rapporto 2016 community-cashless-society

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Economy & Finance


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INDICE

LA COMMUNITY CASHLESS SOCIETY: PROTAGONISTI, OBIETTIVI E ATTIVITÀ 3

I membri della Community Cashless Society e gli altri attori del progetto 3

Missione, logiche e metodologia di lavoro della Community Cashless Society 5

I 10 PUNTI PIÙ IMPORTANTI DEL RAPPORTO 8

CAPITOLO 1 LO SCENARIO DEI PAGAMENTI ELETTRONICI E IL POSIZIONAMENTO DELL’ITALIA 13

CAPITOLO 2 L’IMPORTANZA DEI PAGAMENTI ELETTRONICI E I BENEFICI PER L’ITALIA 22

2.1. La riduzione del costo del contante 22

2.2. L’emersione dell’economia sommersa 24

2.3. L’incremento del ciclo dei consumi 26

2.4. La sicurezza delle transazioni 27

2.5. Lo stimolo all’innovazione 29

CAPITOLO 3 LA “CASHLESS SOCIETY” NEL MONDO: ANALISI DI ALCUNI CASI INTERNAZIONALI 30

3.1. I Paesi scandinavi: pratiche virtuose per una società non-cash based 31

3.2. Estonia: il ruolo trainante della P.A. per la realizzazione della e-society 32

3.3. Francia: una strategia per la competitività della filiera dei pagamenti 34

3.4. Regno Unito: un sistema di governance multi-stakeholder per diffondere i pagamenti elettronici nella vita quotidiana 36

3.5. Polonia: un programma d’azione per accelerare la modernizzazione del Paese 37

3.6. Corea del Sud: un approccio di sistema per la diffusione dei pagamenti digitali 39

3.7. I Paesi dell’America Latina e le misure di incentivazione dei pagamenti elettronici 40

3.8. Considerazioni di sintesi dai casi internazionali 41

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CAPITOLO 4 LA SURVEY 2016 DELLA COMMUNITY CASHLESS SOCIETY: I PAGAMENTI ELETTRONICI E IL PUNTO DI VISTA DELLA BUSINESS COMMUNITY DEL PAESE 43

4.1. Il giudizio della business community sullo stato dell’arte dei pagamenti elettronici in Italia 44

4.2. Le principali barriere alla diffusione della cashless society secondo i business leader italiani 47

4.3. L’opinione della business community sulle possibili leve d’intervento per la diffusione dei pagamenti elettronici nel Paese 50

CAPITOLO 5 LE PROPOSTE DELLA COMMUNITY CASHLESS SOCIETY PER ACCELERARE LA DIFFUSIONE DEI PAGAMENTI ELETTRONICI IN ITALIA 51

5.1. Una strategia nazionale per la diffusione dell’uso dei pagamenti elettronici in Italia 51

5.2. Sensibilizzazione, informazione ed educazione degli utilizzatori (Asse 1) 55

5.3. Razionalizzazione e semplificazione normativa (Asse 2) 57

5.4. Sicurezza delle transazioni elettroniche (Asse 3) 60

5.5. Innovazione e competitività dell’industria nazionale dei pagamenti (Asse 4) 62

5.6. Fattori acceleratori (Asse 5) 63

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LA COMMUNITY CASHLESS SOCIETY: PROTAGONISTI, OBIETTIVI E ATTIVITÀ

I MEMBRI DELLA COMMUNITY CASHLESS SOCIETY E GLI ALTRI ATTORI DEL

PROGETTO

Il presente Rapporto, realizzato da The European House - Ambrosetti, riassume e sistematizza gli indirizzi, le riflessioni e i risultati del lavoro della Community Cashless Society.

La Community è composta da:

Main Partner:

― BANCOPOSTA – POSTE ITALIANE: Walter Pinci (Responsabile Sistemi di Incasso e Pagamento) con Lavinia Mancini (Responsabile Conti Correnti e Carte)

― ICCREA BANCA: Leonardo Rubattu (Direttore Generale) con Antonio Galiano (Responsabile E-Bank)

― SETEFI – INTESA SANPAOLO: Andrea Lecce (Responsabile della Direzione Marketing, Intesa Sanpaolo), Massimo Tessitore (Responsabile della Direzione Multicanalità Integrata, Intesa Sanpaolo) e Stefania Gentile (Direttore Generale, SETEFI)

― TELEPASS: Ugo de Carolis (Amministratore Delegato) con Gianfilippo Lena (Responsabile Business Innovation)

― TRANSCOM WORLDWIDE: Roberto Boggio (General Manager Continental Europe ed Executive Vice President)

Partner:

― AMERICAN EXPRESS: Melissa Peretti (Country Manager Italy)

― BNL - GRUPPO BNP PARIBAS: Marco Tarantola (Vice Direttore Generale) con Arianna Azzolini (Responsabile Prodotti e Servizi Privati – Direzione Retail e Private)

― INFOCERT: Danilo Cattaneo (Amministratore Delegato) con Carmine Auletta (Chief Innovation Officer), Marco Di Luzio (Direttore Consulenza per la Dematerializzazione) e Igor Marcolongo (Senior Consultant Consulenza di Processo e Normativa)

― MASTERCARD: Paolo Battiston (Division President Italy & Greece) con Piero Crivellaro (Vice President Public Policy Southern Europe) e Jean-Thomas Sauerwein (Vice President - Head of Non Traditional, Government and Corporate Customers)

― PAYPAL ITALIA: Angelo Meregalli (General Manager)

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La Community è gestita e coordinata da The European House - Ambrosetti:

― Valerio De Molli (Managing Partner)

― Lorenzo Tavazzi (Responsabile Area Scenari e Intelligence, Project Leader della Community)

― Pio Parma (Senior Consultant, Area Scenari e Intelligence; Project Coordinator della Community)

― Matteo Zaupa (Analyst, Area Scenari e Intelligence)

― Benedetta Brioschi (Analyst, Area Scenari e Intelligence)

― Ines Lundra (Segreteria della Community)

La Community, tra le attività, ha sviluppato una approfondita mappatura delle iniziative e delle soluzioni adottate nei Paesi benchmark, ingaggiando business leader, rappresentanti delle istituzioni e stakeholder di riferimento. Si ringraziano per i contributi e i suggerimenti offerti:

― Niklas Arvidsson (Associate Professor in Industrial Dynamics, KTH Royal Institute of Technology)

― Wioletta Barwicka (Adviser in the Payment Systems Department, National Bank of Poland)

― Oriol Borrell Vilaseca (Deputy Director General Informatics Services, La Caixa – SILK, Spagna)

― Pawel Bulgaryn (Coordinator of the Payment Systems and Service Unit, Financial Market Development, Ministry of Finance of Poland)

― Iker Chinchetru Perez (Head of Digital Payments, BBVA, Spagna)

― Grzegorz Dlugosz (President of the Board, Polish Payments Standard, Polonia)

― Francesco Javier Elorza Cavengt (Ambasciatore della Spagna in Italia)

― Alexander Gee (Deputy Head of the Payments Unit, Directorate-General Competition, Commissione Europea)

― Jesùs Lopez Pedruelo (Division Chief of Payment System, Banco de España)

― Alberto Martìn del Campo (Deputy Director General, Spanish Treasury)

― Tomasz Orlowski (Ambasciatore della Polonia in Italia)

― Piotr Pilat (Director of the Financial Markets Development Department, Ministry of Finance of Poland)

― Christopher Prentice (Ambasciatore del Regno Unito a Roma)

― Birger Riis-Jorgensen (Ambasciatore della Danimarca a Roma)

― Robert Rydberg (Ambasciatore della Svezia a Roma)

― Javier Santamaría (Chairman, European Payments Council - EPC)

― Adam Tochmański (Director of the Payments System Department, National Bank of Poland)

― Rita Wezenbeek (Head of Payment Systems Unit, Directorate-General Competition, Commissione Europea)

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Il lavoro della Community ha riguardato anche un costruttivo scambio di opinioni e di punti di vista con i rappresentanti delle istituzioni italiane e delle organizzazioni di riferimento. Un particolare ringraziamento a:

― Sergio Boccadutri (Membro della V Commissione “Bilancio, Tesoro e Programmazione”, Camera dei Deputati; Componente, Intergruppo Innovazione dei parlamentari italiani; Coordinatore Area Innovazione, Partito Democratico)

― Vieri Ceriani (Consigliere per gli Affari Fiscali del Ministro dell’Economia e delle Finanze)

― Paolo Coppola (Componente della IX Commissione “Trasporti, Poste e Telecomunicazioni”, Camera dei Deputati; Presidente, Tavolo permanente per l'innovazione e l'agenda digitale italiana; Componente, Intergruppo Innovazione dei parlamentari italiani – Partito Democratico)

― Federico D’Incà (Membro della V Commissione "Bilancio, Tesoro e Programmazione"; Capogruppo del gruppo parlamentare Movimento 5 Stelle)

― Massimiliano Dona (Segretario Generale, Unione Nazionale Consumatori)

― Massimo Doria (Direttore della Divisione Strumenti e Servizi di Pagamento, Banca d’Italia)

― Roberto Garofoli (Capo di Gabinetto del Ministro, Ministero dell’Economia e delle Finanze)

― Antonio Longo (Presidente, Italian E-payment Coalition - IEPC; Presidente, Movimento Difesa del Cittadino)

― Luigi Marroni (Amministratore Delegato, CONSIP) con Francesco Licci (Direttore Supporto Operazioni, CONSIP)

― Stefano Quintarelli (Componente della III Commissione “Affari esteri e comunitari” e della “Commissione di studio per la redazione di principi e linee guida in tema di garanzie, diritti e doveri per l'uso di Internet”, Camera dei Deputati; Componente, Intergruppo Innovazione dei parlamentari italiani – Gruppo Misto)

― Antonio Samaritani (Direttore Generale, Agenzia per l’Italia Digitale - AgID)

MISSIONE, LOGICHE E METODOLOGIA DI LAVORO DELLA COMMUNITY

CASHLESS SOCIETY

Sulla spinta della digitalizzazione della società, dei continui sviluppi tecnologici e degli investimenti in innovazione e sicurezza, gli strumenti di pagamento alternativi al contante (“cashless”) stanno assumendo un ruolo sempre più centrale.

Nel mondo, sempre più governi spingono oggi per una transizione verso la “cashless society”, nel riconoscimento dei benefici che possono essere ottenuti, a partire della riduzione dell’economia sommersa e dallo stimolo ai consumi.

Già nel settembre 2014 The European House - Ambrosetti ha realizzato una Tavola Rotonda sul tema “Come ottimizzare lo sviluppo dei sistemi di pagamento in Europa e in Italia e migliorarne la competitività”, un momento di discussione di alto livello, con la partecipazione di oltre 50 rappresentanti dell’industria dei pagamenti elettronici,

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delle istituzioni bancarie e finanziarie, del Governo e del Parlamento italiani, delle autorità di regolamentazione e delle associazioni di consumatori.

Come prosecuzione di questo percorso di lavoro, nel 2015 The European House - Ambrosetti ha costituito la Community Cashless Society con la missione di:

La Community si pone i seguenti obiettivi:

― Creare una piattaforma permanente di confronto costruttivo in tema di pagamenti elettronici, coinvolgendo gli attori di riferimento.

― Essere lo strumento per raggiungere posizioni condivise su temi prioritari per lo sviluppo della “cashless society”.

― Produrre idee e conoscenza nuova e sviluppare proposte argomentate da presentare ai policymaker.

― Agevolare lo scambio di esperienze e un networking qualificato tra i membri della Community e gli stakeholder pubblici e privati.

― Aumentare la consapevolezza della business community e dei decisori del Paese circa l’importanza dei pagamenti elettronici per la competitività del Sistema-Italia.

Figura 1. La piattaforma di lavoro e le attività della Community Cashless Society. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti, 2016

I lavori della Community, per il suo primo anno di programmazione, si sono svolti tra l’autunno del 2015 e la primavera del 2016 e si sono articolati in una serie di attività tra loro collegate secondo una metodologia di lavoro multi-livello che ha integrato momenti di dibattito, ascolto e sensibilizzazione, intelligence e proposizione:

― Riunioni periodiche della Community. Gli incontri hanno rappresentato momenti di confronto e brainstorming su temi prioritari e di maggiore attualità

Rapporto annuale

TavolarotondaCommunity

Cashless Society

Riunioni periodiche della

CommunityIncontri con stakeholdernazionali ed

europei

Indagine presso i business

leader

Lettere Ambrosetti Club

Scenario dei pagamenti nel

mondo e in Italia

Casi studio e benchmark

internazionali

Dibattito e confronto

Intelligence e proposizione

Ascolto e sensibilizzazione

“Rafforzare il dialogo e le relazioni tra gli attori dell’industria dei pagamenti, la comunità imprenditoriale ed industriale e quella istituzionale e produrre conoscenza e proposte per

promuovere la cashless society e opportunità di crescita e di modernizzazione del Sistema-Paese”

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legati alla diffusione dei pagamenti elettronici in Italia, a partire dalle esperienze e competenze proprie di ciascun membro della Community e dagli approfondimenti realizzati dal Gruppo di Lavoro The European House - Ambrosetti.

― Incontri con gli stakeholder di riferimento. Nell’ottica di condividere esperienze e riflessioni sul tema, sono incontrati e/o invitati ad intervenire alle riunioni della Community selezionati rappresentanti del mondo istituzionale, politico ed imprenditoriale del Paese.

― Analisi dello scenario dei pagamenti. Il Gruppo di Lavoro The European House - Ambrosetti ha esaminato l’evoluzione dello scenario dei pagamenti elettronici, nel mondo e in Italia, al fine di costruire un osservatorio strutturato in tema di pagamenti elettronici, mettere a punto gli strumenti per monitorare i risultati dell’Italia e valutare il contributo dei pagamenti elettronici allo sviluppo del Paese.

― Analisi di benchmark e casi studio internazionali. Sono state approfondite, a vari livelli e anche attraverso interviste ed incontri one-to-one in Italia e all’estero, le principali esperienze legate a modelli, strumenti e soluzioni cashless sperimentate in altri Paesi europei (Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Polonia, Regno Unito, Spagna e Svezia) ed extra-europei (Argentina, Brasile, Canada, Colombia, Corea del Sud, Turchia, Stati Uniti d’America, Sudafrica e Uruguay). La selezione dei 18 casi studio internazionali è stata guidata dalla volontà di individuare esperienze di successo a cui ispirarsi per soluzioni e strumenti adattabili anche alla realtà italiana.

― Sondaggio sul punto di vista dei business leader del Paese. Nel corso del progetto è stata condotta una indagine indirizzata alla business community del Paese per evidenziarne il giudizio su stato dell’arte dei pagamenti elettronici in Italia, comprendere le barriere percepite alla diffusione della cashless society e l’opinione sulle possibili leve d’intervento su cui agire.

― Elaborazione delle proposte della Community al Paese. Alla luce delle analisi svolte, la Community, ha individuato i principali “cantieri di lavoro”, prospettato una visione di sviluppo e un metodo di intervento, e proposto possibili azioni operative da implementare in Italia.

― Redazione del Rapporto annuale della Community. I risultati del lavoro svolto nel primo anno di attività della Community sono sintetizzati nel presente Rapporto annuale che, in uno spirito di contribuzione positiva al miglioramento del Sistema-Paese, ha l’obiettivo di delineare il posizionamento dell’Italia nel confronto europeo, e – alla luce dei gap da superare e in considerazione dei benefici associati ad una maggior diffusione degli strumenti di pagamento alternativi al contante – fornire alcune proposte per supportare e accelerare il pieno raggiungimento della cashless society in Italia.

― Tavola Rotonda finale. La presentazione e discussione dei risultati e delle proposte della Community, ospitata a Villa d’Este di Cernobbio (7 aprile 2016), intende rappresentare un momento di confronto tra i business leader e le Istituzioni, nello spirito di fare squadra e sviluppare azioni a beneficio del Paese.

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I 10 PUNTI PIÙ IMPORTANTI DEL RAPPORTO

1. A livello globale, gli strumenti cashless si diffondo rapidamente, ma l’Italia mostra una situazione di arretratezza e, alle condizioni attuali, il divario rispetto ai Paesi più avanzati è destinato ad aumentare. ― Tra il 2009 e il 2013, il tasso medio annuo composto di crescita del numero di

transazioni cashless è stato pari a +7,4% a livello globale e ha interessato tutte le aree geografiche, con in testa i Paesi emergenti dell’Asia (+20,9%) e dell’America Latina (+10,4%), rispetto +4,3% dell’Europa e al +4,2% del Nord America.

― L’utilizzo dei moderni strumenti di pagamento elettronici è ancora contenuto tra gli italiani (33,5 transazioni pro-capite con carte di pagamento rispetto alla media UE-28 di 93,2) e i tassi di sviluppo sono bassi (tra 2008 e 2014, crescita dell’utilizzo pro-capite delle carte del 6,2% rispetto al +7,8% medio nell’UE-28).

― Sull’indicatore Cashless Society Index (CSI 2016) messo a punto da The European House - Ambrosetti, l’Italia si colloca in quartultima posizione tra i Paesi dell’UE-28, con un punteggio pari 2,99 (su una scala da 1 a 10), distanziata anche rispetto a nostri diretti competitori come Spagna (4,58), Germania (4,69), Francia (5,03) e Regno Unito (6,37).

― Anche la velocità con cui l’Italia si sta muovendo per realizzare la cashless society entro il 2025, raggiungendo il livello di transazioni pro-capite con carte di pagamento dei top performer europei (Svezia, Finlandia e Danimarca) è inadeguata: il punteggio del nostro Paese sul Cashless Society Speedometer (CSS 2016), è di 6,6 (su una scala da 0 a 100) rispetto alla media UE-28 di 24,3.

2. Il contante ha costi diretti e indiretti significativi e l’Italia è ancora un’economia cash-based. ― Nel nostro Paese, la carta moneta è usata per circa l’83% delle transazioni

totali (16 punti percentuali più della media europea).

― Dal 2008 il contante in circolazione in Italia è aumentato (ad oltre 180 miliardi di Euro a fine 2015) ed incide per circa il 10,6% sul PIL nazionale (rispetto al 9,7% dell’Eurozona, all’8,6% della Francia e al 3,6% del Regno Unito).

― I costi di gestione del contante ammontano per il nostro sistema economico a circa 10 miliardi di Euro all’anno, pari allo 0,53% del PIL (rispetto allo 0,45% nell’UE-28).

― Dal punto di vista del sistema economico, il contante ha costi più elevati di altri mezzi di pagamento cashless: in termini pro-capite, si tratta di 133 Euro/anno per abitante contro gli 11 Euro delle carte di credito e i 18 Euro delle carte di debito.

Giovanni Facco
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3. I benefici associati alla diffusione dei pagamenti cashless in Italia sono significativi e riguardano molteplici ambiti. ― Riduzione del costo del contante. Grazie al maggiore utilizzo dei pagamenti

elettronici, se l’Italia si allineasse alla incidenza media europea dei costi del contante sul PIL, potrebbe risparmiare fino a 1,5 miliardi di Euro all’anno.

― Riduzione dell’economia sommersa e recupero IVA. L’evasione fiscale costa all'Italia 47,5 miliardi di Euro all’anno (primo Paese in Europa per valore assoluto dei mancati introiti da IVA), pari a oltre un terzo del gettito per lo Stato. Nell’ipotesi di un allineamento dell’Italia al numero di operazioni pro-capite con carte di pagamento pari alla media europea e a quella francese, si potrebbe avere (stima teorica di massima) una riduzione rispettivamente di 2,6 e 4,8 punti percentuali del peso del sommerso sul PIL, pari ad un recupero di circa 40,8 e 74,7 miliardi di Euro. Al contante è associata anche minore trasparenza e possibilità di tracciare i pagamenti.

― Incremento del ciclo dei consumi. Una maggior penetrazione degli strumenti di pagamento elettronici favorisce il ciclo dei consumi: in 70 Paesi, tra il 2011 e il 2015, il maggior utilizzo dei sistemi di pagamento elettronico ha generato 296 miliardi di Dollari di PIL (10,2 miliardi di Dollari in Italia) e stimolato extra-consumi pari a +0,18% medio nel periodo (+0,19% in Italia).

― Sicurezza delle transazioni. I pagamenti elettronici riducono i rischi collegati alla gestione del contante (in Italia, nel biennio 2013-2014 le rapine in banca sono state oltre 1.500) e garantiscono maggiore sicurezza delle transazioni.

― Stimolo all’innovazione. Il settore dei pagamenti elettronici è in veloce evoluzione e occorre stimolare innovazione e competitività; i pagamenti elettronici incentivano lo sviluppo di nuove tecnologie e soluzioni (ad esempio, software per pagamenti mobile e per l’e-commerce, sistemi per l’efficienza e la sicurezza delle transazioni, ecc.).

4. La survey condotta dalla Community Cashless Society presso la classe dirigente del Paese conferma l’importanza attribuita allo sviluppo dei pagamenti elettronici per la crescita dell’economia nazionale e la necessità di colmare il gap attuale. ― La diffusione dei pagamenti elettronici è ritenuta un fattore importante o

molto importante per il Sistema-Paese e per il suo sviluppo dall’86,4% dei rispondenti; tuttavia, meno dell’11% giudica lo stato di sviluppo dell’Italia sui pagamenti elettronici medio-alto o alto.

― A livello di Sistema-Paese, per l’88,6% dei rispondenti si potrebbe fare di più per la promozione dei pagamenti cashless.

― Nel Paese non vi è ancora una consapevolezza radicata delle esternalità negative legate al contante. Secondo i business leader italiani, il problema è soprattutto “culturale”: la scarsa alfabetizzazione digitale di clienti e commercianti è tra i principali ostacoli alla diffusione dei sistemi di pagamento cashless.

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― Per il 91,5% dei rispondenti i pagamenti elettronici sono un importante mezzo per ottenere informazioni sui clienti e, tramite queste, rafforzare le relazioni con loro e sviluppare nuove soluzioni e servizi a valore aggiunto.

― Un mix di obblighi e incentivi, con un ruolo chiave della P.A. e dell’informazione, sono le possibili aree d’intervento auspicate dalla classe dirigente per promuovere i pagamenti elettronici in Italia.

5. La Community Cashless Society propone di varare una strategia nazionale per la diffusione dell’uso dei pagamenti elettronici in Italia, guidata da una visione di medio-lungo periodo e articolata su 5 assi prioritari d’intervento. ― La visione che deve guidare nel medio-lungo termine (2016-2026) la

strategia, nella proposta della Community Cashless Society, è: “affermare l’Italia come un Paese non-cash based, capace di generare servizi avanzati e innovazioni tecnologiche lungo la filiera, con una autorevole influenza a livello europeo e che fa della transizione cashless un asset competitivo e di sviluppo”.

― 5 assi d’intervento sono prioritari: 1) Sensibilizzazione, informazione ed educazione degli utilizzatori; 2) Razionalizzazione e semplificazione normativa; 3) Sicurezza delle transazioni elettroniche; 4) Innovazione e competitività dell'industria nazionale dei pagamenti; 5) Fattori acceleratori.

― Per ciascun asse si dovranno identificare e definire: indicatori di risultato (generali e specifici), attori coinvolti nelle specifiche azioni (e rispettivi ruoli) e tempi di deployment della strategia.

― La strategia deve tendere al raggiungimento di almeno tre macro-obiettivi di sistema, ciascuno agganciato a specifici indicatori di performance: a) Consolidare la transizione verso la cashless society; b) Migliorare l’alfabetizzazione finanziaria della popolazione; c) Avere una industry dei pagamenti competitiva e una leadership europea su alcuni “fattori abilitanti”.

6. Per sensibilizzare, informare ed educare gli utilizzatori (Asse 1), la Community propone di: ― Promuovere, con la guida del Governo e in collaborazione con gli attori

dell’industry dei sistemi di pagamento: a) una campagna di comunicazione sul modello “Pubblicità Progresso”, mirata ad informare sui pagamenti elettronici e sui loro vantaggi; b) un programma nazionale di educazione finanziaria per giovani e anziani che metta a sistema le iniziative già in essere; c) l’introduzione di strumenti di gamification, come la “lotteria degli scontrini”.

― Fornire – come iniziativa di sistema e ad integrazione di quanto richiesto dagli adempimenti normativi comunitari e nazionali – prospetti informativi semplificati (sul modello della “bolletta 2.0” adottata nel settore energetico) inerenti ai costi delle operazioni con strumenti di pagamento elettronici.

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7. Per razionalizzare e semplificare l’assetto normativo attuale (Asse 2), diminuendo gli oneri per gli operatori dell’industria dei pagamenti e liberando risorse, la Community propone di:

― Avviare, anche sfruttando l’opportunità offerta dal recepimento della Direttiva sui servizi di pagamento nel mercato interno (PSD2), un’azione di forte razionalizzazione e semplificazione normativa, partendo da ambiti-chiave come la trasparenza.

― Rimuovere gli attuali limiti normativi all’utilizzo della carta di credito (fisica o virtuale) come strumento di pagamento delle spese per beni o servizi della Pubblica Amministrazione.

8. Per contribuire al rafforzamento dei livelli di sicurezza delle transazioni elettroniche (Asse 3), la Community propone di:

― Adottare, a tendere e in logica di piena applicazione dei requisiti di sicurezza antiriciclaggio e antiterrorismo, il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) come modalità (alternativa e non sostitutiva a quelle già esistenti) di identificazione per le operazioni di onboarding e per la strong authentication nelle operazioni di pagamento.

― Avviare un’azione di sistema, guidata dal Governo, volta a rendere disponibili agli utilizzatori finali gratuitamente – bilanciando gli oneri economici tra i diversi attori coinvolti (banche, operatori delle telecomunicazioni, ecc.) secondo canoni di equità e sostenibilità economica e in linea con quanto previsto dalla PSD2 sulla notification – sistemi di notifica real-time avanzati per le transazioni elettroniche effettuate in ingresso e in uscita.

9. Per sostenere l’innovazione e la competitività dell’industria nazionale dei pagamenti (Asse 4), la Community propone di lanciare un progetto di sistema finalizzato a:

― Creare le condizioni operative e organizzare le risorse per dare vita ad un incubatore d’impresa per le start-up e fintech nel settore dei pagamenti elettronici, creando soluzioni all’avanguardia, che possano anche affermarsi come standard internazionali.

― Progettare ed emettere bandi di gara nazionali per progetti pilota industriali, finanziati con fondi pubblici dedicati, su ambiti ad alto impatto per l’uso quotidiano dei pagamenti cashless come trasporti, sanità e scuola, e/o su temi-chiave per l’industry, come sicurezza/riconoscimenti, integrazione di soluzioni di pagamento con servizi a valore aggiunto, ecc..

10. Come “fattori acceleratori” (Asse 5), la Community propone di:

― Rendere possibile il pagamento elettronico presso la P.A., nel canale fisico e digitale, e mettere a punto e implementare un piano di progressivo “switch-off” del contante per alcuni pagamenti alla P.A., in linea con il progetto PagoPA, con un roll-out pianificato nel medio termine, a partire da pagamenti ricorrenti e ad elevati volumi verso la P.A. e i servizi di pubblica utilità (ad

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esempio, biglietti dei mezzi di trasporto pubblico, servizi sanitari, bollo auto, multe, spese scolastiche ed universitarie, ecc.).

― Lanciare delle “azioni d’urto” ad alto impatto comunicazionale di contrasto al contante come il progressivo phase-out delle banconote di grosso taglio – da portare come istanza a livello comunitario quale iniziativa politica dell’Italia – e la sperimentazione di una tassa sui versamenti/prelievi di contante, con aree di esenzione e scaglioni crescenti in funzione dell’ammontare versato/prelevato, destinando gli introiti ad iniziative a beneficio diretto dei cittadini-clienti (come il finanziamento delle campagne di sensibilizzazione ed educazione di cittadini ed esercenti, sconti al consumatore finale o riduzione di costi degli strumenti cashless).

― Varare un programma, sotto il coordinamento del MiBACT, volto a rendere cashless-friendly le aree ad alta attrazione turistica del Paese , utilizzando fondi nazionali dedicati (ad es., finanziati da quote di recupero dell’evasione fiscale) da destinare ad interventi di potenziamento delle infrastrutture (comprese banda larga e wi-fi), azioni di education, ecc..

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13

CAPITOLO 1

LO SCENARIO DEI PAGAMENTI ELETTRONICI E IL POSIZIONAMENTO DELL’ITALIA

Se da un lato, la maggior parte delle transazioni avviene in contante (con una quota globale di circa l’85% del totale dei pagamenti retail), dall’altro, le operazioni di pagamento cashless sono in crescita nel mondo.

Secondo recenti analisi1, tra il 2009 e il 2013 il volume delle transazioni non-cash è passato da 269 a 358 miliardi (+7,4%) e si stima che il loro valore abbia raggiunto i 389,7 miliardi di operazioni nel 2014, con una variazione annua di +16,4% nei mercati emergenti e del 6,1% nei mercati maturi rispetto al 2013. Tale crescita ha interessato tutte le aree geografiche, con in testa i Paesi emergenti dell’Asia, che tra il 2009 e il 2013 hanno registrato un tasso di crescita annuo composto dei pagamenti cashless pari a 20,9%, rispetto ad una media globale di +7,4%.

Figura 2. Tasso di crescita annuo composto (CAGR) del numero di transazioni senza contante a livello globale e in selezionate geografie (valori percentuali), 2009-2013. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati “World Payment Report 2015”

L’aumento delle transazioni senza contante a livello globale è sostenuto dallo sviluppo e dalla diffusione delle tecnologie digitali. Le competenze informatiche e l’alfabetizzazione digitale sono infatti cresciute anche nei Paesi in via di sviluppo, mentre le infrastrutture e le nuove tecnologie hanno permesso di raggiungere sempre più persone in diverse parti del mondo e nelle aree rurali.

La diffusione dei pagamenti digitali è stata trainata anche dai player del settore (tradizionali ed emergenti), che quasi ovunque hanno effettuato significativi investimenti per sviluppare nuove soluzioni tecnologiche, migliorare l’esperienza utente e garantire standard di sicurezza sempre più elevati. Solo nel 2015, su un campione internazionale di 328 start-up attive nel settore dei pagamenti digitali, sono stati

1 Fonte: RBS, “World Payment Report 2015”.

20,9% 20,1%

10,4% 9,1%7,4%

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raccolti oltre 3,2 miliardi di Dollari di finanziamenti2, mentre l’ingresso dei maggiori player tecnologici mondiali nel settore dei pagamenti digitali ha determinato l’intensificarsi della competizione nel comparto e ha permesso agli strumenti di pagamento innovativi di raggiungere una base clienti sempre più ampia.

Guardando al nostro Paese, anche in Italia i pagamenti senza contante sono cresciuti: secondo gli ultimi dati della Banca Centrale Europea, il valore delle transazioni con carte di pagamento registrate in Italia è aumentato da 129 a 142 miliardi di Euro tra 2013 e 2014 (con una crescita del +19,3% rispetto al 2010)3.

La crescente diffusione di pagamenti senza contante è andata di pari passo con la digitalizzazione della società – ad esempio, in termini di ricorso all’e-commerce da parte dei privati (domanda) e delle aziende italiane (offerta) e di utilizzo dei servizi di internet banking – e l’offerta sempre più vasta di soluzioni di pagamento elettroniche.

Figura 3. Andamento della “digital society” in Italia (anno indice, 2005=100), 2005-2015. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Istat ed Eurostat, 2016

Un contributo rilevante a tale fenomeno proviene dai cosiddetti “new digital payment”, che comprendono le transazioni effettuate attraverso personal computer, tablet, mobile o soluzioni contactless. Infatti, il valore del transato con questi strumenti

2 Di questi, 1,4 miliardi di Dollari hanno finanziato soluzioni di digital commerce e e-wallet, mentre 924 miliardi di Dollari sono stati destinati a soluzioni di accettazione di pagamenti. Oltre 390 milioni di Dollari sono stati investiti in soluzioni di pagamenti P2P (Peer-to-Peer) e 167 miliardi di Dollari per lo sviluppo di criptovalute. Fonte: Politecnico di Milano, 2016. 3 Fonte: Banca Centrale Europea, “Payment Statistics”, ottobre 2015.

60

110

160

210

260

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2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015

% di individui che ordinano benio servizi online

Vendite di aziende italianeonline (% del turnover totale)

% della popolazione che hautilizzato servizi di internetbanking

% della popolazione che leggenotizie online

% della popolazione (16-74anni) con competenze digitalimedio-alte

Utilizzatori di internet regolari (%popolazione tra i 16-74 anni)

Box – Il mercato globale degli e-payment si apre ai grandi player tecnologici

Tra febbraio e marzo 2016, attraverso una partnership con UnionPay, sia Apple Pay che Samsung Pay sono entrati sul mercato cinese, dove devono fronteggiare fornitori di servizi di pagamenti mobile – come Alipay di Alibaba e WePay di Tencent – che vantano già una solida posizione nei confronti di consumatori cinesi. Lo scenario degli e-payment è in continua evoluzione tecnologica: ad esempio, l’ultima release del wallet di Google ha reso possibile inviare denaro attraverso un semplice messaggio di testo.

Giovanni Facco
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è passato, tra 2013 e 2015, da 14,7 a 21,3 miliardi di Euro4. In particolare, i pagamenti tramite mobile hanno raggiunto nel 2015 un valore pari a 2,8 miliardi di Euro sul traino della crescente quota di italiani che utilizzano questo strumento per pagare bollette, bollettini5, servizi di trasporto e soste6.

Gli operatori del settore stanno inoltre sviluppando diversi servizi di pagamento innovativi che fanno leva soprattutto sulla facilità di utilizzo: recentemente (dicembre 2015) sono stati presentati i primi servizi cloud-based commerciali, mentre un utente su tre è in possesso di un device dotato di tecnologie NFC (Near Field Communication).

Crescono anche i mobile POS (passati da 45.000 a 70.000 nel biennio 2014-2015, per un transato di 500 milioni di Euro nel 2015) e le carte contactless attive, che hanno raggiunto i 3 milioni nel 2015 rispetto ai 1,2 milioni dell’anno precedente7.

Il mobile P2P in Italia, ancora minoritario in termini di transazioni (10 milioni di Euro nel 2015), vede però diversi attori – tra cui i grandi player tecnologici globali come Facebook, Twitter e Google – che si stanno muovendo per ampliare questo tipo di offerta, caratterizzata da immediatezza e semplicità d’uso, estendendola anche a logiche P2B8.

Nonostante il trend crescente, tuttavia, l’Italia rimane in una posizione di arretratezza rispetto ad altri Paesi europei per quanto riguarda la diffusione dei pagamenti senza contante: nel 2014, il numero di transazioni senza contante pro-capite era pari a 78,8, un valore più alto in Europa solo a quello di Romania (22,1), Grecia (23,1) e Bulgaria (43,5) e lontano rispetto alla media dell’UE-28 (202,5)9.

4 I pagamenti effettuati attraverso mobile, personal computer, tablet o tecnologie contactless sono cresciuti in Italia tra 2013 e 2015 del 44,8%, mentre il valore transato attraverso gli altri strumenti di pagamento digitali è cresciuto del 13%, sebbene i new digital payments ammontino solo al 13% del totale dei pagamenti digitali in termini di valore transato (tale quota sul valore totale era pari al 10% nel 2013). 5 Nel 2015, il valore dei pagamenti di bollette e bollettini tramite mobile ha raggiunto in Italia un valore di 57 milioni di Euro, rispetto ai soli 21 milioni di Euro nel 2014. Fonte: Politecnico di Milano, “Mobile Payments & Commerce: engage your customers”, 2016. 6 Nel 2015, in Italia sono stati acquistati attraverso questo strumento 6 milioni di biglietti per il trasporto pubblico locale e sono state pagate 6 milioni di corse di car sharing e 3 milioni di soste. Fonte: Politecnico di Milano, 2016. 7 Fonte: Politecnico di Milano, 2016. 8 Per pagamento P2P si intende lo scambio di denaro (generalmente in tempo reale) tra privati tramite cellulare; Per pagamento P2B (Person-to-Business) si intende il pagamento di esercenti commerciali da parte di clienti nello store fisico, trasferendo denaro in tempo reale con strumenti diversi dalle carte di pagamento. 9 Fonte: Banca Centrale Europea, “Payment Statistics”, ottobre 2015.

Box – L’Italia è ancora agli ultimi posti in Europa per pagamenti cashless

L’Italia mostra valori di transazioni pro capite senza contante inferiori ai suoi principali competitor europei (Regno Unito 329,2, Francia 286,5, Germania 218,5 e Spagna 135,1) e alla media dei Paesi appartenenti al Committee on Payments and Market Infrastructures - CPMI (84,0). I valori più elevati nell’UE-28, con l’esclusione del Lussemburgo, si registrano in Danimarca (367), Paesi Bassi (382,7), Svezia (402,2) e Finlandia (402,8).

Fonte: Banca Centrale Europea, “Payment Statistics”, ottobre 2015

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Focalizzando l’analisi alle transazioni con carte di pagamento (lo strumento di pagamento non basato sul contante relativamente più diffuso in Europa e nel mondo), la posizione dell’Italia non migliora: anche in questo caso l’Italia è quartultima tra i Paesi dell’UE-28 per numero annuo pro-capite di operazioni con carte di pagamento (33,5 rispetto alla media europea di 93,2).

Figura 4. Uso delle carte di pagamento: confronto tra l’Italia e gli altri Paesi europei10 (numero di transazioni pro-capite), confronto tra 2008 e 2014. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Banca Centrale Europea, 2016

Per valutare lo stato della digitalizzazione dei pagamenti in Italia a confronto con gli altri Paesi Membri dell’Unione Europea, la Community Cashless Society ha elaborato un indice composto che valuta non soltanto la componente relativa alle transazioni, ma l’intero ecosistema a sostegno della loro digitalizzazione. La diffusione dei sistemi di pagamento senza contante dipende infatti da molteplici fattori, che, se assenti, ne frenano lo sviluppo e l’utilizzo. In particolare, queste condizioni sono categorizzabili in:

� Abitudini di acquisto e pagamento dei consumatori.

� Accettazione di questi strumenti di pagamento da parte di merchant e Pubblica Amministrazione.

� Disponibilità di infrastrutture abilitanti e di supporto alla transazione elettronica e il loro grado di sviluppo tecnologico.

� Evoluzione della società digitale, non strettamente legata allo stato dei pagamenti elettronici, ma necessaria per la loro diffusione e il loro sviluppo (ad es., sviluppo e disponibilità di servizi di e-commerce, competenze digitali della popolazione, ecc.).

Il Cashless Society Index (CSI) si propone di restituire una fotografia d’insieme dei seguenti elementi, fornendo ai decisionmaker e agli operatori del settore un quadro sintetico del posizionamento relativo del Sistema-Paese rispetto al contesto europeo e permettendo allo stesso tempo il monitoraggio di molteplici elementi tra loro

10 Si evidenzia che il valore della Germania risulta particolarmente basso perché sono state considerate esclusivamente le transazioni con carte di pagamento. Considerando il numero di transazioni pro-capite del totale dei pagamenti senza contante, la Germania si colloca in decima posizione: questo perché i mezzi di pagamento cashless più diffusi nel Paese sono addebiti diretti e bonifici.

UE-28 = 93,2

33,5

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50

100

150

200

250

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Italia

Roma

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2014 2008

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interrelati, su cui specifiche azioni di policy possono agire per favorire una maggiore diffusione dei pagamenti elettronici.

Nello specifico, il Cashless Society Index analizza 13 indicatori di base (Key Performance Indicator - KPI), che compongono quattro sotto-indicatori (aree) riferiti a:

1. Diffusione e penetrazione dei pagamenti elettronici.

2. Readiness della società (cittadini).

3. Ecosistema business e corporate (aziende).

4. Dotazione infrastrutturale.

Figura 5. Metodologia del Cashless Society Index. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti, 2016

Queste dimensioni sono state analizzate per i 28 Paesi dell’Unione Europea, in modo da ricavare un unico indicatore di sintesi equi-ponderato sullo stato della cashless society nei diversi Stati Membri.

Dal confronto emerge come l’Italia si trovi in una posizione di arretratezza, con un debole sviluppo della cashless society (punteggio medio complessivo pari a 2,99 espresso su una scala crescente da 1 a 10), superiore soltanto alla situazione di Paesi come Bulgaria, Romania e Grecia. La classifica è dominata dai Paesi del Nord Europa: Danimarca (punteggio medio di 8,28), Finlandia (7,54) e Svezia (7,22).

In particolare, considerando le aree “Readiness della società digitale”, “Ecosistema business e corporate” e “Dotazione infrastrutturale”, l’Italia si posiziona sempre al terzultimo posto, mentre nella sotto-area riferita allo “Stato dei pagamenti elettronici” si posiziona a metà della classifica (quattordicesimo posto), suggerendo così che un miglioramento della situazione dei pagamenti senza contante in Italia sia strettamente legato ad un miglioramento delle altre tre componenti della cashless society: società, aziende e infrastrutture.

(*) Imprese che utilizzano almeno 7 su 12 tecnologie digitali (utilizzo di Internet da parte della maggioranza dei dipendenti; accesso a competenze specialistiche ICT; velocità della banda larga fissa>30 Mbps; dispositivi mobili utilizzati da >20% degli occupati; dotazione di un sito web; dotazione di alcune funzioni sofisticate sul sito web; presenza sui social media; utilizzo di un software ERP; utilizzo di un software di CRM; condivisione di informazioni di gestione della supply chain; peso dell’e-commerce per almeno l’1% del fatturato; utilizzo del canale B2C per le vendite online).

AREA INDICATORE

1. STATO DEI PAGAMENTIELETTRONICI

� Numero di transazioni pro-capite (2014)� Valore delle transazioni effettuate con carte di pagamento su PIL (2014)� Valore dei prelievi di contante da ATM (in % dei consumi privati, 2014)

2. READINESS DELLASOCIETÀ

� Individui che hanno utilizzato Internet negli ultimi 3 mesi per attività di online banking (% degli individui, 2015)

� Individui che ordinano beni online (% degli individui, 2015)� Individui con Internet skill medio-alte (% degli individui, 2013)� Individui che hanno interagito con la P.A. online negli ultimi 12 mesi

(% degli individui, 2015)

3. ECOSISTEMA BUSINESSE CORPORATE

� Imprese che inviano o ricevono fatture elettroniche (% delle imprese, 2013)� Imprese che vendono online (% delle imprese, 2015)� Imprese con un alto livello di intensità digitale (% delle imprese, 2015)*

4. DOTAZIONEINFRASTRUTTURALE

� Copertura Next Generation Access - NGA (% delle abitazioni, 2015)� Numero di POS per milione di abitante (2014)� Sottoscrizioni a broadband mobile (sottoscrizioni ogni 100 abitanti, giugno 2015)

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Figura 6. Cashless Society Index 2016 (CSI 2016): il posizionamento dell’Italia e degli altri Paesi EU-28 (scala crescente da 1=min a 10=max). Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti, 2016

Un secondo indicatore sviluppato dalla Community Cashless Society è il Cashless Society Speedometer (CSS). A differenza del CSI, che restituisce una fotografia della situazione attuale della cashless society in ciascuno Stato Membro, lo speedometer analizza la velocità con cui i 28 Paesi europei si muovono verso un obiettivo comune. Tale obiettivo è stato fissato, come proposto dalla Community Cashless Society, nel raggiungimento entro il 2025 del livello medio di transazioni pro-capite con carte di pagamento dei tre best performer europei (Danimarca, Finlandia e Svezia), che presentano una media di 260,8 transazioni pro-capite all’anno.

L’arco di tempo in cui è stata misurata la velocità di crescita delle transazioni con carte di pagamento pro-capite è il periodo 2008-2014. Il Cashless Society Speedometer assegna un punteggio su una scala da 0 a 100, a seconda della velocità con cui ciascun Paese si è mosso per raggiungere l’obiettivo definito in tale arco temporale11.

Figura 7. Cashless Society Speedometer 2016 (CSS 2016): il posizionamento dell’Italia e di alcuni Paesi europei. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti, 2016

11 I Paesi che sono cresciuti tra il 2008 e il 2014 ad un tasso tale da permettere di raggiungere l’obiettivo stabilito entro il 2025 ottengono un punteggio compreso tra 50 e 100 (un tasso di crescita doppio ottiene un valore di 100), mentre quelli con una decrescita (o nessuna crescita) o con una crescita insufficiente nel periodo considerato ottengono un punteggio rispettivamente pari a zero oppure compreso tra 1 e 50.

8,28

7,54

7,22

6,45

6,37

6,26

5,76

5,54

5,24

5,03

4,81

4,69

4,66

4,64

4,58

4,33

4,24

4,18

3,93

3,81

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3,37

3,31

3,04

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2,62

2,08

2,06

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Bulga

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UK = 95,0

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Italia = 6,6Germania= 6,4

Spagna = 9,1

Polonia = 21,0

Estonia = 86,1

Top 3 (Svezia, Finlandia, Danimarca)= 100

SE 5,55

UE-28 = 24,3On track

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Anche in questo caso l’Italia è in una posizione di arretratezza, mostrando, nel periodo analizzato, una velocità inadeguata a raggiungere nel 2025 il livello attuale dei tre Paesi top-performer europei.

Peggio del nostro Paese fanno soltanto Grecia, Cipro, Bulgaria, Romania e Germania (che sconta una bassa incidenza relativa delle carte di pagamento in confronto ad altri sistemi di pagamento cashless, ossia addebiti diretti e bonifici).

Il divario italiano risulta quindi ancor più preoccupante alla luce dei tassi di crescita delle transazioni senza contante: se si considera il tasso di crescita annuo composto delle transazioni pro-capite con carte di pagamento nel periodo 2008-2014 in Europa, si nota che – a parità di condizioni sistemiche e nonostante la crescita dell’Italia – il gap rispetto agli altri principali Paesi europei è destinato ad aumentare.

Figura 8. Tasso di crescita annuo composto (CAGR) del numero di transazioni pro-capite con carte di pagamento nei Paesi dell’UE-28 (valori percentuali), 2008-2014. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Banca Centrale Europea, 2016

Secondo una simulazione da noi effettuata sull’evoluzione dell’uso delle carte di pagamento in Italia e in alcuni Paesi europei tra 2008 e 202512, emerge che, a parità delle condizioni attuali, il nostro Paese registrerà (come la Spagna) una moderata crescita, a differenza del marcato aumento registrato nell’area scandinava, in Francia e nell’UE-28.

12 Applicazione del CAGR 2008-2014 al numero di transazioni pro-capite con carte di pagamento.

32,5%

21,7%

21,7%

21,5%

20,9%

14,0%

14,0%

13,2%

10,5%

10,0%

9,2%

8,7%

8,5%

7,9%

7,9%

7,8%

7,6%

7,1%

6,2%

6,2%

5,9%

5,7%

4,5%

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4,3%

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0,9%

Bulga

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Alle condizioni attuali, il divario dell’Italia rischia di ampliarsi

Tra 2008 e 2014, il nostro Paese è cresciuto ad un tasso medio annuo composto (CAGR) del 6,2% mentre la crescita media dell’UE-28 è stata del 7,8%.

Alle spalle dell’Italia, tra i Paesi “EU Big-5”, vi sono Francia e Spagna mentre Regno Unito e Germania mostrano un CAGR rispettivamente di 8,5% e 6,2%. Tuttavia, la Francia parte da un numero di transazioni pro-capite superiore di oltre quattro volte quello del nostro Paese, mentre per raggiungere la Spagna, a parità di condizioni, all’Italia occorrerebbero oltre 30 anni.

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Figura 9. Evoluzione nell’uso di carte di pagamento nell’UE-28 e in Paesi selezionati (numero di transazioni pro-capite), 2008-2025e. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Banca Centrale Europea, 2016

Secondo gli ultimi dati di Banca d’Italia, l’83% dei pagamenti è effettuato in contante: si tratta di una quota considerevole, soprattutto se confrontata con la media europea, pari al 67%. Se consideriamo i consumi delle famiglie italiane, il contante ammonta al 56% del totale, per un valore pari a 430 miliardi di Euro nel 201513.

Figura 10. Stima dell’utilizzo degli strumenti di pagamento sul totale dei pagamenti (percentuale delle operazioni totali), 2014. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Banca Centrale Europea e Banca d’Italia, 2016

Ad oggi, l’economia italiana è ancora fortemente basata sul contante: quello in circolazione nel 2014 ammontava a 170,7 miliardi di Euro14, pari al 10,6% del PIL nazionale. È una quota superiore a quella di diversi Paesi europei15 e in crescita: nel 2008 il peso del contante su PIL era dell’8,1% e il valore del contante circolante in Italia era inferiore di 42,8 miliardi di Euro.

13 Fonte: Banca d’Italia, 2016. 14 A fine novembre 2015 (ultimo dato disponibile da Banca d’Italia), il contante in circolazione è aumentato ulteriormente, arrivando a 180 miliardi di Euro. 15 La media dell’Eurozona è del 9,7%, quella della Francia dell’8,6%, mentre nel Regno Unito soltanto del 3,5%.

0

50

100

150

200

250

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2008

2009

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2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

2018

2019

2020

2021

2022

2023

2024

2025

Media Top-3 (Sve, Fin, Dan)

Francia

Media UE-28

Spagna

Italia

Tran

sazio

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o-ca

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82,7%66,6%

17,3%33,4%

Italia UE-28

Pagamenti cashless

Pagamenti con contante

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21

Figura 11. Contante in circolazione in Italia (miliardi di Euro, grafico di sinistra) e incidenza del contante circolante sul PIL italiano (valori percentuali, grafico di destra), 2008-2014. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Banca d’Italia e Banca Centrale Europea, 2016

Figura 12. Incidenza del contante circolante sul PIL (valori percentuali): confronto tra Italia, Eurozona e alcuni Paesi europei, 2014. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Banca Centrale Europea e Banche Centrali nazionali, 2016

Anche il valore dei prelievi di contante da sportelli ATM è cresciuto, nel 2014, dell’85% rispetto al 2008, a fronte di consumi delle famiglie italiane sostanzialmente stabili.

Figura 13. Andamento di alcuni aggregati economici e delle transazioni con contante in Italia (numero indice, 2008=base 100), 2008-2014. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Istat, Banca Centrale Europea e Eurostat, 2016

CAGR=+4,9%

8,1%

9,0%

8,9% 9,3

% 9,6% 10

,1% 10,6%

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014

127,9 13

6,8 143,6 15

1,7 154,3 16

2,8 170,7

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014

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10,6%

9,7%

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Italia Eurozona Francia Polonia UK Danimarca Svezia

185

133

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105

115

125

135

145

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2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014

Valore dei prelievi daATM

Contante circolante

Prodotto Interno Lordo

Consumi delle famiglie100

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22

CAPITOLO 2

L’IMPORTANZA DEI PAGAMENTI ELETTRONICI E I BENEFICI PER L’ITALIA

Avere un’economia “cash-based” rappresenta, nel contesto attuale, un freno alla modernizzazione e alla competitività e genera costi ed esternalità negative.

All’incremento e allo sviluppo dei pagamenti elettronici sono, viceversa, associati benefici in molteplici campi:

1. La riduzione del costo del contante.

2. L’emersione dell’economia sommersa.

3. L’incremento del ciclo dei consumi.

4. La sicurezza delle transazioni.

5. Lo stimolo all’innovazione.

Figura 14. I principali benefici connessi ai pagamenti senza contante. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti, 2016

2.1. LA RIDUZIONE DEL COSTO DEL CONTANTE

Innanzitutto, una maggior diffusione di strumenti di pagamento non-cash based porta come conseguenza una riduzione del contante, non soltanto nel numero di transazioni, ma anche a livello sistemico, riducendo i costi diretti e indiretti ad esso connessi. Ciascuno strumento di pagamento ha infatti dei costi, definiti come “costi sociali”.

Il costo sociale complessivo di tutti i servizi di pagamento al dettaglio in Italia è stimato dalla Banca d’Italia nel 2009 come superiore a 15 miliardi di Euro (pari all’1% del PIL e a 260 Euro in termini pro-capite).

m Stimolo all’innovazione e alla modernizzazione del

Sistema-Paese

Riduzione del costo del contante

Stimoli ai consumi

Emersione del sommerso

Sicurezza delle transazioni

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23

Il contante, lo strumento di pagamento più diffuso, costa complessivamente al sistema economico italiano circa 10 miliardi di Euro (pari allo 0,53% del PIL): il valore dell’Italia è superiore alla media UE (0,45%) e a quello stimato dalle altre Banche Centrali che hanno partecipato all’indagine promossa dalla Banca Centrale Europea sui costi connessi agli strumenti di pagamento16, con l’eccezione dell’Ungheria (0,79%).

Figura 15. Il costo sociale degli strumenti di pagamento senza contante in Italia (peso percentuale e valore in Euro/abitante), 2009. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Banca d’Italia, 2012

Il costo delle carte di credito e di debito incide per lo 0,04% e lo 0,07% sul PIL nazionale. In termini pro-capite, il costo sociale del contante è di 133 Euro/anno per abitante contro gli 11 Euro/anno delle carte di credito e i 18 Euro/anno delle carte di debito.

La carta moneta è dunque lo strumento di pagamento più costoso in termini sia di peso sul PIL e costo per abitante che di costo sociale rapportato al valore medio per

16 Hanno partecipato allo studio le Banche Centrali di Danimarca, Estonia, Finlandia, Grecia, Irlanda, Lettonia, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Spagna, Svezia, Ungheria.

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Contante Carte di credito Carte di debito% PIL € per abitante In rapporto al valore medio per operazione

Box – La stima dei costi sociali associati agli strumenti di pagamento in Italia

Il più recente studio sui costi dei sistemi di pagamento è stato effettuato da Banca d’Italia, all’interno di una più ampia iniziativa promossa dalla Banca Centrale Europea. In questa analisi viene analizzato il “costo sociale” degli strumenti di pagamento, costruito come somma dei costi sostenuti dai singoli operatori (i c.d. costi privati) ricompresi nel perimetro dell’indagine al netto dei flussi intermedi fra gli operatori (ad esempio, le commissioni pagate dagli esercenti alle banche). L’indagine di Banca d’Italia si è concentrata sui costi sostenuti nell’offerta/utilizzo dei servizi di pagamento da parte dei soggetti che partecipano alla catena del valore: banche, Poste Italiane, esercenti commerciali, imprese di pubblica utilità. Si guarda unicamente ai pagamenti di importo inferiore a 50.000 Euro; quelli di importo superiore (c.d. “all’ingrosso”, in larga parte riconducibili a transazioni interbancarie o commerciali tra grandi imprese) vengono invece escluse. L’indagine non ha riguardato direttamente l’utente-consumatore, i cui costi espliciti sono essenzialmente rappresentati dalle commissioni pagate per l’utilizzo dei servizi di pagamento e che, di conseguenza, rappresentano ricavi per i fornitori di servizi di pagamento, elisi nel calcolo del costo sociale. È anche esclusa una serie di costi impliciti a carico dell’utente-consumatore normalmente non percepiti/monetizzati, quali quelli legati a perdite o a furti, al costo opportunità sui saldi infruttiferi, al tempo necessario per rivolgersi allo sportello bancario o alla ricerca dell’ATM.

Fonte: Banca d’Italia, “Il costo sociale degli strumenti di pagamento in Italia”, novembre 2012

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operazione (2% del contante rispetto a 1,95% delle carte di credito e 1,07% delle carte di debito).

Questi costi sono sostenuti per oltre il 60% dalle banche e dai gestori delle infrastrutture. La quota restante è invece in capo ad imprese ed esercenti, dato che lo studio di Banca d’Italia non considera i costi in capo ai singoli individui17. Tali costi sono da tenere presenti, soprattutto perché è spesso diffusa una percezione di “costi nulli” per le transazioni in contante da parte dei consumatori che lo utilizzano e dei commercianti che lo accettano.

Nell’ipotesi di allinearsi alla incidenza media nell’UE-28 dei costi del contante sul PIL, grazie al maggiore utilizzo dei pagamenti elettronici, l’Italia potrebbe risparmiare fino a 1,5 miliardi di Euro all’anno.

2.2. L’EMERSIONE DELL’ECONOMIA SOMMERSA

Alla maggior diffusione di contante è tendenzialmente associata una quota più elevata di economia sommersa. Questa correlazione è stata studiata da numerose Banche Centrali (inclusa la Banca Centrale Europea) e da diversi studi indipendenti: secondo uno studio della Johannes Kepler University di Linz18, un aumento del 10% annuo nelle transazioni elettroniche per almeno 4 anni consecutivi porterebbe ad una riduzione dell’economia sommersa del 5%.

Figura 16. Correlazione tra volume transato pro-capite con carte di pagamento (migliaia di Euro) e peso dell’economia sommersa sul PIL nazionale (valori percentuali) nei Paesi dell’UE-28, media 2010-2014. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati BCE e Johannes Kepler University of Linz, 2016

17 Il costo del contante qui espresso risulta quindi almeno in parte sottostimato. L’indagine infatti esclude dal perimetro di rilevazione i costi di produzione e circolazione delle banconote a carico delle banche centrali (per cui è stato assunto un importo dello 0,02% del PIL) e i costi degli utenti-consumatori connessi a furti o ai tempi necessari per l’approvvigionamento di contante o per l’esecuzione del pagamento con i diversi strumenti. Ne deriva quindi una parziale sottostima dei costi sociali complessivi, in particolare del contante. 18 Fonte: Journal of Money Laundering Control, “Shadow economy and tax evasion in the EU”, 2016 e Johannes Kepler University of Linz, F. Schneider, 2013.

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Valore transato con carte di pagamento pro-capite(media 2010-2014, '000 €)

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L’economia sommersa dell’Italia è stimata in circa il 21% del PIL19, l’unico dei “Big-5” europei con un peso superiore al 19% medio dell’UE-28.

Figura 17. Incidenza dell’economia sommersa sul PIL nei Paesi dell’UE-28 (valori percentuali), 2014. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Banca Centrale Europea e Journal of Money Laundering Control, 2016

Considerando unicamente i dati relativi a dimensione dell’economia sommersa in percentuale su PIL e il numero di transazioni pro-capite con carte di pagamento – ed escludendo dal perimetro di analisi i molteplici elementi che influiscono sul mantenimento o la riduzione dell’economia sommersa – è stata effettuata una simulazione di impatti che intende offrire un dimensionamento economico di massima sugli effetti in termini di valore economico della riduzione dell’economia sommersa attraverso una maggior diffusione delle carte di pagamento.

Secondo tali simulazioni, se l’Italia si allineasse alla media dell’Unione Europea nel numero di transazioni con carte di pagamento, potrebbe recuperare fino a 40 miliardi di Euro, riducendo così il peso dell’economia sommersa in percentuale sul PIL di 2,6 punti percentuali. Allineandosi invece alla media francese, la riduzione del peso del sommerso sarebbe di 4,8 punti percentuali, pari a quasi 75 miliardi di Euro.

Questo permetterebbe inoltre di ridurre il mancato gettito IVA: secondo le stime della Commissione Europea20, l’evasione fiscale costa all’Italia 47,5 miliardi di Euro all’anno (primo Paese in Europa per valore assoluto dei mancati introiti da IVA), pari a oltre un terzo del gettito per lo Stato.

Le simulazioni elaborate indicano che un allineamento alla media dell’Unione Europea nel numero di transazioni con carte di pagamento consentirebbe all’Italia di recuperare circa 4 miliardi di Euro di gettito IVA, cifra che potrebbe salire ad oltre 6 miliardi di Euro nell’ipotesi di un allineamento alla media francese.

19 Le stime del sommerso variano considerabilmente, in relazione alla difficoltà di identificazione del fenomeno e del perimetro di riferimento (ad es. inclusione di alcune voci dell’economia illegale). Per l’Italia la forbice è compresa tra un valore minimo del 13% (Fonte: Istat) ad oltre il 30% (Fonte: Eurispes). 20 Fonte: Commissione Europea, “Study to quantify and analyse the VAT Gap in the EU-27 Member States Final Report”, 2015.

31%

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Figura 18. Mancato gettito dall’evasione dell’IVA e incidenza del mancato gettito IVA in percentuale sull’incasso IVA teorico nei Paesi europei (miliardi di Euro e peso percentuale), 2013. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Commissione Europea – DG TAXUD, “Study to quantify and analyse the VAT Gap in the EU-27 Member States Final Report”, 2015

Le stime di cui sopra devono essere intese come quantificazioni di massima, che non considerano i molteplici elementi che influenzano il fenomeno dell’evasione fiscale, il dimensionamento dell’economia sommersa e il mancato gettito dall’imposta sul Valore Aggiunto: lo scopo è fornire un ordine di grandezza dei “valori in gioco”.

2.3. L’INCREMENTO DEL CICLO DEI CONSUMI

I pagamenti senza contante hanno un importante ruolo di stimolo sui consumi e sull’attività economica: la migrazione verso sistemi di pagamento retail più efficienti e basati su piattaforme elettroniche favorisce sia i consumi e il commercio, che l’economia in generale. Analizzando il trend registrato negli Stati Membri dell’UE-28 tra 2010 e 2014, si rileva infatti l’esistenza di una correlazione tra l’andamento del valore transato con carte di pagamento e l’andamento dei consumi privati.

Figura 19. Correlazione tra andamento del valore transato con carte di pagamento e dei consumi privati (valori a prezzi correnti) in alcuni Paesi europei (variazioni percentuali), 2010-2014. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Eurostat, 2016

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Secondo stime della Banca Centrale Europea, se i pagamenti con carte di pagamento nell’Unione Europea crescessero di 1 milione di Euro (pari ad un aumento nella penetrazione delle carte di pagamento dell’1,2%), allora il livello del PIL crescerebbe dello 0,07% (pari a 6 milioni di Euro)21.

Altre recenti analisi22 evidenziano che, a livello globale, tra il 2011 e il 2015 l’incremento nell’uso di carte di pagamento ha generato:

� un aumento dei consumi pari a 296 miliardi di Dollari, stimolando extra-consumi pari a +0,18% medio nel periodo (+0,19% in Italia);

� un aumento del PIL globale di 74 miliardi di Dollari l’anno (+0,1% circa a livello globale e +0,12% circa in Italia, pari a 10,2 miliardi di Dollari nel periodo considerato);

� un aumento di 2,6 milioni di posti di lavoro (in Italia tale aumento è stato stimato in quasi 26mila posti di lavoro).

2.4. LA SICUREZZA DELLE TRANSAZIONI

I pagamenti elettronici offrono un sostanziale contributo alla sicurezza delle transazioni. Alla natura stessa degli strumenti di pagamento fisici sono infatti associati maggiori rischi di furti e illeciti e minore trasparenza e possibilità di tracciare i pagamenti. A titolo di esempio, in Italia: nel biennio 2013-2014 (ultimo dato disponibile) vi sono state oltre 1.500 rapine in banca; nel 2014 la Guardia di Finanza ha sequestrato banconote false per un valore di oltre 350 milioni di Euro.

21 Stime relative all’anno 2013 su dati del periodo 1995-2009. 22 Moody’s Analytics, “The impact of electronic payments on economic growth”, 2016. I dati si riferiscono agli impatti calcolati su un campione di 70 Paesi.

Il rischio di maggiore illegalità associato all’utilizzo del contante: evidenze empiriche da uno studio sui Comuni italiani

Secondo un recente studio di Banca d’Italia, il legame tra gli indicatori di criminalità e l’uso del contante è positivo. Maggiore è il numero di reati pro-capite, più elevata è – a parità di condizioni – la quota di versamenti di contante osservata nei Comuni italiani. È stato stimato che: - a un incremento dell’1% nel numero pro-capite di reati connessi ad attività illecite (scambi illeciti di beni e

servizi) corrispondono, in media all’anno, +4 milioni di Euro circa di versamenti in contanti per Comune; - a un incremento dell’1% nel numero pro-capite di reati legati al controllo del territorio (ad esempio,

estorsioni e attività delittuose collegate al controllo del territorio da parte della criminalità organizzata) corrispondono, in media all’anno, +2 milioni di Euro circa di versamenti in contanti per Comune.

Fonte: Banca d’Italia, quaderno UIF “Anomalie nell’utilizzo del contante e riciclaggio: un’analisi econometrica a livello comunale. Estratto non tecnico”, gennaio 2016

Una maggior penetrazione degli strumenti di pagamento elettronici favorisce il ciclo dei consumi

L’analisi svolta da Moody’s Analytics sull’utilizzo dei sistemi di pagamento elettronico tra il 2011 e il 2015 in 70 Paesi evidenzia che a ciascun incremento dell’1% nell’uso di tali strumenti è associato, in media, un incremento annuo nel consumo di beni e servizi di circa 104 miliardi di Dollari.

Fonte: Moody’s Analytics, “The impact of electronic payments on economic growth”, 2016

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In Italia, l’incidenza delle frodi sulle transazioni con carte di pagamento è bassa, sia in valore assoluto (5,9 ogni 1.000 carte), sia relativamente agli altri principali Paesi europei (la media della Single Euro Payments Area-SEPA è pari a 14,9). Nel 2014, inoltre è diminuito il valore delle transazioni non riconosciute rispetto al totale dei pagamenti genuini mediante carta (dallo 0,0195% allo 0,0189%).

Tutti gli attori della filiera hanno compiuto importanti investimenti per aumentare il livello di sicurezza delle transazioni elettroniche, rispettando gli standard europei in questo settore e perseguendo al contempo il mantenimento o il miglioramento della user experience23.

Figura 20. Incidenza della frodi sulle transazioni con carte di pagamento nei Paesi dell’UE-28 (numero di frodi ogni 1.000 carte), 2014. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Banca Centrale Europea, “Fourth report on card fraud”, 2015

Nonostante tali evidenze, secondo la percezione dei consumatori italiani, la sicurezza delle transazioni elettroniche e degli acquisti online rimane ancora oggi un nodo centrale, sia per quanto riguarda l’integrità dei propri dati, sia per quanto riguarda l’eventualità di furti e truffe sul transato. Considerando una indagine24 condotta su oltre 800 italiani tra i 16 e i 69 anni di età attivi online:

� il rischio di frodi su Internet è percepito come di livello “medio” dal 34,5% dei partecipanti ed elevato dal 44,4% dei partecipanti;

� il 17,3% teme per la violazione delle password per i servizi di pagamento online, mentre il 23,8% esprime preoccupazione per il furto dei dati associati alla propria carta;

� Il 64,6% del campione, inoltre, dichiara che comprerebbe “più spesso” e “molto più spesso” online a fronte di un miglioramento della sicurezza dei dati.

Tali elementi mettono in luce una carenza e una ignoranza informativa su cui occorre agire con azioni mirate. Su questo punto si ritornerà nelle proposte d’azione elaborate dalla Community Cashless Society (Capitolo 5).

23 Ministero dell’Economia e delle Finanze, Dipartimento del Tesoro, “Rapporto statistico sulle frodi con carte di pagamento”, n.5/2015. 24 Studio Paysafecard, 2015.

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2.5. LO STIMOLO ALL’INNOVAZIONE

Lo sviluppo dei pagamenti online permette di stimolare l’innovazione e l’economia digitale.

La filiera relativa alle transazioni elettroniche comprende numerosi attori appartenenti a diversi settori (da quello bancario a quello delle infrastrutture fisiche e digitali, dagli schemi di pagamento alle start-up fintech, dal retail marketing alla sicurezza)25.

Si generano così nuove accelerazioni e spinte innovative, abilitate da tecnologie (come i sistemi mobile, cloud, blockchain, ecc.) e modelli di business (sevizi a valore aggiunto, Big Data analytics, segmentazione della clientela, ecc.) alla frontiera dell’innovazione, da cui traggono beneficio utenti e sistema in generale.

Alcune delle numerose soluzioni tecnologiche sviluppate negli ultimi anni in materia di sicurezza (che fanno uso di geolocalizzazione, sistemi biometrici e cloud-computing), semplicità d’uso (soluzioni per il pagamento di soste e trasporti, tecnologie contactless, P2P payment, ecc.), consapevolezza finanziaria (app e soluzioni per la gestione del bilancio e degli incassi, alert in tempo reale, ecc.), gestione della relazione con il cliente (couponing, promozioni basate sulla geolocalizzazione, ecc.) fanno percepire l’elevato potenziale associato ai sistemi di pagamento innovativi.

25 A livello globale, le start-up di mobile payment ed e-commerce hanno ricevuto nel 2015 finanziamenti per un valore complessivo di oltre 3,2 miliardi di Dollari.

Crescono anche in Italia i servizi di pagamento ad elevato contenuto tecnologico

I pagamenti innovativi, effettuati attraverso mobile, pc, tablet o tecnologie contactless sono cresciuti in Italia da 14,7 miliardi di Euro nel 2013 a 21,3 miliardi di Euro nel 2015 (+44,8%), mentre il valore transato attraverso gli altri strumenti di pagamento digitali è cresciuto del 13%.

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CAPITOLO 3

LA “CASHLESS SOCIETY” NEL MONDO: ANALISI DI ALCUNI CASI INTERNAZIONALI

Lo scenario dei pagamenti digitali è molto diversificato, a livello globale e all’interno dell’Unione Europea, come evidenziato dai risultati del Cashless Society Index 2016.

Per una miglior comprensione del fenomeno e a supporto delle proposte formulate dalla Community Cashless Society per il Sistema-Italia, sono stati selezionati ed approfonditi alcuni casi studio e best practice a livello internazionale d’interesse sulla promozione dei pagamenti non basati sul contante26.

I casi-Paese sono stati identificati in base a fattori quali il livello di penetrazione degli strumenti di pagamento elettronici, la rapidità della loro diffusione e l’avvio di strategie nazionali o misure specifiche di policy finalizzate ad incentivare lo sviluppo e i risultati ottenuti dall’adozione di strumenti di pagamento non cash-based.

La casistica analizzata è stata sviluppata sulla base di interviste con esponenti delle Istituzioni e della financial community, esperti e opinion leader dei Paesi approfonditi e di dati e informazioni di pubblico dominio (siti web istituzionali ed aziendali, presentazioni pubbliche, bilanci e altra documentazione pubblica) disponibili al momento della redazione del documento.

Figura 21. I principali casi di internazionali e benchmark di interesse analizzati dalla Community Cashless Society. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti, 2016

Le analisi sono state condotte per mettere in evidenza specifici aspetti che caratterizzano e differenziano le realtà indagate e i relativi strumenti adottati.

Si propone di seguito una sintesi dei seguenti casi di successo27:

� Paesi scandinavi (Danimarca e Svezia);

26 Si ringraziano, in particolare, le Ambasciate di Spagna, Regno Unito, Polonia, Danimarca e Svezia per il supporto offerto alle attività della Community di analisi sui rispettivi casi-Paese. 27 Il materiale raccolto rappresenta una base informativa più ampia di quella presentata in questo Rapporto. The European House - Ambrosetti è disponibile a darne evidenza agli interessati.

Svezia

Sud Corea

Danimarca

Finlandia

Regno Unito

Argentina

Spagna

Sudafrica

Brasile

Colombia

Uruguay

Estonia

PoloniaCanada

Stati Uniti

Francia

Turchia

Australia

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31

� Estonia;

� Francia;

� Regno Unito;

� Polonia;

� Corea del Sud;

� Paesi dell’America Latina.

Sono inoltre presentati degli highlight su Finlandia, Spagna e Australia. Per gli altri casi internazionali si rimanda agli altri Capitoli del Rapporto.

3.1. I PAESI SCANDINAVI: PRATICHE VIRTUOSE PER UNA SOCIETÀ NON-CASH

BASED

I Paesi scandinavi sono i precursori in Europa della cashless society: Svezia, Danimarca e Finlandia si posizionano infatti ai primi posti nell’UE-28 per numero di transazioni pro-capite con carte di pagamento28, per effetto di un diffuso orientamento verso i pagamenti non-cash da parte della popolazione e dell’utilizzo degli strumenti digitali anche nella Pubblica Amministrazione.

In Danimarca, che si è posta l’obiettivo del 2030 per diventare una cashless society, solo il 6,4% dei pagamenti è effettuato in contanti ed il 40% della popolazione utilizza una app di mobile payment. Inoltre, nel canale retail, gli stessi esercenti sono in prima linea nella lotta al contante e nell’impegno per la diffusione di strumenti di pagamento digitali (come la carta Dankort, posseduta da circa l’80% dei cittadini danesi, che prevede condizioni vantaggiose per i commercianti ed è utilizzata per l’85-90% degli acquisti online)29.

28 Il numero di transazioni pro-capite con carte di pagamento nel 2014 ammonta rispettivamente a 270,2 per la Svezia, 268,7 per la Danimarca e 243,6 per la Finlandia. 29 La Camera di Commercio danese ha avanzato una proposta di legge che da diritto ai commercianti (con eccezione di medici, dentisti, negozi di prodotti alimentari e di pochi altri servizi ritenuti essenziali) di rifiutare pagamenti in contanti a vantaggio dei pagamenti con carta di pagamento o via smartphone.

Box – La sfida della digitalizzazione del settore pubblico in Danimarca

L’Agenzia per la Digitalizzazione fa capo al Ministero delle Finanze danese ed è stata istituita nel 2011 per accelerare i processi di digitalizzazione necessari per modernizzare il Paese, a partire dal settore pubblico. La visione sottostante è la creazione di una P.A. sempre più digitale per il Governo centrale, Comuni e Regioni che possa migliorare l’efficienza, liberare risorse e modernizzare l’erogazione dei servizi a cittadini e imprese. In tale perimetro rientra la “eGovernment Strategy 2016-2020”, che intende offrire un servizio pubblico accessibile, tempestivo e conveniente a supporto della crescita di nuove attività imprenditoriali. Allo stesso tempo, la nuova strategia dovrebbe contribuire a liberare un notevole potenziale economico del settore pubblico entro il 2020 facendo leva su alcuni pilastri come: l’automazione delle procedure amministrative pubbliche, migliori esperienze utente per cittadini e imprese, welfare digitale, condivisione e protezione di dati, nuove soluzioni IT (hardware e software). In questo quadro, l’evoluzione e il potenziamento degli strumenti di pagamento elettronici è un tassello chiave della più ampia strategia di sviluppo digitale del Paese.

Fonte: Governo danese, 2016

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32

Anche la Svezia punta a diventare la prima “nazione cashless” al mondo. Pur in assenza di una strategia nazionale, la diffusione dei pagamenti elettronici conta sulla stretta collaborazione tra Istituzioni, sistema bancario – con un ruolo di driver svolto dalla Banca Centrale svedese – e industria. Tale collaborazione si è concretizzata già a partire dagli anni Novanta, con la costruzione delle necessarie infrastrutture informatiche, l’introduzione di misure a sostegno della digitalizzazione (come la possibilità di pagare gli stipendi in contante o in formato elettronico e l’apertura delle filiali digitali dai primi anni Duemila) e, negli ultimi anni, lo sviluppo di fintech attive nel segmento dei pagamenti, favorite dall’elevato tasso di utilizzo di Internet.

Nel settore retail, circa l’80% delle transazioni sono effettuate con carte di pagamento, a fronte di una costante crescita. Inoltre, tra il 2011 e il 2015, il contante in circolazione si è ridotto del 22% (da 99 a 77 miliardi di Corone svedesi)30.

Similmente alla Danimarca, l’utilizzo degli e-payment è consolidato tanto nella P.A. svedese (ad esempio, nel 2015, 5,4 milioni di persone hanno presentato la loro dichiarazione dei redditi elettronicamente, con una crescita nell’utilizzo della app Mobile BankID, passata da 660.000 a 1,5 milioni di utenti31) che nei servizi di trasporto locale.

3.2. ESTONIA: IL RUOLO TRAINANTE DELLA P.A. PER LA REALIZZAZIONE

DELLA E-SOCIETY

L’Estonia ha realizzato la piena integrazione tra pagamenti elettronici ed ecosistema digitale.

La repubblica baltica è infatti un precursore a livello europeo nella digitalizzazione dell’intero Sistema-Paese e un caso unico di sviluppo di una vera e propria “e-society” su cui si sono innestati i pagamenti digitali.

Ad esempio, tra il 2008 e il 2014, i pagamenti pro-capite con carte di pagamento in Estonia sono cresciuti mediamente del 69,7% rispetto al 2008, raggiungendo 187,7 operazioni di pagamento con carte pro-capite nel 201432.

30 Fonte: Sveriges Riksbank, 2016. 31 Fonte: Agenzia Svedese delle Entrate (Skattevertet), 2016.

32 Fonte: Banca Centrale Europea, “Payments Statistics”, ottobre 2015.

Box – Uno sforzo congiunto per la modernizzazione dell’industria dei pagamenti: il caso della Finlandia

La Finlandia si posiziona seconda nel Cashless Society Intex 2016 e terzo Paese per numero di transazioni pro-capite con carte di pagamento. E’ inoltre primo Paese a livello globale nel Digital Money Index 2016 (indice dell’Imperial College di Londra, promosso da City Group, in cui l’Italia si posiziona 36° su 90 Paesi analizzati). Questo risultato è in parte frutto dell’elevata propensione dei consumatori e delle imprese finlandesi all’adozione di nuove tecnologie ed innovazioni, in parte risultato di uno sforzo coordinato tra tutti gli attori per sviluppare un sistema di carte di pagamento efficiente, incentrato su un prezzo competitivo e trasparenza. In parallelo, la Banca Centrale finlandese ha creato un’entità unica, centralizzata, responsabile per la gestione dell’intera filiera del contante, portando ad una riduzione dei costi di gestione del contante di 32 milioni di Euro.

Fonte: City Group Digital Money Index e Bank of Finland, 2016

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33

Figura 22. Andamento dei numero di transazioni pro-capite con carte di pagamento (valori assoluti) e dei pagamenti digitali (numero indice, anno 2008=base 100): confronto tra Estonia e UE-28, 2008-2014. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Banca Centrale Europea, 2016

A partire dal 1998 il Governo estone ha avviato un importante programma di digitalizzazione del Paese. Uno degli obiettivi era di facilitare le relazioni tra cittadini e P.A. attraverso il programma nazionale “e-Estonia”.

Le componenti abilitanti del sistema sono state, in particolare, la carta di identità elettronica, collegata ad un sistema di identità digitale, e la piattaforma X-Road, l’infrastruttura di connessione delle banche dati del settore pubblico e privato del Paese, concepita in modo da risultare scalabile, decentrata e integrare man mano nuovi e-service con le relative piattaforme (oltre 170 banche dati collegate ad X-Road e oltre 2.000 servizi utilizzati su X-Road in Estonia).

Gli effetti del processo di digitalizzazione della popolazione in Estonia si riflettono in alcuni risultati, tra cui:

� La crescita dei pagamenti con carte, pari al 75% delle transazioni eseguite nel Paese (oggi l’Estonia è in sesta posizione nell’UE-28 per transazioni pro-capite con carte di pagamento, il cui numero, tra 2008 e 2014, è aumentato da 111 a 188).

� Il calo dei prelievi di contante del 35% negli ultimi 10 anni.

� La diffusione dei servizi di internet banking (il 98% delle transazioni bancarie in Estonia avviene online).

110,6 116,0 12

5,5 148,4 16

0,3 171,6 18

7,7

59,5

63,1 68,2 74,0 79,1 85,9 93,2

169,7

100

156,6

0

20

40

60

80

100

120

140

160

180

0

50

100

150

200

250

300

2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014

Estonia UE-28 Estonia (2008=base 100) UE-28 (2008=base 100)

Nume

ro d

i tran

sazio

ni pr

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pitec

on ca

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paga

mento

Numero indice (2008=100)

Box – Le funzionalità della carta d’identità digitale estone

La carta di identità estone, introdotta nel 2002 e disponibile in versione mobile dal 2007, ha raggiunto tassi di adozione pari al 90% dei cittadini e abilita oltre 600 servizi digitali, tra cui: - il voto online (I-voting, che ha registrato nel 2015 un tasso di utilizzo pari al 30,5% degli elettori estoni); - la compilazione online della dichiarazione dei redditi; - le prescrizioni mediche digitali, che nel 2013 rappresentavano il 95% del totale; - la gestione dei consumi energetici attraverso smart grid; - il registro d’impresa online, con una riduzione a due ore del tempo necessario per avviare una nuova attività

imprenditoriale.

Page 38: Rapporto 2016 community-cashless-society

34

� Il pagamento di parcheggi e servizi di trasporto pubblico attraverso canali digitali (il 90% dei cittadini estoni paga i parcheggi pubblici attraverso servizi di m-Parking).

� La compilazione delle dichiarazione dei redditi e il pagamento delle tasse in formato elettronico (circa il 95% delle dichiarazioni è compilata elettronicamente attraverso la piattaforma E-Tax, lanciata nel 2000 dall’Estonian Tax and Customs Board).

� L’accessibilità dei servizi di welfare e delle prestazioni sociali attraverso una piattaforma online.

3.3. FRANCIA: UNA STRATEGIA PER LA COMPETITIVITÀ DELLA FILIERA DEI

PAGAMENTI

La Francia ha varato, nell’ottobre 2015, una strategia nazionale sugli strumenti di pagamento, promossa dal Ministero delle Finanze e dei Conti Pubblici e dal Ministero dell’Economia, dell’Industria e del Digitale, articolata nel periodo 2015-2020.

La strategia si focalizza su 4 macro-obiettivi:

1. Rispondere alle aspettative dei consumatori nell’utilizzo di mezzi di pagamento nella vita quotidiana e nell’esercizio dell’attività professionale.

2. Rafforzare la sicurezza dei mezzi di pagamento, a partire da quelli digitali e per il commercio elettronici.

3. Sviluppare la capacità competitiva e innovativa dell’industria francese dei pagamenti e il suo contributo alla crescita e all’occupazione, oltre che alla modernizzazione del sistema-Paese.

4. Rafforzare l’influenza della Francia negli organismi europei ed internazionali, in tema di pagamenti elettronici e loro sviluppo.

Associati a questi ambiti, il Governo ha definito un quadro di misure puntuali che coinvolgono – con ruoli definiti – i diversi attori dell’”ecosistema dei pagamenti”, pubblici e privati (Ministeri e Istituzioni di riferimento, banche e filiera dei pagamenti, operatori di telecomunicazioni, rappresentanze dei consumatori, ecc.) secondo un approccio collaborativo.

Box – La digitalizzazione dei rapporti Stato-cittadini in Spagna

In Spagna i pagamenti digitali sono uno strumento all’interno di una più ampia strategia finalizzata alla digitalizzazione delle relazioni della P.A. con i cittadini, facendo leva sull’identità digitale e lle transazioni on-line. Pur in assenza di un programma governativo sugli e-payment, il sistema bancario ha svolto un ruolo attivo per promuoverne l’evoluzione tra i cittadini, agendo ad esempio sulla riduzione della soglia legale dei pagamenti con contante e dell’Interchange Fee per le transazioni con carte (anche come mezzi di contrasto al sommerso e di maggior trasparenza e tracciabilità delle operazioni). A fronte dell’esistenza di alcune barriere “culturali”, per incoraggiare l’uso, l’accettazione e il consumo con pagamenti elettronici, è stata varata nel giugno 2015 la campagna “Promuovere l’uso delle carte nel commercio”, promossa da Euro 6000 e ServiRed in collaborazione con SEC e CEC (Spanish European Consumer Centre).

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35

Figura 23. Obiettivi, ambiti d’intervento e attori identificati dal Governo francese nella “Stratégie nationale sur les moyens de paiement”. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati del Governo francese, 2016

Tra i diversi ambiti d’intervento, particolare rilievo riveste il sostegno alla filiera nazionale dei pagamenti elettronici, che si articola in una serie di azioni specifiche (come la creazione di incubatori d’impresa, la valorizzazione dei temi dei pagamenti elettronici nella didattica, il rafforzamento della presenza degli attori francesi nelle organizzazioni internazionali per gli standard, lo sviluppo di progetti innovativi a livello di sistema-Paese, ecc.), per ciascuna delle quali sono definiti tempi, modalità e attori coinvolti.

Figura 24. Principali azioni a sostegno dell’industria dei pagamenti elettronici francese e alle sue filiere previste dalla “Stratégie nationale sur les moyens de paiement”. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati del Governo francese, 2016

33

� Rispondere alle aspettative dei cittadini e imprese nell’uso dei mezzi di pagamento

� Rafforzare la sicurezza dei pagamenti, a partire dal commercio online

� Sviluppare l’industria francese dei pagamenti e il suo contributo a crescita e occupazione

� Rafforzare l’influenza della Francia negli organismi europei ed internazionali

OBIETTIVI ASSI DI INTERVENTO PER IL PERIODO 2015-2020 Bisogni dei consumatori: aumento possibilità di uso delle carte di pagamento, sostegno ai pagamenti in mobilità, maggiore velocità delle operazioni, roll-out degli assegniSicurezza dei mezzi di pagamento: lotta alle frodi (autentificazione rafforzata), potenziamento dell’Osservatorio sulla sicurezza sulle carteCompetitività e innovazione: sostegno alla filiera nazionale (incubatori e startup, istruzione, open innovation), progetti industriali di settore, collegamento con i programmi nazionali per la digitalizzazioneMiglioramento della governance: istituzione del Comitato Nazionale dei Pagamenti con il coinvolgimento di offerta (associazioni professionali, istituti di credito, circuiti di pagamento,...), domanda (associazioni dei consumatori, grandi imprese, PMI,...) e Istituzioni (Banca di Francia, Min. dell’Economia, Finanze...)

ATTORI (principali)

� Min. Finanze� Min. Economia e

Industria� Min. Innovazione� Banca di Francia� Sistema bancario� Industria

pagamenti � Operatori TLC� Pôle Finance

Innovation� Associazioni

industriali e professionali

Azione Tempi Modalità Attori coinvolti

Creazione di incubatori d’impresa 2016-2017 Studio e progettooperativo Pôle Finance Innovation

Valorizzazione dei temi dei pagamenti elettronici nella didattica 2016-2017 Consultazione

Ministero dell’Università e della Ricerca, Pôle Finance Innovation

Incentivo ai progetti di innovazione nel settore dei pagamenti

2016-2017 Integrazione nella strategia nazionale digitale

Ministero dell’Economia, Pôle Finance Innovation, associazioni industriali del settore

Integrazione con le strategie industriali nazionali «objets intelligents» e «confiance numérique»

2015-2017 Gruppo di lavoro Ministero dell’Economia, associazioni industriali del settore

Rafforzamento della presenza degli attori francesi nelle organizzazioni internazionali per gli standard

2015-2016 StudioComitato Nazionale dei Pagamenti, Banche, Banca di Francia, GIECB, CFONB, AFNOR

Sviluppo di progetti innovativi a livello di sistema-Paese 2016-2017 Gruppi di lavoro

Ministero dell’Economia, banche,fornitori e distributori dei servizi di pagamento

Page 40: Rapporto 2016 community-cashless-society

36

3.4. REGNO UNITO: UN SISTEMA DI GOVERNANCE MULTI-STAKEHOLDER PER

DIFFONDERE I PAGAMENTI ELETTRONICI NELLA VITA QUOTIDIANA

Nel Regno Unito, a partire dal 2014, i pagamenti cashless hanno superato quelli con i contanti (52% rispetto al 48%).

Il Paese è tra i più avanzati per quanto riguarda i pagamenti elettronici, posizionandosi quarto dopo i tre leader nord-Europei per transazioni con carte pro-capite e quinto nel Cashless Society Index 2016. A partire dal 2007 e fino al 2015, il Paese ha sviluppato un sistema di governance integrato sul tema dei pagamenti senza contante, che ha riunito le istituzioni finanziarie britanniche, gli attori dell’industry dei sistemi di pagamento e il Governo. Questo organismo era volto a fornire un indirizzo strategico e a sviluppare i pagamenti senza contante nel Paese attraverso concrete soluzioni di policy. Ogni anno veniva pubblicato il “National Payments Plan” contenente la strategia per lo sviluppo dei sistemi di pagamento del Paese. Dal 2015 i poteri regolatori dell’organismo sono stati trasferiti al neo-costituito Payment System Regulator, mentre l’associazione di settore ha assunto il nome di Payments UK.

I pagamenti cashless nel Regno Unito sono particolarmente avanzati nel settore dei trasporti pubblici: nel 2003 è stata introdotta a Londra la Oyster Card, un titolo di viaggio elettronico che permette di utilizzare i sistemi di trasporto pubblico gestiti dal Transport for London. La tessera Oyster integra oggi soluzioni contactless estese sulla quasi totalità della rete di trasporti. A titolo di esempio, da luglio 2014 il servizio di trasporto sugli autobus cashless dovrebbe generare risparmi attesi per circa 24 milioni di Sterline all’anno con risparmi complessivi di circa 130 milioni di Sterline entro il 2023 grazie al minor utilizzo di contante33. Il sistema ha avuto grande successo: le carte Oyster emesse sono passate, tra metà 2012 e fine 2014, da 43 ad oltre 47 milioni e ad esse si aggiungono le normali carte di pagamento contactless che possono ugualmente essere utilizzate per pagare i servizi di trasporto pubblico cittadino.

33 Fonte: Transport for London (TfL), 2016.

Box – Australia: inclusione finanziaria e propensione all’uso di strumenti di pagamento innovativi

In Australia, ad oggi oltre il 50% dei pagamenti sono effettuati elettronicamente (nel 2013 i pagamenti in contante sono scesi al 47%, rispetti al 70% del 2007). Una delle ragioni che ha permesso un simile sviluppo è l’elevato livello di inclusione finanziaria della popolazione: il 99% dei cittadini australiani sopra i 15 anni d’età possiede infatti un conto bancario. Nel Paese si osserva una elevata propensione da parte dei consumatori all’utilizzo di strumenti di pagamento innovativo: a titolo di esempio, oltre l’80% degli australiani possessori di uno smartphone dichiara che vorrebbe poter effettuare qualsiasi pagamento attraverso App. Inoltre, la Banca Centrale australiana ha posto in essere una governance centralizzata basata su meccanismi cooperativi e la partecipazione di istituzioni bancarie e operatori dell’industry dei pagamenti, al fine di dare un indirizzo allo sviluppo dei pagamenti innovativi ed aumentare l’efficienza e la trasparenza del sistema. Casi simili si possono individuare anche in Norvegia, Canada e Regno Unito.

Fonte: MasterCard Cashless Journey, Australian Payments Clearing Association, Westpac Bank, “Westpac Cash Free Report”, 2015

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37

3.5. POLONIA: UN PROGRAMMA D’AZIONE PER ACCELERARE LA

MODERNIZZAZIONE DEL PAESE

La Polonia, similmente alla Francia, ha delineato un articolato programma di cash turnover per il periodo 2014-2020, a partire dalla realizzazione di una accurata analisi realizzata tra il 2012 e il 2013 dalla Banca Centrale Polacca (NBP) sulla situazione del Paese e sulle barriere esistenti, accompagnata dall’elaborazione di raccomandazioni per il Governo.

Figura 25. Il percorso verso il piano d’azione nazionale polacco sui pagamenti elettronici. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Narodowy Bank Polski, 2016

Attualmente il mercato dei pagamenti in Polonia sta attraversando una fase di sviluppo e progressivo consolidamento, ma deve confrontarsi con alcuni fenomeni, tra cui:

� il basso livello di bancarizzazione di ampie fasce dei cittadini: con riferimento ai dati 2015, il 22% della popolazione polacca sopra i 15 anni di età non possiede un conto corrente bancario (rispetto al 10% medio europeo); tale valore si attesta al 47% tra i giovani tra i 15 e 24 anni di età e al 22% tra gli over 5534;

� l’utilizzo del contante come principale mezzo di pagamento per l’82% della popolazione. Le motivazioni della prevalenza del contante sono riconducibili non solo al mancato possesso di una carta di pagamento (40% dei casi), ma anche alla debole accettazione della carta presso gli esercenti (34%) o alla preferenza esplicita da parte dei cittadini per il contante, anche in presenza di possesso della carta o della sua accettazione (26%)35. In generale, solo il 62% della popolazione è dotata di un conto corrente, di una carta di pagamento ed ha accesso all’online banking.

Nel complesso, si sta assistendo però al rapido e crescente utilizzo dei mezzi di pagamento elettronici, trend accentuatosi nel biennio 2014-2015: il numero di transazioni pro-capite con carte in Polonia – pur essendo ancora lontano dalla media europea (48,7 rispetto a 93,2) – è più che triplicato dal 2008 (15,1 per abitante). Anche il numero annuo di transazioni con carta per POS (4.560) è oggi superiore alla media europea (4.167).

34 Fonte: Narodowy Bank Polski (NBP), “Development diagnosis of non-cash turnover”, 2015. 35 Fonte: Narodowy Bank Polski (NBP), “Payment habits of Poles”, 2013.

Attività di promozione dei pagamenti non-cash

Analisi della situazione di partenza e delle barriere ("Development diagnosis of non-cash turnover") da parte della NBP e sviluppo di raccomandazioni per il Governo

2002

Creazione della Coalition for the Non-cash Payments and Micropaymentssu iniziativa dell’Associazione Bancaria Polacca con sostegno di NBP e Ministero delle Finanze (2007)

Valutazione della BCE sul sistema dei pagamenti polacco e raccomandazione di creare politiche a sostegno dei pagamenti non-cash

Decisione di creare e implementare una strategia di medio termine (2009-2013)

2004-2007 2008

2009-2011

Accettazione della strategia da parte del sistema bancario e della NBP (2009)

Attività del Ministero delle Finanze sul programma governativo (incompiuto)

2012-2013

Definizione e avvio della nuova strategia (non governativa) 2014-2020

Valutazione dello stato di avanzamento del programma

2014-2015

2020

Page 42: Rapporto 2016 community-cashless-society

38

La strategia varata, a livello non governativo, intende porre le condizioni affinché entro il 2020 la Polonia possa trarre i massimi benefici dallo sviluppo dei pagamenti digitali e dalla loro diffusione tra cittadini, imprese e P.A..

Figura 26. Articolazione del piano d’azione del programma polacco per lo sviluppo dei pagamenti non-cash e la Visione al 2020. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Narodowy Bank Polski e Coalition for Non-cash Turnover and Micropayments, 2016

Nel complesso, lo sviluppo e la diffusione di sistemi di pagamento innovativi (in particolare, contactless e mobile) in Polonia è il risultato di azioni combinate di diversi attori e investimenti, che hanno permesso alla Polonia di affermarsi come un “pioniere” europeo nello sviluppo degli Immediate Payment Systems. Gli investimenti in innovazione hanno riguardato più ambiti:

� carte di pagamento ibride, passate da 8 milioni nel 2009 a 32,6 milioni nel 2015, con un incremento della sicurezza: la Polonia è tra i primi Paesi europei per sicurezza nelle operazioni di pagamento (il numero di frodi è 7 volte inferiore rispetto alla media UE-28);

� carte contactless: ad oggi l’80,6% delle carte di pagamento in circolazione sono contactless, portando ad una maggior semplicità d’uso e propensione all’uso di questi strumenti;

� pagamenti mobile: nel 2015 è stato lanciata Blink, una piattaforma di pagamenti mobile dotata di standard open, cui tutte le banche del territorio possono aderire; si tratta un esempio di collaborazione tra competitor per la diffusione di uno standard innovativo.

Il Paese è inoltre intervenuto sull’educazione e informazione della popolazione (soprattutto pensionati e giovani) sui moderni strumenti di pagamento.

VISIONE AL 2020Entro il 2020 essere un Paese in cui:� Società civile, imprese e P.A. utilizzano

strumenti di pagamento non-cashconsapevolmente e diffusamente; usano strumenti di pagamento innovativi nella consapevolezza dell’efficacia e della sicurezza delle operazioni di pagamento

� Sono state assicurate le condizioni favorevoli per l’uso sicuro e cost-efficient dei pagamenti cashless e per un sistema dei pagamenti moderno e competitivo in Polonia

� Non ci sono barriere all’accesso e all’uso dei servizi di pagamento non-cash

Non-Cash Turnover Development Program in Poland 2014-2020

Documento strategico

Piano operativo

Linee guida per il Governo

Piano operativo2014-2016

Piano operativo2016-2018

Piano operativo2018-2020

5 obiettivi specifici21 linee d’azione

110 interventi di dettaglio

Page 43: Rapporto 2016 community-cashless-society

39

3.6. COREA DEL SUD: UN APPROCCIO DI SISTEMA PER LA DIFFUSIONE DEI

PAGAMENTI DIGITALI

In Asia, alla fine degli anni Novanta la Corea del Sud si è distinta per un approccio sistemico nel promuovere i pagamenti digitali. Fino agli anni Novanta, il Paese aveva uno dei tassi di penetrazione di carte di pagamento più bassi al mondo (5%), mentre oggi è tra i più alti a livello globale (oltre 75% nel 2012). Inoltre, nel 2013, il 74% dei cittadini sudcoreani dichiarava di preferire i pagamenti con carte.

Nell’ottica di raggiungere questi risultati, il Paese ha introdotto nel tempo una serie di misure integrate per la lotta al contante, tra cui:

� l’uso obbligatorio di pagamenti elettronici per spese sopra i 42 Dollari;

� una deduzione del 20% dell’IVA per i consumatori che spendono più del 10% del loro reddito con carte36; fino al 2011, inoltre, era in essere una deduzione dell’IVA per i commercianti fino al 2,6% degli incassi con carta;

� un sistema pubblico di lotteria legato alle carte di pagamento finalizzato a premiare i possessori di carta e i commercianti tramite estrazioni

36 Quando il consumatore spende più del 10% del proprio reddito con carte di pagamento, ha diritto ad una detrazione del 20% sull’ammontare della spesa che supera il 10% del reddito (fino a un massimo di 3.000 Dollari all’anno).

Box – Il programma “Academy of Accessible Finance” della Polonia

Per sensibilizzare i cittadini sulle opportunità offerte dai mezzi di pagamento elettronico, la Banca Centrale Polacca (NBP), in collaborazione con altri partner istituzionali*, ha lanciato nel 2011 e reso operativo da maggio 2012 un programma di lungo termine rivolto alla popolazione over 65 (2012-2016) e ai giovani di 18-24 anni (dal 2016). L’obiettivo è raggiungere le fasce della popolazione non bancarizzate o utilizzatrici del contante ed educarle – in collaborazione con le 16 filiali regionali della NBP – alle opportunità legate al conto in banca e all’uso attivo dei moderni strumenti di pagamento, come carte di credito e servizi bancari elettronici.

A fine 2015, l’“Accademia della Finanza Accessibile” ha realizzato: - 15 incontri con autorità locali/portavoce (“ambasciatori delle transazioni senza contanti”) su base

trimestrale, con la partecipazione di oltre 800 “ambasciatori”; - azioni di sensibilizzazione della popolazione attraverso articoli su stampa locale (300mila persone

raggiunte), interviste radio (oltre un 1 milione di persone) e TV (1,5 milioni di persone); - incontri educativi e altri eventi su base locale organizzati da esperti delle filiali regionali del NBP (più di 500

eventi e oltre 30mila persone coinvolte). (*) National Insurance Company (ZUS), Polish Association of Retired People, Pensioners and Disabled Persons (PZERiI), Association of Third Age Universities (SUTW), Polish Bank Association e Banking Guarantee Fund (BFG).

Fonte: Narodowy Bank Polski (NBP), 2016

Il sistema pubblico di lotteria sugli scontrini per i pagamenti con carta di credito nella Corea del Sud

Il sistema sudcoreano di lotteria sugli scontrini dei pagamenti effettuati con carte è finanziato dal Governo e prevede un doppio schema (consumatori e commercianti) con premi fino a 1 milione di Won. La lotteria è stata cessata nel 2006 (all’epoca, le vincite totali ammontavano a 80 milioni di Won) ed è servita a contribuire alla crescita del tasso di penetrazione di pagamenti con carte.

Page 44: Rapporto 2016 community-cashless-society

40

pubbliche mensili collegate agli scontrini di pagamento;

� sanzioni per i commercianti che non accettano i pagamenti con carte o applicano sovrapprezzi.

L’approccio integrato adottato dal Governo sudcoreano ha portato ad importanti risultati:

� La spesa totale con carte di pagamento è arrivata a 512 miliardi di Dollari nel 2011 (pari a circa il 43% del PIL nazionale).

� Il numero di transazioni con carte è cresciuto dell’85% (da 7 a 13 miliardi) tra il 2010 e il 2014, così come il numero di carte di pagamento (a fine 2013 erano state emesse oltre 270 milioni di carte di pagamento). Nel 2014 i pagamenti pro-capite con carte ammontavano a 260,8 (un valore superiore ai 243,6 della Finlandia).

� L’uso del contante è diminuito, passando dal 95% delle transazioni nel 1999 al 28% nel 2011; inoltre il gettito IVA è cresciuto del 50% e l’imponibile del 130%.

Figura 27. Transazioni pro-capite con carte di pagamento nella Corea del Sud (valori assoluti), 2010-2014. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti su dati Bank for International Settlements, 2016

3.7. I PAESI DELL’AMERICA LATINA E LE MISURE DI INCENTIVAZIONE DEI

PAGAMENTI ELETTRONICI

In America Latina sono numerosi i Governi che hanno promosso misure di incentivazione per l’utilizzo delle carte di pagamento da parte dei consumatori (ad esempio, restituzione di una quota dell’IVA) e di contrasto all’uso del contante e all’economia sommersa. Si tratta di Paesi che presentano problemi simili a quelli dell’Italia (in termini di elevata incidenza dell’economia sommersa) e hanno deciso di intervenire aumentando la trasparenza e la tracciabilità delle transazioni:

� In Argentina, nel 2001 i pagamenti in contanti sono stati limitati a 1.000 Pesos (pari a 1.000 Dollari) e non possono beneficiare di riduzioni fiscali; fino al 2011 i consumatori hanno beneficiato di una restituzione del 4,13% dell’IVA sulle transazioni con carte di pagamento (aumentata rispetto al 3% in vigore fino al 2007).

� Nel 2010 il Governo della Colombia ha approvato una restituzione per i consumatori del 2% dell’IVA per le transazioni con carte di pagamento. Nel 2012 ha

143,6 16

8 197,9 22

8,5 260,8

2010 2011 2012 2013 2014

Page 45: Rapporto 2016 community-cashless-society

41

inoltre istituito un fondo di 1,7 milioni di Dollari, assegnati a tre progetti per lo sviluppo dei pagamenti elettronici di tre differenti istituti di credito. Accanto a queste misure, sono state inoltre varate misure per facilitare l’inclusione finanziaria della popolazione (ad esempio, permettendo l’apertura di conti correnti senza la necessità della presenza fisica del richiedente). Ad oggi i pagamenti senza contante nel Paese sono il 9,7% del totale per numero di transazioni, ma il 69% del totale per valore.

� In Uruguay, il decreto del 22 luglio 2014 ha introdotto una restituzione del 2% dell’IVA per i commercianti per pagamenti con carta. Inoltre, al fine di promuovere l’accesso ai servizi bancari nel Paese, per effetto della “Financial Inclusion Law” (entrata in vigore nel maggio 2015), il Governo ha imposto una soglia a 5.000 Dollari per disincentivare i pagamenti in contante, richiedendo che tali acquisti passino attraverso il sistema bancario.

� Il Brasile ha attivato un sistema di lotteria e, attraverso la “Nota Fiscal Paulista” del 2011, ha permesso al consumatore una restituzione del 30% dell’IVA pagata dal commerciante su presentazione del codice fiscale durante l’acquisto. A fine 2015 gli utilizzatori del servizio erano oltre 17 milioni, mentre l’incremento del gettito nei primi tre anni di applicazione è stato pari al 23,3%.

3.8. CONSIDERAZIONI DI SINTESI DAI CASI INTERNAZIONALI

Pur non esistendo un modello unico di riferimento, le esperienze estere mettono in luce almeno quattro fattori “invarianti” per il successo della cashless society:

a) Una chiara visione di sviluppo di lungo periodo (espressa tipicamente all’interno dei più ampi processi di digitalizzazione del sistema-Paese).

b) Una governance e un coordinamento efficace delle policy e degli attori, ai fini di bilanciare gli interessi dei vari stakeholder e garantirne l’equità degli oneri e dei benefici.

c) Una articolazione degli interventi con mix di obblighi/incentivi e azioni di repressione, per lo stimolo di comportamenti virtuosi e la repressione di quelli illegali.

d) Puntuali azioni di ingaggio e sensibilizzazione della popolazione, creando education e dando gli strumenti operativi e concettuali necessaria all’uso consapevole dei nuovi mezzi di pagamento.

Su questi aspetti si ritornerà nel Capitolo 5 dedicato alle proposte d’azione per l’Italia.

Per quanto riguarda nello specifico la dimensione delle policy e degli strumenti, emerge un orientamento all’utilizzo integrato di più leve che riguardano gli aspetti di incentivo – tipicamente bilanciati sia sul lato dei consumatori che dei commercianti – e di obbligo di utilizzo dei pagamenti cashless (o di disincentivazione dell’uso del contante).

Inoltre, in molti casi, la Pubblica Amministrazione, o i servizi di pubblica utilità (ad esempio, i trasporti), sono stati oggetto di iniziative e di programmi mirati all’ampliamento della base di accettazione e all’aumento delle occasioni d’uso degli strumenti di pagamento elettronici, rappresentando così un volano di accelerazione dei processi in corso nel Paese.

Page 46: Rapporto 2016 community-cashless-society

42

Figura 28. Visione sinottica dei casi internazionali con principali caratteristiche e risultati raggiunti. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti, 2016

Paese Focus Risultati ottenuti

Danimarca

� Pagamenti elettronici elemento-chiave della strategia di sviluppo digitale (eGovernmentStrategy 2016-2020)

� Esercenti parte attiva nella diffusione di strumenti di pagamento digitali

� Obiettivo al 2030 di diventare una cashless society (268,7 transazioni pro-capite con carte di pagamento, 2 in UE-28)

� Oggi solo 6,4% dei pagamenti è effettuato in contanti, carta Dankort posseduta da >80% dei cittadini

Svezia

� Banca centrale di Svezia come pivot della collaborazione tra istituzioni e industria

� Sostegno ai processi innovativi e alle fintech e alla digitalizzazione della P.A.

� 80% transazioni retail effettuate con carte di pagamento

� Contante ridotto del 22% dal 2011� Il 75% della popolazione interagisce online con

la P.A. (+23 p.p. rispetto alla media UE-28)

Estonia� Integrazione tra pagamenti elettronici ed

ecosistema digitale� Identità digitale e piattaforma tecnologica

nazionale (X-Road) come fattore acceleratore

� 75% delle transazioni effettuate con carte� 98% delle transazioni bancarie online� >600 servizi abilitati da identità digitale

Francia� Stratégie nationale sur les moyens de

paiement (2015-2020)� Sostegno all’industria nazionale dei pagamenti

come asset competitivo del Paese

� Volumi di pagamenti con carte aumentato di >110 miliardi di Euro dal 2008

� Transato dei consumi privati con carte di pagamento incrementato dal 2008 del +25%

Polonia� Programma di cash turnover per il periodo

2014-2020� Programmi di educazione e informazione della

popolazione e investimenti in innovazione

� 80,6% delle carte di pagamento in circolazione è contactless

� Numero di transazioni pro-capite con carte di pagamento triplicato dal 2008

RegnoUnito

� Sistema di governance integrato dei pagamenti cashless

� Elevato tasso di sviluppo dei pagamenti elettronici nel trasporto pubblico

� Dal 2014, i pagamenti cashless hanno superato quelli con contanti (52% rispetto al 48%)

� Nel settore dei trasporti pubblici a Londra, emesse oltre 47 milioni di Oyster Card

Sud Corea

� Dagli anni ’90, misure integrate per favorire l’adozione di strumenti di pagamento cashlesse scoraggiare l’evasione

� Sistema di lotteria abbinata ai pagamenti con carte rivolta a consumatori e commercianti

� Tasso di penetrazione di carte di pagamento dal 5% (1990) a >75% (oggi)

� Tra il 2010 e il 2014 N transazioni con carte: +85% (da 7 a 13 miliardi)

America Latina

� Meccanismi di restituzioni IVA per pagamenti con strumenti cashless come forma di lotta al sommerso

� Introduzione di soglie al contante

� Diffusione generalizzata di strumenti di pagamento cashless (in Colombia sono il 69% del valore delle transazioni)

� Contrasto all’evasione e aumento dell’inclusione finanziaria (in Brasile +23% gettito)

Page 47: Rapporto 2016 community-cashless-society

43

CAPITOLO 4

LA SURVEY 2016 DELLA COMMUNITY CASHLESS SOCIETY: I PAGAMENTI ELETTRONICI E IL PUNTO DI VISTA DELLA BUSINESS COMMUNITY DEL PAESE

La Community, con l’obiettivo di aprire una finestra di osservazione sul sentiment dei business leader del Paese rispetto alla “cashless society”, ha realizzato un’indagine strutturata, condotta nella primavera del 2016.

La survey, pur non avendo finalità statistiche, presenta un alto valore qualitativo, avendo coinvolto un campione molto qualificato e rappresentativo della classe dirigente italiana. Le risposte ottenute (circa 130) hanno interessato per il 45% Amministratori Delegati, Presidenti e Consiglieri di Amministrazione e per il restante 55% Direttori Generali e Responsabili di Funzione di grandi gruppi italiani e multinazionali (appartenenti ai servizi Ambrosetti Club e Aggiornamento Permanente di The European House - Ambrosetti).

Figura 29. Carica dei rispondenti all’indagine (valori percentuali). Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti, 2016

In particolare, l’indagine, articolata in 15 domande a risposta chiusa e aperta, ha voluto:

� Evidenziare il giudizio dei business leader sullo stato dell’arte dei pagamenti elettronici in Italia.

� Comprendere le principali barriere percepite alla diffusione della cashless society, dal lato della domanda e dell’offerta.

� Raccogliere l’opinione della business community sulle possibili leve d’intervento.

Si presentano di seguito le principali indicazioni emerse dall’indagine.

AD, Presidenti e Membri del

C.d.A.45%

DG e Resp. di Funzione

55%

Page 48: Rapporto 2016 community-cashless-society

44

4.1. IL GIUDIZIO DELLA BUSINESS COMMUNITY SULLO STATO DELL’ARTE DEI

PAGAMENTI ELETTRONICI IN ITALIA

La diffusione dei pagamenti elettronici è ritenuta un fattore importante o molto importante per il Sistema-Paese e per il suo sviluppo dall’86,4% dei rispondenti.

Figura 30. Riposte alla domanda “Quanto giudica importante per il Sistema-Paese e per il suo sviluppo la diffusione dei pagamenti elettronici?” (percentuale delle risposte). Fonte: risultati della survey della Community Cashless Society di The European House – Ambrosetti, 2016

A fronte della valutazione positiva sull’elevato potenziale del settore come leva di crescita per l’economia nazionale, tuttavia meno dell’11% dei rispondenti giudica lo stato di sviluppo dell’Italia sui pagamenti elettronici medio-alto (8,1%) o alto (2,7%). Tale ritardo è evidenziato anche dal 57% delle risposte, per le quali il giudizio sul posizionamento dell’Italia è basso (40,5%) o molto basso (16,2%).

Figura 31. Risposte alla domanda “Nel complesso, come giudica il grado di sviluppo del Paese rispetto ai pagamenti elettronici?” (percentuale delle risposte). Fonte: risultati della survey della Community Cashless Society di The European House – Ambrosetti, 2016

Molto importante 40,5%

Importante 45,9%

Mediamente importante 8,1%

Poco importante 5,4%

86,4%

5,5%

Molto basso 16,2%

Basso 40,5%Medio-basso

32,4%

Medio-alto 8,1%

Alto 2,7%

32,5%

Page 49: Rapporto 2016 community-cashless-society

45

Una particolare criticità è associata al ruolo svolto dagli interventi di policy. Infatti, per quasi l’87% dei rispondenti all’indagine, negli ultimi anni i Governi italiani non hanno sostenuto a sufficienza la promozione dei pagamenti effettuati con strumenti alternativi al contante.

Figura 32. Risposte alla domanda “Secondo Lei, negli ultimi anni i Governi italiani hanno promosso adeguatamente i pagamenti cashless?” (percentuale delle risposte). Fonte: risultati della survey della Community Cashless Society di The European House – Ambrosetti, 2016

A conferma di tale giudizio, per circa il 68% dei rispondenti la decisione di innalzare il limite legale all’uso del contante – da 1.000 Euro a 3.000 Euro con effetto dall’inizio di gennaio 2016 – è negativa (52,8%) o molto negativa (13,9%).

Figura 33. Risposte alla domanda “Come giudica la recente decisione del Governo di innalzare il limite all’uso del contante?” (percentuale delle risposte). Fonte: risultati della survey della Community Cashless Society di The European House – Ambrosetti, 2016

Un terzo dei rispondenti, al contrario, esprime apprezzamento circa l’innalzamento della soglia per i pagamenti in contante: tale risultato può essere analizzato anche considerando le motivazioni che “inducono” a detenere contante, come rivelano altre indagini condotte in Italia.

2,9%

88,6%

Sì No Non so

8,5%

Molto negativa52,8%

Negativa13,9%

Abbastanza positiva13,9%

Positiva11,1%

Molto positiva8,3%

67,7%

Page 50: Rapporto 2016 community-cashless-society

46

In considerazione del diffuso utilizzo del contante nel nostro Paese (83% dei pagamenti e 56% dei consumi delle famiglie), un tema molto dibattuto presso l’opinione pubblica riguarda i costi associati alla gestione del contante (come le spese di stampa, conservazione, sicurezza, trasporto, ecc.).

Secondo le ultime stime di Banca d’Italia, il costo del contante in Italia ammonta tra gli 8 e i 10 miliardi di Euro all’anno (pari allo 0,53% del PIL nazionale). Si riscontra una scarsa consapevolezza circa la reale dimensione del fenomeno: ad esempio, meno di un terzo dei rispondenti è consapevole del corretto ammontare dei costi del contante in Italia.

Figura 34. Risposte alla domanda “Secondo Lei, a quanto ammontano i costi annui della gestione del contante (stampa, conservazione, sicurezza, trasporto, ecc.) in Italia?” (percentuale delle risposte). Fonte: risultati della survey della Community Cashless Society di The European House – Ambrosetti, 2016

< 1 mld €3%

1 - 3 mld €22%

4 - 6 mld €29%

7 - 10 mld €31%

>10 mld €15%

Box – Perché molti italiani esprimono una preferenza per il contante rispetto ai pagamenti elettronici?

In Italia il contante è ancora oggi uno strumento di pagamento ampiamente utilizzato: secondo una recente indagine, quando si esce di casa, si detiene denaro in tasca (il 40% ha più di 50 Euro) così come il 77% del target non vi rinuncerebbe. Le motivazioni che spingono ad avere contante in tasca sono legate ad ostacoli di natura pratica, come: ― limitazione all’uso delle carte nei punti vendita (ad esempio, indisponibilità o mancato funzionamento dei

POS, utilizzo consentito solo sopra una certa soglia, ecc.) per il 64% dei rispondenti; ― utilità per il pagamento di piccole spese (come parcheggio, acquisto del giornale o del biglietto del mezzo

pubblico, ecc.) per il 59% dei rispondenti; ― possibilità di gestire liberamente un’emergenza per il 48% dei rispondenti. Frodi, furti o clonazioni costituiscono una barriera solo per una residua parte del campione intervistato (18%).

Fonte: PayPal-Duepuntozero Doxa, “Let the shopping begin. Indagine sull’atteggiamento nei confronti degli acquisti e profilazione degli online shopper”, luglio 2015

Page 51: Rapporto 2016 community-cashless-society

47

4.2. LE PRINCIPALI BARRIERE ALLA DIFFUSIONE DELLA CASHLESS SOCIETY

SECONDO I BUSINESS LEADER ITALIANI

Una seconda area di focalizzazione della survey ha riguardato i problemi che ad oggi ostacolano la piena diffusione dei sistemi di pagamento non-cash based in Italia.

Per quanto riguarda gli utilizzatori, i rispondenti all’indagine indicano tra le principali criticità la scarsa cultura digitale di cittadini (punteggio medio di 4,6 su una scala crescente da 1 a 6) e commercianti (4,4), seguite dalla percezione di costi elevati delle transazioni effettuate con carte di pagamento (4,1). Tali risultati confermano l’importanza di intervenire sul fronte “culturale” e sui comportamenti degli utilizzatori, anche nella direzione di comunicare correttamente le opportunità offerte dai moderni sistemi di pagamento o, per converso, i reali costi ad essi associati.

In minor misura, sono indicati tra i fattori ostativi: la preoccupazione per la sicurezza dei pagamenti elettronici (punteggio medio di 3,7), carenze infrastrutturali (3,7) – come la disponibilità di terminali POS o di banda larga – e i vincoli di tipo normativo-regolamentare (3,0).

Infine, ulteriori aspetti sollevati da alcuni rispondenti riguardano l’assenza di incentivi o detrazioni fiscali delle spese effettuate tramite pagamenti elettronici, l’elevato peso dell’economia sommersa, lo scarso sostegno a trasparenza e tracciabilità, unitamente alla mancanza di un piano d’azione con interventi coordinati.

Figura 35. Risposte alla domanda “Quali sono secondo Lei i problemi principali per la diffusione dei sistemi di pagamento senza l'uso del contante?” (scala da 1=minore criticità a 6=maggiore criticità; punteggio medio). Fonte: risultati della survey della Community Cashless Society di The European House – Ambrosetti, 2016

Relativamente alla percezione dei maggiori ostacoli all’offerta di opzioni di pagamento non-cash based da parte delle aziende, i costi connessi alle transazioni elettroniche sono il primo fattore indicato dai rispondenti (punteggio medio di 4,2 su una scala crescente da 1 a 6), seguiti in seconda e terza posizione dalle difficoltà nell’applicazione front-end in termini di sicurezza, user experience, ecc. (3,8) e dalla disponibilità di competenze interne alle aziende per implementare i sistemi di pagamento elettronici (3,6).

4,6

4,4

4,1

3,7

3,7

3,0

Scarsa cultura digitale da parte dei clienti

Scarsa cultura digitale da parte deicommercianti

Costi della transazione

Preoccupazione per la sicurezza delletransazioni (es. frodi, ecc.)

Carenze infrastrutturali

Vincoli della regolamentazione e dellanormativa

Page 52: Rapporto 2016 community-cashless-society

48

Figura 36. Risposte alla domanda “Quali ritiene che siano i maggiori ostacoli all'offerta di opzioni di pagamento senza contanti da parte delle aziende?” (scala da 1=ostacolo di minor peso a 6=ostacolo di maggior peso; punteggio medio). Fonte: risultati della survey della Community Cashless Society di The European House – Ambrosetti, 2016

Con riferimento alla percezione sul livello dei costi connessi ai pagamenti con strumenti elettronici (indicati come terzo ostacolo per la diffusione delle transazioni cashless sul lato della domanda, e primo sul lato dell’offerta), circa il 69% dei rispondenti li reputa ancora alti, nonostante gli effetti della recente normativa europea che ha ridotto sostanzialmente le fee per le transazioni elettroniche37.

Figura 37. Risposte alla domanda “Anche alla luce della recente normativa europea che ha ridotto le fee per le transazioni elettroniche, come giudica l’attuale livello dei costi associati ai pagamenti con strumenti elettronici?” (percentuale delle risposte). Fonte: risultati della survey della Community Cashless Society di The European House – Ambrosetti, 2016

Per quanto riguarda l’attuale grado di sicurezza delle transazioni elettroniche in Italia, si ravvisa una diffusa percezione di adeguatezza dei sistemi di sicurezza: per quasi l’86% dei top manager coinvolti nell’indagine il livello è “alto” o “medio-alto”.

37 Da giugno 2015 è entrato in vigore il Regolamento (UE) 2015/751 sul tetto alle commissioni che vengono applicate nel rapporto fra banca del negoziante e banca del consumatore per i pagamenti effettuati attraverso carte di credito e di debito (Interchange Fee), la cui soglia massima, a valere dal 9 dicembre 2015, viene fissata a 0,3% per le transazioni effettuate con carta di credito e a 0,2% per le transazioni abilitate tramite carte di debito. Questa misura risponde all’obiettivo auspicato dalla Commissione Europea di ridurre i costi per retailer e consumatori, aumentando la trasparenza sulle operazioni e ponendo le basi per un mercato europeo integrato anche sul fronte delle commissioni.

4,2

3,8

3,6

3,5

3,3

3,3

Costi connessi alle transazioni elettroniche a carico dell’azienda (es., merchant fee)

Difficoltà nell'applicazione front-end (es. sicurezza,user experience, ecc.)

Disponibilità di competenze all'interno delle aziendeper implementare i sistemi di pagamento elettronici

Scarsa domanda/utilità percepita da parte dei clientifinali

Difficoltà nell'implementazione e nell'integrazione conil back-office dell'azienda

Aspetti legati alla sicurezza delle transazioni

0,0%5,7%

25,7%

40,0%

22,9%

5,7%

Molto basso Basso Medio-basso Medio-alto Alto Molto alto

68,6%

Page 53: Rapporto 2016 community-cashless-society

49

Tale risultato deve essere analizzato anche in considerazione della composizione del campione, che risulta tendenzialmente più “preparato”, e quindi consapevole, rispetto al cittadino medio, per il quale, al contrario, il timore di possibili frodi nell’effettuare pagamenti con carta o elettronicamente rappresenta spesso una barriera all’utilizzo di tali strumenti, come emerge da altre survey di tipo generalista indirizzate alle diverse fasce della popolazione38 (si veda anche quanto detto prima).

Figura 38. Risposte alla domanda “Come giudica l’attuale livello di sicurezza delle transazioni elettroniche in Italia?” (percentuale delle risposte). Fonte: risultati della survey della Community Cashless Society di The European House – Ambrosetti, 2016

Quanto ai vantaggi associati all’utilizzo dei moderni sistemi di pagamento, per oltre il 91% dei top manager coinvolti nell’indagine i pagamenti elettronici sono un importante mezzo per ottenere informazioni sui clienti e, tramite queste, rafforzare le relazioni con loro e sviluppare nuove soluzioni e servizi a valore aggiunto.

Figura 39. Risposte alla domanda “Secondo Lei, quanto sono importanti i pagamenti elettronici come mezzo per ottenere informazioni sui clienti e, tramite queste, rafforzare le relazioni con loro?” (punteggio crescente da 1=“molto basso” a 6=“molto alto”; percentuale delle risposte). Fonte: risultati della survey della Community Cashless Society di The European House – Ambrosetti, 2016

38 Una recente indagine sulle abitudini di acquisto e pagamento condotta in Italia rivela che: il rischio di frodi su Internet è ritenuto di livello “medio” dal 34,5% degli italiani, ma “elevato” dal 44,4%; il 64,6% degli italiani comprerebbe “più spesso” e “molto più spesso” online a fronte di un miglioramento della sicurezza dei dati; Il 58,2% dichiara di prestare “molta attenzione” alla propria sicurezza quando effettua acquisti sul web. Tuttavia, il 23,8% degli italiani dichiara di essere preoccupato dal possibile furto di dati dalla propria carta di credito, mentre il 17,9% teme la violazione delle password dei servizi di pagamento online. Fonte: indagine Paysafecard, maggio 2015.

Basso2,9% Medio-

basso11,4%

Medio-alto45,7%

Alto40,0%

0,0%

2,9%

34,3% 42

,9%

14,3%

Molto basso Basso Medio-basso Medio-alto Alto Molto alto

91,5%

5,6%

Page 54: Rapporto 2016 community-cashless-society

50

4.3. L’OPINIONE DELLA BUSINESS COMMUNITY SULLE POSSIBILI LEVE

D’INTERVENTO PER LA DIFFUSIONE DEI PAGAMENTI ELETTRONICI NEL PAESE

I business leader sono stati anche interrogati sulle possibili aree d’intervento per promuovere i pagamenti elettronici in Italia.

Innanzitutto, viene attribuito un ruolo chiave alla P.A. per aumentare l’accettazione degli strumenti cashless per i pagamenti (punteggio medio di 5,4 su un valore massimo di 6). Anche la deduzione di alcune categorie di spesa a condizione che siano pagate con strumenti alternativi al contante è apprezzata dai rispondenti (punteggio medio di 5,3), così come la previsione di incentivi fiscali e finanziari a commercianti e consumatori, che ricevono un punteggio medio pari rispettivamente a 5,1 e 5,0.

Tra le indicazioni ricevute dalla classe dirigente del Paese, ottengono un riscontro positivo anche la realizzazione di campagne di education e informazione (punteggio di 4,8), l’introduzione dell’obbligo per l’utilizzo di strumenti di pagamento elettronici per alcune tipologie di spesa (4,5) e della tassazione sul prelievo di contante (3,6).

Figura 40. Risposte alla domanda “Quali leve di intervento ritiene più efficaci per la promozione dei pagamenti elettronici in Italia?” (scala da 1=minima efficacia a 6=massima efficacia; punteggio medio). Fonte: risultati della survey della Community Cashless Society di The European House – Ambrosetti, 2016

5,4

5,3

5,1

5,0

4,8

4,5

3,6

Aumentare l'accettazione degli strumenti dipagamento cashless nella PA

Possibilità di dedurre alcune categorie di spesasolo se sostenute con pagamenti cashless

Incentivi fiscali e finanziari ai commercianti

Incentivi fiscali e finanziari ai consumatori

Campagne di education e informazione

Obbligo di pagamento elettronico per alcunetipologie di spesa

Tassazione sul prelievo di contante

Page 55: Rapporto 2016 community-cashless-society

51

CAPITOLO 5

LE PROPOSTE DELLA COMMUNITY CASHLESS SOCIETY PER ACCELERARE LA DIFFUSIONE DEI PAGAMENTI ELETTRONICI IN ITALIA

Le analisi svolte mostrano che il nostro Paese deve risolvere alcune criticità di tipo “strutturale” ma, allo stesso tempo, può fare leva su opportunità da sfruttare in chiave di “fattori abilitanti” per la diffusione dei pagamenti elettronici.

Nello specifico:

� L’Italia si trova in una posizione di arretratezza sulla diffusione degli strumenti di pagamento elettronici (33,5 transazioni pro-capite con carte di pagamento rispetto alla media UE-28 di 93,2 nel 2014) e i tassi di sviluppo sono bassi (tasso medio annuo composto di crescita nell’utilizzo pro-capite delle carte nel periodo 2008-2014 pari a +6,2% rispetto al +7,8% medio UE-28).

� Non vi è ancora una consapevolezza radicata delle esternalità negative legate al contante (il denaro in circolazione è amentato mediamente del 5% all’anno tra 2008 e 2014, così come sono in crescita i prelievi da sportelli ATM, +85% nel 2014 rispetto al 2008), anche in termini di minor modernità del sistema nel suo complesso.

� Gli utilizzatori finali (cittadini, esercenti, ecc.) scontano una “ignoranza informativa” diffusa circa le realtà (costi, condizioni di utilizzo, ecc.) e i benefici associati ai pagamenti cashless, sia fisici che digitali.

� Le iniziative lanciate nel tempo, anche a livello politico, non sono sempre state coerenti tra loro e hanno generato messaggi discordanti.

� La revisione della Direttiva sui Servizi di Pagamento nel mercato interno (PSD2) e il suo recepimento a livello nazionale aprono una finestra di opportunità per riordinare la struttura di regole vigenti.

� Il settore dei pagamenti elettronici è in veloce evoluzione ed occorre un bilanciamento tra strutture tariffarie sostenibili dei servizi e investimenti in tecnologica e sicurezza.

Si deve quindi definire un intervento, a livello nazionale, di natura sistemica che possa intervenire sui fattori ostativi e valorizzare i fattori acceleratori la diffusione dell’uso dei pagamenti cashless.

5.1. UNA STRATEGIA NAZIONALE PER LA DIFFUSIONE DELL’USO DEI

PAGAMENTI ELETTRONICI IN ITALIA

La Community Cashless Society propone di varare una strategia nazionale per la diffusione dei pagamenti elettronici, finalizzata a:

a) Dare un indirizzo (in termini di ruoli, funzioni e poteri) di medio-lungo termine e razionalizzare le iniziative sui pagamenti cashless.

b) Fissare obiettivi condivisi con gli stakeholder (industry, istituzioni, consumatori).

Page 56: Rapporto 2016 community-cashless-society

52

c) Implementare regole, standard e priorità per strutture tariffarie sostenibili dei servizi e garantire la disponibilità tecnologica.

d) Attivare le competenze interdisciplinari (normative, tecnologiche, ecc.) necessarie a governare la transizione verso la cashless society e trarne i massimi benefici.

e) Garantire un ruolo politico forte sul tema dei pagamenti elettronici, anche per portare le istanze dell’Italia in Europa.

La strategia deve essere guidata da una chiara visione di sviluppo di medio-lungo periodo - ad esempio, 10 anni (2016-2026) come lungo termine e 5 anni come medio termine. La Community propone la seguente visione:

La Community Cashless Society ha individuato 5 assi prioritari d’intervento: 1) Sensibilizzazione, informazione ed educazione degli utilizzatori; 2) Razionalizzazione e semplificazione normativa; 3) Sicurezza delle transazioni elettroniche; 4) Innovazione e competitività dell’industria nazionale dei pagamenti; 5) Fattori acceleratori.

A seguito di una attenta diagnosi sullo stato dei pagamenti elettronici in Italia (orientata a delineare un quadro informativo dettagliato sulla situazione di partenza del Paese), ciascun asse deve essere declinato in:

� azioni prioritarie, organizzate secondo un mix di misure incentivanti e di misure repressive; di seguito, si presentano le proposte messe a punto dalla Community;

� indicatori di risultato (generali e specifici);

� identificazione degli attori coinvolti nelle specifiche azioni;

� definizione dei rispettivi ruoli;

� definizione dei tempi di deployment della strategia e loro aggiornamento.

La Community propone inoltre tre macro-obiettivi di sistema a cui tendere, associati alla strategia d’azione nazionale e agganciati a puntuali indicatori di performance:

1. Consolidare la transizione verso la cashless society, allineando il punteggio dell’Italia nel Cashless Society Index da 2,99 (valore attuale del CSI 2016) a 5,03 (valore della Francia) e individuando come sotto-indicatori l’allineamento del nostro Paese alla media europea con riferimento a:

- operazioni con contante dell’Europa (dall’83% al 67% delle operazioni totali);

- consumi transati con strumenti alternativi al contante (dal 14% al 30%).

2. Migliorare l’alfabetizzazione finanziaria della popolazione, ai fini di aumentare la capacità dei cittadini-utilizzatori di relazionarsi verso i pagamenti elettronici, adottando come indicatore il miglioramento del posizionamento dell’Italia nel

“Affermare l’Italia come un Paese non-cash based, capace di generare servizi avanzati e innovazioni tecnologiche lungo la filiera, con una autorevole influenza a livello europeo e che fa della transizione

cashless un asset competitivo e di sviluppo”

Page 57: Rapporto 2016 community-cashless-society

53

Financial Literacy Index39 – ad esempio, passando da 37 (valore attuale dell’Italia) ad almeno 67 (punteggio del Regno Unito).

3. Avere una industry dei pagamenti competitiva e una leadership europea su alcuni “fattori abilitanti”, puntando su alcuni ambiti di focalizzazione come: sicurezza dei pagamenti, pagamenti in mobilità, sinergia con il sistema di Identità Digitale (SPID), servizi a maggior valore aggiunto40, ecc..

Figura 41. Obiettivi, visione, perimetro d’intervento e strumenti per una strategia cashless in Italia. Fonte: elaborazione The European House - Ambrosetti, 2016

39 L’indagine “Global Financial Literacy Survey”, realizzata da Standard & Poor’s Ratings Services in collaborazione con Banca Mondiale, George Washington University e Gallup, rappresenta ad oggi la più ampia e completa misurazione del livello di alfabetizzazione finanziaria nel mondo (oltre 150.000 adulti in 148 Paesi nell’edizione 2014). 40 Come servizi di couponing, promozioni geolocalizzate, servizi di consulenza finanziaria, gestione del risparmio, ecc..

OBIETTIVI

A. Dare un indirizzo (ruoli, funzioni e poteri) di medio-lungo termine e razionalizzare le iniziative sui pagamenti cashless

B. Fissare obiettivi condivisi con gli stakeholder (industry, istituzioni, consumatori, ecc.)

C. Implementare regole, standard e priorità per strutture tariffarie sostenibili dei servizi e garantire la disponibilità tecnologica

D. Attivare le competenze interdisciplinari (normative, tecnologiche, ecc.) necessarie a governare la transizione cashless e trarne i massimi benefici

E. Garantire un ruolo politico forte sul tema dei pagamenti elettronici, anche per portare le istanze dell’Italia in Europa

VISIONE

Affermarsi come un Paese non-cash based, capace di generare servizi avanzati e

innovazioni tecnologiche lungo la filiera, con una autorevole influenza a livello europeo e che fa della transizione cashless un asset

competitivo e di sviluppo

2. Razionalizzazione e semplificazione normativa

3. Sicurezza delle transazioni elettroniche

1. Sensibilizzazione, informazione ed educazione degli utilizzatori

5. Fattori acceleratori

4. Innovazione e competitività dell’industria nazionale dei pagamenti

Azioni (per ogni asse prioritario d’intervento, con un mix di misure incentivanti e repressive)

Ruoli (attori coinvolti nelle specifiche azioni)

Tempi di deployment della strategia e loro aggiornamento

STRUMENTI

Indicatori di risultato generalie specifici per area di priorità (produzione e misurazione)

Diagnosi non-cash turnover in Italia (base informativa completa)

ASSI PRIORITARI DI INTERVENTO

Box – L’alfabetizzazione finanziaria della popolazione è ancora bassa in Italia

Norvegia, Danimarca e Svezia hanno il tasso più alto di alfabetizzazione finanziaria (71% della popolazione adulta) a livello globale. Anche Israele (68%), Canada (68%), Regno Unito (67%), Paesi Bassi (66%), Germania (66%), Australia (63%) e Finlandia (63%) si posizionano nei prime 10 posizioni. Tra i Paesi del G7, l’Italia è l’economia sviluppata con il più basso tasso di alfabetizzazione finanziaria (37%).

Tali evidenze sono confermate anche dalle analisi realizzate da The European House - Ambrosetti per il Consorzio PattiChiari su un campione di 4.200 italiani. Nel 2008, l’indicatore del livello di cultura finanziaria (ICF PattiChiari) era pari a 3,5 su una scala da 0 (assenza di conoscenza) a 10 (ottimale conoscenza), salito nel 2010 a 4,3, un valore ancora insufficiente.

Fonte: “Global Financial Literacy Survey”, 2015 e Consorzio PattiChiari – The European House-Ambrosetti, 2010

Page 58: Rapporto 2016 community-cashless-society

54

La strategia nazionale deve valorizzare e fare leva su alcuni elementi-chiave che possono aiutare a traguardarne gli obiettivi di medio-lungo termine, da individuarsi negli investimenti, pubblici e privati, in infrastrutture e digitalizzazione realizzati in Italia negli ultimi anni per allineare il Paese ai mercati più evoluti in Europa e sviluppare una industria dei sistemi di pagamento competitiva e moderna, nel quadro normativo e nelle abitudini di consumo dei cittadini-clienti. L’Italia può contare infatti su:

� Una presenza capillare sul territorio nazionale dei circuiti BANCOMAT e PagoBANCOMAT41 e di terminali POS (2 milioni di terminali, di cui 500mila contactless, a fine 2015).

� Lo sviluppo di altre infrastrutture per la dematerializzazione dei pagamenti nella vita quotidiana, che consentono la tracciabilità delle operazioni e la semplificazione della customer experience, favorendo un maggiore utilizzo dei pagamenti elettronici rispetto al contante; ad esempio, con riferimento alla mobilità: nel 2015 le transazioni in Italia per biglietti dei servizi di trasporto pubblico locale sono state 6 milioni, 3 milioni quelle per soste e 6 milioni per car sharing; l’utilizzo dei sistemi di pedaggio elettronico autostradale (come Telepass) è in crescita42.

� La definizione di una normativa all’avanguardia in materia di digitalizzazione, tra cui il Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) quale uno dei pilastri del processo di rinnovamento della Pubblica Amministrazione. In tale contesto si inseriscono l’avvio del Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID)43 e la penetrazione della posta certificata (circa 215mila domini registrati e oltre 8 milioni di caselle PEC in esercizio nel periodo luglio-agosto 2015; 8 milioni di certificati di firma elettronica attivi per la dematerializzazione dei documenti).

� La pervasività dei device di telefonia mobile: l’Italia ha 158 sottoscrizioni mobile ogni 100 abitanti (rispetto alla media di 134 nell’UE-28) ed è il secondo Paese in Europa in valore assoluto (nel 2014, 96,2 milioni di sottoscrizioni di carte SIM, dietro alla Germania con 110,3 milioni); il tasso di penetrazione di smartphone è pari a 75,3% e il 43% della popolazione utilizza Internet da dispositivi mobile.

41 A conferma dell’ampia diffusione e utilizzo dei due circuiti, le carte a marchio BANCOMAT e PagoBANCOMAT in circolazione sono circa 36 milioni, i prelievi su circuito BANCOMAT ammontano a circa 840 milioni e il numero di pagamenti su Circuito PagoBANCOMAT si attesta ad oltre 1,3 miliardi. Gli sportelli ATM e i POS abilitati ad operare sul territorio sono rispettivamente 53.000 e 1,7 milioni, con 548 aderenti ai circuiti del consorzio. Fonte: Consorzio BANCOMAT, marzo 2016. 42 Telepass, società soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Autostrade per l’Italia, è specializzata nell’emissione, commercializzazione e gestione dei sistemi di pagamento elettronico Telepass e Viacard. Oggi, la società conta 6 milioni di clienti Telepass, 12 milioni di titoli di pagamento attivi, a fronte di 1 miliardo di transazioni elettroniche e quasi 5 miliardi di Euro transati nel 2015. Primario operatore nei servizi di telepedaggio (con oltre il 30% dei dispositivi in circolazione nella Comunità Europea), Telepass ha progressivamente ampliato il proprio raggio di azione, affiancando al pagamento dei pedaggi presso i caselli autostradali, anche quello di parcheggi convenzionati, accesso alle aree ZTL, soste sulle strisce blu (con dispositivo Telepass o l’app mobile Pyng) e il traghettamento sullo stretto di Messina. Fonte: Telepass, marzo 2016. 43 SPID è la nuova piattaforma di accesso ai servizi online che – nell’ottica di semplificare i rapporti tra cittadini, imprese e P.A. – permette di accedere con credenziali uniche ai servizi online della P.A. e dei privati che vi aderiranno (entro giugno 2016, saranno oltre 600 i servizi che permetteranno l’accesso tramite SPID); il sistema, grazie a tre tipologie di identità (a ciascuna delle quali corrisponde un crescente livello di sicurezza), permetterà la piena protezione dei dati personali e la tutela della privacy.

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� La crescita degli acquisti su canale elettronico e mobile: anche se l’Italia è ancora lontana dalla media europea (53%), la quota di individui che ha effettuato acquisti online negli ultimi 12 mesi è passata, tra 2010 e 2015, dal 15% al 26%; inoltre, i pagamenti mobile o contactless sono cresciuti del 45% tra 2013 e 2015.

Di seguito sono dettagliati i 5 assi prioritari di intervento della strategia organizzati nella descrizione del contesto di riferimento e delle proposte d’azione messe a punto dalla Community Cashless Society per la promozione dei pagamenti elettronici in Italia.

5.2. SENSIBILIZZAZIONE, INFORMAZIONE ED EDUCAZIONE DEGLI

UTILIZZATORI (ASSE 1)

IL CONTESTO DI RIFERIMENTO

A differenza di altri Paesi europei, nella promozione dei pagamenti cashless l’Italia deve fronteggiare alcune criticità legate ad aspetti di natura culturale e ad abitudini di consumo. Ad oggi esiste nel Paese:

‒ Una diffusa ignoranza informativa degli utilizzatori finali sugli strumenti di pagamento elettronici e sui loro benefici, all’interno di un contesto di bassa alfabetizzazione finanziaria (anche nelle fasce giovani della popolazione).

‒ La resilienza delle tradizionali abitudini di pagamento: ad es.il 15,5% degli italiani paga in contante per acquisti online, pari a 3 volte il dato di Regno Unito, Danimarca e Francia.

Figura 42. Utilizzo di contante per acquisti online al momento della consegna in alcuni Paesi europei (percentuale della popolazione), 2015. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Commissione Europea, “Consumer Conditions Scoreboard”, 2015

15,5%

12,5%11,1%

5,6% 5,0% 4,8%

Italia Svezia Germania Francia Danimarca Regno Unito

Box – I giovani italiani e l’educazione finanziaria secondo l’indagine OCSE-PISA

Nella rilevazione del test PISA 2012, i risultati dell’Italia sono inferiori alla media dei 13 Paesi dell’OCSE che hanno partecipato all’indagine: più di uno studente italiano di 15 anni su 5 (21,7% rispetto alla media OCSE del 15,3%) non riesce a raggiungere il livello di riferimento di alfabetizzazione finanziaria. Complessivamente, tra i 18 Paesi analizzati, gli studenti italiani totalizzano un punteggio pari a 466, rispetto alla media di 500 delle 13 economie dell’OCSE, 529 dell’Estonia, 510 della Polonia, 486 della Francia e 484 della Spagna.

Fonte: OCSE, Programme for International Student Assessment (PISA), indagine 2012

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‒ Scarse competenze tecnologico-digitali nella popolazione: ad esempio, il 28% degli italiani non ha mai usato Internet rispetto al 16% medio UE-28. Inoltre, solo il 18,6% degli italiani acquista online beni fisici (vs. il 76,2% del Regno Unito, il 66,4% della Germania o il 50,1% della Francia) e il 13,4% acquista online servizi (rispetto al 62,2% del Regno Unito, al 48,5% della Germania o al 40,4% della Francia).

Figura 43. Individui che non hanno mai utilizzato Internet nei Paesi dell’UE-28 (percentuale della popolazione), 2015. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Eurostat, 2016

PROPOSTE D’AZIONE

A. Promuovere, con la guida delle Istituzioni e la collaborazione degli attori dell’industry dei sistemi di pagamento, un’azione strutturata di sensibilizzazione ed educazione di cittadini ed esercenti attraverso:

- una campagna di comunicazione sul modello “Pubblicità Progresso”, mirata ad informare sui pagamenti elettronici e sui loro vantaggi rispetto al contante (inclusi i costi), anche coinvolgendo personalità note come “ambasciatori” del non-cash;

- un programma nazionale di educazione finanziaria per giovani e anziani, con strumenti diversificati per categoria di destinatari44, che integri contenuti sull’uso di strumenti di pagamento elettronici e metta a sistema le iniziative già in essere45;

- l’introduzione di strumenti di gamification, come la “lotteria degli scontrini”, anche eventualmente utilizzando la piattaforma Italia Login come repository e test su categorie di transazioni.

44 Percorsi didattici nell’istruzione secondaria di 1° e 2° grado, con contenuti formativi certificati dalle istituzioni competenti e con il coinvolgimento di famiglie e insegnanti per garantire un adeguato livello di tutela dei minori; programmi informativi per anziani (ad esempio, in collaborazione con associazioni dei consumatori, associazioni ed operatori del settore bancario-finanziario e Fondazioni/Onlus). 45 Tra gli altri: il progetto MIUR-Banca d’Italia “Educazione finanziaria nelle scuole”, avviato nel 2008, che ha previsto anche la formazione di dirigenti e docenti (nell’a.s. 2014-2015 si sono svolti sul territorio 119 incontri di formazione per gli insegnanti e sono stati coinvolti oltre 60.000 studenti e circa 2.900 classi); programmi speciali didattici (come “Economi@scuola”) promossi dalla Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio nelle scuole italiane; progetti di alfabetizzazione economico-finanziaria rivolti agli studenti (ad es. l’iniziativa “Young Factor” (500.207 studenti coinvolti nel 2015) dell’Osservatorio Permanente Giovani-Editori (OPGE) in collaborazione con primari istituti bancari del Paese.

35%

32%

30%

28%

28%

27%

26%

26%

25%

22%

22%

21%

19%

18%

16%

16%

16%

13%

13%

13%

11%

10%

9%6% 5% 5% 4% 3% 2%

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57

B. Fornire – come iniziativa di sistema e ad integrazione di quanto richiesto dagli adempimenti normativi comunitari e nazionali – prospetti informativi semplificati (sul modello della “bolletta 2.0”, introdotta da gennaio 2016 per i consumi di elettricità e gas naturale) inerenti ai costi delle operazioni con strumenti di pagamento elettronici.

RACCOMANDAZIONE

Garantire la coerenza di fondo dei messaggi e delle azioni avviate a livello nazionale, secondo un mix efficiente di misure di incentivo per stimolare l’utilizzo degli strumenti di pagamento cashless e di repressione, per prevenire/ridurre comportamenti illeciti e/o illegali.

Un esempio circa la necessità di adottare una linea di posizione coerente, a livello politico e nei fatti (come anche emerso dai risultati della survey della Community indirizzata ai business leader del Paese), è offerto dalle modifiche apportate alla soglia di utilizzo del contante per i pagamenti. Tale limite, tra il 2008 e il 2016, è cambiato più volte in Italia, passando dai 12.500 Euro con il D.L. 112/2008 a seguito delle modifiche alla normativa antiriciclaggio a 1.000 Euro nel 2011, e recentemente risalito a 3.000 Euro dal 1° gennaio 2016 per effetto della Legge di Stabilità 201646.

Figura 44. Timeline delle misure-chiave sulla soglia legale del contante per i pagamenti in Italia, 2008-2016. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati del Governo Italiano, 2016

5.3. RAZIONALIZZAZIONE E SEMPLIFICAZIONE NORMATIVA (ASSE 2)

IL CONTESTO DI RIFERIMENTO

Ad oggi, nel sistema bancario-finanziario e, più in generale, nella Pubblica Amministrazione italiana, permangono alcuni elementi sul fronte normativo e

46 In deroga alle norme sul limite del contante, gli operatori del settore del commercio al minuto e agenzie di viaggio e turismo sono autorizzati a vendere beni e servizi a cittadini stranieri extra-UE fino a 15.000 Euro. In Europa, tale soglia di 15.000 Euro per i non residenti fiscali vige anche in Spagna e in Francia (dove sarà ridotta a 10.000 Euro a decorrere dal 2017, mentre il limite per i residenti è stato ridotto da 3.000 a 1.000 Euro da settembre 2015).

€ 12.500

€ 5.000

€ 2.500€ 1.000

€ 3.000

2008 - D.L. n.112/2008

2010 - D.L. n.78/2010

2011 - D.L. n.38/2011

2011 - D.L. n.201/2011

2016 - Legge distabilità 2016

Giovanni Facco
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regolamentare che rischiano di frenare l’adozione e l’utilizzo degli strumenti di pagamento cashless:

‒ Le richieste e gli adempimenti normativi negli ultimi anni sono cresciuti significativamente (anche in modo non sempre coordinato) e la compliance ha costi ingenti e in aumento47.

‒ Le spese della P.A. per acquisti di beni e servizi sono una quota rilevante del PIL italiano (circa 87 miliardi di Euro) ed esistono spazi di efficientamento, controllo e razionalizzazione attraverso la modernizzazione delle procedure e modalità di acquisto.

PROPOSTE D’AZIONE

A. Avviare, anche sfruttando l’opportunità offerta dal recepimento della Direttiva 2015/2366/(UE) sui servizi di pagamento nel mercato interno (PSD2), un’azione di razionalizzazione e semplificazione normativa, partendo da ambiti-chiave come la trasparenza e i flussi informativi.

B. Rimuovere i limiti normativi attuali all’utilizzo della carta di credito (fisica o virtuale) come strumento di pagamento delle spese per beni o servizi della Pubblica Amministrazione.

Una operazione di semplificazione e razionalizzazione normativa deve essere uno sforzo organico e di sistema che deve partire da un attento studio e prevedere un rapporto collaborativo tra tutti gli stakeholder coinvolti (pubblici e privati). A titolo esemplificativo, alcuni ambiti di semplificazione possono essere:

‒ Identificazione dei clienti (nuovi ed esistenti), facendo leva sulle informazioni in possesso della banca tramite il Servizio di Allineamento Mandati SEDA (SEPA Electronic Database Alignment) eliminando, di conseguenza, la necessità di effettuare tutte le attività di adeguata verifica che sono state già eseguite dalla banca stessa in fase di apertura di conto corrente. In questo quadro, è da valutare anche la possibilità di identificazione del cliente anche tramite altre carte di credito o prepagate.

‒ Rendere l’identificazione dei servizi trusted, regolata all’interno della normativa eIDAS, valida ai fini del riconoscimento richiesto per i servizi finanziari secondo le normative Anti Money Laundering (AML) in modo da permettere una acquisizione dei clienti bancari, attraverso un processo di riconoscimento del cliente più robusto dal punto di vista della sicurezza, ma snello dal punto di vista della procedura (si veda il punto sopra), che rimuova la necessità di firma della documentazione cartacea, del riconoscimento in presenza e l’obbligo di conservazione dei contratti cartacei (favorendo così la dematerializzazione e remotizzazione del rapporto), in

47 La spesa IT delle banche italiane per la compliance è pari al 12,3% del cash-out totale; considerando i costi “nascosti” (assorbimento personale, ecc.), tale valore può superare il 50%. Fonte: ABI Lab, 2015.

La pressione regolamentare per il settore finanziario è in crescita a livello globale

Nel mondo, ci sono circa 155 alert al giorno su cambiamenti della normativa (erano 68 nel 2012). Inoltre, nel periodo 2014-2018, il quadro normativo vede più di 20 nuove regolamentazioni o adeguamenti, con impatti significativi sulle banche italiane ed europee.

Fonte: Thomson Reuters Accelus, 2015

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linea con gli orientamenti espressi dalla European Banking Authority (EBA) nel documento EBA/DP/2015/03.

‒ Eliminazione dell’obbligo di aggiornamento delle informazioni per la clientela acquisita mediante canale bancario (essendo tali informazioni già aggiornate dalla banca stessa), oppure implementazione di un flusso informativo in logica “open” con la banca che ha consentito l’acquisizione del cliente e che ha aggiornato i dati48.

‒ Integrazione dei flussi di reportistica all’Archivio Unico Informatico e all’Anagrafe Tributaria, superando l’attuale duplicazione di dati.

Per quanto riguarda l’introduzione della carta di credito come strumento di pagamento alternativo a quelli tradizionalmente utilizzati dalla P.A., tale opzione risale alla Legge n. 549/1995, cui ha fatto seguito l’adozione delle disposizioni regolamentari con Decreto del Ministro del Tesoro del 9 dicembre 1996. Tuttavia, questi interventi normativi hanno previsto l’utilizzo della carta di credito da parte di dirigenti e funzionari limitatamente al pagamento di alcune tipologie di spese ed esclusivamente nel caso in cui non fosse “possibile o conveniente” ricorrere alle ordinarie procedure di pagamento49.

Viceversa l’utilizzo delle carte per gli acquisti di beni e servizi nel settore pubblico porterebbe importanti benefici50:

‒ Ridurre i costi (di processo, di transazione e di approvvigionamento) relativi alle operazioni di acquisto eseguite dalla P.A. e completare il processo di digitalizzazione dei pagamenti del settore pubblico italiano, ampliando le categorie di spese della P.A. per le quali è possibile pagare con carta di credito.

‒ Avere uno strumento di performance management delle spese pubbliche, permettendo così la definizione e la verifica del raggiungimento di benchmark di spesa nella P.A., analogamente a quanto già avviene nel settore privato.

‒ Promuovere un maggiore “empowerment” mediante l’attribuzione di un immediato potere di spesa al personale incaricato dell’approvvigionamento, con la possibilità di attivare meccanismi premianti nei confronti delle Amministrazioni più virtuose51.

‒ Contribuire all’azione di contrasto all’economia sommersa in Italia, grazie all’adozione generalizzata di soluzioni di pagamento elettronico tracciabili ed efficienti da parte della P.A..

Il Governo dovrebbe inoltre implementare l’obbligo introdotto nel “Decreto Crescita 2.0” del 2012 che sancisce l’obbligo per la P.A. di dotarsi di POS e almeno dare seguito alla Riforma della Pubblica Amministrazione (“Riforma Madia”) che richiede agli uffici pubblici di dare priorità ai pagamenti elettronici rispetto ad altre forme di pagamento.

48 Vengono fatte salve altre modalità di identificazione dei clienti. 49 In aggiunta, queste norme regolamentari hanno limitato l’utilizzo della carta di credito alle sole spese regolate in regime di contabilità speciale, per cui i pagamenti con carta di credito possono essere effettuati nei limiti della somma oggetto dell’ordine di accreditamento in favore del funzionario delegato dell’amministrazione interessata. 50 Ad esempio, negli Stati Uniti, dal 1999 l’utilizzo della Government Purchase Card ha permesso di conseguire risparmi di costo pari a 7,1 miliardi di Dollari nel 2010. Nel Regno Unito, la Government Procurement Card, introdotta dal 1997, ha generato risparmi pari al 20% dei costi relativi al procurement. 51 Ad esempio, la retrocessione di una parte dei risparmi conseguiti grazie all’utilizzo della carta di credito per l’esecuzione delle proprie spese.

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RACCOMANDAZIONE

Nel varo di nuove misure/interventi in tema di pagamenti elettronici, adottare come principio di riferimento, quello di rendere più conveniente l’uso dei pagamenti cashless rispetto al contante.

Tra le possibili misure da adottare si potrebbe valutare, ad esempio, l’introduzione di: prezzi differenziati tra titoli cartacei ed elettronici, sull’esempio di iniziative lanciate in altri Paesi (si pensi al caso della Oyster Card londinese); semplificazioni amministrative e benefici fiscali.

5.4. SICUREZZA DELLE TRANSAZIONI ELETTRONICHE (ASSE 3)

IL CONTESTO DI RIFERIMENTO

I cambiamenti e l’evoluzione tecnologica del mercato dei pagamenti, globale ed europeo, sul lato tanto della domanda quanto dell’offerta, impattano sui livelli di sicurezza da garantire alle operazioni effettuate con strumenti di pagamento fisici e virtuali, richiedendo un rafforzamento dei presìdi contro furti di identità, casi di phishing e deviazioni di fondi52.

La sicurezza delle transazioni di pagamento è un elemento fondamentale per la creazione e il mantenimento della fiducia nel sistema.

Da un lato, la pervasività delle tecnologie digitali e la dematerializzazione delle operazioni richiede infatti sistemi di sicurezza e di autenticazione certificata, anche per garantire il cliente-cittadino, che rappresenta l’anello più vulnerabile e meno “educato” dell’intera filiera.

Dall’altro, la stessa revisione della Direttiva sui Servizi di Pagamento (PSD2) prevede un rafforzamento delle tutele per gli utilizzatori degli strumenti di pagamento, in particolare circa la sicurezza, protezione dei dati e autenticazione.

In un contesto in cui l’industry dei pagamenti ha effettuato ingenti investimenti per garantire crescenti livelli di sicurezza nel settore, ad oggi gli strumenti posti in essere per garantire la sicurezza delle transazioni elettroniche si traducono in interfacce, sistemi di autenticazione/identificazione e soluzioni tecnologiche differenti, con una frammentazione nella user experience e nel customer journey che rende complesso l’approccio dei consumatori a queste soluzioni di pagamento.

52 A fronte di crescenti investimenti in sicurezza informatica (+8% nel 2014 a livello globale, nonostante il perdurare della crisi economica), il numero e la gravità degli attacchi continuano ad aumentare, in un contesto nel quale si stima che due terzi degli incidenti non vengano nemmeno rilevati dalle vittime e, pertanto, inclusi nelle rilevazioni.

I cyber attacchi sono in aumento

In Italia i danni derivanti da attacchi informatici ammontano a circa 9 miliardi di Euro (pari allo 0,6% del PIL nazionale), con frodi via Internet in crescita (+11% nel 2014).

Fonte: Clusit – Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, 2016

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PROPOSTE D’AZIONE

A. Adottare – a tendere e in logica di piena applicazione dei requisiti di sicurezza, antiriciclaggio e antiterrorismo – il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID)53 come modalità (alternativa e non sostitutiva a quelle già esistenti) di identificazione per le operazioni di onboarding e per la strong authentication nelle operazioni di pagamento.

B. Avviare un’azione di sistema, guidata dal Governo, volta a rendere disponibili agli utilizzatori finali gratuitamente – bilanciando gli oneri economici tra i diversi attori coinvolti (banche, operatori delle telecomunicazioni, ecc.) secondo canoni di equità e sostenibilità economica e in linea con quanto previsto dalla PSD2 sulla notification – sistemi di notifica real-time avanzati per le transazioni elettroniche effettuate in ingresso e in uscita.

In particolare, l’utilizzo di SPID come ulteriore modalità di identificazione per le operazioni di onboarding e per la strong authentication nelle operazioni di pagamento può consentire di:

‒ dare impulso alla costruzione di una infrastruttura di identità digitale centralizzata per l’Agenda Digitale del Paese e valorizzarla a servizio del Sistema-Paese (con benefici in termini di crescita, semplificazione delle procedure e maggior produttività);

‒ uniformare livelli di affidabilità, sicurezza ed esperienza utente, favorendo la diffusione dei servizi di pagamento elettronico presso i cittadini;

‒ rafforzare la competitività dei service provider privati, che si affiancano agli altri due soggetti chiave di SPID (ovvero la P.A. e i Gestori dell’Identità Digitale);

‒ offrire maggiori livelli di informazione e tutela del cliente, aumentando la sua fiducia verso le operazioni e semplificando la gestione con maggiore consapevolezza delle spese effettuate.

In questo contesto, al fine di favorire lo sviluppo e l’adozione di SPID da parte degli operatori (attuali e futuri) – e valutate le condizioni tecniche, di fattibilità operativa e di garanzia di sicurezza – potrebbero essere favorite logiche open-source.

RACCOMANDAZIONE

Promuovere l’utilizzo, anche dal punto di vista normativo, delle nuove tecnologie per la sicurezza (e che migliorano la user experience) quali i profili reputazionali e/o comportamentali associati all’identità dell’utente e/o i sistemi biometrici per azioni autorizzative e/o dispositive del cliente.

La sicurezza di una società cashless e con procedure dematerializzate può essere irrobustita grazie alle opportunità offerte dagli strumenti di computer forensics e KYC (Know Your Customers), che permettono di implementare servizi di prevenzione del

53 È la soluzione promossa dal Governo italiano per permettere l’accesso a tutti i servizi online della P.A. e dei privati che aderiranno alla piattaforma con un’unica Identità Digitale certificata (Identità SPID).

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cybercrime, intervenendo nel periodo di tempo che intercorre tra l’identificazione del soggetto e l’effettuazione delle singole transazioni economiche.

‒ Un profilo reputazionale determinato da ranking oggettivi, generati incrociando informazioni diverse relative all’identità (centrale rischi, carichi pendenti, protesti, poteri di firma, ecc.) permette di avere anticipatamente – quando ancora la potenziale frode economica non è stata consumata – informazioni sul livello di rischio associato a una certa identità.

‒ L’associazione di profili comportamentali (IP address, importo medio transato, geo-localizzazione, IMEI device, ecc.) consente azioni di early warning o escalation di sicurezza, richiedendo ulteriori verifiche o azioni in via preliminare all’esecuzione della transazione, fino ad agire direttamente sulle autorizzazioni di pagamento.

5.5. INNOVAZIONE E COMPETITIVITÀ DELL’INDUSTRIA NAZIONALE DEI

PAGAMENTI (ASSE 4)

IL CONTESTO DI RIFERIMENTO

Il settore dei pagamenti presenta ampi spazi di sviluppo e può utilizzare come leva alcuni importanti infrastrutture del Paese:

‒ L’industry dei sistemi di pagamento elettronici sta assistendo ad una forte accelerazione dell’innovazione nelle tecnologie, negli strumenti e nei servizi offerti.

‒ Alcuni grandi macro-trend di consumo (come la diffusione dell’e-commerce) spingono verso la “delocalizzazione” e generano asimmetrie competitive.

‒ Diversi Paesi spingono per la competitività delle filiere nazionali del settore riconoscendone il valore come assett competitivo (come ad esempio la Francia).

‒ L’Italia ha asset ed infrastrutture che possono essere valorizzate ulteriormente: nell’UE-28, è prima per numero di dispositivi POS e seconda per diffusione dei device mobili.

Box – Le opportunità dei sistemi biometrici alla diffusione delle transazioni elettroniche

In materia di strong authentication, uno dei trend globali è l’utilizzo della biometria come sistema di disposizione dei pagamenti: l’utilizzo di tecniche biometriche, se opportunamente progettato e securizzato, consente un aumento del livello di sicurezza, facilitando allo stesso tempo l’esperienza utente. Da un lato, la crescita dell’interesse verso sistemi biometrici è evidente nel settore bancario, in cui l’esigenza di autenticare il cliente in maniera coerente con l’approccio omni-channel (Internet banking, mobile, ATM, wearable device, ecc.) si associa alla necessità di sistemi di autenticazione biometrici molteplici (e, in alcuni casi, multi-modali). Dall’altro, i sistemi biometrici stanno conoscendo una sempre più diffusa accettazione da parte degli utilizzatori, anche grazie a soluzioni applicate ai device mobili (come, ad esempio, la tecnologia TouchID di Apple). In Italia, per l’utilizzo dei sistemi biometrici per azioni autorizzative e/o dispositive del cliente, il riferimento normativo attuale per l’autorizzazione di trattamenti di dati personali di tipo biometrico è il “Provvedimento generale prescrittivo in tema di biometria”, emanato dal Garante per la Protezione dei Dati Personali in data 12 novembre 2014: tale provvedimento autorizza solo alcuni tipi di trattamento e solo per alcune finalità (ad es., l’impronta vocale per l’autenticazione), obbligando a complesse procedure di autorizzazione i soggetti che intendo adottare soluzioni differenti (face recognition, fingerprint centralizzato, ecc.).

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PROPOSTE D’AZIONE

Lanciare un progetto di sistema per la competitività nazionale finalizzato a: - Creare le condizioni operative e organizzare le risorse per dare vita ad un incubatore

d’impresa per le start-up e fintech nel settore dei pagamenti elettronici, creando soluzioni all’avanguardia54, che possano anche affermarsi come standard internazionali.

- Progettare bandi di gara nazionali per progetti pilota industriali, finanziati con fondi dedicati, su ambiti ad alto impatto per l’uso quotidiano dei pagamenti cashless (trasporti, sanità e scuola) e/o su temi-chiave per l’industry (ad esempio, sicurezza/riconoscimenti, integrazione di soluzioni di pagamento con servizi a valore aggiunto, ecc.).

5.6. FATTORI ACCELERATORI (ASSE 5)

IL CONTESTO DI RIFERIMENTO

Lo scenario di partenza in Italia presenta alcune peculiarità su cui è possibile intervenire attraverso azioni mirate da varare nel breve-medio termine. L’Italia mostra infatti bassi tassi di diffusione dei pagamenti elettronici (23° Paese europeo sul Cashless Society Speedometer) e, a parità di condizioni attuali, il gap è destinato ad aumentare nei decenni a venire.

In questo contesto, la P.A. può agire da volano per la diffusione dell’accettazione dei pagamenti elettronici e per creare una maggiore abitudine all’uso da parte dei cittadini.

Inoltre, per superare le resistenze all’utilizzo occorre “forzare” alcune abitudini di consumo (il contante è usato per l’83% dei pagamenti), offrendo benefici tangibili.

Figura 45. Andamento dei pagamenti con strumenti alternativi al contante in Italia e in alcuni Paesi europei (numero di transazioni pro-capite all’anno), 2010-2014. Fonte: elaborazione The European House – Ambrosetti su dati Banca Centrale Europea, 2016

54 Ad es., tecnologie per wearable payments e IoT payments; sistemi per la sicurezza e prevenzione del cyber crime (computer forensics, Know Your Customers, riconoscimento biometrico – si veda l’Asse 3).

50

100

150

200

250

300

350

400

450

2010 2011 2012 2013 2014Francia Germania Italia PoloniaRegno Unito Spagna Svezia UE-28

Giovanni Facco
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PROPOSTE D’AZIONE

A. Rendere possibile il pagamento elettronico presso la P.A., nel canale fisico e digitale, e mettere a punto e implementare un piano di progressivo “switch-off” del contante per i pagamenti alla P.A., in linea con il progetto PagoPA, con un roll-out pianificato nel medio termine, valutazione degli impatti ex-ante e tutele per le fasce deboli della popolazione.

Lo switch-off dovrebbe privilegiare in primis i pagamenti ricorrenti e ad elevati volumi verso la P.A. e i servizi di pubblica utilità, in grado di diffondere in modo radicato nuove prassi ed abitudini negli utenti come, ad esempio: biglietti dei mezzi di trasporto pubblico, servizi sanitari, bollo auto, multe55, spese scolastiche ed universitarie (ad es., rette di iscrizione, tasse e mense); ecc.. In una logica di evoluzione e modernizzazione complessiva, lo switch-off dovrebbe tendere a tutti i pagamenti verso la P.A..

B. Lanciare delle “azioni d’urto” ad alto impatto comunicazionale di contrasto al contante. Tra le possibili misure si propone di:

- Realizzare il progressivo phase-out delle banconote di grosso taglio (500, 200 e 100 Euro), da portare come istanza a livello comunitario quale iniziativa politica dell’Italia.

- Studiare le condizioni per la sperimentazione di una tassa sui versamenti/prelievi di contante, con aree di esenzione e scaglioni crescenti in funzione dell’ammontare versato/prelevato e destinare gli introiti ad iniziative a beneficio diretto dei cittadini-clienti56.

C. Varare un programma, sotto il coordinamento del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, volto a rendere cashless-friendly le aree ad alta attrazione turistica del Paese57, utilizzando fondi nazionali dedicati (ad esempio, finanziati da quote di recupero dell’evasione fiscale) da destinare ad interventi di potenziamento delle infrastrutture (comprese banda larga e wi-fi), azioni di education, ecc.. Nello specifico, si potrebbe:

- partire dai primi 10 “hotspot turistici” italiani; e/o

- prevedere meccanismi competitivi (“beauty contest”) per Comuni di dimensioni medio-piccole, con fondi incrementali attribuiti all’implementazione dei migliori progetti in chiave cashless (e ai relativi risultati).

Con riferimento allo switch-off del contante per alcuni pagamenti della P.A., tale misura appare coerente con il progetto PagoPA, l’iniziativa dell’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) e del Governo volta a consentire a cittadini e imprese di pagare la Pubblica Amministrazione e i gestori di servizi di pubblica utilità in modalità elettronica58, scegliendo liberamente il prestatore di servizi di pagamento, lo strumento di pagamento e il canale preferito per le transazioni.

55 Ad esempio, anche con la possibilità di associare alla targa dell’autovettura una registered e-mail ed altri canali certificati su cui ricevere notificare le multe da pagare elettronicamente. 56 Ad es.: finanziamento delle campagne di sensibilizzazione ed educazione di cittadini ed esercenti; sconti al consumatore finale o riduzione di costi degli strumenti cashless – come l’eliminazione dell’imposta di bollo sugli estratti conto delle carte di credito, l’eliminazione/riduzione dell’imposta sostitutiva (20% del valore facciale) applicata ad alcuni premi dei programmi fedeltà come buoni sconto e buoni acquisto. 57 Tale azione colmerebbe un gap di user experience e permetterebbe di ottenere informazioni utili (ad es. grazie alla tracciabilità e segmentazione geografica degli acquisti effettuati) per le politiche turistiche. 58 Secondo quanto disposto dall’art. 5 del Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) e dall’art. 15 del D.L. 179/2012, le Pubbliche Amministrazioni hanno l’obbligo di accettare i pagamenti – a qualsiasi titolo dovuti – anche con l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, avvalendosi per le attività di incasso e pagamento della piattaforma tecnologica denominata “Nodo dei Pagamenti-SPC”. Con il nuovo

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Nello specifico, AgID sta definendo un ecosistema di regole, standard e strumenti accettati dalla P.A., dalle banche, poste ed altri istituti di pagamento (prestatori di servizi di pagamento - PSP) aderenti all’iniziativa59 e ha realizzato l’infrastruttura tecnologica Nodo dei Pagamenti-SPC, che assicura l’interoperabilità fra gli attori coinvolti nel sistema.

Per quanto riguarda invece la promozione di “azioni d’urto” per disincentivare l’utilizzo del contante, si fa presente non solo che le Banche Centrali di alcune importanti economie (si veda il Box seguente) hanno eliminato l’emissione di banconote di grosso taglio, ma che anche il Presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, ha recentemente affermato (febbraio 2016) che è in corso di valutazione il possibile ritiro dalla circolazione delle banconote da 500 Euro per evitarne l’uso “per scopi criminali”.

Codice tale obbligo viene semplificato e razionalizzato e la corretta autenticazione dei soggetti coinvolti nel processo di pagamento è assicurato da strumenti condivisi di riconoscimento unificati. 59 Le Pubbliche Amministrazioni sono tenute ad aderire al sistema PagoPA, mentre i gestori di pubblici servizi possono partecipare su base volontaria (articolo 15, comma 5-bis del D.L. 179/2012).

Box – L’eliminazione delle banconote di grosso taglio: alcuni esempi dall’estero In diversi Paesi è stato deciso di porre un limite alla circolazione di banconote di grosso taglio: - Nel Nord America, dal 1969 la Federal Reserve ha iniziato a rimuovere dalla circolazione le banconote di

grosso taglio: oggi il massimo taglio emesso negli USA è pari a 100 Dollari. Una analoga decisione è stata presa dalla Bank of Canada.

- Nel Regno Unito, dal 2009 la Bank of England ha proibito la vendita e il cambio di biglietti da 500 Euro in banca e presso i cambiavalute ed il taglio massimo in circolazione è pari a 50 Sterline.

- In Norvegia, la banca DNB ha suggerito di smettere di utilizzare il contante o di iniziare a ritirare i tagli da 1.000 Corone; insieme a Nordea, ha cessato l’utilizzo del contante nelle rispettive filiali.

Fonte: Federal Reserve, Bank of Canada, Bank of England, DNB e Nordea, 2016

Cresce l’adesione a PagoPA

A fine 2015, erano circa 10.000 le amministrazioni e gli enti pubblici aderenti al sistema dei pagamenti elettronici, tra cui tutte le scuole italiane, circa 800 Comuni (per il pagamento degli oneri dello Sportello Unico Attività Produttive-SUAP) e 19 tra Regioni e Province Autonome (per il pagamento di bollo auto e ticket sanitario).

Fonte: AgID e Governo Italiano, 2016

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