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MISTERO SUL TACCO D’ITALIA Un albero pietrificato senza radici, un dolmen preistorico dove venivano compiuti strani sacrifici e un castello dalle origini scono sciute e dal forte signi ficato astro nomic o. In Puglia non ci si va solo  per prendere il sole, ma anche per scoprire le sue enigmatiche bellezze… ITINERARIO- Bisceglie, Corato, Castel del Monte, Andria, Barletta, Margherita di Savoia, Monte S. Angelo, Vico del Gargano, Ischitella. LUNGHEZZA- KM 200 GARMIN- dati rilevati: km 264.3 (didascalia 58)

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Un albero pietrificato senza radici, un dolmen preistorico dove venivano compiuti strani sacrifici e un castello dalle origini sconosciute e dal forte significato astronomico. In Puglia non ci si va solo per prendere il sole, ma anche per scoprire le sue enigmatiche bellezze…

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MISTERO SUL TACCO D’ITALIAUn albero pietrificato senza radici, un dolmen preistorico dove venivano compiuti strani sacrifici eun castello dalle origini sconosciute e dal forte significato astronomico. In Puglia non ci si va soloper prendere il sole, ma anche per scoprire le sue enigmatiche bellezze…ITINERARIO- Bisceglie, Corato, Castel del Monte, Andria, Barletta, Margherita di Savoia, MonteS. Angelo, Vico del Gargano, Ischitella.LUNGHEZZA- KM 200GARMIN- dati rilevati: km 264.3 (didascalia 58)

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Testo di Andrea BAFFIGO, foto Giovanni LAMONICA

Leggi Puglia e pensi a mare, coste e sole. Sicuramente tra le attrattive più gettonate per visitarequesta regione, ma c’è dell’altro… Infatti, poco lontano dalle sue spiagge ci sono luoghi misteriosi,fenomeni insoliti, strani e che possono destare non poche perplessità.

Si tratta di fenomeni naturali, a volte poco conosciuti, ma anche costruzioni e architetturesorprendenti, siti che risalgono all’età preistorica e che con un po’ di fantasia possono essere unbuon pretesto per un viaggio alla ricerca dell’ignoto, a caccia di misteri. Uno spunto per unagiornata o un week-end lontano da sdraio e ombrelloni, oppure il filo condutture di un interoviaggio, come in questo caso.Giunti ad Ischitella, un piccolo paesino in provincia di Foggia, all’interno del Gargano,parcheggiamo le moto per due passi a piedi. L’impressione è che come altri paesi delle comunitàmontane abbia vissuto un progressivo, ma inesorabile, abbandono da parte dei giovani. L’età mediaè sicuramente alta e due giovani motociclisti forestieri destano qualche curiosità. Estratta la cartinadel posto non c’è bisogno di aspettare tanto prima che un nutrito gruppo di simpatici “vecchietti” ciindichi la direzione per l’attrazione principale. “Basta che proseguite per questa strada e arriverete

in via Salvo d’Acquisto”, afferma un anziano, ma esuberante, signore indicandoci la via.Dopo pochi passi ci troviamo di fronte ad un convento, pare che proprio in questo luogo nel lontano1216 San Francesco d’Assisi piantò in una piccola aiuola il suo bastone e disse “in direzione diquesto bastone sorgerà la porta di un convento”, la profezia si compì e il bastone diventò un alberomaestoso, di fronte al quale chiaramente fu costruito un bel convento. Si dice, inoltre, che gliabitanti divennero talmente devoti verso l’albero che il demonio per gelosia lo abbatté, ma l’alberosi capovolse, le radici rimasero in aria e i rami sprofondarono e germogliarono sotto terra. Leggendea parte, il mistero rimane. Di fronte al portone del convento c’è il “famoso” albero, sembra più unpalo della luce, composto da un alto tronco privo di foglie e con pochi rami. I locali lo chiamano“pino delle meraviglie” o “pino leggendario”, anche se non è un pino ma un cipresso! È una verastranezza botanica, in quanto sembra finto, o meglio pietrificato. A toccarlo sembra più fatto dimarmo che di legno, ma la particolarità più inquietante è il fatto che non ha le radici nel terreno, mabensì radici aeree, cioè i pochi rami sarebbero le sue uniche radici, dal qual trae sostentamento perla sua esistenza. Difficile spiegarsi come possa continuare a vivere e il perché sia in questacondizione. Interpellata a riguardo una coppia di anziani racconta che da quando abita ad Ischitellaè sempre rimasto uguale: “non cresce, ma non muore neanche”. Riguardo alla leggenda, invece, simostra assai scettica: “Altro che San Francesco, forse è uno scherzo di qualche burlone!”.Sarà…, comunque rimango perplesso pensando alle radici aeree e rimontati in sella percorriamoadagio la via verso Monte Sant’Angelo. Nonostante manchino diversi chilometri a San GiovanniRotondo la “presenza” di padre Pio si sente, eccome, anzi si vede benissimo, visto che sul cigliodella strada si trovano già diverse bancarelle con quadri, statue e altri gadget raffiguranti il famoso

padre.La strada è piacevole e disseminata di curve e lungo il percorso non è raro imbattersi in cavalli,maiali selvatici e pecore. Stiamo attraversando la Foresta Umbra, il polmone verde del Gargano: ilsilenzio è avvolgente e la natura la fa da padrone: intorno a noi solo alberi, alcuni davvero alti, oltrei quaranta metri. La temperatura è scesa e il “freschetto” e l’umidità mi svegliano dal dolce torporenel quale mi ero assopito dopo chilometri di dolci pennellate senza fretta tra le curve.Ancora qualche tornante su una strada ampia e con un ottimo asfalto ed eccoci arrivati in paese:posto a mille metri sul livello del mare offre una vista splendida sulla valle sottostante che spaziasul Parco Nazionale del Gargano e si perde nel mare. L’atmosfera è quella di “montagna”, viestrette e continui sali scendi. Di moto in giro se ne vedono poche, anzi nessuna, e abituato allafrenesia del traffico romano faccio fatica ad non spazientirmi per come guidano i locali: pare che

non abbiano mai visto un motociclista; infatti più di una volta si fermano increduli di fronte al miopassaggio.

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“È stato San Michele a portarci da queste parti”, affermo con una punta di ironia Giovanni, che nelfrattempo ha già parcheggiato nei pressi nell’omonimo santuario. Santuario che è l’attrazioneprincipale di questo comune, che richiama decine di autobus colmi di fedeli provenienti da ogniparte d’Italia. “Attenzione – mi rivolgo nuovamente all’amico fotografo- perché qui siamo in unluogo terribile e spaventoso!”. Non sto farneticando, ma semplicemente leggendo l’incisione sulla

lastra di marmo posta sopra la porta d’ingresso di sinistra del santuario: “Terribilis est locus iste.Hic domus dei est et porta coeli”. No, non mi sembra molto impressionato dall’incisione!!È un ammonimento lasciato da San Michele che in questo luogo pare sia apparso ben tre volte, siriferisce al fatto che la terra è un luogo pieno di forze negative e spaventose, almeno fino a quandonon entri nella casa del signore! La leggenda dice che sostare nell’atrio del santuario durante le orenotturne può essere molto rischioso, perché dimora di forze negative. Meno male che poco distantec’è un alberghetto con due stanze libere, con un nome che denota anche poca fantasia “HotelMichael”.Interpellato su dove lasciare le moto durante la notte, il padrone dell’hotel mi porta da Padre Marcoche ha appena finito di dire messa. Gentilissimo ci concede di parcheggiarle sul sagrato dellabasilica che di notte rimane chiuso e al sicuro.

La sera ci inoltriamo tra le vie del centro: rimango abbastanza stupito dal fatto che nonostante lepiccole dimensioni del comune ci sia un frenetico “struscio” notturno. Le dinamiche sono sempre lestesse e i giovani ostentano un look estremamente modaiolo, con un abbigliamento griffato e marchie loghi ben in vista.Il giorno seguente scendendo da Monte Sant’Angelo verso il mare si percorre una strada bellissima,disseminata di curve e tornanti, tra le più belle di tutto l’itinerario, sia per la vista, che si perde sulmare, sia per la gioia di guida; visto che l’asfalto è in ottime condizioni e privo di detriti si può darfondo alla propria abilità di pilota e curva dopo curva cercare di diminuire il segno esterno sulpneumatico.Giunti in prossimità di Manfredonia il fresco e l’umidità della foresta lascia il posto al caldo eall’afa marittima, oltrepassiamo la periferia cittadina, composta da un’edilizia popolare assai triste eimbocchiamo la statale 159 verso Bari, un percorso che a dire il vero è un po’ noioso, senza grosseattrazioni, solo qualche bar e distributore, la strada prosegue anonima costeggiando il mare. Cifermiamo per una breve pausa vicino ad un piccolo molo, una banchina di cemento si protrae lungae stretta verso il mare. Forse un tempo era usata per il carico e scarico merci, adesso giace in totaleabbandono, ma è ancora un buon punto di osservazione. Tra il vento e gli spruzzi mi abbandono aimiei pensieri, osservando la linea dell’orizzonte che diventa un tutt’uno con il mare e il cielo.Con un filo di gas procediamo di nuovo in direzione di Trani, fino a quando, sulla destra, si ergemaestosa una montagna bianca. Un cumulo enorme, gigante di sale che spezza la monotonia piatta espoglia del paesaggio circostante. Sembrano i detriti di una cava di marmo, invece è il depositodelle saline di Margherita di Savoia: fa impressione vedere le gru e i vari macchinari che spostano e

impilano enormi quantità di cloruro di sodio. Chissà se è lo stesso che finisce sulle nostre tavole!Un mistero, questo, che rimarrà insoluto…Il bianco della montagna riflette i bagliori del mare dando allo scenario un non so ché di irreale, madi estremamente suggestivo.Con il mare sulla sinistra che continua a farci compagnia, continuiamo il viaggio fino a quando,dopo una ventina di chilometri circa, svoltiamo in direzione di Andria, giungendo in poco tempo aCastel del Monte.È qui che risiede uno dei più grossi misteri pugliesi se non d’Italia, una costruzione tanto bella,quanto enigmatica. Difficile credere che non si abbiano notizie certe sulla sua origine, ma è così,Castel del Monte rimane ancora un mistero. Infatti, stranamente vi sono ben poche fonti scritte chedocumentano l’origine di questo edificio, l’architetto è ignoto, e ignota è anche la data di

costruzione. Alcune vicende lo legano all’imperatore Federico II di Svevia, ma pare che il progettofosse ispirato dai Templari. Non si conosce neanche il perché fu costruito, non è un castello militare

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e neanche un’abitazione. Allora c’è chi avanza l’ipotesi di un edificio di rappresentanza, ma èun’ipotesi che non convince visto il posto piuttosto isolato dove fu edificato.Le strade adiacenti al maniero sono un trionfo di fiori e colori, con coltivazioni che non devonoessere state molto differenti dai campi di un tempo, quando antichi cavalieri si avvicinavano alcastello in sella al loro cavallo. L’effetto però è pressoché uguale, la struttura bianca, compatta,

ottagonale posta su un piccolo monte, procedendo si fa sempre più grande, mostrando al visitatoretutto il suo splendore.Una volta entrati il percorso è obbligato, si visitano da prima le stanze del piano terra, una ad una,per poi salire con una ripida scala a chiocciola al piano superiore, esattamente come si faceva oltreotto secoli fa.“Che ne dici?” domando perplesso a Giovanni. Ed ecco un altro mistero, l’ennesimo di questatrafserta pugliese!! Il fotografo ne sa molto più del giornalista ed inizia a sciorinare una bellaspiegazione. Ma non dovevo essere io l’indagatore dell’incubo? “Quello che stupisce di più delCastello – racconta con sicurezza- è il suo significato astronomico, un tempo esisteva unarecinzione ottagonale esterna all’edificio, poi demolita, e al centro del cortile interno si trovava unagrande vasca anch’essa ottagonale. L’otto è un numero che ritorna spessissimo all’interno di

quest’antico maniero. Ebbene tutte le sue misure sono concepite in modo da trasformare l’interocomplesso in una specie di gigantesco calendario astronomico. Il sole esattamente a mezzogiorno enella data astrale dei diversi segni zodiacali proietta sul cortile un’ombra che definisce di volta involta tutte le sue proporzioni. Alla data del Capricorno, ad esempio, (dicembre solstizio d’inverno)l’ombra giunge alla recinzione esterna, con l’Acquario e il Sagittario (gennaio e novembre), invece,l’ombra coincide con la circonferenza in cui è iscritto il Castello, con i Pesci e lo Scorpione(febbraio e ottobre) l’ombra traccia il perimetro maggiore delle sale e cosi via…”.Però…, niente male, la sa lunga sul Castello, riconosco la preparazione e mi rimetto il casco,direzione Bisceglie.Ci arriviamo dopo aver percorso la statale 170 in direzione Molfetta, immettendosi poi sulla statale16 Adriatica che si percorre fino all’altezza di Bisceglie (stazione FS locale), quindi ci si immettesulla strada per Corato e dopo tre chilometri si incontra una deviazione a sinistra che ci conduce alsito archeologico dei Dolmen Chianca, l’ultimo luogo misterioso di questo itinerario. A prima vistanon sembra niente di ché, ma quelle lastrone di pietra che formano una specie di capanna squadratasono lì da quasi 4mila anni! Su una di quelle verticali vi sono due piccole fessure per permettere alsangue delle vittime sacrificali di colare all’interno. Chissà quale genere di sacrifici si compivano inquesto luogo? Forse erano delle tombe, oppure dei luoghi di culto. Mi fa impressione pensare cheproprio tra queste lastre enormi abbia avuto origine e si sia sviluppata la Civiltà, che siano statemesse lì da uomini preistorici e che ancora restano, abbandonate alle intemperie e allo scorrere deltempo, erette come tangibili e concrete testimonianze della Storia.Ma il sole ormai sta calando e il giorno volge al termine, non ci resta quindi che affrontare l’ultimo

enigma della giornata. Dove andare a mangiare, ma anche in questo Giovanni la sa più lunga dime!!!

Le 5 cose da fare e vedere

Sostare a Monte Sant’Angelo e osservare un tramonto dal belvedere: la vista spazia sul maree sullo splendido Parco Nazionale del Gargano. Molto suggestivo!

Visitare Castel di Monte: aggirarsi tra le sue stanze e cercare di capire come mai è statocostruito questo bel castello.

Fermarsi in una tipica masseria pugliese: molte offrono la possibilità di pernottare e gustare iprodotti tipici locali.

Parcheggiata la moto, vale la pena fare un passeggiata tra i sentieri del Parco Nazionale del

Gargano.

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Un ’esperienza da provare: mordere un gamberone ancora in vita. Mangiare un piatto dipesce crudo e vivo è un “classico” della cucina pugliese. Attenzione ai deboli di stomaco,però!

Approfondimento

A prima vista non sembra che offra un gran ché, sembra piuttosto un paesetto sperdutonell’entroterra pugliese, ma a ben vedere Monte Sant’Angelo ha le sue bellezze, neanche tropponascoste. Prima tra tutte la posizione; infatti dagli spalti del suo Castello si gode una vistaspettacolare che guarda dall’alto dello sperone d’Italia e si perde, giù, verso il mare del Gargano,sino al Golfo di Manfredonia. Una mole gigantesca e irregolare quella del Castello nei cui pressi cisono molte botteghe che vendono prodotti tipici, come gustose forme di cacio cavallo. Attenzioneperò al prezzo, non fermatevi al primo venditore, basta girarne un po’ per rendersi conto di chi fa ilprezzo più basso! Altra bellezza da vedere è il rione Junno, pare, infatti, che subito dopol’apparizione dell’Arcangelo Michele, che qui scelse una grotta come sua dimora, si costruirono, neipressi della caverna, delle abitazioni, il nucleo originario di Monte Sant’Angelo. Oggi si presentanocome tante piccole case, di un solo piano, allineate a schiera e tinteggiate solo con il bianco della

calce, hanno una sola finestra, posta sopra la porta, e vicoli stretti e tortuosi per raggiungerle. Oltreal già citato Satuario di San Michele Arcangelo, vale la pena affacciarsi nella Chiesa di San Nicolòex convento dei Cappuccini, meno bella del santuario, ma offre pernottamento a prezzi modici euna vista stupenda.

Moto

Un motore esuberante, con un’erogazione ai “medi” davvero sorprendente, i 115 cavalli della Tigersi sentono, eccome! Una moto grintosa, ma con classe, emozionante ed avvincente. La posizione diguida è comoda e anche dopo svariati chilometri polsi e gambe non ne risentano. La tenuta di stradaè ottima, con un’anteriore ben piantato a terra! Nonostante tutte questa belle doti, però, la Tiger nonè una moto facile da guidare, lascia poco margine di errore e il gas va aperto con molta cognizionedi causa. Sarà per il peso, il baricentro alto o per le dimensioni non proprio contenute, mapersonalmente non l’ho trovata una moto molto intuitiva, anzi tutt’altro. Tuttavia, durante questoitinerario si è rilevata divertente e piacevole tra le curve e i tornanti della prima parte del tragitto,affidabile e sicura nella seconda. Una frenata grintosa ed efficace, come il suo motore, maun’erogazione non troppo fluida ai bassissimi regimi. Infatti, transitando con marce alte e un filo digas, il motore procede a singhiozzi e soffre un po’, dando l’impressione di volersi spegnere. Munitadi borse rigide ha una buona capacità di carico e una discreta protezione aerodinamica, il copulino,pur non sacrificando il look piuttosto aggressivo, offre una soddisfacente protezione dal vento.

Abbigliamento

Bella e anche pratica, la giacca di pelle Dainese “1972 GP & Road” oltre ad avere un look retrò,perfetta per l’uso cittadino, si presta bene anche per un uso più intenso e turistico. Munita diprotezioni rigidi alle spalle e sui gomiti, ha l’imbottitura interna removibile, abbastanza calda.Gli stivali Diadora sono comodi, offrono una buona protezione sia sul piede, sia sulla caviglia, manon sono del tutto impermeabili. Infatti, dopo un intenso acquazzone avevo le calze bagnate!

Numeri utili

Associazione Pro Loco di Monte Sant’angelo tel 0884 565520;

Sito TurismoNelWeb.it sulla Puglia,

http://www.turismonelweb.it/Regioni/Puglia/index.asp?p=2

Sito dell’ufficio del Turismo Puglia, http://www.ufficiodelturismo.it/italia/puglia.shtml

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Associazione pro Loco Bisceglie, http://www.prolocobisceglie.it/ 

Officine

Officina Ciuffreda Matteo, Via Manfredi 98/100, Monte Sant'Angelo (Foggia), 71037, tel 0884565510

Officina Italia, Via San Giovanni Rotondo, Manfredonia (Foggia 71043 Tel 0884 584339.

Officina Ivauto Andria (Bari): Ss 170 km 22200, 70031 Tel 0883 5939504, Fax: Proprietario

Road-book

Una volta usciti da Ischitella si procede sulla ss 528 per circa 30 chilometri, per poi girare a sinistrasulla ss 272 ed entrare a Monte Sant’Angelo, prima tappa di questo viaggio. La strada che da MonteSant’Angelo scende verso il mare (ss 89) è disseminata di curve e molto piacevole da percorrere,nei pressi di Manfredonia si imboccata la ss 159 e si procede dritti per circa 40 chilometri, fino alladeviazione a sinistra sulla ss 16 che ci conduce in breve ad Andria. 17 chilometri separano Andriadalla sua frazione di Castel del Monte, dove ha sede il bellissimo Castello “Svevo”, ci si arrivaproseguendo sulla ss 170 dir a. Per arrivare a Corato si prosegue sulla ss 234 e successivamentesulla ss 103. Proseguendo sulla sp 23 in direzione di Bisceglie si arriva all’ultima tappa del viaggio.

EventiUna gara per non perdersi nella natura

Dai paesi scandinavi l'Orienteering sbarca in Puglia e precisamente nella splendida Foresta Umbra.Si tratta di uno sport di “orientamento”, ancora poco conosciuto nel nostro paese, ma che sta avendosempre più successo. Grazie all’aiuto di una bussola e di una cartina topografica molto dettagliata iconcorrenti dovranno riuscire ad orientarsi e a svolgere nel minor tempo possibile dei percorsiprestabiliti di diversa difficoltà.Cinque giorni di gare e divertimento, dal 20 al 25 giugno 2008, tre nella Foresta Umbra e due giornia Monte Sant’Angelo e a Vico del Gargano.Per saperne di più e magari partecipare basta cliccare su www.orienteering.it.

EnogastronomiaOltre alle classiche “orecchiette alle cime di rapa”, in Puglia si possono gustare tantissimeprelibatezze locali, dalle friselle, ai taralli, dal cacio cavallo, al canestrato pugliese, oltrechiaramente ad una vasta scelta di insaccati. Nel negozio “Non solo pane”, in via Garibaldi 31 tel0884 565330 a Monte Sant’Angelo avete a vostra disposizione una vasta scelta di leccornie e prezzidavvero competitivi. Un panino pieno di ogni bontà costa solo 2 euro!

Libri e guide

La scelta dei luoghi misteriosi proposti in questo itinerario si basa su una selezione tratta dal libro“Guida ai luoghi misteriosi d’Italia”, Umberto Cordier, Piemme. Oltre a quelli scelti ce ne sonotanti altri, comodamente divisi per regione.

Dove mangiare

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Ristorante “Al Sombrero”, Cucina casereccia, tutto alla brace! Corso del popolo, Borgo Celano,71014, San marco in Lamis (FG), tel 0882 8321192. Con 25 euro a testa mangi e bevi fino sazietà,ottima la carne e il vino della casa non è male. Un ambiente alla buona, senza troppe pretese, maaccogliente.

Osteria “Arco Marchese”, Di Bari Giuseppe, via Arco marchese, 1, 70031 Andria (FG), tel 0883557826. Segnalato dalla guida Michelin è un ottimo ristorante. Pesce freschissimo e ben cucinato.Antipasti di pesce crudo ancora in forze e sgambettante! Ambiente raffinato, per una cena di pescesi spende circa 40 euro.

Dove dormire

Albergo dei Pini 3 stelle, via Brindisi, 3 70031, Andria. Tel 0883 599460. Una struttura moderna epulita, camere doppie e singole con tv e condizionatore. Prezzi per una doppia 60 euro. Possibilitàdi custodire le moto al riparo.

Hotel Michael, 3 stelle, via Basilica 86, 71037 Monte Sant’angelo, tel 0884 565519. Tutte le camere

sono dotate di servizi con docce, telefono e Tv. Non ha un vero e proprio garage dove custodire lemoto, ma se si chiede al proprietario si possono lasciare nel cortile della basilica poco distante.Prezzi 65 euro per una doppia, inclusa colazione.

e-mail: [email protected]: www.landsails.it

http://landsails.blogspot.com/ 

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