radici sapori identità: dal carcere le ricette per il cambiamento
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Il cibo inteso come mezzo di socializzazione, di integrazione ma anche strumento della memoria, ricordo delle proprie radici e tutto quello che il cibo e la sua preparazione può evocare. Il cibo come vero e proprio percorso da intraprendere per un riscatto sociale, attraverso le opportunità di lavoro che negli anni sono maturate all'interno degli istituti penitenziari che hanno avuto (e colto) la possibilità di avviare ai corsi di formazione i detenuti che si fossero dimostrati interessati.TRANSCRIPT
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Radici sapori identità: dal carcere le ricette per il cambiamento
Il cibo inteso come mezzo di socializzazione, di integrazione ma anche strumento della memoria, ricordo delle proprie radici e tutto quello che il cibo e la sua preparazione può evocare. Il cibo come vero e proprio percorso da intraprendere per un riscatto sociale, attraverso le opportunità di lavoro che negli anni sono maturate all'interno degli istituti penitenziari che hanno avuto (e colto) la possibilità di avviare ai corsi di formazione i detenuti che si fossero dimostrati interessati. Fino a creare, all'interno delle stesse strutture di detenzione, attività imprenditoriali che hanno creato regolari posti di lavoro con contratti tipici di categoria e retribuzioni assolutamente identiche in tutto a quelle percepite dai colleghi all'esterno. Varie le attività lavorative che i detenuti, che hanno avuto voglia di rimettersi in gioco, hanno appreso e poi intrapreso: il cuoco, il pizzaiuolo, il pasticcere, il cameriere di sala o il responsabile del magazzino. Le attività così create sono diventate nel tempo vere e proprie eccellenze: dal marchio Galeghiotto, che dalla Sardegna esporta formaggio e miele in continente, a Dolci evasioni, che dal carcere di Siracusa spedisce pasta di mandorle, dolci, amaretti e molto altro. Giotto a Padova ha conquistato un posto di tutto rilievo fra i marchi che sformano dolci in generale e natalizi in particolare. In alcuni penitenziari, nel Lazio per esempio, sono stati prodotti vini da cooperative costituite da detenuti, dal Fuggiasco a Quarto di Luna al Sette Mandate. E ancora sull'Isola di Gorgona, dai detenuti che là risiedono, vengono prodotte quasi tremila bottiglie di vino, formaggi, ortaggi e olio. E poi forni per la panificazione, laboratori di marmellate e conserve varie, veri e propri "eventi culinari che vengono organizzati in molti istituti spesso con la collaborazione di Slow Food, dalle Cene Galeotte di Volterra alla pizza napoletana delle detenute di Pozzuoli, passando dalle cene gourmet dove vengono coinvolti grandi chef
Assunta Borzacchiello e Daniela Pesci
Assunta BorzacchielloDirettore ufficio stampa e relazioni esterne del DAP Responsabile scientifico del Museo Criminalogico
Gli eventi al Mu.Cri. per raccontare il carcere
Carlo MazzerboDirettore della Casa reclusione di Gorgona e della Casa Circondariale di Massa Marittima
L’esperienza di Gorgona dove il cibo si produce
Assunta Borzacchiello e Carlo Mazzerbo
I DETENUTI PRODUCONO VINO E FORMAGGI
Dalla collaborazione tra la azienda vinicola toscana Marchesi de’ Frescobaldi e la Direzione del carcere, nasce il progetto sociale "Frescobaldi per Gorgona", che si concretizza nella produzione di vino. Con l'uva de "Il Campone", un ettaro di terra rossa, sabbia e sassi in una conca rivolta a est sul versante che dall'isola guarda al continente, è prodotto il vino dai detenuti in collaborazione con gli agronomi e enologi dell’azienda Frescobaldi. La vigna comincia a rifiorire nel 2009 quando Giuseppe, un detenuto siciliano, decide di mettere a frutto la sua esperienza di vignaiolo per far produrre meglio questa vigna che esisteva già da 10 anni. A giugno 2013 la produzione è di 2700 bottiglie, grazie alla formazione e consulenza fornite da Lamberto Frescobaldi. Simonetta Doni dello Studio Doni & Associati ha realizzato, a titolo gratuito, l'etichetta della bottiglia, interpretando le caratteristiche di questa produzione. L’Argotractors, azienda produttrice di veicoli agricoli, ha dato in comodato d’uso un trattore da frutteto, indispensabile, per le attività da svolgere nella vigna.
Oltre alla produzione di vino il progetto sociale ‘Frescobaldi per Gorgona’ in collaborazione con i detenuti del carcere, adesso punta anche sui formaggi. Una produzione limitata, solo 200 forme prodotte con latte vaccino, ovino e di capra. Da ottobre i formaggi di Gorgona si trovano sulle tavole di alcuni dei migliori ristoranti italiani, in primis l’Enoteca Pinchiorri che all’isola di Gorgona ha anche dedicato un piatto speciale.
Il ricamo è un’arte antichissima, la metafora dei fili e della tessitura è stata utilizzata in tutte le tradizioni dei vari popoli della terra. Il filo è l’immagine della vita stessa e del destino al quale siamo tutti invisibilmente legati. Altro protagonista fondamentale della performance è il banchetto, che nelle intenzioni dell’artista Daniela Papadia, diventa un momento rivelatore della verità dell’uomo, essere di comunione, convivialità e fratellanza. Il banchetto diventa perciò la celebrazione della vita, del dialogo e della pace, con gli ospiti che avranno libertà di azione e di espressione e ai quali verrà chiesto di identificare una parola, per loro rappresentativa e irrinunciabile. Il risultato di questa riflessione è stato poi ricamato su un arazzo. La performance, curata da Sveva Manfredi Zagaglia con il sostegno della Galleria Anna Marra Contemporanea, è itinerante e prevede varie tappe in luoghi simbolici, preferibilmente là dove il dialogo tra gli uomini si è per qualche motivo interrotto, diventando così un viaggio che attraversa paesi e fa incontrare persone, che si alleano per tessere nuove trame e visioni.
La tavola dell’alleanza è una performance ideata dall’artista palermitana Daniela Papadia, tra arte, scienza, multiculturalità e spiritualità. Al centro della scena, una tavola coperta da un arazzo, dove vi è ricamata tutta la mappatura del genoma umano, e che ospita 36 personalità del mondo scientifico e culturale internazionale, impegnate a dialogare intorno ad un banchetto. L’arazzo è stato ricamato da un gruppo di sei donne di diversa nazionalità, detenute all’interno del carcere di Rebibbia, di Roma, a testimonianza di una partecipazione ai lavori, dal valore fortemente simbolico e solidale.
Le donne del carcere di Rebibbia invitano a sedersi al tavolo dell’Alleanza
Daniela PapadioLa Tavola dell’AlleanzaUn progetto itinerante per promuovere il dialogo
www.danielapapadia.com
Un agile manuale scritto da donne per donne e nato all'interno della Casa Circondariale femminile di Rebibbia. Nelle istituzioni totali esiste una vita sotterranea fatta di stratagemmi e rimedi, tollerata dagli operatori che maggiormente condividono le restrizioni dei detenuti e delle detenute. Il manuale raccoglie piccoli stratagemmi che vanno dalla cucina alla salute, dai giochi alla poesia tutti necessari per la sopravvivenza. Questo manuale raccoglie ricette, espedienti, istruzioni e scritti oltre a alle foto realizzate durante un laboratorio. -
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Silvia Giacomini e Cristina Laura Cecchini
Silvia Giacomini e Cristina Laura Cecchini“Ricci, limoni e caffettiere La risposta delle donne alle privazioni del carcere
www.pid-online.it
http://lisciaportamivia.com
Giorgia Di Pasquali e Claudia PalazziArt.21: Evadere con Gusto
www.illogicalab.com
Giorgia Di Pasquale e Claudia Palazzi
Le avventure della Banda Biscotti: storia di evasione, libertà e dolcezze
Sono una banda e, nella vita, l'hanno combinata grossa. Ognuno di loro ha commesso un reato penale e per questo oggi sta pagando. Si sono incontrati nel Carcere di Verbania, da detenuti, ma adesso...hanno un piano. Sono la "Banda Biscotti".Banda Biscotti è un gruppo di carcerati che, grazie all'Art. 21, ha il permesso di uscire dal carcere e di recarsi a lavorare in un laboratorio di pasticceria. I suoi prodotti sono una realtà molto affermata, anche se pochi acquirenti ne conoscono la provenienza. I principali canali di distribuzione sono Eataly, CTM AltroMercato (330 punti vendita in tutta Italia), Ipercoop, GAS (gruppi d'acquisto solidali) e moltissime botteghe private. Ma chi sono, dunque, i 120 detenuti condannati a "far qualcosa di buono"?Lo racconta una web serie, appena nata, presentata in questi giorni da Illogicalab all'interno del Contest "ARE YOU SERIES ?", nell'ambito del Milano Film Festival. "Are you series" è una vera e propria competizione creativa, volta alla produzione di una web serie in 10 episodi sul mondo del no profit Italiano, attraverso l'utilizzo di soluzioni e linguaggi innovativi. L'obiettivo è proprio sostenere il talento e la creatività, puntando su chi, uscendo dai tradizionali linguaggi e ottimizzando le potenzialità del web, riesca a raccontare il non profit in modo attuale. L'esplorazione dei nuovi linguaggi della serialità e della contaminazione sono al centro di un progetto che si pone l'obiettivo di promuovere un'immagine realistica del non profit e di sensibilizzare gli operatori di cinema e comunicazione a confrontarsi con un tema e con un formato sinora ancora poco esplorati. Illogicalab ci riesce magistralmente, raccontando contenuti che affondano le radici in una realtà dura e problematica, con una leggerezza ironica che non risparmia le ombre e i chiaroscuri di storie personali poco ortodosse e altrettanto poco consuete.
www.bandabiscotti.it
www.youtube.com/watch?v=bPJzc-Dtnqg
Fausto Costagli e Diego Accardo
Fausto CostagliDa Gusto è Libertà a Taste of Freedom
Gusto è Libertà un progetto che si sviluppa da otto anni nel Carcere di Massa Marittima e che grazie ad un partenariato europeo, sta diffondendosi in altre nazioni contribuendo a realizzare una rete per promuovere l’azione di Slow Food nelle carceri
http://tasteoffreedom5.blogspot.it
1° Meeting - Portogallo.
Sintra Prison - Portogallo.
2° Meeting - LituaniaWorkshop mele - Lituania
Workshop Gofio - Spagna
Workshop formaggi - Portogallo
Laboratorio Permacoltura - Turchia
Orto biologico
Workshop durante il 2° meeting nella prigione di Panevezys
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Museo CriminalogicoVIA DEL GONFALONE 29 00186 ROMA
ORARIO DI APERTURA:martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato: 9,00/13,00martedì e giovedì: 14,30/18,30
chiuso domenica, lunedì e festivi
Prezzo biglietto: 2 euro(non pagano i visitatori sotto i 18 anni e sopra i 65 anni)
PER INFORMAZIONI:tel. 06 6889941 - 06 68899442
Responsabile:dr.ssa Assunta Borzacchiello