processo insegnamento
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AUTORE GRUPPO SCIROCCODocumentalista: Sandra OrtegaNavas
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Le schede servono per stimolare qualche
ragionamento, per fare il punto della situazione,o per
chiarire qualche aspetto. Sono anche un esempio di
sintesi e di raccolta di alcune problematiche sugli
argomenti del corso.
Durante il corso sarete invitati a preparare, del materiale di
supporto per le lezioni che svolgerete in aula, che sarà
raccolto in Internet e nell’archivio del Dipartimento
Informatico.
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Stabiliremo gli argomenti sui quali
il gruppo (o singoli studenti), svolgerà il suo
lavoro preparando, slide, tabelle, documenti,
riferimenti bibliografici e web, osservazioni,
spunti per la discussione, interviste,
ricerche, ecc.
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Avremo un contatto con insegnanti che utilizzano diverse
tecnologie nella loro progettazione dei processi di
insegnamento, per esaminare alcuni casi concreti, imparare
attraverso un azione di découpage - montaggio.
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I gruppi e singoli studenti svolgeranno le
lezioni in Aula nel modo e con le
“tecnologie” che preferiranno.
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Kit raccogliendo i materiali, selezionandoli e
organizzandoli nella forma di schede come
queste.L’esame sarà formato da una parte di letture
comuni e da una parte “creativa” scelta dai
gruppi o dai singoli in base a una
partecipazione attiva.
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Progettazione... Tecnologia
La prima cosa dalla quale partire é il concetto di
tecnologia. Secondo il dizionario De Mauro la tecnologia è
un insieme di strumenti che consentono all’uomo di
intervenire sull’ambiente per trasformarlo.
La tecnologia riguarda, secondo questa definizione, anche la
produzione di teorie. Include la progettazione e il complesso
delle attività materiali di una data cultura.
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• La tecnologia non è solo qualcosa di “meccanico”. Così non solo
le tecnologie, ma anche il“modo” in cui si utilizzano e il progetto
stesso farebbero parte del sistema di tecnologiedidattiche?
• Facciamo un esempio: quando Roger Cousinet aveva inventato il
suo schedario cooperativo, aveva a disposizione dei fogli di
carta, delle macchine da scrivere, dei cartoncini. Aveva degli
strumenti.
• Utilizzando gli strumenti in un certo modo aveva ideato un
metodo didattico. Questo metodo è ancora oggi qualcosa acui gli
insegnanti possono riferirsi, magari applicando nella forma di un
database. Ci chiediamo: è anche una tecnologia?
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Oggi per tecnologie didattiche
si intendono soprattutto gli strumenti informatici e
telematici, cioè le tecnologie della
comunicazione (TIC). C’è chi
fa risalire il termine stesso al
1954, data di fondazione delle
teorie di Skinner sull’istruzione
programmata che porteranno
alla costruzione di macchine per
l’apprendimento. Ci poniamo allora anche questa
domanda: tecnologie didattiche e TIC sono la stessa
cosa? Quando una tecnologia diventa “didattica” e...
che cos’è, alla fine, una tecnologia?
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Per capire bene che cosa consista il problema posto,
bisogna avere chiaro che cosa vuol dire progettare un percorso di insegnamento che impieghi delle tecnologie didattiche.
Progettare -Insegnamento- Tecnologie.
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Si possono progettare tutti i corsi di un istituto scolastico,
oppure la formazione mirata per il personale di un’azienda
che deve apprendere una nuova procedura per la gestione
della contabilità, o ancora i corsi di una singola materia per
un periodo determinato, oppure un programma di recupero
per un ragazzo in difficoltà di apprendimento. I processi di
insegnamento sono i più diversi perché dipendono dagli
obiettivi che vengono attribuiti da qualcuno (istituzione,
insegnante, azienda, ecc.) e Le tecnologie impiegate invece
possono essere di diversa natura e non si deve credere che
a un processo corrisponda una determinata tecnologia.
Stabilire la relazione tra processi e tecnologie è
precisamente il compito che l’insegnante, il tutor, il
responsabile del processo di formazione, sono chiamati a
fare.
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Élise e Celestine Freinet, Nascita di una pedagogia popolare (1949)- contiene anche “La tecnica Freinet” (1937) - Firenze, La Nuova Italia,
1959.Joseph D. Novak, L’apprendimento significativo. Le mappe
concettuali per creare e usare la conoscenza, Erikson, Trento, 2001,capitoli 3 e 4;
Antonio Calvani, Che cos’è la tecnologia dell’educazione,Carocci, Roma, 2004. Tecnologie Didattiche n. 1 - Aprile 1993, CNRGenova, Dibattito - in due battute - sulle Tecnologie Didattiche, in:
http://www.itd.ge.cnr.it/td/Durante il corso saranno proposte letture, schede, filmati...
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L’insegnante deve trovare le strategie più opportune per
programmare la sua attività secondo le condizioni di partenza e
impiegare le tecnologie più adatte.
“L’esperienza acquisita nei sistemi scolastici di massa ha
ostrato quanto sia improbabile che una sola teoria possa
interpretare nel suo insieme la formazione scolastica, e quanto
sia illusorio amplificare il valore di una tecnica o di un insieme
di tecniche fino a ritenere che si tratti di soluzioni
uniformemente valide (...) Sappiamo infatti che gli allievi
presentano un’estrema varietà di caratteristiche, sia dal punto
di vista intellettuale che da quello affettivo: se la proposta
educativa prescinde dalla considerazione di tali caratteristiche,
è del tutto improbabile che possa soddisfare le esigenze di tutti
gli allievi.
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• l’insegnante deve operare come una sorta di “tecnico” che utilizza gli
strumenti più idonei secondo determinate circostanze. Determina le
condizioni di partenza stabilisce gli obiettivi, sceglie gli strumenti più
adatti per ciascun allievo per raggiungere determinati traguardi:
“L’indicazione che si ricava dalla ricerca didattica più recente tende ad
invertire questa logica: in altre parole è necessario precisare quali
risultati si attendono dall’attività educativa (e non solo per alcuni allievi,
ma per tutti), per poi individuare, tenendo conto delle caratteristiche degli
allievi, i modi in cui essi possono essere raggiunti. Non abbiamo quindi
una didattica prescrittiva sul piano del comportamento degli insegnanti,
ma una didattica che tende a una messa a punto di una strategia di
intervento adeguata alle specifiche necessità che presenta una
determinata situazione educativa.”
• (Benedetto Vertecchi, Le parole della scuola, La Nuova Italia, Firenze, 2002, pag. 74).
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“E’ l’area che si occupa di disegnare, allestire, gestire e valutare sistemi e
Ambienti formativi supportati o meno da tecnologie e che in generale
studia come i media possono modificare e favorire l’apprendimento. Essa
ricorre a ipotesi e modelli teorici, desunti principalmente da teorie
dell’apprendimento o della conoscenza, che cerca poi di confrontare con
dati sperimentali e studi sul
campo e di adattare ai contesti concreti.”
(A. Calvani, op. cit. pag. ).
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Può essere importante in sede di progettazione e di predisposizione delle tecnologie didattiche?
“L’apprendimento significativo si verifica quando chi apprende decide di mettere in relazione delle nuove informazioni con le
conoscenze che già possiede.
La qualità di questo apprendimento dipende anche dalla ricchezza concettuale del nuovo materiale che deve essere
imparato. L’apprendimento meccanico Avviene invece quando chi apprende memorizza le nuove informazioni senza
Collegarle alle conoscenze precedenti. L’apprendimento puramente meccanico e quello altamente significativo
rappresentano i due estremi di un continuum.
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L’apprendimento significativo richiede:
1. Conoscenze precedenti: l’alunno deve possedere già delle
informazioni da mettere in relazione a quelle nuove, perché
queste possano essere apprese in maniera approfondita:
2. Materiale significativo: le conoscenze da apprendere
devono essere rilevanti in rapporto ad altre e devono
contenere concetti e proposizioni significativi;
3. Che l’alunno scelga di apprendere in modo significativo,
ovvero deve decidere di consapevolmente di mettere in
relazione, in modo non superficiale, le nuove conoscenze con
quelle già in suo possesso.
(Joseph D. Novak, L’apprendimento significativo. Le mappe concettuali per creare e usare la conoscenza, Erikson, Trento, 2001, pag, 31).
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• “L’apprendimento basato su problemi reali (ABP) prevede che
insegnanti e studenti, nell’affrontare un problema della vita reale
(come, per esempio lo smaltimento dei rifiuti o le cause
dell’asma), interagiscano concetti e capacità legate a una o più
discipline. Spesso questo tipo di approccio coinvolge gli alunni
nell’elaborazione di un progetto a medio / lungo termine. L’ABP
va oltre i tipici progetti interdisciplinari che vengono adottati in
molte scuole (perché si Concentrano su problemi reali, nda).”
• (Beau Fly Jones, Claudette M. Rasmussen e Mary C. Moffitt, Diattica per problemi reali. Rendere significativi gli
apprendimenti, Erickson, Trento, 1999, pag. 13.
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Se si progetta a un livello generale, di sistema, di azienda, di
Stato, Occorre analizzare i bisogni, gli obiettivi generali
(scopi, missione), Individuare le risorse, stabilire soluzioni
alternative, identificare i vincoli specifici. Questo vale anche
per una progettazione a livello di corso e in parte di singola
lezione. Ma più si scende nella segmentazione del Processo
e più occorre prestare attenzione alle istanze particolari, per
esempio la scelta degli strumenti didattici. Infatti, se una
scuola o un’azienda o lo Stato finanziano un programma di
insegnamento, saranno poi i soggetti attivi che partecipano
al processo di insegnamento, stessi a utilizzare
concretamente le risorse economiche assegnate e a
stabilire in parte quali tecnologie saranno sfruttate. La
valutazione rientra in tutti gli ambiti ma con modalità
diverse. A livello “macro” si valuterà l’efficacia globale del
sistema (del processo), a livello di corso le trasformazioni
qualitative e quantitative avvenute negli allievi
(apprendimento).
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• L’insegnamento a distanza di tipo aperto (e-learning),
richiede una capacità di progettazione integrativa molto
forte.
• Integrativa nel senso che occorre saper mettere insieme
lungo un processo stabilito, interventi, strumenti, tempi e
spazi fra loro molto diversi, se non contraddittori. Si può
essere in un’aula, assistere a una vidoconferenza da
casa, colloquiare con il tutor...
• Altri vincoli riguardano i software, le risorse economiche,
ma anche le risorse dei soggetti che erogano la
formazione, sia in termini di abilità ed esperienza nel
campo, che dal punto di vista tecnico.
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“Il docente (quello che pratica elearning), quindi ha
bisogno di orecchio per il ritmo, come il direttore d’orchestra e colpo
d’occhio come il regista cinematografico, deve captare i movimenti che la
comunità di apprendimento compie e interpretare le sue esigenze e
aspettative in modo da intuire prontamente l’intervento adeguato per ogni
evenienza” (!!)
Silvia Innocenzi, Essere docenti on - line, in: Maragliano, Pedagogie dell’e-learning,
Laterza, Bari, 2004, pag. 119).
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Scrivi la migliore
definizione possibile.
Prime idee
Scrivi ciò che pensi Il linguaggio è una tecnologia didattica?perché? ..................................................
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Se imparo a guidare, il motorino èunatecnologia didattica, perché?...................................................................................................................................................................................................................................................................................
Se imparo il pensiero di Socrate sto attuando un processo di apprendimento? .......................................................................................................
Concordi con l’affermazione che ogniprocesso ha le sue tecnologie?..................................................................................................................................................................
Quali temi vorresti approfondire?............................................................................................................................................
Per quale motivo?........................................................... ,
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GRAZIE PER L’ATENZIONE!!!
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