quadocnomadi_n8 lombardia

50
 1 Quaderno di documentazione a supporto dell’esame dei progetti di legge riguardanti le popolazioni nomadi o seminomadi nel territorio lombardo 8 8 Rom e Sinti in Lombardia: alcuni tratti distintivi della cultura, dell’istruzione e del lavoro

Upload: gav

Post on 30-May-2018

222 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 1/50

 1

Quaderno di documentazionea supporto dell’esame dei progetti di legge riguardanti le popolazioni

nomadi o seminomadi nel territorio lombardo 

88

Rom e Sinti in Lombardia:alcuni tratti distintivi della cultura,

dell’istruzione e del lavoro

Page 2: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 2/50

 

CONSIGLIO REGIONALE DELLA LOMBARDIADocumentazione ad uso interno 

Servizio Valutazione Processo Legislativo e Politiche regionaliUfficio Analisi Leggi e Politiche regionali

Gruppo di ricerca:Pinuccia Dantino (project leader)Elvira Carola (coordinamento)Paola CominiFrancesco Pellegrini

Editing e segreteria:Daniela Carnelli, Laura Gabetta, Loredana Invernizzi

Stampa a cura di:Centro Stampa del Consiglio Regionale della Lombardia

Si ringraziano per la collaborazione: Rosella Petrali, Antonello Grimaldi e Clara Demarchi della Direzione Generale Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Lombardia; il Centro di documentazione della Fondazione ISMU; Rosa Spadaro dell’Ufficio Scolastico regionale.  

Documentazione ad uso interno 

Distribuzione gratuita Nessuna riproduzione, traduzione o adattamento può essere pubblicata senza citarne la fonte.

È possibile richiedere copia della pubblicazione presso il Servizio Valutazione Processo Legislativoe Politiche regionali – Ufficio Analisi Leggi e Politiche regionaliSegreteria n. 0267482437- 2528e-mail [email protected] Via F. Filzi, 29 - 20124 Milano.

Page 3: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 3/50

 

Rom e Sinti in Lombardia:alcuni tratti distintivi della cultura,

dell’istruzione e del lavoro

Quaderno di documentazione

a supporto dell’esame dei progetti di legge riguardanti le

popolazioni nomadi o seminomadi nel territorio lombardo 

Milano, aprile 2008

Page 4: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 4/50

 

Page 5: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 5/50

 

Indice

1. I popoli rom e sinti 71.1. Terminologia e cenni storici 7

1.2. Essere una minoranza 91.3. Nomadismo e stanzialità 10

2. Origini e disposizione sul territorio 132.1. I gruppi presenti in Italia e in Lombardia 132.2. Alcuni dati demografici 152.3. Presenza e distribuzione in Lombardia 152.4. Approfondimento: gli insediamenti di Milano e provincia 18

3. L’istruzione dei minori e degli adulti 243.1. Politiche, disposizioni e raccomandazioni 243.2. Scuola ed educazione nella quotidianità degli insediamenti lombardi 26

3.3. Approfondimento: i minori rom e sinti e la scuola 293.4. Alfabetizzazione degli adulti 32

4. Il lavoro: fra tradizione e modernizzazione 334.1. Le occupazioni di Rom e Sinti 334.2. I lavori nella quotidianità degli insediamenti lombardi 344.3. Una strategia per l’integrazione: la mediazione linguistico – culturale 35

Appendice 36 

Normativa e documentazione nazionale ed internazionale 37Legislazione statale e regionale 37

Documenti internazionali 39

Enti e organizzazioni per lo studio e la tutela di Rom e Sinti 43

Riviste e monografie della Biblioteca del Consiglio Regionale 46

Bibliografia generale e webgrafia 48

Page 6: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 6/50

  7

1. I popoli rom e sinti

Le etnie dei Rom e dei Sinti (insieme ai Caminanti ed altre meno numerose), sono comunementeraggruppate sotto l'appellativo di zingari . Spesso ci si riferisce a q ueste etnie anche con il terminenomadi , anche se molti di essi non lo sono più, oppure con il termine rom , ma non tuttiappartengono a questo ceppo.In questo capitolo cercheremo prima di tutto di chiarire il significato di questi termini, non sempreequivalenti, con i quali nel linguaggio comune ci riferiamo a queste popolazioni e cercheremoanche di tratteggiarne le origini e la storia.

1.1. Terminologia e cenni storici

Gli Zingari appartengono ad un gruppo etnico migrante, risalente ad un ceppo indiano (come sievince dai caratteri somatici), incrociatosi poi con le popolazioni di altri paesi d’adozione1.Le migrazioni verso occidente delle popolazioni zingare “incominciano a datare dal IX secolo,quando dalle zone nord-occidentali dell'India si spostaronoverso la Persia e da qui verso la Turchia e la Grecia, da

dove poi si diffusero in tutta l'Europa”2

.Se tracciamo “una linea immaginaria che congiunge Romaad Helsinki, passando per Vienna e Praga, ad est diquesta ipotetica divisione troviamo le comunità che siautodenominano Rom, mentre ad ovest della lineatroviamo gruppi dai nomi differenti: Sinti, Manus, Kale,Romanichals (o Romanicèls), con esigue minoranze diRom”3.

La presenza degli zingari in Italia viene fatta risalireall'invasione dei Balcani da parte dei Turchi. Dai paesislavi e dalla Grecia si spostarono verso l'Italia: per via

terra, attraverso i Balcani e i territori tedeschi, giunsero nelnord Italia; per via mare, dalla Grecia raggiunsero le costecalabresi, siciliane, pugliesi e abruzzesi. Anche se le ricerche storiche non hanno ancora accertatola data di arrivo dei Sinti, sembra che alcuni gruppi di essisiano giunti in Italia all’inizio del 1900. I Rom dell'Italiacentro-meridionale risultano presenti sin dalla fine del XIVsecolo, invece, altri gruppi rom sono giunti in Italia dallafine del 1800, dopo la loro emancipazione dalla schiavitù inRomania. Altri gruppi provenienti dalla Russia, dalla Serbiae dalla Croazia hanno raggiunto l’Italia nord-occidentaledopo la prima guerra mondiale, mentre dopo la seconda

guerra mondiale si è andata intensificando l’immigrazionedai Paesi dell’Est4.

Gli zingari oggi presenti in Italia appartengonoprincipalmente a due gruppi: i “Rom”, più diffusi al Centro eal Sud e maggiormente tendenti alla sedentarizzazione e i“Sinti” che vivono al Nord e hanno mantenuto più viva latradizione del nomadismo.

1 Da Mario Scalia, Le comunità sprovviste di territorio, i Rom, i Sinti e i caminanti in Italia , Ministero dell’Interno – Dipartimento per lelibertà civili e l’immigrazione, Roma 2006, p. 4.2 Ministero degli Interni, “Le Comunità sprovviste di territorio. I Rom, i Sinti e i Caminanti in Italia”, 2006. Per approfondire la conoscenzadel fenomeno del nomadismo e tutelarne la cultura, il Ministero dell’Interno ha istituito nel 2006 un Tavolo Tecnico interministerialecoordinato dal Prefetto Perla Stancari, direttore centrale per i diritti civili.3 Leonardo Piasere, I rom d’Europa , Laterza Editori, Roma-Bari 2004, p. 46.4 Ibidem.

Terminologia

La parola italiana zingaro , come ilfrancese tsigane  e il tedesco Zigeuner ,deriva da: athinganoi  parola greca“αθιγγάνος”, traducibile con “non colpito”,“non toccato”, quindi “intoccabile”.

La parola gitano , come l'ungheresecigány, l'inglese gypsy , il francese espagnolo gitan, il portoghese cigano ,alimenta la leggenda di una loroprovenienza dall'Antico Egitto.

L’etnonimo rom  (romnì al femminile)

nella loro lingua significa “uomo/donna”,o “marito/moglie rom”, oppure“appartenente al popolo rom”, è unaparola che li differenzia dai non zingari,nel loro idioma detti “gagè”. L’aggettivosingolare maschile è romanò, mentre ilfemminile è romanì; il plurale romanèsvale per entrambi. Al contrario di quelloche comunemente si pensa, non c’ènessuna connessione tra questo terminee il nome Romania, intesa come stato,che deriva dal rumeno e non dalla linguaparlata dai rom.

L’etimologia del termine sinti  è inveceoscura, si può ipotizzare che la suaorigine derivi dalla parola “sinto” che neldialetto dei sinti significa “parente”, manon è comprovabile. 

Page 7: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 7/50

 8

La tradizione e la cultura rom sono state per secoli tramandate oralmente. La conoscenza del loropassato, quindi, si basa soprattutto su ciò che hanno lasciato scritto le varie culture dominanti concui essi sono venuti in contatto. La lingua dei Rom (il romanés ,  in italiano) è simile al sanscrito equesta è un’altra ragione per la quale sembra probabile che provenissero dall'India, dalla qualesarebbero fuggiti intorno all'anno mille.La parola “rom” è un “termine universale che rimanda ad una miriade di sottogruppi: la loroetimologia si riferisce a diverse tipologie, come la stirpe, la nazionalità, il mestiere tradizionalmentepraticato ed ulteriori ripartizioni che si basano su determinati elementi di identificazione. Non sonoquindi caratteri distintivi precisi a definire questo popolo eterogeneo, ma una serie di somiglianzeche includono la lingua, le modalità di vita, la cultura e l’organizzazione familiare. Così come nonpossiamo trascurare il fatto che i Rom non sono sfuggiti alla pluralità di influenze culturali dellepopolazioni incontrate durante il loro percorso, con cui hanno convissuto nel corso dei secoli”5.

La distinzione comunemente impiegata tra iSinti e i Rom “non ha valenza così assoluta:infatti per i Sinti anche i Rom sono Sinti, comeper la maggior parte dei Rom anche i Sinti sono

Rom”

6

. I Sinti, attestati originariamente nelleregioni di lingua tedesca, sono emigrati versol’Italia settentrionale e la Francia in eramoderna. Malgrado le differenziazioni interne, “iSinti sono accomunati da uno stile di vitaessenzialmente simile sia per quanto riguardal’economia che le tradizioni. Sonogeneralmente nomadi o seminomadi, date leloro attività, ma attualmente si sta delineando inalcuni gruppi una tendenza allasedentarizzazione con attività di commercio” 7.

5 Zoran Lapov, Vac’aré romanè? Diversità a confronto: percorsi delle identità rom, FrancoAngeli, Milano 2004, p. 30.6 Leonardo Piasere, opera citata, p. 46.7 Ministero degli Interni, “Le Comunità sprovviste di territorio. I Rom, i Sinti e i Caminanti in Italia”, 2006.

Page 8: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 8/50

  9

1.2. Essere una minoranza

Nel 1978 ventisette rappresentanti zingari di altrettanti Paesi chiesero, in un documento indirizzatoall’ONU, di essere riconosciuti come popolo senza territorio.Nella Conferenza stampa tenutasi al Palazzo delle Nazioni Unite essi dichiararono di riconoscersicome un unico popolo e scelsero come simbolo la bandiera verde e blu: l'azzurro come colore delcielo e della libertà, il verde della madre terra e in mezzo alla bandiera una ruota a 32 raggi (laruota indiana, nazione che ha dato l'origine agli zingari) che rappresenta il nomadismo dell'ultimapopolazione nomade europea. 

Figura n . 1 – Bandiera “Romani”

In base alla legislazione nazionale sui Rom e sui Sinti, inquesto paragrafo cercheremo di chiarire le differenze fra il“popolo senza territorio” (espressione con la quale lepopolazioni zingare hanno chiesto all’ONU di esserericonosciute) e le “minoranze linguistiche”. Queste ultimeinfatti sono tutelate per dettato costituzionale, in particolareattraverso l’art. 6 nel quale si dichiara esplicitamente che:

“la Repubblica tutela con apposite norme le minoranzelinguistiche”.

 Alcuni contenuti di una ricerca del Ministerodell’Interno8, che riportiamo testualmente,consentono di fare chiarezza su questotema:«Le minoranze riconosciute e lalegislazione La legge 15 dicembre 1999, n. 482 “Normein materia di tutela delle minoranzelinguistiche storiche” riconosce e tutela 12minoranze etnicolinguistiche storiche(albanese, catalana, germaniche, greca,slovena, croata, francese, franco-provenzale, friulana, ladina, occitana esarda), tenendo conto dei criteri: etnico,linguistico e storico nonché la localizzazionein un territorio definito. Tre dei quattro criterisi riscontrano anche nella minoranzazingara di antico insediamento presente inItalia in quanto:

1) Criterio della storicità: Rom, Sinti eCaminanti sono presenti in Italia da circa600 anni;2) Criterio dell’etnicità: Rom, Sinti eCaminanti hanno una origine etnica;3) Criterio linguistico: Rom, Sinti eCaminanti hanno una propria linguadenominata “romanés”, riconosciuta dagliorganismi internazionali e dai linguisti qualelingua minoritaria.

8 Da Mario Scalia, Le comunità sprovviste di territorio, i Rom, i Sinti e i caminanti in Italia , Ministero dell’Interno – Dipartimento per lelibertà civili e l’immigrazione, Roma 2006, p. 6-8. Per approfondire la conoscenza del fenomeno del nomadismo e tutelarne la cultura, ilMinistero dell’Interno ha istituito nel 2006 un Tavolo Tecnico interministeriale coordinato dal Prefetto Perla Stancari, direttore centraleper i diritti civili. Per la composizione di tale gruppo di lavoro, si rimanda alla sezione che riporta gli organismi che si occupano dellepopolazioni nomadi.

DefinizioniUna minoranza nazionale è un grupponumericamente inferiore rispetto al resto dellapopolazione di uno Stato, i cui membri, che sonocittadini di quello Stato, hanno caratteristiche etniche,religiose o linguistiche diverse da quelle del resto dellapopolazione, e sono animati dalla volontà disalvaguardare la propria cultura, tradizione, religione olingua.

Una minoranza storica è una minoranza nazionalecon l’aggiunta della storicità. L’insediamento nelterritorio è considerato antico se protrattosi fino al 1800(principio uniformemente accettato in Europaoccidentale).

Una minoranza nuova è una minoranza nazionale conl’aggiunta di un insediamento relativamente recente(gruppi di immigrati dopo la prima guerra mondiale).

Una minoranza etnica è una minoranza nazionale conspecificità della loro etnia (origine etnica). Per etnia,

infatti si intende un gruppo umano determinato in baseai criteri di classificazione che possono essere di tipomolto diverso (linguistici, culturali, tratti fisici, ecc).Peraltro, il concetto di etnia è assunto unicamentecome strumento di indagine e non comedeterminazione della realtà.

Una minoranza linguistica è una minoranza nazionalecon l’aggiunta dell’aspetto linguistico (criterio dellalingua come elemento di valutazione del patrimonioculturale delle minoranze). 

Page 9: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 9/50

 10

Diritti riconosciuti alleminoranze etnico-linguistiche

storiche

- Insegnamento delle lingue nellescuole dell’obbligo;- uso della linguanell’Amministrazione pubblica;- uso della lingua nei media;- uso della lingua nellatoponomastica ed onomasticalocale.

La legge ha inteso tutelare le minoranze etnico-linguistiche storiche presenti nel nostro Paese,(escludendo le nuove) al fine di attuare, in maniera compiuta, il dettato dell’art. 6 e degli artt. 2 e 3della Costituzione. Nel testo del disegno di legge era compresa, tra le minoranze storiche, anchequella zingara, per la quale si prevedevano medesime disposizioni di tutela. L’approfondimentoparlamentare fece emergere, però, la difficoltà di applicazione alla popolazione zingara di moltedelle norme dell’articolato, per il mancato ancoraggio della stessa ad un territorio definito. Sidecise, così, di prevedere per essa l’approfondimento in altro,specifico, provvedimento.Pertanto, allo stato attuale, non esiste nel nostroordinamento alcuna norma che preveda e disciplini“l’inclusione” e il “riconoscimento” delle popolazioni Romnel concetto di “minoranza etnico-linguistica”.Nella minoranza zingara storica la posizione giuridica (l’80%dei sedentarizzati Rom storici sono cittadini italiani) non èriconducibile ed accomunabile a quella degli zingari immigrati,provenienti in massima parte dall’Est Europeo, cosiddettirifugiati Rom e richiedenti asilo. Le popolazioni zingare sono

presenti in Italia da circa 600 anni (…)».La tutela delle comunità “sprovviste di territorio” Le comunità “sprovviste di territorio”, residenti in Italia, sono prive di norme per la salvaguardiadella loro cultura e della loro lingua. Il rapporto tra le istituzioni e le comunità zingare si presentaancora difficile anche se sono stati fatti progressi nel riconoscimento dei loro diritti. Oggi, infatti,essi vengono regolarmente iscritti all’anagrafe comunale, ottengono regolari licenze di commercio,di spettacolo viaggiante e di artigianato. Inoltre hanno la possibilità di iscrivere i figli a scuola egodono dell’assistenza sanitaria ordinaria.Gli Organismi europei richiedono da tempo il riconoscimento e la tutela della minoranza zingara. IlConsiglio d’Europa se ne è occupato sin dal 1969 ed ha creato un apposito gruppo di esperti. Anche il Parlamento europeo e, infine, la Conferenza per la Sicurezza e la Cooperazione in

Europa, oggi Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) si sonointeressati alla stessa tematica.

Il 31 gennaio 2008 il Parlamento europeo ha votato a larghissima maggioranza una risoluzione9 per definire una strategia europea per i Rom. In base a questo provvedimento la Commissioneeuropea dovrebbe affidare ad uno dei suoi commissari la responsabilità di coordinare le politiche afavore dei cittadini Rom e Sinti che vivono all'interno dell'Unione europea. In sintesi, la risoluzionechiede di porre fine alla segregazione dei Rom nell'istruzione, sostenendone l'integrazionenel mercato del lavoro e, con microcrediti, aiutarli ad avviare attività imprenditoriali. Viene, quindi,sollecitata la Commissione a sviluppare una strategia quadro europea per l'inserimento dei Rom,che miri a dare coerenza alle politiche della UE a favore della loro inclusione sociale e adelaborare un piano d'azione comunitario dettagliato che fornisca un sostegno finanziario per la

realizzazione di questo obiettivo.

1.3. Nomadismo e stanzialità

Per comprendere le ragioni che impediscono agli zingari di integrarsi completamente nella nostrasocietà nonostante comportamenti sempre più stanziali, occorre conoscerne tradizioni e stili di vitache ancora oggi sopravvivono pur adattate alle contingenze delle metropoli contemporanee.Nonostante sei secoli di convivenza, conosciamo ancora poco della storia, dei costumi, delletradizioni, dell'arte e della lingua di questo popolo. Ad esempio, solo il 6% degli italiani stima

9 Una strategia europea per i Rom, Risoluzione del Parlamento europeo del 31 gennaio 2008, P6_TA-PROV(2008)0035. Il testo dellarisoluzione è disponibile all’indirizzo internet:http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?type=TA&reference=P6-TA-2008-0035&language=IT&ring=P6-RC-2008-0050#ref_1_1ref_1_1

Page 10: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 10/50

  11

correttamente il numero di zingari in Italia, mentre la maggior parte non sa (56%), o sovrastima ilfenomeno (35%)10.Uno dei principali tratti distintivi della cultura di queste popolazioni è il nomadismo, tuttaviaabbiamo già sottolineato che la denominazione “nomadi” non può essere usata per designare, ingenerale, le popolazioni rom e sinti. In Italia, infatti, convivono oggi forme di nomadismo e forme distanzialità che solo in parte derivano dai tratti culturali e dalle origini di queste popolazioni. Ciò chesi osserva è, in primo luogo, che non necessariamente la sedentarizzazione segue al nomadismo(come se fosse uno stadio evolutivo successivo dell’organizzazione sociale dei Rom e Sinti); insecondo luogo che il nomadismo viene praticato in molte forme.Nomadismo e stanzialità sembrano quindi modelli di vita diversi che la popolazione romanìadotta sulla spinta di circostanze esterne di natura sociale ed economica, che quindi possonomutare nel tempo.“Il nomadismo implica modi di vita, valori, orientamenti, in primo luogo la concezione el’organizzazione stessa del tempo e dello spazio, talmente diversi da quelli delle societàindustrializzate che spesso si verifica una totale assenza di comunicazione, in grado di ostacolareuna piena partecipazione a molte delle attività che costituiscono la vita sociale (frequenzascolastica regolare, attività lavorativa stabile, ecc.)”11.

Quali tipi di nomadismo possiamo riconoscere fra quelli praticati da Rom e Sinti in Italia?Si può parlare, prima di tutto, di un nomadismo di tipo “simbolico” che “si manifesta in un diversoutilizzo degli spazi e degli ambienti, negli arredi di case che ancora ricordano l’interno degli antichicarrozzoni e delle tende, nella presenza delle roulotte in sosta accanto alle abitazioni; lo sipercepisce nel senso di costrizione che molti Rom e Sinti manifestano quando debbono rimanerefermi in un posto per troppo tempo”12.

Possiamo poi riconoscere:- una mobilità “stagionale”, motivata “da richiami di natura economica (la raccolta della frutta, la

vendemmia, la partecipazione a fiere e a festività, l’esercizio di mestieri itineranti, ecc.) o darichiami di natura familiare (visita a parenti che si trovano in altre località)”13;

- una mobilità “circolare” “che procede seguendo un determinato itinerario all’interno di unterritorio limitato e in cui il punto di partenza coincide con il punto di arrivo e corrisponde a unalocalità nella quale ha luogo un lungo soggiorno che include la stagione autunnale einvernale”14;

- una mobilità “pendolare” “tra una località principale e una o più località situate a brevedistanza”15.

Ogni tipo di mobilità non esclude le altre: possono coesistere all’interno dello stesso gruppo etnico,possono succedersi nel tempo oppure, talvolta, trasformarsi in vere e proprie migrazioni, quandoad esempio l’allontanamento da un punto di partenza è motivato da dinamiche relazionali interne algruppo o dalla ricerca di un impiego stabile.

Mutamenti degli stili di vita e dei costumi Molte sono le cause dei mutamenti negli stili di vita e nei costumi delle popolazioni Rom e Sinti.Tra queste le principali possono essere attribuite16:1) al passaggio dalla società agricola a quella industriale. Infatti “Attività un tempo redditizie quali

il commercio e i mestieri artigianali, così come attività collaterali praticate dalle donne, adesempio la chiromanzia o la vendita di chincaglierie e articoli di merceria a domicilio, eranopianificate da costanti spostamenti sul territorio. Esse sono state spesso sostituite da forme diaccattonaggio slegato da ogni forma di nomadismo o, peggio ancora, da un incremento di

10 Risultati di una recente ricerca condotta da ISPO, presentata da R. Mannheimer alla Conferenza Europea sulla popolazione rom,organizzata dal Ministero dell’Interno, nel gennaio 2008.11 IRES Piemonte , Rom e Sinti in Piemonte , a cura di Sergio Franzese e Manuela Spadaro, Torino, 2005.12 Ibidem.13 Ibidem.14 Ibidem.15 Ibidem.16 Ibidem.

Page 11: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 11/50

 12

attività illecite favorite dallo stato di necessità e dalcontatto con le fasce più emarginate della societàmaggioritaria”;

2) alla scomparsa dei mezzi di trasporto tradizionali,sostituiti da mezzi di locomozione più sofisticati ecostosi: “i carrozzoni tradizionali, utilizzati dai Sinti edai Rom all’inizio di questo secolo, sono statiinizialmente soppiantati da roulotte di variedimensioni e da case mobili trainate da auto efurgoni, i cui costi sono molto più elevati rispetto aquelli dei tradizionali carrozzoni trainati da cavalliutilizzati ancora fino agli anni Sessanta. Tali mezzicomportano spese assai elevate per carburante,bollo di circolazione, assicurazione, ecc., e un usocontinuo ne determinerebbe un rapidodeterioramento. Per questa ragione Rom e Sintitendono sempre più a “immobilizzare” queste

strutture all’interno dei campi di sosta o su terreni diproprietà”;3) al divieto di sostare fuori dalle aree riservate che,

offrendo un numero limitato di posti, possono indurrela mobilità.

In generale la mobilità delle popolazioni rom e sinti è diminuita sempre più, ma essi sono stati unpopolo tradizionalmente nomade all’interno di un territorio geografico e culturale come quelloeuropeo che non conosce altre forme di nomadismo.Lo stile di vita nomade è talmente estraneo alla cultura europea occidentale da suscitare spessoforti resistenze: “la resistenza da parte della società maggioritaria ad accettare l’idea che si possavivere in una roulotte all’aperto deriva dal fatto che le nostre abitudini di vita escludono l’uso dello

spazio esterno come spazio abitativo. Nella nostra cultura, che separa nettamente i luoghi ed itempi della vita privata da quelli della vita pubblica, lo spazio abitativo segna i confini metaforicidello spazio individuale e corrisponde al luogo fisico che difende il nostro diritto all’intimità e agliaffetti. Al contrario lo spazio esterno, organizzato per accogliere tutte le strutture che consentono lavita sociale e le attività produttive, corrisponde allo spazio della nostra identità sociale ...”17.

Grandi differenze di cultura e stile di vita stanno alla base delle difficoltà di comunicazione tra Rome non Rom e frequentemente hanno determinato l’esigenza di ricorrere al nomadismo, comericerca di luoghi più ospitali. Paradossalmente proprio queste difficoltà di relazione fra comunitàromanès e comunità gagè (non rom)  hanno contribuito alla conservazione da parte di taleminoranza della propria identità culturale, perchè il tempo di permanenza in un determinato paesenon era tale da consentire l’assimilazione e la sedimentazione di valori culturali diversi.

Questo diverso modo di rappresentarsi lo spazio ed il tempo sono alla base delle scelte di vita edabitative dei Rom e dei Sinti e dovrebbero costituire un orientamento nell’individuare politiche che,a partire dal rispetto di queste culture, intervengano per tutelare queste minoranze ma nelcontempo per favorirne l’integrazione, a partire dai minori, per evitare una marginalizzazione chepuò essere foriera di conflitti sociali.

17 A.R. Calabrò, Il vento non soffia più. Gli zingari ai margini di una grande città , Marsilio ed. Venezia 1992.

Il nomadismo

Il nomadismo  è un aspetto culturalecorrispondente alla mancanzadell’insediamento stabile e quindi allospostamento perpetuo o periodico del

gruppo o della comunità.Da una risoluzione contenenteraccomandazioni sulla situazione socialedei nomadi in Europa adottata dalComitato dei Ministri del Consigliod'Europa il 22 maggio 1975 possiamoricavare una semplice definizione per indicare quelle persone inclini alnomadismo: “Per quanto riguarda lapresente risoluzione, l'espressionenomadi significa persone che per ragionistoriche conducono abitualmente unmodo di vita itinerante, come pure

persone di origine nomade che trovanodifficoltà ad integrarsi nella società per ragioni sociologiche, economiche osimili”. 

Page 12: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 12/50

  13

2. Origini e disposizione sul territorio

In questo capitolo forniamo qualche sintetica indicazione sui gruppi Rom e Sinti presenti in Italia e,in particolare, in Lombardia, con alcuni dati demografici sulla popolazione e gli insediamenti.Richiamiamo l’attenzione sul fatto che la classificazione dei gruppi etnici si fonda su elementietnico-linguistici, ma ad essa non corrisponde un preciso riconoscimento giuridico.

2.1. I gruppi presenti in Italia e in Lombardia18 

In Italia sono presenti numerosi gruppi Rom e Sinti che, in diverse epoche e con diversaprovenienza, sono giunti nel nostro paese insediandosi in numerose regioni.Nella cartina che segue li abbiamo identificati con il nome specifico e la provenienza.Come si può notare, in molte regioni (Abruzzo, Molise, Lazio, Puglia, Marche e Lombardia) èdiffuso il gruppo dei Rom abruzzesi che risulta anche il più importante numericamente,economicamente attivo e socialmente integrato. I Rom abruzzesi “mantengono forti i legami dellefamiglie estese ... sono sedentari e tendono a raggrupparsi nella stessa strada o nello stessoquartiere, possibilmente in case monofamiliari, proprio per mantenere la coesione sociale. Alcuni

piccoli nuclei hanno recentemente ripreso la carovana o la campina: una parvenza di nomadismo,perché sono andati a stanziarsi in alcune città del nord. Tradizionalmente calderai, ma soprattuttomercanti di cavalli, oggi i Rom abruzzesi si dedicano in particolare al commercio, anche se nonmancano giovani inseriti in lavori dipendenti”19.

In Lombardia sono poi presenti da lunga data i Sinti “italiani”. Essi “si suddividono in gruppi adenominazione regionale: piemontesi (diffusi anche in Francia), lombardi, veneti, emiliani,marchigiani; però le orbite del loro nomadismo si estendono a tutto il territorio italiano.Tradizionalmente dediti allo spettacolo viaggiante (musica, acrobazia, ammaestramento di animali,spettacolo ambulante, circo, luna-park) hanno sempre integrato le loro risorse economiche con ilpiccolo artigianato (oggetti in legno e vimini, riparazione di ombrelli o di sedie impagliate, affilaturadi coltelli, ecc.) e con il piccolo commercio di merceria praticato dalle donne per strada o di porta in

porta. (...). Malgrado le differenziazioni interne, i Sinti sono accomunati da uno stile di vitaessenzialmente simile sia per quanto riguarda l’economia che le tradizioni. Sono generalmentenomadi o seminomadi, date le loro attività, ma attualmente si sta delineando in alcuni gruppi unatendenza alla stanzialità”20.

Le difficoltà economiche nei paesi dell’Europa orientale e soprattutto la guerra nell’ex Jugoslaviahanno portato un flusso sempre crescente di nuovi gruppi zingari in Italia.

18 Per questo paragrafo ci avvaliamo del saggio di Mirella Karpati, Gruppi zingari in Italia , in Jean Pierre Liégeois (curato da), Rom, Sinti,Kalé ... zingari e viaggianti in Europa , Edizioni Lacio drom, Roma 1995.19 M. Karpati, opera citata.20 M. Karpati, opera citata.

Page 13: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 13/50

 14

Figura n. 2 – distribuzione delle popolazioni Rom, Sinti e Caminanti in Italia

LEGENDA:

Sinti Kranària, nella zona dellaCarniaSinti Kranària, nella zone delCarsoSinti piemontesi,

stanziati in tutto ilPiemonte e Liguria

Sinti lombardi, presentiin Lombardia, in Emilia eparte anche in Sardegna

Sinti lombardi, presentiin Lombardia, in Emilia eparte anche in Sardegna

Sinti emiliani, nellaparte centraledell’Emilia Romagna

Sinti veneti, presenti nelVeneto

Sinti estrekhària, (da Osterreich

= Austria) si trovano in Trentino Alto Adige oltre che in Austria

Sinti gàckane, che individua zingari immigratidalla Germania attraverso la Francia, in tuttal’Italia centro-settentrionale

Sinti marchigiani,presenti nelleMarche, nell’Umbriae nel Lazio

Rom calabresi, stabilitisida secoli in Calabria

Rom abruzzesi dal XIV secolo,diffusi oltre che in Abruzzo e Molise,anche nel Lazio, in Campania, inPuglia, nelle Marche. Un nucleonotevole si trova a Milano e in altrecittà del nord insieme a Rom diorigine Rumena;

Ròmje basalisk, presentiin Basilicata e i Romlucani

Ròmje pugliesi,stanziati in Puglia

I Rom napoletani (dettinapulengre) sono fortementemimetizzati nel capoluogoi;i Rom cilentani vivono nel Cilento

Rom Kalderasa, Lovara e Churaraappartengono alla seconda ondatarisalente al XIX secolo e si trovanosparsi per tutta la penisola

I Caminanti siciliani sonopresenti nella provincia diSiracusa e in particolareNoto

CaminantiRom

Sinti

Page 14: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 14/50

  15

2.2. Alcuni dati demografici

Non esistono censimenti ufficiali che consentano di quantificare il variegato mondo rom e sinti inItalia. Ci baseremo, quindi, su stime di organismi attendibili che hanno affrontato il problema.Nel febbraio 2007 l'Opera Nomadi21 ne ha tracciato una fotografia in occasione di un congressonazionale. Le stime parlano di 160 mila persone di cui 70 mila con cittadinanza italiana (quasi il45%); le altre 90 mila provengono dai Balcani, per metà dalla ex Jugoslavia (dal 1966) con puntealtissime nei primi anni novanta, e metà dalla Bulgaria e dalla Romania, "direttrice che registra uncostante aumento"22. Altri dati disponibili sono quelli riportati da ERRC (European Roma Rights Center)23 che valutano lapresenza di zingari in Italia intorno a 150.000 unità, di cui oltre i 2/3 di cittadinanza italiana, mentreil terzo rimanente ha altre cittadinanze della Comunità Europea o della ex Jugoslavia.In Europa la minoranza rom/sinta è stata definita "la minoranza più numerosa dell'Unioneeuropea". In Italia rappresenta lo 0,3 per cento della popolazione.In genere si può dire si tratti di popolazioni giovani (il 60% ha meno di 18 anni), ma con una bassasperanza di vita. L’età media è tra i 40 e i 50 anni mentre gli ultra sessantenni si stima siano pari al2 – 3% della popolazione.

2.3. Presenza e distribuzione in Lombardia

In questo paragrafo cerchiamo di dare una dimensione al fenomeno nell’ambito del territoriolombardo, avvalendoci dell’indagine sugli insediamenti rom e sinti in Lombardia contenuta nelRapporto 2006 dell’Osservatorio regionale per l’integrazione e la multietnicità – FondazioneISMU24.Gli autori richiamano l’attenzione sui limiti dell’attendibilità di questo tipo di ricerche per diversi motivi:- «“ragioni teoriche”, derivanti dall’incertezza e dalle sovrapposizioni tra le nozioni con cui le

popolazioni di riferimento vengono identificate: “nomadi” e “zingari”;- la mancanza di “criteri precisi per classificare una persona o un gruppo come zingari”;

- “la stessa precarietà degli insediamenti e della presenza zingara nel territorio rende difficili lerilevazioni”, facendo si che “il numero di presenze in un insediamento è quasi sempre un datoapprossimativo, così come spesso lo sono le informazioni sulle caratteristiche degliabitanti”25».

L’indagine, svolta tra giugno e ottobre 2006, ha individuato un numero di 241 insediamenti (ripartiti in “irregolari permanenti”, “regolari permanenti”, regolari temporanei”) con una presenzadi 8.496 persone. Nella tabella 1, i dati relativi al Comune di Milano sono indicati separatamenteda quelli della Provincia per mettere in evidenza la peculiarità della situazione milanese. A questi valori occorre aggiungere quelli relativi alle persone che abitano in case convenzionali,circa 1.003 unità, più 1.428 giostrai (dei quali però non è certo se vi sia sovrapposizione con gli

21 L’Opera Nomadi, riconosciuta a livello nazionale nel 1965, nel 1970, con Decreto del Presidente della repubblica n. 347, è elevato aEnte Morale Nazionale. Si configura come un’associazione apartitica e aconfessionale, promotrice della partecipazione diretta di Rom eSinti. In generale, l’Opera Nomadi si fa mediatrice tra i pubblici poteri ed i gruppi di rom e sinti per la tutela dei loro diritti e per favorireinterventi specifici atti a sanare le situazioni di svantaggio. L’associazione si articola sul territorio in sezioni (provinciali o regionali) ogruppi di collaboratori autonomi.http://www.operanomadimilano.org 22 Opera Nomadi nazionale – IX Seminario Nazionale, Roma – Ministero Istruzione 10 e 11 febbraio 2007 – “Rom/Sinti e le Metropoli”.23 http://www.errc.org/Links_index.php 24 Vivere ai margini. Un’indagine sugli insediamenti rom e Sinti in Lombardia , Rapporto 2006, Capitolo 3, a cura di Maurizio Ambrosini e

 Antonio Tosi, Fondazione ISMU, Milano.25 L’attendibilità è diversa per i diversi tipi di insediamenti. Il punto critico riguarda il grosso numero di piccoli insediamenti familiari suterreni di proprietà della famiglia, che rappresentano uno dei principali sviluppi delle strategie insediative in questi anni anche inLombardia. La difficoltà di identificare queste presenze, che in molti casi comportano elementi di irregolarità, influisce sull’attendibilitàdelle informazioni relative a questo tipo di insediamenti (in molti casi ascrivibili alla tipologia “insediamento irregolare”). L’indagine èstata svolta attraverso l’invio di un questionario ai comuni con la verifica e integrazione delle informazioni attraverso contatti con gli

operatori ed esponenti di associazioni attive sul territorio. La copertura dei comuni è stata superiore all’80%. Per Milano città i datiutilizzati sono quelli del “censimento” condotto dalla Polizia locale nel 2005 nelle aree occupate abusivamente da cittadiniextracomunitari, aggiornati con i dati dei Servizi sociali del comune relativi al 2006. Questi dati sono stati integrati sulla base delleinformazioni fornite dall’Opera Nomadi di Milano e dalla Caritas ambrosiana. Le stesse associazioni hanno anche fornito informazionisulle presenze in alloggi convenzionali.

Page 15: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 15/50

 16

abitanti di insediamenti). In Lombardia dunque un totale di circa 11mila persone, e in ogni caso sitratta di cifre sottostimate26.

Tabella n. 1 – Insediamenti per tipo e area territorialetipo di insediamento 

regolare stabile 

regolare temporaneo 

irregolare n.d.segnalati alloggi 

convenzionali segnalati giostrai 

Provincia 

   I  n  s  e   d   i  a  m  e  n   t   i

  a   b   i   t  a  n   t   i

insed. abit. insed. abit. insed. abit. insed. abit. n. comuni pop.n.

comuni pop.

Bergamo 14 323 7 230 2 30 5 63 0 0 5 245 7 75Brescia 36 748 23 603 5 38 8 107 0 0 4 283 7 187Como 1 5 0 0 0 0 1 5 0 0 0 0 0 0Cremona 9 205 6 150 2 35 1 20 0 0 2 84 2 35Lecco 3 54 1 13 1 26 1 15 0 0 0 0 3 51Lodi 2 12 0 0 0 0 2 12 0 0 2 22 10 282Mantova 6 154 4 119 0 0 2 35 0 0 4 62 3 67Milano 77 1.843 19 459 3 42 53 1.272 2 70 8 55 20 303

Pavia 24 758 10 524 1 0 13 234 0 0 3 44 4 62Sondrio 1 10 0 0 1 10 0 0 0 0 0 0 3 35Varese 23 704 4 275 1 34 18 395 0 0 5 58 5 31ComuneMilano

45 3.680 13 1.690 0 0 32 1.990 0 0 1 150 1 300

Totale 241 8.496 87 4.063 16 215 136 4.148 2 70 34 1.003 65 1.428 

La distribuzione territoriale ovviamente è molto disomogenea, con una maggiore presenzanell’area milanese e nelle aree contigue. La sola Milano conta infatti 45 insediamenti, con 3.680presenze circa, mentre in provincia di Milano ne risultano 77 per un totale di 1.843 presenze.

Figura n. 3 – Rom e Sinti, popolazione stimata per province

Per quanto riguarda i tre tipi di insediamenti (“irregolari permanenti”, “regolari permanenti”, regolaritemporanei”) le tabelle di seguito riportate forniscono diverse indicazioni. Le principali:-  Tab. 2. tipologie abitative: la roulotte e il camper sono ancora (con l’eccezione di Milano) la

sistemazione prevalente: sono presenti nel 76% degli insediamenti;-  Tab. 3. proprietà dell’area: un terzo degli insediamenti si trovano in aree di proprietà pubblica,

quasi metà sono in aree di proprietà di chi vi abita: il dato documenta lo sviluppo del “campo

familiare” che si è verificato in questi anni (che ha interessato in particolare alcune province:

26 Cfr. nota 30.

Page 16: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 16/50

  17

Varese, Milano provincia, Brescia). Gli insediamenti in aree pubbliche, che sono di maggioridimensioni, ospitano quasi il 60% dei Rom e dei Sinti presenti in Lombardia;

-  Tab. 4. gruppi:  quasi due terzi degli insediamenti sono abitati da Rom; due soli casi diinsediamenti misti di Rom e Sinti sono stati registrati:

-  Tab. 5. nazionalità: oltre la metà degli insediamenti ospita soltanto italiani27.

Tabella n. 2 – Tipo di insediamento e tipologia abitativa (percentuali)28

 Tipologia insediamento  

baracche camper camper e baracche 

camper e case case/ 

immobili n. d. totale 

numero insediamenti 

regolarestabile

1,1 46,0 13,8 18,4 10,3 10,3 100,0 87

regolaretemporaneo

0,0 75,0 6,3 0,0 0,0 18,8 100,0 16

irregolare 10,3 33,8 21,3 15,4 14,7 4,4 100,0 136

n.d. 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0 100,0 2

Totale 6,2 40,7 17,4 15,4 12,0 8,3 100,0 241

Tabella n. 3 – Tipo di insediamento e proprietà dell’area (percentuali)

Tipologia insediamento   pubblica 

privata di 

chi vi abita 

privata di altri  n.d. totale  numero insediamenti 

regolare stabile 43,7 46,0 6,9 3,4 100,0 87regolaretemporaneo

87,5 6,3 0,0 6,3 100,0 16

irregolarestabile

22,1 57,4 15,4 5,1 100,0 136

n.d. 0,0 0,0 0,0 100,0 100,0 2

Totale 34,0 49,4 11,2 5,4 100,0 241

Tabella n. 4 – Tipo di insediamento e gruppi di appartenenza (percentuali)Tipologia insediamento   rom sinti entrambi n.d. totale   numero 

insediamenti  regolare stabile 37,9 47,1 1,1 13,8 100,0 87regolare temporaneo 31,3 43,8 0,0 25,0 100,0 16

irregolare stabile 72,1 19,9 0,7 7,4 100,0 136

n.d. 50,0 50,0 0,0 0,0 100,0 2

Totale  56,8 31,5 0,8 10,8 100,0 241

Tabella n. 5 – Tipo di insediamento e nazionalità (percentuali)

Tipologia insediamento   italiani stranieri entrambi n.d. totale   numero 

insediamenti  regolare stabile 65,5 20,7 6,9 6,9 100,0 87regolare temporaneo 75,0 6,3 0,0 18,8 100,0 16irregolare stabile 41,2 50,0 5,1 3,7 100,0 136n.d. 50,0 50,0 0,0 0,0 100,0 2

Totale 52,3 36,5 5,4 5,8 100,0 241

27 “Vivere ai margini. Un’indagine sugli insediamenti rom e Sinti in Lombardia” , Rapporto 2006, Capitolo 3.28 Ibidem, pagg .62-65.

Page 17: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 17/50

 18

2.4. Approfondimento: gli insediamenti di Milano e provincia

Prima di descrivere la situazione insediativa nel comune di Milano, riportiamo alcune informazionitratte dal censimento quantitativo effettuato dalla Provincia di Milano pubblicato nell’estate 200629.La rilevazione è stata effettuata nel 2005 relativamente al territorio provinciale, città di Milanoesclusa; la particolarità di questo caso, la sua consistenza, richiedono infatti una trattazione aparte.

La Provincia di Milano  Anche qui occorre premettere la difficoltà di raccogliere i dati, specie nei contesti di irregolarità.I Comuni che hanno risposto al censimento sono stati 154 su 18930.Il censimento provinciale non è comparabile con quello effettuato dall’ISMU (la raccolta dei dati daparte della provincia è avvenuta un anno prima (2005); i comuni che hanno risposto non sono glistessi censiti dall’ISMU; i parametri adottati sono stati diversi; tuttavia tale rilevazione è importantein quanto fornisce informazioni interessanti sugli aspetti relativi alla distribuzione del fenomenosul territorio provinciale di Milano.Il comune con il maggior numero di insediamenti risulta essere Corbetta con 9 insediamenti

registrati come “non regolari”; si tratta però di insediamenti molto piccoli, che singolarmente nonsuperano i 5 abitanti.Più significativa è invece la presenza nei Comuni di Sesto San Giovanni, Pioltello, GarbagnateMilanese, Rho e Cernusco sul Naviglio dove, si concentra oltre il 75% della popolazione Rom ditutta la provincia, peraltro in condizione di instabilità.Significativi sono inoltre gli insediamenti, questa volta regolari, dei comuni di Buccinasco eLissone, che con un insediamento regolare e permanente a testa raccolgono oltre il 50% dellapopolazione sinti. A questi dati, confermati anche dalle Polizie Locali, vanno aggiunte alcune informazioni messe adisposizione dall’Opera Nomadi. Ci viene, infatti, segnalata presenza di insediamenti Rom neicomuni di Boffalora, Trezzo, Agrate Brianza, Rozzano, Locate Triulzi, Settimo; inoltre sappiamodella presenze di insediamenti sinti nei comuni di Monza e Solaro. Si tratta di piccoli insediamenti,

che non superano le 40-50 presenze in totale31

.

Il censimento inoltre, descrive i fenomeni insediativi dividendo la popolazione rom da quella sinta.

La popolazione rom 32

La popolazione rom censita dalla Provincia di Milano è all’incirca di 1149 persone di cui 1106vive all’interno di un insediamento non regolare33;I minori sono all’incirca 362 e corrispondono al 31% della popolazione totale censita. Questodato dimostra l’alta percentuale di minori tra i Rom e Sinti che supera quella registrata per ibambini stranieri (non più del 20%).Come già segnalato in precedenza i Comuni aventi il più alto numero di Rom tra i propri abitantisono quelli di Sesto San Giovanni, di Pioltello, Garbagnate e Rho. La presenza di Rom aumenta in

corrispondenza di centri abitati maggiori, in particolare nelle vicinanze della città di Milano34, etende a diminuire nei centri più piccoli.Per quanto riguarda le cittadinanze possiamo notare che solo in un caso troviamo Rom concittadinanza straniera in insediamenti regolari: si tratta di uno dei due insediamenti del comune diVittuone, per altro regolare solo in parte, popolato di Rom italiani e stranieri in percentuali rispettivedel 40% e 60%.

29 Censimento popolazioni Rom e Sinti – Osservatorio per le Politiche Sociali – Provincia di Milano – 2006, a cura della Dr.ssa MartaLovison Ufficio Dati area Minori e Immigrazione – Servizio Osservatorio per le Politiche Sociali.30 “A causa della complessità dell’argomento trattato e delle caratteristiche delle popolazioni censite, i dati di seguito riportati nonpossono essere ovviamente considerati definitivi; sono comunque gli unici dati, a nostra disposizione, provenienti dalle AmministrazioniComunali e possono indubbiamente essere considerati buon indicatore di un fenomeno di cui è difficile avere una stima definitiva”.31 Dal censimento della Provincia di Milano, anno 2006, op. citata.32 Ibidem.33 Confrontando i dati con quelli della ricerca ISMU di cui al Cap. precedente, risulta che in un anno le presenze negli insediamenti dellaprovincia sono aumentate fino a 1843 unità.34 Un esempio è rappresentato dal campo di Via Monte Bissino ai confini del Comune di Baranzate di Bollate con Milano

Page 18: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 18/50

  19

Tutti gli altri Rom di cittadinanza straniera vivono in insediamenti registrati come non regolari, siaper quanto riguarda le norme urbanistiche e/o di edilizia, sia per quanto riguarda l’occupazione dispazi non meglio identificati. Per quanto riguarda la popolazione Rom avente cittadinanza italiana,questa si distribuisce equamente in situazioni di regolarità e probabile irregolarità.Questa situazione è indicativa dei processi di integrazione temporale di questa popolazione: comeper i Sinti, anche le popolazioni Rom di più vecchio insediamento cominciano a vivere in situazionidi regolarità, sia di permanenza che abitativa, ma la maggioranza vive ancora in condizioni diprofonda precarietà.

La popolazione sinti 35 Il censimento mostra che la popolazione sinti in provincia si aggira intorno alle 500 persone. Diqueste meno del 15% (una cifra che corrisponde a 70 persone) vivono in condizioni di irregolarità ein particolare in due campi: quello di Boffalora sopra Ticino e quello di Senago.La percentuale di minori è molto alta: circa il 30% (per un totale di circa 150 bambini-ragazzi).I Sinti si dividono per la maggior parte in due insediamenti di grandi dimensioni: quello del Comunedi Lissone e quello situato sul territorio di Buccinasco. Il resto della popolazione si distribuisce inmodo più o meno omogeneo nei restanti comuni.

Per quanto riguarda la cittadinanza di appartenenza i dati rilevati confermano che i Sinti, data lapresenza più antica, hanno quasi tutti acquisito la cittadinanza italiana (solo il Comune di Senagoci segnala una presenza di Sinti stranieri, insediati in un campo non regolare) e nella maggior partedei casi vivono in situazioni di regolarità di insediamento. Anche le condizioni abitative sembranoessere migliori: tutti gli insediamenti sono infatti composti da case prefabbricate o immobilipreesistenti riusati, non risultano segnalazioni di Sinti abitanti in baracche, camper o roulottes;questo dato, come quello della cittadinanza, può essere letto come indicativo di una maggiorestabilità insediativa.

La situazione nella città di Milano Gli insediamenti nel Comune di Milano, secondo i dati del Rapporto ISMU 2006 36, sono 45 per untotale di circa 4.130 persone. Questi valori comprendono le 150 unità che abitano in case

convenzionali e i 300 giostrai segnalati (di cui è incerta la sovrapposizione con gli abitanti diinsediamenti).

Tabella n. 6 – distribuzione della popolazione Rom-Sinti nel Comune di Milano per tipo di insediamento

tipo di insediamento 

regolare stabile 

regolare temporaneo 

irregolare n.d.

segnalati alloggi 

convenzionali 

segnalati giostrai 

   I  n  s  e   d   i  a  m  e  n   t   i

  a   b   i   t  a  n   t   i

insed. abit. insed. abit. insed. abit. insed. abit.n.

comuni pop.

n.comuni 

pop.

MilanoComune

45 3.680 13 1.690 0 0 32 1.990 0 0 1 150 1 300

La maggioranza di essi è di cittadinanza italiana. A Milano, su di una popolazione residente di1.304.26337, gli zingari sono poco più dello 0,3%.In rapporto alla popolazione straniera censita alla stessa data (170.000) sono il 2,4%.

Come si vede nella tabella n. 6, a fronte di 13 insediamenti regolari e stabili, troviamo ben 32situazioni di irregolarità, ma il dato che colpisce (parlando di un popolo tradizionalmente nomade) èche non risultano campi regolari a carattere temporaneo.

35 Dal censimento della Provincia di Milano, anno 2006, op. citata.  

36 Maurizio Ambrosini e Antonio Tosi (a cura di), Vivere ai margini. Un’indagine sugli insediamenti rom e sinti in Lombardia, Rapporto2006 dell’Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multi etnicità, Milano, marzo 2007.37 Dati Comune di Milano, aggiornati al 2006.

Page 19: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 19/50

 20

Gli insediamenti comunali autorizzati Riportiamo qui di seguito alcune informazioni sugli insediamenti stabili presenti sul territoriocomunale38, segnalando che le differenti situazioni di tali insediamenti e le difficoltà di rilevazionedelle informazioni determinano, in alcuni casi, un diverso livello di approfondimento.

Campo di Via Idro  Anno di nascita del campo 1989 – Zona decentramento 2 – Mq 20.000 circa.E’ in fase di ristrutturazione. Ogni nucleo familiare dispone di un servizio igienico, le piazzole sonoben definite, da tempo non ci sono occupazioni abusive dell’area. Gran parte dei minorifrequentano le scuole della zona. All’interno del campo è sorta nel 1990 la “Laci Buti“ (buonlavoro), una cooperativa sociale che attualmente occupa tre squadre di Rom del campo (c.a 15persone.) in appalti pubblici di manutenzione del verde.Abitanti: Cittadini Italiani di origine Rom che non praticano più da tempo il nomadismo presenti inItalia da almeno mezzo secolo. Famiglie 29 – Persone 116 – Minori 47 – Anziani 1.Lavoro: Oltre ai soci della cooperativa vi sono 2 lavoratori dipendenti.Scuola: Materna 5 bambini – Elementare 19 – Medie inferiori 11.Mediazione Culturale: 2 donne del campo lavorano come mediatrici culturali all'interno della

scuola elementare di zona.Strutture: all’interno del campo vi sono un Centro Polifunzionale in muratura e una serra di 250mq, non più funzionante, di proprietà della coop. Laci Buti.

Campo di Via Bonfadini  Anno di nascita del campo 1987 – Zona decentramento 4 – Mq 5.000.Nel corso degli anni all’interno del campo i Rom hanno edificato casette in muratura. Lapopolazione è aumentata notevolmente per i numerosi matrimoni e le nuove nascite. Nel campoora non c’è quasi più spazio. Infatti, limitrofo al campo comunale è sorto un insediamento di 8famiglie di Rom harvati per un totale di 31 persone con prefabbricati e roulottes. Il contrattostipulato con il Comune era valido fino al 2000, ma le famiglie sono rimaste sull’area. Gran partedei minori frequentano le scuole ed è sorta una cooperativa sociale: la “Romano Drom”.

Abitanti: cittadini con cittadinanza italiana di origine rom che non praticano più da tempo ilnomadismo, originari dell'Abruzzo, emigrati a Milano negli anni '60. Famiglie 29 – Persone 129 –Minori 40 – Anziani 1 – Invalidi civili 1.Lavoro: dipendenti 4 persone; autonome 2 persone.Scuola: Materna 5 bambini – Elementare 2 – Media inferiore 3.Mediazione Culturale e Sanitaria: 2 donne del campo lavorano come mediatrici culturaliall'interno della scuola elementare e 1 donna lavora come mediatrice sanitaria presso ilConsultorio familiare.

Campo di Via Martirano  Anno di nascita del campo 1987 – Zona decentramento 7 – Mq 7000.Si trova in aperta campagna, molto isolato. Dispone di un solo blocco di servizi igienici. I minori

frequentano le scuole, ma la situazione complessiva con la zona circostante è conflittuale,soprattutto per la presenza di altri Rom che attuano occupazioni abusive.Abitanti: si tratta di cittadini italiani di origine rom che non effettuano più da tempo il nomadismo.Sono presenti in Italia da oltre mezzo secolo. Famiglie 22 – Persone 93 – Minori 41 – Anziani 2 (1è pensionato sociale) – Invalidi Civili 3 di cui 2 sono minori.Lavoro: autonomi 2 persone.Scuola: Materna 11 bambini – Elementare 14 – Media Inferiore 13 – Media superiore 1(ragioneria).Mediazione Culturale: 2 donne del campo lavorano come mediatrici culturali all'interno dellascuola elementare di zona.

38 Comune di Milano, Settore Acquisti di Beni e Servizi – Settore Adulti in Difficoltà “Affidamento del servizio di gestione sociale dellearee abitative comunali per cittadini di origine rom e sinti – periodo 2008/2011”.

Page 20: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 20/50

  21

Campo di Via Negrotto  Anno di nascita del campo 1968 – Zona di decentramento 8 – Mq 10.000.E’ stato ristrutturato nell’anno 2000. Con la ristrutturazione si è dotata ogni famiglia di un blocco diservizi igienici con doccia e questo ha migliorato la situazione igienico sanitaria. La popolazione èstabile.Abitanti: si tratta di cittadini italiani di origine rom harvati che non praticano più da tempo ilnomadismo. Sono in Italia da oltre mezzo secolo. Famiglie 18 – Persone 84 – Minori 32 – Anziani3 di cui 1 è pensionata sociale.Lavoro: dipendenti 1 (operaia pulizie); autonomo 1 (arrotino).Scuola: Materna 3 iscritti – Elementare 10 – Media Inferiore 3. Non vi sono realtà organizzate delprivato sociale che intervengono sul campo ma unicamente 2 suore che conducono da anni unlaboratorio di taglio e cucito.

Campo di Via della Chiesa Rossa  Anno di nascita del campo 2000 – Zona di decentramento 5 – Mq 13.000.E’ stato realizzato nell’anno 2000 al fine di trasferire all’interno dello stesso numerose famiglie diRom harvati , presenti sul territorio cittadino da oltre quarant’anni. Il campo è suddiviso in quattro

aree, in quanto sono quattro le famiglie allargate che vi sostano (imparentate tra loro). Leattrezzature sono ottime. Come in altri campi è sorta una cooperativa sociale formata dai Rom, la“Nevi Bait”.Abitanti: si tratta di cittadini italiani di origine Rom che non effettuano più da tempo il nomadismo.Famiglie 42, Persone 158 – Minori 50 – Anziani 2 (pensionati sociali) - Invalidi civili 7 di cui 3 sonominori.Lavoro: dipendenti 7 (compresi in 2 famiglie).Scuola: Materna 1 bambino – Elementare 21 – Media inferiore 7.Mediazione Culturale: 3 donne del campo lavorano all'interno delle scuole elementari di zonacome mediatrici culturali.Strutture: Il campo è dotato di un ottimo centro polifunzionale e di un campetto per il gioco delcalcio.

Campo di Via Impastato  Anno di nascita del campo 2004 – Zona decentramento 4 – Mq 2.500.Nel campo di via Impastato i Rom hanno posizionato fabbricati (facilmente rimovibili e non ancoratia terra) e delimitato le aree occupate con reti da giardino. Si tratta di una sola famiglia allargatacon una buona integrazione sociale.Abitanti: cittadini italiani di origine rom che non praticano più da tempo il nomadismo. Famiglie 11 – Persone 31 – Minori 9 – Anziani 2 (pensionati) di cui 1 invalido civile.Lavoro: dipendenti 6 persone di cui 3 part-time; autonome 4 persone.Scuola: Materna 3 bambini – Elementare 3 – Medie Inferiori 1 – Media Superiore1 (elettricista).

Campo di Via Novara 

 Anno di nascita del campo 2001 – Zona di decentramento 7 – Mq. 3.000 circa.Trattandosi di famiglie numerose le stesse, accanto ai container messi a disposizionedall’Amministrazione comunale, hanno edificato abusivamente.Abitanti: si tratta di cittadini Macedoni e Kosovari di origine rom, non più nomadi, presenti a Milanodalla seconda metà degli anni ‘90. Famiglie 40 – Persone 233 – Minori 116 (63 Kossovari e 53Macedoni).Lavoro: dipendenti 21 (molti part-time e lavori precari).Scuola: Materna 7 bambini – Elementare 34 – Media inferiore 14 – Media superiore 1 (+1 scuolaprofessionale).

Campo di Via Rogoredo Anno di nascita del campo 2003 – Zona di decentramento 4.Abitanti: 30 Rom Harvati con cittadinanza italiana.

Page 21: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 21/50

 22

Campo di Via Triboniano 112 Anno di nascita del campo 2001 – Zona di decentramento 8.Abitanti: 48 Rom Harvati con cittadinanza straniera.

Campo di Via Triboniano 110 Anno di nascita del campo 2001 – Zona di decentramento 8.Il campo è stato realizzato per porre fine all’insediamento abusivo di via Barzaghi. Il progettocomunale prevede strutture per 25 famiglie, mentre attualmente ve ne sono il doppio. Vi sonotensioni dovute al sovraffollamento. La gestione del campo è affidata a Opera Nomadi. Il campo èposto dopo il cimitero Maggiore, molto distante da altre zone abitate. Le famiglie rom vivono invecchie roulotte e in baracche costruite con materiale di recupero, prive di requisiti minimi divivibilità: dal punto di vista igienico-sanitario il Comune di Milano ha provveduto alla fornitura diservizi chimici il cui numero è però largamente insufficiente, l’area in cui sono insediati è cosparsadi rifiuti che nel corso del tempo si sono accumulati rappresentando un grave pericolo per la salutee l’incolumità soprattutto dei minori. Questa situazione è ulteriormente aggravata dall’incostantepresenza d’acqua: le condizioni di vita estremamente precarie nelle quali si trovano a vivere i Romsi ripercuotono in modo particolarmente negativo sui minori. La frequenza dei bambini Rom alla

scuola dell’obbligo è varia: per alcuni alunni la frequenza è costante, mentre per altri è discontinua.Abitanti: 170 Rom Harvati con cittadinanza straniera – Famiglie 50.

Campo di Via Barzaghi  Anno di nascita 2004 – Zona di decentramento 8.Recentemente ampliato.Abitanti: 130 Rom Rumeni con cittadinanza straniera.

Campo roulottes di Via Triboniano Area in via di definizioneAbitanti: 250 Rom Rumeni con cittadinanza straniera.

Così il Rendiconto di gestione del Comune di Milano, anno 2006: «i campi comunali attrezzati, conesclusione dei tre campi collocati in Via Triboniano/ Barzaghi, la cui ristrutturazione è avvenuta afine 2006, sono stati gestiti avvalendosi di due convenzioni con Cooperative Sociali formate dazingari che hanno svolto compiti di custodia e piccola manutenzione. Per il campo di Via Novara,abitato da Rom macedoni e kossovari si è incaricata del coordinamento la Fondazione Caritas.L’insieme delle attività svolte: l’azione degli operatori dell’ufficio nomadi del comune, l’opera dimediazione sviluppata attraverso operatori nomadi e gli interventi per i minori, hanno permesso unmiglioramento dei rapporti tra Rom e cittadini, l’aumento della scolarizzazione dei minori, unincremento degli inserimenti nel mondo del lavoro e il consolidarsi dell’esperienza dellecooperative sociali formate da zingari sorte nei campi di Via Idro, Bonfadini e Chiesa Rossa. Per lagestione dei campi e per le altre attività quali: borse di studio, convenzioni con le cooperativesociali, Caritas e Opera Nomadi per il coordinamento delle mediatrici culturali il costo complessivo

sostenuto dal Comune di Milano nel 2006 è stato di 412.000,00 Euro»39.

Come si vede nella cartina che segue, gli insediamenti si sono concentrati nelle zone periferichedella città, con una maggiore incidenza a nord-ovest (zone 7 e 8 ). Accanto a quelli cosiddetti regolari «…si sono sviluppate, spesso spontaneamente, altre soluzioniabitative, in genere all’insegna della provvisorietà o dell’abusivismo: parcheggio di roulottes interreni di proprietà, costruzioni spontanee, insediamenti non autorizzati su aree pubbliche, ecc. Anche quando queste pratiche riescono ad evolvere verso soluzioni stabili e dignitose, devono farei conti con il problema delle licenze edilizie e con quello dell’ostilità dei vicini, benché si trattispesso di zone agricole distanti dalle abitazioni. (…) Proprio l’organizzazione degli insediamenti“temporanei”, con la parallela difficoltà di trovare altre aree di sosta, tende a far diventarepermanenti soluzioni che dovrebbero essere provvisorie, istituisce sovente grandi contenitori

39 Relazione al rendiconto della gestione 2006 del Comune di Milano, ex art. 151 D.lgs. n. 267/2000.

Page 22: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 22/50

  23

difficili da controllare e gestire, obbliga alla convivenza forzata famiglie e gruppi spesso fra loroostili»40.

Mappa di localizzazione dei campi nomadi a Milano(Autorizzati/Abusivi/di Proprietà)

40  Vivere ai margini. Un’indagine sugli insediamenti rom e sinti in Lombardia, Rapporto 2006 dell’Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multi etnicità, Milano, marzo 2007. pag. 224.

Chiesa Rossa 351

V. Idro 62

V. Bonfadini 39

V. Martirano 71

V. Ne rotto 23

V. Novara 523

V. Triboniano, 110 -112

BaggioFuoriusciti V. Novara

 Abusivi nel CampoComunale

 Abusivi nel CampoComunale

 Abusivi svincoloTangenziale

 Abusivi area mercatocomunale

 Abusiviarea AMSA v. Zama

 Abusivi V.le Cassala

 Abusivi Via Sturzo

 Abusivi in area privataV. Boffalora

 Abusivi in area privataV. Vaiano Valle

ViaBarzaghi 

Pro rietà nomade, vicino cam o comunale

Proprietà nom.,

confine Cusago

Proprietà nomadeV. Martirano

Proprietà nom., contenziosoV. Paradisi

 Affitto demaniale, v.S. Abbondio

Concessione com.V. Cascia

 Abusivi area AMSA

Proprietà nom. V. Stephenson 

 Affitto demaniali,v. O CAMPI COMUNALI ATTREZZATI 

ALTRI CAMPI 

Via Chiesa Rossa

Via Rogoredo

Via Im astato

Fonte: www/milano.istruzione.lombardia.it/intercultura

Page 23: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 23/50

 24

3. L’istruzione dei minori e degli adulti

Spesso Rom e Sinti presentano bassi livelli d’istruzione tanto che la scarsa comprensione dellalingua italiana orale e l’analfabetismo rappresentano uno dei maggiori ostacoli all’integrazione. Main molti casi gli adulti tendono a considerare queste difficoltà come un problema che riguarda solo iminori, “se si riesce a superare la sospettosa diffidenza del Rom adulto, si sente spesso ripetere la

stessa frase: “Io me la cavo a modo mio e così continuerò ormai. Ma fate qualcosa per questi (e ilgesto indica i bambini, i preadolescenti); loro, non è giusto che vadano avanti così”. I progressidella scolarizzazione sono legati anche a questo; se appena possono fermarsi, mandano i bambinia scuola, fanno conseguire loro la licenza elementare. Il numero dei ragazzi e delle ragazze chefrequentano regolarmente le medie fino al conseguimento della licenza aumenta”41.Purtroppo però la mancanza di comunicazione e la diffidenza reciproca, tra il mondo dei Rom, lascuola e le istituzioni in genere, possono creare forti ostacoli all’innalzamento dei livelli d’istruzioneanche quando vi è da parte dei bambini un forte desiderio di vivere l’esperienza scolastica, da partedelle famiglie la consapevolezza dell’importanza di tale scelta e da parte della scuola la volontà diaccoglierli e collaborare.

3.1. Politiche, disposizioni e raccomandazioni

La politica scolastica a favore di Rom e Sinti si è sviluppata, a livello nazionale, fin dagli anniSessanta, quando il Ministero della Pubblica Istruzione ha stipulato una convenzione con OperaNomadi e con l’Università di Padova ed ha avviato l’esperienza delle classi speciali per bambinizingari, denominate “Lacio drom” (buon cammino).Nel corso degli anni successivi questa esperienza è stata oggetto di revisione critica fino a che leclassi speciali sono state definitivamente soppresse per indirizzare tutta la popolazione zingara inetà scolare verso le classi normali, pur riconoscendo l’importanza di introdurre un insegnante disostegno con la funzione di mediazione fra la scuola e l’ambiente esterno. Inoltre nel 1986 ilministero ha disdetto la convenzione con Opera Nomadi, assegnando tutte le competenze inmateria alle istituzioni scolastiche e stabilendo il principio fondamentale secondo cui “la scuolacostituisce sì un obbligo per tutti i bambini rom ma lo Stato, dal canto suo, ha il compito di favorire

in tutti i modi l’espletamento di quest’obbligo”

42

.Verso la fine degli anni Ottanta si è affermata la prospettiva interculturale43, tuttavia nella praticaquesto tipo di educazione, “soprattutto per quanto riguarda la scolarizzazione dei bambini rom esinti, non ha provocato quei radicali cambiamenti che era lecito aspettarsi da tanti proclami:nonostante alcuni indubbi successi, restano molti problemi. E la ragione principale di questasituazione è l’assenza di una politica concertata e globale, della quale la scolarizzazione, ancorchédi importanza fondamentale, dovrebbe costituire soltanto una parte”44.

Con una risoluzione del 1975, contenente raccomandazioni sulla situazione sociale deinomadi in Europa, il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa riconosce che: “Il basso livello difrequenza scolastica dei figli dei nomadi ostacola gravemente le loro possibilità di progressosociale ed economico”.Pertanto per quanto riguarda la scolarizzazione, l’orientamento e l’istruzione professionale:“1. La scolarizzazione dei bimbi nomadi sarà promossa con i metodi più adatti, i quali devonotendere al loro inserimento nelle classi comuni.2. Allo stesso tempo, ove sia necessario, si promuoverà l'istruzione generale degli adulti, ivicompresa l'alfabetizzazione.3. I nomadi e i loro figli dovrebbero poter effettivamente accedere alle varie istituzioni esistenti per l'orientamento, l'addestramento e la riconversione professionale.

41 Maurizio Ambrosini e Antonio Tosi (a cura di), Vivere ai margini. Un’indagine sugli insediamenti rom e sinti in Lombardia, Rapporto2006 dell’Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multi etnicità, Milano marzo 2007, p. 28.42 Ibidem.43 In contrapposizione ad una scuola orientata prevalentemente in modo monoculturale, la prospettiva interculturale propone una prassipedagogica per l’inserimento attivo degli stranieri nella scuola ed un ripensamento degli insegnamenti. L’obiettivo è quello di sviluppare

negli alunni procedimenti mentali che cerchino di unificare saperi diversi e farli dialogare fra loro, con l’introduzione anche di nuovematerie indispensabili per far fronte alla mondializzazione dell’economia, della politica, della cultura o dell’informazione (come l’inglese,l’informatica, usi e costumi stranieri, l’educazione civica, ambientale, dei diritti dell’uomo, ecc.).44 Maurizio Ambrosini e Antonio Tosi (a cura di), Vivere ai margini. Un’indagine sugli insediamenti rom e sinti in Lombardia, Rapporto2006 dell’Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multi etnicità, Milano marzo 2007, p. 28.

Page 24: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 24/50

  25

4. Nell'ambito dell'ordinamento e dell'istruzione professionale si terrà sempre il massimo contodelle abilità naturali”45.

In una risoluzione del 1993, riguardante invece ruolo e responsabilità delle autorità locali eregionali, la Conferenza Permanente dei Poteri Locali e Regionali d'Europa invita le autorità localie regionali: “ad adottare le misure necessarie mediante un approccio globale per facilitarel'integrazione dei Rom e dei Sinti nella comunità locale, nei settori dell'istruzione, delle aree disosta, della salute, del sostegno all'espressione ed allo sviluppo della loro dignità e cultura”.E chiede al Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa di incaricare il Consiglio dellaCooperazione Culturale:“a) di intensificare il lavoro svolto da una decina di anni a questa parte mediante attività di

pubblicazione ai fini della formazione e informazione nell'ambito della scolarizzazione e dellaformazione dei bambini e dei giovani rom e sinti;

d) di approfondire la riflessione sulla questione rom e sinta, specificamente nel quadro del nuovoprogetto "Democrazia, Diritti dell'uomo, Minoranze: aspetti educativi e culturali";

e) di considerare la possibilità di promuovere un Itinerario Rom e Sinto Europeo in seno alprogramma Itinerari Culturali Europei”46.

Nella vigente legge regionale della Lombardia che dal 1989 disciplina l’“Azione regionale per latutela delle popolazioni appartenenti alle «Etnie tradizionalmente nomadi e seminomadi»”,vengono previste iniziative in campo scolastico e professionale:“1. Ferme restando le competenze istituzionali dei soggetti preposti ai diversi tipi di intervento, per la realizzazione del piano triennale, in campo scolastico e professionale, la Regione, sentita laconsulta per il nomadismo, attraverso il competente settore regionale può stipulare appositeconvenzioni con i comuni, maggiormente interessati al fenomeno del nomadismo, al fine direalizzare iniziative congiunte.2. Le iniziative congiunte comportano il concorso finanziario dei comuni che provvedono alla lorogestione”.E con riferimento ad un piano degli interventi si dispone che questo comprenda delle azioni volte a:

“favorire l'inserimento scolastico e la formazione professionale dei giovani nomadi, nonchél'alfabetizzazione degli adulti ivi compreso il bando di borse di studio riservate per la frequenza aicorsi di formazione professionale correlati ad attività tipiche dei nomadi e l'accesso a provvidenzeper la frequenza alle scuole medie superiori e all'università”47.

45 Risoluzione (75) 13 contenente raccomandazioni sulla situazione sociale dei nomadi in Europa. Adottata dal Comitato dei Ministri delConsiglio d'Europa il 22 maggio 1975 (durante la 245a riunione).46 Risoluzione 249. I Rom e i Sinti in Europa: ruolo e responsabilità delle autorità locali e regionali, adottata dal Consiglio d'Europa(Conferenza Permanente dei Poteri Locali e Regionali d'Europa, Strasburgo 16 e 18 marzo 1993) il 18 marzo 1993, durante la 20°sessione.47 Legge regionale 22 dicembre 1989, n. 77 “Azione regionale per la tutela delle popolazioni appartenenti alle «Etnie tradizionalmentenomadi e seminomadi»”, art. 5 e art. 14.

Page 25: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 25/50

 

26

3.2. Scuola ed educazione nella quotidianità degli insediamenti lombardi

Le ragioni che spingono gli abitanti degli insediamenti nomadi a relazionarsi con ciò che li circondasono: la necessità di lavorare e di fare la spesa, le esigenze sanitarie ed anche quelle che hanno ache vedere con l’istruzione dei bambini.Nella cultura dei popoli zingari, la famiglia e la comunità assumono un’estrema importanza

educativa. È attraverso la famiglia che i bambini imparano rapidamente a capire le relazioni sociali,vengono educati alla vita di gruppo ed alle relazioni interpersonali alle quali si assegna la massimaimportanza; vengono educati alla capacità d’iniziativa, sollecitati a sviluppare comportamentiesplorativi e la responsabilità viene valorizzata in un quadro flessibile, senza mai imporre oraririgidi né costrizioni particolari. Il controllo è compito dell’intero gruppo e i comportamenti deibambini sono indirizzati ad una precoce autonomia. Solitamente verso i dodici anni i figli danno unimportante contributo alle attività dei loro genitori che completano la loro formazione professionalee sociale sempre all’interno delle famiglie e con l’aiuto del gruppo.Le differenze fra questo modello educativo e quello proposto dalla scuola italiana sono evidenti epossono indurre i genitori nomadi/zingari a percepire l’inserimento dei propri figli nei percorsiscolastici come un problema: il timore che la scuola possa allontanarli dalla cultura diappartenenza e che metta in discussione il ruolo formativo della famiglia estesa sono, talvolta, allabase di atteggiamenti di “diffidenza”48.I bambini, dal canto loro, spesso faticano ad accettare regole rigide, soffrono nel tratteneresentimenti ed opinioni senza poterli esprimere immediatamente e stentano ad abbandonare lospirito d’iniziativa al quale sono abituati. L’istruzione primaria “costituisce uno degli spaziproblematici (…). Potremmo dire che il mondo della scuola, e la marginalità dei bambini romrispetto a esso, viene generalmente vissuto in maniera rassegnata e distante”49. Tra gli stessibambini la scuola è spesso vissuta con distacco e negli adolescenti maschi “emerge un modello dicomportamento contrassegnato dal “sentirsi diversi” dalla normalità dei coetanei gagé, (non rom)quantunque le modalità espressive, l’abbigliamento e le abitudini televisive siano identiche. Ladifferente durata delle fasi della vita (esplicitata dalla precocità del matrimonio e della paternità,elementi caratterizzanti il passaggio all’adultità), impone necessariamente una diversa percezione

della propria adolescenza e una presa di coscienza della propria specificità”50

. Inevitabilmentequesti particolari aspetti dell’adolescenza vissuta dai ragazzi zingari hanno dei riflessi nel lororapporto con la scuola, istituzione educativa che appare aliena e distante dalle loro abitudini e dailoro progetti futuri e spesso viene percepita come inutile.

In considerazione della non disponibilità di dati sulla frequenza scolastica e sulle ragioni chefavoriscono od ostacolano l’integrazione dei minori, abbiamo ritenuto utile riportare i dati delRapporto dell’Osservatorio regionale per l’integrazione e la multi etnicità 200651 che contiene unapprofondimento qualitativo su alcuni campi nomadi. Pertanto pur senza pretese digeneralizzazioni quest’analisi consente di formarsi un’opinione su come i residenti dei campivivano il rapporto con le istituzioni scolastiche.

Gli insediamenti presi in esame nel precitato Rapporto sono52:-  campo comunale di Via Novara a Milano, con presenza di macedoni e kosovari sia regolari

sia irregolari, provenienti da un campo abusivo sgomberato da Via Barzaghi;-  campo di Via Monte Bisbino a Baranzate, costituito da abitazioni autocostruite su un terreno

di proprietà e abitato da Rom serbi khanijarjia perlopiù irregolari;

48 Cfr. in merito Rosi Spadaro, Approfondimento. Minori nomadi e scuola, in Maurizio Ambrosini e Antonio Tosi (a cura di), Vivere ai margini. Un’indagine sugli insediamenti rom e sinti in Lombardia, Rapporto 2006 dell’Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multietnicità, Milano, marzo 2007, p. 210.49 Giovanni Semi, Alessia Cicuto e Alessandro Corradi, Il villaggio e il quartiere: il campo di via Monte Bisbino , in Maurizio Ambrosini e

 Antonio Tosi (a cura di), Vivere ai margini. Un’indagine sugli insediamenti rom e sinti in Lombardia, Rapporto 2006 dell’OsservatorioRegionale per l’integrazione e la multi etnicità, Milano, marzo 2007, p. 110.50 Alfredo Alietti, I campi a Voghera: tra nomadismo forzato e volontà di sedentarizzazione , in Maurizio Ambrosini e Antonio Tosi (a curadi), opera citata, p. 185.51 Maurizio Ambrosini e Antonio Tosi (a cura di), opera citata.52 La ricerca ha utilizzato il metodo etnografico, basato sull’osservazione partecipante, su interviste a testimoni privilegiati (in modoparticolare, operatori sociali impegnati sul campo), sulla raccolta di articoli di stampa e altro materiale documentario, su colloqui einterviste non strutturate, sulla partecipazione ad alcuni momenti della vita delle popolazioni rom e sinte, sulla produzione autonoma dimateriale fotografico, e si è avvalsa della collaborazione di organizzazioni da tempo impegnate nel sostegno alle popolazioni rom e sinti.

Page 26: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 26/50

 

27

-  campo spontaneo di Via San Dionigi a Milano, abitato da Rom provenienti dalla Romania,stabilitisi qui dopo l’incendio di un precedente insediamento;

-  campo Sinti di Voghera, di cui, nel corso della ricerca, si è realizzato il trasferimento da uninsediamento irregolare ma tollerato nel centro della città, a un campo autorizzato e attrezzatoai margini estremi del territorio comunale;

-  insediamenti sparsi, di piccole dimensioni, nelle province di Mantova e Cremona

(Casalmaggiore), abitati da Sinti italiani.

Le principali osservazioni che emergono da queste analisi sono le seguenti:• il primo grosso problema che si incontra nell’insegnamento ai bambini Rom e Sinti è di tipo

linguistico, sia nel caso di Rom e Sinti appena arrivati, sia nel caso di cittadini italiani, anche per questi ultimi infatti l’italiano è una seconda lingua e in famiglia viene parlato esclusivamente ilromanes . Tanto che ad esempio nel campo di via Novara “un dato rilevante risulta essere quellodell’alto tasso di difficoltà nel comprendere la lingua italiana sia scritta che orale edell’analfabetismo soprattutto tra i ventenni (…)”53. Le difficoltà che gli zingari devono affrontarenel linguaggio non si limitano alla comprensione delle frasi in italiano ed alla loro formulazione,ma sono relative a molteplici aspetti, alcuni dovuti ad esempio al fatto che la cultura zingara siasolamente orale e l’appartenenza ad una comunità che non pratica la scrittura determina

modalità peculiari di sviluppo cognitivo;• la maggior parte dei bambini non frequenta con regolarità la scuola, e quelli che lo fanno in molticasi sono spinti dai genitori per ragioni che non riguardano la loro educazione, come ad esempiola possibilità per gli adulti di non doversi occupare di loro per alcune ore o, come accadevaspesso in passato, la speranza di ottenere il permesso di soggiorno (ex art. d.l. 286/1998);

• i bambini incontrano molte difficoltà nell’apprendimento all’interno del sistema scolastico  e inmolti casi questo determina anche l’abbandono degli studi. Nell’insediamento di via San Dionigi,ad esempio, “ne è un segnale evidente il fatto che i bambini che lo scorso anno erano iscritti allascuola media siano stati bocciati e che molti abbiano preventivamente abbandonato il percorsoscolastico”54. Dato che si conferma nei campi di Voghera dove “il rapporto con l’istituzionescolastica diviene problematico nel passaggio alle medie a causa della mancanza di un sostegnoadeguato alle problematiche dei ragazzi sinti. Nessuno degli adolescenti presenti dopo la scuolamedia ha proseguito negli studi”55;

• in qualche caso si rileva uno squilibrio tra il livello di frequenza di bambini e bambine, con unamaggior difficoltà per quest’ultime di poter frequentare la scuola. Nel campo di via Novara “laproporzione di genere (…) vede le ragazze in netto svantaggio rispetto ai loro coetanei maschi. Attualmente sono iscritti alla scuola elementare 38 bambini mentre due sono ancora in attesa diessere inseriti; di questi quaranta 14 sono femmine mentre i restanti 26 sono maschi. (…) Incontrotendenza rispetto alle generazioni precedenti, notiamo che le ragazze sono più propense aproseguire gli studi dopo la terza media, questo dato potrebbe dipendere dal fatto che le stessehanno frequentato in Italia classi alte del ciclo elementare o l’intero ciclo delle scuole medie; leragazze che arrivate in Italia non hanno frequentato subito la scuola media inferiorerarissimamente hanno in seguito conseguito la licenza media o proseguito gli studi dopo diessa”56.

Tabella n. 7 - Carriera scolastica: alunni rom risiedenti al campo rom di via Novaraesito frequenza 

scuola numero 

iscritti  promossi bocciati costante buona altalenante scarsa inesistente 

elementari  37 36 1 1 23 9 3 1

medie 

inferiori 13 7 6 3 3 1 5 1

Cfp e 

superiori 7 3 4 3 1 3 -

53 Marco Trezzi, Nella forma la sostanza: i rom di via Novara , in Maurizio Ambrosini e Antonio Tosi (a cura di), Vivere ai margini.Un’indagine sugli insediamenti rom e sinti in Lombardia, Rapporto 2006 dell’Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multi etnicità,

Milano, marzo 2007, p. 160.54 Paolo Cottino, Gloria Pessina, Case senza mattoni, in Maurizio Ambrosini e Antonio Tosi (a cura di), opera citata p. 87.55 Alfredo Alietti, I campi a Voghera: tra nomadismo forzato e volontà di sedentarizzazione , in Maurizio Ambrosini e Antonio Tosi (a curadi), opera citata, p. 185.56 Ibidem.

Page 27: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 27/50

 

28

Dai discorsi dei genitori, raccolti nel corso di alcune interviste nel campo di Via Monte Bisbino,sembra sia prioritario che i bambini “imparino almeno a leggere e scrivere, poi il resto sembracontare relativamente. (…) Il “saper leggere e scrivere” è il pacchetto-base di competenze che tutticonsiderano essenziali e si aspettano che la scuola offra ai propri figli. Al di là di quello, la scuolasembra rilevante soprattutto perché si prende carico per alcune ore del giorno dei figli”57. Inoltre,come anticipato, vi sono ragioni culturali che rendono difficoltoso il rapporto di Rom e Sinti con il

sistema scolastico “il senso di sfiducia, che riflette più in generale il rapporto distante con ogni altraistituzione dello Stato, e che costituisce un patrimonio condiviso dagli abitanti, si tramuta poi inalcuni rapporti privilegiati con i pochi operatori scolastici che negli anni hanno insistitonell’intrattenere rapporti con i figli (…). Questa personalizzazione del rapporto con le istituzioni, cuiva il merito di aver garantito nel tempo il consolidarsi di diversi rapporti tra figli, genitori einsegnanti, rappresenta il lato pragmatico del rapporto asimmetrico e formale che si è costituito neltempo tra i cittadini-clienti-utenti rom dell’area di Via Monte Bisbino e le istituzioni scolastiche”58.

Per i genitori l’inserimento scolastico dei figli è difficoltoso non solo per ragioni di tipo culturale maanche economico ed organizzativo. Spesso infatti i bambini sono una risorsa in grado di dare uncontributo al sostentamento economico della famiglia, possono sbrigare le faccende di casa epartecipare ai lavori utili allo svolgimento delle vita quotidiana. In alcuni casi l’inserimento

scolastico di più figli diventa difficoltoso poiché gli stessi, che potrebbero frequentare il medesimoistituto, vengono assegnati a istituti diversi con tutti i disagi che ne conseguono. Nel campo di ViaNovara, ad esempio, “nel caso dell’anno scolastico 2006/2007 su dodici nuclei familiari con più figliper nucleo inseriti alla scuola elementare, soltanto sette hanno potuto godere della possibilità diinserire i figli nella stessa scuola. Se guardiamo gli inserimenti in prima elementare dell’annoscolastico 2006/2007 soltanto 2 bambini su 5 sono stati inseriti in una scuola dove già andava unfratello o una sorella. Il fatto di essere divisi in più istituti disincentiva i genitori a seguire i figli nelloro percorso scolastico”59. Generalmente i genitori trovano molte difficoltà nello stabilire deicontatti con il corpo docenti della scuola che i figli frequentano. Se poi i bambini vengono dislocatiin scuole diverse, il fatto di doversi interfacciare con più insegnanti rende particolarmente difficile lapartecipazione e la cura da parte dei genitori della carriera scolastica dei propri figli.

Esperienze in controtendenza sono quelle vissute nel campo di Via del Porto a Casalmaggioredove “sotto il profilo della scolarizzazione sembra che l’attività di integrazione dei bambini sintinella comunità cremonese abbia raggiunto risultati apprezzabili. I tassi di scolarizzazione sonobuoni, secondo quanto dichiarato dalla Onm60 e, a riprova dell’interesse reciproco per questotema, esiste un servizio di trasporto per i bambini che agevola la permanenza scolasticadissuadendo l’abbandono. L’unico inconveniente segnalato è che il trasporto dei bambini non vieneeffettuato direttamente al campo, ma sulla vicina tangenziale lasciando così esposti i bambini altraffico veicolare. Tale servizio inoltre non copre che i livelli di istruzione inferiori riducendoulteriormente l’incentivo alla continuazione del percorso scolastico oltre le scuole dell’obbligo”61.

In alcuni casi, la consapevolezza dell’importanza di possedere il diploma della scuola mediainferiore, per ottenere un lavoro, può essere un utile stimolo e può contribuire a mutarel’atteggiamento di rifiuto nei confronti del sistema scolastico. Un’esperienza simile si è verificata,

ad esempio, nel campo di Sinti italiani di Voghera, nel quale un ragazzo, per poter accettare uncontratto in regola offertogli da una ditta locale, ha deciso di intraprendere le scuole serali; “èopportuno rilevare, in questo caso, il rinforzo della madre nel sostenere la necessità di ottenere ildiploma e l’esempio del padre, l’unico con un contratto di lavoro” 62.Nell’insediamento di Via San Dionigi invece “per quanto riguarda i ragazzi di età superiore ai 14anni sia l’associazione Nocetum che la Casa della Carità stanno lavorando a organizzare il loroinserimento nell’ambito di corsi professionalizzanti, e in particolare di quelli della durata di 150 ore

57 Giovanni Semi, Alessia Cicuto e Alessandro Corradi, Il villaggio e il quartiere: il campo di via Monte Bisbino , in Maurizio Ambrosini e Antonio Tosi (a cura di), opera citata, p. 111.58 Ibidem.59 Marco Trezzi, Nella forma la sostanza: i rom di via Novara , in Maurizio Ambrosini e Antonio Tosi (a cura di), op. cit., p. 160.60 Opera Nomadi di Mantova.61 Andrea Molle, I nomadi di Mantova e Casalmaggiore: tra mediazione e intervento , in Maurizio Ambrosini e Antonio Tosi (a cura di),opera citata, p. 198-199.62 Alfredo Alietti, I campi a Voghera: tra nomadismo forzato e volontà di sedentarizzazione , in Maurizio Ambrosini e Antonio Tosi (a curadi), opera citata, p. 185.

Page 28: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 28/50

 

29

(per meccanico, l’aiuto cuoco, l’elettricista) finanziati dal Fondo sociale europeo, integrandoli conuna preparazione centrata sull’insegnamento della lingua italiana”63.

3.3. Approfondimento: i minori Rom e Sinti e la scuola

In questo paragrafo il tema della scolarizzazione e delle pratiche educative viene approfondito

riportando uno studio sul contesto educativo nel quale sono inseriti i minori delle famiglie rom esinti in Lombardia. Vengono presentati alcuni dati tratti dal Rapporto 2006 dell’Osservatorioregionale per l’integrazione e la multi etnicità, volti a quantificare i diversi aspetti delle esperienzefatte dai minori ed analizzare in modo specifico le realtà di quattro province lombarde64.

Scolarizzazione in Lombardia Il Rapporto dell’Osservatorio evidenzia che, nell’anno scolastico 2005-06, i minori iscritti nellescuole lombarde sono stati 1.631. Tuttavia, non sono disponibili informazioni che permettano dicogliere il successo o l’insuccesso scolastico dei minori rom e sinti nomadi che risultano iscritti aidiversi gradi di scuola e, non conoscendo con esattezza il totale di tali minori presenti nella nostraregione, non possiamo nemmeno sapere quale sia il livello complessivo di scolarizzazione.

 Attraverso le notizie raccolte dalle interviste sul campo è emerso che anche nei casi in cui siregistra la disponibilità delle famiglie a iscrivere i propri figli a scuola e in cui si riscontra tutta labuona volontà per favorirne la frequenza, si evidenzia un alto grado di dispersione, dovuta a unaserie di complicazioni che condizionano il percorso scolastico di questi minori; un percorso chenella maggior parte dei casi risulta discontinuo o addirittura si arresta prima della conclusione.La scolarizzazione è ancora un problema irrisolto, sia per motivi interni alla famiglia, sia per l’organizzazione della scuola e del territorio, e l’iter scolastico seguito si limita spesso alla scuolasecondaria di I grado, sono pochissimi coloro che riescono a conseguire una formazione di IIgrado.

Grafico n. 1 – Alunni rom e sinti in Lombardia per provinceanno scolastico 2005-06.

Fonte: Elaborazioni dell’Osservatorio Regionale per l’integrazione ela multi etnicità su dati del Ministero dell’Università e della Ricerca.

Tra le province lombarde la distribuzione degli alunni rom e sinti risulta disomogenea, sievidenziano realtà come quella della città di Milano con oltre il 70% delle presenze regionali edi città come Sondrio dove tali presenze risultano quasi inesistenti (grafico n. 1). Non tutti i datiriportati nel grafico rispecchiano la situazione reale perché le rilevazioni “vengono realizzate indeterminati periodi, durante i quali la scuola non ha ancora registrato eventuali trasferimenti e/o

63 Paolo Cottino, Gloria Pessina, Case senza mattoni, in Maurizio Ambrosini e Antonio Tosi (a cura di), opera citata, p. 88.64 Rosi Spadaro, Approfondimento. Minori nomadi e scuola, in Maurizio Ambrosini e Antonio Tosi (a cura di), Vivere ai margini.Un’indagine sugli insediamenti rom e sinti in Lombardia, Rapporto 2006 dell’Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multi etnicità,Milano, marzo 2007, p. 209-219. Alcune parti di questo testo sono state omesse per motivi di sinteticità o perché non completamenteinerenti alle tematiche affrontate dal presente quaderno di documentazione. Per chi volesse prendere visione del testo integrale sirimanda alla versione contenuta nella pubblicazione dell’Osservatorio.

0

100

200

300

400

500

600

700

800

900

1000

  B  e  r  g  a  m

  o 

  B  r  e  s  c  i  a

  C  r  e  m

  o  n  a

  C  o  m  o 

  L  e  c  c  o 

  L  o  d  i

  M  a  n

  t  o  v  a

 

  M  i  l  a  n  o

  P  a  v  i  a

  S  o  n  d

  r  i  o 

   V  a  r  e  s  e

 

Page 29: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 29/50

 

30

nuovi arrivi. Ma aldilà delle possibili inesattezze occorre pensare che, rispetto al numero deifrequentanti registrati, una grossa fetta di minori in età di obbligo scolastico non assolve tale diritto-dovere. Nel tentativo di costruire un mosaico di informazioni sono state prese in considerazione lenotizie tratte dalle analisi di caso, riportate in tabella, creando un collegamento fra tipologie degliinsediamenti, gruppi etnici, regolarità del soggiorno e rapporto con le scuole. Dal quadro di sintesiemerge che gli adulti intervistati hanno dato risposte dalle quali emerge che il loro rapporto con la

scuola è piuttosto problematico nella maggioranza dei casi. Le situazioni più positive si riscontranoper il campo di Via Novara a Milano e quello di Casalmaggiore in provincia di Cremona.Incrociando i dati relativi al tipo di rapporto con la scuola con quelli riferiti al tipo di insediamento sicoglie una maggiore positività nei rapporti con la scuola fra insediamenti autorizzati dal Comunerispetto agli altri. Sempre dal confronto di tali dati si rileva che la positività del rapporto non èstrettamente collegato al gruppo etnico né al tipo di permanenza (regolare o irregolare)”65.

Tabella n. 8 – Sintesi dei rapporti scuola-campi (informazioni tratte da interviste)

Insediamento soggiorno sito nazionalità/ 

gruppi nuclei minori 

rapporto con la scuola/frequenza 

supporti 

Campo spontaneo/baracche

villaggio

irregolareS. Dionigi

Milanorumeni 44 175

difficoltoso

pochefrequenze

Casa Carità Ass. Nocetum

Terreno di proprietà/case in muratura

irregolareMonte Bisbino

Milano/Baranzate

serbi-croati300abit.

n.d.

Problematico

moltefrequenze

FacilitatoriUfficio

scolasticoprovinciale

(Usp)

campocomunale/container 

regolare/irregolare

ViaNovaraMilano

macedoni ekosovari

240abit.

121

soddisfacente

buonala frequenza

Caritas

Usp

campocomunale/area parcheggio

regolareCremona

Casalmaggioresinti italiani 3 n.d.

apprezzabile

buonala frequenza

OperaNomadi

campo

comunale/microarea/terreno di proprietà

regolare Mantova sintilombardi

9 n.d.

Problematico

sufficientela frequenza

OperaNomadi

campocomunale/roulotte

regolare Pavia/Voghera sinti italiani 16 22

Problematico

sufficientela frequenza

ComuneUsp

La realtà scolastica nelle province di Milano, Cremona, Mantova e Pavia Riportiamo sinteticamente le informazioni raccolte da un’indagine svolta dall’Osservatorio che hacoinvolto 4 province cui è stato somministrato un questionario inviato dall’Ufficio scolasticoregionale alle sedi territoriali.

Milano – Nell’anno scolastico 2005-06, la maggior parte dei 902 alunni iscritti alle scuole di Milano

e provincia frequenta le scuole primarie e secondarie di I grado. Dalla rilevazione “Minori Nomadinelle scuole di Milano e provincia” promossa dal Centro Servizi Amministrativi (CSA) nell’aprile del2005, si possono ricavare ulteriori notizie: i minori provenienti dai 7 campi nomadi comunali, dai 6insediamenti di proprietà e dagli 11 insediamenti “spontanei” della provincia “frequentavano lescuole in numero di 832, di cui il 53% a Milano e il 47% nei comuni della provincia, primo fra questiBaranzate, (…) la maggior parte dei minori censiti (oltre 500) risultava nata in Italia e in massimaparte in Lombardia e (…) il numero maggiore di presenze si registrava nella fascia di età 10 -13anni. Infine un ultimo dato, seppur sintetico, riguarda la frequenza che risultava regolare per il61%, mentre il restante 39% si divideva in irregolare per il 23% e quasi nulla per il 16%”66.

65 Rosi Spadaro, Approfondimento. Minori nomadi e scuola, in Maurizio Ambrosini e Antonio Tosi (a cura di), Vivere ai margini.

Un’indagine sugli insediamenti rom e sinti in Lombardia, Rapporto 2006 dell’Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multi etnicità,Milano, marzo 2007, p. 212.66 Rosi Spadaro, Approfondimento. Minori nomadi e scuola, in Maurizio Ambrosini e Antonio Tosi (a cura di), Vivere ai margini.Un’indagine sugli insediamenti rom e sinti in Lombardia, Rapporto 2006 dell’Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multi etnicità,Milano, marzo 2007, p. 212.

Page 30: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 30/50

 

31

Cremona – In questa città e nella sua provincia gli alunni rom e sinti frequentanti sono 39, di cui19 nelle scuole di Casalmaggiore. La distribuzione nelle scuole evidenzia una loro maggiorepresenza nelle scuole elementari.Mantova – Qui si registra la presenza di minori nomadi anche nelle scuole superiori (3 studenti),nel complesso gli alunni frequentanti sono 50 maggiormente distribuiti nelle scuole elementari.Pavia – La maggior parte dei 142 alunni rom e sinti presenti nelle scuole di Pavia e provincia

frequenta le scuole primarie e sono pochissimi quelli inseriti nelle scuole secondarie di II grado.Dai dati del CSA di Pavia riguardanti i 13 alunni sinti, che frequentano le scuole di Voghera, siricava “che 10 minori sono nati in Italia, che la maggior parte sono di religione cattolica e che 8 su13 sono femmine. Dalle interviste sul campo non sono emerse ulteriori significative informazioni,ma solo l’affermazione che “il rapporto con l’istituzione scolastica appare problematico, soprattuttonelle scuole medie a causa della mancanza di sostegno adeguato alle difficoltà dei ragazzi sinti” 67.

Grafico n. 2 – Alunni rom e sinti nelle province di Milano, Cremona, Mantova e Pavia, per tipo di scuola – anno

scolastico 2005- 06.

0 100 200 300 400 500 600 700

Pavia

Mantova

Cremona

Milano

DDS 71 19 12 192

ICS 46 22 25 619

SMS 25 6 2 86

SS 0 3 0 5

Pavia Mantova Cremona Milano

 

Fonte : Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multietnicità.

Sul territorio lombardo si sono sviluppate diverse esperienze volte ad agevolare l’inserimentoscolastico dei bambini rom e sinti, tra queste si possono ricordare alcuni tipi di interventoparticolarmente significativi, come:- i progetti delle singole scuole, che sono tantissimi e che mirano a costruire percorsi di

educazione e di istruzione personalizzati e comuni per realizzare un clima relazionale positivoper tutti gli alunni della scuola (vedi Banca dati Progetti per l’EducazioneInterculturale/Osservatorio Regionale-Ismu);

- il progetto regionale promosso da Regione Lombardia Ufficio Scolastico regionale, Asl e OperaNomadi per affrontare in concreto i problemi, in area materno infantile, dei soggetti disagiati,destinato alla formazione di Mediatori culturali rom in campo sociosanitario ed educativo. Taleprogetto interessa, da un biennio, in forma sperimentale i territori di Milano e Pavia;

- il progetto “Rete RomSinti” promosso dal CSA di Milano sul territorio di Milano e di alcunicomuni limitrofi, come Rho e Baranzate, per favorire innanzitutto l’informazione alle scuole, per raccogliere le iscrizioni scolastiche delle famiglie rom e sinti, per coordinare gli inserimentiscolastici nelle scuole e garantire i servizi di trasporto in collaborazione con il Comune;

- il progetto della Casa della Carità che, d’intesa con il Ministero dell’Istruzione e le scuole, stalavorando per sperimentare un modello che integra aspetti socio-educativi dentro e fuori lascuola.

Il Rapporto 2006 dell’Osservatorio si conclude con alcune considerazioni sulla necessità dicostruire una conoscenza più approfondita ed organica del rapporto fra Rom/Sinti e scuola, ingrado di supportare maggiormente le scelte di intervento: “quanto emerso fin qui evidenzia nonsolo la problematicità del rapporto nomadi-scuola, ma anche la mancanza di dati quantitativi e

qualitativi sui minori che frequentano o no la scuola; dati che possano permettere analisicomparate e studi approfonditi, funzionali alla risoluzione delle problematiche emerse. La

67 Ibidem.

Classificazioneamministrativa delle scuole:

DDS  – Direzioni DidatticheStatali (elementari e inqualche raro caso anchematerne)

ICS  – Istituti ComprensiviStatali (elementari + medie ein qualche raro caso anchematerne) 

SMS  – Scuole MedieStatali (medie) 

SS  – Scuole Superiori(superiori)

Page 31: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 31/50

 

32

frammentarietà dei dati, la difformità delle rilevazioni locali che impediscono un confronto fracategorie, nel tempo e nello spazio, l’approssimazione delle risposte date dalle famiglie e l’assenzadel punto di vista dei minori e degli operatori delle scuola, richiedono l’avvio immediato di unaindagine regionale approfondita su tale tema, come già convenuto in sede di OsservatorioRegionale per l’integrazione e la multi etnicità. Una indagine che permetta di cogliere e analizzarequali dinamiche si sottendono alla non iscrizione a scuola, alla saltuaria frequenza scolastica e

all’insuccesso scolastico/formativo che spesso accompagna il percorso scolastico dei minorinomadi. Una indagine da realizzare attraverso la raccolta di informazioni con diverse modalità. (…)Obiettivi prioritari della ricerca saranno quelli di cogliere le cause che determinano l’insuccessoscolastico-formativo e di individuare delle piste di intervento che, partendo dalle buone pratiche giàesistenti, traducano in positivo le potenzialità registrate”68.

3.4. Alfabetizzazione degli adulti

Per quanto riguarda gli adulti, non sono disponibili dati e studi sui livelli di istruzione edalfabetizzazione. Le informazioni reperibili si limitano alla considerazione che non risultanoiscrizioni di Rom e Sinti nelle scuole serali, né nei Centri Territoriali Permanenti per EDA(Educazione degli adulti). Al contrario di quanto avviene comunemente per gli adulti stranieri, che

spesso frequentano corsi appositi di italiano, non risultano attivi corsi analoghi destinati in modospecifico ad adulti rom o sinti.L’unica esperienza che ha visto donne rom impegnate in corsi di formazione è l’intervento diRegione Lombardia per la formazione di mediatrici culturali in ambito educativo e sanitario, cheoltre ad un percorso formativo mirato, elaborato in collaborazione con l’Università Bicocca, haportato alcune mediatrici a conseguire la certificazione in Italiano L2, grazie al progetto “Certifica iltuo italiano”.

68 Rosi Spadaro, Approfondimento. Minori nomadi e scuola, in Maurizio Ambrosini e Antonio Tosi (a cura di), Vivere ai margini.Un’indagine sugli insediamenti rom e sinti in Lombardia, Rapporto 2006 dell’Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multi etnicità,Milano, marzo 2007, p. 218-219.

Page 32: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 32/50

 

33

4. Il lavoro: fra tradizione e modernizzazione 

In questo paragrafo verranno affrontati gli aspetti riguardanti le attività e le occupazioni dei Rom edei Sinti. Anche in questo caso ci avvarremo di ricostruzioni offerte da alcune ricerche etnografichecondotte sulle realtà degli insediamenti lombardi. In passato quello del lavoro non era un problemacosì critico come lo è ora; come accennato nei capitoli precedenti, appena giunti in Europa gli

zingari erano identificabili anche attraverso attività ed abilità particolari: quali la musica, la danza,l’arte di lavorare i metalli e di intrecciare i vimini, l’allevamento dei cavalli e l’addestramento dianimali, l’acrobazia e lo spettacolo in grado di garantire un minimo di reddito. Oggi invece lasocietà zingara vive una crisi dovuta ai grandi mutamenti che la nuova società industriale etelematica impone.

4.1. Le occupazioni di Rom e Sinti

Gli zingari faticano a convertire i loro mestieri tradizionali in attività che rispondano alle nuoveesigenze di mercato ed in loro rimane viva la convinzione che il lavoro debba essere soltanto unostrumento. L’occupazione nella cultura zingara rappresenta una necessità piuttosto che un fine e nonle viene attribuita una specifica valenza sociale. Difficilmente il Rom/Sinto concepisce il lavoro

dipendente, né riesce ad adattarsi facilmente a degli orari fissi, a dei vincoli e alla prospettiva disvolgere la medesima occupazione per tutta la vita. La società occidentale propone invece unmodello fondato sul lavoro e la produzione, un modello di tipo individualistico che vede il primatodella persona e questo contrasta con le abitudini di tipo comunitario degli zingari. Inoltre i mestieritradizionali "sono entrati in crisi, in un processo che si è accelerato con gli anni Settanta man manoche la moderna economia di mercato faceva scomparire i residui spazi economici “arcaici” (...).Questo vuoto, questa morte dei loro lavori viene riempito da un arrangiarsi quotidiano fatto anchedi espedienti. D’altronde spesso i posti di lavoro offerti scompaiono immediatamente, se ilrichiedente è rom”69.I bassi livelli d’istruzione e la mancanza di titoli di studio determinano notevoli difficoltànell’inserimento lavorativo e c’è anche “l’elemento di demoralizzazione, di distorsione cheintroduce nella psicologia di una collettività l’essere a lungo esclusa dal lavoro e rinchiusanell’economia degli espedienti. Su questa demoralizzazione, su questa distorsione interviene daalcuni anni, creando grande allarme tra i Rom più anziani, la malavita organizzata”70.Per le famiglie l’unico reddito sicuro è dato dal lavoro della donna che svolge l’attività che tuttorapersiste: quella del chiedere l’elemosina71. Il peso del sostentamento della famiglia si è dunquespostato dall’uomo alla donna, con conseguente ribaltamento dei ruoli e crisi della strutturafamiliare. Gli uomini generalmente cercano di arrotondare raccogliendo ferro vecchio e svolgendolavori occasionali; soprattutto i ragazzi appena sposati cercano lavori stagionali per poter comprarequanto serve alla famiglia appena formata.Ma comunque è necessario tenere presente che “in realtà le strategie di sopravvivenza di Rom eSinti variano a seconda delle comunità e dei luoghi, così come varia il loro grado di marginalità e illoro coinvolgimento nei diversi tipi di attività lavorativa”72. Alcune ricerche evidenziano “unadiversificazione nell’importanza conferita alla dimensione del lavoro. L’esperienza di un redditogarantito incomincia a pesare nelle valutazioni e tende a crescere d’importanza nella vita

quotidiana delle famiglie sinte: lo testimonia la partecipazione di alcuni adolescenti alle attività diraccolta stagionali nelle cascine vicine, e gli stessi adulti di fronte alla fatica di mantenere unasoglia minima di guadagno dalle attività svolte saltuariamente prospettano un possibile avvenire dilavoro “regolarizzato”. Tale termine non vuole indicare esclusivamente la volontà di attivitàsubordinate, piuttosto evidenzia la possibile ricerca di forme lavorative ibride che rispondano albisogno di continuità delle entrate e consentano di mantenere un minimo di autonomia nel gestire itempi di vita”73.

69 Maurizio Ambrosini e Antonio Tosi (a cura di), Vivere ai margini. Un’indagine sugli insediamenti rom e sinti in Lombardia, Rapporto2006 dell’Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multi etnicità, Milano, marzo 2007, p. 28.70 Ibidem.71 Attività che in romanes viene indicata con la parola “mangel”.72 Maurizio Ambrosiani e Antonio Tosi, opera citata p. 29.73 Alfredo Alietti, I campi a Voghera: tra nomadismo forzato e volontà di sedentarizzazione , in Maurizio Ambrosini e Antonio Tosi (a curadi), op. cit., p. 182.

Page 33: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 33/50

 

34

4.2. I lavori nella quotidianità degli insediamenti Lombardi

La mancanza di dati e di ricerche quantitative in grado di descrivere le attività lavorative di Rom eSinti, e gli aspetti a queste correlati, è ancor più marcata rispetto a quanto già sottolineato neiparagrafi precedenti in riferimento ai livelli d’istruzione ed alla scolarizzazione. Anche in questocaso abbiamo dunque ritenuto utile utilizzare le informazioni di tipo qualitativo raccolte dalle

ricerche etnografiche riportate nel Rapporto 2006 dell’Osservatorio Regionale per l’integrazione ela multi etnicità74, che descrivono anche gli aspetti lavorativi della vita di Rom e Sinti in alcunicampi lombardi.Da queste analisi emergono alcuni punti che accomunano le esperienze vissute nei diversiinsediamenti:• sono in pochi ad avere “un lavoro regolare, mentre molti sembrerebbero sopravvivere grazie a

diversi espedienti”75 o comunque grazie ad attività saltuarie, stagionali, precarie e non in regola;• quando viene intrapresa un’attività lavorativa, spesso si tratta di attività in proprio: il musicista,

l’autotrasportatore, il meccanico76; si può tuttavia osservare anche che “le nuove generazioni,rispetto alle generazioni precedenti, accettano di buon grado anche il rapporto di lavorodipendente: tendenzialmente i capi famiglia preferiscono il lavoro dipendente a “piccole dosi” enon sempre dimostrano una tenuta del lavoro sul lungo periodo preferendo spesso rassegnare le

proprie dimissioni”77

;• il sostentamento familiare, soprattutto da parte delle donne e comunque per coloro che non sono

impiegati in attività lavorative “è basato soprattutto sul mangel : per questi Rom mangel assumesia il senso limitativo di andare a chiedere l’elemosina ma soprattutto il mantenimento di quellarete di appoggio che, tramite parrocchie, centri di ascolto e conoscenze personali permette lorodi riuscire a mantenersi”78;

• infine i problemi dell’occupazione sono strettamente legati a quelli dell’analfabetismo, inparticolare quello “presente tra i giovani adulti, condizione che produce uno svantaggio aggiuntivonell’accesso nel mercato del lavoro oltre a quelli collegabili ai pregiudizi esterni e alla mancanza diuna qualifica professionale”79.

 A titolo esemplificativo, si può considerare la situazione degli abitanti dei campi di Milano-via

Novara e di Voghera.Nel primo, “su 60 residenti adulti maschi, solo 25 hanno un impiego lavorativo e per molti il lavoroè comunque precario (tramite cooperative o agenzie che, in base al carico di lavoro, chiamano isoci o gli iscritti). Gli altri adulti maschi esercitano lavori irregolari o di tipo autonomo”80.Nei campi nomadi di Voghera “alcuni uomini hanno già avuto esperienza di lavoro dipendente per periodi più o meno brevi, anche se in questo momento un solo capofamiglia risulta occupatopresso un’azienda agricola della zona da circa tre anni, mentre gli altri svolgono principalmenteattività di recupero e rivendita di materiali ferrosi o si dedicano a piccoli trasporti e traslochi”81.Non è poi inusuale che alcune attività lavorative si sviluppino all’interno stesso del campo ed alservizio dei suoi abitanti: “saltuariamente compaiono anche piccole attività economiche di servizio,interne al quartiere, come rivendite informali di beni di consumo, soprattutto dolciumi e bevande”82.L’insediamento di via San Dionigi ad esempio “è dotato di tre “bar” all’interno di tre baracche (…)

gestiti da una o più persone della medesima famiglia che servono caffè, bibite fresche e prodottiacquistati al discount e rivenduti a prezzi leggermente maggiorati. Tra i clienti del bar non vi sonosolo gli abitanti del campo: vengono anche da fuori (…). Presso due dei tre bar viene vendutaanche l’elettricità prodotta dai due grandi generatori. In secondo luogo presso l’insediamento èattivo un forno per la produzione quotidiana di pane (...). Per quanto riguarda poi il servizio dipulizia: l’incarico per le pulizie del campo e degli spazi esterni a ciascuna baracca è stato affidato a

74 Maurizio Ambrosini e Antonio Tosi (a cura di), opera citata.75 Giovanni Semi, Alessia Cicuto e Alessandro Corradi, Il villaggio e il quartiere: il campo di via Monte Bisbino , in Maurizio Ambrosini e

 Antonio Tosi (a cura di), opera citata, p. 108.76 Ibidem77 Marco Trezzi, Nella forma la sostanza: i rom di via Novara , in Maurizio Ambrosini e Antonio Tosi (a cura di), opera citata, p. 149.78 Marco Trezzi, opera citata, p. 149-150.79 Alfredo Alietti, opera citata, p. 182-183.80 Marco Trezzi, opera citata, p. 149.81 Alfredo Alietti, opera citata, p. 182-183.82 Giovanni Semi, Alessia Cicuto e Alessandro Corradi, Il villaggio e il quartiere: il campo di via Monte Bisbino , in Maurizio Ambrosini e

 Antonio Tosi (a cura di), op. cit., p. 108.

Page 34: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 34/50

 

35

un abitante (...) e comprende la pulizia dell’esterno, il trasporto dell’immondizia alla discarica, lapulizia dei bagni”83.

Un’esperienza positiva per lo più per i giovani maschi, in quanto accettata dalla famiglia, è quellarelativa alle borse lavoro. “Tale strumento è però funzionale se si tratta del primo ingresso nelmondo del lavoro: la retribuzione minima non è di ostacolo per i genitori proprio perché siconsidera questa una prima esperienza lavorativa con caratteristiche formative. Per le stesseragioni la borsa lavoro non è considerata una valida alternativa alla disoccupazione degli adulti chesi considerano già formati”84.

4.3. Una strategia per l’integrazione: la mediazione linguistico–culturale

In Lombardia a partire dall’anno scolastico 2004/2005è stata avviata la sperimentazione “Mediazione linguistico-culturale in area materno infantile a favore di utenze svantaggiate ”, realizzata attraverso le risorsedel Fondo Nazionale per le politiche sociali. Questa

iniziativa vede coinvolti Regione Lombardia (DirezioneGenerale Famiglia e Solidarietà Sociale), l’UfficioScolastico Regionale per la Lombardia, l’Asl Città diMilano (dipartimento Assi) e il comune di Pavia85. Ilprogetto ha come obiettivo quello di assicurare aiminori rom e sinti e alle loro famiglie una rete diservizi sanitari e socioeducativi di informazione,accoglienza e supporto nella fruizione dei servizistessi. Obiettivo trasversale è stato invece quello dellaformazione  professionale dei mediatori e dellemediatrici rom e sinti, che prestano servizio presso lescuole, i consultori e i campi nomadi delle province di

Milano e Pavia. La sperimentazione così “oltre adavere una ricaduta sull’utenza e sugli operatori deiservizi socio-sanitari (…), ha contribuito nel far crescere in queste donne rom la coscienza del proprioruolo professionale e sociale. Infatti, in questi anni ilprogetto ha permesso di formare un gruppo di 12mediatrici culturali esperte e di altre 5 operatrici dicampo di primo livello, dotando loro non solo dellecompetenze necessarie per esercitare tale lavoro sia in campo scolastico che sanitario, ma altresì,orientando ciascuna verso la funzione lavorativa più adatta e consentendo loro di raggiungere unamaggiore autonomia e consapevolezza di se stesse, della propria identità e utilità sociale”86.Il lavoro di mediazione linguistico-culturale può essere molto utile ad esempio nei consultori, dove,

grazie alla presenza di mediatrici, le donne provenienti dai campi nomadi possono essere piùdisposte a ricevere informazioni, accettare consigli e a farsi seguire nel corso della gravidanza. Piùin generale, questo lavoro può aiutare l’avvicinamento degli zingari alle istituzioni socio-sanitariecon un conseguente aumento della possibilità di effettuare dei controlli sulla salute dei bambini,vaccinarli ed inserirli in circuiti educativi e scolastici.

83 Paolo Cottino, Gloria Pessina, Case senza mattoni, in Maurizio Ambrosini e Antonio Tosi (a cura di), opera citata,  p. 82.84 Marco Trezzi, opera citata, p. 149-150.85 Alla realizzazione dell’intervento hanno attivamente collaborato anche altri soggetti pubblici e privati, quali: l’Università di MilanoBicocca, gli Uffici Scolastici Provinciali di Milano e Pavia, l’Opera nomadi di Milano, consultori familiari, scuole dell’obbligo e formazione

professionale.86 Così Clara Demarchi, funzionario della Direzione Generale Famiglia e Solidarietà Sociale, nella sua relazione durante il ventunesimoconvegno nazionale dell’ Associazione Italiana Zingari Oggi (AIZO), tenutosi il 5 ottobre 2007 a Rovereto (TN).* Elisabetta Nigris, in Sabrina Ignazi e Monica Napoli (a cura di), L’inserimento scolastico dei bambini rom e sinti , Caritas AmbrosianaCentro COME, FrancoAngeli, Milano 2004, p 75.

Che cos’è la mediazione culturale

Il tentativo di relazionarsi, compiuto dasoggetti appartenenti a culture differenti,può fallire a causa di un diversosignificato assegnato alle parole, ai gesti,alle azioni, alle domande, alle richieste oalle risposte. Per questo motivo puòemergere la necessità di strumenti dimediazione linguistica e culturale,capaci di veicolare da una culturaall’altra, da una lingua all’altra, da uncodice interpretativo all’altro. L’obiettivo èquello di facilitare la convivenza pacificae l’integrazione nelle societàmultietniche, tramite lo scambio, lacomunicazione e la conoscenza.“Compito del mediatore culturale non èeliminare un conflitto, ma renderloesplicito. La riconciliazione non èl’obiettivo, ma il mezzo e lo strumentoper avviare il dialogo”*. Nelle situazioni dimigrazione, la mediazione culturalesolitamente viene effettuata da personeappartenenti al Paese di provenienzadegli immigrati. 

Page 35: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 35/50

 

36

 

APPENDICE

Page 36: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 36/50

 

37

Normativa e documentazione nazionale ed internazionale 

In questo capitolo forniremo una sintesi della legislazione statale e regionale e dei principalidocumenti nazionali ed internazionali volti a definire le politiche riguardanti le popolazioni zingare eil riconoscimento dei loro diritti.

Legislazione statale e regionale

Normativa statale

- D.P.R. 26 marzo 1970, n. 347 “Riconoscimento dell’Ente morale opera Nomadi”.- Legge 13 ottobre1975, n. 654 “Ratifica di convenzione internazionale sull’eliminazione di tutte

le forme di discriminazione razziale”.- D.M. Ministero dell’Interno, 7 aprile 1989 “Individuazione dei comuni interessati alla

predisposizione di infrastrutture necessarie alla realizzazione di aree attrezzate per ospitalitàdelle minoranze nomadi“.

- Legge 27 maggio 1991, n. 176, di ratifica della Convenzione sui Diritti del fanciullo (New York

20 novembre 1989).- Legge 25 giugno 1993, n. 205 “Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e

religiosa”.- D.P.R. 21 aprile 1994, n. 394 “Regolamento recante semplificazione dei procedimenti di

concessione di contributi a favore di attività teatrali di prosa, cinematografiche, musicali e didanza, circensi e di spettacolo viaggiante, nonché dei procedimenti di autorizzazione per l’esercizio di attività circensi e per parchi di divertimento”.

- Decreto Legislativo 25 luglio 1998, n. 286, “Testo unico delle disposizioni concernenti ladisciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”.

- Legge 6 marzo 1998, n. 40 “Disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dellostraniero”.

- Legge 15 Dicembre 1999, n. 482 “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistichestoriche“.

- “Testo Unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia – D.P.R. n. 380del 6 giugno 2001”.

- Legge 30 luglio 2002, n. 189 “Modifiche alla normativa in materia di immigrazione e asilo“.- Decreto Legislativo 19 novembre 2007, n. 251 “Attuazione della direttiva 2004/83/CE recante

norme minime sull’attribuzione a cittadini di Paesi terzi o apolidi della qualifica di rifugiato o dipersona altrimenti bisognosa di protezione internazionale, nonché norme minime sulcontenuto della protezione riconosciuta”.

Circolari ministeriali

Ministero dell'Interno:  - Circolare Min. Int. Amm. Civ. Enti Locali. n. 17/73 dell'11.10.1973 su ”Problema dei nomadi“- Circolare Min. Int. Amm. Civ. Enti Locali (80) 19 (1) del 31.7.1980 su “Spettacoli viaggianti e

correlate iniziative teatrali e culturali itineranti di vario tipo.”- Circolare Min. Int. Amm. Civ. Enti Locali (85) n. 4 del 5.7.1985 su “Problema dei nomadi“.- Circolare Min. Int. Amm. Civ. Enti Locali (88) n. 6 del 6.6.1988 su “Legge 18.3.1968 n. 337 –

Spettacoli viaggianti”.- Circolare Min. Int. Amm. Civ. Enti Locali n. 8 (89) dell’1.7.1989 su “Ordinanza sindacale

d’urgenza. Responsabilità – Controllo”.- Circolare Min. Int. Dip. P. S. n. 4 del 18.1.1991 “Oggetto: Insediamenti di nomadi, zingari ed

extracomunitari. Attività di vigilanza e di controllo“.-

Circolare Min.Int. Dip. P. S. del 28.5.1993 su “Nomadi – Dislocazione sul territorio”.- Circolare Min. Int. Amm. Civ. Enti Locali. n. 8 (95) del 29.5.1995 su “Precisazionisull'iscrizione nell'anagrafe della popolazione residente, di cittadini italiani“.

Page 37: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 37/50

 

38

Ministero della Giustizia:  - Circolare del 21.5.1965 su “Legislazione attinente gli zingari“.

Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca:  - Raccomandazione del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione del 14.4.1981.-

Circolare n. 207 del 16.7.1986 su “Scolarizzazione degli alunni zingari e nomadi nella scuolamaterna, elementare e secondaria di primo grado”.- Circolare n. 400 del 31.12.1991 su “Iscrizione degli alunni alle scuole materne, elementari e

secondarie di primo grado”.- Circolare n. 67 del 7.3.1992 su “Legge 23.12.91 n. 423. Soppressione della ratifica

ministeriale ai fini dell'iscrizione negli istituti e scuole di istruzione secondarie di studentiprovenienti dall'estero”.

- Circolare n. 5 del 12.1.1994 su “Iscrizione nelle scuole e negli istituti di ogni ordine e grado diminori stranieri privi di permesso di soggiorno. Modifiche e integrazioni del paragrafo 7 dellaC. M. 31.12.91 n. 0400, già modificato dalla C. M. 7.3.92 n. 67“.

- Documento del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione del 14.7.1995.

Ministero per i Beni e le attività culturali: - Circolare n. 337 del 18.3.1968 Oggetto: Disposizioni sui circhi equestri e sugli spettacoli

viaggianti.

Leggi regionali

Lombardia - L.r. 22.12.1989, n. 77 “Azione regionale per la tutela delle popolazioni appartenenti alle etnie

tradizionalmente nomadi e seminomadi”. L’art. 3 di tale legge, riguardante la realizzazione dicampi di sosta o di transito è stato abrogato dalla:

- L.r. 04.03.2008, n. 82 “Ulteriori modifiche ed integrazioni alla legge regionale 11.3.2005, n. 12,Legge per il governo del territorio”, che definisce nuove disposizioni per regolare lalocalizzazione, la realizzazione ed il mantenimento dei campi di sosta e di transito dei nomadi.

Emilia Romagna - L.r. 12.1.1985, n. 2 “Riordino e programmazione delle funzioni di assistenza sociale”.- L.r. 23.11.1988, n. 47 “Norme per le minoranze nomadi in Emilia Romagna”.- L.r. 6.9.1993, n. 34 contenente modifiche della l.r. 23.11.1988, n. 47 “Norme per le minoranze

nomadi in Emilia Romagna” e della l.r. 12.1.1985, n. 2 “Riordino e programmazione dellefunzioni di assistenza sociale”.

Friuli-Venezia Giulia - L.r. 14.3.1988, n. 11 “Norme a tutela della cultura 'Rom' nell’ambito del territorio della Regione

autonoma Friuli-Venezia Giulia”.- L.r. 20.6.1988, n. 54 "Modificazione alla l.r. 14.3.1988, n. 11 "Norme a tutela della cultura

'Rom' nell'ambito del territorio della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia”.- L.r. 24.6.1991, n. 25 “Modificazioni ed integrazioni alla l.r. 14.3.1988, n. 11 "Norme a tutela

della cultura 'Rom' nell'ambito del territorio della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia”, giàmodificata dalla l.r. 20.6.1988, n. 54.

Lazio - L.r. 3.5.1985, n. 59 "Disciplina dei complessi ricettivi campeggistici".- L.r. 24.5.1985, n. 82 “Norme in favore dei Rom”.- L.r. 30.3.1992, n. 29 "Norme per l'attuazione del diritto allo studio".

Liguria - L.r. 27.8.1992, n. 21 “Interventi a tutela delle popolazioni zingare e nomadi”.

Page 38: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 38/50

 

39

Marche - L.r. 5.1.1994, n. 3 “Interventi a favore degli emigrati, degli immigrati, dei rifugiati, degli apolidi,

dei nomadi e delle loro famiglie”.

Piemonte - L.r. 10.6.1993, n. 26 “Interventi a favore della popolazione zingara”.

Sardegna - L.r. 9.3.1988, n. 9 “Tutela dell’etnia e della cultura dei nomadi”.

Toscana - L.r. 8.4.1995, n. 73 “Interventi per i popoli Rom e Sinti”.

Trentino - Alto Adige - L.p. 2.9.1985, n. 15 “Norme a tutela degli zingari”.

Umbria 

- L.r. 27.4.1990, n. 32 “Misure per favorire l’inserimento dei nomadi nella società e per la tuteladella loro identità e del loro patrimonio culturale”.

Veneto - L.r. 22.12.1989, n. 54 “Interventi a tutela della cultura dei Rom e dei Sinti”.

Le rimanenti Regioni (Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Campania, Abruzzo, Molise, ValleD'Aosta) non hanno legiferato nella materia di cui trattasi. 

Documenti internazionali 

Unione Europea

Consiglio

Risoluzioni: - Concernente la scolarizzazione dei figli degli zingari e dei girovaghi. N. 89/C 153/02 del

22/5/1989 (G.U.C.E. N. C 153/3 del 21.6.89).

Parlamento europeo

Risoluzioni: - Concernente l'istruzione dei figli di genitori senza fissa dimora. S. n. del 16/3/1984. (G.U.C.E.

N. C 104/144 del 16.4.84).- Sur la situation des Tziganes dans la Communauté. Testo in francese e italiano. (G.U.C.E. N.

C 172/153 del 24.5.1984).- Sull'analfabetismo e l'istruzione dei bambini i cui genitori non hanno dimora stabile.

Documento A2-0379/88 del 17/3/89 (G.U.C.E. N. C 96/250 del 17.4.89).- Sulle minoranze linguistiche e culturali nella Comunità europea. N. A3-0042/94 del 9.2.94.

(G.U.C.E. N. C 61/111 del 28.2.94).- Sulla situazione degli zingari nella Comunità del 21.4.94. (G.U.C.E. N. C 128/372 del 9.5.94).- Sulla situazione dei Rom dell’Unione Europea del 28.4.2005 (G.U.C.E. C 45E/129 del

23.2.05).- Sulla situazione delle donne Rom nell’Unione Europea del 1.06.06 (G.U.C.E. N. C 298E del

8.12.06).

- Sull’applicazione della direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell’Unione e dei lorofamiliari di circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli Stati Membri, 15.11.07.

- Su una strategia europea per i rom, del 31 gennaio 2008 (non ancora pubblicata).

Page 39: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 39/50

 

40

Relazioni:  - Sulla situazione degli Zingari nella Comunità. A nome della Commissione giuridica.

Documento 1-1544/83 del 19.3.1984.- Su l'analfabetismo e l'istruzione dei bambini i cui genitori non hanno dimora stabile. A nome

della Commissione per la gioventù, la cultura, l'istruzione e lo sport. Documento A2-0379/88del 3/2/89.

Consiglio d'Europa

Comitato dei Ministri

Convenzioni: - Convenzione-quadro per la protezione delle minoranze nazionali. Adottata il10.11.1994.

Raccomandazioni:  - Relative aux nomades apatrides ou de nationalité indéterminée. N. R (83) 1 adoptée le

22/2/1983. Testo in francese, inglese e italiano.

- Recommandation n. R(2000) 4 du Comité des Ministres aux Etats members sur l’éducationdes enfants roms/tsiganes en Europe. Testo in francese.

Risoluzioni: - Containing recommendations on the social situation of nomads in Europe. N. (75) 13 adopted

on 22/5/1975. Testo in inglese e italiano.

Assemblea Parlamentare

Raccomandazioni:  - Relative à la situation des Tziganes et autres nomades en Europe. N. 563 (1969) adopté le

30.9.1969. Testo in francese, inglese e italiano.

- Relative aux Tziganes en Europe. N. 1203 (1993) adopté le 2.2.1993. Testo in francese edinglese.

Rapporti: - Sur les Tziganes en Europe. Doc. 6733 dell'11/1/1993. Testo in francese ed inglese.

Conferenza Permanente dei Poteri Locali e Regionali dell'Europa (CPLRE)

Risoluzioni:  - Sur le rôle et la responsabilité des collectivités locales et régionales face aux poblémes

culturels et sociaux des populations d'origine nomade. Testo in francese e italiano. N. 125

(1981) adottata il 29.10.1981.- On Gypsies in Europe: the role and responsability of local and regional authorities. N. 249

(1993) del 18.3.1993. Testo in inglese.- Il contributo degli zingari alla costruzione di un'Europa tollerante. Testo in italiano e francese.

N. 16 (1995) adottata il 31.5.1995.

Audizioni:  - Les Tziganes et l'Europe: transmission de la tradition dans une Europe en mutation. Testo in

francese. N. CPL/Cult (27) 11 del 12-13 luglio 1991.

Conclusioni: - Les Tziganes dans la commune, Conclusions du colloque. 15-17 octobre 1992. Testo in

francese. N. Coll/Tsi (92) 16 rév. Del 25.11.1992.

Page 40: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 40/50

 

41

Rapporti:  - Les Tziganes en Europe: rôle et responsabilités des autorités locales et régionales, 16-18

mars 1993 (aboutit à la résolution 125 (1981). Testo in francese. N. CPL (28) 10 Part I del16.3.1993.

Comitati di espertiConferenza dei Ministri europei della Giustizia – Comitato di esperti per i documenti

d'identità e la circolazione delle persone (CAHID)

Rapporti:  - Examen des question juridiques liées à la circulation des nomades. Testo in francese. Projet

de rapport final d'activité CAHID (86) 3 del 31.7.1986.

Convenzione Culturale Europea – Consiglio della Cooperazione Culturale (CDCC)

Rapporti:  - La formation des enseignants des enfants tziganes. 20éme séminaire de Donauedchingen,

 Allemagne, 20-25 juin 1983 (avec une recommandation). Testo in francese. N. DECS/EGT(83) 63.

Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza (ECRI)

Raccomandazioni:  - La lotta contro il razzismo e l'intolleranza verso i rom/zingari. N. 3 del 6.3.1998.

Comitato europeo sulle migrazioni (CDMG)

Rapporti:  - La situazione degli zingari (rom e sinti) in Europa. N. (95) adottato il 5.5.1995.

Altri Organismi internazionali

Conferenza per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (CSCE)

Documenti:  - Riunione di Copenhagen. Testo in italiano e francese. 5-29 giugno 1990, Copenhagen, 1990- Réunion d'experts de la CSCE sur les minorités nationales. Testo in francese. 1-19 juillet

1991, Genève, 1991.- Riunione di Mosca della conferenza sulla dimensione umana. Testo in italiano e francese. 10

settembre – 4 ottobre 1991, Mosca, 1991.-

Document de Helsinki. Les défis du changement. Testo in italiano (con omissis) e francese.12 juin 1992, Helsinki, 1992.

Organizzazione delle Nazioni Unite

- Etude des droits des personnes appartenant aux minorités ethniques, religieuses etlinguistiques. Commission des droits de l'homme. Projet de ésolution. Testo in francese.E/CN.4/Sub.2/L.670 (26.8.1977).

- Rapport de la lutte contre les mesures discriminatoires et de la protection des minorites.Etude des droits des personnes appartenant aux minorités ethniques, religieuses etlinguistiques. Commission des droits de l'homme. Testo in francese. E/CN.4/1261 –E/CN.4/Sub.2/399 (24.10.1977).

- NGO committee recommends 30 organizations for consultative status (version anglaise).Press release Committe on NGOs (1.3.1979) 393 rd Meeting (PM) Protection des minorités.

Page 41: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 41/50

 

42

Commission des droits de l'homme. Projet de résolution. Testo in francese.E/CN.4/Sub.2/1991/L.9 (19.8.1991).

- Le droit de toute personne de quitter tout pays, y compris le sien, et de revenir dans son pays.Commission des droits de l'homme. Projet de décision. Testo in francese.E/CN.4/Sub.2/1991/L.65 (28.8.1991).

- Prevention of discrimination and protection of minorities. Commission of human rights. Testoin inglese. E/CN.4/Sub.2/1992/L.11/Add.5 (28.8.1992).

Iniziativa Centro Europea (CEI)

- Strumento CEI per la tutela dei diritti delle minoranze. Testo in italiano e inglese. Budapest(15 novembre 1994).

Varie

Associazione mondiale dei Rom - Romani Union: - Statuto dell'Associazione, organismo non governativo riconosciuto dall'O.N.U. il 2 marzo

1979.- Documento degli zingari italiani presentato al 3° Congresso mondiale della Romani Union

(Maggio 1981).

Page 42: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 42/50

 

43

Enti e organizzazioni per lo studio e la tutela di Rom e Sinti

The European Roma Rights Centre (ERRC) è un’organizzazione internazionale di pubblicointeresse volta alla tutela giuridica nei confronti delle popolazioni Rom per combattere il razzismo el’abuso dei diritti umani ai Danni di questa popolazione. Sorta nel 1996, ha procurato allapopolazione Rom gli strumenti necessari a combattere la discriminazione e ottenere pari dirittinell’accesso alla politica, all’ istruzione, alla casa, alla salute e ai pubblici servizi .(testi in linguainglese).http://www.errc.org/English_index.php 

ECRI – La Commissione del Consiglio d’Europa contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI) è statafondata in occasione della conferenza al vertice di Vienna del 1993. Gli esperti dell'ECRI operanosu mandato degli Stati membri del Consiglio d'Europa ma in modo assolutamente indipendente.Dal 1997, queste istituzioni collaborano alla realizzazione di alcuni progetti.Nel sito internet dell’ECRI si possono consultare i rapporti e le raccomandazioni, e ottenere altreinteressanti informazioni nelle pagine dedicate alle “minoranze”. (testi in lingua inglese).www.coe.int 

The Decade of Roma Inclusion 2005–2015 (Dieci anni di integrazione Rom 2005-2015) è uncomitato senza precedenti nella storia, formato dai governi dei Paesi europei centrali e orientali per promuovere le condizioni socio economiche e l’integrazioni del popolo Rom in un progettointerregionale. E’ un’iniziativa internazionale che unisce i governi, le associazioni intergovernativee non governative per accelerare il processo di miglioramento delle condizioni dei Rom in modotangibile e trasparente. “La decade” ha posto come priorità i temi dell’istruzione, salute, casa elavoro. L’idea di questa iniziativa ha preso il via da una Conferenza generale sui Rom tenutasi aBudapest nel 2003, dal titolo “I Rom nell’allargamento europeo, sfide per il futuro” i Primi Ministridei governi partecipanti hanno siglato la Dichiarazione per “Decade of Roma Inclusion“a Sofia, il 2febbraio 2005. I nove Paesi che prendono parte a questo progetto sono: Bulgaria, Croazia,Repubblica Ceca, Ungheria, Macedonia, Montenegro, Romania, Serbia, and Slovakia. Tutti questi

Paesi hanno un numero considerevole di minoranze Rom che sono state nel tempo discriminate esvantaggiate.http://www.romadecade.org/ 

Ministero dell’Interno – Le comunità sprovviste di territorioPer una più ampia conoscenza dell’attuale situazione in cui si trovano le comunità rom e sinti, èstato istituto un Tavolo tecnico interministeriale, coordinato dal Prefetto Perla Stancari, direttorecentrale per i diritti civili, la cittadinanza e le minoranze. Il fine del Tavolo è quello di esaminaretutte le questioni emergenti e individuare possibili soluzioni, anche normative, che tutelino gliaspetti culturali delle stesse comunità rom, sinte e caminanti, prestando attenzione all’equilibrio tradiritti e doveri. Al tavolo partecipano le amministrazioni competenti in materia: Presidenza del Consiglio dei

Ministri, Affari Esteri, Pubblica istruzione, Giustizia, Salute, Solidarietà sociale, Affari regionali eautonomie locali, Diritti e Pari opportunità, Politiche per la Famiglia, Anci; Upi, Conferenza deiPresidenti delle Regioni e Province autonome ed il Confemili (Comitato nazionale Federativominoranze linguistiche d’Italia).http://www.interno.it/mininterno/ 

L’Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multi etnicità, ISMU istituito dalla Giunta dellaRegione Lombardia con provvedimento n. 2526 del 5 dicembre 2000, nasce non solo dall’esigenzadi conoscere e monitorare il fenomeno della presenza straniera ma anche dalla consapevolezzache l’immigrazione è un fenomeno strutturale che ha investito e continuerà ad investire in modoprivilegiato l’Italia per la sua collocazione geografica e la Lombardia per la sua attività economica eproduttiva. Con d.g.r. n. 19977 del 23 dicembre 2004, la Giunta ha istituzionalizzato la rete degliOsservatori Provinciali sull'immigrazione quali preziosi terminali per la realizzazione di unsistema informativo integrato sulla realtà migratoria a scala locale. L’ISMU costituisce unostrumento funzionale all’acquisizione di dati certi e puntuali, costantemente aggiornati, sul

Page 43: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 43/50

 

44

fenomeno dell’immigrazione nel territorio regionale della Lombardia. Facendo convergere ruoli ecompetenze e coniugando il lavoro di enti di ricerca non solo universitari, l’Osservatorio Regionaleper l’integrazione e la multietnicità analizza gli aspetti quantitativi e caratterizzanti la popolazioneimmigrata. Uno degli aspetti considerati dalla ricerca dell’Osservatorio e quello della presenza diRom e Sinti nella Regione.http://www.ismu.org 

L'Opera Nomadi nasce a Bolzano nel 1963 come associazione regionale del Trentino Alto Adigee diventa una associazione di carattere nazionale nel 1965. Il 26/3/1970, con Decreto delPresidente della Repubblica n. 347, è elevata a Ente Morale Nazionale. L'Associazione è natadalla consapevolezza che fosse necessario un movimento di volontari organizzato per promuovereinterventi atti a togliere gli zingari ed altri nomadi,o gruppi di origine nomade dalla situazione diemarginazione in cui sono relegati e per aprire la collettività nazionale alla comprensione eall'accoglienza dei diversi. Per corrispondere meglio allo sviluppo di una società pluralistica eaperta, l'Opera Nomadi si configura come un'associazione apartitica, aconfesionale, promotricedella partecipazione diretta di Rom e Sinti.In generale, l'Opera Nomadi si fa mediatrice tra i pubblici poteri ed i gruppi di rom e sinti per la

tutela dei loro diritti e per favorire interventi specifici atti a sanare le situazioni di svantaggio.L'Associazione si articola sul territorio in sezioni (provinciali o regionali) o gruppi collaboratoriautonomi. Ha una struttura nazionale che si riunisce periodicamente a Roma ed elegge ogni 3 anniun Presidente e un Direttivo, analogamente alle sezioni locali.La sezione di Milano è rappresentata dal Presidente Anna Ricci, dal Vicepresidente MaurizioPagani, dal Segretario Giorgio Bezzecchi, dal Tesoriere Andrea Bertol e dal Consigliere CostantinMarin.http://www.operanomadimilano.org/ 

La Caritas è stata costituita in Italia nel 1971 da un’intuizione di Papa Paolo VI come organismopastorale finalizzato a promuovere la testimonianza della carità all'interno della comunità cristiana."La Caritas …assume una prevalente funzione pedagogica: il suo aspetto spirituale non si misura

con cifre e bilanci, ma con la capacità che essa ha di sensibilizzare la Chiesa locale e i singolifedeli al senso e al dovere della carità in forme consone ai bisogni e ai tempi". Così Papa Paolo VIespresse ai Presidenti delle Caritas Diocesane al Primo Convegno Nazionale della Caritas Italianail 27 settembre 1972 la propria idea di missione della Caritas. La Caritas Ambrosiana èl'organismo pastorale istituito dall'Arcivescovo al fine di promuovere la testimonianza della caritàdella comunità ecclesiale diocesana e delle comunità minori, specie parrocchiali, in forme consoneai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell'uomo, della giustizia sociale e della pace,con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica.La Caritas Ambrosiana collabora attivamente con il Comune di Milano per l’area di bisogni relativaall’integrazione dei rom e sinti nei campi comunali ed è impegnata in studi e ricerche incollaborazione con l’ISMU e il Politecnico di Milano.http://www.caritas.it/ 

Sucar Drom – Istituto di Cultura Sinta In Lombardia, presso Ente Morale Opera NomadiSezione di MantovaSucar Drom è un’organizzazione formata da appartenenti alla società maggioritaria (in sensonumerico) e da appartenenti alle società sinte e rom.La mission di Sucar Drom è il riconoscimentodei pieni diritti di cittadinanza delle Minoranze Nazionali ed Europee Sinte e Rom. L’organizzazionecontrasta tutte le forme di discriminazione, dirette e indirette, che attualmente colpiscono lepopolazioni sinte e rom.Sucar Drom agevola le relazioni tra gli individui, le società e le culture per la realizzazione di una cultura della conoscenza, del dialogo e della comprensione, fondatasull'acquisizione responsabile di diritti reciproci. Opera anche a livello internazionale.http://www.sucardrom.eu/cenni.html 

OsservAzione – Centro di ricerca azione contro la discriminazione di rom e sinti èun'associazione di promozione sociale - onlus che nasce ufficialmente nel 2005.Successivamente, si è costituita della rete Conares, il coordinamento nazionale rom, sinti e gagé,

Page 44: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 44/50

 

45

che ha partecipato ad alcune delle battaglie più significative per i diritti dei rom e dei sinti in Italia,contribuendo a far conoscere in Europa le gravi forme di discriminazione, razzismo e segregazioneche colpiscono queste persone in Italia. Il “Paese dei campi”, il rapporto sulla discriminazionerazziale di rom e sinti in Italia, pubblicato e diffuso in tutta Europa dallo European Roma RightCenter (ERRC), ha generato un processo a catena che ha portato la Commissione delle NazioniUnite contro il Razzismo e la Discriminazione (CERD) e la Commissione Europea contro ilRazzismo e l'Intolleranza (ECRI) ad esprimere pubblicamente pareri critici verso l'Italia e le suepolitiche verso rom e sinti.http://www.osservazione.org 

Il Centro Studi Zingari ha iniziato la propria attività nell'anno 1965 presso l'Università di Padova esi è costituito come ente autonomo nell'anno 1970 a Roma.Ha come scopo la promozione e la realizzazione di studi e ricerche sulle tematiche del mondozingaro; la pubblicazione della rivista Lacio Drom (cessata nel 1999) e di quaderni speciali;la collaborazione con Enti, Istituti culturali e organizzazioni allo scopo di promuovere, diffondere edifendere la cultura zingara.http://members.xoom.alice.it/mcrs/centro_studi_zingari.htm 

Il Comitato Rom e Sinti Insieme si è costituito il 14 Aprile 2007 a Mantova, Si sono riuniti idelegati dei diversi gruppi Rom e Sinti. All’unanimità sono stati eletti 22 delegati di diversi gruppirom e sinti che costituiscono ufficialmente il Comitato Rom e Sinti Insieme. Tra le finalità delComitato vi è quella di sollecitare il Governo italiano al riconoscimento delle minoranze Rom eSinte come ha già fatto più volte il Consiglio d'Europa e l’Unione Europea.In Italia le minoranze Rom e Sinte non sono riconosciute nè come Minoranze Etniche Linguistichenè come Minoranze Nazionali e pertanto non beneficiano dei diritti che questi status prevedono.Il Comitato è stato invitato tra le organizzazioni che si occupano della difesa delle minoranze allaConferenza europea sulle popolazioni rom e sinte che si è tenuta a Roma presso il Ministerodell’Interno il 22, 23 gennaio 2008.http://www.comitatoromanophralipe.it/index.html 

Page 45: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 45/50

 

46

Riviste e monografie della biblioteca del Consiglio Regionale87 

Monografie 

Osservatorio Regionale per l’integrazione e la Multietnicità, ISMU, Vivere ai margini – Un’indagine sugli insediamenti rom e sinti in Lombardia , Milano, 2007.

F. Motta, S. Geraci e M. Converso, Rom, Sinti e Camminanti in Italia , in Dossier StatisticoImmigrazione 2006 - XVI Rapporto sull'Immigrazione, Caritas/Migrantes, Roma 2006.

N. Sigona, I confini del “problema zingari”. Le politiche dei campi nomadi in Italia , in T.CAPONIO e A. COLOMBO (a cura di), Migrazioni globali, integrazioni locali , Il Mulino, Bologna,2005, p. 267-293.

 A. Tosi, Rom e sinti: un’integrazione possibile , in COMMISSIONE PER LE POLITICHE DIINTEGRAZIONE DEGLI IMMIGRATI, Secondo rapporto sull’integrazione degli immigrati in Italia , acura di G. ZINCONE, Il Mulino, Bologna, 2001, cap. XIV.

Periodici

P. Arrigoni e T. Vitale, Quale legalità? Rom e gagi a confronto, in  Aggiornamenti sociali, n.3/2008, p.182-194.

D. Pizzuti, Accogliere i Rom – Una rete di solidarietà a Napoli , in Aggiornamenti sociali , n.3/2007, p. 211-221.

L.Mancini, Antropologia e diritto zingaro , in Sociologia del diritto , n. 3/2004, p. 43-55.

F.M. Galanti, I bambini degli zingari e il reato di maltrattamenti in famiglia , in Questione 

giustizia , n. 3/2003, p. 652-661.

L. Mancini, Il debole riconoscimento giuridico di una minoranza:il caso degli zingari , inDiritto, immigrazione e cittadinanza , n. 3/2001, p. 65-72.

C. Landuzzi, Gli zingari: un nomadismo in crisi , in Sociologia urbana e rurale , n. 59/1999, p.189-219.

 A. Simoni, Il giurista e gli zingari: lezioni dalla Common Law , in Politica del diritto, n. 4/1999, p.629-666.

R. Pezzano,Bambini “argati” e riduzione in schiavitù: primo intervento della Cassazione ,

inForo Italiano, 1990, parte II, p. 369-374In I rom nella scuola italiana , Quaderni di sociologia, n. 3/2004 (numero monografico)

C. Saletti Salza, Non c’è proprio niente da ridere. Sulle strategie di gestione del quotidiano scolastico di alcuni alunni rom , p. 7-29.

S. Menchinelli, Il rapporto di una comunità rom kalderasha con la scuola , p. 31-49. 

S. Pontrandolfo, Alla ricerca dei rom di Melfi: i rom immaginati e l’archivio scolastico , p. 51-72.

 A.V. Sorani, Gli insegnanti degli alunni rom e sinti. Un’indagine nazionale , p. 73-110. 

87 I testi segnalati sono disponibili al prestito e consultazione presso la Biblioteca consiliare.

Page 46: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 46/50

 

47

Documentazione digitale

S. Franzese e M. Spadaro, Rom e sinti in Piemonte a dodici anni dalla legge regionale 10 giugno 1993, n. 26, “Interventi a favore della popolazione zingara ” , IRES, 2005http://www.piemonteimmigrazione.it/pubblicazioni.html#societa 

Page 47: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 47/50

 

48

Bibliografia generale e webgrafia

- Ambrosini M., Sociologia delle migrazioni , Il Mulino, Bologna, 2005.- AA.VV., Un viaggio senza sosta , in «Aspe», 15, 3, pp. 3 – 32, 1996.- Balfour R. La dimensione europea della questione Rom/Zingara, paper presentato alla

Commissione per le politiche di integrazione degli immigrati, Roma, 2000.- Bertozzi R., Le politiche sociali per i minori stranieri non accompagnati. Pratiche e modelli 

locali;in Italia , FrancoAngeli, Milano, 2005.- Bezzecchi G., Il ruolo del mediatore culturale , in Aa.Vv., La mediazione culturale. Una scelta,

un diritto , Istituto di Cultura Sinta, Mantova, 2003.- Bizeul D., Nomades en France , L’Harmattan, Paris, 1993.- Blangiardo G.C., Il campionamento per centri o ambienti di aggregazione nelle indagini sulla 

presenza straniera , in Aa.Vv., Studi in onore di G. Landenna, Giuffrè, Milano, 1996.- Blangiardo G.C., (a cura di), L’immigrazione straniera in Lombardia. La prima indagine 

regionale. Rapporto 2001, Fondazione Ismu, Regione Lombardia, Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multietnicità, Milano, 2002.

- Brazzoduro M. Gli zingari: questione etnica e politica sociale, in «Sociologia urbana e 

rurale>>, pp. 17- 48, pp. 55-76, 1995.- Brunello P. (a cura di) L'urbanistica del disprezzo. Campi Rom e società italiana, 

Manifestolibri, Roma, 1996.- Calabrò A. R. Il vento non soffia più , Marsilio, Venezia,1992.- Caritas Ambrosiana, Gli insediamenti zingari e l'abitare , Atti del Convegno 17 dicembre 1999.- Caritas Ambrosiana, L’inserimento scolastico dei bambini rom e sinti . F. Angeli, 2004.- Cozannet Francoise , Gli zingari, miti e usanze religiose, Jacka Book, 2000, Milano.- Cuomo, C. Ma come fanno a vivere, questi zingari? in: Opera Nomadi di Milano, Gli Zingari, a

cura di A. Arlati, F. Manna, C. Cuomo, «Il calendario del popolo», 1997.- De Angelis, R. Una comunità/cultura «diversa» in Italia: il caso degli zingari, in «Affari sociali

internazionali»,1993 n.1, 79 -92.

- Dell’Agnese E., Vitale T., Rom e Sinti. Una galassia di minoranze senza territorio, in A.Rosina, G. Amiotti (a cura di), Identità e integrazione. Passato e presente delle minoranze nell’Europa mediterranea , FrancoAngeli, Milano, 2007, 123-145.

- D’Isola (a cura di), Alla periferia del mondo. Il popolo dei Rom e dei Sinti escluso dalla storia, Fondazione Roberto Franceschi, Milano, 2003.

- European Commission, Enlargement Briefing/EU Support for Roma Communities in Central and Eastern Europe , 1999 Bruxelles.

- Fondazione Ismu, Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multietnicità, Rapporto 2001.Gli immigrati in Lombardia , Milano, 2002.

- Fondazione Ismu, Regione Lombardia, Osservatorio Regionale per l’integrazione e lamultietnicità, Rapporto 2002. Gli immigrati in Lombardia , Milano, 2003.

- Fondazione Ismu, Regione Lombardia, Osservatorio Regionale per l’integrazione e lamultietnicità, Rapporto 2003. Gli immigrati in Lombardia , Milano, 2004.

- Fondazione Ismu, Regione Lombardia, Osservatorio Regionale per l’integrazione e lamultietnicità, Rapporto 2004. Gli immigrati in Lombardia , Milano, 2005.

- Fondazione Ismu, Regione Lombardia, Osservatorio Regionale per l’integrazione e lamultietnicità, Rapporto 2005. Gli immigrati in Lombardia , Milano, 2006.

- Fondazione Ismu, Regione Lombardia, Osservatorio Regionale per l’integrazione e lamultietnicità, Vivere ai margini. Un’indagine sugli insediamenti rom e sinti in Lombardia , Rapp.2007.

- Geraci S., Maisano B., Motta F. (a cura di), Salute Zingara, Edizioni Anterem, Roma, 1998.- Geraci S., La salute, in Zincone G., (a cura di), Secondo Rapporto sull’integrazione degli 

immigrati in Italia , Il Mulino, Bologna, 2001, pp. 715-724.

- Geraci S. (coordinatore ricerca) ed altri - Individuazione di politiche locali adeguate per la fruizione dei servizi sanitari da parte degli immigrati e dei rom e sinti. Ricerca commissionata

Page 48: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 48/50

 

49

dalla presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento Affari Sociali - Commissione per lepolitiche di integrazione. Anni 1999 e 2000.

- Hille H. e Straubhaar T., The Impact of the EU Enlargement on Migration Movements and Economic Integration: Results of Recent Studies , Seminar on recent developments inmigration and the labour, febbraio 2000.

- Karpati M. Gruppi zingari in Italia , in Rom. Sinti, Kalè zingari e viaggianti, Ed. Lacio Drom,Roma 1995.

- Karpati M., Le politiche attuali nei confronti degli zingari, in “Lacio Drom”, 35, 6, novembre-dicembre 1999, pp. 18-30.

- Karpati, M. Una storia di diritti negati tra rigetto e tentativi di assimilazione , Atti dei convegno«Conosciamo i Rom e i Sinti», Opera Nomadi di Milano, Milano, 1998, Romano Drom, pp. 9-14.

- IRES Piemonte, rom e sinti in Piemonte, S. Franzese e M. Spadaro, Torino, 2005- La Penna, B.M. Comunicazione al Convegno Rom e Sinti: un'integrazione possibile. Italia ed 

Europa a confronto , Napoli, 23-24 giugno 2000.- Lapov Zoran, Vac’ arè romanè, Diversità a confronto:percorsi delle identità Rom, F. Angeli,

Milano, 2004.

- Marcetti C. e Solimano N. (a cura di) Zingari in Toscana , Pontecorboli, Firenze, 1993.- Marcetti C. e Solimano N., Oltre l'apartheid del «campo nomadi», in «I confini della città», pp.

135-139, 1998.- Marta, C. Paradigmi del multiculturalismo. Potenzialità e limiti, in «Nuova Secondaria», 4, pp.

40-42, 1994.- Ministero dell’Interno, Ricerca: Le comunità sprovviste di territorio. I Rom , Sinti e Caminanti 

in Italia , a cura di Giovanni Mario Scalia, 2006.- Miur, Alunni con cittadinanza non italiana. Scuole statali e non statali. Anno scolastico 

2004/2005, Roma, 2005a. Opera Nomadi Relazioni finali dei Gruppi di lavoro del TerzoSeminario Nazionale, in «Romano Lil», 3-4, pp. 7-15, 1999.

- Osella C. Nomadi incalzati dal consumismo , in «Zingari oggi», 5 dicembre 1999. pp. 12-16.-

Pagani M., L’esperienza di mediazione culturale nei servizi socio-sanitari e scolastici, i n Aa.Vv., La mediazione culturale. Una scelta, un diritto, Istituto di Cultura Sinta, Mantova, 2003,pp. 105-117.

- Piasere L. Popoli delle discariche, Roma, CISU, 1991.- Piasere L., I Rom d’Europa, Laterza Ed. Roma, Bari, 2004.- Regione Emilia Romagna, Sinti, Rom, Gitani in Europa: la formazione e l’inserimento 

lavorativo: una proposta di buone prassi , Bologna, 2005.- Revelli M., Fuori luogo. Cronaca da un campo rom, Bollati Boringhieri,Torino, 1999.- Sigona N., Figli del ghetto. Gli italiani, i campi nomadi, e l’invenzione degli zingari , Nonluoghi

Libere edizioni, Seregnano di Divezzano, 2002.- Tosi A., Abitazione e insediamenti zingari, comunicazione al Convegno Rom e Sinti: 

un'integrazione possibile. Italia ed Europa a confronto , Napoli, 23 - 24 giugno 2000.

- Tosi A., Produrre insediamenti oltre i campi nomadi  in Atti del Convegno di Caritas Ambrosiana “Gli insediamenti zingari e l’abitare”, Milano 17 dicembre 1999.

- Tosi A., Rom e Sinti: un’integrazione possibile, in Commissione per le politiche di integrazionedegli immigrati. Secondo rapporto sull’integrazione degli immigrati in Italia, a cura di GiovannaZincone, Bologna, Il Mulino, 2000.

- Tosi A., (a cura di), Le politiche locali per l’accoglienza e l’integrazione nel quadro dei programmi regionali per l’immigrazione. Rapporto 2003, Fondazione Ismu, RegioneLombardia, Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multietnicità, Milano, 2003.

- Tosi A., Gli zingari nella città metropolitana. Un’emergenza sociale permanente e insolubile?, in G. Mazzocchi, A. Villani (a cura di), Sulla città, oggi. La periferia metropolitana,FrancoAngeli, Milano, 2004, pp. 132-148.

- Zincone G., Introduzione al Convegno Rom e Sinti: un'integrazione possibile. Italia ed Europa a confronto, Napoli, 23 -24 giugno, 2000.

Page 49: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 49/50

 

50

- Zucchetti E., (a cura di), La regolarizzazione degli stranieri. Nuovi attori nel mercato del lavoro italiano, FrancoAngeli, Milano, 2004.

Webgrafia: - www.cestim.it (Sito d'informazione sui fenomeni migratori)-

www.cgil.it/solidarietà/storia_popolo_zingaro.htm- www.errc.org (European Roman Rights Center)- www.galbeno.co.yu (Roman art, history and language)- www.geocities.com/patrin/ (The Patrin Web Journal, storia e cultura romanì)- www.gfbv.it (Associazione per i popoli minacciati, per i diritti umani, in tutto il mondo)- www.iru.iru (International Roman Union)- www.ilponterivista.com (Il Ponte, rivista fondata da Piero Calamandrei)- www.naga.it (Associazione Volontaria di Assistenza Socio-Sanitaria e per i Diritti di Stranieri

e Nomadi)- www.nonluoghi.info (Sito dell’associazione culturale Centro indipendente studi informazione

e democrazia)- www.osservazione.org (Centro di ricerca azione contro la discriminazione di rom e sinti)

- www.osservatoriobalcani.org (Osservatorio Balcani per uno sviluppo umano, democratico,sostenibile nel Sud Est Europa)

- www.provincia.milano.it (Sito della provincia di Milano)- www.romcittadinideuropa.it (Sito del progetto Rom cittadini d'Europa, nell'ambito dei progetti

comunitari EQUAL finanziati dal fondo sociale europeo)- www.ristretti.it (Federazione nazionale informazione carcere)- www.operanomadi.org (Opera Nomadi e sezione di Milano)- www.unionromani.org (Associazione Union Romani, union del pueblo gitano)- www.vurdon.it (Storia e cultura romani)- www.sucardrom.blog.tiscali.it/ (blog dell'Associazione Sucar Drom)

Page 50: QuaDocNomadi_N8 Lombardia

8/9/2019 QuaDocNomadi_N8 Lombardia

http://slidepdf.com/reader/full/quadocnomadin8-lombardia 50/50

 

La collana QUADERNI DI DOCUMENTAZIONE comprende:

1. I Consiglieri regionali: status, risorse e strutture Marzo 2001

2. Progetto di legge n. 102 "Norme per l'incremento e la tutela del patrimonio ittico e l'esercizio della 

pesca nelle acque della Regione Lombardia" Marzo 2001

3. Progetto di legge n. 75 “Norme per protezione della fauna selvatica e per la tutela dell’equilibrio ambientale e disciplina dell’attività venatoria” Ottobre 2001

4. Conoscere la Lombardia – Guida ai siti internet del Consiglio e della Giunta regionale Maggio 2002

5. Il sistema regionale allargato Una prima mappa su enti, fondazioni, aziende e società regionali Dicembre 2005

6. Il sistema regionale allargato Mappa degli enti, società, aziende e fondazioni regionali – Aggiornamento 2006 Dicembre 2006

7. Norme sul sistema educativo di istruzione e formazione della Regione Lombardia Maggio 2007

Fuori collana:

Progetto di legge n. 54 – Istituzione del Corpo forestale regionale Novembre 2000

Rapporto sugli strumenti informativi di sostegno alla funzione legislativa e di controllo Luglio 2002

Quali regole a sostegno della rappresentanza politica delle donne? Ottobre 2002

Le esperienze di analisi ex-post delle leggi nei Consigli regionali, nelle Assemblee e nelle Province autonome – Un'indagine empirica Maggio 2003

Progetti di legge in materia di asili-nido e altri servizi per l'infanzia (raccolta di documentazione a supporto della Commissione Sanità ed Assistenza)

Ottobre 2003

Un passo avanti verso l'accountability. Gli strumenti di controllo e rendicontazione nel Consiglio Regionale della Lombardia Novembre 2004

Un passo avanti verso l'accountability. Gli strumenti di rendicontazione: procedure e contenuti – II parte Giugno 2005

Raccolta di documentazione in materia di Programmazione Negoziata regionale Ottobre 2006