professione salute 3/2015

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luglio 2015 3 Corso accreditato ECM L’apparato gastroenterico tra salute e patologia: ruolo di alimentazione e stile di vita La diverticolosi miti ed evidenze FARMACIE & EXPO Più servizi e orari prolungati per accogliere i visitatori in occasione di Expo 2015 NUTRIZIONE Sorveglianza nutrizionale e programmi di educazione alimentare nelle scuole DERMATOLOGIA Calore, umidità e sudore ecco le condizioni ideali per le micosi delle unghie STILI DI VITA Sicurezza alimentare di stevia e sostituti dello zucchero a basso contenuto calorico INTEGRATORI ALIMENTARI Migliorano le prestazioni sportive ma ai benefici possono associarsi effetti collaterali

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Periodico bimestrale di counseling e formazione alla prevenzione

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Page 1: Professione Salute 3/2015

luglio 20153

Corso accreditato ECM

L’apparato gastroentericotra salute e patologia:ruolo di alimentazionee stile di vita

La diverticolosimiti ed evidenze

farmacie & expoPiù servizi e orari prolungatiper accogliere i visitatoriin occasione di Expo 2015

nutrizioneSorveglianza nutrizionalee programmi di educazione alimentare nelle scuole

dermatologiaCalore, umidità e sudoreecco le condizioni idealiper le micosi delle unghie

stili di vitaSicurezza alimentare di steviae sostituti dello zuccheroa basso contenuto calorico

integratori alimentariMigliorano le prestazioni sportive ma ai benefici possonoassociarsi effetti collaterali

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Professione Salute 3luglio 2015

Diabete e obesità, il pesosi sente non solo sulla bilancia

La corretta alimentazione è il fulcro principale che ci permette di poter vivere a lungo e in sa-lute, come ripetiamo spesso sulle pagine di Professione Salute. E la nutrizione, con lo slogan ormai noto “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, è anche il tema conduttore di Expo Milano 2015 e di tutti gli eventi che si stanno svolgendo in questi mesi, occasioni per riflettere e con-frontarsi sulle possibili soluzioni da mettere in atto per porre rimedio alle contraddizioni del nostro mondo.Si stima che ogni anno circa 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengano sprecate e in risposta agli 870 milioni di persone denutrite che soffrono la fame nel mondo, ce ne siano circa 2,8 milioni che muoiono a causa di patologie derivanti da un’alimentazione scorretta o dal troppo cibo. A preoccupare maggiormente sono i numeri riguardanti obesità e diabete: secondo la Società Ita-liana dell’Obesità (Sio), solo nel nostro paese, il 40% della popolazione è in sovrappeso e il 10% è obeso e, se questo trend non dovesse mutare, entro il 2030 in quasi tutta Europa si assisterà a un sensibile aumento dell’incidenza di obesità.In termini di spesa sanitaria, l’eccesso di chili ci costa 9 miliardi di euro all’anno secondo gli esperti: 4,5 miliardi i costi diretti per sovrappeso e obesità, oltre un terzo dei quali è imputabile al diabete, strettamente legato all’obesità, e altri 4,5 miliardi sono i costi indiretti.Dati che destano preoccupazione si registrano anche tra i bambini. Attualmente il 32,3% dei bambini italiani è in sovrappeso oppure obeso. Ormai già in età pediatrica si assiste alla manife-stazione di ipertensione e diabete di tipo 2, malattie che in passato si presentavano solo tra gli adulti. Secondo le statistiche, i più a rischio sono i bambini tra i 5 e i 7 anni: ecco dunque che la scuola diventa il luogo di elezione per mettere in atto interventi mirati, volti a trasmettere stili alimentari corretti attraverso specifici programmi di educazione alimentare associati a una giu-sta attività motoria, come ribadito da diverse indagini tra cui OKkio alla salute, il sistema di sor-veglianza promosso dal ministero della Salute.In conclusione, è ormai chiaro che l’obesità, insieme al diabete, rappresenta la più grande mi-naccia alla salute per gli anni a venire e allo stesso tempo una sfida per la sanità pubblica di questo secolo. I massimi esperti della comunità medico-scientifica internazionale si stanno muovendo per sensibilizzare i governi ad agire rapidamente per arginare quello che può essere definito un vero e proprio tsunami. Tra le varie iniziative vale la pena ricordare la “Easo 2015 Mi-lan Declaration” – presentata in occasione di Expo e sottoscritta dai massimi esponenti delle So-cietà Scientifiche per l’obesità delle 32 nazioni che formano l’European Association for the Stu-dy of Obesity – che rappresenta una call to action in numerose aree di intervento per affrontare la patologia con un approccio multidisciplinare con l’intento di ridurre la prevalenza dell’obesità in Italia, con enormi risparmi in termini di sostenibilità da parte del sistema sanitario.

Rachele Villa

editoriale

In termini di spesa

sanitaria, l’eccesso

di chili ci costa 9 miliardi

di euro all’anno secondo

gli esperti: 4,5 miliardi

i costi diretti per sovrappeso

e obesità, oltre un terzo

dei quali è imputabile

al diabete, strettamente

legato all’obesità,

e altri 4,5 miliardi sono

i costi indiretti.

editoriale

Rachele [email protected]

Page 4: Professione Salute 3/2015

4 Professione Salute luglio 2015

ECM a distanza 2015la diverticolosimiti ed evidenzeGiovanni BrandimarteAntonio Tursi

Nutrizionel’educazione alimentarenelle scuoleChiara Giacoletti

DermatologiaPronto interventocontro l’onicomicosiCarla Carnovale

Dermatologiaraggi solari, rischie benefici di una risorsada utilizzare con curaRenato Torlaschi

14

24

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31

sommario

Stili di vitasicura e naturalela steviaconquista i mercatiVincenzo Marra

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Page 5: Professione Salute 3/2015

Le aziendeinformano

Campagne informative

Indagine

48

47

46

Direttore responsabileGiuseppe Roccucci

Board scientifico

Hellas Cena (Direttore)

Donatella Ballardini

Silvia Brazzo

Mario Calzavara

Mariano Casali

Massimo Labate

Luca Marin

Fulvio Marzatico

Mara Oliveri

Marco Rufolo

RedazioneAndrea [email protected] [email protected] [email protected]

GraficaGrafic House, Milano

Hanno collaboratoGiovanni Brandimarte, Carla Carnovale, Chiara Giacoletti, Vincenzo Marra, Renato Torlaschi, Antonio Tursi

VenditeStefania Bianchi, 340 1246792Giovanni Cerrina Feroni, 346 2330694Barbara Guglielmana, 335 5803827Lucia Oggianu 338 9609937

Ufficio AbbonamentiTel. 031.789085 - [email protected]

SIDeMaSTSocietà Italiana di Dermatologiamedica, chirurgica, estetica e delleMalattie Sessualmente Trasmesse

StampaReggiani spa - Divisione Arti GraficheVia Alighieri, 50Brezzo di Bedero (VA)

Abbonamento annuale Italia: euro 0,95Singolo fascicolo: euro 0,19

Professione Salute periodico bimestraleAnno VI - n. 3 - luglio 2015

Registrazione del Tribunale di Comocon il n. 4 del 14/04/2010

EditoreGriffin srl unipersonale, piazza Castello 5/E22060 Carimate (CO)

Tutti gli articoli pubblicati su Professione Salute sono redatti sotto la respon-sabilità degli Autori. La pubblicazione degli articoli della rivista deve essere autorizzata per iscritto dall’Editore. AI sensi della legge in vigore, i dati dei lettori saranno trattati sia manualmente sia ocn strumenti informatici e uti-lizzati per l’invio di questa e altre pubblicazioni o materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previ-sto dalla legge. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Grif-fin intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio della rivista. Il titola-re del trattamento dei dati è Griffin, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra ope-razione prevista per legge. In base alle norme sulla pubblicità l’editore non è tenuto al controllo dei messaggi ospitati negli spazi a pagamento. Gli inser-zionisti rispondono in proprio per quanto contenuto nei testi.

sommario

Integrazione alimentareintegratori alimentariPer sPortiviPromesse e PericoliRenato Torlaschi

38 Salute&Benesseregambe Pesantie sintomidella malattiavenosaVincenzo Marra

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Editoriale

Attualità

NE PARLIAMO CONla farmacia Protagonistadi exPointervista ad Annarosa Racca

3

6

10rubriche

EventiexPo 2015:cultura e sostenibilitàalimentareVincenzo Marra

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6 Professione Salute luglio 2015

Consegna a domicilio: dalla farmaciaun nuovo servizio per le persone più fragili

D al 20 luglio chi è solo e non può recarsi in farmacia per

una patologia grave o cronica può usufruire del servizio gratuito di consegna a domicilio di farma-ci, fornito a livello nazionale dalle farmacie italiane aderenti a Feder-farma e patrocinato dal Ministero della Salute. I soggetti non in grado di cammi-nare, per una patologia cronica o grave, che non abbiano a disposi-zione persone che possano recar-si in farmacia, possono chiama-

re il numero verde 800 189 521 (at-tivo i giorni feriali, dal lunedì al vener-dì dalle ore 9.00 alle ore 18.00) e fornire all’operatore le ge-neralità e l’indirizzo al quale recapitare il farmaco. Il servi-zio è gratuito.«Con questa iniziativa di alto valore sociale le farmacie si mettono an-cora una volta al servizio della po-

polazione e in par-ticolare delle fasce più deboli, gli an-ziani soli e i malati gravi privi di un’as-sistenza adeguata. Grazie alla capilla-rità della rete delle farmacie, alla pro-fessionalità e alla disponibilità dei far-

macisti che in esse operano, que-sti soggetti fragili potranno rice-vere a casa propria i medicinali di

cui hanno bisogno» ha affermato Annarosa Racca, presidente di Fe-derfarma. «L’impegno delle farma-cie su questo fronte è l’ennesima conferma della farmacia come pri-mo presidio socio-sanitario del Ssn che ogni giorno opera per dare as-sistenza e supporto alla popolazio-ne. Riscontriamo quotidianamente nel dialogo con i cittadini – conti-nua Racca – la fiducia e l’apprez-zamento per la farmacia e questo è un forte stimolo a migliorare il ser-vizio offerto».

«Le nuove norme che entre-ranno in vigore il 1° luglio

sono un passo avanti contro la contraffazione e assicurano al cit-tadino di poter acquistare on line farmaci sicuri perché provenienti da siti che fanno capo a farma-cie realmente esistenti. Tali siti – dichiara Annarosa Racca, pre-sidente di Federfarma – devono esporre un logo comune europeo, approvato dalla Commissione Eu-ropea, e rimandare al portale del ministero della Salute dove saran-no inserite indicazioni e avverten-ze sull’acquisto on line. La tutela della salute dei cittadini è quindi garantita, anche perché l’acquisto on line è stato limitato, come in altri Paesi, ai medicinali senza ob-

bligo di ricetta medica».«Prevedo, però, che il ricorso all’acquisto di farmaci on line sa-rà contenuto perché in Italia le farmacie sono presenti in mo-do capillare su tutto il territorio, fin nei più piccoli Comuni, e il cit-tadino apprezza il colloquio con il farmacista quando deve risol-vere un problema di salute – os-serva Annarosa Racca –. Inoltre i medicinali senza ricetta in Ita-lia hanno mediamente un prezzo di 8 euro e quindi con l’acquisto on line il consumatore spenderà di più visto che al costo del far-maco, per quanto scontato possa essere, vanno comunque aggiun-te le spese di spedizione. Esiste poi il problema urgenza: chi ha

un mal di testa o un’altra piccola patologia vuole il farmaco subi-to e non è certo disposto ad at-tendere i tem-pi dell’invio po-stale» aggiunge Racca.«Coloro che ri-corrono a inter-net per ottene-re farmaci per i quali non hanno la ricetta, magari da utilizzare a scopo di doping sportivo o nel-la speranza di dimagrire rapi-damente, devono sapere che il 90% dei farmaci acquistati on line da canali non autorizzati è

contraffatto, cioè non contiene il principio attivo, lo contiene in dosaggio diverso da quello indi-cato, non è conservato alle giu-ste temperature, come prevede la legge. L’acquisto on line da siti il-legali rimane una pratica molto pericolosa per la salute».

attualità

Vendita online farmaci senza ricetta:la nuova normativa tutela il cittadino

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8 Professione Salute luglio 2015

Oltre l’80% dei farmacisti avverte la crisima non mancano risorse per reagire

Una professione che ha ben chiari gli effetti della crisi eco-

nomica sul piano occupaziona-le, ma che è pronta a evolvere e formarsi in vista di nuovi possibili sbocchi e a sfruttare al massimo le possibilità offerte dall’uso di Inter-net. Questo il ritratto dei farmacisti, in particolare i più giovani, emerso dalla presentazione dell’iniziativa Farma Lavoro promossa dalla Fe-derazione degli Ordini dei Farmaci-

sti Italiani e dalla Fondazione Can-navò, come una prima risposta ai problemi occupazionali della cate-goria. «Da tempo la Federazione ha segnalato come anche nella nostra professione, e nel comparto del far-maco in generale, si avverta l’effet-to della crisi economica. Da almeno un triennio avvertiamo il costante aumento delle difficoltà dei “nostri” giovani nel trovare una collocazio-ne e, parallelamente, il venir meno della loro fiducia» ha detto il vice-presidente della Fofi, senatore Lu-igi D’Ambrosio Lettieri.

Di qui la scelta della Federazione di creare uno strumento, la piat-taforma Farma Lavoro (www.far-malavoro.it), per stabilire una comunicazione costante tra i pro-fessionisti che cercano occupazio-ne e gli attori economici che pos-sono avvalersi della loro opera, e per promuovere la conoscenza del profilo del laureato in farma-cia e CTF da parte di quegli ope-ratori – dall’industria cosmetica a

quella alimentare – che potrebbero tro-vare nel farmacista un collaboratore pre-zioso. Uno strumen-to, infine, che possa orientare il farmaci-sta nella scelta del-le occasioni di for-mazione post-laurea più adeguate alle ri-chieste non tanto del mercato, quan-to proprio dell’evo-

luzione del concetto di salute e di benessere: dalla pharmaceutical care alla nutraceutica.E per meglio tarare anche lo svilup-po della piattaforma Farma Lavoro, la Federazione ha commissionato alla Fondazione Censis una ricerca su un campione di oltre 500 far-macisti iscritti agli Ordini con me-no di 45 anni e non titolari o soci di farmacia. Un’indagine che ha con-fermato le tendenze negative, ma anche gli elementi positivi che ca-ratterizzarono l’atteggiamento dei farmacisti in questa congiuntura.

«Dal confronto con i dati ottenuti nell’indagine Censis-Fofi condot-ta nel 2006 risulta un incremen-to della consapevolezza che la crisi economica stia incidendo in modo sensibile sulle prospettive occupa-zionali, lo prova per esempio il fat-to che l’86,5% dei giovani farmaci-sti intervistati ritiene che vi sia un problema di collocazione profes-sionale (circa il doppio rispetto al dato precedente) e che sia aumen-tata anche la percentuale di chi si dichiara pentito della scelta del-la facoltà di Farmacia, passata dal 25,0% al 37,4% - dice Concetta Maria Vaccaro, Responsabile wel-fare e salute della Fondazione Cen-sis –. Ma è altrettanto evidente che non si tratta soltanto degli effetti della crisi ma anche di dinamiche interne alla professione del farma-cista, come sottolinea la metà de-gli intervistati. In questo quadro va però segnalato che questo seg-mento della categoria, quello fino a 44 anni di età, ha un atteggia-mento in larga misura proattivo. Emerge dalla diffusa conoscenza delle possibilità di accedere a nuo-ve posizioni nel mondo del lavoro, così come dall’importanza attri-buita alla formazione post-laurea. Nella ricerca di lavoro, un ruolo fondamentale è assunto da Inter-net, utilizzato per la ricerca di un lavoro nell’ultimo anno dal 62,8%. Non stupisce quindi che due inter-vistati su tre pensino che la piatta-forma Farma Lavoro possa rappre-sentare uno strumento di indubbia

utilità per migliorare l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro, in un contesto dove le opportunità di collocazione professionale dei far-macisti appaiono in evidente tra-sformazione».«Quanto emerge dalla ricerca del Censis conferma che anche la no-stra professione risente sia dell’ef-fetto della crisi economica, che ha colpito duramente la rete della far-macia, a oggi il principale sbocco oc-cupazionale dei farmacisti, ma an-che del clima generale di sfiducia e dalla percezione di tutti i farmacisti intervistati di poter fare di più e me-glio – ha commentato il presiden-te Fofi, senatore Andrea Mandelli–. Al riguardo è indicativo il giudizio, che accomuna l’81% del campio-ne, che il ruolo professionale sia at-tualmente svilito dall’equiparazio-ne tra farmacista e commerciante. È un aspetto che abbiamo affronta-to fin dal Documento federale sulla professione del 2006 e che è stato il motore di tutte le iniziative federa-li, volte a costruire un ruolo sempre più attivo del farmacista nel proces-so di cura: vanno in questa direzione l’impegno per la Legge sulla farma-cia dei servizi, l’istituzione nel fasci-colo sanitario elettronico del dossier farmaceutico; la nostra sperimenta-zione dell’I-MUR, la revisione dell’u-so dei medicinali a supporto dell’a-derenza alla terapia, che oggi è stata inserita dal National Institute for Clinical Excellence [Nice] nel registro delle sperimentazioni che disegnano le buone pratiche assistenziali».

attualità

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10 Professione Salute luglio 2015

Servizi potenziati, orari prolungati e campagne informative a livello

nazionale sono alcune delle iniziative messe in atto dalle farmacie

con l’obiettivo di fornire la migliore assistenza sanitaria ai milioni di

visitatori provenienti da tutto il mondo in occasione di Expo

L’Expo, evento dell’anno per la città di Milano ma con l’ambizione di rilanciare l’economia di tutto il Paese,

vede le farmacie tra i protagonisti. Come spiega la presidente nazionale di Federfarma Annarosa Racca, lo stesso tema scelto per l’evento, “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, è di assoluta rilevanza per tutti, ma in particolare per i farmacisti, che sulla corretta alimentazione si confrontano ogni giorno in un’opera di informazione e consulenza con i propri clienti. Ma le farmacie sono anche parte attiva dell’Expo, con servizi rivolti ai visitatori e attraverso l’organizzazione di campagne informative su alimentazione e salute. Presidente Racca, prima di tutto:qual è la sua opinione su Expo?Ci sono già stata sia come visitatrice che per iniziative che riguardano il mondo delle farmacie e ritengo che Expo sia senza dubbio una grandissima occasione per tutto il nostro Paese e, naturalmente, in particolare per Milano. La città negli ultimi anni, anche grazie all’Esposizione universale, ha cambiato volto, con quartieri nuovi, meravigliosi grattacieli costruiti con concetti d’avanguardia che persino gli Stati Uniti d’America ci invidiano, la rivalutazione di

Intervista diRenato Torlaschi

Annarosa RaccaPresidente di Federfarma

tante aree rese fruibili alla popolazione e ai turisti, palazzi antichi rimessi a posto. È veramente una straordinaria opportunità per questa città proiettata al futuro.

Quali iniziative hanno messo in campole farmacie in occasione di Expo?Le farmacie lombarde sono state collocate all’interno del piano socio-sanitario da parte della Presidenza e dell’Assessorato alla Salute della Regione Lombardia. Le farmacie che sono presenti sul territorio si sono attrezzate per offrire ancora più servizi, hanno prolungato gli orari di apertura, si sono dotate di video che accedono alle banche dati centralizzate per poter indicare i punti sanitari a tutte le persone che abbiano bisogno di soccorso e assistenza. Ovviamente, le farmacie ubicate nelle vicinanze della sede Expo si sono preparate con maggiore attenzione all’arrivo dei visitatori, ma diverse iniziative hanno coinvolto tutte le farmacie della Regione e alcune le farmacie dell’intero territorio nazionale.

Una di queste iniziative è orientataal fatto che stanno arrivando visitatori provenienti da Paesi dove si parlano lingue diverse: di cosa si tratta?È stata resa disponibile la traduzione in ben

ne Parliamo con

La farmaciaprotagonista di expo

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Professione Saluteluglio 2015 11

15 lingue dei foglietti illustrativi di tutti i farmaci che vengono venduti. E poi si è creato un accesso a una banca dati internazionale dei farmaci autorizzati, per cercare di capire meglio e venire incontro alle esigenze del visitatore straniero. Un software permette di risalire al farmaco italiano partendo dal nome commerciale di un altro Paese. Questa possibilità è estesa alle farmacie di tutta la Lombardia. Inoltre, per mostrare al mondo la nostra immagine di farmacia riconosciuta come una farmacia di servizio, indipendente e non legata alle logiche del capitale, abbiamo lanciato diverse campagne informative.

Quali sono? Una si chiama “Curare la salute”, è una campagna che si sviluppa a livello nazionale e assegna all’alimentazione un ruolo centrale, per esempio con la proposta della ormai nota piramide alimentare, in modo da far comprendere ai cittadini, italiani e stranieri, come si possa mangiare meglio e in modo più salutare. È nata a seguito della pubblicazione di un documento scientifico scritto da un gruppo di esperti italiani con varie specializzazioni in ambito sanitario – medici e farmacisti – che ha rivisto tutti i più importanti studi scientifici relativi al ruolo rivestito dall’alimentazione ricca di vitamine e minerali nella promozione della salute e nella prevenzione di patologie croniche e al supporto in più offerto dall’integrazione per far fronte a carenze nutrizionali in alcune fasi della vita. La campagna ha in particolare l’obiettivo di creare consapevolezza sulle raccomandazioni della comunità scientifica in tema di corretta alimentazione; sensibilizzare sul possibile rischio di carenze di alcuni micronutrienti in particolari situazioni e fasi della vita e chiarire il ruolo dell’integrazione multivitaminica multiminerale come possibile supporto a una sana nutrizione per mantenersi in buona salute.Una seconda campagna è “Buono e sano” e riguarda invece le farmacie del territorio

interviSta ad Annarosa Racca

lombardo; si sviluppa anche attraverso contenuti divertenti: abbiamo per esempio predisposto un ricettario per le diverse diete, dalla depurativa e disintossicante alla vitaminica. E c’è poi un’altra campagna molto importante, “Mamma che latte”, che si svolge su tutto il territorio italiano e vede Federfarma come partner del ministero della Salute: giunta al quinto anno, ha l’obiettivo di sensibilizzare le donne sull’allattamento materno, fortemente raccomandato dall’Unicef e dall’Organizzazione mondiale della sanità. Proprio in conformità con le indicazioni dell’Oms, il ministero della Salute italiano raccomanda che i bambini siano allattati esclusivamente al seno fino a sei mesi, per poi continuare, con gli opportuni alimenti complementari, fino a che la madre e il bambino lo desiderino, anche dopo l’anno di vita.

Cosa ci può dire riguardo ai servizi offerti al cittadino?Stiamo potenziando alcuni servizi già esistenti. Per esempio, la Regione Lombardia offre da tempo il “servizio di geolocalizzazione”, grazie al quale il cittadino può vedere, scaricando sullo smartphone la App “InLombardia”, quali sono le farmacie aperte nelle vicinanze. C’è poi il numero verde di Pronto Farm@cia, 800.801.185, a cui i cittadini milanesi possono chiamare gratuitamente: gli operatori telefonici – disponibili 24 ore su 24 e 365 giorni all’anno – sanno indicare in ogni momento qual è la farmacia aperta più vicina all’utente che sta chiamando. Gli operatori sono anche in grado di indicare la strada più breve per raggiungere la farmacia grazie a un sistema di mappatura stradale molto efficiente. Allo stesso scopo risponde il sito www.turnifarmacie.it che estende il proprio servizio a tutto il territorio regionale. Vorrei infine segnalare il servizio di consegna domiciliare dei farmaci: già presente in Lombardia, lo estenderemo presto in tutta Italia, per rispondere in modo efficace ai bisogni emergenti dovuti all’estendersi delle patologie croniche, in corrispondenza al progressivo invecchiamento della popolazione. n

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ECM

Corso ECM 2015Modalità di Formazione a Distanza (FAD)

risErvAto Agli AbbonAti pAgAnti*

L’apparato gastroenterico tra salute e patologia:ruolo di alimentazione e stile di vita

Responsabile scientificoprof.ssa Hellas CenaMedico Chirurgo, Specialista in Scienza dell’Alimentazione, Università degli Studi di Pavia

Programma del corsoIl corso L’apparato gastroenterico tra salute e patologia: ruolo di alimentazione e stile di vita si prefigge di approfon-dire le patologie dell’apparato digerente ovvero i disturbi che possono interessare i vari organi che lo compongono, i quali hanno il compito di digerire e metabolizzare le sostanze nutritive introdotte attraverso l’alimentazione e di espellere, infine, ciò che ne rimane.Il corso è stato inoltre pensato e strutturato per evidenziare la stretta connessione esistente fra alimentazione, stile di vita e salute dell’apparato gastroenterico.

Struttura del corso

z Il reflusso gastroesofageo (Silvia Salvatore)

z Il microbiota intestinale (Fabio Pace)

z La malattia diverticolare del colon: miti ed evidenze (Giovanni Brandimarte)

z Alimentazione e stile di vita nella celiachia (Mara Oliveri, Maria Luisa Fonte)

z Malattie infiammatorie croniche dell’intestino (Edoardo V. Savarino)

Obiettivi del corsoIl presente corso si prefigge di raggiungere i seguenti obiettivi:

z l’obiettivo specifico di alimentare in modo continuo le conoscenze delle figure professionali che lavorano in ambito sanitario; i contenuti forniti potranno essere “trasferiti” all’utente finale, con ripercussioni in termini di “aumento di competenze” della comunità in cui si è chiamati ad agire;

z l’obiettivo più generale di contribuire al mantenimento e rafforzamento del network comunicativo con le varie figure professionali in un percorso verso l’implementazione e lo sviluppo delle loro competenze individuali in ambito preventi-vo, che potrà avere importanti ripercussioni “a cascata” in termini di “guadagno di salute” di tutta la popolazione.

Modalità di somministrazione del corso e accreditamente ECMIn ogni numero di Professione Salute a partire dal n. 1/2015 e per tutto il 2015 (gennaio-dicembre) sarà pubblicato un modulo composto da un articolo e da un questionario di autovalutazione.A fine corso saranno disponibili online (www.fadmedica.it) tutti i moduli pubblicati sulla Rivista e sarà possibile, modulo per modulo, rispondere ai questionari di valutazione. L’erogazione dei crediti ECM, validi per l’anno 2015, avverrà al superamento di tutti i questionari.Tutti gli iscritti al corso riceveranno le informazioni necessarie per l’accesso online e la compilazione dei questionari.

*per informazioni: tel. 031.789085 e-mail: [email protected]

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14 Professione Salute luglio 2015

ecm

Giovanni BrandimarteU.O.C. di Medicina GeneraleOspedale Cristo Re, RomaAntonio TursiServizio di Gastroenterologia Territoriale, Asl BAT, Andria

La diverticoLosimiti ed evidenze

Introduzione

I diverticoli del colon sono protrusioni della sola mucosa attraverso lo strato muscola-re del colon che portano alla formazione di

un sacco costituito da mucosa, connettivo e sierosa (pseudo diverticolo). Si possono tutta-via osservare diverticoli “veri” del colon (la cui parete è costituita cioè da tutti gli strati del-la parete intestinale) che rappresentano ano-malie congenite.

Con il termine diverticolosi si definisce la mera presenza di diverticoli, in assenza di sintoma-tologia; si parla di malattia diverticolare (MD) invece, quando è presente un quadro sintoma-tologico associato alla presenza dei divertico-li (20% dei soggetti). Per diverticolite, infine, si intende la più frequente complicanza del-la malattia diverticolare, cioè un processo in-fiammatorio a carico di uno o più diverticoli; questa può essere non complicata o compli-cata (nel 15-20%) dalla presenza di ascessi, fi-stole, perforazione o stenosi (fig. 1).

EpidemiologiaLa prevalenza assoluta della diverticolosi in Europa è stimata intorno al 27%, pari a oltre 103 milioni di persone, senza sostanziali diffe-renze tra i diversi Paesi. Negli Usa l’insorgenza di una complicanza della malattia diverticolare determina ogni anno oltre 300.000 ospedaliz-zazioni, 1,5 milioni di giornate di degenza e ol-tre 240 milioni di dollari di costi diretti, con un tasso stimato di mortalità di 2,5 per 100.000 ogni anno.La prevalenza della diverticolosi aumenta con l’avanzare dell’età (fig. 2), il 70% della popola-zione ultraottantenne ne è affetto. Si riscon-tra invece in meno del 10% negli individui fino a 40 anni. L’incremento della prevalenza con l’età può essere principalmente attribuito alla combinazione di due elementi:

Figura 1 - Evoluzione della diverticolosi

Page 15: Professione Salute 3/2015

Professione Saluteluglio 2015 15

l’aPParato gaStroEntErico tra SalutE E Patologia: ruolo di alimEntazionE E StilE di vita

z l’invecchiamento della parete del colon, che determina la formazione di collagene alterato con ridotta resistenza alla pressione endolumi-nale e favorisce il suo cedimento dove i vasa recta attraversano la parete del colon;z l’azione di diversi fattori di rischio, come l’o-besità, l’aumentato consumo di carne e la vi-ta sedentaria. La MD nei soggetti giovani (<40 anni) ha un’e-voluzione clinica particolarmente aggressiva, in particolar modo per quanto concerne l’inci-denza e la gravità degli episodi di diverticolite. Questa complicanza richiede un trattamento chirurgico nel 60-88% dei casi al primo epi-sodio e va incontro a un’elevata percentua-le di recidive e di complicanze, quali fistole, ascessi e stenosi (figg. 3-4). La prevalenza del-la diverticolosi tra i sessi è quasi la stessa nel-le diverse casistiche. La MD, invece, colpisce maggiormente il sesso maschile sotto i 65 an-ni e il sesso femminile al di sopra di questa età, con maggior incidenza delle complicanze nel sesso femminile.

Razza e differenze geograficheLa diverticolosi è una patologia caratteristica dei Paesi industrializzati. In Europa e in Ame-rica la diverticolosi colpisce il colon sinistro in oltre il 90% dei casi e la localizzazione esclusi-va a destra è molto rara (<1,5%). Al contrario, negli asiatici la diverticolosi si localizza preva-

Age (yr) <45 >45 P value n = 25 (%) n = 182 (%)

Peri-diverticular air on CT 5 (20) 15 (8) 0.063

Abdominal abscess 2 (8) 4 (2) 0.150

Free perforation 1 (4) 5 (3) 0.540

Death 0 (0) 2 (1) 0.598

Total complication rate 8 (32) 24 (13) 0.030

Figura 3 - incidenza

di complicanzenei pazienti affetti

da diverticolosi con età inferiore

e superiore a 45 anni

Figura 2 - aumento

della diagnosi di diverticolosi

con l’aumentare dell’età

Page 16: Professione Salute 3/2015

16 Professione Salute luglio 2015

ecm

lentemente nel colon destro (83%) mentre la localizzazione esclusiva nel sigma è molto ra-ra (fig. 5).

Stile di vita e dietaL’attività fisica è un fattore protettivo nei con-fronti dello sviluppo di MD complicata, men-tre il consumo di bevande alcoliche, l’obesità e il fumo di sigaretta predisporrebbero allo svi-luppo della malattia diverticolare e delle sue complicanze.L’ipotesi che una dieta ricca di fibre aves-se un’influenza positiva sull’evoluzione della malattia diverticolare fu formulata da Painter e Burkitt nel 1971, osservando che la diverti-colosi è più rara nell’Africa rurale mentre è in aumento nei paesi industrializzati. Questa dif-

Una dieta ad elevato contenuto di carne rossa (>117 g/die), se associata a un basso contenu-to di fibre (<17 g/die), determina un incremen-to del rischio di sviluppare diverticoli.Quindi, pur non avendo dati certi nella pre-venzione delle diverticolosi, della diverticolite e della sua recidiva, è indicata una dieta ad alto contenuto di fibre alimentari indigeribili e/o di mucillagini attraverso il consumo di 500-600 g di verdure crude o cotte e circa 400 g di frut-ta al giorno, eventualmente supplementata da fibre come crusca, psyllium, spagula e almeno 1-1,5 litri di acqua/die.Un altro importante aspetto relativo alla die-ta nella diverticolosi è legato all’assunzione di alimenti con i semi di varia grandezza e all’as-sunzione di noci, nocciole e popcorn. Per anni è stato vietato ai pazienti di assumere questi alimenti perché si pensava che potessero inca-strarsi nei diverticoli, causare delle lesioni della mucosa e portare all’insorgenza di complican-ze. Al contrario, uno studio di coorte america-no pubblicato nel 2008 ha dimostrato che il consumo abituale di noci, nocciole e popcorn non solo non determina un incremento del ri-schio di sviluppare diverticolite o sanguina-mento diverticolare, ma svolge addirittura un ruolo protettivo (fig. 6).

ClinicaL’ampio spettro di manifestazioni cliniche del-la malattia diverticolare impone la necessità di una classificazione capace di prevedere l’evo-luzione della patologia, sia in termini di effica-cia terapeutica che di prognosi.Nel 1999, Kohler et al. hanno pubblicato un Consensus Statement redatto dall’Eaes (Euro-pean Association of Endoscopic Surgeons) che valutava la severità clinica e la presentazione della malattia:z malattia sintomatica non complicataz malattia sintomatica ricorrentez malattia complicata (emorragia, ascesso, flemmone, fistola, perforazione, stenosi, peri-tonite purulenta e fecale, ostruzione intestino tenue da aderenze post-infiammatorie).

ferente distribuzione della diverticolosi fu col-legata alla differenza nella dieta, con maggior contenuto di fibre nella dieta delle popolazio-ni africane. Tale ipotesi è oramai considerata un dogma nella dietologia.Alcuni recenti lavori hanno messo in discus-sione questa ipotesi, demolendo il mito che la diverticolosi sia legata a un ridotto apporto di fibre e alla conseguente insorgenza di stipsi. Si è osservato che la stipsi e la diarrea sono presenti nella medesima percentuale nei pa-zienti affetti da MD, e che i pazienti con Sin-drome dell’intestino irritabile (Irritable Bowel Syndrome, IBS) con diarrea prevalente (IBS-D), e non quelli con IBS con stipsi prevalen-te (IBS-C), sono sorprendentemente quelli più affetti da MD.

Emergency Surgery in Patients with Sigmoid Diverticulitis (n=52)

Group 1 Group 2 P Value (age≤40 years; n=20) (age>40 years; n=32)

Emergency surgery 8 (40) 4 (13) 0.04Hinchey classification IV 2 (30) 0 (6) 0.03 III 4 2 II 2 (10) 2 (6)Laparoscopic drainage 5 (25) 3 (75) 0.23Colectomy Hartmann’s procedure 3 (15) 0 0.05 RPA 0 1 (3)

Paesi occidentali Paesi asiatici 90% localizzazione nel sigma 90% localizzazione nell’ascendente <15% anche a destra 5% anche a sinistraAnche pseudo-diverticoli Solo diverticoliAumenta con l’età Non aumenta con l’etàAumenta il numero dei diverticoli Non aumenta il numero dei diverticolicon il tempo con il tempoComplicanza principale: diverticolite Complicanza principale: sanguinamento

Figura 4 - incidenza di interventi in urgenza nei pazienti affetti da diverticolosicon età inferiore e superiore a 40 anni (rPa = resection and primary colorectal anastomosis)

Figura 5 - differenze tra la diverticolosi “occidentale” e quella “asiatica”

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l’aPParato gaStroEntErico tra SalutE E Patologia: ruolo di alimEntazionE E StilE di vita

Dal punto di vista clinico, la classificazione più semplice e più utilizzata differenzia la malattia in:z diverticolosi, pazienti con diverticoli e assen-za di segni o sintomi da flogosi diverticolare. Circa l’80% dei pazienti con diverticolosi del colon resta asintomatico per tutta la vita;z malattia diverticolare sintomatica non com-plicata, pazienti con diverticoli che manifesta-no sintomi ma non segni endoscopici e/o ra-diologici di flogosi diverticolare;z malattia diverticolare sintomatica ricorrente, pazienti con diverticoli che manifestino sinto-mi ricorrenti (>1 episodio all’anno) ma senza segni endoscopici e/o radiologici di flogosi di-verticolare;z malattia diverticolare complicata, pazienti con diverticoli che manifestino sintomi e con segni di flogosi diverticolare e successive com-plicazioni (emorragia, ascesso, flemmone, per-forazione, peritonite fecale e purulenta, steno-si, fistole).La malattia diverticolare sintomatica non com-plicata (SUDD, dall’acronimo inglese di Sym-ptomatic Uncomplicated Diverticular Disease)

si manifesta con episodi di dolori addominali aspecifici, localizzati solitamente nei quadranti addominali inferiori e in fossa iliaca sinistra in assenza di segni macroscopici di flogosi. I sin-tomi si presentano solitamente sotto forma di coliche, ma possono anche divenire costanti. Si possono associare alterazioni dell’alvo e, occa-sionalmente, senso di pienezza. L’aspecificità delle manifestazioni cliniche pongono il problema della diagnosi differen-ziale con patologie ad alta incidenza come l’IBS. La tipologia del dolore però è differente nelle due condizioni. Nell’IBS i pazienti lamen-tano dolori ricorrenti ma di lieve entità e dura-ta (da alcuni minuti ad alcune ore). Nella ma-lattia diverticolare sintomatica non complicata il dolore è invece tipo continuativo, dura alcu-ni giorni, talvolta fino a due settimane e poi presenta mesi o addirittura anni di remissio-ne senza nuovi attacchi. Frequente e comune a entrambe le condizioni è l’alterazione dell’al-vo, meteorismo, discomfort e presenza di mu-co nelle feci. Inoltre i valori di calprotectina fe-cale sono significativamente più elevati nella SUDD (15-60 μg/g) rispetto all’IBS e alla sem-plice diverticolosi del colon. La diverticolite acuta è definita come infiam-mazione dei diverticoli. È la complicanza più comune della malattia diverticolare e colpisce il 10-25% dei pazienti con diverticoli, di cui so-lo il 30% si complica.Il processo attraverso il quale un diverticolo si infiamma è stato paragonato a quello che cau-sa l’appendicite: il diverticolo si ostruisce me-diante materiale fecale, con una sovrapposi-zione batterica e un’ischemia tissutale locale, fino a portare alla perforazione del medesimo.La perforazione determina i differenti qua-dri clinici. La microperforazione può rimanere localizzata, contenuta nel grasso pericolico e nel mesentere, determinando la formazione di piccoli ascessi pericolici. Una perforazione più ampia, se non si manifesta come peritonite, può determinare la formazione di un ascesso più esteso e la formazione di fistole. In questo caso la diverticolite viene definita complicata.

Le noccioline contengono:z vitamina Ez acido alfa-linoleicoz acidi grassi insaturiz zinco e magnesio

Il consumo di nocciolineè inversamente proporzionaleai livelli di markerantinfiammatori quali: z PCRz IL-6z Riduce lo stress ossidativodel colon (Mg)

Azione sul collagene nel colon:z aumenta le zinco peptidasi

I popcorn contengono:z luteina, micronutriente con proprietà antinfiammatorie e chemoprotettive

Figura 6 - meccanismi protettivi dei popcorne delle noccioline

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I pazienti con diverticolite acuta presentano dolori addominali ai quadranti inferiori di si-nistra. Il dolore può essere sia continuo che intermittente ed è associato ad alterazione dell’alvo. L’esame obiettivo mostra dolorabilità alla pal-pazione in fossa iliaca sinistra, a volte asso-ciata a resistenza, la peristalsi appare normale nelle forme lievi o più spesso ridotta. Talvolta è presente una massa palpabile, la febbre è un reperto molto frequente.La diagnosi differenziale della diverticoli-te acuta è con l’appendicite acuta, la malattia di Crohn, la colite ischemica, la colite pseudo-membranosa, la malattia ulcerosa complicata e cause ginecologiche (cisti, ascessi o torsio-ni ovariche). La diverticolite acuta non complicata (70%) può essere trattata in maniera conservativa e senza ospedalizzazione. Il trattamento in regi-me di ricovero è indicato nelle forme severe o in pazienti di età superiore a 80 anni, immu-nocompromessi o in presenza di comorbidità; prevede terapia antibiotica endovenosa, flui-doterapia.Le complicanze della malattia diverticolare comprendono:z stenosi, che si manifesta clinicamente con stipsi e con possibili crisi subocclusive; in questo caso è importante la diagnosi diffe-renziale con il carcinoma tramite l’esame en-doscopico e bioptico;z perforazione libera, in questo caso il pa-ziente può manifestare segni di peritonite generalizzata e stato settico;z formazione (nel 10-20% dei casi) di ascessi e fistole colo-vescicali, colo-enteriche, colo-cutanee, la cui diagnosi viene posta median-te Tc con m.d.c;z emorragia, complicanza frequente che, causa circa il 40% dei casi di emorragia del tratto digestivo inferiore e il 3-5% di ente-rorragia grave nei pazienti affetti da diverti-colosi. Nel 70-80% dei casi si arresta sponta-neamente. La colonscopia con preparazione non è controindicata.

Colite segmentaria associataa diverticoli (SCAD)Presente nello 0,3-1,1% dei pazienti con diver-ticolosi, è una flogosi che interessa il tratto di colon che ospita i diverticoli, risparmia sempre il retto e il colon prossimale. La flogosi inte-ressa le pliche e risparmia la tasca diverticola-re. Si presenta con ematochezia (90%), diar-rea (35%), dolori addominali (30%), raramente febbre e calo ponderale. Gli indici di flogosi so-no nella maggior parte dei casi nella norma. Solitamente è autolimitante, nei casi severi può recidivare e a volte evolvere in IBD. La diagnosi differenziale è con le malattie in-fiammatorie del colon quali la colite ulcero-sa e il morbo di Crohn, la colite infettiva (Sal-monella, Shigella), la colite da Fans e la colite ischemica. L’esame endoscopico ci permette di valutare l’estensione della malattia e la presenza di di-verticoli, la presenza di eritema, la granularità e la friabilità della mucosa del colon con diver-ticoli; le alterazioni della mucosa risparmiano gli osti diverticolari e il retto.

DiagnosiL’infiammazione sembra essere il punto chia-ve sia nel determinare i sintomi che nello sviluppo di complicanze. Da qui il ruolo dei biomarcatori quali PCR, GB, VES e test della calprotectina fecale nel diagnosticare e mo-nitorare la malattia. La PCR sembra essere il marcatore più efficace di severità istologica e clinica della malattia, valori di PCR >50 mg/l suggeriscono una diverticolite acuta non complicata, mentre valori oltre i 200 mg/l so-no indicativi di malattia diverticolare compli-cata da perforazione. Anche la calprotectina

fecale sembra essere un marcatore sensibile nella malattia diverticolare: nella SUDD pre-senta valori di ≥15 μg/g, ed è altamente pre-dittiva di diverticolite acuta non complica-ta per valori ≥60 μg/g. Inoltre, questo esame sembra essere utile anche nel monitoraggio della risposta terapeutica della malattia. Nel sospetto clinico di diverticolite, sono en-trati a far parte nell’iter diagnostico esami di imaging quali l’ecografia e la tomografia as-siale computerizzata (Tc), quest’ultima con sensibilità del 94% e specificità del 99% (fig. 7). Infatti, questo esame ci fornisce informa-zioni sia sulla presenza di diverticoli che sulla estensione della flogosi e sulle eventuali com-plicanze legate a essa (ascesso, fistola, perfo-razione e stenosi).L’esame ecografico (fig. 9)17 rispetto alla Tc presenta dei limiti legati al training dell’opera-tore, all’obesità e alla presenza di meteorismo che nella MD può essere più frequente rispetto al resto della popolazione.Attualmente il ruolo diagnostico della colon-scopia è sicuramente primario, fornisce notizie sul numero e sulla distribuzione dei diverticoli, sulle caratteristiche della mucosa, sull’elastici-tà del viscere che ospita i diverticoli e, nei qua-dri radiologici dubbi, permette di fare diagno-si differenziale tra una stenosi diverticolare e una neoplasia.La diagnosi endoscopica di diverticolosi (figg. 10-11) avviene solitamente in corso di esami endoscopici mirati alla prevenzione del can-cro colon-rettale oppure in seguito a episo-di di rettorragia.

ETG TC

Sensibilità 84-98% 95-97%

Specificità 80-98% 97-100%

METODICA CANCRO “MISSED”

Clisma opacoa doppio contrasto ~30%

Ecografia ~15%

Tac ~10%

Figura 7 - Ecografia (Etg)vs tomografia computerizzata (tc)

Figura 8 - accuratezza diagnosticadegli esami radiologici

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La colonscopia nella diverticoliteLa colonscopia in presenza di diverticolite è dolorosa, spesso incompleta e presenta un au-mentato rischio di complicanze quali perfora-zione e sanguinamento. Per tali motivi si consiglia di eseguirla almeno due settimane dopo l’episodio di diverticolite acuta. Anche la colonscopia virtuale o il clisma opaco a doppio contrasto sono controindicati.La colonscopia, effettuata in elezione, ci per-mette di avere informazioni sulle caratteristi-che dei diverticoli, il numero e la distribuzione, la distensibilità del viscere all’insufflazione, la presenza di stenosi più o meno marcate. È in-dispensabile per la diagnosi differenziale con altre patologie che possono manifestarsi con una sintomatologia simile quali il morbo di Crohn, le neoplasie e la SCAD.

TerapiaLa terapia della malattia diverticolare sinto-matica non complicata è ancora oggetto di dibattito.Studi recenti hanno messo in evidenza la pre-senza di flogosi cronica di grado lieve che può essere responsabile della SUDD. Per tale mo-tivo alcuni autori propongono l’utilizzo della mesalazina nel trattamento della SUDD e per prevenirne la ricomparsa.La presenza di una disbiosi in questi pazien-ti giustificherebbe l’uso di antibiotici. Seppur con minore evidenza, questa disbiosi sottin-

tende un possibile beneficio dell’uso di pro-biotici in quanto favoriscono un ripristino dell’equilibrio della flora intestinale attraver-so la diminuzione della quota di patogeni.

Uso di antibiotici I trial clinici sull’uso degli antibiotici nella malattia diverticolare hanno dimostrato che gli antibiotici (in particolare quelli non assor-bibili) hanno un impatto positivo sul miglio-ramento dei sintomi nella malattia divertico-lare non complicata. La possibile spiegazione di questo fenomeno riguarda verosimilmen-te la riduzione l’attività metabolica della flo-ra batterica intestinale, attraverso il rallenta-mento della degradazione delle fibre e della produzione di gas (idrogeno, anidride carbo-nica e metano).

Antibiotici impiegatiper il trattamento della SUDD La rifaximina, un antibiotico non assorbibi-le, è l’antibiotico maggiormente utilizzato nel-la SUDD. Lo spettro di attività della rifaximina è ampio, sia contro gram-positivi e gram-ne-gativi aerobi che anaerobi. Nella pratica clini-ca, la rifaximina viene prescritta per 5-7 giorni al mese alla dose di 800 mg/die nel trattamen-to della SUDD. Esistono cinque trial randomiz-zati e controllati che hanno comparato anti-biotici non assorbibili (rifaximina) a placebo o a supplementazione di fibre in pazienti con ma-

lattia diverticolare non complicata. La sommi-nistrazione ciclica di rifaximina è efficace nella riduzione dei sintomi cronici come dolore ad-dominale e gonfiore, ma non sembra essere in grado di prevenire la diverticolite.

Antibiotici impiegatiper il trattamento della diverticoliteNelle forme di diverticolite lievi-moderate, il trattamento con antibiotici sistemici orali ad ampio spettro per almeno 7-10 giorni ha l’o-biettivo di migliorare il quadro acuto in 2-3 giorni. Qualora le condizioni iniziali del pazien-te siano più gravi, o se il paziente non presenta una risposta clinica soddisfacente alla terapia antibiotica orale, è necessaria l’ospedalizzazio-ne e una terapia con antibiotici endovena. Gli antibiotici orali più usati per trattare le diver-ticoliti acute, da soli o in combinazione, so-no: amoxicillina con acido clavulanico, trime-toprim-sulfametossazolo con metronidazolo oppure fluorochinolonici con metronidazolo. Per quanto riguarda gli antibiotici sommini-strati per via endovenosa, i più usati comune-mente sono: metronidazolo con cefalosporine di terza generazione (ceftriaxone, cefotaxime), metronidazolo con fluorochinolonici (cipro-floxacina, levofloxacina), penicilline ad ampio spettro con inibitori di lattamasi (ampicillina-sulbactam, piperacillina/tazobactam) e carba-penemi (cimipenem, meropenem). Il tratta-mento antibiotico endovena viene instaurato

Figura 9 - Ecografia nella md Figura 10 - diverticolosi del colon sinistro e destro Figura 11 - diverticolite acuta non complicata

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normalmente per 7-10 giorni e spesso si fa se-guire un ciclo di antibiotici orali.Dati più recenti hanno tuttavia messo in dub-bio l’utilità della terapia antibiotica nella diver-ticolite acuta non complicata. Secondo i risul-tati di tre studi clinici, l’utilizzo di antibiotici non ridurrebbe la durata del processo infiam-matorio e non preverrebbe la sua ricorrenza, l’incidenza di complicanze e non diminuirebbe il tasso di interventi chirurgici.

Uso della mesalazinanel trattamento della SUDDL’ipotesi della flogosi come evento eziopa-togenetico chiave della SUDD giustifiche-rebbe la terapia con mesalazina. Sono stati condotti diversi studi clinici con l’uso della mesalazina in pazienti affetti da SUDD, studi sia in aperto che controllati con placebo. Negli studi in aperto la mesa-lazina è stata comparata con al rifaximina e sembra essere più efficace nel migliorare la qualità di vita nei pazienti studiati.È stata anche valutata l’opportunità di una somministrazione giornaliera della moleco-la rispetto a una somministrazione ciclica in pazienti affetti da SUDD ad alta frequen-za di recidiva. I pazienti in trattamento con-tinuativo giornaliero risultavano più spes-so asintomatici anche se la significatività si

raggiungeva solo nel lungo termine.L’efficacia della mesalazina è stata anche valutata anche in tre studi randomizzati e controllati con placebo che sono stati re-centemente pubblicati. Nella SUDD la me-salazina è risultata essere più efficace ri-spetto al placebo nel ridurre i sintomi quale per esempio il dolore addominale, nel man-tenere la remissione sintomatologica e im-pedendo l’insorgenza del primo episodio di diverticolite.

Uso della mesalazina nel trattamento della diverticoliteAlcuni studi hanno evidenziato l’efficacia del-la mesalazina nella diverticolite non compli-cata, specie se associata alla rifaximina.Ad oggi, solo tre studi in aperto e tre studi in doppio cieco controllati con placebo so-no stati pubblicati relativamente all’uso del-la mesalazina in questi pazienti. Gli studi in aperto hanno dimostrato che la mesalazina, specialmente in aggiunta alla rifaximina ridu-ce significativamente I sintomi post-diverti-colite e i tassi di recidiva della malattia. Tre studi randomizzati e controllati con pla-cebo sono stati recentemente conclusi con l’obiettivo di valutare l’efficacia della mesala-zina nel prevenire le recidive di diverticolite e nel trattamento dei sintomi post-diverticoli-

te. Questi studi hanno messo in evidenza che la terapia con mesalazina risulta più efficace del placebo nel ridurre i sintomi ma non nel prevenire la recidiva della diverticolite e l’in-tervento chirurgico.Due altri trial randomizzati e controllati con placebo, Prevent 1 e Prevent 2, hanno valuta-to l’uso della mesalazina MMX nella preven-zione della recidiva di diverticolite. Sorpren-dentemente il trial Prevent 2 non ha trovato alcuna superiorità della mesalazina MMX nel prevenire la recidiva di diverticolite, qualun-que fosse la dose di mesalazina somministra-ta, mentre il trial Prevent 1 ha evidenziato co-me la mesalazina MMX alla dose di 4,8 g/die sia superiore al placebo nel prevenire la reci-diva di diverticolite. Tuttavia, i dati attualmente disponibili ci per-mettono di concludere che la mesalazina è superiore al placebo nell’ottenere il control-lo dei sintomi nella malattia diverticolare sin-tomatica non complicata, specie se associata ai probiotici. Inoltre la mesalazina è superiore al placebo nel controllo dei sintomi dopo un episodio di diverticolite acuta. La mesalazina non è superiore al placebo nel prevenire la re-cidiva di diverticolite.

Proprietà terapeutiche dei probioticiI probiotici sono organismi vivi che, se inge-riti in numero consistente, esercitano effet-ti benefici sulla salute dell’ospite. I probiotici colonizzano il colon entrando in competizio-ne con i batteri patogeni, stimolano la pro-duzione di IgA dalle placche di Peyer e ini-biscono l’attività proinfiammatoria di alcune citochine. È opinione comune che nel co-lon affetto da diverticolosi ci sia una disbio-si, pertanto modificando la flora batterica del colon potremmo ridurre la flogosi e i sintomi.Uno dei primi lavori pubblicati sull’utilizzo dei probiotici nella SUDD è stato quello con-dotto da Fri nel 2003, in cui veniva dimostra-to che il supplemento di un probiotico (E. coli Non-patogeno Strain Nissle) alla terapia an-tibiotica per il trattamento della SUDD pro-

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lungava significativamente il periodo di re-missione dai sintomi.Nel 2006 è stato pubblicato un lavoro pro-spettico multicentrico in aperto al fine di va-lutare le proprietà terapeutiche dei probiotici nel mantenere la remissione della SUDD. Dei novanta pazienti arruolati 29 furono tratta-to con L. casei subsp. DG, 23 soggetti (76%) risultavano asintomatico al termine del fol-low-up di un anno.Un altro studio pubblicato nel 2011 ha ana-lizzato la risposta terapeutica di tre diversi trattamenti (solo fibre, fibre con probiotici, elevato apporto di fibre con elevato appor-to di probiotici.) I due gruppi che assumeva-no probiotici (Lactobacillus paracasei subsp. paracasei F19) hanno avuto una riduzione si-gnificativa del meteorismo rispetto al grup-po che assumeva solo fibre. Purtroppo non è stata osservata nessuna differenza signi-ficativamente significativa tra i tre gruppi relativamente al dolore addominale, solo la comparsa del dolore addominale >24 h era significativamente più evidente nel gruppo che assumeva solo fibre.Un altro studio pubblicato nel 2012 ha ana-lizzato la risposta terapeutica di due gruppi di pazienti affetti da SUDD trattati con solo dieta ad alto contenuto di fibre o con un sup-plemento di probiotici (L. paracasei B21060). Solo con la dieta si è ottenuta una riduzione del dolore addominale di breve durata dopo 6 mesi di trattamento, mentre con il supple-mento di probiotici la remissione dei sintomi è stata osservata dopo 3 mesi. Sul meteori-smo si è avuta una risposta terapeutica solo con il trattamento combinato.I probiotici sono anche in grado di poten-ziare anche la risposta terapeutica della mesalazina.È sicuramente possibile ipotizzare un uti-lizzo dei probiotici anche in associazione con altri farmaci nella malattia divertico-lare. Purtroppo i dati di letteratura non so-no ancora sufficientemente forti da racco-mandarne l’uso routinario. n

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Professione Saluteluglio 2015 23

l’aPParato gaStroEntErico tra SalutE E Patologia: ruolo di alimEntazionE E StilE di vita

DOMANDE ECM

A. La colite segmentaria associata a diverticoli (SCAD) è presente:1 nello 0,3-1,1% dei pazienti con diverticolosi2 nel 15% dei pazienti con diverticolosi3 nel 5-7% dei pazienti con diverticolosi4 nel 2-3% dei pazienti con diverticolosi

B. L’ emorragia interessa il tratto digestivo inferiore:1 nel 10% dei casi2 nel 20% dei casi3 nel 30% dei casi4 nel 40% dei casi C. La diverticolosi rimane asintomatica nel:1 20% dei pazienti2 40% dei pazienti3 60% dei pazienti4 80% dei pazienti D. La SCAD differisce dalla rettocolite ulcerosa perché:1 risparmia il retto2 risparmia il sigma3 risparmia il retto e la tasca diverticolare4 interessa solo la tasca diverticolare

E. Quale esame è più utile nella diagnosi di diverticolite? 1 La colonscopia2 La Tc con mezzo di contrasto3 La colonscopia virtuale4 Il clisma opaco a doppio contrasto

F. La prevalenza della diverticolosi:1 rimane invariata con l’età 2 si riduce con l’età3 aumenta con l’età4 è maggiore nel sesso maschile rispetto al femminile G. Quale di questi fattori è protettivo rispetto all’insorgenza di malattia diverticolare complicata?1 Il fumo2 L’obesità3 L’attività fisica4 Il consumo di carne

H. Quale di queste affermazioni non è esatta?1 La diverticolite acuta non complicata deve essere sempretrattata in ambiente ospedaliero2 Ci sono evidenze che mettono in discussione la terapiaantibiotica nella diverticolite acuta non complicata3 Nella diverticolite acuta complicata il trattamentopiù efficace è l’associazione tra rifaximina e mesalazina4 La colonscopia non deve essere mai effettuata in casodi diverticolite acuta

I. La diverticolite non complicata è:1 un processo infiammatorio a carico di uno o più diverticoli2 una colite infettiva3 un’infezione del colon con ascesso pericolico4 una dilatazione del colon

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nutrizione_sorveglianza nutrizionale

L’alimentazione svolge un ruolo fonda-mentale nell’influenzare lo stato di sa-lute dell’individuo e della popolazione.

La promozione dello stato di salute globale dell’individuo, in accordo con l’Organizzazio-ne mondiale della sanità, è finalizzata al rag-giungimento del completo benessere fisico, mentale e sociale, non soltanto all’assenza di malattia o di infermità. Numerose evidenze scientifiche hanno riconosciuto il ruolo della nutrizione nello sviluppo di patologie cronico-degenerative che affliggono il mondo occiden-

tale. Occorre inoltre ricordare che il sovracon-sumo, tipico delle società industrializzate, può non coprire tutti i nostri fabbisogni, special-mente per quanto riguarda i micronutrienti. Tutto ciò incide anche sui costi per il sistema sanitario con l’aumento di ricoveri, farmaci, esami ematochimici e di laboratorio e per le aziende con una riduzione della produttività per il maggior numero di assenze sul lavoro. Risulta quindi fondamentale un processo di sorveglianza nutrizionale definita come l’insie-me combinato di azioni finalizzate a documen-

24 Professione Salute luglio 2015

Chiara GiacolettiDietista

specifici programmi scolastici

di educazione alimentare possono

influenzare positivamente

i comportamenti alimentari

dei bambini di oggi, che saranno

i consumatori di domani,

orientandoli verso modelli

alimentari sani

L’educazioneaLimentare

nelle scuole

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Professione Saluteluglio 2015 25

tare la presenza e la distribuzione in una po-polazione di stati morbosi associati o mediati dalla dieta, per stabilirne le cause, individuarne le tendenze nel tempo, nello spazio e negli stra-ti sociali, predirne le modifiche, mettere a fuoco le priorità e consentire un preciso orientamento delle misure correttive e preventive1. La prevalenza del sovrappeso e dell’obesità è in aumento tanto da poter parlare di pandemia, che colpisce sempre di più bambini e adole-scenti. Viviamo in un ambiente “obesogenico” dove risulta estremamente più semplice avere a disposizione merendine e snack salati rispetto a degli spuntini più sani e dove le infrastruttu-re sono carenti. Inoltre anche il contesto fami-liare è di fondamentale importanza: i genitori stessi devono essere un modello educativo per i propri figli. Il secondo punto di riferimento per i bambini è rappresentato dalla scuola, luogo dove possono confrontarsi con i propri coetanei e per la pri-ma volta venire a contatto con realtà differenti. In particolare, la mensa scolastica è un impor-tante punto di incontro e non deve essere vista solamente come un momento di consumo del pasto, ma come uno strumento che permetta ai bambini di comprendere e applicare i principi di una sana e corretta alimentazione. La varietà proposta nei menù, in relazione ai cambiamen-ti stagionali, ha il compito di educare i bambi-ni, che diventeranno i consumatori di domani, a mangiare con gusto, variando la scelta degli ali-menti e indirizzandoli verso alimenti salutari2. La ristorazione scolastica può indirizzare i bambini verso scelte consapevoli e promuove-re comportamenti corretti mirando a dar loro stabilità3. Questo ruolo dovrebbe essere svolto in concomitanza da insegnanti e genitori op-portunamente formati. Un menù vario, di qualità, sano e bilanciato può scongiurare l’adozione di scorrette abitudini ali-mentari come il consumo di spuntini ipercalo-rici, che contribuiscono all’insorgenza del so-vrappeso e l’obesità4. L’obesità infantile incide sull’equilibrio psico-fisico del bambino e rap-presenta un rischio molto alto di sviluppare

nutrizione_sorveglianza nutrizionale

Bibliografia1. Bevilacqua N, Branca F, Cairella G, Cen-si L, D’Addesa D, D’Amicis A, Leclercq C, Rossi L, Saba A, Sette S, Tabacchi G, Turri-ni A. Manuale di Sorveglianza Nutriziona-le, Istituto Nazionale di Ricerca per gli Ali-menti e la Nutrizione, 2003.2. Iapello A, Quaglia GB, Di Renzo L, De Lorenzo A, Bucarella FM. Indagine quali-quantitativa dello scarto alimentare nella Refezione Scolastica, con particolare rife-rimento agli aspetti nutrizionali. La rivista di scienza dell’alimentazione, numero IV: 21-28, 2011.3. Regione Lombardia. Linee guida del-la Regione Lombardia per la Ristorazione Scolastica, 2002.4. Centro studi per la sicurezza alimen-tare, Istituto zooprofilattico sperimentale delle regione Lazio e Toscana, 2005.5. Maffeis C. Il bambino obeso e le com-plicanze. Dalla conoscenza scientifica alla pratica clinica. SEE Editrice, Edizioni Me-dico Scientifiche, Firenze, 2004.6. Istituto Superiore di Sanità (Iss). Okkio alla salute: Sintesi dei risultati, 2012.

obesità e sindrome meta-bolica in età adulta. Oltre alla scorretta alimentazio-ne, anche la sedentarietà è un fattore molto importan-te che influisce sullo sta-to ponderale dei bambini. L’inattività fisica compor-ta un aumento del grasso intramuscolare, che è stato identificato come un fat-tore di rischio per lo svi-luppo di insulino-resisten-za e di diabete di tipo 25. L’Oms raccomanda di svolgere almeno 30 mi-nuti di attività fisica moderata quotidiana, ma più del 60% della popolazione mondiale ha dif-ficoltà a svolgerla. Il progetto “Okkio alla salute” ha riscontrato valori elevati di inattività fisica nei bambini, accompagnata da un aumento del tempo trascorso davanti a Tv o videogiochi con aumento del consumo di merendine e snack6. Gli enti pubblici dovrebbero contrastare l’in-sorgenza dell’obesità infantile finanziando dei programmi di educazione alimentare, aumen-tando le ore dedicate all’attività fisica, promuo-vendo interventi di personale esperto in modo da stimolare e incuriosire i bambini a dedicarsi allo sport e a mangiare in modo corretto. D’al-tro canto la scuola dovrebbe impegnarsi a riser-vare delle lezioni sui principi di una corretta ali-mentazione differenziate per fasce d’età , creare un’atmosfera serena durante i pasti, invoglian-do i bambini a provare alimenti nuovi, realizza-re anche degli spazi come i laboratori del gusto in cui scienza e sperimentazione siano gli ingre-dienti di attività interattive che aiutino a cre-scere insegnando a scegliere il g(i)usto.In base a tali considerazioni, risulta quindi di estrema importanza la necessità di effettua-re un continuo processo di sorveglianza nutri-zionale, quale strumento di monitoraggio del-la salute dei nostri bambini, e di intervenire con programmi mirati di educazione alimentare e di promozione di una attività fisica programmata laddove situazioni più critiche lo richiedono. n

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Professione Saluteluglio 2015 27

L’onicomicosi è un’infezione dell’unghia causata generalmente dai funghi der-matofiti, dai lieviti e dalle muffe non

dermatofite. Sebbene colpisca principalmen-te adulti e anziani, raramente è possibile ri-scontrare lesioni tipiche ungueali anche nei bambini. Le onicopatie infettive non rappresentano un pericolo per la salute dell’individuo, tuttavia a causa dell’elevata incidenza con cui si ma-

Carla CarnovaleFarmacista

DeRMATOLOGIA_cura delle unghie

la stagione estiva, calda e umida, crea le condizioni ideali per la

proliferazione degli agenti patogeni responsabili dell’onicomicosi,

un’infezione micotica da non trascurare, che può portare alla

modifica di forma e colore delle unghie

nifestano nella popolazione generale costi-tuiscono un significativo evento clinico de-gno di nota e di specifici approfondimenti. La micosi ungueale colpisce infatti il 5% del-la popolazione mondiale; solo in Italia oltre 7 milioni e mezzo di persone ne sono affette1. L’eziopatogenesi è strettamente connessa al tipo di patogeno coinvolto nell’infezione, tuttavia i meccanismi alla base accomuna-no tutti gli agenti eziologici. Su tutti, la ca-

Pronto intervento control’onicomicosi

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28 Professione Salute luglio 2015

pacità del patogeno di moltiplicarsi a tem-peratura corporea e di sintetizzare enzimi responsabili dell’attacco diretto e della di-gestione della cheratina. I patogeni coinvol-ti sono opportunisti, quindi seppur intrin-secamente incapaci di provocare uno stato morboso, possono causare l’infezione in un organismo con compromesse o ridotte ca-pacità difensive.

Principali fattori di rischioSulla base di tali premesse, i più comuni fattori di rischio comprendono la presenza di:z patologie immunosoppressive o a carico di cute e unghie (tra cui psoriasi e tinea pedis);z diabete; z fumo;z patologie vascolari periferiche; z familiarità. Il tasso di incidenza è inoltre determinato da diversi fattori qual, la predisposizione gene-tica, la tipologia di lavoro, la qualità dell’am-biente, il clima e l’igiene personale2. Studi in merito hanno inoltre rilevato che l’incidenza aumenta con l’avanzare dell’età e nei maschi per la presenza di testosterone che predispo-ne l’insorgenza della patologia. Nella donna invece gli estrogeni esplicherebbero un ef-

DeRMATOLOGIA_cura delle unghie

fetto protettivo, spiegando la frequenza più elevata nelle donne in menopausa3.

Segni e sintomi cliniciIndipendentemente dal microrganismo coin-volto, un caratteristico quadro clinico acco-muna le onicomicosi4. Il patogeno attacca le unghie dei piedi e della mani infiltrandosi fino al letto ungueale, causando una piccola mac-chia biancastra sulla lamina. L’unghia diventa opaca, perde la sua naturale lucidità e traspa-renza, assumendo una pigmentazione scura dovuta all’accumulo di materiale cheratinico al di sotto della lamina ungueale. In seguito al progressivo ispessimento, diventa fragile, po-rosa e friabile. Spesso si verifica un solleva-mento dal letto ungueale con conseguente e definitivo distacco (onicolisi). Quelle dei piedi risultano le unghie maggior-mente coinvolte, poiché più frequentemente esposte a luoghi caldi, umidi e privi di luce, condizioni ideali per la proliferazione degli agenti patogeni. Inoltre, a causa della ridotta circolazione sanguigna diretta verso le un-ghie dei piedi, il processo di riconoscimen-to e di eradicazione dell’infezione risulta più

oniComiCosi in età pediatriCa e in gravidanza

Stime relative all’incidenza delle onicomicosi pe-diatriche si attestano intorno allo 0,2%14. Nella maggior parte dei casi colpisce bambini immuno-depressi o con precedenti familiari gravi di onico-micosi. La griseofulvina rimane il farmaco di prima scelta, tuttavia la sua efficacia è variabile e sono frequenti le ricadute. Recenti studi in merito hanno rilevato un buon profilo rischio-beneficio della terbinafina e dell’i-traconazolo per la cura della tinea capitis (infezio-ne della cute sostenuta da dermatofiti) nei bambi-ni (indicazione già approvata in molti Paesi)15. Se ufficialmente confermate anche per terapie a lun-go termine, necessarie per la cura delle onicopa-tie infettive, potrebbero diventare le opzioni tera-

peutiche ideali per curare le micosi ungueali nei bambini. Le donne in gravidanza rappresentano un’altra fa-scia della popolazione particolarmente vulnerabile e dunque esposta a un maggior rischio di contrar-re infezioni. A causa del lieve indebolimento fisio-logico dovuto alle basse difese immunitarie, l’in-sorgenza di onicomicosi in donne che presentano concomitanti fattori di rischio è una possibilità da prendere in considerazione. In caso di diagno-si conclamata, si sconsiglia l’assunzione di antimi-cotici orali a favore di un utilizzo topico di rime-di erboristici a base di olio essenziale di Melaleuca alternifolia da applicare localmente fino alla tota-le guarigione dell’unghia.

approfondimenti

Le micosi sono molto frequenti nei diabetici, la cui cute e unghie dei piedi sono particolarmente a rischio. Le alterazioni sia del trofismo cutaneo sia delle difese locali rappresentano importanti fattori predisponenti.

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Professione Saluteluglio 2015 29

DeRMATOLOGIA_cura delle unghie

complicato. Si distinguono quattro manife-stazioni cliniche:z onicomicosi subungueale distale-laterale, la forma più comune, sostenuta principalmente da dermatofiti;z onicomicosi superficiale bianca, causa-ta principalmente dai dermatofiti, talvolta da non-dermatofiti; frequente nei malati di Aids;z onicomicosi subungueale prossimale, la for-ma meno comune, provocata principalmente dalla candida, coinvolge per lo più le unghie delle mani;z onicomicosi con totale distrofia dell’unghia, che determina una completa distruzione del-la lamina ungueale ed generalmente provoca-ta da dermatofiti.

Come avviene la diagnosi Il consulto del medico diventa necessario quando viene rilevato un ispessimento o uno scolorimento di un’unghia, primi segni clini-ci dell’infezione.Il podologo o dermatologo effettuerà un’a-namnesi del paziente e un’indagine obiettiva riuscendo facilmente a presupporre un coin-volgimento di un microrganismo patogeno. Per emettere però una corretta diagnosi e im-postare un’appropriata terapia farmacologi-ca, è necessario effettuare specifici esami di laboratorio prelevando un piccolo campione dell’unghia interessata. Le tecniche maggiormente utilizzate com-prendono l’esame microscopico diretto, che consente di effettuare un primo screening per verificare la presenza di funghi, e l’esame colturale, che identifica la specie di patogeno coinvolto nell’infezione, indirizzando il medi-co nella scelta corretta del farmaco.

Cura e prevenzioneOltre a causare dolore e disagio, l’onicomico-si può talvolta procurare gravi limitazioni fisi-che e professionali impattando negativamen-te sulla qualità della vita della persona affetta. L’elevata contagiosità rende inoltre necessario un pronto intervento farmacologico per la de-

finitiva e completa eradicazione dell’infezione. Negli stadi precoci, in caso di onicomicosi bianche superficiali e per i casi in cui la tera-pia sistemica sia controindicata o rifiutata dal paziente, si predilige un approccio farmacolo-gico locale. Le diverse opzioni comprendono molecole ad ampio spettro d’azione e disponibili in diver-se formulazioni farmaceutiche quali: z amorolfina (crema allo 0,25%, smalto medi-cato per unghie al 5%), z tioconazolo (crema, polvere, emulsione cuta-nea all’1%, soluzione ungueale al 28%), z ciclopirox (crema, gel, soluzione e polvere cu-tanea all’1%, smalto per unghie all’8%), z bifonazolo (crema, gel, soluzione e schiuma cutanea all’1%).Negli stadi precoci si è inoltre dimostrato efficace l’uso di unguenti contenenti urea al 40% in associazione a un prodotto antimi-cotico5 che, ammorbidendo le parti dell’un-ghia contaminate, ne facilita l’asportazione. Esistono inoltre in commercio efficaci pro-dotti che applicati localmente acidificano il pH dell’unghia, alterando la crescita del fungo. La tabella 1 in questa pagina illustra

tabella 1 - oniComiCosi: approCCio farmaCologiCo loCale

Antimicotico Schema posologico Durata del trattamentoAmorolfina 1-2 volte a settimana 9-12 mesi (micosi del piede) sull’unghia pulita e limata 6 mesi (micosi della mano)

Tioconazolo 2 volte al giorno sull’unghia infetta 6-12 mesi e sulla cute circostante

Ciclopirox Inizialmente 1 volta al giorno 6 mesi e successivamente 1 volta a settimanaBifonazolo 1 sola applicazione al giorno 2-3 settimane

Urea Ogni giorno sull’unghia e lasciato agire 21-41 giorni per 24 ore prima del raschiamento

Dispositivo medico Schema posologico Durata del trattamentoDispositivo a base di acido Per almeno 3 mesi, si consigliaacetico e di lattato di etile 2 volte al giorno l’uso fino alla guarigione completa dell’unghia

Dispositivo a base di lattato di etile, acido lattico, 2 volte al giorno 3-4 settimaneacido citrico

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30 Professione Salute luglio 2015

nel dettaglio lo schema posologico delle op-zioni terapeutiche correlate al trattamento farmacologico locale. Seppur associata a rarissimi e transitori ef-fetti collaterali locali (sensazione di brucio-re, eritema, prurito) la terapia topica è asso-ciata a significativi fallimenti terapeutici e ad alti tassi di ricaduta6. L’uso del ciclopirox è correlato a una percentuale di inefficacia terapeutica del 61%, poco più bassa (40%-50%) in caso di trattamenti con amorolfina o tioconazolo7.I due principi attivi più efficaci utilizzati co-me terapia sistemica di prima linea, com-prendono:z itraconazolo, ad ampio spettro d’azione;z terbinafina, efficace solo contro i funghi der-matofiti.A differenza delle vecchie molecole (keto-conazolo e griseofulvina), offrono un eleva-to tasso di guarigione e un buon profilo di sicurezza. Possiedono un’attività più mirata che si associa a una significativa riduzione della durata del trattamento (10-18 mesi vs 3-6 mesi)8 . La tabella 2 riporta lo schema posologi-co delle due molecole. Per quanto riguar-da l’itraconazolo, la sua lenta eliminazione dall’organismo giustifica uno schema poso-logico alternativo “discontinuo”: 200 mg 2/die per 7 giorni a cui fanno seguito 3 setti-mane di sospensione. Il ciclo va ripetuto per 2 mesi nel caso della micosi delle mani e per 3 mesi nel caso del piede.Nel caso di infezioni sostenute da dermato-fiti (80-95% dei casi), in termini di efficacia la terbinafina produce percentuali di guari-

in Aspergillus nidulans may have a cor-responding gene in Trichophyton rubrum. Mycopathologia 1998;143(2):71-5.8. Gupta AK, Ryder JE, Johnson AM. Cumulative meta-analysis of syste-mic antifungal agents for the tre-atment of onychomycosis. Br J Dermatol 2004;150(3):537-44.9. Gupta AK, Scher RK, De Doncker P, Sau-der DN, Shear NH. Onychomycosis. New therapies for an old disease. West J Med 1996;165(6):349-51.10. Adriaenssens B, Roskams T, Steger P, Van Steenbergen W. Hepatotoxicity rela-ted to itraconazole: report of three cases. Acta Clin Belg 2001 Nov-Dec;56(6):364-9.11. Niwa T, Imagawa Y, Yamazaki H. Drug interactions between nine antifungal agents and drugs metabolized by hu-man cytochromes P450. Curr Drug Metab 2014;15(7):651-79.12. Lecha M, Effendy I, Feuilhade de Chau-vin M, Di Chiacchio N, Baran R. Treatment options - development of consensus gui-delines. JEADV 2005; 19: 25-33.13. Brown SJ. Efficacy of fluconazole for the treatment of onychomycosis. Ann Pharmacother 2009;43(10):1684-91.14. Gupta AK, Gupta AK1, Sibbald RG, Lynde CW, Hull PR, Prussick R, Shear NH, De Doncker P, Daniel CR, Elewski BE. Ony-chomycosis in children: prevalence and treatment strategies. J Am Acad Derma-tol 1997; 36: 395-402.15. Feldstein S, Totri C, Friedlander SF. An-tifungal therapy for onychomycosis in children. Clin Dermatol 2015;33(3):333-9.

DeRMATOLOGIA_cura delle unghie

gione più elevate dell’itraconazolo (76% vs 60%) e una percentuale minore di recidive (21% vs 48%)9.Due aspetti importanti da considerare lega-ti all’uso dell’itraconazolo sono inoltre cor-relati alla possibile insorgenza di danno epa-tico10 e all’interazione con l’isoforma 3A4 dell’enzima microsomiale CYP450, che au-menta dunque il rischio di interazione con un vasta gamma di farmaci (sulfaniluree, H2 antagonisti, warfarin, digossina, succo di pompelmo)11.In seconda linea, quando la risposta alla te-rapia iniziale è stata inadeguata, può esse-re utile adottare un approccio combinato (un antimicotico sistemico più un antimi-cotico topico)12.Sebbene la Food and Drug Administration non abbia approvato l’uso del fluconazo-lo come terapia per le micosi delle unghie, i primi dati sull’efficacia sembrano promet-tenti. È stato infatti evidenziato un signi-ficativo miglioramento clinico (del 90%) e una riduzione in termini di costi e inciden-za di effetti collaterali rispetto alle altre te-rapie sistemiche disponibili, in pazienti trat-tati con 450 mg una volta a settimana per 3 mesi13. Tuttavia, la terbinafina e l’itracona-zolo restano le due opzioni migliori in termi-ni di efficacia, destinando per ora l’utilizzo del fluconazolo a pazienti che si dimostrano non tolleranti agli altri antifungini13.Il rispetto delle buone norme igieniche delle mani e dei piedi rappresenta sicuramente la miglior forma di prevenzione. È fondamentale asciugare accuratamente le dita e la pianta dei piedi dopo ogni contat-to con l’acqua, indossare calzature e calzini traspiranti che permettono una buona ven-tilazione per evitare sudorazioni eccessive che renderebbero l’ambiente caldo e umido, condizioni ideali per la proliferazione degli agenti patogeni.L’elevata contagiosità rende infine fondamen-tale evitare il contatto diretto con superfi-ci quali piscine e docce pubbliche. n

tabella 2 - oniComiCosi: approCCio farmaCologiCo sistemiCo

Antimicotico Schema posologico Durata del trattamentoTerbinafina 250 mg/die, via orale 3 mesi (micosi delle mani) 3-6 mesi (micosi di piedi)

Itraconazolo 200 mg/die, via orale per 3 mesi

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Professione Saluteluglio 2015 31

Il colpevole principale è il tempo: come tutti gli organi, anche la pelle invecchia e cambia aspetto, con rughe che compaiono intorno

agli occhi, linee sottili intorno alle labbra, mac-chie sulle mani. Ma se molti dei fattori che ne sono responsabili sono naturali e non posso-no essere evitati, su altri si può agire: prima di tutto l’esposizione al sole.Per capire in che modo i raggi solari possono danneggiare la pelle bisogna ricordare come questa è strutturata. Ci sono tre strati: quello più esterno è l’epidermide, sotto il quale c’è il derma e infine, ancora più in profondità, c’è l’i-poderma. Il derma contiene collagene, elastina e altre fibre che sostengono la struttura del-la pelle: sono queste componenti a conferire l’aspetto liscio tipico dell’età giovanile e sono proprio loro a essere danneggiate dalla radia-zione ultravioletta.Questi raggi, con lunghezze d’onda immedia-tamente inferiori alla luce visibile dall’occhio umano ma superiori a quelle dei raggi X, ven-

Renato Torlaschi

DERMATOLOGIA_PROTEZIONE SOLARE

Bilanciare rischi e benefici derivanti

dal sole è possibile, preparando

la pelle prima dell’abbronzatura

assumendo alimenti fotoprotettivi

e proteggendola in modo

adeguato con creme solari

durante l’esposizione

raggi solari

gono ulteriormente classificati in UV-A (con lunghezza d’onda dai 400 ai 315 miliarde-simi di metro, o nanometri), UV-B (315-280 nm) e UV-C (280-100 nm). Il sole emette rag-gi in una vasta gamma di frequenze, che co-prono tutte e tre le bande della luce ultravio-letta, ma la ionosfera assorbe quasi il 100% degli UV-C, potenzialmente i più dannosi per la salute umana. Gli UV-A arrivano più facil-mente alla superficie terrestre e sono meno pericolosi, ma non del tutto: ad alte dosi pos-

rischi e benefici di una risorsada utilizzare con cura

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32 Professione Salute luglio 2015

sono causare ustioni e sono ritenuti anch’essi respon-sabili di tumori della pel-le, inoltre hanno un ruo-lo essenziale nel processo di invecchiamento cuta-neo. Gli UV-B sono assorbi-ti per il 95% dall’atmosfera, ma il 5% che rimane richie-de comunque attenzione e protezione; sono ritenuti i maggiori responsabili del-la formazione di melanomi, ad alta intensità sono dan-nosi per gli occhi e un’e-sposizione prolungata può causare fotocheratiti e fo-todermatiti.

Gli effetti nocividei raggi solariQuando i raggi ultraviolet-

ti colpiscono la pelle si attivano i melanoci-ti, le cellule responsabili della produzione del-la melanina, il pigmento responsabile della colorazione caratteristica dell’abbronzatura. Si tratta sostanzialmente di una reazione di-fensiva: il tentativo messo in atto dalla pelle

DERMATOLOGIA_PROTEZIONE SOLARE

di impedire alla radiazione di penetrare. I più energetici raggi UV-B costituiscono la princi-pale causa delle scottature, ma sono i raggi UV-A, con le loro maggiori lunghezze d’onda, a produrre gran parte del fotoinvecchiamen-to: riescono a penetrare a profondità maggio-re e danneggiano le fibre di collagene presen-ti nel derma. Questo fa sì che si produca una quantità eccessiva di elastina, che di per sé ha un ruolo positivo nel garantire alla pelle ela-sticità e possibilità di deformarsi quando viene sottoposta a tensioni meccaniche; tuttavia, in una pelle invecchiata dai raggi solari, la strut-tura dell’elastina appare notevolmente altera-ta, anche sul piano funzionale. Sotto l’azione dei raggi UV-A aumenta anche la formazione di metalloproteinasi, una famiglia di enzimi di diversi tipi, che degradano differenti proteine della matrice dermica.Ripetute esposizioni al sole possono inoltre fa-vorire la formazione di macchie dell’età, ine-stetismi che appaiono sulla pelle generalmente dopo i 40 anni. Come spiegano gli esperti dell’I-stituto clinico Humanitas di Milano, «si trat-ta di macchioline di una colorazione marrone o grigio-nera; si presentano con maggiore fre-quenza sulle mani, sul viso, sulle spalle e sul-le braccia, vale a dire sulle zone del corpo che nel corso della vita sono più esposte alla luce solare. Sono anche chiamate macchie solari o lentiggini solari e in passato venivano chiama-te macchie del fegato perché erroneamente si credeva che la loro origine fosse da collegare a problemi epatici. Si verificano per aumento del numero dei melanociti, le cellule che produco-no la melanina, il pigmento naturale della pel-le». D’altra parte il sole ha anche molti effetti benefici, a partire dal benessere psichico: infat-ti la luce solare stimola il sistema neuroendo-crino e aumenta la produzione di serotonina, il neurotrasmettitore coinvolto nella regolazione dell’umore.I raggi solari agiscono come miorilassante in di-verse malattie infiammatorie e possono aiutare in certe malattie della pelle, in particolare pso-riasi, eczemi e acne. Infine è noto il loro ruolo

buona e caTTiva, la melanina agisce anche al buio

I raggi ultravioletti emessi dal sole e dalle lampa-de abbronzanti danneggiano la pelle anche nelle ore successive all’esposizione, secondo un recente studio pubblicato su Science.Gli UV agiscono sul Dna dei melanociti, le cellule dell’epidermide che producono il pigmento che dà alla pelle la sua colorazione: questo danno è una tra le principali cause del melanoma, uno tra i tu-mori più diffusi. In passato, gli esperti ritenevano che la melanina avesse solo una funzione protet-tiva della pelle, bloccando i raggi ultravioletti pe-ricolosi, ma nel tempo si sono anche accumulate evidenze sulla sua associazione con danni cutanei.Ora, i ricercatori dell’Università di Yale si sono foca-lizzati sul tipo di danno, noto come dimero di ciclo-

butano (Cpd), in cui i raggi impediscono di legge-re correttamente l’informazione contenuta nel Dna, e sono rimasti sorpresi nello scoprire che i melano-citi non generano Cpd soltanto nell’immediato ma continuano per ore, mentre le cellule senza melani-na generano Cpd solo durante l’esposizione agli UV. La scoperta conferma che la melanina ha due effet-ti opposti, cancerogeno e protettivo.

Premi S, Wallisch S, Mano CM, Weiner AB, Bacchiocchi A, Wakamatsu K, Bechara EJ, Halaban R, Douki T, Brash DE. Photochemistry. Chemiexcitation of melanin derivatives induces DNA photoproducts long after UV exposure. Science. 2015 Feb 20;347(6224):842-7.

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Professione Saluteluglio 2015 33

DERMATOLOGIA_PROTEZIONE SOLARE

fondamentale nella sintesi della vitamina D: es-senziale in molti meccanismi biologici, a partire dalla fissazione del calcio nelle ossa, viene pro-dotta da un precursore presente nella pelle e at-tivato dalla luce del sole. Dunque esporsi ai rag-gi solari è assolutamente consigliabile, a patto di farlo con le dovute attenzioni, senza esagera-re e proteggendosi con filtri solari che assorbo-no o riflettono i raggi ultravioletti.

Creme solari, frutta e verduraper proteggere la pelleCreme e oli solari svolgono azioni sia fisiche che chimiche. Le prime sono dovute e compo-sti come il biossido di titanio o l’ossido di zin-co, che riflettono fisicamente la luce del sole: in pratica coprono la pelle, con l’inconveniente, superato solo dai prodotti più recenti, di darle un colore biancastro.L’azione chimica è svolta da una quantità di sostanze, come salicilati o cinnamati: la loro struttura permette di assorbire un ampio spet-tro di lunghezze d’onda dei raggi ultrvioletti, sia UV-A che UV-B.Ci si può aiutare anche attraverso l’assunzione orale di sostanze fotoprotettive, in primo luogo i carotenoidi; tra le diverse proprietà, grazie alla loro particolare struttura molecolare, sono ca-paci di legare ed eliminare i radicali liberi che si producono durante l’esposizione agli UV. Ecco allora che l’alimentazione può svolgere un ruo-lo nell’aumentare le difese naturali della pelle. La vitamina A e il betacarotene, che ne è un no-

to precursore, sono abbondanti non solo nelle carote ma anche in molti ortaggi e frutti di co-lore giallo, arancio e rosso. La vitamina C aiuta invece la formazione del collagene, danneggia-to dagli UV-A, e ha anch’essa un forte potere antiossidante; è abbondante in agrumi, broc-coli, fragole, kiwi, peperoni e molti altri vege-tali. Anche la vitamina E è spesso aggiunta alle creme solari per la sua efficacia protettiva della cute; semi di girasole, mandorle, pinoli, basilico e salsa di pomodoro sono alcuni esempi di ali-menti ricchi di questa vitamina. Risultano infi-ne utili diversi minerali come il selenio, lo zinco, il rame e il ferro. Un’alimentazione varia e ric-ca di frutta e verdura costituisce dunque il mi-glior complemento alle creme solari nelle gior-nate estive, per esposizioni al sole che possono essere molto salutari purché si evitino le ore più calde e la loro durata non sia eccessiva. n

approfondImentI

Dopo le sostanze grasse e di tipo vegetale (olio, margarina, frutti oleosi e germi di cereali), frutta e verdura rappresentano la seconda maggiore fonte di vitamina E e possono apportarne una quantità che oscilla tra il 12 e il 18%.

euRomelanoma: sensibilizzaRe la popolazione e i decisoRi poliTici

Lo sforzo per ridurre l’incidenza e la mortalità dei tumori della pelle dovrebbe far parte dei un’azio-ne coordinata che coinvolga non solo la popola-zione ma anche i decisori politici. A questo scopo Euromelanoma, l’iniziativa di sensibilizzazione a cui partecipano più di trenta Paesi europei ha organiz-zato nel parlamento italiano uno Skin cancer scre-ening day, i cui risultati sono stati pubblicati sull’In-ternational Journal of Dermatology.L’indagine è avvenuta attraverso un questionario che

ha raccolto i dati di settanta membri del parlamento, dall’età media di 54 anni e per il 61% di sesso maschi-le. Il sospetto di tumori della pelle è stato comples-sivamente del 14,5%, in linea con la media stimata per la popolazione generale; in particolare il sospetto di melanoma si è avuto per due parlamentari (1,6%), mentre quello di cheratosi attinica nel 6,5% dei casi.Sono, quest’ultime, lesioni che possono precedere il carcinoma squamocellulare e che sono in continuo aumento in Italia: i raggi UV-B e una specifica mu-

tazione da essi provocati ne sono ritenuti la causa principale e incrementano di dieci volte il rischio di sviluppare questo tumore cutaneo, specie nelle per-sone con più di 65 anni.

Suppa M, Neri L, Bianchi L, Capizzi R, Carbone A, Catricalà C, Chimenti S, Fargnoli MC, Fossati B, Frascione P, Peris K. The first skin cancer screening day at the Italian parliament: a Euromelanoma initiative. Int J Dermatol. 2015 Jan;54(1):42-9.

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Professione Saluteluglio 2015 35

Tutte le discussioni che ruotano attor-no al consumo degli zuccheri finiscono inevitabilmente per accendersi, non so-

lo tra i nutrizionisti, a proposito dei loro effet-ti sulla salute, considerata l’assunzione quoti-diana che facciamo di tale sostanza, presente nella stragrande maggioranza dei cibi di cui ci nutriamo. Che un eccessivo utilizzo di zucche-ri ed edulcoranti non sia affatto consigliabile perché dannoso è ormai pienamente concla-mato da una miriade di studi scientifici, i quali hanno dimostrato appieno le correlazioni che esistono tra assunzione fuori controllo di zuc-cheri e ripercussioni sulla salute. Proprio in te-ma di conseguenze negative per la nostra sa-lute, appena si parla di zucchero è immediato il riferimento all’insorgenza di carie, per il fat-to che gli stessi sono considerati, con molta

sTILI DI VITA_sostituti dello zucchero

la steviaconquista i mercati

la storia di questa pianta

si perde nella notte dei

tempi, tra le popolazioni

che la utilizzavano

non solo per la sua foglia

dolcificante, ma anche

per le sue innumerevoli

proprietà curative.

oggi numerosi studi

ne hanno confermato

la sicurezza per il consumo

umano: la stevia non è

né cancerogena né tossica

Vincenzo Marra

sicura e naturale

ragione, gli alimenti più altamente cariogeni e destruenti degli elementi dentali. Per non par-lare poi di patologie sistemiche quali diabete, obesità, ipertensione – solo per citarne alcune –, per le quali vengono attribuite ovvie respon-sabilità al consumo eccessivo di cibi altamente dolci, così come confermato dall’Organizzazio-ne mondiale della sanità.

I sostituti degli zuccheri classiciSoprattutto per tali ragioni nell’industria ali-mentare si stanno diffondendo sempre più so-stituiti degli zuccheri classici (saccarosio e glu-cosio principalmente), per la preparazione di bibite, dolciumi, chewing gum e caramelle, tra cui quelli di provenienza chimica, come cicla-mato, aspartame, saccarina, con un alto potere dolcificante ma privi di apporti calorici.

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36 Professione Salute luglio 2015

sTILI DI VITA_sostituti dello zucchero

A questi vanno aggiunti i cosiddetti polioli (xi-litolo, sorbitolo, isomalto, maltitolo, mannitolo, eritritolo, lattitolo), edulcoranti con un potere dolcificante simile a quello dello zucchero raf-finato, ma che non vengono trasformati in aci-di dai batteri presenti nel cavo orale, cioè non presentano azione cariogena per via della loro composizione e sono inoltre privi di calorie. Le gomme da masticare dolcificate solo con xylito-lo, ad esempio, riducono la formazione di placca dentaria, un fattore di rischio per la carie, con-

tribuendo a mantenere la mineralizzazione degli elementi dentali (vengono persino raccoman-date dalle recenti linee guida ministeriali per la tutela della salute orale in età perinatale).

L’edulcorante naturale steviaLe prime notizie a proposito dell’esistenza del-la stevia rebaudiana Bertoni, originaria del Pa-raguay (esattamente della valle del Rio Monday, nel nord-est del paese), sono relative all’utilizzo che ne facevano gli indigeni Guaranti come er-ba impiegata per dolcificare bevande e alimen-ti ma altresì per le sue molteplici proprietà me-dicinali e curative.Tale pianta presenta foglie verdi di forma oblunga con il bordo leggermente seghettato e piccoli fiori bianchi e deve la sua diffusione al botanico svizzero Bertoni (1857-1929), mentre il nome della specie, rebaudiana, le è stato con-ferito in omaggio al chimico Rebaudi che per primo ne approfondì le proprietà edulcoranti. Il dolcificante estratto dalle foglie della pianta è 300 volte più dolce dello zucchero normale e lo si può trovare in polvere, compresse e anche in forma liquida (le foglie in polvere sono 20/30

eseMpi di edulcoranti ipocalorici

Nome Potere dolcificante Data Data di inizio rispetto al saccarosio di scoperta impiego nell’UE

Acesulfame K (E950) 150-200 volte superiore 1966 1983Aspartame (E951) 150-200 volte superiore 1965 1983Ciclammato (E952) 30-50 volte superiore 1937 1954Neotame (E961) 7.000-13.000 volte superiore 1990 2010Saccarina (E954) 300-400 volte superiore 1879 1887Stevia (E960) 200-300 volte superiore 1901 2011Sucralosio (E955) 400-600 volte superiore 1976 2000

Fonte: Eufic (European Food Information Council)

zucchero ed edulcoranti: la posizione degli esperti

Drastico e netto è il convincimento del professor Franco Berrino, epidemiologo, esperto delle corre-lazioni cibo-tumori, ormai noto anche al grande pubblico, a proposito degli effetti sulla salute di zuc-chero e dolcificanti. Riportiamo di seguito parte delle sue dichiarazioni rilasciate all’organo ufficiale di Expo Milano 2015, l’evento in svolgimento fino al 31 ottobre su cibo e nutrizione, parole che hanno acceso dibattiti, anche molto polemici, nel mondo scientifico. Va sottolineato, a completezza dell’in-formazione, che a proposito di queste tesi molti nutrizionisti hanno espresso il proprio disaccordo, a cominciare dal professor Giorgio Calabrese.A precisa domanda su un suo punto di vista in materia di edulcoranti, Berrino ha risposto testualmen-te: «Le bevande zuccherate e le bevande edulcorate artificialmente fanno venire il diabete. Uno stu-dio su 100 mila insegnanti francesi ha dimostrato che anche chi assumeva bevande “Zero”, cioè senza zucchero, ma con edulcoranti artificiali, si ammalava di più di diabete. Questi dolcificanti non fanno “sballare” la glicemia, ma aumentano l’assorbimento del glucosio. Lo stesso probabilmente vale per la stevia, di cui oggi si parla tanto. La questione cruciale è proprio l’intensità di gusto dolce: nell’intesti-no abbiamo sensori per il gusto che quando arrivano sostanze centinaia di volte più dolci dello zuc-chero fanno aprire le porte per l’assorbimento del glucosio. Paradossalmente la glicemia potrebbe sa-lire di più se dolcifichiamo con la stevia – 200 volte più dolce – che con lo zucchero».E su come poter sostituire lo zucchero è stato altrettanto esplicito: «Su questo punto vorrei esse-re chiaro: non si tratta di trovare un sostituto - ha precisato l’esperto - ma di abituarsi a gusti meno dolci. Ciò vale per tutti, non solo per i diabetici. Chiediamo all’industria alimentare di almeno dimez-zare l’intensità di dolce dei prodotti».

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Professione Saluteluglio 2015 37

sTILI DI VITA_sostituti dello zucchero

volte più dolci dello zucchero, l’estratto in pol-vere 2/300 volte, mentre il concentrato liqui-do da estrazione acquosa e/o idroalcolica circa 70 volte); viene impiegato proprio come lo zuc-chero per dolcificare bevande come tè e caffè ma anche alimenti e prodotti da forno. Unita-mente al suo sapore dolce, della stevia si avver-te un leggero e piacevole retrogusto che richia-ma quello tipico della liquirizia.

Principi attivi a calorie zeroLe foglie di tale pianta contengono oltre ai glucosidi (stevioside, rebaudioside e un dulco-side), a cui si devono le proprietà dolcificanti, anche proteine, fibre, carboidrati, ferro, fosfo-ro, calcio, sodio, potassio, magnesio, zinco, vi-tamina A e C.Lo stevioside e il rebaudioside sono i compo-nenti “dolci” della stevia e si presentano, do-po raffinazione, come una polvere quasi bian-ca o, se ottenuti mediante estrazione acquosa o idroalcolica (con successiva evaporazione dell’alcool), come un liquido trasparente.Diversamente dallo zucchero impiegato abi-tualmente, i principi attivi propri della stevia non presentano alcun potere nutrizionale, han-no cioè zero calorie, con in più il vantaggio di avere un’origine naturale, risultando nel tempo stabili, anche alle alte temperature, per cui con-servano intatte le caratteristiche in prodotti da forno o in bevande calde contrariamente da al-tri dolcificanti di sintesi quali l’aspartame, sog-getti a degradazione. Per secoli la stevia è stata impiegata non so-lo per apportare energia, ma anche per regola-re il livello di glucosio nel sangue, per attenuare l’appetito, per favorire la digestione, per preve-nire infezioni gengivali e carie dentarie e persi-no per distendere la pelle del viso.Il suo consumo negli ultimi anni sta aumentan-do sempre di più. Ma il suo exploit, va detto, al-meno in Europa è recente e decisamente tardi-vo rispetto ad altri paesi, sudamericani e non: la sua commercializzazione è stata autorizza-ta nel 2011, dopo che l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha stabilito che

approfondimenTi

L’Inran nelle sue linee guida su zuccheri, dolci e bevande zuccherate, ricorda che le caramelle “senza zucchero”, in quanto dolcificate con polialcoli (sorbitolo, xilitolo, e maltitolo), inducono un effetto lassativo nell’adulto quando il loro consumo supera 20 g/giorno, pari a circa 10 caramelle.

la stevia non è né canceroge-na né tossica, superando tut-te le prove a cui è stata sottoposta. La si può trovare negli scaffali dei su-permercati tra i dolcifi-canti da tavola o nella lista degli ingredienti di alimenti e bi-bite light, indicata con la sigla E 960 L’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) ha stabilito che la dose giornaliera accettabile (Dga) di estratti di stevia – glicosidi steviolici – sia di 2 mg/kg peso corporeo al massimo, per non incorrere in conseguenze per la salute.

Stevia e sicurezza alimentareGli studi e le ricerche in tema di dolcificanti ed edulcoranti sono in continuo divenire, per-tanto le conoscenze a riguardo subiscono ra-pidi aggiornamenti su opportunità d’impiego e indicazioni. I risultati spesso divergono, con nuove sostanze che fanno la loro comparsa sul mercato per poi essere repentinamente bandi-te, poiché nel tempo non dimostrano appie-no la propria sicurezza per la salute dei con-sumatori. Considerato il larghissimo utilizzo di tali dolcificanti nell’industria alimentare risul-ta quantomai necessario vigilare affinché l’a-spetto economico non condizioni scelte che vadano a discapito della salute pubblica, visto il quantitativo che viene assunto giornalmen-te di tali sostanze. Anche se naturale, la stevia rimane pur sempre un additivo, pertanto valgono le stesse racco-mandazioni emesse dall’Inran (l’Istituto nazio-nale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione) per tutti gli altri edulcoranti: non vanno som-ministrati ai bambini al di sotto dei tre anni e non devono essere impiegati durante la gra-vidanza e l’allattamento. Un uso accorto e ra-gionato è raccomandabile, ovviamente, anche per gli adulti, perché l’eccesso di sostanze dolci è sconsigliabile, teniamolo sempre presente. n

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38 Professione Salute luglio 2015

integrazione alimentare_sport

Perché gli sportivi, dilettanti o professio-nisti, utilizzano integratori per miglio-rare le proprie prestazioni? In un edito-

riale1 su American Phamily Physician, la rivista dei medici di famiglia statunitensi, la risposta di Mark Stephens, medico di Bethesda nel Ma-ryland, è disarmante: perché molti di loro fun-zionano. Subito dopo, però, Stephens aggiun-ge: «purtroppo, a partire dagli anni Settanta, la comunità medica ha perso la propria credi-bilità presso la comunità sportiva, cercando di convincere gli atleti di alto livello che gli steroi-di anabolizzanti fossero inefficaci; ma gli atleti stessi hanno visto chiaramente che queste so-

Integratori alimentariper sportIvI

promesse e pericoli

Renato Torlaschi stanze erano in grado di aumentare visibilmen-te la massa muscolare e le prestazioni sporti-ve e hanno smesso di dare fiducia alle parole dei medici».Un altro fattore che negli Stati Uniti ha cam-biato radicalmente il panorama dell’uso di in-tegratori è stato il Dietary Supplement Health and Education Act (Dshea), emesso dalla Fo-od and Drug Administration (Fda) nel 19942, che con grande efficacia ha deregolamentato la vendita dei prodotti commercializzati come integratori alimentari. Il Dshea definisce gli in-tegratori alimentari come prodotti (diversi dal tabacco) che hanno lo scopo di integrare la die-

Destinati a integrare la comune dieta,

sono prodotti che costituiscono una fonte

concentrata di sostanze nutritive

per migliorare la performance sportiva

nel rispetto delle esigenze dell’organismo

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Professione Saluteluglio 2015 39

ta e che contengono un ingrediente alimenta-re. Questi ingredienti alimentari possono essere vitamine, minerali, erbe, aminoacidi, concen-trati, metaboliti o quasi qualsiasi altra sostanza presente in natura. Poiché molti farmaci com-merciali derivano da composti naturali, la li-nea di demarcazione tra un farmaco e un in-tegratore alimentare è diventata molto sottile e l’industria degli integratori è esplosa, con un fatturato di decine di miliardi all’anno. La diffu-sione di integratori in Europa è più recente ma non meno capillare.Questi due fenomeni, la diffusione degli inte-gratori tra gli sportivi e l’abitudine acquisita a fare da sé, magari fidandosi di consiglieri in-teressati che propongono prodotti in vendi-ta attraverso Internet, senza consultare medici o farmacisti, producono una situazione molto pericolosa, perché se è vero che molti integra-tori sono efficaci è altrettanto fuor di dubbio che molti non siano sicuri. C’è dunque la neces-sità di una discussione approfondita, e questa volta credibile, riguardo alla sicurezza, all’effi-cacia, all’etica sportiva e alla legalità dell’uso di certe sostanze, visto che il confine tra integra-tori e doping non è sempre chiaro. L’utilizzo de-gli steroidi anabolizzanti dovrebbe essere forte-mente scoraggiato, ma molti altri sono efficaci e sicuri quando assunti in dosaggi corretti.Sempre su American Phamily Physician, Da-

integrazione alimentare_sport

faRmacisTi sempRe più espeRTi sul Tema degli inTegRaToRi

Si chiama Farmaintegra ed è un progetto propo-sto da Federfarma (Federazione nazionale dei tito-lari di farmacia) e Aiipa (Associazione italiana in-dustrie prodotti alimentari): rivolto ai farmacisti titolari e ai loro collaboratori, si propone di miglio-rare la loro formazione sugli integratori alimenta-ri. Il ruolo del farmacista come consulente sanita-rio per i cittadini non può che uscirne rafforzato.«Gli integratori sono un mercato in grande svilup-po», sostiene la presidente di Federfarma Annaro-sa Racca, e le cifre lo confermano. Nonostante il periodo di crisi la vendita di integratori è in rapi-

da ascesa e lo scorso anno il mercato è cresciuto del 7,3%, arrivando a sfiorare i 2,2 miliardi di euro di fatturato e 147 milioni di confezioni. Il 90% de-gli integratori viene venduto in farmacia, ma esi-stono altri canali, come i supermercati e Internet. «Noi intendiamo contrastare la vendita attraverso canali non sicuri e garantiti – ha detto la dottores-sa Racca – a salvaguardia della qualità dei prodotti e della salute dei cittadini». Presentato a febbraio, Farmaintegra è stato un successo: «hanno risposto oltre mille farmacisti e questo non farà che incen-tivare un utilizzo corretto degli integratori».

vid M. Jenkinson e Allison J. Harbert dell’Università del Tennessee ricor-dano che l’uso di integratori dopan-ti avviene a tutti i livelli dello sport, dagli atleti professionisti agli stu-denti delle scuole medie3. Anche se alcuni integratori migliorano le pre-stazioni atletiche, molti non han-no benefici provati e possono as-sociarsi a gravi effetti collaterali. I due esperti americani riassumo-no così, in estrema sintesi, le cono-scenze acquisite finora: «Gli steroidi anabolizzanti e l’efedrina hanno effetti avver-si potenzialmente letali e sono vietati dal Co-mitato olimpico internazionale per l’uso nelle competizioni. Le trasfusioni di sangue, l’andro-stenedione (Andro) e il deidroepiandrosterone (Dhea) sono proibiti in gara. Caffeina, creati-na, e bicarbonato di sodio sono stati indica-ti per migliorare le prestazioni in determinati contesti e hanno pochi effetti collaterali. Nes-sun beneficio delle prestazioni è stato dimo-strato con aminoacidi, beta-idrossi-beta-me-tilbutirrato (Hmb), cromo, ferro e ormone della crescita umana. Bevande a base di carboidrati ed elettroliti non hanno effetti collaterali gra-vi e possono aiutare le prestazioni quando vie-ne utilizzato per la sostituzione del fluido. Da-to l’ampio uso di integratori dopanti, i medici

aPProfondimenti

Un’eccessiva assunzione di creatina può dare luogo a effetti indesiderati come pesantezza muscolare (aumento del contenuto di acqua), crampi e diarrea. I sintomi sono tanto più frequenti quanto maggiore è il dosaggio.

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integrazione alimentare_sport

devono essere pronti a consigliare gli atleti di tutte le età sulla loro efficacia, la sicurezza e la legalità». Un’utile rassegna dei principali inte-gratori alimentari per gli sportivi è stata pro-posta dagli esperti canadesi in dieta e nutri-zione di EatRight Ontario.z Proteine in polvere. Sono tra gli integra-tori maggiormente utilizzati dalle persone che vogliono sviluppare massa muscolare. In genere, alimentarsi con cibi proteici – latte, yogurt, pesce, carne magra, legumi - è suf-ficiente e raramente c’è un reale bisogno di proteine extra. I costi elevati di questi prodot-ti e soprattutto una dieta sbilanciata sono gli inconvenienti principali. Dopo un allenamen-to con i pesi o dopo un’attività sportiva in-tensa, è comunque meglio scegliere solo pro-teine del siero di latte, che viene assorbito più rapidamente di caseina e soia: è un buon mo-do per riparare rapidamente i muscoli. È inol-tre meglio evitare prodotti che integrano le proteine con grassi, zuccheri e dolcificanti ar-tificiali. La dose ottimale, dopo una sessione di attività sportiva, è di circa 20 grammi di proteine in polvere, quantità che peraltro può essere facilmente assunta con l’alimentazio-ne: bastano ad esempio due tazze di latte.

Bibliografia1. Stephens M. Supplements and sports: honest advice. Am Fam Physician. 2008 Nov 1;78(9):1025.2. U.S. Food and Drug Administration, Cen-ter for Food Safety and Applied Nutrition. Dietary Supplement Health and Education Act of 1994. December 1, 1995. 3. Jenkinson DM, Harbert AJ. Supplements and sports. Am Fam Physician. 2008 Nov 1;78(9):1039-46.

z Creatina. È prodotta naturalmente da reni e fegato; trasportata dal sangue fornisce energia ai muscoli; gli integratori ne forniscono dosag-gi molto superiori a quanta se ne può trovare negli alimenti. La creatina ha mostrato di mi-gliorare le prestazioni sportive che richiedono un rapido consumo energetico, come corsa ve-loce, pesistica, calcio e basket, mentre non aiu-ta negli sport di resistenza, come la corsa su lunghe distanze. Le ricerche sugli integratori a base di creatina non hanno evidenziato rischi per la salute se assunti nei dosaggi raccoman-dati, anche se gli effetti a lungo termine non sono noti. Sono indicati dai 15 ai 25 grammi al giorno nella prima settimana per poi scendere a 2-5 grammi al giorno per qualche mese.z Caffeina. È una sostanza naturale con azio-ne stimolante, aumenta la vigilanza e può aiutare a praticare uno sport con maggio-re intensità. Com’è noto, una dose eccessiva può disturbare il sonno e causare irritabilità, nervosismo, mal di testa o aumento del ritmo cardiaco. Il dosaggio massimo consigliato dai nutrizionisti canadesi è di 400 mg al giorno, corrispondenti a circa tre tazze di caffè.z Barrette integrative. Rappresentano una buona scelta nel caso si vogliano più energie prima di affrontare la pratica sportiva oppure dopo, per proteggere i muscoli affaticati. An-che in questo caso, a fare la differenza è un uso intelligente, senza esagerare e leggendo atten-tamente la lista degli ingredienti. È meglio pri-vilegiare cereali interi, soia, proteine del latte, frutta secca o essiccata, evitando invece dol-cificanti come il saccarosio e grassi idrogenati.z Glucosamina solfato. Si trova nel liquido che circonda le articolazioni e gli integratori che la contengono sono prodotti da sorgen-ti naturali come molluschi oppure sintetizzati in laboratorio. Alcuni atleti la assumono nella speranza di prevenire o riparare i danni causati alle articolazioni da un’attività sportiva troppo intensa. Purtroppo le ricerche non conferma-no l’efficacia della glucosamina, che peraltro non ha mostrato particolari effetti avversi, se assunta nel dosaggio consigliato. n

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Professione Saluteluglio 2015 41

Gli arti inferiori sovente possono risulta-re pesanti e affaticati non solo a segui-to di esercizi fisici eccessivi o prolunga-

ti, ma anche e soprattutto per via di specifiche condizioni patologiche che ne sono la causa. Generalmente tale sintomo è addebitabile a un problema che interessa la circolazione san-guigna periferica, per cui le gambe diventano stanche in quanto la loro muscolatura non ri-ceve la quantità di sangue sufficiente e quin-di l’ossigeno indispensabile per poter svolge-re normalmente le funzioni motorie richieste.La stasi capillare, termine con il quale si indi-ca un rallentamento della velocità del circolo sanguigno che dai piedi scorre verso l’alto fi-no a raggiungere la cavità addominale, è fra le condizioni che determinano il tanto diffu-so problema delle gambe pesanti. Le condizioni patologiche associabili al sintomo in questio-ne sono numerose, ma tra le principali possia-mo ricordare: trombosi venosa profonda, vene varicose, tromboflebite, ernia del disco, pie-de diabetico, miastenia, insufficienza renale, preeclampsia, policitemia vera.

Insufficienza venosacome prima causaL’insufficienza del circolo venoso determina un rallentamento del flusso sanguigno, con il sangue che tende a ristagnare nella parte in-feriore delle gambe, con tutte le conseguen-ze del caso.

salute&benessere_insufficienza venosa

gambe pesantie sintomidella malattia venosa

un sintomo largamente diffuso non solo tra le donne

come si è portati a credere, ma al tempo stesso molto

sottovalutato, che condiziona le funzionalità motorie

ed è responsabile di pesanti inestetismi agli arti inferiori

Vincenzo Marra

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42 Professione Salute luglio 2015

Trattasi di un disturbo di ampia diffusione, spesso asintomatico, la cui progressione non controllata porta al consolidamento di una pa-tologia seria e di complessa gestione.Ma perché il sangue rallenta il proprio flus-so? Ebbene, va ricordato quanto il ritorno del sangue dagli arti inferiori al cuore avvenga contro la forza di gravità, favorito dall’elasti-cità delle pareti venose. Nel momento in cui,

per una serie di concause, tale elastici-tà viene meno, il sangue incontra li-

mitazioni a compiere tale percor-so di risalita e pertanto

ristagna nelle ve-ne e nei capillari

degli arti inferiori.Ed è proprio ta-

le condizione a determinare gli effetti più ne-gativi, con aumento innaturale della pressione venosa, conseguente sfiancamento delle pare-ti di vene e capillari e compromissione funzio-nale delle valvole. Il sangue gradualmente, con il trascorrere del tempo, ristagna sempre più e così il disturbo tende ad aggravarsi in manie-ra inesorabile.In seguito a tale anomalia sono i vasi a subi-re le degenerazioni più pesanti, poiché con il ristagno si ingenera un processo infiamma-torio a loro carico, con accumulo di radicali liberi dell’ossigeno, i quali attivano una sor-ta di “scadimento” delle cellule delle pareti di vasi e capillari. In sostanza, l’ossidazione rende i vasi fragili e permeabili, contribuendo all’insorgenza di gonfiore, dolore delle parti

salute&benessere_insufficienza venosa

interessate e comparsa del temutissimo ine-stetismo della cellulite.L’insufficienza venosa cronica sugli arti in-feriori si evidenzia con una gamma ben di-stinta di sintomi che tendono ad accentuarsi durante i mesi estivi, caldi e afosi. Eccone al-cuni: gambe stanche e pesanti, dolori o bru-ciori al polpaccio, gonfiore, crampi notturni agli arti inferiori, dolori che aumentano vi-cino a fonti di calore, mentre regrediscono camminando.

Sovrappeso e sedentarietàtra le cause principaliIn tema di fattori di rischio che favoriscono il sopraggiungere di una sintomatologia come quella appena esposta, non si può che iniziare con l’annoverare il sovrappeso, in quanto viene a determinarsi un aumentato carico di lavo-ro per la circolazione degli arti inferiori, i qua-li devono ovviamente sorreggere un peso squi-librato rispetto alla normalità. Sedentarietà, scorretto regime alimentare, fattori ormonali, gravidanza (a causa dell’incremento di massa corporea), debolezza congenita delle pareti ve-nose e anomalie ortopediche che determina-no uno scorretto appoggio del piede rappre-sentano condizioni che possono ostacolare un corretto flusso della circolazione sanguigna a livello periferico, aumentando il rischio di in-sorgenza dei disturbi legati alle gambe stanche e pesanti. Senza dimenticare l’abbigliamento: scarpe con tacchi alti e indumenti che fasciano gambe e cosce, stringendole, possono infatti facilitare l’insorgenza della stasi venosa degli arti inferiori e quindi i fastidiosi effetti ad es-sa connessi.

Possibili rimediper dare sollievoIn base all’origine del disturbo, differiscono anche i rimedi a cui si può fare ricorso per sa-nare o alleviare un fastidio capace di condi-zionare in modo sensibile la qualità della vita di coloro i quali ne sono colpiti – non solo le donne come erroneamente si potrebbe pen-

gaMbe più sane grazie a piccoli accorgiMenti

Declivoterapia diurna. Appena è possibile, risulta decisamente utile alzare le gambe appoggiandole su una superficie sufficientemente alta, così da aiutare il sangue a risalire e combatterete la stasi venosa. Tale operazione può essere facilmente attuata non solo a casa, mentre si stira ad esempio, ma anche al lavoro quando magari si è occupati alla scrivania.

Declivoterapia notturna. Di notte, invece, è consigliabile dormire con un rialzo posto sotto alla parte inferiore del materasso: solo in questo modo i piedi si troveranno più in alto rispetto al cuore, favoren-do così il ritorno venoso.

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salute&benessere_insufficienza venosa

sare – intaccando funzionalità ed efficienza fisica. Gambe e caviglie gonfie e stanche limi-tano per forza di cosa le normali attività: si ha difficoltà a camminare e si sentono gli arti in-feriori intorpiditi soprattutto al termine della giornata, con la comparsa di crampi e gonfio-re degli arti, nonché dell’inestetica evidenzia-zione superficiale dei capillari sanguigni.Qualora gli sforzi fisici siano stati eccessivi e le gambe si presentano affaticate, oltre al riposo può portare giovamento l’applicazione di im-pacchi freddi.Per contrastare affaticamento, crampi mu-scolari e pesantezza dovuti invece a un’in-sufficienza venosa è molto utile mettere in movimento le gambe al fine di favorirne la cir-colazione, riattivandola, ricordandosi di alter-nare frequentemente la posizione che si assu-me nel corso della giornata proprio per non sostare troppo a lungo in un’unica posizione.Altri accorgimenti possono apparire scontati

ma non lo sono affatto: curare l’alimentazio-ne preferendo il consumo di frutta e verdura a quello di dolci, salumi, fritti; assumere mol-ti liquidi, evitando gli alcolici; attingere, con il consiglio del proprio medico, a integratori a base di potassio, evitare l’esposizione degli ar-ti al caldo eccessivo. Altresì utili risultano es-sere i massaggi alle gambe (molto consigliato il linfodrenaggio) al fine di favorire la circola-zione, insieme all’utilizzo, sempre dietro sug-gerimento del medico, di calze elastiche a compressione graduata in grado di ridurre il ristagno di sangue nei capillari. Ricordandosi sempre che un’attività fisica regolare ma ap-propriata alle specifiche condizioni di salute (nuoto, passeggiate, ginnastica dolce, ecc.), soprattutto durante la gravidanza, contribu-isce positivamente alla salute vascolare degli arti inferiori e di tutto l’organismo.Nelle situazioni in cui alla sensazione di pe-santezza si associa il dolore, improvviso e perdurante, è consigliabile ricorrere alle cu-re mediche. Se a ciò si aggiunge anche il gon-fiore a entrambe le gambe, rossore delle parti, dolore ai piedi e vene varicose, allora è op-portuno affidarsi al consulto di uno specia-lista (flebologo, chirurgo vascolare o angio-logo). In taluni specifici casi, o in presenza di un quadro clinico compromesso, sarà lo spe-cialista medico a prescrivere una terapia far-macologica adeguata volta ad attenuare sin-tomatologie più serie. n

approfondimenti

In caso di insufficienza venosa cronica, l’ecocolordoppler venoso agli arti inferiori permette di indicare il percorso terapeutico più indicato. Si tratta di un esame non invasivo con il quale si effettua un’ecografia delle vene al fine di valutare l’elasticità della parete, la misura delle vene stesse, l’efficienza delle valvole, l’eventuale presenza di reflussi e coaguli di sangue.

gaMbe pesanti, un aiuto arriVa anche dalla fitoterapia

Sono tante le soluzioni naturali che possono contribuire a migliorare i fastidi connessi al disturbo delle gambe stanche. Cominciamo annoverando il mirtillo, il quale mostra capacità rafforzative per le pareti dei capillari, proseguendo con l’ippocastano, valido antinfiammatorio. Consigliato per tale disturbo an-che l’estratto secco di rizoma di rusco, in grado di ridurre infiammazione e vasodilatazione, inibendo l’e-lastasi, enzima coinvolto nella degradazione del tessuto venoso. La centella asiatica, pianta erbacea perenne, è impiegata nel trattamento dei problemi circolatori per-ché favorisce il trofismo del tessuto connettivo dei vasi sanguigni, rendendoli più elastici e migliorando la permeabilità delle pareti venose, le quali più difficilmente faranno trasudare liquidi nei tessuti circo-stanti, riducendo così la stasi venosa e tutte le sue conseguenze.Il melitolo, invece, svolge un’azione vasoprotettiva. La pianta è perciò indicata nel trattamento dell’in-sufficienza venosa e linfatica, in presenza di edemi e gonfiori agli arti inferiori, ritenzione idrica, vene va-ricose, flebiti, gambe pesanti e cellulite.

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EVENTI_ESPoSIzIoNE uNIVErSalE

expo 2015: culturae sostenibilità alimentare

Corruzione, ritardi, inchieste, arresti: anche in occasione dell’Expo 2015 l’I-talia è stata capace di sfoggiare tutta

la gamma dei suoi mali atavici, i quali fanno capolino, in modo ciclico, appena c’è di mez-zo denaro più o meno pubblico da gestire. E tutto questo ha avuto la forza di offuscare i protagonisti veri di questo evento planeta-rio: cibo sano e agricoltura sostenibile.

Nutrire il Pianeta. Energia per la vitaÈ questo il motto dell’esposizione univer-sale che l’Italia ospita dal primo maggio al 31 ottobre 2015, il più grande evento mai realizzato su alimentazione e nutrizione, con un’area espositiva di 1,1 milioni di me-tri quadri, più di 140 Paesi e organizzazioni internazionali coinvolti, oltre 20 milioni di visitatori attesi. Una manifestazione imponente che per questi sei mesi sta facendo di Milano, e dell’Italia, una vetrina mondiale in cui le diverse nazioni presentano il meglio del-le proprie tecnologie per dare una risposta concreta a un’esigenza vitale indifferibile: garantire cibo sano, sicuro e sufficiente per tutti i popoli, nel rispetto del pianeta e dei suoi equilibri. L’Expo vuole costituire, concretamente, la piattaforma per un confronto di idee e so-luzioni condivise sui temi della nutrizione, stimolando la creatività e promuovendo le innovazioni per un futuro sostenibile. Con-vegni, spettacoli, mostre, laboratori cre-ativi, eventi musicali e artistici fanno da cornice nel corso dell’intera durata della manifestazione.

Vincenzo Marra

Mangiamo troppo e male Un dato di fatto è che oggi il cibo ha perso di sacralità ed è stato definitivamente derubri-cato a mero bene di consumo, spesso di bas-sa qualità.Dell’incremento vorticoso di allergie alimen-tari abbiamo sempre più conferme dalle in-dagini epidemiologiche: solo negli ultimi 10 anni le forme di intolleranze alimentari so-no raddoppiate tra la popolazione e questo, secondo la gran parte del mondo scientifi-co, in larga misura è da attribuire proprio al-la scarsa qualità del cibo che ingeriamo, all’u-tilizzo sempre più indiscriminato di pesticidi e sostanze chimiche in agricoltura e all’im-piego – da sempre tanto discusso – di orga-nismi geneticamente modificati (Ogm). E co-me dimenticare poi le patologie correlate a un eccessivo consumo di cibo (obesità, iper-tensione, diabete), che colpiscono soprattut-to nei Paesi occidentali, i cui pesantissimi ef-fetti economici e sanitari sono sotto gli occhi di tutti.

Dieta mediterranea vs junk foodStili di vita scorretti e cattiva informazione stanno minando alle fondamenta una die-ta sana ed equilibrata come quella mediter-ranea, universalmente apprezzata per com-pletezza e varietà, di cui noi italiani siamo i fautori, con buona pace per gli alimenti a chi-lometro zero e per il rispetto della stagionali-tà dei prodotti agricoli.La carenza dei nutrienti nella dieta quotidia-na è addebitabile alla scarsa qualità degli ali-menti che ingeriamo, i quali a livello indu-striale subiscono raffinazioni massive che

L’esposizione universale

è un’occasione imperdibile

per imparare a correggere

le nostre abitudini

alimentari, per lo più

errate, indirizzandole

sui binari del rispetto

ambientale e della

dignità umana

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Professione Saluteluglio 2015 45

COME RAGGIUNGERE L’EXPOIl sito espositivo di Expo Milano 2015 è si-tuato a nord-ovest di Milano, in una zona fortemente infrastrutturata grazie al colle-gamento diretto con i tre aeroporti della cit-tà e i principali sistemi di trasporto pubblico.

In metropolitanaPer raggiungere la zona dell’Expo con la me-tropolitana è possibile utilizzare la linea 1 (rossa) e seguire le indicazioni per la stazio-ne di Rho Fiera Milano. La linea 1 transita per le stazioni di Duomo, Cadorna e si in-terconnette con tutte le altre linee metro-politane.Il tempo di percorrenza previsto è di circa 25 minuti da Piazza Duomo, 35 minuti dal-la Stazione Centrale. È necessario munirsi di biglietto extraurbano.

In trenoTrenitalia è il vettore ufficiale della mani-festazione: per tutta la durata dell’evento, i treni della rete nazionale e internazionale fermeranno nella stazione di Rho Fiera Expo Milano 2015 in prossimità dell’ingresso del sito espositivo, con diverse soluzioni di viag-gio, a tariffe vantaggiose.Anche Ntv-Italo Treno ha pensato a pac-chetti offerta per raggiungere Milano in concomitanza dell’evento.

In aereoExpo Milano 2015 ha fra i suoi partner Alita-lia. Gli scali di Linate, Malpensa e Orio al Se-rio hanno la stessa distanza dal sito esposi-tivo e mettono a disposizione dei viaggiatori navette per raggiungere il centro della città.

ne alterano inesorabilmente proprietà nu-tritive e valore biologico. Oggi la nostra die-ta è sempre più condizionata dal cosiddetto junk food (cibo-spazzatura), e questo la rende decisamente povera di sostanze nutritive no-bili, indispensabili al corretto funzionamento dell’intero organismo.

Cibo e salute oraleIn tema di correlazioni tra salute orale e ci-bo, tutte le discussioni che ruotano attorno all’eccessivo consumo di zuccheri sono inevi-tabilmente connesse all’insorgenza delle ca-rie, per il fatto che gli stessi sono considerati, con molta ragione, gli alimenti più altamente cariogeni e destruenti degli elementi dentali. Anche per tale ragione nell’industria alimen-tare stanno sempre più diffondendosi i so-stituiti degli zuccheri classici, a partire dagli edulcoranti, i quali non vengono trasforma-ti in acidi dai batteri presenti nel cavo orale e quindi non favoriscono la carie.Sono altresì i cibi ricchi di grassi a compor-tare pesanti effetti negativi a livello orale: i grassi, infatti, vengono in parte già assorbi-ti dai vasi della mucosa orale, e contribuisco-no ad acidificare eccessivamente la bocca. Gli enzimi amilolitici, implicati nel processo di scissione degli amidi cotti, patiscono per questa eccessiva acidità e hanno difficoltà ad aggredire gli zuccheri, i quali rimanendo per un tempo maggiore nella bocca determinano la proliferazione dello Streptococcus mutans, l’agente responsabile della carie.Il consumo di cibi particolarmente acidi (agrumi, pomodori ecc.), poi, ingenera quei processi chimici che causano il deteriora-

mento e l’erosione della struttura denta-le. Gli acidi, infatti, intaccano la parte più esterna del dente, lo smalto, determinando lesioni più o meno profonde, poiché han-no la forza di sciogliere gli elementi mine-rali costitutivi dello stesso. Con la demine-ralizzazione lo smalto perde la sua struttura cristallina e si lesiona più o meno irreversi-bilmente.

un’agricoltura più organica e sostenibileA proposito di consumo spropositato di ci-bo e cattive abitudini, vale la pena ricorda-re il pensiero espresso da Jeremy Rifkin, no-to economista statunitense e ambasciatore di Expo Milano 2015: «La parte della popolazio-ne più ricca del pianeta vuole mangiare sem-pre più carne e in venti o trent’anni da ora il 60 per cento della terra coltivabile sarà de-stinato a cibare gli animali di cui ci cibiamo a nostra volta. Questa è una terribile ingiu-stizia per l’intera umanità ed è anche un di-sastro ambientale. Quello che dobbiamo fa-re per evitare tutto questo è scendere alcuni gradini della catena alimentare. Siamo onni-vori e possiamo decidere di mangiare più ve-getali con una piccola quantità di carne, se non diventare vegetariani. Se vogliamo co-minciare a sfamare il pianeta dobbiamo indi-rizzare la nostra dieta da una a base di carne a una di vegetali. Allo stesso tempo dobbia-mo muoverci da un’agricoltura centrata sul-la chimica e sugli Ogm ad una più organica e sostenibile. Il cibo dice molto di noi stessi. Se coltiviamo con molti agenti chimici – conclu-de Rifkin – questo si tramuterà in un deterio-ramento della nostra salute». n

EVENTI_ESPoSIzIoNE uNIVErSalE

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46 Professione Salute luglio 2015

Rachele Villa

L‘alimentazione è un alleato prezioso per la salute. Ne sono fortemente convin-te 9 donne su 10 intervistate nell’ambi-

to di una ricerca svolta da Onda, l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna, Civil Society Participant di Expo 2015, condotta su un cam-pione di 600 donne italiane, di età compresa tra i 35 e i 65 anni. Quasi l’80% pensa che un cor-retta prevenzione nei confronti di patologie co-me sovrappeso e obesità, malattie metaboliche e ipertensione passi necessariamente da una dieta sana e bilanciata. Anche se la tendenza è quella di seguire un regime alimentare vario ed equilibrato che soddisfi il fabbisogno gior-naliero e sia scandito dalla regolarità nei pasti, attribuendo la giusta importanza a valori quali leggerezza, digeribilità e provenienza degli ali-menti oltre che al gusto e al prezzo, il 40% del-le intervistate dichiara che vorrebbe migliorar-lo ulteriormente. «L’alimentazione è uno dei fattori che più influ-iscono sullo sviluppo psico-fisico, sulla produt-tività, sulla qualità della vita e dell’invecchia-mento. Lo stretto legame tra alimentazione e salute è sottolineato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che considera nutrizio-ne adeguata e salute dei diritti umani fonda-

Donne e alimentazione,quanto conta una dieta sana?

indagine_onda in exPo

INIZIATIVE oNdA dURANTE Expo 2015

Onda, da sempre impegnata sul fronte della promozione di una cultura della medicina di genere, in qualità di Civil Society Participant di Expo 2015, ha in programma per il periodo dell’Esposizione Uni-versale numerose iniziative sul tema della salute e dell’alimentazione al femminile. Tra queste, una postazione all’interno del Padiglione Italia dedicata al Programma Bollini Rosa, vincito-re del concorso “Progetti per le donne” di “WE-Women for Expo 2015” e, da ottobre, uno stand espo-sitivo presso Cascina Triulza.

mentali – ha affermato Francesca Merzago-ra, Presidente di Onda –. Questa nostra prima indagine rileva come, nonostante oltre la me-tà delle intervistate (56%) sia molto soddisfatta del proprio stile alimentare, ritenuto nel com-plesso sano ed equilibrato e ispirato ai prin-cipi della dieta mediterranea, 4 donne su 10 vorrebbero migliorarlo ulteriormente, aumen-tando, per esempio, il consumo di frutta e ver-dura e privilegiando cibi freschi e naturali. Ci sono, però, alcuni ostacoli che impediscono di perseguire l’obiettivo di un’alimentazione “per-fetta”: dalla difficoltà di conciliare la scelta di alimenti più salutari con i gusti dei propri fami-liari (43%), alla mancanza di tempo da dedicare alla preparazione dei cibi (34%), dal costo ele-vato degli alimenti sani (32%) alla pigrizia e al-la scarsa determinazione (30%)».

Sugli impedimenti che ostacolano l’adozione del perfetto stile alimentare si è espresso an-che Francesco Branca, Capo del Dipartimento Nutrition for Health dell’Organizzazione Mon-diale della Sanità: «Le donne italiane com-prendono bene quanto l’alimentazione possa contribuire al proprio benessere e delle per-sone di cui si prendono cura. Per superare gli ostacoli che molte di loro incontrano nel ga-rantire una sana nutrizione è necessario inter-venire sull’offerta di alimenti e sui loro prez-zi. Questa è una responsabilità di molti attori nella società, guidati da leggi, politiche e pra-tiche del settore pubblico». Infine, la senatrice Emilia Grazia De Biasi, Pre-sidente Commissione igiene e sanità del Senato, si è soffermata sul ruolo delle istituzioni nella promozione di una corretta alimentazione du-rante la gravidanza: «Il ruolo delle Istituzioni è innanzitutto quello di mettere in evidenza nel-le linee del percorso materno infantile l’aspet-to di un’alimentazione corretta come forma di responsabilità della madre nei confronti del be-nessere del nascituro e coniugare prevenzione e abbassamento dei fattori di rischio per la ma-dre e per il bambino. Un’attenzione particolare deve essere dedicata all’approccio multicultu-rale e alle condizioni economiche delle madri. L’universalismo del Servizio sanitario si misura anche dalla capacità di accogliere il bisogno». «La maternità – ha concluso la senatrice – non è una malattia, ma un evento meraviglioso che va vissuto con libertà e responsabilità, e dun-que con la consapevolezza che ciò che la ma-dre mangia o beve arriverà ad un soggetto in formazione, che non ha ancora difese adegua-te. Uno stile di vita corretto, senza alcool, fumo, grassi ed eccessi di zuccheri rende la relazione simbiotica una relazione in salute». n

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Professione Saluteluglio 2015 47

campagne informative

DIAMO UNA STOCCATA VINCENTE ALL’ICTUS

gIOrNATA MONDIALE DELLA SCLErODErMIA

Il prossimo 29 ottobre si cele-bra l’8° edizione della Giornata

Mondiale contro l’ictus cerebra-le, l’iniziativa internazionale del-la World Stroke Organization pro-mossa in Italia dalla Federazione A.L.I.Ce Italia Onlus.In Italia l’ictus rimane un enor-me problema sanitario e sociale con quasi un milione di persone che ne portano quotidianamente le conseguenze, molte volte assai gravi: l’adeguata prevenzione, la cura dell’attacco acuto e la riabi-litazione richiamano ad un fortis-simo e dedicato impegno da parte del Ssn che purtroppo ancora non c’è, ma qualcosa si sta muovendo grazie alla creazione di un Inter-

gruppo parlamentare che ha ini-ziato a occuparsi di tutte le pro-blematiche dell’ictus.Dal 26 al 31 ottobre, A.L.I.Ce. Ita-lia Onlus promuove, presso cir-ca 3.000 farmacie delle principa-li città italiane, il controllo della pressione arteriosa e della fibril-lazione atriale, anomalia del rit-mo cardiaco che colpisce 1 ul-tracinquantacinquenne su 4 ed è responsabile per circa il 15% di tutti gli ictus e per il 20% di tutti gli ictus ischemici.Grazie a una costante prevenzione e a una attenta diagnosi precoce, però, si possono evitare ben 3 ictus su 4 causati proprio da fibrillazio-ne atriale ed oggi sono disponibili

diversi farmaci che possono tene-re sotto controllo tale malattia che, in determinati casi, può essere an-che curata con apparati meccani-ci inseriti nel cuore e con sistemi di elettrostimolazione.Ogni anno, nel nostro Paese, ven-gono registrati poco meno di 200.000 casi di ictus cerebrale, dei quali 4.200 riguardano sogget-ti con età inferiore ai 45 anni. La mortalità a 30 giorni dopo un ictus ischemico è pari al 20% mentre in caso di ictus emorragico la percen-tuale di mortalità sale al 50%.Alcuni dei fattori di rischio ic-tus quali ad esempio sesso, età ed ereditarietà non sono modi-ficabili, altri fattori come un’er-

rata alimentazione, l’alterazio-ne dei grassi nel sangue, il fumo ma anche l’abuso di alcool e dro-ga possono danneggiare le arte-rie in giovane età, predisponendo a possibili attacchi di ictus.

Per informazioni:www.aliceitalia.org

In occasione della giornata mon-diale della sclerodermia, che si è

svolta il 29 giugno, l’Associazio-ne Italiana Lotta alla Sclerodermia (Aisl), l’Associazione Nazionale Per-sone con Malattie Reumatiche e il Gruppo Italiano per la Lotta alla Sclerodermia (Gils) hanno aderito alla call to action della Federazio-ne delle Associazioni Europee per la Sclerodermia (Fesca). In questa oc-casione le associazioni dei pazienti e i medici specialisti hanno discus-so davanti ai membri del Parlamen-to Europeo dei problemi nella vita quotidiana e di cosa è possibile fare per migliorare la qualità di vita nel-le persone affette da questa malat-tia poco conosciuta e fortemente

invalidante.A supporto dell’iniziativa è stato lanciato un video per far conoscere la sclerodermia che attualmente in Europa è riconosciuta malattia rara, mentre in Italia è in attesa di esse-re riconosciuta come tale, a dispet-to delle Direttive Europee, che sono state attuate solo in Piemonte e To-scana, creando diseguaglianze re-gionali di accesso al trattamento e ai servizi che non sono accettabili.«La sclerodermia (o sclerosi sistemi-ca) – afferma Gianfranco Ferrac-cioli, professore dell’Università Cat-tolica e Ordinario di Reumatologia del Policlinico A. Gemelli di Roma – è una malattia autoimmune con specifici autoanticorpi, caratteriz-

zata da fenomeno di Raynaud (dita bianche al freddo), microangiopa-tia trombotica e fibrosi del tessuto connettivo. Ha un andamento cro-nico e può essere altamente invali-dante. È una malattia relativamen-te rara che in Italia colpisce circa 25.000 persone, con 1.000-1.200 nuove diagnosi ogni anno, preva-lentemente donne (9 su 10) e può manifestarsi a qualsiasi età. La scle-rodermia indurisce la pelle e gli or-gani interni dei pazienti e, colpendo il viso e le mani, ne cambia la fisio-nomia, mettendo in crisi l’identità delle persone con evidenti ripercus-sioni sulla vita di relazione e dell’ac-cettazione di se stessi: per questo motivo, senso di isolamento, de-

pressione e stress sono sintomi co-muni nelle persone affette».«È ancora una patologia piutto-sto misteriosa per quanto riguar-da le cause che la provocano e che ne determinano l’andamento – ha concluso Lorenzo Beretta, Diret-tore Scleroderma Unit, Irccs Ca’ Granda di Milano –. Questi aspetti poco chiari fanno sì che non esista al momento una terapia univoca per la malattia e le terapie attual-mente disponibili non siano sempre efficaci in tutti i pazienti».

Per informazioni:www.apmar.it

www.ails.itwww.sclerodermia.net

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48 Professione Salute luglio 2015

Symbiofem pluS per il beneSSeredella donna in menopauSa

Guna, azienda italiana ai ver-tici nel settore della produ-

zione e distribuzione di farmaci omeopatici e di prodotti naturali d’avanguardia, presenta Symbio-fem Plus, integratore alimentare innovativo, senza glutine, spe-cifico per sostenere il benesse-re della donna nella delicata fase della menopausa e per contra-starne i fastidiosi disturbi. Symbiofem Plus è inoltre utile per favorire il metabolismo osseo e mantenere l’equilibrio dell’am-biente intestinale. La ricerca Gu-na ha selezionato componen-ti vegetali e nutrizionali specifici,

per un intervento nutraceutico equilibrato, costituiti da:isoflavoni, preziose sostanze ve-getali estratte dalla soia, con azione estrogeno-simile natu-rale, utili per preservare la sa-lute delle ossa e per contrasta-re i più frequenti disturbi della menopausa quali - sudorazio-ni notturne, vampate di calore, alterazioni del tono dell’umo-re, secchezza vaginale, sbalzi di pressione, e dei valori lipidici;calcio, necessario per il manteni-mento di un buon metabolismo osseo, in due forme facilmente assimilate dall’organismo;

vitamina D che con-tribuisce sia al nor-male assorbimen-to del calcio e del fosforo sia al man-tenimento del me-tabolismo osseo; estratto di tè ver-de che contribuisce all’equilibrio del peso corporeo ed è ricco in polifenoli, sostan-ze antiossidanti e antinvecchia-mento.Completa la formulazione la Biotina, vitamina del gruppo B che favorisce la fisiologica fun-zionalità della mucosa intestina-

le, il metabolismo energetico, la salute della pelle e dei capelli e aiuta l’equilibrio del sistema ner-voso centrale.

GunaTe. 02 280181

[email protected]

anno 2015: un bilanciopoSitivo per phytogarda

I primi mesi del 2015 hanno ca-ratterizzato un buon andamen-

to per l’azienda veronese Phyto-garda che, guidata dal giovane imprenditore Alessandro Moglia, ha ospitato lo scorso marzo i suoi clienti sulle rive del lago di Gar-da, in occasione del convegno “Le tecnologie produttive farmaceu-tiche: qualità del made in Italy”.

L’evento, te-nutosi pres-so l’Hotel Ca-esius Termae & Resort a Bardolino ha registrato un successo di

partecipazione: 650 i convegnisti, 6 i relatori, 12 i prestigiosi patro-cini su cui ha potuto contare il VII Convegno Nazionale Farmacisti. Lo spessore dei temi trattati, all’in-segna del made in Italy, sono stati apprezzati così come il momento musicale rappresentato dall’esi-bizione della soprano Katia Ric-

ciarelli, testimonial aziendale. So-no state tre durante l’anno 2015, le fiere che hanno registrato una buona affluenza di visitatori pres-so gli stand Phytogarda: Cosmo-prof, Cosmofarma e Vitafoods. Da segnalare il particolare interesse dello stand proposto alla fiera in-ternazionale di Ginevra dove so-no intervenuti numerosi visitatori provenienti dai Paesi extra Ue.L’azienda veronese è già in fa-se di organizzazione per i prossi-mi eventi del 2016: il 13 marzo e il 3 aprile sarà una delle occasioni per condividere piacevoli momen-ti conviviali associati ad aggiorna-

menti scientifici di interesse. L’o-biettivo è mettere in evidenza la funzione sociale e il valore del me-dico e del farmacista sul territorio e divulgare le innovazioni tecni-co-scientifiche di integratori ali-mentari nutraceutici e cosmeceu-tici made in Italy sui quali Phyto Garda concentra le sue risorse di ricerca e sviluppo, all’insegna del benessere e della salute.

Phyto GardaTel. 045 6770222

[email protected]

le aziende informano

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Professione Saluteluglio 2015 49

Linea govegan, quaLità aLimentarein stiLe vegano

le aziende informano

Linea ozonia, ozoniaterapiaad azione protettiva

Innovares propone una linea di prodotti che prende il nome da

Ozonia3000, il nome attribuito all’olio di girasole ad elevato cari-co di Ozono sviluppato e prodot-to in proprio dall’azienda stessa. Ozonia 10 è una crema utile nel-la cute danneggiata. Esplica un’a-zione protettiva nelle condizioni di

abrasione, esco-riazione, erosio-ne, disepiteliz-zazione, ferita chirurgica, ul-cera cutanea, in quanto crea un ambiente locale sfavorevole alla

contaminazione e alla colonizza-zione microbica. Utile in condizio-ni dermatologiche che necessiti-no di una detersione profonda e di uno stimolo rigenerativo come acne, dermatite seborroica e in-tertrigine. Favorisce la riparazio-ne delle microlesioni e la riduzione

della flogosi e dell’edema ed è ef-ficacemente impiegata come trat-tamento sintomatico anche nella malattia emorroidaria.Ozonia 15 è invece utile nella sec-chezza e come normalizzante del-la cute e delle mucose sensibi-li. Ozonia3000, proposto in forma di Lipogel, trae forza dalla strut-tura anidra della formulazione, che induce maggiore permanen-za e interazione con la superficie trattata, una profonda idratazio-ne, un’azione emolliente, lenitiva e protettiva, a maggior vantaggio delle condizioni che si esplichino in secchezza cutanea, xerosi, de-

squamazione, flogosi, ragadizza-zione in genere, esiti di disidrosi, eritema e debolezza nei fattori di resistenza epiteliale. Ozoral è infine protettivo nel-le condizioni di mucosite, disepi-telizzazione, erosione, alterazione, ulcerazione, contaminazione e co-lonizzazione del cavo orale, indi-pendentemente dalla loro eziolo-gia, comprese le cause iatrogene (chirurgia, farmaci).

InnovaresTel. 0522 [email protected]

www.innovares.com

Probios, azienda fiorentina ai vertici in Italia nella distribu-

zione degli alimenti biologici vege-tariani, promuove la coltivazione di materie prime nel rispetto dell’uo-mo e della natura e da molti anni si dedica anche alla commercializ-zazione di linee di prodot-ti adatti a chi deve seguire specifici regimi alimenta-ri. Dal 1978, anno della sua fondazione, Probios propo-ne una vasta scelta di ali-menti biologici, nel rispetto della salute e dell’ambiente.L’azienda ha lanciato di re-cente la sua nuova e inedita gamma di prodotti GOve-

gan, pensata su misura per chi sce-glie lo stile di vita vegano, evitando il consumo di ogni tipo di elemento di origine animale. La nuova linea di prodotti è certificata dalla Vegan Society che per prima, nel 1944, co-niò il termine vegan con l’obiettivo

di assicurare ai propri soci la quali-tà dei prodotti e la loro effettiva ri-spondenza ai requisiti “vegani”.La linea si compone di croissant di farro, vegan ciok (crema spalmabile di cacao e nocciole italiane), piadi-ne e wrop (per merende o in sosti-

tuzione del pane) e di una gamma di specialità studiata in collabora-zione con Roberto Politi, autore di libri e ricettari vegan. «Con questa nuova gamma», spiega Fernando Favilli presidente di Probios, «ab-biamo voluto proporre qualcosa di inedito, mai fatto prima, a tutti co-loro che per scelta personale pre-feriscono non mangiare prodotti di origine animale. Con la ricca varie-tà di sapori di GOvegan, vogliamo dimostrare che mangiare vegano non significa rinunciare al gusto».

ProbiosTel. 055 8985932

www.probios.it

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50 Professione Salute luglio 2015

contro irritazioni e arrossamenti,isomar occhi

cleanance solaire 50+: la protezionespecifica per pelli a tendenza acneica

Dall’esperienza Euritalia Phar-ma nasce Isomar Occhi, le

gocce oculari a base di acqua di mare isotonica e sterile, per alle-viare irritazioni e arrossamenti - dovuti al vento, al sole, alla pro-lungata esposizione a computer e televisione, all’inquinamento, a re-azioni allergiche - e per ristabilire il migliore riequilibrio del film la-crimale.Isomar Occhi è più di una lacrima artificiale: l’acqua di mare isotoni-ca, grazie ai minerali e agli oligoe-lementi in essa contenuti, assume una struttura del tutto simile al-la componente acquosa del liqui-

do lacrimale, potenziando gli ef-fetti benefici del prodotto.I componenti fitoterapici presen-ti nel preparato, quali la Cineraria Maritima, la Calendula, il Fiordali-so, l’Elicriso e l’Eufrasia, svolgono un’azione rinfrescante, lenitiva e reidratante. Inoltre, l’Acido Ialuro-nico e il Methocell, grazie alla loro spiccata azione idratante e lubri-ficante, consentono un’ottima-le distribuzione del prodotto sulla membrana congiuntivale contra-stando efficacemente la secchez-za oculare. Euritalia Pharma, come per gli altri prodotti a marchio Isomar, utilizza

l’acqua del mare più pulita d’Ita-lia prelevata dal Parco Marino del-le Cinque Terre. Coperto da Brevetto Europeo per le sue caratteristiche innovative, Isomar Occhi non brucia, non con-tiene coloranti e si può applicare senza togliere le lenti a contatto.Il prodotto è disponibile anche in flaconcini monodose senza con-servanti, particolarmente indicato per i bambini.

Euritalia Pharma Via P. Gobetti, 4

Tel. 051 6649115 www.euritaliapharma.it

Eau Thermale Avène sviluppa prodotti di

fotoprotezione performan-ti, efficaci e affidabili.

Dal 2008, si appoggia, all’Euro-pean Skin Cancer Foundation, che informa e sensibilizza il pubblico sui fattori di rischio all’origine dei tumori cutanei, attraverso specifi-che campagne di prevenzione.La novità del 2015 è rappresenta-ta da Cleanance Solaire 50+, ide-ale per pelli grasse e con tendenza acneica. Questo nuovo trattamen-to fotoprotettore dalla texture fluida e leggera, assicura una lar-

ga protezione Uva-Uvb e un effet-to opacizzante grazie al suo atti-vo seboregolatore. Il suo sistema di fotoprotezione esclusivo assi-cura efficacia e tollerabilità con un minimo di filtri e consente una protezione molto alta, fotostabile e resistente all’acqua. La presen-za di monolaurina e del gluconato di zinco permette di prendersi cu-ra dell’acne anche al sole, evitan-do lo spiacevole effetto rebound al rientro dalle vacanze. Le sue pol-veri assorbenti di nuova genera-zione limitano il riflesso della luce per un effetto mat. Novità anche

per la linea solare bimbo che pre-vede un nuovo formato da 250 ml per il Latte 50+, più conveniente, resistente all’acqua e fotostabi-le. Le formule dei Solari Eau The-ramale Avène dedicati ai bambini contengono un sistema fotopro-tettivo esclusivo dei Laboratoires Pierre Fabre che offre il massimo della protezione e della tollerabili-tà con un minimo di principi attivi.

Pierre Fabre ItaliaTel. 02 47794490

www.pierre-fabre.comwww.avene.it

le aziende informano

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