psicologia dello sviluppo i: dell’elaborazione · lo sviluppo cognitivo psicologia dello sviluppo...
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MODULO 5
Lo sviluppo cognitivo
Psicologia dello sviluppo I:
cinque moduli
❖ Introduzione alla psicologia dello sviluppo
❖ Il neonato tra natura e cultura
❖ La teoria di Piaget
❖ La teoria di Vygotskij
❖ La teoria HIP lo sviluppo cognitivo
Lezioni
1. Teorie dell’elaborazione dell’informazione
2. La natura del pensiero
3. Organizzare la mente: concetti e script
4. La memorizzazione
5. Pensare le persone
13. Il bambino come
elaboratore di informazioni
MODULO 5
Lo sviluppo cognitivo
1. Teorie dell’elaborazione dell’informazione
2. La natura del pensiero
3. Organizzare la mente: concetti e script
4. La memorizzazione
5. Pensare le persone
Argomenti
• La metafora del
computer
• Il flusso di
informazioni
• Strutture cognitive
• Processi cognitivi
• Analisi del compito
• Metodi impiegati
Il bambino come elaboratore di informazioni
• Piaget
– bambino come
scienziato
• Vygoskij
– bambino come
apprendista
• Teorie HIP
– bambino come un
computer.
• La mente umana come il
computer
– è un sistema che
consente di elaborare
informazioni
• In entrambi i casi
– gli stimoli in input
vengono trasformati in
forma simbolica per
essere registrati ed
elaborati
La metafora del computer
• Come un computer
– riceve un input da un
dispositivo esterno
– che viene trattenuto
all’interno di una
memoria temporanea
ed eventualmente
trasferito nell’hard
disk
– tramite una periferica
viene prodotto un
output,
• Anche gli esseri umani
– ricevono informazioni dal
mondo esterno tramite la
stimolazione sugli organi di
sensi (input sensoriale)
– trattengono queste
informazioni in una memoria
temporanea per poterle
elaborare sul momento
– eventualmente le
immagazzinano in una
memoria permanente per
poterle usare in futuro
– producono una risposta
motoria (output motorio)
tramite un sistema di effettori
Studiare il flusso di informazioni
Perdita di
informazioni
Stimolo
esterno
Memoria
a lungo
termine
Memoria
a breve
termine
Registro
sensoriale
decadimentoPerdita
di forza
La natura delle strutture cognitive
• Come il computer si
compone di una struttura
fisica (hardware) e di
programmi operativi
(software)
• così le mente umana
coinvolge delle strutture e
dei processi ed entrambi
vanno presi in esame per
comprendere lo sviluppo
del pensiero
Le principali strutture
cognitive sono:
• registro sensoriale
• memoria di lavoro
• memoria a lungo termine.
Le strutture cognitive: registro sensoriale
• Il registro sensoriale
coinvolge la
persistenza delle
informazioni
sensoriali per frazioni
di secondo
– memoria iconica
– memoria ecoica
• Solo una parte delle
informazioni vengono
filtrate dal registri
sensoriali
• Diverse ricerche sperimentali mostrano che la capacità dei registri sensoriali cresce nel corso dello sviluppo.
Le strutture cognitive: memoria di lavoro
• La memoria di lavoro
coinvolge la parte attiva del
pensiero ed è coinvolta
– nella costruzione di nuove
strategie
– nella soluzione di problemi
matematici
– nella comprensione del testo.
• La memoria di lavoro opera
combinando
– le informazioni provenienti dai
registri sensoriali con le
informazioni presenti nella
memoria a lungo termine
• Limiti
– numero di unità
significative (lettere,
numeri, parole) sulle
quali può operare
– le informazioni durano
in genere 15-30
secondi e poi vengono
perse
Le strutture cognitive:
memoria a lungo termine
• La memoria a lungo
termine conserva le
informazioni per un
tempo indefinito,
anche se non sempre
è facile recuperarle
• Essa contiene due tipi
di informazioni:
– conoscenza episodica
– conoscenza semantica
• Di tipo dichiarativo
• Di tipo procedurale
La natura dei processi cognitivi
• I processi cognitivi sono
come i programmi
informatici e si modificano
con l’esperienza
• Una distinzione importante:
– I processi controllati
• implicano sforzo e richiedono
una grande quantità di
attenzione
– I processi automatici
• non richiedono molto sforzo
in quanto coinvolgono routine
ormai divenute abituali.
• I principali processi
cognitivi sono:
– Automatizzazione
– Codifica
I processi cognitivi: automatizzazione
• Automatizzazione
– Con la pratica i processi
che inizialmente
richiedevano più
attenzione finiscono per
richiederne di meno
• Una volta che
un’abilità è altamente
appresa, e quindi
automatizzata, può
risultare difficile
inibirla.
I processi cognitivi: codifica
• Le persone non
possono codificare tutte
le caratteristiche
presenti nel mondo.
• A volte il problema dei
bambini è quello di non
riuscire a codificare le
caratteristiche
importanti.
• In realtà, già nel primo anno di vita il bambino sembra in grado di codificare alcune caratteristiche degli stimoli, e infatti mostra minore attenzione dopo un certo tempo di esposizione (abituazione).
• I bambini che a 7 mesi si abituano prima all’esposizione ripetuta di un oggetto sono anche quelli con un QI più alto a 7-8 anni
La metacognizione
La metacognizione coinvolge
due aspetti:
• la conoscenza dei propri
processi cognitivi
– indagata ponendo al bambino
alcune domande sul
funzionamento dei processi
cognitivi.
• la capacità di controllare la
propria elaborazione
– indagata proponendo al
bambino un determinato
compito e indagando le
strategie messe in atto.
• Sembra anche che la
capacità
metacognitiva risulti
– particolarmente
compromessa negli
individui con ritardo
mentale
– particolarmente
sviluppata in individui
con intelligenza
eccezionale.
Analisi del compito
• Un aspetto caratteristico
della teoria
dell’elaborazione delle
informazioni è l’analisi del
compito.
• Il compito viene scomposto
nelle singole operazioni
coinvolte nella sua
esecuzione, in tal modo è
possibile costruire un
modello che può essere
eventualmente simulato.
• Fattori che
influenzano la
prestazione
– salienza percettiva
degli stimoli
– il numero di unità di
informazione che il
soggetto deve
elaborare
simultaneamente
I metodi impiegati
METODO SPERIMENTALE.
• Misure considerate– Tempo
– Errori
• Il tempo impiegato può essere un indice del numero e del tipo di operazioni coinvolte.
• L’analisi degli errori consente un’analisi qualitativa delle strategie e regole impiegate dal bambino nell’affrontare un certo compito.
SIMULAZIONE AL
COMPUTER
• Descrizione delle
operazioni coinvolte
• Costruzione di un
modello astratto
• Implementazione al
computer
Il metodo microgenetico di Siegler
• In origine usato da
Vygotskij
• Studia il processo
tramite il quale il
bambino giunge ad
acquisire una
competenza nuova
• Rilevazione intensiva di
dati sul bambino.
RISULTATI
• Spesso il
cambiamento è non
lineare
• Il passaggio a una
strategia nuova non è
garantito
Differenze con PIaget:
competenza/prestazione
PIAGET
• Enfasu sulla
competenza
• La soluzione di un
compito è un indice
della competenza
logica posseduta
TEORIE HIP
• Enfasi sulla
prestazione
• Indagine dei processi
di soluzione dei
problemi
Differenze con PIaget:
cambiamenti qualitativi/quantitativi
PIAGET
• Enfasi sui cambiamenti
qualitativi
• Passaggio da uno
stadio all’altro
– Cambiamento di
strutture mentali
TEORIE HIP
• Enfasi sui
cambiamenti
quantitativi
• Aumento del numero
di informazioni
elaborate
simultaneamente
Differenze con PIaget:
discontinuità/continuità
PIAGET
• Enfasi sulla
discontinuità
• Passaggio tra stadi
TEORIE HIP
• Enfasi sulla continuità
• I processi che
avvengono in
momenti diversi sono
gli stessi
– Esempio:memoria e
attenzione
Differenze con PIaget:
dominio-generale/dominio-specifco
PIAGET
• Enfasi sui processi
dominio-generali
• L’acquisizione di uno
stadio coinvolge ogni
ambito
TEORIE HIP
• Enfasi sui processi
dominio-specifici
• Acquisizione
indipendente di
conoscenze in aree
diverse
– Esempio: matematica
e linguaggio
Differenze con Piaget
enfasi sul cosa/come
PIAGET
• Enfasi sul cosa
• Descrizione delle
strutture cognitive
sottostanti
TEORIE HIP
• Enfasi sul come
• Descrizione dei
processi di soluzione
dei problemi
Cosa si sviluppa?
• Aumentano le
conoscenze
specifiche
• Aumentano le unità
di informazione che
il bambino tiene a
mente
simultaneamente
• Capacità di codificare
gli elementi rilevanti di
un problema
• Aumentano le
strategie e le regole
2. La natura del pensiero
MODULO 5
Lo sviluppo cognitivo
1. Teorie dell’elaborazione dell’informazione
2. La natura del pensiero
3. Organizzare la mente: concetti e script
4. La memorizzazione
5. Pensare le persone
Argomenti
• Accesso al pensiero
infantile
– Conversazioni
– Monologhi
– Gioco
– Compiti sperimentali
• La rappresentazione
simbolica
– linguaggio
– gioco
– disegno
La capacità di pensiero
• Il pensiero comprende funzioni mentali come– Ragionamento
– Simbolizzazione
– Problem-solving
– Pianificazione
• Negli esseri umani esiste anche un certo
grado di consapevolezza di questi processi e
la capacità di controllarli
Accesso al pensiero infantile:
analizzare le conversazioni
• Come si può studiare
il pensiero dei
bambini?
– Analisi delle
conversazioni
– Registrazione dei
monologhi
– Tecniche di gioco
– Stimolazione del
comportamento in un
contesto sperimentale
• I bambini partecipano
molto presto a
conversazioni – a due anni riflettono su
motivazioni e aspettative
coinvolte
• Tramite domande e
discutendo i bambini
cercano di comprendere
le motivazioni coinvolte
e costruire le regole
Accesso al pensiero infantile:
registrare i monologhi
• Katherine Nelson ha
registrato i monologhi
di una bambina di 2
anni (Emily), che
avvenivano la sera a
letto prima che si
addormentasse
• Emily rievocava gli
eventi accaduti e
prefigurava quelli futuri
• Questi monologhi sono
risultati per certi aspetti
più progrediti sul piano
linguistico rispetto alle
conversazioni che la
bambina aveva con i
genitori
Accesso al pensiero infantile:
tecniche di gioco
• Il gioco è usato in
ambito terapeutico per
indagare la vita
interiore del bambino– Ad esempio, l’impatto
del maltrattamento sulla
vita del bambino
• Con il gioco delle
bambole
– Si può indagare come il
bambino si rappresenta
le relazioni familiari
• Con le tecniche di
narrazione
– Il bambino può esprimere
indirettamente cosa
pensa di sé e degli altri
Accesso al pensiero infantile:
compiti sperimentali
• Esempio: una ricerca di DeLoache (1987)– Soggetti: bambini di 2
anni e mezzo e di tre anni
– Obiettivo: indagare lo sviluppo della capacità di usare il modello in scala di una stanza per rappresentare la stanza reale
• Prima si mostrava la scena
di un piccolo cane giocattolo
che veniva nascosto in un
modellino in scala di una
stanza
• Poi i bambini dovevano
trovare un grande cane di
pezza in una stanza
analoga di grandezza reale
• Risultati: i bambini più
piccoli in genere non
riuscivano nel compito
mentre quelli grandi sì
La rappresentazione simbolica
• La rappresentazione
simbolica – Far sì che una cosa ne
simboleggi un’altra
– è alla base del pensiero
• Forme di
rappresentazione
simbolica– Gestuale (es. gioco)
– Pittorica (es. disegno)
– Verbale (es. linguaggio)
• Aspetti e usi della
rappresentazione
simbolica– Strumenti del pensiero
– Pensare il passato e il
futuro
– Riferirsi a categorie
astratte
– Arbitrarietà
– Flessibilità
– Condivisione
Forme di rappresentazione
simbolica
• Linguaggio– relazione arbitraria tra un simbolo (una parola) e una
determinata entità
• Gioco di finzione – il bambino usa un oggetto al posto di un altro
– Ad esempio un bastone al posto di un cavallo
• Disegno– l’immagine rappresenta l’oggetto reale
Il linguaggio
• Verso i 18 mesi
– Scoperta che le cose
hanno un nome
– Esplosione del
vocabolario (18-24
mesi)
• I primi riferimenti
riguardano
– Oggetti concreti
– Persone familiari
– Azioni comuni
• Verso i 12 mesi
– Comparsa delle prime
parole
– a volte la forma non è
quella convenzionale
(es. “nene”)
– l’uso non sempre
coincide con quello
adulto
– Nene= Latte,
Succo, biberon
Il gioco: tipi di gioco
• Livelli di gioco1. Sensomotorio (primi 18 mesi)
2. Di costruzione (nel secondo anno)
3. Di finzione (nel secondo anno)
4. Sociodrammatico (dai 4 anni)
5. Disciplinato da regole (dall’età scolare)
Il gioco di finzione
• Il gioco di finzione
– Secondo Piaget è una manifestazione
dell’emergere del pensiero rappresentativo
– Grazie al gioco di finzione un gioco può
rappresentarne un altro
Funzioni del gioco di finzione
• Il gioco di finzione
– Sostituzione della realtà con l’immaginario
– La distinzione tra realtà è finzione è
comunque presente
– Svolge diverse funzioni: emotiva, cognitiva,
sociale
– Tende a scomparire negli anni della scuola
elementare, sostituito dal gioco con regole
Lo sviluppo del disegno
• Un’immagine è un simbolo che rappresenta una
cosa reale
– Presentazione grafica
– Non è arbitraria
• Verso i due anni
– Comprensione immagini
I quattro stadi del disegno
secondo Luquet
• Stadi nella produzione dei disegni (Luquet,
1927)
1. Realismo involontario (dai 2 anni)
2. Realismo mancato (poco dopo)
3. Realismo intellettuale (dai 4 anni)
– Le cose come sono
4. Realismo visivo (verso i 7-8 anni)
– Le cose come appaiono
Realismo intellettuale
Il disegno della figura umana: i
quattro stadi di Cox
• La figura umana
– Raffigurazione più comune tra i bambini
• Stadi nel disegno della figura umana (Cox,
1992, 1997):
1. Stadio del girino (due e mezzo-4 anni)
2. Stadio di transizione (4-5 anni)
3. Stadio canonico (5-7 anni)
4. Stadio realistico (verso gli 8 anni)
Il disegno della figura umana: i
quattro stadi di Cox
1. Stadio del girino (due e mezzo-4 anni)
• Si tratta di un cerchio che rappresenta la testa ma in un
certo senso anche il corpo. Alla testa sono attaccate
direttamente le braccia e le gambe. Ma queste sono
formate da una sola linea.
2. Stadio di transizione (4-5 anni)
• Testa distinta dal corpo
3. Stadio canonico (5-7 anni)
4. Stadio realistico (verso gli 8 anni)
Stadio del girino
Ricerche transculturali sul disegno
• I bambini disegnano la figura umana allo
stesso modo in tutte le culture?
• Ci sono somiglianze ma anche differenze
• Variazioni
– Età di acquisizione
– Collegamenti tra le parti
– articolazione degli schemi figurativi
Il disegno della figura umana in
bambini non vedenti
• Susanna Millar
– Ricerca con bambini ciechi congeniti dai 6 ai 10
anni
• Risultati
– Disegni meno rifiniti e difficoltà nel collegare le
parti
– Almeno a partire dai 10 anni, riescono a
rappresentare la figura umana
3. Organizzare la mente
MODULO 5
Lo sviluppo cognitivo
1. Teorie dell’elaborazione dell’informazione
2. La natura del pensiero
3. Organizzare la mente: concetti e script
4. La memorizzazione
5. Pensare le persone
Argomenti
• L’organizzazione della
mente
– Formazione dei concetti
– Costruzione degli script
Organizzare la mente:
concetti e script
• La nostra mente
semplifica le nostre
rappresentazioni
mentali del mondo
organizzandole in
strutture più
generali
• Queste strutture
– Ci consentono di
interpretare esperienze
nuove in base a quanto
già conosciuto
• Due attività
organizzative:
– Formazione dei
concetti
– Costruzione dei
copioni (script)
Organizzare la mente:
la formazione dei concetti
• Concetti– categorie mentali che raggruppano
oggetti diversi in base al possesso di
certe proprietà
Concetti prelinguistici
• Concetti prelinguistici– A tre mesi, categorizzazione percettiva
• es. immagini di cavalli
Due tendenze nello sviluppo della
capacità di categorizzazione
• Due tendenze evolutive
1. Dalle caratteristiche percettive a quelle
concettuali
2. Organizzazione gerarchica delle categorie
– Tre livelli (Rosch)
Dalle caratteristiche percettive
a quelle concettuali
• All’inizio il bambino mette insieme gli
oggetti in base ad aspetti percettivi quali
il colore ma non in base a un criterio più
astratto, ad esempio essere entrambi
frutti.
• Successivamente il bambino sviluppa
concetti ancora più astratti come quelli di
tempo, spazio, vita, morte.
Dalle caratteristiche percettive
a quelle concettuali
• Tuttavia, Gopnik e Sobel (2000) con un
cosiddetto “rivelatore di blicket”, che si
illumina e attiva una musica ogni volta
che viene posto un dato tipo di oggetti
(definiti “blicket”) hanno evidenziato che
anche bambini di 3 anni sono in grado di
mettere insieme oggetti in una categoria
in base alla loro caratteristica funzionale
e non alle caratteristiche percettive.
Verso un’organizzazione
gerarchica
• Il nostro mondo concettuale tende ad
essere organizzato in modo gerarchico. In
particolare, Rosch e coll. (1976) hanno
distinto tre livelli: a) di base
(fondamentale); b) subordinato; c)
sovraordinato.
• Ad esempio, “gatto” è una categoria
fondamentale, come anche “sedia” o
“auto”. Le corrispondenti categorie
“animale”, “mobile” e “veicolo” sono
invece categorie sovraordinate.
Verso un’organizzazione
gerarchica
• La categoria fondamentale ha il vantaggio
di una grande quantità di caratteristiche
condivise per i membri della categoria, e
di una facile differenziazione con i
membri delle altre categorie
fondamentali.
• In linea generale i bambini tendono a
imparare prima le categorie fondamentali
e successivamente quelle sovraordinate e
subordinate.
La costruzione degli script
• La nostra vita non contiene solo
oggetti statici ma anche una serie di
eventi.
• Alcuni eventi, quali andare a scuola
o fare visita ai parenti risultano
abitudinari.
• Le nostre rappresentazione mentali
di questi eventi vengono definite:
script.
• Gli script sono modelli di esperienze
stereotipate e ripetute di frequente.
La costruzione degli script
• Secondo la Nelson gli script hanno
tre caratteristiche:
– contengono delle attività obbligatorie
organizzate in sequenza
– prevedono spazi per eventi opzionali
– attribuiscono ruoli specifici ai diversi
attori
La costruzione degli script
• Ad esempio, un pranzo in famiglia
– coinvolge attività obbligatorie quali
cucinare, apparecchiare la tavola,
mangiare e sparecchiare.
– C’è spazio per eventi opzionali, ad
esempio può cambiare il cibo mangiato
o le persone che partecipano al pranzo
– Infine, ci sono ruoli più o meno definiti,
relativi a chi prepara, chi apparecchia e
chi poi fa le pulizie.
• Ad esempio, andare dal dottore
oppure partecipare a una festa di
compleanno.
La costruzione degli script
• A partire dai tre anni i bambini
costruiscono script per una varietà di
attività e risultano in grado non solo di
comportarsi in modo appropriato ma
anche di spiegare verbalmente la routine.
• Nelson e collaboratori hanno ad esempio
hanno chiesto a bambini prescolari di
raccontare eventi familiari, come andare a
mangiare al McDonald.
• I risultati hanno evidenziato che anche i
bambini di 3 anni raccontano gli eventi
secondo l’ordine temporale corretto.
La costruzione degli script
• Le violazioni dell’ordine corretto possono
avere effetti spiacevoli sul bambino.
• Ad esempio, Hudson (1990) racconta che
una bambina di 2 anni alla quale fu fatto il
bagnetto prima e non dopo la cena, come
faceva di solito, risultò turbata temendo
che per quella sera sarebbe rimasta senza
cena.
La costruzione degli script
• Inoltre, quando gli eventi si svolgono
in gran parte secondo l’ordine solito
ma con violazioni in alcuni dettagli, i
bambini prescolari in genere
dimenticano queste violazioni.
• Ad esempio, se vanno al ristorante
dove si paga dopo avere mangiato, i
bambini ricordano che il pagamento
è avvenuto prima di mangiare, come
avviene di solito al fast-food.
La costruzione degli script
• Quali esperienze portano i bambini a
formare degli script?
• Un ruolo importante hanno le storie
raccontate dai genitori e le domande che i
genitori fanno sugli eventi passati
– domande che spesso vengono fatte seguendo
l’ordine secondo il quale si sono svolti gli eventi
(Hudson, 1990).
• Le domande aiutano il bambino sia a
individuare gli elementi importanti che a
cogliere l’ordine con il quale si sono svolti.
La costruzione degli script
• I bambini usano gli script non solo
per rievocare le loro esperienze ma
anche per ricordare storie relative ad
altre persone.
• Molte storie raccontate ai bambini
seguono un formato standard
– descrizione dell’ambientazione
– accadimento di un evento
– i personaggi hanno una risposta interna
quindi si pongono uno scopo
– tentano di raggiungerlo
– riescono/falliscono nel tentativo
La costruzione degli script
• Cambia con l’età il modo in cui i bambiniriportano queste storie.
• A tre anni omettono gli scopi principalidei personaggi e le reazioni interne e avolte includono dettagli non collegati conla sequenza principale.
• A quattro anni, ancora omettono scopi eintenzioni dei personaggi ma sifocalizzano solo sulle azioni pertinenti.
• Solo verso i cinque anni nel riportare unastoria i bambini includono tutti glielementi rilevanti della storia.
La costruzione degli script
Con lo sviluppo gli script:
• diventano più lunghi e dettagliati.
• Contengono anche deviazioni dalla
consuetudine e dettagli opzionali
• Contengono non solo le azioni ma anche
gli obiettivi e i sentimenti dei partecipanti
La costruzione degli script
Funzione degli script
• Cognitive
– comprensione di storie
– alfabetizzazione
• Sociali
– condivisione di conoscenze sul mondo