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CIRCUITI OLEODINAMICI ELEMENTARI
Un esame sistematico dei circuiti completi, anche se limitato a pochi tipi di
macchine e di attrezzature, sarebbe estremamente complesso e vasto.
Il raggiungimento del circuito ottimale in rapporto ala specifica applicazione
dipende da fattori molteplici quali:
L’esperienza e l’abilità acquisita dal progettista;
L’approfondita conoscenza dei componenti oleodinamici;
L’esatta analisi delle esperienze operative e dei fattori economici.
Un circuito oleodinamico
per essere funzionante
deve essere costituito
come minimo dagli
elementi che si vedono in
figura. Il filtro (4) è stato
inserito allo scarico e non
si è fatto alcuna ipotesi
circa il sistema di
azionamento del
distributore avendolo
disegnato con il simbolo
generico.
Commutando la valvola di distribuzione 4/3 si ottengono le due corse di
andata e di ritorno del cilindro.
Se le interruzioni richieste dall’applicazione sono
frequenti, per evitare noie al motore elettrico che non
sopporta continue manovre di attacco/stacco, si può
utilizzare una frizione posta tra il motore elettrico e la
pompa oppure
mandare il circuito in scarico:
L’attacco B viene collegato a
scarico così durante la fase di
rientro del pistone (provocata da
una forza R) la portata della
pompa può scaricarsi liberamente
al sebatoio. Data la mancanza di
una posizione di riposo il pistone
può essere fermato solo nelle
posizioni estreme mentre in tutte
le posizioni intermedie esso si
arresta solo per il breve istante
della commutazione iniziando
quindi subito il movimento nel
senso opposto.
Il circuito offre la possibilità di fermare il pistone in
qualunque posizione della corsa e di mantenerlo a
tempo indeterminato: basta posizionare la valvola al
centro.
Le restanti
posizioni sono quelle della figura
precedente.
Qui abbiamo movimenti di uscita e
rientro del pistone senza
possibilità di arresti in
posizioni intermedie. La sola
differenza è che qui anche il
rientro è a comando idraulico.
Sono riportate quattro valvole direzionali 4/3 che differiscono per lo schema idraulico interno della posizione centrale denominata nell’ordine:
1. a libera circolazione;2. bloccato;3. a pressione bloccata;4. flottanteIn tutti questi casi il cilindro può arrestarsi in tutte le posizioni intermedie. Il 3° ed il 4° caso si usano quando si vuole che sotto l’azione di forze esterne e con valvola al centro il pistone sia in grado di muoversi liberamente. Nelle posizioni di sinistra e di destra le 4 valvole hanno effetti identici.
1. cilindro
2. valvola direzionale ad
azionamento pilotato
3. 4. valvole direzionali ausiliarie
(piloti)
5. rubinetto di sezionamento
Aprendo il rubinetto il circuito
viene messo in comunicazione
con la pompa e l’asta del cilindro
si muove verso l’esterno fino a
toccare per mezzo della camma il
rullo di azionamento della valvola
3. Questa inverte la sua
posizione e la pressione di
pilotaggio, prelevata dal punto A
del circuito, viene inviata sul lato
destro della valvola 2
commutandone la posizione e producendo l’inversione del movimento
dell’asta.
Un’altra soluzione di
circuito a ripetizione
automatica del ciclo
basata sull’uso di
valvole di sequenza. La
valvola principale 3 è
ad azionamento pilotato
esterno: il pilota 2
inverte le proprie
posizioni sotto gli
impulsi di pressione che gli provengono alternativamente dalle due valvole di
sequenza. Le valvole di non ritorno 5 servono a cortocircuitare le valvole di
sequenza quando i versi di flusso si invertono.
Si raccomanda l’uso del circuito descritto quando si desidera che il ciclo
funzionale abbia un andamento determinato dalle resistenze incontrate dal
cilindro nei due sensi, senza riferimento alle posizioni raggiunte dall’asta.
CIRCUITI DI PILOTAGGIO
Per avere un pilotaggio
indipendente si realizza un
circuito di piccola portata
completamente separato dal
circuito principale e
comprendente una pompa e
una valvola imitatrice di
pressione tarata al valore minimo possibile. Il pilotaggio esterno ha il
vantaggio di funzionare indipendentemente dalle vicissitudini della pressione
nel circuito principale.
Quando invece la pressione pilotata viene prelevata dal circuito principale, le
soluzioni variano a seconda dei casi, dando luogo:
Esempio di circuito a sequenze idrauliche che interessano tre utenze
provviste complessivamente di quattro valvole di sequenza.
Posizionando la valvola direzionale a destra si muove per primo in uscita il
cilindro centrale perché in questo senso di alimentazione è privo di valvola di
sequenza (la valvola di sequenza sul ramo di scarico non ha alcuna influenza
ed è cortocircuitato da una valvola di non ritorno). Raggiungendo la battuta
esterna o incontrando una resistenza sufficiente durante la corsa, il cilindro
centrale induce nel circuito una pressione che apre la valvola di sequenza di
sinistra (a taratura più bassa) mettendo in moto il relativo cilindro. Con
meccanismo analogo si apre quindi la valvola di sequenza all’estrema destra
e anche il terzo cilindro compie la sua corsa. Invertendo la posizione della
valvola direzionale il primo cilindro a rientrare è quello di sinistra perché privo
di valvola, quindi gli altri due secondo l’ordine stabilito dalle tarature delle
rispettive valvole.
Circuito di protezione
Controllo della portata