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18 - Avventure nel mondo 2 | 2016 Torii rossi a Inari RACCONTI DI VIAGGIO | Guatemala Belize I l viaggio è iniziato con partenze dislocate, 4 donne da Roma e 3 uomini da Milano, per poi incontrarsi a Madrid, ricongiungere la pareja, Dario e Francesca, e creare fin da subito un gruppo equilibrato, sia per dislocazione geografica che per caratteri sicuramente affini. Il momento iniziale in aeroporto è un po’ assonnato, però tirata fuori la cartina, Valentina attiva subito l’attenzione delle ragazze ed inizia ad illustrare l’itinerario, aggiungendo a poco a poco i particolari e io comincio finalmente a rendermi un po’ più conto dell’avventura che sta dietro a questo Viaggio Avventura! Il trekking, la notte in tenda, il villaggio raggiungibile solo in barca, la doccia fredda, il sacco letto, i guerriglieri, la grotta con la candela... il mix di emozioni è variegato, curiosità mista a un po’ di timore, voglia di partire e di conoscere, adrenalina e sonnolenza… una sonnolenza che purtroppo non si trasforma in una gran bella dormita sull’aereo: passo il tempo tra la guida, il libro, parole crociate, il film e un po’ di chiacchiere tra noi ragazze che aiutano subito a farci entrare in confidenza. Dopo 11 interminabili ore di volo, posiamo piede a Ciudad del Guatemala e ci spostiamo subito ad Antigua, la vecchia capitale, che ci accoglie con i suoi addobbi natalizi e le fantastiche enchiladas accompagnate dal buonissimo guacamole di Frida! Il cibo e il clima promettono già bene e lo spagnolo è musica per le mie orecchie!! Guate, aqui estamos!! Vamonos! La mattina successiva abbandoniamo subito Antigua, ma solo dopo aver degustato la prima colazione del campione a base di Frijoles e Huevos revueltos: la giusta carica per partire alla volta del famoso mercato di Chichicastenango! E già si inizia a delineare la divisione tra i veri mangiatori e ammiratori delle tradizioni guatemalteche (los cerdos) e chi invece continua a pensare alla linea anche in vacanza (le smoothies!) Il mercato di Chichicastenango si presenta subito come tutti ne parlano: colorato, affollato e pieno di odori! Forse inizialmente mi ha deluso un po’ notare come su tutte le bancarelle si vendessero le solite cose, le “loro” solite cose, sicuramente diverse dalle nostre, però molto turistico. Ma appena raggiunta la piazza di S. Tomàs ai piedi della scalinata di ingresso dell’omonima chiesa, ti imbatti nella vita guatemalteca genuina, dalle donne sulle scale che vendono fiori e gamberetti e che pregano inginocchiate (dopotutto la chiesa cristiana sorge sopra un vecchio santuario maya) alla vecchietta con una gallina in braccio più grossa di lei! E addentrandoti nella chiesa, cominci a entrare anche nella loro stravagante vita religiosa, un cattolicesimo molto sentito e parecchio kitch! Ma il nostro incontro ravvicinato con le religioni guatemalteche non finisce qui.. abbandonato il mercato di Chichi ci dirigiamo su un promontorio per raggiungere il santuario di Pascual Abaj: il santuario è un fabbricato poco rappresentativo, ma il rito in cui ci imbattiamo ci lascia veramente sbalorditi! Nello spiazzo troviamo una famiglia riunita attorno ad un falò per una preghiera domenicale che si manifesta in offerte di cibo, dal mais al queso, dalla frutta ai legumi, gettati direttamente nel fuoco, e prosegue con il sacrificio di una gallina, alla quale viene tirato il collo senza troppi pensieri e il suo sangue viene cosparso sull’altare, sulle croci, sul piazzale e sul fuoco. Un rito intenso, mistico, che ci riporta indietro di 1500 anni.. Purtroppo ci lasciamo alle spalle un coloratissimo cimitero, scorto in lontananza dal promontorio, ma che andremo a visitare un’altra volta! Per consolarci compriamo maschere e teschi tutti colorati! Ripartiamo sull’autobus e raggiungiamo Panajachel per incontrare il nostro primo personaggio di spicco: Mario! Piccoletto ma ben piazzato, con il cellulare rovente sempre all’orecchio, ci fa subito capire chi è che comanda sul Lago Atitlan e oltre! Quindi non facciamo Testo e foto di Martina Lazzaro ANTIGUA E IL LAGO ATITLAN Un Guatemala Peten Discovery gruppo Valentina Idrofano torna a Nuevo Horizzonte una cooperativa di ex guerriglieri oggi finalmente liberi e indipendenti. SOLO UNA GOTA JUNTOS UN AGUACERO

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18 - Avventure nel mondo 2 | 2016

Torii rossi a Inari

RACCONTI DI VIAGGIO | GiapponeRACCONTI DI VIAGGIO | East AfricaRACCONTI DI VIAGGIO | Guatemala Belize

Il viaggio è iniziato con partenze dislocate, 4 donne da Roma e 3 uomini da Milano, per poi incontrarsi a Madrid, ricongiungere la

pareja, Dario e Francesca, e creare fin da subito un gruppo equilibrato, sia per dislocazione geografica che per caratteri sicuramente affini.Il momento iniziale in aeroporto è un po’ assonnato, però tirata fuori la cartina, Valentina attiva subito l’attenzione delle ragazze ed inizia ad illustrare l’itinerario, aggiungendo a poco a poco i particolari e io comincio finalmente a rendermi un po’ più conto dell’avventura che sta dietro a questo Viaggio Avventura! Il trekking, la notte in tenda, il villaggio raggiungibile solo in barca, la doccia fredda, il sacco letto, i guerriglieri, la grotta con la candela... il mix di emozioni è variegato, curiosità mista a un po’ di timore, voglia di partire e di conoscere, adrenalina e sonnolenza… una sonnolenza che purtroppo non si trasforma in una gran bella dormita sull’aereo: passo il tempo tra la guida, il libro, parole crociate, il film e un po’ di chiacchiere tra noi ragazze che aiutano subito a farci entrare in confidenza.Dopo 11 interminabili ore di volo, posiamo piede a Ciudad del Guatemala e ci spostiamo subito ad Antigua, la vecchia capitale, che ci accoglie con i suoi addobbi natalizi e le fantastiche enchiladas accompagnate dal buonissimo guacamole di

Frida! Il cibo e il clima promettono già bene e lo spagnolo è musica per le mie orecchie!! Guate, aqui estamos!! Vamonos!La mattina successiva abbandoniamo subito Antigua, ma solo dopo aver degustato la prima colazione del campione a base di Frijoles e Huevos revueltos: la giusta carica per partire alla volta del famoso mercato di Chichicastenango! E già si inizia a delineare la divisione tra i veri mangiatori e ammiratori delle tradizioni guatemalteche (los cerdos) e chi invece continua a pensare alla linea anche in vacanza (le smoothies!)Il mercato di Chichicastenango si presenta subito come tutti ne parlano: colorato, affollato e pieno di odori! Forse inizialmente mi ha deluso un po’ notare come su tutte le bancarelle si vendessero le solite cose, le “loro” solite cose, sicuramente diverse dalle nostre, però molto turistico. Ma appena raggiunta la piazza di S. Tomàs ai piedi della scalinata di ingresso dell’omonima chiesa, ti imbatti nella vita guatemalteca genuina, dalle donne sulle scale che vendono fiori e gamberetti e che pregano inginocchiate (dopotutto la chiesa cristiana sorge sopra un vecchio santuario maya) alla vecchietta con una gallina in braccio più grossa di lei! E addentrandoti nella chiesa, cominci a entrare anche nella loro stravagante vita religiosa, un cattolicesimo molto sentito e

parecchio kitch!Ma il nostro incontro ravvicinato con le religioni guatemalteche non finisce qui.. abbandonato il mercato di Chichi ci dirigiamo su un promontorio per raggiungere il santuario di Pascual Abaj: il santuario è un fabbricato poco rappresentativo, ma il rito in cui ci imbattiamo ci lascia veramente sbalorditi! Nello spiazzo troviamo una famiglia riunita attorno ad un falò per una preghiera domenicale che si manifesta in offerte di cibo, dal mais al queso, dalla frutta ai legumi, gettati direttamente nel fuoco, e prosegue con il sacrificio di una gallina, alla quale viene tirato il collo senza troppi pensieri e il suo sangue viene cosparso sull’altare, sulle croci, sul piazzale e sul fuoco. Un rito intenso, mistico, che ci riporta indietro di 1500 anni..Purtroppo ci lasciamo alle spalle un coloratissimo cimitero, scorto in lontananza dal promontorio, ma che andremo a visitare un’altra volta! Per consolarci compriamo maschere e teschi tutti colorati!Ripartiamo sull’autobus e raggiungiamo Panajachel per incontrare il nostro primo personaggio di spicco: Mario! Piccoletto ma ben piazzato, con il cellulare rovente sempre all’orecchio, ci fa subito capire chi è che comanda sul Lago Atitlan e oltre! Quindi non facciamo

Testo e foto di Martina Lazzaro

ANTIGUA E IL LAGO ATITLAN

Un Guatemala Peten Discovery gruppo Valentina Idrofano torna a Nuevo Horizzonte una cooperativa di ex guerriglieri oggi finalmente liberi e indipendenti.

SOLO UNA GOTA

JUNTOS UN AGUACERO

Avventure nel mondo 2 | 2016 - 19

RACCONTI DI VIAGGIO | Guatemala Belize

storie, partiamo subito in barca e attraversiamo il lago per raggiungere San Pedro. Questo villaggio alle pendici dell’omonimo vulcano sembra essere abituato alla presenza di turisti, ha diversi pub in stile europeo (e pieni di inglesi!) e ristoranti che servono la loro specialità, il pesce del lago (..meglio quello del mare!), ma lo stile cambia mentre percorriamo la via principale, popolata da hippies che vendono oggetti dalle loro bancarelle e che ritroviamo anche più tardi allo Zoola mentre accompagnano la nostra bevuta con il suono rilassante dello hang. E distesi sui divanetti a terra, guardando le lanterne colorate, parliamo di viaggi…Lasciamo San Pedro la mattina seguente, dopo aver trovato la pace dei sensi ammirando il lago avvolto nella sua sonnolenza mattutina (e la pace dello stomaco dopo una colazione da super cerdos!).Raggiungiamo così Santiago che ci accoglie con un mercato ancora più vivo, più autentico e affollato: è lunedì, il paese è già attivo e a noi ci brillano gli occhi davanti a banchi pieni di frutta, venditori di erbe magiche e balle piene di avocado!La nostra visita del lago Atitlan prosegue visitando San Marcos, paesino molto “new age”, incentrato sullo yoga e la meditazione e Jaibalito da dove partiamo per un sentiero che costeggia il lago fino a raggiungere Santa Cruz. Con il ritorno a Panajachel abbandoniamo definitivamente la pace infusa dal lago, passando una notte rumorosissima (musica a tutto volume, clacson, urli, fischi, petardi…c’è del movimento a Pana!!) che si conclude di prima mattina con un viaggio a bordo del mezzo che potrebbe senza problemi partecipare alla corsa più pazza del Mondo: il chicken bus! Sani e salvi arriviamo incredibilmente a Sololà!E qua incontriamo il vero e autentico mercato! Pieno di guatemaltechi “nanerottoli” che sbucano da tutte le parti e ti tagliano la strada, e pieno zeppo di bancarelle e roba, fondamentalmente alimentare, ma anche animali, mobili e cianfrusaglie! Il caos infinito. Ma questo è il vero mercato. Le donne sono timide e riservate, laggiù in basso immerse nei loro cesti traboccanti di frijoles, pimientos, frutas y mas.. ma che un sorriso non te lo negano mai.. e magari, se incalzate, fanno volentieri quattro chiacchiere per capire qualcosa di più di queste persone che girottolano senza meta nel loro mercato fotografando dei colori per loro comuni.. Mentre gli uomini spariscono letteralmente piegati in due sotto pesi enormi, casse, ceste, mobili, legna..Dopo aver bevuto il miglior caffè di tutta la vacanza, raggiungiamo Iximchè, il nostro primo sito maya che si presenta molto ben tenuto, avvolto da un’arietta frizzante di montagna, con dei resti di edifici molto approssimativi su cui liberare la fantasia.. ma all’essenzialità del parco si sostituisce presto la suggestività dei riti che incontriamo nei pressi dell’ultimo altare: una famiglia brucia offerte e prega,

mentre accanto uno sciamano, con tanto di bastone e turbante, rimesta il fuoco e si rivolge a chissà quale dio per conto, cosi sembra, di una vecchia signora seduta su una sedia che si lascia inebriare dai fumi profumati d’incenso.RIO DULCE E LIVINGSTONSopravvissuti allo street food e al mezcal di Antigua, abbandoniamo le città a bordo del nostro pulmino dai seggiolini stretti stretti condotto dal nostro fantastico Lazaro che ci accompagnerà per tutto il tempo, e iniziamo a tuffarci nella parte più naturalistica del viaggio: il Rio Dulce. Come nei migliori documentari, ci allontaniamo dalla terra raggiungibile in auto con la nostra prima lancha e navighiamo per un

fiume largo, costeggiato da una ricca vegetazione, incontrando palafitte e imbarcazioni lungo la riva, fino a raggiungere la FINCA TATIN. E qui un sogno! Un dedalo di passerelle si intrecciano in mezzo alla vegetazione, strutture in legno disseminate di amache, palafitte e bungalow in pietra e paglia.

La prima e unica parola che sale alla mente di tutti è: relax!Ma noi il relax ce lo vogliamo un po’ “meritare” quindi partiamo subito per una piccolissima scampagnata per raggiungere una cueva: torcia alla mano, salutiamo i murcielagos e sguazziamo in un fiume sotterraneo dopo un tuffo da 7 metri!!La finca ci rimette al mondo e la mattina seguente siamo carichissimi, pronti per ripartire sulla lancha, cullati dal Rio Dulce, in mezzo ai suoi faraglioni verdi verdi.. e il nostro condottiero sa dove “andare a pescare” e ci porta dritti dove il Rio incontra il Mar del Caribe, a conoscere i delfini!! Ne spuntano 3 o 4, cerco di attirarli con il mio pancake, ma non apprezzano.. chissà perché!La nostra prima meta è Siete Altares, un torrente che crea cascatelle e pozze d’acqua dove fare bagno e

tuffi, in mezzo alla natura ma un po’ affollato.. vale la pena fare una passeggiata da queste parti solo per incontrare il gestore del sito: un vecchio rastone che dà ordini dalla sua scrivania posizionata di fronte ad un altare rastafariano! Continuiamo la nostra spedizione sull’embarcadero e raggiungiamo Playa Blanca.. spiaggia bianca, appunto, palme, amache, coco loco, sole e relax… giusto per far invidia agli italiani che stanno aspettando la mezzanotte del nuovo anno, magari sotto la pioggia!Ripartiamo alla svelta con la nostra lancha perché il tempo sta cambiando, si sta alzando il vento. Nel viaggio di ritorno incontriamo altro che delfini….cavalloni!! Ma dopo la tempesta, il Rio Dulce ci accoglie placido, ci riavvolge con la sua vegetazione, ancora più suggestiva all’imbrunire.Livingston – Merita un capitoletto a parte. Fuori dal tempo, fuori dal mondo. Già dal porticciolo ti rendi conto che sei in un villaggio diverso dagli altri, sicuramente contaminato dai Caraibi. E la conferma te la danno già i primi visi che incontri. Qui vive una mezcla di culture: Garifuna, Maya, Ladinos e qualche occidentale scappato da un mondo troppo facilmente raggiungibile. Infatti Livingston è un vero porto, si raggiunge solo navigando, ma non sembra essere un problema per i suoi abitanti che, anzi, tengono particolarmente alla loro indipendenza. Si avverte la sua povertà ma anche una sensazione di comunità, dove forse lo straniero non è così benvenuto..Decidiamo di rimanere nella finca per la nostra ultima noche de l’año, e facciamo bene! Dj Fabrizio ci allieta con la sua musica, Indira e il suo amico ci insegnano a ballare la Punta, il reggaeton e la bachata mescolando italiano, inglese, spagnolo e anche un po’ di francese!PETEN: NUEVO HORIZONTE E TIKALViaggio silenzioso per tutta la mattina: le pochissime ore di sonno si fanno sentire! Ma ci aiutano ad entrare timidamente nella regione del Petèn e a trasportarci indietro in un tempo purtroppo non molto lontano, fatto di dittature, violazione dei diritti umani, desaparecidos, rivoluzioni e giovani guerriglieri per le montagne.

20 - Avventure nel mondo 2 | 2016

RACCONTI DI VIAGGIO | Guatemala Belize

Approdiamo a fine mattinata nel villaggio Nuevo Horizonte, una cooperativa di ex guerriglieri costituita 18 anni fa dopo gli accordi di pace del 29 dicembre 1996. Sono partiti in 127, ad oggi sono 475 persone, 110 famiglie che coltivano ciò di cui hanno bisogno in 900 ettari di terra. Una terra che tuttora stanno pagando allo Stato (700.000 Q), mantenendo però la loro indipendenza e la loro regolamentazione interna. Nel villaggio possono vivere solo guerriglieri o familiari di guerriglieri; anche le maestre del basico sono persone della comunità, mentre la scuola major ospita anche insegnanti esterni. Hanno anche un ospedale e una comedora.. ovviamente tutto a km zero! Hanno dovuto imparare tutto, si sono divisi i compiti e hanno istituito progetti, nell’ottica di una politica socialista. Subito conosciamo El Gato, un giovane rivoluzionario, entrato a far parte della guerra a soli 16 anni e che ha vissuto i successivi 13 en la montaña. Insieme a Petronas, si occupa del Turismo solidale a Nuevo Horizonte e ci accompagna in un giro nelle coltivazioni fino alla laguna, spiegandoci come funziona la cooperativa. La sera alla comedora assistiamo ad uno spettacolo di danze popolari guatemalteche, tra cui la tipica marimba, preparato dai ragazzi del villaggio. Sono tutti molto gentili, educati e portano ancora negli occhi quello sguardo malinconico di chi ha sofferto per la libertà.La mattina seguente partiamo alla volta di Tikal, il sito Maya più famoso nell’alto Guatemala, dove si trova la seconda piramide più alta della nazione, situato nell’omonimo Parco Nazionale segnalato dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità. Immerso in una giungla ordinata e ben tenuta, un po’ affollata, sia da turisti che da procioni e scimmie urlatrici, appaiono senza preavviso maestose piramidi che svettano in mezzo a ceibas e cedri, lasciandoti senza parole.. e senza fiato una volta arrivati in cima! Il panorama è indescrivibile, probabilmente neanche la fotografia rende merito a tanta natura disseminata di giganti mistici.La visita continua a Flores, cittadina situata in mezzo al Lago Peten Itzà, la quale ci riporta velocemente a una realtà anche troppo occidentale: casette colorate, bar e ristoranti molto carini ma che non ci lasciano un “qualcosa” da ricordare, forse anche a causa di una pioggia incessante che deve aver frenato la vita locale. Molto meglio il pub allestito nella cooperativa in cui passiamo la nostra serata!E’ il nostro ultimo giorno a Nuevo Horizonte, ma abbiamo ancora da imparare e visitare: cosi è Petronas a farci da cicerone. Anche lei è un’altra ex combattente del Frente Norte de las Fuerzas Armadas Rebeldes (FAR) addentrata nella montaña da giovanissima, insieme alla famiglia ed ai suoi due figli, incinta del marito ormai desaparecido da mesi. Il nostro giro parte dalla plaza principal del villaggio dove un recinto di pietra a forma di cuore riporta i nomi dei fondatori di Nuevo Horizonte e racchiude le ceneri della compañera Capitan Maria insieme ad una ceiba piantata alla sua morte come lei aveva desiderato. Maria è il simbolo della lucha inclaudicable, una donna che abbandonò la sua famiglia benestante per unirsi nella lotta ed aiutare le donne e i giovani, con sacrificio, fermezza e ideali di una vita migliore.

Continuiamo ad ammirare i murales pieni di significato e ci avviciniamo al bosque, ricreato nella cooperativa per non dimenticare. Petronas ci mostra i vari alberi, quelli che sfamavano, quelli che medicavano e quelli che facevano da riparo; ci racconta come passavano le giornate, studiavano e si difendevano di giorno, cucinavano di notte quando non volavano aerei che potevano individuare i loro accampamenti dai falò. E dalle parole di una piccola donna trasuda una forza umana mai vista. Di rivolta, di sopravvivenza, di ripresa.PETEN: LA TECNICA, YAXCHILAN E PIEDRAS NEGRASIl nostro mitico autista Lazaro riparte impavido verso l’estremo nord, sfidando sul finale due ore di strada sterrata: destinazione Cooperativa Agropecuaria La Tecnica. Situato sulle sponde del fiume Usumacinta, che separa il Messico dal Guate, il villaggio de La Tecnica si presenta molto turistico, pieno di localini. Questo ci stupisce un po’, vista la difficoltà a raggiungere il posto e dato che comunque è pur sempre una cooperativa di ex combattenti. Vero è che rispetto a Nuevo Horizonte, è una cooperativa integrata in un’associazione di comunità forestali che ospita anche persone non guerrigliere e soprattutto risulta una tappa fondamentale per chi vuole andare o venire dal Chiapas. Don Mario e le persone che ci accolgono sono veramente gentilissime e ci accompagnano nei giorni seguenti, oltre a cucinarci divinamente. Dopo un giro nelle terre della cooperativa, iniziamo il viaggio sul fiume Usumacinta a bordo della lancha per raggiungere il sito Maya messicano di Yaxchilan. Il bellissimo sito di Yaxchilan! Immersa nel bosco e ricoperta di muschio

verde, cosi come sta a indicare il nome, l’antica città maya si presenta ben mantenuta e presenta tanti graffiti raffiguranti i principali sovrani, Scudo Giaguaro e Uccello Giaguaro, e i loro riti propiziatori alquanto discutibili: sacrifici fatti di sangue umano, prelevato dalla lingua delle donne e dal pene degli uomini! La guida che ci accompagna è molto brava e ci affascina con i suoi racconti.Purtroppo il tempo non è dalla nostra parte e il nostro seguente viaggio di 3 ore in lancha ci fa morire di freddo e ci disillude su un eventuale miglioramento.. arriviamo all’accampamento nelle vicinanze di Piedras Negras, i ragazzi de La Tecnica che ci accompagnano sono super organizzati e allestiscono subito “vitto e alloggio”: brandine e tende all’interno di un fabbricato asciutto e brace e tortillas para comer, anche preparate da Martina! Però la cena è alle 18, il generatore si spegne alle 21, la pioggia continua ininterrottamente e noi ci

demoralizziamo un po’.. allora tiro fuori le parole crociate, immancabili compagne di viaggio, che ci aiutano a farci qualche risata! Purtroppo il trekking previsto per la mattina seguente salta.. rimaniamo molto dispiaciuti perché ci avevano raccontato belle cose, ma la visita del sito

di Piedras Negras ci rianima.Questo sito è completamente immerso nella giungla tanto che la maggior parte dei resti rimane ancora sotto la vegetazione.. e li sarà lasciato, a causa della mancanza di fondi per effettuare i lavori. Luis ci racconta la sua storia, di quanto la città fosse importante e particolarmente raffinata; girottoliamo tra le rovine fino a portare il nostro saluto a una

Avventure nel mondo 2 | 2016 - 21

RACCONTI DI VIAGGIO | Guatemala Belize

studiosa che negli anni ’80 fece grandi scoperte e fu seppellita proprio in questo sito.Abbandoniamo la meravigliosa giungla e riaffrontiamo l’Usumacinta, questa volta avvistando anche qualche coccodrillo!SEMUC CHAMPEY (ANCHE DETTO CHEMUC SAMPEY!)Nuova direzione per noi e Lazaro! Le ore di viaggio sono molte, ma ci permettono di raggiungere un posto paradisiaco! Max e Alex, i gestori dell’ostello Il Muro a Lanquin, ci danno il benvenuto con un paio di shot di barrilito e tequila sal y limon! Ma l’ambiente è gia caldo di suo: pergolato, amache e vista su montagne verdeggianti! E il giorno seguente, per farsi perdonare, il tempo ci regala una giornata di sole stupendo, con l’aria frizzantina, perfetta per la nostra avventura a Semuc Champey! Ovviamente il tragitto ce lo facciamo in piedi nel cassone di un pick up per inebriarci di sole e natura!I più temerari del gruppo (Io, Fabrizio, Valentina e Dario) iniziano subito l’avventura con il rope swing, un’altalena che ti lancia direttamente nel fiume! Fighissima! E forse anche un po’ pericolosa, soprattutto se non ti sganci nel modo giusto…vero Fabri?!Poi passiamo al tubing: a bordo di una camera d’aria, sedere ammollato nell’acqua, discendiamo il fiume lasciandoci trasportare dalla corrente, neanche troppo agitata.. e ci godiamo questa mattinata di vero contatto con la natura. Ma subito dopo ci addentriamo ancora di più nella natura, nel vero senso della parola, ovvero facciamo caving: l’esplorazione di una caverna, risalendo un fiume sotterraneo, marmato, con una candela in mano. E l’altra mano? Ovvio, serve per nuotare là dove non si tocca, tra una cascatella e un tuffo! Un’esperienza avvincente, che ci distrugge fisicamente: per fortuna le signore del posto ci preparano un pranzo a buffet fantastico. Il miglior guacamole e le migliori braciole mangiate in tutta la vacanza!Smaltiamo subito l’abbuffata salendo al Mirador e ci riempiamo gli occhi di un panorama incantevole: il fiume che forma delle piscine turchine avvolte da un verde indescrivibile. E queste diventano la nostra nuova meta, dove Mattia, Fabrizio, Dario e Francesca si tuffano e si scrollano la fatica di dosso.La serata prosegue tranquilla a Il Muro; siamo stanchi e il giorno dopo ci aspetta un lunghissimo rientro ad Antigua. Si avvicina la fine della vacanza.Durante il tragitto ci fermiamo a visitare una piantagione di caffè: la cooperativa Chicoj. Rosa, la nostra guida, ci porta in giro spiegandoci come funziona la lavorazione del caffè e la loro cooperativa. Le famiglie che ci lavorano sono circa 400, ognuna ha il proprio appezzamento, separato dagli altri da piante chiamate cola de gallo, di colore rosso. Dato che le piante di caffè hanno bisogno di metà sole e metà ombra, la piantagione è disseminata di alberi di banane e altri alberi, rendendo il paesaggio ancora più suggestivo. Il chicco del caffè è ricoperto

da un guscio che maturando diventa rosso; viene colto manualmente, sgusciato e lasciato a mollo mezza giornata se poi deve proseguire il percorso della vendita, sennò solo qualche ora per poi essere ripiantato. I chicchi poi devono fermentare e seguono un percorso di essiccazione differente a seconda che siano di prima o seconda qualità. La tostatura non avviene nella cooperativa, ma nelle torrefazioni, quindi il sito purtroppo non è pervaso dall’aroma tipico del caffè: ma la dolcezza di Rosa sopperisce a tale mancanza!ANTIGUA: EL FINAL!Arriviamo finalmente ad Antigua e ci prepariamo per la nostra ultima noche! Da grandi temerari quali siamo diventati, puntiamo direttamente allo street food e al nostro localino di fiducia, il No Sé, che ci regala uno show di personaggi inverosimili, dal cantante con la voce di Mario Biondi, al tipo in camicia rossa insieme alla tipa in pigiama con il seno enorme, dalla cameriera con la T-shirt “Donald Tramp es un pendejo” al chiacchierone ubriaco!Sono veramente le ultime ore e le dedichiamo

allo shopping e ai regalini nel grande mercado de Artesanias per poi raggiungere Ciudad del Guatemala e il nostro aereo per il malinconico ritorno..Durante il lungo viaggio mi fermo ovviamente a ripensare a tutti i luoghi visitati, alle esperienze vissute e non posso far altro che sorridere, gongolando in una soddisfazione generale. E se i paesaggi, la gente, i colori, gli episodi e le avventure mi hanno arricchito e appagato, il feeling

trovato con i miei compagni di viaggio mi ha ridato fiducia nelle persone, in quelle qualità nell’affrontare la condivisione della tua vita con gli altri che pensavo non esistessero più.Solos una gota, Juntos un aguacero: perché questo viaggio non sarebbe stato una “rivoluzione” se non lo avessi fatto con i miei nuovi amici.Attori del viaggioLE SMOOTHIES- Valentina, la Coordinatora- Martina, la Dormiente (è colpa del jet lag!)LOS CERDOS- Martina, quella lunga- Mattia, il Rocker- Fabrizio, il TecnicoLA PAREJA- Dario, il nutellaro- Francesca, l’abruzzesa bolognesaPersonaggi Principali- Lazaro, l’autiere “es peligroso”- Mario, il “comodino” ammafiato- El Gato, està bien està bien- Petronas, la guerrillera- Don Mario, e la gamba offesa- Luis, los cocineros e occhio strabico- Max, Alex, Il Muro, Jenga e gli shot tequila-sal y limon- I clienti del NO SE’