professione calcio - sfoglia il settimanale - anno iii n.26

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ISSN 1593-6309 9 7 7 1 5 9 3 6 3 0 0 5 9 8 0 0 2 6 Sped. Abb. postale comma 20/B - Filiale di Roma Legge 23/12/’96 - Viale Filippo Tommaso Marinetti, 221 - 00143 Roma IL SETTIMANALE DI A, B, LEGA PRO, D, CALCIO FEMMINILE E CALCIO A 5 ANNO 3 - N° 26 07 luglio 2011 1€ Palazzi attacca l’Inter : violati gli articoli 1 e 6 del CgS. Ora al Consiglio federale spetta la decisione sul tricolore degli onesti .... Cosa farà Giancarlo Abete di fronte alla questione morale dello scudetto 2006? 1) Revocherà lo scudetto. 2) Griderà: Son volatili per diabetici! 3) Filippica sulla morale e tanti saluti Inchiesta AIAC pag 8/9 Professione Calcio TV cambia canale : da 926 la nostra programmazione passerà al 940 del bouquet Sky

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PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.26

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Page 1: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.26

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Sped. Abb. postale comma 20/B - Filiale di Roma Legge 23/12/’96 - Viale Filippo Tommaso Marinetti, 221 - 00143 Roma

IL SETTIMANALE DI A, B, LEGA PRO, D, CALCIO FEMMINILE E CALCIO A 5 ANNO 3 - N° 26 07 luglio 2011 1€

Palazzi attacca l’Inter : violati gli articoli 1 e 6 del CgS.Ora al Consiglio federale

spetta la decisione sul tricolore degli onesti....

Cosa farà Giancarlo

Abete di fronte alla questione morale dello

scudetto 2006?1) Revocherà lo scudetto.2) Griderà: Son volatili per

diabetici!3) Filippica sulla morale

e tanti saluti

Inchiesta AIAC pag 8/9

Professione Calcio TV cambia canale: da 926

la nostra programmazione passerà al 940 del bouquet Sky

Page 2: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.26

2 NUMERO 26 - 07 luglio 2011w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

Reg. del Tribunale di Roma n° 1/2009

Amministrazionevia F.T. Marinetti, 221 - 00143 Roma

Tel/Fax 06.5000975email: [email protected]

Direttore responsabileMassimiliano Giacomini

email: [email protected]

CaporedattoreFlavio Grisoli

email: [email protected]

RedattoriFabiola Rieti, Sara Sbaffi

email: [email protected]

Segretaria di RedazioneGerarda Angela Lomonaco

email [email protected]

[email protected] [email protected]

Hanno collaborato Guido Del Re, Giuliano Corridori

Realizzazione GraficaWalter Fantauzzi - www.walterfantauzzi.com

Stampa: Global Stampa - Via Angelo della Pergola, 5 - 00176 Roma

Mi vien da ridere. Ora che Stefa-

no Palazzi ha spiegato che sullo

scudetto del 2006 niente può la Giusti-

zia Sportiva ma che la questione morale

pesa come un macigno verso quelle so-

cietà che sembravano candide come ver-

ginelle, c’è da vedere come si comporterà

il paladino della morale Giancarlo Abete e

il suo Consiglio federale. Il “non legato alle

logiche della poltrona” ha sempre messo

davanti a tutto e a tutti la questione mo-

rale, che personalmente avrei lasciato a

un ricordo di berlingueriana memoria, e

ora Palazzi lo mette di fronte al suo peg-

gior incubo: dover prendere una decisio-

ne. È certo che, come scritto dal super-

procuratore, se le nuove intercettazioni

fossero uscite fuori prima del 2006, in ve-

rità erano lì sotto gli occhi di tutti, ma non

potevano venire a galla perché Telecom

docet et impera, allora quello scudetto

l’Inter se lo sarebbe sognato. Ora Abete,

che non sa a quale santo appellarsi, cor-

re dai saggi, ma si sa la guerra è guerra e

quando un giornale come il Corriere della

Sera inizia a mandare messaggi nemme-

no tanti velati al Consiglio Federale spie-

gando che Moratti è pronto ad adire a vie

legali, allora vuol dire che Abete è circon-

dato. Da una parte gli Agnelli e i Moratti

spingono dai due lati opposti e dall’altra

parte la stampa inizia a far sentire la voce

dei veri padroni. In mezzo a questo mara-

sma la credibilità del “non legato” è mes-

sa a dura prova perché se dovesse girare

le spalle al suo cavallo di battaglia (la mo-

ralità) dovrebbe solo prendere baracca e

burattini e tutta la corte dei miracoli e an-

darsene a casa. Se invece Giancarlo Abete

e il Consiglio federale dovessero revocare

lo scudetto e anteporre la linea morale di

fronte alla paura, allora saremmo i primi a

gridare a voce alta: Abete Santo subito.....

Ma a vedere quanto fatto in questi anni è

difficile prevedere uno scenario del gene-

re. Il calcio è legato ai “carri”, alle amicizie,

alle pressioni più o meno lecite, al potere,

alle conoscenze, alla politica e negli ultimi

anni la situazione è andata deteriorando-

si. Come ha detto in un’intervista rilasciata

all’Unità Carlo Pallavicino, agente di calcia-

tori, il sistema calcio si muove come nella

mafia quando soccombe una famiglia ne

subentra un’altra. Pensare che ci sia qual-

che mosca bianca all’interno del sistema è

guardare il mondo con occhi da demente.

I procuratori coinvolti in Calciopoli hanno

continuato a gestire i calciatori come se

nulla fosse stato, i dirigenti implicati han-

no continuato a lavorare nelle società,

gli arbitri visto che erano immersi fino al

collo in Calciopoli hanno guadagnato l’au-

tonomia (sic!), allenatori legati ai “carri”

o agli sponsor hanno continuato ad alle-

nare e alcuni pluriesonerati hanno anche

guadagnato panchine illustri. Personaggi

squalificati per illeciti sportivi ora siedono

su poltrone di comando e danno lezio-

ni di moralità. Commissari straordinari

che hanno assegnato scudetti d’imperio

hanno guadagnato posti da dirigennti in

importanti società. Giornalisti che hanno

venduto le proprie idee e il proprio libero

pensiero continuano a dispensare verità.

L’Inter vuole lo scudetto? Allora si lasci

processare, se è pulita verrà assolta. Per

quanto riguarda la Federcalcio, non dia

solo una condanna morale ma dimostri

che non ha paura. Sì, mi vien da ridere

da solo a scrivere queste

cose.....

Caro Abete è giunta l’ora di dimostrare che la moralità ha un pesoMassimiliano GiacominiMassimiliano Giacomini

T C A STattica

LEGENDA

Curiosità Approfondi-mento

Statistica

ADERENTE A:

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4 NUMERO 26 - 07 luglio 2011w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

Come volevasi dimostrare (e come noi ave-

vamo ipotizzato in tempi non sospetti)

il superprocuratore Palazzi ha archiviato, per

prescrizione, i fatti di Calciopoli. Ma attenzio-

ne, perché gli interisti che già festeggiano, po-

trebbero essere beffati sul filo di lana. Palazzi

ha infatti specificato che la giustizia sportiva

non può più intervenire su tesserati o socie-

tà essendo passato il tempo massimo dai fatti

del 2006. Ma ha anche specificato che se i fat-

ti venuti alla luce successivamente lo fossero

stati nel 2006, costoro (tesserati e società pre-

scritte) sarebbero stati sanzionati. Quindi af-

ferma che come giustizia sportiva non può in-

tervenire ma fa capire che non merita il titolo

chi avrebbe dovuto, in verità, essere alla sbar-

ra come imputato dello stesso reato per cui

è stato punito Moggi e con esso la Juventus.

Ora la patata bollente passa nelle mani del Sor

Tentenna e dei suoi scherani, ma già fa capire

che, dopo averlo negato, si metterà nelle mani

dei saggi. Ora, si dà il caso che nel Consiglio

seggano interisti doc come Bolchi o personag-

gi sfuggiti al deferimento come Cellino. Come

si comporteranno in caso di votazione? Un bel

rompicapo per il Nostro che come al solito cer-

ca di sfuggire alle sue responsabilità. Intanto il

calcio è sommerso dai debiti, molte squadre

in Lega Pro non si sono iscritte, altre saranno

sanzionate dalla Co.vi.So.C.. Il mercato non

decolla, si sono per ora fatti affari secondari,

le big si annusano aspettando che l’avversario

faccia la prima mossa. I tempi belli del calcio

erano altri, non quelli odierni ammorbati da

agenti e faccendieri che pensano solo a laute

prebende facendo e disfacendo, spesso turlu-

pinando direttori e presidenti. I prezzi che si

sentono in giro sono da neurodeliri, in un mo-

mento in cui l’economia del Paese langue e si

fatica a raggiungere il fine mese. Ma questa è

dietrologia, e preferisco fermarmi

qui. Per ora.

Il Sor Tentenna, la patata bollente dello scudetto del 2006 e il calcio dei turlupinatoriMauro Gasperini

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Ugolotti: “Il Grosseto è la mia occasione” Fabiola Rieti

Si potrebbe affermare che la Carrarese si è presa

il nemico in casa. È stato presentato ieri infat-

ti il nuovo tecnico Stefano Sottili, l’uomo che nella

scorsa stagione con il Carpi ha vinto il campionato

distanziando i gialloazzurri in seconda posizione. Per

il mister di Figline Valdarno, 42 anni, alla sua secon-

da esperienza in un campionato professionistico, le

prime impressioni sul nuovo ingaggio sono positive:

«C’è grande entusiasmo, è una piazza che da troppo

tempo mancava da categorie che le erano più conge-

niali. Bisognerà continuare a coltivare questa euforia

che ci accompagna adesso». Sottili ha già in mente

come sarà la sua Carrarese: «Hanno da poco rifatto

il discorso societario. Ci siamo visti con la società e

abbiamo deciso di confermare il blocco della passa-

ta stagione, poi cercheremo qualche giovane classe

1991 da poter inserire nell’organico. Successivamente

ci si muoverà su tre o quattro giocatori di esperienza,

che magari hanno qualche campionato in più sulle

spalle». Alla conferenza stampa di presentazione del

giovane allenatore, nella sala del municipio di Carrara,

era presente anche Gianluigi Buffon, azionista degli

azzurri; le parole del neo mister rivelano tutta la sua

emozione: «Al di là dell’imbarazzo iniziale, ho trovato

una persona disponibile, tranquilla e solare – e scher-

za – potrebbe essere l’amico vicino di ombrellone al

mare. A parte le doti atletiche che tutti conosciamo lui

riesce ad abbinare una grande disponibilità». In con-

clusione, uno sguardo alla riforma dei campionati: se

sarà attuata potrebbe essere una stagione più impe-

gnativa delle altre? «Probabilmente sì – ammette Sot-

tili – però non si sa mai cosa può succedere; a partire

dal discorso under 1990 o 1991 e la riforma, bisogna

capire prima come saranno modificati, quante le re-

trocessioni. Comunque mi aspetto una competizione

difficile, ci sono realtà importanti, anche l’anno scorso

la metà delle squadre non ha usato i giovani: questo

testimonia che c’è voglia di lottare per la promozione

a discapito del budget societario».

Il nuovo allenatore del Grosseto è Guido Ugolotti, che dalla Lega Pro

con il Siracusa sbarca in serie bwin fortemente motivato da questa

grande occasione. Il neo mister biancorosso spiega così il suo ritorno in

terra toscana: «Ho scelto di fare un salto di qualità, dopo tanta esper-

ienza nei campionati minori, è capitata questa occasione e l’ho colta al

volo. Chiunque avrebbe accettato». Eppure la gioia per questa nuova es-

perienza è macchiata dall’addio

ai leoni siciliani avvelenato dalle

dichiarazioni dal presidente Lu-

igi Salvoldi rilasciate per il nostro

sito www.professionecalcio.eu

la settimana scorsa. Il numero

uno degli aretusei ha detto che

il suo ex tecnico lo aveva deluso

per non aver raggiunto i play-off

e che non aveva una mentalità

vincente. Ugolotti non è stato

zitto e ha tenuto a ribadire le

sue posizioni: «Il presidente si è scordato di quando aveva 5 partite e

zero punti. A gennaio non si potevano fare ritocchi, perché la società era

economicamente in difficoltà. C’è rammarico per un percorso di crescita

in cui il Siracusa è stato comunque protagonista in Prima Divisione e per

aver lasciato giocatori che hanno rinnovato convinti di essere allenati

da me. I presidenti vogliono vincere, ma oltre ai calciatori servono le

strutture». Intanto si comincia a stendere il progetto per i grifoni, come

conferma l’allenatore: «L’obiettivo per il Grosseto sarà mantenere la cat-

egoria, vogliamo ringiovanire la squadra. Il presidente Camilli ha fatto

sempre un grande lavoro, spendendo anche molto e ora vuole seminare

bene con una programmazione per il futuro». In fase di calciomercato

ancora non ci sono mosse definite: «Qualche ragazzo del Siracusa meri-

terebbe di salire di categoria. Nomi non ne abbiamo ancora fatti, ma

c’è una lista di svincolati e il direttore sportivo si sta muovendo secondo

alcune indicazioni che ho dato». Per la tattica invece il tecnico precisa:

«Non sono legato ad uno schema di gioco, mi adatto alle caratteristiche

dei giocatori e sto studiando sul materiale che ho già a dis-

posizione».

Ugolotti

(Foto Arcivio)

6 NUMERO 26 - 07 luglio 2011w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

L’ex tecnico del Siracusa risponde al presidente dei siciliani Salvoldi: “Si è scordato di quando aveva 0 punti e poi per vincere ci vogliono le strutture”

Carrarese, Sottili: “Che emozione incontrare Buffon” Sara Sbaffi

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Page 8: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.26

Flavio Grisoli

Ha ragione Renzo Ulivieri, presidente

dell’AIAC, quando dice che nella partico-

lare congiuntura storica che sta vivendo il no-

stro calcio, ci sia necessità di cambiamento.

Lo ha scritto nell’ultimo editoriale pubblica-

to sul sito internet ufficiale dell’Associazione

Allenatori, della quale l’ex tecnico di Napoli,

Parma, Torino e Bologna tra le altre è presi-

dente dal marzo 2009. “In questo ambito

non c’è più spazio per visioni parziali: la

nostra Associazione lo sa perfettamente e

non cadrà in posizioni corporative, legate

esclusivamente alla cura dei propri inte-

ressi particolari”. Questo scriveva Ulivieri

all’indomani della sua elezione, ma il “niet”

sul Dipartimento Femminile, oltre che dal-

le motivazioni tuttora oscure (se non altro

perché non è stata data spiegazione), appa-

re sia protettrice di interessi corporativi che

particolari. Ma, non facendo né le verginel-

le, né tantomeno i falsi moralisti, di questo

non ce ne stupiamo troppo. Era così prima,

è così adesso, e sarà così in futuro. Cam-

biamento, dunque. Tornando alle parole di

oggi di Ulivieri, leggiamo: “Del resto, questo

è il momento dei tanti nodi da sciogliere, an-

che al di fuori dell’Aiac. Prendiamo il lungo e

tormentato dibattito intorno al nuovo Statu-

to federale. Su un punto la nostra posizione

sembra essere quasi isolata: ci riferiamo alla

questione dell’autonomia arbitrale, garantita

da una precisa architettura statutaria. Accet-

tiamo anche la semplificazione che ci viene ri-

volta contro: la nostra, dicono, è una posizio-

ne ideologica. Noi preferiamo definirla ideale,

e siamo convinti che sarebbe un successo per

tutto il movimento dimostrare concretamen-

te, e non solo a parole, di voler mantenere

l’autonomia arbitrale come elemento portan-

te del sistema-calcio, all’interno del quale ci

deve essere spazio ancora per punti di caduta

condivisi, e non solo la logica brutale del

potere economico”. I nostri lettori sanno

quale sia la posizione, non solo nostra, ma

di gran parte delle componenti all’interno

del CF, in merito all’autonomia del Setto-

re Arbitrale, quindi non ci soffermiamo. È

piuttosto stupefacente come ci sia questa

solidarietà trasversale tra le componenti

tecniche, pronte a difendere i loro bastio-

ni a costo di paralizzare proprio quelle ri-

forme, quell’azione di cambiamento tanto

invocata da tutti, ma che alla fine non sta

mai bene a nessuno. “Che cambino gli al-

tri, perché noi stiamo bene così”: sembra

questo lo slogan maggiormente ricorrente

a via Allegri e dintorni. Chi vuole utilizzare il

termine “cambiamento” non solo per dare

“Che cambino gli altri, perchè noi stiamo bene così” ecco lo slogan delle componenti

88 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 26 - 07 luglio 2011

Inchiesta AIAC

Mister Cifaldi (Foto Archivio)

Page 9: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.26

aria ai denti è l’Assemblea della LND, che ha

proposto la creazione di un’Associazione Ita-

liana Allenatori Dilettanti, volta a dare mag-

gior voce a chi, da professionista o dilettante,

siede sulle panchine delle categorie inferiori

al professionismo. Non solo, però: in questa

nostra inchiesta chiediamo ai tecnici cosa ne

pensino riguardo all’abolizione dell’obbligo

di detenzione di patentino per allenare fino

agli Juniores. Provvedimento, questo, nato in

extremis tra l’Assemblea della FIGC del 20 giu-

gno e quella della LND del 21 probabilmente

per rendere pan per focaccia agli allenatori

che avevano bocciato la creazione del Dipar-

timento Calcio Femminile, ora costretto al

commissariamento guidato, suo malgrado, da

Carlo Tavecchio, appena liberatosi dal ruolo

di commissario straordinario dell’Interregio-

nale. «L’Associazionismo è sempre una cosa

valida», sottolinea Rinaldo Cifaldi, che nella

stagione appena conclusa ha vissuto un rap-

porto travagliato sulla panchina del Teramo.

«Ci sono categorie, soprattutto nella Serie D

- prosegue il tecnico nato proprio a Teramo

nel 1961, e in precedenza allenatore de L’A-

quila, Chieti e Celano - dove di dilettantistico

c’è veramente poco. Ormai anche qui si gioca

quasi ogni tre giorni, e l’impegno che si deve

mettere in campo è sempre maggiore». C’è la

sensazione, che serpeggia fra molti, che l’AIAC

non si occupi abbastanza delle istanze dei tec-

nici che operano nelle categorie inferiori. Un

elemento che dà credito a quanto scriviamo è

il fatto che sul sito internet dell’AIAC (www.as-

soallenatori.it) ci sono gli elenchi solamente

dei tecnici dalla Serie A alla Seconda Divisione

di Lega Pro. Comprendiamo (ma fino a un cer-

to punto) quanto sarebbe complicato inserire

un database di dimensioni ciclopiche com-

prendente i tecnici di tutte le categorie, però

da un sindacato uno sforzo di questo tipo ce

lo potremmo anche attendere, e perché no,

anche auspicare. «L’AIAC credo tuteli tutte le

categorie - replica Cifaldi - anche perché mi

sembra che negli ultimi anni si sia battuta

per i diritti di tutti. Forse - prosegue il tecnico

che in questa stagione, da primo in classifica,

è stato esonerato e poi richiamato perché il

subentrato, Ammazzalorso, non era riuscito

a vincere nemmeno una partita - ci sarebbe

da vedere bene la situazione di un allenatore

con il patentino da professionista che allena

tra i dilettanti, perché in quel caso fa fede lo

status della società in cui si lavora. Spero, in

questo senso, che la situazione evolvi». E pro-

babilmente questo sarà oggetto del nuovo

accordo collettivo che dovrà essere discusso

dall’AIAC con le varie Leghe. “Noi siamo con-

vinti che, per quello che ci riguarda, il rinnovo

del nostro accordo collettivo potrà avvenire

adesso in un’atmosfera costruttiva, nel rispet-

to dei reciproci punti di vista, da condensare

poi in una nuova intesa”: questo il passaggio

sull’argomento di Ulivieri nel suo ultimo edi-

toriale. Tanto miele, come sempre, in questi

casi: la tattica della carota e del bastone è fin

troppo nota a chi scrive. Speriamo solamente

che non si finisca (forse) come per il rinnovo

del contratto AIC, con un tira e molla che ci

ha esposto al pubblico ludibrio europeo e

mondiale. Per concludere, con Rinaldo Cifaldi

parliamo della decisione della LND di togliere

l’obbligo del patentino dalla Prima Categoria

in giù, fino agli Juniores: «Non dico che il pa-

tentino sia tutto - commenta il tecnico abruz-

zese - però credo allo stesso tempo che una

base alle spalle di formazione sia importante,

soprattutto per chi opera nei Settori Giovanili.

Perché oltre a essere tecnici, sono anche degli

educatori. Sicuramente, in questo senso, per

chi si trova ad allenare degli adulti il proble-

ma è di minore entità. Credo che l’Associazio-

ne - conclude Cifaldi - invece debba cercare di

professionalizzare e qualificare sempre di più,

anche attraverso corsi di aggior-

namento e seminari».

99w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 26 - 07 luglio 2011

Chi vuole utilizzare il termine “cambiamento” non solo per dare aria ai denti è l’Assemblea della LND, che ha pro-posto la creazione di un’Associazione Italiana Allenatori Dilettanti, volta a dare maggior voce a chi,

da professionista o dilettante, siede sulle panchine delle categorie inferiori al professionismo

Società di 2a Divisione che non hanno pre-

sentato domanda di iscrizione al prossimo

campionato di Lega Pro: F.C. Canavese S.r.l.,

Crociati Noceto S.r.l., A.C. Rodengo Saiano S.r.l.,

A.C. Sangiovannese 1927 S.p.A. Altre società

hanno presentato la domanda di iscrizione non

completa per cui sono in corso delle verifiche.

Società di 1a Divisione: A.S. Atletico Roma F.C.

S.r., Calcio Como S.r.l., U.S. Foggia, Gela Calcio,

A.S. Lucchese Libertas 1905, Ravenna Calcio,

Salernitana Calcio 1919 S.p.A. Altre società

hanno presentato la domanda di iscrizione non

completa per cui sono in corso delle verifiche.

Società di 2a Divisione: Alma Juventus Fano

1909, Brindisi 1912, S.S. Cavese 1919, Cosenza

Calcio 1914, A.C. Ebolitana 1925, Matera, Mon-

tichiari, Sanremese Calcio 1904, Catanzaro Cal-

cio 2011.

La lista delle società che non si sono iscritte alla prossima Lega Pro e quelle che

hanno presentato domande incomplete

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11NUMERO 26 - 07 luglio 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

La mutualità sui diritti televisivia favore di Lega Pro e Lega dilettanti

si sta trasformando in una farsaGino Tapinassi

Gino Tapinassi: “La legge prevedeva e prevede anche che fosse istituita una Fondazione per l’amministrazione di queste risorse.

Due anni e mezzo sono passati e né il Signor Abete, né tantomeno il Signor Valentini hanno mosso un dito in tal senso”

La vicenda della mutualità sui diritti televi-

sivi a favore della LND e della Lega Pro di

Firenze si sta trasformando da cosa altamen-

te seria ed importante ad una farsa tragico-

mica a causa dell’indifferenza e dell’incapa-

cità del presidente Abete e del suo direttore

generale Antonello Valentini, buoni sola-

mente a porre in essere – e là, sì, rapidamen-

te – provvedimenti a salvaguardia della loro

poltrona e a difesa del loro sederino (nomi-

na di Ulivieri a Presidente degli Educatori e a

Direttore per i corsi di Allenatori a Covercia-

no con annessi e connessi, nomina di Bag-

gio a Presidente del settore tecnico federale

di Coverciano, inserimento dell’ex manager

dello stesso giocatore nel Consiglio Direttivo

del settore tecnico, con eventuale diritto di

immagine (?!), mega stipendio al presidente

dell’Aia nella sua qualità di co-designatore

della massima serie della Divisione Nazio-

nale). Come tutti ricorderanno il Governo

Prodi – ed io fui a quei tempi in prima linea

per questa battaglia – decise che una parte

dei proventi dei diritti televisivi dovesse es-

sere utilizzata per il settore giovanile e sco-

lastico, per i dilettanti, per i vivai e le scuole

calcio della Lega nazionale Professionisti di

Firenze, e non utilizzata esclusivamente dal-

le grandi squadre, sempre alla ricerca di ta-

lenti stranieri con mega contratti economici.

La cosa aveva, ed ha, un alto valore mora-

le ed educativo per i nostri giovani e per il

calcio. La legge prevedeva e prevede anche

che fosse istituita una Fondazione per l’am-

ministrazione di queste risorse. Due anni e

mezzo sono passati e né il Signor Abete, né

tantomeno il Signor Valentini hanno mosso

un dito in tal senso. Che volete: “de minimis

non curat praetor”. Dopo le insistenze, le mi-

nacce e le denunce del Presidente Macalli,

la Lega Nazionale Professionisti di Milano si

è decisa a porre in essere la tanto sospirata

Fondazione. Lo Statuto va quindi all’appro-

vazione del Consiglio Federale ed in quella

sede – miracolo dei miracoli – ci si accorge

che la Fondazione non poteva essere costi-

tuita dai Professionisti di Milano ma dalla

stessa Federcalcio. Ora io non so se Abete

e Valentini, come si dice a Roma, “ci sono

o ci fanno” ma certamente una cosa di così

grande rilevanza non doveva essere gestita

in questo modo. Per fortuna - grazie a Dio –

siamo maggiorenni e vaccinati e d’intesa con

i Presidenti Macalli e Tavecchio, stiamo por-

tando in dirittura d’arrivo il disegno di legge

sugli stadi. Nella prossima settimana final-

mente il Presidente della Camera dovrebbe

concedere la deliberante per far approvare

dalla Commissione Cultura la legge sugli sta-

di, che prevede finalmente la concessione

della mutualità “ope legis” cioè per diritto

di legge e non per grazia ricevuta. Ma come

mai Lor Signori non si sono preoccupati di

una cosa che sta tanto a cuore alle società

che li hanno eletti? Hanno controllato e pre-

teso, Lor Signori, che la Lega Professionisti

di Milano accantonasse quanto dovuto in un

conto di deposito in attesa del loro utilizzo

da parte degli aventi diritto? Conoscendo i

nostri polli, la domanda è superflua. Che vo-

lete, la cosa non riguarda la loro poltrona.

Quanto a noi, non attendiamo né preten-

diamo ringraziamenti per gli sforzi fatti, ma

abbiamo agito secondo coscienza cercando

di portare a termine un impegno preso con

la nostra visione del mondo del calcio. Che

per fortuna non è né quella di

Abete né quella di Valentini.

Tapinassi (Foto Arcivio)

Page 12: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.26

Marcello Rossi non è più il presidente del Carpi. Dopo aver vinto

il campionato di Seconda Divisione e aver condotto la squadra

in finale di Coppa Italia, il dirigente lascia la carica più alta. La notizia

è ufficiale e lo ha comunicato lo stesso ex numero uno biancorosso:

«Lascio l’incarico. È stato cambiato l’assetto societario e quindi anche

il presidente». La squadra approderà nell’ex C/1 la prossima stagione,

dopo i trionfi che hanno condotto ad un anno strepitoso, e il merito è

anche del lavoro compiuto dal suo ex massimo dirigente: «Posso trac-

ciare un bilancio molto positivo. In due anni di presidenza la società è

riuscita a passare dalla serie D alla Prima Divisione. È il miglior risultato

che ci si poteva aspettare». Rossi poi precisa: «Lascio senza rammari-

co, con la convinzione di aver fatto bene». Intanto il nuovo designato a

prendere la poltrona più alta del Carpi è Claudio Caliumi, che accoglie

la nomina con estremo entusiasmo: «Sono molto contento, siamo una

neopromossa, ci confronteremo con realtà più grandi di noi e con um-

iltà punteremo a conquistare la salvezza il prima possibile. Raccolgo

un’eredità pesante - quella di Marcello Rossi - ma ripar-

tiremo cercando di fare del nostro meglio».

Carpi, cambio di presidenza: fuori Rossi dentro Caliumi

Il direttore generale della Spal,

Gianbortolo Pozzi, delinea gli

obiettivi per la prossima stagione

partendo dall’arrivo di mister Ste-

fano Vecchi, un valore aggiunto

che può dare uno sprint decisivo

al campionato degli estensi. Il

dirigente biancazzurro parla del

progetto, ma vola basso: «Siamo

partiti con un nuovo programma

e con un allenatore giovane che

sta scalando le vette del calcio.

Ci saranno degli under e uno

staff rinnovato per puntare ad un

campionato di assestamento e

per costruire qualcosa di impor-

tante per il futuro». Rispetto alle

iscrizioni di compagini sull’orlo

del fallimento, il dg è durissimo:

«La soluzione ai problemi sta solo

nella diminuzione drastica delle

squadre per riformare il cam-

pionato. È opportuno cambiare

rotta per evitare le penalizzazioni

come quest’anno. Il contenimen-

to dei costi è già una realtà, ma

servono più risorse, senza di esse

non si può fare nulla. La riduzione

dei team può partire dal blocco

dei ripescaggi, se si fosse fatto

negli ultimi due anni la riforma

sarebbe già stata avviata». In

molti auspicano un cambiamen-

to, ma in troppi lo temono e il

direttore spallino conclude così:

«O si fa calcio in un certo modo

o è meglio non farlo. Il turnover

dei presidenti in Lega Pro è sinto-

matico. Il primo e il secondo anno

investono, il terzo scappano. Poi

se hai una tifoseria calda e am-

biziosa si finiscono per spendere

soldi anche se non si

vorrebbe».

Il Latina affila le armi per il prossi-

mo anno dopo aver trionfato in

Seconda Divisione con una meri-

tata promozione. Il numero uno

Michelangelo Condò commenta

così: «Abbiamo vissuto una sta-

gione esaltante al termine della

quale abbiamo confermato mister

Sanderra. Al di là dei risultati per

noi è importante il lato umano delle

persone». Terminate le iscrizioni al

campionato le sorprese sono sta-

te molte, anche squadre sull’orlo

del fallimento hanno presentato

la documentazione: «Nonostante

le difficoltà si cerca di fare di tutto

per iscriversi, perché si ama il calcio.

Dall’esperienza che ho, le squadre

che si affacciano al professionismo

avrebbero bisogno di un aiuto. Per

l’iscrizione in Prima Divisione – pro-

segue il massimo dirigente neroblu

- ho dovuto presentare una fideius-

sione di 600mila euro. Possibile che

per un campionato di Lega Pro ser-

vano 3 milioni di euro? La A e la B

hanno gli introiti dei diritti tv, per l’ex

serie C è tutto più difficile, la gente

diserta gli stadi, gli impianti sono

vecchi e non adeguati ai tempi. Il

presidente della squadra di calcio

è un lavoro faticoso fisicamente ed

economicamente, che attira sem-

pre meno giovani». Il progetto per

il 2011/2012 prevede una politica

low profile: «Manterremo l’ossatu-

ra principale dello scorso anno e in-

seriremo qualche innesto giovane.

Stiamo portando avanti il nostro vi-

vaio e aggregheremo qualcuno nel

ritiro. Vorremmo scoprire qualche

talento che ci dia soddisfazione e ci

auguriamo di trovare

più Tortolano possibili».

Pozzi, dg Spal: “Calcio da rifondare” Condò: “Latina low cost con intelligenza”

1212 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 26 - 07 luglio 2011

Servizi di Fabiola Rieti

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1414 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 26 - 07 luglio 2011

Sara Sbaffi

Un’oasi felice del calciodilettantistico ha

sede nel comune di Brugnera (nella pro-

vincia di Pordenone) ed è la Polisportiva Ta-

mai. Milita nel Girone C della Serie D da dieci

anni e ha festeggiato con un buon terzo posto

in classifica la ricorrenza del decennale: «Ab-

biamo fatto una festa con tutti i giocatori e i

tecnici che sono passati di qui per celebrare

questa ricorrenza», racconta il presidente

Tommaso Elia Verardo. «L’annata appena

conclusasi è stata importante perché abbi-

amo raggiunto un traguardo storico, anche in

considerazione del fatto che abbiamo rivoluzi-

onato molto la squadra e ringiovanito la rosa.

La soddisfazione è maggiore se pensiamo che

siamo arrivati dietro a due squadroni come

Treviso e Unione Venezia». Il numero uno delle

“furie rosse” è orgoglioso delle origini bian-

corosse: «La fondazione risale al 1973, siamo

partiti dalla terza categoria, poi ogni sei anni

raggiungevamo una promozione. Sembrava

quasi fatto apposta». Questo, almeno fino

all’Interregionale, che viene mantenuta tut-

tora. È una realtà piccola ma ben strutturata:

«Il presidente onorario Luigi Verardo ha trac-

ciato la strada e noi lo seguiamo con valori

etici importanti. Abbiamo vinto la Coppa Fair

Play nel 2004 e ci hanno invitato a Coverciano

per disputare un’amichevole contro la nazion-

ale di Trapattoni che poi sarebbe partita per gli

Europei. È stata un’esperienza unica». Come si

fa a costruire una società così solida e a creare

un ambiente tranquillo? «Con una base molto

allargata, siamo un gruppo, i dirigenti sono

prima di tutto amici che lavorano con un obi-

ettivo preciso. L’armonia che regna in società

può realizzarsi solo in un paesino come il nos-

tro, di duemila abitanti dove ci si conosce tutti,

rispetto alle grandi città in cui la pressione è

diversa. Cerchiamo di mettere tutti a proprio

agio. I ragazzi vengono volentieri, ciò dimostra

che qui si possono “riossigenare”, proprio per

la tranquillità della società e del modo di op-

erare degli allenatori. Diamo un buon con-

tributo alle categorie superiori. Alle spalle poi

c’è un ottimo lavoro del direttore sportivo che

sa scegliere bene. Il gruppo è alla

base di tutto».

Verardo: “Vi racconto gli ultimi 10 anni, in Serie D, del Tamai”

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1515w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 26 - 07 luglio 2011

La Colognese cerca di trovare un nuovo modo di interpretare il calcio e non si

limita a coltivare il vivaio, ma lavora per i giovani con una programmazione di

iniziative innovative e moderne. A parlarne è il direttore generale della società

gialloverde Francesco Aiesi che con orgoglio descrive il lavoro costruito in questo

periodo: «Abbiamo attivato due progetti con l’obiettivo di crescere bene nuove leve

nel mondo del calcio. Il primo riguarda l’Africa: abbiamo allacciato una collabora-

zione con le autorità politiche del Gambia per costruire un college sportivo, dove i

ragazzi verranno selezionati dal punto di vista atletico. Però avranno la possibilità

di studiare la mattina e fare attività fisica ad alto livello nel pomeriggio, con la col-

laborazione di squadre professionistiche e scambi culturali. Per i ragazzi le selezioni

saranno per il calcio e le ragazze per il volley. Invece – prosegue il dg - con l’altro

progetto “Sei campione” abbiamo realizzato due aule all’interno del nostro stadio

“Facchetti”, dove i ragazzi delle giovanili potranno studiare, fare i compiti e avere

un supporto nelle materie dove sono carenti e hanno insufficienze. Gli allenatori

dovranno tenere sotto controllo il rendimento scolastico, premiando i più meritevoli

e valutando la formazione anche da questo punto di vista». Ancora nulla di definito

invece per la prossima stagione, ma secondo il dirigente bergamasco mancano po-

chi giorni per avere le prime conferme: «In questo momento siamo in una fase di

riorganizzazione societaria. Ci sarà un cambio a livello di denominazione sociale,

con la costituzione di una srl, perché è un passaggio fondamentale per effettuare la

domanda di ripescaggio. Abbiamo fatto questa scelta per consentire al nostro set-

tore giovanile di misurarsi con un ambiente professionistico e poter crescere». Gli

aspiranti calciatori sono la speranza per un calcio migliore è giusto

dunque educarli all’impegno costante.

La Colognese e l’interpretazione “sociale” del calcio

Saint Christophe, il diesse Facchini: “Sogniamo la Lega Pro”Fabiola Rieti

Dopo i play-off persi contro il Rimini, il Saint Christophe non abbandona i

sogni di gloria e cerca di arrivare alla Lega Pro dalla porta di servizio, come

molte compagne di categoria. Cristian Facchini, direttore sportivo della squadra

aostana, annuncia i cambiamenti per i biancogranata: «Il Saint Christophe Aosta

riparte da questa nuova denominazione sociale - la precedente era Vallée d’Aoste

Saint Christophe - necessaria per poter accedere ai ripescaggi. Le possibilità di

passare alla categoria superiore sono ottime, visto il progetto che proponiamo e

la situazione attuale dei professionisti». Il piano di lavoro per i crétoubleins pre-

vede alcune scelte in linea con le avversarie: «Allestiremo una squadra basata sui

giovani, con le conferme di alcuni giocatori, dell’allenatore e l’innesto di qualche

elemento di categoria. Per i vivai ci appoggeremo alla Juventus, al Torino e al

Novara, ma per ora non posso fare nomi di possibili arrivi». Molto dipenderà da

come si formerà la griglia delle partecipanti al campionato per capire gli acquisti

e le scelte di mercato da oeprare, anche se in Valle d’Aosta sperano in un campio-

nato di più ampie prospettive. Per chi si affaccia al settore professionistico e lo ha

vissuto finora solo da spettatore, la situazione iscrizioni e fallimenti desta qualche

riflessione, come riferisce il ds aostano: «Basterebbe applicare le regole e rispet-

tare i budget. Non credo che la ristrutturazione dell’ex serie C passi per il blocco

dei ripescaggi, in tanti lo invocano solo per timore. È vero che serve una riforma

per la Lega Pro, ma il 40% delle società attuali sparirebbero. Sarebbe meglio is-

crivere squadre con un business plan serio, senza voli pindarici e

campagne acquisti faraoniche».

Francesco Aiese: “Abbiamo attivato dei progetti per accrescere il binomio sport e cultura”

La presentazione dle progetto della Colognese per l’Africa(Foto Arcivio)

La Polisportiva Saint-Christophe è stata fondata il 29 gennaio 1971. L’istitu-

zione della Polisportiva ha permesso di riunire le tre discipline e iscrivere

alla Federazione Italiana Gioco Calcio (F.I.G.C.) una squadra amatoriale di cal-

cio di terza categoria. Nel 1997, alle varie attività si è aggiunto anche il palet,

uno sport tradizionale che consiste nel lanciare dei dischi di ferro a una certa

distanza e ottenere un punteggio, in base a regole molto simili a quelle del

gioco delle bocce.

Curiosità sulla Polisportiva

Page 16: PROFESSIONE CALCIO - SFOGLIA IL SETTIMANALE - ANNO III N.26

1616 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 26 - 07 luglio 2011

Una stagione da brividi si è appena conclusa per l’Atletico Arez-

zo. Solo un anno fa l’imprenditore Marco Massetti si prese la

responsabilità di iscrivere la squadra al campionato di Serie D dopo

l’abbandono del presidente Mancini e la mancata iscrizione alla Pri-

ma Divisione. Gli amaranto però precipitarono ben presto in ultima

posizione e a forte rischio retrocessione. Una boccata d’ossigeno ar-

rivò in novembre insieme alla nuova dirigenza: Severini alla presiden-

za, Martucci e Zingaretti (il Montalbano della serie tv) in società e

l’ex romanista Abel Balbo responsabile dell’area tecnica. L’attuale vice

presidente Massetti conferma che con il nuovo arrivo ai vertici la sta-

gione ha cominciato a prendere un’altra piega: «Sono arrivati in una

situazione di criticità. Ultimi in classifica, avevamo 6 o 7 punti. Hanno

voluto fare una scommessa forte e l’hanno vinta. Ci hanno creduto

e abbiamo condotto un campionato di ritorno eccellente – e conti-

nua – abbiamo vissuto in tensione, ma come prima annata si sape-

va che sarebbe stato difficile». E la speranza di essere ripescati nella

prossima Lega Pro non è sopita: «Vista la situazione in cui versano le

squadre professionistiche, alcune non si sono iscritte e altre lo hanno

fatto a fatica, qualche speranza

la nutriamo ancora. Intanto stia-

mo programmando il prossimo

campionato con molta più sere-

nità rispetto allo scorso anno con

tutte le vicissitudine che c’erano

state. Ora per fortuna

va molto meglio».

Fino a qualche mese fa nessuno

avrebbe scommesso un soldo sul

fatto che il Mezzolara sarebbe arri-

vato a giocarsi i play-off nel girone D

dell’Interregionale. Il presidente Ser-

gio Benetti è assolutamente convinto

che meglio di così i suoi non potevano

fare: «È il migliore risultato che ab-

biamo mai ottenuto in serie D, per la

prossima stagione tenteremo di mi-

gliorarci ma sarà difficile eguagliare

quest’annata, è stata al di sopra delle

possibilità del paese in cui viviamo.

Per la stagione 2011/2012 speriamo

in un quarto posto invece del quinto

attuale, l’ambizione è fare un buon

campionato che passi per la salvezza

il prima possibile». Tante le conferme:

«Mister Eugenio Benuzzi rimane visto

che il suo lavoro è stato fondamentale

nel ricucire la squadra. E Fabio Baz-

zani è stato il primo giocatore con il

quale abbiamo rinnovato il contratto

per un altro anno». Anche il centro-

campista Nino Cicerchia ci ha confer-

mato il suo futuro in biancoazzurro.

La società della provincia di Bologna

ha una realtà giovanile importante,

che quest’anno ha fatto molto bene:

«Copriamo tutte le categorie, dalla

scuola calcio, pulcini, esordienti, junio-

res. E per il prossimo anno abbiamo

in mente un ulteriore salto di qualità

e allestire ottime squa-

dre di tutte le età».

È un ritorno alle origini quello di

Roberto Cappellacci. Ha infatti

esordito come centrocampista a soli

diciotto anni quando il Teramo mili-

tava nell’ex C/1. La società abruzzese

è partita in quarta per progettare la

prossima stagione: ai primi di giugno

sono stati presentati il direttore spor-

tivo Marcello Di Giuseppe e il tecnico

di Giulianova, che commenta così la

nuova avventura: «Sono contento di

stare qui perché ho la possibilità di al-

lenare un gruppo forte con alle spalle

una società ambiziosa». Questi sono

giorni convulsi in casa teramana: tra

acquisti (sono stati ufficializzati fino-

ra sette giocatori e altri sono in arri-

vo) e partenze si sta allestendo una

compagine di alto livello: «Un po’ per

certo e un po’ per costrizione avremo

una squadra quasi tutta nuova, però

questo non ci preoccupa e crediamo

di migliorarla», il commento dell’ex

tecnico del Pescina VdS. Si sta forse

pensando a un ripescaggio? «Non sa-

prei, io sono un tecnico e penso solo

al campionato di nostra competenza.

Vediamo cosa succederà nei prossimi

giorni». Negli obiettivi a cui si ambi-

sce c’è comunque un posto nella ca-

tegoria superiore: «Il proposito princi-

pale è di fare bene, la società punta

ai professionisti. Lo scorso anno sono

arrivati secondi e hanno perso nei

play-off, dobbiamo

fare meglio».

Mezzolara, Benetti: “Pronti al salto di qualità” È Cappellacci il neo tecnico del Teramo

Atletico Arezzo, il vice presidente Masetti: “Pronti al rilancio” Servizi di Sara Sbaffi

Masetti (Foto Archivio)

Benetti (Foto Archivio)

Cappellacci (Foto Archivio)

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1717w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 26 - 07 luglio 2011

Sara Sbaffi

Alle pendici del Vesuvio qualcosa bolle in pentola

e alla Viribus Unitis è in atto un profondo rinno-

vamento. Il numero uno dei rossoblu Antonio Della

Corte incornicia la stagione conclusa da poco e guar-

da avanti: «Il bilancio è molto positivo anche se a un

certo punto del campionato ci avevamo creduto, poi

per varie circostanze alla fine abbiamo fatto i play-off

e siamo stati eliminati». Sconfitti per mano del Sibilla

Bacoli in semifinale, i napoletani hanno però condot-

to una buona stagione. Il tecnico Francesco Ingenito,

in passato goleador nella stessa squadra tant’è che

detiene il record ancora imbattuto di trentaquattro

reti, è stato confermato anche per il prossimo anno,

il terzo da allenatore dopo una salvezza e due piaz-

zamenti per gli spareggi promozione: «Per l’ottimo

lavoro svolto non potevo che confermarlo», il com-

mento del numero uno. Lo stesso vale anche per

il direttore sportivo Giuseppe Ammaturo, proprio

da loro ripartirà la nuova Viribus 2011/2012 e sono

già al lavoro. In virtù di questa aria di cambiamento

invece tutte le altre cariche tecniche sono state

azzerate, il presidente ci spiega cosa ha in mente:

«Ho voluto fare un ricambio, c’è bisogno di novità

e questo vale anche per la rosa dei giocatori». Sul

fronte stadio sembra vicina la data di inizio dei lavori

di ammodernamento per rendere il “Felice Neppi”

all’altezza della categoria: «Attendo notizie dal Co-

mune di Somma Vesuviana, comunque a giorni ini-

zieranno i lavori per mettere l’erba sintetica. Lo so che

lo diciamo ogni mese ma ora il Comune ci ha dato

la sua parola». Il progetto per la prossima stagione

punta a continuare sulle strada tracciata quest’anno:

«Abbiamo un programma che guarda alla classifica

medio alta, senza troppi voli pindarici. Puntiamo a

un campionato tranquillo». Il tempo per pensare al

futuro è ancora lungo, prima c’è la scadenza del 12

luglio per l’iscrizione dopodiché si comincerà a pen-

sare all’assetto tecnico e verranno resi

noti i primi colpi di mercato.

Viribus Unitis, Della Corte: “Nessun volo pindarico”

Della Corte (Foto Arcivio)

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Mondiali Beach Soccer: per l’Italia l’urna riserva Iran, Svizzera e Senegal

19NUMERO 26 - 07 luglio 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

Flavio Grisoli

Con il sorteggio ufficiale è iniziato il

countdown verso i Mondiali di Beach Soc-

cer che si svolgeranno a Ravenna dall’1 all’11

settembre. Alla presenza delle massime cariche

federali, dal presidente Abete a Tavecchio, pre-

sidente del Comitato Organizzatore, poi Abodi,

Macalli, Nicchi, Ulivieri, Albertini, l’assessore

allo sport del Comune di Ravenna Guido Guer-

rieri, si è dato vita ai quattro gironi da altrettan-

te squadre che si daranno battaglia nella Beach

Arena che è in fase di ultimazione a Marina di

Ravenna. Prima che Christian Karembeu (testi-

monial della FIFA) e Ramiro Figueiras Amarelle

(capitano della Spagna, clamorosamente fuori

dal Mondiale così come la Francia, vincitrice

della prima edizione nel 2005 a Rio de Janeiro),

estraessero dalle urne le palline contenenti le

Nazionali, sono saliti sul palco a fare gli onori di

casa Carlo Tavecchio e Giancarlo Abete: «Ab-

biamo bisogno che questo sport cresca - le pri-

me parole del numero uno

della LND e fautore della

nascita di questo sport in

Italia - e il mio più sincero

ringraziamento va alla FIFA

per la grande opportunità

che ci ha dato nell’ospitare

questo Mondiale. Questo,

voglio sottolinearlo - e qui

Tavecchio si toglie qual-

che sassolino dalle scar-

pe, senza risparmiare una

frecciata al mondo del cal-

cio italiano e alla politica -

è un Campionato del Mondo a tutti gli effetti, a

dispetto di chi afferma il contrario. E poi, esse-

re riusciti a portare un Mondiale in Italia dopo

le stagioni di magra che abbiamo vissuto - ri-

cordiamo che l’ultima grande manifestazione

internazionale ospitata dal nostro Paese sono

stati i Mondiali del 1990, e i fiaschi delle candi-

dature europee recenti bruciano ancora sulla

pelle di molti - scusate, ma non è poco». È stata

poi la volta del numero uno della Federcalcio

Giancarlo Abete, che di gatte da pelare ne ha

parecchie, dallo Scudetto del 2006, al Calcio-

scommesse, alle iscrizioni ai campionati: «Que-

sto successo è merito di Tavecchio che ha credu-

to fin da subito nell’importanza di questo sport

spettacolare. Il sorteggio qui a Roma e le gare

a Ravenna, una città che detiene ben 8 siti pa-

trimonio dell’UNESCO rendono perfettamente

l’immagine dell’Italia nel mondo». Spazio al

sorteggio, poi: l’Italia, inserita nel raggruppa-

mento A

è stata

a c c o p -

p i a t a

con Iran,

i vice-

campioni in carica della Svizzera e il Senegal,

vincitore del barrage africano; nel gruppo B El

Salvador, Portogallo, la seconda qualificata del

Sudamerica e l’Oman; gruppo C: Tahiti, terza su-

damericana, Nigeria e Russia; gruppo D: prima

sudamericana, Ucraina, Giappone e Messico.

Non sono note ancora le formazioni qualificate

del Sudamerica perché il girone si giocherà a

fine mese. Il Brasile, qualora (e ci sembra scon-

tato) si qualificasse, assumerebbe di diritto la

posizione nel gruppo D, in quanto dententore

del titolo. Massimiliano Esposito, il CT azzurro,

ha commentato: «Non è un girone impossibile,

la Svizzera è un’ottima squadra, Iran e Senegal

due squadre insidiose che

stanno crescendo. Ma noi

abbiamo una grandissima

occasione, che è quella di

giocare in casa. La menta-

lità sarà importantissima:

scendere in campo sem-

pre con l’approccio giu-

sto è fondamentale». La

prima gara degli azzurri si

giocherà il primo settem-

bre alle 18.30 e l’avver-

sario sarà

l’Iran.

Un momento del sorteggio

(Foto F.G.)

La Coppa del Mondo

esposta (Foto F.G.)

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Nonostante siano passati cinque anni,

la questione “scudetto 2006” è ancora

oggetto d’attenzione. Sui giornali di questi

giorni si legge spesso la parola “revisione”.

E sembra che i legali del sig.Moggi si stia-

no attivando per chiedere la ri-celebrazione

dei processi sportivi di Calciopoli appellan-

dosi all’art.39 CGS. Ma tutto ciò è possibile?

Se si, come? Nel CGS, l’articolo n.39 è quello

dedicato alla revocazione delle sentenze e

della revisione. Il comma 1 recita: “…tut-

te le decisioni adottate dagli organi della

giustizia sportiva, inappellabili o divenute

irrevocabili, possono essere impugnate per

revocazione innanzi alla corte di giustizia

federale”. Le condizioni necessarie per po-

ter richiedere l’applicazione dell’articolo

n.39 si evincono in 5 punti, ma nella fatti-

specie in questione, ossia il caso Juventus,

quelli che ci interessano sono: “B”: “…se

si è giudicato in base a prove riconosciute

false dopo la decisione; “C”: “…se, a cau-

sa di forza maggiore o per fatto altrui, la

parte non ha potuto presentare nel prece-

dente procedimento documenti influenti ai

fini del decidere; “D”: “…se è stato omes-

so l’esame di un fatto decisivo che non si

è potuto conoscere nel precedente proce-

dimento, oppure sono sopravvenuti, dopo

che la decisione è divenuta inappellabile,

fatti nuovi la cui conoscenza avrebbe com-

portato una diversa pronuncia”. L’articolo

n.39 può essere invocato da chiunque sia

stato coinvolto nel giudizio per cui si richie-

de la revoca, sia una persona fisica sia una

società (quindi sia Moggi che la Juventus).

La richiesta viene inoltrata alla Corte di Giu-

stizia Federale. A seguito di tale richiesta,

la Corte stessa fissa un udienza nella quale

si discute l’ammissibilità del ricorso per poi

entrare eventualmente nel merito e nell’e-

same delle nuove prove celebrando così

nuovamente il processo. Vista l’autonomia

dell’ordinamento sportivo, per poter utiliz-

zare l’art.39, non è necessario attendere l’e-

sito del processo penale. Questo anche per

logiche tempistiche visto che la sentenza di

primo grado è prevista in autunno, per un

eventuale appello bisognerebbe attendere

un paio di anni e poi ci sarebbe l’eventua-

le Cassazione, quindi almeno cinque anni.

L’art.39 potrebbe essere richiesto anche

domani, o meglio, come recita l’articolo:

“…entro 30 giorni dalla scoperta del fatto

o dal rinvenimento dei documenti”. Questo

perché sono emerse nel processo penale,

un anno fa, nuove telefonate e nuovi fatti,

sconosciuti alla giustizia sportiva e quindi ai

provvedimenti di allora e che quindi posso-

no ora essere presentati davanti agli organi

della giustizia sportiva per chiedere la revi-

sione del processo. Se Moggi si appellasse

all’articolo n.39, le conseguenze, positive e

negative, ricadrebbero di riflesso anche sul-

la Juventus. Nel 2006 non sarebbe stato più

elegante un bello spazio vuoto sulla casella

Scudetto?

www.studiolegaledelre.it

([email protected])

Dal campo al Foro

Guido Del Re

Codice di Giustizia Sportiva articolo 39

21NUMERO 26 - 07 luglio 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

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Due brutte sconfitte per Tre Fiori e Tre

Penne nella gara d’andata del primo tur-

no di preliminare di Champion’s ed Europa

League. I campioni in carica della Repubblica

del Titano sono caduti in casa per 3-0 contro

il Valletta, mentre il Tre Penne è stato som-

merso per 6-0 in Serbia contro il Rad. Le gare

di ritorno si giocheranno mercoledì 6 e gio-

vedì 7 luglio, a giornale già chiuso. Con il tec-

nico dei gialloblu del Tre Penne Stefano Ceci

cerchiamo quindi di analizzare una gara che

dopo 12 minuti li vedeva già sotto di tre reti:

«La differenza di qualità, soprattutto sotto il

punto di vista fisico-atletico, sapevamo che

c’era e si è fatta sentire. Però sono molto ama-

reggiato per come sono andati i primi minuti.

Iniziare una gara e trovarsi sotto per un rigore

diciamo discutibile già al quarto minuto, è un

qualcosa che condiziona parecchio poi l’anda-

mento della partita». Sotto accusa, anche se

molto signorilmente, la conduzione arbitrale

del direttore di gara faroese Petur Reinert, che

ha mandato sul dischetto Marko Stanojevic

dopo una trattenuta “veniale” in area di rigo-

re: «Capisco che in àmbito europeo certi tipi

di comportamenti sono sanzionati in maniera

molto più dura, però dico anche che certe de-

cisioni a nostro favore non vengono mai prese

- continua Ceci - poi dopo solo tre minuti, un

rimpallo sfortunato ha provocato l’autorete

di Valentini (l’estremo difensore sammarine-

se), e allora

lì capisci che

non è aria».

Tanta diffe-

renza in cam-

po, diceva-

mo: «Sì, loro

pressavano

molto alto e

non ci per-

mettevano di

esprimerci al

meglio, però siamo stati in partita per quelle

che erano le nostre caratteristiche, poi però

serve anche un pizzico di fortuna». E qui an-

cora chiamato in causa l’arbitro scandinavo,

che ha espulso il capitano Francesconi con un

doppio giallo in due minuti, tra il 52’ e il 53’:

«Credo che abbia preso una decisione affret-

tata, ma ne prendiamo atto». Ora lo sguardo

volge al ritorno, che si giocherà giovedì 7 allo

stadio Olimpico di Serravalle. La congiuntura

per riuscire a cogliere un risultato positivo ci

sarebbe pure: «Le differenze rimangono note-

voli, sia chiaro, però avrò a disposizione i cen-

trali difensivi titolari e magari loro potrebbero

arrivare non così agguerriti e aggressivi come

lo erano in casa. La speranza nostra - conclu-

de mister Ceci - è sicuramente fare meglio e

magari riuscire a cogliere un risultato posi-

tivo. Mi auguro, in questo senso, che tutti i

fattori positivi girino anche dalla

nostra parte».

Tre Fiori e Tre Penne: L’Europa è amaraFlavio Grisoli Campionato Sammarinese

23NUMERO 26 - 07 luglio 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u

Benedettini in maglia bianca

contrastato da Fenech durante il

match tra il Tre Fiori e il Valletta

(Foto Pruccoli)

Il Tre Penne

(Foto Pruccoli)

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