raccontando larino

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L’idea di pubblicare mensilmente degli articoli sulla storia, origini, tradizioni e curiosità di Larino, nasce all’interno del progetto “Larino: Arte e Cultura nel Museo Diffuso“ del Servizio Civile Nazionale svolto dalle volontarie Marina Bucci e Roberta Notarangelo RACCONTANDO LARINO ARTICOLI MENSILI DI STORIA, ORIGINI, TRADIZIONI E CURIOSITA’ NUMERO XII SETTEMBRE 2016 Itinerario guidato: il Centro Storico Medievale

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Page 1: RACCONTANDO LARINO

L’idea di pubblicare mensilmente degli

articoli sulla storia, origini,

tradizioni e curiosità di Larino,

nasce all’interno del progetto

“Larino: Arte e Cultura nel Museo

Diffuso“ del Servizio Civile Nazionale

svolto dalle volontarie

Marina Bucci e Roberta Notarangelo

RACCONTANDO LARINO

ARTICOLI MENSILI DI STORIA, ORIGINI, TRADIZIONI E CURIOSITA’

N U M E R O X I I S E T T E M B R E 2 0 1 6

Itinerario guidato: il Centro Storico Medievale

Page 2: RACCONTANDO LARINO

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Introduzione alla città

La città di Larino è divisa in due parti ben distinte: il centro storico sorto in

epoca medievale e la città moderna che si sviluppa sui resti della Larino

romana. L'origine della città è molto controversa e ancora oggi oggetto di

dibattito. Sicuramente Larino era una città del popolo italico dei Frentani,

fondata in età preromana. Gli studiosi locali identificano la fondazione al-

meno 500 anni prima a quella di Roma. Dopo la distruzione della città de-

nominata Frenter, essa fu ricostruita con il nome di Ladinod nome impresso

anche sulle sue monete locali e successivamente trasformato in Larinum,

ossia luogo dove i Frentani ebbero i Lari. La città aveva un impianto urbano

già molto solido ed evoluto nel IV secolo a.C. Dopo la vittoria

dei Romani nel 319 a.C., Larinum divenne una res publica, mantenendo una

propria autonomia rispetto alle altre città frentane. Topograficamente Lari-

num era situata in una posizione strategica sia dal punto di vista culturale

che politico tra le attuali Lanciano, Vasto, San Paolo di Civitate e Lucera.

Le testimonianze più imponenti risalenti all‟epoca romana sono l‟anfiteatro

romano, le vasche termali e le pavimentazioni musive. Probabilmente il nu-

mero di abitanti che popolavano la città era superiore ai 100 mila abitanti.

L’itinerario

La presente guida propone un itinerario guidato all‟interno del Centro Stori-

co di Larino, che sorge nella parte più bassa della città. La visita inizia da

Piazza Vittorio Emanuele II partendo dal Monumento dei Caduti, Chiesa di

Santo Stefano, si prosegue per l‟originario asse viario medievale della città

(oggi Via G. Marconi, un tempo Via De Misseriis), incontrando qualche

palazzo storico con stemmi araldici di famiglie importanti. Si arriva poi nel-

la parte posteriore dell‟Episcopio e della Cattedrale, raggiungendo così il

primo Seminario della Cristianità. Si prosegue verso il campanile della Cat-

tedrale di San Pardo e dell‟Assunta, con la sua splendida facciata trecente-

sca, segue la visita interna agli affreschi ed altari barocchi depositati in Sa-

crestia insieme al busto argenteo di San Pardo, Protettore della città. Uscen-

do dalla Cattedrale si procede alla volta del Palazzo Vescovile e del Museo

Diocesano. Attraversando l‟arco della vecchia torre campanaria del com-

plesso di San Francesco si passa al Palazzo Ducale, che fu in origine un ca-

stello medievale. Infine una visita al museo civico, alle mostre permanenti

del fiore di S. Pardo, del Carnevale Larinese e la mostra permanente della

famiglia Pilone all‟interno di una sala con soffitto affrescato. Dalla terrazza

del Palazzo Ducale è possibile ammirare dall‟alto Piazza Duomo.

S E T T E M B R E 2 0 1 6 N U M E R O X I I

Tour Centro Storico

Page 3: RACCONTANDO LARINO

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L’abbandono della città romana

Lo spostamento della popolazione larinate dalla città romana verso uno sperone roccioso più a valle,

che secondo il Tria segnò la nascita del centro storico, avvenne intorno all‟anno 842 in seguito

all‟attacco da parte dei saraceni che costrinse gli abitanti a cercare un rifugio in un‟area maggiormen-

te difendibile. Il Magliano, invece, ritarda ai primi anni XIV secolo il trasferimento degli abitanti e

della costruzione della Cattedrale nel nuovo nucleo urbano e spiega come rovistando tra gli Archivi

sia venuto a conclusione dell‟errore del Tria nell‟assegnare la fine dell‟antica città nell‟anno 842;

essa difatti fu abitata per ancora altri quattro secoli e mezzo. Per il Magliano, la nuova Larino, co-

minciò a svilupparsi dopo i terremoti del 1117 e 1120 /1125 poiché molti abitanti dovettero rifugiarsi

“in quel sito che poco aveva sofferto”.

La città medievale

La città medievale era circondata da mura che in parte

erano utilizzate anche come abitazioni fortificate; le

mura erano dotate di diverse torri e due porte principa-

li: Porta di Basso e Porta di Piano. Oggi di tutte le torri

solo due conservano la loro integrità: la Torre Ricci e

Torre Palma, mentre le altre sono state trasformate o

inserite all‟interno di nuovi edifici. Oltre alle cinque

chiese parrocchiali, ve ne erano numerose d‟origine

medievale: Cattedrale, S.Basilio, S.Stefano, S.Giovanni

Evangelista e S.Bartolomeo Apostolo. Molte altre chie-

se e cappelle erano situate in via Seminario: S.Tommaso, SS.Pietro e Paolo e S.Giacomo, in piazza

Duomo, proprio di fronte alla Cattedrale, vi era la Chiesa di S.Caterina, inserita in un porticato inglo-

bato nel secolo scorso all‟interno del

Seminario. In quella che oggi consi-

deriamo piazza Duomo erano presenti

gli edifici più importanti della città

trecentesca: la Cattedrale, il Convento

dei Conventuali di S. Francesco con

la torre campanaria e il castello feu-

dale. Ad essi nel XVI secolo si ag-

giunse il Palazzo Vescovile, costruito

nel 1573 su costruzioni preesistenti.

La prima fase edilizia del nuovo cen-

tro comprendeva il rione occidentale,

tra l‟attuale chiesa Cattedrale e via

Leone.

T O U R C E N T R O S T O R I C O

La nascita del Borgo Medievale

La città nel XIII secolo La città nel XIV secolo

Page 4: RACCONTANDO LARINO

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L‟artefice del Monumento ai Caduti è lo scultore Vincen-

zo Puchetti (Campobasso 1894 - Napoli 1947). La sua

produzione di monumenti ai caduti abbraccia un periodo

che va al 1921 al 1931. A Larino il 20 dicembre del 1923

venne costituito il Comitato Civico Ufficiale per la realiz-

zazione del monumento. Il bozzetto originale in gesso

prevedeva la figura di un fanta nudo con daga nella mano

destra, elmetto, tricolore stretto sul petto, inginocchiato,

veniva sorretto o meglio tentato di essere risollevato dalla

Vittoria alata, una figura femminile peplata con ali raccol-

te dietro le spalle. Nella realizzazione pratica il gruppo

bronzeo, pur restando simile all‟impostazione generale,

subì qualche modifica. Infatti al posto del fante con elmet-

to plasmò un antico milite romano anch‟esso nudo con

espressione eroica e con una benda intorno al capo. Anche

qui la vittoria alata, che rappresenta la città di Larino, è

data da un‟immagine classica di una donna matura quasi

fidiaca, con un bell‟aspetto e treccia intorno al capo. Il

basamento è stato realizzato dalla ditta Domenico Del

Monaco e Figli di Campobasso, la ringhiera originale, so-

stituita poi con un‟altra fu opera dei F.lli Battista.

T O U R C E N T R O S T O R I C O

Il Monumento dei Caduti

Page 5: RACCONTANDO LARINO

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T O U R C E N T R O S T O R I C O

La Chiesa di Santo Stefano

Nell‟originario assetto planimetrico duecente-

sco, la Chiesa di Santo Stefano era disposta

verso Est, con l‟accesso nell‟attuale via G.

Marconi. Di questa facciata si conserva un ro-

sone in pietra a 12 raggi, ancora oggi visibile

sul retro dell‟edificio. L‟asse principale venne

spostato nei primi decenni del XIV secolo, ciò

determinò la realizzazione di una nuova faccia-

ta su Piazza Vittorio Emanuele II. Questa si

presenta molto semplice, tripartita da semplici

lesene. Si articola in due livelli conclusi da un

coronamento mistilineo. Nella parte inferiore,

al centro, si trova il portale decorato da una

cornice in pietra. Al piano superiore, nella parte

centrale si apre una finestra rettangolare, affian-

cata, su entrambi i lati, da nicchie. La Chiesa,

costituita da un'unica navata, inizialmente ave-

va un soffitto ligneo, che venne sostituito, in-

torno alla metà del XVIII secolo, da strutture

voltate. La campata centrale presenta una co-

pertura con calotta poggiante su pennacchi,

mentre le altre campate sono a botte con lunet-

te. L‟interno, tutto in stile barocco, contiene tre

altari di marmo e il coro dietro l‟altare maggio-

re. Il campanile, che copre in parte la prima

facciata, fu costruito agli inizi XIX secolo.

Page 6: RACCONTANDO LARINO

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T O U R C E N T R O S T O R I C O

Palazzo Caprice (via Olmo, XV—XVIII)

La famiglia Caprice era presente nella città di Larino già

nel 500. Tra i discendenti di questa famiglia ci furono figu-

re impegnate in campo politico ed ecclesiastico. Il Palazzo

fu inglobato nell‟antica torre Caprice, mensionata dagli

storici locali Tria e Magliano. L‟edificio è composto da tre

piani; al piano terra troviamo il portale e delle piccole fine-

stre con grate. L‟ampio portale in pietra presenta nella

chiave di volta (al centro dell‟arco) lo stemma della fami-

glia. Lo stemma mostra delle volute laterali, mentre al cen-

tro troviamo la figura di un

capriolo rampante con una

stella accanto. Una fascia di-

vide a metà la figura, mentre

in alto vi è una figura vegeta-

le e in basso una maschera.

Al primi piano vi sono quat-

tro finestre ed un balcone al

centro. Il secondo piano pre-

senta cinque finestre ed un

sottogronda ad archetti.

Palazzo Castelli (via G. Marconi, XV-XIX)

Il palazzo anticamente era di proprietà della famiglia

De Misseriis, da cui prendeva il nome la strada (oggi

via G. Marconi). Successivamente il palazzo, per ere-

dità ed estinzioni, fu proprietà di altre famiglie, come

i de Visso, i Moro, i Piccirilli ed i Castelli. Il palazzo

è costituito da due piani; il piano terra presenta una

zoccolatura in pietra e tre portali, di cui quello centra-

le più ampio. Il portale centrale ha un sopraluce in

ferro battuto ed al di

sopra di esso, dopo la

parte in pietra, vi è lo

stemma della famiglia

Castelli. Una fascia marcapiano divide il piano inferiore dal primo piano,

che presenta due finestre ed un balcone centrale. Il palazzo al suo interno

ospitava una preziosa biblioteca dove era custodito un antico evangelario.

Palazzi e Portali

Page 7: RACCONTANDO LARINO

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Il Seminario di Larino rappresenta una delle istituzioni più prestigiose, in

quanto fu il primo della cristianità. Papa Giovanni XXIII lo annunciò ufficial-

mente: “Ecco il Seminario di Larino. È aperto il 26 Gennaio dello stesso anno

di quello di Rieti, 1564, dal Vescovo Belisario Balduino, un reduce del Conci-

lio di Trento. Vivrà come potrà in poche stanze tenuissime, ma intanto è arri-

vato buon primo …”. Il Seminario ebbe la prima sede in vico Morsellino, at-

tuale via Olmo, in una modesta casa denominata Torre di Balestriera, posta

sul lato meridionale della Cattedrale di Larino. In questo edificio iniziò a fun-

zionare con 12 seminaristi. Qui restò fino al 1619 quando mons. Pomodoro

decise di acquistare a sue spese una sede più idonea. Nel 1642 mons. Caraccia

inaugurò la nuova sede situata in P.zza del Duomo. Mons. Catalani incremen-

tò i fondi patrimoniali e costruì una sede estiva

in località Torre Sant‟Anna. L‟ampliamento con-

tinuò anche grazie al voler del vescovo Pianetti e

da mons. Tria più avanti. Il Seminario di Larino fu una delle poche istituzioni

ecclesiastiche sopravvissute al decennio Francese. Tra il 1936 ed il 1939 il

Vescovo Bernacchia fece costruire un nuovo grande edificio lungo la strada

statale n. 87. Nel 1961 la sede venne ampliata dal Vescovo Costanzo Micci.

Negli anni, questo edificio divenne la sede dell‟Istituto Tecnico per Geometri.

Per anni, dal 2002 al 2013, l‟edificio fu dichiarato inagibile, fino a quando nel

Settembre 2013 venne inaugurata la riapertura di una parte dello stesso stabile.

T O U R C E N T R O S T O R I C O

Il Seminario

Palazzo Vietri della “Pozzica” (via Raone, XVI—XVIII)

La famiglia Vietri dimoranti nella zona chiamata “Pozzica” (per la presenza di

numerose cisterne e pozzi negli edifici di questa contrada), provenivano dalla

Lucania. Si stabilirono a Larino alla fine del 600. Oltre a questo palazzo appar-

tenevano alla famiglia due villini di campagna, ed un altro edificio in via Se-

minario, passato poi per successione ereditaria alla famiglia Ricci. Tra i com-

ponenti di questa famiglia ci furono figure rilevanti, come canonici, giurecon-

sulto, amministratori civici, musicisti e sindaci. La famiglia si estinse nel 1952

con la morte del‟avvocato Nicola Vietri, che non aveva discendenti. L‟ampio

edificio si dispone su due livelli e presenta

due ingressi, uno in via Raone, e l‟altro in

via Tria. L‟elegante portale in pietra in via

Raone non presenta stemmi e si trova tra due finestrelle con inferriate

in ferro battuto. Al piano superiore vi sono due finestre ed un balcone

centrale. All‟interno del palazzo, nel 1755 fu costruita una cappella pri-

vata concessa alla famiglia dal Papa Benedetto XIV.

Palazzi e Portali

Page 8: RACCONTANDO LARINO

8

La Cattedrale di San Pardo e dell‟Assunta è una delle

più importanti opere d‟arte dello stile romanico

dell‟Italia meridionale. È stata elevata a titolo di Basi-

lica minore nel 1928. L‟edificio risale al XII secolo e

la data di consacrazione, 1319, è riportata

nell‟architrave del portale centrale. Gli studiosi riten-

gono che sia stata realizzata sulle strutture di una

chiesa esistente, questo dimostrerebbe il perché le

navate interne dell‟edificio presentano un‟ampiezza

differente e la posizione della facciata fortemente in-

clinata rispetto all‟asse longitudinale della chiesa.

L‟ingresso originale doveva situarsi proprio in corri-

spondenza dell‟attuale zona absidale, su quello che

doveva essere l‟asse principale della città; costituito

dalle attuali Via Marconi, Via Olmo e Via Paradiso.

La facciata trecentesca con terminazione orizzontale,

è divisa in due piani da una cornice: la parte superiore

è caratterizzata dalla presenza di un particolare rosone

a tredici raggi e da due bifore. Nella parte inferiore si

apre il portale strombato con timpano, decorato con

colonnine tortili e ricchi capitelli. Un altro elemento

di particolare rilevanza architettonica è la lunetta cen-

trale del portale, costituita dalla scena della Crocifis-

sione. Il Cristo pende da una croce a Y, mentre un

angelo precipita dal sommo della lunetta e gli pone

sul capo, con il braccio destro, la corona, e con il

braccio sinistro nasconde la corona di spine. Ai lati ci

sono le massive figure di Maria e di Giovanni, nei cui

occhi spalancati si raccolgono lo stupore e la tragedia.

T O U R C E N T R O S T O R I C O

La Cattedrale di San Pardo e dell’Assunta

Page 9: RACCONTANDO LARINO

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La Cattedrale subì molte trasformazioni secondo il gusto

di ogni Vescovo e dell‟epoca. Oggi l‟interno è diviso in

tre navate di larghezza e lunghezza disuguale: tale caratte-

ristica è determinata dalla presenza di un edificio preesi-

stente. Dalla pianta generale si nota che le prime tre cop-

pie di pilastri sono perfettamente simmetriche a differenza

dei rimanenti. La navata centrale presenta un soffitto li-

gneo a capriate, quelle laterali sono coperte con volte a

crociera costolonate. L‟abside è quadrata con volta a cro-

ciera. Si conservano tracce di affreschi sulle pareti databili

al XIV secolo: l‟affresco di Sant‟Orsola e il rapimento

delle Vergini, S.Michele Arcangelo e S.Benedetto.

All‟interno sono custoditi l‟altare maggiore e il trono di

stile barocco, opere del Vaccaro e Troccoli, ordinate dal

Vescovo Tria.

Il campanile, posto sul lato sinistro della facciata è alto

ben 33 metri, ed è stato realizzato in due epoche; la prima

corrispondente al basamento impostato su due archi a se-

sto acuto, denominato “Arco di San Pardo”, venne co-

struito sotto il Vescovo F. G. Leone nel 1451 da Giovanni

Casalbore, come risulta da una lapide posta nel primo pia-

no del campanile. Ai lati di questa sono visibili lo stemma

del Vescovo suddetto, della città di Larino e del signore di

Larino che in quei tempi era Ettore Pappacoda. Sul lato

occidentale, nella parte alta è inserita una lapide che raffi-

gura il Vescovo Raone, il quale inaugurò la Cattedrale.

Nel primo piano del campanile era posto anticamente

l‟archivio capitolare, nel secondo piano fu posto nel 1785

l‟orologio, opera del Grassi di Casacalenda, nel terzo pia-

no si trova la cella delle campane, infine le due campane

dell‟orologio (1691-1735) e un‟altra campana del 1860. Il

campanile oltre alle varie iscrizioni si arricchisce anche di

bassorilievi dell‟antica Larinum.

T O U R C E N T R O S T O R I C O

Page 10: RACCONTANDO LARINO

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T O U R C E N T R O S T O R I C O

Palazzo Vescovile

Il primo Episcopio era ubicato in via

Seminario. Fu fatto costruire e amplia-

re, nella metà del XIV secolo, da Raone

de Connestabulo. Nel 1573 mons. Bal-

duino fece costruire il Palazzo Vescovi-

le, sulla chiesa di S. Maria della Pietà.

Successivamente mons. Pomodoro vi

aggiunse l‟appartamento detto “la Gre-

goriana”. Mons. Pianetti ampliò la sa-

crestia aggiungendo all‟Episcopio le

camere superiori. Mons. Collia nel

1725 fece ristrutturare il portone princi-

pale. In seguito il palazzo venne arric-

chito, nell‟angolo sud-est, da due vani da mons. Tria. La struttura presentava una torre a sua difesa,

che fu abbattuta dopo l‟uccisione del Duca Carafa nel 1680. Nel 1925 mons. Bernacchia fece appor-

tare delle modifiche nell‟Episcopio, ricavando la grande sala prospicente il vico Morsellino.

Il Palazzo Vescovile, Archivio e Museo Diocesano

Archivio Diocesano

L‟Archivio Diocesano è stato dichiarato, dalla Sovrintendenza

Archivistica, di notevole interesse storico, perché costituito da

materiale documentario utilissimo per la ricostruzione della sto-

ria religiosa e politica di un‟ampia zona compresa tra il Basso

Molise e la Capitanata, e per la ricostruzione dello sviluppo civi-

le, sociale e culturale delle stesse popolazioni. Nell‟Archivio no-

tevole è il fondo pergamenaceo costituito da bolle, brevi e lettere

che interessano tutto il secondo millennio. Il docu-

mento più antico risale al 1181 e riguarda i confini

della Diocesi stabiliti da Papa Lucio III. Il materia-

le diviene più corposo dalla seconda metà del

„500, in contemporanea con i dettami sanciti dal

Concilio di Trento. Dopo la fusione delle diocesi

di Termoli e Larino anche i rispettivi archivi sono

stati unificati e nel 1986, per volere del vescovo

mons. D. D‟Ambrosio, la sede principale è stata

posta a Larino.

Page 11: RACCONTANDO LARINO

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T O U R C E N T R O S T O R I C O

Museo Diocesano

Il Museo Diocesano, intitolato a mons. Giovanni An-

drea Tria, vescovo di Larino del XVIII secolo, è allesti-

to all‟interno del Palazzo Vescovile. È stato inaugurato

il 21 dicembre 2012 per volere del vescovo Gianfranco

De Luca, con lo scopo di conservare, valorizzare e pro-

muovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico,

proveniente dalle chiese di Larino e dai paesi limitrofi.

Nel museo, disposto su due livelli, sono esposte opere

di arte sacra, quali statue, sculture, paramenti, tele, sva-

riati oggetti utilizzati nelle funzioni religiose. Nella prima sala sono esposte statue di Madonne e Santi

tra cui la Madonna del Carmelo,

Sant‟Anna con Maria bambina, l‟antica

statua di Sant‟Antonio, San Nicola e

San Rocco che vengono prelevati il 26

Maggio per la sfilata di San Pardo. Nel-

la seconda sala al centro è possibile am-

mirare il quadro della Cacciata dei

Mercanti dal Tempio di Gesù, l‟antica

statua lignea di San Pardo e il mezzo

busto di Santo Stefano. Al piano supe-

riore si possono ammirare diverse opere

del noto pittore molisano Paolo Gamba

originario di Ripabottoni.

CURIOSITA’

La torre balestriera: la torre dell‟Episcopio cinquecentesco è stata teatro di

alcuni episodi legati alla congiura contro il feudatario del luogo, Francesco

Carafa, avvenuta nel 1679 e raccontata da A. Dumas in un suo famosissimo

romanzo: Luisa Sanfelice o Regno Insanguinato.

Page 12: RACCONTANDO LARINO

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La Chiesa di San Francesco dal 1929 è considerata edi-

ficio monumentale. Il 7 Luglio 1312 il Pontefice Papa

Clemente V emise una Bolla Sacrae Religionis vestrae

merita, con cui autorrizzò la costruzione del convento a

Larino. I lavori terminarono nello stesso anno. Il Con-

vento dei Minori Conventuali fu soppresso durante il

Decennio Francese, e non fu mai riaperto. Nel 1806 le

campane della torre furono prese dai Francesi per fab-

bricare dei cannoni. Il fabbricato fu ceduto al Comune

che lo destinò ad alloggio della Gendarmeria e dei Regi

Carabinieri. Successivamente fu venduto ai privati. Del

Convento resta solo una torre campanaria di forma qua-

drata, oggi adibita ad abitazione (Torre Galuppi). La

Chiesa, di modeste dimensioni, presenta una sola nava-

ta. Fu arricchita dopo il 1635 dal Ministro generale

dell‟Ordine dei Conventuali Giovanni Battista Berardi-

celli. La Chiesa durante in XVIII secolo subì delle mo-

difiche. Nel 1747 la cupola della chiesa fu affrescata

dall‟artista molisano Paolo Gamba, che rappresentò la

“Gloria del Paradiso”, e nei pennacchi sottostanti ven-

nero raffigurati i quattro Evangelisti. Venne restaurato

il coro e l‟organo, decorato nel 1752 da Modesto Pal-

lante di Oratino, venne sistemato nell‟abside. Gli altari

di S. Antonio e dell‟Immacolata furono ornati con de-

corazioni di stucco ed oro zecchino. In questi anni fu

rinnovata anche la facciata con un portale in pietra sor-

montato dallo stemma francescano.

T O U R C E N T R O S T O R I C O

La Chiesa di San Francesco

Page 13: RACCONTANDO LARINO

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Il Palazzo Ducale si trova nel cuore del centro

storico di Larino, precisamente circondato da

Piazza Vittorio Emanuele II, Piazza Duomo,

Piazza Roma e Viale Elena. Il Palazzo nasce co-

me castello medievale, costruito intorno al 1100-

1200 dai Conti Normanni, presumibilmente,

secondo i Fratelli Magliano, costruito da Rug-

giero de Dragone o Roberto de Causencia. Si

trovava in una posizione strategica tra “Porta di

Piano” e “Porta di Basso” che un tempo erano

gli unici due ingressi alla città. Lo storico Ma-

gliano sostiene che all‟entrata della città si trova-

va il castello edificato in un posto alquanto alto

ed attaccato alla muraglia. L‟ edificio quindi

svolgeva la precisa funzione di sentinella e di

difesa a vantaggio del territorio circostante. Do-

cumenti dell‟archivio di Napoli informano che

nel 1663 il castello apparteneva alla famiglia dei

marchesi Brancia e al palazzo si accedeva me-

diante due portoni che conducevano al cortile

interno dotato di pozzi e di una cantina per la

conservazione del vino. L‟edificio dal 1580 fu di

proprietà di diverse famiglie Larinesi; per prima

la famiglia Francia, poi gli Orsini, i Carafa ed

infine i De Sangro. Proprio quest‟ultima fami-

glia nel 1638 trasformò il castello in palazzo re-

sidenziale. Costruì la loggia sull‟atrio e aprì

un'altra entrata sul lato meridionale alla quale si

accedeva da un ponte levatoio preceduto da una

immensa rampa che arrivava fino alla Piazza

antistante. Nel 1846 viene definitivamente ac-

quistato dal Comune della città.

T O U R C E N T R O S T O R I C O

Dal Castello al Palazzo Ducale

N

S

E O

N

S

E O

Page 14: RACCONTANDO LARINO

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Il palazzo ha una forma rettangolare, realizzato in

muratura di pietra arenaria; presenta tre torri agli

angoli alcune ancora nettamente visibili (a destra

Pianta del Castello, disegno del Magliano, 1895).

Una, oggi non più visibile, era distaccata dal corpo

del palazzo. Inizialmente i lati non erano lineari

ma si presentavano con i due torrioni più sporgenti

e il corpo centrale più interno, cosa che è ancora

visibile solo sul lato nord mentre gli altri lati che

sono stati ricostruiti presentano linearità. La fac-

ciata principale, che affaccia su Piazza Vittorio

Emanuele II, è stata realizzata nel 1818 su progetto

dell‟ing. Vetta. Nel 1871 vennero abolite la seicen-

tesca rampa e la facciata turrita. Il palazzo ristrut-

turato in ultima data nel 2006-2007 esternamente

riportato ai colori originari ovvero in pietra sui tre

lati e a righe orizzontali grigie e bianche al lato

ovest. Intorno al 1900 un‟ala fu destinata ad alber-

go e altri locali furono adibiti ad uso commerciale.

L‟edificio oggi è costituito da più piani, presenta

un atrio porticato che sorregge un loggiato con ar-

chi a tutto sesto. Al terzo piano sono ubicati la Bi-

blioteca Comunale e il Museo Civico che custodi-

sce oggetti antichissimi e tre mosaici di età impe-

riale rinvenuti nell‟anfiteatro romano. In una stan-

za, oggi adibita ad ufficio del sindaco, è presente

un affresco del 1907 raffigurante l‟ala in campo

azzurro,simbolo della città, opera del pittore Luigi

Benevento.

T O U R C E N T R O S T O R I C O

Progetto facciata dell‟ing. Vetta, 1888

Page 15: RACCONTANDO LARINO

15

Il Museo Civico nasce nell'immediato dopo-

guerra, in seguito ai ritrovamenti delle pavi-

mentazioni musive d'epoca romana. Secondo

la pratica dell'epoca, i mosaici furono distac-

cati dal sito originario e furono ricollocati nel

centro storico nelle sale del museo. Negli

anni successivi furono rinvenuti ulteriori re-

perti archeologici che andarono ad arricchire

la collezione. La maggior parte dei reperti è

stata rinvenuta nell'area del larinate ed è da-

tabile tra il X sec. a.C. e il IV sec. d.C.

Il materiale rinvenuto si riferisce alle diverse

attività abituali delle popolazioni locali e re-

perti litici dell'epoca preistorica. E‟ possibile,

inoltre, ammirare ulteriore materiale archeo-

logico proveniente da Larino presso il Museo

Sannitico Provinciale di Campobasso.

T O U R C E N T R O S T O R I C O

Il Museo Civico

Prima Sala Espositiva

Nella prima sala espositiva è custodita la raccolta

epigrafica, oltre alle iscrizioni murate alle pareti del

Palazzo Ducale. Si tratta di epigrafi di carattere fu-

nerario, ovvero delle dediche ai propri cari defunti o

a personaggi importanti, rinvenute soprattutto duran-

te i lavori agricoli nelle campagne larinesi.

All‟interno di questa sala sono esposti vari reperti tra

cui delle anfore di terracotta utilizzate per il traspor-

to delle merci all‟interno delle navi. Vi è un

“dolio” (dolia plurale) ovvero un contenitore dal ti-

pico aspetto rotondo e panciuto in terracotta, utilizzato dai romani per il

trasporto di generi alimentari come legumi, farina, frutta ma soprattutto

per la conservazione dell‟olio e del

vino. Sull'orlo della bocca spesso ve-

niva riportata in cifre la capacità del

vaso. I dolia erano raccolti nei granai

o magazzini dei palazzi o delle case

private, e spesso, per la migliore con-

serva-zione degli alimenti, erano af-

fondati nel terreno. È presente anche

un “bacino pestatorio” ovvero un gros-

so contenitore nel quale si procedeva

con la follatura della lana all‟interno delle fulloniche. Inoltre vi sono

conservati capitelli, blocchi di pietra calcarea fra i quali vi è la copertura di una tomba, frammenti di

festoni con decorazioni vegetali e “bucrani”.

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Il Mosaico degli Uccelli Il mosaico risale alla fine del II sec. e gli inizi del III

sec. d.C. È stato rinvenuto nel 1937 nei pressi

dell‟Anfiteatro Romano, apparteneva probabilmente

ad una domus. Viene portato nel museo nel 1949, e

nel 1973 è stato cementato. Il mosaico riporta delle

lacune nella parte centrale e nelle parti laterali. La

scena centrale raffigura dei rami di vite che si dira-

mano nello spazio su poi poggiano cinque uccelli po-

licromi. Intorno vi sono quattro cornici, la più esterna

è costituita da dei rami d‟edera che terminano con

foglie cuoriformi.

Il Mosaico del Leone Il mosaico risale alla fine del II sec. e gli inizi del III

sec. d.C. È stato rinvenuto nel 1937 vicino al mosaico

degli Uccelli, probabilmente appartenevano alla stes-

sa domus. Viene portato nel museo nel 1949, e nel

1973 è stato cementato. La pavimentazione musiva

presenta due cornici: una treccia e, la più esterna, una

voluta d‟edera con foglie cuoriformi con le punte che

si alternano verso l‟interno e verso l‟esterno. La parte

interna presenta motivi geometrici. Al centro è visibi-

le il tema del mosaico, probabilmente non previsto

nel progetto iniziale. Viene raffigurato un leone rug-

gente che procede da sinistra verso destra con una

zampa sollevata, la coda in alto e lo sguardo rivolto

all‟indietro. Dietro l‟animale vi sono tre palme.

Il Mosaico della Lupa

Il mosaico risale alla seconda metà del III sec. d.C. È

stato rinvenuto nel 1941 vicino Villa Petteruti - Ro-

mano, nei pressi della stazione ferroviaria. Apparte-

neva ad un edificio privato, probabilmente di caratte-

re funerario. Venne cementato definitivamente

all‟interno del museo nel 1956. La scena rappresenta-

ta si sviluppa in verticale. In basso vi è una lupa dal

manto tigrato mentre allatta i gemelli. La scena si

svolge sotto gli occhi di due pastori: l‟adulto sembra

indicare al più giovane ciò che si svolge sotto i loro

occhi. Nella parte inferiore è disegnata una soglia con

un motivo decorativo. La fascia esterna è occupata da

un motivo vegetale a spirali d‟acanto con racemi po-

sti ai quattro vertici. Tra le spirali si intravedono sei

cacciatori amorini con altrettanti animali selvaggi vi-

sti di profilo.

T O U R C E N T R O S T O R I C O

I Mosaici conservati nel Museo Civico

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T O U R C E N T R O S T O R I C O

Seconda Sala Espositiva

La seconda sala contiene quattro teche nelle quali sono conservati

reperti eterogenei sia per tipologia che per materiale. Una prima

vetrina contiene materiale laterizio con bolli e frammenti di va-

sellame in ceramica rossa e nera. In una seconda teca vi è vasella-

me vario: “distanziatori”,

ovvero dei cerchi di terra-

cotta utilizzati nelle fornaci

per una cottura uniforme, e

dei pesi, i più grandi da

telaio ed i più piccoli uti-

lizzati per la pesca.

Un‟altra vetrina contiene

resti di pavimentazioni, frammenti di statue votive, lucere utiliz-

zate per l‟illuminazione, ed una serie di oggetti legati al mondo

femminile, come gemme, fibule ed aghi in avorio utilizzati come

fermagli per capelli. L‟ultima teca conserva vasellame e piccoli

balsamari ed unguentari, ovvero contenitori di maschere ed oli

adibiti alla cura del corpo.

Sala delle Monete

Una sala del Museo è dedicata alle monete, alla Zecca di Larinum. Larino raggiunge il massimo svilup-

po tra il III e II secolo a.C. come mostra l‟esistenza di una zecca che evidenzia la sua importanza da un

punto di vista amministrativo, commerciale ed economico. Alle pareti della sala sono esposte delle ri-

produzioni di alcune monete realizzate dalla Fonderia Marinelli di Agnone nel 2013. Ogni moneta è

inserita in uno specifico pannello che riporta le maggiori informazioni circa la moneta esposta: peso,

valore e diametro.

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Museo del Fiore di San Pardo

Al quarto piano del Palazzo Ducale è

situata la sala dedicata al Fiore di San

Pardo curata ed allestita dalla Pro Lo-

co Città di Larino. Qui è possibile am-

mirare gli elementi essenziali della

festa patronale in onore del Santo pa-

trono della città, San Pardo. I fiori so-

no realizzati dalle sapienti mani fem-

minili che ogni anno si dedicano con

devozione alla realizzazione degli

stessi.

T O U R C E N T R O S T O R I C O

Mostra del Carnevale Larinese

In occasione della 40° edizione del Carne-

vale Larinese è stata allestita una mostra

espositiva dedicata a questa particolare

tradizione. La mostra espone fotografie

relative ai carri allegorici partecipanti alle

sfilate. Al centro della sala vi è la mascot-

te del carnevale larinese realizzata

dall‟Associazione Culturale Larinella ed

in particolare dal cartapestaio Nicola Di

Bello. Rappresenta un giullare in calzama-

glia a rombi rossi e blu con cerchio che

rappresenta l‟anfiteatro romano di Larino.

Archivio Storico Fotografico fa-

miglia Pilone

La famiglia Pilone è nota per aver cat-

turato negli anni la storia di Larino e in

alcuni casi dello stesso Molise. Le foto-

grafie, donate dalla medesima famiglia,

sono esposte in due sale situate al quar-

to piano del Palazzo Ducale. Le foto-

grafie ritraggono scene di vita quotidia-

na, panorami e monumenti importanti

della città di Larino.

Le Sale Espositive

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Fonti

Manoscritto Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino, Giovanni Andrea Tria, 1744;

Manoscritti di Giandomenico ed Alberto Magliano, Considerazioni storiche sulla città di Larino, edi-trice Associazione culturale Larino 2000, Campobasso, 1895;

Il Molise dalle origini ai nostri giorni Volume IV, Dott. G. Masciotta, Il Circondario Larino, Cava dei tirreni, 1952;

Due Cattedrali del Molise: Termoli e Larino, C. Mariani e M. Stella, Associazione fra le casse di rispar-mio italiane, Roma 1979;

Stradario della Città di Larino. Onomastica,curiosità cenni storici, G. Mammarella, Campobasso 1986;

Fogli abbandonati di storia larinese raccolti in continuazione del Tria dal parroco della Cattedrale di Larino, P. Ricci, Lions Club di Larino, 1987;

Mosaici di Larino, N. Stelluti, con il patrocinio della Provincia di Campobasso il contributo della banca di Larino e sotto gli auspici della Regione Molise, Pescara 1988;

La Cattedrale di Larino, L. Bellotti, editrice Multigrafica, Roma 1990;

Momenti di vita ecclesiastica e civile nel Basso Molise dal settecento ad oggi, Estratti dall‟Almanacco del Molise 1988-1989-1991, G. Mammarella, edizione Enne 1991, a cura del Lions Club di Larino;

Cronotassi iconografica ed araldica dell’episcopato larinese, G. Mammarella, Lions Club Larino, edi-trice Lampo, 1993;

Guida d’Italia, a cura di M. Drago e A. Boroli, editore DeAgostini, 1994;

Chiesa e castello nella struttura urbanistica di alcuni centri delle diocesi di Larino e di Termoli, M. Fadda, Venafro 1995;

Da vicino e da lontano, Sacro e profano nella ricostruzione di fatti emblematici della storia di Larino e del circondario, G. Mammarella, Lions Club di Larino, 1996;

La diocesi ,la genesi della Cattedrale i SS. Martiri Larinesi, G. Mammarella, Lions Club Larino, 2000;

Pilone Cento anni di fotografie a Larino, a cura di N. Stelluti, Editore Lampo, 2002;

Città di Larino, Guida realizzata nell’ambito del progetto La.St.Ori.A Larino Storia Origini Arte, 2008;

Un regno insanguinato, Alessandro Dumas;

I Portali e i Palazzi di Larino, Amministrazione Comunale di Larino, testi di E. Malorni, G. Salvatore, M. Santilli, Palladino Editore, Campobasso 2013;

www.comune.larino.cb.it

www.francovalente.it

www.viaggiomolise.it

www.ilmolise.net

www.areafrentana.com

Foto M.Bucci-R.Notarangelo;

T O U R C E N T R O S T O R I C O

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Centro Servizi Museali Larino

Piazza Duomo 44, Larino

tel 0874 828232

366 4988383

[email protected]

Centro Servizi Museal i Lar ino

Le volontarie

Marina Bucci e Roberta Notarangelo

Informazioni

OLP Elvira Notarangelo