico.È necessario fare in modo che nella popolazione si abbia percezione del dif-

fusissimo fenomeno della cosiddetta “salute diseguale”, che lo si studi sotto ivari profili, si cerchino le strade per uscirne e ci si attivi per andare verso unacondizione di equità nella salute o, almeno, per far sì che si riduca la salute di-seguale.Il forum delle associazioni sociosanitarie ritiene che sia proprio dovere par-

tecipare al progetto di far conoscere e far ridurre la salute diseguale.A questo proposito ed in questa ottica, lo scorso anno è stato organizzato ad

Assisi un convegno sul tema: “Salute diseguale. Agiamo sulla scia di SanFrancesco”, tenuto il 16 novembre 2019 presso l’Istituto Serafico.Riteniamo utile raccogliere i contributi presentati, che devono costituire

una base per la conoscenza del grave problema ed una base per ulteriori azionidivulgative ed operative nell’ambito della volontà di partecipare al progetto diportare la nostra comunità nazionale verso l’equità nella salute.

*Presidente del Forum delle Associazioni Sociosanitarie

Vino nuovo in otri nuovi

È un’esperienza di gioiosa maternità quando gli sposi novelli sono oggettodelle cure sollecite della Chiesa che, sulle orme del suo Maestro, è madre pre-murosa che non abbandona, non scarta, ma si accosta con tenerezza, abbrac-cia e incoraggia. Così Papa Francesco, in un incontro con gli operatori di molte Diocesi, ha

sottolineato come sia necessario trasmettere gli anticorpi per affrontare gliinevitabili momenti di difficoltà della vita coniugale e familiare.È l’immagine di una mamma che, allattando il proprio bambino, non solo

offre sostanze per il nutrimento ma accarezza, bacia, abbraccia. E, soprat-tutto, trasmette per osmosi il farmaco naturale per combattere i virus di que-sta epoca.Quanto è importante la cura nei confronti degli sposi novelli. Questa ma-

ternità della Chiesa è testimoniata da migliaia di coppie di sposi che, insiemecon i loro pastori, si mettono accanto alle giovani coppie e le introducono inuna sorta di laboratorio artigianale. Lì si apprende l’arte dell’amore per gliuomini e le donne di oggi.I giovani sposi hanno bisogno di un contatto fisico con la Chiesa. Il sacra-

mento del matrimonio, infatti, vive solo se alimentato dagli altri sacramentie dalla Parola di Dio. Reciso dalla vita della comunità cristiana, il matrimo-nio rischia fortemente di naufragare.Ecco perché la Chiesa italiana ha inaugurato un nuovo “Corso di alta for-

mazione in consulenza familiare con specializzazione pastorale”. Un itine-rario formativo da attuare nel periodo estivo per un profumo di una forma-zione nuova, superando modelli obsoleti e inefficaci. Si tratta della forza di un “vino nuovo in otri nuovi” capace, come dice

Papa Francesco, di suscitare nei matrimoni l’occasione per arrivare a bereinsieme il vino migliore.

Virgilio Frascino

Curia Arcivescovile di Napoli

Chiusura uffici in agostoSi rende noto che gli uffici della Curia Arcivescovile di Napoli, in largo

Donnaregina 22, saranno chiusi al pubblico da lunedì 3 a venerdì 21 agosto.

* * *

Istituto DiocesanoSostentamento Clero

Si comunica che gli Uffici dell’Istituto Diocesano del Sostentamento Clerorimarranno chiusi al pubblico da venerdì 7 a venerdì 28 agosto.Nella settimana da lunedì 3 a giovedì 6 agosto il personale sarà in ufficio

ma non sarà possibile ricevere il pubblico. Le persone interessate potrannocomunque telefonare per informazioni o per fissare appuntamenti.

Gli Uffici riapriranno regolarmente al pubblico lunedì 31 agosto.

* * *

Appello Caritas

Volontari per le mense estiveLa Caritas Diocesana di Napoli chiede un aiuto per il programma delle

mense estive 2020, in modo da tenerle aperte, anche nel mese di agosto, comeavviene da anni per volontà del Cardinale Crescenzio Sepe, a sostegno dei fra-telli bisognosi. Necessita un forte contributo di volontari ed è per questo sichiede una sempre preziosa collaborazione. Come ogni anno, in modo par-ticolare, sono richieste esclusivamente persone già esperte, già attive nellevarie parrocchie e nei Decanati, in quanto non è possibile affidare dei compitiben precisi a persone senza esperienza. Le persone interessate e disponibili possono fare riferimento ai diaconi

che stanno lavorando al coordinamento: Gianni Scalamogna, [email protected] - 331.37.22.659 oppure Carlo De Cesare, [email protected]

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CittàNuova Stagione 26 luglio 2020 • 11

Presentato nel Salone arcivescovile il volume del presidente dell’Automobile Club NapoliAntonio Coppola, “Strada facendo: 50 anni in Aci”, alla presenza del Cardinale Crescenzio Sepe

e del Ministro per l’Università e la Ricerca, Gaetano Manfredi

Per una mobilità sostenibile e responsabiledi Elena Scarici

Cinquant’anni e non sentirli. Così ilpresidente dell’Automobile ClubNapoli, Antonio Coppola ha commen-tato la sua lunga permanenza nell’enteraccolta nel volume edito da Guida:“Strada facendo: 50 anni in Aci” che èstato presentato il 15 luglio presso ilSalone arcivescovile. Ininterrotta lapresenza di Coppola in Aci, iniziata il 15luglio 1970, nello stesso giorno del suocompleanno, per poi proseguire rico-prendo tutte le cariche direttive sino al-la dirigenza generale prima, ed alla pre-sidenza poi. Il volume raccoglie gli interventi

dell’autore pubblicati sulla stampa, lo-cale e nazionale, dal 2011 al 2019, e se-gue due precedenti pubblicazioni. Unatrilogia che esprime posizioni, critichee proposte su tematiche di rilevante in-teresse sociale. A fare gli onori di casa l’arcivescovo

di Napoli, il Cardinale Crescenzio Sepe.Con lui, il procuratore generale diNapoli Luigi Riello, il consigliere dele-gato per il Sud della presidenza delConsiglio dei Ministri, nonché Segreta -rio generale dell’Aci, Gerardo Capozza,il presidente nazionale dell’Aci An -gelo Sticchi Damiani, ed il ministrodell’Università e della Ricerca GaetanoManfredi.Presenti, tra gli altri, il Governatore

della Campania Vincenzo De Luca, ilProcuratore nazionale Antimafia Fede -rico Cafiero de Raho, il prefetto Mar -co Valentini, l’assessore comunale allePolitiche giovanili Alessandra Clemente.Ha moderato il dibattito, il direttore

del quotidiano “la Repubblica – Na -poli”, Ottavio Ragone che, in apertura,ha letto il saluto del Presidente dellaRepubblica, Sergio Mattarella, e delPresidente del Consiglio dei MinistriGiuseppe Conte. «Questa iniziativa – ha detto Cop -

pola- vuole essere, soprattutto, un mo-

mento di dibattito e confronto su comesi intreccia l’evoluzione della mobilitàcon l’evoluzione della società. Nel con-tempo, è anche occasione per rifletteresulla trasformazione della missiondell’Aci - da difensore degli automobili-sti a tutore dei movers, indipendente-mente dalla modalità di trasporto da lo-ro prescelta - e sullo sforzo profuso daquesto Ente, proprio qui a Napoli, perdefinire un nuovo approccio culturalealla mobilità, imperniato sul valore del-la responsabilità». Instancabile “uomo del fare”, ma in-

nanzitutto, “uomo dell’essere”. Così hadefinito Coppola, il Cardinale Sepe.«Un operatore fattivo, intelligente e av-veduto, sempre innovativo e al passocon i tempi. Con la sua spiccata perso-nalità e la spontaneità del cuore, ha sa-puto conquistare amicizia, stima e af-fetto da parte di uomini e donne sia delpopolo che delle istituzioni. Un uomoche è riuscito a compiere due “miraco-li”, ha detto l’Arcivescovo: inventareuna nuova tavola dei 10 comandamentiper sensibilizzare i giovani ad una mo-

bilità sicura e responsabile e “incorona-re” il Papa con un casco per moto qualegesto di alto valore simbolico per il ri-spetto delle regole, in difesa della vita».Sulle qualità umane e professionali

di Coppola si è soffermato ancheLuigi Riello, che lo ha definito «un gen-tiluomo nello stile, nei valori e nel por-tamento» apprezzandone gli «interven-ti sempre concreti e propositivi. Un uo-mo che ama la Napoli che va amata ecombatte con coraggio la Napoli chenon va amata». In proposito il procuratore ha ricor-

dato l’annoso problema dell’abusivi-smo nella sosta che vide Coppola prota-gonista, all’inizio degli anni ’90, in qua-lità di consulente d’ufficio dell’alloraProcura circondariale, con il clamorosoprovvedimento del sequestro delle piaz-ze invase dalle auto in divieto di sosta egestite dai parcheggiatori illegali.«Sfogliando l’indice di questo libro –

ha fatto notare Capozza – si scoprono leproblematiche cinquantenarie dell’Ita -lia, non solo di Napoli. Problemi, appa-rentemente legati al mondo dell’auto-

Il Mann aderisce ad Ohmyguide.tours, progetto digitale che permette di ammirare,in diretta streaming, i principali luoghi della cultura italiani e stranieri: un’esperienzadinamica, che unisce gli internauti di tutto il mondo sotto l’egida della fruibilità interat-tiva del patrimonio storico-artistico globale.«Il Mann si conferma aperto alla sperimentazione di nuovi format digitali e alle op-

portunità che offrono alla comunicazione e alla didattica. Abbiamo aderito con entusia-smo alla rete ohmyguide, realizzando un percorso di altissima qualità. Siamo certi chela forte accelerazione di questi mesi anche nei beni culturali sul versante dellavirtualità sia un’occasione da sfruttare subito e non si ponga assolutamente in conflittocon la fruizione fisica dei musei, piuttosto invogli alla visita, proponendosi senza confiniad un pubblico globale», commenta il direttore del Museo, Paolo Giulierini.Chi acquista online il ticket di Ohmyguide.tours (4.90 per ogni partecipante a Digital

Experience di gruppo con massimo 200 users; 49 euro per Private Digital experience- 10device connessi per lo stesso tour) vive una vera e propria avventura della conoscenza:un esperto Omg è volto e voce del racconto, che segue il suggestivo video realizzato dalregista Lucio Fiorentino per svelare la magia del nostro Museo.Da venerdì 17 luglio è iniziata la programmazione dei tour virtuali al Mann, con re-

pliche quotidiane, mattutine o pomeridiane, già calendarizzate sino al prossimo 31 lu-glio (per info: ohmyguide.tours).In quarantacinque minuti, è possibile passeggiare, grazie alle nuove tecnologie, nelle

sale della Collezione Farnese, vedere i principali mosaici delle antiche città vesuviane esoffermarsi negli ambienti del Gabinetto Segreto. Tappa obbligatoria alla Villa dei Papiried ai nuovi allestimenti degli oggetti della vita quotidiana e degli affreschi, con veloci in-cursioni nelle sezioni di più recente riapertura (Sezione Egizia, Sezione Preistoria eProtostoria, Collezione Magna Grecia).Il tour comprende un excursus sulla storia dell’edificio che ospita le collezioni mu-

seali: «nella realizzazione del video per le visite virtuali al Mann, ho voluto adottare unavisione d’insieme, capace di assecondare la meraviglia del visitatore nello scoprire i te-sori del Museo. Nello stesso tempo, con brevi flash, non ho sacrificato il valore del det-

Visite virtuali al Mann

mobile, ma che di fatto sono di naturasociale, come, per esempio, il fenome-no della sinistrosità stradale e partico-lari comportamenti a rischio quali l’as-sunzione di alcol e droghe prima dellaguida». Capozza ha poi annunciato unaproposta lanciata al Governo: la realiz-zazione, proprio in Campania, di uncentro di collaudo nazionale delle auto-vetture, allo stato inesistente in Italia. Nel corso del suo intervento Sticchi

Damiani, invece, ha proposto un pianodecennale per lo smaltimento dei 15milioni di vetture inquinanti circolantiin Italia per accelerare la transizioneverso l’elettrico con la realizzazione an-che delle apposite infrastrutture.Per il ministro Manfredi, Coppola è

«un uomo che ha il coraggio di dire ve-rità scomode in una città come Napolidove è più facile parlare dei nostri pregipiuttosto che dei nostri difetti. E questogli fa onore. Ma soprattutto, ha difeso un princi-

pio molto importante: il bisogno di nor-malità, a partire dal rispetto delle rego-le, punto dolente della dimensione dellanostra città». Guardando al futuro, ilministro ha sottolineato l’importanzadella “transizione green”, per un am-biente più pulito, in cui un ruolo decisi-vo spetterà all’idrogeno ed alla capacitàdell’Italia di non farsi trovare imprepa-rata per questa sfida sul piano dell’inno-vazione tecnologica. Dal Procuratore nazionale Anti -

mafia Federico Cafiero de Raho, infine,un altro attestato di stima: «Coppola èuna persona unica, capace di portarel’Aci ad un livello altissimo e di viverequotidianamente le problematiche cheattengono alla sicurezza ed alla legalità.Un uomo vicino a tutti, che si muoveverso la generalità e, nel contempo, ri-conoscendo e rispettando l’individua-lità di ciascuno».

Elena Scarici

taglio, perché, anche da casa, le nuove tecnologie aiutano a cogliere la cura con cui la-voravano gli antichi artisti», commenta il regista Lucio Fiorentino, che torna al Manndopo il successo dei suoi cortometraggi del progetto “Antico Presente”.Per la prima visita digitale, sarà la storica dell’arte Rory Dumontet ad accompagnare

gli internauti nelle sale del Museo: emozione garantita, anche online. In fase di lancio della Digital Experience, con il codice Webmann, il tour costerà solo

1,9 euro; viceversa, i fruitori del percorso online, avranno diritto a due euro di sconto perl’ingresso al Mann.

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Città Nuova Stagione12 • 26 luglio 2020

L’associazione che opera nel carcere di Pozzuoli apre un bistrot alla Galleria Principe di Napoli

Le “lazzarelle” escono dal carcereIl 22 luglio è stata inaugurato Lazzarelle

Bistrot nella Galleria Princi pe di Napoli, inuno dei luoghi più belli e suggestivi dellacittà. Il Bistrot, realizzato grazie al supporto

della Fondazione ICharlemagne, aspira adiventare un luogo di socialità, incontri eappuntamenti culturali, dove bere il nostroottimo caffè e mangiare in modo sano edeconomico. Un punto di snodo e di intrecciodi relazioni autentiche che ospiterà anche iprodotti che provengono da tutte le realtàdetentive del nostro paese e dove continue-remo la nostra esperienza di riscatto edemancipazione tutta femminile.Sono circa 70 le donne che la cooperativa

ha seguito e formato dal 2010 all’interno delcarcere nel progetto del caffè Le Lazzarelle,adesso è giunto il momento di uscire fuoridalle sbarre.«Questo è un progetto che abbiamo da

un paio di anni- spiega la presidente ImmaCarpiniello - aprirsi alla città era diventatofondamentale per delle donne chiuse in car-cere tanto tempo. Vogliamo dare la possibilità alle detenu-

te che lavorano con noi apprendendo la tor-refazione di fare l’ultima parte della pena la-vorando in esterna, grazie ai benefici dellemisure alternative. Quando sei deprivatodella libertà ti manca l’orientamento e lapossibilità di relazionarti all’esterno ed èdifficile cominciare a ripensare al quotidia-no invece la chiusura del cerchio fa si che ledetenute possano reintegrarsi nella societàin modo protetto e graduale. Le statistiche dicono che laddove inizi

un percorso lavorativo in carcere la recidivacala del 90%. L’abbiamo visto nel lavoro al-l’interno, e speriamo di riconfermarlo all’e-sterno».

Una vetrina sulle bellissimerealtà carcerarie italianeIl bistrot sarà aperto a pranzo e a

cena: un’altra vittoria de Le Lazzarelle è ilprolungamento dell’apertura di galleriaPrincipe Umberto, salotto del centro storicoche attendeva di essere rigenerato, che oggichiude alle 19.30 e che resterà aperta fino al-le 23, 24. L’offerta di food&beverage saràquella classica di un bistrot con crostoni,bowl con verdure e cereali, crudi, carpacci,tartare, salumi e formaggi, insalate, sandwi-ch, panini e comprenderà una serie di pro-dotti di eccellenza provenienti da progettidelle carceri italiane come ad esempio: le“dolci evasioni” di Siracusa, le creme spal-mabili “sprigioniamo sapori” di Ragusa, labirra Rebibbia “vale la pena”, le conserve“fuga di sapori” di Asti, i prodotti da forno

dell’istituto di pena minorile di Palermo“cotti in fragranza”. Oltre ovviamente alcaffè Le Lazzarelle prodotto nel carcere diPozzuoli che sarà possibile anche acquista-re al bistrot. Le Lazzarelle hanno di fattosdoganato il pregiudizio che la torrefazionesia di norma un lavoro per i maschi mo-strando come donne abituate a sosteneregrandi pesi psicologici nella vita possanocompiere l’impresa dei grani da macinare«Dietro la tipicità dei nomi - spiega

Francesco Pennella, socio della cooperativaaddetto all’organizzazione del bistrot- si na-scondo progetti simili al nostro che abbia-mo selezionato per rappresentare un mododiverso di lavorare in carcere preoccupan-dosi della fuoriuscita formativa dei detenu-ti. Vogliamo raccontare attraverso i prodottiil buono che c’è in carcere. A fianco ai pro-

dotti dell’economia carceraria le materieprime locali come frutta e verdura dell’eco-nomia sociale ad esempio coltivata dai sof-ferenti psichici dalla cooperativa Fuori dizucca. Tra i vini naturali di prima sceltaquelli napoletani di Vite Matte».Il target del bistrot sarà quello di chi vuo-

le fare un brunch veloce: dai lavoratori, ai tu-risti (sperando in una ripresa), agli estima-tori di nuovi prodotti poco conosciuti.Al bistrot sarà Teresa la prima a confron-

tarsi con il lavoro in esterna, una donna dicui tutto lo staff è molto orgogliosa: si è di-mostrata bravissima nella torrefazione e hagià esperienze di lavoro in un bar. Da settem-bre Le Lazzarelle pensano di impiegare al-meno un’altra persona così che più donnepossano riaffacciarsi alla vita quotidiana colsorriso.

Il Paese di fronte alla sfida digitale post Covid

Tra disuguaglianze già esistenti e forti rischi di nuove povertà educative

Un rapporto promosso da “Con i Bambini” e “Openpolis” fotografa un’Italia agli ul-timi posti delle classifiche europee e con profondi divari interni. Il 12,3 per cento dei ra-gazzi non possiede un computer o un tablet, quota che arriva al 20 per cento nelMezzogiorno. La Calabria, regione meno connessa d’Italia, è distante di circa 14 puntidal Trentino Alto Adige, la più connessa. Oltre un milione di minori vive in comuni dovenessuna famiglia è raggiunta dalla rete fissa veloce.È un processo di digitalizzazione non abbastanza inclusivo per ragazzi e famiglie.

Non riguarda solo l’accesso alla tecnologia nelle scuole e in famiglia, ma anche l’uso e lecompetenze digitali dei ragazzi. Una differenza che va ben oltre quella digitale e riguar-da il diritto dei minori a non cadere nella trappola della povertà educativa.

«Siamo davanti a un significativo fattore discriminante per la crescita di bambine,bambini e adolescenti – sottolinea Rossi Doria – e non è sufficiente fornire temporanea-mente un dispositivo della scuola, lo Stato dovrebbe garantire alle famiglie in povertà lapossibilità di accesso a internet veloce e almeno un computer dedicato ai ragazzi».L’emergenza coronavirus ha messo a nudo ritardi strutturali sia sul fronte dell’acces-

so alle tecnologiche sia sulle competenze digitali, con profondi divari territoriali, traNord e Sud ma non solo. I divari nella velocità della connessione della rete internet oggisono spesso sovrapponibili ai tempi di spostamento fisico tra città maggiori e aree in-terne.

«Come dimostra il rapporto – spiega ancora Rossi Doria – le disuguaglianze digitali in-cidono notevolmente sulla povertà educativa minorile. Se una famiglia del ceto medio conpochi figli possiede più dispositivi in casa e una famiglia svantaggiata, numerosa e con piùfigli non ha accesso alla rete internet fissa e non possiede nessun pc o ne ha solo uno pertutti, è chiaro che siamo davanti a un significativo fattore discriminante per la crescita dibambine, bambini e adolescenti. In questi casi, purtroppo numerosi, nonostante il grandesforzo di accompagnamento fatto dal Terzo settore, manca proprio un supporto educativoche deve essere tutelato in primis dal diritto allo studio».Finita l’emergenza, quali scuole troveranno i ragazzi una volta tornati in classe? Il

presupposto affinché il potenziamento della connettività delle scuole sia efficace, è ov-viamente la presenza di una strumentazione tecnologica adeguata per la didattica, conlavagne multimediali, tablet e computer. Ma, da sole non bastano, servono scuole ma so-prattutto studenti digitali.Le competenze digitali dei giovani, sono molto distanti dalla media europea. In ter-

mini di competenze, secondo l’indicatore dell’Eurostat, in Italia la quota di giovani tra16 e 19 anni che padroneggiano gli strumenti digitali è più bassa (64 per cento) rispettoalla media europea (83 per cento) con oltre venti punti di distacco da Regno Unito,Germania e Spagna.

Siamo penultimi nella classifica dei paesi europei dove i giovani leggono di più i gior-nali online. E anche qui con forti differenze sociali interne. Quasi il 74 per cento deglistudenti di famiglie avvantaggiate usa internet per leggere notizie, mentre tra quellisvantaggiati la quota scende a poco più del 60 per cento. Senza un vero percorso educativo, il solo utilizzo del computer a scuola non compor-

ta competenze più elevate. Il divario digitale si sta spostando dall’accesso all’uso che vie-ne fatto della rete.Un divario educativo interno e con gli altri paesi Ue che non potrà essere compensato

solo con più computer e tablet. Senza questa consapevolezza, nessun provvedimento,da solo, sarà sufficiente a recuperare i ritardi. Perché non stiamo parlando solo di divaritecnologici, comunque gravi ma risolvibili attraverso interventi economici mirati ed ef-ficaci. Stiamo parlando di disuguaglianze sociali radicate, profonde, per cui serveuna strategia di lungo periodo, sinergica con quella per il contrasto della povertà edu-cativa.

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CittàNuova Stagione 26 luglio 2020 • 13

Parte “Open Art” con Rosso VanvitellianoParte “Open Art”, il cartellonedi eventi speciali dell’Estate2020 di Scabec, alla Reggiadi Carditello con la primatappa di “RossoVanvitelliano, se queste murapotessero parlare”, il GrandTour teatrale per lavalorizzazione dei siti storicidella Campania segnatidall’ingegno di LuigiVanvitelli, organizzato daFabrica Wojtyla. Nellamagica cornice del Real sitola rossa maschera dellatradizione, alter ego delgrande architetto LuigiVanvitelli, narra una visionedel grande architetto comemetafora del tempo. Il GrandTour farà tappa poialla Casina Vanvitelliana delFusaro (23 luglio); a PalazzoD’Avalos di Procida (9agosto); nell’Aperiadella Reggia di Caserta (15agosto); al Teatro Romano diBenevento (22 agosto);al Carcere Borbonico diAvellino (29 agosto);al Museo FerroviarioNazionale di Pietrarsa (5settembre). Il cartelloneOPEN ART proporrà anchequattro concerti di RenzoArbore, Sarno Pop, Teatro inBlu di Cetara, “5 artisti perUgo Marano” a Pellezzano(Sa) e ilGustaminori. Info: www.scabec.it Tra i principali luoghidell’estate della cultura 2020,le aree archeologichevesuviane da Oplontis,all’antica Stabiae eBoscoreale; i Campi Flegreicon le Terme e il Castello diBaia, il Rione Terra, Pozzuolie la villa rustica di Quarto;Salerno con il parcoarcheologico di Fratte e ilvicino museo diPontecagnano; la Costieraamalfitana con Agerola e ilSentiero degli dei, le areeinterne di Summonte, Avella,Lioni e dell’alto Casertanocon Santa Maria CapuaVetere e il Real Sito diCarditello; Benevento con ilTeatro romano e l’isolad’Ischia.

Un’estate da reDal 30 luglio al 13 settembre, la grande musica alla Reggia di Caserta

È un omaggio alla cultura, alla musica ealla bellezza dei nostri monumenti la quintaedizione di “Un’estate da re. La grandemusica alla Reggia di Caserta”, in program-ma dal 30 luglio al 13 settembre, nel giardi-no inglese del palazzo reale vanvitelliano.Un calendario di alto livello, che proponeartisti e orchestre tra le più importanti sullascena internazionale e sei appuntamentiche, sebbene riservati a una platea ridottadalle misure anticovid, saranno accessibili atutti con le riprese di Rai Cultura. Partnerdella manifestazione è Rai Radio3. Finanziata dalla Regione Campania, con

la direzione artistica affidata al Mae -stro Antonio Marzullo, l’iniziativa vedeanche quest’anno un’intensa collaborazionetra il Teatro di San Carlo di Napoli e il Tea-tro Verdi di Salerno, con la partecipazionedell’Orchestra dell’Accademia di Santa Ceci -lia. Organizzata e promossa dalla Scabec,società campana per la cultura e i beni cul-turali, la rassegna, nata da un progetto volu-to dal presidente Vincenzo De Luca nel 2016per promuovere sia il monumento dellaReggia che le nostre realtà musicali, è oggiun appuntamento fisso dell’estate dellamusica lirica e sinfonica in Italia. La mani-festazione è realizzata in collaborazione conla direzione della Reggia, il Mibact e conil Comune di Caserta.Si inizia giovedì 30 luglio con “Omaggio

a Beethoven” con Antonio Pappano che diri -ge l’Orchestra dell’Accademia Nazionale diSanta Cecilia, nella sua interpretazione delleSinfonie n. 5 e n. 8. Il maestro, che vive traLondra, Roma e la sua Benevento, città diorigine della sua famiglia, tra i numerosiriconoscimenti internazionali ha ricevuto ilPremio Franco Abbiati dall’Associazionenazionale critici musicali come migliordirettore d’Orchestra per l’esecuzione diWest Side Story, con cui il 12 ottobre 2018l’Accademia inaugurò la stagione, e per l’In-tegrale delle Sinfonie di Bernstein eseguitecon orchestra e coro dell’Accademia Nazio-nale di Santa Cecilia. In occasione del concerto inaugurale,

Enel, storico Socio Fondatore dell’Accade -

mia Nazionale di Santa Cecilia, sarà al fian-co dell’orchestra illuminando la Reggia con icolori della bandiera italiana, un modo pervalorizzare uno dei monumenti più belli almondo e per rendere omaggio al nostro Pae-se e alla ripresa attraverso la cultura e lamusica. Si continua lunedì 3 agosto con unaltro grande nome della direzione d’orche-stra: Daniel Oren che dirige la FilarmonicaSaler ni tana Giuseppe Verdi in “Summerti-me”, una serata con le arie e le composizio-ni più famose di Puccini, Verdi, Bizet e levoci del tenore Vittorio Grigolo e del sopra-no Sonya Yoncheva.Sarà la voce mediterranea di Lina Sastri,

regina della tradizione culturale partenopea,ad accogliere il pubblico giovedì 13 ago -sto con le melodie napoletane e ilrecital “Eduardo mio”, dedicato a EduardoDe Filippo. Storie, canzoni, brani teatraliaccompagnati dall’Orchestra FilarmonicaSalernitana con la direzione di AntonioSinagra. Grande attesa per l’evento clou diquesta edizione, il gala di Plácido Domingoche si terrà nella piazza Carlo di Borbone,con la facciata della Reggia a fare da sfondo:sabato 22 agosto torna in Italia dopo anni

uno dei più amati e celebri cantanti d’operacon arie e duetti da Opera e Zarzuela di Ver-di, Giordano, Giménez, Moreno-Torroba,Serrano, Sorozábal. Ad accompagnarlosarà Jordi Bernàcer che dirigerà l’OrchestraFilarmonica Salernitana “Giuseppe Verdi” eil soprano Saioa Hernández. A settembreprotagonista sarà il Massimo napoletanocon due appuntamenti di livello che chiudo-no questa edizione: sabato 12 settembre“Arie d’Opera” con il soprano Carmen Gian-nattasio, il tenore Saimir Pirgu e l’Orchestradel Teatro di San Carlo diretta da MaurizioAgostini; domenica 13 “Le quattro stagionidi Vivaldi” con il Balletto del Teatro di SanCarlo, étoile Giuseppe Picone.

«In questo anno così difficile – sottolineail presidente della Regione, Vincenzo DeLuca – abbiamo deciso di puntare ancora dipiù sul turismo culturale, che è stato partico-larmente colpito dalla pandemia. È un segnaleforte che intendiamo dare perché è dalla cultu-ra e dall’arte che può e deve continuare ilnostro cammino di sviluppo e di ripresa sututti i fronti. Una testimonianza di come laCampania non si sia mai fermata nella realiz-zazione di eventi di grande qualità».

Una pizzeria per i detenuti del carcere di PoggiorealeÈ stata inaugurata il 14 luglio, con il Cardinale Crescenzio Sepe

e il Capo di Gabinetto del Ministro della Giustizia Raffaele Piccirillo

È stata inaugurata il 14 luglio, all’interno della Casa Circondariale“Giuseppe Salvia Poggioreale” la pizzeria “Brigata Caterina”, un’inizia-tiva, nata dalla collaborazione tra il Ministero della Giustizia e la diocesidi Napoli. Il progetto sperimentale, finanziato dalla Cassa delleAmmende e coordinato da Antonio Mattone, direttore dell’Ufficio diPastorale Sociale e del Lavoro della diocesi Napoli, oltre a dare la pos-sibilità ai detenuti e al personale del penitenziario di poter acquistare lapizza, ha lo scopo di formare e avviare al lavoro quei reclusi che voglionorimettersi in gioco e fare altre scelte di vita. In particolare, con la realiz-zazione di un laboratorio artigianale di pizzeria e friggitoria, dentro ilcarcere di Poggioreale, si intende promuovere la formazione delle figu-re professionali connesse a questi mestieri, e consentire qualificazioneprofessionale e avviamento al placement.L’Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro della diocesi Napoli, per

rendere maggiormente concreta ed ancorata alla realtà la prospettivaprogettuale di professionalizzazione esterna e di qualificata proiezionedi occupabilità si è fatto carico di creare una rete di attori istituzionalicon cui sono stati realizzati dei protocolli d’intesa.A tale scopo, sono stati coinvolti l’Università degli Studi di Napoli

Federico II, l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa e l’UfficioInterdistrettuale Esecuzione Penale Esterna per la Campania (UIEPE),per le problematiche della selezione e per la verifica dei contesti fami-liari dei ristretti da avviare alla selezione. Le Associazioni dei PizzaioliNapoletani, per favorire la collocabilità dei detenuti formati presso i lo-ro associati, e il tutoraggio in una prospettiva di lavoro autonomo.La Regione Campania per il finanziamento del placement e della for-mazione, quest’ultima a partire dalla seconda annualità della progetta-zione.Una seconda fase del progetto prevede la realizzazione di una pizze-

ria esterna al carcere in un locale non più adibito al culto nel Centro

Storico cittadino messo a disposizione gratuitamente dalla chiesa diNapoli, per garantire un percorso di professionalizzazione esterna cheavvia e favorisce il percorso di inserimento lavorativo definitivo dei de-tenuti inseriti nel progetto. Tale locale era una volta la chiesa di Santa Caterina al pallonetto di

Santa Chiara, da cui il nome “Brigata Caterina”. La fase di formazioneprenderà l’avvio il prossimo settembre. Alla manifestazione, patrocina-ta della Camera dei deputati, sono intervenuti tra gli altri il Capo diGabinetto del Ministro della Giustizia Raffaele Piccirillo e il cardinaleCrescenzio Sepe.

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Città Nuova Stagione14 • 26 luglio 2020

Il Festival di Giffoni

compie 50 anni Gli auguri di Mattarella e De Luca

Il celebre festival cinematografico dedicato soprattutto ai più giovani che ogni an-no si tiene a Giffoni Valle Piana, in provincia di Salerno, compie mezzo secolo. Perl’occasione sono giunti messaggi di auguri da parte del Presidente della RepubblicaSergio Mattarella e del Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.Gli auguri del Presidente Mattarella, in particolare, sono stati pubblicati sullo

stesso sito del Giffoni Film Festival. Anche se da lontano, infatti, il capo dello Statoha voluto testimoniare la sua vicinanza, la sua stima ed il suo affetto al fondatore edirettore Claudio Gubitosi che, giovanissimo, «decise di investire tutte le sue energiein un sogno visionario diventato una realtà strutturata e conosciuta in tutto il mondo».

«Il cinema– ha sottolineato Mattarella – con la sua potenza espressiva, può costrui-re un formidabile strumento educativo ed è merito del Giffoni Film Festival aver contri-buito ad elevare il cinema per ragazzi dalla posizione marginale che occupava un tempoai livelli più consoni di un genere di qualità.

Con l’auspicio che la cinquantesima edizione del festival inauguri una nuova e fe-conda stagione di ulteriori successi, invio a tutti i partecipanti alla cerimonia odierna,e in special modo ai più piccoli, i miei calorosi saluti».Il Presidente De Luca ha affidato le sue parole ad un post sulla sua pagina face-

book: «Mezzo secolo di Giffoni Film Festival rappresenta un traguardo straordinario.Il festival del cinema per ragazzi racconta oggi la sua storia e le sue storie, un’esperienzaunica e da sempre senza frontiere, che fa dei giovani la sua grande forza e il suo futuro.Siamo con loro, con i ragazzi, con gli organizzatori, con Claudio Gubitosi che sicura-mente vive quest’anno la stagione più emozionante.

Veniamo da mesi difficili, che inevitabilmente non potevano che cambiare l’approc-cio anche per questa edizione».

A Casoria, celebrazione presieduta da S. E. Mons. Gennaro Acampa

nel ricordo di suor Elvira Piscopo

«Siate fermenti di vita nuova»

A poco più di un mese dalla nascita al cielo di suor Elvira Piscopo, nell’oasi di SanLudovico a Casoria, è stata celebrata la Santa Messa in suffragio della sua anima. Ha pre-sieduto la liturgia eucaristica S. E. Mons. Gennaro Acampa, Vescovo ausiliare di Napoli, evi hanno concelebrato diversi confratelli e religiosi dell’undicesimo decanato. Il Presule haevidenziato la comunione spirituale nella preghiera tra l’assemblea, che è grata a Dio peraver donato alla comunità cittadina e alla famiglia religiosa delle Elisabettine bigie un’ani-ma eletta, aggiungendo che, avendola conosciuta, ne ha potuto ammirare la sua spontaneadisponibilità e attenzione nel porsi al servizio degli altri.Prendendo spunto dalla pagina del Vangelo di Matteo, in cui Gesù narra le tre parabole

del grano e della zizzania, del granello di senape e del lievito nella pasta, mons. Acampa haposto in rilevo che nel cammino di fede verso il Regno di Dio, del quale tutti gli uomini sonochiamati a far parte, non bisogna essere integralisti, rigidi e rigorosi nel giudicare e nel con-dannare gli altri, ma offrire a tutti la possibilità di salvarsi, perché, nel seguire il Signore,vige la legge della gradualità e ciò vale anche nei confronti di se stessi.Il Vescovo ha concluso osservando che le altre due parabole integrano quella sulla ziz-

zania; il senape, granellino piccolissimo, che diventa una pianta alta, simboleggia ciascunodi noi, che pur sentendoci fragili, piccoli, non dobbiamo mai avvilirci, affliggerci e restarefermi, ma nutrire la nostra fede, ravvivarla per metterci ogni giorno alla sequela di Cristo,compiendo opere di bene; la parabola del lievito, infine, ci invita a stare con gli altri nell’u-miltà, nella fraternità ed essere, «insieme con gli altri, fermenti di vita nuova come lo è statasuor Elvira nel corso della sua vita terrena».Al termine della Celebrazione, la Madre Generale della Congregazione delle Elisabettine

Bigie ha ringraziato il Vescovo Gennaro Acampa, i sacerdoti e religiosi convenuti e tutti ifedeli presenti al rito religioso, evidenziando che suor Elvira ha vissuto pienamente. le virtùeroiche,

Antonio Botta

Quartieri Spagnoli, ecco il murale

di Luciano De Crescenzo ad un anno dalla morte

Scoperto il pannello del murale di Luciano De Crescenzo ai Quartieri Spagnoli diNapoli. Il volto del grande scrittore, filosofo e regista napoletano è stato svelato que-sta mattina in vico Tre Regine, all’angolo con via Emmanuele De Deo. Così i QuartieriSpagnoli hanno voluto omaggiare Luciano de Crescenzo con un flash mob celebra-tivo, nel primo anniversario della sua scomparsa, attraverso un iconica rappresenta-zione dell’eclettico filosofo. L’iniziativa è stata promossa dall’Associazione “QuartieriSpagnoli 1536” presieduta da Raffaele Esposito; il progetto artistico «‘O pallone miez‘e machine» è di Michele Quercia e Francesca Avolio e nasce dalla sinergia con Paola,figlia dello scrittore, e Renato Ricci, l’amico storico di Luciano De Crescenzo, fonda-tore del primo fan club dedicato al Professore. L’evento è organizzato in collabora-zione con il Tavolo Interassessorile per la Creatività Urbana del Comune di Napoli ela Municipalità 2.Durante il flash mob, alla presenza della famiglia del poliedrico artista, del sinda-

co Luigi de Magistris, degli assessori Alessandra Clemente e Luigi Felaco, delPresidente di Municipalità Francesco Chirico, del vice Luigi Carbone e piccoli e gran-di del mondo dello spettacolo partenopeo, sono stati simbolicamente apposti i pan-nelli che anticipano l’opera muraria vera e propria ovvero il volto sorridente e com-piaciuto di De Crescenzo che osserva divertito un gruppo di ragazzini che tenta di re-cuperare un pallone perso; attraverso questa installazione temporanea si fonde, confare tipicamente napoletano, il “sacro” della piccola edicola votiva e il “profano” delpallone. Nei prossimi giorni sarà scoperta in vico Belledonne a Chiaia una targa inricordo dell’ingegnere filosofo. Perché proprio in vico Belledonne? Lì De Crescenzodiceva ironicamente di voler esser ricordato per via della sua passione nei confrontidelle belle donne.

Nuove spazzatrici per Napoli

Asia Napoli ha acquistato grazie ai circa 3 milioni di fondi messi a dispo-sizione dalla Città Metropolitana un nuovo parco veicolare di 22 nuove spaz-zatrici di cui 12 elettriche da utilizzare in aggiunta a quelle già in servizio sututto il territorio cittadino. Le spazzatrici elettriche in particolare hanno un basso impatto ambien-

tale sia per quanto riguarda il ridotto utilizzo di acqua che per l’abbattimentodelle emissioni in termini di rumorosità e di emissioni di polvere. Gli autistidelle nuove spazzatrici sono stati selezionati con un bando interno e sono at-tualmente in corso le attività di formazione. Le macchine saranno immesse in servizio a pieno regime già a partire da

settembre e sono in corso verifiche tecniche sul territorio per la valutazionedei migliori percorsi stradali su cui utilizzare il nuovo parco veicolare. Alla presentazione erano presenti il Sindaco Luigi de Magistris, l’assesso-

re all’Ambiente Raffaele Del Giudice, il Presidente di Asia Maria de Marcoed il consigliere comunale Vernetti.

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CulturaNuova Stagione 26 luglio 2020 • 15

Capitolo Metropolitano

SantaMessa

in suffragio

diMons.Ugo

DovereIl capitolo Metropolitano,nel trigesimo della morte,

celebrerà la Santa Messa in suffragio

del Canonico

Mons. Ugo DovereSabato 25 luglio, alle ore 10.30,nella Basilica

di Santa Restituta.Celebrazione Eucaristica

presieduta da Mons. Salvatore Ardesini

e successiva commemorazione.

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SETTIMANALE DIOCESANO DI NAPOLI

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del mercoledì

Estate a Napoli: sosteniamo la cultura Musica, teatro, danza, mostre in più luoghi della città

La 41ma edizione di ‘Estate a Napoli2020’, la storica manifestazione a cu-ra dell’Assessorato alla Cultura e al

Turismo comunale, è iniziata lo scorsoweek end e terminà a ottobre.La scommessa vinta è stata di costruire

un programma culturale di eventi nono-stante il momento difficilissimo che si sta vi-vendo sia il comparto della cultura e del tu-rismo sia gli enti locali travolti dalla crisipandemica e dalle sue gravi conseguenze so-ciali e economiche.L’Assessorato è riuscito a costruire un

lungo e articolato cartellone di eventi cheandrà avanti dalla metà di luglio ai primi diottobre, tutte le sere, in diverse location, of-frendo un’occasione di socialità culturale alpubblico e di lavoro alle lavoratrici e ai lavo-ratori dello spettacolo.Un programma che vuole dare un segna-

le forte di autorevolezza culturale e di entu-siasmo. Sosteniamo la cultura. Diffon dia -mo la bellezza è il claim di questa estate chepiù di altre si è presentata come una sfida. Il metodo di lavoro seguito ha avuto tra le

priorità la condivisione della programma-zione, la diffusione sul territorio degli even-ti, la flessibilità di modificare i programmiprecedenti, una proficua collaborazione in-teristituzionale.Da questo nasce l’Estate a Napoli 2020

presentata mercoledì 15 luglio, in conferen-za stampa dal Sindaco e dall’Assessore allacultura e al turismo del Comune di NapoliEleonora de Majo che ha illustrato nel det-taglio i progetti.

San Domenico: Piazza d’arti(luglio – ottobre al Convento di San Domenico Maggiore) È il progetto che questa estate porterà il

Convento al centro della quotidiana vita cul-turale cittadina con attività mattutine, po-meridiane e serali: le prove teatrali affidatecon una partecipata manifestazione di inte-resse al comparto dello spettacolo dal vivoper rispondere alla grande crisi determinatadall’emergenza COVID-19; le presentazionidi libri, ora necessariamente all’aperto, or-ganizzate al tramonto nel suggestivo chio-stro; ‘Ripartenza in Comune’, una serie di in-contri con le categorie professionali cultu-rali e turistiche per ripensare e organizzareinsieme un percorso di ripresa delle attività,a partire dall’analisi delle criticità del pre-sente; gli aperitivi musicali in prima serata;musica, teatro e danza nel cortile grande se-lezionati tramite una procedura a evidenzapubblica; infine le mostre.

#ARTerie (Finanziato con FondiPOC 2014 - 2020)(Luglio - Agosto – Settembre, oltre 100 eventi, in più luoghi della città) Il titolo del progetto, Arterie, rimanda

all’immagine della diramazione dei vasi san-guigni. Il progetto permetterà la circolazio-ne delle idee e dell’arte dal cuore pulsante delMaschio Angioino ai vari luoghi della cittàche è immaginata come un corpo unico.L’idea di fondo è quella di proporre un ca-

lendario di iniziative culturali che compren-dano la proiezione di film, l’organizzazionedi concerti di musica da ascolto e di rappre-sentazioni teatrali in diversi luoghi dellacittà. Tutti i cittadini potranno disporre diuno spazio culturale nelle vicinanze del loroquartiere di residenza, in cui incontrarsi eassistere a spettacoli in tutta sicurezza.Tutti gli spettacoli saranno gratuiti al

pubblico, che dovrà però obbligatoriamen-te prenotarsi online sul sito del Comune diNapoli, e avrà diritto ad accedere agli spet-tacoli solo dotandosi del voucher di prenota-zione, fino ad esaurimento dei posti.

Festival Musica, Identità e rivoluzione con il sostegno di Città Metropolitana (4 – 7 agosto Piazzale San Martino e la sua terrazza con vista sulla città e la prestigiosa Arena Flegrea)Con Pietra Montecorvino, Peppe Servillo

e Mario Incudine, Canzoniere GrecanicoSalentino, Morgan, Cesare Basile, Tosca,Eugenio Bennato con la partecipazione diEdoardo Bennato

Le MostreSpazi espositivi comunali (PAN, Convento di San Domenico Maggiore,Castel dell’Ovo)«Estate a Napoli 2020. Sosteniamo la cul-

tura. Diffondiamo la bellezza. Esprime for-temente la necessità condivisa con i cittadinie i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolodi ripartire. Ci eravamo prefissati degli obiettivi mol-

to difficili da raggiungere viste le difficoltàgenerate dal Covid: dare un sostegno al com-parto, riaprire gli spazi della cultura, semi-nare occasioni di socialità culturale in tutti iquartieri della città, rilanciare il turismopassando anche per dei grandi eventi dasvolgersi nel rispetto delle normative ingrandi spazi preferendo l’ingresso gratuito.La nostra ‘Estate a Napoli’ 2020 va in questadirezione ed è il frutto di una forte determi-nazione dell’assessorato ma anche di unagrande sinergia interistituzionale nonchédella collaborazione e della propositività delcomparto culturale cittadino. Ci auguriamo che questo programma

possa rispondere nel modo più giusto all’esi-genza comune di ripartire insieme’», ha di-chiarato l’Assessore alla Cultura e alTurismo Eleonora de Majo.

Dal 4 al 7 agosto con Pietra Montecorvino, Peppe Servillo e Mario Incudine,Canzoniere Grecanico Salentino, Morgan, Cesare Basile, Tosca, Eugenio Bennato con la partecipazione di Edoardo Bennato

Il Festival della musica etnica e di autore

Musica identità rivoluzione è il tentativo di aggregare musiche emusicisti che rappresentano, attraverso l'affermazione dell'identità,la convinta opposizione alla cultura dominante, al livellamento im-posto dalla globalizzazione, al pensiero unico che ha oggi nel poteredel virtuale un alleato insidioso e devastante.Il festival è dedicato alla musica etnica e d’autore: quattro le gior-

nate della rassegna, due le location scelte (Piazzale San Martino e lasua terrazza con vista sulla città; la prestigiosa Arena Flegrea), novei grandi ospiti.Si parte il 4 agosto (ore 21 – Piazzale San Martino) con l’esplosiva

voce di Napoli, Pietra Montecorvino; segue il racconto musicale“Grande Sud”: dalla Campania di Peppe Servillo alla Sicilia di MarioIncudine.Il 5 agosto (ore 21 – Piazzale San Martino) arriva in città la pluri-

premiata world music del Canzoniere Grecanico Salentino; la secon-da parte propone l’eclettico Morgan, genio ed estemporaneità delcantautorato italiano.Il 6 agosto (ore 21 – Piazzale San Martino) Napoli incontra il lin-

guaggio siciliano di Cesare Basile e dei suoi Caminanti, per poi dareil benvenuto all’eleganza vocale e interpretativa di Tosca.Il festival si conclude all’Arena Flegrea (venerdì 7 agosto – ore 21)

con il concerto di Eugenio Bennato, e con la partecipazione diEdoardo Bennato: insieme per un concerto inedito, un concerto inquell’Arena che si trova a due passi dal quartiere che li ha visti nasce-re e crescere, Bagnoli. Con la canzone La realtà non può essere que-sta hanno narrato poeticamente i momenti della pandemia, aggiu-dicandosi il premio “Canzone dell’anno 2020”.Previsto, inoltre, nelle prime tre serate, un omaggio dell’ensem-

ble “Ra di spina” ai grandi Maestri della Musica del Sud (AntonioInfantino, Matteo Salvatore e i Cantori di Carpino).Il titolo del festival Musica identità rivoluzione corrisponde ad un

brano musicale (scritto da Eugenio Bennato, Gino Magurno eGianni Migliaccio) interpretato dalla giovane figlia d’arte Eugenia,protagonista anche del videoclip realizzato per l’evento.Si girerà infine un reportage con l’obiettivo di presentare una

città che rinasce con la complicità dell’arte. In particolare, il lavoroaudiovisivo accende i riflettori sulla città di Napoli che con entusia-smo si risveglia da un torpore imposto all’improvviso, e lo fa nel mi-gliore dei modi: con la grande musica di Eugenio Bennato e dei suoiospiti che en plein air propongono un racconto musicale d’autore.Simbolicamente i luoghi accompagnano gli artisti nel loro spettaco-lo musicale, sottolineando il nuovo corso.

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Nuova Stagione16 • 26 luglio 2020

NuovaStagione NuovaS

tagioneAnno LXXIV • Numero 28 • 26 luglio 2020

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abb. Postale - D.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, com

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Festa dell’Assunta,Ordinazioni sacerdotali,

Inaugurazionedell’Anno PastoraleCarissimi sacerdoti e diaconi, vi comunico le date delle prossime celebrazioni presiedute

dal Cardinale Arcivescovo alle quali siamo invitati a partecipare:

Venerdì 14 agosto ore18.30Celebrazione Eucaristica Vigiliare

per la Solennità dell’ Assunta (Duomo)

Sabato 15 agosto ore 11.00Celebrazione Eucaristica

per la Solennità dell’Assunta (Duomo)

Domenica 13 settembre ore 18.00Ordinazioni Sacerdotali presso

il Seminario Maggiore Arcivescovile (la celebrazione si svolgerà all’aperto nel cortile)

Venerdì 18 settembre ore 18.00Primi Vespri per la Solennità di San Gennaro

con l’offerta dell’olio per la lampada del Santo Patrono da parte

del mondo socio-sanitario napoletano. Inaugurazione dell’anno Pastorale 2020-2021

con la consegna della lettera Pastorale del Cardinale Arcivescovo

Aldo ScatolaVicario Episcopale per il Clero