ramma comun1• sta · 2016. 10. 29. · 1 ramma comun1• sta distingue il nostro partitd: la...

4
1 ramma comun1sta ------- - -------- DISTINGUE IL NOSTRO PARTITD: La linea da Marx, a Lenin, a Liroma 1921, alla lolla dalla sinistra contra la deganeraziona d1 l1sc1, al rifiuta dei blocchi partigiani, la dura opera del restaura ~alla dettrina a dell' organo riroluzionario, a cantatta con la classe eperaia, fuori dal politicantismo parsonala ad alattoralasco. orsano del partito comunista internazionalista 22 Luglio-7 Agosto - Anno IX N. 14 IL PROGRAMMA COMUNlf.TA - Cas. Post 11112 MI LANO Una copia L. 30 - Abb. ann. L. 500 Sped. m Abbonamento postale Gruppo fi Sangue pral et ari o ver g i nità d emoarati aa e La tradizione delle sparatorie contra gli operai e i bra<;ci a~ti è vecchia quanto Io Stato italianc; anzi, quanto i pri~i conati del~a sua faticosa e tutt altro che eroi- ca gestazione. Tarda, fiacc~, pa- rassitaria, infi ngarda, medicante aiuti mi lit ari e finanziari stranie- ri per venire al mondo corne per farsi le ossa e, più ancora, per consolidare le ossa già fatte nella imperturbabile tranquill ità di uno sfruttamento senza limiti della forza-lavoro, la borghesia italia- na ha sempre trovato nel fondo di se stessa una energia degna delle consorelle più « mature » agni volta che la Canaglia minac- ciava o pareva minaeciar e le as- sise della proprietà o del sacro e inviolabile ordine pubblico - questo palladio dell'ordine pri- vato del monopdl io di cl asse. Le forme statali possono aver subito mutamenti, in più di un secolo di storia italiota: per gli operai, quella realtà è rimasta sempre la stessa. Altrove lo Sta- to puô essersi rivestito di appa- .renze - almeno provvisoriamen- te - dolciastre: da noi, è restato lo Sbirro. Retorico e inconclu- dente corne triumviro della Re- pubblica Romana del '49, Maz- zini usa il pugno di ferro contra la plebaglia di Ancona; Cavour non ha bisogno di reprimere i Esiste nella classe operaia uno primi mati di popolo con la vio- strato relativamente agiato, in quan- lenza poliziesca e militare solo to a remunerazione e a condizioni perchè ha le spalle coperte da di lavoro e di vita. che da tempo eserciti stranierr, ma i suai suc- il marxista ha indicato col termine cessori, smarr iti quando si tro- di « aristocrazia operaia ». Tale de- vano a dover _costruire da soli finizione, più che la condizione ma- uno « Stato nazionale », non han- teriale di vita. ha per oggetto le ten- no sit;uione o tentennamenti al- denze polit iche di questo strato del la direzione del ,Ministero degli salariato, nel quale la solidarietà Interni cœne en4e J!Upremo del- di classe tende ad affi evolirsi e il l' ordine sociale ". CrisJili. "puô in-: -gretto' interesse corporativo ad an- cassare batoste m Afnca; ma 1 teporsi ag l] interessi generali della moschetti dei suai giannizzeri non classe. sbagliano bersaglio sulle strade Soci almente. l'« aristocrazia ope- metropolitane. Giolitti si serve raia » e un portato necessario della preferibilmente della corruzione cvoluzione del macchinismo capi- negli anni d'oro della « mala- talista. Oggi, la grande fabbrica vita » governativa; ma dietro la non rassomiglia affatto alla mani- sua carota è sempre vigile il ba- fattura dell'inizio del secolo scorso. stone, e la sua impresa di Libia Essa è un concentrato sul piano è msieme una gagliar da cam- tecnico. di tutti i ritrovati delle pagna contra il pericolo rossa. scienze applicate. II progresse del Non è stato necessario atten- macchinismo ha imposte nei paesi di dere il fascismo per conoscere i sviluppato capitalismo - ieri, I'In- tribunali militari, le deportaziu- ghilterra, la Francia, la Germania, ni: e soprattutto la repressione gli Stati Uniti, e oggi, anche l'I- vi~lenta: dal '70 al 1922, la de- tali» -- la creazione di categorie rnocrazia italiana conolidata (ab- di operai specializzati, ai quali non biamo già detto che non era ar.- basta più la istruzione primaria. cor nata che già mostrava la tac- Per la legge del valore, che re- cia feroce) celebra i suai trionfi gola la vita economica del capita- molto più nell'uso del fucil-: ~ lismu 11 salario di questi lavoratori scopi di « difesa dell'ordine " che è cresciuto se confrontato a quello nella vitalità dell'espansione eco- de!ia rest&~te massa lavoratrice, nè nomica (vitalità a base di sussioi potrebbe accadere diversamente. - statali e di investimenti d1. capr- Nella differenziazione dei salari, taü stranieri) o delt'ecacia dei nella disparità che si verifica nella metodi amministrativi (quando remunerazione dei vari strati della amministrazions-vogjja dire qual- classe operaia, il calcolo politico casa di diverso da pastetta f' 'della borghesia capitalistica, inte , corruttela). Ed è una storia vec- ressata a tenere divisa la massa, chia, ma da ripetere ai sordi, che c'entra relativamente poco. Finchè 'mai le squadracce fasciste l' a- il lavoro resterà una merce - e vrebbero spuntata contro gli ope- , ciô accadrà fino a quando il capi- rai deci si a battersi a corpo per- talismo durerà - differenziazione duto nel primo dopoguerra, se dei salari è cosa economicamente non avessero avuto alle spal le le inevitabile. forze mi~itari, dimos. tratisi cosï L'ascesa salariale e il conseguen- deboli ~ inconcludenti sulla BrE;- te elevamento delle condizioni di vi- na bellica, della .s~ato demccrati- ta della « aristocrazia operaia » ha c<;>; che Musso~m non sarebbe un effetto negativo, dal punto di gi unto a Roma m vagone letto. se vista della lotta di classe contro il i Giolit ti e i Nitti, i Bonorni e capitalismo. Oli operai meglio pa- l Fact a, ~n ave:15ero ~gombrat~ gati, specialmente nelle regioni più a forza di guardia regie ed _al tr~ altamente industrializzate in Italia sacr r Ist~tuU ;-Patriot~ici . i ·b11~~ 1 e ~ll'estero, v.edono accorciarsi .Ie pres~di ati dai ferrov1e~1 ~oss1, e distauze soc1ali che separano la ~e ~ proletar i colpevoli ~1. esser- classe operaia dai ceti piccolo-ber- s1 di fesi e di aver presidi ato lE; ghesi e questo contatto provoca Camere del Lavoro o 1 circoli J'inoculazione dei pregiudizi e delle e le sezioni di Partito prima del- ill usioni social] della piccola bor- la fatidica Marci a sentirono il ghesia nella classe operaia. Perciè> peso della gi ustizia fascista: que- avviene in pratica che l'« aristocra- sta almeno, li giudicava corne zia» funziona da veicolo delle su- « polî tici ,,, quella corne « cornu- perstizioni politiche, quali .l'inte~- . classismo, il paciûsmo sociale, 11 m "· . riformismo legalitario, il preteso Il fasc1~mo non fu se non la aclassismo dello Stato e dei suoi democrazia senza maschera e, se istituti che sono il terreno di col- si volesse fare il bilanci ? delle tura d' i ogni forma di opportuni- azioni répressive sotto l' msegna smo operaio. delle stellone di Savoia in cami - Orbene, nella classe operaia, in -cia nera e sotto quella della stes- concomrtanza con lo svolgersi delle so stellone in camicia quasi bian- nefaste attività dell'opportunismo, ca sarebbe facile concl udere a esiste un'altra « aristocrazia » con- va' ntaggio del primo. Non fu tro la quale il movimento rivolu- merito » del fascismo, ovviarnen- zionario deve lottare, se vuole con- te: ai massacri di piazza e di ingannare, dal la ltro corne nei strada ci aveva gpensato la decenni ,, gloriosi " dell'unità democrazia; non era necessario conquistata nel secolo scorso, eb- sprecare altre pallottole; la vio- be bisogno di uomini « di sini- lenza poté esercitarsi in altro mo- .stra ,, per ristabili re le sue for- do, e non senza « concessioni » ze di 9olizia, il suo esercito, la legislative per assopire il vinto. sua costituzione, il suo apparato Ma fece comodo alla cl asse do- produttivo, il suo stuolo di tuto- minante, a poco a poco cam- ri dell'ordine nelle sacrestie, nei biatasi di vestito dietro Ie quin- sindacati cosiddetti operai, nel te della storia, riversare sul 'solo parlamento e fuori, e l' insieme man ichin o · fascista, da lei tanto di queste forze, ribattezzate non coccolato quando era democra- soltanto democratiche ma « pro- tica, Ie infamie che ie sono pro- gressiste », passarono immediata- prie da sempre: cadde, il fasci a mente all'attacco contro la nerni- littorio, ed essa si r itrovè ver- , ca di sempre, la temutissima ginella. « piazza ,,. Si fermi un attimo il Quanta è avvenuto da allcra, proletario a ricordare il quindi- non è se non una conlerms, del cennio trascorso dopa Piazza Lo- passato. La dernocrazia postfa- f reto, e non troverà anno che non sci sta si è rifatta le ossa, ha per- registri nel calendario democra- fino compiuto il suo « seconda tico almeno un eccidio di operai risorgimento nazionale ». con gli o di braccianti. Il 1960 non po- aiuti stranieri da un lato e con teva celebrare meglio I'anniversa- l'appoggio di masse popolari sern- rio di un secolo di vita nazionale pre pronte a battersi, anche se che con le « sparatorie » di Pa- troppo faci li sempre a lasci arsi lermo, Genova, di Catania e Reggio Emilia: quintali di volurm 1 celebrativi di il lustri storici r e- sistenziali non valevano una ven- tina di morti proletari. Cambia- , no presidenti del consiglio o ti- .tolari di Ministeri, Fanfani suc- ' Il cede a Tambroni sulla cresta di una resipiscenza " democratica di · sinistra » ma Scelba è agli Inter- ni al posta di Spataro: il ricordo di Reggio Emilia si « riscatta con quello... di Modena? Lo Stato Itàliano si regge da un secolo sulle baionette e sul lo opportunismo, per non dire tra- dimento, di partiti nati proletari. E tuttavia, i riformist! di qua- ranta o sessant'anni fa non ave- vano ancora verso lo Stato la supina, acquiescenza e il rive- renziale rispetto dei loro eredi di oggi . Questi, i superopportu- nisti mar ca Cremlino corne quel- li marca Washingt on, " reagisco- no >> al bastone democratico e re- pubblicano che si abbatte sugli operai invitando gli stessi operai a rifugiarsi proprio sotto l'orn- brelle dello Stato, invocano la legge e la costituzione, aiutano la democrazia ultra-sverginata a rifarsi candidamente vergine. Lo Stato vi opprime? Viva lo Stato! E, di costoro, i borghesi figu- rano di spaventarsi ... ------ ---- ~ PICCOLO OUADRANTE loro ideale. Leggiamo su] «Giorno» che re- ditore Einaudi ha nubblicato un saggio di A .. Pizzorno dedicato al- l'esame della « comunità industria- le" di Rescaldina in Lombardia e, sebbene non l'abbiamo letto, possic- mo ben giudicare dalle parole del quotidiano... petroliero quale e quanto legittima soddisfazione esso generi nel cuore della classe do· minante nella sua varietà « prar, re11- sista ». Mentre tramonta il cornu., nitarismo olivettiano, avremo dun- que un comunitarismo eina.udiano? l funghi muoiono, ma la fungaia· resta. Che succede, dunque, a Rescaldi- na, « ambiente da molto tempo do- minato da un gruppo di tre azien- de tessili appartenenti ad un'unica famiglia, che è strettamente inte- grata. nella vit a locale » ( questi signori sono grandi: è l'azienda che si è integrata nella vita locale e non, viceversa, la vita locale che, volente o nolente, si è dovuta in- tegrare nell'azienda)? Succede che - La modestia rivoluzionaria durre a fondo la lotta contra il ca- pitalismo. Non si tratta di uno stra- to operaio che goda di condizioni di lavoro e di salario relativamente agiate. In fondo non si puo parlare nemmeno di uno strato. perché ad essa appartengono operai di ogni categoria. Si tratta, invero, di una « aristocrazia ideo!ogica "· Tale fe- nomeno non è esclusivo del tempo nostro, se è vero che la Terza In- ternazionale fu costretta a lottare energicamente contro di essa. Per convincersene, basta scorrere le pagine dell'« Estremismo, malattia infantile del comunismo », che Le- nin scrisse nell'aprile-maggio 1920, alla vigilia dunque del Secondo Congresso dell'Internazionale Co- munista. L'" aristocrazia salariale J> che produce l'opportunismo riformista, e l'« aristocrazia ideologica » che produce quello che Lenin definisce il « rivoluzionarismo piccolo-bor- ghese » hanno eguale orfgihe so- ciale. Riformismo legalitario e ri- belhsmo anarchico, opportunismo e anarchismo, appaiono ad un esame superficiale cose assolutamente in- conciliabili. In realtà, esse hanno una matrice comune: la condizione « pendolare >i della piccola borghe- sia. che continuamente oscilla tra capitalismo e pro!etariato, tra il sogno dell'arricchimento e dell'a- scesa nella scala sociale e il terrore folle della proletarizzazione. « L a- ( Segue in 2a pag.) Un Tambrone al decennio Il vomitorio parlamentare bat- media, la pestilenziale nostra pic- te ogni mattina il sua primato cola borghesia, non sta in essi ma di tutti i tempi. Lo batte tra noi; nei partiti comunista e socialista, questo alloro olimpico non è in che si vantano di base proleta- pericolo per l'Italia. ria. La stessa ignobile classe o Gli spostamenti di situazione gruppo di pseudo classi si accam- sono di gigrno in giorno sensa- pa col sua vomire voti nella stes- zionali! Oggi il tambrone di ser- sa democrazia cristiana e nei vizio pare abbarbicato al potere ricomparsi partiti più a destra, came ostrica allo scoglio, domani came dilagava nell'oceanico par- risuona il peana: è travolto! Do- tito fascista. Merde partout. podomani quella novità senza -Questa piccola borghesia due precedenti è che è l'intesa qua- generazioni fa, e fi.no a quella dripartita della DCI con PRI, fascista, era antivaticana. Urlava PLI e PSDI; non, intendiamoci, al clericalismo al prete e alla l'altro drammatico avvento di un chiesa. Oggi ha rinculato più in- governo quadripartito, ma una dietro del 1848-60. Bel coraggio, maggioranza quadripartita per un scoprire che il partito-mammut governo monocolore, un nuovo che no. è l'esponente centrale mo- governo democristiano con un struoifï, ·è clericale, come fanno i nuovo presidente. Mentre scri- borghesucci sinistri annidati al viamo chi sa tutto succede, che caldo nel PCI! sia lo stesso T ambroni e che nella Il connubio di Cristo con De- m.aggioranza stiano anche monar- mos è peggio che bestemmia. I chici e missini. Ma nella alchi- partiti non si spiegano facen- mia va.rlamentare ci sarebbe l'al- doh aderire in un momento della tro n - uovo corso, che non sarebbe- cronaca alla statistica sociale ro voti « determinanti >i. 0 altre (peggio se quel momento è una sequenze vomitorie. consultazione elettorale!). Da quando è morto de Gasperi La chiave per capire qu11sto di questi presidenti del partitone gonfio bubbone che è La democra- di centro ce ne saranno stati for- zia cristiana, che timidamente si se dodici: i nomi non li ricordia- osa spingere non nella fogna, ma mo. Aspiranti ce ne saranno una a un poco poco più a sinistra I Più grave è che lo scordino i altra. decina o due; di questo pas- sulla stercoraria passerella parla- falsi allievi del sommo Trotsky, so la via legale al socialismo, mentare, non ·è la descrizione sta- che trovano accenti di accorda oramai abbracciata da Mosca, si tistica di questa appestata Italia; col vanto che la massa nelle piaz- scrive a coppie di secoli. E in- ma è la storia. ze abbia travolto un tambrone, tanto i buzzurri al servizio grida- La democrazia è la nemica del per passare all'altro tambrone. no vittoria! __ proletariato, della rivoluzione e Un partita disono,rato storica- Dopo scontati tutti i presidenti del marxismo. Il cristianesimo mente disonora la massa. Insulta- cattolici si passerà ad edizioni come religione ed organiizazione re in principio .la . necessità che del quadripartit~; poJ viene _l'a- è u:n, a forza non mascherata del ~a mas~a v,:oleta?ia, organizzatà p~rt?-'7:a a Nenni~ poi. m.ag~ri la capit~le de_llo sfrV:ttamento pro- I tf!, partito, si !Jett~ co ntro la poli- riedizw:n,e del triparbto di mE;- letarw. Cristo unito con Demos zia della costituzwne; e plaudire moria infame. La stessa Costi- borghese modern~è una fo-:-mola ai pochi proletarii assassinati dal- tuzione vale sempre, per questo più ignobile dell'uso fatto dell,a lo .stato costituzienale per suo paio di secoli. sua reli-gione dai regimi f eudali connaturato compitt>, per trarre In questa alchimia ci confes- contro la rivoluzione liberale dal quel sangue pochi voti da siamo asini perfetti. Nel 1946 fa- borghese. I de Gasperi i Tambro- spostare sotto il seggio di Tam- cevamo un calcolo sballato; un ni e i loro analoghi in tutto il brone, è più vergognoso che es- terza ai cattolici, uno ai social- mondo non sono solo scesi più sere fascisti. Non si puo distin- comunisti uno ai partiti di mezzo indietro del Cristo rivoluzionario I guere tra la massa tradita e il di piccola borghesia. Ma questi del tempo romano, ma hanno partita traditore, senza imbrat- tre partitucoli ebbero posti deri- ! fornicato in nome di Cristo col ! tarsi della stessa immonda so- sorii, e non sanno da allora che j Vitello d'oro, rimandandolo più stanza in cui questo vive. La rinculare. La numerosa classe indietro di Mosé, alla idolatria merda di Demos. di Baal e del demoniaco Mam- mone, precursore della civiltà moderna capitalistica e mercan- tile, in cui si nuota anche a Mo- sca. Percià i partiti che servono Mosca non vietano che si creda a questa corrotta edizione di Cri- sto, a mercanti nel tempio. Se il proletariato italiano aves- se un partita, questo non porte- rebbe la democrazia cristiana sullo scivolo di sinistra, ma ne compirebbe la distruzione. " " . Di fronte all'attacco da destra al vàrtitone "comunista » che "J)reparerebbe at!!!ntato al potere della Stato, siamo tentati di of- frire all'accusato il nostro avallo della · sua completa innocenza. Questo partito è in ottima f ede quando giura fedeltà alla costi- tuzione e ad un aoverno che ten- ti la beffa della sbirraglia te- nuta in caserma. In Italia, da un secolo che abbiamo l'unità, la po- lizia di Stato esiste per sparare sui lavoratori, prima e dopo Mus- solini, un '.!)Oco meno sotto di lui forse. Ma quel partito lo ha scordato. • • • , · udite! ttdite! « a!i operai sono ! quasi borghesi. stanno bene, vi è p,eno impiego, r1sparmiano e tal- volta, aiutati dalle banche e dalle industrie locali. s: mettono in pro- prio e dwentano p;ccoli impren- ditori. Qualcuno ne! giro di venti anni è già alla testa di una media impresa ». Oh, delizia delle delizie! Fra ban- che e imprese capitalistiche, gli operai coccolati, e riforniti di crediti a modico interesse, diventano « quasi borghes~ » e.. se va bene, fanno strada: esempio che, seconda un altro saggio della stessa collaM « progressista ». dovrebb'essere. imitato per trasformare i braccianti in piccoli artigiani, r,iccoli e medi imprenditori, oppure lavoratori in procinto di imborghesirsi. Cosi, da un lato, gli opportuni11ti del trifoglio PSDI-PSf·PCl lavorano a trasformare i bracC'ianti in mez- zadri o in piccoli coltivatori diretti, e a cointeressare gli operai indu. striali nelle loro benefiche aziende, dall'altro glt industriali lavorano a « integrare i> la comunità proletaria nell'economia industriale e bancaria locale, finchè tutti siano « quasi borghesi i> e dimentichino, al di là degli orizzonti ristretti di Riscaldina o della campagna di Siracusa, che esiste un proletariato, che esiste il grande capitale, e che sul mondo moderno pende o la lotta di cl asse o la guerra fra gli Stati. E' il loro ideale: piccolo-borghese in nome e nell'interesse della grande e grandissima borghesia delle ban- che e ... del petrolio. Nei secoli fedele. Fedele a se stessa (ma ci auguria- mo che il proletariato rivoluzionario le impedisca di esserlo nei secoli), la socialdemocrazia tedesca ha fat- to un altro passo avanti nello stile dei gamberi, schierandosi per la po- litica estera di Adenauer. sc'rive infatti rôrgiîno sindacalè « Welt der Arbeit»: « I funzionari fi bonzi sindacalq devono rendersi conte che oggi Adenauer ha· per- fettamente ragione di dire che il Cremlino aspira al dominio del comunismo f! !] sui mondo intero, e che è necessaria una poderosa di- fesa. Una delle conseguenze più de- leteri edegl; accordi di Potsdam prima e delle recenti polemiche - insincere da una parte e dall'al- tra - pro o contro l'unificazione di una Germania spezzata in due poi, è stata ed è di fornire agli opportu- nisti in campo operaio un ennesi- mo pretesto per incanalare il pro- letariatG tedesco nella via dei pro- blemi « nazionali » e patriottici, vo- gliano essi dire la rivendicazione di terri tori perduti, o il rafforza- mento della « difesa » armata con- tra un ipotetico aspirante alla con- quista o alla riunificazione con la forza. I sindacalisti socialdemocra- tici non se lo son fatti dire due volte: il loro posto naturale è da sempre accanto al governo e al- l' esercito in nome della libertà, dei- la democrazia e della patria. Cosi i traditori dell'Ovest e del- l'Est si sostengono a vicenda nel preparare domani alla classe ope- raia una nuova « guerra di libe- razione », e, nel frattempo, per farl e dimenticare la classica via della latta di classe e della rivoluzione comunista. C d i aol e a Wl l l ano -· Piazza Fontana - Largo Cairoli, lato Dal Venne - Via Orefice angolo Passaggio Ost -- - Corso Porta Vittoria, davanti al· la Camera del Lavoro - Corso Buenos Ai,res, angolo via Oza 1'Ulm - Piazza Principessa Clotilde - Porta Volta. Sede di Milano La Sede di Milano è stata sta- bili ta in un vasto locale di via Eustachi 33, nelle vici nanze di via Plinio. Essa è regolarmente aper- ta il mar tedi e il venerdi, dopo le 21. J 1 1

Upload: others

Post on 06-Mar-2021

3 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: ramma comun1• sta · 2016. 10. 29. · 1 ramma comun1• sta DISTINGUE IL NOSTRO PARTITD: La linea da Marx, a Lenin, a Liroma 1921, alla lolla dalla sinistra contra la deganeraziona

• 1 • ramma comun1sta ------- - --------

DISTINGUE IL NOSTRO PARTITD: La linea da Marx, a Lenin, a Liroma 1921, alla lolla dalla sinistra contra la deganeraziona d1 l1sc1, al rifiuta dei blocchi partigiani, la dura opera del restaura ~alla dettrina a dell' organo riroluzionario, a cantatta con la classe eperaia, fuori dal politicantismo parsonala ad alattoralasco.

orsano del partito comunista internazionalista

22 Luglio-7 Agosto - Anno IX N. 14 IL PROGRAMMA COMUNlf.TA - Cas. Post 11112

MI LANO

Una copia L. 30 - Abb. ann. L. 500 Sped. m Abbonamento postale Gruppo fi

Sangue praletario verginità demoaratiaa e

La tradizione delle sparatorie contra gli operai e i bra<;cia~ti è vecchia quanto Io Stato italianc; anzi, quanto i pri~i conati del~a sua faticosa e tutt altro che eroi­ ca gestazione. Tarda, fiacc~, pa­ rassitaria, infingarda, medicante aiuti militari e finanziari stranie­ ri per venire al mondo corne per farsi le ossa e, più ancora, per consolidare le ossa già fatte nella imperturbabile tranquillità di uno sfruttamento senza limiti della forza-lavoro, la borghesia italia­ na ha sempre trovato nel fondo di se stessa una energia degna delle consorelle più « mature » agni volta che la Canaglia minac­ ciava o pareva minaeciare le as­ sise della proprietà o del sacro e inviolabile ordine pubblico - questo palladio dell'ordine pri­ vato del monopdlio di classe. Le forme statali possono aver

subito mutamenti, in più di un secolo di storia italiota: per gli operai, quella realtà è rimasta sempre la stessa. Altrove lo Sta­ to puô essersi rivestito di appa­ .renze - almeno provvisoriamen­ te - dolciastre: da noi, è restato lo Sbirro. Retorico e inconclu­ dente corne triumviro della Re­ pubblica Romana del '49, Maz­ zini usa il pugno di ferro contra la plebaglia di Ancona; Cavour non ha bisogno di reprimere i Esiste nella classe operaia uno primi mati di popolo con la vio- strato relativamente agiato, in quan­ lenza poliziesca e militare solo to a remunerazione e a condizioni perchè ha le spalle coperte da di lavoro e di vita. che da tempo eserciti stranierr, ma i suai suc- il marxista ha indicato col termine cessori, smarr iti quando si tro- di « aristocrazia operaia ». Tale de­ vano a dover _costruire da soli finizione, più che la condizione ma­ uno « Stato nazionale », non han- teriale di vita. ha per oggetto le ten­ no €sit;uione o tentennamenti al- denze politiche di questo strato del la direzione del ,Ministero degli salariato, nel quale la solidarietà Interni cœne en4e J!Upremo del- di classe tende ad affievolirsi e il l'ordine sociale ". CrisJili. "puô in-: -gretto' interesse corporativo ad an­ cassare batoste m Afnca; ma 1 teporsi ag l] interessi generali della moschetti dei suai giannizzeri non classe. sbagliano bersaglio sulle strade Socialmente. l'« aristocrazia ope­ metropolitane. Giolitti si serve raia » e un portato necessario della preferibilmente della corruzione cvoluzione del macchinismo capi­ negli anni d'oro della « mala- talista. Oggi, la grande fabbrica vita » governativa; ma dietro la non rassomiglia affatto alla mani­ sua carota è sempre vigile il ba- fattura dell'inizio del secolo scorso. stone, e la sua impresa di Libia Essa è un concentrato sul piano è msieme una gagliarda cam- tecnico. di tutti i ritrovati delle pagna contra il pericolo rossa. scienze applicate. II progresse del Non è stato necessario atten- macchinismo ha imposte nei paesi di

dere il fascismo per conoscere i sviluppato capitalismo - ieri, I'In­ tribunali militari, le deportaziu- ghilterra, la Francia, la Germania, ni: e soprattutto la repressione gli Stati Uniti, e oggi, anche l'I­ vi~lenta: dal '70 al 1922, la de- tali» -- la creazione di categorie rnocrazia italiana conolidata (ab- di operai specializzati, ai quali non biamo già detto che non era ar.- basta più la istruzione primaria. cor nata che già mostrava la tac- Per la legge del valore, che re­ cia feroce) celebra i suai trionfi gola la vita economica del capita­ molto più nell'uso del fucil-: ~ lismu 11 salario di questi lavoratori scopi di « difesa dell'ordine " che è cresciuto se confrontato a quello nella vitalità dell'espansione eco- de!ia rest&~te massa lavoratrice, nè nomica (vitalità a base di sussioi potrebbe accadere diversamente.

- statali e di investimenti d1. capr- Nella differenziazione dei salari, taü stranieri) o delt'efûcacia dei nella disparità che si verifica nella metodi amministrativi (quando remunerazione dei vari strati della amministrazions-vogjja dire qual- classe operaia, il calcolo politico casa di diverso da pastetta f' 'della borghesia capitalistica, inte , corruttela). Ed è una storia vec- ressata a tenere divisa la massa, chia, ma da ripetere ai sordi, che c'entra relativamente poco. Finchè 'mai le squadracce fasciste l'a- il lavoro resterà una merce - e vrebbero spuntata contro gli ope- , ciô accadrà fino a quando il capi­ rai decisi a battersi a corpo per- talismo durerà - differenziazione duto nel primo dopoguerra, se dei salari è cosa economicamente non avessero avuto alle spalle le inevitabile. forze mi~itari, dimos.tratisi cosï L'ascesa salariale e il conseguen­ deboli ~ inconcludenti sulla BrE;- te elevamento delle condizioni di vi­ na bellica, della .s~ato demccrati- ta della « aristocrazia operaia » ha c<;>; che Musso~m non sarebbe un effetto negativo, dal punto di giunto a Roma m vagone letto. se vista della lotta di classe contro il i Giolitti e i Nitti, i Bonorni e capitalismo. Oli operai meglio pa­ l Facta, ~n ave:15ero ~gombrat~ gati, specialmente nelle regioni più a forza di guardia regie ed _altr~ altamente industrializzate in Italia sacrr Ist~tuU ;-Patriot~ici. i ·b11~~1 e ~ll'estero, v.edono accorciarsi .Ie pres~diati dai ferrov1e~1 ~oss1, e distauze soc1ali che separano la ~e ~ proletari colpevoli ~1. esser- classe operaia dai ceti piccolo-ber­ s1 difesi e di aver presidiato lE; ghesi e questo contatto provoca Camere del Lavoro o 1 circoli J'inoculazione dei pregiudizi e delle e le sezioni di Partito prima del- illusioni social] della piccola bor­ la fatidica Marcia sentirono il ghesia nella classe operaia. Perciè> peso della giustizia fascista: que- avviene in pratica che l'« aristocra­ sta almeno, li giudicava corne zia» funziona da veicolo delle su­ « polîtici ,,, quella corne « cornu- perstizioni politiche, quali .l'inte~-

. classismo, il paciûsmo sociale, 11 m "· . riformismo legalitario, il preteso Il fasc1~mo non fu se non la aclassismo dello Stato e dei suoi

democrazia senza maschera e, se istituti che sono il terreno di col­ si volesse fare il bilanci? delle tura d'i ogni forma di opportuni­ azioni répressive sotto l'msegna smo operaio. delle stellone di Savoia in cami- Orbene, nella classe operaia, in -cia nera e sotto quella della stes- concomrtanza con lo svolgersi delle so stellone in camicia quasi bian- nefaste attività dell'opportunismo, ca sarebbe facile concludere a esiste un'altra « aristocrazia » con­ va'ntaggio del primo. Non fu tro la quale il movimento rivolu­ merito » del fascismo, ovviarnen- zionario deve lottare, se vuole con-

te: ai massacri di piazza e di ingannare, dallaltro corne nei strada ci aveva già pensato la decenni ,, gloriosi " dell'unità democrazia; non era necessario conquistata nel secolo scorso, eb­ sprecare altre pallottole; la vio- be bisogno di uomini « di sini­ lenza poté esercitarsi in altro mo- .stra ,, per ristabilire le sue for­ do, e non senza « concessioni » ze di 9olizia, il suo esercito, la legislative per assopire il vinto. sua costituzione, il suo apparato Ma fece comodo alla classe do- produttivo, il suo stuolo di tuto­ minante, a poco a poco cam- ri dell'ordine nelle sacrestie, nei biatasi di vestito dietro Ie quin- sindacati cosiddetti operai, nel te della storia, riversare sul 'solo parlamento e fuori, e l'insieme manichino · fascista, da lei tanto di queste forze, ribattezzate non coccolato quando era democra- soltanto democratiche ma « pro­ tica, Ie infamie che ie sono pro- gressiste », passarono immediata­ prie da sempre: cadde, il fascia mente all'attacco contro la nerni­ littorio, ed essa si r itrovè ver- , ca di sempre, la temutissima ginella. « piazza ,,. Si fermi un attimo il Quanta è avvenuto da allcra, proletario a ricordare il quindi­

non è se non una conlerms, del cennio trascorso dopa Piazza Lo­ passato. La dernocrazia postfa- f reto, e non troverà anno che non scista si è rifatta le ossa, ha per- registri nel calendario democra­ fino compiuto il suo « seconda tico almeno un eccidio di operai risorgimento nazionale ». con gli o di braccianti. Il 1960 non po­ aiuti stranieri da un lato e con teva celebrare meglio I'anniversa­ l'appoggio di masse popolari sern- rio di un secolo di vita nazionale pre pronte a battersi, anche se che con le « sparatorie » di Pa­ troppo facili sempre a lasciarsi lermo, Genova, di Catania e

Reggio Emilia: quintali di volurm 1 celebrativi di il lustri storici r e­ sistenziali non valevano una ven­ tina di morti proletari. Cambia- , no presidenti del consiglio o ti­ .tolari di Ministeri, Fanfani suc- ' Il cede a Tambroni sulla cresta di una resipiscenza " democratica di · sinistra » ma Scelba è agli Inter­ ni al posta di Spataro: il ricordo di Reggio Emilia si « riscatta con quello... di Modena? Lo Stato Itàliano si regge da

un secolo sulle baionette e sullo opportunismo, per non dire tra­ dimento, di partiti nati proletari. E tuttavia, i riformist! di qua­ ranta o sessant'anni fa non ave­ vano ancora verso lo Stato la supina, acquiescenza e il rive­ renziale rispetto dei loro eredi di oggi. Questi, i superopportu­ nisti marca Cremlino corne quel­ li marca Washington, " reagisco­ no >> al bastone democratico e re­ pubblicano che si abbatte sugli operai invitando gli stessi operai a rifugiarsi proprio sotto l'orn­ brelle dello Stato, invocano la legge e la costituzione, aiutano la democrazia ultra-sverginata a rifarsi candidamente vergine. Lo Stato vi opprime? Viva lo Stato! E, di costoro, i borghesi figu­

rano di spaventarsi ...

------ ----

~

PICCOLO OUADRANTE loro ideale.

Leggiamo su] «Giorno» che re­ ditore Einaudi ha nubblicato un saggio di A .. Pizzorno dedicato al­ l'esame della « comunità industria­ le" di Rescaldina in Lombardia e, sebbene non l'abbiamo letto, possic­ mo ben giudicare dalle parole del quotidiano... petroliero quale e quanto legittima soddisfazione esso generi nel cuore della classe do· minante nella sua varietà « prar,re11- sista ». Mentre tramonta il cornu., nitarismo olivettiano, avremo dun­ que un comunitarismo eina.udiano? l funghi muoiono, ma la fungaia· resta. Che succede, dunque, a Rescaldi­

na, « ambiente da molto tempo do­ minato da un gruppo di tre azien­ de tessili appartenenti ad un'unica famiglia, che è strettamente inte­ grata. nella vit a locale » ( questi si• gnori sono grandi: è l'azienda che si è integrata nella vita locale e non, viceversa, la vita locale che, volente o nolente, si è dovuta in­ tegrare nell'azienda)? Succede che -

La modestia rivoluzionaria durre a fondo la lotta contra il ca­ pitalismo. Non si tratta di uno stra­ to operaio che goda di condizioni di lavoro e di salario relativamente agiate. In fondo non si puo parlare nemmeno di uno strato. perché ad essa appartengono operai di ogni categoria. Si tratta, invero, di una « aristocrazia ideo!ogica "· Tale fe­ nomeno non è esclusivo del tempo nostro, se è vero che la Terza In­ ternazionale fu costretta a lottare energicamente contro di essa. Per

convincersene, basta scorrere le pagine dell'« Estremismo, malattia infantile del comunismo », che Le­ nin scrisse nell'aprile-maggio 1920, alla vigilia dunque del Secondo Congresso dell'Internazionale Co­ munista. L'" aristocrazia salariale J> che

produce l'opportunismo riformista, e l'« aristocrazia ideologica » che produce quello che Lenin definisce il « rivoluzionarismo piccolo-bor­ ghese » hanno eguale orfgihe so-

ciale. Riformismo legalitario e ri­ belhsmo anarchico, opportunismo e anarchismo, appaiono ad un esame superficiale cose assolutamente in­ conciliabili. In realtà, esse hanno una matrice comune: la condizione « pendolare >i della piccola borghe­ sia. che continuamente oscilla tra capitalismo e pro!etariato, tra il sogno dell'arricchimento e dell'a­ scesa nella scala sociale e il terrore folle della proletarizzazione. « L a-

( Segue in 2a pag.)

Un Tambrone al decennio Il vomitorio parlamentare bat- media, la pestilenziale nostra pic­

te ogni mattina il sua primato cola borghesia, non sta in essi ma di tutti i tempi. Lo batte tra noi; nei partiti comunista e socialista, questo alloro olimpico non è in che si vantano di base proleta­ pericolo per l'Italia. ria. La stessa ignobile classe o Gli spostamenti di situazione gruppo di pseudo classi si accam­

sono di gigrno in giorno sensa- pa col sua vomire voti nella stes­ zionali! Oggi il tambrone di ser- sa democrazia cristiana e nei vizio pare abbarbicato al potere ricomparsi partiti più a destra, came ostrica allo scoglio, domani came dilagava nell'oceanico par­ risuona il peana: è travolto! Do- tito fascista. Merde partout. podomani quella novità senza -Questa piccola borghesia due precedenti è che è l'intesa qua- generazioni fa, e fi.no a quella dripartita della DCI con PRI, fascista, era antivaticana. Urlava PLI e PSDI; non, intendiamoci, al clericalismo al prete e alla l'altro drammatico avvento di un chiesa. Oggi ha rinculato più in­ governo quadripartito, ma una dietro del 1848-60. Bel coraggio, maggioranza quadripartita per un scoprire che il partito-mammut governo monocolore, un nuovo che no. è l'esponente centrale mo­ governo democristiano con un struoifï, ·è clericale, come fanno i nuovo presidente. Mentre scri- borghesucci sinistri annidati al viamo chi sa tutto succede, che caldo nel PCI! sia lo stesso Tambroni e che nella Il connubio di Cristo con De­ m.aggioranza stiano anche monar- mos è peggio che bestemmia. I chici e missini. Ma nella alchi- partiti non si spiegano facen­ mia va.rlamentare ci sarebbe l'al- doh aderire in un momento della tro n-uovo corso, che non sarebbe- cronaca alla statistica sociale ro voti « determinanti >i. 0 altre (peggio se quel momento è una sequenze vomitorie. consultazione elettorale!). Da quando è morto de Gasperi La chiave per capire qu11sto

di questi presidenti del partitone gonfio bubbone che è La democra­ di centro ce ne saranno stati for- zia cristiana, che timidamente si se dodici: i nomi non li ricordia- osa spingere non nella fogna, ma mo. Aspiranti ce ne saranno una a un poco poco più a sinistra I Più grave è che lo scordino i altra. decina o due; di questo pas- sulla stercoraria passerella parla- falsi allievi del sommo Trotsky, so la via legale al socialismo, mentare, non ·è la descrizione sta- che trovano accenti di accorda oramai abbracciata da Mosca, si tistica di questa appestata Italia; col vanto che la massa nelle piaz­ scrive a coppie di secoli. E in- ma è la storia. ze abbia travolto un tambrone, tanto i buzzurri al servizio grida- La democrazia è la nemica del per passare all'altro tambrone. no vittoria! __ proletariato, della rivoluzione e Un partita disono,rato storica- Dopo scontati tutti i presidenti del marxismo. Il cristianesimo mente disonora la massa. Insulta­

cattolici si passerà ad edizioni come religione ed organiizazione re in principio .la . necessità che del quadripartit~; poJ viene _l'a- è u:n,a forza non mascherata del ~a mas~a v,:oleta?ia, organizzatà p~rt?-'7:a a Nenni~ poi. m.ag~ri la capit~le de_llo sfrV:ttamento pro- I tf!, partito, si !Jett~ contro la poli­ riedizw:n,e del triparbto di mE;- letarw. Cristo unito con Demos zia della costituzwne; e plaudire moria infame. La stessa Costi- borghese modern~è una fo-:-mola ai pochi proletarii assassinati dal­ tuzione vale sempre, per questo più ignobile dell'uso fatto dell,a lo .stato costituzienale per suo paio di secoli. sua reli-gione dai regimi f eudali connaturato compitt>, per trarre In questa alchimia ci confes- contro la rivoluzione liberale dal quel sangue pochi voti da

siamo asini perfetti. Nel 1946 fa- borghese. I de Gasperi i Tambro- spostare sotto il seggio di Tam­ cevamo un calcolo sballato; un ni e i loro analoghi in tutto il brone, è più vergognoso che es­ terza ai cattolici, uno ai social- mondo non sono solo scesi più sere fascisti. Non si puo distin­ comunisti uno ai partiti di mezzo indietro del Cristo rivoluzionario I guere tra la massa tradita e il di piccola borghesia. Ma questi del tempo romano, ma hanno partita traditore, senza imbrat­ tre partitucoli ebbero posti deri- ! fornicato in nome di Cristo col ! tarsi della stessa immonda so­ sorii, e non sanno da allora che j Vitello d'oro, rimandandolo più stanza in cui questo vive. La rinculare. La numerosa classe indietro di Mosé, alla idolatria merda di Demos.

di Baal e del demoniaco Mam­ mone, precursore della civiltà moderna capitalistica e mercan­ tile, in cui si nuota anche a Mo­ sca. Percià i partiti che servono Mosca non vietano che si creda a questa corrotta edizione di Cri­ sto, a mercanti nel tempio. Se il proletariato italiano aves­

se un partita, questo non porte­ rebbe la democrazia cristiana sullo scivolo di sinistra, ma ne compirebbe la distruzione.

" " . Di fronte all'attacco da destra

al vàrtitone "comunista » che "J)reparerebbe at!!!ntato al potere della Stato, siamo tentati di of­ frire all'accusato il nostro avallo della · sua completa innocenza. Questo partito è in ottima f ede quando giura fedeltà alla costi­ tuzione e ad un aoverno che ten­ ti la beffa della sbirraglia te­ nuta in caserma. In Italia, da un secolo che abbiamo l'unità, la po­ lizia di Stato esiste per sparare sui lavoratori, prima e dopo Mus­ solini, un '.!)Oco meno sotto di lui forse. Ma quel partito lo ha scordato.

• • •

, · udite! ttdite! « a!i operai sono ! quasi borghesi. stanno bene, vi è p,eno impiego, r1sparmiano e tal­ volta, aiutati dalle banche e dalle industrie locali. s: mettono in pro­ prio e dwentano p;ccoli impren­ ditori. Qualcuno ne! giro di venti anni è già alla testa di una media impresa ». Oh, delizia delle delizie! Fra ban­

che e imprese capitalistiche, gli operai coccolati, e riforniti di cre• diti a modico interesse, diventano « quasi borghes~ » e.. se va bene, fanno strada: esempio che, seconda un altro saggio della stessa collaM « progressista ». dovrebb'essere. imi• tato per trasformare i braccianti in piccoli artigiani, r,iccoli e medi imprenditori, oppure lavoratori in procinto di imborghesirsi.

Cosi, da un lato, gli opportuni11ti del trifoglio PSDI-PSf·PCl lavorano a trasformare i bracC'ianti in mez­ zadri o in piccoli coltivatori diretti, e a cointeressare gli operai indu. striali nelle loro benefiche aziende, dall'altro glt industriali lavorano a « integrare i> la comunità proletaria nell'economia industriale e banca• ria locale, finchè tutti siano « quasi borghesi i> e dimentichino, al di là degli orizzonti ristretti di Riscaldina o della campagna di Siracusa, che esiste un proletariato, che esiste il grande capitale, e che sul mondo moderno pende o la lotta di classe o la guerra fra gli Stati. E' il loro ideale: piccolo-borghese

in nome e nell'interesse della grande e grandissima borghesia delle ban­ che e ... del petrolio.

Nei secoli fedele. Fedele a se stessa (ma ci auguria­

mo che il proletariato rivoluzionario le impedisca di esserlo nei secoli), la socialdemocrazia tedesca ha fat­ to un altro passo avanti nello stile dei gamberi, schierandosi per la po­ litica estera di Adenauer. sc'rive infatti rôrgiîno sindacalè

« Welt der Arbeit»: « I funzionari fi bonzi sindacalq devono rendersi conte che oggi Adenauer ha· per­ fettamente ragione di dire che il Cremlino aspira al dominio del comunismo f! !] sui mondo intero, e che è necessaria una poderosa di­ fesa. Una delle conseguenze più de­

leteri edegl; accordi di Potsdam prima e delle recenti polemiche - insincere da una parte e dall'al­ tra - pro o contro l'unificazione di una Germania spezzata in due poi, è stata ed è di fornire agli opportu­ nisti in campo operaio un ennesi­ mo pretesto per incanalare il pro­ letariatG tedesco nella via dei pro­ blemi « nazionali » e patriottici, vo­ gliano essi dire la rivendicazione di territori perduti, o il rafforza­ mento della « difesa » armata con­ tra un ipotetico aspirante alla con­ quista o alla riunificazione con la forza. I sindacalisti socialdemocra­ tici non se lo son fatti dire due volte: il loro posto naturale è da sempre accanto al governo e al­ l'esercito in nome della libertà, dei­ la democrazia e della patria.

Cosi i traditori dell'Ovest e del­ l'Est si sostengono a vicenda nel preparare domani alla classe ope­ raia una nuova « guerra di libe­ razione », e, nel frattempo, per farle dimenticare la classica via della latta di classe e della rivoluzione comunista.

Cdiaole a Wlllano -· Piazza Fontana - Largo Cairoli, lato Dal Venne - Via Orefice angolo Passaggio Ost -- - Corso Porta Vittoria, davanti al·

la Camera del Lavoro - Corso Buenos Ai,res, angolo via

Oza1'Ulm - Piazza Principessa Clotilde - Porta Volta.

Sede di Milano La Sede di Milano è stata sta­ bilita in un vasto locale di via Eustachi 33, nelle vicinanze di via Plinio. Essa è regolarmente aper­ ta il martedi e il venerdi, dopo le 21.

J

1

1

Page 2: ramma comun1• sta · 2016. 10. 29. · 1 ramma comun1• sta DISTINGUE IL NOSTRO PARTITD: La linea da Marx, a Lenin, a Liroma 1921, alla lolla dalla sinistra contra la deganeraziona

) , , ! , - - - '"-- - - --- -.:..: ~ ~ ,.,_ .....,

IL :.-'ROGRAMMA COMlJNISTA

La modestia rivoluzionaria Avvoltoi sui Congo • partiti comunisti. sta nel saper

condurre le grandi masse (oggi ancor a, ne! maggior numero dei casi, xo n no le rrt e , apat iche, abitu­ dinarie. inerti, non risvegliate l verso questa loro nuova posizione o, meglio, ne! sapere guidare; non soltanto il proprio partita; ma anche queste masse durante il Joro avvrcinamento, il loro pas­ saggio alla nuova posizione ... ». Tale la testimonianza di Lenin

sulle condizioni soggettive delle masse, nell'anno 1920. Ma allora 1! nero pessimismo verso le nuove generazioni operaie. che risente della interessata carnpagna della stampa borghese contra la « gioven­ tù bruciata » e il « teddy-boysmo », appare in gr an parte arbitario. Considerare sprezzantemente Je masse lavoratrici di oggi corne col­ pevoli di una apatia, quale il pas­ sato non avrebbe conosciuto serve unicamente a giustificare la man­ canza di modestia rivoluzionaria, l'atteggiamento scioccamente suici­ da da « aristocrazia ideologica ». Il rivoluzionario si sente profondamen, te legato aile tradizioni del mo , vimento operaio, aile glorie delle v ittor ie passate e all'eroismo d irno , strato dalle generazioni passate ne! subire virilmente la sconfitta. Ma il rivoluzionano contrappone non il passato al presente. ma il presente al fut uro, Non rimpiange il passato, ma sdegna il presente e guarda al­ l'avvenire. In ciô sta l'ottimismo ri­ voluzionarro, In ciô sta la modestia rtvoluzionarta. Se le masse sono « sonnolente » e « apatiche », cio av­ viene per la dura legge della latta di classe, per il lento moto della storia che non è misurabile col metro dei desideri dell 'individuo. Per quanti secoh -- la attuale classe dominante, che oggi si crede in­ vincibile, ha sonnecchiato inerte sot­ to il tallone dell'aristocrazia feu­ dale? Pretendere che agni giorno sia una domenica rivoluzionaria, si­ gnifica non avere capito nulla del materialismo dialettico. Giacchè ci siamo, non occorre

lasciarci sfuggire l'cccasione per spendere qualche parola per cr iti­ care la sopravvalutazione che si fa dei partiti socialisti del passato, i quali avrebbero tenuto, pur traden­ do le masse, un comportamento me­ no infame degli attuali partiti op­ portunisti. Come andarono le cose ne! lontano 1914 è noto a tutti. I pavtitt socialdemocratici europei, 'i quali al Congresso di Basilea, si erano impegnati ad opporsi alla guerra imperialistica. furono gli stess] che votarono i crediti di guer­ ra e divennero entusiasti fautori della guerra delle rispett ive bor , ghesie. Cio non significa altro che quei messert tradirono ne! monda peggiore. Staremmo per dire, senza preavviso. Per Junghi anni, essi evevano re­

citato la parte della purezza dot­ trinaria e della, intransigenza poli­ tica, poi ad un tratto, proprio ne! momento in cui il capitalismo dove­ va avviare il proletariato al mas­ sacra, tradirono in blocco, passarono vergognosamente ,al nemico di clas­ se. Nulla di strano, dunque, se que­ ste masse, disorientate e tradite, caddero nella sonnolenza da cui invano la Terza Internazionale Iot-: to per tirarle fuori, corne la man­ cata rivoluzione in Oocidente sta a dimostrare. La degnerazione dei partiti di Mo­

sca è profonda e irrimediabile. Ma è da prefezire certamente alla de­ generazione dei partiti socialisti del­ l'anno 1914, perché è chiara e m~­ nifesta. Gli antenati dell'opportum­ smo odierno erano degh ipocriti consumati. dei dissimulatori rafflnati che fino all'ultimo riuscirono a te­ nere nascosti i loro « vizt segreti » opportunistici. Erano dei nemici pericolosissimi, infatti, fu difficile smascherarli fino a quando. essi non consumarono apertamenteil loro in­ fame tradimento. E ciè è provato dal fatto che la rivolta della parte sana del proletariato, che si mani , festà nella gloriosa latta dottrina­ ria e politica che diede origine ai partiti comunisti e alla Terza In­ ternazionale, scoppiè soltanto quan­ do il tradimento fu materialmente consumato. Ora sappiamo che scop­ pià troppo tardi. Ma se accade oggi, mentre I'op­

portunismo impera sovrano, che in Italia e all'estero agiscono, in piena controndata reazionaria, dei gruppi rivoluzionari che continuano la lot­ ta del bolscevismo e della Rivolu­ zione d'Ottobre, ciô non puè si­ gnificare altro che l'avanguardia co., sciente del proletariato si trova ad agire in condiz,ioni più favorevoli, che fossero quelle in cui Lenin, esule a Ginevra, negli anni oscuri che vanno dal 1905 al 1914, si trovô a lottare contro i santoni della so­ cialdemocrazia europea. L'opportu-

Nef giro di mena di due settima­ ne, la stampa ha toccata ed esau­ rito , di fronte all'incendio congo­ lese, il registra dei suoi temi di efjetto, fornendo nello stesso tempo ai proletari rivoluzionari un'altra conferma del!'« intrinseca barbarie e della ipocrisia incancrenita » della civiltà capitalistica. Si disse, dapprima, che net Congo

da poco indipendente si andavano scatenando - corne previsto dai « lungimiranti » - le gelosie e le faide fra tribù. F'u. ben presto chiaro dalle righe della stessa stampa, che il bersaglio era tutt'altro, che le truppe congolesi si ribellavano non già perchè dilaniate da contrasti intestini, ma perchè intolleranti del comand.o dell'uffi.cialità bianca e, in particolare, belga. Soler.ne smentita alla tesi di partenza: esempio unico al monda, « poliziotti » sparavano non già sulla folla àei fratelli di colore o sulla « plebe », ma sulla ... tribù dei loro aguzzini. Xenofobia? Se lo sfruttatore è straniero, la latta contra di lui assume per forza colori xenofobi: colpa sua, non de­ gli sfruttati. Si varlà di orrori commessi dai

negri - di strtuji degli mnocenti:' ba­ staro~o pochi giorni perchè 'il bi• lancio parlasse il suo rude linguag: gio - i morti di (( razza inferiore)) eccedono di aran lunga i morti di « razia superiore ». Si gridà al sac­ cheggio: cne casa sono un numero, ammettiamolo per ipotesi non con­ fermata. rilevante di negozi o di missioni europee, in confronta alla secolare spoliazione della [orza-la: voro indigena e di « ricchezze na­ turali » acquisite -- per testimo­ nianza degli stessi gazzettieri -­ a bnon mercato per i bianchi, a

caro prezzo per i negri? Tremarono gli onesti cuori dei borghesi ai rac­ conti degli stupri di cui si sarebbero macchiati i « selvaggi »: è comodo dimenticarsi a prescindere da quan­ ta avvenne nei secoli ad opera dei colonizzatori del continente nero ( e di nuello « rossa », se si volesse allarga"re il raggio della polemica J, che le candide armate liberatrici àell'Europa gemente sotto il fascista sguinzagliarono a freddo, non nel­ l'eccitazione ài una rivolta elemen­ tare, la cavalleria marocchina alla conquista non gi<l di posizioni stra­ tegiche, ma di inermi cittadelle femminili. Si âepreco l'impreparazione al­

l'autogoverno e l'incultura politica di popoh bruscamente passati da una servitù ammantata di pater­ nalismo alla indipendenza nazio­ nale: anche ammesso ( e non siamo certo noi ad àmmetterlo) che per governarsi, un « popolo » abbia bi­ sogno, came requisito primo, della cultura, di chi la colpa - hanno finito per dirlo gli stessi cronisti di S. M. la stampa ufficiale - se, un secolo di governo bianco ha lasciato nella completa ignoranza, e rozzezza colora ctie ,' pretendevq, « eâucare » e « ihcivllite »? Ma c~e·. razza di cultura dovevano dppren­ deré i «ï:iovéri negri'», - aggiun-, giamo no,i - dai ~i_anchi il ~i î',ét­ to si fregia delle 'scintilla:nti medà-

1 glie di due massacri mondiali e,' di_,: una miriade di inassacri localizzati_ in Europa e .fÙori? Se la ci'viltà è · la premessa dell'autogovernQ, - a­ vrebbe'ro âiritt«, se la storia 'si, [acesse a base di affërma,1ioni e riconos'cimenti di diritti, di rispon­ dere i negri, - prim~ di g~vernar~, , voi stessi e pretendere di gove'l'­ narci andate a scuola d,i civilt.à E! di cultura. voi, uomini e popoli

nismo non puô più mascherarsi e della guerra in permanenzà! Unq,, mimetizzarsi, corne poterono fare i gue~rà in perm~nen~a - P?tremmo K t k i , Noscke. Esso deve a- aggmngere - il. cui cerchio feroce au s J e

1 , , è stato spezzato m drammatki svoZ-

pertamenlte, g10rnotpedr' g1eonrtnoo.vceorns0. ti della storia soltanto, e sempre sumare 1 proprio ra rrn , , d' z Il

, C' · , 'fi ch dagli « mcolt1 », 1 qua unque pe e la classe ope rara. 10 sigrn ca e , , , ti d i , e colore,

gli aperh rmne,ga 1 1 , oggi son~ Ma arzialmente smantellato con da prefenre agh ipocrrt i rmnegatI I Z ' p , ,

1 t ll d'

, , , hé , , , , f ,1 le oro stesse mani I cas e o 1 di ierr, perc e e ,assai piu _aci e teorie costruite dalle vestali della smascherare i tr aditor i d i ogg: che c·viltà moderna » a giustificazio­ i Kautskj del passato, perfett,1 mar- ne

1 della più repugnante barbarie

xisti in teoria, spietati srcarr dell~ colonizzatrice i borghesi di... a­ bor ghes ia nel l'azîone. L'opportum- vanguardia corrono adesso alla fi-

d ·e arrivare al! astonca , , , , , . smo O\ va h .1 ismo si' at- lantropica bisogna di ristabilire lo confesswne c e 1 marx , , . . tendeva; doveva confessare che la ord,me., ~ustode degli eterni prm­ formale aderenza alla dottrina mar- cipn, 1 UNO manda le sue tru!'f!e, xista nascondeva lo spirito contro- spruzzate ~! color nero com~ si in­ rivoluzionario che l'influenza pic- dora la ptllol':1 del farmacista, a colo-borghese inocula nei partiti o- rip?rtare la qu~ete nel « Congo mar- erai Ebbene, tale confessione si tonato »: 1 .para nel _frattempo, non

P · , , , hanno lasc1ato dubbi sulla sostanza e avuta L opportumsmo contron- 1

. ·zt, 'd t z ha no , · , , , , 1 d, del a cwi a occi en a e - n voluz10nar10 d1 ogg1 e per a « 1- fatto quanta era necessario perchè fesa della ,P?tna ». non soltanto i civilizzatori ultimo modello ma­ ne1 nrnmenh m cu1 Mo~te Grappa de iri UNO completassero l'opera. e mmacc1ata d~J ne~ICO, ma In E la faccia della civiltà borghese tutti ~ g1orm del! anno, ~ lo stesso sarà salva: dopo il ferro e il fuoco, si pua dire per la .« coes1stenza Pa_- l'olivo in casacca militare multi-, cifica » delle class1 t- degh Sta~1: colore. Ma nel Katanga si è prov­ per la collaboraz10ne. con.) parhh veduto prima, e meglio. borghes1. ecc. Vuol dire CIO che le Laggiù la terra è gravida di ra-

d, · , · , , l 1 lotta con 1z10111: m. CUI s! s~o. ge a iù' me ed u:anio; laggiù un proletariato dei grupp, rivoluz10nar11 sono ,P negro di mmatori e overai siderur­ (avorevoli oggi che non cmqu~1:3t a~- gici versa sangue sudore e lacrime

, dd' t E avare c10, r1- . ' . , , m a 1e ro. a pr , d' per alimentare le fauci insaziabili petiamo, è la stessa esistenza 1 della « cultura » capistalistica · Zag­ gruppi rivoluzionari, che la marea giù si doveva intervenire subito con opportunista non riesce a sommer• le armi dei civilissimi semi-protet- gere. , . rio che torati vicini e, sotto l'usbergo di Il militante nvoluzio~a ' queste far leva sulle mille volte , · t fiducia e corn- ' sa tutto c10, sen e . f t 11, d' deprecate quando faceva comodo , , propn ra e 1 1 . . , ' . . . • prens1one verso 1

1, rivalita e gelosie di provmcia e di l he lottano contra oppres- . ,

c asse, c . d' , . d' tribu Nez Katanga nueste rivalità , 't lista 1n con 1z10n1 1 • , .. s10ne capi a chè mal guidati sono sacre perchè fomentate dal estrema durezza per ' d 't l b z ·

d't' dall'opportunismo. Egli non g:an e capi a e e ga e mterna- e tra 1 1 . , zwnale. nutre l'insano senhmento d1 avere . , il monopolio dell'odio anticapita- Cremlmo m~lus?, che (liquidatore listico e l'ideale della liberazione della guerra d mdipendenza algerina del proletariato. Ogni giorno la col suo filo-aollismo si rivergina latta di classe alimenta nella parte ora presentandosi corne « campio­ più cosciente del proletariato l'i- ni» dell'indipendenza congolese) stinto rivoluzionario. anche se l'im- nel quadro del aioco diplomatico pulso alla latta contra il nemico della con?uista di sfera d'injluenza di classe viene distorto e sof'focato si mette m concorrenza cogli altri dalle manovre conciliazioniste della imperîalismi che sfruttano le diffi· opportunismo. Sa, quel che conta co!tà. fina_n~iarie del nuovo Stato di più. che l'esistenza di gruppi per nst~bthre, attraverso la finestra, rivoluzionari che sono riusciti a la sudditanza che 1 negri avevand restaurare la dottrina rivoluziona- cacciato dalla porta. ria del marxismo, lottando co~tro Nez Conuo, (dove le rivalità non difficoltà immense. non è un mira- sono, per ora ancora divampate) cola, ma un fenomeno ~ociale che servono come · pretesto per buttar non si puà spiegare fuon della lot- la croce addosso ai • mestatori » o ta di classe. agli « incivili » Lasciate passare un Il militante rivoluzionar~o non è po· di tempo,' e le creeranno d.al

un « aristocratico ideo!og1co », di- nulla scusandosi poi col dire che, vorziato dalle masse lavoratrici. E- inutile l'Afriea è sempre Africa, e gli ricerca il legame con le masse i fratelli, al modo degli europei, e certamente l'ottiene se lavora con sempre Caini. pazienza e con modestia, avendo 'Cosi mentre la sitttazione incalza fiducia nei propri principi, nella e prepara effetti u.ltimi difficili oggi inesauribile vitalità della classe, nel- da presagire, l'ipocrisia , borghese la continua ascesa della forza sto- d.anza su.l martirio dei « barbari » rica dei proletari, che, deviata e sazi di civiltd laraita con qualcosa compressa oggi, necessariamente .do- di peggio del bastone. Contro que­ vrà sprig1onarsi domani, sch1ac- sta bestiale, ipocrisia,' la stessa che ciando al suolo la società borghese. ha aiu.stificato e giustijica lo ,/T"ll.t-' La forza del partita rivoluziona- tamento dei proletari ,i.el mondo rio diventa immensa. quando le della civiltà capitalistica, i comuni­ masse lavoratrici si nvoltano con- sti rivolu.zionari si schierano coi tro l'oppressore capitalistica. La ribelli con gli incolti, con gli anal­ modestia rivoluzionaria consiste nel fabeti: con gli impreparati, coi «foZ­ sapere in ogni momento che il par- li » che hanno dimostrato e dimo­ tito è l'agente insostituibile della streranno - qualunque sia il desti­ rivoluzione, /ma non ignorare che no dei « capi » che la stampa uffi• l'energia sviluppata dalle masse in- ciale porta alla ribalta, figure di pa• sorte supera di gran lunga la di- glia di un dramma di ben altra mensione umana, perchè la Rivolu- grandezza - di affermare nel di­ zione sociale rassomiglia alle esplo- sprezzo della legge scritta ( e 1crit­ sioni delle incommensurabili forze ta dagli altri, comunqu.e) il pro. della Natura. prio diritto a vivere e vincere.

dalla riferisce a certe fasi soriche di pro­ duzione: 2) Che la latta delle classi con­

duce neccssariamente alla dittatura del proletariato:

3) Che questa stessa dittatura non è se non la transizione alla soppressione di tutte le classi e dalla società senza classi ... ». Il « comunista aristocratico >> ,J

« comunista infantile >> ammette senza discutere gli accapi 2o) e3o) percià puà obbiettare che abbiamo perso tempo a citare la Jettera di Marx, Ma. ripetiamo. non per di­ scutere dElle questioni della dit­ tatura del proletariato corne sbocco della lotta di classe abbiamo vo­ luto ricordare quel documenta. A r,oi premeva un 'ait ra cos a: dimo­ strare cioè che la esistenza delle classi e della lotta tra le classi è un dato di fatto talmente tangibile che non è stato necessario il mar­ xismo per scoprirlo. Ma il comuni­ sta « aristocratico » non sembra rendesene canto, Quello che interessa, per l'argo­

mento trattat0, è l'acC'apo Io. Sco­ prendo che l'esistenza delle classi, e quinùi della lotta di classe, si

, rifer isce a. « determinate fasi sto­ riche di ,produzione », Marx sottrae îI classismo al dominio volontarista. La lotta di cla~se si svolge, .fuori dalla volontà dei singoli e della inte:ra, ;J>Opo!azione, essendo determi­ nata !ial conflitto tra le forze. d.,i produzione e Je forme di produzio­ ne e dalla organizzazione sociale che su di esso si fonda. Cio significa che la: lotta di classe

è indissolubilmente 'Connessa alla vi­ ta della società borghese. corne la circolazione del , sangue alla vita di un organismo. Ma la latta di clas­ se puo essere accettabile per la bor­ ghesia. Ecco il punto ! La latta di classe puo svolgersi dentro forme che la rendono accettabile per la borghesia, e, al contrario, puà as­ sumere forme rivoluzionarie che conducono alla dittatura del proleta­ riato e alla soppressione del ca­ pitalismo, Vediamo corne Lenin commenta

(cont, l" pag. la Jettera di Marx, Egli scrive: « ... La dottrina della htta di classe è stata creata non da Marx, ma dalla borghesia prima di Marx. e, in via generale, essa è accettabile per la borghesia, Come non riconoscere chc la lotta di classe non è an­ cora marxista. e che puà benissimo non uscire dai limiti del pensiero borghese e della politica borghese? Limitare il marxismo alla Jotta di classe, significa troncarlo mutilarlo, ridurlo a cio che è accettabile per la borghesia. Non è marxista se non chi estende il riconoscimento della lotta di classe fino al ricono­ scimento della dittatura del prole­ tariato ... ». Applicando il ragionamento di

Lenm, possiamo dire: Non è mar­ xista chi si limita a riconoscere la dittatura dei proletariato, corne transizione alla soppressione delle classi e al comunismo. Limitare il marxismo a tale riconoscimento si­ gnifica rendere il marxismo accet­ tabile per la borghesia. Bisogna, per potersi dire un marxista com­ pleto. tenere sempre presente la nozione della indistruttibilità della latta di classe nella società borghese. L'opportunismo puo rendere la dot­ trina e l;. pratica della latta di classe occettabile per la borghesia. in quanta vede nei miglioramenti salariali e normativi lo scopo della lotta tra operai e capitalisti, tra pro­ letariato e borghesia. Ma chi, pur riconoscendo il principio della d.it­ tatura del proletariato, rifiuta di parlecipare attiv.amente, nella dura e oscura esistenza quotidiana, alla latta tra il salariato e il capitali­ smo, pretendendo che la lotta di classe abbia subito una ,pausa, e­ gualmente rende il proprio com­ portamento politico accettabile per la borghesia. Finchè marcia la macchina della

sfruttamento, esiste la latta di clas­ se. Il comunista rivoluzionario; non puà rifiutarsi di partecipare ad essa, perche soltanto attraverso la lotta quotidiana le classi lavoratrici, ad onla dei tradimenti dell'oppor­ tunismo, riescono a difendere 11 proprio salaria e a mitigare Jo schia­ vismo aziendale,

narchismo ~- scrive Lenin nell·o­ pera ~itata - « fu nor di rada una sorta di castigo per i peccati op­ portunisti del movimento operaio. Le due deformità si completavano a vicenda ». Qui non si tratta di criticare la

posizione dottrinarie e politiche dell'anarchismo, Al contrario. scopo di questo 5critto è la denuncia della pe~sistenza di una menta!ità anar­ coide. da « rivoluzionarismo picco­ lo-borghese ». in operai che pure hanno rotto con l'opportunismo e hanno abbracciato Je posizioni del marxismo rivoluzionario. Questi compagni non si possono accusare di deviazionismo dottrinario: essi sono per la dittatura del proleta­ riato e sono convinti che per ar­ rivarvi è indispensabile portare la lutta di classe nelle forme rivolu­ zionarie, Ad essi non si possono certamente rimproverare le mici­ diali deformazioni di principio (av­ versione metafisica per « ogni com­ promesso ». rifiuto del prfncipio che spetta al partita comunista eser­ c1tare la dittatura contra la borghe­ sia. rifiuto dÏ lav~rare nèi sindacati opportunisti. ecc.) che Lenin magi­ st,alme.nte cornbatteva nell '« Estre­ mismo ». Ma ad essi certamente s'i pU:6.' e si deve. ritnproverare la scarsa coere'nza tra ciè> che' pensan9 e cià che fanno, tra le posizioni dî princi,pio 'che essi sostengono e là loro condotta pratica. All'ordine del loro atteggiamento.'

che impedisce di tradurre in, pra­ tica i principi della rivoluzione, c'è una errata valùtazione delle con,di­ zioni oggettive. La mancanza di « modestia rivoluzionaria » _:_ altro « chiodo » instancabilmente battuto da Lenin - che si manifesta nella tendenza a rifuggire dal contatto con la latta fisica delle masse, è una conseguenza della incapacità a farsi una concezione rea!istica, cioè marxistica, della latta di clas- se. L'« aristocrazia ideologica » ha, - anche se non se ne rende canto - una concezione volontaristica del- la latta di classe. Solo chi - pur professando principj marxisti e ri­ voluzionari - commette l'enorme errore di credere che la lotta di classe passa subire pause, interru­ zioni e sospensioni, puà giustifi­ care il proprio atteggiamento «ari­ stocratico ». Ma la latta di classe è indissolubilmente legata allo sfrut­ tamento sociale: essa è indistrutti­ bile. finchè dura la società di clas• se. Non è possibile che essa possa essere fermata, corne si ferma il corso di un fiume innalzando una d1ga. La latta di classe è un ne­ cessità economica. Ciè, costituisce !'a b e del marxismo.

nelle Fiducia masse La dura realtà storica sta li a vorevoli condizioni obbiettive, il

provare che solo in eccezionali mo- partita rivoluzionario riesca a f,arla menti della vita sociale - il 1848 finita col tradimento opportunista e il 1871 parigino, il 1917 russo, il e a neutralizzarne la influenza po- 1919 tedesco - la latta di classe del litica sulle masse lavoratrici. proletariato assume forme rivolu- E tale svolta decisiva diventa zionarie. Nella vita di tutti i giorni. una realtà storica. solo se il partito essa si ,volge, per l'ir,fluenza della rivoluziunario avrà partecipato, at­ opportunismo sui resta della classe tivamente e energicamente, essen­ operaia, sulle forme che Lenin de- do schierato nelle prime file, alla finiva accettabili per la borghesia. dura e oscura latta quotidiana con• Ma tale innegabile verità non giu- tro J'oppressione capitalistica, Sem­ stifica affatto il comportamento del brerà un paradosso, ma è pur vero

1

eomunista « aristocratico ». che pre- che e nelle condizioni non rivolu• tende di contaminarsi e di infet- zionarie della latta di classe che

Sbaglia grossolanamente, e nuoce tarsi partecipando alla latta quo- emergono le vere qualità di corn• al movimento rivoluzionario. chi tidiana per la difesa del salaria e battente rivoluzionario del militante tende a far coincidere Ja Jotta di delle condizioni di lavoro e di vita comunista. Nella composizione del classe con la Rivoluzione. Certamen- Jei salariati, che la prepotenza ca- carattere rivoluzionario non posso­ te, la rivoluzione è Jo sbocco esplo- pitalista ininterrottamente minac- no mancare, il, coraggio e J'attit~­ sivo della J0tta di classe, Ma cio cia, Cià che veramente importa è dme al sacnfic10, che sempre dec1- non significa che Ja Jotta di classe che la teoria e il programma che dono. sui terreno della latta armata sia inesistente O si trovi in uno un o1'rtito operaio sostiene non contra la classe dominante, delle stato di virtualità. nei periodi in cui siano. essi, eccettabili per la bor- wrti della rivoluzione, Ma non la società di classe r,on è scossa ghesia. possono mancare nemmeno la pa­ dalla crisi rivoluzionaria. La latta Una errata concezione delle clas- zienda., J'umiltà, lo spirito di frate!­ di classe è inseparabile dalla esi- si e della latta di cla~se, il pregiu- lanza: m una parola la modesha ,n­ stenza delle classi. A,1zi. è Ja Jotta dizio assurdo che il rivoluzionario voluz1onana. che con8ente al m1h• che definisce il campo di esistenza colhunista debba ritenersi corne una tante, nvoluzionario di sentirsi par• delle. clai;~i che rende manifesta Ja sorta di truppa di riserva, che bi- te alt1'-'.a e combattente dell~ classe, realta sociale. vacca in attesa che la latta di clas- m ogn1 fase della latta d1 classe, L'esistenza delle classi e la lotta se assuma forme e svolgimento ri- anche nella più ingrata e mortifi­

che le classe si fanno è casa talmen- voluzionari __ ma non è da re- cante te !angibile Che non oc~o~re neces- spingere il principio del moto spon- Il militante rivoluzionario deve sa~iament~ essere marx1sti per sco- taneo delle masse verso l'acqui- avere una realistica visione delle pr1rlo. Chi ha letto un altro fonda- sizione della coscienza rivoluziona-. condizioni odierne della classe ope­ ment,~le testa di Lenin. «'Stato e Ri- ria? -- sono all'origine della men- rai a, Non deve assolutamente cre­ voluz1one», sa bene che la scoperta talità da « aristocrazia ideologica ». dere che le condizioni soggettive delle classi e della latta di classe La verità è che, giorno per giorno, delle masse, ai giorni nostri, siano

, fu , fatta. prima di Marx, da sto- ora per ora, nelle fabbriche corne una rara eccezione nella storia del nc1 e economisti borghesi. nei Jaboratori scientifici, nei campi movimento operaio e inebriarsi al Lenin è impegnato a svolgere come nelle scuole, si affrontano gli pensiero che lui sia « ~ivers? '.'• non

l'attacco critico contra gli opportu- opposti interessi e Je opposte con- contaminato, giusto e mfalhbile. nisti che, all'indomani della prima cezioni filosofiche e j)olitiche del Bisogna convincersi che, p~r ri­ guerra imperialistica (1914-18), con- proletariato e della borghesia, In conoscendo la degnerazione totale trollavano il movimento operaio. A una società divisa in classi, la Jotta ,dei partiti comunisti, che l'attuale cost,oro che credevano di difendersi tra le classi non è una conseguenza, stagnazione delle masse non è , ~er­ obb1ettando che non li si poteva ma la condizione indispensabile del- · tamente un casa eccezionale nella accusare di respingere il principio la esistenza e della sopravvivenza storla del movimento operaio. Non della latta di classe, Lenin risponde della sodetà. La classe borghese non si deve esage{are nellà valutaziorle che non basta ammettere l'esistenza potrebbe sopravvivere se non por- dei passato, formandosi di esso una della latta di classe per consi- tasse, instancabilmente, spietata- mitica cori'cezione, da. « età dell'o­ derarsi dei mar:icisti, ma occorre ri- mente, la' latta, contra Je classi la- ro » rivoluzionaria. E' mvalso, nello conoscere che la latta tra borghe- voratrici, data che nessuno al mon- ambiente rivoluzionario, rimpian­ sia è proletariato conduce alla dit- do si lascia sfruttare e opprimere gere i « bei tempi antichi », ~a tatura del proletariato. senza opporre resistenza. Ma il co- che avveniva, fuori della Russi~. Per dimostrare la coerenza con munista « aristocratico » giudica che mentre Lenin scriveva l'« Estremi­

la dottrina marxista, Lenin ripro- la latta 'di classe è « sospesa'>> per smo »? La Rivoluzione ~·Ottobre en duce un brano di una lettera scritta giustiftcare il pr,oprio atteggiamento scoppiata tre anni pnm.a. La ma: da Marx a Weydemeyer il 5 maggio isolazionista. Oppure, più realisti- rea rivoluzionaria era m fase di 1852. Chi non conosce questo famoso camente vede che la latta di classe fiusso e inviava ancora le sue pos­ p~ss:1ggio? Yale tuttavia la pena e condotta dal proletariato seconda senti ondate nel resta del mo~~o. d1 r1produrlo. i falsi schemi dell'opportunismo, Ebbene quali erano le condizio- ~a!x scriveva: « Per quel che cronicamente impantanato nel par- ni soggettive ~lla m~ggior p~r­

m1 r1guarda, non ho nè il merito Jamentarismo e nel gretto riven- te della classe opera1a mond1a­ di avere scoperta la esistenza dicazionismo fine a sè stesso, ma le? Lenin, usa per qualificare la delle classi nella società contempo- subito dopo commette l'errore gra- psicologia delle masse; nell'anno ranea, nè quella di avere scoperto la vissimo di pensare che il partite 1920 i termini: « apatiche, c son­ latta di queste classi tra loro. Degli rivoluzionario debba pàrtecipare al- nole'nte », « abitudinarie », « inerti », sorici borghesi avevano esposto mol- la lotta di classe solo a condizione « non risvegliate ». to t~mpo. prima di me lo svilupp? che essa abbia 'assunto forme ri- Vogliamo rileggere il passaggio st_o_nco d~ questa lotta. delle class1: voluzionarie. Ma dimentica che per- nella sua interezza? Ecco qua: « Il C10 ch~ 10 ho fatto d1 nuovo è d1 Chè tale trapasso avvenga, affin- compito attuale della avanguardia aver dimostrato: ohè la latta di classe assuma forme cosciente del movimento operaio in-

1) Che l'Esistenzci delle classi si rivoluzionarie, occorre che, in fa- ternazionale, cioè il compito dei

La lotta di classe Marx secondo

Leggete e diffondete

Il programma comunista

Page 3: ramma comun1• sta · 2016. 10. 29. · 1 ramma comun1• sta DISTINGUE IL NOSTRO PARTITD: La linea da Marx, a Lenin, a Liroma 1921, alla lolla dalla sinistra contra la deganeraziona

IL PROGRAMMA COMUNISTA 3

Il partito proletario --·· · · moti nazionali

!O c­ ·o !o i-­

?i 'O :e ), ~i a l· I• a l­

e

• e 1

e • comumsta e democratici

piccolo - borghesi radicali spinti sulla ribalta dalla rivoluzione anti-feudale e temporaneamente « alleati • ( senza « patti di unio­ ne •, ma sulle barricate) degli operai industriali e dei salariati agricoli. Vi campeggia il proble­ ma, storicamrnte allora vitaLis­ simo, della soluzione del proble­ ma nazionale unitario tetiesco essenziale per la borghesia mani­ fatturiera ma ben più ancora per il proletariato. e risolvibile solo sul terreno della guerra sociale armata contra le strutture poli­ tiche e sociali esistenti e me­ diante il trasporto di questa latta oltre i confini, soprattutto contra il gendarme della consèrvazione europea, la Russia zarista ( qué~ sto è il senso della parola d'or­ dine: « guerra contra la Rus­ sia ·»). Il problernu nazionale di- 1:iene·quindi immediatamente prdblema rivoluzionario sociale di sconrro armato fra le classi su' scala pan-euràpea. ·~ ::, ' ·

.•) ..... i:.•

l. 1 ! individui e gruppi, data appunto ropee del capitalismo il proleta- qui le tavole, scritte nel ferro c

dall'abbandono prima e dall'a- rio è, si, disposto a battersi e si nel fuoco di indimenticabili bat­ perto rinnegamento poi di quei batte a visa aperto, ma la sua taglie di classe, del movimento principî - da quando cioè non azione non supera, per il tradi· rivoluzionario marxista a propo­ solo si diede ai partiti comunisti mento opportunista, i limiti del- sito di questioni parlamentari di dei paesi • arretrati • e « calo- l'antifascismo democratico, e ser- dottrina e di azione. niali • la consegna di allin".arsi , ve di piedestallo alle più scorie- I testi sono tratti c'al volume sullo stesso terreno non soltanto e imbelli combinazioni elettorali Marx-Engels: « Il Partita e l'In­ di latta ma anche di programma fra partiti dell'intrallazzo parla- ternazionale •. che Rinascita ha con la borghesia e piccola - bar- mentare e della legalità ... in per- avuto la faccia tosta di pubbli­ ghesia radicaleggianti, e di sacri- manenza. care e Palmira Togliatti di tra- ficare ad ibridi blocchi parlamen- È per questo che riproduciamo durre. tari e ad impotenti combinazioni tattiche e perfino strategiche la autonomia programmatica ed or­ ganizzativa del partita comunista, ma si impose a quest'ultimo, ne­ gli stessi Paesi di pieno e stra­ maturo capitalismo, di barattare la propru: bandiera con quella « lasciata ctuiere • dalla borghe­ sia, corteggiare i ceti rnedi, con­ vogliare i piccoli contadini pro­ prietari, e infine trasformarsi in partita· dell'ordine, della legalità e del conformismo âemocratico. spezzando cosi l'asse dell'offe'ns·i: va proletaria al potere borghese nelle cittadelle della dominazione crnt,r~le' sapit0;listica, privandolo .del! mestimabtle apporta delle • doppie rivoluzioni • nazionali e coloniali, e, nello stesso tempo, chiudendo nei paesi « arretrati • la grandiosa prospettiva· della sal­ datura col movimento rivoluzio­ nario della classe operaia inter­ nazionale. Di questa rottura il seconda

dopoguerra ha data fin troppi, tragici esempi; il suo ultimo ri­ fiesso è l'abbandono in cui sono stati e sono lasciati i colossali ed

· eroici mati di violenta riscossa anti-imperialistica dei popoli di colore, mentre nelle centrali eu-

A vvenimenti piu o meno re­ centi o recentissimi nell'area extra-europea hanno riproposto la questione dell'atteggiamento del partita proletario rivoluzio­ nario di fronte ai partiti della borghesia e piccola borghesia ra­ dicale là dove si battono sul ter­ ;eno della violenza per spingere a fondo la lotta contra le strut­ ture sociali e politiche precapi­ talistiche e per la soluzione del p,roblema nazionale. . . La questione, per i marxisti:

non presetita alcun aspetto di « novità • non è materia di « ri­ pensamen'.ti. o « dibattiti »; esso è stato risolto, in dottrina e in [àtto, più di un secolo fa, 9uando -prima, durante e dopo i gran­ di mati del 1848 europeo ( l'~u­ ropa era allora travagliata dagli stessi problemi che agitano tuies­ so numeiose aree extra-europee) -.:. Marx · ed Engels tracciarono aZ: proletariato e al. sua partita ritioluzionario il programma in­ vdrîabile di azione nel gioco tu­ multuoso degli scontri fra le clas­ si. lo stesso programma che, in situazioni ancora più esplosive, gùïdà immutabilmente Lenin e, sotte la sua [errea guida,, il par­ tita bolscevico dal febbraio al­ l'Clttobre 1917 ed oltre. Tale programma è già somma­

riamente delineato nell'ultimo ca'pitolo del « Manifesta dei Co­ munisti •, febbraio 1848 (prima dunque dei grandi mati francesi, tèdeschi e austriaci), percorre ed anima senza esitazioni e titu­ banze le pagine incendiarie della « Neue Rheinische Zeitung • 1848-49 in pieno dilagare delle lotte di classe in Francia e in Germania, e forma il nucleo centrale del!'« Indirizzo del Co- mitato Centrale della Lega dei -Comunisti», (Londra, marzo 1850), che fissa le direttive per la ri­ costruzione della rete organiz­ zativa del partita rivoluzionario sul continente dopo le sconfitte del biennio eroico - ricostru­ zione possibile soltanto sulla base della massima chiarezza ideolo- gica e della precisione ed inva- 1 , • • rianza programmatica. Organizzata 1:1Ua perfezione da!

. . . . . compagm locah, che s1 sono tutti Es~o St si:ntetizza co~i: 1~ pro- prodigati perchè gli intervenuti

letariato e il suo pa_rtito rivolu- trovassero non solo una comoda .zionan<? scendono m lo~ta . ed sistemazione ma una atmosfera appoggiano con_ l~ ar:mi (ma di schietta fraternità proletaria, '!-ppog_gio --: chifrisce __ m modo la prevista riunione interfedera­ meqmvoc_abile l • Indiri~zo • - le è avvenuta il 9 pomeriggio e significa mtervento çomiio a go il 10 mattino e parte del pome­ -mito nella battaglia violenta, fuo- riggio, nella secte della sezione ri da qualunq:u,~ • blo~co •, • al- di Casale Monferrato. leanz_a •, • coaltzio~e »: e 11:n f3:tto! Oltre ai compagni casalesi ( dei non il pr_odott~. ~i com~mazioni quali mancava soltanto uno dei o uccordi :poltt~ct, e ~t m~sco~ più anziani perchè ricoverato al­ lanze ~rganizz':ltive) gb strati_ e i l'ospedale - e a lui rivolgiamo partiti rad1cali del!a borghesia e . . . piccola-borghesia, quando e dove u_n. caldo augurio di rapida gua­ questi scendono apertamente sul r igione ) erarn:i p~ese~ti venticin­ terreno dell'attacco armato con- q~e _compagm _d1 M~lano e pro· tro le residue strutture feudali- vmcia,. sette ~1 Tonno, quattr~ stiche e contra le sistemazioni di Asti, tre di G1;nova, uno ~i territoriali che si oppongono alla Bologna e uno d~ Raven~a m soluzione del problema _ ancora r,app~1;sentanza dei grupp1_ del­ storicamente vivo in tali circo- 1 ~m~ha e della R<;>m~gna, cmque stanze - della nazionalità; ma, di Firenze, uno di V1aregg1?, un

.cosi agenda, non solo conserva- delegato de_l Venet<;>, due di Ro: no, dzfendono e ribadiscono la ma, due di NaJ?oh, quattro di propria completa indipendenza Cosenz1:1, unc:i di . M_essm~, du~ ideologica, programmatica ed or- f~ances1 e. diversi s1!11patizzanb ganizzativa, non solo non fanno p1emon~es~ e ~ombardi: numerose proprie, come parte del loro pros l': a':1es!om di colora che per ra­ gramma, le parole d'ordin.e carat- g10~1 div~_rse non poterono i~te_r; teristiche di quelle classi o fra- ve~ire .. L mcontr<? e stato dei piu zioni di classi e dei loro partiti, ammati e f1:cond1, e non solo ha nui ne svelano senza attenuazioni permesso di constatare il sem­

·o infingimenti la limitatezza, la pre. crescente rafîorzamento ideo­ ipocrisia, la pavidità, il fonda- logico e orgamzzativ~ d_el Partito! mentale conservatorismo, e pro- ma ha. dato a tutti .1 presenti clamano fin dall'inizio che abbat- nuovo impulse per sviluppare e tuio il « comune nemico ; volge- perfezionare i~ lavoro: . ranno le loro armi contra gli al- Come al sohto, la numone ve­ Ieati di ieri, la cui temporanea ra e propria è stata preceduta vittoria salutano solo perchè ed da una seduta di lavoro del in quanta oppone la classe ope- gruppo di compagni ai quali è ,aia fronte a fronte col suo av- ormai applicato il termine insie­ ·versario diretto e finale; la bor- me scherzoso ed elogiativo di ghesia in tutte le sue sfumature • negri •, che, radunatisi la mat­ d'i · strati e sottostrati sociali, di -tina del venetdi quasi al com­ ideologia di organizzazioni e df pleto, hanno avuto modo .di com­ p'l'ogrammi politici - mentre pletare i'l lavoro preparatorio dei sanno che tale vittoria coinciderà diversi esposti di scambiarsi da­ con l'offensiva dei nuovi domi- ti e informalioni statistiche e nanti cont7:o la classe oper~ia: di coor_din!lre i terni da svolg~re Insomma, i proletari comunisti nella rmmone del giorno succes­ dichiaran.o proprio al cospetto sivo. ' ,della piccola borghesia radicale, Questa ha avuto inizio alle la rivoluzione in permanenza. ore 15.30 del sabafo 9: la sala Que&to, fin dal 1848 e in tutte era già quasi piena, anche se al­

lettere, il programma dei comu- cuni compagni, per ragioni di nisti; questa la posizione ribadita lavoro, dovevano attendere l'in­ nelle parole e negli atti del 1871 domani per essere presenti. Una parigino, del 1917 russo e della breve comunicazione organizza­ costituzione della III Internazio- tiva ha richiamato i compagni nale 1919-1920, i cui punti sulle al rispetto rigoroso delle norme

,q~estioni nazionali e coloniale che presiedono al'le nostre riu­ rtprendono testualmente - casa nioni periodiche rinviando la mai accentuandone l'asprezza ·- trattazione di t;mi interessanti i temi del 1848-50. tutta l'organizzazione all'inizio Lo sfacelo del movimento pro- della seduta di sabato.

letario rivoluzionario internazio-1 Si è quindi passati a fornire -nale, che solo convenzionalmente una traccia generale del lavora .si identifica coi nomi di singoli della riunione casalese, che, co-

l­ a a

0 T

i­ a 0 ;1 e, a a, a e'.

i. e

~i.

Dai del Partito Comnnista

rivoluzionario contra le condi­ zioni sociali e politiche esistenti. In tutti questi moti essi mettono sempre avanti la questione della proprietà, abbia essa raggiunta una forma più, o meno svilup­ pata, corne la questione fonda­ mentale del movimento. I comunisti finalmente lavora­

no all'unione e all'intesa dei par­ titi democratici [sinonimo, allo­ ra, di « rivoluzionari •] di tutti i paesi.

I comunisti sdegnano di na­ .scondere le loro opinioni e le loro intenzioni. Essi dichiarano ape1'­ tamente che i loro scopi non possono essere raggiunti che con l'ab,battimento violenta di ogni ordinamento sociale esistente . Tremino pure le classi dominanti

· davanti a una rivoluzione comu­ nista. I proletari non hanno nulla· da perdere in essa fuorchè le loro catene. E hanno. un mondo da guadagnare. · Proletari di tutti i paesi, ùni-

tevi! ' (febbr aio 1848)

Le pagine riportate dal Mani­ festo concernono la posizione del proletari,ato di fronte ai partiti della borghesia rivoluzionaria nei ·grandi PUc~si europei dove la ri­ 'voluzione anti-feudale doveva an­ :cora esscre completata (Francia) 1o addirittura compiuta (Germa­ nia). Le pagine che seguono - e in cui Engels, scrivendo nel 1851. ricorda e riassume la battaglia sostenuta da Marx, da lui e dal loro gruppo di militanti comu­ nisti renani nel 1848-49 tedesco, parallelamente e contro i partiti

manifesto (Posizione dei comunisti rispetto ai diversi partiti d'.opposizione)

..... I comunisti lottano pet rag­ giungere gli scopi e gli interessi immediati della classe operaia, ma nel movimento presente rap­ presentano in pari tempc, l'iwve-· nire del movimento stesso. · · In F'rancia i comunisti si uni­ sco~ al partito socialista demo­ cratico contro la borghesia con­ servatrice e radicale, senza ri­ nunciare percià al diritto di ser­ bare un contegno critico di fron­ te alle frasi e i:llusioni derivanti dalla tradizione rivoluzionaria borghese.

..... In Germania il partito co­ munista lotta insieme alla bar­ ghesia, ogni qual volta questa prende una posizione rivoluziona­ ria, contro la monarchia assoluta, cotro la proprietà fondiaria feu­ dale e contro la piccola borghesia reazionaria. Esso pero non cessa nemmeno

un istante di sviluppare fra gli operai una coscienza quanto più è possibile chiara sull'antagoni-

"

Riuscitissima Casa/e

1 i e • l

i

11. :-

smo esistente Ira borghesia e proletariato, affinchè gli operai tedeschi siano in graao di ser­ virsi subito delle condizioni so­ ciali e politiche che la borghesia deve introdurre insieme al suo aominio, corne altrettante armi contra la borghesia, e affinchè dopQ la,, caduta delle classi rea• zionarie in Germania si inizi su­ bito la lotta contro la borghesia stessa. Sulla Germa1üa i comunisti

rivolgono specialmente la loro attenzione, poichè la Germania è alla vigilia della rivoluzione borghese, e perchè essa compie tale rivoluzione in condizioni di civiltà generale europea più pro­ gr~dite e con un proletariato molto più sviluppato che non avessero l'Inghilterra nel seco1o XVII e la Francia nel XVIII; per cui la rivoluzione borghese tede­ sca non puà essere che l'imme­ diato preludio di una rivoluzione proletaria.

In una parola, i comunisti ap­ poggiano dappertutto ogni moto

• • r1un1one di Nlonferrato

me le tre ultime, si è articolata in una serie di rapporti solo apparentemente eterogenei, in realtà strettamente coordinati l'uno all'altro, svolti da diversi compagni invece che da uno solo. Questo criterio riflette non sol­ tanto l'impostazione della nostra attività anche teorica e dottrina• ria, che non è mai accademica, ma è una perenne risposta ai fatti dell'economia e della so­ cietà capitalistica e una polemica incessante con l'avversario di classe, ma l'esigenza sempre più sentita di un lavoro anonimo e collettivo, in cui ciascuno, fuori da ogni preoccupazione di efl'etto e da ogni rivencticazione di « pa­ ternità intellettuali • o di... di­ ritti letterari personali, rechï il suo contributo all'opera comune, maturante nell'intenso .e continuo scambio di materiali a difesa di un patrimonio idealogico appar­ tenente a tutto il movimento e che corne tale deve essere tra­ smesso alle generazioni future. Un breve rapporto sul corso

economico in USA, Europa e Giappone, corredato dall'illustra­ zione e distribuzione dei grafici eliagrafati di recente edizione, ha messo al corrente gli inter­ venuti su dati più recenti rela­ tivi a queste tre grandi aree economiche: stasi della produ­ zione industriale statunitense, fe­ nomeni che ne ritardano la ri­ presa e che giustificano, anche nella interpretazione ufficiale, il pronostico di prossime recessioni anche se per orà, di portata non decisiva; sviluppi e squilibri in Euro p a ; impetuosa espansione dell'industria nipponica e delle sue vendite all'estero in un'area particolarmente delicata e, do­ mani, esplosiva del mercato mon­ diale, ecc. Il rapporta sUlla struttura eco­

nomica e- sociale russa, integra­ tivo del rapporto alla riunione di Firenze, si è soffermato in par­ ticolare sulle recenti misure del governo sovietico in materi~ eco­ nomica, ad ulteriore riprova del­ la marcia a ritroso · accelerata della Russia cosiddetta socialista, dove i fatti non solo escludono la presenza di socialismo ma se­ gnano un regresso sui terreno dello stesso capitalismo di Stato. Utili confronti sono stati istituiti dal giovane relatore fra le tesi di Lenin e quelle degli attuali seppellitori della teoria e della prassi marxista. Si è quindi svHuppato il tema

già trattato a Firenze, delle for~ me sociali che precedettero il

9-10 luglio capitalismo, con presentazione parziale del quadro compilato da un compagno francese che si estende aile forme terziarie (feu­ dale) e quaternaria (borghese), fornendo di ciascuna i caratteri j'ondamentali per cià che riguar­ da il livello tecnologico, 'l'oggetto e il mezzo di lavoro, il lavoro umano e il suo prodotto, la di­ visione del lavoro, le forme di proprietà e le loro contraddizioni intrinseche, i rapporti fra l'uo­ mo e la terra e fra uomo e uomo e, infine, l'organizzazione sociale. L'analisi di questa successione di forme - è stato ribadito - non ha alcun valore di indagine in­ tellettualistica e culturale; è an­ ch'essa un'arma di battaglia nella polemica contro l'ordine sociale esistente e l'u'lteriore conferma non solo del suo carattere tran­ sitorio e della necessità del suo superamento, ma della via che uev'e~sere percorsa per abbatter­ lo, direttamente nella rivoluzione proletaria e, per una strada ac· corciata rispetto al tragitto già superato di grandi Paesi indu­ striali europe'i ed occidentali, n~­ le doppie rivoluzioni di Paesi « arretrati •. Questo, in particolare, il ponte

di passaggio al tema sviluppato alla fine della prima seduta: il movimento rivoluzionario algeri­ no dal 1954 ad oggi e i suoi re­ centi sviluppi, argomento sul quale, proprio in quei giorni, getta una vivida luce la rivolta negra nel Congo, e che un com­ pagno francese ha svolto molto efficamente. La seconda seduta si è iniziata

alle 9 del giorno 10, con la mas­ sima puntualità da parte di tutti i compagni. La comunicazione or­ ganizzativa, più ampia del solito (furon·o pure distribuiti le copie dell'Abaco n. 1 e i grafici più recenti), è stata resa particolar-. mente vivace ed istruttiva dalla esposiziane di giovani compagni della Lombardia e della Toscana sugli sviluppi della distribuzione del giornale - che negli ultimi tempi, in certe zone, ha dato risultati molto brillanti - e del­ l'interventa attivo nelle battaglie sindacali e nelle riunioni di ope­ rai in sciopero. Con brevi e coin­ mosse parole, un compagno ha rievocato la figura di Mario Acquaviva, ucciso quindici anni prima a Casale Monferrato, dove aveva condotto la sua inflessibile propaganda rivoluzionar;ia duran­ te la guerra portando nella vita del nostro movimento, in Pie­ monte, in Lombardia e in To-

partita 1960 scana, la fiamma di una milizia ardente, generosa fino al sacri­ ficio. Ha quindi avuto inizio il rap­

porto sulla economia marxista riferito alla Seconda e Terza Se­ zione del II Libro del Capitale. Il riassunto di questi terni com­ plessi non puà qui essere neppu­ re abbozzato: basti per ora dire che sono state trattate le que­ stioni della rotazione del capi­ tale, del capitale fisso e della riproduzione semplice, con ri­ guardo ai tre momenti fonda­ mentali della dottrina marxista (l'azienda capitalistica, la socie­ tà capitalistica nel suo insieme, la società comunista, momenti inseparabili in tutti i tre Libri del Capitale e continuamente in­ trecciantisi nello sviluppo non sempre facile soprattutto dei due u1timi) e alla dottrina dello sciu­ pio crescente di sforzo sociale determinato dal sopravvivere della forma di produzione capi­ talistica. Quest'ultimo aspetto, fondamentale per la nostra teo­ ria, è stato analizzato lungamen­ te e sotto diversi angoli visuali anche al fine di permettere ai compagni la giusta lettura di al­ cuni passi dell'opera di Marx e di approfondire la polemica contra i falsificatori della nostra dottrina. La riunione, che è proseguita

con brevi interruzioni fino alle 14.30, è statà conclusa da un lungo rapporta sulla critica della filosofia borghese e sulla teoria della conoscenza umana nel cam­ po del marxismo, con l'aperta condanna - accentuat~ e riba-. dita mediante la lettura di nu­ merosissimi testi , di Marx ed Engels, specialmente in relazione alla divisione del lavoro ed ~i nefasti nell'qrdine sociale pre­ sente - dei moderni e deformi feticci della tecnologia e della scienza Iiel monda borghese. Il « Programma Comunista • ripro­ durrà per estesa tutti questi rap­ porti, in particolari gli ultimi due che, corne il lettore agevolmente capisce, si ricollegana a quelli di marzo a Firenze, e comple­ tano le linee maestre dell'edifi­ cio teorico ( ma teorièo nel senso nostro, che è sempre di battaglia) destinato a ristabilire i cardini della dottrina rivoluzionaria co­ munista. Chiusasi nell'entusiasmo gene­

rale e in un'atmosfera di ga­ gliarda volontà di lotta, la riu­ nione ha segnato un'altra tappa positiva nel nostro cammino: silenzioso, ma fecando.

M~rx e fa l\lëne Rhebilsche· Zçituqg di F. Eiïgels < ' ' Il programma politico della

Neue Rheinische Zeitung [1848-· 1849) consisteva in due punti principali : repubblica tedesca una, indivisibile, democratica, e guerra contro la Russia, anche al fine di reintegrare la Polonia. La democrazia piccolo-borghese si divideva allora in due frazioni: quèlla della Germania settentrio­ nale, che si sarebbe adattata a un imperatore prussiano demo­ cratico, e quella della Germania del Sud, allora quasi del tutto specificamente badense, che vo­ leva fare della Germania una repubblica federale di tipo sviz­ zero. Dovevamo combatterle en­ trambe. L'interesse del proleta­ riato era contrario tanto alla prussianizzazione della Germa­ nia, quanto alla perpetuazione del sistema degli staterelli. Quel­ l'interesse esigeva che si giun­ gesse finalmente alla unificazione della Germania in una sola na­ zione, la quale soltanto poteva fornire il terreno di lotta, libero da ogni meschino ostacolo, tradi­ zionale, su cui la borghesia e il proletariato dovevano misurare le loro forze; ma proibiva, con altrettanta forza, che si instau­ rasse il primato prussiano: lo stato prussiano, con tutta la sua organizzazione, la sua tradizione e la sua dinastia, era proprio l'unico serio nemico interna che la rivoluzione avesse da abbat­ tere in Germania, e inoltre la Prussia poteva unificare la Ger­ mania solo lacerandola, escluden­ done l' Austria tedesca. Dissolvi­ mento c~ello stato prussiano, crol­ lo dello stato austriaco, unifica­ zione efl'ettiva della Germania corne repubblica: non potevamo avere un diverso programma ri­ voluzionario immediato. Ed esso si poteva realizzare con la guerra alla Russia, e solo con la guerra alla Russie. Su questo punto ritornerà più oltre. Per il resto il tono del giornale

non era affatto solennë, accigliato a entusiastico. Avevamo tutti avversari spregevoli e li 'tratta­ vamo tutti, senza eccezione, con estremo disprezzo. La monarchia cospiratrice, la camarilla, la no­ biltà, la Kreuzzeitung [organo ultraconservatore e bigotto], la « reazione • intera, che suscitava nel filisteo uno sdegno morale, era trattata da noi soltanto con scherno e derisione. Ma non trat­ tavamo meglio i nùovi dèi venuti . su dalla rivoluzione: i ministri di marzo [ cioè usciti dall'insurre­ zione berlinese del marzo '48], delle assemblee d~ Francoforte e di Ber lino, e tanto i, destri quanta i sinistri. II primo numero del, giarnale si apriv~ con un arti­ colo in cw si faceva. beffe della nullità del Parlamento di Fran­ coforte [il Parlamento pan-tede­ sco nafo dalla rivolùzione di piaz-, .za tn marzo), della inutilità dei suoi discorsi prolissi, della super­ fluità delle sue,dedsioni codarde. Questo articalo ci costà la metà

degli azionisti. Il .Par lamento. di Francoforte non era neinmeno un circolo di discussioni; qon vi si discuteva quasi per niente, ·ma per lo più vi si recitavano disse~ tazioni accademiche preparate in precedenza e vi si prendevano decisioni che avrebbero dovuto riempire di entusiasmo i filistei tedeschi, ma delle quali, altri­ menti, nessun altro si oécupava. L'Assemblea di Berlino (il Par­

lamento prussiano, in lotta con la dinastia degli Hohenzollern]

(Cont. in 40 pag.)

Page 4: ramma comun1• sta · 2016. 10. 29. · 1 ramma comun1• sta DISTINGUE IL NOSTRO PARTITD: La linea da Marx, a Lenin, a Liroma 1921, alla lolla dalla sinistra contra la deganeraziona

'' '

' ., ----.

IL PROGRAMMA COMUNISTA

!

Il partita proletario e comunista .....,_. .

(Segue dalla terza pagina)

aveva già un'importanza maggio­ re; essa si trovava di fronte a un potere reale, non discuteva nè prendeva decisioni a vuoto, non si manteneva nelle nuvole come quella di Francoforte. Perciè le si prestava anche maggiore at­ tenzione. Ma gli stessz dèi del­ le sinistre di questa assemblea, Schulze - Delizsch, Behrens, Eln­ ser, Stein, ecc., venivano da noi presi a partito con altrettanta csprezza quanto quelli di Franco­ forte; la loro indecisione, la loro timidezza, la loro pedanteria, ve­ nivano smascherate senza pietà, e si dimostrava loro corne a passo a passo e di compromesso in com­ promesso essi giungevano a tra­ dire la rivoluzione. Cià natural­ mente faceva inorridire i piccoli borghesi democratici, che si erc­ no appena allora fabbricati que­ sti dèi per loro uso personale. Quest'orrore era per noi una pro­ va che avevamo colpito nel segno. Cosi pure ci opponemmo all'illu­ sione; zelantemente diffusa dalla piccola borghesia, secondo cui la rivoluzione si sarebbe conclusa con le giornate di marzo, e non vi sarebbe stato più che racco­ glierne e ,-tparne i .. J.u.tti. Për- noi, febb'raio é marzo avrebbero po­ tuto avere l'importanza di una vera rivoluzione soltanto se fos­ sero stati non la conclusione, ma, al contrario, il punto di partenza di un lungo movimento rivolu­ zionario nel corso del quale, come nella Grande rivoluzione francese, il popolo si fosse svi­ luppato attraverso le proprie lot­ te, i partiti si fossero sempre più nettamente differenziati, sino a coincidere completamente con le grandi classi: borghesia, piccola borghesia e proletariato; e nel corso del quale il proletariato avesse conquistato l'una dopo l'altra le posizioni singole in una serie di giornate campali. Per questo ci opponevamo anche al­ la piccola borghesia democratica dappertutto dove essa voleva obliterare il suo antagonismo di classe col proletariato, usando la sua frase preferita: • Ma noi vogliamo tutti la stessa cosa; tutte le differenze derivano da puri e semplici malintesi • . Ma, quanto meno permettevamo alla piccola borghesia di fraintendere la nostra democratizia proletaria, tanto più .essa diventava docüç e arrendevole nei nostri r iguardi.

Quanto più nettamente e decisa­ mente si prende posizione con­ tro la piccola borghesia, tanto più prontamente essa si accuccia, tanto più grandi sono le conces­ sioni che essa fa al partito ope­ raio. L'abbiamo veduto. Infine, mettemmo in luce il

cretinismo parlamentare (secon­ do l'espressione di Marx) delle aiverse cosiddette Assemblee Na­ zionali. Questi signori si erano lasciati scivolare di mano tutti i mezzi del potere, in parte anzi li avevano volontariamente resti­ tuiti ai governi. Accanto ai go­ verni reazionari di fresco raffor­ zati, stavano, tanto a Berlino quanto a Francofqrte, assemblee impotenti, che ciononostante cre­ devano che le loro impotenti deliberazioni avrebbero smossz il monda dai suoi cardini. Fino alla estrema sinistra dominava questa cretina autoillusione. Noi gridavamo loro che la loro vitto­ ria parlamentare avrebbe coin­ ciso con la loro sconfitta effettiva. E cosi accadde a Berlino quan­

to a Francoforte. Quando la • si­ nistra • ottenne la maggioranza, il governo disperse tutta I'As­ semblea; e potè farlo perchè la .Assernblea . s'era giocata il suo credito tra il popolo. Quando più tardi lessi il libro

del Bougeart su Marat, trovai che sotto molti aspetti non ave­ vamo fatto altro che imitare sen­ za saperlo il grande esempio del vero ami du people (non di quel­ lo falsificato dai monarchici), e che tutta la canea e tutte le falsificazioni storiche, grazie alle quali per quasi cento anni non si è conosciuto che un Marat completamente deformato, hanno questa sola causa, che Marat strappô spietatamente la masche­ ra di Lafayette, Bailly e altri idoli del momento e li mise a nudo corne perfetti traditori del­ la rivoluzione, e che anche egli, come noi, voleva che la rivolu­ zione non fosse considerata con­ chiusa, ma Josse dichiarata in permanenza. Dichiarammo apertamente che

la correnta che noi rappresenta­ vamo avrebbe potuto entrare riel­ la lotta per il raggiungimento di fini veri del nostro partito solo quando si fosse trovato al potere il più avanzato dei partiti uffi­ ciali allora esistenti in Ger11:a­ nia: allora noi avremmo formato contro di lui l'opposizione.

La circolare del • Comitato Centrale della Lega dei Comuni­ sti • traccia con forza mirabile le direttive in vista di una ri­ presa della lotta parallelamente al ritorno in scena come forza rivoluzionaria sia della piccola borghesia gemente sotto il tal­ lone del grosso capitale alleato della vecchia oligarchia• feudale­ monarchico - assolutista, sia del proletariato come forza storica decisa a porre le sue rivendica­ zioni, non democratiche e non piccolo-borghesi.

Ball' indirizzo del Comitato Centrale della Lega dei ComUBisti ... La posizione del partito ope­

raio rivoluzionario verso la de­ mocrazia piccolo-borghese è la seguente: esso procede d'accordo con quest'ultima contra la [ra­ zione di cui persegue la caduta; esso si oppone ai democratici pic­ colo-borghesi in tutte le cose pel cui mezzo essi vogliono consoli­ darsi per proprio conto. I piccoli borghesi democratici,

ben lungi dal voler rivoluzionare tutta la società per i proletari rivoluzionari, tendono a una tra­ sformazione delle condizioni so­ ciali, per cui la società attuale diventi per loro quanta più è possibile tollerabile e comoda. Perciô essi reclamano anzitutto una diminuzione delle spese del­ la stato, mediante una limitazio­ ne della burocrazia, e facendo cadere il peso delle imposte sui grossi proprietari fondiari e sui grossi borghesi. Essi reclamano inoltre l'eliminazione della pres­ sione del grande capitale sul pic­ colo, mediante istituti pubblici di credito e leggi contro l'usura, per modo che a loro e ai conta­ dini sia possibile ricevere anti­ cipi a buone condizioni dallo stato invece che dai capitalisti · vogliono infine l'applicazione nel: le campagne dei rapporti bor­ ~esi di proprietà, mediante la eliminazione completa del feuda­ lesimo. Per procedere all'esecu· zione di tutto ciô, essi hanno bisogno di una costituzione de­ mocratica dello stato, sia costi­ tuzionale, sia repubblicana, che dia loro e ai loro alleati, i con­ tadini la rnaggioranza; e di una costit~zione democratica dei co­ muni che dia loro il controllo diretto sulla proprietà comunale

e metta in loro mani una serie di funzioni esercitate oggi dalla burocrazia. Al dominio e al ra­ pido accrescersi del capitale si deve inoltre ovviare, secondo lo­ ro, in parte con una eliminazione del diritto di eredità, e in parte trasferendo allo stato l'esecuzione della maggiore quantità possibile dei lavori. Per quanto riguarda gli operai resta secondo loro an­ zitutto stabilito che essi debbono rimanere salariati; i piccoli bor­ ghesi democratici desiderano sol­ tanto che gli operai abbiano un salario migliore e una esistenza sicura, e sperano di conseguire questo risultato con una parziale occupazione di operai da parte dello stato e con misure di bene­ ficenza; in breve, sperano di cor­ rompere gli operai con elemosine più o meno larvate, e di spezzare la loro forza rivoluzionaria ren­ dendo momentaneamente soppor­ tabile la loro situazione. Le rivendicazioni della demo­

crazia piccolo-borghese che qui abbiamo riassunto, non vengono avanzate da tutte le frazioni di essa allo stesso tempo e solo a ben poche persone della demo­ crazia piccolo-borghese si presen­ tano nel loro assieme corne uno scopo determinato. Quanta più avanzati sono i gruppi e gli indi­ vidui della democrazia piccolo­ borghese, tanto maggiore è il nu­ mero di queste rivendicazioni che essi fanno proprie, e i pochi che in ciô che precede vedono il loro programma possono anche cre­ dere di avere con ciè proposto il massimo che si possa esigere dalla rivoluzione. Ma queste ri­ vendicazioni non possono in nes­ sun modo bastare al partita del proletariato. Mentre i piccoli bor­ ghesi democratici vogliono por­ tare al più presto possibile la rivoluzione alla conclusione, e realizzando tutt'al più le riven­ dicazioni di cui sopra, è nostro interesse e nostro compito render permanente la rivoluzione sino a che tutte le classi più o mena possidenti non siano scacciate dal potere, sino a che il proletariato non abbia conquistato il potere dello stato, sino a che l'associa­ zione dei proletari, non solo in un paese, ma in tutti i paesi fominanti del mondo, si sia svi­ ~uppata al punto che venga meno la concorrenza tra i proletari di questi paesi, e sino a che almeno le [orze produttive decisive non siano concentrate nelle muni dei proletari. Non puà trattarsi per noi di

una trasformazione della proprie­ tà privata, ma della sua distrü­ zione; non del mitigamento dei contrasti di classe, ma della abo­ lizione delle classi: non del mi­ glioramento della società attuale, ma della fondazione di una nuova società. Non v'è dubbio che durante lo

sviluppo ulteriore aella rivolu­ zione la democrazia piccolo-ber­ gneso conquisterà per un certo tempo in Germania una influenza preponderante. Si domanda dun­ que quale sarà la posizione del proletariato e specialmente della Lega di fronte ad essa:

1) finchè dura lo stato di cose attuale, in cui i democratici pic­ coro-bor ghesj sono altrettanto op­ pressi;

2) nella prossima lotta rivo­ iuzionaria, che darà loro il so­ pravvento;

3) dopo questa lotta, durante il periodo di preponderanza della democrazia piccolo-borghese sui­ le classi vinte e sul proletariato.

1. l'i/el momento attuale, in cui i piccoli borghesi democratici sono dappertutto oppressi, essi predicano al proletariato, in ge­ nerale, unione e riconciliazione; gli offrono la mano e tendono alla costituzione di un partita democratico, cioè [ecco che cos'è, in questo momento, un • partito democratico • ] tendono a coin­ volgere i lavoratori in una orga­ nizzazione di partito in cui domi­ nino le frasi generiche socialcte­ mocratiche dietro cui si nascon­ dono gli interessi specifici dei piccoli borghesi, e nella quale le rivendicazioni specifiche del pro­ Ietariato, per amor di pace, non dovrebbero essere avanzate. Una Simile unione andrebbe a van­ taggio loro, e completamente a svantaggio del proletariato. Il proletariato perderebbe comple­ tamente la sua posizione indipen­ dente, che si è faticosamente con­ quistata, e si ridurrebbe un'altra volta ad essere l'appendice della democrazia borghese ufficiale. Co­ desta unione deve essere dunque risolutamente respinta. Invece di abbassarsi di nuovo a servir da coro plaudente ai democratici borghesi, gli operai della Lega debbono adoperarsi per costitui­ re accanto ai democratici ufficiali una organizzazione indipendente, segreta e pubblica. del partita operaio, e per fare di ogni comu­ nità della Lega il punto centrale e il nocciolo à,i associazioni ope­ raie, nelle quald gli interessi e le posizioni del proletariato siano discussi ·indipendentemente da infiuetize borghesi. Quanto poco i democratici borghesi pensino seriamente ad una alleanza nella quale i proletari siano al loro fianco con eguale potere ed egua­ li diritti, lo mostrano, per esern­ pio, i democratici di Breslavia. i quali nel loro organo, la Neuè Oderzeitung, combattono rabbio­ samente gli operai organizzati in modo indipendente, che essi chia. mano socialisti. Nel caso di una battaglia con­

tro un nemico comune non c'è bisogno di nessuna unione spe­ ciale. Appena si deve combattere direttamente tale nemico, gli in­ teressi dei due partiti coincidono momentaneamente, e, com'è av­ venuto finora cosi per l'avvenire, questo collegamento, calcolato soltanto per quel momento, si ristabilità spontaneamente. -s na­ turale che nei sanguinosi conflitti imminenti, corne in tutti i prece­ denti, toccherà soprattutto agli operai strappare la vittoria con il loro coraggio, la loro risolu­ tezza e la loro abnegazione. Come è avvenuto sinora, anche in que­ ste lotte la massa dei piccoli borghesi, sino a che le sarà pos­ sibile, sarà lenta, irresoluta e inattiva, ma una volta conqui­ stata la vittoria, cercherà di ipo­ tecarla per sè, di esortare gli operai alla calma e a ritornare a casa e al lavoro, cercherà di prevenire i cosiddetti eccessi e di escludere il proletariato dai frut­ ti della vittoria [lezione amara del secolo che seguirà]. Non è in potere degli operai impedire che i democratici piccolo-borghe­ si agiscano in questo modo, ma è in loro potere rendere loro più difficile di volgersi contro il pro­ letariato armato: è in loro potere dettare condizioni tali che il do­ minio dei democratici borghesi rechi sin dall'inizio in se stesso il germe della propria dissolu­ zione, e cosi sia reso più facile soppiantarlo in seguito col do­ minio del proletariato.

Innanzi tutto gli operai deb­ bono, durante il confiitto e im­ mediatamente dopo la lotta, fin quando è possibile, opporst ai tentativi della borghesia di man­ tenere la calma, e costringere i democratici a tradurre in atto lo loro attuati frasi terroristiche. Essi debbono adoperarsi affinchè la eccitazione rivoluzionaria im­ mediata non venga di nuovo sof­ focata subito dopo la vittoria. Al contrario essi debbono sfor­ zarsi di mantenerla viva quanta

più è possibile. Ben lungi dal­ l'opporsi ai cosiddetti eccessi, ca­ si di vendetta popolare su per­ sone odiate o su edifici pubblici cui non si connettono altro che ricordi odiosi, non soltanto si devono tollerare quegli esempi, ma se ne deve prendere in mano la direzione. Durante e dopo la lotta, gli operai accanto alle ri­ vendicazioni dei democratici bor­ ghesi debbono presentare in ogni occasione le loro proprie rivendi­ cazioni. Essi debbono esigere ga­ ranzie per gli operai. non appena i borghesi èemocratici si prepa­ rino a prendere il governo nelle loro mani. In caso di necessità essi debbono costringere gli altri a dar loro queste garanzie, e soprattutto curare che i nuovi governanti si obblighino a tutte le concessioni e promesse possi­ bili, il che è il mezzo più sicuro per comprometterli. Essi debbono soprattutto frenare in tutti i mo­ di per quanto è possibile l'eb­ brezza della vittoria e l'entusia­ smo per il nuovo ordine di cose, che sopravviene ad ogni insur­ rezione vittoriosa, interpretanc:lo freddamente e pacatamente la situazione e manifestando aperta diffidenza verso il nuovo governo. Accanto ai nuovi governi ufficiali essi debbono in pari tempo isti­ tuire propri governi rivoluzionari operai, sia nella forma di gi!nte e consigli comunali, sia mediante circoli e consigli operai [e qui è anticipata la « diarchia • dei Con­ sigli, dei Soviet russi 1917) cosic­ chè i governi democratici bor­ ghesi non solo perdano subito l'appoggio degli operai, ma si veggano fin dal principio sorve­ gliati da organismi dietro cui si ritrova tutta la gran massa degli operai. In una parola: dal primo momento della vittoria la diffi­ denza non deve più rivolgersi contro il vinto partita reaziona­ rio, ma contra i propri alleati di ieri, contra il partita che vorrà sfruttare da solo la vittoria co­ mune.

2. Ma per potersi contrappor­ re energit:amente e minacciosa· mente a questo partito, il cui tradimento verso gli operai co­ mincerà con la prima ora della vittoria, gli operai debbono es­ sere armati e organizzati. L'ar­ mamento di tutto il proletariato con schioppi, fucili, pistole e mu­ r,izioni deve essere attuato su­ bito; bisogna opporsi subito al ristabilimento della vecèhia guar­ dia civica rivolta contro gli ope­ rai. Ma dove non passa veni conseguito quest'ultimo scopo, gl~ operai debbono tentare di or~ ' ganizzarsi indipendentemente in guardia proletaria, con capo e stato maggiore eletti da loro, e di porsi agli ordini non dei poteri dello stato ma dei consigli comu­ nali formati dagli operai. Dove gli operai sono alle dipendenze dello stato, debbono effettuare il proprio armamento e la propria organizzazione in un corpo spe­ ciale, con capi scelti da loro, oppure corne parte della guardia proletaria. Non bisognerà conse­ gnare, sotto nessun pretesto, le armi e le munizioni, e ad ogni tentativo di disarmo, se occorre, opporsi con la forza. Distruzione della influenza dei democratici borghesi sugli operai, immediata organizzazione indipendente e armata degli operai, e assicura­ ;,:ione di condizioni che rendano il più che è possibile difficile e compromettano il più che è pos­ sibile il momentaneo e inevita­ bile dominio della democrazia borghese - questi sono i punti principali che il proletariato e la Lega debbono aver .presenti r·urante e dopo la insurrezione imminente.

3. Non appena i nuovi governi si saranno in certo modo conso­ lidati, incomincerà immediata­ mente la loro lotta contro gli operai. Per potersi opporre val1- damente ai piccoli borghesi de­ mocratici, è anzitutto necessario che gli operai siano organizzati e centralizzati indipendentemen­ te, in circoli. II Comitato Cen­ trale della Lega, appena questo sarà possibile, dopo l'abbatti­ mento dei governi attuali, si tra­ sferirà in Germania, convocherà immediatamente un congresso e farà a questo le proposte neces­ sarie per centralizzare i circoli operai sotto una direzione unica, stabilita nella sede centrale del movimento. La rapida organizza­ zione di un collegamento perlo­ meno provinciale tra i circoli operai, è uno dei punti più. im­ portanti per rafforzare e sv:1lup­ pare il partito degii op~ra1. L_a prima conseguenz~ dell a1:>batti,­ mento dei goverm attuah sa.ra l'elezione di un'Assemblea naz10- nale [non si dimentichi cJ:ii ci _si trovava ancora in un per10do m cui le assemblee parlamentari avevano un'origine ed una fun­ zione rivoluzionarie]. A questo proposito il proletariato deve curare:

1. Che per nessun cavillo di autorità locali o di commissari

del governo sia escluso, sotto nes­ sun pretesto, un certo numero di operai. II. Che dappertutto, accanto

ai candidati democratici borghe­ si, siano presentati candidati ope­ rai, i quali dovranno il più che è possibile essere scelti fra i membri della Lega e per la cui elezione si deve lavorare con tutti i mezzi. Anche là dove non esiste nessuna speranza di suc­ cesso, gli operai debbono presen­ tare i loro candidati, per salva­ guardare la loro indipendenza, per contare le proprie forze, p~r manifestare pubblicamente la lo­ ro oppos1.zione rivoluzionaria e il punto di vista del partito. [Si noti: solo per questo]. In cio, essi non debbono lasciarsi lusin­ gare dalle frasi fatte dei demo­ cratici che, per esempio, facenclo cosi si <livide il partito democra­ tico e si dà alla reazione la pos­ sibilità della vittoria. Tutte que­ ste frasi risultano in conclusione in una cosa sola, che il proleta­ riato sarà truffato. I progressi che il partita proletario farà te­ nendo una tale condotta indipen­ dente sono infinitamente più im­ portanti dello svantaggio che la presenza di alcuni reazionari tra gli eletti potrebbe produrre. Se la democrazia combatterà fin dal­ l'inizio la reazione con decisione e con -misure di terrore, l'influen­ za di quest'ultima nelle elezioni verrà oistrutta fin da principio. II primo punto suLquale i de­

mocratici borghesi entreranno in. conflitto con gli operaf sarii la abolizione del feudalesimo. Come nella prima rivoluzione francese, i piccoli borghesi vorranno dare le terre feudali ai contadini in libera proprietà, e cioè vorranno lasciar sussistere il proletariato agricolo, e creare una classe di contadini piccolo - borghesi che dovrà attraversare lo stesso ciclo di· impoverimento e di indebita­ mento, in cui ancor oggi è preso il contadino francese. Gli operai, nell'interesse del

proletariato agricolo e nel pro­ prio, debbono opporsi a questo piano. Essi debbono esigere che la proprietà feudale confiscata re­ sti patrimonio della stato e venga trasformata in colonie di operai, coltivate dal proletariato agri­ colo associato, con tutti i van­ taggi della grande agricoltura e in modo che il principio della proprietà comune riceva subito una forte base in mezzo ai vacil­ lanti rapporti della proprietà borghese. [Lotta, dunque, contra le « riforme agrarie • basate sul­ la estensione della reazionaria piccola proprietà della terra e contro ogni politica di favoreg-1 Londra marzo 1850 giamento del contadiname]. Co- ' me i democratici si alleano coi contadini, cosi gli operai debbo- , , no allearsi co.l proletariq.t? agri- Perche la nostra stampa 111• colo. Inoltre I democratic1 lavo- D' reranno_ dirett,amente . per una MILANO: Antonio 1.500, Poci repubbhca fea.erale o ~lmeno, 6ooo, zanche 1000, Bruno 7000, qualora n~n possano. ev:it~z:e. la · Vittorio 6000, Vittorio 6000, Ultimo la repubbhca .una e .md1v1~1b1Ie, arrivato 2000, Claudio 5000 0- cercheranno d1 parahz~are 11. &o- svaldo 5000. ' ~er~o centrale cœ1 ogm p~ss1b1l~ CASALE POPOLO· p· t p· _ md1pendenza e autonomia dei no Dorin N' · ie ro, 1 comuni e delle provinc'e Gli ope- ' . 0, mo, Checco salutano . . '· Mar1otto 1000 rai debbono oppors1 a questo · piano e lavorare non soltanto per . GE~OV A: Un giovane rivolu­ la repubblica tedesca una e indi- z10nano 150, Beppe 150, Canepa visibile ma anche contra di essa 150, Smith 100, Primo 50, Giovan­ per u:i.~ decisissi~a centralizza~ ni della pippa 100, Guglielmo zione del potere nelle mani dello 100, Giulio 500, Iaris 200. stato. Essi non debbono lasciarsi CASALE MONFERRATO AL­ ingannare dalle chiacchiere de- LA RIUNIONE INTERFEDERA­ moc7:atiche sulla libertà dei co- LE: Manoni 1000, Venturini 500. muni, sul governo locale ·autono- Felici 500 Cesare salutando Treb­ mo, e cosi via. In un paese corne bo 1000 Àrtusi 500, Mighetta 1000 la Germania, in cui occorre an- De Mi~heli 1000, laris 1000 Nar~ cora liquidare tanti residui del ciso 500, Sandra 270, Franc~ 1000 Medioevo, e si devono spezzare Alfonso 1000, Sergino 500 Ma..'.. t~nti. p_articolar_ismi locali e pro- riotto _1000, Antonio 1000: Elio vmciah, non si deve in nessun e Mario 2000, Sebastiano 1000 modo tollerare che ogni villag- Antonio .11°. 1000, Giuseppe 1000' gw, ogni città, ogni provincia Luigi 200; Pmo lOO_D, Roberto 2000~ ponga un nuovo impedimento Covone 10.000, B1ce 10.000, Ce­ uL'att;vità rivoluzionaria che in glia 500, Checco 500, Corno 1000 tutta la sua forza, puo diffondersi Vito 1000, Osvaldo 1000, Nin~ soltanto dal centro. Non si deve 3~00, ~runo 300, De Andrea 1000, tollerare che si rinnovi l'attualt; V1ttor10 _5_DOO, Renzo 500, Gigi stato di cose in cui i tedesch1 ~o .. Atbho 3000, Ciccio Ia 1000, debbono battersi di volta in vol- C1cc10 11° e Mario 1000 zavat­ ta, separatamente, in ogni cit_tà, taro 500, Tarsia 2000, Ern'esto 500, in ogni provincia, per conseguire Angelo 1000, Bruno 2000, Valerio un solo progresso, sem.pre lo 250, Oscar 1000, Armini 1000, Pie­ stesso. E meno ancora. puo to_lle~ tro 500, ~erruccio 1000, Italiano rarsi che una forma di P!?prieta 1000, Bogino e Giraldi 1000, Pe­ privata che è a~cora piu arre- derzolli 1500, Comune 500 Carlo t>rata della proprietd privata mo- 500, Enrico 500 Mario 700 Gaia derna e si dissolpe dappertutto 500, Remo 1000 Giulian~ Ebe necessar~amente in questa .- la Mauro 5000, Amadeo 5000, Vallillo proprieta comun_ale - e i con- 1000, Natalino 10.000, Roger 500. flitti che ne deriv_ano ~r~ •• com~- Resto pranzo 5.180. n~ :ncchi e P'!ve.ri, ~·came ~l PIOVENE ROCCHETTE· com- dintto pub,~,,ico aom~,:iale esi- pagni e simpatizzant· 2590 stente a fùinco .gel diritto ~ub- I . blico di stato, st perpetuino attra- CASALE ~OPOLO: Un mura- verso una cosidcfetta Zibera costt- to;e

21~ Dpormo llO, Caffê Mo­

tuzione dei-·comuni con i suoi g~ .' ederzolli 100, W La cavilli contra gli operai. Come riyoluzione 2050, Baia del re 210. nella Francia del 1793, l'attuazio- giarole 20, Felice 200, Fermo 100, ne della più rigida centralizza-

1 lmo 20, Salutando i genovesi

zione del potere è oggi in Ger- 10. mania compito del partita v.era- p ASTI: Mario 300, Bianco 150, mente rivoluzionario. antera 50, Penna 50. Abbiamo visto corne i demo- TOTALE ATTUALE 154.740. TO­

cratici giungeranno al potere nel TALE PREC. 782.745. TOTALE prossimo movimento rivoluziona- GENERALE 947.485. rio, corne essi saranno costretti a proporre delle misure più o me­ no socialiste. Ora si domanderà: che misure proporranno a loro volta gli operai? Naturalmente al principio del movimento gli operai non potranno ancora 'pro-

porre misure direttamente comu­ niste. Ma essi possono: l. Costringere i democratici a

intervenire da quante più parti sarà possibile nell' ordinamento attuale della società, a disturbare il corso regolare, a compromet­ tersi, corne pure a concentrare nelle mani della stato il più gran numero possibile di forze pro­ duttive, mezzi di trasporto, fab­ briche, ferrovie, ecc.

2. Essi debbono spingere al­ l'estremo le misure proposte dai democratici che ad ogni modo non si presenteranno corne rivo­ luzionari, ma solo corne riforma­ tori, e trasformarle in attacchi diretti alla proprietà privata. Cosi, ad esempio, quando i piccoli borghesi proporranno di acqui­ stare le ferrovie e le fabbriche. gli operai dovranno reclamare che tali ferrovie e fabbriche sia­ no confiscate dallo stato pura­ mente e semplicemente, s~nza . risarcimento, corne proprietà di reazionari. Se i democratici pro­ porranno l'imposta proporziona- 1e, gli operai proporranno l'im­ pasta progressiva; se i democra­ tie:i proporranno essi stessi una imposta progressiva moderata, i lavoratori insisteranno per una imposta cosi rapidamente pro­ gressiva che il grande capitale­ sia rovinato; se i democrat1ci reclameranno che si regolino i debiti dello stato, i proletari re­ clameranno che la stato faccia bancarotta. Le richieste degli operai do_vranno sempre regolar­ si sulle concessioni e sulle mi­ sure dei democratici [cioè essere spinte sempre all'estremo, all'as­ surdo ri voluzionario]. Sebbene gli operai tedeschi

non possano giungere al potere· e soddisfare i loro interessi di classe senza attraversare un lun­ go sviluppo rivoluzionario, essi hanno perô questa volta perlo­ meno la coscienza che il primo, atto dell'incombente dramma ri­ voluzionario coinciderà con la vittoria diretta della loro classe in Francia e perciô il processo, sarà affrettato. Ma essi stessi debbono far(!"

l'essenziale per la loro vittoria finale chiarendo a se stessi i loro propri interessi di classe, assu­ mendo il più presto possibile una posizione indipendente di parti­ ta, e non lasciando che le frasi ipocrite dei piccoli borghesi de­ mocratici li sviino nemmeno per· un istante dalla organizzazioni?" indipedente del partita del pro­ letariato. Il loro grido di battaglia. deve

essere: La rivoluzione in perma­ nenza!

i !, r 1

Responsabue BRUNO MAFFI

lnd. Grafiche Bernabei e C. Via Orti. 16 - Milano

Reg. Trib. Milano N. 2839