programmazione di scienze a.s. 2016-2017 classi terze · transizioni elettroniche nell’atomo...
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PROGRAMMAZIONE DI SCIENZE A.S. 2016-2017
CLASSI TERZE
In base alla Delibera del Collegio dei Docenti del liceo Nomentano del 12/ 09/2016 e in base alla suddivisione del periodo scolastico
in trimestre e pentamestre, i docenti di Scienze effettueranno in ogni classe almeno:
2 verifiche nel TRIMESTRE delle quali almeno 1 orale
3 verifiche nel PENTAMESTRE delle quali almeno 1 orale
Il Dipartimento stabilisce che, considerato il numero esiguo di ore settimanali e la varietà di conoscenze e competenze che devono
essere acquisite dagli alunni, verranno effettuate varie tipologie di verifiche: interrogazioni classiche, test a risposta multipla, domande
aperte, domande con completamento, preparazione e presentazione di argomenti anche in forma multimediale, valutazione del livello
di interesse e partecipazione durante l’anno scolastico.
Si prevede per ogni periodo dell’anno scolastico almeno una verifica orale.
Per quanto riguarda le strategie metodologiche si concorda di:
fornire agli alunni all’inizio dell’anno il programma preventivo di lavoro e di commentarlo;
indicare le modalità delle verifiche e i criteri di valutazione;
guidare all’uso del testo in adozione;
rendere note agli allievi le valutazioni assegnate e commentarle opportunamente, affinché ciascuno possa migliorare il
rendimento nelle verifiche successive.
presentare le scienze Biologiche, Chimiche, Astronomiche e Geologiche nel loro sviluppo storico per una consapevole
comprensione dell’evoluzione del pensiero scientifico;
effettuare lezioni attive e non solo spiegazioni ed interrogazioni tradizionali al fine di sollecitare la partecipazione per il
chiarimento dei dubbi, per la riflessione sui fenomeni e la coordinazione dei concetti relativi ad essi;
stimolare la riflessione interdisciplinare;
fare uso di sussidi audiovisivi e software didattici
Effettuare eventuali visite guidate a musei e laboratori di ricerca
Per le finalità si è concordato di lavorare in modo da contribuire allo sviluppo globale degli allievi e ad una crescita mentale armonica
e critica, attraverso una esperienza scolastica serena instaurando rapporti improntati alla lealtà ed al rispetto.
Gli obiettivi culturali-formativi sono
acquisizione di adeguate competenze in relazione alla capacità di analizzare e coordinare i contenuti appresi.
padronanza del lessico specifico;
sviluppo delle capacità di osservazione e descrizione dei fenomeni in relazione alle conoscenze acquisite.
capacità di coordinazione logica anche sul piano interdisciplinare;
possesso di un metodo di studio e di approfondimento autonomo.
capacità di partecipare a lavori di gruppo
Ai fini della valutazione finale si terrà conto:
delle effettive acquisizioni;
del livello di partenza;
dell’interesse mostrato e della partecipazione al dialogo educativo;
del grado e della continuità dell’impegno;
delle attitudini e capacità personali.
Ci si propone di usare i seguenti criteri per l’assegnazione dei voti:
voto fino a 4: grosse lacune nelle conoscenze; difficoltà nella comprensione dei dati; esposizione confusa e stentata; impegno
nullo o saltuario; uso scorretto del lessico specifico.
voto 5: conoscenza superficiale e/o mnemonica; esposizione incerta; modesto uso del lessico specifico; impegno discontinuo.
voto 6: conoscenza lineare degli argomenti fondamentali; esposizione semplice ma corretta anche sul piano lessicale.
voto 7: padronanza dei contenuti curricolari; esposizione chiara e sicura.
voto 8: conoscenza completa, ben assimilata e logicamente coordinata; esposizione fluida ed organica; buona documentazione
delle analisi.
voto 9: incisiva capacità di analisi e di sintesi delle problematiche; conoscenza approfondita; capacità di collegamento anche
interdisciplinare; esposizione rigorosa.
voto 10: ottime conoscenze, particolarmente approfondite anche autonomamente; attitudini spiccate per la disciplina.
CRITERI DI VALUTAZIONE SCIENZE
VERIFICA ORALE
Voto
Conoscenze
pertinenti degli
argomenti svolti
Competenze
Comprensione ed uso del
linguaggio / Capacità di sintesi e
correttezza morfosintattica
Applicazione di procedure / soluzione
di problemi
2* Nulle.
Non rilevabili. Non rilevabili Non rilevabili
3
Frammentarie e
gravemente
lacunose.
Non comprende e non sa usare la
terminologia specifica di base.
anche se guidato, non riesce ad
applicare le conoscenze minime.
Non sa risolvere i problemi.
4 Superficiali e
alquanto lacunosa.
Usa un linguaggio incoerente;
spesso scorretto e impreciso.
se guidato, applica le conoscenze
minime, ma con diversi errori
nell’esecuzione di esercizi semplici.
5 Incerte e
superficiali
Espone in forma poco chiara e
piuttosto mnemonica utilizzando
un linguaggio generico e improprio.
Non sempre sa individuare e applicare
correttamente le procedure richieste.
Applica le conoscenze con alcune
imprecisioni.
Risolve solo parzialmente i problemi
proposti.
6
Conoscenze
essenziali ma non
approfondite
Individua i principali nessi logici,
interpretando correttamente i
quesiti.
Utilizza un linguaggio semplice e
comprensibile, talvolta impreciso.
Applica le procedure senza errori
sostanziali, ma con incertezze.
7
Sicure e con
eventuali
approfondimenti
Si esprime in modo corretto,
cogliendo gli aspetti fondamentali,
ma incontra ancora qualche
difficoltà nella sintesi.
Applica correttamente le procedure
anche a problemi complessi,dopo
averli analizzati.
8
Completa e
organica, con
qualche
approfondimento
autonomo.
Espone in modo efficace ed
appropriato i contenuti.
Applica in modo corretto le procedure,
mostrando buone capacità di
correlazione e di sintesi.
Gestisce e rielabora autonomamente
problemi complessi e situazioni nuove.
9
Complete,
organiche e
articolate e con
approfondimenti
autonomi.
Si esprime in modo brillante e con
linguaggio ricco ed efficace.
Sintetizza e rielabora le sue
conoscenze in modo personale e
accurato.
Sa affrontare e risolvere problemi
anche complessi.
Sa applicare le sue conoscenze in modo
corretto, anche in contesti diversi da
quelli noti.
10
Organiche,
approfondite e
ampliate in modo
originale,autonomo
e personale
Comunica in modo articolato,
usando con disinvoltura il
linguaggio specifico della
disciplina.
Interpreta criticamente fenomeni ed
eventi, documentando adeguatamente
il proprio lavoro attraverso una sintesi
e rielaborazione delle conoscenze,
precisa, sicura e personale.
Applica le conoscenze in modo
autonomo e creativo. Sa gestire
situazioni nuove individuando
soluzioni originali.
*Ritiro del foglio, rifiuto dell'interrogazione, Impreparato
CRITERI DI VALUTAZIONE SCIENZE
GRIGLIA DI VALUTAZONE DELLA PROVA SCRITTA
tipologia domande a risposte aperte
INDICATORI DESCRITTORI PUNTI
Completezza, precisione,
pertinenza nei contenuti
Gravemente insufficiente
Insufficiente
Sufficiente
Discreto
Ottimo
2
3
4
5
6
Correttezza e proprietà dell’espressione,
padronanza del linguaggio specifico
Gravemente insufficiente
Insufficiente
Sufficiente
Discreto
Ottimo
0
0,5
1
1,5
2
Analisi,sintesi,
rielaborazione personale
Gravemente insufficiente
Insufficiente
Sufficiente
Discreto
Ottimo
0
0,5
1
1,5
2
N.B. La griglia di valutazione della prova scritta si riferisce ad una tipologia di prova non strutturata (domande a risposta aperta).
Per quanto riguarda le prove strutturate a risposta multipla non è possibile elaborare un’unica griglia essendo questa già definita di
volta in volta dal docente. Inoltre le prove potranno riguardare anche diverse tipologie come schemi da riempire, risposte vero o falso.
Le attività di laboratorio, che fanno parte integrante del programma, rappresentano una parte integrante e fondamentale dell’attività
didattica delle discipline scientifiche: saper progettare, saper eseguire, saper interpretare le attività sperimentali significa acquisire
metodologie e procedure proprie dell’indagine scientifica.
PROGRAMMAZIONE CLASSI TERZE
CHIMICA
CONTENUTI ABILITÀ COMPETENZE
Dalle misure
alle proprietà
della materia
Elementi
composti e
atomi
Le Leggi
Ponderali
La quantità
chimica: la
mole
Massa atomica e
massa molecolare
Leggi di
Lavoisier, Proust,
Dalton
Contare per moli
Formule chimiche
e composizione
percentuale
Il volume molare
Essere consapevole della differenza
tra quantità di materia e quantità di
sostanza.
Riconoscere il comportamento degli
aeriformi come strumento per la
determinazione delle formule
molecolari e delle masse atomiche.
Comprendere la relazione tra
composizione percentuale in massa e
composizione atomica di un
composto.
Determinare la massa molare di una
sostanza nota la formula.
Utilizzare il concetto di mole per
convertire la massa/il volume di una
sostanza o il numero di particelle
elementari in moli e viceversa.
Determinare la formula empirica e
molecolare di un composto.
Utilizza correttamente le unità di
misura.
Sa spiegare i rapporti di
combinazione tra volumi di
aeriformi.
Comprende che il simbolismo delle
formule ha una corrispondenza con
grandezze macroscopiche.
Utilizza la tabella delle masse
atomiche per determinare le masse
molecolare/peso formula e molare
di una sostanza.
Applica le relazioni stechiometriche
che permettono il passaggio dal
mondo macroscopico al mondo
microscopico.
Esegue calcoli con cui determinare
la formula minima/molecolare o la
composizione percentuale.
La struttura
dell’atomo
I livelli energetici
degli elettroni
Gli elettroni di
valenza (esterni)
radiazione
elettromagnetica;
spettro
elettromagnetico;
teoria quantistica;
modello atomico
di Bohr;
elettrone-onda;
principio di
indeterminazione;
modello
quantomeccanico
orbitale;
numeri quantici;
principio di
esclusione di
Pauli;
regola di Hund;
notazione spdf;
configurazione
elettronica totale.
Distinguere tra comportamento
ondulatorio e corpuscolare della
radiazione elettromagnetica.
Riconoscere che il modello atomico
di Bohr ha come fondamento
sperimentale l’analisi spettroscopica
della radiazione emessa dagli atomi.
Comprendere come la teoria di de
Broglie e il principio di
indeterminazione siano alla base di
una concezione probabilistica della
materia
Comprendere il significato di onda
stazionaria e l’importanza della
funzione d’onda ψ
Essere consapevole dell’esistenza di
livelli e sottolivelli energetici e della
loro disposizione in ordine di energia
crescente verso l’esterno
Utilizzare la simbologia specifica e le
regole di riempimento degli orbitali
per la scrittura delle configurazioni
elettroniche di tutti gli atomi
Utilizza λ e ν per determinare la
posizione di una radiazione nello
spettro e stabilisce la relazione tra E
e ν
Interpreta il concetto di
quantizzazione dell’energia e le
transizioni elettroniche nell’atomo
secondo il modello di Bohr
Utilizza i numeri quantici per
descrivere gli elettroni di un atomo
Attribuisce a ogni corretta terna di
numeri quantici il corrispondente
orbitale.
Scrive la configurazione degli atomi
polielettronici.
CHIMICA
CONTENUTI ABILITÀ COMPETENZE
Il sistema
periodico
configurazione elettronica
esterna;
divisione a blocchi del
Sistema periodico;
proprietà periodiche degli
elementi;
dimensioni atomiche;
energia di ionizzazione;
affinità elettronica;
carattere metallico;
elettronegatività
Discutere lo sviluppo storico del
concetto di periodicità.
Spiegare la relazione fra Z, struttura
elettronica e posizione degli elementi
sulla tavola periodica
Individuare la posizione delle varie
famiglie di elementi nella tavola
periodica
Comprendere che la legge della
periodicità è stata strumento sia di
classificazione sia di predizione di
elementi
Descrivere le principali proprietà di
metalli, semimetalli e non metalli
Spiegare gli andamenti delle proprietà
periodiche degli elementi nei gruppi e
nei periodi
Classifica un elemento sulla base
delle sue principali proprietà
Classifica un elemento in base alla
posizione che occupa nella tavola
periodica
Classifica un elemento in base alla
sua struttura elettronica
Descrive come Mendeleev arrivò a
ordinare gli elementi
Mette a confronto i criteri di
classificazione del 19° secolo con
l’ordinamento in base a Z crescente
Mette in relazione la struttura
elettronica, la posizione degli
elementi e le loro proprietà
periodiche
I legami
chimici
I legami chimici;
lunghezza di legame;
energia di legame;
simboli di Lewis;
configurazione a ottetto;
regola dell’ottetto;
legame ionico;
legame covalente;
teoria del legame di
valenza;
legame σ e legame π;
legame covalente
omopolare ed eteropolare;
dipolo;
legame covalente dativo;
struttura di Lewis delle
molecole;
legame metallico.•
Distinguere e confrontare i diversi
legami chimici (ionico, covalente,
metallico)
. Stabilire in base alla
configurazione elettronica esterna
il numero e il tipo di legami che
un atomo può formare
Definire la natura di un legame
sulla base della differenza di
elettronegatività
Riconosce il tipo di legame
esistente tra gli atomi, data la
formula di alcuni composti
Scrive la struttura di Lewis di
semplici specie chimiche che si
formano per combinazione dei
primi 20 elementi
Individua le cariche parziali in un
legame covalente polare
Le
nuove
teorie
del
legame
geometria molecolare;
angolo di legame;
teoria VSEPR;
forma delle molecole;
teoria degli orbitali ibridi;
orbitali ibridi;
polarità delle molecole;
proprietà delle sostanze;
solubilità e miscibilità.
Descrivere le proprietà osservabili dei
materiali, sulla base della loro
struttura microscopica
Prevedere, in base alla posizione nella
tavola periodica, il tipo di legame che
si può formare tra due atomi.
Prevedere, in base alla teoria VSEPR,
la geometria di semplici molecole
Comprendere il concetto di risonanza
Spiegare la teoria del legame di
valenza e l’ibridazione degli orbitali
atomici
Utilizzare le diverse teorie sui legami
chimici per spiegare le proprietà e le
strutture delle molecole
Aver compreso il concetto di modello
in ambito scientifico
Formula ipotesi, a partire dalle proprietà
fisiche, sulla struttura microscopica di
alcune semplici specie chimiche
Utilizza la tavola periodica per
prevedere la formazione di specie
chimiche e la loro natura
Spiega la geometria assunta da una
molecola nello spazio in base al numero
di coppie solitarie e di legame
dell’atomo centrale
Scrive le formule limite di una
determinata struttura chimica
Utilizza il modello dell’ibridazione
degli orbitali per prevedere la geometria
di una molecola e viceversa
Individua i casi limite in cui la teoria di
Lewis non è in grado di spiegare dati
sperimentali e propone adeguati
correttivi
Attribuisce il corretto significato alle
diverse teorie di legame
CHIMICA
CONTENUTI ABILITÀ COMPETENZE
Le forze
intermole-
colari e gli
stati
condensati
della
materia
I legami chimici
secondari;
Le interazioni di Van der
Waals;
Il legame idrogeno;
Il legame ione-dipolo
Individuare se una molecola è
polare o apolare, dopo averne
determinato la geometria in base
al modello VSEPR
Correlare le forze che si
stabiliscono tra le molecole alla
loro eventuale miscibilità
Correlare le proprietà fisiche dei
solidi e dei liquidi alle interazioni
interatomiche e intermolecolari
Prevedere la miscibilità di due
sostanze tra loro
Comprendere l’importanza del
legame a idrogeno in natura
Comprendere come la diversa
natura delle forze interatomiche e
intermolecolari determini stati di
aggregazione diversi a parità di
temperatura
Stabilisce la polarità di una
molecola sulla base delle differenze
di elettronegatività e della
geometria
Spiega la miscibilità di due o più
sostanze in base alla natura delle
forze intermolecolari
Mette in relazione le proprietà
fisiche delle sostanze alle forze di
legame
Prende in esame le interazioni fra le
molecole per stabilire se due
sostanze sono miscibili
Giustifica le proprietà fisiche
dell’acqua, la struttura delle
proteine e di altre molecole in base
alla presenza del legame a idrogeno
Riconduce a un modello il
comportamento dello stato solido e
dello stato liquido
Classifica-
zione e
nomencla-
tura dei
composti
Nomenclatura tradizionale
e IUPAC dei seguenti
composti:
Ossidi
Idrossidi
Idruri ionici e covalenti
Ossoacidi , idracidi
Sali
Riconosce la classe di
appartenenza dati la formula o il
nome di un composto
Distingue gli ossidi acidi, gli
ossidi basici e gli ossidi con
proprietà anfotere
Distingue gli idruri ionici e
molecolari
Assegna il nome IUPAC e
tradizionale ai principali composti
inorganici
Utilizza il numero di ossidazione
degli elementi per determinare la
formula di composti
Scrive la formula di un composto
ionico ternario utilizzando le
tabelle degli ioni più comuni
Classifica le principali categorie di
composti inorganici in
binari/ternari, ionici/molecolari
Raggruppa gli ossidi in base al loro
comportamento chimico
Raggruppa gli idruri in base al loro
comportamento chimico
Applica le regole della
nomenclatura IUPAC e tradizionale
per assegnare il nome a semplici
composti e viceversa
Scrive le formule di semplici
composti
Scrive la formula di sali ternari
BIOLOGIA Tema: La divisione delle cellule: mitosi e meiosi
(facoltativo; da trattare se non inserito nel programma del secondo)
CONTENUTI ABILITA’ COMPETENZE La riproduzione nei
procarioti e negli
eucarioti unicellulari
Divisione cellulare nei
procarioti
Tempi della divisione
batterica
Spiegare perché negli organismi unicellulari la divisione
cellulare è anche il sistema di riproduzione degli
organismi
Spiegare nel dettaglio il processo di divisione cellulare
dei batteri.
Comprendere le modalità del
processo di divisione dei
batteri
Il ciclo cellulare negli
organismi eucarioti
Il ciclo cellulare: fasi G1,
S, G2, mitosi e citodieresi
Ritmi della divisione
cellulare
Le cellule staminali
Descrivere gli eventi che si verificano nelle fasi G1, S e
G2 del ciclo cellulare
Spiegare perché interfase e mitosi sono processi
consecutivi e tra loro dipendenti
Osservare che cellule diverse hanno diversi ritmi di
divisione facendo l’esempio delle cellule staminali
Interpretare il ciclo cellulare
come un importante processo
che consente la continuità
della vita di tutti gli
organismi eucarioti
Anomalie del ciclo
cellulare: il cancro
Distinguere tra tumore benigno e tumore maligno
Descrivere alcune terapie oncologiche quali la
chemioterapia e la radioterapia
Mettere in relazione i fattori
di controllo del ciclo
cellulare con la possibilità di
insorgenza di un tumore
La mitosi è un processo
che si conclude con la
citodieresi
Struttura di un
cromosoma
Fuso mitotico: centrioli e
aster
Profase, metafase,
anafase e telofase
La citodieresi nelle
cellule vegetali e in
quelle animali
Descrivere la struttura di un cromosoma
Spiegare cosa sono i centromeri e i cromatidi
Descrivere l’origine e la funzione del fuso mitotico.
Spiegare la funzione di centrioli e aster
Spiegare perché i cromosomi, all’inizio della divisione
mitotica, hanno una forma a X
Spiegare i motivi della scomparsa della membrana
nucleare durante la profase
Descrivere in modo preciso gli eventi di ognuna delle 4
fasi mitotiche
Motivare, attraverso l’osservazione delle fasi mitotiche,
l’uguaglianza genetica delle due cellule figlie
Spiegare perché alla mitosi deve seguire la citodieresi.
Mettere a confronto la citodieresi delle cellule animali
con quella delle cellule vegetali
Evidenziare la precisione con
cui ogni fase mitotica porta a
una corretta distribuzione del
materiale genetico tra le due
cellule figlie
Nella riproduzione
sessuata è necessaria la
presenza di gameti
Riproduzione asessuata e
sessuata.
Le cellule somatiche e i
gameti.
Cellule aploidi e diploidi.
I cromosomi omologhi.
Confronto tra meiosi e
mitosi.
Il meccanismo del
crossing-over
Comprendere che, nella riproduzione sessuata, si uniscono i
patrimoni ereditari dei due genitori
Spiegare le differenze tra riproduzione sessuata e asessuata.
Distinguere tra corredo cromosomico aploide e diploide
Spiegare le analogie e le differenze esistenti tra cromosomi
omologhi.
Analizzare le fasi della meiosi I, individuando gli eventi che
portano alla formazione di due nuclei aploidi.
Evidenziare le differenze tra le fasi della prima divisione
meiotica e quelle della mitosi.
Descrivere le fasi della meiosi II, sottolineando le analogie con
il processo mitotico.
Spiegare perché è indispensabile una seconda divisione
meiotica, nonostante i nuclei siano aploidi già dopo la prima
divisione.
Confrontare il contenuto genetico dei nuclei formatisi al termine
della prima divisione meiotica con quelli della seconda
divisione meiotica.
Confrontare tra loro i 4 nuclei prodotti al termine della meiosi.
Sottolineare l’influenza del crossing over nella struttura
cromosomica dei gameti.
Comprendere l’importanza del crossing over quale processo che
porta a una maggiore variabilità genetica.
Comprendere il significato
della meiosi quale processo
di dimezzamento del
patrimonio genetico dei due
genitori in modo che, con la
fecondazione, si possa
riformare un patrimonio
intero
Confronto tra mitosi e
meiosi
Importanza della mitosi e
della meiosi nei cicli
vitali
Principali eventi della
prima divisione meiotica
Processo di crossing over
Seconda divisione e la
conclusione del processo
meiotico
Mettere in evidenza analogie e differenze tra mitosi e
meiosi comprenderne il significato
Descrivere il ciclo vitale umano
Evidenziare le differenze tra le fasi della prima divisione
meiotica e quelle della mitosi
Comprendere il meccanismo del crossing over ed il suo
ruolo nel determinare la ricombinazione del materiale
genetico dei genitori
Descrivere le fasi della meiosi II, sottolineando le
analogie con il processo mitotico.
Spiegare perché è indispensabile una seconda divisione
meiotica, nonostante i nuclei siano aploidi già dopo la
prima divisione.
Confrontare il contenuto genetico dei nuclei formatisi al
termine della prima divisione meiotica con quelli della
seconda divisione meiotica
Confrontare tra loro i 4 nuclei prodotti al termine della
meiosi.
Sottolineare l’influenza del crossing over nella struttura
cromosomica dei gameti
Comprendere il significato
della meiosi quale processo
di dimezzamento del
patrimonio genetico dei due
genitori in modo che, con la
fecondazione, si possa
riformare un patrimonio
intero
Alcune anomalie o
patologie umane sono
provocate da errori nel
processo meiotico
Cromosomi sessuali e
autosomi.
La non-disgiunzione e della
traslocazione.
Distinguere tra autosomi e cromosomi sessuali.
Riconoscere le fasi meiotiche in cui possono aver luogo i
fenomeni di non-disgiunzione.
Descrivere il fenomeno della traslocazione.
Spiegare l’utilità e la modalità di preparazione del
cariotipo
Determinare quali
conseguenze si possono
verificare nei gameti in
seguito a errori del processo
meiotico
Anomalie numeriche degli
autosomi:
sindrome di Down, di
Edwards e di Patau.
Spiegare le cause genetiche della sindrome di Down
elencando gli aspetti comuni ai portatori di questa
sindrome.
Descrivere il cariotipo e le caratteristiche delle sindromi
di Edwards e di Patau.
Mettere in relazione la
presenza di un cromosoma
soprannumerario con le
caratteristiche delle persone
affette da sindrome di Down.
BIOLOGIA Tema: La trasmissione dei caratteri ereditari
CONTENUTI ABILITA’ COMPETENZE
Contenuti della genetica.
Il lavoro di Mendel e importanza
del metodo da lui applicato
Spiegare di che cosa si occupa la genetica.
Elencare i dati a disposizione di Mendel agli inizi dei
suoi lavori di ricerca.
Spiegare che cosa si intende per metodo scientifico.
Illustrare le fasi del lavoro sperimentale di Mendel sulle
piante di pisello analizzando la scelta di utilizzare linee
pure di piante di pisello.
Collocare in un contesto
storico e scientifico il
lavoro di Mendel
Individuare le principali
peculiarità del lavoro
sperimentale di Mendel
La prima legge di Mendel
viene detta legge della
dominanza
Caratteri dominanti e recessivi.
Generazioni P, F1 e F2.
Enunciato della prima legge di
Mendel.
Distinguere un carattere dominante da uno recessivo.
Spiegare il significato di analizzare almeno tre
generazioni al fine di osservare l’ereditarietà di alcuni
caratteri.
Spiegare che l’incrocio di due linee pure porta alla
definizione di caratteri dominanti e recessivi.
Comprendere che gli
studi condotti da Mendel
hanno permesso di
individuare alcune precise
regole che sono alla base
della trasmissione dei
caratteri ereditari.
La seconda legge di Mendel è
detta legge della segregazione
Enunciato della seconda legge
di Mendel.
Collegamenti con la meiosi.
Le unità ereditarie e i geni.
Le forme alternative in cui può
manifestarsi un gene: gli alleli.
Fenotipo e genotipo.
Genotipo omozigote o
eterozigote.
Impostazione del quadrato di
Punnett.
Rapporti genotipici e fenotipi.
Spiegare l’enunciato della legge della segregazione.
Motivare perché un carattere scomparso nella F1 può
ricomparire nella F2.
Spiegare i dati espressi da Mendel evidenziando
l’esistenza degli alleli.
Distinguere tra genotipo e fenotipo, e tra omozigote ed
eterozigote.
Costruire un quadrato di Punnett conoscendo i genotipi
degli individui incrociati.
Motivare i diversi rapporti fenotipici (3:1) e genotipici
(1:2:1) che si possono ottenere nella F2.
Collegare il principio
della segregazione con il
movimento dei
cromosomi durante la
meiosi.
La terza legge di Mendel viene
detta legge dell’assortimento
indipendente
Incroci tra piante che
differiscono per due caratteri.
Enunciato della legge
dell’assortimento
indipendente. Il rapporto
9:3:3:1.
Illustrare le fasi sperimentali che hanno portato alla
formulazione della terza legge di Mendel.
Mettere in relazione il rapporto fenotipico 9:3:3:1 con
la legge dell’assortimento indipendente per due
caratteri.
Comprendere la grande
variabilità della
distribuzione degli alleli
nei gameti.
Alcune malattie umane sono di
origine genetica
Malattie provocate da alleli
recessivi: fenilchetonuria,
anemia falciforme e
mediterranea, fibrosi cistica e
albinismo.
Descrivere, per ogni malattia genetica recessiva
studiata, i sintomi e le modalità di trasmissione.
Spiegare come in un individuo possa manifestarsi una
malattia recessiva se genitori e nonni sono sani.
Comprendere
l’ereditarietà delle
malattie genetiche umane
recessive portate dagli
autosomi.
Malattie provocate da alleli
dominanti: corea di
Huntington e nanismo
acondroplastico.
Descrivere i sintomi e le modalità di trasmissione di
alcune malattie genetiche umane dominanti.
Definire i genotipi e i fenotipi di individui portatori di
malattie umane trasmesse come alleli dominanti e
recessivi, conoscendo i genotipi dei loro genitori.
Comprendere perché una
malattia genetica portata
da alleli dominanti possa
avere una diffusione
molto limitata.
BIOLOGIA Tema: Le basi chimiche dell’ereditarietà
CONTENUTI ABILITA’ COMPETENZE
Il DNA contiene il codice
della vita
Basi azotate degli acidi
nucleici; struttura dei
nucleotidi.
Saper individuare le differenze tra i vari tipi di
nucleotidi.
Ripercorre le tappe che hanno portato a
individuare nel DNA la sede. dell’informazione
ereditaria: esperimento di Hershey e Chase.
Interpretare i risultati delle ricerche condotte da
Mirsky e da Chargaff sul DNA.
Saper comprendere che il
modello teorico di Watson e
Crick è stato l’inevitabile punto
d’arrivo di una lunga e
meticolosa raccolta di dati di
laboratorio.
La struttura del DNA
Il modello di Watson e Crick.
Descrivere la struttura del modello del DNA
proposto da Watson e Crick.
Mettere in relazione la
complessa struttura del DNA con
la sua capacità di contenere
informazioni genetiche.
La duplicazione del DNA Spiegare le funzioni dei principali enzimi
coinvolti nel processo di duplicazione.
Spiegare perché è importante per
le cellule che il DNA si duplichi
in modo rapido e preciso.
La duplicazione
semiconservativa.
Differenze nella duplicazione
del filamento guida e del
filamento in ritardo: frammenti
di Okazaki.
Duplicazione mediante la
tecnica della PCR.
Duplicazione nelle cellule
procariote.
Metodi di riparazione del
DNA.
Illustrare il meccanismo con cui un filamento di
DNA può formare una copia complementare di
sé stesso.
Evidenziare le differenze di duplicazione del
DNA tra le cellule eucariote e procariote.
Mettere in relazione l’invecchiamento delle
cellule con il ruolo dell’enzima telomerasi.
Descrivere l’azione degli enzimi coinvolti nel
processo di proofreading.
Saper spiegare perché nel corso
del tempo si è evoluto nel DNA
un preciso meccanismo di
autocorrezione delle proprie
sequenze nucleotidiche.
I cromosomi delle cellule
eucariote e procariote
Caratteristiche del patrimonio
genetico delle cellule
procariote.
Struttura di un nucleosoma.
Tipi di istoni.
Mettere a confronto un cromosoma procariote
con uno eucariote.
Descrivere la struttura di un nucleosoma.
Spiegare in che modo la molecola di DNA si
ripiega nel formare un cromosoma.
Mettere in relazione la
funzionalità del DNA con la sua
disposizione spaziale all’interno
del cromosoma.
Le caratteristiche del DNA nel
cromosoma eucariote
Sequenze codificanti e
sequenze intergeniche;
sequenze ripetitive del DNA
eucariote: DNA microsatellite.
Elencare le percentuali con cui i vari tipi di
DNA sono presenti nel cromosoma eucariote.
Distinguere tra sequenza ripetitiva e non
ripetitiva.
Specificare le diversità funzionali tra i diversi
tipi di sequenze ripetitive di DNA.
Spiegare l’origine di una famiglia genica.
Evidenziare l’importanza vitale dell’attività di
appena il 2% del DNA totale della cellula.
Saper mettere in evidenza la
diversa importanza funzionale
che le numerosissime sequenze
geniche hanno all’interno di un
cromosoma eucariote.
BIOLOGIA Tema: Codice genetico e sintesi delle proteine
CONTENUTI ABILITA’ COMPETENZE
I geni e le proteine
Relazione gene-proteine.
Comprendere la relazione tra geni e proteine.
Descrivere l’esperimento di Beadle e Tatum sulla
neurospora e quello di L. Pauling sull’emoglobina dei
malati di anemia falciforme.
Capire il valore di un codice
per poter riportare le
informazioni del DNA nelle
molecole proteiche.
Il ruolo dell’RNA
Differenze strutturali e
funzionali tra DNA e RNA.
Processo di trascrizione del
DNA: inizio, allungamento
e terminazione.
Descrivere le diverse fasi del processo di trascrizione
mettendo in evidenza la funzione dell’RNA
messaggero.
Comprendere la necessità di
una molecola specializzata
nel trasporto delle
informazioni dal nucleo al
citoplasma.
Elaborazione dell’mRNA
nelle cellule eucariote
Introni ed esoni.
Elaborazione delle
molecole di mRNA durante
la trascrizione (splicing).
Diverse modalità di
maturazione dell’RNA
messaggero (splicing
alternativo).
Distinguere tra introni ed esoni.
Spiegare i meccanismi con cui avviene la maturazione
dell’mRNA attraverso operazioni di taglio e splicing.
Comprendere in che modo può avvenire uno splicing
alternativo.
Analizzare come l’mRNA si
modifica per trasmettere
molteplici informazioni a
partire da un unico gene.
Il codice genetico
Il codice a triplette di
nucleotidi.
Universalità del codice
genetico.
Spiegare perché un codone è formato da tre nucleotidi.
Descrivere le fasi e le conclusioni del lavoro
sperimentale di Nirenberg e Matthaei.
Utilizzare la tabella del codice genetico per mettere in
correlazione i codoni dell’mRNA con i rispettivi
amminoacidi.
Comprendere perché il
codice genetico sia
considerato una prova
fondamentale dell’origine
unica di tutti gli organismi
viventi.
La sintesi proteica
Struttura e funzione del
tRNA e dell’rRNA;
l’anticodone.
Il processo di traduzione:
inizio, allungamento e
terminazione.
Spiegare la funzione dei ribosomi e dell’RNA di
trasporto.
Illustrare le varie fasi del processo di traduzione che
avviene a livello dei ribosomi.
Capire l’estrema precisione
con cui avviene
l’assemblaggio di ogni
specifica proteina.
Le mutazioni geniche
Mutazioni puntiformi: di
senso, di non senso e
silenti.
Mutazioni geniche per
delezione o inserimento.
Le mutazioni e i relativi
agenti mutageni.
Descrivere le possibili conseguenze di una sostituzione
di nucleotidi nel DNA.
Illustrare le conseguenze della delezione o
dell’aggiunta di una base azotata in un gene.
Saper comprendere che
anche un minimo
cambiamento nella sequenza
nucleotidica del DNA può
indurre la disattivazione di
una proteina di importanza
vitale per la cellula.
BIOLOGIA Tema: La regolazione dell’espressione genica
CONTENUTI ABILITA’ COMPETENZE
L’importanza della
regolazione genica
L’espressione genica.
Genoma e proteoma.
Geni attivi e inattivi.
Spiegare il significato del termine “espressione”
genica.
Descrivere i vantaggi dell’espressione genica.
Mettere in relazione un genoma con i relativi
proteomi.
Saper individuare nel
meccanismo di attivazione e
disattivazione dei geni la causa
di una diversità delle funzioni
cellulari in cellule eucariote
appartenenti allo stesso
individuo.
Il controllo genico nei
procarioti
I diversi tipi di geni nel DNA
batterico: geni regolatori,
strutturali e costitutivi.
Componenti e regolazione
dell’operone batterico.
Descrivere le diverse funzioni relative ai
differenti geni presenti nelle cellule batteriche.
Spiegare la struttura e il meccanismo di azione
di un operone; distinguere tra la funzione di un
induttore e di un corepressore.
Comprendere il valore degli
studi sull’operone nelle ricerche
relative all’espressione genica.
Regolazione della trascrizione
negli eucarioti
Eucromatina ed
eterocromatina.
I corpi di Barr.
Mettere in relazione il grado di condensazione di
un cromosoma con la sua capacità di esprimersi.
Spiegare la presenza dei corpi di Barr nei nuclei
delle cellule eucariote.
Descrivere come agiscono in modo coordinato le
varie componenti del promotore eucariote.
Saper comprendere le complesse
strategie messe in atto dalle
cellule eucariote per controllare
con precisione l’espressione dei
suoi geni.
BIOLOGIA Tema: Genetica di virus, batteri ed elementi trasponibili (facoltativo)
CONTENUTI ABILITA’ COMPETENZE Lo scambio di materiale
genetico nei batteri
Materiale cromosomico ed
extracromosomico nei batteri.
Il plasmide F.
Il processo di coniugazione.
I plasmidi R.
I processi di trasformazione e
di trasduzione.
Mettere a confronto le caratteristiche dei vari
vettori cellulari.
Indicare i vari tipi di plasmidi e descrivere le
peculiarità strutturali del plasmide F.
Spiegare i meccanismi alla base della
coniugazione.
Evidenziare l’importanza dei geni che
conferiscono la resistenza ai farmaci.
Distinguere tra trasformazione e trasduzione.
Capire l’importanza di vettori
cellulari quali i plasmidi per la
trasmissione di informazioni
geniche a favore di una maggiore
variabilità.
Caratteristiche e cicli
riproduttivi dei virus
Caratteristiche dei virus:
dimensioni e struttura. Virus a
DNA e a RNA.
Ciclo litico e ciclo lisogeno.
I differenti processi di
trasduzione.
Meccanismo d’infezione di
retrovirus come l’HIV.
Descrivere la struttura generale dei virus
mettendo in evidenza la loro funzione di vettori
nei batteri e nelle cellule eucariote.
Mettere a confronto un ciclo litico con un ciclo
lisogeno.
Distinguere tra trasduzione generale e
trasduzione specializzata.
Illustrare in che modo i retrovirus a RNA
possono infettare una cellula.
Mettere in relazione alcuni tipi di cancro con
virus, oncogèni e geni oncosoppressori.
Comprendere l’importanza
dell’esistenza dei virus non solo
come agenti patogeni e
pericolosi per l’uomo, ma anche
come particelle utilizzabili in
laboratorio.
Gli elementi trasponibili
I trasposoni semplici e
complessi.
Descrivere le caratteristiche dei trasposoni
evidenziando quali conseguenze può comportare
la mobilità di questi elementi genetici.
Osservare che diverse malattie possono essere
provocate da agenti più piccoli dei virus.
Capire che l’ingresso o lo
scambio casuale nelle cellule di
piccolissime sequenze di acido
nucleico sono alla base non solo
della variabilità genica, ma
anche di patologie anche gravi.
BIOLOGIA Tema: La genetica e lo studio dei processi evolutivi (facoltativo)
CONTENUTI ABILITA’ COMPETENZE
La genetica di popolazioni
Concetto di genetica di
popolazione.
Definizione di pool genico.
Spiegare i termini “genetica di popolazione” e
“pool genico”.
Interpretare il significato di fitness darwiniana.
Comprendere la differenza dal
punto di vista evolutivo tra la
studio dei patrimoni genetico dei
singoli individui e la studio dei
pool genici delle popolazioni.
L’importanza della variabilità
genica
Studio della variabilità genica
in una popolazione.
Descrivere l’esperimento sul-le differenze
enzimatiche pre-senti in D. melanogaster.
Spiegare in che modo è possibile quantificare la
variabilità latente di una popolazione.
Capire l’importanza evolutiva
della variabilità genica presente
in una popolazione.
Fattori che inducono la
variabilità
Le mutazioni.
Fattori che conservano o
incrementano la variabilità
genica: diploidia e superiorità
dell’eterozigote.
Distinguere tra fattori che inducono,
mantengono e aumentano la variabilità genetica
all’interno di una popolazione.
Spiegare in che cosa consiste la superiorità
dell’eterozigote e la relazione tra questo
fenomeno e l’anemia falciforme.
Evidenziare l’importanza della riproduzione
sessuata nell’incrementare la variabilità genica.
Illustrare i vantaggi dell’autosterilità nelle piante
e negli animali.
Spiegare perché l’esistenza dei geni recessivi
contribuisce a incrementare la variabilità.
Individuare i meccanismi con cui
la variabilità genica può
conservarsi e incrementare a
favore di una popolazione.
L’equilibrio di Hardy-
Weinberg
Frequenze alleliche e
genotipiche.
Equazione di Hardy-Weinberg
e sua importanza.
Scrivere l’equazione di Hardy-Weinberg
conoscendo il significato delle lettere utilizzate.
Mettere in relazione l’equazione di Hardy-
Weinberg col concetto di frequenza allelica.
Dimostrare, con l’aiuto della
matematica, che il pool genico di
una popolazione non tende a
cambiare nel corso del tempo.
Fattori che alterano le
frequenze alleliche
Caratteristiche delle mu-
tazioni.
Conseguenze del flusso genico
e della deriva genetica.
L’effetto del fondatore e il
collo di bottiglia.
Accoppiamenti non casuali
nelle specie polimorfe.
Elencare i fattori che modificano le frequenze
alleliche di una popolazione.
Calcolare l’influenza sul pool genico di una
popolazione delle mutazioni e del flusso genico.
Specificare quali sono i principali tipi di deriva
genetica sottolineandone le differenze.
Spiegare perché un accoppiamento non casuale
altera la frequenza genotipica di un pool genico
senza modificarne la frequenza allelica.
Mettere in relazione gli effetti di
alcuni fattori di natura
ambientale o comportamentale
con i cambiamenti che si
osservano nelle popolazioni a
livello del pool genico.
La selezione naturale
Principali modalità di
selezione degli individui
all’interno di una popolazione:
stabilizzante, divergente e
direzionale.
La selezione bilanciata.
Individuare nella selezione naturale un altro
fattore che tende a mantenere la variabilità
genica delle popolazioni.
Elencare i principali tipi di selezione naturale.
Descrivere gli effetti delle selezioni
stabilizzante, divergente e direzionale chiarendo
le differenze mediante alcuni esempi
significativi.
Capire l’influenza della
selezione naturale nella
trasmissione dei caratteri
favorevoli all’interno di una
popolazione di individui.
L’adattamento delle specie
all’ambiente
Adattamento come risultato di
un percorso evolutivo.
Clini ed ecotipi.
La coevoluzione.
Spiegare il significato di cline ed ecotipo.
Descrivere gli studi condotti sulla pianta P.
glandulosa.
Mettere in evidenza le cause e gli effetti del
processo di coevoluzione.
Comprendere che il percorso
evolutivo di una popolazione di
individui è condizionato dalle
varie pressioni selettive che
tendono a conservare i fenotipi
meglio adattati.
BIOLOGIA Tema: Origine delle specie e modelli evolutivi (facoltativo)
CONTENUTI ABILITA’ COMPETENZE
La definizione di specie
Concetto di specie.
Il processo di speciazione.
Definire i termini specie e speciazione.
Distinguere i quattro diversi tipi di concetto di
specie.
Comprendere che la vita sul
nostro pianeta è sempre stata
legata strettamente al continuo
formarsi di nuove specie capaci
di adattarsi ai nuovi ambienti.
Modalità di speciazione
Speciazione per divergenza
adattativa di tipo allopatrico.
Spiegare in che modo avviene una speciazione
allopatrica.
Mettere in relazione il concetto di speciazione
allopatrica con quello di deriva genetica.
Evidenziare le differenze tra una speciazione
allopatrica e una simpatrica.
Interpretare i complessi processi
evolutivi che portano alla
formazione di nuove specie
grazie alla graduale o rapida
comparsa di sostanziali
variazioni nei genotipi di una
popolazione.
Come si mantiene l’isolamento
genetico
Meccanismi di isolamento
prezigotico: com-portamenti
rituali, segnali visivi, richiami
sonori e altre strategie
favorevoli all’accoppiamento.
Meccanismi postzigotici
sfavorevoli alla produzione di
una prole fertile.
Definire il concetto di isolamento genetico.
Spiegare in che modo una specie riesce a
conservare le proprie caratteristiche genetiche.
Distinguere tra isolamento prezigotico e
postzigotico.
Mettere in relazione le
caratteristiche anatomiche,
fisiologiche e comportamentali
proprie di una specie con la sua
capacità di mantenere
l’isolamento genetico.
I modelli evolutivi
Concetto di macroevoluzione.
Cambiamento filetico.
Evoluzione convergente e
divergente.
Cladogenesi e radiazione
adattativi.
Descrivere in che modo una linea evolutiva può
modificarsi lentamente per cambiamento
filetico.
Spiegare le possibili origini di una evoluzione
convergente.
Associare l’evoluzione divergente ai
meccanismi di deriva genetica.
Spiegare in che cosa consiste il modello
evolutivo chiamato cladogenesi.
Mettere in relazione la cladogenesi col
fenomeno della radiazione adattativa.
Sottolineare l’importanza che hanno avuto le
estinzioni di massa nella storia degli organismi
viventi sulla Terra.
Capire che il successo evolutivo
di una specie sulle altre è dovuto
al suo grado di adattamento
all’ambiente e alla capacità di
modificarsi insieme a esso.
Tema: L’evoluzione della specie umana (facoltativo)
competenze abilita’ Contenuti Comprendere come la teoria
evolutiva ci fornisce i criteri utili
per ricostruire la storia della vita
Saper distinguere i caratteri che
condividiamo con gli altri Mammiferi
Saper individuare le diversità dei Primati
L’ordine dei Primati
La comparsa degli Ominini
L’evoluzione della cultura.