protesta per il nuovo ospedale - ordine dei farmacisti della … novembre.pdf · lettera aperta al...
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Protesta per il nuovo ospedale SCHIO. Apparsi nella notte alcuni striscioni, per richiamare l'attenzione sulla protesta popolare in occasione dell'inaugurazione dell'ospedale di Santorso, prevista domani. Ieri è stato diffuso anche un comunicato che annuncia un presidio, alle 11.30, organizzato dall'Usti. E.CU.
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SANTORSO
Neuroscienziati si confrontano all'OasiRossi Neuroscienziati internazionali a confronto, con 150 ospiti fino a sabato nell'Oasi Rossi su invito del Centro studi di riabilitazione neurocognitiva di Villa Miari, struttura dell'Ulss4. Relatori Derdre Gentner, direttrice del programma di Scienze cognitive dell'Università Northwestern (Usa) e Alain Berthoz professore di Scienze della percezione e dell' azione del College de France. Presenti Maurizio Iacono dell' Università di Pisa e Giovanni Madonna, psicoterapeuta. S.P.
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APPUNTAMENTI/1
Incontro su salute e attività fisica Serata sul nordic walking, domani, alle 20.30, nella sala riunioni dell'ex ospedale Boldri-ni di Thiene.
L'iniziativa fa parte del progetto "Salute e movimento" ed è promossa dall'associazione culturale "Lo Specchio", in collaborazione con l'Ulss 4 Alto Vicentino.
Condurranno l'incontro Barbara Pastori e Michele Zane, due istruttori della scuola italiana di Nordic Walking. L'ingresso all'appuntamento è libero. «M.P.
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SANITÀ. L'Ulss 4 ha avviato un ciclo di corsi tenuti da due psicologhe all'ex ospedale Boldrini
Memoria, ecco come salvarla Iniziativa dell'azienda sanitaria rivolta agli over 65. Un modo per prevenire la demenza e la disabilità
Una palestra per la memoria. L'ha attivata lTJlss 4 all'ex ospedale Boldrini, dove fino aliatine dell'anno si terranno tre corsi di stimolazione cognitiva pensati per migliorare la qualità della vita degli over 65.
Spesso, infatti, all'aumentare della speranza di vita non corrisponde un effettivo miglioramento della sua qualità, ma anzi può verificarsi un in
cremento della demenza e della disabilità.
Da qui la decisione dell'Ulss 4 di promuovere un ciclo di corsi tenuti dalle psicologhe Michela Pozza e Paola Anzolin del Servizio di neuropsicologia e psicologia clinica, cui stanno partecipando 25 persone.
«La riabilitazione cognitiva -spiega Flora Dal Sasso, dirigente del Servizio - ha lo scopo non solo di aiutare le persone nello svolgimento delle attività quotidiane, ma anche di consentire loro una serena partecipazione alla vita socia
le, spesso compromessa da depressione, perdita di autostima, senso di insicurezza e di incapacità». Visto il buon numero delle
adesioni, sono già allo studio altri corsi che partiranno all' inizio del 2014. La partecipazione, con ricetta del medico di famiglia, è soggetta al pagamento di un ticket, fatti salvi i casi di esenzione. Per contatti e informazioni è possibile rivolgersi al servizio di psicologia clinica e neuropsicologia all'ex ospedale Boldrini (0445/388691). «A.D.I.
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L'ex ospedale Boldrini
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Lettera aperta al presidente della Regione.
Gentile governatore Zaia, con la inaugurazione dell'ospedale unico dell'Alto Vicentino a Santorso, sia gli operatori Sanitari che i cittadini della comunità, hanno l'opportunità di conoscere dalla sua viva voce le implicazioni e le ricadute che l'ospedale di Santorso ha avuto fino ad ora e quali saranno nel prossimo futuro le conseguenze per la popolazione, in termini di servizi ospedalieri ( luogo delle cure in degenza breve) e di attività di prevenzione e presa in cura dei malati nel territorio ( luogo della continuità delle cure).
Siamo certi che le argomentazioni che lei ci porterà saranno improntate all'ottimismo e alla cautela nello stesso tempo, in considerazione dei tempi di crisi dell'economia generale e di crisi della politica. Informarci sullo stato dell'arte della Sanità Veneta e sul grado di efficienza che i servizi hanno conseguito nel periodo del suo mandato di Governatore sembra quanto mai opportuno, in considerazione delle molte scelte scellerate che purtroppo hanno accompagnato la Sanità nazionale e regionale con l'aumento dei ticket, l'allungamento delle liste d'attesa, il prevalere della medicina difensivistica con l'aumento dei contenziosi legali e la tan-
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«Andare oltre la medicina difensivistica»
gentopoli medica che non è mai finita.
Le va dato atto di avere dichiarato la volontà di rinegoziare il progetto di finanziamento (project financing) restituendo all'Alto Vicentino 4/ 5 milioni di euro ogni anno da riutilizzare nel sistema dei servizi. Allo stesso modo è stato at
tento e coraggioso nel proporre l'abbattimento parziale delle liste d'attesa con la introduzione delle visite specialistiche e degli esami diagnostici nelle ore notturne e nei giorni festivi.
Tanto le viene riconosciuto perché non venga sottovaluto che dei 111,3 miliardi di euro l'anno erogati dal Servizio Sanitario Nazionale, ben 6 miliardi sono soggetti a sprechi di vario tipo. In questa storia i reati si sono mescolati alla inefficienza sfruttando i buchi di una burocrazia ingolfata e poco trasparente che ha messo in evidenza il rischio a cui sono sottoposti i 34 miliardi di euro che ogni anno sono destinati agli appalti per le forniture ospedaliere.
Ciò detto le pongo alcune domande che interessano la nostra Regione.
Ritiene che siano ancora necessarie le tante Aziende Ulss del nostro territorio Regionale o che non sia il caso, prima della fine di questa legislatura regionale, accorparne alcune
generando un cospicuo risparmio di risorse?
Quando pensa di rinegoziare il project financing utilizzato per la costruzione dell' Ospedale di Santorso e dell'Ospedale Dell'Angelo di Mestre? Ha in serbo la volontà di realizzare l'Ospedale di Padova utilizzando ancora questo strumento che si è rilevato inefficace per le risorse pubbliche? Cosa intende fare per abbattere il livello di stress a cui sono sottoposti tutti gli operatori della Sanità negli ospedali e nel territorio con gravi ricadute sulla
relazione con i malati? Può affermare pubblicamente che la Sanità Veneta è dei veneti e che ogni comunità può ritenersi orgogliosa di sapere di avere contribuito alla creazione del proprio Ospedale?
In considerazione del fatto che ci facciamo vanto e legittimamente delle nostre risorse scientifiche e delle attrezzature d'avanguardia presenti nei negli Ospedali della nostra Regione, è consentito potere affermare che è necessario un salto di qualità nella direzione di una maggiore capacità di utilizzare le proprie risorse di umanità e relazionali per andare oltre la "medicina difensivistica" che genera contenziosi legali e conflitti? Giuseppe Cicciù Tribunali per i Diritti del Malato del Veneto
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MONTECCHIO. Al termine dei lavori il passaggio dal comando dell'Arma da stazione a tenenza
Caserma Ce, esecutivo pronto La prima pietra in primavera
La Giunta comunale vota l'ultimo passaggio dell'iter progettuale per l'opera che costerà 5 milioni di euro
Antonella Fadda
Tenenza dei carabinieri, la posa della prima pietra sarà in primavera. La Giunta castellana ha approvato pochi giorni fa il progetto esecutivo, l'ultima fase dell'iter progettuale, che prevede la ristrutturazione dell'edificio e l'ampliamento dell'attuale caserma di via Salvo D'Acquisto. Il prospetto, infatti, programma che l'opera, il cui costo totale ammonta a 5 milioni di euro, venga divisa in due fasi distinte ma complementari.
La prima, che partirà fra qualche mese e sarà funzionale per l'elevazione da caserma a tenenza, si occuperà quindi del restyling e dell'allargamento dello stabile per fare posto ai nuovi uffici, ai servizi e a una palazzina con quattro alloggi per i militari per una spesa che ammonta a 3 milioni e 700 mila euro. Lo stanziamento comunale ha potuto contare su un finanziamento di 500 mila proveniente dalla Regione. La successiva fase, inserita nel piano triennale delle opere pubbliche, si occuperà dell' edificazione di una seconda palazzina, il cui costo previsto
Progetto definitivo per la ristrutturazione della caserma, ARCHIVIO
è di un milione e 300 mila euro, destinata sempre ad alloggi di servizio. Ad occuparsi della fase opera
tiva sarà l'Ater di Vicenza, l'Azienda territoriale dell'edilizia residenziale, con la quale a maggio il Comune castellano ha firmato una convenzione. Spetterà quindi all'Ater, nelle prossime settimane, occuparsi dell'affidamento dell'appalto ad una ditta tramite un'asta pubblica.
Con l'elevazione a tenenza aumenterà anche il numero dei militari in servizio in città. Dagli attuali tredici dovrebbe esserprevistalapresenzadi altri sette carabinieri.
L'iter per la tenenza era iniziato, con un primo progetto provvisorio, nel 2008. Ma per poter arrivare ad un progetto esecutivo l'Amministrazione comunale castellana ha dovuto ottenere, come è di prassi e trattandosi di un edificio militare, diverse autorizzazioni che hanno incluso il comando della Legione arabinieri Veneto, di vigili del fuoco, Ulss 5 "Ovest Vicentino", Arpav e altri ordini tecnici.
Durante i lavori l'attuale comando verrà temporaneamente trasferito nella vecchia stazione dell'Arma di corso Matteotti. •
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SANITÀ. Il servizio tecnologico sarà trasferito al San Lorenzo. Rimane strategica la collaborazione con lUlss 6 di Vicenza
Centro dialisi da un milione I lavori dovrebbero iniziare a primavera e terminare entro la fine del prossimo anno Potrà accogliere 40 pazienti
Franco Pepe
Ormai è quasi tutto pronto. Nel 2014 il San Lorenzo avrà un centro dialisi tecnologico tra i più avanzati del Veneto. La struttura lascerà definitivamente i locali ormai fatiscenti del vecchio ospedale e troverà un assetto moderno all'interno del San Lorenzo. Sarà tutto nuovo: ambienti, impianti, attrezzature. Il progetto è dell'architetto Vittorino Parise di Schio con la consulenza del primario di nefrologia del San Bortolo prof. Claudio Ronco, responsabile del centro dialisi sulla base di un ormai storico e collaudato dipartimento interaziendale, il primo in assoluto nel Veneto e in Italia, che lega l'Ulss 6 e l'Ulss 5 sull'asse Vicenza-Valdagno.
Un rapporto solido e funzionale che, fra l'altro, in queste settimane ha richiamato anche l'interesse della Società italiana di nefrologia. Infatti, da Roma hanno scritto a Ronco per conoscere i termini della collaborazione fra le due Ulss, in quanto a livello nazionale c'è l'intento di ripercorrere oer altri centri lo stesso model
lo organizzativo e assistenziale. I lavori interesseranno un'area di 660 metri quadrati. Il costo finale sarà di 1 milione 180 mila euro, ma la copertura è già garantita dalla vendita di un lotto della Campagna Fe-stari e da un mutuo autorizzato dalla Regione. In questo momento l'Ulss è in attesa del parere dei Vigili del Fuoco che dovrebbe arrivare entro la metà di dicembre. La pratica verrà poi trasmessa alla Crite, la Commissione regionale che approva progetti e finanziamenti, per un ok finale del tutto scontato. I lavori dovrebbero iniziare fra febbraio e marzo, e concludersi per latine del prossimo anno.
Era il 10 marzo del 1986 quando l'allora Ulss 34 chiedeva ai medici di Vicenza di aprire, dopo quello di Arzignano, un altro centro di emodialisi extracorporea a Valdagno per ospitare i pazienti del bacino da Ca-stelgomberto e Trissino fino a Recoaro. Nel 2011 la decisione di rifare ex novo la struttura, e ora l'idea, grazie alla sinergia fra lo stesso Ronco, il dg Giuseppe Cenci e il sindaco Alberto Neri, si trasforma in realtà
addirittura avveniristica. Il nuovo centro ospiterà 40
pazienti con una piastra innovativa disegnata secondo la stessa architettura del centro madre di Vicenza. «Ci saranno - spiega Ronco - dieci letti con bilancia elettronica e dieci reni artificiali di ultima generazione con sistemi intelligenti di retroazione basata su segnali che provengono dal paziente e dall'apparecchiatura. I dati - aggiunge - verranno immagazzinati in un database che, attraverso un sistema integrato di telemedicina all' avanguardia, consente divedere in tempo reale la seduta dialitica e i parametri di ogni paziente». Insomma standard di alta qualità. «Del resto - dice Ronco - una struttura del genere è indispensabile per il fatto che da studi di genetica applicata fatti a Vicenza è emerso che la malattia renale cronica nell'area della Valle del Chiam-po e nel Recoarese ha una incidenza di quasi il doppio rispetto alla media nazionale per ragioni dovute alla conformazione geografica e alla storia di isolamento di questo territorio».*
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L'esterno dell'ospedale San Lorenzo che ospiterà il centro dialisi II dg. Giuseppe Cenci
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TRISSINO. Oggi nel pomeriggio i funerali
Aperto un fascicolo suUamorte nelbosco del pensionato È stato colto da malore mentre si preparava a rientrare a casa dopo aver raccolto la legna
Il magistrato di turno ha aperto, come di prassi, un fascicolo sulla morte del pensionato Lorenzo Gentilin, di cui oggi pomeriggio si celebreranno alle 15.30, nella chiesa parrocchiale di San Pietro, i funerali. L'uomo di 73 anni è stato trovato privo di vita nel bosco poco distante dalla contrada Maghi in via Piana Cattiva di Mezzo, dove viveva con la moglie Colomba Sasso.
La causa della morte è da imputare ad un arresto cardiocircolatorio. Gentilin prima di andare in pensione lavorava in una conceria di Arzignano. L'altro pomeriggio si era recato a far legna alla guida di una moto coltivatrice con rimorchio. Verso le 16, non vedendolo di ritorno, la moglie ha cominciato ad impensierirsi.
Il cognato Pietro Bulato e la sorella Lusiana Gentilin, che erano arrivati da Lerino, dove risiedono, per trovare i parenti, hanno deciso di andare nel bosco a cercarlo. Sono stati loro a trovare il corpo del congiunto, disteso a terra accanto all'automezzo, ormai privo di vita. Sono risultati inutili tutti
Lorenzo Gentilin, 73 anni. A.C.
i tentativi per rianimarlo, messi in atto dai medici dell'ambulanza del Suem di Arzignano, chiamata dai famigliari: il pensionato non si è più ripreso.
Quando è stato trovato, l'uomo teneva in mano ancora la corda di accensione del motore. E ciò fa ritenere che sia stato colto dal malore fatale nel momento stesso in cui era in procinto di avviare il motore per far ritorno a casa.
I carabinieri della stazione di Trissino hanno informato il pm Golin. La notizia della morte improvvisa del pensionato ha fatto il giro del paese, dove era molto conosciuto, nonostante l'atteggiamento schivo, e apprezzato come un gran lavoratore. «A.C.
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ISTITUZIONALE A.ULSS N. 5 Pag. 9
MAROSTICA "GLI SCANDALI DEL 118" L'incontro nell'ex chiesetta di San Marco a Marostica per la presentazione del libro "Gli scandali del 118" del medico del Suem Rom-mel Jadaan, marosticense di adozione, si terrà giovedì 28 e non oggi come erroneamente indicato. Il libro di Jadaan racconta le sensazioni di chi "è là sul posto", dove tutto può succedere. G.R
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CRONACA A.ULSS VICENTINE Pag. 10
INIZIATIVE. Da oggi con la San Bassiano
Parte "Cammmacittà" a spasso per stare bene L'Associazione oncologica San Bassiano invita i bassane-si a condividere un paio d'ore alla settimana per una passeggiata in sinistra Brenta, otto chilometri che si snodano dal centro storico al fiume fino a Pove. "Camminacittà" prenderà stasera alle 19 da Prato Santa Caterina e verrà rinnovata ogni giovedì sera. L'iniziativa è aperta a tutti. Gli attraversamenti pedonali saranno vigilati dagli alpini di Campese. L'iniziativa, patrocinata dal Comune e dall'Ulss, mira a sensibilizzare i cittadini sull'impor
tanza dell'attività fisica, offrendo un'occasione di incontro e socializzazione.
«Il progresso ha portato afor-me di vita sempre più sedentarie - afferma il dott. Enzo Apol-loni che ha affiancato il direttore generale dell'Ulss Antonio Compostella nella presentazione del progetto - Una moderata attività motoria può contribuire alla prevenzione di patologie vascolari, cardiorespiratorie e muscoloschele-triche, oltre che influire positivamente sui disturbi depressivi». «G.Z.
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CRONACA A.ULSS VICENTINE Pag. 11
VENEZIA
Non si è fatto vedere nessuno. La Regione era stata convocata ieri pomeriggio in prefettura a Venezia, come da legge, per il tentativo "di raffreddamento" rispetto allo stato di agitazione proclamato dalla Fimmg, che rappresenta l'80% circa dei medici di famiglia, contro il nuovo contratto di servizio che dovrebbe portare alla "Medicina di gruppo" la
MEDICI DI FAMIGLIA
LaRegione non va dal prefetto: scontro conlaFimmg mattina e il pomeriggio: per i medici di famiglia Fimmg la Regione non dà le attrezzature necessarie. Ma ieri palazzo Balbi non ha inviato nessuno, e la prefettura ha preso atto della crisi tra le due parti.
«Ci dispiace soprattutto per il mancato rispetto verso il prefetto», commenta il segretario regionale della Fimmg, il vicentino Silvio Regis. «Ora siamo liberi di assumere tutte le iniziative di protesta che pianificheremo». La Fimmg peraltro conferma che «il nostro
obiettivo è non creare disagi ai pazienti, tanto meno in questa stagione di vaccini, ma l'attività amministrativa delle Ulss e della Regione. Abbiamo già ritirato tutti i nostri rappresentanti da commissioni e comitati per l'attuazione delle cure primarie: non partecipiamo più a nulla. Applichiamo solo strettamente il contratto di lavoro nazionale e quello regionale. Il nostro - conclude Regis - è una sorta di sciopero amministrativo ». •
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CRONACA A.ULSS VICENTINE Pag. 12
IL CASO. La drammatica esperienza di un professionista vicentino di 58 anni che da due lotta contro un morbo che non lascia scampo
«Sono malato di Sia e voglio morire» Ha già detto che non accetterà di sottoporsi alla tracheotomia e si lascerà spegnere lentamente Nel Vicentino ci sono 60 pazienti
Franco Pepe
Quando stava bene, solo due anni fa, era un apprezzato dirigente d'azienda. Un uomo dinamico, energico, gran lavoratore, attaccato alla famiglia, piacevole in compagnia. Poi, all'improvviso, l'inatteso, devastante ciclone. La Sia. La sclerosi laterale amiotrofica. Un mostro, sotto forma di malattia, che uccide progressivamente le cellule nervose del cervello e del midollo, inchioda tutti i muscoli, imprigiona dentro il proprio corpo immobile, fino alla paralisi e alla morte, anche se la mente resta lucida fino in fondo. Una malattia inguaribile, di cui si possono soltanto rallentare gli effetti con un farmaco che si chiama Riluzolo. All'inizio non è semplice nep
pure giungere rapidamente a una diagnosi certa, ma poi la condanna è definitiva. Uno spettro gelido, cinico, di cui non si conoscono le cause, che si è portato via anche parecchi calciatori, tanto che qualcuno ha ipotizzato che alla base ci siano agenti tossici, che ad avvelenare i motoneuroni deputati a dare impulsi alla muscolatura possa essere l'erba degli stadi preparata con erbicidi e fertilizzanti chimici.
W Vengono in ospedale per esami di routine Ed è un sollievo per le famiglie ROLANDO NEGRIN PRIMARIO DI PNEUMOLOGIA
Antonio ha 58 anni, abita in un piccolo centro di duemila anime nel cuore dei Colli Beri-ci, e la sua è già una forma di Sia avanzata. Il suo è un destino segnato. Dal momento in cui la malattia esplode, si può vivere al massimo dai 3 ai 5 anni, raramente di più, ed è un'agonia lenta e inesorabile che toglie progressivamente il respiro. Prima si viene ventilati meccanicamente, poi però il respiratore artificiale che co-prelabocca e il naso nonbasta più, e occorre la tracheotomia, un buco nella gola per infilare un tubicino che manda l'ossigeno della bombola direttamente verso i polmoni, 24 ore su 24. Una vita-non vita che pone dinanzi a scelte drammatiche. Antonio ha già detto che non
accetterà mai quel maledetto taglio sulla trachea. Si lascerà morire lentamente. Il primario di pneumologia Rolando Negrin ne ha visti già altri di questi casi. Esperienze che spezzano il cuore ma che obbligano il medico a rispettare la volontà del paziente. In situazioni del genere non si può fare nulla, solo sedare, accompagnare fino all'ultimo, perché la morte sopravvenga dolcemente.
In questo momento il dott.
Negrin segue da vicino e da lontano 5 di questi malati. Uno, un vicentino di 70, è ricoverato nel reparto di pneumo-logiaperchèhabisogno di assistenza strettissima. Gli altri 4 sono nelle loro abitazioni, 2 in città e 2 nella zona di Arzigna-no, assistiti dai famigliari e dai medici dei servizi territoriali che, tre-quattro volte al mese, passano a controllare lo stato del malato. Sono tutti intubati. Hanno detto di sì alla tra-chetomia. Hanno scelto di vivere. Hanno un sondino nello stomaco per l'alimentazione artificiale. Muovono solo gli occhi.
«Vengono periodicamente in ospedale - spiega il dott. Negrin - per una valutazione clinica, per esami di laboratorio. È anche un modo per dare sollievo alle famiglie».
Sono, infatti, proprio le famiglie a dover gestire in prima persona i drammi spesso strazianti di queste persone, senza ricevere aiuti dalle istituzioni, senza che pressoché nessuno pensi ai bisogni dei malati e di chi gli vive accanto, per cui mariti o mogli debbono provvedere a un'assistenza continua ai loro cari, magari dovendo rinunciare al posti di lavoro o indebitandosi per riuscire a garantire alla persona che amano una cura dignitosa.
Proprio per urlare questi diritti nei giorni scorsi è morto a Roma di infarto, sotto le finestre del ministero dell'economia, Raffaele Pennacchio, un medico malato di Sia, dopo giorni di manifestazioni e incontri con il comitato 16 novembre, con l'unico, umanissimo intento di strappare quei fondi che mancano con cui dare un minimo di aiuto a un sociale sempre più dimenticato e tradito, a cominciare dall'assistenza domiciliare alle vittime della spietata sclerosi che congelali corpo, spegne anche le lacrime, e concede solo il pensiero, il cuore muto. •
CRONACA A.ULSS VICENTINE Pag. 13
I numeri
I DATI. In Italia oggi ci sono 3 mila malati di Sia, 800 nuovi casi all'anno. Nel Veneto sono 420 persone, 80 nuovi casi all'anno. Nel Vicentino i malati sono una sessantina. All'ospedale finora nel 2013 ne sono stati ricoverati 14. Tre i nuovi casi. Sette persone vengono seguite nell'ambulatorio integrato diretto al San Bortolo dal responsabile dell'unità semplice di neurofisiologia Luigi Bartolomei, in cui si alternano molti specialisti, fra cui pneumologi, rianimatori, nutrizionisti, psicologi. C'è, poi, il sostegno della sezione vicentina dell'Aisla, l'Associazione nazionale che si occupa di questi pazienti che soffrono ma lottano, guidata dal primario psicologo Adriano Cracco, a disposizione a tempo pieno di malati e famiglie. «L'evoluzione - spiega il primario Negrin - può essere anche rapidissima, da 6 mesi a qualche anno. Se la malattia colpisce il bulbo, il centro del respiro, l'unica possibilità è la tracheotomia. Si può restare intubati anche 5-6 anni. C'è chi è arrivato ad 8. Ma, purtroppo, l'esito è scontato», «F.P.
Stefano Borgonovo è stato un simbolo della lotta alla Sia. ARCHIVIO
CRONACA A.ULSS VICENTINE Pag. 14
Sanità Assente al summit con i medici di base, che preparano lo sciopero
Ambulatori h24, la Regione «snobba» la mediazione del prefetto di Venezia
VENEZIA — Non è andato a buon fine il tentativo di mediazione tra la Regione e i medici di famiglia intrapreso dal prefetto di Venezia, Domenico Curtaia, per far finalmente decollare il progetto degli ambulatori h24, al centro della riforma dell'assistenza territoriale prevista nelle nuove schede ospedaliere. Nessun esponente di Palazzo Balbi si è fatto vivo all'incontro organizzato ieri pomeriggio in prefettura, così al capo di gabinetto e ai rappresentanti della Fimmg, sigla di categoria, non è rimasto che prendere atto della difficoltà di ricomporre una frattura nata dal mancato finanziamento dell'operazione. I dottori di base, primi attori della riorganizzazione, dopo la firma dell'accordo con la Regione avvenuta lo scorso maggio si aspettavano infatti la commissione che doveva essere attivata entro 60 giorni dalla segreteria della Sanità per definire gli aspetti tecnici. Tra cui i soldi per pagare personale e tecnologia delle cosiddette «Medicine di gruppo», dove dovrebbero lavorare anche specialisti e Guardie mediche. Invece non solo la com
missione non è mai stata istituita, ma il mese scorso la delibera inerente il contratto di esercizio degli ambulatori I124 non comprendeva lo stanziamento richiesto (la Fimmg parla di un progetto da 100 milioni di euro, la giunta Zaia ha deliberato 25 milioni dal 2012 al 2015, più 230 euro lordi al mese a ciascuno dei 3395 medici di famiglia e ai 400 pediatri di libera scelta). E la commissione Sanità l'ha votata così com'è, senza recepire le osservazioni del sindacato, che a questo punto rompe le trattative e si prepara allo sciopero.
«Prendiamo atto con amarezza che la controparte non ha nessuna voglia di dialogare con noi — dice Silvio Re-gis, segretario veneto della Fimmg —. La scelta di snobbare l'invito del prefetto, oltre ad essere un atto di scortesia nei confronti di un'istituzione da parte di un'altra istituzione, è l'ennesimo gesto di ostilità verso di noi. O meglio, verso i cittadini, ai quali la riforma è rivolta. Così Palazzo Balbi manca di rispetto soprattutto alla gente, ai pazienti. E allora noi abbiamo le
mani libere per organizzare uno sciopero generale, che avrà ripercussioni minime sugli utenti e massime su Usi e Regione». La Fimmg ritira i propri delegati dai comitati d'azienda presenti in ogni Usi per discutere la programmazione sanitaria: di fatto sarà bloccata quella relativa al territorio. Inoltre ha depositato alla Procura di Venezia la ventilata denuncia contro il governatore Luca Zaia e il segretario di giunta Mario Cara-mei, firmatari della delibera approvata lo scorso 3 ottobre sul contratto di esercizio delle «Medicine di gruppo». Il testo dice che è stata concordata con la Fimmg, la quale smentisce e querela per falso in atto pubblico. Insomma, è guerra aperta.
«Da parte mia c'è la totale disponibilità a risolvere il problema — assicura Luca Coletto, assessore alla Sanità — non sono andato dal prefetto non per cattiva volontà, non snobberei mai un invito rivolto dal rappresentante del governo sul territorio, ma perchè una serie di impegni me l'hanno impedito. Però voglio ricomporre una spaccatura che non conviene a nessu
no, tantomeno ai veneti, e rasserenare il clima. La delibera approvata dalla V commissione non è ancora tornata in giunta, perciò si può modificare con le istanze dei medici di famiglia. Basta incontrarsi con calma e senza ansie. E' vero, la commissione tecnica non è mai stata convocata e bisogna farlo: c'è l'accordo di maggio e va rispettato, la partita è aperta I soldi — continua Coletto — ci sono, incontriamoci e parliamone. Io sono qua, il contratto di esercizio può essere ritoccato».
Michela Nicolussi Moro
Silvio Regis «Mancanza di rispetto nei confronti dei pazienti»
Luca Coletto «Oberato di impegni, ma voglio risolvere il problema»
Il prefetto di Venezia Domenico Curtaia
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CRONACA A.ULSS VICENTINE Pag. 15
CAMPOSAMPIERO
Nell'Ulss 15 diagnosi "leggera" per persone a rischio celiachia Lorena Levorato
CAMPOSAMPIERO
Il servizio di anatomia patologica dell'Ulss 15 Alta Padovana promuove la diagnosi non invasiva per identificare i possibili pazienti a rischio di sviluppare malattia celiaca. «Una tecnica semplice, sicura, non invasiva e dai costi contenuti - spiega il Direttore del servizio di anatomia patologica, Mauro Cassare - Attraverso un piccolo tampone si prelevano alcune cellule dall'interno della bocca. Il tampone viene poi sottoposto ad un'analisi genetica, per determinare la presenza di alcuni geni coinvolti nella celiachia, in particolare dell'aplotipo DQ». La celiachia è un'intolleranza permanente al glutine, la sostanza proteica presente in avena, frumento, farro, grano khorasan, orzo, segale. Per curarla bisogna eliminare il glutine, che si trova nella pizza,
pane e biscotti, dalla propria dieta alimentare. «Trovo che questo sia un progetto in linea con le direttive regionali volte a ottimizzare le risorse già esistenti e a minimizzare costi e sprechi - aggiunge Francesco Benazzi, direttore generale dell'Ulss 15 - a breve saranno istituiti dei momenti di incontro tra il personale dell'unità di anatomia patologica e i medici di medicina generale presenti sul territorio per rendere esecutivo questo progetto, al momento limitato ai soli pazienti ambulatoriali del presidio ospedaliero». Intercettando preventivamente i malati di celiachia si riducono gli esami endoscopi-ci «inutili», «a grande beneficio dei pazienti - afferma Cinzia Giacometti, referente del Progetto Celiachia - Ricordo che il tampone può essere facilmente eseguito presso l'ambulatorio del proprio medico di base».
ULSS 15 E SANITA' LOCALE
PIANO E SERV. SANIT REG.VEN. Pag. 16
LAMI Gli operatori sanitari nel reparto di cardiologia pediatrica in Eritrea
Medici ad Asmara questioni di cuore
Federica Cappellata
Linea diretta Asmara-Pado-va. Affari di cuore. È nel suo pieno svolgimento l'ultima missione chirurgica del progetto Elias/ screening neonatale delle cardiopatie congenite e prevenzione della malattia reumatica tra la popolazione infantile eritrea. Quindici fra medici, infermieri e tecnici, coordinati da Lucia Meri-gliano, vicepresidente dell'associazione "Un cuore un mondo Padova", sono volati ad Asmara per concludere il progetto iniziato otto anni fa, finanziato in partnership tra la Regione Veneto, l'Università di Padova e, appunto, l'Associazione "Un cuore un mondo Padova", che ne è stata l'anima ispiratrice. In prima linea i professionisti del Servizio di Cardiologia pediatrica, diretto dalla professoressa Or
nella Milanesi, e dell'Unità operativa di Cardiochrurgia pediatrica e delle cardiopatie congenite dell'Azienda ospedaliera universitaria, in capo al professor Giovanni Stellin. Gli specialisti si sono recati a più riprese all'Orata Hospital di Asmara, dove hanno contribuito con altre équipe italiane e straniere a creare e consolidare il locale reparto di Car-diolgia e cardiochirurgia pediatrica. Ora è tempo di consuntivi. Con giusto orgoglio Stellin e Milanesi si dichiarano particolarmente contenti. Durante questi anni, grazie alle missioni chirurgiche, di screening e di follow-up, sono stati sottoposti a correzione
cardiochirurgica dai 4 team europei che operano in Eritrea, più di 1000 bambini; effettuate oltre 5000 valutazioni cardiologiche complete, dal 2011 inoltre è iniziato il
progetto di screening della malattia reumatica. Ci si è infatti resi conto che il flagello maggiore nel corno d'Africa è la patologia reumatica, che si contrae per una semplice tonsillite non curata e causa danni irreparabili alle valvole cardiache. Cinquantuno poli didattici sono stati fino ad ora coinvolti, visitati più di 4000 bambini delle scuole elementari e medie, in 120 di loro sono stati intercettati i segni iniziali di malattia reumatica. Ornella Milanesi, ora in Eritrea, sta tenendo un diario delle attività. L'associazione sta infine preparando un volumetto con tutti i partecipanti al progetto, per il miglioramento dello stato di salute dei bambini eritrei che un domani potranno essere curati dai medici della loro terra.
SOLIDARIETÀ
È nel suo pieno svolgimento
l'ultima missione
chirurgica del progetto
Elias/screenin g neonatale
delle cardiopatie congenite e prevenzione
della malattia reumatica tra
la popolazione infantile eritrea
ULSS 15 E SANITA' LOCALE
PIANO E SERV. SANIT REG.VEN. Pag. 17
MESTRINO Nuovi orari e anche di pomeriggio i volontari che trasportano anziani e malati
Boom di richieste ai Servizi sociali Barbara Turetta
MESTRINO
Un servizio sempre più richiesto dai cittadini e che l'amministrazione comunale di Mestri-no ha pensato di accrescere, cercando di ampliarlo e renderlo più efficiente. Si tratta del servizio di trasporto sociale che è attivo a Mestrino da diversi anni. Un servizio che al costo di 2 euro, contributo che permette di pagare la benzina e mantenere i due mezzi in dotazione al Comune, garantisce ai cittadini che ne fanno richiesta, perché non hanno
altra possibilità di muoversi, di raggiungere ospedali o strutture sanitarie per visite o terapie. Diverse le novità introdotte, e prima fra tutte l'anticipa
zione dell'orario della mattina. Il servizio, che passa attraverso i Servizi Sociali del Comune, può essere richiesto tutte le mattine dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 13. Oltre a due pomeriggi alla settimana, ossia il martedì e il giovedì. Ma vista la crescente richiesta negli orari della mattina l'amministrazione comunale ha infatti deciso di anticipare di un'ora, ossia alle 7, l'inizio del servizio. Ma le novità potrebbero presto interessare anche i pomeriggi. Infatti c'è l'intenzione di aumentare i giorni dove è possibile usufruire del servizio anche nelle ore pomeridiane. La disponibilità a guidare i mezzi da parte dei volontari c'è, l'unico ostacolo è che nei pomeriggi di lunedì, mercoledì e venerdì eli uffici comunali
non sono reperibili nel caso in cui ci siano dei problemi durante il trasporto, o al mezzo stesso. Difficoltà che sembra essere facilmente superabile con la disponibilità dell'assessore al Sociale Mario Fiorindo che si è detto disponibile a rendersi reperibile. «Se l'esigenza è quella di garantire il servizio di trasporto sociale anche in altri pomeriggi della settimana - ha detto l'assessore - ho dato la mia disponibilità. Posso rendermi reperibile al cellulare in caso ci siano problemi. Ma le novità che abbiamo introdotto interessano anche i venti volontari che guidano i mezzi e che potranno avere delle nozioni sul primo intervento in caso di bisogno durante il trasporto».
L'ASSESSORE Mario Fiorindo si rande disponibile durante la chiusura del Municipio
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tino ad aprile
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ULSS 15 E SANITA' LOCALE
PIANO E SERV. SANIT REG.VEN. Pag. 18
Sanità I medici si scambieranno in tempo reale gli esami dei diabetici
All'Usi 20 cartelle sanitarie in rete
Innovazione Il dg Bonavina ha presentato le nuove «Cartelle informatiche» dell'Usi 20
VERONA - Una «cartella informatica» per mettere in comunicazione, in tempo reale, gli specialisti del centro diabe-tologico e i medici di medicina generale che hanno in carico i pazienti affetti da questa malattia. L'annuncio arriva dall'Usi 20: l'innovazione sarà pronta per il 2014. «In questo modo - spiega il direttore generale dell'azienda sanitaria, Maria Giuseppina Bonavina - questo tipo di utenza, che necessita di continui aggiornamenti nelle cure, potrà essere seguita in modo più efficiente: i risultati degli esami, ad esempio, arriveranno in tempo reale al medico di fiducia».
Nel territorio dell'Usi cittadina, sono 23mila i pazienti a cui è stato diagnosticato il diabete. Si stima, però, che per ogni due casi, ce ne sia un terzo non ancora noto: sarebbero quindi undicimila le persone affette dalla patologia, ancora senza diagnosi. Ecco qundi che, per la giornata mondiale contro il diabete, oggi, il centro diabetologico dell'Usi attiverà uno sportello informativo all'ospedale Fracastoro di San Bonifacio, con la
possibilità di effettuare un test della gli-cemia. La stessa iniziativa è stata portata avanti, nei giorni scorsi, in Bra, dall'azienda ospedaliera. «Un test del genere - spiega Claudio Capra, direttore del centro diabetologico - è in grado di evidenziare subito se il soggetto è a rischio diabete. Bastano due esami a digiuno per avere la certezza: la diagnosi precoce è fondamentale per salvaguardare i pazienti dalla compromissione degli organi interni, tipica dell'avanzare della malattia. Purtroppo, in molti casi, il diabete viene diagnosticato quando ha già causato un infarto, 0 quando i piedi cominciano a mostrare lesioni».
I medici puntano sulla prevenzione: «Gli stili di vita scorretti concorrono in modo evidente alla diffusione del diabete - precisano Claudio Sovarn e Giovanni Marogna, rappresentanti dei Medici di medicina generale - Questa malattia riguarda, inoltre, una percentuale cospicua della popolazione immigrata».
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SANITÀ VENETO
PIANO E SERV. SANIT REG.VEN. Pag. 19
La Pediatria dell'Angelo fa un calendario
La scuola in ospedale 3er 400 Dambini
MESTRE — Ci sono bambini che rimangono in pediatria qualche settimana, altri per mesi. E che rischiano così di saltare buona parte dell'anno scolastico. Non all'Ospedale dell'Angelo, dove c'è la scuola di pediatria. «Passano circa 300/400 bambini l'anno - spiega Maria Pia Vivolo, l'insegnante - le programmazioni cambiano a seconda del periodo in cui si fermano. Con chi rimane solo una settimana facciamo esercizi, con gli altri seguiamo il programma. Qualche volta
vengono anche le insegnanti a interrogare in reparto». Vivolo insegna anche nell'istituto comprensivo di viale San Marco di Mestre, cui la scuola di pediatria fa riferimento. E proprio con 12 dei suoi ragazzi ha prodotto il calendario «Bambini in sicurezza» presentato ieri all'Angelo che verrà diffuso nelle scuole del territorio. «Così molti bambini e ragazzi sono riusciti a non perdere l'anno scolastico», ha detto Giuseppe Dal Ben, dg dell'Usi 12. (a.d'e.)
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PIANO E SERV. SANIT REG.VEN. Pag. 20
Discriminazioni
La 23enne stuprata testimonial dell'Usi «Per la gentilezza» TREVISO — (s.ma.) Contro le discriminazioni di genere e la violenza sulle donne: le istituzioni si muovono con eventi, convegni e incontri per spiegare ai ragazzi delle scuole (e non solo) ad affrontare le diversità senza paura o aggressività. Ieri l'Usi 9 ha presentato la campagna «Gentili atti d'amore», iniziata con un convegno nella giornata mondiale della gentilezza, e che proseguirà con un percorso che coinvolgerà migliaia di ragazzi di elementari, medie e superiori: affronteranno le relazioni fra maschi e femmine e tematiche come la violenza sulle donne e il femminicidio. La testimone scelta dall'Usi 9 per la campagna di sensibilizzazione è la giovane studentessa che, nell'ottobre di due anni fa, fu aggredita dietro la stazione ferroviaria dal colombiano Julius Cesar Zuluaga. Con un audiomessaggio diffuso ieri durante il convegno la giovane ha ringraziato chi le è stato accanto, gli amici «che mi hanno guardato le spalle accompagnandomi all'università», la dottoressa Rando «che mi ha sostenuta fin da subito» e il maresciallo Della Rocca «che ha mantenuto la promessa e l'ha portato davanti ai giudici».
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PIANO E SERV. SANIT REG.VEN. Pag. 21
Eutanasia, fatta la clinica tocca alla legge Adelaide dà una mano al «dottor morte»
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| La clinica c'è, adesso manca la legge e per
«il dottor morte» è fatta, secondo lui. Siamo nello Stato dell'Australia Meridio
nale, dove oggi presso il Parlamento locale del capoluogo Adelaide viene discusso un nuovo disegno di legge per introdurre l'eutanasia: la Ending life unth dignity bill. Questa volta la proposta arriva da Bob Such, deputato indipendente. Si tratta del settimo tentativo di avviare l'iter legislativo per la «dolce morte» nello Stato, aggirando il divieto nazionale. Nel 1995 il Territorio del Nord (capoluogo Darwin) la legalizzò per la prima volta al mondo, ma nel 1997 la legge fu annulla dal governo federale di Canberra. Sulle possibilità che la proposta di Such possa passare, i «no» sembrano avere la meglio, anche perché due sigle locali, la Australian medicai association e la Law society, già in
passato si sono dichiarate contrarie a qualsiasi legge prima che il Parlamento federale di Canberra non abbia legiferato in materia. Chi invece è convinto che l'Australia Meridionale introdurrà presto la dolce morte è Philip Nitschke, medico che da anni sta portando avanti - con la sua associazione Exit International - una battaglia per depenalizzare l'eutanasia. Nitschke, noto come «dottor morte», ha annunciato che, proprio vicino Adelaide, è pronta la prima clinica dedicata al suicidio assistito: il luogo della sua proprietà è Gilberton, un sobborgo del capoluogo. La struttura fornirà servizi, tra cui il kit all'azoto per togliersi la vita, testerà nuovi farmaci (sempre per suicidarsi) e fornirà consulenze. Intanto proseguono da due anni le indagini delle le autorità australiane sulle sue attività.
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BIOETICA Pag. 22
La polemica II presidente in caduta libera nei sondaggi, democratici preoccupati
Clinton in campo sulla sanità «Obama, cambia la legge» L'avvio della riforma segnato da una serie di fiaschi
DAL NOSTRO INVIATO
NEW YORK — «Penso che il presidente debba onorare l'impegno preso di consentire ai cittadini, se lo vogliono, di tenere le loro vecchie polizze per le cure mediche. Deve farlo anche se questo comporta una modifica della legge che ha riformato la sanità». La sortita di Bill Clinton — fin qui un ferreo sostenitore di Obamacare fino al punto di trasformare un suo recente incontro pubblico con Barack Obama in uno spot a favore della riforma — segna un salto di qualità nella battaglia sulla salute in corso negli Usa.
Le nuove regole che dovevano essere un motore di progresso sociale e diventare la principale eredità politica della sua presidenza sono, oggi, una palla al piede per Obama: presidente in caduta libera nei sondaggi che non solo è sotto i continui attacchi dei repubblicani, ma ora deve vedersela anche col malumore dei suoi compagni di partito. Molti dei quali, sommersi da migliaia di lettere di Drotesta dei loro elet
tori, temono di pagare caro gli errori della Casa Bianca alle elezioni di mid term del prossimo anno. Ieri il governo ha fornito le prime cifre ufficiali ammettendo che nel primo mese di applicazione della riforma solo 106 mila cittadini (e non un milione come era stato previsto) si sono iscritti al nuovo sistema assicurativo.
Già diversi senatori democratici come Dianne Feinstein, che in California ha già ricevuto 31 mila lettere telefonate ed email di cittadini inferociti, 0 come Mary Landrieu il cui seggio è a rischio in Louisiana, hanno proposto il varo di una norma che consente agli assistiti di tenersi le vecchie polizze, magari con un adeguamento automatico ai nuovi standard. La Casa Bianca promette di cambiare qualcosa ma non dice come e comunque non vuole modificare la legge temendo di essere bloccata di nuovo dai veti repubblicani. Ma adesso la sortita del suo predecessore mette il presidente in grande difficoltà: «Obama è finito sotto
il Tir di Bill Clinton», gongolano i repubblicani, mentre dalla Casa Bianca trapelano voci di incontri molto tesi tra influenti esponenti del partito democratico e gli uomini del presidente.
Tutto questo perché la crisi, ormai, va molto oltre il malfunzionamento del sistema informatico sul quale è costruita la riforma. I ritardi hanno reso drammatico un altro problema, fin qui sottovalutato: Obama per anni ha promesso, con una certa leggerezza, che chi non intendeva avvalersi delle nuove polizze «riformate», avrebbe potuto tenersi quelle vecchie. I suoi esperti hanno sempre saputo che questo non era vero perché Obamacare fa decadere dal prossimo primo gennaio le
formule assicurative che non rispettano i nuovi standard, come quelle che non coprono le spese di maternità e la chemioterapia di lungo periodo.
Pensavano fosse un'imprecisione minore che non sarebbe stata notata, visto che gli assicurati sarebbero passati comunque a un sistema migliore.
Ma polizze con l'ombrello più ampio sono anche polizze più costose. E l'incrocio tra la semiparalisi del sistema informatico della riforma e l'onda delle lettere di disdetta dei vecchi contratti inviate a milioni dalle compagnie assicurative, ha creato una situazione politicamente insostenibile.
Il presidente si è scusato per il disastro tecnologico e ha promesso che tutto tornerà alla normalità entro fine novembre. Ma ieri il capo delle tecnologie della Casa Bianca, Todd Park, chiamato a deporre sotto giuramento davanti al Congresso, ha frenato anche su questo: tra 15 giorni il sistema funzionerà per «gran parte dei cittadini» non per tutti.
Massimo Gaggi S RIPRODUZIONE RISERVATA
La reazione Migliaia di cittadini inferociti tempestano di email i rappresentanti democratici
LEGISLAZ.& POLITICA SANITARIA Pag. 23
Insieme II presidente Usa Barack Obama con Bill Clinton (Ap)
La sanità negli Usa: radiografia di una riforma
L'entrata in vigore
o L'AffordableCareAct (ACA) conosciuto come Obamacare è entrato in vigore il 1° ottobre 2013: la legge mira a estendere la copertura sanitaria a milioni di cittadini che ne sono privi
L'obbligatorietà
© L'assicurazione è obbligatoria. La legge prevede sussidi per aiutare cittadini con basso salario. Resta assicurato come prima chi era coperto da Medicare (anziani) o Medicaid (per i poveri)
LEGISLAZ.& POLITICA SANITARIA Pag. 24
Le assicurazioni
Le assicurazioni sanitarie non possono negare (come facevano prima) la polizza ai cittadini né possono aumentare il premio a seconda del sesso, dell'età e di altre precondizioni
Il sito web in tilt
© E stato un flop il lancio del sito web HealthCare.gov dove milioni di americani che non hanno assicurazione sanitaria avrebbero dovuto registrarsi. Il governo ha chiesto scusa
Le polizze disdette
Obama aveva promesso che chi aveva già una polizza avrebbe potuto mantenerla ma molte assicurazioni hanno dovuto disdire i contratti perché non erano più in regola con le nuove norme
LEGISLAZ.& POLITICA SANITARIA Pag. 25
Gli Usa rivedono le linee guida sui rischi cardiaci. Farmaci solo ai livelli più alti
Il colesterolo? Fa meno paura di ADRIANA BAZZI
N egli Stati Uniti nuove linee-guida che cambiano la strategia di
prevenzione della malattie cardio
vascolari: non dobbiamo più «curare il colesterolo, ma i pazienti», e preoccuparci del rischio reale che una persona vada incontro a infarto o ictus quando il livello dei suoi
grassi nel sangue è troppo elevato. I pazienti vengono quindi divisi: quelli che hanno già avuto problemi cardiovascolari e quelli con colesterolo alto, ma senza disturbi.
Salute I grassi nel sangue fanno meno paura. Medicinali soltanto ai livelli più alti
Meno farmaci contro il colesterolo Si punta su dieta e attività fisica Le linee guida Usa rivedono i rapporti con le malattie cardiache
n messaggio dei cardiologi americani è chiaro: non dobbiamo più «curare il colesterolo, ma i pazienti», e preoccuparci del rischio reale che una persona vada incontro a infarto o ictus quando il livello dei suoi grassi nel sangue è troppo elevato.
Negli Stati Uniti sono state appena pubblicate nuove linee guida che cambiano la strategia di prevenzione della malattie cardiovascolari (il colesterolo, infatti, rappresenta un fattore predisponente, insieme a molti altri). Secondo questo nuovo approccio, i pazienti vengono divisi in due gruppi: quelli che hanno già avuto problemi cardiovascolari e quelli che hanno il colesterolo alto, ma non hanno disturbi.
Nel primo gruppo il suggerimento è comunque quello di somministrare statine (i più usati farmaci anti colesterolo) alle dosi indicate dagli studi clinici. E questa si chiama prevenzione secondaria.
Nell'altro caso (che si chiama prevenzione primaria, che vuole cioè impedire che una patologia si manifesti) la situazione si com
plica e cominciano i distinguo: il colesterolo, infatti, non è una malattia, ma solo un marcatore, cioè una spia di pericolo che va valutata tenendo conto della situazione complessiva, caso per caso. E poi di «colesterolo» ne esistono due tipi: lidi, il cosiddetto colesterolo «cattivo» il cui livello ideale nel sangue dovrebbe essere inferiore ai 130 milligrammi per decilitro (mg/di) di sangue, e l'Hdl, quello «buono» che dovrebbe essere superiore ai 60.
Ecco allora che gli americani suggeriscono di mettere in terapia farmacologica persone con più di 21 anni che hanno lidi al di sopra di 190 mg/di (sono quelli in cui l'aumento di questa sostanza ha cause genetiche), i soggetti diabetici e tutti coloro che hanno una probabilità di andare incontro a problemi cardiovascolari perché hanno altri fattori di rischio: il fumo, la pressione arteriosa elevata 0 una ridotta presenza di Hdl.
In tutti gli altri casi, come si dice «borderline» 0 di confine, che non rientrano in queste categorie, il suggerimento è quello di ricor
rere ad altri sistemi per ridurre il colesterolo, come la dieta 0 l'attività fisica.
Le nuove linee guida americane hanno il pregio di rimettere in prima linea la clinica (cioè il paziente) e, in seconda, il laboratorio (e cioè il livello del colesterolo nel sangue). E potranno anche avere delle ripercussioni in Europa, dove, però, la situazione è un po' diversa. Per esempio, secondo le linee guida europee i pazienti che hanno avuto incidenti cardiovascolari vengono messi in terapia quando hanno valori di colesterolo più alti rispetto a quelli previsti dagli americani: noi, cioè, siamo un po' meno aggressivi sulla terapia.
«Anche le nostre regole guardano ai valori di laboratorio — commenta Cesare Sirtori, direttore del Centro Dislipidemie dell'Azienda Ospedaliera Niguarda Ca' Granda di Milano — ma noi siamo da sempre più attenti ai pazienti».
Insomma, lo «spettro colesterolo» assume nuove connotazioni e viene reinterpretato dalla clinica. Forse si è anche esagerato nel
propagandarlo come il «nemico numero uno per la nostra salute cardiovascolare».
E si ha anche la sensazione che l'atteggiamento aggressivo del passato nei confronti di questa condizione clinica (terapia a tutti i costi per ridurre i «valori bersaglio» dei test di laboratorio) sia stata dettata più da interessi commerciali di chi voleva vendere farmaci che da serene valutazioni cliniche. Ora che molte medicine hanno perduto il brevetto, si ritorna a scelte più ragionate. «Noi cerchiamo anche di prendere in
considerazione elementi — aggiunge Sirtori — che gli americani hanno trascurato. Per esempio: anche i trigliceridi hanno la loro importanza. E ci sono anche altri farmaci che possono essere utili per ridurre colesterolo e trigliceridi che gli americani hanno ignorato nelle loro linee guida».
Adriana Bazzi [email protected]
© RIPRODUZIONE RI5ERVATA
MEDICINA & FARMACOLOGIA Pag. 26
e Il colesterolo «buono» Si tratta di lipoproteine ad alta densità. Considerate «spazzini» del sangue, vanno nelle arterie, prelevano il colesterolo e lo portano nel fegato dove viene eliminato
Il colesterolo «cattivo» Lipoproteine a bassa densità che liberano il colesterolo sulle pareti delle arterie. A quel punto si forma una placca che ostruisce il flusso sanguigno e causa l'infarto
Cose colesterolo è un elemento essenziale
della membrana delle cellule animali:
è necessario al funzionamento
del sistema nervoso ^ ^
l idi
CORRIERE DELLA SERA
Valori ottimali del colesterolo totale: 170-180 mg/di
1 COBBJEBE DELLA SERA
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1M dice dormo Campana, medico del lavoro con una lunghissima esperienza nel settore
L'amianto, pericolo incombente E un minerale indistruttibile e distrugge le cellule
Vicino a Broni c'era un miniera d'amian
to. Gli alleati non riuscirono a colpire il ponte sul Po perché l'amianto nell'aria
lo nascondeva
L'amianto è una fibra di 8 micron e anche
sottilissima. Dalle vie repiratorie
arriva ai bronchi e, da qui, risale
il sistema linfatico
La sua minaccia è stata troppo a lungo sottovalutata. Il tu
more che genera può avere una latenza
molto lunga, anche fino a 40 anni
DI GOFFREDO PISTELLI
Di nuovo l'amianto. Non è ancora spenta l'eco del processo Eternit, per le morti di Casale
Monferrato (Al), dove la società svizzera aveva un grande stabilimento, ed ecco scoppiare il caso della Olivetti e di 21 exoperai affetti da mesotelioma pleurico, con relativa inchiesta della Procura di Ivrea.
Giorgio Campana, 68 anni, piacentino, medico del lavoro da oltre 40, viene chiamato spessissimo come perito del tribunale o come perito di parte, in cause civili, che hanno a che fare con i danni da amianto. Conosce quindi molto bene i rischi di questo minerale che, per anni ed anni, è stato impiegato dalla nostra edilizia e non solo, per le sue straordinarie proprietà isolanti e il cui uso è stato vietato per legge dal 1992 per la pericolosità delle sue fibre una volta dispersa nell'aria.
Domanda. Dottore che però l'amianto fosse nocivo, immagino che sapesse prima di 21 anni fa, quando la legge 257 lo mise al bando...
Risposta. Certo, si sapeva già negli anni '20 che i minatori si ammalavano di asbestosi. Si ricorda anche un convegno internazionale del 1965 a New York che influenzò la comunità scientifica. In Italia, la Società italiana medicina del lavoro ne ha accettato la tossicità, in senso cancerogeno, fin dal 1971.
D. E la medicina del lavoro che cosa ha osservato?
R. C'è stato uno scienziato americano, un newyorchese, Irving Selikoff , che ha confermato la correlazione col tumore, in particolare col mesotelioma, distinguendo tre fasi: quella in cui si ammalavano solo i minatori, poi, alla metà del secolo scorso, quando a essere colpiti erano quanti posizionavano l'amianto, nelle navi, nei treni, nel tessile. Poi c'è stata la fase in cui a essere colpiti erano i manutentori, cioè quanti dovevano riparare ciò che con l'amianto era stato costruito.
D. In Italia, cos'è accaduto?
R. Che con la legge del 1992 sono stati istituiti, a livello regionale e centrale, i registri del mesotelioma, la più tipica patologia dell'amianto. Li gestisce attualmente l'Inail.
D. E quanti casi abbiamo? R. L'ultimo rapporto, quel
lo del 2012, registra i casi dal 1993 al 2008 e parla di 15.845 casi. Un dato destinato verosimilmente a incrementare, perché questo tipo di tumore ha una latenza molto lunga, fino a 40 anni, ragion per cui fino al 2020, ce ne dobbiamo aspettare altri.
D. Ma come c o l p i s c e l 'amianto, è l ' i n a l a z i o n e delle fibre a essere letale?
R. Certo, ma ci sono due teorie scientifiche diverse. C'è quella che sostiene sia necessaria un'esposizione importante e prolungata e, vi
ceversa, quella del cosiddetto «colpo di pistola».
D. E che cosa significa? R. Che possa bastare anche
una breve esposizione ma che, per vari effetti, risulti letale.
D. Perché, cosa succede? R. L'amianto è una fibra
lunga, 8 micron, e sottilissima. Dalle vie respiratorie arriva ai bronchi e da qui, proprio per le sue dimensioni, risale nel sistema linfatico. Lì provoca stati infiammatori dai quali, nel tempo, si può sviluppare il carcinoma. Ecco, quanti sostengono la teoria dell'esposizione prolungata, pensano che i tumori si sviluppino proprio su quel tessuto cicatriziale Chi invece pensa alle brevi esposizioni, rietiene accada una mutazione del Dna, detta epigenetica..
D. Un alieno che penetra nel profondo del nostro organismo e piano piano l'avvelena.
R. È così, in effetti. Praticamente indistruttibile, continua a distruggere cellule intorno. Nel polmone, nella pleura o anche nel peritoneo, nel pericardio e in tutte le sierose, vale a dire le membrane che avvolgono organi e tessuti. Resiste anche a manovre come la cle-arence mucociliare, capace di liberare le vie respiratorie, tra l'altro, da alcune micropolveri. Anche se, per il tumore, come qualsiasi malattia, non bisogna dimenticare che conta la predisposizione genetica, che varia da individuo a individuo.
D. E poi non ci saranno soli i tumori, immagino.
R. Esatto, ci sono le bronchiti,
MEDICINA & FARMACOLOGIA
MEDICINA & FARMACOLOGIA Pag. 28
c'è l'asma. Patologie che possono diventare invalidanti. Una volta, per guarire un mal di gola, ci volevano tre o quattro giorni. Oggi magari molti di più e la ragione sta spesso in quello che respiriamo, nell'inquinamento atmosferico.
D. Tornando all'amianto, da u n punto di vista giuridico, qual è la questione?
R. In genere stabilire se le proprietà o gli amministratori di alcune aziende sapessero o meno della pericolosità di quei mater ia l i e avessero deciso, deliberatamente, di utilizzarlo ugualmente, esponendo a un rischio le maestranze. Per Casale, i giudici si sono convinti che così fosse stato.
D. A Ivrea, c h e c o s a sta emergendo?
R. I casi s a r e b b e r o s ta t i messi in re laz ione con u n c o m p o s t o con tenen te amianto, utilizzato per la costruzione di macchine da scrivere.
D. S e n t a , m a d i t u t t o l'amianto che c'è ancora in giro chi si occupa?
R. Deve essere rimosso, con molte cautele, da soggetti specializzati e stoccato in appositi discariche.
D. Quando è pericoloso? R. Quando, come si dice tec
nicamente, è ammalorato, cioè si deteriora e disperde le sue fibre all'intorno. Però, attenzione, non confondiamo il rischio con la malattia.
D. E situazioni di rischio m e n o note ci sono?
R. A Broni (Pavia) ha operato un'altra azienda, di dimensioni più piccole dell 'Eternit
di Casale . Ma la c i t t ad ina piemontese aveva anche una cava non lontano dal centro, a Balangero. Pensi che, nell'ultima guerra mondiale, gli Alleati non sono riusciti a bombardare il ponte sul Po che è lì vicino, quello che collega il Monferrato alla Lomellina.
D. E perché? R. Per via delle nube di fibre
d'amianto che quella cava sprigionava. Pensavano che fosse la nebbia, era l'amianto.
D. Dottore, ma l'amianto n o n è certo l'unico r ischio che corriamo...
R. Certo, sempre per restare nell'edilizia c'è la questione dell' ossido di silicio che, quando è in frazione respirabile, è ritenuto cancerogeno dallo lare, l'agenzia dell'Organizzazione mondiale della san i tà -Oms che si interessa di tumori. Ma tutti gli Stati non hanno ancora recepita aniministrativamente queste valutazioni.
D. Il problema è che c'è in g iro u n p r e s s a p p o c h i s m o a m b i e n t a l i s t a c h e n u o c e alle ragioni del l 'ambiente e del la salute, quel pensiero del «blocchiamo tutto», da l l ' incener i tore al la ferrovia...
R. Si t rat ta spesso di posizioni politiche o personali, che non hanno neppure regioni scientifiche o sociali.
D. Quando si d ice deg l i Ogm, per esempio.. .
R. Sulla cui nocività non c'è n e p p u r e u n ' e v i d e n z a scientifica.
D. Sugli inceneritori... R. In cui si sottovaluta il
problema della gestione delle immondizie e soprattutto del produrle.
D. Sull'inquinamento elettromagnetico.. .
R. Che è un problema più articolato, perché se è vero che
non c'è l'evidenza di tutta questa dannosità, dentro un campo elettromagnetico, per esempio, non si riesce a dormire. Insomma l'esposizione deve essere contenuta.
D. P i ù i n genera l e resta il problem a di coniugare salute e lavoro.
R. La via è quella di uno sv i luppo sostenibile: chi p r o d u c e , lo deve fare con maggiore attenzione. Delle situazioni però va fatta una valutazione oggettiva e non politica, nel senso di parte, come invece
spesso accade. D. Le leggi servono? R. Sì e producono effetti. In
42 anni di medicina del lavoro ho visto cambiare le normative, fino alla più recente decreto 81/2008, e ho assistito alla riduzione di danni importanti , per esempio all'udito di chi è esposto per lavoro. Ma le leggi non bastano...
D. Vale a dire? R. Vale dire che un cami
net to a legna produce t a n t a diossina, che il r iscaldamen
to domestico a gaso l io è assa i inqui n a n t e , che prendere una bici, anziché l 'auto, quando è possibile, s ignifica r i d u r r e le e m i s s i o n i . Voglio d i r e ,
se non cambiamo i comportamenti dei singoli, non ce la faremo mai.
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MEDICINA & FARMACOLOGIA
MEDICINA & FARMACOLOGIA Pag. 29
Svolta dell'Agenzia del farmaco
Il bugiardino delle medicine va in Rete Stop a foglietti illustrativi minuscoli o non aggiornati, o a siti incompleti e con informazioni fuorvianti. I «bugiardini» di oltre ottomila farmaci, assieme a molte altre informazioni fondamentali per pazienti e professionisti, sono stati raccolti dall'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, in un unico database accessibile a tutti. La banca dati, la prima così completa in Europa, è stata presentata ieri a Roma. Contiene sia «i bugiardini», sia i Riassunti delle caratteristiche del prodotto (i cosiddetti Rcp), oltre a informazioni come le proprietà farmacocinetiche — i tempi cioè di metabolizzazione dei farmaci—o i titolari dell'autorizzazione all'immissione in commercio. Tutti i dati che sono, prima volta per un sito italiano, certificati dall'Aifa o
dall'autorità europea, e continuamente aggiornati. Nel portale sono già presenti dati su 64 mila confezioni autorizzate, con 16 mila tra «bugiardini» e Riassunti Caratteristiche Prodotto. In futuro sarà possibile accedere alla banca dati oltre che dal sito dell'Aif a, anche da dispositivi mobili. «La nascita della banca dati —ha spiegato il direttore generale di Aifa, Luca Pani — rappresenta un ulteriore passo verso la costruzione di un unico, dinamico e integrato database del farmaco che l'Agenzia sta realizzando e che sarà una svolta decisiva per la condivisione e lo scambio di conoscenze, il miglioramento delle strategie di cura e quindi la garanzia di una assistenza più efficiente e immediata per tutti i cittadini».
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NEW ECONOMY & SANITA' Pag. 30
TI nuovo modello in scena a Cosmofarma Exhibition di Bologna dal 9 aW11 maggio 2014
Le farmacie cambiano pelle Più attenzione ai prodotti collaterali e ai servizi per i clienti
DI CLAUDIA CERVINI
Anche le farmacie, per mantenere sani i bilanci, devono rivedere la s t rategia commer
ciale cercando di ca t t u r a r e l'attenzione dei consumatori e dei pazienti sui prodotti collaterali: dai biberon agli zoccoli, dagli in tegra tor i a l imentari fino alla pas ta per celiaci. Questo concetto di farmacia, sempre più aper ta a bisogni non solo medici, andrà in scena durante Cosmofarma Exhibition, la diciottesima edizione della manifestazione dedicata alla farmacia e alla cosmetica in programma a Bologna, dal 9 a l l ' l l maggio 2014, nel polo fieristico romagnolo. Per la quale sono attesi oltre 25 mila visitatori e 30 buyer stranieri provenienti dal bacino del Mediterraneo.
La Penisola è, dopotutto, il paese dei campanil i e delle farmacie con 18 mila esercizi presenti sul territorio e 50 mila farmacisti attivi. Senza contare il fatto che altre 5 mila farmacie verranno create nei prossimi anni in seguito al decreto Monti del 2011.
«Il mercato farmaceutico in Italia vale 25 miliardi di euro, ma il 62% delle vendite è fatto ancora dai farmaci acquistabili con ricetta: una percentuale molto alta in un momento in cui questi vengono sostituiti da prodotti generici il cui prezzo è inferiore», afferma Roberto Valente, direttore di Cosmofarma Exhibition. Secondo gli
addetti ai lavori, la farmacia del futuro è però già alle porte. «In Italia sta prendendo piede un nuovo modello di farmacia», dice A n n a r o s a Racca, presidente di Federfarma. «Un punto vendita della salute, ma anche della bellezza e del benessere, sempre più orientato a offrire servizi ai cittadini: dal ritiro dei referti alle auto-analisi, dal pagamento del ticket alle campagne di prevenzione». E questo modello di punto vendita, aperto anche di sera e di domenica, sarà protagonista della manifestazione.
La bellezza, come detto, è un segmento sempre più importante all'interno di questi esercizi dove le previsioni 2013 di consumo dei cosmetici sono di 1.700 milioni di euro, dato che porta la farmacia ad essere il terzo canale in termini di valore della distribuzione dei cosmetici dopo grande distribuzione e profumerie.
Quello del benessere (dall'integratore alimentare all'igiene orale) è un tema che interessa anche i consumatori della terza età, fascia di popolazione al centro della manifestazione, il cui claim è infatti «Una farmacia per tutte le età». «L'anziano è per noi un paziente importante che fa grande uso di medicinali e prodotti di diverso genere
legati alla sfera dell'igiene personale e del benessere, il quale ha più bisogno del nostro supporto, in certi casi, anche psicologico», aggiunge il numero uno di Federfarma. Al centro
degli stand e del dibattito c'è, infatti, la questione del mantenimento della salute psicofìsica degli anziani, quella della dieta equilibrata, del ruolo degli integratori, dell'igiene della bocca in farmacia.
Alla manifestazione bolognese i farmacisti racconteranno anche un nuovo modello sempre più orientato al servizio. «Al di là degli orari di apertura, sempre più estesi, la farmacia
sta aprendo a tutta una serie di servizi che permettono ai consumatori di risparmiare tempo e saltare le code in ospedale o di togliersi una preoccupazione, come un esame banale o la misurazione della pressione anche in tarda serata», spiega Racca.
La nuova fiera andrà però oltre al prodotto e al concetto di servizio, e sarà l'occasione per parlare di format fisici, lay-out dei negozi e anche di start up, ovvero giovani farmacie che si affacciano sul mercato. «Nel concreto sarà anche un momento in cui i titolari possono scegliere l 'arredamento delle loro farmacie o acquistare un insegna, ma, più importante ancora, è un momento per fare networking», sottolinea il presidente di Federfarma.
Presenti al l 'appuntamento buyer stranieri. «Saranno trenta in totale provenienti dall'Europa dell'Est, dai Balcani, dal Medioriente e dal Nordafrica e puntiamo a organizzare oltre 500 incontri con i farmacisti che rappresentano un'occasione di business», conclude Valente.
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