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PROMESSA 4° Settimana di Avvento
Le promesse suscitano il sogno e nuove forze. Le promesse tradite distruggono
il futuro e spezzano la fiducia. Quando l’amore è promesso, l’uomo e la donna
diventano capaci di dono assoluto nel corso del tempo. Quando la pace è
promessa agli uomini, oltre i muri elevati dell’odio si riuniscono per costruire.
Quando la libertà è promessa i carri e i missili e i tiranni perdono i loro
spregevoli poteri. Dio promette la sua venuta e la sua integrazione umana. Egli
mantiene le sue promesse. Qualunque sia il prezzo da pagare! Perciò, come, dal
fondo stesso delle sue debolezze, l'umanità non si lancerà verso la grandezza e la
bellezza tanto sperate?
Verbo eterno del Padre
nella pienezza dei tempi
tu sei disceso dal cielo
per redimere il mondo.
Il tuo Vangelo di pace
ci liberi da ogni colpa,
infonda luce alle menti,
speranza nei nostri cuori
Quando verrai come giudice
fra gli splendori del cielo,
accoglici alla tua destra
nell'assemblea dei beati. ( Avvento: ufficio letture)
Marana tha, vieni Signore L'Emmanuele, Dio con noi
4 Domenica di Avvento Anno A
L’Avvento che volge al termine ci annuncia che il Signore, Re della gloria, viene,
facendosi come noi. Viene il Verbo Divino,
Figlio di Dio ma anche figlio della terra, della
stirpe di Davide, concepito per opera dello
Spirito Santo da una giovane umile donna, Maria. E' l'Emanuele, il Dio con noi.
“Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù”
LETTURA (leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)
PRIMA LETTURA ISAIA 7, 10-14 Al re Acaz, che non si fida di Dio, Isaia chiede di rinunciare agli intrighi politici e di
confidare nel Signore. Nel bimbo promesso dal profeta la Comunità intravede il Figlio della
Vergine, il Dio con noi.
In quei giorni, il Signore parlò ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure dall’alto». Ma Àcaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore». Allora Isaìa disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele». SALMO RESPONSORIALE SALMO 23
Il Signore viene tra noi e porta a compimento il suo progetto di salvezza. E’ salvo chi si
unisce a Lui e vive con cuore puro e mani innocenti.
Rit Ecco, viene il Signore, re della gloria. Del Signore è la terra e quanto contiene: il mondo, con i suoi abitanti. È lui che l’ha fondato sui mari e sui fiumi l’ha stabilito. Chi potrà salire il monte del Signore? Chi potrà stare nel suo luogo santo? Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non si rivolge agli idoli.
Egli otterrà benedizione dal Signore, giustizia da Dio sua salvezza. Ecco la generazione che lo cerca, che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.
SECONDA LETTURA ROMANI 1, 1-7
Gesù , Figlio di Dio e discendente di Davide, è presente tra noi. Credere in Lui è trovare la
via della salvezza.
Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio – che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture e che riguarda il Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore; per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l’obbedienza della fede in tutte le genti, a gloria del suo nome, e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo –, a tutti quelli che sono a Roma, amati da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo!
VANGELO MATTEO 1, 18-24
Giuseppe, l'uomo giusto, che risolve nella fede e nella carità i gravi interrogativi che le
circostanze gli presentano, diventa padre legale di Colui che ha per Padre solo Dio.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”. Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato
MEDITAZIONE ( = meditare con attenzione e ascoltare con amore)
ACCOGLIENZA DI MARIA La venuta dell’Emmanuele è resa possibile dall’accettazione di Maria. Nel suo essere è
avvenuto l'appuntamento del Redentore con l'umanità. In lei il Dio vivente si è unito all’uomo in modo nuovo e inaudito. Suo Figlio è Dio e uomo ad un tempo. Ed ella è ad un
tempo vergine e madre. Due contrasti, o meglio due armonie. Maria personifica tutto Israele: è la punta di diamante , l’immagine più pura di quel “resto” del Popolo di Dio che
era in attesa del salvatore. “Rallegrati” le dice l’Angelo. Quel saluto è l’eco di promesse
profetiche: “ Figlia di Sion, rallegrati, Israele, il Signore è in mezzo a te” ( Sof 3,14-15). La
“figlia di Sion”, personificazione poetica di un popolo, si configura realmente in una donna.
Ella da sola riceve l’annuncio della salvezza; lo accetta e ne rende possibile il compimento.
Alla radice della sua grandezza sta un fatto: Ella è madre di Gesù. ( Magrassi )
Maria è “colei che ha creduto”: una fede così totale ed incondizionata che l'ha coinvolta
negli avvenimenti di Cristo con tutta la sua persona. Con il suo "fiat" ha giocato la vita, "
abbracciando con tutto l'animo e senza peso alcuno di peccato la volontà salvifica di Dio.
Consacrò totalmente se stessa, quale ancella del Signore, alla persona e all'opera del Figlio
suo" ( Lumen Gentium 56 ).
ACCOGLIENZA DI GIUSEPPE L’accoglienza di Giuseppe è stupenda. Egli accetta di diventare uno strumento dell’azione
di Dio. Gli viene chiesto di fidarsi della parola di Dio contro le apparenze e di cambiare i suoi
progetti. Ed è proprio attraverso l’obbedienza di Giuseppe che passa la realizzazione del piano di Dio. Giuseppe è della famiglia di Davide; attraverso di lui la nascita di Gesù potrà
realizzare le promesse che Dio aveva fatto a Davide. Certo, chi compie ogni cosa è Dio; eppure Dio ha voluto aver bisogno degli uomini per inserire concretamente la sua azione
nella storia . (Sibroni )
L’EMMANUELE Gesù è l’Emmanuele, il Dio con noi, "Dio con noi a nostra salvezza", l’unico Salvatore," in
nessun altro c'è salvezza" ( At 4, 12 ), che "per noi e per la nostra salvezza discese dal cielo" (
Credo). Gesù significa appunto "Il Signore salva", “Il Signore è salvezza” dal grande peccato della negazione di Dio, l'incredulità e della negazione dell'uomo, l'odio. I peccati al
plurale ne sono le conseguenze.( Giancarlo Bruni )
IL SIGNORE VIENE Nella pienezza dei tempi Cristo viene nella nostra società, considerata con tutti i suoi pregi
e i suoi difetti. Coloro che non si macchiano o sono lavati spiritualmente, sono il luogo più
sacro e privilegiato della sua presenza. Colui che viene è lo stesso Dio della gloria, lo stesso
creatore e padrone del mondo che faceva il suo ingresso regale nel Tempio dell'antica
alleanza, è il re, il rivelatore, il salvatore, il Dio con noi. (Vincenzo Raffa )
La vicenda terrena del Verbo incarnato si è conclusa con la morte e la risurrezione. Ma
non è venuta meno la presenza di Dio con noi. Anzitutto la sua è una presenza spirituale e
noi lo scopriamo presente nel profondo della coscienza. Ma sappiamo anche che Gesù è
dove due o più persone sono riunite nel suo nome. E che Dio si rende presente nella Santa Messa: lo incontriamo nelle sue parole e lo riceviamo nell’Eucaristia. E possiamo servire il
Dio con noi, quando ci doniamo ai fratelli bisognosi: “ Tutte le volte che lo avete fatto ai più
piccoli dei miei fratelli lo avete fatto a me “ . ( Enzo Bianco )
DONO E COLLABORAZIONE Il Signore viene a salvarci. Ma la salvezza non dipende esclusivamente da una iniziativa
sovrana di Dio, per cui all'uomo non rimarrebbe altro che attenderla passivamente: Dio non
salva l'uomo senza la sua cooperazione. Dio rispetta l'uomo, come ha rispettato la libertà di
Maria e di Giuseppe, e nonostante ciò il suo dono è sempre totale e continuamente rinnovato
in ogni Eucaristia, in cui ci è " dato in pegno di vita eterna" . (Messalino LDC )
PREGHIERA (pregare la parola ) O Dio, Padre buono, tu hai rivelato la gratuità e la potenza del tuo amore, scegliendo il
grembo purissimo della vergine Maria per rivestire di carne mortale il Verbo della Vita:
concedi anche a noi di accoglierlo e generarlo nello spirito con l'ascolto della parola,
nell'obbedienza della fede. (Colletta IV Avvento: A )
O Vergine Madre di Dio, Colui che il mondo intero non può contenere si è formato nel tuo
seno, facendosi uomo. La vera fede del tuo Figlio ha lavato i peccati del mondo, e la tua verginità è rimasta integra. L'universo ti chiama, o Madre di misericordia, in suo soccorso,
vieni dunque in aiuto dei tuoi servi, Madre benedetta. (Canto gregoriano )
CONTEMPLAZIONE (silenziosa accoglienza della parola di Dio)
AZIONE ( assunzione di impegni concreti)
Accogliamo il Signore come Maria e come Giuseppe.
4 Domenica di Avvento Anno A
Vangelo
Matteo 1, 18Matteo 1, 18Matteo 1, 18Matteo 1, 18----24242424 Giuseppe assume la paternità legale di Gesù 18 Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si
trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19 Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò
di ripudiarla in segreto. 20 Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua
sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21 ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». 22 Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: 23 «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”. 24 Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo de Signore e prese con sé la sua sposa.
( Bibbia Cei : versione 2008)
Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo
promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta
per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva
ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. però stava pensando a queste cose, ecco
che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di
Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in
lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli
infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo avvenne perché si
adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine
concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio
con noi. Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l`angelo del
Signore e prese con sé la sua sposa.
( Bibbia Cei : versione 1974)
LETTURA ( = leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)
Il brano che precede questa pericope (1, 1-17 ) presenta la genealogia (bìblos
gheneseos ) di Gesù, a partire da Abramo, in cui l’ultimo personaggio è Giuseppe. Ora, dal
momento che Gesù è nato da Maria Vergine, Matteo vuole dire come può essere
discendente di Davide, visto che Giuseppe, di stirpe davidica, non ha avuto parte nella sua
generazione. Dio stesso., risponde l’evangelista, si è incaricato di inserire Gesù nella discendenza davidica, facendo sì che Giuseppe accogliesse nella sua casa Maria e ne
riconoscesse legalmente il figlio.
ECCO COME AVVENNE ( 18 ) L’autore riprende l’affermazione del v. 16, insolita nelle genealogie: “ Giacobbe
generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato il Cristo”. Tutta la
genealogia, e quindi il Vangelo dell’infanzia, hanno lo scopo di spiegare il mistero dell’origine ( e ghenesis ) di Gesù Cristo.
SUA MADRE MARIA (18 ) Con il fidanzamento ( qiddusin), che avveniva davanti a due testimoni, il
matrimonio si riteneva già celebrato, in modo che un figlio nato durante questo periodo si
riteneva legittimo. Il matrimonio era però ritenuto civilmente incompleto se non interveniva,
generalmente dopo un anno, la festa nuziale ( nissuin ), con cui la sposa era introdotta nella
casa del marito.
SI TROVO’ INCINTA (18 ) Matteo ricorda la gravidanza di Maria per sottolineare il suo carattere eccezionale.
Maria ha concepito senza alcun contributo umano; Dio ne è l’autore, per opera dello Spirito Santo.
GIUSEPPE.. CHE ERA GIUSTO (19 ) Giuseppe è detto giusto, perché è un uomo pio, retto, timorato di Dio, strumento
docile nelle mani del Signore.
LICENZIARLA IN SEGRETO (19 ) Giuseppe si rivela giusto prima con un licenziamento “in segreto”, che non si
capisce bene cosa sia, ma che è variamente interpretato dagli esegeti. Alcuni dicono che
egli applica moderatamente la legge ( Dt 22, 20-27 ), altri pensano che crede
all’innocenza di Maria, anche se non capisce, altri ancora che intuisce un mistero e ritiene
non essere più al suo posto accanto a Maria e si tira indietro.
ECCO GLI APPARVE IN SONNO ( 20 )
Il sogno nell’ambiente antico e nella Bibbia ( Gn 15, 12; 37, 5, ecc ) è veicolo,
mezzo della divina rivelazione. Il sogno, considerato come un elemento etereo, manifesta
più chiaramente, come anche il fuoco e la nube la presenza di Dio.
UN ANGELO DEL SIGNORE (20 ) Per “angelo del Signore” s’intende in molti casi nella Bibbia lo stesso Javhé, il Dio
dell’alleanza. E’ qui suggestivo il confronto con Abramo, che viene a sapere da Dio che da
Sara avrà un figlio ( Gn 17, 19-21 ); qui Giuseppe viene a sapere da Dio l’identità del figlio
di Maria. Abramo e Giuseppe conoscono il dramma dell’obbedienza.
VIENE DALLO SPIRITO SANTO (20 ) E’ lo stesso contenuto dell’annunzio dell’angelo a Maria : “ Lo Spirito Santo verrà
su di te, e la potenza dell’Altissimo ti adombrerà”. (Lc 1, 35 )
LO CHIAMERAI GESU’ (21 ) Giuseppe non è una semplice comparsa. Egli gli darà il nome e lo riconoscerà così
come figlio adottivo e lo introdurrà nella discendenza di Davide. Giuseppe agirà da padre.
Gesù è il nome ebraico Jesua, nome abbreviato da Jehosua, che significa “ Javhè è
salvezza”. La frase “ egli infatti salverà” è la spiegazione del nome.
PERCHE’ SI ADEMPISSE (23 ) La rivelazione circa la concezione verginale di Maria è integrata con la
conferma scritturistica tratta dalla celebre profezia di Isaia, 7, 14. Questo testo in origine parla di una “giovane donna”, ma Matteo segue, come Luca, la traduzione greca dove la
parola usata (partenos ) indica una ragazza vergine. Inoltre la profezia all’origine si riferiva
probabilmente al figlio di Acaz, ma poi aveva acquistato un forte colore messianico. Il
nome Emmanuele si trova in Isaia e la traduzione “ Dio con noi” è di Matteo, che per “noi”
intende la Chiesa.
COME GLI AVEVA ORDINATO Giuseppe di nuovo si dimostra giusto, obbedendo al Signore. Il fatto di “prendere
con sè la sua sposa” è l’atto della definitiva conclusione del matrimonio ( nissuin). In questo
atto di fede di Giuseppe si può leggere il simbolo di tutto l’Antico Testamento che
accoglie il Messia in Gesù; ma è un Messia che viene in modo ben diverso da come lo si
aspettava.
MEDITAZIONE ( = meditare con attenzione e ascoltare con amore)
ASSUNSE UN CORPO
Per questo motivo il Verbo di Dio, incorporeo ed incorruttibile ed immateriale, si calò nella nostra dimensione, benché mai neppure prima ne sia stato lontano, dal momento che,
unito com`è al Padre suo, non ha lasciato alcuna parte della creazione vuota di sé e riempie
ogni cosa. ….Il Signore ebbe pietà della nostra stirpe e si fece misericordioso nei rispetti
della nostra debolezza. Volle rimediare alla nostra corruzione e non sopportò che la morte la
spuntasse su di noi, anche la sua creatura non perisse e l`opera compiuta dal Padre suo, nel
creare gli uomini, non si dimostrasse inutile. Assunse dunque un corpo, ed un corpo che
non è diverso dal nostro. Egli, infatti, non ha voluto semplicemente «trovarsi in un corpo»,
come non ha voluto unicamente «mostrarsi»: in quest`ultimo caso, altrimenti, avrebbe potuto
realizzare questa teofania in un essere piú potente d`un uomo. Il Signore assume, invece, un
corpo come il nostro, né si accontenta semplicemente di rivestirsene, ma vuole farlo
nascendo da una vergine senza colpa né macchia, che non conosceva uomo, prendendo cosí
un corpo puro e del tutto incontaminato da qualsiasi unione carnale. Benché onnipotente e
demiurgo dell`universo, all`interno di questa vergine egli si edifica il proprio corpo come un
tempio e, manifestandosi e dimorando in esso, se ne serve come d`uno strumento. Dal nostro
genere, pertanto, il Signore acquista una natura analoga alla nostra e, allo stesso modo come tutti noi siamo condannati alla corruzione ed alla morte, non diversamente anch`egli, per il
beneficio di tutti, consegna il proprio corpo alla morte, presentandolo al Padre….Cosí,
unito a tutti gli uomini attraverso un corpo simile al loro, il Figlio incorruttibile di Dio può a
giusta ragione rivestire tutti gli uomini d`incorruttibilità, promettendo altresí loro la
risurrezione. La corruzione stessa della morte, perciò, non ha piú alcun potere contro gli uomini, grazie al Verbo che dimora fra questi, in un corpo simile al loro…….Da quando
egli è venuto nella nostra terra ed ha abitato un corpo simile al nostro, ogni iniziativa dei nemici contro gli uomini ha avuto termine e la corruzione della morte, che per lungo tempo
aveva imperversato contro di essi, è scomparsa. Il genere umano sarebbe completamente perito, se il Figlio di Dio, signore dell`universo e salvatore, non fosse disceso a porre
termine alla morte. (Atanasio, De incarnat. Verbi, 8 s.)
SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE
Non giova nulla affermare che il nostro Signore è figlio della beata Vergine Maria, uomo
vero e perfetto, se non lo si crede uomo di quella stirpe di cui si parla nel Vangelo. Scrive
Matteo: « Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo» (Mt 1, 1). Segue l'ordine della discendenza umana con tutte le generazioni fino a Giuseppe, al quale era
sposata la Madre del Signore. Luca invece, percorrendo a ritroso la successione delle
generazioni, risale al capo stesso del genere umano per dimostrare che il primo Adamo e
l'ultimo sono della stessa natura. Certo l'onnipotenza del Figlio di Dio, per istruire e
giustificare gli uomini, avrebbe potuto manifestarsi come già si era manifestata ai patriarchi
e ai profeti, sotto l'aspetto di uomo, come quando affrontò la lotta con Giacobbe o dialogò o
accettò l'accoglienza di ospite o mangiò persino il cibo imbanditogli. Ma quelle immagini erano soltanto segni di questo uomo che, come preannunziavano i mistici segni, avrebbe
assunto vera natura dalla stirpe dei patriarchi che lo avevano preceduto. Nessuna figura
poteva realizzare il sacramento della nostra riconciliazione, preparato da tutta l'eternità, perché lo Spirito santo non era ancora disceso sulla Vergine, né la potenza
dell'Altissimo l'aveva ancora ricoperta della sua ombra. La Sapienza non si era ancora
edificata la sua casa nel seno immacolato di Maria. Il Verbo non si era ancora fatto carne. Il
Creatore dei tempi non era ancora nato nel tempo, unendo in sé in una sola persona la natura
di Dio e la natura del servo. Colui per mezzo del quale sono state fatte tutte le cose, doveva
egli stesso essere generato fra tutte le altre creature. Se infatti questo uomo nuovo, fatto a
somiglianza della carne del peccato (cfr. Rm 8, 3), non avesse assunto il nostro uomo vecchio,
ed egli, che è consostanziale con il Padre, non si fosse degnato di essere consostanziale
anche con la Madre e se egli, che è il solo libero dal peccato, non avesse unito a sé la nostra natura umana, tutta quanta la natura umana sarebbe rimasta prigioniera sotto il giogo
del diavolo. Noi non avremmo potuto aver parte alla vittoria gloriosa di lui, se la vittoria
fosse stata riportata fuori della nostra natura. In seguito a questa mirabile partecipazione
alla nostra natura rifulse per noi, il sacramento della rigenerazione, perché, in virtù dello
stesso Spirito da cui fu generato e nacque Cristo, anche noi, che siamo nati dalla
concupiscenza della carne, nascessimo di nuovo di nascita spirituale. Per questo
l'evangelista dice dei credenti. «Non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati». (Gv 1, 13). (Dalle «Lettere» di san Leone Magno, papa (Lett.
31, 2-3; Pl 54, 791-793)
L’EMMANUELE DIO CON NOI
La Chiesa, attraverso la predicazione e la liturgia, continua a ripetere all’uomo che la
salvezza vera e definitiva è un dono che Dio stesso ci porta venendo fra noi. Al centro
della liturgia di questa domenica sta la rivelazione di questo segreto, di questo mistero tenuto
nascosto per secoli: lo svelamento, cioè, del piano salvifico che Dio ha preparato ed attuato
per nostro amore. Questo disegno di salvezza ha una sua storia ed ha dei segni rivelatori.
…..La storia della salvezza ha un suo preciso piano di attuazione. Concepito nella mente di
Dio prima dell’inizio del tempo, fu preannunciato ai progenitori all’indomani della caduta, e
messo in opera con la scelta di un uomo (Abramo) e di un popolo (il popolo eletto); quando
giunse la pienezza dei tempi fu attuato con la venuta di Cristo, il figlio di Davide. Dire che
Cristo è figlio di Davide significa riconoscere la sua appartenenza ad Israele; ricordare
una realtà che è segnata dalla sconfitta, come lo fu la storia della dinastia davidica. Dire che è Figlio di Dio, implica che la storia della salvezza ha ora il suo «Messia» capace di aprire
questa storia a «tutte le genti». Credere oggi al figlio di Davide costituito Figlio di Dio
significa accettare che la storia non è estranea alla costruzione della Chiesa, anzi è il
linguaggio che Dio ha voluto usare per comunicare con gli uomini: egli si serve degli avvenimenti dell’uomo anche quando sembrano strumenti indocili, come Davide ed i suoi
successori, per la realizzazione del suo piano. ……In questo grande piano, la liturgia di
oggi ricorda la profezia di Isaia: i primi elementi della attuazione della promessa sono
l’obbedienza di Giuseppe, il « sì » di Maria e l’incarnazione del Figlio di Dio ……. Il
piano di Dio s’incontra con la volontà e la collaborazione umana: Giuseppe e Maria.
Maria, «eccelsa Figlia di Sion» (LG 55), è il fiore di tutta l’umanità; Giuseppe è l’uomo
«giusto» (Mt 1,19), non di quella giustizia legale che vuol mettere la legge dalla sua parte col
ripudiare la fidanzata, e nemmeno di quella giustizia che ha paura dei pregiudizi del
prossimo, ma di quella giustizia religiosa che gli vieta di appropriarsi dei meriti di un’azione
di Dio nella vita e nella vocazione di suo Figlio. Un angelo interviene per dirgli che Dio ha bisogno di lui: è vero che il concepimento è opera dello Spirito Santo, ma Giuseppe deve far entrare il bambino nella discendenza di Davide. (Messalino ldc )
UN DIO DEGLI UOMINI Il segno dell’Emmanuele trova il suo perfetto compimento in Gesù Cristo, «sacramento dell’incontro tra Dio e l’uomo», la cui presenza nell’Eucaristia e nelle azioni liturgiche è il
nuovo «segno» offerto a coloro che accettano di aver piena fiducia in Dio Padre. La salvezza
però non dipende esclusivamente da una iniziativa sovrana di Dio, per cui all’uomo non
rimarrebbe altro che attenderla passivamente: Dio non salva l’uomo senza la sua cooperazione. Dio rispetta l’uomo come ha rispettato la libertà di Maria e di Giuseppe, e
nonostante ciò il suo dono è sempre totale e continuamente rinnovato in ogni eucaristia in cui
ci è «dato il pegno della vita eterna». In Gesù è l’onnipotenza divina che si addossa le sofferenze di un mondo che si evolve e di uomini peccatori; è l’onnipotenza divina che in
Gesù sana gli infermi e varca il confine della nostra morte. Il cristiano, pur cogliendo nella
creazione il mistero del dolore e del male, scorge il mistero della potenza dell’amore: Dio
si è lasciato così intimamente coinvolgere dalle nostre situazioni, da assumere tutta la
debolezza che ci affligge. (Mesalino ldc )
SOFFERENZA DI MARIA
Dio manifesta il suo progetto anche attraverso le alterne vicende umane, addirittura
attraverso il dramma di alcune persone, Rileggendo alcune pagine bibliche e le vicende
umane ivi testificate ci accorgiamo che è proprio la via della sofferenza il nostro modo
tipico di collaborare con Dio nella realizzazione della storia della salvezza, come nel caso di Giuseppe e di Maria. Maria ha vissuto il suo dramma personale, accanto a quello di
Giuseppe e nel più vasto orizzonte del dramma dell’umanità, che sta per ricevere il più
grande dono da parte di Dio. E’ il dramma della sposa accanto allo sposo; è il dramma della
madre che vive in anticipo quello del Figlio suo. Ognuno di questi drammi si gioca
nell'accettazione della volontà di Dio, la quale, a sua volta si realizza nel fatto della
maternità verginale e della verginità feconda. Non c’è altro modo per entrare come
collaboratori di Dio nella sua opera di salvezza…. Tutti siamo chiamati ad esperimentare la
fecondità attraverso il sacrificio di noi stessi; siamo chiamati a realizzare la nostra vita
entrando liberamente e gioiosamente nell’orbita del disegno di Dio. Dio si manifesta
ricco attraverso strumenti poveri, si manifesta potente, attraversi strumenti deboli, si
manifesta grande, attraverso la collaborazione dei piccoli. ( Riflessioni di Carlo Ghidelli )
MARIA DONNA DEL “SI” Il parto verginale evidenzia che Dio salva l’uomo non con i mezzi abituali di questo mondo,
con la ricchezza, il potere, la sessualità, bensì con la povertà e la debolezza. E’ una vergine
marginale di un paese disprezzato, l’eletta a divenire la Madre del Messia. Vergine sposata ad
un carpentiere attanagliato dal dubbio, egli stesso figura assolutamente non rilevante,
quotidiana. Il profondo di Maria è terreno sgombro dai molti messaggi che confondono,
dimora nell’unico messaggio avuto da Gabriele: è terreno sgombro dalle oscillazioni che
scindono e rendono incostanti; donna del “si’” incondizionato della fede; è terreno sgombro
dai molti desideri e pensieri, posseduta da un unico Spirito che è in lei potenza e sapienza di
Dio. Maria è vergine, donna indivisa, perché sposata ad una sola parola, ad una sola
risposta. ad un solo Spirito, che compirà in lei la parola dell’angelo. (Giancarlo Bruni )
GIUSEPPE. LA CHIESA
Unicamente una chiesa vergine, legata alla Parola, accolta e contemplata in compagnia
dello Spirito, può produrre il frutto per il quale è stata chiamata: generare al mondo Gesù,
il Dio con noi, attraverso la triplice testimonianza dell’annunzio, della vita evangelica, del
dono di sé per amore. La figura di Giuseppe è emblema delle difficoltà a leggere nelle determinate vicende della vita il passaggio e la presenza di Dio, a vederci chiaro. E' simbolo
della pura fede come adesione fiduciosa al Signore. (Giancarlo Bruni )
L’EMMANUELE Gesù è l’Emmanuele, il Dio con noi, “Dio con noi a nostra salvezza”, l’unico Salvatore, “ in
nessun altro c’è salvezza” ( At 4, 12 ), che “per noi e per la nostra salvezza discese dal cielo”
( Credo). Gesù significa appunto “Il Signore salva”, “Il Signore è salvezza” dal grande
peccato della negazione di Dio, l’incredulità e della negazione dell’uomo, l’odio. I peccati al
plurale ne sono le conseguenze. ( Giancarlo Bruni )
DIO ENTRA NEL SUO TEMPIO Il salmo 23 canta l’ingresso dell’Arca, simbolo della presenza di Dio, nel Tempio in mezzo
al suo popolo, dove veniva a stabilire la sua dimora. Nella pienezza dei tempi Cristo viene
nella nostra società, considerata con tutti i suoi pregi e i suoi difetti. Coloro che non si
macchiano o sono lavati spiritualmente, sono il luogo più sacro e privilegiato della sua
presenza. Colui che viene è lo stesso Dio della gloria, lo stesso creatore e padrone del
mondo che faceva il suo ingresso regale nel Tempio dell’antica alleanza, è il re, il rivelatore,
il salvatore, il Dio con noi. ( V. Raffa )
ACCOGLIENZA La venuta dell’Emanuele è resa possibile dall’accettazione di Maria. Nel suo essere è
avvenuto l’appuntamento del Redentore con l’umanità. In Lei il Dio vivente si è unito all’uomo in modo nuovo e inaudito. Suo Figlio è Dio e uomo ad un tempo. Ed ella è ad
un tempo vergine e madre. Due contrasti, o meglio due armonie. Maria personifica tutto
Israele : è la punta di diamante , l’immagine più pura di quel “resto” del Popolo di Dio che
era in attesa del salvatore. “Rallegrati” le dice l’Angelo. Quel saluto è l’eco di promesse
profetiche : “ Figlia di Sion, rallegrati, Israele ...il Signore è in mezzo a te” ( Sof 3, 14-15 ).
La “figlia di Sion”, personificazione poetica di un popolo, si configura realmente in una
donna in carne e ossa. Ella da sola riceve l’annuncio della salvezza ; lo accetta e ne rende
possibile il compimento. Alla radice della sua grandezza sta un fatto : Ella è madre di Gesù.
( M. Magrassi )
ECCO LA SERVA COLEI CHE HA CREDUTO Il segreto della grandezza spirituale di Maria è tutto racchiuso nella sua risposta all’angelo :
“Ecco la serva”. Quel termine richiama la spiritualità di Jahwè che trova in Maria il suo
culmine. Essa si sente una povera creatura bisognosa di tutto, e perciò pienamente ricettiva.
Un’anima libera e immensamente aperta, in cui tutte le fibre attendono il Signore. I “suoi”
non lo ricevettero. Lei invece era tutta attesa. Per questo il Dio vivente le è andato incontro
in modo meraviglioso e si è fatto carne nel suo seno. Maria è “colei che ha creduto” : una
fede così totale ed incondizionata che l’ha coinvolta negli avvenimenti di Cristo con tutta la
sua persona. Con il suo “fiat” ha giocato la vita. “abbracciando con tutto l’animo e senza
peso alcuno di peccato la volontà salvifica di Dio. Consacrò totalmente se stessa, quale
ancella del Signore, alla persona e all’opera del Figlio suo” (Lumen Gentium 56 ). Maria
così incarna la pienezza del mistero della Chiesa, ne è la porzione più splendida : perché ha
accolto la parola divina con fede totale . In lei la Chiesa ha già raggiunto la perfezione. Ella è
già quel mondo nuovo verso cui la Chiesa faticosamente cammina. ( M. Magrassi )
IL SI TOTALE A DIO Per Matteo e per la Chiesa non c’è alcun dubbio che Maria è vergine : rimane incinta per
opera dello Spirito Santo, e resta vergine anche dopo la nascita di Gesù. La verginità è il
si’ radicale a Dio, vissuto da Maria con tutta se stessa, anche col suo corpo. Non si tratta
solo di uno stato di illibatezza, ma anche di disponibilità radicale, illimitata. Maria ha creduto
col cuore e col corpo.
ACCOGLIENZA DI GIUSEPPE L’accoglienza di Giuseppe è stupenda. Egli accetta di diventare uno strumento dell’azione
di Dio. Gli viene chiesto di fidarsi della parola di Dio contro le apparenze e di cambiare
i suoi progetti. Ed è proprio attraverso l’obbedienza di Giuseppe che passa la realizzazione
del piano di Dio. Giuseppe è della famiglia di Davide ; attraverso di lui la nascita di Gesù
potrà realizzare le promesse che Dio aveva fatto a Davide. Certo : chi compie ogni cosa è
Dio ; eppure Dio ha voluto aver bisogno degli uomini per inserire concretamente la sua
azione nella storia . ( Sibroni )
DIO CON NOI Sia Isaia che Matteo riferiscono i nomi assegnati al bambino che viene tra gli uomini : “Si
chiamerà Emanuele” ( Isaia ), “ Lo chiamerai Gesù “ (Matteo). In quei tempi si dava molta
importanza al significato dei nomi. Emanuele e Gesù sono nomi pieni di significato.
Emanuele vuol dire “Dio con noi” e Gesù significa “ Dio salva, Dio è salvezza”. I due
nomi dicono dunque che Dio viene a stare con gli uomini e a realizzare un progetto di
salvezza. La vicenda terrena del Verbo incarnato si è conclusa con la morte e la risurrezione.
Ma non è venuta meno la presenza di Dio con noi. Anzitutto la sua è una presenza
spirituale e noi lo scopriamo presente nel profondo della coscienza. Ma sappiamo anche che
Gesù è dove due o più persone sono riunite nel suo nome. E che Dio si rende presente nella
Santa Messa : lo incontriamo nelle sue parole e lo riceviamo nell’Eucaristia. E possiamo
servire il Dio con noi, quando ci doniamo ai fratelli bisognosi : “Tutte le volte che lo avete
fatto ai più piccoli dei miei fratelli lo avete fatto a me “ ( E. Bianco )
SEGNI DI GESU’ CHE VIENE
Dio viene nel mondo prendendo un corpo come il nostro in Gesù, “sacramento dell’incontro
tra Dio e noi”. Dio si rivela a noi sempre attraverso segni. Così è segno sublime Maria,, la
madre di Gesù, che si presenta come ideale concreto di tutto ciò che Dio stima enormemente :
la fede, l’umiltà la docilità, l’amore, la purezza. Segno è la Chiesa, corpo di Cristo, miracolo
storico da oltre 2000 anni , segno sono i Sacramenti e segno sono le persone che incarnano
e fanno risplendere in sè la parola di Cristo.
DONO E COLLABORAZIONE Il Signore viene a salvarci. Ma la salvezza non dipende esclusivamente da una iniziativa
sovrana di Dio, per cui all’uomo non rimarrebbe altro che attenderla passivamente : Dio non
salva l’uomo senza la sua cooperazione. Dio rispetta l’uomo, come ha rispettato la libertà di
Maria e di Giuseppe, e nonostante ciò il suo dono è sempre totale e continuamente rinnovato
in ogni eucaristia, in cui ci è “ dato in pegno di vita eterna”. ( Messalino LDC )
PREGHIERA (=pregare la parola)
• O Dio, Padre buono, tu hai rivelato la gratuità e la potenza del tuo amore, scegliendo il
grembo purissimo della vergine Maria per rivestire di carne mortale il Verbo della Vita:
concedi anche a noi di accoglierlo e generarlo nello spirito con l’ascolto della parola,
nell’obbedienza della fede. ( Colletta IV Avvento: A )
• Sollevate, porte, i vostri frontali, alzatevi, porte antiche, ed entri il re della gloria. Chi
è questo re della gloria? Il Signore forte e potente, il Signore forte in battaglia, Sollevate,
porte, i vostri frontali , alzatevi, porte antiche ed entri il re della gloria. ( Dal salmo 23 )
• Signore Gesù, tu sei l’Emmanuele, il Dio con noi. Aiutaci a comprendere questo
mistero di amore, per il quale hai stretto alleanza con l’umanità. Aiutaci ad inserirci in questo
mistero come il bambino in seno alla famiglia, per vivere della sua pienezza. (Charles
Berthes )
• L’Emmanuele è oggi presente nelle nostre assemblee liturgiche. Egli è il Signore
risuscitato per la potenza dello Spirito ed è in mezzo a noi per darci la vittoria sulla morte e
sul peccato. Ti ringraziamo, Signore.
• O santa Madre del Redentore, porta dei cieli, stella del mare, soccorri il tuo popolo che
anela a risorgere. Tu che accogliendo il saluto dell’angelo, nello stupore di tutto il creato hai generato il creatore, madre sempre vergine, pietà di noi peccatori. ( Dalla Liturgia )
• O Vergine Madre di Dio, colui che il mondo intero non può contenere si è formato nel
tuo seno, facendosi uomo. La vera fede del tuo Figlio ha lavato i peccati del mondo, e la tua verginità è rimasta integra. L’universo ti chiama, o Madre di misericordia, in suo soccorso,
vieni dunque in aiuto dei tuoi servi, madre benedetta. (Canto gregoriano )
• Tutta bella sei, o Maria e in te non c’è macchia originale. Tu sei la gloria di
Gerusalemme, la letizia di Israele, l’onore del nostro popolo, l’avvocata dei peccatori. O
Maria, Vergine prudentissima, Madre clementissima, prega per noi, intercedi per noi
presso il Signore Gesù Cristo. ( Dalla liturgia )
• Donaci, Signore, l’obbedienza di Giuseppe, che non comprende il mistero che si attua
in Maria, ma obbedisce prontamente alle indicazioni del Signore.
• O Padre, sostieni il cuore dei genitori con la tua grazia; apri il cuore dei figli alla tua
volontà di amore e rendi le nostre comunità famiglie di famiglie perché, forti di te, possiamo
tutti annunziare al mondo, con l’obbedienza della fede come quella di Giuseppe e Maria,
che solo Gesù è la salvezza del mondo, solo lui è la nostra speranza e la via che ci porta a Te.
( Giuseppe Sacino)
CONTEMPLAZIONE (=silenziosa accoglienza della Parola di Dio)
AZIONE (=assunzione di impegni concreti)
Accogliamo il Signore come Maria e come Giuseppe
L'annunzio del Messia
4 Domenica di Avvento Anno B
Maria che, accogliendo con pronta
obbedienza l'annunzio dell'Angelo,
diviene Madre di Gesù, è modello
altissimo perché noi rispondiamo
con fedeltà all'amore di Dio, che ci
ha scelti ed è venuto per noi.
“concepirai un figlio, lo darai alla luce
e lo chiamerai Gesù”
LETTURA (leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)
PRIMA LETTURA 2 SAMUELE 7, 1-5 . 8-12 . 14.16 Davide vuole costruire un tempio a Dio; ma sarà il Signore a fare una “casa” a Davide,
cioè una discendenza che duri per sempre.
Il re Davide, quando si fu stabilito nella sua casa, e il Signore gli ebbe dato riposo da tutti i suoi nemici all’intorno, disse al profeta Natan: «Vedi, io abito in una casa di cedro, mentre l’arca di Dio sta sotto i teli di una tenda». Natan rispose al re: «Va’, fa’ quanto hai in cuor tuo, perché il Signore è con te». Ma quella stessa notte fu rivolta a Natan questa parola del Signore: «Va’ e di’ al mio servo Davide: “Così dice il Signore: Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti? Io ti ho preso dal pascolo, mentre seguivi il gregge, perché tu fossi capo del mio popolo Israele. Sono stato con te dovunque sei andato, ho distrutto tutti i tuoi nemici davanti a te e renderò il tuo nome grande come quello dei grandi che sono sulla terra. Fisserò un luogo per Israele, mio popolo, e ve lo pianterò perché vi abiti e non tremi più e i malfattori non lo opprimano come in passato e come dal giorno in cui avevo stabilito dei giudici sul mio popolo Israele. Ti darò riposo da tutti i tuoi nemici. Il Signore ti annuncia che farà a te una casa. Quando i tuoi giorni saranno compiuti e tu dormirai con i tuoi padri, io susciterò un tuo discendente dopo di te, uscito dalle tue viscere, e renderò stabile il suo regno. Io sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio. La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a me, il tuo trono sarà reso stabile per sempre"».
SALMO RESPONSORIALE SALMO 88 Dio mantiene sempre la parola. Su di Lui possiamo contare ed essere certi che la sua
alleanza non verrà mai meno.
Rit. Canterò per sempre l’amore del Signore. Canterò in eterno l’amore del Signore, di generazione in generazione farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà, perché ho detto: «E’ un amore edificato per sempre; ne cielo rendi stabile la tua fedeltà». «Ho stretto un'alleanza con il mio eletto, ho giurato a Davide, mio servo. Stabilirò per sempre la tua discendenza, di generazione in generazione edificherò il tuo trono». «Egli mi invocherà: “Tu sei mio padre, mio Dio e roccia della mia salvezza”. Gli conserverò sempre il mio amore, la mia alleanza gli sarà fedele».
SECONDA LETTURA ROMANI 16, 25-27 Il progetto eterno di amore e di pace che Dio ha dall'eternità per l'uomo, rimasto misterioso
per secoli , si manifesta con la nascita di Gesù.
Fratelli, a colui che ha il potere di confermarvi nel mio vangelo, che annuncia Gesù Cristo, secondo la rivelazione del mistero, avvolto nel silenzio per secoli eterni, ma ora manifestato mediante le scritture dei Profeti, per ordine dell’eterno Dio, annunciato a tutte le genti perché giungano all’obbedienza della fede, a Dio, che solo è sapiente, per mezzo di Gesù Cristo, la gloria nei secoli. Amen.
VANGELO LUCA 1, 26-38 All’annunzio dell’Angelo, Maria dà il suo consenso. Così si realizza storicamente la
promessa che Dio ha fatto vari secoli prima a Davide. In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
MEDITAZIONE ( = meditare con attenzione e ascoltare con amore) CASA DI DIO Davide intende costruire una “casa”, un tempio al Signore. Ma Dio non può essere racchiuso in formule conosciute e sempre ripetute e non può apparire come il Dio “forte in battaglia”, dato che Davide era stato un uomo di guerra, ma un Dio di misericordia. La
vera casa di Dio non può essere il Tempio, ma un discendente di Davide, il Messia, di cui è detto : "Io gli sarò Padre ed egli sarà mio figlio” . ( 2 Sam 7, 14 ) In Maria viene a compimento l'annunzio e la promessa fatta a Davide. A Davide Dio aveva assicurato una “discendenza”, uscita dalle sue viscere, a Maria è annunziato un figlio del suo grembo, e tuttavia il Figlio di Maria è vera discendenza di Davide, il quale, di fatto, ne è il "padre”. Il discendente di Davide avrebbe ereditato il “suo trono”, il Figlio di Maria lo ottiene. La “stirpe” di Davide “sarebbe stata grande”, il Figlio di Maria è “grande”. Il regno della discendenza di Davide sarebbe stato “stabile”, il Regno del Figlio di Maria sarà "per sempre”, “non avrà mai fine”. Il Figlio che nasce da Maria è il discendente promesso a Davide. ( M. Masini ) Siamo chiamati a preparare una dimora per il Signore che viene in mezzo agli uomini, ma chi, in realtà, costruisce la casa, non siamo noi ma Dio stesso. Questo implica per noi un profondo cambiamento di mentalità: forse siamo pronti a fare molte cose per Dio, e anche grandi sacrifici, ma ci viene chiesto di lasciarci modellare e plasmare da Dio. Solo così la casa di Dio corrisponde veramente alla dimora che Egli intende abitare. ( R. Fabris ) LA VERGINE MADRE Il Signore si è costruito una dimora degna di Dio: questa dimora sta nella discendenza di Davide ed è in modo eccelso il Messia promesso, Gesù di Nazaret. E Maria è la dimora che ospita Gesù, che ha concepito per opera dello Spirito Santo. Maria è madre di Gesù uomo e Dio, è Madre di Dio. E l’essere Madre di Dio ( "theotòkos" ) è la radice della sua grandezza. Ma la maternità per Maria non è stata solo un onore senza pari. E’ stata anzitutto un “servizio” che lei, "ancella del Signore" ha accettato in uno slancio di generosità, come Abramo, Mosè e i profeti....Il segreto della grandezza spirituale di Maria è tutta racchiusa nella sua risposta all'angelo: “Ecco la serva”. Alla Parola divina, dà il suo assenso senza condizioni. Questo nel linguaggio cristiano si chiama “fede”. Elisabetta le dirà: “ Te beata, perché hai creduto". Una fede così totale e incondizionata che l'ha coinvolta negli avvenimenti della salvezza con tutta la sua persona. (Mariano Magrassi ) IL DONO DELLO SPIRITO SANTO Tutto è dovuto allo Spirito Santo. Il suo intervento viene annunziato: “lo Spirito scenderà”; " la potenza dell'Altissimo stenderà la sua ombra”. Lo Spirito Santo, che è la potenza dell’Altissimo, sarà l’ombra di Dio sulla vergine. L’”ombra” fa riferimento alla nube che significava la presenza di Jahvè ( Es 40, 35 ) designata dai Giudei con il termine di "shekinah" e richiama la divina potenza creatrice ( Gn 1, 2 ). La "discesa" dello Spirito Santo e "la potenza dell'Altissimo" ritornano presenti nelle ultime parole del Risorto agli Apostoli: "Con la discesa dello Spirito Santo riceverete la potenza dell’Altissimo” ( At 1, 8). Mediante l'opera dello Spirito Santo Dio compie in Maria una nuova creazione, meravigliosa e irripetibile: Dio fatto uomo senza l'apporto dell'uomo, con il solo contributo di una donna vergine. ( M. Masini ) DIO ARTEFICE FEDELE Dio ci viene a mostrare di essere lui il vero artefice della grandezza di Davide e della sua discendenza. Ciò che Dio fece al re e alla sua stirpe, evidenzia la sproporzione fra l'omaggio dell'uomo e la liberalità divina. ( Gregorio Nazianzeno) Dio mantiene le sue promesse anche se le scadenze, a volte, sono lunghe. L’uomo deve sempre fidarsi di Dio, attendendo con pazienza il tempo giusto. (Agostino)
PREGHIERA (pregare la parola ) O santa Madre del Redentore, porta dei cieli, stella del mare, soccorri il tuo popolo che anela a risorgere. Tu che accogliendo il saluto dell’angelo, nello stupore di tutto il creato, hai generato il tuo Creatore, Madre sempre vergine, pietà di noi peccatori. ( Dalla Liturgia)
Ricordati, o piissima Vergine Maria: non si è mai udito nel mondo che qualcuno sia ricorso al tuo patrocinio, abbia invocato il tuo nome, chiesto la tua protezione e sia stato abbandonato. Animato da questa fiducia, a te ricorro, o Madre, Vergine delle vergini. A te vengo come peccatore pentito, mi inginocchio davanti a te. Non respingere, o Madre di Dio, le mie preghiere, ma ascoltami, piena di bontà ed esaudiscimi. ( San Bernardo)
CONTEMPLAZIONE (silenziosa accoglienza della parola di Dio)
AZIONE ( assunzione di impegni concreti)
Accettiamo il Signore che viene e si presenta a noi nella persona di chi è nel bisogno.
4 Domenica di Avvento Anno B
Vangelo
Luca 1, 26Luca 1, 26Luca 1, 26Luca 1, 26----38383838
L`annunciazione 26 In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in
una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27 a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome
Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28 Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». 29 A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30 L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31 Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32 Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33 e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo
regno non avrà fine». 34 Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35 Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36 Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37 nulla è impossibile a
Dio». 38 Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
( Bibbia Cei : versione 2008 ) In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della
Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di
Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse:
“Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te”. A queste parole ella rimase
turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: “Non
temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo
darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo;
il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla
casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”. Allora Maria disse all’angelo:
“Come è possibile? Non conosco uomo”. Le rispose l’angelo: “Lo Spirito Santo
scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che
nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua
parente, nella sua vecchiaia ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei,
che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio”. Allora Maria disse:
“Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E
l’angelo partì da lei. ( Bibbia Cei : versione 1974)
LETTURA ( = leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)
L’annunzio della nascita di Gesù costituisce il centro del vangelo dell’infanzia di
Luca. Il racconto si snoda secondo il modello del precedente annunzio della nascita del
Battista ( 1, 5-25 ), che è quello tipico delle annunziazioni, con alcune somiglianze :
presentazione dei protagonisti, apparizione dell’angelo, segno, conclusione della scena.
Ma anche con alcune differenze: il precedente annunzio era fatto a Zaccaria, sacerdote
socialmente povero, nel tempio, questo invece ad una ragazza, povera di spirito, umile,
in un paese insignificante. Ma soprattutto, qui non si tratta più della nascita di un uomo,
benché grande, ma della promessa dell’uomo-Dio, della venuta del Messia-salvatore.
Il testo è ricchissimo di contenuti teologici: è presente il Verbo che prende un corpo
umano, ed è Gesù, Cristo, Salvatore, Re, Figlio di Dio; il Padre, da cui parte
l’iniziativa; lo Spirito Santo, per opera del quale avviene il fatto miracoloso. Maria
appare come vergine e madre, oggetto della grazia divina, luogo privilegiato della
presenza di Dio, piena di grazia e di gioia, radicalmente disponibile, come strumento
docile nelle mani di Dio, introdotta dal Signore nel piano salvifico che il Padre per
mezzo del Figlio e nello Spirito intende realizzare e alla cui realizzazione lei collabora.
NEL SESTO MESE (26 ) Con l’espressione “nel sesto mese” l’annunzio a Maria si aggancia a quello di Zaccaria.
L’ANGELO GABRIELE ( 26 ) La presenza degli angeli, caratteristica dei primi due capitoli del Vangelo
di Luca e dei primi 10 capitoli di Atti va interpretata sempre alla luce dell’AT. Essi
parlano e agiscono in nome di Dio, ( Gn 22, 15; Es 3, 2; 1 Re 19, 3 ), messaggeri della
sua volontà, cooperatori del suo piano di salvezza. Gabriele ( Dio è forte ) nell’AT
spiega a Daniele la visione del montone e del capro ( Dn 8, 16 ) e dei 70 anni ( Dn 9,
21, 27 ) e nel NT annunzia a Zaccaria la nascita del Battista. Nel libro apocrifo di
Enoch è uno dei sette arcangeli.
FU MANDATO ( 26 ) Luca esprime subito la fede della Chiesa: l’avvenimento che si sta
preparando viene da Dio. DELLA GALILEA , CHIAMATA NAZARET (26 )
Nazaret è una località presso il confine meridionale della Galilea a 350
metri circa sul livello del mare. Non è menzionata nel VT e nemmeno nel Talmud; per
la prima volta è nominata qui. La cittadina è lontana dal territorio di Davide; dalla culla
della casa reale, che al momento dell’annunziazione è in rovina ( Amos, 9, 11 ; Atti 15,
16, 17 ) . Sarà ricostruita ripartendo dal nulla per pura gratuità divina. Il piano di Dio
si realizza secondo i ritmi della storia dell’uomo, assumendo le dimensioni temporali
e spaziali delle vicende umane. E’ questo lo stile di Dio, il modo secondo il quale egli
ama rivelarsi e comunicarsi a noi.
A UNA VERGINE ( 27 ) La ragazza non ha alcun titolo particolare, non è nemmeno della
discendenza di Davide, è solo vergine e fidanzata di Giuseppe, che è invece
discendente del grande re Davide. Maria, che è il nome della ragazza è la forma latina
e greca dell’ebraico “Miryan” dal significato etimologico incerto; forse deriva
dall’egiziano “mrjt” = amata. Il testo greco dice che la vergine è “emnestreumenen”
a Giuseppe. La parola è tradotta dalla volgata con “ desponsatam”, dalla traduzione
Cei, in uso nella liturgia, con “promessa sposa”, nell’inteconfessionale ldc-abu con
“fidanzata” e nella Nuova S. Paolo con “sposa”. La Tob commenta così: “ Si traduce
spesso “fidanzata”. In realtà Maria è legalmente sposata a Giuseppe, ma essi non
vivono ancora in comune. Secondo il costume giudaico infatti deve trascorrere un certo
tempo prima che lo sposo introduca la sposa nella sua casa”. I momenti del matrimonio in Israele erano: gli sponsali ( qiddusin ) e la festa nuziale, dopo un anno
circa (nissuin).
TI SALUTO (28 ) Inizia la prima parte del dialogo tra Maria e l’Angelo (28-33 ), in cui
Gesù viene riconosciuto figlio di Davide. “Ti saluto, o piena di Grazia”, era la
traduzione della precedente versione Cei di “ kaire, kekatitome”, ma non era proprio
esatta. “Kaire” significa “rallegrati” ed è un augurio di gioia, che rimanda ad alcuni
testi profetici, rivolti alla figlia di Sion, cioè a Gerusalemme ( Zc 9, 9, 10; Gl 2, 21-27 ).
In Sof 3, 17 troviamo: “ Gioisci, Figlia di Sion, esulta, Israele, e rallegrati con tutto il
cuore, figlia di Gerusalemme”. E per questo invito alcuni pensano che Maria vada
considerata come “figlia di Sion”; altri invece pensano alla gioia cristiana, di cui Maria
è il prototipo. Buona allora è la nuova traduzione Cei che dice : “ Rallegrati” . Ma
“Piena di grazia” non traduce bene: “kekaritomene”. La grazia, cui l’angelo fa cenno,
è il favore divino riversato su Maria. Lei è “la piena di grazia” perché è stata da sempre e resta per sempre l’oggetto del favore eccezionale, che il carisma della
maternità messianica suppone.
IL SIGNORE E’ CON TE (28 ) “Il Signore è con te” è espressione corrente nella Bibbia, specialmente nei
racconti di vocazione ( Mosé: Es 3, 12; Geremia: 1,18 ) Rivolto a Maria è più di un
saluto, indica il motivo della gioia: la presenza di Dio Salvatore, che nascerà da lei e
si chiamerà Emmanuele, che significa “Dio con noi” .( Isaia 7, 14; Mt 1, 22-23 )
RIMASE TURBATA ( 29 ) Anche Zaccaria “ si turbò e fu preso da timore” ( 1, 12 ) , ma ciò che
turba Maria è quanto le ha detto l’angelo.
NON TEMERE (30 ) Venendo incontro al timore di Maria e interpretando la sua tacita
domanda l’angelo ripete in modo più chiaro il lieto messaggio. “ Hai trovato grazia”
corrisponde a quanto detto prima “ piena di grazia”. Infine l’angelo spiega come il
Signore sarà con Maria: con la nascita di Gesù-Messia, Maria viene visitata da Dio
stesso e per mezzo di lei, Dio visita il suo popolo, dando un corpo, un volto e un
linguaggio a Gesù.
CONCEPIRAI UN FIGLIO E LO DARAI ALLA LUCE (32 ) Qui il testo arriva al centro della narrazione, alla sostanza del mistero di
Gesù, Messia e Salvatore, Figlio di Dio e vero figlio di Maria. L’annunzio è fatto prima con una formula tipicamente biblica. ( Gn 16, 11; Gdc 13, 3-7; Is 7, 14 )
SARA’ GRANDE (32 ) L’annunzio è fatto con una serie di titoli messianici: “Grande”, “Figlio dell’Altissimo”, nel senso del VT, che lo attribuisce a chi ha rapporto di speciale
intimità con Dio, e specialmente al Messia (Sl 2, 7; 89, 27 ), erede del trono di Davide,
come testimonia una tradizione largamente diffusa dall’AT ( 2 Sm 7, 12; 1 Cr 22, 9 ; Sl
89, 36). In questi versetti riecheggiano molti temi: l’alleanza davidica con le sue
promesse, la gloria del grande re, il carattere profetico di questa regalità, e il fatto che
queste qualità arrivano fino a Gesù non per trasmissione di sangue, ma tramite
Giuseppe, che non è suo padre, e cioè solo per la fedeltà di Dio alle sua promesse.
COME E’ POSSIBILE (34 ) Inizia la seconda parte del dialogo di Maria con l’angelo (34-38), in cui
afferma la concezione verginale di Maria e Gesù viene riconosciuto come Figlio di
Dio. Di fronte alla proposta dell’angelo Maria avverte una difficoltà insormontabile.
Non chiede un segno, ma rivela la decisione che aveva presa di rimanere vergine; un
ideale certo difficile per il suo tempo, ma non impossibile, frutto della grazia di Dio e
decisione presa per ispirazione di Dio, per la realizzazione del quale lei si era posta
sotto la protezione di un uomo attratto dallo stesso ideale; lei è allo stesso tempo
sposa di Giuseppe e decisa a “non conoscere uomo”. Ma ciò che per Maria è un
ostacolo per la maternità è per Dio, che le ha ispirato la decisione di restare vergine,
la condizione necessaria per la richiesta che ora Dio le fa di diventare madre.
LO SPIRITO SANTO ( 35 ) La risposta dell’angelo fa piena luce del mistero: ciò che sta per avvenire
viene ricondotto all’iniziativa di Dio, indicata prima con lo Spirito Santo, poi con
l’espressione parallela di “potenza dell’Altissimo”. “Ombra” rimanda all’esperienza
del deserto, dove la nube luminosa conduceva il popolo e con la sua ombra copriva la
tenda che Mosè innalzava fuori dell’accampamento ( Es 40, 34-35 ). La tenda era la
casa di Dio in mezzo al popolo; Maria sta per diventare la casa di Dio: si compirà così
la profezia di Natan ( 2 Samuele, 7 ). Parlando dello Spirito Santo come di una Potenza
che “coprirà” Maria con la sua “ombra” , l’angelo insinua chiaramente che questo
Spirito svolgerà il ruolo di principio creatore e produrrà la vita nel seno di Maria.
Ciò che lo Spirito fa fin dalle origini del mondo lo farà nel seno di Maria producendo
una concezione verginale.
SARA’ DUNQUE… FIGLIO DI DIO (35 ) Quanto è detto sulla verginità di Maria e dell’azione dello Spirito Santo
porta a riconoscere in questo bambino che nascerà una relazione unica con Dio. Tra
l’opera dello Spirito su Maria è la dignità divina di colui che nascerà dalla Vergine c’è un nesso stretto. Il santo che nascerà sarà chiamato Figlio di Dio. Prima l’angelo
aveva asserito che sarà figlio dell’Altissimo, (1, 32 ) cioè Messia, ora addirittura che
sarà Figlio di Dio.
ELISABETTA (36 ) A Maria viene dato un segno: la concezione di Giovanni da parte di
Elisabetta ormai vecchia. Dio offre dei segni che rendono credibile e in qualche modo
accettabile la proposta divina ( vedi anche Gdc 6, 36; Is 7, 10-16 ).
NULLA E’ IMPOSIBILE A DIO (37 ) L’uomo sa che Dio è più potente di lui, anzi che è “maestro
dell’impossibile”. Ad Abramo, in una situazione simile a quella di Elisabetta, il
Signore dice “ C’è forse qualcosa di impossibile per il Signore” ( Gn 18, 14 ). E anche
Sarà avrà un figlio.
SONO LA SERVA DEL SIGNORE (38 ) “Serva” è titolo che esprime l’umiltà di Maria, la sua disponibilità e il suo desiderio di collaborare all’opera del Signore. Nella Bibbia sono soprattutto i
grandi personaggi che sono chiamati “servi del Signore”. Maria tra tutti è somma e
serve Dio, accogliendo la parola. La parola chiamata “tua” è quella che Dio le rivolge
per mezzo di Gabriele e contiene tutto il Vangelo. Maria è la prima discepola del
Vangelo e modello per tutti i credenti.
AVVENGA DI ME (38 ) L’accettazione di Maria è strettamente legata alla rivelazione contenuta
nell’annunzio dell’angelo, al segno fornito, alla convinzione che a Dio nulla è impossibile. Il “Si” sgorga dalla sua fede, fondata sulla certezza che Dio è fedele alle
sue promesse, che la sua parola è efficace e che egli nella sua misericordia vuol
visitare il suo popolo. L’ANGELO PARTI’ DA LEI (38 )
La missione del messaggero è compiuta. Non ci sarà bisogno di altre
rivelazioni: Maria si lascerà condurre e illuminare da Dio che le parlerà negli
avvenimenti, nelle persone che incontra e soprattutto in Gesù che le è stato donato.
MEDITAZIONE ( = meditare con attenzione e ascoltare con amore)
IMMACOLATA
Maria per la sua intima comunione di vita e di destino con Cristo e la sua missione di
salvezza universale, fin dal suo primo esistere fu avvolta dall’amore del Padre, dalla grazia del Figlio, dallo splendore della santità dello Spirito. La persona di Maria è
tutta relazionata a Dio uno e trino, riflettendone e comunicandone il mistero ineffabile.
(M Pedico )
Diversamente da tutti noi, che nasciamo nel peccato originale e ne veniamo liberati con
il dono pasquale del Battesimo, Maria ne fu preservata per i meriti di Cristo. Ella è il primo risultato della salvezza che Gesù è venuto a portare; è il segno, la prova,
l’assicurazione, che quando Dio si è fatto uomo e ha preso il nome di Gesù - Salvatore,
nel mondo il bene è più forte del male: “Dove il peccato aveva abbondato, la grazia ha
sovrabbondato” (Rm 5, 20 ). Immacolata significa che Maria è la prima salvata, ma la
sua è una salvezza totale, così integra e radicale che fu salva prima di cadere, fu
“presalvata” dal peccato. ( M. Pedico )
Maria santissima, sottratta al “peccato originale”, è anche la garanzia che nel mondo il bene è più forte e più contagioso del male. Con Lei, la prima redenta, ha inizio una storia di grazia “contagiosa”. (Mess. LDC )
Ecco un realtà che ci incanta e rapisce, placando, si direbbe, l’ascesa e inappagata
nostalgia di bellezza che gli uomini portano nel cuore perché essa ci ripresenta ciò che
abbiamo tutti in fondo al cuore: l’immagine autentica dell’umanità, l’immagine dell’umanità innocente, santa, perché il suo essere e tutta armonia, candore, semplicità;
è tutto trasparenza, gentilezza, perfezione; è tutto bellezza.(Paolo VI)
Immacolata dice i fulgori dell’aurora dopo la notte di lunghi secoli, trascorsi nella
colpa dei primogenitori, si alza questa stella mattutina limpida e pura, trasparente e
inviolata....e già si annunzia agli uomini l’avvento del Sole di giustizia. L’Immacolata
dice ancora ordine e bellezza.... ordine della natura elevata alla grazia non appena uscita dalle mani del Creatore e quindi docile al suo volere e ai suoi desideri; bellezza
che scaturisce da quest’ordine e ne è il luminoso coronamento. (Giovanni XXIII )
PIENA DI GRAZIA
Nell’annunziare la nascita di Gesù l’angelo non chiama subito Maria per nome, ma si
rivolge a lei con un appellativo originale, kecharitomene, piena di grazia. Lo stesso
vocabolo “grazia” ritorna nella seconda parola dell’angelo, che questa volta dice: “ Non
temere, Maria, hai trovato grazia presso Dio”. Su queste asserzioni fa leva la fede
tradizionale della Chiesa che proclama Maria, “preservata da ogni macchia di peccato”. In forza del legame unico che Maria ha col suo figlio, è ricolma, fin
dall’inizio della sussistenza, della “grazia” di Dio. ( Rinaldo Fabbris )
“Lo Spirito scenderà su di te e su di te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo”.
Tramite questa promessa, Maria è destinata a diventare il tempio di Dio per antonomasia è una creatura che si mette a totale disposizione dello Spirito Santo. ( V.
Pasquetto )
L’umile ancella di Nazaret è l’isola benedetta e inviolata, ..la zolla di terra pura su cui
Dio avrebbe posato il suo piede senza macchiarsi e l’uomo sarebbe per grazia, approdato
a guarire del suo male originale. E cioè l’isola dell’incontro tra Dio e l’uomo, tra Dio e
il mondo, dopo la rottura antica. Lei, la natura intatta, immacolata, non manomessa,
unico esemplare di come dovevamo essere noi. ( D. M. Turoldo )
Non lasciar posto al pessimismo: se è vero che c’è tanto peccato nel mondo, c’è Maria, la “piena di grazia” e a noi questa grazia la ottiene con la sua materna intercessione.
Impegno per sanare in noi “le ferite della colpa d’origine con un’ascesi che ci fa
spalancare il cuore al dono di Dio, e per liberarci da ogni colpa personale, con una
continua conversione, e con il culto della Grazia, un atomo del quale (diceva S.
Tommaso ) vale più dell’universo. ( M. Magrassi )
IL SI’ DI MARIA
In Maria si esprime la solidarietà come legge della storia della salvezza. Il “sì” di Maria, infatti, non è solo un’adesione che coinvolge lei: è il sì dell’umanità intera attraverso lei; il compito che a Maria viene affidato dal Signore non riguarda solo lei ma
diventa motivo di speranza per tutti gli uomini. (Luciano Monari )
Maria ha detto “sì” a Dio. Ha creduto e ha accettato di inserirsi nel piano di Dio. Con
Maria, che è stata la prima a credere in Gesù, la prima dei credenti, è cominciata la Chiesa. Lei la prima, e noi guardiamo a lei per i valori dello spirito che racchiude in sé
e ci indica. Maria ci indica l’accoglienza del disegno di Dio, la gioia dell’obbedienza e della collaborazione con lui. ( Enzo Bianco )
INZIO DELLA CHIESA
Grazie a Maria, “tutto risuscita al perduto splendore” ( S. Anselmo ), il mondo è
come ricreato, grazie al frutto benedetto del suo seno. Lei è la prima cellula di quel
mondo nuovo che Gesù è venuto ad instaurare: “In Lei hai segnato l’inizio della
Chiesa , sposa di Cristo senza macchie e senza rughe, splendente di bellezza”(prefazio),
dal momento che c’è Lei, la Chiesa è già in atto, dotata di tutto il fascino della sua
bellezza. E viene da pensare che mai la Chiesa è stata fedele al suo Signore quanto
quando era tutta raccolta nel cuore di Maria. Basta Lei da sola a riscattare tutte le
infedeltà di Israele nella sua lunga storia; perché in definitiva lo scopo di Israele era di produrre Maria, perché da Lei nascesse Gesù. Maria ci è così presentata come
“avvocata di grazia e modello di santità” . ( prefazio ).
LA GLORIA DI MARIA MADRE DI GESU’ O mia cetra inventa nuovi motivi in lode di Maria Vergine, innalza la tua voce e canta
la maternità tutta meravigliosa di questa vergine, figlia di David, che portò la vita al
mondo. Chi l`ama l`ammira e il curioso si tinge di vergogna e tace e non osa indagare su
una madre che partorì, conservando la sua verginità. La cosa è difficilissima da spiegare.
I contestatori non osino far inchieste su suo Figlio. Il suo bimbo schiacciò il maledetto
serpente e ne fracassò il capo, e risanò Eva dal veleno, che il dragone omicida aveva
gettato contro di lei e l`aveva, col suo inganno, spinta nella morte. Come il Monte Sinai,
ti ho accolto e non sono stata bruciata dal tuo formidabile fuoco, perché tu hai fatto in
modo che il tuo fuoco non mi nuocesse; non mi ha bruciata quella tua fiamma, che i
Serafini non possono guardare. Fu chiamato nuovo Adamo, colui che è l`eterno, perché
abitò nella figlia di David e in lei, senza seme e senza dolori, si fece uomo. Benedetto il
suo nome! L`albero della vita, ch`era cresciuto in mezzo al paradiso non diede all`uomo
un frutto che lo vivificasse; ma l`albero nato dal seno di Maria, diede se stesso all`uomo e
gli donò la vita. Il Verbo del Signore lasciò il suo trono, scese in una fanciulla e abitò in
lei; essa lo concepì e lo diede alla luce. E` grande il mistero della Vergine purissima e supera ogni lingua. Eva nell`Eden diventò rea; il malvagio serpente scrisse, firmò e
sigillò la sentenza per cui i posteri, nascendo, venivano colpiti dalla morte. L`antico
drago vide, per il suo inganno, moltiplicato il peccato d`Eva; fu una donna che amò
l`inganno del suo seduttore obbedì al demonio e precipitò l`uomo dalla sua dignità. Eva
divenne rea del peccato e a Maria fu passato il debito, perché la figlia pagasse i debiti
della madre e lacerasse la sentenza che aveva trasmesso i suoi gemiti a tutte le
generazioni. Maria portava il fuoco nelle mani e stringeva la fiamma tra le braccia:
dava le sue mammelle alla fiamma e dava il latte a colui che nutre tutte le cose. Chi può
parlare di lei? Gli uomini terreni moltiplicarono le maledizioni e le spine che soffocavano
la terra, e vi introdussero la morte; il Figlio di Maria riempì tutto il mondo di vita e di
pace. Gli uomini terreni introdussero nel mondo malattie e dolori e aprirono la porta alla
morte, perché vi entrasse e vi passeggiasse; il Figlio di Maria prese sulla sua persona i
dolori del mondo, per salvarlo. Maria è sorgente limpidissima, senza nessun influsso di
connubio: essa accolse nel suo seno il fiume della vita, che con le sue acque irrigò il
mondo e vivificò tutti i morti. Santuario immacolato, in cui dimorò Iddio, gigante dei
secoli, nel quale con un grande prodigio si operò il mistero per cui Dio si fece uomo, e un
uomo dal Padre fu chiamato figlio. Maria è la vite della benedetta stirpe di David; i suoi
tralci produssero il grappolo d`uva pieno di sangue vivifico; bevve Adamo di quel vino e,
risuscitato, tornò nell`Eden. Due madri son comparse che generarono figli diversi: una
generò un uomo che la maledisse, e Maria generò Dio, che riempie il mondo di
benedizione. Benedetta tu, Maria, figlia di David, e benedetto il frutto che ci hai dato.
Benedetto il Padre che ci mandò il Figlio suo per la nostra salvezza, e benedetto lo Spirito
Paraclito, che ci manifestò il suo mistero. Sia benedetto il suo nome. (Efrem, Carmen
18, 1)
DA MARIA COLUI CHE E’ LA SALVEZZA Vieni, dunque, e cerca la tua pecora, non per mezzo di servi e mercenari ma da te stesso.
Accoglimi con quella carne che cadde in Adamo. Accoglimi non da Sara, ma da Maria;
che sia vergine illibata, vergine illibata per grazia da ogni macchia di peccato. Portami su quella croce, che è salvezza degli erranti sulla quale soltanto trovano riposo
gli affaticati, per la quale soltanto vivranno coloro che muoiono. (Ambrogio, In psal. 118,
22. 30)
IN GESU’ E MARIA LA VERA BELLEZZA Veramente Tu e tua Madre siete i soli belli in ogni parte. In Te, infatti, Signore, non c`è macchia, e nessuna macchia è nella Madre tua. (Efrem, Carmina Nisibena, 27, 8)
PREGHIERA (=pregare la parola)
• O santa Madre del Redentore, porta dei cieli, stella del mare, soccorri il tuo popolo che anela
a risorgere. Tu che accogliendo il saluto dell’angelo, nello stupore di tutto il creato, hai generato il tuo Creatore, Madre sempre vergine, pietà di noi peccatori. ( Dalla Liturgia)
• Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra tutte le donne e
benedetto il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso
e nell’ora della nostra morte. Amen.
• Il più eccelso degli angeli fa mandato dal cielo per dire “Ave” alla Madre di Dio. Al suo
incorporeo saluto, vedendoti in lei fatto uomo, Signore, in estasi stette, acclamando la Madre così:
“ Ave, per te la gioia risplende; ave, per te il dolore s’estingue, Ave, salvezza d’Adamo caduto;
ave, riscatto del pianto di Eva. Ave , Vergine Sposa!
Ave, tu vetta sublime a umano intelletto, ave, tu abisso profondo, agli occhi degli angeli. Ave, in te fu elevato il tono del Re; ave, tu porti Colui che tutto sostiene. Ave , Vergine,
Sposa! Ave, o stella che il Sole precorri, ave, o grembo del Dio che s’incarna, ave, per te il
Creatore è bambino. Ave, Vergine, Sposa! Ave, per te si rinnova il canto! (Inno
Akàtistos: st. 1 ).
• Tutta bella sei, o Maria, e in te non c’è macchia originale. Tu sei la gloria di Gerusalemme,
la letizia di Israele, l’onore del nostro popolo, l’avvocata dei peccatori. O Maria! Vergine
prudentissima, Madre clementissima, prega per noi, intercedi per noi, presso il Signore Gesù
Cristo. ( Dalla Liturgia )
• Ave, Regina dei cieli, ave, signora degli angeli, porta e radice di salvezza, rechi nel mondo
la luce. Godi, vergine gloriosa, bella fra tutte le donne; salve, o tutta santa, prega per noi Cristo
Signore. (Dalla Liturgia )
• Ricordati, o piissima Vergine Maria: non si è mai udito nel mondo che qualcuno sia ricorso al
tuo patrocinio, abbia invocato il tuo nome, chiesto la tua protezione e sia stato abbandonato.
Animato da questa fiducia, a te ricorro, o Madre. Vergine delle vergini. A te vengo come peccatore
pentito, mi inginocchio davanti a te. Non respingere, o Madre di Dio, le mie preghiere, ma
ascoltami, piena di bontà e d esaudiscimi. ( San Bernardo )
• O Vergine fedele. Il tuo cuore come un cristallo riflette il Divino, l’Ospite che l’abita, la
Bellezza che non tramonta. O Maria, tu attiri il cielo ed ecco il Padre ti consegna il Verbo perché
tu ne sia la Madre e lo Spirito d’amore ti copre con la sua ombra. A te vengono i Tre; è tutto il
cielo che s’apre e s’abbassa a te. Adoro il mistero di questo Dio che s’incarna in te. • Vergine Madre. O Madre del Verbo dimmi il tuo mistero dopo l’incarnazione del Signore,
come passasti sulla terra tutta sepolta nell’adorazione. Custodiscimi sempre in un abbraccio divino.
Che io porti in me l’impronta di questo Dio amore. (Santa Elisabetta della Trinità)
• O Maria, Vergine potente, tu grande e illustre difesa della Chiesa, tu aiuto mirabile dei
cristiani, tu terribile come esercito schierato a battaglia, tu che hai distrutto da sola tutti gli errori
del mondo, tu nelle angustie, nelle lotte, nelle necessità difendici dal nemico e nell’ora della
morte accoglici nei guadi eterni . ( S. G. Bosco )
• Al tuo cuore immacolato, o Maria, raccomandiamo l’intero genere umano, allontana da esso i flagelli provocati dal peccato, dona al mondo intero la vera pace, fondata nella verità, n ella
giustizia, nella libertà e nell’amore. E fa che la Chiesa tutta possa sempre elevare al Dio delle misericordie l’inno della lode e del ringraziamento, l’inno della gioia e dell’esultanza, perché
grandi cose ha operato il Signore per mezzo tuo, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.
(Paolo VI )
• Benedetta Madre di Dio, aprici la porta della tua benevolenza. Non resti delusa la nostra
fiducia, che spera in te; liberaci dalle nostre avversità. Sei tu la salvezza del genere umano. E` così
grande il numero dei miei peccati, o Madre di Dio! Ricorro a te, o immacolata, in cerca di
salvezza. Consola l`anima mia desolata e chiedi a tuo Figlio, nostro Dio, che mi conceda il
perdono dei miei peccati, o sola immacolata, sola benedetta! Ripongo in te tutta la mia speranza, o
madre della luce; accoglimi sotto la tua protezione. (Cosma il Melode, Carmen pro magna feria
quinta, n. 1899)
• Dio onnipotente ed eterno, che hai donato a Maria la grazia di essere l`unica, tra i figli di
Adamo, preservata da ogni macchia, lavaci dalle nostre colpe e fa` che possiamo offrirti una vita
immacolata. (Messale Ambrosiano, Milano 1976)
• Ave, Maria, piena di grazia, Madre del Redentore. Madre di Cristo e Madre della Chiesa!
Ti accogliamo nel nostro cuore come eredità preziosa che Gesù ci affidò sulla croce. E quali
discepoli del tuo Figlio ci affidiamo senza riserve alla tua sollecitudine, perché sei la Madre del
Redentore e Madre dei Redenti. ( Giovanni Paolo II )
• Vergine Madre, figlia del tuo Figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’eterno
consiglio., tu sei colei che l’umana natura nobilitasti sì che il suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l’amore per lo cui caldo nell’eterna pace così è germinato
questo fiore. Qui sei a noi meridiana face di caridate, e giuso, intra i mortali, sei di speranza
fontana vivace. Donna, sei tanto grande e tanto vali, che chi vuol grazia e a te non ricorre, sua disianza vuol volar sanz’ali. La tua benignità non pur soccorre a chi domanda, ma molte fiate
liberamente al dimandar precorre. In te misericordia, in te pietate, in te magnificenza, in te
s’aduna quantunque in creatura è di bontate. ( Dante: Paradiso 33, 1-21)
• Santa Maria. Madre di Dio, conservami un cuore da fanciullo puro e trasparente come
l’acqua sorgiva. Ottienimi un cuore semplice, che non indugi ad assaporare le proprie tristezze.
Un cuore magnanimo nel donarsi, facile alla compassione, un cuore fedele e generoso che non
dimentichi alcun bene, che non serbi rancore per alcun male. Fammi un cuore umile, che ami
senza esigere di essere riamato, felice di sparire in altri cuori, sacrificandosi davanti al tuo Figlio
divino. Un cuore grande e indomabile, che nessuna ingratitudine possa stancare. Un cuore tormentato dalla passione e dalla gloria di Gesù cristo, ferito dal tuo amore, con una piaga che
non rimargini che in cielo. ( L. De Grandmaison )
CONTEMPLAZIONE (=silenziosa accoglienza della Parola di Dio)
AZIONE (=assunzione di impegni concreti)
Chiediamo al Signore, per l’intercessione di Maria, che ci doni la forza di
anteporre a tutto la sua volontà.
Gesù, Figlio di Maria 4 Domenica di Avvento
Anno C
Natale è ormai vicino e la liturgia si
fa tutta mariana. A Maria, Vergine
e Madre, preannunziata dai profeti,
proclamata da Elisabetta, piena di
grazia, amata dal Signore, siamo
invitati ad ispirarci per essere
seguaci del Verbo, fattosi in Lei
uomo per salvarci.
“Benedetta tu fra le donne,
e benedetto il frutto del tuo grembo”
LETTURA (leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)
PRIMA LETTURA MICHEA 5, 1-4
In un momento di umiliazione nazionale, Michea annunzia che a Betlemme nascerà da una
donna un discendente di Davide, che restituirà Israele alla pace e al benessere.
Cosi dice il Signore: «E tu, Betlemme di Èfrata, cosi piccola per essere fra i villaggi di Giuda, da te uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini sono dall'antichità, dai giorni più remoti. Perciò Dio li metterà in potere altrui, fino a quando partorirà colei che deve partorire; e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli d'Israele. Egli si leverà e pascerà con la forza del Signore, con la maestà del nome del Signore, suo Dio. Abiteranno sicuri, perché egli allora sarà grande fino agli estremi confini della terra. Egli stesso sarà la pace!».
SALMO RESPONSORIALE SALMO 79
Invochiamo il Signore perché protegga il suo popolo e intervenga in suo favore.
Rit. Signore, fa' splendere il tuo volto e noi saremo salvi.
Tu, pastore d'Israele, ascolta, seduto sui cherubini, risplendi. Risveglia la tua potenza e vieni a salvarci
Dio degli eserciti, ritorna! Guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato, il figlio dell'uomo che per te hai reso forte.
Sia la tua mano sull'uomo della tua destra, sul figlio dell'uomo che per te hai reso forte. Da te mai più ci allontaneremo, facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome
SECONDA LETTURA EBREI 10, 5-10
Cristo venendo nel mondo per fare la volontà del Padre, si è immolato per i nostri peccati e
ci ha salvati.
Fratelli, entrando nel mondo, Cristo dice: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: "Ecco, io vengo, poiché di me sta scritto nel rotolo del libro , per fare, o Dio, la tua volontà “ ». Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito ne sacrifici ne offerte, ne olocausti ne sacrifici per il peccato», cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: «Ecco, io vengo per fare la tua volontà». Cosi egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre.
VANGELO LUCA 1, 39-48
Elisabetta saluta con slancio Maria e ne loda la fede senza ombre. La Vergine prorompe in
un inno esultante di ringraziamento a Dio che volge il suo sguardo verso gli umili.
In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
MEDITAZIONE ( = meditare con attenzione e ascoltare con amore)
IL FIAT DI MARIA Totale iniziativa di Dio, il venire tra noi del Verbo , fatto uomo come noi in tutto fuorché
nel peccato, e nella nostra povertà. Chiede di essere liberamente accolto. Maria ci
rappresenta e quasi ci sintetizza tutti. Essa è l’immagine e la concretezza dell’attesa
dell’umanità. L'angelo le propone di diventare la madre di Dio, e chiede il suo libero
consenso. La Vergine non pretende un "segno". Domanda semplicemente un chiarimento sul
modo dell'Incarnazione del Verbo. E si abbandona pienamente al disegno di Dio. Già dai
primi albori della consapevolezza e delle responsabilità, essa è appartenuta a Dio. Ma d'ora in
poi la sua “peregrinazione della fede” avanzerà tra tenebre e bagliori, accompagnando e
condividendo il cammino del Figlio che la condurrà sul calvario e poi al cenacolo per essere “madre della chiesa” e poi gloria dell’Assunzione. E’ questa l’immagine del nostro
destino. L’immagine e il sostegno, perché possiamo con Maria giungere alla gloria. Con
Maria e per mezzo di Maria, dal momento che la sua "mediazione materna" persiste accanto a
Cristo risorto e a lui teneramente e risolutamente ci conduce. (Sandro Maggiolini )
NELLO SPIRITO LA FEDE IN CRISTO C’è un intenso riferimento allo Spirito in questo incontro di Maria con Elisabetta.
Entrambe hanno il dono della maternità per intervento divino, Elisabetta secondo le leggi
naturali, Maria in modo straordinario. Maria è "piena di Spirito Santo". E pure il suo bimbo
è "pieno di Spirito Santo fin dal grembo materno" . Ad ognuna di queste persone lo Spirito Santo dona di essere completamente se stesse . Maria, "per opera dello Spirito Santo ha
concepito l'unico Figlio" di Dio. Giovanni, per avere ricevuto lo Spirito Santo è consacrato
profeta come Geremia, al fine di "rendere testimonianza alla luce, perché tutti credano per
mezzo di lui" ( Gv 1, 7 ). Elisabetta, piena di Spirito Santo, riconosce e proclama, per la
prima volta, nella storia cristiana, Maria, "madre del Signore". Maria, Giovanni ed Elisabetta sono in funzione di Cristo. Nella luce dello Spirito Santo, arretrano per far posto
a Cristo, al quale rendono la propria testimonianza credente, prima ancora ch'egli, nascendo,
compaia visibilmente nel mondo. E' lo Spirito Santo che mette ognuno in grado di dire: "
Gesù Cristo è il Signore". ( 1 Cor 12, 3 ). ( M. Masini )
REAGIRE COME ELISABETTA, GIOVANNI, MARIA E’ perché era piena di Spirito Santo che “ Maria partì in fretta” . Questo è solo il primo dei
tanti viaggi di cui sono pieni i due libri di Luca, Vangeli ed Atti. Si è potuto dire che per
Luca la strada è il luogo più importante dove avviene la rivelazione, e questo vale sia per chi
annunzia che per chi riceve l'annunzio: chi è investito dallo Spirito Santo si mette in cammino, e chi è già in cammino è più pronto a capire e ad accogliere il dinamismo acceso
dalla presenza dello Spirito. Che pena quando l'annunzio del Vangelo ci muore dentro,
quando ce ne andiamo in giro dimenticando di avere in cuore una notizia di gioia! Eppure qui
lo Spirito provoca ad andare in fretta, un sussulto del bambino, una esplosione di
benedizione. Questo brano costringe ad un esame di coscienza personale e comunitario. Non
è solo un incontro idillico tra due donne che si trasmettono l'interiore felicità e la trepidazione
che le prende in vista della vicina maternità. Dietro di loro, in prospettiva, appaiono le figure dei loro figli, e Giovanni è già "l'amico dello sposo" ( Gv 3, 29 ). Elisabetta loda sì
Maria, ma il centro della sua benedizione è Gesù, il Signore di cui Maria è la madre. C'è
dunque già qui un riconoscimento del Figlio di Dio, e il benedire è un rendere grazie perché
ci si accorge che la salvezza ha raggiunto tutto il proprio essere. Qui va fatto un serio esame
di coscienza. Perché questo Vangelo, come sempre, va attualizzato: nella propria vita
personale, nella vita della comunità, dentro il modo stesso di celebrare l'Eucaristia. La
comunità eucaristica deve agire alla presenza di Gesù nel suo seno come ha reagito
Elisabetta, Giovanni e Maria. ( Domenico Pezzini )
AVVENTO E MARIA La quarta domenica di Avvento è una liturgia prevalentemente mariana; il mistero
dell'Avvento e quello di Maria sono inscindibili. Maria è segno di Gesù che nascerà, è il
tipo più sublime delle anime che attendono Gesù tanto nel senso della generazione spirituale in sé e negli altri, che in quello dell’accoglimento amoroso di colui che porta gioia
e salvezza. ( V. Raffa )
PREGHIERA (pregare la parola )
O Dio, che hai scelto l’umile figlia d’Israele per farne la tua dimora, dona alla Chiesa una
totale adesione al tuo volere, perché imitando l’obbedienza del Verbo, venuto nel mondo
per servire, esulti con Maria per la sua salvezza e si offra a te in perenne cantico di lode.
(Colletta 2 Avvento C )
Con la gioia dei semplici, come Elisabetta e Maria, ti lodiamo, Signore, ogni giorno con
esultanza nuova. L’esempio di fede di Maria ci spinge a dirti con gli Apostoli: “ Signore,
aumenta la nostra fede”. Abbiamo bisogno, come lei, di condividere questa fede, perché
ogni gioia condivisa moltiplica la felicità. Risveglia la tua potenza, Signore, e vieni a salvarci. Visitaci con la tua salvezza. " O Astro che sorgi, splendore di luce eterna e sole di
giustizia: vieni e illumina chi giace nelle tenebre e nell'ombra della morte". ( B. Caballero)
CONTEMPLAZIONE (silenziosa accoglienza della parola di Dio)
AZIONE ( assunzione di impegni concreti)
Abbandoniamoci sempre, come Maria, al disegno di Di
4 Domenica di Avvento Anno C Vangelo
Luca 1, 39Luca 1, 39Luca 1, 39Luca 1, 39----45454545 La visitazione 39 In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40 Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. 41 Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42 ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu
fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43 A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44 Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45 E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
( Bibbia Cei : versione 2008 )
In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in
fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena
Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo.
Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le
donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio
Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il
bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto
nell`adempimento delle parole del Signore».
( Bibbia Cei : versione 1974)
LETTURA ( = leggere con intelligenza e comprendere con sapienza)
La visita di Maria ad Elisabetta è l’episodio complementare con cui
termina il primo dittico delle due annunciazioni. E collega tra loro i due precedenti episodi,
dato che si incontrano Maria ed Elisabetta, ma anche Gesù e Giovanni. Maria è al centro
di questo episodio. Lei non va da Elisabetta per verificare la verità delle parole dell’angelo,
ma per una corrispondenza pronta ( in fretta ) alle parole dell’angelo, che le ha rivelato il
progetto di Dio. Essa corre là dove questo progetto comincia a realizzarsi per
riconoscere, adorare, cantare. La pietà cristiana vede in questo viaggio il desiderio di aiutare la parente anziana in un momento tanto impegnativo per la sua vita. Sembra che
questa narrazione di Luca sia stata influenzata da 2 Sam 6, 2-11 dove si parla del
trasloco dell’arca dell’alleanza, proprio in una località ( Baala di Giuda ), che è l’attuale
Ain-Karin. In quella circostanza David esclamò: “ Come potrà venire presso di me l’arca
di Dio?”. Ora Maria viene considerata l’arca della nuova Alleanza, che nel suo seno porta il Santo, la Rivelazione di Dio. .
IN QUEI GIORNI (39 ) La partenza avviene subito dopo l’annunciazione. La strada va da Nazaret
ad “una città di Giuda” situata in una regione montuosa, che è delimitata dal Negeb, dal
deserto di Giuda e dal Sefela. Secondo un’antica tradizione la città sorgeva al posto
dell’attuale Ain-Karim a circa 6 chilometri ad ovest di Gerusalemme. La strada che Maria
percorse corrispondeva a tre, quattro giornate di cammino. Maria andò “in fretta”,
prontamente, senza frapporre indugi.
SALUTO’ ELISABETTA ( 40 ) Le notizia storiche e geografiche sono precise ed essenziali. Luca si concentra sui
fatti: un incontro, un saluto, il sussulto di Giovanni, le parole di benedizione di Elisabetta,
l’inno di Maria e la notizia che Elisabetta riceve il dono dello Spirito Santo, che la rende
capace di comprendere e interpretare il significato profondo di quanto sta avvenendo.
BENEDETTA TU ( 42 ) Per ispirazione dello Spirito Elisabetta proclama Maria “benedetta” ( eulogemene )
, per la presenza di un “frutto benedetto” (eulogemenos ); “benedetta” , perché madre
del “Benedetto”, “del mio Signore”.
A CHE DEBBO ( 48 ) Elisabetta parla in maniera analoga a David alla presenza dell’antica arca (2 Sam
6, 2-11 ) e si professa indegna della presenza di Maria novella arca.
IL BAMBINO HA ESULTATO ( 44 ) Elisabetta avverte che il bambino le sussulta in seno; è un piccolo segno che le fa
intuire chi le sta davanti. Lo Spirito poi le fa conoscere e confessare il mistero. Maria è
Madre del Messia; nel suo seno porta il Santo, colui che è fonte di ogni benedizione e
sorgente di gioia messianica. Elisabetta proclama Maria “beata” ( makaria ), per la fede
con la quale ha reagito alla proposta divina, beata perché fedele.
L’ANIMA MIA MAGNIFICA (46 ) Segue, non presente nella pericope liturgica odierna, il Magnificat, che è un
brano di chiara intonazione innica. Maria, quasi dimentica di sé, si rivolge a Dio e lo
saluta come Salvatore. L’opera salvifica di Dio suscita in lei questa espressione di culto
glorificante e giubilante.
L’UMILTA’ DELLA SUA SERVA (47 ) Lei che è umile, si annovera tra i piccoli, i poveri, si proclama “umile”.
MI CHIAMERANNO BEATA (48 ) E’ grande e forte il contrasto tra la considerazione che ha Maria di sé e la
grandezza di Dio, che guarda la profonda umiltà di Maria, intimamente commossa per
il grande dono ricevuto; tra ciò che Maria pensa di sé e ciò che gli altri diranno di lei. …
MEDITAZIONE ( = meditare con attenzione e ascoltare con amore)
ESULTO’ IL FANCIULLO PER LA GIOIA I piú buoni vanno dai meno buoni per procurare loro qualche vantaggio con la loro
venuta. Cosí anche il Salvatore andò da Giovanni, per santificare il suo battesimo, e
Maria, dopo aver udito il messaggio dell`angelo, cioè che stava per concepire il Salvatore e
che la sua cugina Elisabetta era incinta, "si alzò e si recò in fretta alla montagna, ed entrò
nella casa di Elisabetta" (Lc 1,39-40). Gesú, che era nel seno di lei, aveva fretta di santificare Giovanni che si trovava nel grembo della madre. Prima che venisse Maria per
salutare Elisabetta, il fanciullo non «esultò nel seno»; ma non appena Maria ebbe
pronunziata la parola che il Figlio di Dio, nel suo seno, le aveva suggerito, "esultò il
fanciullo per la gioia", e da allora Gesú fece, del suo precursore, un profeta. (Origene, In
Luc., 7, 1-6 )
BENEDETTA TU FRA LE DONNE "Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del ventre tuo. E donde a me la grazia che
venga a me la madre del mio Signore?" (Lc 1,42-43). Dicendo: «Donde a me la grazia?»,
non mostra affatto di ignorare donde viene tale grazia, quasi che Elisabetta, ricolma di
Spirito Santo, non sappia che la madre del Signore è venuta da lei obbedendo alla
volontà di Dio, ma vuol dire: Che cosa ho fatto di buono? Quali grandi opere ho compiuto
per cui la madre del Signore giunga fino a me? Per quale giustizia, per quali buone azioni,
per quale fedeltà interiore ho meritato che la madre del mio Signore venga fino a me?
"Ecco, appena il tuo saluto è giunto alle mie orecchie, il fanciullo ha trasalito di gioia nel
mio seno" (Lc 1,44). L`anima del beato Giovanni era santa: ancora chiuso nel seno di sua
madre e sul punto di venire al mondo, conosceva colui che Israele ignorava; per questo
esultò, e non soltanto esultò, ma esultò nella gioia. Aveva compreso che il Signore era
venuto per santificare il suo servitore, ancor prima che nascesse dal ventre materno.
(Origene, In Luc., 7, 1-6)
MARIA PARTI IN FRETTA "In quei giorni Maria si alzò e partí in fretta per la montagna verso una città della Giudea
ed entrò nella casa di Zaccaria e salutò Elisabetta" (Lc 1,39-40). E` di regola che tutti
coloro che vogliono essere creduti, forniscano le prove. Cosí l`angelo che annunziava i
misteri, per indurre a credere Maria con un esempio, aveva annunziato a lei, che era
vergine, la maternità di una donna anziana e sterile, mostrando cosí che Dio può tutto ciò
che vuole. Appena Maria ebbe appreso questa notizia, non certo per mancanza di fede nella
profezia, né per incertezza sulla veridicità dell`annunzio, e neppure perché avesse dei dubbi
su quel precedente che l`angelo le aveva riferito, ma lieta e sollecita per il compimento di un dovere, partí, frettolosa, alla volta della montagna. Ormai ricolma di Dio, dove poteva
andare in fretta se non in alto? La grazia dello Spirito Santo non conosce lunghi indugi.
(Ambrogio, In Luc., 2, 19.22 s.26 s.)
ELISABETTA E GIOVANNI PERCEPISCONO L’ARRIVO Immediatamente si manifestano i benefici della venuta di Maria e della presenza del
Signore: infatti, "appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, esultò il bambino nel
seno di lei ed ella fu ricolma di Spirito Santo" (Lc 1,41).Nota la scelta e il significato anche
delle singole parole. Elisabetta udì. per prima la voce, ma Giovanni per primo sentí la
grazia: la donna ha udito secondo l`ordine della natura, Giovanni invece ha trasalito
nell`ambito del mistero; lei ha percepito l`arrivo di Maria, lui l`arrivo del Signore, la
donna l`arrivo della donna, il bambino l`arrivo del bambino. Esse parlano delle grazie ricevute; essi, nel seno delle madri, realizzano la grazia e il mistero della misericordia a
profitto delle madri stesse, le quali, per effetto di un duplice miracolo, profetizzano sotto
l`ispirazione dei figli che recano nel seno. Il figlio ha esultato di gioia, la madre è stata riempita di Spirito Santo. Non la madre è stata ricolmata di Spirito prima del figlio, ma è
stato il figlio che, una volta ricevuto lo Spirito Santo, ne ha riempito la madre. Giovanni ha
esultato e ugualmente ha esultato lo spirito di Maria. Alla esultanza di Giovanni, Elisabetta
è ricolma di Spirito Santo; quanto a Maria, apprendiamo che essa non è stata colmata ora dello Spirito Santo, ma che ora il suo spirito ha esultato -colui che è
incomprensibile, opera in modo incomprensibile nella madre. Elisabetta è ricolma dello
Spirito Santo dopo la concezione, mentre Maria ne è stata colmata prima della concezione. (Ambrogio, In Luc., 2, 19.22 s.26 s.)
IL SIGNORE MAGNIFICATO IN NOI Ogni anima, dunque, che sa esser cosí, magnifica il Signore, come l`anima di Maria l`ha
magnificato e il suo spirito ha esultato in Dio salvatore. Il Signore è infatti magnificato,
come tu hai letto altrove: "Magnificate il Signore con me" (Sal 33,4). E non nel senso che
la parola umana possa aggiungere qualcosa alla grandezza del Signore, ma nel senso
che egli viene magnificato in noi: infatti l`immagine "di Dio è Cristo" (2Cor 4,4;
Col 1,15), e quindi l`anima che compie opere giuste e pie magnifica questa immagine di
Dio, a somiglianza della quale è stata creata. E magnificandola si sublima, e sembra
riprodurre in sé quella immagine con lo splendore delle buone opere e l`emulazione della
virtù. Cosi l`anima di Maria magnifica il Signore e il suo spirito esulta in Dio: fedele al
Padre e al Figlio, venera di religioso amore il Dio unico da cui derivano tutte le cose, e
l`unico Signore per mezzo del quale tutte le cose sono state fatte (cf. 1Cor 8,6). (Ambrogio,
In Luc., 2, 19.22..26 ...)
ELISABETTA RIPIENA DI SPIRITO SANTO Dopo aver ascoltato queste cose, la Vergine si recò, alla casetta di Zaccaria, e trovata
Elisabetta incinta, la salutò, e il bambino all`interno rispose. Per le orecchie della madre il
saluto pervenne a quelle del feto, e poiché per i limiti di natura Giovanni non poteva usare
la lingua, parlò in modo che la propria madre attraverso i suoi salti rispondesse con
proprie parole alla madre del Salvatore. Infatti Elisabetta non potendo piú trattenere il
sussultare del figlio, ripiena di Spirito Santo, esclamò dicendo: "Benedetta tu fra le donne,
e benedetto il frutto del ventre tuo"! (Lc 1,42). Tu, disse, benedetta che dissolvi la
maledizione. Tu benedetta, che rechi il dono della sapienza. Tu benedetta, che porti
nell`utero colui che ha passeggiato nel paradiso. Tu benedetta, il cui ventre è divenuto
tempio santo. "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del ventre tuo!", dal quale sarà
vinto il nemico, dal tempo in cui Adamo mangiò. Frutto benedetto, che è divenuto alimento
e vestito del mondo. (Antipatro di Bostra, De S. Ioanne, 12)
MARIA HA CONCEPITO GESU Elisabetta concepí un uomo, Maria un uomo: Elisabetta madre di Giovanni, Maria madre di
Cristo: ma Elisabetta soltanto un uomo, Maria Dio e l`uomo. E` meraviglioso come mai
una creatura abbia potuto concepire il Creatore. Cosa richiede maggiore intelligenza, fratelli
miei, che egli abbia assunto la carne dalla sola madre, o l`aver creato il primo uomo senza
padre e senza madre? Quel primo uomo determinò la nostra caduta quando la donna, ad
opera della quale siamo morti, accolse nel cuore i veleni de; serpente. Infatti il serpente la
convinse di peccato, e persuadendola fu ammesso il male. Se cosí quindi avvenne la nostra
prima caduta, allorché la donna accolse nel cuore i veleni del serpente, non desti
meraviglia che la nostra salvezza si sia operata allorché la Donna ha concepito nel suo grembo la carne dell`Onnipotente. Entrambi i sessi erano caduti, entrambi dovevano
essere ricostituiti. Per la donna eravamo entrati nella morte, per la Donna ci è stata resa la
salvezza. (Agostino, Sermo 289, 2)
UMILTA GRANDE Onde disse: "A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?" (Lc 1,43). Umiltà grande, fratelli miei! La madre del Salvatore si recò dalla madre del Precursore. Giovanni
salutava Cristo, ed entrambi non apparivano nella carne. Infatti Cristo era ospite del grembo
di Maria, Giovanni era portato dal seno di Elisabetta. Alla fine, la stessa voce profetica,
dalla persona di Cristo vaticinò, dicendo: "Prima di formarti nel grembo, ti conoscevo,
prima che uscissi dal ventre, ti avevo santificato; ti ho stabilito profeta delle nazioni" (Ger
1,5). Beate sono siffatte madri che son divenute genitrici di santi! E sempre beate
saranno quelle madri che meritarono di esser dette tali! Riconosciamo pertanto le nascite di
entrambi e distinguiamo le mirabili generazioni dei due: uno da sterile, l`altro da vergine: la
sterilità fu tramutata in fecondità, la verginità rimase dopo la fecondità: la sterile generò il
Precursore, la Vergine generò il Giudice. Elisabetta generò Giovanni il battezzatore, Maria partorí Cristo Salvatore. (Pseudo-Agostino, Sermo Mai 45, 2 s.)
FEDE DI MARIA La scena della visitazione è costruita da Luca sulla base dei cantici pronunziati dalle due madri, da Elisabetta e da Maria sulle cui labbra è posto il ben più famoso Magnificat. L'incontro tra le due madri e i loro bambini non ancora nati, permette a Luca di delineare
quell'atmosfera di gioia che caratterizza l'intero suo Vangelo; una gioia che nasce dall'incontro con il Signore. Di Maria, in particolare, non viene esaltata tanto la
maternità quanto piuttosto la fede: «Beata colei che ha creduto». Il Magnificat, modellato da Luca sulla base di 1 Sam 2 (il cantico di Anna), è un vero e proprio inno liturgico; nella prima parte proclama la gioia di chi ha scoperto ciò che ha compiuto
in lei la misericordia del Signore; poi passa a cantare, attraverso sette verbi all'aoristo
(tempo che in greco indica qualcosa di avvenuto in un tempo preciso) la salvezza davvero
rivoluzionaria che il Signore ha operato nel mondo a favore dei poveri. Il Magnificat non canta ciò che ancora deve accadere, ma quel che nella nascita di Gesù già si è realizzato. ( L. Mazzinghi )
PIENA DI SPIRITO SANTO SI METTE IN CAMMINO L'evangelo della Visitazione è preceduto dalla pagina che mette Maria a colloquio con
l'angelo dell'Annunciazione. E’ perché era piena di Spirito Santo che «Maria partì in fretta». Questo è solo il primo dei tanti viaggi di cui sono ricchi i due libri di Luca,
Vangelo e Atti. Si è potuto dire che per Luca la strada è il luogo più importante dove
avviene la rivelazione, e questo vale sia per chi annuncia che per chi riceve
l'annuncio: chi è investito dallo Spirito si mette in cammino, e chi è già in cammino è più
pronto a capire e ad accogliere il dinamismo acceso dalla presenza dello Spirito.
(F.Mosconi )
PRAENNUNZIO DI SALVEZZA Che pena quando l'annuncio dell'evangelo ci muore dentro, quando ce ne andiamo in giro
dimenticando di avere in cuore una notizia di gioia! Eppure qui lo Spirito provoca un
andare in fretta, un sussulto del bambino, una esplosione di benedizioni. Questo brano costringe a un esame di coscienza personale e comunitario. Non è solo un incontro
idillico tra due donne che si trasmettono l'interiore felicità e la trepidazione che le prende in
vista della vicina maternità. Dietro di loro, in prospettiva, appaiono le figure dei loro figli e Giovanni è già «l'amico dello sposo, che è presente e lo ascolta, ed esulta di gioia alla
voce dello sposo» (Gv 3,29). Elisabetta loda Maria, ma il centro della sua benedizione è Gesù, il Signore di cui Maria è la madre. C'è dunque già qui un riconoscimento del Figlio
di Dio, e il benedire è un rendere grazie perché ci si accorge che la salvezza ha raggiunto tutto il proprio essere. ( Franco Mosconi )
MOTIVO DI SPERANZA L'incontro delle due madri e il linguaggio così naturale con il quale l'evangelista narra la
scena e riferisce la loro gestazione, ci pone di fronte alla realtà umana, si potrebbe dire
quasi fisiologica, del Messia che Michea aveva annunciato con tanta nobiltà di parole e di
accenti maestosi. Quest'aspetto dell'incarnazione di Dio, questa umiltà che
contraddistingue il suo agire più autentico nelle vicende umane, è un grande motivo di speranza. Tutto, in questo racconto, è avvolto da una calda e intima gioia sponsale: le due
donne sanno quanto è grande in loro l'intervento divino, ma soprattutto sanno di nutrire in grembo una vita che è preziosa, per loro, certo, quanto è sempre prezioso un figlio per la
madre che lo porta, ma preziosa in un modo più arcano, più carico di destino per tutto il
popolo. Scaturiscono di qui la gioia, la lode, ma sopra ogni altra cosa l'accoglienza più
totale. ( Domenico Pezzini )
AVVENTO E MARIA La quarta domenica di Avvento è una liturgia prevalentemente mariana; il mistero dell’Avvento e quello di Maria sono inscindibili. Maria è il segno di Gesù che nascerà, è
il tipo più sublime delle anime che attendono Gesù tanto nel senso della generazione
spirituale in sé e negli altri, che in quello dell’accoglimento amoroso di colui che porta
gioia e salvezza. L’avvento liturgico, con la sua azione sacramentale, percorre,annunzia
e porta il Cristo e la sua salvezza. Per entrare più profondamente nello spirito di questi
giorni, dobbiamo accendere in noi l’entusiasmo religioso e l’amore fervido, pieno di dolce
speranza , che aveva Maria. Dobbiamo ricopiare la sua fede piena, per la quale credette
alla realizzazione dei piani eterni di lei. Questa fede nei disegni divini in noi deve animare
il nostro Avvento. ( V. Raffa)
INTERROGATIVI Il Natale è vicino: Cristo viene ad instaurare un regno di pace, di giustizia e di amore.
Questo pensiero suscita in noi una santa letizia, o ci lascia invece indifferenti? Siamo
pronti a collaborare alla diffusione del Regno di Dio, offrendoci ad esempio di Cristo ( “
Padre, eccomi, sono pronto per fare la tua volontà” )? Durante il tempo di Avvento ci
siamo sforzati di vivere in uno stato di raccoglimento e di preghiera, per prepararci alla
venuta del Salvatore? ( C. Berthés )…
PREGHIERA (=pregare la parola)
• Dio nostro Padre, tu vuoi nella nostra notte far brillare nel tuo Figlio la stella della
speranza. Infondi in noi la fede profonda della vergine Maria e di Elisabetta; ispiraci la loro
generosità di cuore nel conformarci alla tua parola e divenire nel mondo i messaggeri della gioia
che tu ci porti in Gesù Cristo, tuo Figlio, che vive e regna con te e lo Spirito Santo nei secoli dei
secoli. ( Ch. Berthes )
• O Dio, che hai scelto l’umile figlia d’Israele per farne la tua dimora, dona alla Chiesa una
totale adesione al tuo volere, perché imitando l’obbedienza del Verbo, venuto nel mondo per
servire, esulti con Maria per la sua salvezza e si offra a te in perenne cantico di lode. (Colletta 2
Avvento C )
• Cristo, che hai scelto i piccoli per rivelare al mondo il tuo amore, educaci alla vera umiltà
del cuore di cui Maria è segno vivo per noi.
• Cristo, buon pastore, che guidi gli uomini ai pascoli eterni del Regno per renderli sicuri
nelle difficoltà della storia, donaci di gustare la fedeltà del Padre.
• Cristo, che non hai offerto sacrifici, ma te stesso come oblazione al Padre, compiendone la
volontà, aiutaci a comprendere che solo nel “sì” quotidiano al suo progetto di salvezza rendiamo
la nostra vita una lode al suo nome.
• Cristo, che nella tua oblazione ci hai collocati nella comunione di vita con te e con il Padre,
immetti in noi il coraggio di rinunciare ad ogni forma di avere per essere una pura eucaristia in
cui godere della nostra vera identità.
• Cristo, che in Maria ci doni l'immagine dei poveri che vivono del tuo Regno e si pongono
in radicale sequela del tuo volto, aiutaci a camminare con lei nelle vicissitudini della vita per
essere tuoi veri discepoli.
• Cristo, che in Elisabetta ci offri la donna piena di meraviglie e di ammirazione che
proclama il mistero della tua presenza nel mondo, riempi di stupore la nostra vita mediante la
dimenticanza di noi stessi e la piena apertura al tuo mistero.
• O Padre, nello stupore di Maria ed Elisabetta possiamo accedere a contemplare il
mistero del tuo amore in Cristo Gesù. Attiraci sempre più nel suo cuore perché sappiamo
magnifìcare il tuo amore rivivendo nello Spirito il suo «sì» e così gustare l'esultanza della vera
liberazione, che da te procede e che nella lode del tuo nome ha la sua verità e la sua pienezza.
(Preghiere di A. Donghi )
• Con la gioia dei semplici, come Elisabetta e Maria, ti lodiamo, Signore, ogni giorno con
esultanza nuova. L'esempio di fede di Maria ci spinge a dirti con gli apostoli: Signore, aumenta la nostra fede. Abbiamo bisogno, come lei, di condividere questa fede, perché ogni gioia condivisa
moltiplica la felicità. Risveglia la tua potenza, Signore, e vieni a salvarci. Visitaci con la tua salvezza, « O Astro che sorgi, splendore di luce eterna e sole di giustizia: vieni, e illumina chi
giace nelle tenebre e nell'ombra della morte». (B. Caballero )
• Che si incontrino tutte le madri con te, divina Madre, e tutti i fanciulli sussultino di gioia
già dai loro grembi, e sia ogni bimbo felice di nascere perché è stato concepito un uomo nuovo:
l'uomo-Dio, Gesù Cristo, il frutto più benedetto di tutta l'umanità. ( D. Maria Turoldo )
• Tu, pastore d'Israele, ascolta, assiso sui cherubini rifulgi. Risveglia la tua potenza e vieni
in nostro soccorso. Dio degli eserciti, volgiti, guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna,
proteggi il ceppo che la tua destra ha piantato, il germoglio che ti sei coltivato. Sia la tua mano sull'uomo della tua destra, sul figlio dell'uomo che per te hai reso forte. Da te più non ci allontaneremo, ci farai, vivere e invocheremo il tuo nome. (Dal salmo 79 )
• Signore Gesù, che hai vissuto spesso su una strada, sai bene quanto noi amiamo invece il
conforto e la quiete della casa. Donaci lo slancio di Maria, per correre con cuore agile verso chi ha bisogno.
• Signore Gesù, che al tuo primo apparire hai diffuso il giubilo e l'esultanza, tu sai che
possiamo essere vittime della tristezza e perfino della noia. Donaci la gioia di Maria e di Elisabetta, perché sappiamo essere gli uni per gli altri fonte di conforto e di fervore.
• Signore Gesù, che spesso hai condiviso con la gente l'atmosfera festosa della mensa,
attraversa con il tuo Spirito le nostre eucaristie, perché siano sempre un incontro tra fratelli che
si cercano, si aspettano, e sono contenti di stare insieme a cantare le tue meraviglie. ( Preghiere di
A. Donghi )
• La pena che la terra sopportava a causa del peccato si è cambiata nel canto che germoglia
esultante, pronunciato dalle labbra di Maria. Il « sì » delle promesse è arrivato, l'alleanza si compie, poderosa: il Verbo eterno scende dai cieli, si sposa con la nostra debole carne. O mistero che solo la fede raggiunge! Maria è nuovo tempio della gloria, rugiada mattutina, nuvola che
passa, luce nuova nella sua presenza misteriosa. A Dio sia eternamente la gloria, e all'amato Figlio suo, Gesù Cristo, colui che volle nascere per noi, per darci il suo Spirito divino. Amen. (Liturgia
delle ore)
• O vero tesoro di vita e canale perenne della divina grazia, Maria santissima, per le tue
ineffabili virtù piacesti a Dio più di tutte le anime sante insieme. Per quell'ammirabile distacco, o
Maria, quando, compiuto il tempo della tua carità verso la bisognosa Elisabetta, tornasti subito a
Nazaret, ottienici di vivere con distacco dalle cose del mondo, affinchè il nostro cuore tenda
veramente a Dio, dal quale proviene la nostra pace in vita e la beatitudine in Ciclo. O Maria,
poiché tutto puoi presso il Signore, siamo sicuri di ottenere dal tuo divin Figlio, con il favore della
tua potentissima intercessione, tutte le grazie che ci sono necessarie per servire fedelmente a Dio,
qui in terra, per goderlo poi con te in Paradiso in eterno.
CONTEMPLAZIONE (=silenziosa accoglienza della Parola di Dio)
AZIONE (=assunzione di impegni concreti)
Abbandoniamoci sempre, come Maria, al disegno di Dio.