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MODULO 5 Lo sviluppo cognitivo Psicologia dello sviluppo I: cinque moduli Introduzione alla psicologia dello sviluppo Il neonato tra natura e cultura La teoria di Piaget La teoria di Vygotskij La teoria HIP lo sviluppo cognitivo Lezioni 1. Teorie dell’elaborazione dell’informazione 2. La natura del pensiero 3. Organizzare la mente: concetti e script 4. La memorizzazione 5. Pensare le persone

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Page 1: Psicologia dello sviluppo I: dell’elaborazione · Lo sviluppo cognitivo Psicologia dello sviluppo I: cinque moduli Introduzione alla psicologia dello sviluppo Il neonato tra natura

MODULO 5

Lo sviluppo cognitivo

Psicologia dello sviluppo I:

cinque moduli

❖ Introduzione alla psicologia dello sviluppo

❖ Il neonato tra natura e cultura

❖ La teoria di Piaget

❖ La teoria di Vygotskij

❖ La teoria HIP lo sviluppo cognitivo

Lezioni

1. Teorie dell’elaborazione dell’informazione

2. La natura del pensiero

3. Organizzare la mente: concetti e script

4. La memorizzazione

5. Pensare le persone

Page 2: Psicologia dello sviluppo I: dell’elaborazione · Lo sviluppo cognitivo Psicologia dello sviluppo I: cinque moduli Introduzione alla psicologia dello sviluppo Il neonato tra natura

13. Il bambino come

elaboratore di informazioni

MODULO 5

Lo sviluppo cognitivo

1. Teorie dell’elaborazione dell’informazione

2. La natura del pensiero

3. Organizzare la mente: concetti e script

4. La memorizzazione

5. Pensare le persone

Argomenti

• La metafora del

computer

• Il flusso di

informazioni

• Strutture cognitive

• Processi cognitivi

• Analisi del compito

• Metodi impiegati

Page 3: Psicologia dello sviluppo I: dell’elaborazione · Lo sviluppo cognitivo Psicologia dello sviluppo I: cinque moduli Introduzione alla psicologia dello sviluppo Il neonato tra natura

Il bambino come elaboratore di informazioni

• Piaget

– bambino come

scienziato

• Vygoskij

– bambino come

apprendista

• Teorie HIP

– bambino come un

computer.

• La mente umana come il

computer

– è un sistema che

consente di elaborare

informazioni

• In entrambi i casi

– gli stimoli in input

vengono trasformati in

forma simbolica per

essere registrati ed

elaborati

Page 4: Psicologia dello sviluppo I: dell’elaborazione · Lo sviluppo cognitivo Psicologia dello sviluppo I: cinque moduli Introduzione alla psicologia dello sviluppo Il neonato tra natura

La metafora del computer

• Come un computer

– riceve un input da un

dispositivo esterno

– che viene trattenuto

all’interno di una

memoria temporanea

ed eventualmente

trasferito nell’hard

disk

– tramite una periferica

viene prodotto un

output,

• Anche gli esseri umani

– ricevono informazioni dal

mondo esterno tramite la

stimolazione sugli organi di

sensi (input sensoriale)

– trattengono queste

informazioni in una memoria

temporanea per poterle

elaborare sul momento

– eventualmente le

immagazzinano in una

memoria permanente per

poterle usare in futuro

– producono una risposta

motoria (output motorio)

tramite un sistema di effettori

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Studiare il flusso di informazioni

Perdita di

informazioni

Stimolo

esterno

Memoria

a lungo

termine

Memoria

a breve

termine

Registro

sensoriale

decadimentoPerdita

di forza

Page 6: Psicologia dello sviluppo I: dell’elaborazione · Lo sviluppo cognitivo Psicologia dello sviluppo I: cinque moduli Introduzione alla psicologia dello sviluppo Il neonato tra natura

La natura delle strutture cognitive

• Come il computer si

compone di una struttura

fisica (hardware) e di

programmi operativi

(software)

• così le mente umana

coinvolge delle strutture e

dei processi ed entrambi

vanno presi in esame per

comprendere lo sviluppo

del pensiero

Le principali strutture

cognitive sono:

• registro sensoriale

• memoria di lavoro

• memoria a lungo termine.

Page 7: Psicologia dello sviluppo I: dell’elaborazione · Lo sviluppo cognitivo Psicologia dello sviluppo I: cinque moduli Introduzione alla psicologia dello sviluppo Il neonato tra natura

Le strutture cognitive: registro sensoriale

• Il registro sensoriale

coinvolge la

persistenza delle

informazioni

sensoriali per frazioni

di secondo

– memoria iconica

– memoria ecoica

• Solo una parte delle

informazioni vengono

filtrate dal registri

sensoriali

• Diverse ricerche sperimentali mostrano che la capacità dei registri sensoriali cresce nel corso dello sviluppo.

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Le strutture cognitive: memoria di lavoro

• La memoria di lavoro

coinvolge la parte attiva del

pensiero ed è coinvolta

– nella costruzione di nuove

strategie

– nella soluzione di problemi

matematici

– nella comprensione del testo.

• La memoria di lavoro opera

combinando

– le informazioni provenienti dai

registri sensoriali con le

informazioni presenti nella

memoria a lungo termine

• Limiti

– numero di unità

significative (lettere,

numeri, parole) sulle

quali può operare

– le informazioni durano

in genere 15-30

secondi e poi vengono

perse

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Le strutture cognitive:

memoria a lungo termine

• La memoria a lungo

termine conserva le

informazioni per un

tempo indefinito,

anche se non sempre

è facile recuperarle

• Essa contiene due tipi

di informazioni:

– conoscenza episodica

– conoscenza semantica

• Di tipo dichiarativo

• Di tipo procedurale

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La natura dei processi cognitivi

• I processi cognitivi sono

come i programmi

informatici e si modificano

con l’esperienza

• Una distinzione importante:

– I processi controllati

• implicano sforzo e richiedono

una grande quantità di

attenzione

– I processi automatici

• non richiedono molto sforzo

in quanto coinvolgono routine

ormai divenute abituali.

• I principali processi

cognitivi sono:

– Automatizzazione

– Codifica

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I processi cognitivi: automatizzazione

• Automatizzazione

– Con la pratica i processi

che inizialmente

richiedevano più

attenzione finiscono per

richiederne di meno

• Una volta che

un’abilità è altamente

appresa, e quindi

automatizzata, può

risultare difficile

inibirla.

Page 12: Psicologia dello sviluppo I: dell’elaborazione · Lo sviluppo cognitivo Psicologia dello sviluppo I: cinque moduli Introduzione alla psicologia dello sviluppo Il neonato tra natura

I processi cognitivi: codifica

• Le persone non

possono codificare tutte

le caratteristiche

presenti nel mondo.

• A volte il problema dei

bambini è quello di non

riuscire a codificare le

caratteristiche

importanti.

• In realtà, già nel primo anno di vita il bambino sembra in grado di codificare alcune caratteristiche degli stimoli, e infatti mostra minore attenzione dopo un certo tempo di esposizione (abituazione).

• I bambini che a 7 mesi si abituano prima all’esposizione ripetuta di un oggetto sono anche quelli con un QI più alto a 7-8 anni

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La metacognizione

La metacognizione coinvolge

due aspetti:

• la conoscenza dei propri

processi cognitivi

– indagata ponendo al bambino

alcune domande sul

funzionamento dei processi

cognitivi.

• la capacità di controllare la

propria elaborazione

– indagata proponendo al

bambino un determinato

compito e indagando le

strategie messe in atto.

• Sembra anche che la

capacità

metacognitiva risulti

– particolarmente

compromessa negli

individui con ritardo

mentale

– particolarmente

sviluppata in individui

con intelligenza

eccezionale.

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Analisi del compito

• Un aspetto caratteristico

della teoria

dell’elaborazione delle

informazioni è l’analisi del

compito.

• Il compito viene scomposto

nelle singole operazioni

coinvolte nella sua

esecuzione, in tal modo è

possibile costruire un

modello che può essere

eventualmente simulato.

• Fattori che

influenzano la

prestazione

– salienza percettiva

degli stimoli

– il numero di unità di

informazione che il

soggetto deve

elaborare

simultaneamente

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I metodi impiegati

METODO SPERIMENTALE.

• Misure considerate– Tempo

– Errori

• Il tempo impiegato può essere un indice del numero e del tipo di operazioni coinvolte.

• L’analisi degli errori consente un’analisi qualitativa delle strategie e regole impiegate dal bambino nell’affrontare un certo compito.

SIMULAZIONE AL

COMPUTER

• Descrizione delle

operazioni coinvolte

• Costruzione di un

modello astratto

• Implementazione al

computer

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Il metodo microgenetico di Siegler

• In origine usato da

Vygotskij

• Studia il processo

tramite il quale il

bambino giunge ad

acquisire una

competenza nuova

• Rilevazione intensiva di

dati sul bambino.

RISULTATI

• Spesso il

cambiamento è non

lineare

• Il passaggio a una

strategia nuova non è

garantito

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Differenze con PIaget:

competenza/prestazione

PIAGET

• Enfasu sulla

competenza

• La soluzione di un

compito è un indice

della competenza

logica posseduta

TEORIE HIP

• Enfasi sulla

prestazione

• Indagine dei processi

di soluzione dei

problemi

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Differenze con PIaget:

cambiamenti qualitativi/quantitativi

PIAGET

• Enfasi sui cambiamenti

qualitativi

• Passaggio da uno

stadio all’altro

– Cambiamento di

strutture mentali

TEORIE HIP

• Enfasi sui

cambiamenti

quantitativi

• Aumento del numero

di informazioni

elaborate

simultaneamente

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Differenze con PIaget:

discontinuità/continuità

PIAGET

• Enfasi sulla

discontinuità

• Passaggio tra stadi

TEORIE HIP

• Enfasi sulla continuità

• I processi che

avvengono in

momenti diversi sono

gli stessi

– Esempio:memoria e

attenzione

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Differenze con PIaget:

dominio-generale/dominio-specifco

PIAGET

• Enfasi sui processi

dominio-generali

• L’acquisizione di uno

stadio coinvolge ogni

ambito

TEORIE HIP

• Enfasi sui processi

dominio-specifici

• Acquisizione

indipendente di

conoscenze in aree

diverse

– Esempio: matematica

e linguaggio

Page 21: Psicologia dello sviluppo I: dell’elaborazione · Lo sviluppo cognitivo Psicologia dello sviluppo I: cinque moduli Introduzione alla psicologia dello sviluppo Il neonato tra natura

Differenze con Piaget

enfasi sul cosa/come

PIAGET

• Enfasi sul cosa

• Descrizione delle

strutture cognitive

sottostanti

TEORIE HIP

• Enfasi sul come

• Descrizione dei

processi di soluzione

dei problemi

Page 22: Psicologia dello sviluppo I: dell’elaborazione · Lo sviluppo cognitivo Psicologia dello sviluppo I: cinque moduli Introduzione alla psicologia dello sviluppo Il neonato tra natura

Cosa si sviluppa?

• Aumentano le

conoscenze

specifiche

• Aumentano le unità

di informazione che

il bambino tiene a

mente

simultaneamente

• Capacità di codificare

gli elementi rilevanti di

un problema

• Aumentano le

strategie e le regole

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2. La natura del pensiero

MODULO 5

Lo sviluppo cognitivo

1. Teorie dell’elaborazione dell’informazione

2. La natura del pensiero

3. Organizzare la mente: concetti e script

4. La memorizzazione

5. Pensare le persone

Argomenti

• Accesso al pensiero

infantile

– Conversazioni

– Monologhi

– Gioco

– Compiti sperimentali

• La rappresentazione

simbolica

– linguaggio

– gioco

– disegno

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La capacità di pensiero

• Il pensiero comprende funzioni mentali come– Ragionamento

– Simbolizzazione

– Problem-solving

– Pianificazione

• Negli esseri umani esiste anche un certo

grado di consapevolezza di questi processi e

la capacità di controllarli

Page 25: Psicologia dello sviluppo I: dell’elaborazione · Lo sviluppo cognitivo Psicologia dello sviluppo I: cinque moduli Introduzione alla psicologia dello sviluppo Il neonato tra natura

Accesso al pensiero infantile:

analizzare le conversazioni

• Come si può studiare

il pensiero dei

bambini?

– Analisi delle

conversazioni

– Registrazione dei

monologhi

– Tecniche di gioco

– Stimolazione del

comportamento in un

contesto sperimentale

• I bambini partecipano

molto presto a

conversazioni – a due anni riflettono su

motivazioni e aspettative

coinvolte

• Tramite domande e

discutendo i bambini

cercano di comprendere

le motivazioni coinvolte

e costruire le regole

Page 26: Psicologia dello sviluppo I: dell’elaborazione · Lo sviluppo cognitivo Psicologia dello sviluppo I: cinque moduli Introduzione alla psicologia dello sviluppo Il neonato tra natura

Accesso al pensiero infantile:

registrare i monologhi

• Katherine Nelson ha

registrato i monologhi

di una bambina di 2

anni (Emily), che

avvenivano la sera a

letto prima che si

addormentasse

• Emily rievocava gli

eventi accaduti e

prefigurava quelli futuri

• Questi monologhi sono

risultati per certi aspetti

più progrediti sul piano

linguistico rispetto alle

conversazioni che la

bambina aveva con i

genitori

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Accesso al pensiero infantile:

tecniche di gioco

• Il gioco è usato in

ambito terapeutico per

indagare la vita

interiore del bambino– Ad esempio, l’impatto

del maltrattamento sulla

vita del bambino

• Con il gioco delle

bambole

– Si può indagare come il

bambino si rappresenta

le relazioni familiari

• Con le tecniche di

narrazione

– Il bambino può esprimere

indirettamente cosa

pensa di sé e degli altri

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Accesso al pensiero infantile:

compiti sperimentali

• Esempio: una ricerca di DeLoache (1987)– Soggetti: bambini di 2

anni e mezzo e di tre anni

– Obiettivo: indagare lo sviluppo della capacità di usare il modello in scala di una stanza per rappresentare la stanza reale

• Prima si mostrava la scena

di un piccolo cane giocattolo

che veniva nascosto in un

modellino in scala di una

stanza

• Poi i bambini dovevano

trovare un grande cane di

pezza in una stanza

analoga di grandezza reale

• Risultati: i bambini più

piccoli in genere non

riuscivano nel compito

mentre quelli grandi sì

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La rappresentazione simbolica

• La rappresentazione

simbolica – Far sì che una cosa ne

simboleggi un’altra

– è alla base del pensiero

• Forme di

rappresentazione

simbolica– Gestuale (es. gioco)

– Pittorica (es. disegno)

– Verbale (es. linguaggio)

• Aspetti e usi della

rappresentazione

simbolica– Strumenti del pensiero

– Pensare il passato e il

futuro

– Riferirsi a categorie

astratte

– Arbitrarietà

– Flessibilità

– Condivisione

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Forme di rappresentazione

simbolica

• Linguaggio– relazione arbitraria tra un simbolo (una parola) e una

determinata entità

• Gioco di finzione – il bambino usa un oggetto al posto di un altro

– Ad esempio un bastone al posto di un cavallo

• Disegno– l’immagine rappresenta l’oggetto reale

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Il linguaggio

• Verso i 18 mesi

– Scoperta che le cose

hanno un nome

– Esplosione del

vocabolario (18-24

mesi)

• I primi riferimenti

riguardano

– Oggetti concreti

– Persone familiari

– Azioni comuni

• Verso i 12 mesi

– Comparsa delle prime

parole

– a volte la forma non è

quella convenzionale

(es. “nene”)

– l’uso non sempre

coincide con quello

adulto

– Nene= Latte,

Succo, biberon

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Il gioco: tipi di gioco

• Livelli di gioco1. Sensomotorio (primi 18 mesi)

2. Di costruzione (nel secondo anno)

3. Di finzione (nel secondo anno)

4. Sociodrammatico (dai 4 anni)

5. Disciplinato da regole (dall’età scolare)

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Il gioco di finzione

• Il gioco di finzione

– Secondo Piaget è una manifestazione

dell’emergere del pensiero rappresentativo

– Grazie al gioco di finzione un gioco può

rappresentarne un altro

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Funzioni del gioco di finzione

• Il gioco di finzione

– Sostituzione della realtà con l’immaginario

– La distinzione tra realtà è finzione è

comunque presente

– Svolge diverse funzioni: emotiva, cognitiva,

sociale

– Tende a scomparire negli anni della scuola

elementare, sostituito dal gioco con regole

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Lo sviluppo del disegno

• Un’immagine è un simbolo che rappresenta una

cosa reale

– Presentazione grafica

– Non è arbitraria

• Verso i due anni

– Comprensione immagini

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I quattro stadi del disegno

secondo Luquet

• Stadi nella produzione dei disegni (Luquet,

1927)

1. Realismo involontario (dai 2 anni)

2. Realismo mancato (poco dopo)

3. Realismo intellettuale (dai 4 anni)

– Le cose come sono

4. Realismo visivo (verso i 7-8 anni)

– Le cose come appaiono

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Realismo intellettuale

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Il disegno della figura umana: i

quattro stadi di Cox

• La figura umana

– Raffigurazione più comune tra i bambini

• Stadi nel disegno della figura umana (Cox,

1992, 1997):

1. Stadio del girino (due e mezzo-4 anni)

2. Stadio di transizione (4-5 anni)

3. Stadio canonico (5-7 anni)

4. Stadio realistico (verso gli 8 anni)

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Il disegno della figura umana: i

quattro stadi di Cox

1. Stadio del girino (due e mezzo-4 anni)

• Si tratta di un cerchio che rappresenta la testa ma in un

certo senso anche il corpo. Alla testa sono attaccate

direttamente le braccia e le gambe. Ma queste sono

formate da una sola linea.

2. Stadio di transizione (4-5 anni)

• Testa distinta dal corpo

3. Stadio canonico (5-7 anni)

4. Stadio realistico (verso gli 8 anni)

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Stadio del girino

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Ricerche transculturali sul disegno

• I bambini disegnano la figura umana allo

stesso modo in tutte le culture?

• Ci sono somiglianze ma anche differenze

• Variazioni

– Età di acquisizione

– Collegamenti tra le parti

– articolazione degli schemi figurativi

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Il disegno della figura umana in

bambini non vedenti

• Susanna Millar

– Ricerca con bambini ciechi congeniti dai 6 ai 10

anni

• Risultati

– Disegni meno rifiniti e difficoltà nel collegare le

parti

– Almeno a partire dai 10 anni, riescono a

rappresentare la figura umana

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3. Organizzare la mente

MODULO 5

Lo sviluppo cognitivo

1. Teorie dell’elaborazione dell’informazione

2. La natura del pensiero

3. Organizzare la mente: concetti e script

4. La memorizzazione

5. Pensare le persone

Argomenti

• L’organizzazione della

mente

– Formazione dei concetti

– Costruzione degli script

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Organizzare la mente:

concetti e script

• La nostra mente

semplifica le nostre

rappresentazioni

mentali del mondo

organizzandole in

strutture più

generali

• Queste strutture

– Ci consentono di

interpretare esperienze

nuove in base a quanto

già conosciuto

• Due attività

organizzative:

– Formazione dei

concetti

– Costruzione dei

copioni (script)

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Organizzare la mente:

la formazione dei concetti

• Concetti– categorie mentali che raggruppano

oggetti diversi in base al possesso di

certe proprietà

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Concetti prelinguistici

• Concetti prelinguistici– A tre mesi, categorizzazione percettiva

• es. immagini di cavalli

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Due tendenze nello sviluppo della

capacità di categorizzazione

• Due tendenze evolutive

1. Dalle caratteristiche percettive a quelle

concettuali

2. Organizzazione gerarchica delle categorie

– Tre livelli (Rosch)

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Dalle caratteristiche percettive

a quelle concettuali

• All’inizio il bambino mette insieme gli

oggetti in base ad aspetti percettivi quali

il colore ma non in base a un criterio più

astratto, ad esempio essere entrambi

frutti.

• Successivamente il bambino sviluppa

concetti ancora più astratti come quelli di

tempo, spazio, vita, morte.

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Dalle caratteristiche percettive

a quelle concettuali

• Tuttavia, Gopnik e Sobel (2000) con un

cosiddetto “rivelatore di blicket”, che si

illumina e attiva una musica ogni volta

che viene posto un dato tipo di oggetti

(definiti “blicket”) hanno evidenziato che

anche bambini di 3 anni sono in grado di

mettere insieme oggetti in una categoria

in base alla loro caratteristica funzionale

e non alle caratteristiche percettive.

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Verso un’organizzazione

gerarchica

• Il nostro mondo concettuale tende ad

essere organizzato in modo gerarchico. In

particolare, Rosch e coll. (1976) hanno

distinto tre livelli: a) di base

(fondamentale); b) subordinato; c)

sovraordinato.

• Ad esempio, “gatto” è una categoria

fondamentale, come anche “sedia” o

“auto”. Le corrispondenti categorie

“animale”, “mobile” e “veicolo” sono

invece categorie sovraordinate.

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Verso un’organizzazione

gerarchica

• La categoria fondamentale ha il vantaggio

di una grande quantità di caratteristiche

condivise per i membri della categoria, e

di una facile differenziazione con i

membri delle altre categorie

fondamentali.

• In linea generale i bambini tendono a

imparare prima le categorie fondamentali

e successivamente quelle sovraordinate e

subordinate.

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La costruzione degli script

• La nostra vita non contiene solo

oggetti statici ma anche una serie di

eventi.

• Alcuni eventi, quali andare a scuola

o fare visita ai parenti risultano

abitudinari.

• Le nostre rappresentazione mentali

di questi eventi vengono definite:

script.

• Gli script sono modelli di esperienze

stereotipate e ripetute di frequente.

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La costruzione degli script

• Secondo la Nelson gli script hanno

tre caratteristiche:

– contengono delle attività obbligatorie

organizzate in sequenza

– prevedono spazi per eventi opzionali

– attribuiscono ruoli specifici ai diversi

attori

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La costruzione degli script

• Ad esempio, un pranzo in famiglia

– coinvolge attività obbligatorie quali

cucinare, apparecchiare la tavola,

mangiare e sparecchiare.

– C’è spazio per eventi opzionali, ad

esempio può cambiare il cibo mangiato

o le persone che partecipano al pranzo

– Infine, ci sono ruoli più o meno definiti,

relativi a chi prepara, chi apparecchia e

chi poi fa le pulizie.

• Ad esempio, andare dal dottore

oppure partecipare a una festa di

compleanno.

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La costruzione degli script

• A partire dai tre anni i bambini

costruiscono script per una varietà di

attività e risultano in grado non solo di

comportarsi in modo appropriato ma

anche di spiegare verbalmente la routine.

• Nelson e collaboratori hanno ad esempio

hanno chiesto a bambini prescolari di

raccontare eventi familiari, come andare a

mangiare al McDonald.

• I risultati hanno evidenziato che anche i

bambini di 3 anni raccontano gli eventi

secondo l’ordine temporale corretto.

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La costruzione degli script

• Le violazioni dell’ordine corretto possono

avere effetti spiacevoli sul bambino.

• Ad esempio, Hudson (1990) racconta che

una bambina di 2 anni alla quale fu fatto il

bagnetto prima e non dopo la cena, come

faceva di solito, risultò turbata temendo

che per quella sera sarebbe rimasta senza

cena.

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La costruzione degli script

• Inoltre, quando gli eventi si svolgono

in gran parte secondo l’ordine solito

ma con violazioni in alcuni dettagli, i

bambini prescolari in genere

dimenticano queste violazioni.

• Ad esempio, se vanno al ristorante

dove si paga dopo avere mangiato, i

bambini ricordano che il pagamento

è avvenuto prima di mangiare, come

avviene di solito al fast-food.

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La costruzione degli script

• Quali esperienze portano i bambini a

formare degli script?

• Un ruolo importante hanno le storie

raccontate dai genitori e le domande che i

genitori fanno sugli eventi passati

– domande che spesso vengono fatte seguendo

l’ordine secondo il quale si sono svolti gli eventi

(Hudson, 1990).

• Le domande aiutano il bambino sia a

individuare gli elementi importanti che a

cogliere l’ordine con il quale si sono svolti.

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La costruzione degli script

• I bambini usano gli script non solo

per rievocare le loro esperienze ma

anche per ricordare storie relative ad

altre persone.

• Molte storie raccontate ai bambini

seguono un formato standard

– descrizione dell’ambientazione

– accadimento di un evento

– i personaggi hanno una risposta interna

quindi si pongono uno scopo

– tentano di raggiungerlo

– riescono/falliscono nel tentativo

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La costruzione degli script

• Cambia con l’età il modo in cui i bambiniriportano queste storie.

• A tre anni omettono gli scopi principalidei personaggi e le reazioni interne e avolte includono dettagli non collegati conla sequenza principale.

• A quattro anni, ancora omettono scopi eintenzioni dei personaggi ma sifocalizzano solo sulle azioni pertinenti.

• Solo verso i cinque anni nel riportare unastoria i bambini includono tutti glielementi rilevanti della storia.

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La costruzione degli script

Con lo sviluppo gli script:

• diventano più lunghi e dettagliati.

• Contengono anche deviazioni dalla

consuetudine e dettagli opzionali

• Contengono non solo le azioni ma anche

gli obiettivi e i sentimenti dei partecipanti

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La costruzione degli script

Funzione degli script

• Cognitive

– comprensione di storie

– alfabetizzazione

• Sociali

– condivisione di conoscenze sul mondo