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6 cfu A.A. 2018/19 prof.ssa Lisa Di Blas [email protected] Psicologia della Personalità. Le teorie.

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6 cfuA.A. 2018/19

prof.ssa Lisa Di [email protected]

Psicologia della Personalità.Le teorie.

Bibliografa S.M. Andersen & J.S. Thorpe (2009). An IF-THEN theory of personality:

Signifcant others and the relational self. Journal of Research in Personality, 43, 163-170

W. Bleidorn, C. Kandler, & A. Caspi (2014). The behavioural genetics of personality development in adulthood—Classic, contemporary, and future trends. European Journal of Personality, 28, 244–255.

A. Caspi, B.W. Roberts , & R. L. Shiner (2005). Personality development: Stability and change. Annual Review of Psychology, 56, 453-484.

D. Cervone (2005) Personality architecture: Within person structure and processes. Annual Review of Psychology, 56, 423-452.

C.S. Dweck (2017). From needs to goals and representations: foundations for a unifed theory of motivation, personality, and development. Psychological Review, 124, 689-719.

L. Di Blas (2002). Che cos’è la personalità. Roma:Carocci Editore. M.L. Leary (2007). Motivational and emotional aspects of the self. Annual

Review of Psychology, 58, 317-344. D.P. McAdams (2001). The psychology of life stories. Review of General

Psychology, 5, 100-122. Slide messe a disposizione su Moodle

Teorie disposizionali

Il contributo della genetica comportamentaleper lo studio delle basi biologiche e ambientali

del comportamento

Teorie dei tratti: basi genetiche

Se le diferenze individuali di base dipendono da disposizioni, allora è necessario trovare conferma che i tratti hanno una base biologica, in particolare genetica

Genetica comportamentale cerca di stimare e comprendere fino a che punto il genotipo determina le diferenze nel fenotipogenetica quantitativagenetica molecolare

Genetica e ambiente agiscono sull’individuo, non si può considerare l’una senza l’altro

Lo studio della genetica comportamentale contribuisce alla concettualizzazione dell‘ambiente e alla comprensione del suo ruolo sullo sviluppo delle diferenze individuali

Basi genetiche del comportamento

i GENI sono quegli elementi che determinano le caratteristiche

manifeste (codifcando sequenze di aminoacidi e generando specifci enzimi e proteine)

i geni possono avere forme alternative dette ALLELI o fattoriche hanno la capacità di controllare un carattere FENOTIPICO

(ALLELOMORFISMO)un allele può essere dominante o recessivo (cfr legge della

dominanza)una combinazione di alleli è detta GENOTIPO

Basi genetiche del comportamento

i geni sono collocati in luoghi o LOCI specifci all’interno di un cromosoma che a sua volta è collocato nel nucleo di una cellula

l’uomo è un organismo DIPLOIDE per cui ogni cromosoma è presente in doppia coppia

nell’uomo vi sono 23 coppie di cromosomi omologhi ogni coppia di cromosomi omologhi contiene le stesse

informazioni genetiche, cioé dettano in ogni punto lo stesso carattere, ma non necessariam lo stesso alleleda un gene con 2 alleli possono derivare 3 genotipi (PP, Pp,

pp)se 2 cromosomi omologhi hanno 2 alleli identici, allora

l’organismo è omozigote per quel carattere (es. PP omozigote dominante vs pp omozigote recessivo)

Basi genetiche del comportamento

G. Mendel e 3 leggi fondamentali Legge della segregazione o della disgiunzione

• 2 elementi determinano una caratteristica individuale manifesta

• in un individuo, i 2 elementi si separano durante la riproduzione

• ciascun individuo eredita un elemento paterno e uno materno Legge della dominanza

• un elemento può essere dominante o recessivo• se si combinano un elemento dominante e uno recessivo, il

carattere manifesto dipenderà da quello veicolato dall’elemento dominante

Legge dell’assortimento indipendente• ciascun elemento viene ereditato indipendentemente

dall’altro (uno dalla madre, uno dal padre)

Basi genetiche del comportamento

Un esempio: la malattia di Huntingtonmalattia degenerativa ereditaria che si manifesta per lo più

tra 40-50 anni, con disturbi del movimento, cognitivi e comportamentali

responsabile è un gene specifco (localizzato sul cromosoma 4), con allele dominante e genotipo Hh (eterozigote dominante)

H h h h

50% afetti 50% sani

Si può dimostrare che la frequenza rimane inalterata per la generazione successiva

Hh Hh hh hh

Hh hh

Basi genetiche del comportamento

Un altro esempio: la fenilchetonuria o PKU:una malattia recessiva, degenerativa ereditaria, si manifesta nella primissima infanzia, determinando importanti ritardi nello sviluppo, responsabile è un gene specifco (localizzato sul cromosoma 12), con allele recessivo e genotipo pp (omozigote recessivo)

Pp Pp

P p P p

PP Pp Pp pp

50% portatori25% sani 25% afetti

75% stesso fenotipo

Basi genetiche del comportamento

i tratti complessi: le qualità individuali , siano discrete (colore degli occhi) siano continue (intelligenza), spesso dipendono non da un singolo gene, ma da più geni tratti POLIGENICI, vale a dire, il risultato sommativo dell'espressione di due o più geni che determinano un unico carattere fenotipico

Come lavorare su dimensioni continue?

Due esempi:Schizofrenia: il rischio di schizofrenia è del 48% per

gemelli identici, 17% per gemelli fraterni, 9% per i fratelli e genitori/fgli, 4% per nipoti (nonni/nipote, zii/nipote)

QI: il coefciente di correlazione tra punteggi al QI è pari a .85 per gemelli identici, .60 per gemelli fraterni, . 45 per i fratelli e genitori/fgli, .15 tra cugini

Basi genetiche del comportamento

Figli50%

In generale, i dati empirici mostrano che il rischio di schizofrenia e i livelli di correlazione tra profli del QI aumentano in base al grado di parentela

Zii 25%

genitori 50%

Nonni 25%

Fratelli / Gemelli diversi50%

Gemello identico100%

Nipoti 25%

Figli 50%

Basi genetiche del comportamento

le leggi di Mendel si applicano anche a tratti poligenici in particolare, se operano con EFFETTI ADDITIVI, per cui

non sono completamente dominanti o recessivi, ma operano contribuendo ciascuno al fenotipo,

allora si può dimostrare come da 1 gene con 2 alleli 3 genotipi e 3 fenotipida 2 geni con 2 alleli 9 genotipi e 5 fenotipi da 3 geni con 2 alleli 27 genotipi e 7 fenotipi

vale a dire, all’aumentare del numero di geni che contribuiscono al tratto, ci si approssima a una distribuzione normale dei fenotipi

ma i geni agiscono in modo più complesso, interagendo

Basi genetiche del comportamento: genetica comportamentale quantitativa

Alla base della genetica quantitativa vi è l’idea che i tratti quantitativi dipendono da tratti poligenici

Benché la maggior similitudine fenotipica di tratti poligenici si associ al crescere del legame di parentela (within family), di per sé tale legame non prova la base genetica del tratto, poiché la somiglianza potrebbe dipendere dalla condivisione ambientale

Per questo, la genetica quantitativa tiene conto non solo della variabilità genetica ma anche di quella ambientale, in

particolare stima il grado in cui le diferenze individuali dipendano da diferenze genetiche e da diferenze ambientali

→ l’ereditarietà dei tratti è multifattoriale

La genetica molecolare stima specifci geni e profli genetici che sottendono manifestazioni fenotipiche delle diferenze

individuali

Basi genetiche del comportamento: genetica comportamentale quantitativa

La genetica quantitativa: la scomposizione delle fonti di variabilità

variabilità within family : i livelli di somiglianza fenotipica tra membri di una famiglia possono dipendere da genetica e ambiente

varianza fenotipica P = G + E G = variabilità genetica o grado in cui le diferenze a base

genetica si associano alle diferenze fenotipicheE = variabilità ambientale (unica e condivisa)

Modello ACE (modelli SEM di analisi dei dati) Additive genetics Common environment unique Environment

Basi genetiche del comportamento: genetica quantitativa

POSSIBILI METODI DI STIMA DELL’IMPATTO DELLA GENETICA: si basano sui livelli di similitudine tra membri appartenenti alla

stessa famiglia per legami di sangue e non Metodo dei gemelli cresciuti assieme

Gemelli identici: rMZ = A + C (dove A è pari a 1 o 100% var condividsa)

Gemelli fraterni: rDZ = 0.50 A + C (dove A è pari a 0,5 o 50% var condividsa)

A = 2 (rMZ – rDZ)

C = rMZ- A

E = 1 - rMZ

Basi genetiche del comportamento: genetica quantitativa

POSSIBILI METODI DI STIMA DELL’IMPATTO DELLA GENETICA

MZ cresciuti separatam vs DZ cresciuti separatamente: A = 2 (rMZ – rDZ)

Adozionifratelli naturali ma cresciuti separatamente (r attesa= 0.5 → A = 2 rgenitori naturali e fgli dati in adozione (r attesa= 0.5)genitori/fgli naturali vissuti assieme vs genitori/fgli adottivi vissuti assieme: A = 2 (rGFn - rGFa)

Basi genetiche del comportamento: correlazioni within-family

(Lohelin, 1992)

Legami di parentela Estroversione Nevroticismo

MZ cresciuti assieme .51 .46

DZ cresciuti assieme .18 .20

MZ cresciuti separat .38 .38

DZ cresciuti separat .05 .23

Genitori naturali e fgli .16 .13

Genitori adottivi e fgli .01 .05

Fratelli naturali cresciuti assieme

.20 .09

Fratelli adottivi -.07 .11

Impatto degli efetti di contrasto e di assimilazione sui dati MZ e DZ

Basi genetiche del comportamento: I risultati

I risultati

(Plomin & Caspi, 1999)

Basi genetiche del comportamento: genetica quantitativa

POSSIBILI METODI DI STIMA DELL’IMPATTO dell’AMBIENTE CONDIVISO (C)

Metodo dei gemelligemelli identici cresciuti assieme vs separatamente

adozionifratelli adottivi (C = r) genitori e fgli adottivi (C = r)

POSSIBILI METODI DI STIMA DELL’IMPATTO dell’AMBIENTE NON CONDIVISO

Metodo dei gemelli gemelli identici cresciuti assieme (E = 1 - rMZ )

gemelli esposti a diferenti eventi di vita stressanti: si controlla A e si verifca legame tra E e tratto (es., Nevroticismo, Riese et al., 2014)

Genetica quantitativa: l’impatto dell’ambiente non condivisoNon shared environment is generally the way environment works in behavioral sciences

(Plomin)

Un esempio empirico: progetto NEAD (Nonshared Environment and Adolescent Development, Reiss et al, 2000)

coinvolge 720 famiglie, con 2 fgli (10-18 anni) include dati osservativi (2 h in famiglia) e questionariali risultati

ci sono correlati comportamentali delle diverse percezioni dell’ambiente famigliare? SI, negative parenting (punteggi residui da legame con fratello) si lega a comportamenti antisociali e depressione

dati r (tra fratelli / tra genitori)

Report ciascun fglio

Parenting .25

Relazione tra fratelli .40

Report genitori Parenting verso ciascun fglio

.70

Relazione tra fratelli .80

Dati osservativi Figlio genitore .20

Genitore fglio .30

Basi genetiche del comportamento: l’indice di ereditarietà

Indice di ereditarietà (H) come proporzione della varianza fenotipica attribuibile alle differenze genetiche tra gli individui

Alcuni caveat fondamentali per interpretare l’indice di ereditarietà

(Plomin et al. 2008): l’ereditarietà si stima in base a dati correlazionali: la signifcatività

statistica rivela se la genetica conta e la grandezza dell’efetto stima quanto conta

H stima il peso della genetica sulle caratteristiche individuali WITHIN family, non BETWEEN people – diferenze mediamente osservate tra gruppi di individui appartenenti a popolazioni diverse possono dipendere interamente da condizioni ambientali (es. QI)

Basi genetiche del comportamento: l’indice di ereditarietà

Indice di ereditarietà (H) come proporzione della varianza fenotipica attribuibile alle differenze genetiche tra gli individui

i dati riguardano la popolazione non il singolo individuo la PKU colpisce 1 su 10.000, perciò ha scarso impatto sulla variabilità

delle abilità cognitive nella popolazione, mentre impatto fortissimo sul singolo

se H = .90 non signifca che per il singolo il 90% della sua qualità fenotipica dipende da A e il resto da C ed E, ma che la variabilità tra le persone per quella caratteristica dipende largamente dalla genetica

il 99.9% del DNA non varia da individuo a individuo: mutazioni anche minime avrebbero un impatto anche dirompente

per il singolo contano sempre genetica e ambiente H si riferisce a quanto si osserva, non ad un potenziale che dipende

da genetica e ambiente e nemmeno a ciò che dovremmo osservare non implica

determinismo, ma un fattore di rischio che da solo non determina un comportamento manifesto

Meccanismi biologici: basi genetiche delle diferenze individuali fenotipiche

relazioni dirette: ad es, studi di genetica molecolare ha individuato relazioni tra

specifci polimorfsmi genetici ed espressioni comportamentali: gene recettore D4 spiega parte della variabilità nelle

diferenze individuali nel tratto Ricerca di Novitàgene trasportatore della serotonina 5-HTT spiega parte della

variabilità nelle diferenze individuali fenotipiche dei livelli di Nevroticismo

oltre 100 geni sembrano associati a condizioni depressive (Luciano et al., 2017)

oltre 500 all’intelligenza (Hill et al., 2018)

la quota di varianza spiegata è contenuta

Meccanismi biologici: basi genetiche

Interazione tra genetica e ambiente (GxE)

la genetica modera l’impatto dell’ambiente sulle diferenze individuali fenotipiche: le diferenze individuali nella sensibilità a specifche variabili ambientali è infuenzata dal proflo genetico che può fungere da fattore protettivo

l’ambiente modera l’impatto della genetica sulle diferenze individuali, per cui un proflo genetico si attiva o meno in risposta a specifche variabili ambientali: G agisce con maggiore o minore intensità sulle diferenze individuali in funzione di variabili ambientali che possono fungere da fattore protettivo oppure raforzare predisposizioni individuali

se GxE coinvolge fattori ambientali non condivisi nel tempo, allora agisce rendendo le persone geneticamente simili sempre meno simili tra loro (es., dall’adolescenza quando si cominciano a coltivare relazioni al di fuori dal contesto famigliare)

Meccanismi biologici: basi genetiche

Il proflo genetico è il moderatore

Se omozigote per l’allele L vs. omozigote per l’allele S o eterozigote S/L, allora maggior efcienza nella regolazione della serotonina e funge da fattore protettivo rispetto allo sviluppo della depressione a seguito di eventi stressanti

ESPERIENZE STRESSANTI

DEPRESSIONE

GENE: 5-HTTLPR

Meccanismi biologici: basi genetiche

GENE: GABRA6

REATTIVITA’ FISIOLOGICA AD

EVENTI STERSSANTI

ATTACCAMENTO MATERNO

Il fattore ambientale è il moderatore

Se l’attaccamento materno è di tipo insicuro vs. sicuro, allora chi si caratterizza per un proflo con gabra6 omozigote per l’allele S mostra maggiore reattività fsiologica ad eventi stressanti,

in altre parole, attaccamento sicuro può fungere da fattore protettivo rispetto ad elevati livelli di reattività, dettati dalla

base genetica, in condizioni ambientali stressanti

Meccanismi biologici: basi genetiche

Correlazione tra genetica e ambiente (rGE

)

individui geneticamente simili tra loro sono esposti a fattori ambientali simili che fttano il loro proflo genetico: così la r

GE rende le persone ancora più simili tra loro

individui geneticamente dissimili tra loro sono esposti a fattori ambientali diferenti, in accordo con il proprio proflo genetico: così la r

GE rende le persone ancora più diverse tra

loro

Meccanismi biologici: basi genetiche

Correlazione tra genetica e ambiente (rGE

)

in termini di sviluppo, questa correlazione, nella sua forma attiva, è un meccanismo noto come niche picking: le persone selezionano e creano ambienti compatibili con il proprio proflo genetico che a sua volta viene preservato e raforzato (→ incrementare stima H attraverso il tempo)

G E

Principio di influenza reciproca

Meccanismi biologici: basi genetiche

Correlazione tra genetica e ambiente (rGE

)

questa correlazione suggerisce anche che la genetica può agire sulle diferenze fenotipiche sia direttamente sia indirettamente attraverso l’ambiente: The nature of nurture

GGG E P

Meccanismi biologici: basi genetiche

La stima di H nei disegni longitudinali sui gemelli: Il contributo di G rimane costante attravreso il tempo?

Decremento signifcativo nei livelli stimati di H con l’aumentare dell’età (Kendler, 2012)

• decremento costante per Nevroticismo, da .45 (20 anni) a .20 (80 anni)

• andamento quadratico, a u rovesciata, per Estroversione che cresce fno ai 30 anni (.50) e poi cala costantemente (.35 a 80 anni)

• stabilità di H invece per le abilità cognitive

andamento in accordo con la teoria sociogenetica, secondo cui col tempo sulle diferenze fenotipiche agiscono• accumulo eventi non condivisi • G x E

Meccanismi biologici: basi genetiche

Quale la stabilità di G ed E nei disegni longitudinali?

Due indicatori quantitativi

• rG indica il grado di stabilità di tipo gerarchico del fattore genetico sulle diferenze fenotipiche

• rE indica il grado di stabilità di tipo gerarchico del fattore ambientale sulle diferenze fenotipiche

I due indicatori non dipendono dalla stima dell’impatto di G e di E sulle diferenze fenotipiche → piccole porzioni di H potrebbero restare stabili nel tempo e ampie porzioni di E instabili, o viceversa

G t1 G t2

E t1 E t2

Meccanismi biologici: basi genetiche

Quale la stabilità delle componenti G ed E nei disegni longitudinali?

Scomponendo la varianza fenotipica in componente G ed E, i risultati generalmente mostrano che la componente G rimane altamente stabile nel tempo (rG = 1.0 approx), mentre quella ambientale non altrettanto (range .25 - .58, Viken et al, 1994)

La stabilità dipende da G e il cambiamento da E?

Non proprio: l’età modera i livelli delle due correlazioni, essendo G un fattore non perfettamente stabile nella giovinezza ed E un fattore progressivamente invece più stabile dalla giovinezza all’età adulta (rE > .80 in alcuni studi)

La stabilità del fattore genetico suggerisce possibile meccanismo legato a rGE, dalla selezione di nicchie alla loro preservazione (principio di continuità cumulativa)

La stabilità crescente di E suggerisce possibile meccanismo G xE

Meccanismi biologici: basi genetiche

Quale il contributo delle componenti G ed E al cambiamento nei disegni longitudinali?

G ed E contribuiscono alla stabilità

G ed E contribuiscono al cambiamento nelle traiettorie di sviluppo individuali, soprattutto E non condiviso (teoria sociogenetica)

difcoltà a misurare l’ambiente

l’opportunità di indagare l’impatto di G e di E nelle fasi salienti di transizione nell’arco di vita