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Un calendario che più fitto non si puòQuesta settimana nella LocrideSettimana densissi-ma di appuntamentiche, con l’inizio diagosto, promettonodi riempire il calen-dario all’inverosimi-le. Ancora una volta,la Locride promettedi regalare grandiemozioni per tutti:dagli amanti dellefeste di paese agli

appassionati di lirica,dagli studiosi di sto-ria ai cineamatori.

Con agosto ormai alle porte è naturale chela Locride offra una così variegata rosa dieventi da mettere in seria difficoltà chi stacercando di organizzarsi al meglio legiornate di vacanza. La programmazionedei teatri, delle piazze, ma anche delle piùdisparate feste o sagre di paese è ormaientrata nel vivo, dando vita a un calendariofittissimo di eventi di grande qualità,destinati, ahinoi, talvolta, ad accavallarsi.Non fa eccezione la giornata di oggi,domenica 28 luglio, quando andranno inscena anzitutto le serate conclusive di dueeventi cominciati nelle scorse ore.Facciamo riferimento alla “Festadell’Ambiente” di Roccella Jonica e alclassico “Borgo Incantato” di Gerace. Laprima, che avrà come suggestivo scenario ilLargo Rita Levi Montalcini (1) sulLungomare Sisinio Zito, aprirà alle ore 19con un’animazione per bambini a tematicaambientale, cui seguirà, alle 19:30,l’interessante convegno “L’educazioneambientale per il futuro delle nuove

generazioni”. Il secondo non ha bisogno dipresentazioni: arrivato alla sua 20ªedizione, infatti, il “Borgo Incantato” (2),dopo le prime due serate, trasformeràGerace in un luogo magico e affascinante,in cui artisti di strada e le prelibatezze localiregaleranno a turisti e residenti una notteindimenticabile. Ma prima di cena, alle ore19, l’associazione Locri Patria Nostrapresenterà a Palazzo Nieddu del Rio“Locri anni ’70”, un incontro che ricorderàle figure di Carmelo Filocamo, NicolaJeropoli e Giuseppe Pelle. Martedì 30luglio di nuovo spazio alla spensieratezzagrazie alla musica, ai balli e allo spaziodedicato alla cultura e all’artigianato di“Bentornato Lungomare”, un eventoorganizzato dalla Città di Siderno per darenuovo impulso al lungomare delle Palme,finalmente restituito al suo anticosplendore (3). Mercoledì 31 luglio, dunque,spazio alla cultura con il convegno “LaLocride raccontata dai suoi visitatori”,organizzata dall’ArcheoClub con l’ospite

Enzo Romeo (4), che avrà inizio alle ore18:30 presso il Palazzo Nieddu del Rio diLocri, e con il secondo appuntamento delFestival del teatro Classico “Tra Miti eStoria”, che metterà in scena unadattamento di Aristofane con protagonistiVito Cesaro e Miss Italia 1996 DennyMéndez (5) alle ore 21:30 presso il TeatroGreco Romano di Portigliola. Agosto nonpoteva esordire meglio che con Riace inFestival, il cui ricchissimo programma sidipanerà in tre giorni fittissimi diappuntamenti. Si comincia giovedì 1, alleore 17:30, presso la Mediateca di Riace,con la presentazione del Libro di IlarioAmmendolia “La ‘ndrangheta come alibi”,per poi continuare alle ore 21 all’anfiteatrocon una rappresentazione teatrale diAscanio Celestini (6) e il concerto di PaoloSofia. Venerdì 2 agosto, dunque, Il Riace inFestival si sposterà, alle ore 10, pressol’Auditorium Angelo Frammartino diCaulonia per un convegno su“L’importanza di fare comunità”, cui

seguiranno, alla Mediateca di Riace, alleore 17:30, la proiezione di un docufilm e lapresentazione del nuovo libro di MarcoLupis e, alle ore 21, presso l’Anfiteatro, lapresentazione di un libro di PeppinoMazzotta (7) e la proiezione di un film diMarco Bellocchio. Sabato 3 agosto,dunque, si conclude con un concorso dicorti che si terrà presso la Mediateca alleore 17, la proiezione di un film su MimmoLucano alle ore 19 e, alle ore 21, pressol’Anfiteatro, un incontro con Vauro (8),Brunori Sas, Gianfranco Schiavone, AlexZanotelli e il concerto dei Marvanza. Maproprio il 3 agosto sarà una giornataricchissima di eventi: non sono dadimenticare, infatti, il laboratorio teatraleche si terrà a partire dalle ore 18 pressol’Anfiteatro di Siderno Superiore (9) e,soprattutto, la messa in scena della“Turandot” di Puccini, alle ore 21, pressol’area archeologica del Tempio di Marasà(10).

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Ciak a Mammola per la produzione deldocufilm ispirato alla vita e alle opere di NikSpatari, artista amato da personaggi del cali-bro di Pablo Picasso e Jean Cocteau.“Il sogno di Jacob”, che dà il titolo al film, èproprio il nome di uno dei capolavori piùfamosi del maestro calabrese che fondò acavallo tra gli anni 60 e 70, insieme alla suacompagna Hiske Maas, il Musaba: unmuseo laboratorio nel cuoredell’Aspromonte.Il film racconta la vita di Nik e delle sueforme espressive attraverso la fusione di ele-menti reali e di fiction. Elemento centraledel racconto è l’ispirazione che ha mosso lemani dell’artista fin da quando era solo unbambino. Sensibilità, conoscenza e conflittointeriore animano l’azione e la narrativa deldocumentario.

Diretto da Luigi Simone Veneziano e pro-dotto dall’associazione culturale Le SeiSorelle, il docufilm è realizzato grazie aifondi Pac della Regione Calabria per la valo-rizzazione del sistema dei beni culturali cala-bresi, al sostegno della Fondazione Carical eha il patrocinio gratuito della Calabria FilmCommission del Parco nazionaledell’Aspromonte. Nel cast de “Il sogno di Jacob” FrancescoPaglino, attore di teatro e di cinema per regi-sti come Paolo Sorrentino, Eduardo DeAngelis, Stefano Incerti e Roberto Faenza. Ateatro ha lavorato con Renato Carpentieri,Enrique Vargas, Remondi e Caporossi e innumerose produzioni di Teatri Uniti con laregia di Andrea Renzi e di Toni Servillo;Enzo De Liguoro, attore e performer rico-nosciuto a livello europeo, che vanta collabo-

razioni con Marina Abramovich, Studioazzurro, Rabarama, conosciuto al pubblicodel piccolo e grande schermo per le interpre-tazioni in “Squadra antimafia”, “L’ultimopadrino” e “Corpo celeste”; Pino Torcasio,attore di fiction e serie televisive come“Romanzo criminale”, “Gente di mare2”,“Solo”. Lo scrittore calabrese di fama inter-nazionale, Gioacchino Criaco autore di best-seller come “Anime nere” e “La maligredi”,interpreta se stesso in un cameo del film. Nella troupe Vittorio Sala, direttore dellafotografia, che lavora tra l’Italia, il RegnoUnito e il Portogallo; Luigi Porto composito-re e sound designer che si divide tra l’Italia egli Stati Uniti; Francesca Marchese, attrice,regista teatrale, assistente regia di produzio-ni cinematografiche; Alessia Principe, scrit-trice e giornalista, Andrea Ras aiuto regista.

D’ora in poi il borgo diPlacanica ha un nuovo volto.L’artista placanicheseDaniele in arte “Jack” haideato e realizzato la scrittamonumentale del nome delpaese, collocata sul muro dicinta. In tale posizione, èpossibile avere in un unicocolpo d’occhio la vista dell’in-cantevole borgo medievale etale opera, che ben si adattaal contesto grazie all’estrodell’artista, il quale ha saputotrasformare dell’anonimopolistirolo in monoliti grani-tiche. La prestazione si inse-

risce nel contesto dell’eventoestivo “Borghinfiore StreetArt”, che quest’anno è per laseconda volta diretto da Jacke che vedrà la partecipazionedi circa trenta artisti i qualiinvaderanno il borgo conesplosioni di colore a tema“arte contadina”.L’appuntamento è aPlacanica, l’8 e il 9 agosto,dove i visitatori potrannoammirare le opere nel sugge-stivo borgo e degustare lepietanze tipiche, accompa-gnate da spettacoli e diverti-menti.

Sono iniziatele riprese del

docufilm diretto daLuigi SimoneVeneziano che

racconterà in chiaveinedita il grandeartista calabreseamato da PabloPicasso e Jean

Cocteau e fondatorecon la compagna

Hiske Mass del Musaba.

PILLOLE scelte da effemme

La signora Narcissa Calhoun erauna divorziata sulla quarantinache si guadagnava da vivere ven-dendo Bibbie e opuscoli religiosi.Durante l’ultima primavera e l’e-state aveva assillato lo sceriffoJeff McCurtain perché comprasseuno dei suoi libri, e alla fine Jeff leaveva comprato un opuscolo nellasperanza che poi lo lasciasse inpace. L’aveva rivista solo tre setti-mane prima, la mattina che eraentrata nel suo ufficio portandoun gran pacco di carte; e alloraJeff aveva saputo che la donnastava scocciando l’intera conteaper ottenere firme su una petizio-ne il cui scopo era di fare riman-dare tutti i negri in Africa. Avevascritto al senatore Ashley Dukesavvertendolo che i negri stavanocomperando le “Black JesusBibles”, ordinandole per posta auna di casa di Chicago, e che sisarebbe scandalizzato se avessevisto le illustrazioni con un Gesùche sembrava un negro. Gli avevadetto che bisognava fare immedia-tamente qualcosa per impedireche nel paese circolassero le“Black Jesus Bibles”, e il senatoreAshley Dukes le aveva rispostochiedendole che cosa proponevadi fare.

Erskine Caldwell Fermento di luglio

Tornami a mente il dì che la battagliaD’amor sentii la prima volta, e dissi:Oimè, se quest’è amor, com’ei travaglia !Che gli occhi al suol tuttora intenti e fissi,Io mirava colei ch’a questo corePrimiera il varco ed innocente aprissi.Ahi come mal mi governasti, amore !(…)Giacomo Leopardi, Canti, Il primo amore

QUISQUILIEBORIS JOHNSON:

L’OTTIMISMO DELLA ILARITÀ

DI MAIO E IL MANDATO ZERO“LA MATEMATICA NON È

UN’OPINIONE”;ROBA DA PRIMA REPUBBLICA

I CINQUESTELLEPAST AND PRESENT

VINCENZO AMIDEI

Primo ciak a Mammola peril docufilm su Nik Spatari

Realizzata una scrittamonumentale che dà unnuovo volto a Placanica La sua merce comprende bracciali,

collane e orecchini, tutti fatti amano, probabilmente importati dalPakistan da dove Mohammed pro-viene. Li trasporta dentro uno zainoe un borsone più grande lungo lespiagge della Locride. Nel primopomeriggio di oggi è passato daMarina di Gioiosa Ionica e si è fer-mato sotto l’ombrellone di unnostro lettore, Ivan Loeotta. «Mi hachiesto il permesso di sedersi sullasdraio accanto alla mia – ci raccon-ta Ivan – perché era molto accalda-to, e io ovviamente l’ho fatto acco-modare. Poi mi ha mostrato tutte lecollanine e i braccialetti dandomiaccurate spiegazioni, una sorta discheda tecnica. Abbiamo concorda-to il modico prezzo e poi ha estrattoun blocchetto delle ricevute e ha ini-

ziato a scrivere. Io lo guardavoincredulo e, quindi, gli ho chiesto,quasi non fosse chiaro ciò che vede-vo, cosa stesse scrivendo. E lui: “Laricevuta fiscale”. Io: “Ma no, non ènecessario”. E lui: “Io la scrivo, poifanne pure ciò che ti pare”. Dopo iconvenevoli si è congedato augu-randomi “buona vita” tra lo stuporegenerale dei vicini di ombrellone. Ticonfesso che ero un po’ imbarazza-to. Ora la ricevuta la conserveròcome un cimelio». Mohammed hapoco più di 20 anni e pare che nonsia la prima volta che è stato vistotirare fuori dal suo zaino il blocchet-to delle ricevute. Una buona praticache tanto ha da insegnare ad ambu-lanti e non.

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Compri un braccialetto in spiaggia? Ambulante ti rilascia la ricevuta fiscale

MARINA DI GIOIOSA IONICA

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ILARIO AMMENDOLIA

Cari compagni del PD, ho ascoltato con grande interesse le vostre rela-zioni all’iniziativa di Siderno. La stima persona-le che ho nei vostri confronti mi porta a esserefranco, anche perché quasi certamente la “rifor-ma sulle autonomie” sarà approvata nei prossi-mi mesi. Se ciò non dovesse accadere, sarà per-ché Salvini avrà trovato più vantaggioso far sal-tare il “banco” o perché Conte dovrà legittima-mente tutelare gli interessi elettorali dei“Cinque Stelle” al Sud. Il PD in questo “confronto” non c’entra proprionulla, semplicemente non ha toccato palla. Sepur esistono flebili manifestazioni di dissenso alSud rispetto alla cosiddetta riforma, ben piùforti e autorevoli sono i “sì” di vaste aeree e diautorevoli esponenti del PD al Centro-Nord. Altrettanto significativi sono i silenzi e le diffusecomplicità che si colgono un po’ ovunque. Molti di noi trovano naturale che le divisionisulla “autonomia differenziata” siano trasversa-li. Io no! Assolutamente no. Perché continuo a credereche il PD e la Sinistra abbiano il dovere di col-locarsi a difesa dei più deboli e il Sud è un terri-torio estremamente debole seppur calpestatoda poteri forti. Continuo a credere che la collo-cazione naturale di una qualsiasi forza politicademocratica non possa che essere che da unasola parte: quella degli interessi nazionali e delladifesa della Costituzione. Ciò non è avvenuto sinora e quasi certamentenon avverrà in futuro, il che potrebbe significa-re che la Sinistra ha smarrito la propria anima eche il PD – ed è doloroso dirlo – non è più unpartito nazionale ma un arcipelago di interessiche per non smembrarsi è costretto a disertareil campo. Affermava qualcuno che “la verità è rivoluzio-naria”, accontentiamoci di dire che, in alcunimomenti, è necessaria. E per amor di veritàdomandiamoci dov’erano i “dirigenti” e i

responsabili istituzionali del PD calabrese nel2016 quando Renzi faceva approvare i fumosi“patti per il Sud” nel tentativo di eludere ladrammaticità della questione meridionale percome emersa dalla relazione Svimez di quel-l’anno. Dove era il PD il 22 ottobre del 2017 quando igovernatori del Veneto e della Lombardiahanno indetto il famigerato referendum perlegittimare le attuali richieste? Quello sarebbestato il momento di scatenare uno scontrodemocratico e culturale sulla Idea stessa diStato e, invece, un furbastro silenzio dilagò – aSinistra – al Nord come al Sud. E infine, dov’era il PD quando il governoGentiloni approvava le famigerate “pre-inte-se”? Il PD semplicemente non c’è stato! Non so se le ragioni di tale atteggiamento pos-sano essere considerate un serio indizio di unamutazione genetica della dirigenza PD in sensoburocratico, elettoralistico e conservatore. So dicerto che oggi il PD non è in condizione di com-battere alcuna battaglia perché privo di unastrategia meridionalista e contemporaneamen-

te perché, sedotto dal “potere” e prigionieronella stanza dei bottoni, ha sguarnito il fronte,ha abbandonato le casematte e i propri militan-ti trasformandoli in semplici elettori. Inoltre ilPD è stato supino e silente mentre la Calabriaveniva criminalizzata e mentre veniva smontatopezzo dopo pezzo lo Stato di diritto e, cosa benpiù grave, nel momento in cui – per precisi ecinici calcoli politici – la “questione meridiona-le” veniva trasformata in questione criminale. Oggi ci presentano il conto! Forti di una presunta superiorità politica, buro-cratica ed etica, i vari Fontana, Zaia o Salvini(ma anche altri) lanciano la spada di Brenno sulpiatto della bilancia al grido di “guai ai vinti” epurtroppo i “vinti” siamo noi. La cosa che ci fa più male non è la disfatta, per-ché nella vita si può anche perdere, purché ciòavvenga con dignità. Noi invece siamo statiassenti dal campo di battaglia. Devo aggiungereche nutro il massimo rispetto verso tutte le ini-ziative che si son fatte e che si faranno per con-trastare la riforma purché non siano inutili ten-tativi di gettare fumo negli occhi. L’ABC dellapolitica ci dice che quando dietro un documen-

to non c’è un “popolo” consapevole e in piedi, ècome una campana senza battacchio. E invece la campana c’è… e suona a morto peril Sud. Cari compagni, non cerco capri espiatori, se non altro perché la“Sinistra” è stata (ed è) la mia aerea di riferi-mento, ma questa non è una battaglia cometante. Qualora la “riforma” delle autonomie venisseapprovata si certificherebbe anche dal punto divista “legale” la definitiva e irreversibile trasfor-mazione del Sud in colonia interna e, contem-poraneamente si sfalderebbe una delle Nazionipiù antiche di Europa. Quanti hanno a cuore l’Italia, la democrazia, laCarta costituzionale e l’Europa non possono enon devono consentirlo altrimenti i figli dei“terroni” saranno costretti a trovarsi un’altrasponda e un’altra strada e a quel punto per laSinistra e per il PD si può solo recitare un“Requiem” ma non potranno riposare in paceperché non ci può essere mai pace per i cinici ei codardi.

Il PD non è più un partito nazionalema un arcipelago di interessi

Il Partito Democratico non è in condizione dicombattere alcuna battaglia perché privo di unastrategia meridionalista e contemporaneamenteperché, sedotto dal “potere” e prigioniero nella

stanza dei bottoni, ha sguarnito il fronte, haabbandonato le casematte e i propri militanti

trasformandoli in semplici elettori.

Mentre la Calabriaveniva

criminalizzata ementre veniva

smontato pezzodopo pezzo lo Statodi diritto il PD è statosupino e silente. Lacosa che ci fa più

male non è ladisfatta, perchénella vita si puòanche perdere,

purché ciò avvengacon dignità. Noi

invece siamo statiassenti dal campo di

battaglia.

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Forse non sbaglia chi è portato a credere che la cultura giuridica sisia smarrita e abbia ceduto il passo a una deriva che evoca gli ecces-si dei tempi dell’Inquisizione.Sembra che questo sia un orientamento destinato a farsi sempre piùspazio nella società italiana, secondo una tendenza - sicuramenteaccentuata dopo il mercimonio carrieristico emerso ai più alti livellirappresentativi della magistratura - che trova saldi addentellati in ciòche i cittadini leggono su un giornale, ascoltano alla radio o vedo-no alla televisione.Tutti, ormai, si conosce una prassi che, lungi dall'essere civile comevorrebbe, scandisce i tempi dell'agire giudiziario, condizionandolo. La prassi è quella di presentare alla pubblica opinione operazioni dipolizia cui vengono date denominazioni ad effetto e, a tacer d'altro,improbabili.Fermo e sacro il diritto/dovere di informare, dietro il quale comun-que si cela la somministrazione di dosi di elementi destinati a inci-dere, quando non a turbare la serenità delle successive fasi proces-suali, si eludono una serie di angoscianti interrogativi destinati aoccupare il cuore e le menti di chi vedrà comunque devastata nonsolo la propria vita, la propria storia, il tempo che gli resta: molto di

più!In questa Italia, si può ancora democraticamente definire non inlinea con accettabili e condivisi canoni di civiltà, la pretesa di assimi-lare alla "Geenna" la vicenda umana dei cittadini privati il 23 gen-naio scorso della libertà personale, quale che essa risulterà poiaccertata?Se è destinato a essere inquadrato in un'ottica evidentemente sessi-sta l'appellativo "Tacco 12" affibbiato a un'altra operazione piemon-tese, quali saranno stati i pensieri degli interessati, delle loro famigliee dei loro amici nel momento in cui per dare un nome all'operazio-ne del 23 gennaio scorso si è scomodata la discarica diGerusalemme, dove le Scritture dicono che venisse mantenutoperennemente acceso il fuoco, a simboleggiare le fiamme eternedell'inferno?Forse qualcuno si è riconosciuto da sé solo la titolarità di quell'arcai-co ius vitae ac necis del quale sembrava fossero scomparse le trac-ce con il lento incedere dei millenni?

Non è il caso di spendere altre parole su quanto la presentazione diquell’operazione sia stata distante dall'idea di Umanità alla qualesiamo tutti richiamati a proposito di altre piaghe che segnano ilNostro Tempo. Ma a nessuno sfugge che l’inopportuna e indegna denominazioneassegnata a quell’operazione mortifica e vanifica l'idea di uno Statoche, lungi dall'essere autoritario, sappia e voglia recuperare nell'al-veo della Legge, e con strumenti convenzionali, dunque estraneialla ritorsione e alla estorsione, chiunque avesse umanamente sba-gliato.E, tuttavia, davanti al de profundis della funzione che la pena nelnostro Ordinamento Giuridico dovrebbe avere, lì dove la stessafosse da comminare, ha generato solo angoscia e sconforto cheuomini delle istituzioni, nel dare notizia alla pubblica opinione degliarresti del 23 gennaio scorso, non abbiano avvertito disagio nel fattoche a quell'operazione qualcuno avesse deciso di dare il nome dellavalle di Ennom, la Geenna appunto, maledetta e destinata a

immondezzaio della città di Gerusalemme.Quasi che le vite umane possano meritare l'inceneritore!"Ho la sensazione generale, io che vado nei vari tribunali d'Italia,che si coglie un certo clima" in cui "si va diffondendo una culturapiù verso l'inquisizione che non verso la rigorosa critica e valutazio-ne della prova". Sono parole, queste, pronunciate dall'artefice deltardivo trionfo della Giustizia che tuttavia costò la vita a EnzoTortora, del quale in Italia non ci si potrà mai dimenticare.Sono parole pronunciate dall'avvocato Raffaele Della Valle nellaveste di difensore di uno dei soggetti interessati dall'inchiestaimprovvidamente denominata "Geenna".E quello del penalista monzese è uno spunto, serio quanto qualifi-cato nella sua drammaticità, sul quale nessuno può evitare di riflet-tere senza indulgere alla umana debolezza di esser portatori diverità nè a quella di non riconoscere eguali diritti e pari dignità ai cit-tadini tutti della penisola italiana.Altrimenti, a certa "cultura" farà da pendant la rassegnazione chevuole la punta dello Stivale come terra in cui è la vita a stare inagguato, più che la morte.

Ores te Romeo

STAY HUMAN!

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"La Calabria èun altro mondo"L'incantato racconto di una fotoreporter americana

Si intitola"Un’americana in

Calabria" ilfotoraccontopubblicato da

Frances Mayes perNational

GeographicTraveler, una dellepiù importanti

riviste al mondo. Unappassionanteviaggio in cui

vengono messe inrisalto tutte le

meraviglie e unicitàdella nostra terra.

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

Maria Giovanna Cogliandro

«"Stupendo" dico almeno 20 volte in viaggio tral'aeroporto di Reggio Calabria e Tropea. (...) LaCalabria è un altro mondo, ci aveva detto unamico toscano. Per adesso quello che mi pare evi-dente dell'altro mondo è la sua bellezza». Iniziacosì il fotoreportage che Frances Mayes realizzaper National Geographic. La fotoreporter ameri-cana rimane da subito estasiata dalle "lunghespiagge bianche lambite da un mare di tutte legradazioni possibili di blu" e dal tripudio di fiorispontanei che crescono ai bordi delle strade:"astri viola, cerfogli, campanule rosa, pennellatedi giallo, esplosioni di cactus in fiore e cascate dibuganvillea color magenta." Un viaggio che a trat-ti pare un "miraggio" alla scoperta di una terra"poco nota all'estero", di cui "dire incredibile nonbasta" e la cui storia "sembra riflettersi nel suopaesaggio".Dopo aver visitato la costa tirrenica ed essererimasta folgorata dalla "bellezza soprannaturale"di Tropea, Frances Mayes si dirige verso la ionica.Prima tappa Capo Colonna. A condurla quiGeorge Gissing, l'eccentrico classicista inglese chenell'Ottocento scrisse "By the Ionian Sea", unlibro che ripercorre le antiche vestigia dellaMagna Grecia. Grazie ai racconti di GeorgeGissing, la fotoreporter può ammirare l'unicacolonna rimasta del tempio dedicato a Hera, iltempio più grande di tutta la Magna Grecia.Lasciata Capo Colonna, il viaggio prosegue lungola costa ionica. "Qui ci sono diverse località bal-neari: Soverato, Sant'Andrea Apostolo delloIonio, Isca sullo Ionio, Riace, Siderno e moltealtre ancora. Anche se in genere non sono centrimolto attraenti - c'è troppo cemento - hanno

quasi tutti ottimi mercati, pasticcerie, caseifici,pastifici, macellerie, e un lungomare con filari dipalme dove di sera si passeggia, fermandosi neibar o nelle gelaterie".Tappa obbligata Monasterace. Frances Mayes e ilmarito Ed si fermano ad alloggiare in un agrituri-smo situato sopra un faro, nuovo e arredato tuttoin bianco. "Un dirupo erboso che guarda versol'orizzonte, e sotto di noi i resti pietrosi di Kaulon,antica colonia della Magna Grecia. Al Museoarcheologico dell'Antica Kaulon ammiriamo ungrande mosaico con un drago marino, che origi-nariamente faceva parte del pavimento di unasala per banchetti". Da qui si spostano verso l'en-troterra, per visitare Stilo descritta guardandolacon gli occhi di un bambino. "Vedere la Cattolicadi Stilo mi emoziona. La chiesetta, che è la piùantica testimonianza di architettura bizantina inCalabria, fu eretta da eremiti che vivevano traquesti monti. È tanto minuscola che sembra unaminiatura. Le cinque cupole in laterizio mi fannovenire voglia di avere carta, colori a matita e unpo' di senso della prospettiva, e quei tetti a tegolacosì increspati mi fanno pensare a delle torte". Dopo Stilo è la volta di Gerace. "La prima cosache facciamo a Gerace, uno dei paesi più belli ditutta la Calabria, è sederci ai tavolini all'aperto delBar Cattedrale, che si trova, appunto, di frontealla cattedrale, la più grande della regione. Ma sulmomento siamo molto più attratti dai gusti dellagranita, che mi fanno pensare al retaggio delladominazione araba: bergamotto, mandorla,pistacchio, pesca, fichi, fichi d'india e more digelso". Ci abbiamo mai pensato noi agli arabimentre gustiamo una granita? Dopo il ristoro ètempo di dedicarsi alla Cattedrale e a un bel giret-to nel borgo. "La chiesa normanna (1045 circa) ègrandiosa. Ce ne rendiamo conto ancora meglioquando finalmente ci entriamo. Una doppia fila

di maestose colonne collegate da arcate la attra-versa in tutta la lunghezza. Le colonne, tuttediverse, provengono forse, in parte, dal vicino sitodi Locri, un'antica città della Magna Grecia.Gerace aveva moltissime chiese, pare ve ne sianostate 128. Di queste, molte furono abbattute daiterremoti; e molte adesso sono chiuse. Trovo par-ticolarmente suggestiva Piazza delle Tre Chiese.All'interno della chiesa di San Francesco, unadelle tre che danno il nome alla piazza, si puòammirare l'altare a intarsi marmorei policromi,tra i più alti esempi di barocco calabrese".Una terra che irradia storia da ogni angolo, laCalabria; ma presto Frances Mayes non può farea meno di rilevare che la nostra regione è, sì, untesoro straordinario ma sommerso dalle sue con-traddizioni. "Quello che vede il turista sono gliedifici incompiuti e abbandonati, le strade che inprossimità dei ponti si restringono in un'unicacorsia, i cumuli di immondizia, tutti problemiinfrastrutturali legati alla concessione degli appal-ti, alla sottrazione di denaro pubblico, a lotte inte-stine". I vizi della Calabria fanno capolino uno auno gettando palate di ombre sulla sua bellezzada "altro mondo". I turisti si accorgono anche diquelli e non perdonano. Per colpa di pochi, lanostra terra, che vanta un passato glorioso assailontano, pare non aver cura del presente e riman-dare di giorno in giorno una rinascita futura. Ce lo rimprovera chi viene da fuori. Lo fiuta in unattimo. Cerchiamo di affinare i sensi anche noi unabuona volta così da meritarci di essere paragona-ti ai due antichi e misteriosi visitatori simbolodella nostra regione, ovvero i Bronzi di Riace, neiquali Frances Mayes ha riconosciuto l'anima dellaCalabria: "sensuale, distaccata, antica, forte eorgogliosa".

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Rabbia, tanta rabbia, l’unico sentimen-to possibile in questo momento, per-ché nel 2019 non si può ancora mori-re di parto. È assurdo e inammissibi-le, ma purtroppo è successo a unagiovane donna di 36 anni, SantinaAdamo. Tina, come veniva chiamatada tutti, è entrata all’ospedale diCetraro pochi minuti prima della

mezzanotte del 16 luglio per partorire il suo secon-do figlio, in preda alle doglie. Intorno all’una nasceil bambino, con parto naturale, sembra essereandato tutto bene, quando all’improvviso accusaun forte dolore all’utero, sintomo di una forteemorragia, viene per questo trasportata d’urgenzain sala operatoria. A questo punto si evidenzianodue elementi sconcertanti: l’assenza di un chirurgoe la presenza di una sola sacca di sangue compati-bile con quello della paziente. L’unica possibilità èuna richiesta al centro trasfusionale dell’ospedaledi Paola, richiesta effettuata soltanto alle ore 04:47,meno di due ore prima del decesso di Tina. IlCentro Trasfusionale di Paola riceve, dalla dotto-ressa Concetta Perri, una richiesta di urgenza e nondi emergenza, come invece avrebbe dovuto fareper gli interventi veloci. Le sacche di sangue richie-

ste con carattere di urgenza hanno tempi tecnici diespletamento della procedura di circa un’ora, percui sono state avviate le prove di compatibilità pre-trasfusionali alle ore 05:43, dopo aver eseguito ilgruppo della paziente e dopo aver selezionato lesacche da assegnare. Le procedure sono state com-pletate alle ore 06:08 e le sacche consegnate al cor-riere alle 06:10. Se la richiesta fosse stata di emer-genza non ci sarebbe stato bisogno delle prove dicompatibilità e non si sarebbe perso tutto queltempo. Alle ore 06:35 circa viene comunicato alservizio trasfusionale che la paziente è deceduta eche il plasma non era più necessario. Ventitré chi-lometri la distanza tra Cetraro e Paola, una distan-za minima se si pensa che le sacche di sangue sonoarrivate quando ormai non servivano più. E cosìquesta giovane donna che avrebbe compiuto 37anni il prossimo 17 agosto è morta poco dopo averdato alla luce il suo secondo bimbo. Cresciuta aRota Greca, provincia di Cosenza, si era trasferitaa Montalto Uffugo nel 2014, dopo il matrimoniocon Marco, l’amore della sua vita. Laureata inScienze della Comunicazione, la sua passione èsempre stata la danza, infatti era diventata maestradi ballo e i suoi allievi si sono lasciati andare a unpianto isterico quando, domenica 21 luglio, sono

stati celebrati i suoi funerali. Durante l’omelia,Don Guglielmo ha pronunciato queste parole: “Cifanno credere che l’emergenza sia l’immigrazione,mentre qui si muore per dare alla luce una nuovavita”. Ci sono sei indagati, per la morte di Santina,tra medici e ostetriche; inoltre il ministro Grillo hadisposto l’invio di ispettori, ma le azioni ormai noncambieranno la realtà. Una giovane donna è mortae due bambini, Gianmarco e Christian dovrannocrescere senza la protezione e l’amore della loromamma, in particolare il piccolo Christian ha potu-to avere solo un bacio da lei. Purtroppo quello diSantina non è un fatto isolato, nel 2010 EleonoraTripodi, a soli 32 anni, è morta per un’emorragiadopo un parto cesareo nella clinica Villa deiGerani a Vibo Valentia; sempre a Vibo nel gennaio2017 è deceduta Tiziana Lombardo di 38 anni, duegiorni dopo aver partorito. Allora mi chiedo, quan-te donne dovranno ancora morire? Quanti bambi-ni dovranno ancora crescere orfani? Perché i poli-tici, invece di riempirsi la bocca di belle parole atragedie già avvenute, non intervengono prima econ azioni concrete per migliorare la sanità cala-brese, invece di pensare solo ai loro sporchi interes-si?

Rosalba Topini

Santina Adamo, 36 anni, il 17 luglio si èrecata in ospedale a Cetraro, nel

cosentino, per partorire il suo secondofiglio. Tutto era andato bene ma uno

shock emorragico post parto a cui non siè riusciti prontamente a porre rimedio

l’ha condotta alla morte.

Oltre alla mamma di Cetraro, ancheuna signora di 57 anni cheaspettava il suo turno in ProntoSoccorso a Cosenza ha perso lavita nel giro di poche ore in unospedale calabrese. Due casidrammatici e assurdi, chedimostrano quanto la salute dellasanità regionale sia in cadutalibera (anche) a causa dellepolitiche poco oculate del governo.

La tragedia di Santina Adamo non è stata purtrop-po l’unica notizia di cronaca a viziare ulterior-mente la già pesante aria che si respira in ambitosanitario nella nostra Regione. Mentre tra Romae Catanzaro continuava il tira e molla sull’appli-cazione del Decreto Calabria, infatti, nelle stesseore in cui la neomamma 36enne spirava in circo-stanze assurde a Cetraro, nel poco distante ospe-dale Annunziata di Cosenza una donna di 57annisi accasciava al suolo e moriva in attesa che arri-vasse il suo turno al Pronto Soccorso. Della signo-ra di etnia rom che ha perso la vita nell’attesa di

comprendere quale fosse la natura del malessere al quale imedici avevano assegnato un codice verde non si è saputo pur-troppo molto, e la notizia messa maggiormente in risalto daimedia locali è stata più quella della scomposta quanto com-prensibile reazione della famiglia, che ha richiesto l’interventodei Carabinieri per essere calmata, che quella relativa alleassurde circostanze per le quali la signora è deceduta.Il verificarsi di questo “incidente” in un ospedale grande, sito inun capoluogo di provincia e chiamato potenzialmente a servireun bacino di utenti vicino alle 300mila unità, rende piuttostobene l’idea di quali siano le condizioni in cui versa ancora oggila sanità regionale, con buona pace dei diktat del Ministro allaSalute Giulia Grillo e dell’azione finora davvero aleatoria delcommissario Saverio Cotticelli. Del resto, che a Roma non aves-sero la più pallida idea di come affrontare le criticità a noi eraparso chiaro fin dall’annuncio del Decreto a margine delConsiglio dei Ministri svoltosi a Reggio Calabria lo scorso apri-le. L’idea che il problema della nostra sanità fosse legato esclu-sivamente alla pervasività della criminalità organizzata ha fattoprendere fin da subito al Governo una direzione assurdamentesbagliata, che puntava a un allucinante blocco di fondi e risorseper “affamare” chi per anni aveva lucrato sul settore e convin-cerlo a levare le tende. È come se un medico, constatato che ilcancro del suo paziente è troppo aggressivo e debilitante, oltrealla chemio gli imponesse anche di non mangiare più di unafetta di pane al giorno, perché le proteine e diversi tipi di zuc-chero non farebbero altro che “alimentare” il tumore. Nonserve un laureato in medicina (o, fuor di metafora, in economiae commercio) per capire che questa strategia che avrebbe fattouscire con le ossa rotte un sistema virtuoso, nel nostro casorischia invece di uccidere una volta per tutte un malato termi-nale già da decenni.La defezione del subcommissario Thomas Schael per nonmeglio precisati motivi personali, avvenuta proprio negli stessigiorni in cui il già torrido clima estivo veniva reso ulteriormen-te rovente da questi presunti casi di malasanità, dovrebbe a que-sto punto essere letta come la decisione del secondo in coman-do di abbandonare la nave che affonda? A voler essere malizio-si sì: in questi primi mesi di applicazione, infatti, il DecretoCalabria non solo non è stato in grado di produrre alcuno deirisultati sperati, ma ha anzi spostato sul piano burocratico-governativo un problema che, la cronaca lo dimostra, è sociale.Ma il gioco al massacro della cittadinanza calabrese, indipen-dentemente dai proclami più o meno indignati del politico loca-le di turno, non interessano proprio a nessuno e non è di conso-lazione l’annuncio che il Ministero della Salute invierà una taskforce a Cetraro per saperne di più sulla morte della poveraSantina. La decisione stessa di indagare su uno solo di questidue casi ha l’inquietante implicazione che uno dei due fattiviene considerato di minore importanza dell’altro, ma non illu-diamoci che il pianto sul latte versato possa far cambiare davve-ro le cose.La commissione di Cetraro, infatti, si limiterà ad affermare chele condizioni dell’ospedale sono da terzo mondo, che è inaccet-tabile che i cittadini non vedano rispettati i LEA e che i medicisono stati poco professionali. Una serie di affermazioni cheabbiamo già sentito in tutte le salse e che, dopo l’indignazioneiniziale e la chiusura del reparto per accertamenti (che provo-cherà più disagi che altro), farà tornare tutto alla claudicantenormalità fino al prossimo morto in corsia…

Jacopo Giuca

Quei morti chepesano sullacoscienza delDecreto Calabria

morte L’ingiusta di una mamma

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10

Questo spazio è riservato a te. 1200 battute per lamentarti ocomplimentarti con noi, fare

segnalazioni, raccontarci le tueesperienze, potrai inviarci fotodegli scorci del tuo paese o

video se hai un talento nascos-to. Saremo lieti di rispondertipubblicamente, daremo voce altuo pensiero e ti daremo visibil-

ità sui nostri social.Sii parte integrante di questa

realtà

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Locride Ambiente sbertuccia l’utente.La Commissaria-sindaca intervenga Cara Direttrice, sono un cittadino del nord, che ama Siderno, imbufalitoper il disprezzo che Locride Ambiente spa ha per i con-tribuenti e i suoi utenti ‘obbligati’. È pur vero che perpagare le tasse al Governo un italiano medio deve dedi-care oltre 150 giorni del suo lavoro. Ma non è meno con-solante constatare che per parlare con Locride AmbienteSpa, per risolvere il problema dello smaltimento dei rifiu-ti, non basta un mese di soggiorno a Siderno. Una premes-sa: gli operatori ecologici impegnati nel ritiro dei rifiuti - elavorano anche se non percepiscono lo stipendio, come ègià accaduto - sono un patrimonio di cortesia, gentilezza edisponibilità. Un patrimonio di cortesia, gentilezza edisponibilità che il management di Locride Ambiente Spanon si merita per l’indifferenza e l’indisponibilità riservataagli utenti-clienti-paganti profumatamente lo smaltimentorifiuti. I Commissari dovrebbero in incognito verificare ledisfunzioni dei servizi per i quali i cittadini devono pagarefior di tasse e imposte. Da una settimana, per lo smalti-mento di alcuni ingombranti, compongo il numero tele-fonico 0964 384847 e un risponditore automatico mi ripeteall’infinito: “siete in linea con Locride Ambiente Spa unoperatore vi risponderà appena possibile”. Dopo tre, quat-

tro minuti il medesimo risponditore dice che il tempo diattesa è scaduto. Se invece compongo il numero verde800597673, giorno e notte è occupato. La Commissioned’accesso può verificare. E se da cittadino quando mi arri-va la cartella esattoriale la respingessi al mittente o dicessiquando avrò i soldi pagherò cosa mi succederebbe? LaCommissaria-sindaca mi risponda. Se poi vado all’isolaecologica, la trovo chiusa perché non sono stati smaltiti gliingombranti accumulati. Per non parlare della vergognosadisorganizzazione per il ritiro dei cestelli che vede, utentivolontari compilare l’ordine d’arrivo. Una vera vergogna,anche perché sarò costretto nottetempo a liberarmi inqualche modo degli ingombranti. Infatti lungo le strade sivedono mucchi di rifiuti che disonorano la cittadina perl’indifferenza del managemet di Locride Ambiente Spa.Se la Commissaria-Sindaca ha la cortesia di risponderefarebbe cosa utile alla comunità che con le gabelle comu-nali contribuisce al suo lauto stipendio. Rimane il fatto cheil management di Locride Ambiente agisce in modo con-trario all’etica civile e responsabile nei confronti degli uten-ti. Anzi si può dire che Locride Ambiente sbertuccia l’u-tente. Grazie per l’attenzione.

Piero Minuzzo

Gentile Direttrice,leggo a pagina 8 della Riviera del 21 lugliola situazione delle strade di Siderno, congrande dispiacere. E qui lungi da me fare

polemiche su chi abbia le varie responsabil-ità. Piuttosto vorrei portare alla Vostraattenzione un episodio positivo. Nello specifico si tratta di questo: venerdì

scorso 18 luglio chi come me fosse passatoda Siderno, in Via Carrai (ex Pellegrina) hapotuto vedere, come dalla foto, delle per-sone impegnate a tagliare erbacce.Apparentemente niente di straordinario,se non fosse che questi tre amici (DamianoFuria, Cosimo Vitale e Giuseppe Zappia)hanno ripulito volontariamente tutta la via,appunto Via Carrai. Credo che dire “grazie” a questi tre amicidella comunità sia il minimo! Grazie, perché equipaggiati della giustaattrezzatura e tanta buona volontà hannoreso tutta una via cittadina, più pulita ebella. Quindi, se è vero che “la bellezza salverà ilmondo”… iniziamo nel nostro piccolo asalvare la bellezza. I nostri tre amici insegnano... Credo che sarebbe bello prendere spuntoda questa piccola… ma grande iniziativa elanciare una "sana e contagiosa compe-tizione" a chi volontariamente voglia ren-dere la propria via o zona più bella dellealtre.

Con stima, Giuseppe Guttà, sidernese.

Vergognoso quello che è accaduto,privare la nostra Regina della pro-pria corona!La città tutta è caduta nello sconfor-to totale per l’incredibile e vile gesto.Non sapete nemmeno quello cheavete fatto, spero vi pentiate e sareteperdonati, dalla comunità intendo,perché la nostra e vostra patrona,regina di Portosalvo, invece, vi ha giàperdonato per il mostruoso gesto dicui vi siete macchiati.Avete rubato il cuore di un’interacittà e di tutta la jonica e persino delmondo, sì il mondo (non ho esagera-to), visti tutti gli emigrati sidernesinel Canada, Stati Uniti e Argentina,paesi nei quali ci sono suoi moltissi-mi fedeli. A Toronto, infatti, la folta

comunità la onora e la festeggia conuna festa, come se fosse proprio aSiderno.Oggi il dolore è forte per un gestodisumano, Regina nostra, anchesenza corona saremo ai tuoi piediper pregarti, speriamo che si ren-dano conto e restituiscano quantorubato. Perdoniamoli, non sanno nemmenoquello che hanno fatto!

P.S. Come hanno fatto i ladri aentrare e uscire indisturbati con tuttaquesta facilità? Siamo in un mondocomunque dove regna sempre di piùil peccato e nemmeno la Chiesaviene risparmiata!GIUSEPPE BELLIGERANTE

Il GAL presenta il bandoper la realizzazione diimpianti fotovoltaiciresidenziali e aziendali

Questa mattina presso la sede del GALTerre Locridee a Locri si è tenuta una con-ferenza stampa per presentare l’accordodi collaborazione per la realizzazione diimpianti di energia alternativa per leaziende associate che questo GAL harealizzato con la Banca di Credito cooper-ativo di Cittanova e con la società Mavinsas.A tale proposito la Banca di CreditoCooperativo di Cittanova ha costituito unapposito plafond da destinare ai finanzia-menti di impianti di produzione di energiada fonti rinnovabili, per un importo di €2.000.000,00 a tasso agevolato, laMavinenergie si accollerà l’onere delcosto degli interessi ed il GAL TerreLocridee opera da sponsor, per far si chetutte le aziende associate e tutti i cittadinidei comuni ricadenti nel territorio di pro-pria competenza possano beneficiaredelle facilitazioni messe a disposizione, edutilizzare contestualmente le agevolazionifiscali dello Stato e dal recente decreto cheprevede la riattivazione dei contributi,della durata di 20 anni, per gli impianti chesuperano i 20 kwh di potenza. Il bandodisciplina le procedure per la realiz-zazione, chiavi in mano, di impianti foto-voltaici per privati ed aziende ricadenti neicomuni di competenza del GAL TerreLocrideeSono intervenuti il Presidente del GALTerre Locridee Francesco Macrì, che hasalutato con piacere questo appuntamen-to perché oggi parte una nuova fase delGAL, la creazione di sinergie e collabo-razioni tra le aziende iscritte.L’amministratore della Mavin sas,Giovanni Cucuzza ha spiegato nel det-taglio l’unicità del progetto che non haeguali nel mercato di riferimento:Finanziamenti a tasso zero; i costi per i sopraluoghi e per l’evasione ditutte le pratiche e le procedure nei con-fronti delle Amministrazioni locali,dell’Enel e del GSE, per gli iter autorizza-tivi, sono a totale carico del SoggettoAttuatore; l’utilizzo dei moduli di ultimagenerazione, quindi i più potenti al costopiù basso. Il vice Direttore della BBC diCittanova Claudio Dinallo, ha manifesta-to la sua soddisfazione per il progetto pre-sentato e la sinergia creata dai soggettipartner. Attraverso questa nuova strategial’Istituto di credito si propone di deter-minare una nuova fase in cui si impegnaad essere molto più presente sul territorio,con iniziative concrete, come questa, perdare un maggiore impulso alle attivitàeconomiche della Locride.

Caraffa del BiancoGrazie agli operai diCalabria VerdeDesidero, a nome di tutta l’amminis-trazione comunale, ringraziare l’AziendaCalabria Verde nella persona delCommissario Generale Marigiò, e il dis-tretto 10 di Bovalino per avere consentitol’utilizzo mediante convenzione deglioperai forestali nel territorio del comune,i quali con pazienza e professionalitàhanno, sotto la direzione del Geom.Francesco Marrapodi nell’arco di un meseeffettuato lavori di pulizia e manutenzionedelle strade sia all’interno che all’esternodel perimetro urbano scongiurando irischi di incendi e di frana con la puliziadelle cunette e dei piccoli corsi di acqua,rendendo il paese più pulito e sicuro.Esprimo infine la più sentita riconoscenzaagli operai che con la loro opera hannocontribuito rendendo possibile la realiz-zazione tutto questo. Segnalo, infine, molto sommessamenteanche l’esistenza di una Calabria delle isti-tuzioni che lavora e collabora per il benecomune.Il sindaco

Stefano Umberto Marrapodi

Riceviamo e pubblichiamo lasegnalazione di unnostro lettore che,

dopo l’articolosullo stato delle

strade di Sidernoapparso la scorsa

settimana sulnostro settimanale,

ha volutorispondere

segnalandoci ungesto di civiltà cherappresenta il voltobello della nostra

comunità.

Siderno: il senso civico fa dacontraltare alle strade disastrate

SACRILEGIO

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La famiglia Pisano, da oramai tregenerazioni, ha realizzato il sogno

di aprire un polo commerciale che ha dato lustro e speranza a

Gioiosa Jonica, ed a tutto ilterritorio locrideo.

Quello della famiglia Pisano èstato un sogno ed una sfida che

conta grandi numeri, uninvestimento da 3 milioni di euro,

50 persone assunte, 1.800 mqdisposti su 2 piani, 2.700 mq

adibiti a parcheggi, 1supermercato, 1 ristorante, 1 bar.L’idea è stata quella di offrire il

massimo dei servizi ai nostri clientie prodotti di qualità a marchio

italiano. Dal pian terreno si accedenel PAM superstore dove sitrovano i reparti macelleria,

pescheria, gastronomia, salumi eformaggi, ortofrutta, biologico e la

cioccolateria a marchio Lindt.Sempre al pian terreno il Bar Illy

caffè, con un vasto assortimento dipasticceria e dove si possonogustare le granite sicilianerealizzate con frutta fresca.

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CALABRESE PER CASO

“Il 5G è una trasformazione dirompentedella rete fissa e mobile, con prestazioni 10volte superiori a quelle attuali: un grandetraguardo per la digitalizzazione del Paese,per la competitività delle industrie e per ilnostro modo di comunicare e vivere.Maggior velocità di download, minor laten-za, banda ultralarga e massive Internet ofThings per connettere un gran numero didispositivi.Nei prossimi mesi saranno abilitati servizi ingrado di rivoluzionare la vita di tutti i gior-ni, trasformando le città in sistemi intelli-genti e i settori chiave della nostra econo-mia come l'industria, l'automotive, la salute,l'istruzione, il turismo, l'intrattenimento e lasicurezza.”La delibera AGCOM n. 231/18/CONS,all’allegato 1, ha inserito Canolo tra i 120piccoli comuni dove si sperimenterà la tec-nologia 5G. Il fatto è che questo elenco èstato compilato all’insaputa delle ammini-strazioni comunali eppure essi saranno“pertinenti all’obbligo di cui all’art.12 c.4”.Ebbene questo significa che i comuni nonavranno voce in capitolo sulle scelte deiconcessionari che si sono spartiti la riccatorta. Sulla base delle graduatorie approva-te dal MISE il 2 agosto 2017, le migliori pro-poste progettuali sono risultate quelle delleseguenti società: Vodafone Italia S.p.A.

nell’Area 1; WindTre S.p.A. ed Open FiberS.p.A. nell’Area 2; Telecom Italia S.p.A.,Fastweb S.p.A. e Huawei TechnologiesItalia S.r.l. nell’Area 3. Canolo è un comu-ne posto a 432 mt. s.l.m. e si trova in zonarischio sismico 1, dove si possono verificaregli eventi più dannosi. Ha una popolazionecomplessiva di 699 residenti di cui 335 vivo-no nella frazione Nuova a quota 890 mt.s.l.m. Proprio questa frazione è caratteriz-zata da boschi secolari che coprono granparte del territorio, questi alberi antichiinfatti potrebbero essere un problema.Troppo grandi. O meglio: troppo alti.Superano abbondantemente i 5 metri esecondo gli esperti andrebbero abbattuti otagliati per permettere lo sviluppo del fami-gerato wireless 5G, sponsorizzato dal vice-premier Di Maio in persona. La popolazio-ne, inoltre, non sa assolutamente nulla diquesta tecnologia e dei rischi per la salute.Un grido di allarme è stato lanciato dalla

deputata veneta ex cinquestelle (è stataespulsa) che in una conferenza stampa il 27giugno ha evidenziato i rischi del 5G. IMedici per l’Ambiente (ISDE) hanno rite-nuto opportuno chiedere una moratoriaper l’esecuzione delle “sperimentazioni5G” su tutto il territorio nazionale sino aquando non sia adeguatamente pianificatoun coinvolgimento attivo degli enti pubblicideputati al controllo ambientale e sanitario(Ministero Ambiente, Ministero Salute,ISPRA, ARPA, dipartimenti di prevenzio-ne), non siano messe in atto valutazioni pre-liminari di rischio secondo metodologiecodificate e un piano di monitoraggio deipossibili effetti sanitari sugli esposti, chedovrebbero in ogni caso essere opportuna-mente informati dei potenziali rischi.Motivando che così come si fa quando sisperimenta un nuovo medicinale bisognaportare prove inoppugnabili sulla mancan-za di rischi per la salute e bisogna acquisire

tutta una serie di autorizzazioni prime chevenga immesso sul mercato. Come mai perla 5G nessuno ha dimostrato nulla e nessu-no ha concesso pareri e autorizzazioni?Canolo, e ovviamente le altre 119 cavie,non hanno nulla a temere? Chi lo ha chie-sto a chi? Già i campi elettromagnetici sonoda tempo al centro di attenzione sanitariaperché l’uso o la sola esposizione prolunga-ta possono causare effetti collaterali comeelettrosensibilità, mal di testa, difficoltà diconcentrazione, problemi di sonno, depres-sione, mancanza di energia, stanchezza esintomi simili all’influenza, fino ad arrivareall’aumento del rischio di cancro, stress cel-lulare, infertilità, disturbi di memoria e neu-rologici. Scusate se è poco! Canolo sveglia!Intanto la TIM avvisa che il concerto diJovanotti a Roccella sarà ripreso da undrone con tecnologia 5G. Portarsi l’ombrel-lo!

Arturo Rocca

Mare, mare, mare

www.larivieraonline.com Rrubriche28

GIU

GN

O- 1

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GIUSEPPE ROMEO

Ci siamo! L’Estate è alle porte, oquasi. Ma non si tratta di un proble-

ma climatico, anche se le intemperanzedell’Olimpo metereologico ci hanno un pòaccompagnato nei mesi precedenti e anche aluglio. L’Estate è alle porte perché in fondo inCalabria non inizia il 21 giugno ma, più o meno,generosità altruistica di chi vi scende, dopo il 21luglio. Direte, ma non è possibile! Eppure daimpietosi osservatori del variopinto spettacoloofferto dalle nostre coste assolate ci rendiamoconto che la densità dei colori si concentra solo inun periodo limitato, troppo breve per creare un

virtuoso circolo di impresa, favorire una volontàdi rilanciare territori che sono sonnolentementeabbandonati alla loro calma e serafica quotidian-ità dove il turismo e, ovviamente il turista, diven-tano solo delle comparse o degli accidenti cherompono una piacevole monotonia. Così scopri-amo, in ritardo, che forse qualche lavoro andavafatto. O che il mare, al di là delle decantate eccel-lenze che dovrebbero fare media e non favoriredistinguo, chiede quella parte di attenzione chenon si esaurisce solo per far contento qualchecoraggioso bagnante, ma che dovrebbe essereparte di un sentimento di rispetto multista-gionale. Ma, per una terra che si accontenta sem-pre della sua frugalità, il turismo, visto e pro-

mosso come “prodotto” o “servizio” di eccellen-za, diventa una ripetuta abitudine e non si com-prende del cosa - se non di ciò che madre naturaoffre e ripone nelle non sempre amorevoli manidell’uomo - ci sia di eccellente in tutto questo alpunto da turbare le aspettative locali che cercanoil rilancio, ma ne aborriscono l’impegno allacrescita. E, tutto questo, per un motivo. Che infondo al di là del solito tran tran, aspettative nonve ne sono. Parlare di turismo, di impresa, dicrescita, di ospitalità e ricettività, di animazione,è affidare la promozione di un’illusione a delleparole utili per fare effetto su riviste e servizigiornalistici. Poco adeguate, poi, a misurare lecapacità di renderle diffuse nel significato e nei

risultati. Risultati che spesso, snocciolati a finestagione come un successo da incremento, datoda punti percentuali costruiti su dati non certifi-cati da una reale presenza turistica - ovvero dacifre che non considerino il cosiddetto, romanticose non nostalgico “turismo di ritorno” - segnanola fine della stagione come uno straordinario suc-cesso raggiunto in appena trenta giorni. Un pri-mato non da poco se si considera che neanche lespiagge del Baltico, mare meno tiepido del nostroriescono a raggiungere in così poco tempoessendo costrette a tenere aperti gli impianti perpiù mesi. Insomma, l’Estate è alle porte ecome tardivamente è entrata, rapidamentene uscirà.

Canolo: Tecnologia5 G…uai in vista?

Il Comune diCanolo è statoinserito a sua

insaputa tra i 120piccoli comuniitaliani in cui sisperimenterà

la tecnologia 5G.La popolazione

non saassolutamentenulla di questa

tecnologia e dei rischi

per la salute.

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GIUDIZIARIA

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FRUTTI DIMENTICATI

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CONVERSANDO

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Rosa dalle cento foglie

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BRIGANTI

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www.larivieraonline.com R28 LUGLIO-12 società ““

Nata nella Repubblica di San Marino,una volta trasferitasi a Siderno si feceapprezzare per la sua professionalità,

diventando il punto di riferimento per tutte le donne del paese.

Ironia dellasorte, Giannona

non ha avutofigli, ma è stata

la secondamamma di tanti

sidernesi,avendoli aiutati

a venire alla lucecon amore e

dedizione.

Proseguiamo conl’ultima puntata de “Le

falene dellamontagna”, ovvero le

Brigantesse e le DonneBrigante vissute in

Calabria. Questasettimana parleremo di

Marianna Oliviero,detta Ciccilla, mogliedi Pietro Monaco, exsoldato borbonico ed

ex garibaldino dalcarattere irascibile einsofferente, datosi

alla macchia dopo unefferato omicidio.

La levatrice è una delle professioni più antiche delmondo, chiamata anche mammana, perché come unaseconda mamma dava alla luce una creatura. Sin dal-l’antichità, la medicina antica si occupava del parto soloa livello teorico, mentre l’arte ostetrica, “l’arte di stareaccanto”, era pertinenza assoluta delle donne che si tra-mandavano le loro pratiche dall’una all’altra. Lo stessoSocrate, figlio di una levatrice, affermava che una buonalevatrice ha una particolare sensibilità e conoscenzadella natura umana. Anche Platone parlava della leva-trice ideale come di una donna con un’intelligenza sve-glia e memoria pronta. Doveva essere studiosa, attiva,robusta, compassionevole, paziente, riflessiva e pruden-te. Questa figura, poiché aiutava a dare la vita, godeva diun certo prestigio e di autorità, entrava nelle famiglie edera testimone della loro discendenza. Era a conoscenza

di intimi segreti, riservata e temuta, ma anche rispettata,circondata da un’aura di sacralità. Il suo compito era distare vicino alla partoriente prima, durante e dopo ilparto. Oggi il sesso del nascituro si può riconoscere conun’ecografia sin dai primi mesi di gravidanza, allora ipronostici erano piuttosto personalizzati. Un detto dice-va: “Panza pizzuta nun porta cappeddu”, quando si pro-nosticava una femminuccia. “Auguri e figghi masculi”, sidiceva perché si desiderava un maschio. Quando il bam-bino nasceva avvolto dalla placenta, si gioiva perché sipensava sarebbe stato molto fortunato: “Nescìu ca cam-misa”, si diceva. Solo dopo che il bambino era statoallattato per la prima volta, il padre poteva entrare pervedere la creatura. La legge della tutela dell’igiene e della sanità pubblicadel Governo Crispi del 1888 istituzionalizzò la professio-

ne della levatrice, stabilendo che per l’esercizio dellaprofessione occorreva essere maggiorenni, laureati odiplomati presso un’Università o scuola del Regno.Inoltre, veniva introdotto l’obbligo per i Comuni a sti-pendiarla, assicurando invece assistenza gratuita per ipoveri. Nel 1937 il titolo di levatrice diventa di ostetrica;mentre nel 1978 con i parti in ospedale, tale figura, perseil proprio ruolo.Anche Siderno ha avuto la sua levatrice, chiamata datutti Giannona. Nata nella Repubblica di San Marino,una volta trasferitasi a Siderno si fece apprezzare per lasua professionalità, diventando il punto di riferimentoper tutte le donne del paese. Tutte la cercavano, tutte lechiedevano consigli, i mariti andavano a prenderla conla vespa per condurla dalle loro mogli pronte a partori-re. Era una donna alta e robusta, con un carattere forte

e deciso, nessuno osava contraddirla o disturbarla men-tre lavorava. Se qualcuno le parlava durante il parto, lozittiva con una parola. Molto precisa e attenta, così pre-parata che quando il medico Alvaro si trovava di frontea un parto difficile, chiamava Giannona in suo aiuto. Dabrava levatrice, assisteva le sue pazienti durante tutto ilperiodo della gravidanza, dispensando preziosi consigli;quando iniziavano i dolori rimaneva accanto alla donna,incoraggiandola e sostenendola. A volte si sdraiava sulletto, tenendo l’orologio puntato per controllare l’arrivodelle doglie e nel frattempo chiedeva alla partoriente dicamminare per la stanza, fino al momento decisivo. Sela situazione diventava critica, consigliava di andare inospedale, ma lei era la prima a entrare in sala parto perstare vicino alla futura mamma. Dopo la nascita ritorna-va per assicurasi che madre e figlio stessero bene, facen-do dei bagnetti al piccolo e consigliando su come allat-tarlo. Dopodiché passava a occuparsi di un’altra creatu-ra. Per il suo lavoro non chiedeva nulla, ma accettavasolo regali che le venivano donati spontaneamente,come uova, galline o prodotti dell’orto. Ironia dellasorte non ha avuto figli, ma è stata la seconda mammadi tanti sidernesi, avendoli aiutati a venire alla luce conamore e dedizione. Ha incarnato la levatrice per eccel-lenza per tutte le sue qualità e la sua vasta conoscenza.Oggi la figura della levatrice è stata sostituita da unafigura più emancipata, chiamata ostetrica, ma cheavrebbe molto da imparare dalle vecchie mammane.

Rosalba Topini

Marianna Oliviero, detta Ciccilla, una bellaragazza dai capelli corvini e dagli occhi difuoco, sposò giovanissima Pietro Monaco, exsoldato borbonico ed ex garibaldino dal carat-tere irascibile e insofferente, datosi alla mac-chia dopo un efferato omicidio.Rimasta sola, Ciccilla continuò la vita di sem-pre e sembrava accontentarsi dei rari incontrifurtivi con il marito che nottetempo la rag-giungeva nella loro casa alla periferia delpaese. Conduceva vita semplice e ritirata e leuniche persone con le quali trascorrevaqualche ora del giorno erano la madre e lasorella, anche lei molto bella e di caratterevivace, che spesso le chiedeva notizie del mar-ito.Un giorno di tarda estate Ciccilla ricevette lavisita di una comare e, tra un pettegolezzo el’altro, la loquace donna si fece scappare dibocca qualcosa che colpì duramente al cuorel’orgogliosa “vedova bianca”, o presunta tale,e per questo commiserata dalle donne delluogo.Insomma, Ciccilla venne a sapere che Pietroaveva avuto una breve e fugace relazione conla sorella e ostentando incredulità e indif-ferenza, non batté ciglio e sorrise tristementeper “la cattiveria della gente”. Così disse allacomare mentre l’accompagnava garbata-mente alla porta.“Ciccilla, viditi ca’ è vero e u sannu tutti!Possibile ca sulu vui non sapiti nenti?”“Arrivederci, cummari, e non criditi a chilluchi dici cu non ndavi nenti da fare!”Accomiatatasi dalla comare, Ciccilla rientrò

in casa e cominciò a meditare la vendetta.Sul far della sera, indossò il vestito per lamessa della domenica, mise sulle spalle unoscialle con le frange, si ravviò i capelli e uscìper recarsi a casa dei suoi.La madre era intenta a preparare qualcosaper la cena e la sorella a fare la calza con iferri. Chiacchierarono del più e del meno,come al solito, e la sorella le chiese notizie diPietro.“È da giorni che non ho notizie, ma, saicom’è? Nessuna nuova, buona nuova!”

“Già, già!”“Senti, perché non vieni a dormire da mestanotte? Oggi mi sento un po’ così e nonvoglio stare sola!”.La sorella acconsentì volentieri, ma non eranemmeno la prima volta.Dopo una frugale cena a base di soppressatae pecorino, Ciccilla disse che aveva mal ditesta e se ne andò a letto. La sorella la rag-giunse qualche minuto più tardi, ma fu laprima ad addormentarsi.Poco prima della mezzanotte, Ciccilla si alzò

silenziosamente, si recò in cucina e dal casset-to della credenza tirò fuori un lungo coltello.Ritornò nella camera da letto, si avventò sullasorella e la sgozzò con furia selvaggia. Nonancora appagata, corse a prendere un’ascia ele martoriò il corpo con 30 colpi terrificanti.Soddisfatta della vendetta consumata, alleprime luci dell’alba raggiunse a dorso di mulola banda del marito e in poco tempo nedivenne il capo di fatto.Dopo appena pochi mesi di attività brigan-tesca, il raccapriccio e l’orrore per le sue gestasi diffuse in tutta la regione e anche oltre eperfino gli stessi briganti cominciarono atemerla e a disprezzarla per come infieriva suicadaveri dei nemici, mutilandoli selvaggia-mente con coltelli e rasoi.Dopo la morte del marito, però, la sorte, finoallora favorevole, le voltò le spalle e Ciccilla,caduta in una imboscata, fu catturata.I suoi familiari non vollero nemmenoriconoscerla e perfino la madre si rifiutò diandare a trovarla in carcere.Al processo, celebrato a Catanzaro congrande partecipazione di pubblico, come tes-timoni a carico si schierarono anche i parentisuoi e del marito e la sentenza fu di condan-na a morte, caso rarissimo di condanna amorte di una donna.La sentenza, però, non fu mai eseguita e futramutata in ergastolo, ma dopo qualcheanno nessuno parlò più di Ciccilla la brig-antessa.

Enzo Movilia

La storia di Giannona, la levatrice di Siderno

Marianna Oliverio, la brigantessa calabreseche si macchiò del sangue della sorella

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www.larivieraonline.com Rcultura

28 L

UG

LIO

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Èancora vivido il ricordodell’Anteprima delFestival “Tra Miti eStoria”, che lunedì 15luglio ha visto calcare lascena del Teatro GrecoRomano di Portigliola aGiuseppe Pambieri, toc-cante interprete di “Un

Edipo”. L’attore originario di Vareseha magistralmente messo in scena l’o-pera di Nicola Fano con la collabora-zione dei giovani, ma non menotalentosi, Silvia Micunto e GiuseppeSpezia, che hanno intavolato un ser-rato dibattito rappresentativo di untremendo conflitto generazionale.Rielaborando e attualizzando l’Edipodi Sofocle, la scrittura di Fano hainfatti stimolato nel pubblico la rifles-

sione sull’eredità che ogni generazio-ne di genitori lascia ai propri figli,invitando a rivedere il proprio com-portamento anche in questi faticosi econtemporanei tempi globalizzati. Lamessa in scena dell’opera, giunta allasua seconda replica proprio nelnostro meraviglioso comprensoriodopo la prima di Asti in giugno, èstata il modo migliore di inaugurarequesta edizione del Festival, che,dopo aver vinto la scommessa con ilmaltempo che ha viziato la giornatadella prima, si prepara adesso adospitare, mercoledì 31 luglio, alle ore21:30, “Il povero Pluto”, un’operaprodotta da Assoteatro per la regia diVito Cesaro, che sarà anche interpre-te assieme a Mario Zannino, ClaudioLardo, Rita Citro, Edoardo di

Lorenzo, Antonio Magliaro e lasplendida Miss Italia 1996 DennyMéndez, che vestirà i panni della deaPovertà.Lo spettacolo, adattamento della piùantica commedia di Aristofane giuntafino a noi, che gode delle scene diLaura Di Nicola e BartolomeoVolzone, delle musiche di RobertoMarino e Goran Bregovic, dellecoreografie di Marina Ansalone e deicostumi di Maria Marino, seguirà le(dis)avventure del dio della ricchezzaPluto, al quale l’ateniese Cremilo e ilsuo servo Carione cercheranno diridare la vista affinché si possa effet-tuare una più equa distribuzione dellericchezze tra gli uomini.I goffi tentativi dei due e il rifiuto diascoltare i consigli della dea Povertà,

tuttavia, creeranno equivoci e situa-zioni paradossali che renderanno lacommedia scoppiettante e divertente,rivelando al contempo, come hadichiarato lo stesso regista/protagoni-sta Cesaro, “l’estrema attualità deitemi che stanno alla base della scrittu-ra di Aristofane”.Ancora una volta il Festival “Tra Mitie Storia” offrirà al pubblico un’operaclassica ma riletta in modo eccellentee originale, in grado di donareprofondi spunti di riflessione sullefalle che la moderna società globaliz-zata pare aver ereditato dai nostriprogenitori dell’Antica Grecia.Un appuntamento imperdibile perentrare nel vivo di una stagione tea-trale che ha ancora molte emozionida regalare.

Il Teatro Greco Romano di Portigliola è pronto

ad aprire nuovamente i suoi cancelli alle ore21:30 di mercoledì 31

luglio, quando andrà inscena “Il Povero Pluto”,

commedia diretta einterpretata dal maestro

salernitano e dalla bellissima Miss

Italia 1996.

A Mantenea, un'antica contrada di Locri, venerdì 19 luglio 2019, si è tenu-ta una conferenza su un tema sempre affascinante: "La tradizioneArcheologica Locrese". Ha relazionato Rossella Agostino, direttrice delMuseo Archeologico Nazionale di Locri, che, con molto garbo e compe-tenza, ha descritto alcuni reperti di indubbio valore storico, parlando dellaloro significazione mitica tra il fantastico e il reale, e che penetrando que-sta civiltà contemporanea, ci fanno per fortuna sognare ancora.Ha presentato la serata Giuseppe Martelli, medico cardiologo, che haribadito quanto sia doveroso conoscere e "vivere emozionalmente" questanostra storia magno-greca, che sicuramente fa bene al corpo e all'anima. È intervenuta Anna Rosa Sofia, Assessore alla Cultura del Comune diLocri, portando i saluti della Civica Amministrazione.Hanno arricchito l'evento alcune opere pittoriche di Giuliano Zucco,assieme ai disegni della giovanissima Sara Tedesco, mentre Rosanna

D'Ascola e Gildo Barillaro hanno esposto le loro interessanti ceramicheRaku.In un clima festoso e bello la serata è proseguita con un gustoso buffet,mentre Laura Martelli ha portato i presenti più in alto con le sue esibizio-ni canoro-musicali.Che altro dire se non l'augurio che questi eventi possano ripetersi piùspesso, perché sicuramente il nostro territorio, ricco di storia, arte e cultu-ra, si illumini sempre di più, mandando messaggi di gioia e bellezza.I presenti sicuramente soddisfatti hanno condiviso l'iniziativa in un climasereno con interventi di plauso per la serata impregnata di quell'aria magi-ca che si respirava negli antichi teatri greci.Un grazie infine a Luciano Rodinò, che ha organizzato il tutto mettendoa disposizione questo sito magnifico e che invito tutti ad andare a visitare.

Giuliano Zucco

Il comune di Riace non ha concesso il patrocinio richiesto dallaFondazione “È stato il vento” per la IX edizione di “Riace inFestival”, che avrà luogo dall’1 al 4 agosto. Inoltre, viene specificatonella circolare firmata dal sindaco Antonio Trifoli, qualsiasi manife-stazione o attività di scopo propagandistico non prevista dal pro-gramma dell’evento sarà denunciata alla DIGOS e a tutti gli altriorgani di pubblica Sicurezza per le denunce del caso. RIACE inFESTIVAL, che quest’anno può contare sul sostegno del noto atto-re cosentino Peppino Mazzotta, che è anche uno degli organizzato-ri, è una manifestazione che, attraverso l’universale linguaggio delcinema e delle arti, promuove lo scambio e la conoscenza reciprocaaffinché si contrastino forme di chiusura e razzismo, richiamandol’attenzione sul percorso innovativo che l’ex amministrazione comu-nale di Riace ha avviato coniugando l’accoglienza dei migranti con ilrilancio del proprio territorio e dando l’immagine di una Calabriainedita, diversa da quella delle cronache nere.

Nei giorni scorsi l’AIA (Associazione Italiana Arbitri) hacomunicato gli organici arbitrali per la s.s. 2019/2020 conriferimento ai campionati nazionali. Nella categoria osser-vatori arbitrali, è stato promosso dal Comitato RegionaleCalabria, alla Commissione Arbitri Interregionale, ilsidernese Graziano Ritorto, a cui vanno i nostri compli-menti per l’importante incarico conferitogli. Da segnalareche è stato dismesso da osservatore della Can D, per limi-ti di permanenza nel ruolo, un altro rappresentante dellasezione di Locri dell’AIA ossia Francesco Di Bellonia. IlPresidente della sezione Roberto Rispoli, ilVicepresidente Anselmo Scaramuzzino e tutto ilConsiglio direttivo sezionale si sono complimentati conl’osservatore arbitrale Graziano Ritorto per la meritatapromozione al Nazionale (CAI). In bocca al lupo ancheda parte nostra.

Una donnache hadedicato lasua vita allafamigliaTeresa Arcadi in Catanzariti, nata il27/07/1919 a Bianco, ha dedicato lasua vita alla famiglia e al lavoro, èuna grande donna di fede, unadonna forte che ha saputo reagirealla vicissitudini della vita.Benvoluta da tutta la comunità diPardesca, è nonna e mamma esem-plare. Sarà celebrata una messa diringraziamento in piazza aPardesca, dove si raccoglierà tutta lacomunità parrocchiale e civile,mentre il sindaco e l’amministrazio-ne omaggeranno con una targa ilprestigioso traguardo raggiuntodalla nonna Teresina

AIA di Locri: Il siderneseGraziano Ritortopromossoosservatorearbitrale dellaCAI

A Locri iniziativaper "vivereemozionalmente"la nostra storiamagno-greca

A RIACE inFESTIVAL nonviene concesso il patrocinio del Comune

Festival del Teatro Classico: dopo Pambieri,tocca a Vito Cesaro e Denny Méndez

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COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Giuseppe Romeo, Orlando

Sculli, Sonia Cogliandro, Serena Iannopollo,Gaetano Marando, Rosalba Topini, Arturo Rocca,Franco Martino, Franco Crinò, Antonio Scordino,

Giovanni Pittari.

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R28 LUGLIO - 20 il ricordo

RIPOSANO A ROCCELLAI RESTI MORTALI DIGIANFRANCO ROMEO

Con Aurelio se ne va unpezzo di storia di Siderno

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VITO PIRRUCCIO

Con l’anziano e provato Sasà Romeo ne aveva-mo parlato più volte negli ultimi cinque mesidalla morte di Gianfranco, avvenuta a 61 anninegli USA il primo marzo scorso: il padre affran-to voleva a tutti i costi che i resti mortali del-l’amatissimo figlio riposassero nella sua RoccellaJonica. La voce gracchiante dell’aggeggio che gliamplifica la voce per via di una tracheotomia è,quasi, un’implorazione che dal cuore risale lungol’esofago forato e giunge tremante alle orecchiedell’interlocutore: “Gianfranco deve tornare acasa!”. E per farlo l’indomito combattente hadovuto superare la trafila interminabile di adem-pimenti burocratici presso le sedi diplomatichedi Italia e USA. Gianfranco Romeo da giovedìscorso riposa nella tomba di famiglia. Sono tor-nate le sue ceneri contenute in un involucrometallico rivestito in formato onice dalle dimen-sioni di un portafiori che è stato esposto, per ilsaluto dei parenti e degli amici, nell’accoglienteChiesa di San Nicola ex Aleph. Gianfranco è tor-nato e il dolore per una giovane perdita unita-mente ai cinque mesi di iter burocratico sonoracchiusi negli occhi azzurri inumiditi dal piantodi Sasà Romeo e nella mestizia di mamma Mariae della sorella Anna. Guardando quel piccolo vaso posto ai piedi del-l’altare su un alterino con il drappo di Padre Piotornano alla mente i mesti sonetti dei Sepolcricon i quali il poeta racchiude il vero valore del-l’urna: “Sapere che una tomba chiuderà il nostro

corpo e serberà il nostro nome, ci consola in vitache non morremmo del tutto; e consolerà i nos-tri cari che potranno nutrire l’illusione pia diintessere con i morti un colloquio amoroso”.Quel colloquio d’amore che sta nella solitudinedel cuore e della mente da ora in poi Sasà

Romeo e la sua famiglia l’avranno, anche, in quelcantuccio di croci e sepolcri che guarda l’infinitodel mare alla periferia nord di Roccella Jonica. L’afa penetra nella piccola Chiesa della Marinaed entra a folate dalle due porte spalancate chedanno sulla strada principale. Il Tempio attiguoal Convento dei Minimi assiste attonito a un viavai di amici i quali hanno atteso a lungo e conpartecipazione il ritorno a casa dei resti mortalidi Gianfranco. C’è l’occasione, come avvienespesso in questi casi, per riflettere sul valore deisacrifici di una vita, sull’imprevedibilità dell’e-sistenza (“Si sta come d’autunno sugli alberi lefoglie”) e, pure, sui drammi del nostro tempo dicui è testimone lo specchio di mare che ci separadal continente africano. Nel dare cambio alla vic-inanza fisica dell’amico in lutto, infatti, un grup-po di compagni di Sasà facciamo “ruota” e il dis-corso e lo sguardo cadono sulla statua cavalleriz-za del Santo Patrono Vittorio di Marsiglia nel-l’atto di infilzare il turco invasore. Ci concedi-amo una civile distrazione e smorziamo, così, latensione prima di tornare ad abbracciare conl’affetto il caro Sasà. L’afa viene respinta a fatica dalla corrente che siintrufola dalle porte della chiesa e dai vorticiartificiali creati dai ventilatori. L’anziano Sasà civuole vicini. E noi amici di una vita, stacchiamorispettosamente la divagazione storico-fideisticasulla funzione odierna della statua guerriera diSan Vittorio, per stringerci intorno all’amico nelmomento del dolore. Con affetto e sincera vici-nanza.

Al telefono una voce amica mi comunica che èmorto Aurelio Barranca. Purtroppo la notizia mi ègiunta dopo il funerale, per cui con queste pocherighe chiedo scusa alla famiglia ed esprimo a lorole mie sentite condoglianze. Per me Aurelio rapp-resentava un mondo antico, quello di SidernoSuperiore, delle visite ai parenti, delle serate pas-sate nel borgo a giocare mentre i grandi si gode-vano la loro amicizia seduti a “schiticchiare” travino buono e soppressate. Oggi quei ricordi sem-brano un racconto da favola: andavamo a trovarela zia di mio padre “Zi’ Maria”, e poi si scendeva inpiazza, dove le figure sembravano tratte dalle nov-elle di Pirandello, comunisti come mio padre edemocristiani come Aurelio stavano lì a parlareinsieme in allegria e convivialità. Dopo la morte dipapà, quando mi incontrava, mi salutava semprecon affetto, come se cercava di salutare anche labuonanima. Con Aurelio se ne va un pezzo di ques-ta storia, di un mondo che non c’è più, e che cimanca.

Rosario Vladimir Condarcuri

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28 LUGLIO

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Mare e montiDurante un incontro sul cele-bre stocco di Mammola, il sin-daco del paese aspromonta-no Stefano Raschellà ha ospi-tato il collega di SoveratoErnesto Alecci, che hannopermesso lo scambio dibuone pratiche tra due perledel nostro territorio, una dimare e una di montagna.

Accoglienza mammoleseIl presidente della Pro Loco di

Mammola Antonio Barillaro, accoglienella propria sede i due dirigenti dellaRegione Calabria Giacomo Giovinazzodel dipartimento Agricoltura e Cosimo

Caridi del settore Pesca.

Mammola mon amourGiuseppe Alagna, giovaneimprenditore dello Stocco, salutaassieme all’ex presidente diConfindustria Giuseppe Nuceraun suo caro concittadino e lafiglia ormai trasferitasi da moltianni a Stoccolma, ma che nonrinuncia a tornare ogni anno nellasua amata Mammola.

Regionali in vistaAbbiamo pizzicato i consiglieri regionali dellaPiana Giovanni Arruzzolo e Peppe Pedà inuna delle tante manifestazioni estive dellaLocride. Un insistente bagno di folla che ci fapensare che sia già cominciata la campagnaelettorale.

Bellezza caninaEcco a voi il podio

della mostra caninasvoltasi la scorsa

domenica presso ilpiazzale del centro

commerciale iPortici a Siderno.Organizzata dallavulcanica Marilene

Bonavita.

Dirigenze mammolesiIl presidente dell’AVIS NicodemoSeminara posa assieme al presi-dente della Protezione Civile EnzoCallà, due mammole illustri allaguida di altrettanti importantissi-mi enti.

Piccoli assessoridel PD cresconoFederico Managò, neoe-letto assessore diSant’Ilario dello Jonio,posa assiema alla moglieMaria Simone, che ha dasempre un ruolo impor-tante in seno al PartitoDemocratico.

Forza cittadinaEulalia Micheli, Mario

Occhiuto, Fabio Laganà eRoberto Occhiuto sono statiquesta settimana alla Cameradei Deputati per la presenta-

zione del libro “Percorsi dirigenerazione urbana” del sin-

daco di Cosenza.

Ospiti illustriPeriodo di presenze importanti nellaLocride: in questa foto possiamo ricono-scere Mario Capanna storico leader diDemocrazia Proletaria e del 68 italiano,con Martino Recupero, Mimmo Panettae Orlando Sculli, che ha fatto loro donodi un libro facendo le veci del buonpadrone di casa.

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