quaderno 2006 - pag1-59

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ondazione ROllla Europea Quaderni 2006 FONDAZIONE ROMA EUROPEA

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Sezione del Quaderno annuale della Fondazione Roma Europea.

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Page 1: Quaderno 2006 - pag1-59

ondazione ROllla Europea

Quaderni2006

FONDAZIONEROMA EUROPEA

Page 2: Quaderno 2006 - pag1-59

Organigramma della Fondazione ROMA EUROPEA - anno 2006

- Comitato Esecutivo• Presidente: Giuseppe De Rita• Vice Presidente: Cesare San Mauro• Componenti: Marcello Foschini, Franco Nobili, Angelo Maria Perroni, Fabio Pistella• Componente di diritto in qualità di Presidente dell'Associazione Amici di Roma Europea:

Carlo Pellegrini

- Consiglio di Amministrazione• Presidente: Giuseppe De Rita• Componenti di diritto in qualità di membri del Comitato Esecutivo: Marcello Foschini,

Franco Nobili, Carlo Pellegrini, Angelo Maria Perroni, Fabio Pistella, Cesare San Mauro(anche fondatore)

• Componenti di diritto - fondatori : Livio Barnabò, Silvia Esposto, Stefano Gabbuti, Dr.Umberro Mucci, Luca Ricciardi, Paolo Spaziani, Ernesto Stajano; Sandro Parnasi per PAR-SITALIA, Cesare Paladino per UN.E.A.L.

• Componenti di diritto in qualità di rappresentanti delle aziende aderenti per il 2006: AndreaMangoni per ACEA; Paolo Vigevano per ALMAVlVA; Fabrizio Picchi per AMA; GiuseppeCerroni per AUTOSTRADE PER LITALIA; Viro Zappalà per AUTOGRlLL; Ettore Camozziper CAMOZZI GROUP; Gen. Monica Cerroni per CONSORZIO LAZIALE RIFIUTI;Bruno Nieddu per ENAV; A1essioZagaglia per ERlCSSON TELECOMUNICAZIONI;Simone Bemporad per FINMECCANICA; Alessandro Zapponini per FINTERMICA;Marco Gambini per GM SERVIZI; Carlo Andrea Bollino per GSE; Nadia Parisi perHEWLETT PACKARD ITALIA;Renato Santoboni per IMPERSE SANTOBONI; PasqualinoCappelli per MONTE PASCHI DI SIENA; Alessandro Srarira per ORACLE ITALIA;Riccardo Capecchi per POSTE ITALIANE; Domenico Statuto per REALES; Luigi DeSimone Niquesa per ROYAL DEMEURE; Giovanni Centurelli per SABA ITALIA; PieroLuongo per SAN PAOLO IMI; Massimo D'Aiuto per SIMEST; Luigi Lardone per STMITALIA; Dario Vitulano per STRATA; ]uan Carlos Venti perTELECOM ITALIA; EdoardoMassaglia per UNICREDIT; Bianca Maria Martinelli per VODAFONE; Romano RighettiperWIND.

- Collegio dei Revisori dei Conti• Presidente: Fabio Giorgi• Componenti: Edoardo Cinrolesi, Roberto Piccinini

- Segretario Generale• Umberto Mucci

- Associazione Amici di Roma Europea• Presidente: Carlo Pellegrini• Vice Presidenti: Paolo Carri De Gasperi; Claudio Marcello Rossi

S MMARIO

PltESENTAZTONE 7

PARTE PRIMA

Roma: Potenzialità e riforme indispensabiliEnrico Gasbarra

.oncorrenza, la via maestraAntonio Catriealà

1:lcalian design, una ricchezza costante nel tempoUmberto VattaniPar ondicio, e molto molto altro

Corrado Calabrò:oniugare diritto alla privacy e diritto all'informazione, si può

lrancesco PizzettiUn vero amore per Roma e per l'Italia

Mrlgdi Allamna politica di centro, un nuovo centro in politica

Marco PolliniI)a Roma riforme ed autonomie

Unda LanzillottaRiforme: contenuti e non contenitori

l'ianiele Capezzone

11

29

41

47

65

91

109

129

141

PARTE ECONDA

• l.o sport a Roma e nel LazioII fiurne di RomaI 'azionariato popolare nel calcio.cna Roma per DREAM

Buon Compleanno Roma EuropeaInrernet cerca Roma 2006Asta Roma per D REAM

163177189199205209221

Page 3: Quaderno 2006 - pag1-59

in collaborazione con:

R AGRlCONSULTlNG SPA

AlmavivAThe Ltaltan Innovattcn COll1pany

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AGRUPPOMPS

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METROPOLITANE

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Prot, 0.207/2003 SCIl.IA URPG Roma,31/Q7!2003

RACC.A.R.

Al PRESlDENTE DELU\ FONDAZIO EROMA EUROPEAVia Orazio n.31

ROMA

Oggetto: lscrizlone nel registro delle persone giuridiche, aisensi del D.P.R.361/2000.

In relazione all'istanza intesa ad ottenere I'Iscrizione nel registro delle personegiuridiche della Fondazione dalla S.V. presieduta, denominata Fondazione Roma Europea, sicomunica che la stessa è stata iscritta al 0.20712003 del predetto registro.

IL DlR1GENTE(D,ssa\[i)

PRESENTAZIONE

n Fondazione Roma Europea è nata nel dicembre 2001 grazieall'impegno di Cesare San Mauro, sulla base dell'esperienza dellaomonima associazione che nell'arco dello scorso decennio ha ope-

1,IIn tI:1 protagonista sul territorio romano in ambito politico e cultu-I,dt" Il 110 tro obiettivo è di valorizzare, promuovere ed implementareil 111010 di Roma sulla scena europea, valutando a 360 gradi pregi edir 'Ili li questa nostra grande città, con un occhio rivolto al suo pre-I il'ioso pa sato ed il desiderio di rendere altrettanto prestigioso il suo

f 1111Il'0, La Fondazione, che si avvale del prestigio di essere presieduta e1',lIidal<1da Giuseppe De Rita, ha ottenuto nell'anno 2003 il riconosci-111 -ruo giuridico, Le attività ed ogni informazione concernente lajlolldazione sono disponibili on-line sul portale di Roma Europea all'in-dil izzo www.romaeuropea.it.

I ,I l'ondazione Roma Europea coinvolge alcune tra le più importantiI (',ti là imprenditoriali romane e nazionali: aziende operanti in diversi~ -u ori, private e municipalizzate e public companies che hanno scorn-111 -sso sul progetto elaborato dai fondatori, e implementato poi dai'omponenti gli organi della fondazione.

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Esiste poi una costola della Fondazione, l'Associazione Amici di RomaEuropea, riservata alle persone fisiche: è un club a numero chiuso che siriunisce presso la prestigiosa sede del Caffè Greco una volta al mese. Aqueste riunioni, che prevedono lo speech di un interlocutore ogni mesediverso scelto tra i principali protagonisti della vita istituzionale del nostropaese, vengono invitati personaggi del mondo della cultura, della politi-ca, dell'informazione, dell'industria romana e nazionale. La serata si con-clude con una cena nell'eccezionale ambiente dell'Antico Caffè Greco.

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PARTE PRIMA

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ROMA: POTENZIALITÀ E RIFORME INDISPENSABILIRoma, Caffè Greco, 30 gennaio 2006

di Enrico Gasbarra'

( , , ':1r ' San Mauro.nvenuti a tutti e Buon Anno. È il primo incontro del 2006 quiIl .lla sede del Caffè Greco.

l'I I lI(li particolare motivo di gioia ospitare il Presidente della Provinciadi I orna, che è a capo di una importante istituzione ma, se posso aggiun-~I Il, l, l'anche a livello personale un mio vecchissimo amico. Non debboI Il IlItLtrc l'impegno politico antico alla passione civile di Enrico GasbarraI Il 11.1I) .rnocrazia Cristiana e poi l'esperienza istituzionale come Presidente1111111,1di questa prima circoscrizione, poi come Presidente del Consiglio( 1I11111naiea Roma, come Vice Sindaco della stessa città ed oggi eletto11111('Presidente della Provincia di Roma.

l'I ',id .nte della Provincia di Roma

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ENRICO GAS BARRA FONDAZIONE ROMA EUROPEA

Enrico GasbarraGrazie Cesare, grazie dell'invito. Appena mi è stato formulato ho

aderito con piacere perché ritrovavo un amico con il quale in moltipassi della mia vita ci siamo trovati a lavorare insieme in ConsiglioComunale, perché qui ritrovo altri amici che hanno lavorato ancoracon me in Consiglio Comunale, vedo Adalberto Baldoni e tante per-sonalità così importanti della nostra città, del nostro Paese, e infine peraverrni dato l'opportunità di parlare in un posto così importante e inun contesto così importante, in un parterre così importante. Tra i per-sonaggi illustri che sono intervenuti sono il meno illustre quindi anco-ra di più ne ho piacere ad essere qui con voi per fare delle riflessioni sualcune fotografie relative alla mia esperienza e relative al compito dellaFondazione. Le fotografie partono da una prima opportunità che miviene data, quella di poter continuare a rendere informati i cittadini sulruolo e sulla funzione di un'istituzione quale è quella della Provincia inparticolare di Roma che ha sofferto e soffre negli anni di identità e quin-di di conoscenza da parte dei cittadini che raramente ne incontrano lefunzioni, i benefici, il vero e proprio esercizio. Questo è dovuto essen-zialmente alla vita difficile che hanno avuto le istituzioni provincialinel nostro Paese, nelle varie riforme degli ordinamenti amministrativie nelle nuove riforme che hanno dato più o meno potere agli enti loca-li, anzi in alcuni momenti del dibattito parlamentare si è discusso se leprovince dovevano continuare ad esistere o meno, ad assumere funzio-ni o meno. La soluzione ancora non c'è stata, non solo per le provincema anche per i ruoli e le funzioni dei comuni, per i ruoli e le funzionidelle regioni anche nell'ultima stesura della riforma del Titolo V dellaCostituzione. In sostanza che cosa sono le province? Sarebbero quelleistituzioni di secondo livello che si collocano in quello che era il man-dato del legislatore della riforma amministrativa che si voleva dare alpaese di un potenziamento delle funzioni legislative delle regioni, un

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I Il l'IIIM,!.:./I --'R~o:::.:MA=:.::..PO:::T~E=ZlAL=I.:..:TÀ~E~RI~FO':::'RM=E~I.'..:'.N~DI~SP:.:E~N:::.SAB~ILl

111'II/.iaITInto delle funzioni di servizio di base ai cittadini che dove-1111,Issi .urare i comuni, e le province dovevano essere quell' elemen-

111' int 'l'veniva in realtà complesse: si immagini l'area romana, l'area, I1111'S" l'area palermitana, l'area napoletana, che potevano portare1111il loro lavoro quell' azione relativa alle infrastrutture di aree vaste,

I r.uuli arterie stradali, i collegamenti ferroviari, l'economia legata all, 11111,alla formazione della fascia adolescenziale che va dai 15 ai 1811111111questo quadro, più difficile è stato il ruolo delle province nelleI tlldi ,11'" del paese. Se la provincia di Brescia, se la provincia di CasertaI IlIlIl' una funzione più forte a fronte di un capoluogo che ha com-I Il minori, ha peso politico minore, ha un hinterland addirittura più

IIIII'P,IIOdello stesso capoluogo, nella realtà romana la Provincia di11111.1Il;! subito negli anni sempre la difficoltà di essere percepita da

I 111,dei ittadini nell'ambito di un legame, in un cordone profondoh I unnani hanno con il Campidoglio, legame che è storico come

1IIIIOiliato dall'autorevole regista presente, il maestro Luigi Magni111Il,1cles ritto pagine straordinarie e bellissime del rapporto tra ilIIIIIIIIIV li Roma, tra la municipalità romana e il sentire nella storia

I I I iu.ulini romani. In questo quadro quindi, l'istituzione Provincial,t 1\'1110ti .lle difficoltà di identità a volte di funzione, a volte anche di1111111)11: li funzione politica. lo dico sempre, e consentiterni l'unicaI tlllll,1 luori dal ruolo istituzionale, che probabilmente sono riuscito

11111'1'1'le elezioni così copiosamente in quanto Vice Sindaco dellatl'".d,· più che candidato Presidente della Provincia, che ha saputott/'..tli spi 'gare un po' meglio ai romani a che cosa poteva servir loro

1111111liti 'sta istituzione. In realtà, e non sono qua, ormai da PresidenteI 11I l'rovincia, ad innamorarmi della poltrona, ritengo che invece le

1'1) tlll l' l'O sano svolgere un lavoro e un ruolo molto importante, pro-

1"11 PI'I quei compiti complessivi che individuavo di sistema vasto:11I1I,dlll.nte ci si ricorderà delle difficoltà degli aeroporti in relazio-

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ENRICOGASBARRA FONDAZIONEROMAEUROPEA

ne alla strategica dimensione aeroportuale che questa parte del paesemerita, meriterebbe e che non riesce ad aver nonostante gli straordina-ri risultati. La possibilità quindi di un'istituzione che possa colmarequelle resistenze a volte campanilistiche o territoriali che i comuni nonriescono a mettere in campo. lo dico sempre che il miglior Sindaco diRoma ha bisogno di un'istituzione che lo accompagni. Mettiamo cheegli abbia la capacità di risolvere il traffico a Roma, come per magia, iltema più difficile della mobilità delle grandi aree è il "pendolarismo"che la mattina arriva nella grande città: si pensi che soltanto l'area delbacino dei 120 comuni della Provincia di Roma vede un movimentodi un milione di persone che per motivi vari di studio ed essenzialmen-te di lavoro si reca nella città attraverso le automobili o i pochi mezzidi trasporto pubblici a disposizione. È ovvio che c'è bisogno di un'isti-tuzione che possa raccogliere quelle possibilità legate ad una rete infra-strutturale che si colleghi con la grande città. Oggi la sfida di questaistituzione è riuscire a legare insieme alle infrastrutture che si stannofacendo, della metropolitana, del Palazzo dei Congressi, della nuovaFiera, le opportunità delle grandi arterie afferenti la città: Pontina,Laurentina, Tiburtina. È stato presentato ieri il grande anello ferrovia-rio che sarà il secondo anello dentro il raccordo anulare che rappresen-terà il grande snodo, la grande possibilità di un' area che negli anni èriuscita a crescere. In questo quadro le province possono esercitare nellenuove funzioni che vengono loro riconosciute dalla legge attuale le pia-nificazioni. Vedo presenti i miei assessori, in particolare l'assessoreall'Urbanistica e quello delle Attività Produttive. Il piano regolato re èla grande scommessa delle amministrazioni e finalmente anche la scom-messa dell'amministrazione comunale romana. Roma riesce a fare ilsuo piano regolatore dopo 100 anni ed è un grande risultato perché rie-sce a dare una lettura delle possibilità di sviluppo delle imprese, delleinfrastrutture, dell' edilizia di una città. Questa possibilità urbanistica

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Il 1'11I~::.:.IA:- --=..:R::::o.:..cMA::..:::....:P-=O-=-T=EN.:..:Z::.:.IAL.=:...:IT..:..:À-=E,-,-Rl::.:F-=O.:..::RM:.:.:.E::...:.:.IN:..:::D.:..::lS:.:..;PE:::.N.:..:S:..::AB::.:;IL:::1

'" h.1 bisogno di parlare con il resto di un'area ormai comune perI Il 111cc ariamente una pianificazione integrata, perché laddove111,11'110offrire degli spazi di prospettiva o di tutela non può acca-I ". Il ·i comuni accanto magari si faccia una scelta inversa: e que-l'lIn Ii .quilibrarlo solo un ente di secondo livello che può avere il

l' 1111d'insi me e superare, ovviamente anche in buona fede, le oppor-1111n l'li interessi delle singole realtà locali che compongono un qua-

1111n l vust come quello dell'area romana. In questo quadro lo sfor-I I Il,1mia amministrazione, della seconda fotografia che vorrei pre-'" Il i, t' stato quello di riordinamento. Dico sempre che un buon

I Id, Illl' di una Provincia non deve avere due complessi, quello delI 111.110Sindaco e quello del mancato Presidente di Regione, ma deveIIIWu il ruolo che gli è proprio, quello del Presidente della Provincia\I 11111.1la sua umiltà e tutto il suo orgoglio. In questo quadro abbia-Il 1111,lin neo l'amministrazione cercando di renderla più coerente conI11I'111il' funzioni e soprattutto più snella e moderna anche cercando,

dn qui p rsonalità importanti del settore amministrativo pubblico,I rll IIHiur - una classe dirigenziale che negli anni si era un po' seduta.

I Il 1111110empre la difficoltà, per chi viene tra l'altro dal Campidoglio" Il.1lilla truttura amministrativa di notevole livello, la sorpresa nei

I 11111Illl'si del mio avvio quando all'una della giornata raramente si111 I ,1110dirigenti e impiegati, come era diventato difficilissimo ilIIlld I l'O vare qualcuno. Per chi veniva dall'amministrazione capito-

I Il dllvl' si lavora per ventiquattro ore al giorno, è sicuramente una1111'mi ha trovato estremamente perplesso e comunque scioccato.

I 1111IO quadro si è avviata un'azione di riqualificazione del persona-I 111.111ora è lenta ma sicuramente siamo sulla strada giusta, facen-1111 I .ipir - i ruoli e le funzioni di questa nuova dimensione e riquali-

1111111"d .lla parte dirigente della mia amministrazione. Si è spiega-Il Il' l'amministrazione aveva compiti che erano un po' cambiati da

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ENRICO GASBARRA FONDAZIONE ROMA EUROPEA

quelli che si immaginavano del passato che erano lasciati, consentite-melo, alla "licenza di caccia e pesca", ma ci si proiettava in dimensioniche dovevano avere un ufficio tecnico adeguato di progettazione, dove-vano essere sussidiari ai comuni e quindi dovevamo fare una vera e pro-pria riforma anche interna a livello istituzionale. La riforma interna alivello istituzionale è passata con la modifica dello statuto: abbiamocreato, accanto al Consiglio Provinciale, la Camera dei Comuni delleautonomie proprio per dare questa funzione di non complesso e nean-che di ingresso brutale dentro le realtà comunali ma di portare i 120sindaci, anzi 121 compreso Veltroni, a decidere insieme le opere infra-strutturali, a decidere insieme le funzioni del bilancio e quindi è natauna sorta di seconda camera che non rallenta i lavori della prima mache definisce nelle pianificazioni più importanti quelli che sono gliobiettivi della Provincia. Si è fatto capire che esisteva l'Europa, e arri-viamo a un tema che vi è caro, l'Europa con due letture. La prima è lalettura dell' opportunità economica, perché le amministrazioni localihanno sempre tanto bisogno di soldi anche perché negli anni hannodovuto sopperire a tante funzioni che non erano loro proprie. In molticasi, per le difficoltà finanziarie che il Paese e anche l'Europa hannoavuto negli anni, le amministrazioni locali sono diventate delle vere eproprie zattere di risposta ai bisogni. Il 43% del mio bilancio è dedi-cato alle azioni di sostegno sociale perché abbiamo una lettura di gior-no in giorno più allarmante che ci viene dai parroci, dai Sindaci chetestimoniano che la povertà è entrata dentro il portone delle cosiddet-te case normali, delle famiglie monoreddito, delle famiglie che perdo-no occupazione. Noi abbiamo attivato una rete del bisogno sociale: eli-minando progetti di finanziamenti a pioggia, perché ci siamo resi contoche non funzionavano, ma attivando un tavolo con le associazioni nelterzo settore, chiamandole anche ad una forma imprenditoriale delsostegno sociale, costi-benefici per la comunità, e attraverso le ammi-

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I Il I'iliMA'-!.- ----"'R.::;o:.:.:MA=-.: ,-,PO:.:T-=-EN:..:.;Z""IAL=Il:...c'À::...:E:....:R..;;;.If:....:O;..;;..RM::..=E-"TN,.;.:D:....:.TS::..:.P=EN:..:.;S_AB_I_LI

I u.izioni comunali abbiamo finanziato i servizi, i servizi alla casa, iI ili .ill'anziano anche perché registravamo il fenomeno per cui Roma

I 1.11'popolazione, 350 mila persone abbandonano la città per andare1\ I I umuni della provincia. E non vanno, come io spesso dico nell'ul-

I!lOI cnsimento, a trovare l'aria buona, a trovare nel paese la miglio-I 'III,"il~ della vita ma sono quelle famiglie monoreddito, sono gli11I1,llIi,in parte le fasce extracomunitarie che si sono integrate che111110Iuori dalla città perché si trovano affitti leggermente più bassi,

I Il IH~la possibilità di acquisto è più a portata di mano. AttenzioneI 111,iIl IIItto ciò non trovano una rete sociale di sostegno perché nonIO ',1110l'asilo, l'ospedale, il treno, l'autobus e quindi alloro bisogno101lipii 'ano il bisogno aggiunto. La nuova sfida, quindi, dell'ammi-

I Il .i/ionc provinciale è stata proprio quella di sostenere questo tipoI Il ,di, . Immaginate il comune di Ladispoli che nell'arco degli ultimi

uiui ha raddoppiato la popolazione; il comune di Affile che è unoI I \11t1pi . oli comuni della provincia, con circa 300 abitanti, ha avuto

1111 IIIIIH'I)lOdi 60-70 abitanti. Per un comune di 300 abitanti imma-11111'«hc osa ha significato. In questo quadro abbiamo dovuto gio-Il 'I"l'Sla nuova rete, questa nuova grande occasione e in più abbia-

11111 .luvuto guardare all'Europa. Abbiamo dovuto guardare i per scelta1"11111,1,Il T scelta istituzionale e per scelta economica. In realtà, l'usoI 111111110'uropeo ha proiettato a volte le amministrazioni locali a iden-liI ,ti i l'O!1 questa possibilità per avere quei finanziamenti che a volte

I 1111.1I1I,iarinon davano. Noi abbiamo portato anche questa oppor-11111.1,.rhbiarno incrementato del 35% i fondi ottenuti dal sistemaIIIIIH'O(' stiamo per ottenere, nell'anno 2005, altri 25 milioni. Poi in

111111vivremo un'altra, nuova dimensione che vedrà questa area nonI tll ,I llnanziabile in gran parte dai fondi europei se non in associa-11111111altre realtà che oggi vedono più attenzione da parte dell'Unione

1111111 H',IVl'J'SOgli ingressi dei nuovi paesi.

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ENRlCO GASBARRA FONDAZIONE ROMA EUROPEA

Quindi in questo quadro abbiamo rimodulato anche la nostra azio-ne di intese di quadro internazionale proiettandoci a lavorare di piùinsieme ai greci, di più insieme alla Polonia e alla Romania e, in que-sto quadro sono partiti circa 50 nuovi progetti.

Ma l'Europa è diventata anche un' opportunità per dimostrare lamaturità ed il livello moderno di una nuova classe dirigente che nonimplora ma che cerca un po' di amministrare facendo profitto sociale,cercando di far fruttare le proprie energie, e in questo quadro ci siamorivolti al mercato collocando 300 milioni di euro di buoni ordinari pro-vinciali nella borsa di Londra.

Con questa riforma di sistema finanziario siamo riusciti a dotare quel-la che era un'istituzione poco conosciuta di un bilancio di circa 904milioni di euro, che ci ha consentito di avviare questa nuova grande sta-gione, non solo del sostegno sociale, ma della riapertura delle grandiopere: l'allargamento ed il potenziamento della Laurencina e dell'Ardeacina;la possibilità e l'investimento di circa 120 milioni di euro nella messa insicurezza delle strade. Anche l'edilizia scolastica andrà rivista: nella pro-vincia di Roma ci sono circa 400 scuole concentrate per il settanta percento nella città di Roma nel gran parte dei municipi centrali della città.Oggi l'ISTAT vede in crescita la geografia dell'utenza scolastica già nelprossimo anno del 5% e poi del 15% nei prossimi anni, perché l'au-mento di popolazione grazie anche alla popolazione extracomunitariaci sta facendo fare più figli e quindi ci sarà più bisogno di scuole e que-ste da noi dovranno essere concentrate ovviamente non più nel centrodella città ma nelle zone di espansione, nella periferia romana, nelle gran-di zone come Civitavecchia, Velletri, Guidonia che sono vere e propriecittà. Guidonia è la seconda città della provincia di Roma, sfiora quasiormai i 130 mila abitanti e lì bisogna investire su una nuova edilizia sco-lastica e quindi noi siamo intervenuti fino ad adesso con circa 200 milio-ni di euro per riadeguamento. lo sono stato alunno nel centro di Roma,

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l'I I I \è- --=..:R::::o~MA::..:c::...:P~O~TE::::.N.:.::Z:.::.IAL=:..:.lT.:..:À_=E....:cRl::.:.F_=O.:.:RMc..:;E::....::_IN:..=D..:.:IS"-,PE=-N...:.S",,AB:.=.IU

1111ora ggi abito, e c'è una scuola che è bellissima, storica, straor-111,1I 11l',il Liceo Visconti, nel quale però noi non potremo fare tutti1IIIIIWIlli oggi necessari: non sarà mai una scuola all'altezza delle

l'CI~~ibilitàdidattiche, non ci sarà mai una palestra, una possibi-li I.ti mratorio, una possibilità di accesso per chi ha delle difficoltà

111111'Il ·hi è diversamente abile, e quindi anche lì noi ci proiettere-1111111,1valorizzazione di quel patrimonio che ci frutterà anche qual-

1I11IHIliain più e alla creazione di una nuova dimensione di edili-••1."1i .:\P r la quale abbiamo stanziato già 230 milioni di euro per-

plll d «ompito della Provincia è questo: fare strade, fare scuole, tute-I uuhicnte e avviare alla formazione.

111Il 111('all'Europa, noi assicuriamo già oggi a 14 mila ragazzi all'an-Il 11I11":lzioneche ci ha consentito di dare una risposta all'occupa-Il I " • stiamo lentamente cercando di modificare anche se pur-Il"' I., lcuura legislativa non ha visto ancora il trasferimento com-111d,dlc r 'gioni alle province. In questo quadro abbiamo anticipatoI IIIVI'II() europeo con le associazioni imprenditoriali che ha datoI " [lI imo risultato mediante 400 stage finanziati dalla Provincia,

11111'di biglietto da visita per colui che si laurea o che si diploma" I I 11110stage di formazione presso le aziende grazie ad un tavolo1111Imil'1TI a Federlazio, nuovi industriali, CNA, Confesercenti,111.1111111\(:1'io. E' stata una bella sorpresa perché ci ha consentito al

ti I Il'I('sti 400 di aver già assicurata una possibilità di lavoro con-Il ( '111"('n l contempo si ha avuta l'iniziativa di aver finanziato perIl 111u-rne all' università il sostegno alle idee e ai brevetti. L'Italia1111'111hi brevetti, ma è un gap molto romano perché Roma è molto

11111d,I Milano, che ha invece recuperato molto in tanti settori:h qlli .ibbiamo avuto la sorpresa di migliaia di domande e quindi11111"1110con il quale si può investire.

IIII • '. Il problema del groviglio istituzionale, qui parlo a persone auto-

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ENR1COGASBARRA FONDAZ10NEROMAEUROPEA

revoli che mi consentiranno di portare un' esperienza a volte di rabbia ea volte di impotenza che gli amministratori hanno. Partiamo da un dato:il 70% dei lavori in Italia passa per le istituzioni locali: il governo piani-fica, annuncia e poi demanda e sono poche le cose che direttamente iministeri riescono a svolgere autonomamente. Politicamente abbiamocambiato modo di votare, si è passati da un sistema proporzionale ad unsistema maggioritario e poi si è ritornato ad un proporzionale, il tutto,perdonatemelo, attraverso una riforma monca perché non equilibrato erail primo sistema, non equilibrato è stato il sistema maggioritario che peròcomunque ha avuto almeno il pregio di avere una identità bipolare chefaceva scegliere i cittadini e anche oggi c'è una riforma incompleta. Si èfatta un'importante riforma, la legge per l'elezione diretta dei Sindaci edei Presidenti di Provincia e poi si è fatta quella per l'elezione diretta deiPresidenti di Regione e si è trovato un buon equilibrio rispetto alla gover-nabilità, con un sistema se che fosse mutuato a livello nazionale potreb-be funzionare perché oggettivamente tutti sanno che nel bene e nel maleGasbarra, Veltroni e Marrazzo se li devono tenere per 5 anni ed è diffi-cile per la maggioranza andare in contrasto con il Presidente perché siritornerebbe automaticamente a votare. Però ci si è dimenticati conte-stualmente la grande riforma del sistema amministrativo, e lo stesso èaccaduto per l'altra grande riforma pure lasciata a metà, quella relativa alpunto di vista economico. Le amministrazioni locali possono essere ilmotore che accelera la ripresa economica del paese. Fatemi fare un po' ilcampanilista, su questo Roma e l'area romana è l'avanguardia, è riuscitaa divenire da fanalino di coda del Paese di 15 anni fa ad essere oggi il ter-ritorio con il più alto tasso di occupazione e di imprese dedicate, con8.000 occupati e 400 scienziati che operano nell'industria delle nuovetecnologie. C'è una ripresa forte del ruolo del cinema e dell'audiovisivo,c'è un aumento del 33% delle imprese guidate ormai da extracomunita-ri e quindi è una città che ha saputo integrare bene grazie ad un lavoro

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, Il l'IU MA=-- ::..:R::::o~MA:..::::....:I...::'O:..:.T.::::ENc.:.:Z::.:.IA:..:::L::.:.r:...:.rÀ.:...:E:::...:..:::Rl.:...:FO::.:I.:::;lli1::..:E::..:I.:.:N.:::D.:.;::IS.:.:PE::.:.N.:.;::S:..:::AB=1LI

I 11111<-11:1omunità e delle strutture dello stato che la rendono tranquil-I 11I'Il,1'd accogliente: il problema è che a questo dato non ha corri-

111 111lilla rivoluzione amministrativa. Questo è un mio pallino, questaI , Il IIll' 'S ere la nuova sfida tra le parti. Le amministrazioni locali devo-

l'I t' il riferimento del cittadino per poter ottenere un diritto, perl'I' I sviluppare tranquillamente la sua impresa, per vedere soddisfattoI 1111Ilisogno di sostegno. Anche qui la Bassanini è stata una riforma a

t '. ('ppure un buon passo in avanti; il problema è che bisogna arri-111 1111111:1radicalizzazione della riforma amministrativa, noi dobbiamo

Il 1111quadro di norme semplificato coerente con la dimensione euro-I l'II'lld 'te ad esempio il Nord Europa, spesso non c'è l'assessore al1111111Il io ma l'assessore alla tutela del consumatore e del cittadino, pro-

IIl I 111Il 11l-q uelle amministrazioni si sono proiettate in una forma nuovaI I di,di 'a alle infrastrutture, che nei confronti del cittadino dice «stai

111Il ",llll'? omunicami quello che fai e io poi ti vengo a controllare: se111Il.1norma vai avanti, se non sei nella norma l'istituzione esercita le'"1 I I", deve esercitare». Questa sarebbe una grande riforma radicale

Il Il 111>paese, che potrebbe rappresentare quello snodo di cornpetiti-Il 1lIll'\Haria per rilanciarci ... perché vedete, noi abbiamo fatto passi in

111" 111'1'il' uito culturale, nel circuito dell'insegnamento università-1" 111viamo ancora indietro su tanti temi in confronto con le altre

Il ddfl 'oltà europee, pensate alla borsa dove abbiamo un numeroI 1IIIIII'Ilt' più basso di aziende quotate, pensate al fatto che nella clas-I di 111' 00 più grandi aziende del mondo siamo presenti solo con 3

".Il vuol dire che il quadro di sistema non consente alla nostra eco-t 111.I I,,' pllr è sana e forte, di poter decollare. Noi andremo a CannesIl I Il.11('gl i investitori internazionali circa le tante potenzialità del ter-Iili .11,11.1provincia di Roma: c'è l'area di Pomezia, quella di Castel

111 11111,di Monterotondo, l'area dei Castelli. Ma la prima domandaI III\'I'~1itori, anche nazionali, è «bene, ma quanti anni-ci metto a ren-

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ENRI o GASBARRA FONDAZIONE ROMA EUROPEA

dere redditizio l'investimento? Quanti pareri devo avere?» Allora questanuova sfida deve passare attraverso una riforma radicale, e in questo senso"europea", della procedura amministrativa che in Italia non è stata maitoccata veramente dal 1853.

Cesare San MauroRingrazio di cuore il Presidente della Provincia; come avete visto lui

non si candida ovviamente né come Sindaco né come Presidente dellaRegione ma ... come Ministro della Funzione Pubblica! Ovviamentescherzo. Vorrei fare io una domanda, per poi passare la parola agli altri:Roma europea ha presentato una ricerca sugli strumenti delle città capi-tali, vorrei chiedere al Presidente se ritiene ancora attuale e importan-te il dibattito su un ordinamento speciale istituzionale per Roma capi-tale. Passo la parola al Professor Giorgio Riondino, Direttore dell'Ufficiodell'Alto Commissario per la prevenzione e il contrasto della corruzio-ne e delle altre forme di illecito nella Pubblica Amministrazione; poic'è il Professor Carlo Andrea Bollino, Presidente del GRTN.

Giorgio RiondinoVolevo prima di tutto ringraziare il Presidente per aver toccato due

temi spesso trascurati, quello dell'edilizia scolastica con tutto ciò checomporta e quindi la differenziazione e la possibilità di utilizzo diver-so delle vecchie strutture creando le nuove che siano adeguate, la vetu-stà della procedura amministrativa, a proposito della quale io ritengoche noi in Italia continuiamo ad essere sudditi e non cittadini, e diesempi ce ne potrebbero essere molti. Lancio due provocazioni. Laprima riguarda il titolo V della Costituzione e quello che ha detto anchel'amico Cesare San Mauro: le città metropolitane. Nel titolo V si parladi queste città metropolitane, nessuno sa cosa siano, qualcuno ha cer-cato di specificarlo ma vorrei chiedere un parere su come si potrà porre

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ROMA: POTENZIALITA E RlFOIUvIE INDISPENSABILI

'"11110 .ittà metropolitana a Roma e quale rapporto si avrà con la11111.1.Inoltre, su quel famoso anello ferroviario di cui noi romani

11111111ormai da quasi un secolo: può essere questa l'occasione perIl 1.1110dalle ferrovie dello Stato e cercare di renderlo veramente111I(llllitanoe leggero? Grazie.

IIIIl Andrea BollinoIIII i.k-nre, una domanda velocissima. Tra le cose alle quali ha detto1.1'1dare impulso c'è la tutela dell'ambiente. Il governo nazionale111 ~o in pista alcuni finanziamenti per il fotovoltaico, una delle

1111riuuovabili più pulite e migliori. Dato che le domande dei citta-I111r.uino affluendo numerose e si rischia, con i primi incentivi su cui

1.1Iarati, di sforare le cifre, perché un ente come la Provincia non'" 'Illdi suoi per aggiungere, con la stesse procedute o anche miglio-

I I III una forma di competizione collaborativi virtuosa col GovernoI 11111.11" fondi per installare ulteriori pannelli fotovolraici o altre fonti111111.ihili? Il GRTN naturalmente è pronto per fare da soggetto a111111non solo per il Governo ma anche per la Provincia.

1111i '0 Gasbarra\I I~oma Capitale. lo ho 43 anni e ricordava Cesare i miei trascor-

dllilO .ristiani nell'ultima fase ... in effetti è da quando ho l'età della1111Il' 'he festeggio la soluzione dei problemi della Capitale del Paese...

Il Il'g zio ogni volta e ogni volta rimango deluso facendo l'ammini-Il IIlIll'. i sono date varie prospettive, adesso in questa fase siamo nelI 1111l'l'oviglio istituzionale e amministrativo perché abbiamo avuto la1111111,1precedente fatta dal centro-sinistra che potenzia il ruolo delle

IIIIVIIIl" e la riforma attuale, sottoposta a referendum, che nel titolo VIIIIII/,a il ruolo delle regioni e immagina un Senato delle Regioni che,IIIIIH',dovrebbe risolvere il tema della Capitale demandandolo a quan-

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ENRICO GASBARRA FONDAZIONE ROMA EUROPEA

to gli attribuirà la Regione Lazio. Purtroppo non siamo riusciti a toglie-re dal dibattito delle parti politiche il grande patrimonio della Capitale.lo ho annunciato che cinque secondi dopo la riforma siglata ed appro-vata coerentemente con le necessità della Capitale mi dimetterei daPresidente dell'istituzione provinciale, nel senso che laddove la Provinciarappresentasse solo una firma in più ... allora - solo allora - andrebbetolta. Il problema di fondo è che per attuare la riforma oggi iporizzatasi dovrebbero convincere i 120 Sindaci dell'area metropolitana dellacittà, i Consigli Comunali, la Provincia, il Consiglio Provinciale ... iocredo che il tema sia semplice, in attesa della grande riforma ammini-strativa, della proiezione nuova delle amministrazioni locali ... ad esem-pio il Senato delle Regioni non va in direzione di un potenziamentodelle regioni ... avremo a quel punto i Senatori Regionali eletti in tempodiverso dal Presidente della Regione e come si può assicurare che par-lino la stessa lingua politica e vadano d'accordo? Va fatta una scelta sem-plice, peraltro ci sono già le condizioni se il referendum rigetterà lariforma del titolo V, ovvero rendere operative le attribuzioni legislati-ve al Sindaco della Capitale affinché non debba convocare 5 Ministriper cambiare il senso di marcia del Grande Raccordo Anulare perchéqueste sono oggi le condizioni di difficoltà. Sul fotovoltaico abbiamoavuto una scelta importante da parte del governo. C'è anche molta dif-ficoltà a volte nel far capire agli uffici edilizi dei municipi che non c'èbisogno di licenza per applicare il fotovoltaico: ricordo un caso di unsignore che tra i primi si pose questo problema e voleva farIo in unazona neanche storica della città come la Camilluccia, e finì nelle magliedi una rete in cui sembrava che doveva addirittura doveva farsi unavariante al piano regolato re per poter mettere il fotovoltaico ... è que-Sto che intendo quando dico che poi non riusciamo a cogliere le oppor-tunità, perché se non c'è una regia di sistema amministrativo abbiamo'le opportunità date magari da una legge nazionale che i comuni ed i

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ROMA: POTENZIALITA E RIFORME INDISPENSABILI

t Il III non possono cogliere. lo sono pronto a investire fondi pro-di, Il'a l'altro stiamo già facendo un'altra operazione che è quella

I ron.ilizzare il patrimonio immobiliare e quindi doteremo tutti iIII l Ili lì 'i del forovoltaico, e sono disposto anche a sostenere più cheI III pn hé il ruolo della Provincia è relativo ai servizi diretti.,. noiI 1,IniO nella politica scolastica, nei trasporti (perché ci siamo resi

1111 dl'lIa difficoltà dei pendolari e abbiamo acquistato Il nuovi trenil'''!t) l, ferrovie facciano camminare puntuali e abbiamo abbassa-

I I \()(7'<) il trasporto annuale per rendere simile, altro mio pallino,III ti -ll'anziano del bambino e dell'adolescente dei 121 comuni). Le

fili h',' l'anello ferroviario: anche qui c'è una rete di competenze dav-Il l 11111 l'lessa la Provincia si occupa di 2300 Km di strade ma sono

Il ,d confine pensate alla Pontina, dove noi possiamo fare la manu-I 111111' ordinaria perché quella straordinaria la deve fare la Regione ...I 1111.110 che si perde tempo a chiedersi «Quanto è grande la buca?Il 1II.IIIlI tcnzione straordinaria o ordinaria?» e nel frattempo il citta-111 l i I imette. Va delineata una forma di semplificazione e di coin-I 111I,'lllO pubblico/privato, e lo stesso vale per il Grande Raccordo

11111.111' l' per le viabilità ferroviarie, stradali ed autostradali. Ad esern-I Il I'/W: l'alta velocità attraversa Roma ed è una buonissima oppor-

1111.1, pv .cato che 20 anni fa qualcuno si era dimenticato di collegar-tll',l!'l'oporto che è distante 20 km. Oggi l'alta velocità ci consegnaI I 111 li rete ferroviaria che se gestiti insieme da Regione, Comune

1111\'111 'ia possono rappresentare il grande quadro delle metropolita-Il Il Il .rflcie che collega Guidonia, Tivoli, Velletri e Grottaferrata e

IllIdi il bacino ma anche i 130 krn di coste.

S Il'C an Mauro( tl,lI,i • Presidente, vedo il Professor Beniarnino Caravita di Toritto,

1111 Il ixsimo amministrativista.

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FONDAZIONE ROMA EUROPENRICO GASBARRAROMA: POTENZIALITÀ E RIFORME INDlSPE SABILI

Beniamino Caravita di TorittoGrazie Cesare, ringrazio il Presidente della Provincia delle inform

zioni, ci sono tante cose che vorrei dire ma mi limito a fare un paiodomande. Il Presidente ci ha già detto qualcosa, ma io vorrei però capire ancora meglio come vede lui il raccordo tra Provincia città rnetrpolitana e Roma Capitale. La seconda domanda: la Provincia di Romha sotto il profilo dei trasporti un'opportunità favolosa, perché è l'istituzione più vicina ad un sistema intermodale dei trasporti in quantl'aeroporto non è nel comune di Roma ma nel comune di Fiumicine perché il possibile grande porto dell'area romana e laziale è CivitavecchiC'è un disegno? Grazie.

1111'il Santo Padre Giovanni Paolo Il. Comunque per quanto ci111 .Ijlerto un tavolo che sta realizzando questo progetto di inter~

\1\I I hc ollegherà le tratte lasciate libere dalla TAV al porto diIl l1i:1che peraltro ha un primato: è il primo porto croceristi-

I 1111,' on una naturale potenzialità anche nell'incremento del\I 1llI'r·i sia verso le coste dell'Europa sia ovviamente verso l'area

hu-rraneo e può essere quel corridoio mari~o che può farciI 111Il rnggiungimento di molti nuovi mercati. E aperto un lavo-I !.1I11\()facendo gli uffici tecnici di Comune, Regione e Provincia\1111111quadro d'insieme e di opportunità e anche qui andrà bene

\1 Il l.uore ci darà la possibilità di risolvere la cosa nel quadro dellau z innc di un patto d'area che autorizzi una velocizzazione delle

dllll', l:assetto istituzionale: il mio primo pallino è quello relati-1IIIIIi . alle funzioni amministrative. Lessenza della riforma perdI Roma la vedrei nella concessione immediata dei poteri e dei

Il I tondi: qui ci troviamo in un locale storico e si va oltre il mer-111.1Insomrna credo che oggi anche un bar di medie dimensioni ha111'lii LIna pianificazione industriale della propria impresa ... fìgu-

1111I quanto serva ad una città come Roma, che non può dipende-I1I1',iorI1odalle altalenanti volontà del Governo circa cosa fare, con

I1II qunnti fondi. Circa la Regione, ne potenzierei alcune funzionedqlOlcnzierei altre. lo sono stato Consigliere Regionale, e non

Il, Il.111.amente che il Consiglio Regionale debba discutere, ad esem-" pi,I110regolatore di San Cesareo. Si dovrebbe potenziare la fun-

Il II'j,islativa della Regione, e la Provincia potrebbe essere, con la11111.1ti i comuni e delle autonomie, quell'elemento di raccordo diI i ihilità di fondi e di omogeneizzazione di interventi di area in ter-

111IIll'ra trutturali, interrnodali, urbanistici e quindi di competenzeI 111',,11. al lavoro e alla formazione.

.1,11i . dell' accoglienza.

Enrico GasbarraLa domanda finale meriterebbe da sola un altro incontro, soprat

tutto circa l'intermodalità delle strutture e sulla potenzialità della retaeroportuale. Il quadro di riferimento è quello del centro Italia e dcome il centro Italia può sviluppare un ruolo nell'appuntamento de2010 del mercato del Mediterraneo che è poi l'altro tema che nonmai stato posto in questo sbagliato conflitto fratricida tra Roma e Milanche riguarda il problema dell' hub. Di fatto stiamo depotenziando entrambi gli hub con decisioni che a volte mancano di logica, anche sul datnumerico del trasporto passeggeri e della vocazione principale del nostrPaese che è una vocazione sicuramente legata al turismo e purtroppomeno al business d'affari. Anche l'industria concentrata nel nord Italidi fatto pone Milano ormai come hub di secondo livello perché poi sipreferisce partire dalla Germania e da Parigi, e tuttavia poi si trasferi-scono a Milano voli internazionali di tipo turistico che dovrebbero rima-nere a Roma ... per esempio c'è un volo Milano-Cracovia ... noi non riu-sciamo a spiegarci quanti polacchi possano voler andare a Milano ...ovvio che andavano da Cracovia a Milano per poi arrivare a Roma e

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CONCORRENZA, LA VIA MAESTRARoma, Caffè Greco, 13 febbraio 2006

di Antonio Catricalà'

l' San Mauro1I11I1:lS ira, benvenuti a tutti. Proseguiamo con gli incontri men-di della Fondazione Roma Europea al Caffè Greco.

1'11'\ ·ntando il Presidente Catricalà voglio ricordare che è ilI liti' dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato1I1.11"/,() del 2005, È nato a Catanzaro, a 22 anni si è laurearo

IlIdl !lI" o la facoltà di giurisprudenza a Roma, a 24 anni haIl 1011 'orso di magistratura ed è stato abilitato all' esercizio della

1I111t' forense. Ha vinto i concorsi per procuratore dello Statourni per Avvocato dello Stato. Ha vinto il concorso per il

1.110 li Stato nel 1982. Presidente e componente di CollegiI 11111vrrntivi con diversi uffici legislativi. È stato Segretario GeneraleI ut orità per le Garanzie nelle Telecomunicazioni. È stato

I 11111 .cnerale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Autore111.1.1 iruzioni monografiche è professare a contratto presso la facol-

1111 isprudenza di Tor Vergata. Benvenuto, quindi, al Presidente11111 ( :a tricalà.

1.1, 1111' d Il'Aucorità Garante della Concorrenza e del Mercato

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ANTONIO CATRICALÀ FONDAZIONE ROMA EUROP CONCORRENZA, LA VIA MAESTRA

Antonio CatricalàRingrazio veramente tutti per essere intervenuti. Vi dico sincer

mente che non me l'aspettavo, ero sicuro fosse una riunione ... meimportante, più di club, ma sono felicissimo e onorato di tuttepresenze e spero che le cose che dirò, se non condivise, saranno almno apprezzate; che non le troviate eccessivamente scontate perché lgran parte di voi è molto più preparata di me sulle singole mater]che andrò a trattare.

Parliamo di Roma e parliamo di Europa.Devo dire che se in questi giorni, oltre che negli ultimi anni, abbi

mo seguito un po' la stampa europea ci siamo resi conto che l'idche si sono fatti di alcuni ambiti della nostra vita è quella di unItalia delle piccole corporazioni, dei privilegi, un'Italia dei conflitd'interessi, delle ... raccomandazioni. Un'Italia che non è quella ehnoi si vive quotidianamente.

Anche se andiamo a guardare le classifiche internazionali restimo ogni volta sconcertati, delusi, se non altro: l'ultima è quella dellHeritage Foundaeion, seria come classifica e come fondazione, ehci pone al 42° posto al mondo nella libertà economica. Capisco chspesso queste fondazioni sono d'ispirazione anglosassone e tendo na privilegiare gli investimenti nelI' area del dollaro piuttosto che iquella dell'euro. Tuttavia se non siamo al 42° posto possiamo esseral massimo al 30° ed è una cosa gravissima per un paese come l'Italiche è uno tra i "grandi otto". Non è possibile tenere questi bassi livelli di classificazione. Anche le altre classifiche non sono piacevoliQuella del fondo monetario ci vede in tema di appeal e di competitività al 40° e 4r posto. Quale è la motivazione? lo mi sono postil quesito e con i miei collaboratori abbiamo lavorato sull' argomento. In realtà molte delle contraddizioni italiane sono proprie di tutele contraddizioni europee con economie basate, giustamente, s

di natura costituzionale, individuali, su un privilegio del-1111.,produzione. Forse questo ci rende meno cornpetitivi

•• I forme più avanzate di aggressività competitiva che però11111più avanzate dal punto di vista della civiltà economico-

1111\'.1, ulturale, umana e sociale. Tuttavia anche all'interno111111',1viviamo un momento di scarsa considerazione dal puntoI .Il Il ' nostre capacità. E se questo c'è indubbiamente una parte

11111ru.ilc, indubbiamente qualcosa è anche di natura politica,111I.lIlIcl1tec'è qualcosa che non corrisponde alla realtà, se nonIl p.llir. Dobbiamo fare un po' di lavoro di autocoscienza. Credo" Il.11i.1 i sono tutte le conoscenza, tutte le capacità per arriva-I! Il'.II,lrdi che sono neanche lontanamente immaginabili oggioggi p .rché abbiamo risorse non naturali ma intellettuali, tec-1111'infinite. Abbiamo grandi capacità di risalire la china, dob-

111l'l'I'( accettare psicologicamente due condizioni. Queste pre-Il 11111i sono assolutamente necessarie per superare i vincoli diI I 11111rurale, fisica e ordinamentale che ci possono essere. Però

1111110avere questa coscienza, cioè dobbiamo fare questa opera-di pi . ole "rinunce" sia nel settore pubblico, che privato.

11111111.iamo dal privato che è più importante: qui le pre-condi-I 11110due.

I I 1IIIIIla pre-condizione è il superamento di una visione punti-dl·lI' , onomia. Non è vero che perché ci sia concorrenza occor-

Il Imieme di operatori, tutti piccoli poi, in un mercato utopico1" 111"al di là di ogni vicenda nazionale o internazionale, la curva

I dlllll:lnda si incrocia con la curva dell' offerta in un punto idea-li IO c utopia. Attualmente non è così il modello funzionale.dol,hiamo pensare ad aggregazioni più forti. Dobbiamo avere11I11t,massa critica, perché la massa critica porta ad un' eco no-.Il ~I :IIa, e l'economia di scala porta a costi più bassi, e abbiamo

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ANTONIO CATRICALÀ FONDAZIONE ROMA EURO CONCORRENZA, LA VIA MAESTRA

bisogno di costi più bassi per la produzione, non solo per le faglie, ma anche per i consumi abbiamo bisogno di costi più bassiservizi. Credo, quindi, che dovremmo privilegiare un'idea diversaquella che c'è stata finora: quella dei distretti, che indubbiamerestano un grande patrimonio per l'Italia, ma ci lasciano lo staquo. Se dall'idea del distretto non passiamo a quella di un sisteorganizzato, se da un' idea di finanziamento familiare della nosimpresa non passiamo ad un' idea diversa di quotazione in Bodelle nostre imprese, i nostri imprenditori dovranno rinunciare all'idche debbono assolutamente avere, di possedere il 51% della loazienda. Oggi come oggi è troppo arretrata questa concezione, muna pre-condizione psicologica, che non può essere condiziondall'Autorità, né può esserci una legge.

La seconda pre-condizione relativa al privato è una questionementalità, che si può raggiungere solo con la crescita del Paese, è l'idche i giovani devono accettare la mobilità fisica e culturale; siainvece fermi alla laurea in Scienze delle Comunicazioni, alla laureaFilosofia, alla laurea in Medicina, anzi, adesso le hanno limitate,l'aspirazione più grande è quella, quando invece abbiamo settori nquali sembra che oggi come oggi non ci sia mercato, ma il mercac'è; ed è vero che sono lauree più difficili da ottenere, ma per il nostgiovane il risultato sarà di mille volte di maggiore soddisfazione, sopetutto per il nostro sistema produttivo, che come certamente sapha numerosi problemi. Uno di questi problemi secondo me è di magiore importanza, e su quello occorre lavorare maggiormente per teva re soluzioni, ed è quello energetico. L'energia costa sulla produzine in maniera tale da rendere ingessato il nostro sistema competivo: l'energia costa già molto meno in Francia, in Spagna; noi abbimo qui il nostro Presidente Ortis e io so quanto sia impegnaquell'Autorità a lavorare e quanto noi dobbiamo alla sua autorev

l' Il Il ~ le nostre tariffe non sono poi quelle che potrebbero111 w non ci fosse una quotidiana e oculata azione di vigilan-

Cli li siamo grati per questo. Ma deve maturare un'idea diversaI , Ill'aziende: deve maturare l'idea che devono accettare la com-

111111',11011possiamo restare con una condizione di monopolio11111('ti .ll'energia elettrica e nel settore del gas, e questi colli diIl.1l''' i sono creati sono la conseguenza del monopolio. NonItIHIO grossi problemi oggi se ci fosse concorrenza, forse non

1111111110nemmeno della crisi del gas della Russia, perché avrern-1.,.1\dall'Algeria, se si fossero fatti i potenziamenti che si dove-

111 , 111'babilmente avremmo avuto una situazione migliore per111Ilgtlarda l'energia elettrica se ci fosse stata da parte delle nostreI 1I1l:!visione più lungimirante. Ma dove andare a cercare leIl ,d,ilità? A quando dobbiamo risalire? A quando abbiamo man-l,I il nucleare dal Paese? Era giusto o non lo era? Tutto il resto

111,poi, giudizio storico, e qualcuno dovrà pur darlo, ma non1111autorizzato a darlo io, né storico, né politico. Dobbiamo

1111d .lle proposte per il futuro: questi potenziamenti si devo-I , I I 've aprire il mercato ad altre possibilità, e non costa nean-

IIIIIII! 11 Il è necessario fare altri tubi che attraversano il mare e11111111Sardegna, dalla Sardegna si possono già potenziare, fermo".1111.1validità di quei progetti, perché mai abbandonare un pro-I l' I un altro che sembra più facile, però si può fare subito di1111,11(,la portata del tubo: non allargarlo, ma comprimere di più

111\.111 n difficilissima e che si deve fare nel minor tempo pos-IHII hé i prossimi quattro anni saranno anni difficili per i rifor-

1111,11011sarà una passeggiata, avremmo difficoltà di approvvi-uu-nro. Su questo non siamo stati lungimiranti, perché quando

111111l.uro la scelta del gas non abbiamo considerato che questoIl IlCl Il è più riconvertibile. Andiamo adesso nelle case a dire di

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Fo DAZIONE ROMA EUROANTONIO CATRICALACo CORRENZA, LA VlA MAESTRA

togliere le caldaie e di installare un impianto a carbone o a gasolio.avremmo molte limitazioni, come quelle che abbiamo avuto adecon un decreto legge. Ci avevano parlato della "bolla del gas" ci avano detto che ci sarebbe stata troppa offerta rispetto alla domane con i contratti per cui noi acquistiamo a scatola chiusa avrempagato il gas che non consumavamo ... ma non si è verificato nullatutto questo, si sono verificate le previsione che aveva fatto l'antitruanni fa: che avremmo avuto bisogno e saremmo stati carenti, e psiamo stati miopi con i rigassificatori, perché ci siamo affidati nelmani di monopolisti stranieri. lo ho già ricevuto l'Ambasciatore algrino, e gli ho fatto i complimenti del mondo, sperando che siano sepre ben disposti nei nostri confronti: perché saranno guai se un giono anche loro cominceranno a dire che hanno carenza ... lo gli hdetto che il loro è un paese caldo. «Non ci verrete a dire di dover risedare l'Africa, l'aria condizionata è un lusso che non vi potete permtere». E in questo come si mette l'Europa? In Europa io registro segnli preoccupanti. Il primo viene dalla Spagna che è l'ultimo in ordinti tempo, ma è il primo per importanza. Noi abbiamo fortemenrichiesto che su questo tema decidesse l'autorità europea, ma nosiamo stati accontentati perché la Francia ha appoggiato la richiestdel governo spagnolo affinché fosse deciso in Spagna: stranamenttuttavia, per il Portogallo aveva invece deciso la Comunità EuropeAbbiamo poi chiesto che ci fosse una consultazione più ampia, ehfosse sentita l'Autorità antitrust spagnola, ma anche se quest'ultimè stata sentita e ha espresso parere negativo, in Spagna si è costituitun grande campione nazionale che ha in sè tutta la produzione e l'importazione di gas, e tutto quello della produzione di luce elettrica;come se da noi ENI ed ENEL si unissero. GAS NATURAL, ha praticamente acquistato integralmente salvi piccoli asset, il che significche il mercato spagnolo è oggi un mercato inaccessibile per gli italia

11111'loro sono estremamente forti per conquistare altri merca-111ha un effetto paradossalmente negativo anche per la con-1III Italia, ma non è questo il fatto preoccupante, bensì lo spi-

IIi Illi il Governo Spagnolo, senza tenere in considerazione111111.antitrust come quella spagnola, ha autorizzato lo stesso11111111'.LnItalia questa cosa non sarebbe potuta succedere: per-ledl.1la legislazione dà all'Autorità Indipendente l'ultima paro-11111in Spagna l'ultima parola ce l'ha il Governo. Che ~osa =:I I h I ·d 're noi, non certo la reciprocità: se non lo facClamo nOI

Il t IIc'Il 'anche voi, oppure se noi ospitiamo lo straniero, ci dove-III IIc', perché questo è contro le regole del :nercato, per? possia-\lIIllc'l ,l'armonizzazione degli ordinamentl. Se le Autorità devo-

Il Illdipendenti, siano tutte indipendenti, altrimenti :n~ttete~ti dll' dipendenze del Governo, ma tenere tutti e due l sistemi

Il 11.11'S gnare alla gente il Mercato Unico, perché in realtà, que-I I c1i111 reato e di intenti è ben lontana da arrivare. Vi ho par-I ll'uh imo episodio, non vi parlo di EDF per non annoiarvi:

IlIlIpagnia elettrica francese, che è integralmente governativaIlIlI " per tutto, non vi parlo della Germania, che non sta facen-

1111.1liberalizzazione. In Francia hanno approvato una legge111il l'c 'onomia sarà dirigista ancora per trenta, quarant'anni.\I 1.1unità di spazio economico europeo, è un qualcosa, io credo,11111uiopico, molto desiderato, ma non so se e quando ci si potràI , l", poi ci sono degli altri campi nei quali noi dobbiamo fare

I till/i; uno di questi è quello delle libere professioni.I clii ,,:" atricalà dà in testa agli avvocati", ma non esiste pro-III ono figlio di avvocato, mio nonno era notaio ... ci sono delle

11111'olr::ttteristiche che devono essere ritoccate, prima di tuttO la111ruinima, che non riguarda la libertà del professionista, la sua

I I. io non voglio negare potere agli ordini. Gli ordini ci devo-

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ANTONIO CATIUCALÀ FONDAZIONE ROMA EUROPE CONCOIU<ENZA, LA VIA MAESTRA

no essere, devono fare il loro dovere, anzi, devono farlo meglio,Abbiamo un problema di scarsa competitività nel sistema assicura-tivo, il costo assicurativo è più alto che in altri paesi: non tanto inassoluto, però siccome la crescita purtroppo è esponenziale, mentrin altri paesi non c'è crescita, ma il costo è stabile, il mercato è pEe·occupante. Abbiamo fatto un'analisi, e probabilmente il vero moti-vo consiste nella scarsa conoscenza che il nostro mercato assicurati-vo ha del broker, cioè di chi ha più pacchetti assicurativi da offririn comparazione fra di loro. Questi agenti invece oggi sono tutti inesclusiva, sono mano marca, per cui si va da quell' agente che si cono-sce e la fidelizzazione, poi, sostanzialmente è una conseguenza.

Qualcosa vorrei dire anche delle banche, visto che il sistema inqualche modo è approdato anche in Piazza Verdi, come era giusto,come era nella logica delle cose, aldilà poi delle polemiche. Dovevasuccedere questa cosa, qualunque fosse stata la situazione, perché intutto il resto d'Europa è così, quindi era una anomalia solo italianache il titolare della vigilanza prudenziale, fosse anche il titolare dellatutela della concorrenza. È un ossimoro: vigilanza prudenziale è ilcontrario della concorrenza, la concorrenza prevede anche il falli-mento in astratto, speriamo che non succeda mai, la vigilanza pm-denziale vede il fallimento come uno choc irreparabile del sistema,quindi è chiaro che farà di tutto, perché non ci sia poi grande con-correnza, invece ha sicurezza e privilegi da mantenere. Si parla diapertura agli stranieri, di questo mercato come benefico. Gli stranie-ri se hanno capitali da investire che vengano ad investirli, perchél'Italia non dà molto appiglio, non è un Paese che da questo puntodi vista dà molte sicurezze. CItalia è un Paese in cui per realizzare uncredito contestato ci vogliono 1400 giorni per un processo. Il Codicecivile ha una norma che non c'è in nessun altro Paese: il contratto aforza di legge tra le parti, come se fosse una legge di Stato in Gazzetta

i.rl«, un contratto verbale. La forza del contratto non trova poil uziorie, per realizzare il credito ci vuole troppo tempo: un

11I01't' i pensa a queste cose, ecco perché il nostro appeal è basso.I lini .onsumatori, cittadini, cosa può venire dal fatto che una

, I '011uniera venga in Italia? Porterà i suoi prezzi più bassi? No,I 1111.11'3.Se io vado in un mercato dove il prezzo dell' energia èdi CI, v .ndo al prezzo dell' energia. Quando si va in Italia I'ener-Il'11(1' al prezzo di mercato di qui. E lo stesso sarà per le ban-l'l I()q ual è i'effetto? C effetto è che le banche nazionali, stima-Iiu.rlmente da una possibile concorrenza straniera, faranno di

111 1"'1 sopravvivere e competere, e guadagneranno in termini diIl 11/.1,perché i costi derivano dall' inefficienza. Si aggregheran-

f 11.111110massa critica, e di nuovo avremo economie di scala; ancheIl d iscorso è lo stesso: accettare di ingrandirsi, di fortificarsi. I

I11/',111ppi bancari, se noi escludiamo i dieci più grandi, sono ban-l 111si possono comperare con pochissimi soldi, ma anche tra i

1111d il' 'i due o tre sono di difficile scalata, le altre, ad esempio la" I N,I:.'.ionale del Lavoro, viene scalata facilmente. Quindi ancheIl fll'tlO non è l'investimento che lo straniero fa in Italia, non

11111111da temere da questo, ma neanche da gioire. Possiamo spe-lli' si innesti un circolo virtuoso che porti i nostri affari nel

\I l' di .cvo che il nostro non è un Paese cornpetitivo anche perIl 1III,IIa lunghezza dei processi, l'incertezza dell'applicazione nor-Il l, Iluclla che va sotto il nome di burocrazia. Burocrazia, cheI 11111/',0l mpo è stata un po' l'antitesi anche logica della concor-

I, "d ;.. stata anche, se volete, l'antitesi logica dell'efficienza.I 1II ha visto la nostra macchina burocratica considerata meno1111I1.ll·.hina francese, meglio di quella tedesca, più affidabile, maI I 111.1.lo vorrei porre tre domande. La prima: cosa intendiamo

Il .ilm .nte per efficienza? L'altra domanda è se noi pensiamo che

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ANTONIO CATRlCALÀ FONDAZIONE ROMA EUROP CONCORRENZA, LA VIA MAESTRA

ci siano dei livelli ottimali di efficienza e perché non li realizziamoChe cosa occorre oltre il modello per ottenere buoni risultati nellPubblica Amministrazione? Alla prima domanda in realtà è facilrispondere, una volta che ab biamo distinto l'efficacia dall' efficienza. L'efficacia è quando con costi anche particolarmen te esosi si raggiunge un buon risultato, 1'efficienza è quando si raggiunge qurisultato con costi minori, in tempi minori. Quindi è chiaro che l'efficienza ha un valore superiore all'efficacia, perché è un discorso clsistema e non è un discorso di episodio, come può essere, invecl'efficacia. L'efficienza è qualità in proporzione ai costi. I costi sonmolto importanti. Questi costi dovrebbero scendere, diminuire manmano che aumenta l'efficienza. lo non so per quale strano motivo.mnel nostro Paese ogni ricerca di efficienza si è trasformata come pmagia in un maggior rallentamento del sistema. E ogni volta cheè cercato di costruire qualcosa per semplificare, si è riusciti a complicare. lo non so se voi conoscete con la stessa amara considerazione che faccio io, i controlli interni nella Pubblica AmministrazionIl controllo interno doveva servire ad assicurare che con poco costoci fosse un buon risultato e che tutti i risultati fossero raggiuntiPerché ci fossero persone controllate, occorreva nominare i controllori, ma questi controllori avevano, poi necessità di essere controllati, da un controllo unico, che indirizzasse e desse criterio uniforma tutti quanti, e si sono create strutture che controllavano tutti i controllori che avevano loro strutture, che a loro volta controllavanocontrollati, i quali non solo dovevano essere controllati ma dovevano anche inviare un sacco di carte ai controllati per dimostrare ehil loro lavoro lo facevano. A me andrebbe anche bene questo discorso: «ok è costato, ma ci abbiamo guadagnato in efficienza, ora finalmente tutto funziona e quando un dirigente non lavora bene noprende tutti i soldi». Purtroppo il sistema non è andato così, le strut

11110 state fatte, il personale è stato assunto, sono state compra-I Ioni, le macchine e tutto quello che è giusto che ci sia, ma

1111 diri ente ha avuto una decurtazione sia pure minima perIl Il conseguimento del risultato.

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IIAN DESIGN, UNA RICCHEZZA COSTANTE NEL TEMPORoma, Caffè Greco, 20 marzo 2006

di Umberto Vattani'

IIr San Maurorazie e benvenuti, prima di dire due parole di presentazione delnostro illustre ospite di stasera vorrei ringraziare per la loro pre-, .nza gli Ambasciatori presso lo Stato Italiano di Germania e

dlppone Sua Eccellenza Michael Gerdts e Sua Eccellenza YujiI 1111111':1. Leggere il curriculum dell'Ambasciatore Umberto Vattani

111111 l'I' .bbe ben più in là delle 20.30, che è l'ora canonica in cui iIII (,'pi ti iniziano a parlare. Vorrei ricordare solo i suoi ultimi inca-

Il l Il(' lo hanno visto ricoprire per due volte l'incarico di Segretario111 I.d,· del Ministero degli Affari Esteri (nominato da due Governi

1111 I ilcrimenro a due schieramenti politici diversi) nonché rappre-I I 111' Il n stro Paese presso l'Unione Europea compreso il periodo delI I Il(' ti i Presidenza Italiana.

l" 1.11'111' dell'Istituto nazionale per il Commercio Estero

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UMBERTO VAn"ANI FONDAZIONE ROMA EUROPI.:ITALlAN DESIGN, UNA RICCHEZZA COSTA TE NEL TEMPO

Umberto VattaniSono felice di avere il privilegio di essere qui con voi, con un audi

torio così straordinario nel quale ho piacere di riconoscere alcuni amiche saluto. Venendo qui riflettevo sul fatto che se è vero che il CGreco è il salotto di Roma, possiamo dire che tutto il centro lo è. ViCondotti, via Frattina ... sono piene di boutique che quasi sempre vendono il made in Italy, o Italian designo Mi chiedevo: lo sanno i nostramici, soprattutto coloro che vengono da lontano, com'è nato l' Italiandesign? lo ho scoperto che non lo sa quasi nessuno, e allora noi dell'ICEche quest' anno compiamo 80 anni (ma continuiamo ad essere vitali:parafrasando Vitaliano Brancati, in realtà abbiamo 4 volte 20 anni!), cisia~o applicati per cercare le vere origini e la nascita del made in Italy.Abbiamo scoperto che dopo questa felice e straordinaria epopea tede-sca della bauhaus che ha occupato buona parte del secolo scorso, dopola seconda guerra mondiale in alcune mostre organizzate dall'lCE insie-me alla rivista «Domus» appare la frase Italian design come concezio-ne: Vico Magistretti e Gio Ponti, parlando di quello che loro portanoin giro p.er l'Europa (Zurigo, Amsterdam, Rotterdam, Londra e Parigi)dan~o vita al concetto dell' Italian design, qualcosa che crea un rappor-to diverso con la materia, che non risponde solo all'idea di soddisfarun bisogno. È così che - a dispetto della patria del design italiano, ehmolti posizionano a Milano - questa istituzione, fortemente romanache si chiama ICE, ha avuto il ruolo fondamentale di dare vita al con-cetto di Italian design e di made in Italy, in maniera consapevole, facen-do poi il grande salto per portarlo dall'Europa anche negli Stati Uniti.Ad esempio è interessante scoprire come fu organizzata una di questemostre, a Londra. Per la prima volta si vide il profilo dei grandi magaz-zini Harrod's completamente illuminato (era il 1961): oggi non fa piùalcuna impressione, ma fino ad allora nessuno aveva mai visto una cosadel genere, una sottolineatura luminosa di un'architettura commercia-

)\1('\\0 rivela il fatto che ogni epoca storica non è importante soloI Il u-mpo che vive, ma anche per ciò che intende rivalutare dal pro-li p,lssato. In Italia, ad esempio, questo gusto dell' ?ggetto isolato no~1111,di'improvviso dopo la seconda guerra mondiale, ma nasce tanti1111prima, quando il nostro paese attraversava un momento di forteIII1Ilpolitico, nella prima metà del '500. Il territorio della peniso.l~I Il itorio di conquista, ma queste orde di invasori rimasero colpiti

I I dn ' i palazzi, le stoffe, i monili, le acconciature che avevamo qui:l\Il \.1forma di fascino che le nostre cose esercitarono su questi.s?l-Il 111tale che l'Italia, nel momento più buio della sua forza polmca111I1I1l'alle grandi potenze europee di allora, ridiventò il baric~ntr~

111 111,dc dell'Europa. Da qui, in qualche modo, nasce la sorte del beniIl iui apprezzati e dunque anche copiati nel mondo, e che oggi causa

, 111111che la somma delle perdite che noi accusiamo per la contraffa-11111d·i prodotti del made in Italy raggiunge i 7 mil~ardi di euro. ~11111Il 'gi ci chiediamo il perché si entra in un negozIo del centro ~I

1111,1,.id esempio di via Condotti, esistono sempre e soltanto due mot1~IlIlIi: o devi soddisfare un bisogno, ti occorre qualcosa e non pUOI

,I 111'no di andartela a comprare; oppure semplicemente perché haiIIf',1I1ldi sentirti a tuO agio. Per farti passare la ~ete ti bas~a un bic-

" Il' d'acqua: ma non c'è paragone con la sensazione che SI prova adI1111\Ina bottiglia di Barbera. Ci si sposta anche con l' a~to~us, ma

It Il' mettere il girare in Maserati? Posso correggere la mia vista conIl I""0 tiiocchiali, ma non è la stessa cosa rispetto ad usare occhiali di

, 11',11italiano. E allora perché Roma è quella che è? Chi viene a .Roma1111CIlklisfaun'esigenza primaria che spesso ci muovono, ma nspon-I 111.1Il icessità di vivere il bello, il gusto.

111' capitato qualche giorno fa di vedere alcune riproduzioni di, Il Il' S 'ritte da Ruskin quando venne a Roma nel maggio del 1874.

IIIlIlIinando per Roma questo signore, che ha lasciato delle pagine

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UMBERTO VATTANI FONDAZIONE ROMA EUROI'rITALIAN DESIGN, UNA IUCCHEZZA COSTANTE NEL TEMPO

bell~s~ime sull'~rte italiana, aveva un carattere insopportabile e gli dafastidio tutto: 11 rumore delle campane, la sporcizia nelle strade i candei ragazzi, i cani che abbaiavano. Ruskin disse che la beatitudineRomayav:'ebbe raggi~ll1ta essendo sordo ... questo per dire che per trvare difetti a R~ma bisogna andare a citare personaggi particolari.

M~ se guardIamo al futuro di Roma e dell'Italia, per quanto COI

pete l ICE un progetto importante riguarda il Palazzo della Civiltàde,l Lavo~o ~he sta all'EUR. Noi stiamo cercando di occuparne gli ultimi due plam p~r fare ..' un po' di concorrenza al Caffe Greco. Non pote remo con nOI questl splendidi dipinti, questi ricordi di tanti visitatori il~LlStriche nel corso dei secoli sono venuti qui, ci porteremo la produzione attuale e perché no del futuro dell' arte italiana e del nostrdesigno

Mi fermo qui, e vi ringrazio.

l. I 1\' essario pensare a particolari strumenti finanziari per sion-111 ulcune aree? Ad esempio, si parlava di una Banca per ilI 11.11' 'o per interventi infrastrutturali straordinari.

Cesare San MauroRingraz~o l'Ambasciatore Vattani per questo suo splendido inter

vento, e mi perm.et~o di fargli una domanda che vorrei porre sin dquando ero Consigliere del Ministro Frattini in Farnesina e che fors~llora ~on era saggio fare ai fini del protocollo ... uno dei temi tra quel.~l che 10 ~o visto più fortemente ribaditi nell' esperienza che ho avutom Farnesina è questo dell'internazionalizzazione. Molto hanno lavora-to l'I~E, l~ SIME?T e la SACE per rendere flessibili gli strumenti inq~est. amb~to, ma J~ fOl~do un tema che spesso ricorre tra gli irnpren-ditori - sal che noi abbiamo sempre numerosi imprenditori presentialle nostre serate al Caffe Greco - è la mancanza di strumenti finanzia-ri adeguati di sostegno, che consentano velocemente l'accesso ai finan-ziamenti: spesso ci si lamenta che le procedure amministrative sonolente e mo!to burocratiche, che poi è la critica che più in generale vienemossa al sistema bancario. Per la tua grande esperienza nel settore, ti

Il! 'I IO Vattani,Il, quando ero piccolo pensavo che il danaro fosse molto impor-

111.1 che sono un po' più grande .. , ne sono convinto. Noi fummoIIldo quando si cominciò a parlare di Banca per il Mediterraneo,111111\:\ riunione durante il semestre di presidenza spagnola ed alcu-11I/.lvano anche l'ipotesi che si potesse configurare come succur-I 11.1 \H~J,per finanziare imprese private. Gli spagnoli erano d'ac-Il, \1\.\ si alzarono alcune voci dei Paesi del nord che in qualchel. IIvcndicavano una uguale iniziativa per il Baltico ... ciò ci sor-

1111 po', ma la discussione si fermò. Non tutti i Paesi del nord1,,1 dimostrano la sensibilità e l'acutezza che ad esempio è invece

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1.1 ti -lla Germania, quando si parla di Mediterraneo, e ci si ritro-111 li problema della coperta troppo corta. Credo che tutti noi abbia-I Il Il\() interesse a preoccuparci per quello che accade nel Mediterraneo,l'liti oggi ho tenuto una conferenza stampa con Franco Fratti~i suiIII \111 c le attività dell'Osservatorio per il Mediterraneo, che lUIpre-I (,il' a l'internazionalizzazione, c'è un grande intento di unire iIl Imi . cospicui sforzi delle istituzioni che se ne occupano, e que-

I\I qualche modo riconosciuto dalle cifre che caratterizzano leI1I jlrrformance in termini di export e anche di turismo.

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PAR CONDICIO, E MOLTO MOLTO ALTRORoma, Caffè Greco, 5 aprile 2006

di Corrado Calabrò'

( . 'sare San Mauroirò solo due parole di presentazione del Presidente CorradoCalabrò, anche se non ce ne sarebbe bisogno. Vorrei ricordareche il Presidente è nato a Reggio Calabria, si è laureato a 22

uru •• Il iurisprudenza con 110 e lode, è stato Presidente di Sezione delclIl~igliodi Stato dal 1982 al 2001, quando è stato nominato Presidente

le I ('A R del Lazio, dove ha presieduto la Prima Sezione, e dal lO mag-'Cl '()05 Presidente dell'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni.

Il l'u-siderite Calabrò è autore di monografie su Diritto del lavoro eI 111111 Cl amministrativo, dal '63 al '68 è stato capo della segreteria tec-!t Il I) l'iuridica del Presidente del Consiglio dei Ministri Aldo Moro al' d,II1,O higi". naturalmente non posso citare tutti i posti di cui ill'te ulcnt Calabrò è stato capo dell'ufficio gabinetto e capo dell'ufficiouumini trativo perché sarebbe finito il tempo dedicato allo speech, però

'"1 numero importantissimo ed è molto significativo, dal bilancio alliti 1I()gi rno, alla sanità all'industria, dall'agricoltura alle poste, dalla1'III,hliC'lamministrazione all'Università e così via. Grazie.

l'I, «lente dell'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni

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CORRADO CALABRO FONDAZIONE ROMA EUROPEA

Corrado CalabròGrazie a voi. «Confusus sed non contusus» si disse papa Sisto V

quando era caduto da cavallo, e io - frastornato dalle cose di oggi -sono in una condizione analoga: la mia confusione si accresce trovan-domi a parlare di fronte ad alcune persone qui presenti che delle cosedelle quali mi accingo a parlare ne sanno forse più di me. Mi confortal'amicizia che leggo nei vostri volti, e tanti volti amici che vedo qui, mapermettetemi di ricordare tra tutti e di fare un saluto particolare aGiovanni Moro ... io ero presente alla sua comunione alle catacombedi via Salaria, e un' ondata di commozione mi ritorna sia per la figuraimpareggiabile di suo padre, sia anche perché a quella figura son lega-ti gli anni più appassionati della mia vita, quelli della giovinezza, in cuiun patos interiore ci spingeva a credere che avremmo potuto cambia-re le cose, migliorare la società, migliorare questa nostra Italia. È cre-sciuta l'Italia, ma poi ha fatto pure qualche sosta e qualche passo indie-tro, comunque tutto in questi giorni è avvolto nel turbinio della parcondicio ed io stanotte ho fatto un sogno, di essere all'8 aprile sera (ndril 9 aprile 2006 si sono tenute le elezioni politiche per il rinnovo diCamera e Senato) anziché al 5 e che non si parlasse più di par condi-cio. Da tutte le parti mi chiedono: «Ma voi dove svolgete questo com-pito? Funziona questa par condicio?» LAutorità è stata presente, l'Autoritàc'è su questa materia e su questi problemi, abbiamo svolto un monito-raggio 24 ore su 24, abbiamo messo i dati sul sito quasi quotidiana-mente, dati controllabili da tutti. Forse si è anche dato troppo risaltoalle nostre sanzioni, ma c'è una parte invece della nostra azione che èsfuggita all'attenzione generale e alla quale vorrei far cenno. Parlo del-l'azione di moral suasion che abbiamo svolto costantemente ancoraprima di entrare nel periodo elettorale, continuamente, in maniera softma pervasiva, e che ha raggiunto notevoli risultati. Guardate, con 45partiti in lista è difficile. Non avremmo lavorato bene se avessimo volu-

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I 1111 l'~R~IMA~ ~PAR~.::=C::::O.:..:.N::::.DI:.::C~IO::.J.,-=E:...::M::..:O:::..:L:::..TO.::....:.:M,-=O:.::LTc:..:0::....:..;;AL::.:T-'..:R..::.O

III i111porre la par condicio solo a botte di sanzioni e di ripristino, ripri-11110 tra l'altro praticamente impossibile perché la legge non pensava

\,1 oh;\bilmente a 45 partiti in competizione, un numero per il quale il111" istino diventa semplicemente improponibile se applicato a tutti.lnvccc molta della nostra azione è andata a buon fine proprio per que-\.I maniera suadente, presente, sommessa ma ferma che abbiamo por-

I Iltl .ivanti e infatti vediamo che gli equilibri sono stati ripristinati su111I1 l' I ' reti televisive, perlo meno nei telegiornali, ma anche su Mediaset

( ,111:11 5 e solo Rete 4 è fuori, ma lì c'è il conduttore Emilio Fede che, , Il'asportato dalla sua passionalità e stenta a misurare i tempi. Diceva

I 111\1 'in che il tempo è relativo, se sono seduto su una lastra rovente ilIl IlipO mi sembra molto più lungo che se sto abbracciato ad una ragaz-"I, 1'1't'0 Emilio Fede ... non si accorge del tempo che passa quandodlhl':tt' .ia l'oggetto della sua passione. Il problema poi, l'applicazioneIh 11.1 l'al' condicio, è venuto in rilievo in un aspetto che probabilmen-" Il Il- li latore e il regolato re parlamentare non avevano considerato.NOI l'abbiamo un po' fatto presente nella consultazione con la com-1I11"io\1c parlamentare di vigilanza ed abbiamo poi anche scritto nelle1111 Il t' l' gole, ma indubbiamente il fenomeno ha dimensioni e inten-

11.1 molto superiori a quanto non si prevedesse. Cos'è successo? C'è111011110 postamento della presenza dei politici dalle trasmissioni dedi-

I 111' .rlln omunicazione politica a quelle di informazione. Perché? PerchéI OliO accorti, i politici con i loro sensori sempre molto vigili, che le

Il,1 missioni di comunicazione politica hanno meno appeal, tirano1111'1111, ra molto più effetto un intervento politico in una trasmissioneuilounutiva in cui trasversalmente si infila un problema e lo si squa-I 111,1 all'improvviso che quando si partecipa ingessati e impostati in

1111,1 u.ismissione di comunicazione politica, si alternano le parti, si dice'1111.110 ·h ci si era impostato di dire, e così via. Infatti le trasmissioni11111l'n I 'a i sono quelle in cui il addirittura giornalista svolge una fun-

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CORRADO CALABRO FONDAZIONE ROMA EUROPEA

zione di stimolo, una pressione per tirar fuori dall'intervistato qualco-sa che questo nella sua impostazione non si era preparato a dire o a direin quel modo, o per scoprire il lato debole delle tesi che va propugnan-do; sennonché qui casca ... la par condicio. Su una cosa la legge e leregole sono precise, che il conduttore non può schierarsi, il condutto-re deve essere imparziale, equilibrato e non deve far capire nemmenocon l'espressione del volto per quale parte parteggi: cosa anche com-prensibile, perché la comunicazione televisiva ha modi suoi di espres-sione diversi dalla trasmissione concettuale, il messaggio è visivo, arri-va per immagini e più di una esposizione argomentata fa effetto uncerto modo di porgerlo. Le regole dicono: il conduttore non deve esse-re un contraddittore, ci vuole un contraddittorio ma deve essere conun antagonista politico oppure con dei giornalisti che pongono delledomande e interagiscono non solo a senso unico, il conduttore in mezzodeve fare la parte dell'arbitro: lo immaginate un arbitro che dà un cal-cio e spinge la palla in rete o fa un assist decisivo? Non si può, così si èvoluto. Però nei fatti poi molte volte questo non avviene, noi l'abbia-mo richiamato in tutte le maniere e qui il nostro successo è stato mode-sto, qualche sanzione eseguita, però quando arriviamo sul terreno san-zionatorio siamo sempre ad un bilancio difettoso, perché a parte chenon si riesce a sanzionare tutto, ma soprattutto non si riesce a sanzio-nare tempestivamente, ci sono le regole ed i procedimenti: bisogna con-testarli, ricevere le controdeduzioni, valutare, e i tempi della comuni-cazione televisiva sono certo più rapidi di quelli dei procedimenti ammi-nistrativi per quanto abbreviati e celeri essi siano, come sono in questamateria. Perché tanta attenzione alla televisione? Beh penso sia giusti-ficata. Oggi la televisione ha preso il posto che aveva l'agorà nella culladella democrazia, in Atene. Però c'è una differenza. Nell'agorà parteci-pavano all'assemblea tutti i cittadini, i quali ascoltavano ma poi repli-cavano, intervenivano, contraddicevano. Oggi i telespettatori sono con-

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I I Il l'IUM~A~ ---':.P~A~R.:::C~O:::.:N~D~IC~IO~,!...!E::..cM::!.O~L:::!:r..::::O~M:..:.:O:;::L::!.:r:::O..::AL::::;:r:..:.R",,-O

111 l'liti in apparenza, grazie alla potenza mediatica della TV che arri-I 111tutte le case, anche nei telefonini, però non possono replicare,

""11 pos ono contraddire, non possono contrastare quello che gli vieneI 110.Naturalmente i cittadini hanno il loro senso critico, è veramen-I emplicistico pensare che si bevano tutto quello che viene racconta-IIl 1111o, he stiano là come spugne e ricevano passivamente. Però è anche

111 h, quando si scrive un saggio, se si dicono cose inesatte poi i eri-111i Ii svergognano sui giornali, o escono altri saggi che ti distruggono,

11111.orri ad una cattedra la pagherai anche penalmente. Nel messag-1,111Id 'visivo la prontezza conta più della veridicità del messaggio, per-,111'1.1 prontezza fa già un effetto, anzitutto non si possono sciorinare1111',11 n si può fare un discorso accademico ... il telespettatore ha

1I11',ll'Inapotente in mano, il telecomando: ecco che allora il modo di1'111gt'l'si ha il suo effetto, ed è allora questo modo di porgersi che deve,,l''!t't!ire alle regole. C'è del velleitarismo in tutto questo? Sono regoleIIIIppO rigide? Forse l'alternanza su certi temi funziona meglio dellal 111Ilpresenza del contraddittorio interno della trasmissione? Questo è.,1/,iure contendo". La par condicio ha steso un pochino un velo su altre111ività dell'Autorità in questo periodo, che se sul piano della difesa dei'.tleII'i ivili non si possono dire più importanti e sul piano dell'impat-111emotivo non reggono il confronto, ma sono tuttavia nel medio eIlIllgO periodo più decisive nel loro effetto nel sistema: mi riferisco,t. IlIlo per restare nel campo televisivo (voi sapete che le materie di cui, I o . .upiarno sono due: il campo televisivo e il campo delle telecomu-1111,l'l.ioni) alla disciplina, alla regolamentazione, che abbiamo dettato,dI,Il, frequenze. È con grande soddisfazione che ho potuto registrarel'unanimità, non frequente nei nostri organi, anzi direi inconsueta neluussimo organo collegiale dell'Autorità, nell'adozione di questa disci-l'li ua. Può sorprendere perché sappiamo tutti quanto aspre siano lepoi 'miche sulle posizioni prevalenti dominanti nell'analogico di due

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CORRADO CALABRÙ Fo DAZIONE ROMA EUROPEA

soggetti e come sia preoccupazione diffusa che questa dominanza possatrasporsi nel passaggio al digitale. Il passaggio al digitale è una grande,grande chance che ci viene offerta, laddove passava una sola trasmis-sione adesso ne potranno passare 5, e secondo certe tecniche anche 8,12. Quindi c'è una moltiplicazione di capacità trasmissiva, ma la pro-prietà degli impianti non muta. Lltalia ha visto in questa materia unaevoluzione storicamente caotica ed unica nell'Europa, e forse nel mondo.Non si è assistito a una distribuzione delle frequenze da parte dell'Autorità,si è assistito ad una occupazione delle campo a macchia di leopardoprima, con collegamenti tra le singole tv e cassette che correvano dauna all'altra televisione poi, infine, con collegamenti stabili. A questopunto nacque una certa reazione e si volle ridisciplinare tutto secondoun sistema perfetto: si disse «no, si ridisegna tutto, si fa il piano dellefrequenze», ignorando l'esistente. Lesistente è duro a morire e finisceper rendere inane il tentativo del diritto. Tentativo poi, la cui rinunciaè stata consacrata in leggi sia sotto il governo del centro-sinistra e poidel centro-destra che hanno accettato l'esistente così com' era. Questaera la situazione dell' analogico; per di più le leggi di maggio 2001 e poila Gasparri hanno accentuato il fenomeno della vendita di frequenzeda privato a privato: quando uno ha acquistato le frequenze come glie-le togli? Gliele dovresti espropriare? Ma allora non si può fare nulla?Deve continuare l'occupazione anche selvaggia da far-west? Anche nelpassaggio del digitale, questa grande opportunità vedrà vanificata lasperanza del pluralismo? No, non è così, non è così del tutto. Non sipuò espropriare ma si può fare un piano regolato re. Il piano regolato-re incide sulla proprietà privata con misura, non siamo nel caso dellariforma agraria, della riforma dei Gracchi che provocò guerre sangui-nose nella Roma antica, ma alcuni aggiustamenti si possono fare. Qualè l'aggiustamento più ragionevole che può fare un piano regolato re?Una proprietà, meglio se non utilizzata, viene utilizzata per una finali-

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Il Il 1'1(!.!!~M:!-"A:....- -!..;PAR=-C~O:..:N:::.DI:.::C~[O::..e.,~Ec...::M::..::O~L::...]-O:::::...:.::M:..:::O:.::LT::..:O::...:..:::AL~T::..::RO::::

I orial o per altra destinazione. In campo di frequenze non parlia-11111di proprietà perché non c'è una vera proprietà privata di esse, pur

IIIPI" discendono da una concessione, però anche una concessione1" I 1'~S'r revocata deve avere una motivazione forte specialmente dopo

I .uini di consolidamento. Qualcuno chiede all'autorità «ah, raddriz-111ruu »: signori, 35 anni e quattro leggi che hanno assestato il siste-

111.1h.umo srratificato questa situazione. Avremmo potuto trincerarcidllilO questa spiegazione e non far nulla, invece no. Abbiamo tentatoti I l.u« lina cosa: nel momento in cui autorizzavamo l'utilizzazione degli1IIII'i"mi per il passaggio al digitale abbiamo indicato un percorso el'" IO l'i limiti. Abbiamo fatto una sorta di piano regolato re, che cul-IIIIIII'I~nel piano delle frequenze. Ma come prima cosa vogliamo par-1111'diluna ricognizione dell'esistente. Non vogliamo fare come prima,'111,llIdol'esistente realizzava un'occupazione totale nota a tutti e illegi-1.111l1l·,ignorando questo, disciplinava in astratto. Queste sono le cose111gli anglosassoni non fanno e che assolutamente non funzionano.111partiamo da un catasto delle frequenze con l'assistenza della poli-

11.1posrale.Vediamo, innanzi tutto, com'è l'esistente, vediamo come si accresce

Il I .lp.1.ità trasmissiva nel passaggio al digitale, rispettiamo gli impegniiuu-ruuzionali che fino adesso sono stati ignorati, e poi espandiamo leIImll . rr quenze. Oggi come oggi non c,'è una frequenza che lo Statol'" \.1assegnare quindi bisogna per forza arrivare al risultato di questo1'lIl1l'dimento salvo una trovata che per verità è nella legge, è prevista1111111.1111nte dalla legge, ed è quella della riserva del 40% della capaci-I u.ismi siva ai fornitori indipendenti dei contenuti, agli esterni ai pro-1"11·l.ll'idella rete. È questa la porta di servizio dalla quale noi siamoI 1111.11i per aprire la strada ad altri soggetti che possono intervenire nelle11.1missioni arricchendo i programmi, modificandone i contenuti e11011.tIlineandosi verticalmente sulla titolarità della rete. Direte "la porta

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di servizio" sì ma il portone d'ingresso è sbarrato e non da noi, ma dallalegge se poi le leggi saranno cambiate, questo è un altro discorso. Peròquesta capacità trasmissiva la prevede la Gasparri, la prevediamo noima tutto dipende da come viene utilizzata, perché se il proprietariodella rete l'assegna a chi vuole lui, beh è un suo sottoprodotto, se ernar-gina i concorrenti e beh, rafforza la sua posizione, se la dà per minuta-glie e non però ad un fornitore sequenziale capace di fornire un pro-dotto attrattivo ... qui siamo intervenuti prevedendo innanzitutto laforma della gara, l'assegnazione delle frequenze, il controllo dell'Autoritàsu questa assegnazione.

Nel frattempo è esploso il fenomeno del dvbh, cioè della tv sul cel-lulare. Questo è un fenomeno che viene guardato con interesse nonsolo da noi ma anche dall'Unione Europea. Ho partecipato la settima-na scorsa ad una riunione a Bruxelles con la Commissaria Europea alleTelecomunicazioni Viviane Reding, che invita a non frenare lo svilup-po di questa tecnologia nella quale, una volta tanto, l'Europa è all' avan-guardia e l'Italia è in prima fila. Ma anche qui, che si fa? Si lascia che ipiù svelti si accaparrino tutto, si impone una regolamentazione che sof-focherebbe il bambino nella culla impedendo lo sprigionarsi di ener-gie creative? Abbiamo seguito una via intermedia. Abbiamo dettato inanticipo sui tempi, in anticipo sugli altri, una regolamentazione al tempostessa leggera e che fissa dei paletti. Minimi ma sufficienti per garanti-re il pluralismo. Leggera perché è un fenomeno in via di sviluppo cheoltretutto va riconsiderato a fine anno perché bisogna vedere che presaavrà sul mercato. Paletti: almeno qui cerchiamo di partire su una posi-zione pluralistica impedendo che venga utilizzato questa modalità ditrasmissione su più di un rnultiplex, in modo che ognuno debba lascia-re spazio agli altri, e poi anche stabilendo le microtrasmissioni del dvbhche si differenziano indubbiamente come caratteristiche trasmissivedalle altre e non incidono sulla percentuale del 20% e così via. Ho detto

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III l'IIiMA PAR CONDICIO, E MOLTO MOLTO ALTRO

I I .lvbh ma non è l'unica tecnologia. Il principio su cui l'autorità si111!Il' strettamente in perfetto allineamento con l'Unione Europea è

I 1\-uiralità tecnologica. Per noi qualsiasi piattaforma è equivalente alleIlIl : .rhbiarno il satellite, abbiamo il dvbh, abbiamo altre tecniche tra-1111IV - diverse dal dvbh sempre sul mobile, e abbiamo il digitale ter-I 111,.ibbiamo trasmissione di audiovisivi sul computer e gli altri mezziIIII Il'\ ornunicazione. E qui veniamo ad un'altra connotazione, a quel-Ii 111'()I. e è la connotazione fondamentale di questa nostra autorità:Il lllllvcrgenza tra audiovisivo e telecomunicazioni. Quando questa

111'"il:\ venne istituita, nel 1998 (la legge è del 1997), allora si era unl'"' 111.uui ipo sui tempi ma il legislatore fu estremamente lungimiran-I I l'I -vcdere un'Autorità convergente. Era la prima in Europa, ma1III I i xc uirono capendo che in questo eravamo noi il modello da imi-

I 111 Mn s allora si era in anticipo sui tempi oggi la convergenza è una, tll.1inarr stabile, una realtà tecnologica ed economica. Ormai non siIl 111i.1110più telecomunicazioni ed audiovisivi, il televisore è uno11111110qualsiasi su cui si può proiettare qualsiasi cosa, dal computer

I 1'"11I .lcfonare e sul computer possono arrivare immagini televisive.I I IlIlcrrutività di tutti gli strumenti di telecomunicazione e audiovisi-I I 1I1111:1iuna realtà dilagante, e fanno fatica quei paesi in cui non ci111111Autorità convergenti come la nostra. In riunioni europee, o con1'11 i sudarnericani o del Mediterraneo, frequentemente viene riser-Il.1IIII'ora, quale che sia l'argomento all'ordine del giorno, all'Autorità

Il,11.111,1per le garanzie nelle comunicazioni, al fine di illustrare la nostral" I icnza con proiezioni, slides ed altro: ed abbiamo visite da tutte le

plili ti ,I mondo per conoscere ed approfondire queste nostre esperien-1.1lihra ottica ormai nel mondo viene fornita solo dai cinesi, LondraI 11.1.ablata con la fibra cinese, eppure la Cina per la convergenza è11111,1ad informarsi da noi. lo credo che sia stato anche per questa

111111.1funzione pilota in questo campo che recentemente ci è venuto

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il riconoscimento dell'elezione all'unanimità, da parte dei 33 paesi mem-bri, dell'Autorità italiana a Presidente dell'ERG. I.:ERG è il gruppo deiregola tori europei che cerca di avvicinare le regole dei vari paesi d'Europaed anche dei paesi adiacenti, perché oltre quei 25 d'Europa ci sono paesiche aspettano di entrare ed altri adiacenti. E' un riconoscimento impor-tante che ci è venuto, che segue all'impegno che noi abbiamo messosempre nell' avvicinamento delle regole dei vari paesi d'Europa. E' unimpegno al quale crediamo fortemente, assistiamo ad un rigurgito dinazionalismi, di chiusure anticornpetitive, però non c'è altra via innan-zi a noi se non quella dell'omologazione delle regole in Europa. Già c'èil mercato comune per le merci materiali, ma se c'è un settore che nontollera barriere amministrative geografiche questo è quello delle teleco-municazioni. E' contro natura ritagliare uno spazio più ristretto, a parteil fatto che se non si riesce a competere si diventa asfittici, ormai l'Europaè la casa comune, è la patria comune, noi l'abbiamo sempre sentita così.Il tavolo delle regole siede in Europa e d'altra parte dall'Europa ci ven-gono molti riconoscimenti che forse l'Italia ci nega: "nemo profeta inpatria". Noi abbiamo tanti difetti però qualche buona cosa l'abbiamofatta. E mentre in Italia si sorvola, in Europa la Reding dichiara che sec'è un settore tecnologicamente evoluto e dove la ricerca è in primalinea è quello delle telecomunicazioni. Sapete quanto nella ricerca siamoindietro e sapete che noi nell'esportazione di prodotti tecnologicamen-te evoluti siamo molto in basso. Sulle telecomunicazioni invece siamoai primissimi posti, come pure nella diffusione della banda larga. Eravamoveramente indietro ma in due anni abbiamo recuperato con un tassodi crescita del 382% e con il prezzo che è il più basso in Europa. Siamoal primo posto nella diffusione della telefonia mobile come numero diutenti, e assistiamo in questo settore a qualcosa che negli altri non siregistra, cioè abbiamo diffusione di consumi, diminuzione dei prezzi,miglioramento della qualità nei servizi e per questo che io credo giu-

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l' l' Il I~)R~IM~A~ ~PAR~C=ON~D~I.::.CI:..:::O:!...,::::.-E.o::M:.::::O~LT~O:....:M:..::O:::..:[:=-TO.:::....:..:AL::::.::rc.:..:Rc:::.0

1.1111 .nte l'Unione Europea si è detta assolutamente soddisfatta del-I voluzione del mercato delle telecomunicazioni italiane. D'altra partelini .ibbiamo sul nostro mercato egiziani, inglesi, cinesi, svedesi, spa-tJ,llnli . tutti presso l'Autorità garante per le telecomunicazioni godono,il lle stesse condizioni. La possibilità di accesso alla rete che c'è in Italia

,'l onda solo a quella della Gran Bretagna, che pure ha dissociato la" Il' dai servizi e poi, forse, si è pentita. I prezzi delle comunicazioninllO i più bassi d'Europa: sono diminuiti anche un po' i profitti delle

1111P l't'se, il che può non essere male perché in definitiva, quali che sianol, misure che si adottano, il riferimento ultimo per noi deve essere ilnll\llmatore, è all'utente che deve andare il servizio di sempre più alta

'IIl.rl iti't e di sempre più basso costo e qui in base alle ultime regole impo-t, .l.rll'Autorità avremo un ulteriore diminuzione dei prezzi. Grazie.

( \o~are San Maurol'I' .sidente, grazie ancora perché in questa giornata faticosa a ridos-

n ddlc elezioni lei ha trovato il tempo di venire qui, grazie per la sual'I ,"l'n'la e grazie per la descrizione che lei ha fatto dei compiti istitu-1111 Il,di e della attività dell'Autorità da lei presieduta. lo, come ogni

1111,1, de ideravo ringraziare per la loto presenza gli ospiti internazio-Il.tIi che sono qui in rappresentanza delle Ambasciate di Egitto, Belgio,f\ 1t~si o, Turchia, Estonia.

Abbiamo quindi un tempo limitato per le domande. C'è il Prof.( "llIlaleri, che è stato nel Consiglio d'Amministrazione della RAI;l'Avvo ato De Tilla che è il Presidente della Cassa Forense, e la Dott.ssaN.Il.tli che è una ricercatrice nel campo delle comunicazioni e delle1111 hi ' te di mercato che dirige il centro romano di TNS Abacus.

( ;ianpiero Gamaleril.a Fondazione Rosselli valuta in 90 miliardi di euro il fatturato

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annuale dei tre comparti telecomunicazione, informatica, mass-mediaeditoriale pubblicità, quindi il business è enormemente grande e suldigitale terrestre si gioca come lei ha detto giustamente la partita delpluralismo e della centralità del consumatore. Ora a causa anche dellasituazione delle frequenze che lei ha esposto con chiarezza, succede cheil digitale terrestre si appoggia alle frequenze esistenti in gran parte, valea dire Mediaset e RAl, però mentre da una parte la RAl fa dei program-mi di pubblica utilità - per capirei si chiamano infatti RAI utile -Mediaset ne fa uno sfruttamento commerciale. E quindi anziché pre-vedere quello che si pensava cioè che il digitale terrestre, ampliando lepossibilità, avrebbe recato maggiore pluralismo, mi pare che si corra ilrischio che invece si consolidi ulteriormente le situazione esistente. Èuna mia impressione oppure c'è questa possibilità? E, accanto a que-sto, la domanda inevitabile è quando lei prevede il passaggio dalla coper-tura analogica alla copertura integralmente digitale. Ma quando tuttosarà digitale terrestre che cosa succederà, come si distribuiranno i pote-ri di comunicazione? Grazie.

Maurizio De TillaPresidente io faccio due domande ma non al giurista, bensì all'uo-

mo di cultura quale sappiamo lei è. Mi e le domando se in questi gior-ni lei si sente come un grande arbitro internazionale, con un fischiet-to d'oro ma al quale la legge consente solo di fischiare qualche fallo,non può squalificare nessuno e non può annullare nessun goI. Ha que-sta percezione? La seconda domanda sulla par condicio: se la multime-dialità ha invaso la politica e i messaggi non vengono dati per i mag-giori contenuti ma vengono dati per la maggiore capacità di comuni-cazione, non sarebbe il caso, invece di applicare la par condicio ai con-tenuti, di fissare criteri rigorosi di moderazione, di limitazione per quan-to riguarda la comunicazione nel periodo della politica?

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I Il 1'11I~M~A ---,P:.:AR::::...::C::.::O::.cN~D:.:..:IC=.:.IO:::c,c.:;E~M:..:.:O:::..:L:::..:r::..O..::.M:.::Oc=LT:...:O,-,AL.=:;..:r=RO

( '.,,-la Natalilìuonasera, mi perdoni la domanda tecnica mi occupo comunque di

IIl I IIh socio-politiche e istituzionali. In questi giorni sono stata rag-111111:1 da molti amici, clienti e giornalisti che mi chiedevano chiara-

I I 111' hi sta in testa, le solite domande che lei conoscerà, ma in que-Il giorni ricevo anche tante telefonate ed e-rnail, che mi chiedevano111.11110 siano affidabili quei sondaggi che vengono svolti telefonando ad

1111 I erto numero. Devo dire che alla terza telefonata ho fatto questo1111111 -r : c'è un numero di telefono che si chiama a pagamento e costaI 111m e 80 al minuto, non dirò il numero assolutamente, e sostieneIl ' d:\ le intenzioni di voto del giorno precedente e le darà fino alle ore

I ()O del 9 di aprile. Mi chiedo come si concilia questo nel silenzio pre-Iluorale relativo ai sondaggi che l'Autorità giustamente ha indetto.

( 'orrado CalabròAlle prime due domande risponderò congiuntamente perché si coniu-

1'.1110 assieme. Si dice la RAl dà un servizio di pubblica utilità, le televi-IlIlIiI rivate no. Attenzione che dal duopolio finiamo al monopolio beh,

Il 1\n dà dei servizi di pubblica utilità nettamente distinguibili: sono,Il lini prodotti di nicchia che hanno tuttavia un loro mercato, e che" quistiamo anche noi, alcuni documentari che vediamo scientifici, pae-'1'.l'isticivengono quasi tutti dalla BBC ma poi ci sono altre rrasmissio-

111, Noi pure facciamo trasmissioni culturali buone, specialmente in111,11 .ria storica, poi non so se riusciamo a venderle. Una volta la RAl'I liti 'va, ora credo che venda molto meno. Vedete, col tempo ho l'im-l'Il'ssione che la RAl si sia un po' modellata sulle televisioni private e'Il t'versa, perché c'è qualche televisione privata strutturata e organizza-

1.1 molto bene. Perché in definitiva entrambe risentono della tiranniadl.lI'audience, perché all'audience è legata la pubblicità alla pubblicità ilIl'p .rirnento dei mezzi economici, Per la verità alla RAl c'è anche il cano-

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