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Attività interdisciplinare per la seconda classe del primo biennio Progetto ENERGIA 2018-19: Energie Rinnovabili Energia per il futuro Laboratorio LENSeS prof. Tonello Moreno in Aula Magna prof.ssa Zamburlini Adriana prof. Fagotto Roberto Referenti progetto Relatore introduzione 21 marzo 2019

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Attività interdisciplinare per la seconda classe del primo biennio

Progetto ENERGIA 2018-19:

Energie Rinnovabili – Energia per il futuro

Laboratorio LENSeS

prof. Tonello Moreno

in

Aula Magna

prof.ssa Zamburlini Adriana

prof. Fagotto Roberto Referenti progetto

Relatore

introduzione

21 marzo 2019

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SCHEMA DEL PROGETTO

• FASE 1: Presentazione progetto (21 marzo)

• Fase 2: Lavoro in classe

• FASE 3: Visita impianto(aprile – maggio)

• FASE 4: Produzione del PPT (dopo la visita all’impianto)

• FASE 5: Presentazione dei lavori (fine maggio)

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Lavori di classe • Ogni classe approfondisce gli aspetti correlati ad un sistema di

produzione di energia collegato con un tipo di centrale.

Classi coinvolte

Tipologia di centrale

Destinazione Visita

2AG- 2BG

Idroelettrica

Centrale di SOMPLAGO (UD) Martedì 2 aprile 2019

2B – 2E

Geotermica e Termovalorizzatore

Impianto HERA di Ferrara Martedì 2 aprile 2019

2F – 2D

Termoelettrica a Carbone e CDR

ENEL “Palladio” di Fusina (VE) Martedì 7 maggio 2019

2A – 2C

Biomasse - Umido

Impianto BIOMANN di Maniago (PN) Mercoledì 3 aprile 2019

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STRUTTURA DEL LAVORO DI CLASSE

Ciascuna classe sarà suddivisa in 5 gruppi di lavoro che tratteranno un aspetti specifico dell’impianto oggetto della visita fra i quali:

A. Caratteristiche della fonte di energia utilizzata dalla centrale (aspetti

chimici, fisici, approvvigionamento, ecc); B. Struttura e aspetti impiantistici della “centrale di produzione”. C. Le trasformazioni di energia che avvengono nell’impianto; D. Aspetti ambientali correlati della centrale considerata (acqua, aria,

rifiuti, rumore, ecc); E. Vantaggi e svantaggi del tipo di produzione di energia che avviene

nella centrale. Ciascun gruppo di lavoro produrrà un PPT costituito da 10 slide

riguardanti i diversi aspetti di cui 2 in lingua inglese

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L'energia presente nei mari e negli oceani è una classica fonte di

energia rinnovabile e può essere estratta con diverse tecnologie:

fluidodinamiche (correnti, onde, maree) e di gradiente (termico e

salino). Ad oggi sono stati sperimentati molti sistemi di estrazione di

questa energia ed alcuni sono già in uno stadio precommerciale:

Energia delle Correnti Marine

Energia a Gradiente Salino (osmotica)

Energia Mareomotrice (o delle maree)

Energia del Moto Ondoso

Energia Talassotermica (OTEC)

Diversi ricercatori indicano come l'energia oceanica possa provvedere

ad una parte sostanziale dell'energia rinnovabile a livello globale.

Energia Oceanica

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Tecnologie impiantistiche – Moto ondoso e maree

Problema delle fonti intermittenti (così come fotovoltaico ed eolico), non programmabili

[Wald, Foley, 2009]

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Tecnologie impiantistiche – Moto ondoso e maree

Problema delle fonti intermittenti (così come fotovoltaico ed eolico), non programmabili

[Wayt Gibbs, 2006]

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L'ammontare delle risorse energetiche oceaniche è stimato essere di:

300 TWh/anno dalle maree

800 TWh/anno dalle correnti marine

2.000 TWh/anno dal gradiente salino

10.000 TWh/anno dal gradiente termico (OTEC)

8.000 – 80.000 TWh/anno dalle onde

Consumo annuo di energia primaria nel mondo 146036 TWh (dato

2016)

Energia Oceanica

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Le correnti marine sono dotate di energia cinetica e

possono essere sfruttate con lo stesso principio utilizzato

per l'energia eolica. Ne esistono di vario tipo: costiere, di

mare aperto, superficiali e di profondità, stabili o stagionali,

ecc. Si utilizzano generatori ad asse orizzontale (più

adatte alle correnti marine costanti, come quelle presenti

nel Mediterraneo) o verticale (per correnti di marea che

cambiano direzione).

Energia Oceanica

Energia delle Correnti Marine

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le correnti marine

Stretto di

Messina

Turbine ad asse

Verticale Kobold

Potenza

40 Kw

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ENERGIA DAL MARE

le correnti marine

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ENERGIA DAL MARE

le correnti marine

Testate Nel 2004

nel canale Norh Devon

England

Idroeliche da 300 KW

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Il movimento dell'acqua attraverso la membrana genera una

variazione di pressione, che viene detta "pressione osmotica". Tale

pressione può essere utilizzata ad esempio attraverso una turbina per

generare energia, che può essere successivamente convertita in

energia elettrica

Energia Oceanica

Energia a Gradiente Salino

Dal 2005 è attivo un impianto sperimentale da 50 kW, situato in un

sito-test costiero in Harlingen, nei Paesi Bassi.

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ENERGIA DAL MARE

LE MAREE

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16 m

di escursione

di quota

ENERGIA DAL MARE

LE MAREE

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La marea, il ritmico innalzamento e abbassamento del livello del mare

provocato dall'azione gravitazionale della luna e del sole, di solito ha

un'ampiezza (dislivello tra l'alta marea e la bassa marea) inferiore al

metro, ma in alcune zone, per la particolare configurazione del sito, il

dislivello può raggiungere valori elevati, interessanti per lo

sfruttamento e la produzione di energia, ad oggi prevalentemente

elettrica.

Energia Oceanica

Energia Mareomotrice

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Energia Oceanica

Energia Mareomotrice

In una tipica centrale ad energia mareomotrice l'acqua affluisce e defluisce in un

vasto bacino, passando attraverso una serie di tunnel nei quali, acquistando

velocità, fa girare delle turbine collegate a generatori.

Durante la bassa marea l'acqua del bacino defluisce verso il mare aperto, mettendo

nuovamente in rotazione la turbina.

Quando il livello del mare ricomincia a salire e l'onda di marea è sufficientemente

alta, si fa fluire l'acqua del mare nel bacino e la turbina si mette nuovamente in

rotazione.

Per ottenere la produzione di energia sia con marea crescente che calante, si

utilizzano particolari turbine reversibili, che funzionano cioè con entrambe le

direzioni del flusso.

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Energia Oceanica

Energia Mareomotrice

Oggi esistono diversi progetti di sfruttamento delle maree, che comportano metodi

diversi di sfruttamento dell'energia:

sollevamento di un peso in contrapposizione alla forza di gravità;

la compressione dell'aria in opportuni cassoni e movimentazione di turbine in

seguito alla sua espansione;

movimento di ruote a pale;

riempimento di bacini e successivo svuotamento con passaggio in turbine.

Quest'ultimo sembra dare i migliori risultati, nell'effettivo impiego. Il problema più

importante allo sviluppo di tale tecnologia resta comunque lo sfasamento tra

massima ampiezza di marea disponibile (la cui cadenza è prevedibile sulla base

delle fasi lunari e solari) e domanda di energia nelle ore di punta. Infatti nei giorni di

insufficienza nell'afflusso d'acqua la produzione di elettricità cesserebbe. In Francia

nei pressi di Saint-Malo esiste un grosso impianto di questo genere.

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Energia Oceanica

Energia Mareomotrice

I limiti principali di queste centrali sono:

Il costo di installazione elevato

La difficoltà di collocazione (indicativamente, i siti idonei devono avere ampiezze

di marea superiore ai 3 metri e topografia favorevole all'installazione)

La discontinuità nella produzione

L'erosione delle coste creata dalle centrali che modificano i flussi di marea

La tendenza alla sedimentazione all'interno del bacino (soprattutto se collocate

alla foce dei fiumi)

Il disturbo per l'ecosistema, in particolare per la fauna ittica.

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Energia Oceanica

Energia Mareomotrice

Centrale di Saint-Malo

Modello in sezione della centrale alla foce del Rance.

In Francia, alla foce del fiume Rance, fra Saint-Malo e Dinard, tra il 1961 e il 1966 è

stata costruita una centrale che sfrutta la marea che da quelle parti raggiunge 13,5

m di dislivello.

La portata raggiunge 18.000 metri cubi di acqua al secondo e la potenza erogabile

raggiunge i 240 MW. Con questa produzione, ogni anno la centrale copre il 3 % del

fabbisogno elettrico della Bretagna francese.

La centrale comprende una diga in pietrame, 6 chiuse di entrata e uscita per

vuotare e riempire rapidamente la foce e 24 turbine a bulbo, sviluppate

appositamente.

Un altro esempio è la centrale di Aberdeen in Scozia.

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Aberdeen

(Scozia)

Lunghezza

330 m

Turbine

n° 24

Potenza

10 Mw

Potenza totale

240 Mw

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Lo sfruttamento dell'energia cinetica del moto ondoso è di recente

sperimentazione in vari progetti europei di ricerca nel campo

energetico; in particolare se il moto ondoso viene sfruttato per la

produzione di energia elettrica, il sistema è denominato cimoelettrico.

Energia Oceanica

Energia del moto Ondoso

Tipologie di impianti cimoelettrici

Salto idrico o a gravitazione

Generatore a colonna d'acqua oscillante

Sistemi ad ondata

Sistemi basati sull'ampiezza dell'onda

Sistemi basati sul principio di Archimede

Generatore Pelamis

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Energia Oceanica

Energia del moto Ondoso

Salto idrico

Attraverso il passaggio delle onde in un canale di larghezza progressivamente

decrescente (come avviene ad esempio in un'insenatura tra le rocce), o

mediante particolari rampe, le onde raggiungono altezze superiori ed è quindi

possibile riempire un bacino a quota superiore rispetto al livello del mare. Il

principio è detto anche concentrazione o focalizzazione delle onde. Il deflusso

continuo dell'acqua raccolta, tramite opportune opere civili, e il passaggio

attraverso turbine idrauliche (simili a quelle usate per gli impianti idroelettrici con

salti idrici contenuti), permette la generazione di energia elettrica. Un prototipo

precompetitivo ha potenza di 4-7 MW, ingombro orizzontale nell'ordine dei 200-

300 metri (comprensivi del bacino, dello “scivolo” e delle paratie laterali per il

convogliamento dell'acqua in arrivo)

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A gravitazione

ENERGIA DAL MARE

Il moto ondoso

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Energia Oceanica

Energia del moto Ondoso

Generatore a colonna d'acqua oscillante

Il tipo di impianto più diffuso è quello a colonna d'acqua oscillante. L'impianto

raccoglie l'acqua che entra grazie al moto ondoso all'interno di una struttura cava

(In genere una colonna in calcestruzzo, ma l'impianto si presta ad essere adattato

a varie forme, anche sfruttando la naturale conformazione delle coste rocciose). Il

movimento delle onde che alzano e abbassano il livello dell'acqua nella struttura

mette in moto la colonna d'aria che sta sopra la superficie dell'acqua. L'aria,

uscendo e rientrando così dall'apertura superiore della colonna, mette in moto una

turbina. Per non perdere molta energia con la continua inversione del verso del

movimento dell'aria (che esce e rientra continuamente), si usano turbine Wells, in

grado di ruotare sempre nello stesso verso qualunque sia il verso del fluido che le

alimenta.

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Energia Oceanica

Energia del moto Ondoso

Sistemi ad ondata

I sistemi ad ondata sono concettualmente simili: una sacca d'aria flessibile,

ancorata ad esempio a una boa, quando è investita dalle onde si gonfia e sgonfia;

l'aria entra ed esce dalla sacca, attraverso un'apertura superiore nella quale è

installato il turbogeneratore.

Sistemi basati sull'ampiezza dell'onda

Il movimento delle onde può azionare dei motori idraulici da accoppiare a un

generatore elettrico. Uno studio recente fornisce un esempio del meccanismo: una

struttura galleggiante semisommersa, costituita da vari elementi lunghi collegati in

serie con appositi snodi (si immagini un convoglio ferroviario, come forma e

dimensioni) viene mossa dalle onde variando l'inclinazione relativa dei vari

elementi. Appositi pistoni idraulici posti in corrispondenza dei giunti mettono in moto

un fluido, in pressione in un circuito interno, che aziona il motore idraulico, posto

all'interno di uno degli elementi. Sono attualmente in fase di installazione impianti

con potenza di 750 kW e 2 MW, e si stima che la taglia di un impianto “full scale” da

commercializzare sia di circa 30 MW.

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Energia Oceanica

Energia del moto Ondoso

Sistemi basati sul principio di Archimede

Una struttura sommersa ancorata al fondo marino, dotata di camera d'aria, è

soggetta a cicli di compressione-decompressione dovuti alla variazione, originata

dalle onde, della colonna d'acqua soprastante. Al largo delle coste del Portogallo,

ad esempio, è stato testato con esito positivo un impianto pilota con potenze di

picco di 1500 kW. La forma dell'apparato è quella di un grosso cilindro, avente la

base ancorata al fondo e un “cappello” mobile in senso verticale; è stato

sviluppato, per la conversione dell'energia meccanica in elettrica, un apposito

generatore lineare, in grado di semplificare e ridurre al minimo i componenti del

sistema. Si prevede che l'impianto commerciale, di potenza 2 MW, dovrà avere

altezza 30 metri, diametro 10 metri; per quanto concerne il sito di installazione le

caratteristiche tipiche sono con fondali di 80–90 m di profondità, con onde di

ampiezza 5 m.

Sistemi simili possono essere costituiti da un galleggiante, ancorato al fondo

tramite un sistema in grado di trasferire l'energia meccanica del moto relativo tra il

fondo e la “boa”, tramite appositi meccanismi, a un generatore. L'azionamento di

un generatore per opera di un elemento galleggiante è possibile anche con

dispositivi oscillanti, tipo paratoie sbattute dalle onde. Una problematica comune

di questi sistemi è la bassa frequenza del moto ondoso, mentre per l'azionamento

dei generatori elettrici sono preferibili alte velocità.

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Energia Oceanica Energia del moto Ondoso

Generatore Pelamis

Un altro esempio noto è quello dei generatori mareomotrici "Pelamis"

(sperimentate in Portogallo), costituiti da strutture tubolari galleggianti

ancorati al fondo marino. All'interno di queste strutture vi sono delle turbine

messe in moto da liquido ad alta pressione che viene pompato da pistoni

idraulici grazie al movimento relativo dei i vari scompartimenti galleggianti.

Tali generatori generano energia con costanza, ma mostrano un ingombro

non indifferente.

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Energia Oceanica Energia del moto Ondoso

Generatore Pelamis

Un altro esempio noto è quello dei generatori mareomotrici "Pelamis"

(sperimentate in Portogallo), costituiti da strutture tubolari galleggianti

ancorati al fondo marino. All'interno di queste strutture vi sono delle turbine

messe in moto da liquido ad alta pressione che viene pompato da pistoni

idraulici grazie al movimento relativo dei i vari scompartimenti galleggianti.

Tali generatori generano energia con costanza, ma mostrano un ingombro

non indifferente.

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Impianti prototipi: Portogallo e Scozia , 7

convertitori per una potenza complessiva di 5

MW , isola di Vancouver in Canada (2 MW).

Gli impianti commerciali dovrebbero avere

una potenza di 30 MW, una estensione di un

Km2 di mare

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Energia Oceanica Energia Talassotermica

La differenza di temperatura tra le acque superficiali del mare, riscaldate

dall'energia solare, e quella in profondità, rende possibile la produzione di

energia elettrica. Il principio è concettualmente simile a quello di una centrale

termoelettrica a vapore. Si utilizza un ciclo chiuso nel quale circola un fluido

(es: ammoniaca e fluoro) in grado di evaporare alla temperatura dell'acqua di

superficie (es: 25-28 °C); il vapore in pressione mette in moto una turbina e un

generatore di elettricità (alternatore), quindi passa in un condensatore e torna

allo stato liquido, raffreddato dall'acqua aspirata dal fondo (che può essere ad

esempio a 6-7 °C).

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Energia Oceanica

Energia Talassotermica

Le aree più idonee per queste installazioni sono quelle tropicali,

in mari molto profondi e caldi, dove nello strato superficiale

(100 m circa) la temperatura varia tra i 25 e i 30 °C, e oltre i

400 metri di profondità giungono le acque provenienti dai poli, a

temperature di 0 – 4 °C. Un limite allo sviluppo di questi

impianti è invece, attualmente, il costo elevato.

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Energia Oceanica Energia Talassotermica

La prima centrale di questo tipo è stata realizzata nel 1996

presso le isole Hawaii, a Tahiti e a Bali: la potenza installata è

di 250 kW, ma si ritiene sia possibile realizzare impianti di taglia

nell'ordine di alcuni MW.