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PIANO STRATEGICO METROPOLI TERRA DI BARI VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA RAPPORTO AMBIENTALE 26 FEBBRAIO 2009

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PIANO STRATEGICO METROPOLI TERRA DI BARI

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

RAPPORTO AMBIENTALE

26 FEBBRAIO 2009

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Responsabile dell’Ufficio Unico del Piano Strategico Metropoli Terra di Bari: Dott. Francesco Ficarella Redazione del Rapporto Ambientale: Ing. Laura Grassini Supporto nella redazione del Rapporto Ambientale: Staff di Ricerca e Sviluppo e Comunicazione del Piano Strategico Metropoli Terra di Bari:

- Dott. Pierpaolo Bonerba - Ing. Sergio Bruno - Dott. Fabio Colavito - Dott.ssa Pia Livia Di Tardo - Dott. Saverio Fortunato - Dott. Vitandrea Marzano - Ing. Antonio Nicoletti - Dott.ssa Marta Omero - Dott.ssa Elena Palma - Ing. Enrica Papa - Dott.ssa Paola Papa - Dott.ssa Anna Pellegrino - Arch. Lorenzo Pietropaolo - Ing. Roberta Maria Rana - Ing. Luigi Ranieri - Dott.ssa Alessandra Ricciardelli

Supporto nelle attività di Valutazione Ambientale Strategica: Task Force Ambientale di Metropoli Terra di Bari (di cui alla Delibera di Giunta del Comune di Bari n. 910 del 30.10.2007 e successive modifiche):

- Direttore pro-tempore della Tutela dell’Ambiente, Igiene e Sanità del Comune di Bari; - Direttore pro-tempore della Ripartizione Edilizia Pubblica e Lavori Pubblici del Comune di Bari; - Direttore pro-tempore della Ripartizione Urbanistica e Edilizia Privata del Comune di Bari; - Direttore pro-tempore della Ripartizione Programmazione Economica, Politiche Strutturali e

Sviluppo Economico del Comune di Bari; - Referente della Provincia di Bari; - Referente del Comune di Bitonto; - Referente del Comune di Gioia del Colle; - Presidente del Comitato Scientifico del Piano Strategico Metropoli Terra di Bari; - Coordinatore dello Staff R&S del Piano Strategico Metropoli Terra di Bari.

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INDICE

1. INTRODUZIONE....................................................................................................................... 4 2. APPROCCIO METODOLOGICO ............................................................................................. 5

2.1. Le Fasi della Valutazione Ambientale Strategica .............................................................. 5 2.2. La metodologia valutativa.................................................................................................. 7

3. ESITO DELLE CONSULTAZIONI DELLA FASE DI SCOPING ............................................ 10 3.1. Enti che hanno inviato commenti nella fase di scoping................................................... 10 3.2. Metodologia del processo di valutazione ........................................................................ 10 3.3. Portata delle informazioni del rapporto ambientale oggetto della consultazione ............ 11 3.4. Proposta di struttura/indice del Rapporto Ambientale ..................................................... 16 3.5. Dati e indicatori ambientali .............................................................................................. 17 3.6. Ulteriori osservazioni ....................................................................................................... 19

4. IL PIANO STRATEGICO METROPOLI TERRA DI BARI...................................................... 22 4.1. Obiettivi e Linee di Intervento.......................................................................................... 22 4.2. Analisi di coerenza “interna”............................................................................................ 34

5. VALUTAZIONE DELL’INTEGRAZIONE DELLA COMPONENTE AMBIENTALE NEL PIANO STRATEGICO ................................................................................................................................ 44

5.1. Individuazione degli obiettivi di protezione ambientale ................................................... 44 5.2. Analisi della sostenibilità ambientale del Piano Strategico.............................................. 49

6. VALUTAZIONE DELLA COERENZA DEL PIANO CON ALTRI PIANI/PROGRAMMI ......... 57 6.1. Analisi dei piani e dei programmi pertinenti..................................................................... 57 6.2. Analisi di coerenza “esterna”: Valutazione delle interazioni tra il Piano strategico e i piani/programmi individuati.......................................................................................................... 71

7. ANALISI DELLO STATO DELL’AMBIENTE: LE COMPONENTI AMBIENTALI .................. 74 7.1. Suolo e rischi naturali ...................................................................................................... 74 7.2. Biodiversita’ e reti ecologiche.......................................................................................... 86 7.3. Paesaggio e patrimonio culturale, architettonico e archeologico .................................... 97 7.4. Aria e fattori climatici ..................................................................................................... 108 7.5. Acqua e ambiente marino costiero................................................................................ 117 7.6. Energia.......................................................................................................................... 129 7.7. Rifiuti ............................................................................................................................. 137 7.8. Popolazione e salute umana......................................................................................... 146 7.9. Rischio antropogenico................................................................................................... 154

8. CRITICITA’ AMBIENTALI PER LA VALUTAZIONE DEL PIANO....................................... 159 8.1. Principali criticità individuate ......................................................................................... 159 8.2. Caratterizzazione di MTB rispetto alle criticità individuate ............................................ 162

9. VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI DEL PIANO E RACCOMANDAZIONI PER IL MIGLIORAMENTO DELLE RICADUTE AMBIENTALI ........................................................... 164

9.1. Valutazione sintetica degli impatti ambientali del piano ................................................ 164 9.2. Descrizione degli impatti previsti e identificazione delle raccomandazioni per il miglioramento delle ricadute ambientali .................................................................................... 176

10. INDIVIDUAZIONE E VALUTAZIONE DI ALTERNATIVE DI PIANO ................................... 220 10.1. Processo di costruzione del Piano Strategico MTB ...................................................... 220 10.2. Individuazione e valutazione di ragionevoli alternative ................................................. 222

11. IL PIANO DI MONITORAGGIO ............................................................................................ 223 11.1. Gli indicatori di contesto ................................................................................................ 223 11.2. Gli indicatori di programma ........................................................................................... 223

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1. INTRODUZIONE La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) è stata introdotta in ambito europeo dalla direttiva 2001/42/CE (Direttiva VAS), poi recepita in Italia con il D. Lgs. 152 del 3 aprile 2006, parte Seconda, come modificato dal D. Lgs. 4/2008. Essa costituisce un importante strumento per l'integrazione delle considerazioni di carattere ambientale nell'elaborazione e nell'adozione di quei piani e programmi ritenuti in grado di determinare effetti significativi sull'ambiente, in quanto garantisce che gli effetti della loro attuazione siano presi in considerazione durante la fase di elaborazione e prima della loro adozione. A tale scopo essa valuta la coerenza degli obiettivi di piano con gli obiettivi ambientali e con il quadro normativo e programmatico esistente nonchè gli effetti previsti dell’attuazione del piano sull’ambiente anche in relazione a sue ragionevoli alternative. Essa definisce, altresì, un efficiente sistema di monitoraggio che accompagnerà la fase di attuazione del piano, supportando eventuali revisioni dello stesso. Ai sensi dell’art. 6 del D. Lgs. 4/2008 (che riprende i contenuti dell’art. 3 della Dir. 2001/42/CE), la Valutazione Ambientale Strategica riguarda i piani e i programmi che possono avere impatti significativi sull'ambiente e sul patrimonio culturale. In particolare, sono da assoggettare a VAS “tutti i piani e i programmi: a) che sono elaborati per la valutazione e gestione della qualità dell'aria ambiente, per i settori

agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l'approvazione, l'autorizzazione, l'area di localizzazione o comunque la realizzazione dei progetti elencati negli allegati II, III e IV del presente decreto;

b) per i quali, in considerazione dei possibili impatti sulle finalità di conservazione dei siti designati come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, si ritiene necessaria una valutazione d'incidenza ai sensi dell'articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357, e successive modificazioni.”

In coerenza con tali prescrizioni, la Regione Puglia ha precisato, nelle linee guida per la redazione dei Piani Strategici del 20 Luglio 2007, che “i Piani Strategici rientrano ampiamente nella categoria di pianificazione territoriale individuata dall’art. 3 della Direttiva VAS e quindi devono essere obbligatoriamente soggetti a valutazione ambientale.” (cfr. Allegato II delle Linee guida). Il presente documento rappresenta il Rapporto Ambientale del Piano Strategico Metropoli Terra di Bari (PSMTB), di cui all’art. 13 del D. Lgs. 4/2008.

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2. APPROCCIO METODOLOGICO

2.1. Le Fasi della Valutazione Ambientale Strategica Gli artt. 13 e 18 del D. Lgs. 4/2008 disciplinano la procedura di VAS e ne individuano le fasi di elaborazione. Attesa l’assoggettabilità del Piano in oggetto alla procedura di VAS (e pertanto esclusa la necessità di procedere con la fase preliminare di screening, finalizzata alla verifica dell’assoggettabilità del piano alla Valutazione Ambientale Strategica), le fasi da considerare per la VAS del PSMTB sono descritte nei paragrafi che seguono.

1. La fase di scoping

Essa consiste nella determinazione dei contenuti e della portata delle valutazioni da farsi nel Rapporto Ambientale, attraverso una stretta collaborazione tra autorità proponente, autorità competente e gli altri soggetti competenti in materia ambientale, ossia le pubbliche amministrazioni e gli enti pubblici che, per le loro specifiche competenze o responsabilità in campo ambientale, possono essere interessate agli impatti sull'ambiente dovuti all'attuazione dei piani, programmi o progetti. Nel caso del PSMTB la fase di scoping è stata avviata con Delibera di Giunta del Comune di Bari n. 910 del 30 Ottobre 2007, con cui è stata costituita una Task Force Ambientale con compiti di supporto nella redazione della VAS del Piano Strategico e sono state individuate le Autorità con specifiche competenze ambientali da consultare nel processo di VAS. Lo Staff R&S del PSMTB, con il supporto della Task Force Ambientale, ha, quindi, provveduto alla redazione del documento di scoping, approvato dal Consiglio Metropolitano dei Sindaci e dal Comitato Scientifico del Piano Strategico in data 28 Marzo 2008. In data 21 Aprile 2008 tale documento è stato trasmesso alle Autorità con competenze ambientali precedentemente individuate, unitamente ad un questionario per la raccolta delle osservazioni. A conclusione del periodo di consultazione, sono pervenute 20 osservazioni, cui lo staff del Piano Strategico, con il supporto della Task Force Ambientale, ha dato puntuale riscontro (per maggiori dettagli si veda il capitolo 3 del presente documento) pervenendo al documento finale di impostazione del Rapporto Ambientale consegnato in Regione in data 30 Settembre 2008.

2. L’elaborazione del Rapporto Ambientale

Ai sensi di quanto previsto nel D.Lgs. 4/2008, art. 13 e allegato VI, il Rapporto Ambientale deve contenere una serie di valutazioni sulla coerenza degli obiettivi di piano con gli obiettivi ambientali e con il quadro normativo e programmatico esistente nonché sugli impatti significativi che l'attuazione del piano o del programma potrebbe avere sull'ambiente e sul patrimonio culturale, anche in relazione a ragionevoli alternative. In coerenza con ciò, è stato redatto il presente documento.

3. Lo svolgimento delle consultazioni

A conclusione della redazione del Rapporto Ambientale il già citato D.Lgs. 4/20008 richiede che venga svolta un’ampia fase di consultazione per un periodo minimo di sessanta giorni. A tal fine, esso dispone che la proposta di piano o programma ed il Rapporto Ambientale, unitamente ad una sua sintesi non tecnica, siano messi a disposizione dei soggetti competenti in materia ambientale e del pubblico interessato affinchè questi abbiano la possibilità di esprimersi. Durante questo periodo chiunque può prendere visione di tali documenti e e presentare proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi. Nel caso del PSMTB, in coerenza con quanto sopra esposto, l’autorità procedente provvederà a rendere disponibili i documenti suddetti e ad attivare una fase di consultazione della durata di sessanta giorni. Al fine di favorire la massima partecipazione possibile, verranno attivati tutti i canali di coinvolgimento del vasto partenariato pubblico-privato che ha già attivamente supportato la fase di redazione della prima bozza di Piano e che continuerà ad affiancare le successive fasi di

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aggiornamento e attuazione del Piano, ivi inclusi gli strumenti di partecipazione elettronica attraverso il portale www.ba2015.org.

4. La valutazione del rapporto ambientale e degli esiti delle consultazioni

A conclusione della fase di consultazione il D. Lgs. 4/2008 prevede che l’autorità competente, in collaborazione con l’autorità procedente, svolga le attività tecnico-istruttorie sulle osservazioni ricevute, esprimendo un proprio parere motivato entro il termine di novanta giorni. Nelle more che la Regione Puglia provveda all’adeguamento della normativa regionale al dettato nazionale, l’autorità competente è stata individuata, mediante la Circolare n. 1/2008 dell’Assessorato all’Ecologia della Regione Puglia, nell’Ufficio VAS della Regione Puglia con il supporto tecnico dell’ARPA Puglia. A seguito dell’elaborazione del parere motivato, l'autorità procedente, in collaborazione con l'autorità competente, provvederà, ove necessario, alla revisione del piano alla luce del parere motivato espresso prima dell’approvazione finale del piano.

5. La decisione

Il Piano ed il Rapporto Ambientale, insieme con il parere motivato e la documentazione acquisita nell'ambito della consultazione, saranno, quindi, trasmessi all'organo competente all’approvazione del piano.

6. L’informazione sulla decisione

Successivamente all’approvazione del piano verranno resi pubblici i seguenti documenti: a) il parere motivato espresso dall'autorità competente; b) una dichiarazione di sintesi in cui si illustra in che modo le considerazioni ambientali sono state

integrate nel piano o programma e come si è tenuto conto del rapporto ambientale e degli esiti delle consultazioni, nonché le ragioni per le quali è stato scelto il piano o il programma adottato, alla luce delle alternative possibili che erano state individuate;

c) le misure adottate in merito al monitoraggio.

7. Il monitoraggio

Il monitoraggio è una fase essenziale del processo di VAS. Esso intende assicurare, infatti, il controllo sugli impatti significativi sull'ambiente derivanti dall'attuazione del Piano e la verifica del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, in modo da individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e adottare le opportune misure correttive. Gli esiti delle attività di monitoraggio, inoltre, costituiscono informazioni da includere nel quadro conoscitivo propedeutico a successive modifiche del Piano e dei successivi atti di pianificazione/programmazione. Ai sensi del D. Lgs. 4/2008, il monitoraggio deve essere effettuato avvalendosi del sistema delle Agenzie ambientali. Dei risultati e delle eventuali misure correttive adottate dovrà, inoltre, essere data adeguata informazione attraverso i siti web dell’autorità competente, proponente e delle Altre Agenzie coinvolte. In conformità con quanto richiesto, il Piano Strategico MTB provvederà ad individuare responsabilità e risorse per la realizzazione del monitoraggio, garantendo la puntuale verifica degli impatti derivanti dal piano e del raggiungimento degli obiettivi prefissati e provvedendo a dare ampia diffusione degli elementi conoscitivi emersi anche attraverso il proprio sito web.

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2.2. La metodologia valutativa La metodologia valutativa adottata in fase di redazione del Rapporto Ambientale del Piano Strategico Metropoli Terra di Bari prevede le seguenti fasi:

1. Analisi di coerenza “interna”

Essa mira a valutare la coerenza tra le strategie del Piano e gli interventi previsti, al fine di verificare la consequenzialità nella fase di programmazione e la corrispondenza tra le azioni da realizzare e gli obiettivi programmati. Tale analisi è stata fatta sulla base di alcune matrici di coerenza ed è riportata nel capitolo 4 del presente documento.

2. Valutazione dell’integrazione della componente ambientale nel Piano

Ai sensi del D. Lgs. 4/2008, nel Rapporto Ambientale è necessario specificare, tra le altre cose, gli “obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano o al programma, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale” (cfr. Allegato VI del D. Lgs. 4/2008). Corentemente con ciò, nel presente Rapporto è stata fatta una verifica di coerenza del Piano rispetto agli obiettivi dei principali documenti di indirizzo regionale, nazionale e comunitario in materia di protezione ambientale. Al fine di rendere più pertinente la valutazione, sono stati considerati solo gli obiettivi che riguardano le componenti ambientali su cui il Piano potrà avere effetti non trascurabili (per la definizione di tali componenti si veda il successivo punto 4). I documenti di indirizzo analizzati sono:

- La Strategia dell’Unione Europea per lo Sviluppo Sostenibile - La Strategia d’azione ambientale per lo Sviluppo Sostenibile in Italia - La strategia Mediterranea per lo Sviluppo Sostenibile - Il Programma Regionale per la Tutela dell’Ambiente della Regione Puglia - I Piani di Agenda 21 Locale dei comuni di MTB

Gli esiti di tali valutazioni sono riportate nel capitolo 5 del presente documento.

3. Analisi di coerenza “esterna”

La coerenza “esterna” del Piano è stata effettuata valutanto il rapporto del Piano Strategico con gli “altri pertinenti piani o programmi” così come richiesto dal Decreto (cfr. Allegato VI del D. Lgs. 4/2008). In particolare, tale valutazione è stata fatta in riferimento ai principali strumenti di pianificazione e programmazione regionali ritenuti in grado di avere interazioni dirette o indirette con il Piano Strategico. Essi sono:

- DSR 2007-2013 - PO FESR 2007-2013 - Programma di Sviluppo Rurale (PSR) - Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) - Piano di Tutela delle Acque (PTA) - Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE) - Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) - Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti (PRGR) - Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio (PUTT) - Documento Regionale di Assetto Generale (DRAG) - Piano d’ambito territoriale ottimale risorse idriche (PdA) - Programma d'azione per le "zone vulnerabili da nitrati", in riferimento alla Direttiva 91/676

CEE per la protezione delle acque dall'inquinamento (Piano Nitrati) - Piano di risanamento della qualità dell’aria (PRQA) - Piani di gestione delle aree protette e dei Siti Natura 2000 - Piano regionale dei trasporti (PRT)

Gli esiti di tali valutazioni sono riportate nel capitolo 6 del presente documento.

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4. Analisi dello stato dell’ambiente

Il D. Lgs. 4/2008 precisa che il Rapporto Ambientale deve procedere alla descrizione di: “aspetti pertinenti dello stato attuale dell'ambiente e sua evoluzione probabile senza l'attuazione del piano o del programma; caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree che potrebbero essere significativamente interessate; qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al piano o programma, ivi compresi in particolare quelli relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, culturale e paesaggistica, quali le zone designate come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, nonchè i territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, di cui all'articolo 21 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228” (cfr. Allegato VI del D. Lgs. 4/2008). Sulla base di tali indicazioni e delle specifiche caratteristiche del territorio dell’area metropolitana Terra di Bari, la descrizione dello stato dell’ambiente è stata fatta secondo le seguenti componenti e tematiche ambientali:

- Aria e fattori climatici - Acqua e ambiente marino-costiero - Suolo e rischi naturali - Energia - Rifiuti - Biodiversità e reti ecologiche - Paesaggio e patrimonio culturale, architettonico e archeologico - Popolazione e salute umana - Rischio antropogenico

Gli esiti di tali analisi sono riportate nel capitolo 7 del presente documento.

5. Valutazione dei possibili impatti del Piano sull’ambiente

Il D. Lgs. 4/2008 richiede specificatamente che nel Rapporto Ambientale siano valutati i “possibili impatti significativi [del Piano o Programma] sull'ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l'acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l'interrelazione tra i suddetti fattori. Devono essere considerati tutti gli impatti significativi, compresi quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi” (cfr. Allegato VI del D. Lgs. 4/2008). In coerenza con ciò, si è proceduto in primo luogo a individuare le principali criticità ambientali sulla base delle analisi di cui al punto precedente, definendo altresì, laddove possibile, una valutazione dello stato di tali indicatori nei vari comuni di MTB al fine di contestualizzare le analisi degli impatti del piano. Sulla base di questi elementi si è, quindi, proceduto ad una valutazione dei potenziali effetti positivi e negativi che le singole linee di intervento del Piano Strategico potrebbero avere su tali criticità nei vari contesti di MTB, evidenziando, altresì, potenziali impatti comunalativi e sinergici delle stesse. Gli esiti di tali valutazioni sono riportate nel capitolo 8 del presente documento.

6. Identificazione di possibili misure di mitigazione

Il D. Lgs. 4/2008 richiede che nel Rapporto Ambientale vengano individuate misure “per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali effetti negativi significativi sull’ambiente dell’attuazione del piano o del programma” (cfr. Allegato VI del D. Lgs. 4/2008). In coerenza con ciò, sono state identificate, qualora possibile, opportune misure atte a mitigare i possibili effetti negativi del piano, di cui alle valutazioni del punto precedente, e/o a valorizzarne gli effetti positivi. Gli esiti di tali analisi, riferite alle singole linee di azione del piano, sono riportate nel capitolo 9.

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7. Analisi delle alternative – valutazione degli scenari attuativi del piano

Il D.Lgs. 4/2008 richiede che le valutazioni degli effetti del piano sull’ambiente vengano effettuate anche alla luce di ragionevoli alternative che possono adottarsi in considerazione degli obiettivi e dell'ambito territoriale del piano o del programma stesso (Cfr. art. 13 del D. Lgs. 472008). Considerazioni in merito a questo punto sono contenute nel capitolo 10 del presente documento.

8. Identificazione di un piano di monitoraggio per l’attuazione del Piano strategico

Il monitoraggio è individuato come momento importante nel processo di VAS, dal momento che ad esso è afficato il compito di verificare gli “impatti significativi sull'ambiente derivanti dall'attuazione dei piani e dei programmi approvati e [… il] raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità prefissati, così da individuare tempestivamente gli impatti negativi imprevisti e da adottare le opportune misure correttive” (cfr. art. 18 del D. Lgs. 4/2008). In coerenza con ciò, nel capitolo 11 verrà definita la struttura del piano di monitoraggio unitamente alle responsabilità per la sua attuazione.

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3. ESITO DELLE CONSULTAZIONI DELLA FASE DI SCOPING Il documento di scoping, pubblicato nel mese di Aprile 2008, è stato inviato alle Autorità con specifiche competenze ambientali, individuate con Delibera di Giunta del Comune di Bari n. 910 del 30.10.2007, con lo scopo di raccoglierne contributi e osservazioni per la definizione dei contenuti e della portata delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale. Un questionario ha facilitato tale operazione. Si riporta di seguito il quadro sinottico delle osservazioni pervenute con relativo riscontro. La strutturazione dei paragrafi segue quella proposta nel questionario, che fa parte integrante del documento di scoping.

3.1. Enti che hanno inviato commenti nella fase di scoping 1. AQP spa 2. ARPA Puglia 3. ASL Bari 4. Autorità di Bacino della Puglia 5. Autorità Portuale di Bari 6. CNR-IRSA 7. Comune di Acquaviva delle Fonti 8. Comune di Bari 9. Comune di Bitetto 10. Comune di Capurso 11. Comune di Casamassima 12. Comune di Cellamare 13. Comune di Corato 14. Comune di Gioia del Colle 15. Comune di Giovinazzo 16. Comune di Mola di Bari 17. Ente Parco Nazionale dell'Alta Murgia 18. Protezione civile della Regione Puglia 19. Provincia di Bari 20. Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia

3.2. Metodologia del processo di valutazione È stato chiesto se la metodologia proposta fosse ritenuta esaustiva. Nella tabella che segue sono riportati i commenti degli Enti che hanno dato risposta negativa. Tabella 3-1.Suggerimenti proposti per la metodologia del processo di valutazione PROPONENTE COMMENTO RISCONTRO PSMTB Parco dell’Alta Murgia

Manca un’analisi delle relazioni tra la pianificazione strategica e la pianificazione territoriale, paesaggistica ed ambientale in corso d’opera a livello provinciale e regionale e da parte degli enti gestori delle aree naturali protette. Manca inoltre un’analisi dei rapporti tra periferie urbane e spazi naturali e seminaturali, particolarmente importanti nel caso del parco nazionale dell’alta murgia e del sito natura 2000 “Murgia Alta” IT9120007 per la presenza di

Si condivide la necessità di realizzare le analisi menzionate. Tuttavia si sottolinea che tali analisi sono già contenute nelle valutazioni proposte. In particolare, l’analisi “delle relazioni tra la pianificazione strategica e la pianificazione territoriale, paesaggistica ed ambientale in corso d’opera a livello provinciale e regionale e da parte degli enti gestori delle aree naturali protette” è lo specifico oggetto del capitolo 5 dell’indice proposto del Rapporto Ambientale (Valutazione della coerenza del Piano con altri piani/programmi), laddove l’elenco di tali piani/programmi include già i principali strumenti di pianificazione territoriale, paesaggistica e ambientale ad oggi adottati/approvati a livello Provinciale e Regionale, nonché i Piani di gestione delle aree protette. Per quanto riguarda l’analisi del “rapporto tra le periferie urbane e gli spazi naturali e seminaturali”, di esso si terrà

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rilevanti agglomerati urbani. conto nella descrizione delle criticità delle componenti “biodiversità e reti ecologiche” e “paesaggio e patrimonio culturale, architettonico e archeologico”. Di esse, inoltre, si terrà conto nella valutazione degli effetti del Piano, laddove esistano delle azioni di Piano in grado di incidere, con la loro attuazione, su tali equilibri.

3.3. Portata delle informazioni del rapporto ambientale oggetto della consultazione Nelle tabelle che seguono sono riportati i suggerimenti degli Enti consultati in relazione a: proposte di cancellazione di alcune componenti e/o tematiche ambientali incluse nel documento di scoping; proposte di inserimento di nuove componenti e/o tematiche ambientali; proposte di modifica dei documenti di riferimento internazionale, nazionale e regionale utilizzati per la definizione degli obiettivi di protezione ambientale; proposte di cancellazione di alcuni piani e/o programmi regionali, nazionali e comunitari rispetto a cui verificare la coerenza degli obiettivi del Piano Strategico, ovvero di nuovo inserimento. A ulteriore modifica di quanto inizialmente proposto nel documento di scoping, si fa presente che il Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti (PPGR), che si sperava potesse completare l’iter di approvazione nei tempi di redazione del Rapporto Ambientale, non risulta al momento adottato. Pertanto, esso non verrà incluso nel novero dei piani rispetto ai quali verificare formalmente la coerenza del Piano Strategico. Ciò non toglie, comunque, che, nello spirito della copianificazione, il Piano Strategico MTB abbia già tenuto conto, in fase di redazione, delle linee di indirizzo della prima bozza del PPGR. I contenuti conoscitivi forniti dal PPGR sono, inoltre, stati utilizzati anche per l’analisi della componente Rifiuti nel presente Rapporto Ambientale. Tabella 3-2. Proposte di cancellazione di alcune componenti e/o tematiche ambientali incluse nel documento di scoping PROPONENTE COMPONENTI E

TEMATICHE AMBIENTALI

MOTIVAZIONE PER IL DEPENNAMENTO RISCONTRO PSMTB

Suolo e rischi naturali

Oltre a considerare le caratteristiche fisiche è auspicabile riferirsi anche ai fenomeni di degrado e di desertificazione, ivi compresa la bonifica dei siti contaminati

Si condividono le considerazioni espresse. Tali implicazioni verranno debitamente esplicitate nella descrizione della componente “suolo e rischi naturali” nel Rapporto Ambientale.

CNR-IRSA

Produzione di Rifiuti

Il tema dei rifiuti è opportuno non sia limitato alla sola produzione (aspetto importante ma non esaustivo), bensì sarebbe auspicabile riferirsi all’intero ciclo (raccolta convenzionale e raccolta differenziata, il trasporto, lo smaltimento, lo stoccaggio temporaneo, il recupero).

Si condividono appieno le considerazioni espresse. Si cambierà pertanto titolo alla componente in oggetto (che verrà chiamata “rifiuti” e non già “produzione di rifiuti”); si avrà, inoltre, cura di esplicitare le considerazioni qui richiamate nella sua descrizione all’interno del Rapporto Ambientale.

Tabella 3-3. Proposte di inserimento di nuove componenti e/o tematiche ambientali PROPONENTE ALTRE

COMPONENTI E TEMATICHE AMBIENTALI

MOTIVAZIONE PER L’INSERIMENTO RISCONTRO PSMTB

Comune di Acquaviva

Fattori legati all’attività agricola

L’attività agricola è trasversale alle componenti elencate sopra, ma è opportuna una valutazione per se,

Si condivide la necessità di fare delle valutazioni dettagliate per le attività agricole. Esse sono,

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giacché può essere sistema di protezione e tutela ambientale e culturale o, se mal governata, fattore di rischio ambientale

tuttavia, già parte delle valutazioni proposte dal momento che le relazioni tra PS e politiche agricole sono parte della verifica di coerenza del Piano con il Piano di Sviluppo Rurale; d’altro canto, la valutazione delle implicazioni ambientali delle azioni di Piano rivolte all’agricoltura (si veda la sezione del piano dedicata all’agroindustria) saranno parte delle valutazioni degli impatti del piano sulle componenti ambientali.

Mobilità e trasporti

La Mobilità urbana è un elemento fortemente condizionante sia con riferimento alla fruizione sostenibile degli spazi urbani, delle aree produttive, commerciali etc. che con riferimento alla qualità dell’aria

Si condividono le considerazioni espresse. Tuttavia, le valutazioni suggerite dal commento sono già parte delle valutazioni proposte dal momento che nel Rapporto Ambientale verranno valutati gli impatti di tutte le azioni del piano (include quelle del settore mobilità) su tutte le componenti ambientali, inclusa la qualità dell’aria.

Educazione ambientale e processi partecipativi

Il binomio educazione ambientale-processi partecipativi risulta particolarmente rilevante nella definizione di un piano strategico allo scopo di dar luogo a processi partecipativi informati: base imprescindibile della governance ambientale

Si condividono le considerazioni espresse. Tuttavia, si ritiene di cogliere questa importante indicazione come suggerimento trasversale per la redazione del piano e non già come tematica ambientale rispetto alla quale verificare gli impatti del piano. L’educazione ambientale e i processi partecipativi saranno, infatti, parte integrante delle azioni previste dal piano e non dei fattori esterni ad esso su cui verificare gli impatti.

CNR-IRSA

Lettura integrata delle informazioni ambientali

Un capitolo conclusivo in grado di offrire una lettura integrata delle informazioni ambientali, rappresenta il vero valore aggiunto del rapporto ambientale, in grado di cogliere ed eplicitare relazioni ed interazioni anche non facilmente percepibili. la lettura integrata delle informazioni, infatti, è il vero elemento che consente di formulare proposte di mitigazione e minimizzazione degli impatti che possono trovare attuazione nell’ambito del Piano Strategico della Metropoli di Bari

Per quanto possibile, si cercherà di inserire tabelle sinottiche riassuntive. Il Rapporto Ambientale sarà, inoltre, corredato da una sintesi non tecnica che faciliterà la lettura delle valutazioni effettuate.

Comune di Mola

Green Public Procurement

È essenziale l’introduzione dei criteri ecologici nelle procedure d’appalto e fissare i seguenti obiettivi generali cui dovranno

Si condividono le considerazioni espresse, tanto che il piano stesso prevede un’azione specificatamente rivolta a

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attenersi i piani: a) ottimizzazione della resa del prodotto o servizio; b) riduzione dell’uso di risorse naturali; c) riduzione della produzione dei rifiuti; d) riduzione dell’emissione di inquinanti; e) riduzione dei rischi ambientali.

questo (cfr. azione 9.1.1. del programma Rifiuti). Non si ravvisa, tuttavia, l’opportunità di inserire una specifica tematica ambientale “green procurement” in aggiunta a quelle già proposte.

Consumi energetici

Con il Piano Strategico potrebbero essere razionalizzati e ridotti i consumi diretti di energia ed acqua degli Enti (consumi di energia elettrica per pubblica illuminazione, consumi di energia elettrica negli edifici scolastici, consumi di energia elettrica in edifici comunali, consumi combustibili per riscaldamento edifici comunali, consumi idrici)

Si condividono appieno le considerazioni espresse tanto che esse sono già parte integrante degli obiettivi di Piano (si vedano, in particolare, i programmi Energia e Acqua). Descrizioni dettagliate dei consumi energetici in oggetto saranno inclusi nel Rapporto Ambientale all’interno della descrizione delle componenti Acqua e Energia.

Parco dell’Alta Murgia

Urbanistica ed assetto del territorio

Cfr. Tabella 3-1 Riscontro dato in relazione alle osservazioni di cui alla Tabella 3-1 sulla metodologia del processo di valutazione.

Tabella 3-4. Proposte di modifica dell’elenco dei documenti di riferimento internazionale, nazionale e regionale utilizzati per la definizione degli obiettivi di protezione ambientale PROPONENTE ALTRI DOCUMENTI

DA CONSIDERARE MOTIVAZIONE PER L’INSERIMENTO RISCONTRO PSMTB

ARPA Piani di azione di agende 21 locali

In questi documenti dovrebbero essere individuati obiettivi di sostenibilità contestualizzati

Si condivide il suggerimento e si avrà cura di inserire tali piani nel novero dei documenti di riferimento per la definizione degli obiettivi di protezione ambientale.

Strategia Mediterranea per Lo Sviluppo Sostenibile

Rappresenta un importante documento redatto da UNEP. Il suo scopo è quello di adattare impegni internazionali a condizioni regionali, di guidare le strategie di sviluppo sostenibile e di promuovere una dinamica comune per il raggiungimento di uno sviluppo armonioso attraverso percorsi partecipativi.

Si condivide il suggerimento e si avrà cura di inserire tale strategia nel novero dei documenti di riferimento per la definizione degli obiettivi di protezione ambientale.

CNR-IRSA

Strategia UNECE per L’educazione per lo sviluppo sostenibile

La Strategia è rivolta ai governi, Nazionali, Regionali e Locali motivandoli e consigliandoli su come sviluppare politiche e pratiche che includano lo sviluppo sostenibile all’interno dell’educazione e dei processi partecipativi di coinvolgimento dei portatori di interesse.

Pur trattandosi di un documento di rilievo per la protezione ambientale, non si ritiene che esso sia strettamente rilevante per la tipologia di azioni promosse dal Piano. Non si ravvisa, pertanto, la necessità di includerlo nel novero dei documenti di riferimento per la definizione degli obiettivi di protezione ambientale per il PSMTB.

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Tabella 3-5. Proposte di cancellazione di alcuni piani e/o programmi regionali, nazionali e comunitari rispetto a cui verificare la coerenza degli obiettivi del Piano Strategico PROPONENTE PIANI E

PROGRAMMI MOTIVAZIONE DEL DEPENNAMENTO

RISCONTRO PSMTB

Comune di Acquaviva

Piano energetico ambientale regionale (PEAR)

E’ ripetuto due volte Si riconosce il refuso nella compilazione della tabella allegata al documento di scoping. La ripetizione verrà cancellata nella stesura del Rapporto Ambientale.

Comune di Capurso

Piano energetico ambientale regionale (PEAR)

Il PEAR (a fianco evidenziato in giallo) è già stato sopra citato (vedi piano evidenziato in rosso).

Si riconosce il refuso nella compilazione della tabella allegata al documento di scoping. La ripetizione verrà cancellata nella stesura del Rapporto Ambientale.

PO FESR Specificare 2007-2013 Il riferimento al ciclo di programmazione 2007-2013 è stato ritenuto implicito ma si provvederà ad esplicitarlo in fase di redazione del Rapporto Ambientale..

CNR-IRSA

Programma di Sviluppo Rurale (FEASR)

Specificare 2007-2013 Il riferimento al ciclo di programmazione 2007-2013 è stato ritenuto implicito ma si provvederà ad esplicitarlo in fase di redazione del Rapporto Ambientale.

Tabella 3-6. Proposte di inserimento di nuovi piani e/o programmi regionali, nazionali e comunitari rispetto a cui verificare la coerenza degli obiettivi del Piano Strategico

PROPONENTE PIANI E PROGRAMMI

MOTIVAZIONE PER L’INSERIMENTO

RISCONTRO PSMTB

CNR-IRSA PO FSE 2007-2013

La formazione, l’informazione e la crescita educativa del capitale umano rappresenta un elemento estremamente importante per la qualificata attuazione delle misure che saranno implementate nell’ambito del Piano Strategico della Metropoli di Bari

Si condividono le considerazioni espresse, tanto che il Piano stesso pone un’attenzione rilevante sull’importanza della formazione, della informazione e della crescita educativa del capitale umano ponendosi in stretta coerenza programmatica con il PO FSE. Non si ravvisa, tuttavia, la necessità di operare una verifica di coerenza in sede di VAS in relazione a tale specifico programma.

Piani d’ambito ATO rifiuti

Il Piano d’ambito è un documento di programmazione espressamente previsto dalle norme statali

Dal momento che i Piani d’Ambito ATO rifiuti sono dei piani operativi attuativi delle indicazioni strategiche contenute nei Piani Provinciali e Regionali, non si ritiene necessario includerli tra i piani da analizzare.

Comune di Mola

L.R. 23/2006 «norme regionali per la promozione degli acquisti pubblici ecologici e per l’introduzione degli aspetti ambientali nelle procedure di acquisto di beni e

Vedi punto 3 Si condivide la necessità di incentivare, attraverso il PS, gli acquisti pubblici ecologici e l’introduzione degli aspetti ambientali nelle procedure di acquisto di beni e servizi delle amministrazioni pubbliche. Tuttavia si ritiene opportuno riservare la verifica di coerenza del Piano a strumenti di pianificazione e programmazione in senso stretto.

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servizi delle amministrazioni pubbliche» Legge 21 novembre 2000, n. 353, "Legge-quadro in materia di incendi boschivi"

Al fine di promuovere attività di informazione, previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi nelle aree verdi

Si condivide la necessità di promuovere attività di informazione, previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi nelle aree verdi come richiesto dalla Legge 21 novembre 2000, n. 353. Tuttavia si ritiene opportuno riservare la verifica di coerenza del Piano a strumenti di pianificazione e programmazione in senso stretto.

Piano per il parco e regolamento del parco e criteri di loro elaborazione

Necessità di concordare gli obiettivi strategici dell’area metropolitana con quelli del parco

I Piani di gestione delle aree protette e dei siti Natura 2000 ricadenti in toto o in parte all’interno di MTB sono già stati inseriti tra i pertinenti piani e programmi rispetto ai quali valutare la coerenza del PS. Per quanto riguarda il Parco dell’Alta Murgia, ad oggi non è stato approvato un Piano del Parco, sebbene siano stati redatti degli studi preliminari per l’elaborazione del piano che costituiscono elementi conoscitivi di estrema rilevanza per le valutazioni contenute nel Rapporto Ambientale in oggetto. Di essi si terrà debita considerazione per la descrizione della componente ambientale “biodiversità e reti ecologiche”. Tuttavia, non avendo questi studi valenza normativa ai fini pianificatori/programmatici, essi non possono essere annoverati tra i piani/programmi rispetto ai quali verificare la coerenza del Piano Strategico.

Parco dell’Alta Murgia

Piano Pluriennale Economico e sociale del Parco

C.S. Come sopra

Protezione Civile

Piano provinciale di protezione civile (Provincia di Bari)

Dal momento che il piano in questione è un piano operativo per fronteggiare le situazioni di emergenza e non un documento di pianificazione/ programmazione a lungo termine, non si ritiene opportuno includerlo nel novero dei piani/programmi da considerare ai fini della valutazione della coerenza del Piano Strategico.

Provincia di Bari

PTCP Ancorché non compiutamente definito, il PTCP dovrebbe essere inserito in considerazione dello stato di avanzamento degli studi ed approfondimenti effettuati sul territorio dell’intera Provincia, in quanto in grado di fornire utili indicazioni circa le

Si riconosce l’estrema rilevanza del PTCP e delle scelte strategiche da esso definite per l’assetto del territorio provinciale nell’indirizzare gli obiettivi e le linee di azione del PS, al fine di perseguire una sempre maggiore integrazione fra le due pianificazioni. In riferimento alle analisi del PTCP

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politiche ed i futuri assetti territoriali. A tal proposito si rileva una sostanziale coerenza degli obiettivi strategici del PSMTB rispetto a quelli del PTCP, soprattutto in riferimento ai vettori della mobilità e dell’ambiente. Poco evidente, tuttavia, risulta la coerenza con le analisi del PTCP sull’armatura storica del sistema insediativo, per il quale il PTCP prevede uno schema di funzionamento basato sul “rafforzamento e ottimizzazione della struttura policentrica, facendo leva sui capisaldi territoriali resi più accessibili e attrezzati, sul decongestionamento dell’area urbana barese e sul preservare le aree verdi da interventi intensivi di nuova infrastrutturazione”. A tal fine gli indirizzi e le scelte programmatiche del PTCP includono: - articolazione delle offerte dei servizi dei centri eccessivamente specializzati; - incremento delle dotazioni dei centri intorno al capoluogo; - decentramento delle funzioni sovralocali del capoluogo in prossimità ai nodi infrastrutturali; - incremento delle dotazioni di servizi alla persona dei centri intorno al capoluogo. Occorrerebbe forse meglio esplicitare e delineare tali obiettivi e linee di indirizzo nel PS al fine di perseguire una sempre maggiore integrazione fra le due pianificazioni.

sull’armatura storica del sistema insediativo, la coerenza delle analisi del PTCP con quelle del PS sembra potersi rintracciare nello stesso impianto strategico del PS. Uno dei tre pilastri della visione strategica del PSMTB è, infatti, “Una Metropoli policentrica che integra città, paesaggio rurale e costiero”, al cui interno sono presenti programmi specificatamente volti alla mobilità sostenibile, al potenziamento dell’armatura insediativa storica e alla rigenerazione dei tessuti urbani, nonché alla valorizzazione delle infrastrutture ambientali storiche (le lame), della costa e delle risorse naturali. In sede di VAS, tuttavia, non si ritiene opportuno inserire il PTCP tra i piani/programmi rispetto ai quali valutare la coerenza del Piano Strategico dal momento che esso risulta ancora in fase di elaborazione, quindi non ha valore normativo.

3.4. Proposta di struttura/indice del Rapporto Ambientale È stato chiesto se la struttura del Rapporto Ambientale fosse ritenuta coerente con i contenuti e il livello di approfondimento delle analisi proposte. Nella tabella che segue sono riportate le osservazioni degli Enti che hanno dato risposta negativa.

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Tabella 3-7. Proposte di variazione della struttura/indice del Rapporto Ambientale

PROPONENTE COMMENTO RISCONTRO PSMTB ARPA Si propone di anteporre l'analisi dello stato

dell'ambiente alla individuazione degli obiettivi di protezione ambientale.

Si preferisce non modificare l’ordine dei capitoli in modo da lasciare una più stretta consequenzialità tra l’analisi dello stato dell’ambiente e la successiva analisi degli effetti significativi delle azioni previste dal piano.

CNR-IRSA Si propone l’allineamento dei paragrafi del capitolo 6 relativo allo stato ambientale, rispetto ai paragrafi proposti al punto 3 del presente questionario. L’utilizzazione degli indicatori, così come anche la realizzazione dei processi partecipativi deve essere costantemente presente nell’intero percorso di definizione del Piano Strategico della Metropoli di Bari.

Si avrà cura di strutturare l’indice del Rapporto Ambientale (e, in particolare, come qui richiesto, la struttura dei paragrafi del capitolo dedicato all’analisi dello stato dell’ambiente) in funzione delle modifiche derivanti dall’accoglimento dei suggerimenti pervenuti nella fase di scoping.

Comune di Mola

L’integrazione dovrebbe tener conto dei suggerimenti contenuti nei punti precedenti.

Si condividono le considerazioni espresse e si avrà cura di strutturare l’indice in funzione delle modifiche derivanti dall’accoglimento dei suggerimenti pervenuti nella fase di scoping.

Parco dell’Alta Murgia

Apportando le integrazioni prima indicate con riferimento al rapporto con la pianificazione territoriale provinciale e con la pianificazione delle aree naturali protette nonché con i criteri per la loro elaborazione.

Si condividono appieno le considerazioni espresse e si avrà cura di strutturare l’indice in funzione delle modifiche derivanti dall’accoglimento dei suggerimenti pervenuti nella fase di scoping.

3.5. Dati e indicatori ambientali È stato chiesto di fornire un elenco dei dati e delle informazioni ambientali potenzialmente utili per la descrizione delle componenti ambientali e la definizione del piano di monitoraggio. Nella tabella che segue sono riportate tali indicazioni. Tabella 3-8. Dati e informazioni ambientali utili per la descrizione delle componenti ambientali menzionate e per la definizione del piano di monitoraggio

PROPONENTE COMMENTO RISCONTRO PSMTB Acquaviva In realtà manca la casella “non lo so”. L’assenza di

definizione del piano di monitoraggio non consente una risposta precisa.

Si prende atto di quanto suggerito.

AQP Dati relativi al servizio idrico integrato (acqua, fognatura, depurazione e conseguenti interazioni con l’ambiente) :estensione e schema delle opere del Servizio Idrico Integrato; numero di utenze servite, dati sulla depurazione delle acque. Previsioni di sviluppo e risanamento delle opere. qualità dell’acqua distribuita e depurata.

Si ringrazia della disponibilità mostrata. Ci si riserva di chiedere copia tali dati, se non già in possesso del Piano, in relazione a specifiche valutazioni che si renderanno necessarie.

ARPA L'ARPA Puglia possiede i dati che utilizza per la redazione annuale della Relazione sullo Stato dell'Ambiente. In particolare dati propri dell'ARPA sono : i dati sulla qualità dell'aria e sulle emissioni, disponibili sul sito www.arpa.puglia.it, i dati su carta degli habitat della provincia di Bari in scala 1.50000, cartografia prodotta nell'ambito del

Si ringrazia della disponibilità mostrata. Ci si riserva di chiedere copia tali dati, se non già in possesso del Piano, in relazione a specifiche valutazioni che si renderanno necessarie.

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progetto Carta della Natura

Comune di Bitetto

Studio geologico, geomorfologico, idrogeologico, geotecnico e geosismico di supporto alla formazione del P.U.G., presentato in questi ultimi giorni da parte dei tecnici incaricati: Studio Associato geol. Nicola Pellecchia & ing. Savino Pellecchia di Sannicandro di Bari. Questo Comune si riserva di far conoscere le modalità di acquisizione di copia dello stesso Studio previ contatti diretti e/o telefonici con questo Settore Tecnico.

Si ringrazia della disponibilità mostrata. Ci si riserva di chiedere copia tali dati, se non già in possesso del Piano, in relazione a specifiche valutazioni che si renderanno necessarie.

Comune di Capurso

Produzione di rifiuti (quantitativi annui di RSU e di raccolta differenziata – MUD).

Si ringrazia della disponibilità mostrata. Ci si riserva di chiedere copia tali dati, se non già in possesso del Piano, in relazione a specifiche valutazioni che si renderanno necessarie.

CNR-IRSA I dati in possesso dell’Istituto sono pevalentemente di proprietà regionale ed afferiscono alle relative banche dati consultabili sui siti Istituzionali della Regione Puglia.

Si ringrazia della disponibilità mostrata. Ci si riserva di chiedere copia tali dati, se non già in possesso del Piano, in relazione a specifiche valutazioni che si renderanno necessarie.

Comune di Corato

Monitoraggio inquinamento acustico ed atmosferico. Monitoraggio inquinamento elettromagnetico. Dati produzione rifiuti. Dati rete armentizia (Piano Tratturi). Aree percorse dal fuoco.

Si ringrazia della disponibilità mostrata. Ci si riserva di chiedere copia tali dati, se non già in possesso del Piano, in relazione a specifiche valutazioni che si renderanno necessarie.

Comune di Giovinazzo

1) Campionamenti ARPA, prelievi acque di falda pozzi discarica località San Pietro Pago 2) caratterizzazione dell’area industriale dismessa delle acciaierie AFP – lama Castello

Si ringrazia della disponibilità mostrata. Ci si riserva di chiedere copia tali dati, se non già in possesso del Piano, in relazione a specifiche valutazioni che si renderanno necessarie.

Comune di Mola

In qualità di assessore all’ambiente del Comune di Mola e di ricercatore della Facoltà di Agraria coinvolto nel progetto di ricerca “La Posidonia oceanica (L.) Del.: protezione, ripopolazione di praterie e utilizzazione dei residui in agricoltura” (POPRURA) PIC INTERREG IIIA Grecia-Italia 2000-2006, asse III: Ambiente e Patrimonio Culturale; misura 3.1: “Miglioramento della gestione degli ecosistemi comuni; area tematica: Ambiente e sviluppo sostenibile”, in collaborazione con l’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari del CNR, che opera a Mola nell’Azienda Sperimentale “La Noria”, conosco la dimensione del problema rappresentato in Puglia dal fenomeno della posidonia spiaggiata e come, eventualmente, affrontarlo. La posidonia spiaggiata potrebbe rappresentare una risorsa per l’agricoltura e non un rifiuto da portare in discarica con i costi e l’impatto ambientale tipici dello smaltimento. Il Comune di Mola ha recentemente presentato i risultati del censimento del verde pubblico. Informazioni dirette ed indirette da finalizzare alla

Si prende atto dei preziosi suggerimenti di indirizzo per il piano strategico e si avrà cura di integrare, per quanto possibile, tali considerazioni in fase di redazione del PS. Per quanto riguarda i dati menzionati, si sottolinea la rilevanza degli stessi per la fase di progettazione di alcuni importanti interventi del piano. Ci si riserva, inoltre, di chiedere copia tali dati, se non già in possesso del Piano, anche in relazione a specifiche valutazioni che si renderanno necessarie in fase di VAS.

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tutela della flora autoctona e delle aree residue di macchia mediterranea; informazioni sulle "macchie per prender tordi" del XVIII secolo ancora presenti sul territorio ed in grave degrado con rischio di totale scomparsa (S. Vincenzo, S. Materno, Colonna, Gallinaro, ecc.); informazioni su specchie, lame minori, muretti a secco di confine interpoderale, cisterne (comunali?) poste lungo i capodieci, torri minori, trulli, masserie. Spero venga dato rilievo alla necessità di: censire e tutelare le norie; recuperare e tutelare i frangivento naturali lungo la costa; recuperare gli orti urbani e le “marine” (orti presenti lungo la costa, proprio a ridosso del mare, dedicati soprattutto alla produzione di pomodoro); salvaguardare la “strada dei tufi”; recuperare e salvaguardare i resti del mosaico presente a Cala Padovano; Per il riequilibrio e la connessione degli ambiti urbano, rurale e naturale, suggerisco di:

1. prevedere dei centri di servizio per l’agricoltura per lo smaltimento di rifiuti speciali pericolosi (contenitori di agrochimici), lavaggio mezzi (ad esempio, serbatoi utilizzati per la distribuzione dei fitochimica), calibrazione macchine e operatrici agricole;

2. definire la minima unità colturale; 3. recuperare e gestire terreni incolti e/o

abbandonati; 4. censire e salvaguardare la biodiversità.

Altro Riqualificare la vita dei cittadini e l’immagine armoniosa e ad alta socialità dello spazio urbano.

Parco dell’Alta Murgia

Studi ed analisi per il Piano per il Parco nazionale dell’Alta Murgia – Carta degli habitat del Sito Natura 2000 IT9120007 “Murgia Alta” fonte APAT – Carta degli habitat della Regione Puglia fonte Assessorato regionale all’Ecologia – Ufficio Parchi e Riserve Naturali – Studi ed analisi per la definizione delle aree naturali protette regionali fonte Assessorato regionale all’Ecologia – Ufficio Parchi e Riserve Naturali.

Si ringrazia della disponibilità mostrata. Ci si riserva di chiedere copia tali dati, se non già in possesso del Piano, in relazione a specifiche valutazioni che si renderanno necessarie.

Protezione Civile

Dati termometrici, pluviometrici e idrometrici rilevati sistematicamente dal 1950 su circa 35 stazioni distribuite sul territorio provinciale.

Si ringrazia della disponibilità mostrata. Ci si riserva di chiedere copia tali dati, se non già in possesso del Piano, in relazione a specifiche valutazioni che si renderanno necessarie.

3.6. Ulteriori osservazioni In questa sezione del questionario è stato lasciato spazio per osservazioni e/o suggerimenti non incasellabili nelle categorie precedentemente delineate. Si riportano di seguito le indicazioni emerse.

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Tabella 3-9. Ulteriori osservazioni

PROPONENTE COMMENTO RISCONTRO PSMTB Comune di Acquaviva

In relazione al punto 3.3, si ritiene opportuno ricordare che la pletora degli strumenti di pianificazione di settore necessita di una fortissima integrazione nelle fasi di redazione ed utilizzo, pena il rischio elevato dell’impossibilità di coerenza generale di valutazioni e di azioni. È ovvio che tale coerenza non dipende da Ba2015, ma è indispensabile una forte azione di pressione affinché tutte le autorità competenti in materia operino in assoluto e costante coordinamento.

Si condivide pienamente tale commento.

AQP Nella promozione dell’uso razionale e sistemico delle risorse andrebbe inserito l’utilizzo delle acque di pioggia e delle cosiddette “acque grigie” accanto all’affinamento e riuso delle acque depurate. Andranno inserite iniziative volte alla formazione dei cittadini al corretto uso e risparmio della “risorsa acqua”.

Si condivide appieno tale commento tanto che il Piano Strategico ha già tra i suoi obiettivi quello di promuovere un uso razionale e sistemico delle risorse idriche, con particolare riferimento a quelle di pioggia e a quelle reflue depurate. Si coglie l’occasione di tale commento come stimolo per rafforzare ulteriormente tali considerazioni per la fase di redazione del PS.

Corato Definizione della possibile dislocazione delle industrie insalubri e degli stabilimenti a rischio d’incidenti rilevanti. Riconoscimento delle “Masserie” quali patrimonio culturale-architettonico del territorio rurale.

Si prende atto dei preziosi suggerimenti di indirizzo per il piano strategico e si avrà cura di integrare, per quanto possibile, tali considerazioni per la fase di redazione del PS.

Comune di Mola

Nel documento di scoping, tra i piani e/o programmi regionali, nazionali e comunitari rispetto a cui verificare la coerenza degli obiettivi del Piano Strategico è elencato il Piano Provinciale di gestione dei rifiuti, che invece manca nel questionario. Lo segnalo anche perché non credo che il Piano provinciale di gestione dei rifiuti sia stato approvato. Al pari del Piano provinciale, dovrebbe essere considerata anche la proposta di linee guida regionali per la redazione dei piani d’ambito per la gestione dei rifiuti solidi urbani - comitato regionale ex art. 4 della 17/93 (conosco la bozza rev 2 del 14/12/07).

Ad oggi il Piano Provinciale di gestione dei rifiuti non risulta essere approvato. Si ritiene, pertanto, di escluderlo dal novero degli strumenti di pianificazione/programmazione rispetto ai quali verificare la coerenza del PS.

Parco dell’Alta Murgia

Si ritiene necessario che gli argomenti portati da questo Ente vengano attentamente discussi e vagliati in fase di prosecuzione della procedura di VAS elaborando valutazioni congiunte della portata della pianificazione di area vasta sul territorio del Parco e, più in generale, del Sito Natura 2000 IT9120007 “Murgia Alta”. Necessaria anche un approfondito confronto con i criteri di elaborazione e gli eventuali elaborati disponibili del Piano per il Parco e del Regolamento del Parco nonché con i soggetti affidatari della loro predisposizione. Analoga necessità si ravvede per il Piano Pluriennale Economico e Sociale del Parco e per la pianificazione territoriale provinciale ed urbanistica comunale.

Si concorda con l’opportunità di includere i soggetti menzionati tra i settori del pubblico prioritariamente interessati al confronto e alla partecipazione in fase di redazione del Piano Strategico e della VAS dello stesso.

Protezione Civile

Ove già redatti dalle 31 Amministrazioni interessate, dovranno essere valutati e considerati i piani di emergenza comunali redatti per

Dal momento che i piani in questione sono dei piani operativi per fronteggiare le situazioni di

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contrastare i rischi insistenti sul territorio. emergenza e non documenti di programmazione strategica, non si ritiene opportuno includerli nel novero dei piani/programmi da considerare ai fini della valutazione della coerenza del Piano Strategico.

Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia

Dati su aree e beni di interesse archeologico, assoggettate a vincolo con decreti ministeriali, espropriate e di proprietà statale; dati sul sistema dei musei archeologici territoriali (nazionali e civici); informazioni su beni e settori su cui indirizzare interventi di recupero, riqualificazione e valorizzazione.

Si ringrazia della disponibilià mostrata. Ci si riserva di chiedere copia tali dati, se non già in possesso del Piano, in relazione a specifiche valutazioni che si renderanno necessarie.

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4. IL PIANO STRATEGICO METROPOLI TERRA DI BARI

4.1. Obiettivi e Linee di Intervento La visione strategica BA2015 comprende diversi aspetti tra loro integrati, che prevedano come sfondo la valorizzazione congiunta di tradizione e innovazione. Metropoli Terra di Bari è, infatti, una terra antica, che deve conservare un'antichità non polverosa e navigare al contempo verso l'innovazione, tenendo insieme le due cose. La costruzione della visione prevede due orizzonti temporali: la definizione di uno scenario strategico al 2015 e la definizione di una visione strategica al 2035 di più lungo termine. Essa si fonda sui tre pilastri, a loro volta strutturati in 20 obiettivi strategici corrispondenti ad altrettanti programmi:

- MTB metropoli policentrica e sostenibile, proiettata verso il Mediterraneo che integra città, paesaggio rurale e costiero;

- MTB rete di città coesa, creativa, attrattiva proiettata verso il Mediterraneo; - MTB Unione di Comuni efficiente, partecipata e trasparente.

Propedeutica alla effettiva realizzazione del Piano Strategico, che per definizione coinvolge più territori e più funzioni pubbliche, è l’adozione di un modello istituzionale di governo che consenta il raccordo tra tutti soggetti pubblici coinvolti in quanto titolari delle diverse e spesso autonome funzioni. In tal senso il Piano ha ritenuto determinante l’utilizzo di forme consensuali di amministrazione che consentono di pervenire a decisioni concordate e condivise da parte di tutte le Amministrazioni coinvolte e che al contempo perseguono gli obiettivi di una maggiore semplificazione, trasparenza, efficacia, economicità ed effettività dell’azione amministrativa. Si tratta di aspetti che investono trasversalmente l’intera pianificazione strategica, in tutte le sue fasi (dalla programmazione ed elaborazione, all’attuazione, al monitoraggio ed alla rendicontazione), e che la connotano come effettivo modello di “governance interistituzionale”. Laddove per governance si intende la partecipazione allargata, diffusa ed effettiva della collettività alle scelte decisionali di governo e per interistituzionale la effettiva cooperazione e collaborazione leale tra le diverse Amministrazioni coinvolte tra cui fondamentali appaiono i Comuni, la Provincia e la Regione. Avendo di mira tali obiettivi, il modello di Governance del Piano Strategico Metropoli Terra di Bari è volto alla costituzione di un unico centro decisionale che consenta di pervenire a soluzioni unitarie e condivise sia dai soggetti pubblici istituzionali, sia dalla collettività interessata. Nel breve periodo lo strumento utilizzato è quello della costituzione di una Associazione tra i Comuni e la Provincia, in cui confluiscono strumenti di partecipazione allargata dell’intera collettività; nel lungo periodo l’evoluzione dell’Associazione è data dalla costituzione di un nuovo soggetto pubblico dotato di propria autonomia giuridica e che possa aspirare a porsi in generale come modello istituzionale di governance della Pianificazione strategica. Le modalità di azione di tale soggetto istituzionale sono individuate sinteticamente: nella semplificazione e celerità nell’adozione delle scelte decisionali, nella innovazione tecnica, nel c.d. “approccio scientifico” della Amministrazione, nel monitoraggio e controllo delle attività in modo da garantire l’effettivo rispetto della normativa comunitaria e nazionale (in particolare in tema di sviluppo sostenibile e leale concorrenza). Le articolazioni interne per Uffici prevedono la costituzione di specifici uffici sia preposti alla gestione del Piano strategico e del Piano di mobilità urbana, sia preposti alle attività di monitoraggio e controllo sia per quanto riguarda lo sviluppo sostenibile e la tutela dell’ambiente, sia per quanto concerne la garanzia del principio di leale concorrenza. Si tratta, soprattutto in quest’ultimo caso, di Uffici che potrebbero evolvere in autonome Autorità garanti. Parallelamente dalla partecipazione allargata e diffusa alle scelte decisionali (assemblee) origineranno forme di partenariato pubblico-privato atte a consentire l’attuazione delle scelte strategiche con il coinvolgimento di risorse private. In tal senso si prevede la costituzione di soggetti misti pubblico-privati che si configurino come “braccio operativo tecnico” dell’istituzione pubblica.

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I progetti strategici che il Piano intende proporre sono, quindi, strutturati in 20 programmi, di cui si riporta di seguito l’organizzazione in obiettivi specifici, obiettivi operativi e linee di azione: 1. Programma Mobilità Sostenibile

Obiettivo specifico Obiettivi operativi Linee di azione

1.1.1 Consorzio Mobilità MTB 1.1.2 Rete di stazioni multimodali 1.1.3 Terminal bus extramurale Capruzzi 1.1.4 Tram treno

1.1 Incrementare l’uso del trasporto pubblico

1.1.5 Tram del mare 1.2 Garantire la mobilità dolce 1.2.1 Reti ciclabili MTB

1.3.1 Car Sharing metropolitano 1.3 Ridurre le emissioni inquinanti 1.3.2 Transizione verde al trasporto su strada

1.4.1 Reti viarie peri-urbane

1. Migliorare

l'accessibilità interna a

supporto della coesione

territoriale, dell'inclusione sociale, dello

sviluppo locale e della

valorizzazione degli ambiti a

valenza strategica

1.4 Incrementare la qualità e la sicurezza degli spostamenti con

l’auto 1.4.2 Infomobilità MTB

2. Programma Periferie

Obiettivo specifico Obiettivi operativi Linee di azione

2.1.1. Realizzazione di Progetti Integrati multisettoriali 2.1.2. Completamento della dotazione di centri polivalenti, palazzetti dello sport e centri sportivi in tutti i comuni di MTB

2.1. Realizzazione di servizi alla residenza

e spazi per attività culturali e sportive

2.1.3. Laboratori territ. di interazione creativa 2.2.1. Realizzazione e/o riqualificazione di aree a verde attrezzato 2.2.2. Bonifica e riqualificazione di siti inquinati in aree urbane 2.2.3. Riqualificazione di piazze e parcheggi

2.2. Riqualificazione degli spazi pubblici

2.2.4. Realizzazione di punti sport

2. Riqualificare e riconnettere le aree urbane

marginali

2.3. Rafforzamento dell'accessibilità e della qualità degli

spostamenti interni

2.3.1. Realizzazione di strade giardino e isole pedonali residenziali

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3. Programma Lame

Obiettivo specifico Obiettivi operativi Linee di azione

3.1. Connessione delle emergenze

storiche, archeologiche e

naturalistiche delle lame

3.1.1. Connessione delle emergenze storiche, archeologiche e naturalistiche delle lame

3.2. Risanamento e bonifica delle

situazioni di maggior degrado in lama

3.2.1. Risanamento e bonifica delle situazioni di maggior degrado in lama

3.3. Regimentazione idraulica nei tratti a

rischio idrogeologico

3.3.1. Regimentazione idraulica nei tratti a rischio idrogeologico

3. Creazione e

potenziamento delle

connessioni tra le infrastrutture verdi e storiche

3.4. Recupero e riqualificazione dei siti storico-archeologici di particolare interesse

3.4.1. Recupero e riqualificazione dei siti storico-archeologici di particolare interesse

4. Programma Costa

Obiettivo specifico Obiettivi operativi Linee di azione

4.1.1 Le perle. Promuovere la grande architettura di un nuovo fronte a mare 4.1.2 Il filo della collana. Realizzare una mobilità costiera interurbana sostenibile

4.1. La collana di perle. Rigenerare la

qualità del fronte costiero come

attrattore internazionale

4.1.3 Una Metropoli di mare. Realizzare un sistema integrato di approdi turistici 4.2.1 Consolidamento e protezione della costa in contrasto ai fenomeni erosivi e all'inquinamento 4.2.2 Realizzazione e adeguamento dei recapiti finali di convogliamento delle acque

4. Promuovere processi di

riqualificazione della costa come fronte

sull’Adriatico.

4.2. 70 km di costa risanata.

Salvaguardare il paesaggio costiero dal

degrado naturale e antropico

4.2.3 Riqualificazione delle aree urbane marginali lungo la fascia costiera

Nota: Gli interventi evidenziati in grigio sono computati nei programmi "cultura e spazi creativi" - "turismo e marketing" - "mobilita sostenibile” - "risorse idriche". 5. Programma Città Storica

Obiettivo specifico Obiettivi operativi Linee di azione

5.1.1 Attivazione di una rete di Laboratori per la valorizzazione della Città storica 5.1.2 Istituzione di una Scuola artigiana per la conservazione della Città storica

5.1. La costruzione quotidiana della storia

collettiva: recuperare la capacità

degli abitanti di manutenere la città

5.1.3 Creazione di un fondo per la manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio storico finalizzata al miglioramento della qualità abitativa e alla trasformazione d'uso compatibile

5. Valorizzare la città storica

5.2. La valorizzazione 5.2.1 Riqualificazione delle pavimentazioni e delle reti dei

Pagina 25

sottoservizi stradali 5.2.2 Riqualificazione di piazze, spazi aperti e arredo urbano

del patrimonio urbano: Riqualificare gli spazi e i luoghi pubblici dei nuclei storici urbani 5.2.3. restauro degli edifici pubblici e dei complessi

monumentali 5.3.1 Costituzione di archivi conoscitivi per l’intervento nella Città storica

5.3. L'elaborazione della conoscenza

operativa: Sperimentare

strumenti integrati per l'intervento nella Città

storica

5.3.2 Innovazione e integrazione degli interventi di recupero e di riqualificazione

5.4. Il recupero della bellezza del territorio

storico: Riattivare le

connessioni tra il patrimonio storico diffuso e i nuclei urbani della Città

storica

5.4.1 Realizzazione di un Museo territoriale del patrimonio diffuso

5.5.1 Realizzazione di parcheggi scambiatori in prossimità dei nuclei storici urbani 5.5.2 Realizzazione di sistemi di dissuasione e di monitoraggio dell'accesso automobilistico

5.5. Muoversi a misura d’uomo:

Sperimentare nuovi sistemi di accessibilità e mobilità nei nuclei

storici urbani 5.5.3 Realizzazione di nuove viabilità per la deviazione degli attraversamenti automobilistici

6. Programma Paesaggio rurale e agroindustria

Obiettivo specifico Obiettivi operativi Linee di azione

6.1. Migliorare l’accessibilità, la

fruibilità e l'attrattività delle aree rurali

6.1.1. Ammodernamento delle strade rurali e creazione di percorsi ecologici

6.2.1. Promozione dei prodotti di MTB

6. Valorizzazione delle specificità

del territorio rurale di MTB, preservando la

tradizione e favorendo

l’innovazione

6.2. Valorizzare le produzioni agricole locali e sviluppare il

mercato agroalimentare

6.2.2. Certificazione delle produzioni alimentari a garanzia della salute e della sostenibilità ambientale.

7. Programma Risorse Idriche

Obiettivo specifico Obiettivi operativi Linee di azione

7.1.1. Studiare nuovi modelli di approvvigionamento e di distribuzione della risorsa idrica per usi diversi dal potabile7.1.2. Ridurre le perdite nelle reti di distribuzione esistenti

7.1.3. Diffondere la cultura dell’acqua

7.1 Razionalizzare i

consumi e ridurre gli sprechi 7.1.4. Realizzare sistemi di riutilizzo e recupero delle

acque 7.2.1. Risanare e completare le reti di fognatura nera

7. MTB: modello nazionale di

“gestione virtuosa della risorsa idrica”

7.2 Tutelare corpi idrici e

suolo dall’inquinamento 7.2.2. Migliorare l’efficienza depurativa degli impianti di trattamento

Pagina 26

7.2.3. Realizzare e/o adeguare le reti di drenaggio urbano 7.2.4. Disconnettere le fognature miste 7.3.1. Attenuare gli impatti degli scarichi degli impianti di depurazione

7.3 Incrementare la

fruibilità delle aree costiere e di quelle con potenziale naturalistico

e paesaggistico

7.3.2. Realizzare reti idriche e fognarie nelle aree costiere e nelle aree rurali

8. Programma Energia

Obiettivo specifico Obiettivi operativi Linee di azione

8.1.1 Installazione di impianti fotovoltaici a servizio degli edifici pubblici 8.1.2 Interventi per il miglioramento dell’efficienza energetica dei sistemi di pubblica illuminazione 8.1.3 Censimento energetico degli edifici comunali

8.1 Azzeramento della dipendenza da fonti

energetiche convenzionali nella

Pubblica Amministrazione 8.1.4 Interventi per il miglioramento dell’efficienza

energetica degli edifici pubblici comunali 8.2.1 Progetto pilota per l’armonizzazione e la rivisitazione dei regolamenti edilizi comunali della MTB in chiave di sostenibilità energetica e ambientale 8.2.2 Progetto pilota per l’individuazione della producibilità da eolico dell’area metropolitana mediante ridefinizione delle mappe del vento e individuazione delle aree da proteggere

8.2.3 Progetto pilota/studio di fattibilità sulla Generazione Distribuita per determinare gli impatti e le soluzioni tecniche per il raggiungimento di un grado di penetrazione del rinnovabile del 50%; 8.2.4 Campagna di sensibilizzazione per l’uso efficiente dell’energia

8.2 Instaurare le condizioni

economiche, normative e

tecnologiche che rendano possibile il

raggiungimento di un grado di penetrazione

del rinnovabile del 50% nel 2035

8.2.5 Realizzazione di una Agenzia per l'Energia 8.3.1 Realizzazione di una filiera corta e di un centro di raccolta, stoccaggio e recupero energetico da biomasse a Noicattaro

8. Incrementare la

domanda e l’offerta di

servizi energetici integrati,

innovativi ed efficienti

8.3 Realizzazione di grandi progetti

sperimentali per la fornitura e la

produzione di servizi energetici innovativi

8.3.2 Progetto pilota per la realizzazione di un distretto energetico per la produzione di servizi energetici e ambientali integrati

9. Programma Rifiuti

Obiettivo specifico Obiettivi operativi Linee di azione

9.1.1. Green procurement: piano di coordinamento per gli acquisti verdi e borsa rifiuti.

9. MTB

RICICLONA che utilizza i rifiuti come

risorsa, evitando di

produrli, raggiunge nel

9.1 favorire la piena integrazione all’interno

dell’area MTB, promuovendo azioni

comuni per la prevenzione della

produzione dei rifiuti e per la gestione

integrata del ciclo dei 9.1.2. Interoperabilità: piano di attuazione per facilitare il dialogo e la collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti nella gestione dei rifiuti e la cittadinanza e per garantire il coordinamento tra gli ATO

Pagina 27

rifiuti

9.2.1 Mi rifiuto di sprecare: Azioni per la riduzione della produzione dei rifiuti

9.2 promuovere la cultura della

prevenzione della produzione dei rifiuti

nell’area MTB ed incentivare la raccolta

differenziata

9.2.2 Incentivare la raccolta differenziata presso le singole municipalità.

9.3.1 Potenziamento dell’attuale dotazione impiantistica per la chiusura del ciclo dei rifiuti

breve periodo gli obiettivi

fissati dal Piano Regionale ed

attiva sperimentazioni che favoriscano l’introduzione di

innovazioni organizzative e tecnologiche in

grado di migliorare in

modo radicale la gestione dei rifiuti in MTB

9.3 incrementare la dotazione

Impiantistica nella gestione dei rifiuti

riducendo l’uso della discarica e favorendo tecnologie innovative

con particolare riferimento al

compostaggio e ai rifiuti speciali da attività produttive

9.3.2 Ricerca ed innovazione: introduzione di nuove tecnologie impiantistiche nella gestione dei rifiuti

10. Programma Accessibilità

Obiettivo specifico Obiettivi operativi Linee di azione

10.1.1. Potenziare le infrastrutture lato terra per i passaggeri dei porti di Bari e Molfetta

10.1. Incrementare il

traffico passeggeri marittimo, di

linea e croceristico

10.1. Migliorare le infrastrutture ed i

servizi per i passeggeri dei porti

10.1.2. Promuovere la multimodalità passeggeri del porto di Bari (Dai non luoghi ai luoghi: la città hub)

10.2.1. Aumentare l'accessibilità su strada dell'aeroporto 10.2. Accrescere l'importanza funzionale e territoriale

dell'aeroporto

10.2. Migliorare le infrastrutture ed i

servizi dell'aeroporto 10.2.2 Potenziare i servizi land-side dell'aeroporto

(adeguare l'aerostazione)

10.3.1. Realizzare il Collegamento dell’ultimo miglio per i porti di Bari e Molfetta (Unire le porte di MTB) 10.3.2. Funzionalizzar e il nuovo porto di Molfetta per le merci (Molfetta il porto del futuro) 10.3.3. Rendere metropolitani i porti Bari e Molfetta attraverso opportuni collegamenti stradali 10.3.4. Istituire l’Osservatorio per la linea ferroviaria ad alta

capacità Bari-Napoli 10.3.5. Realizzare nuovi spazi per i servizi commerciali del

porto di Bari, anche delocalizzand o il traffico

10.3. Promuovere la co-modalità nel trasporto merci

10.3. Migliorare le infrastrutture ed i

servizi per il trasporto merci del sistema di

porti di MTB

10.3.6. Creare le infrastrutture (portuali ed interporto) per il traffico container

Pagina 28

10.4. Favorire la

partecipazione e la

comunicazione relativa al

programma accessibilità

10.4. Aumentare il numero di soggetti

coinvolti

10.4.1 Comunicare le iniziative ed i progetti in corso; coinvolgere gli enti locali e stakeholders nella fase attuativa

11. Programma Competitività/Politiche industriali

Obiettivo specifico Obiettivi operativi Linee di azione

11.1.1Infrastrutturazione delle aree industriali finalizzate ad un loro potenziamento e/o rifunzionalizzazione 11.1.2 Creazione di un sistema reticolare "aperto" all'esterno di aree industriali: favorire processi di aggregazione e realizzazione di poli logistici

11.1. Garantire il passaggio da un

policentrismo di tipo areale ad uno di tipo

reticolare creando una forte interdipendenza tra

le aree destinate ad attività produttive

mediante interventi per la loro razionalizzare

favorendone la rifunzionalizzazione

11.1.3 GIOBIM: realizzazione dell'"eco-industrial park" di MTB

11.2.1 Creazione di spazi a disposizione delle imprese e dei lavoratori all’interno delle aree destinate ad attività produttive

11.2. Incrementare la qualità delle aree

produttive valorizzando gli aspetti ambientali,

culturali creando servizi alle imprese insediate ed

ai lavoratori

11.2.2 Interventi per la sostenibilità ambientale delle aree produttive

11.3. Ricucire il rapporto tra Pubblica

Amministrazione e sistema produttivo

supportando i processi innovativi all’interno della PA nella erogazione di servizi alle imprese e

favorendo la creazione di luoghi stabili per il

confronto

11.3.1 Supportare i processi innovativi della PA nella erogazione di servizi alle imprese e favorire luoghi stabili per il confronto con gli operatori economici

11.4.1 incremento della spesa in ricerca, sviuppo pre-competitivo e industrializzazione da parte delle imprese: start up di imprese innovative, contratti di programma e progetti di filiera 11.4.2 Favorire l'aggregazione d'impresa investimenti di filiera finalizzati alla valorizzazione del capitale umano, all'internazionalizzazione ed all'informatizzazione dei processi produttivi 11.4.3 Investimenti materiali ed immateriali a finalità ambientale e sociale diretti a incrementare la qualità globale dei sistemi locali

11. Creazione di una Metropoli

euro-mediterranea in

grado di attrarre

investimenti puntando sulla valorizzazione

del capitale umano, con particolare

riferimento ai settori della meccanica,

delle costruzioni, dell'agro-industria e

multimediale 11.4. Incrementare la

competitività delle imprese valorizzando il

capitale e la nuova imprenditorialità: favorire investimenti in ricerca ed innovazione e garantire

il sostegno ad aggregazioni d’impresa, investimenti in ricerca ed

innovazione, incentivi

11.4.4 Accesso al credito da parte di PMI e servizi finanziari innovativi

Pagina 29

12. Programma Commercio e Artigianato

Obiettivo specifico Obiettivi operativi Linee di azione

12.1 Creare un sistema integrato per la promozione e commercializzazione dei

prodotti di qualità MTB, orientato al mercato interno

con la realizzazione di filiere corte, e aperto ai mercati internazionali, soprattutto emergenti

12.1.1. Sistema integrato per la promozione e commercializzazione dei prodotti di qualità MTB

12.2 Migliorare i sistemi commerciali urbani in termini di qualità ed

efficienza, mediante il supporto e l’istituzione di

distretti urbani del commercio, aggregazioni di

imprese capaci di realizzare attività

coordinate di promozione, innovazione, acquisto

12.2.1. Sistemi commerciali urbani - distretti urbani del commercio

12.3 Realizzazione di una rete di aree del commercio attrattive e multifunzionali,

per la promozione di prodotti agroalimentari tipici

e di qualità nel mercato interno di MTB

12.3.1. Rete di aree del commercio attrattive e multifunzionali

12.4. Favorire iniziative volte a migliorare la

competitività, l’efficienza e la qualità delle PMI

artigiane, con misure a favore dell’innovazione e

della ricerca, promuovendo e qualificando in particolare

il sistema delle PMI artigiane nel settore delle

lavorazioni artistiche e tradizionali

12.4.1. Iniziative per la competitività, l’efficienza e la qualità delle PMI artigiane nel settore delle lavorazioni artistiche e tradizionali

12. Consolidare e

innovare la tradizione

commerciale e artigianale di

MTB

12.5. Favorire la formazione di un mercato dell’edilizia sostenibile e

del restauro, intervenendo a favore della creazione un borsino specializzato nel settore e promuovendo

attività di formazione tecnica specializzata e

adeguamento tecnologico delle imprese

12.5.1. Iniziative per la costituzione di un mercato dell’edilizia sostenibile e del restauro

Pagina 30

13. Programma Ricerca e Innovazione

Obiettivo specifico Obiettivi operativi Linee di azione

13.1. Promuovere l'innovazione della p.a. attraverso le

tecnologie informatiche e

telematiche

13.1.1. Mettere a sistema le proposte metropolitane per l’innovazione nella P.A.

13. MTB

tradizionalmente innovativa, in

grado di innovare i

servizi offerti dalla p.a e favorire il

dialogo tra mondo della

ricerca e mondo dell'impresa,

contrastando la fuga di cervelli.

13.2. Promuovere servizi per la nascita

di imprese in settori ad alta intensità di conoscenza, favorendo la

collaborazione fra mondo della ricerca e

dell'impresa

13.2.1. Realizzare luoghi di incontro tra mondo della ricerca e dell’impresa

14. Programma Migranti

Obiettivo specifico Obiettivi operativi Linee di azione

14.1 Promuovere e favorire il dialogo

interculturale attarverso al

creazione ed il raffrozamento di luoghi di scambio

interculturale

14.1.1 Promuovere la realizzazione e lo sviluppo di iniziative e di reti su base interregionale e transnazionale, con particolare riferimento alle buone pratiche

14.2 Favorire l’inserimento sociale e

lavorativo degli immigrati

14.2.1 sostenere l’inserimento lavorativo dei migranti

14. Rendere MTB

un luogo di integrazione culturale e sociale nel

rispetto della diversità,

favorendo la cooperazione internazionale ed arricchendo

il sistema formativo locale per le “seconde

generazioni"

14.3 Integrare le "seconde generazioni"

14.3.1 Aumentare la partecipazione all’apprendimento permanente, anche attraverso provvedimenti intesi a ridurre l’abbandono scolastico

15. Programma Inclusione Sociale

Obiettivo specifico Obiettivi operativi Linee di azione

15.1.Miglioramento del sistema dell’offerta di servizi di welfare locale a garanzia di maggiore accessibilità per le categorie vulnerabili

15.1.1. Realizzazione di infrastrutture sociali e socio-sanitarie

15. Innalzare

complessivamente la qualità

della vita in MTB assicurando

maggiore accessibilità e

inclusione per le categorie più

vulnerabili 15.2. promuovere politiche di inclusione sociale e di promozione della salute (anche attraverso prassi

15.2.1 Interventi pilota a sostegno della conciliazione e del benessere collettivo

Pagina 31

innovative) per le categorie vulnerabili di MTB 15.3. riqualificazione del patrimonio pubblico immobiliare e promozione di iniziative per favorire l’accesso alla casa

15.3.1 Progetti di Edilizia Residenziale Pubblica e politiche abitative di nuova generazione

15.4. Rafforzamento delle misure di prevenzione e controllo della sicurezza in MTB

15.4.1 Interventi tesi a favorire una maggiore cooperazione territoriale e il rpristino della legalità

16. Programma Formazione e Lavoro

Obiettivo specifico Obiettivi operativi Linee di azione

16.1.1 Rete dei telecentri 16.1.2 Corsi per operatori del mercato del lavoro 16.1.3 Osservatorio del mercato del lavoro 16.1.4 Digitalizziamoci

16.1 Potenziare la rete dei servizi per il mercato del lavoro

16.1.5 Sportello operatori agricoli 16.2.1 Attività di formazione continua per operatori delle piccole e medie imprese (PMI)

16.2 Rafforzare il sistema della

formazione continua per consentire un

celere adeguamento delle competenze

della forza lavoro alle richieste del mercato

ed una maggiore occupabilità

16.2.2 Attività di formazione a distanza di livello universitario basate sulle tecnologie di apprendimento e- learning

16.3.1 Tirocini formativi 16.3.2 Incubatore d’impresa 16.3.3 Inserimento lavorativo per soggetti svantaggiati 16.3.4 Vivaio nuove imprese 16.3.5 Vivaio ex detenuti 16.3.6 Telelavoro femminile 16.3.7 Il mio primo lavoro

16.3 Migliorare il sistema di

orientamento e incrementare la

partecipazione al mercato del lavoro specialmente delle

fasce deboli 16.3.8 Alternanza scuola-lavoro 16.4.1 Formazione multidisciplinare metropolitana 16.4.2 Analisi dei fabbisogni formativi dei settori trainanti per lo sviluppo socio-economico della MTB 16.4.3 Viaggiando si impara

16. Connettere domanda e

offerta di lavoro orientando le

strategie formative alle dinamiche di sviluppo di

MTB

16.4 Promuovere la valorizzazione delle risorse umane nei

servizi per la competitività di settori di punta del sistema

economico della MTB 16.4.4 Il futuro è nei giovani ricercatori

Pagina 32

17. Programma Creatività e Spazi Culturali

Obiettivo specifico Obiettivi operativi Linee di azione

17.1.1 Rete museale 17.1.2 Interventi di ristrutturazione su castelli 17.1.3 Interventi di recupero su teatri

17.1. Valorizzazione dell'heritage

17.1.4 Interventi su biblioteche, pinacoteche e archivi storici comunali 17.2.1 Nuove tecnologie per lo sviluppo del patrimonio culturale 17.2.2 Realizzazione di nuovi contenitori culturali e polifunzionali

17.2. Sviluppo dei servizi culturali e

creativi 17.2.3 Interventi di riqualificazione di aree pubbliche con finalità culturali 17.3.1 Realizzazione di laboratori di creatività urbana giovanile 17.3. Incentivare

l’impresa culturale e creativa 17.3.2 Azioni di supporto allo sviluppo dell’impresa creativa

17.4.1 Candidatura di Bari a Capitale Europea della Cultura 2019 - Programmazione coordinata degli eventi e delle manifestazioni culturali

17. MTB Capitale

Culturale: Creazione e

strutturazione di un polo

industriale della cultura e della

creatività

17.4. MTB Capitale Culturale

17.4.2 Rafforzamento dell'identità culturale di MTB 18. Programma Turismo e Marketing

Obiettivo specifico Obiettivi operativi Linee di azione

18.1. Promuovere il posizionamento competitivo in ambito nazionale ed internazionale del sistema turistico locale Terra di Bari

18.1.1. Candidare MTB per un Grande evento di rilevanza internazionale

18.2. Consolidare l’offerta per il turismo ‘business’

18.2.1. Realizzare luoghi e azioni per valorizzare il mercato congressuale

18.3.1. Realizzazione di interventi funzionali allo sviluppo del turismo ambientale e culturale 18.3.2. Realizzazione di interventi rivolti al turismo archeologico 18.3.3. Realizazione di marchi di qualità

18.3.4. Realizzazione di servizi innovativi rivolti al turista

18. MTB nel 2015 è

nota sul mercato

internazionale come

destinazione turistica perché sede di grandi eventi e per la

qualità dell’offerta culturale e

turistica 18.3. Sperimentare

modelli turistici sostenibili e innovativi

18.3.5. Sviluppo delle attività nautiche e della portualità turistica

Pagina 33

19. Programma Politiche Giovanili e Conoscenza

Obiettivo specifico Obiettivi operativi Linee di azione

19.1.Rigenerare l’edilizia scolastica e mettere in rete le esperienze studentesche di MTB

19.1.1. Interventi fisici di ristrutturazione, nuova realizzazione e valorizzazione delle esperienza nel sistema scolastico di MTB

19.2. Rafforzare l’attrattività del sistema universitario di MTB

19.2.1 Interventi finalizzati al miglioramento dei servizi, dell'abitabilità, della mobilità e dell'accesso al credito degli studenti universitari

19. Rendere MTB un polo della conoscenza

adriatico-mediterraneo attrattivo in

grado di valorizzare la componente

giovanile come risorsa sociale, economica e

creativa al servizio dello sviluppo del

Territorio

19.3 Promuovere azioni innovative per la valorizzazione della componente giovanile di MTB

19.3.1 Interventi a favore dei target giovanili di MTB

20. Programma Comunicazione

Obiettivo specifico Obiettivi operativi Linee di azione

20.1.1 BA2015 on the road 20.1.2 BA2015 media network 20.1.3 URP metropolitano 20.1.4 Comuni…care

20.1. Diffondere conoscenza e informazione sul PS

20.1.5 bollettino informativo semestrale "Civis"

20.2.1 Cantieri aperti 20.2.2 Il futuro è qui

20.2. Rendere noti e promuovere i progetti del PS e le relative fasi di implementazione

20.2.3 Comunicare l'evoluzione dei progetti

20.3. Diffondere la cultura della partecipazione rendendo noti e facilmente fruibili gli strumenti di partecipazione attiva

20.3.1 La cultura della partecipazione

20. Gli abitanti dei

Comuni dell’Unione hanno sviluppato un

forte senso di coesione ed

appartenenza che ha consentito di

superare le antiche divisioni. Questo è

strettamente connesso ad un

altrettanto spiccato senso di

responsabilità e partecipazione attiva alla governance della

Metropoli. La Metropoli Terra di

Bari sarà nota e riconosciuta sia a

livello nazionale sia a livello internazionale.

20.4. Posizionare BA2015 quale innovativo e autorevole caso di pianficazione territoriale a livello nazionale e internazionali

20.4.1 MTB un'esperienza da promuovere

Pagina 34

4.2. Analisi di coerenza “interna” L’analisi di coerenza è fatta incrociando tutti gli obiettivi operativi dei 20 programmi con gli obiettivi specifici, attraverso una matrice di coerenza che fornisce informazioni sulla capacità del piano di realizzare i propri obiettivi generali, nonché informazioni su potenziali conflittualità tra obiettivi del piano. Come si avrà modo di osservare dalla tabela riportata di seguito, non ci sono palesi conflittualità tra gli obiettivi del piano. D’altro canto, si notano una serie di sinergie tra le strategie di alcuni programmi. In particolare, si nota come le azioni di alcuni programmi concarrono, con la loro realizzazione, all’attuazione degli obiettivi generali di più programmi; di contro, altri programmi appaiono, invece, focalizzati su obiettivi molto specifici fornendo e ricevendo poco supporto dagli altri. Appaiono abbastanza ‘trasversali’, in relazione alle azioni di supporto che forniscono, i programmi Mobilità, Ricerca e Innovazione e Formazione e Lavoro, oltre, ovviamente, al programma Comunicazione. Legenda: corenza diretta nella realizzazione degli obiettivi

corenza indiretta e supporto nella realizzazione degli obiettivi

mancanza di relazioni apprezzabilI

potenziali conflittualità mitigabili

conflittualità non eliminabili

Pagina 35

Tabella 4-1. Coerenza interna del Piano Strategico MTB

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TA'PERIFE RIE LAME COSTA CITTA'

STORICAPAESAG.RURALE

RISORSE IDRICHE ENERGIA RIFIUTI ACCESSI

BILITA'COMPETI

TIVITA'COM MERCIO R&I MIGRANTI INCLUS.

SOCIALEFORM. ELAVORO

CREATI VITA' TURISMO

POL. GIOVAN.

COMUNICAZ.

1.1 Incrementare l’uso del trasporto pubblico1.2 Garantire la mobilità dolce 1.3 Ridurre le emissioni inquinanti1.4 Incrementare la qualità e la sicurezza degli spostamenti con l’auto

2.1. Realizzazione di servizi alla residenza e spazi per attività culturali e sportive

2.2. Riqualificazione degli spazi pubblici2.3. Rafforzamento dell'accessibilità e della qualità degli spostamenti interni3.1. Connessione delle emergenze storiche, archeologiche e naturalistiche delle lame3.2. Risanamento e bonifica delle situazioni di maggior degrado in lama3.3. Regimentazione idraulica nei tratti a rischio idrogeologico3.4. Recupero e riqualificazione dei siti storico-archeologici di particolare interesse

Obiettivi operativi vs. obiettivi specifici

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TA'PERIFE RIE LAME COSTA CITTA'

STORICAPAESAG.RURALE

RISORSE IDRICHE ENERGIA RIFIUTI ACCESSI

BILITA'COMPETI

TIVITA'COM MERCIO R&I MIGRANTI INCLUS.

SOCIALEFORM. ELAVORO

CREATI VITA' TURISMO

POL. GIOVAN.

COMUNICAZ.

4.1. La collana di perle . Rigenerare la qualità del fronte costiero come attrattore internazionale

4.2. 70 km di costa risanata. Salvaguardare il paesaggio costiero dal degrado naturale e antropico

5.1. La costruzione quotidiana della storia collettiva :recuperare la capacità degli abitanti di manutenere la città

5.2. La valorizzazione del patrimonio urbano :Riqualificare gli spazi e i luoghi pubblici dei nuclei storici urbani

5.3. L'elaborazione della conoscenza operativa :Sperimentare strumenti integrati per l'intervento nella Città storica

5.4. Il recupero della bellezza del territorio storico :Riattivare le connessioni tra il patrimonio storico diffuso e i nuclei urbani della Città storica

5.5. Muoversi a misura d’uomo :Sperimentare nuovi sistemi di accessibilità e mobilità nei nuclei storici urbani

5

4

Obiettivi operativi vs. obiettivi specifici

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SOCIALEFORM. ELAVORO

CREATI VITA' TURISMO

POL. GIOVAN.

COMUNICAZ.

6.1. Migliorare l’accessibilità, la fruibilità e l'attrattività delle aree rurali

6.2. Valorizzare le produzioni agricole locali e sviluppare il mercato agroalimentare

7.1. RAZIONALIZZARE I CONSUMI E RIDURRE GLI SPRECHI7.2. TUTELARE CORPI IDRICI E SUOLO DALL’INQUINAMENTO7.3. INCREMENTARE LA FRUIBILITÀ DELLE AREE COSTIERE E DI QUELLE CON POTENZIALE NATURALISTICO E PAESAGGISTICO8.1 Azzeramento della dipendenza da fonti energetiche convenzionali nella Pubblica Amministrazione

8.2 Instaurare le condizioni economiche, normative e tecnologiche che rendano possibile il raggiungimento di un grado di penetrazione del rinnovabile del 50% nel 2035

8.3 Realizzazione di grandi progetti sperimentali per la fornitura e la produzione di servizi energetici innovativi

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SOCIALEFORM. ELAVORO

CREATI VITA' TURISMO

POL. GIOVAN.

COMUNICAZ.

9.1 favorire la piena integrazione all’interno dell’area MTB, promuovendo azioni comuni per la prevenzione della produzione dei rifiuti e per la gestione integrata del ciclo dei rifiuti

9.2 promuovere la cultura della prevenzione della produzione dei rifiuti nell’area MTB ed incentivare la raccolta differenziata

9.3 incrementare la dotazione Impiantistica nella gestione dei rifiuti riducendo l’uso della discarica e favorendo tecnologie innovative con particolare riferimento al compostaggio e ai rifiuti speciali da attività produttive

10.1. Migliorare le infrastrutture ed i servizi per i passeggeri dei porti10.2. Migliorare le infrastrutture ed i servizi dell'aeroporto10.3. Migliorare le infrastrutture ed i servizi per il trasporto merci del sistema di porti di MTB10.4. Aumentare il numero di soggetti coinvolti

Obiettivi operativi vs. obiettivi specifici

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1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20MOBILI

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SOCIALEFORM. ELAVORO

CREATI VITA' TURISMO

POL. GIOVAN.

COMUNICAZ.

11.1. Garantire il passaggio da un policentrismo di tipo areale ad uno di tipo reticolare creando una forte interdipendenza tra le aree destinate ad attività produttive mediante interventi per la loro razionalizzare favorendone la rifunzionalizzazione

11.2. Incrementare la qualità delle aree produttive valorizzando gli aspetti ambientali, culturali creando servizi alle imprese insediate ed ai lavoratori

11.3. Ricucire il rapporto tra Pubblica Amministrazione e sistema produttivo supportando i processi innovativi all’interno della PA nella erogazione di servizi alle imprese e favorendo la creazione di luoghi stabili per il confronto

11.4. Incrementare la competitività delle imprese valorizzando il capitale e la nuova imprenditorialità: favorire investimenti in ricerca ed innovazione e garantire il sostegno ad aggregazioni d’impresa, investimenti in ricerca ed innovazione, incentivi

Obiettivi operativi vs. obiettivi specifici

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BILITA'COMPETI

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SOCIALEFORM. ELAVORO

CREATI VITA' TURISMO

POL. GIOVAN.

COMUNICAZ.

12.1. Creare un sistema integrato per la promozione e commercializzazione dei prodotti di qualità MTB, orientato al mercato interno con la realizzazione di filiere corte12.2. Migliorare i sistemi commerciali urbani in termini di qualità ed efficienza, mediante il supporto e l’istituzione di distretti urbani del commercio e aggregazioni di imprese12.3. Realizzazione di una rete di aree del commercio attrattive e multifunzionali, per la promozione di prodotti agroalimentari tipici e di qualità nel mercato interno di MTB12.4. Migliorare la competitività, l’efficienza e la qualità delle PMI artigiane, con misure a favore dell’innovazione e della ricerca, in particolare del sistema delle PMI artigiane nel settore delle lavorazioni artistiche e tradizionali12.5. Favorire la formazione di un mercato dell’edilizia sostenibile e del restauro, creando un borsino specializzato nel settore e promuovendo attività di formazione tecnica specializzata e adeguamento tecnologico delle imprese

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13.1. Promuovere l'innovazione della p.a. attraverso le tecnologie informatiche e telematiche13.2. Promuovere servizi per la nascita di imprese in settori ad alta intensità di conoscenza, favorendo la collaborazione fra mondo della ricerca e dell'impresa14.1 Promuovere e favorire il dialogo interculturale attarverso al creazione ed il raffrozamento di luoghi di scambio interculturale14.2 Favorire l’inserimento sociale e lavorativo degli immigrati14.3 Integrare le "seconde generazioni"

15.1.Miglioramento del sistema dell’offerta di servizi di welfare locale a garanzia di maggiore accessibilità per le categorie vulnerabili

15.2. promuovere politiche di inclusione sociale e di promozione della salute (anche attraverso prassi innovative) per le categorie vulnerabili di MTB 15.3. riqualificazione del patrimonio pubblico immobiliare e promozione di iniziative per favorire l’accesso alla casa15.4. Rafforzamento delle misure di prevenzione e controllo della sicurezza in MTB

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16.1 Potenziare la rete dei servizi per il mercato del lavoro16.2 Rafforzare il sistema della formazione continua per consentire un celere adeguamento delle competenze della forza lavoro alle richieste del mercato ed una maggiore occupabilità

16.3 Migliorare il sistema di orientamento e incrementare la partecipazione al mercato del lavoro specialmente delle fasce deboli

16.4 Promuovere la valorizzazione delle risorse umane nei servizi per la competitività di settori di punta del sistema economico della MTB17.1. Valorizzazione dell'heritage17.2. Sviluppo dei servizi culturali e creativi17.3. Incentivare l’impresa culturale e creativa

17.4. MTB Capitale Culturale

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18.1. Promuovere il posizionamento competitivo in ambito nazionale ed internazionale del sistema turistico locale Terra di Bari

18.2. Consolidare l’offerta per il turismo ‘business’18.3. Sperimentare modelli turistici sostenibili e innovativi 19.1.Rigenerare l’edilizia scolastica e mettere in rete le esperienze studentesche di MTB19.2. Rafforzare l’attrattività del sistema universitario19.3 Promuovere azioni innovative per la valorizzazione della componente giovanile20.1. Diffondere conoscenza e informazione sul PS20.2. Rendere noti e promuovere i progetti del PS e le relative fasi di implementazione20.3. Diffondere la cultura della partecipazione rendendo noti e facilmente fruibili gli strumenti di partecipazione attiva20.4. Posizionare BA2015 quale innovativo e autorevole caso di pianficazione territoriale a livello nazionale e internazionali

Obiettivi operativi vs. obiettivi specifici

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5. VALUTAZIONE DELL’INTEGRAZIONE DELLA COMPONENTE AMBIENTALE NEL PIANO STRATEGICO

5.1. Individuazione degli obiettivi di protezione ambientale In questo paragrafo verranno identificati gli obiettivi si sostenibilità ambientale (rilevanti per il Piano Strategico) contenuti nei principali documenti di indirizzo regionale, nazionale e comunitario in materia di protezione ambientale. I documenti analisizzati sono:

- La Strategia dell’Unione Europea per lo Sviluppo Sostenibile - La Strategia d’azione ambientale per lo Sviluppo Sostenibile in Italia - La strategia Mediterranea per lo Sviluppo Sostenibile - Il Programma Regionale per la Tutela dell’Ambiente della Regione Puglia - I Piani di Agenda 21 Locale dei comuni di MTB

Tali documenti hanno già recepito i contenuti della normativa di riferimento nazionale e comuniaria sulla protezione ambientale nei vari settori, nonché i principali impegni derivanti da protocolli, convenzioni e strategie settoriali (Protocollo di Kyoto allegato alla convezione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, carta di Aalborg 2002-2010 e gli impegni di Aalborg +10 , Piano d’azione di Johannesbourg per lo sviluppo sostenibile, VI Programma di Azione Ambientale 2002-2012 dell’Unione Europea, Strategia di Lisbona, …) di cui essi forniscono una sintesi e una specificazione al livello (europeo, mediterraneo, nazionale, regionale e/o sub regionale) di proprio riferimento.

5.1.1. La Strategia dell’Unione Europea per lo Sviluppo Sostenibile

La nuova strategia europea per lo Sviluppo Sostenibile, approvata nel 2006, individua sette sfide generali e corrispondenti traguardi, obiettivi operativi ed azioni. Gli obiettivi generali sono:

- Cambiamenti climatici: Limitare i cambiamenti climatici, i loro costi e le ripercussioni negative per la società e l'ambiente;

- Trasporti sostenibili: Garantire che i nostri sistemi di trasporto corrispondano ai bisogni economici, sociali e ambientali della società, minimizzandone contemporaneamente le ripercussioni negative sull'economia, la società e l'ambiente;

- Modelli di consumo e di produzione: Promuovere modelli di consumo e di produzione sostenibili;

- Risorse naturali: Migliorare la gestione ed evitare il sovrasfruttamento delle risorse naturali riconoscendo il valore dei servizi ecosistemici;

- Salute pubblica: Promuovere la salute pubblica a pari condizioni per tutti e migliorare la protezione contro le minacce sanitarie;

- Inclusione sociale: Creare una società socialmente inclusiva tenendo conto della solidarietà tra le generazioni e nell'ambito delle stesse nonché garantire e migliorare la qualità della vita dei cittadini quale presupposto per un benessere duraturo delle persone;

- Politiche di coesione: Promuovere attivamente lo sviluppo sostenibile a livello mondiale e assicurare che le politiche interne ed esterne dell'Unione siano coerenti con lo sviluppo sostenibile a livello globale e con i suoi impegni internazionali.

5.1.2. La strategia Mediterranea per lo Sviluppo Sostenibile

La strategia Mediterranea per lo Sviluppo Sostenibile, esito del 10° Meeting della Commissione Mediterranea sullo Sviluppo Sostenibile (MCSD) tenutosi ad Atene nel 2005, è basata su una visione a lungo termine di un Mediterraneo “sostenibile” in grado di promuovere un progresso socio-economico, ambientale e di governance sostenibile. Tale visione è basata su quattro obiettivi prioritari:

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- Contribuire allo sviluppo economico valorizzando i beni del Mediterraneo; - Ridurre le disparità sociali attraverso la realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo del

Millennio e attraverso il rafforzamento delle identità culturali; - Cambiare la produzione e i modelli di consumo non sostenibili e assicurare una gestione

sostenibile delle risorse naturali; - Migliorare la governance a livello locale, nazionale e regionale.

A tale scopo essa individua sette campi prioritari d’azione interdipendenti per i quali è essenziale compiere reali progressi:

- Migliore gestione delle risorse e della richiesta di acqua; - Migliore uso razionale di energia, aumento dell’uso di energia rinnovabile, attenuazione e

adattamento al cambiamento climatico; - Mobilità sostenibile attraverso un’adeguata gestione dei trasporti; - Turismo sostenibile come settore economico preminente; - Agricoltura sostenibile e sviluppo rurale; - Sviluppo urbano sostenibile; - Gestione sostenibile del mare, delle aree costiere e delle risorse marine.

Si riportano di seguito gli obiettivi ambientali riferiti ai sette campi prioritari di azione, relativamente al raggiungimento dei quattro obiettivi prioritari della strategia.

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Tabella 5-1. La strategia Mediterranea per lo Sviluppo Sostenibile – Obiettivi ambientali nei sette campi di azione principali

SETTE CAMPI PRINCIPALI QUATTRO OBIETTIVI PRINCIPALI

Acqua Energia e cambiamento climatico

Trasporti Turismo Agricoltura e sviluppo rurale

Sviluppo urbano Zone marittime e costiere

Sviluppo economico. Accrescere l’assetto Mediterraneo

Aumentare in agricoltura il valore aggiunto dell’acqua per metro cubo).

Incrementare il potenziale delle energie rinnovabili del Mediterraneo (7% della domanda entro il 2015). Ridurre la dipendenza energetica.

Sviluppare sistemi di trasporto euro mediterranei più competitivi e sostenibili. Ridurre i crescenti costi di congestione.

Promuovere il turismo sostenibile. Accrescere il valore dell’assetto mediterraneo e diversificare il turismo. Incrementare il valore aggiunto dell’economia turistica per le comunità locali dei paesi in via di sviluppo.

Incoraggiare la qualità e la diversità mediterranea: prodotti tipici, agricoltura biologica, dieta, paesaggi… Agricoltura razionale e produttiva. Diversificare l’economia rurale.

Promuovere un’economia urbana sostenibile. Creare valore aggiunto dei patrimoni culturali, storici e paesaggistici.

Sviluppare attività (turismo, acquacultura,…) che integrino le fragilità naturali. Proteggere e promuovere il valore unico delle coste, delle risorse marine, dei paesaggi.

Ridurre le disparità sociali

Dimezzare il numero di persone (2015/1990) che non hanno accesso all’acqua potabile ed alle misure igieniche).

Dimezzare la popolazione che non ha accesso all’elettricità (2015/1990).

Ridurre la crescita dei costi di trasporto nel budget familiare.

Sviluppare il turismo per aiutare a promuovere la coesione sociale e i valori culturali.

Ridurre la povertà rurale ed il divario sociale con la popolazione urbana. Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDG). Accrescere la coesione sociale e territoriale.

Ridurre le disuguaglianze sociali. Integrare gli agglomerati irregolari. Ridurre il tasso di espansione dei bassifondi.

Preservare il valore aggiunto sociale e culturale delle attività costiere tradizionali (pesca, produzione del sale, agricoltura,…).

Cambiare i modelli di produzione e di consumo insostenibili. Assicurare la gestione sostenibile delle risorse naturali.

Stabilizzare la domanda d’acqua (ridurre le perdite ed il cattivo uso). Proteggere le risorse d’acqua (quantità e la qualità). Prevenire i rischi naturali.

Uso razionale dell’energia (efficienza energetica). Controllo, riduzione e stabilizzazione delle emissioni di gas responsabili dell’effetto serra. Ridurre la vulnerabilità di aree sensibili al cambiamento climatico.

Stabilizzare o ridurre il tasso di traffico su gomma. Trasferire il traffico dalle strade alle ferrovie al mare. Sistemi di trasporto urbano collettivo meno inquinanti. Separazione della crescita economica e dell’aumento del traffico motorizzato.

Ridurre le pressioni turistiche nei punti sensibili (hot spot) ambientali. Migliore gestione spaziale e temporale dei flussi turistici.

Ridurre la desertificazione, la perdita di terre arabili a causa delle erosioni, della salinizzazione e della artificializzazione. Proteggere la biodiversità e i

paesaggi. Preparare l’agricoltura ai cambiamenti climatici.

Promuovere il modello mediterraneo di città piccole ed eterogenee. Ridurre il tasso di inquinamento dell’aria Aumentare il tasso di carburanti puliti. Diminuire la crescita della generazione di rifiuti municipali, aumentare il riciclaggio e parte dei materiali di riporto sanitari

Evitare una urbanizzazione costiera costante. Ridurre l’inquinamento land-based. Prevenire l’inquinamento derivante dalle navi. Eliminare l’inquinamento operativo. Fermare/ridurre le perdite di biodiversità marina e costiera. Ridurre la vulnerabilità ai rischi.

Migliorare la governance

Politiche inerenti la domanda d’acqua: target globali e settoriali (agricoltura, acque urbane, industrie). Integrare la gestione delle risorse idriche. Promuovere la partecipazione e la partnership locale.

Politiche sull’Uso Razione dell’Energia/Energie Rinnovabili (RUE/RE). Strumenti economici. Campagne per incrementare la sensibilizzazione. Cooperazione/Implem entazione dei meccanismi di flessibilità del protocollo di Kyoto.

Strumenti economici. Investimenti. Una rete euro- mediterranea di trasporto sostenibile.

Cooperazione regionale, programma delle attività per l’ecoturismo, etichettatura. Governance locale. Strumenti economici. Formule di turismo pay-back. Capacità di carico

Approccio euro-mediterraneo Agricoltura sostenibile e politiche di sviluppo rurale, programmi, parchi regionali, riserve di biosfera. Rafforzare la governance delle comunità locali, che promuova il lavoro delle donne.

Pianificazione articolata spaziale e del trasporto. Consolidare le capacità delle autorità locali. Promuovere l’Agenda 21 locale, programmi di rinnovo urbano. Partnership pubblico-private. Network di cooperazione decentralizzata.

Far osservare e migliorare la cooperazione regionale e sub- regionale. Fissare un Protocollo, delle leggi e una governance locale per la gestione delle coste. Piani per le isole. Piani preventive per i rischi. Un network di aree protette. (obiettivo 10%). Migliorare il supporto internazionale ed europeo.

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5.1.3. La Strategia d’azione ambientale per lo Sviluppo Sostenibile in Italia

La Strategia d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia, redatta dal Ministero per l’Ambiente e della Tutela del Territorio (Delibera CIPE n. 57 del 2 agosto 2002), individua un piano d’azione generale per affrontare quattro grandi aree tematiche di azione prioritarie. Si riportano di seguito gli obiettivi riferiti ad ognuna delle aree tematiche:

- Cambiamenti climatici e protezione della fascia dell’ozono: o riduzione delle emissioni nazionali dei gas serra, o formazione, informazione e ricerca sul clima, o riduzione della vulnerabilità agli effetti dei cambiamenti climatici, o riduzione dell’emissione di tutti i gas lesivi della fascia dell’ozono stratosferico.

- Protezione e valorizzazione sostenibile della Natura e della Biodiversità: o conservazione della biodiversità, o protezione del territorio dai rischi idrogeologici, sismici e vulcanici e dai fenomeni

erosivi delle coste, o riduzione e prevenzione del fenomeno della desertificazione, o riduzione dell’inquinamento nelle acque interne, nell’ambiente marino e nei suoli, o riduzione della pressione antropica sui sistemi naturali, sul suolo a destinazione

agricola e forestale, sul mare e sulle coste. - Qualità dell’ambiente e qualità della vita negli ambienti urbani:

o riequilibrio territoriale ed urbanistico, o migliore qualità dell’ambiente urbano, o uso sostenibile delle risorse ambientali, o valorizzazione delle risorse socioeconomiche e loro equa distribuzione, o miglioramento della qualità sociale e della partecipazione democratica, o riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera e mantenimento delle

concentrazioni di inquinanti al di sotto di limiti che escludano danni alla salute umana, agli ecosistemi e al patrimonio monumentale,

o riduzione dell’inquinamento acustico e riduzione della popolazione esposta, o riduzione dell’esposizione a campi elettromagnetici in tutte le situazioni a rischio per

la salute e l’ambiente naturale, o uso sostenibile degli organismi geneticamente modificati, sicurezza e qualità degli

alimenti, o bonifica e recupero delle aree e dei siti inquinati, o rafforzamento della normativa sui reati ambientali e della sua applicazione, o promozione della consapevolezza e della partecipazione democratica al sistema di

sicurezza ambientale. - Prelievo delle risorse e produzione di rifiuti:

o riduzione del prelievo di risorse senza pregiudicare gli attuali livelli di qualità della vita,

o conservazione o ripristino della risorsa idrica, o miglioramento della qualità della risorsa idrica, o gestione sostenibile del sistema produzione/consumo della risorsa idrica, o riduzione della produzione dei rifiuti, recupero di materia e energia dai rifiuti.

5.1.4. Il Programma Regionale per la Tutela dell’Ambiente della Regione Puglia

Il programma di azione per l’ambiente della Regione Puglia (il cui ultimo aggiornamento risale al Settembre 2008) definisce la quadro di riferimento per le azioni di protezione ambientale da attuarsi attraverso l’utilizzo delle risorse trasferite alla regione dallo Stato in attuazione del D.Lgs. 112/1998. I particolare, esso stabilisce obiettivi e priorità di azioni ambientali in relazione allo stato delle singole componenti ambientali e al quadro delle risorse finanziarie. I dieci ambiti di intervento prioritari sono:

- Normative regionali in materia di tutela ambientale

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- Aree naturali protette, natura e biodiversità - Sostegno per le Autorità per la gestione dei rifiuti urbani nei diversi bacini di utenza - Tutela e pulizia delle aree costiere - Tutela della qualità dei suoli e bonifica dei siti inquinati - Sviluppo dell’attività di monitoraggio e controllo ambientale - Definizione di piani regionali di qualità ambientale, e potenziamento dell’operatività

regionale in materia di tutela delle acque e del comparto delle attività estrattive - Sviluppo delle politiche energetiche ambientali finalizzate alla riduzione delle emissioni

nocive - Adeguamento della struttura regionale, della comunicazione istituzionale e della formazione

in campo ambientale - Aggiornamento dei piani di attuazione provinciali

5.1.5. I Piani di Agenda 21 Locale dei comuni di MTB

Stando ad una rassegna fatta dalla Provincia di Bari sul preocesso di Agenda 21 in Puglia, ad oggi sono 19 i comuni ricadenti in MTB che hanno avviato il processo di agenda 21 locale, da soli o congiuntamente ad altri comuni. Lo stato di avanzamento dei lavori è differente, dal momento che in alcuni casi si tratta di semplici impegni di adesione o di avvio del processo. In altri casi, invece, è già stata prodotta la relazione sullo Stato dell’Ambiente (si veda, ad esempio, il processo di Agenda 21 locale Vela del comune di Bari e quello della Comunità montana Murgia Barese Nord-Ovest comprendente i comuni di Gravina di Puglia, Minervino Murge, Poggiorsini, Ruvo di Puglia, Spinazzola, Toritto). Nel caso, infine, dell’Agenda 21 Locale promossa dai comuni di Adelfia (capofila), insieme ai comuni di Acquaviva, Binetto, Bitetto, Grumo Appula, Palo del Colle, Sannicandro di Bari, Toritto e Valenzano è già stato prodotto anche il Piano di Azione locale. Si riportano di seguito i principali elementi della strategia di azione individuata in quest’ultimo piano. Si tralascia, per ora, la descrizione degli altri piani, dal momento che per essi non si è ancora giunti alla redazione dei documenti strategici di azione. Gli obiettivi prioritari individuati nel Piano di Azione dell’Agenda 21 dei comuni di Adelfia (capofila), Acquaviva, Binetto, Bitetto, Grumo Appula, Palo del Colle, Sannicandro di Bari, Toritto e Valenzano sono:

- Migliorare la qualità dell’ambiente per tutelare la salute, il benessere, la sicurezza dei cittadini:

o migliorare la qualità dell'aria locale/globale, o razionalizzare l’uso delle risorse idriche, o migliorare la qualità degli spazi urbani come luogo di coesione sociale, o migliorare la sicurezza degli spazi urbani, o migliorare la capacità di gestione (raccolta e smaltimento) dei rifiuti urbani.

- Adottare regole condivise e responsabili per la governance territoriale orientata alla sostenibilità:

o sostenibilità ambientale della pianificazione urbanistica locale, o migliorare la mobilità intercomunale e metropolitana, o tutela del paesaggio e valorizzazione delle risorse naturali e culturali, o controllo e gestione del rumore ambientale, o interventi a favore della difesa del suolo.

- Promuovere strumenti trasversali di sostenibilità ambientale: o migliorare le performance ambientali dei Comuni, o migliorare le performance ambientali delle Imprese.

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5.2. Analisi della sostenibilità ambientale del Piano Strategico Nella tabella seguente si riporta la valutazione sulla coerenza degli obiettivi operativi del Piano Strategico con gli obiettivi di protezione ambientale precedentemente descritti. In particolare, in riferimento ad ogni obiettivo operativo del Piano vengono elencati, nella prima colonna, gli obiettivi di protezione ambientale rispetto ai quali esiste piena coerenza, nella seconda colonna gli obiettivi rispetto ai quali esistono potenziali conflitti.

Tabella 5-2. Analisi della sostenibilità ambientale del Piano Strategico MTB

Obiettivi operativi del Piano Strategico MTB

Obiettivi di protezione ambientale rispetto ai quali esiste piena coerenza

Obiettivi di protezione ambientale rispetto ai quali esistono potenziali conflittualità

1.1 Incrementare l’uso del trasporto pubblico

Favorire sistemi di trasporto urbano collettivo meno inquinanti; Migliorare la qualità dell'aria in ambiente urbano e extraurbano;

1.2 Garantire la mobilità dolce

Favorire forme di mobilità alternativa e ciclabile

1.3 Ridurre le emissioni inquinanti

Favorire la riduzione delle emissioni di gas climalteranti; Migliorare la qualità dell'aria in ambiente urbano e extraurbano; Favorire sistemi di trasporto urbano collettivo meno inquinanti

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1.4 Incrementare la qualità e la sicurezza degli spostamenti con l’auto

Migliorare la sicurezza stradale

Favorire sistemi di trasporto urbano collettivo meno inquinanti; Ridurre la pressione antropica sui sistemi naturali, sul suolo a destinazione agricola e forestale, sul mare e sulle coste

2.1. Realizzazione di servizi alla residenza e spazi per attività culturali e sportive

Migliorare la qualità degli spazi urbani come luogo di coesione sociale

2.2. Riqualificazione degli spazi pubblici

Migliorare la qualità degli spazi urbani come luogo di coesione sociale

2. P

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2.3. Rafforzamento dell'accessibilità e della qualità degli spostamenti interni

Migliorare la qualità degli spazi urbani come luogo di coesione sociale; Favorire forme di mobilità alternativa e ciclabile

3.1. Connessione delle emergenze storiche, archeologiche e naturalistiche delle lame

Proteggere e promuovere il valore unico dei paesaggi locali; Promuovere forme di mobilità alternativa e forme di fruizione eco-compatibile del territorio

3.2. Risanamento e bonifica delle situazioni di maggior degrado in lama

Bonifica e tutela delle aree inquinate; Conservazione della biodiversità

3.3. Regimentazione idraulica nei tratti a rischio idrogeologico

Protezione del territorio dai rischi idrogeologici

3. L

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3.4. Recupero e riqualificazione dei siti storico-archeologici di particolare interesse

Creare valore aggiunto dei patrimoni culturali, storici e paesaggistici; Promuovere forme di turismo eco-compatibile

4.1. La collana di perle. Rigenerare la qualità del fronte costiero come attrattore internazionale

Proteggere e promuovere il valore unico dei paesaggi locali; Promuovere il turismo sostenibile come volano di sviluppo ambientalmente compatibile

4. C

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4.2. 70 km di costa risanata. Salvaguardare il paesaggio costiero dal degrado naturale e antropico

Proteggere il territorio dai fenomeni erosivi delle coste

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Obiettivi operativi del Piano Strategico MTB

Obiettivi di sostenibilità ambientale con cui esiste piena coerenza

Obiettivi di sostenibilità ambientale rispetto ai quali esistono potenziali conflittualità

5.1. La costruzione quotidiana della storia collettiva: recuperare la capacità degli abitanti di manutenere la città

Creare valore aggiunto dei patrimoni culturali, storici e paesaggistici; Promuovere forme di edilizia sostenibile; Migliorare la qualità sociale e la partecipazione democratica

5.2. La valorizzazione del patrimonio urbano: Riqualificare gli spazi e i luoghi pubblici dei nuclei storici urbani

Migliorare la qualità degli spazi urbani come luogo di coesione sociale; Creare valore aggiunto dei patrimoni culturali, storici e paesaggistici

5.3. L'elaborazione della conoscenza operativa: Sperimentare strumenti integrati per l'intervento nella Città storica

Migliorare la qualità degli spazi urbani come luogo di coesione sociale; Creare valore aggiunto dei patrimoni culturali, storici e paesaggistici

5.4. Il recupero della bellezza del territorio storico: Riattivare le connessioni tra il patrimonio storico diffuso e i nuclei urbani della Città storica

Creare valore aggiunto dei patrimoni culturali, storici e paesaggistici

5. C

ITTA

' STO

RIC

A

5.5. Muoversi a misura d’uomo: Sperimentare nuovi sistemi di accessibilità e mobilità nei nuclei storici urbani

Migliorare la qualità dell'aria in ambiente urbano

6.1. Migliorare l’accessibilità, la fruibilità e l'attrattività delle aree rurali

Accrescere la coesione territoriale e il divario città-campagna; Favorire forme di mobilità alternativa

Ridurre la pressione antropica sui sistemi naturali, sul suolo a destinazione agricola e forestale, sul mare e sulle coste

6. P

AE

SA

GG

IO R

UR

ALE

6.2. Valorizzare le produzioni agricole locali e sviluppare il mercato agroalimentare

Incoraggiare la qualità e la diversità mediterranea: prodotti tipici, agricoltura biologica, dieta, paesaggi… ; Ridurre la desertificazione, la perdita di terre arabili a causa delle erosioni, della salinizzazione e della artificializzazione;Proteggere la biodiversità e i paesaggi; Favorire la ricerca nei campi della protezione ambientale

7.1. Razionalizzare i consumi e ridurre gli sprechI

Favorire una gestione sostenibile del sistema produzione/consumo della risorsa idrica

7.2. Tutelare corpi idrici e suolo dall’inquinamento

Ridurre le fonti di inquinamento dei suoli, delle acque di falda e dell’ambiente marino

7. R

ISO

RS

E ID

RIC

HE

7.3. Incrementare la fruibilità delle aree costiere e di quelle con potenziale naturalistico e paesaggistico

Ridurre le fonti di inquinamento dei suoli, delle acque di falda e dell’ambiente marino

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Obiettivi operativi del Piano

Strategico MTB Obiettivi di sostenibilità ambientale con cui esiste piena coerenza

Obiettivi di sostenibilità ambientale rispetto ai quali esistono potenziali conflittualità

8.1 Azzeramento della dipendenza da fonti energetiche convenzionali nella Pubblica Amministrazione

Sviluppare politiche energetiche ambientali finalizzate alla riduzione delle emissioni nocive; Promuovere l'uso di fonti energetiche rinnovabili; Promuovere le performance ambientali dei comuni

8.2 Instaurare le condizioni economiche, normative e tecnologiche che rendano possibile il raggiungimento di un grado di penetrazione del rinnovabile del 50% nel 2035

Sviluppare politiche energetiche ambientali finalizzate alla riduzione delle emissioni nocive; Promuovere l'uso di fonti energetiche rinnovabili; Promuovere forme di edilizia sostenibile;Promuovere le performance ambientali dei comuni

8. E

NE

RG

IA

8.3 Realizzazione di grandi progetti sperimentali per la fornitura e la produzione di servizi energetici innovativi

Sviluppare politiche energetiche ambientali finalizzate alla riduzione delle emissioni nocive; Ridurre la produzione dei rifiuti e il recupero di materia e energia dai rifiuti; Promuovere l'uso di fonti energetiche rinnovabili

9.1 favorire la piena integrazione all’interno dell’area MTB, promuovendo azioni comuni per la prevenzione della produzione dei rifiuti e per la gestione integrata del ciclo dei rifiuti

Ridurre la produzione dei rifiuti e il recupero di materia e energia dai rifiuti; Promuovere la consapevolezza e la partecipazione democratica al sistema di sicurezza ambientale

9.2 promuovere la cultura della prevenzione della produzione dei rifiuti nell’area MTB ed incentivare la raccolta differenziata

Promuovere la consapevolezza e la partecipazione democratica al sistema di sicurezza ambientale; Ridurre la produzione dei rifiuti e il recupero di materia e energia dai rifiuti

9. R

IFIU

TI

9.3 incrementare la dotazione Impiantistica nella gestione dei rifiuti riducendo l’uso della discarica e favorendo tecnologie innovative con particolare riferimento al compostaggio e ai rifiuti speciali da attività produttive

Ridurre la produzione dei rifiuti e il recupero di materia e energia dai rifiuti

10.1. Migliorare le infrastrutture ed i servizi per i passeggeri dei porti

Ridurre la pressione antropica sui sistemi naturali, sul suolo a destinazione agricola e forestale, sul mare e sulle coste

10.2. Migliorare le infrastrutture ed i servizi dell'aeroporto

Ridurre la pressione antropica sui sistemi naturali, sul suolo a destinazione agricola e forestale, sul mare e sulle coste

10.3. Migliorare le infrastrutture ed i servizi per il trasporto merci del sistema di porti di MTB

Ridurre la pressione antropica sui sistemi naturali, sul suolo a destinazione agricola e forestale, sul mare e sulle coste 10

. AC

CE

SS

IBIL

ITA

'

10.4. Aumentare il numero di soggetti coinvolti

Promuovere la consapevolezza e la partecipazione democratica al sistema di sicurezza ambientale

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Obiettivi operativi del Piano Strategico

MTB Obiettivi di sostenibilità ambientale con cui esiste piena coerenza

Obiettivi di sostenibilità ambientale rispetto ai quali esistono potenziali conflittualità

11.1. Garantire il passaggio da un policentrismo di tipo areale ad uno di tipo reticolare creando una forte interdipendenza tra le aree destinate ad attività produttive mediante interventi per la loro razionalizzare favorendone la rifunzionalizzazione

Ridurre la pressione antropica sui sistemi naturali, sul suolo a destinazione agricola e forestale, sul mare e sulle coste

11.2. Incrementare la qualità delle aree produttive valorizzando gli aspetti ambientali, culturali creando servizi alle imprese insediate ed ai lavoratori

Migliorare la qualità ambientale degli insediamenti produttivi

Ridurre la pressione antropica sui sistemi naturali, sul suolo a destinazione agricola e forestale, sul mare e sulle coste

11.3. Ricucire il rapporto tra Pubblica Amministrazione e sistema produttivo supportando i processi innovativi all’interno della PA nella erogazione di servizi alle imprese e favorendo la creazione di luoghi stabili per il confronto

Migliorare il sistema di governance

11. C

OM

PE

TITI

VIT

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11.4. Incrementare la competitività delle imprese valorizzando il capitale e la nuova imprenditorialità: favorire investimenti in ricerca ed innovazione e garantire il sostegno ad aggregazioni d’impresa, investimenti in ricerca ed innovazione, incentivi

Migliorare le performance ambientali delle Imprese

12.1. Creare un sistema integrato per la promozione e commercializzazione dei prodotti di qualità MTB, orientato al mercato interno con la realizzazione di filiere corte, e aperto ai mercati internazionali, soprattutto emergenti

Incoraggiare la qualità e la diversità mediterranea: prodotti tipici, agricoltura biologica, dieta, paesaggi… ;

12.2. Migliorare i sistemi commerciali urbani in termini di qualità ed efficienza, mediante il supporto e l’istituzione di distretti urbani del commercio, aggregazioni di imprese capaci di realizzare attività coordinate di promozione, innovazione, acquisto

Incoraggiare la qualità e la diversità mediterranea: prodotti tipici, agricoltura biologica, dieta, paesaggi… ;

12.3. Realizzazione di una rete di aree del commercio attrattive e multifunzionali, per la promozione di prodotti agroalimentari tipici e di qualità nel mercato interno di MTB

12.4. Favorire iniziative volte a migliorare la competitività, l’efficienza e la qualità delle PMI artigiane, con misure a favore dell’innovazione e della ricerca, promuovendo e qualificando in particolare il sistema delle PMI artigiane nel settore delle

Incoraggiare la qualità e la diversità mediterranea: prodotti tipici, agricoltura biologica, dieta, paesaggi… ;

12. C

OM

ME

RC

IO E

AR

TIG

IAN

ATO

12.5. Favorire la formazione di un mercato dell’edilizia sostenibile e del restauro, intervenendo a favore della creazione un borsino specializzato nel settore e promuovendo attività di formazione tecnica specializzata e adeguamento tecnologico delle imp

Incoraggiare la qualità e la diversità mediterranea: prodotti tipici, agricoltura biologica, dieta, paesaggi… ; Favorire forme di edilizia sostenibile

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Obiettivi operativi del Piano

Strategico MTB Obiettivi di sostenibilità ambientale con cui esiste piena coerenza

Obiettivi di sostenibilità ambientale rispetto ai quali esistono potenziali conflittualità

13.1. Promuovere l'innovazione della p.a. attraverso le tecnologie informatiche e telematiche

Migliorare il sistema di governance

13. R

&I

13.2. Promuovere servizi per la nascita di imprese in settori ad alta intensità di conoscenza, favorendo la collaborazione fra mondo della ricerca e dell'impresa

Favorire la ricerca nei campi della protezione ambientale; Favorire forme di edilizia sostenibile

Ridurre la pressione antropica sui sistemi naturali, sul suolo a destinazione agricola e forestale, sul mare e sulle coste

14.1 Promuovere e favorire il dialogo interculturale attarverso al creazione ed il raffrozamento di luoghi di scambio interculturale

Creare una società socialmente inclusiva; Garantire e migliorare la qualità della vita dei cittadini quale presupposto per un benessere duraturo delle persone

14.2 Favorire l’inserimento sociale e lavorativo degli immigrati

Creare una società socialmente inclusiva; Favorire politiche del lavoro inclusive attraverso la partecipazione al mercato del lavoro delle fasce deboli; Garantire e migliorare la qualità della vita dei cittadini quale presupposto per un benessere duraturo delle persone

14. M

IGR

AN

TI

14.3 Integrare le "seconde generazioni"

Creare una società socialmente inclusiva; Garantire e migliorare la qualità della vita dei cittadini quale presupposto per un benessere duraturo delle persone

15.1.Miglioramento del sistema dell’offerta di servizi di welfare locale a garanzia di maggiore accessibilità per le categorie vulnerabili

Creare una società socialmente inclusiva; Garantire e migliorare la qualità della vita dei cittadini quale presupposto per un benessere duraturo delle persone

15.2. promuovere politiche di inclusione sociale e di promozione della salute (anche attraverso prassi innovative) per le categorie vulnerabili di MTB

Creare una società socialmente inclusiva; Garantire e migliorare la qualità della vita dei cittadini quale presupposto per un benessere duraturo delle persone

15.3. riqualificazione del patrimonio pubblico immobiliare e promozione di iniziative per favorire l’accesso alla casa

Creare una società socialmente inclusiva; Garantire e migliorare la qualità della vita dei cittadini quale presupposto per un benessere duraturo delle persone

15. I

NC

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IALE

15.4. Rafforzamento delle misure di prevenzione e controllo della sicurezza in MTB

Migliorare la sicurezza delle città e rafforzare la cultura della legalità; Garantire e migliorare la qualità della vita dei cittadini quale presupposto per un benessere duraturo delle persone

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Obiettivi operativi del Piano

Strategico MTB Obiettivi di sostenibilità ambientale con cui esiste piena coerenza

Obiettivi di sostenibilità ambientale rispetto ai quali esistono potenziali conflittualità

16.1 Potenziare la rete dei servizi per il mercato del lavoro

16.2 Rafforzare il sistema della formazione continua per consentire un celere adeguamento delle competenze della forza lavoro alle richieste del mercato ed una maggiore occupabilità

16.3 Migliorare il sistema di orientamento e incrementare la partecipazione al mercato del lavoro specialmente delle fasce deboli

Favorire politiche del lavoro inclusive attraverso la partecipazione al mercato del lavoro delle fasce deboli; Promuovere il lavoro delle donne come strumento di inclusione e coesione sociale

16. F

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OR

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16.4 Promuovere la valorizzazione delle risorse umane nei servizi per la competitività di settori di punta del sistema economico della MTB

17.1. Valorizzazione dell'heritage

Creare valore aggiunto dei patrimoni culturali, storici e paesaggistici; Promuovere il turismo sostenibile come volano di sviluppo ambientalmente compatibile

17.2. Sviluppo dei servizi culturali e creativi

Creare valore aggiunto dei patrimoni culturali, storici e paesaggistici; Migliorare la qualità degli spazi urbani come luogo di coesione sociale; Promuovere il turismo sostenibile come volano di sviluppo ambientalmente compatibile

17.3. Incentivare l’impresa culturale e creativa

Creare valore aggiunto dei patrimoni culturali, storici e paesaggistici;

17. C

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ATI

VIT

A'

17.4. MTB Capitale Culturale

Creare valore aggiunto dei patrimoni culturali, storici e paesaggistici;

18.1. Promuovere il posizionamento competitivo in ambito nazionale ed internazionale del sistema turistico locale Terra di Bari

Promuovere il turismo sostenibile come volano di sviluppo ambientalmente compatibile; Promuovere l'uso sostenibile e la valorizzazione delle risorse ambientali; Incoraggiare la qualità e la diversità mediterranea: prodotti tipici, agricoltura biologica, dieta, paesaggi…

18.2. Consolidare l’offerta per il turismo ‘business’

Promuovere il turismo sostenibile come volano di sviluppo ambientalmente compatibile; Incoraggiare la qualità e la diversità mediterranea: prodotti tipici, agricoltura biologica, dieta, paesaggi…

18.

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18.3. Sperimentare modelli turistici sostenibili e innovativi

Promuovere il turismo sostenibile come volano di sviluppo ambientalmente compatibile; Promuovere forme di turismo inclusive e ttente alle componenti deboli della società; Incoraggiare la qualità e la diversità mediterranea: prodotti tipici, agricoltura biologica, dieta, paesaggi…

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Obiettivi operativi del Piano Strategico MTB

Obiettivi di sostenibilità ambientale con cui esiste piena coerenza

Obiettivi di sostenibilità ambientale rispetto ai quali esistono potenziali conflittualità

19.1.Rigenerare l’edilizia scolastica e mettere in rete le esperienze studentesche di MTB

Creare una società socialmente inclusiva; Garantire e migliorare la qualità della vita dei cittadini quale presupposto per un benessere duraturo delle persone

19.2. Rafforzare l’attrattività del sistema universitario di MTB

Creare una società socialmente inclusiva; Garantire e migliorare la qualità della vita dei cittadini quale presupposto per un benessere duraturo delle persone

19. P

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19.3 Promuovere azioni innovative per la valorizzazione della componente giovanile di MTB

Creare una società socialmente inclusiva; Garantire e migliorare la qualità della vita dei cittadini quale presupposto per un benessere duraturo delle persone

20.1. Diffondere conoscenza e informazione sul PS

Migliorare il sistema di governance; Migliorare la qualità sociale e la partecipazione democratica

20.2. Rendere noti e promuovere i progetti del PS e le relative fasi di implementazione

Migliorare il sistema di governance; Migliorare la qualità sociale e la partecipazione democratica

20.3. Diffondere la cultura della partecipazione rendendo noti e facilmente fruibili gli strumenti di partecipazione attiva

Migliorare il sistema di governance; Migliorare la qualità sociale e la partecipazione democratica

20. C

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20.4. Posizionare BA2015 quale innovativo e autorevole caso di pianficazione territoriale a livello nazionale e internazionali

Migliorare il sistema di governance; Migliorare la qualità sociale e la partecipazione democratica

Tale analisi mostra come il Piano Strategico MTB abbia una coerenza chiara e supporti in modo deciso un ampio numero di obiettivi di protezione ambientale, principalmente riferiti a:

- riduzione delle emissioni di gas climalteranti, attraverso il potenzialmento dei sistemi di trasporto urbano collettivo e il sostegno alle energie rinnovabili;

- riduzione della produzione dei rifiuti e recupero di materia e energia dai rifiuti; - miglioramento della qualità degli spazi urbani come luogo di coesione; - promozione del valore unico dei paesaggi locali e creazione di valore aggiunto per i

patrimoni culturali, storici e paesaggistici; - promozione dell'uso sostenibile e della valorizzazione delle risorse ambientali; - protezione del territorio dai fenomeni erosivi delle coste e dai rischi idrogeologici; - promozione di un turismo sostenibile come volano di sviluppo ambientalmente compatibile

anche in connessione con il sostegno della qualità e diversità mediterranea (prodotti tipici, agricoltrura biologica, dieta, paesaggi…);

- riduzione delle fonti di inquinamento dei suoli, delle acque di falda e dell’ambiente marino e supporto per una gestione sostenibile del sistema produzione/consumo della risorsa idrica;

- incentivazione della ricerca nei campi della protezione ambientale, specialmente in connessione con l'edilizia sostenibile;

- miglioramento delle performance ambientali delle Imprese; - miglioramento delle performance ambientali dei comuni; - miglioramento del sistema di governance, anche in connessione con il sostegno alla

partecipazione democratica e una maggiore consapevolezza ambientale; - creazione di una società socialmente inclusiva;

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- miglioramento della qualità della vita dei cittadini quale presupposto per un benessere duraturo delle persone.

Il Piano risulta, inoltre, in coerenza con i seguenti obiettivi di protezione ambientale, anche se il contributo che fornisce per la loro realizzazione è meno centrale rispetto alle strategie programmate e meno incisivo:

- conservazione della biodiversità - bonifica e tutela delle aree inquinate - riduzione della desertificazione, la perdita di terre arabili a causa delle erosioni, della

salinizzazione e della artificializzazione. Il Piano risulta, invece, in potenziale conflitto con l’obiettivo di riduzione della pressione antropica sui sistemi naturali, sul suolo a destinazione agricola e forestale, sul mare e sulle coste. Questo vale principalmente per quei programmi più specificatamente rivolti al potenziamento delle infrastrutture, specie produttive e dei trasporti.

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6. VALUTAZIONE DELLA COERENZA DEL PIANO CON ALTRI PIANI/PROGRAMMI

6.1. Analisi dei piani e dei programmi pertinenti Questa valutazione è fatta in riferimento ai principali strumenti di pianificazione e programmazione regionali che si potranno avere interazioni dirette o indirette con il Piano Strategico. Si riporta di seguito la loro analisi schematica. DOCUMENTO STRATEGICO DELLA REGIONE PUGLIA (DSR) 2007-2013 STATO DI ATTUAZIONE: Il Documento Strategico della Regione Puglia (DSR) 2007-2013 è stato adottato con Delibera di Giunta Regionale 1 agosto 2006, n. 1139, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 102 del 9 Agosto 2006.

NATURA E FINALITA’: Il DSR 2007-2013, redatto in conformità alla vigente legislazione comunitaria, nazionale e regionale, rappresenta lo schema generale di orientamento programmatico per l’utilizzo delle risorse comunitarie del ciclo di programmazione 2007-2013, sulla base del quale sono predisposti i Programmi Operativi a valere sui Fondi Strutturali.

OBIETTIVI GENERALI: Sono stati individuati tre obiettivi di carattere generale:

1. rafforzare i fattori di attrattività del territorio, migliorando l’accessibilità, garantendo servizi di qualità e salvaguardando le potenzialità ambientali;

2. promuovere l’innovazione, l’imprenditoria e lo sviluppo dell’economia della conoscenza anche attraverso la valorizzazione del lavoro competente e dei distretti produttivi;

3. realizzare condizioni migliori di occupabilità, di coesione e di inclusione sociale. Il perseguimento dei tre obiettivi generali verrà sostenuto attraverso la realizzazione di cinque obiettivi trasversali che dovranno considerarsi in tutte le linee di intervento da attuarsi:

- ambiente; - pari opportunità; - dimensione territoriale dello sviluppo; - cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale europea e di prossimità; - sviluppo della partecipazione e conributo alla costruzione di una nuova etica pubblica.

OBIETTIVI SPECIFICI: Gli obiettivi generali e trasversali verranno realizzati mediante la programmazione e l’implementazione di tre politiche prioritarie, con relativi obiettivi specifici: 1. Politiche di contesto:

1.1. Trasporti e reti di comunicazione: realizzazione di un sistema regionale di trasporto e di logistica integrato e sicuro, interconnesso e omogeneo; potenziamento dei sistemi della portualità pugliese; potenziamento dei sistemi aeroportuali; potenziamento del sistema ferroviario; potenziamento e innovazioni delle reti di trasporto pubblico e della mobilità accessibile e ecosostenibile.

1.2. Sviluppo urbano sostenibile: contrasto del degrado delle “periferie”; qualificazione dei servizi collettivi di base; restauro e valorizzazione del paesaggio e dell’ambiente; rafforzamento delle identità dei centri urbani; costruzione di trame di relazioni tra i centri urbani e con il territorio aperto; miglioramento della qualità della vita nelle città; creazione di condizioni diffuse di legalità e sicurezza nelle città.

1.3. Ambiente e risorse naturali: tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche; promozione di energie rinnovabili e del risparmio energetico; incentivo del riutilizzo e del riciclaggio dei rifiuti; completamento della messa in sicurezza di siti contaminati; promozione di politiche di prevenzione e mitigazione dei rischi naturali; promozione della bonifica e del riuso dei siti di cava dismessi; tutela e valorizzazione del patrimonio tratturale; promozione dello sviluppo della rete delle aree protette; tutela degli ecosistemi marini e costieri; miglioramento del monitoraggio dell’ambiente e del territorio.

2. Politiche di ricerca e innovazione dei sistemi produttivi:

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2.1. Ricerca, sviluppo e trasferimento: qualificazione della domanda di ricerca e innovazione delle imprese; sostegno alle imprese nei settori dell’hi-tech; potenziamento del sistema regionale della ricerca; promozione di progetti cooperativi di ricerca.

2.2. Innovazione nella PA: innalzamento delle capacità e competenze delle PA; rafforzamento della cooperazione interistituzionale orientata al cambiamento; accrescimento delle condizioni di legalità e sicurezza; supporto nella nascita di esperienze di cittadinanza attiva.

2.3. Società dell’informazione: promozione della diffusione dell’accessibilità e dell’uso di tecnologie ICT; sviluppo dell’industria dei contenuti digitali.

2.4. Sistemi produttivi locali: maggiore efficacia negli aiuti alle imprese; qualificazione dell’offerta produttiva locale; promozione e consolidamento dell’economia turistica regionale; sostegno ai processi di innovazione, internazionalizzazione e integrazione delle imprese e delle filiere.

3. Politiche per dell’inclusione, del lavoro, della formazione e del welfare. 3.1. Formazione per un lavoro di qualità: Formazione iniziale, formazione superiore e alta formazione,

politiche attive del lavoro e formazione permanente, formazione continua e politiche dell’occupazione e dell’adattabilità.

3.2. Inclusione sociale e salute: Promozione di politiche di inclusione per famiglie in forte svantaggio economico; promozione di politiche di prevenzione del rischio di esclusione sociale per segmenti affetti da processi di cambiamento economico e sociale; innalzamento del livello di benessere e salute; prevenzione di rischi sanitari.

PO FESR 2007-2013 STATO DI ATTUAZIONE: Il Programma è stato approvato con Decisione n. C(2007) 5726 del 20 dicembre 2007 e successivamente approvato dalla Giunta Regionale con Deliberazione del 12 febbraio 2008, n. 146. NATURA E FINALITA’: Il programma Operativo FESR 2007-2013 costituisce uno degli strumenti attuativi della politica di coesione europea nella regione. Esso si riferisce al periodo di programmazione 2007-2013. OBIETTIVI GENERALI: L’obiettivo globale è quello di favorire la piena convergenza della regione in termini di crescita e occupazione, garantendo la sostenibilità del modello di sviluppo. L’obiettivo globale si articola in tre macro obiettivi: 1. rafforzare i fattori di attrattività del territorio, migliorando l’accessibilità, garantendo servizi di qualità,

salvaguardando le potenzialità ambientali anche attraverso la promozione di un modello di sviluppo sostenibile incentrato su una maggiore efficienza dei consumi energetici e un significativo innalzamento della produzione da fonti rinnovabili;

2. promuovere l’innovazione, l’imprenditoria e lo sviluppo dell’economia della conoscenza anche attraverso la valorizzazione del lavoro competente e dei distretti produttivi;

3. realizzare condizioni migliori di benessere e di inclusione sociale. Il sistema dei macro obiettivi del PO FESR interagisce estesamente con alcuni macro obiettivi trasversali, di assoluta priorità per la Puglia, che sul piano operativo troveranno attuazione all’interno di ciascuna linea di intervento:

- sviluppo sostenibile; - pari opportunità; - dimensione territoriale dello sviluppo.

OBIETTIVI SPECIFICI: 1. Promozione, valorizzazione e diffusione della ricerca e dell'innovazione per la competitività: Favorire la

diffusione delle attività di ricerca nel sistema delle imprese; sviluppare contenuti, applicazioni e servizi digitali avanzati.

2. Uso sostenibile e efficiente delle risorse ambientali ed energetiche per lo sviluppo: Garantire le condizioni di sostenibilità ambientale dello sviluppo e livelli adeguati di servizi ambientali per la popolazione e le imprese; aumentare la quota di energia proveniente da fonti rinnovabili, promuovere il

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risparmio energetico e migliorare l’efficienza energetica. 3. Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l'attrattività territoriale: Promuovere e sostenere una

strategia di inclusione sociale e di costruzione di una società regionale inclusiva, attraverso il miglioramento delle infrastrutture sociali e socio-sanitarie; sostenere e qualificare una strategia orientata alla diffusione della cultura della legalità e al rafforzamento dei livelli di sicurezza.

4. Valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l'attrattività e lo sviluppo: Migliorare l’attrattività del territorio regionale a fini turistici.

5. Reti e collegamenti per la mobilità: Accrescere l’attrattività della piattaforma portuale regionale potenziando quei porti di interesse regionale selezionati in funzione del potenziale sinergico “di sistema” che dimostrano nei confronti dei tre porti di interesse nazionale; promuovere la mobilità urbana sostenibile e accessibile; promuovere forme sostenibili di logistica distributiva in campo urbano e di servizi integrati; garantire l’interconnessione tra aree produttive, sistemi urbani, reti principali e nodi logistici e di trasporto, privilegiando la modalità ferroviaria e l’intermodalità; migliorare i servizi di Trasporto Pubblico a livello regionale attraverso l’integrazione e la diversificazione dell’offerta, garantendo la sostenibilità ambientale, sociale ed economica e la coesione territoriale del sistema complessivo.

6. Competitività dei sistemi produttivi e occupazione: Elevare la competitività dei sistemi produttivi, partendo dall’evoluzione del contesto competitivo e tecnologico che richiede strategie basate su una maggiore capacità di offerta di risorse qualificate a livello territoriale e di una loro elevata specificazione produttiva e tecnologica.

7. Competitività e attrattività delle città e dei sistemi urbani: Promuovere la rigenerazione di città e sistemi urbani attraverso la valorizzazione delle risorse storico-culturali e ambientali e il contrasto dell’abbandono.

8. Governance, capacità istituzionali e mercati concorrenziali ed efficaci: Elevare le capacità delle amministrazioni per la programmazione e gestione del PO FESR e nel rafforzamento del coinvolgimento del partenariato economico e sociale.

PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE PER LA PUGLIA 2007/2013

STATO DI ATTUAZIONE Il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2007-2013 è stato approvato con Delibera di Giunta Regionale n.148 del 12.02.2008, pubblicata nel B.U.R.P. n. 34 del 29/02/2008.

NATURA E FINALITA’ Il Programma di Sviluppo Rurale, redatto secondo le indicazioni dei Regolamenti CE n. 1698/2005 e n. 1974/2006 e conformemente agli Orientamenti Strategici Comunitari (OCS) e al Piano Strategico Nazionale (PSN), è finanziato al 57,5% dal nuovo Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) e rappresenta uno strumento di attuazione della strategia di sviluppo rurale per il periodo di programmazione 2007-2013. OBIETTIVI GENERALI L’obiettivo generale del Programma, così come definito dall’art.4 del Reg. (CE) n. 1698/2005, consiste nell’ "accrescere la competitività del settore agricolo e forestale sostenendo la ristrutturazione, lo sviluppo e l’innovazione". Tale obiettivo generale si articola nei seguenti quattro obiettivi prioritari: I. Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale. II. Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale. III. Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale. IV. Attuazione dell’impostazione Leader. OBIETTIVI SPECIFICI 1.1 Promozione dell’ammodernamento e dell’innovazione nelle imprese e dell’integrazione delle filiere, da

perseguire: valorizzando i prodotti agricoli, migliorando i processi produttivi, procedendo all’aggregazione delle

imprese e dell’offerta anche in contesto di filiera, nel rispetto della tutela delle risorse naturali, del paesaggio e dei contesti socio-economici locali;

valorizzando a fini economico-produttivi le formazioni forestali esistei e ammodernando, dal punto di vista tecnologico, le imprese forestali che incrementano la tutela delle risorse naturali e del

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paesaggio. 1.2 Consolidamento e sviluppo della qualità della produzione agricola e forestale, da perseguire:

sostenendo gli investimenti prioritariamente nei comparti o per prodotti tutelati da sistemi di qualità alimentare;

accrescendo la produzione agricola tutelata da sistemi di qualità alimentare, favorendone la produzione.

1.3 Potenziamento delle dotazioni infrastrutturali fisiche e telematiche da ottenere: migliorando le condizioni necessarie a consentire la permanenza delle aziende agricole e forestali

nelle aree rurali, attraverso il miglioramento della dotazione infrastrutturali e dell’uso sostenibile delle risorse idriche a fini irrigui e a fini potabili ad utilizzo aziendale.

1.4 Miglioramento della capacità imprenditoriale e professionale degli addetti al settore agricolo e forestale e sostegno del ricambio generazionale:

elevando il livello di capacità professionale degli addetti del settore agricolo e forestale e migliorando le conoscenze e competenze sul rispetto dei requisiti ambientali e di sicurezza sul lavoro prescritti dalle norme comunitarie;

promuovendo il ricambio generazionale in agricoltura, attraverso l’insediamento dei giovani in agricoltura.

2.1. Conservazione della biodiversità e tutela e diffusione di sistemi agroforestali ed alto valore naturale, da perseguire:

conservando la diversità delle specie e degli habitat attraverso la tutela e la diffusione di sistemi agricoli e forestali ad “alto valore naturale”;

conservando la diversità genetica vgetale promuovendo la coltivazione di specie/varietà a rischio di estinzione.

2.2. Tutela qualitativa e quantitativa delle risorse idriche superficiali e profonde: mantenendo e diffondendo pratiche e sistemi agricoli in grado di favorire il risparmio idrico e la

riduzione di carichi inquinanti per l’acqua derivanti dalle attività di coltivazione 2.3. Riduzione dei gas serra:

riducendo le emissioni di gas ad effetto serra e di ammoniaca, derivanti dalle attività di coltivazione e incrementando la fissazione di CO2.

2.4. Tutela del territorio da ottenere: tutelando gli elementi caratteristici del paesaggio rurale; promuovendo la permanenza delle attività agricole sostenibili nelle aree svantaggiate; promuovendo i sistemi agricoli e forestali finalizzati alla tutela della risorsa suolo, contrastando in

particolare il fenomeno della desertificazione e, nelle zone collinari, anche i fenomeni di erosione. 3.1 Mantenimento e creazione di nuove opportunità occupazionali in aree rurali:

incrementando la diversificazione delle fonti di reddito e occupazione della famiglia agricola, promuovendo l’uso sostenibile delle risorse fisiche, naturali e agricole disponibili con vantaggio indiretto per le collettività rurali;

sostenendo lo viluppo e l’innovazione organizzativa e tecnologiche delle microimprese extra-agricole e la formazione di microcircuiti locali;

introducendo servizi al turismo locale e promuovendo sistemi di rete di supporto; favorendo l’ingresso di giovani e donne nel mercato del lavoro; migliorando il livello di conoscenze e le competenze professionali e le capacità imprenditoriali degli

operatori locali. 3.2 Miglioramento dell’attrattività dei territori rurali per le imprese e la popolazione da ottenere:

migliorando l’offerta e l’utilizzo di servizi essenziali alla popolazione, soprattutto alle fase deboli e al sistema produttivo;

riqualificando i villaggi ed elementi antropici e paesaggistici del patrimonio rurale; promuovendo interventi per la cura e il mantenimento del territorio, la salvaguardia del paesaggio, la

valorizzazione del patrimonio culturale.

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PIANO DI ASSETTO IDROGEOLOGICO (PAI) STATO DI ATTUAZIONE Il Piano di Assetto idrogeologico a stralcio del Piano di Bacino della Regione Puglia è stato approvato con Deliberazione del Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino della Puglia del 30.11.2005 (n.39 del registro delle deliberazioni). La pubblicazione dell’atto è avvenuta sul B.U.R.P. n.15 del 02/02/2006. Il Piano è stato successivamente aggiornato più volte, per tenere conto delle modifiche apportate alle perimetrazioni delle aree a rischio. NATURA E FINALITA’ Il Piano di Assetto Idrogeologico, elaborato ai sensi della Legge 183/1989 (attualmente recepita dal nuovo Codice dell’Ambiente D.Lgs.152/2006 del 14/04/2006), si configura quale “documento di carattere conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d’uso finalizzate alla conservazione, difesa e valorizzazione del suolo e alla corretta utilizzazione delle acque, sulla base delle caratteristiche fisiche e ambientali del territorio interessato”. OBIETTIVI GENERALI Gli obiettivi generali del PAI della Regione Puglia sono di seguito riportati:

la sistemazione, la conservazione ed il recupero del suolo nei bacini idrografici, con interventi idrogeologici, idraulici, idraulico-forestali, idraulico-agrari compatibili con i criteri di recupero naturalistico;

la difesa ed il consolidamento dei versanti e delle aree instabili, nonché la difesa degli abitati e delle infrastrutture contro i movimenti franosi e gli altri fenomeni di dissesto;

il riordino del vincolo idrogeologico; la difesa, la sistemazione e la regolazione dei corsi d’acqua; lo svolgimento funzionale dei servizi di polizia idraulica, di piena e di pronto intervento idraulico,

nonchè della gestione degli impianti. OBIETTIVI SPECIFICI Gli obiettivi specifici attraverso cui il Piano intende perseguire le finalità generali sono:

la definizione del quadro di rischio idraulico ed idrogeologico in relazione ai fenomeni di dissesto evidenziati;

l’adeguamento degli strumenti urbanistico-territoriali; l’apposizione di vincoli, l’indicazione di prescrizioni, l’erogazione di incentivi e l’individuazione delle

destinazioni d’uso del suolo più idonee in relazione del diverso grado di rischio; l’individuazione di interventi finalizzati al recupero naturalistico ed ambientale, nonché alla tutela ed

al recupero dei valori monumentali ed ambientali presenti; l’individuazione di interventi su infrastrutture e manufatti di ogni tipo, anche edilizi, che determinino

rischi idrogeologici, anche con finalità di rilocalizzazione; la sistemazione dei versanti e delle aree instabili a protezione degli abitati e delle infrastrutture con

modalità di intervento che privilegino la conservazione e il recupero delle caratteristiche naturali del terreno;

la difesa e la regolazione dei corsi d’acqua, con specifica attenzione alla valorizzazione della naturalità dei bacini idrografici;

il monitoraggio dello stato dei dissesti.

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Piano di Tutela delle Acque (PTA) STATO DI ATTUAZIONE: Il Piano di Tutela delle Acque è stato adottato dalla Regione Puglia il 19 giugno 2007, con Deliberazione della Giunta Regionale n. 883, pubblicata sul B.U.R.P. n. 102 del 18 Luglio 2007.

NATURA E FINALITA’: Si tratta di un piano di settore, introdotto nella normativa italiana dal D. Lgs. 152/1999 recante “Disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento”, attualmente sostituito dal D.Lgs. 152/2006 “Norme in materia ambientale”. Esso è finalizzato alla tutela qualitativa e quantitativa delle acque superficiali, marine costiere e sotterranee.

OBIETTIVI GENERALI: Gli obiettivi generali del Piano di Tutela sono:

1. prevenire e ridurre l'inquinamento e attuare il risanamento dei corpi idrici inquinati; 2. conseguire il miglioramento dello stato delle acque ed adeguate protezioni di quelle destinate a

particolari usi; 3. perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili; 4. mantenere la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonché la capacità di sostenere

comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate; 5. mitigare gli effetti delle inondazioni e della siccità; 6. impedire un ulteriore deterioramento, proteggere e migliorare lo stato degli ecosistemi acquatici, degli

ecosistemi terrestri e delle zone umide direttamente dipendenti dagli ecosistemi acquatici sotto il profilo del fabbisogno idrico.

OBIETTIVI SPECIFICI: Il raggiungimento degli obiettivi generali di cui sopra è perseguito attraverso i seguenti obiettivi specifici:

1. individuazione di obiettivi di qualità ambientale e per specifica destinazione dei corpi idrici; 2. individuazione di un sistema di misure volte alla tutela integrata degli aspetti qualitativi e quantitativi

finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale e per specifica destinazione dei corpi idrici (destinati all’estrazione acqua potabile, alla balneazione, alla vita dei pesci, alla vita dei molluschi);

3. individuazione e mantenimento del deflusso minimo vitale per i corpi idrici superficiali; 4. disciplina degli scarichi nel rispetto dei valori limite fissati dallo Stato, nonché definizione di valori limite

in relazione agli obiettivi di qualità del corpo recettore; 5. adeguamento dei sistemi di fognatura, collegamento e depurazione degli scarichi idrici, nell'ambito del

servizio idrico integrato; 6. individuazione di misure per la prevenzione e la riduzione dell'inquinamento nelle zone vulnerabili e

nelle aree sensibili; 7. individuazione di misure tese alla conservazione, al risparmio, al riutilizzo ed al riciclo delle risorse

idriche; 8. individuazione di misure per la graduale riduzione degli scarichi, delle emissioni e di ogni altra fonte di

inquinamento contenente sostanze pericolose o per la graduale eliminazione degli stessi allorché contenenti sostanze pericolose prioritarie.

PIANO REGIONALE ATTIVITA’ ESTRATTIVE (PRAE) STATO DI ATTUAZIONE Il PRAE è stato approvato con deliberazione di Giunta Regionale, n. 580 del 15 maggio 2007, in applicazione della legge regionale n. 37/85. NATURA E FINALITA’ Il PRAE è il documento di indirizzo, programmazione e di pianificazione regionale del settore estrattivo a livello regionale. Ha come obiettivo il corretto utilizzo delle risorse naturali nel quadro di un’adeguata programmazione economica del settore e nel rispetto e nella salvaguardia dei beni naturalistici e ambientali.OBIETTIVI GENERALI Programmazione delle attività estrattive per garantire uno sviluppo delle attività produttive coordinato e compatibile con l’ambiente.

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OBIETTIVI SPECIFICI • Individuare le zone suscettibili di attività estrattive; • valutare i fabbisogni di ogni classe di materiali del mercato regionale nazionale ed estero nel medio

e lungo periodo e programmare nell’arco di un decennio lo sviluppo del settore secondo esigenze di sviluppo economico, tecnologico e produttivo;

• disporre norme per l’esercizio e la chiusura delle cave; • individuare nell’ambito del territorio zone che necessitano di una intensa attività di recupero

ambientale e le aree da utilizzare a discarica dei residui di cave. L’attività estrattiva prevista nel PRAE è realizzata nei territori grazie l’applicazione dei piani di bacino. Il piano di bacino ha valenza di un piano per insediamenti produttivi ai fini urbanistici. Il piano persegue le seguenti finalità:

• garantire le disponibilità di aree per gli insediamenti industriali e produttivi connessi all’attività estrattiva;

• promuovere un’organica pianificazione esecutiva al fine di ottenere un sicuro approvvigionamento di materia prima per almeno un decennio e conseguire contemporaneamente ed al termine dell’attività, non solo la coltivazione ma anche il recupero del bacino estrattivo;

• favorire le coltivazioni coordinate di più aziende operanti su lotti vicini. PIANO ENERGETICO AMBIENTALE REGIONALE (PEAR) STATO DI ATTUAZIONE Il piano è stato adottato con Delibera di G.R. n.827 del 08-06-07. NATURA E FINALITA’ Il Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) contiene indirizzi e obiettivi strategici in campo energetico in un orizzonte temporale di dieci anni e vuole costituire il quadro di riferimento per i soggetti pubblici e privati che, in tale campo, assumono iniziative nel territorio della Regione Puglia. OBIETTIVI GENERALI Sul lato dell’offerta di energia, l’obiettivo è quello di costruire un mix energetico differenziato e, nello stesso tempo, compatibile con la necessità di salvaguardia ambientale. Sul lato della domanda di energia, l’obiettivo è quello di superare le fasi caratterizzate da azioni sporadiche e non coordinate e di passare ad una fase di standardizzazione di alcune azioni. OBIETTIVI SPECIFICI • Operare una spinta vigorosa verso la produzione da fonti rinnovabili, ponendosi l’obiettivo del

raggiungimento in dieci anni del 18% di produzione di energia da rinnovabile; • diversificare il mix energetico con strumenti ed azioni distribuiti atti a favorire tutti i campi del rinnovabile

eolico, biomasse, solare termico e fotovoltaico; • diminuire l’utilizzo del carbone e dell’olio combustibile, mirando ad una progressiva sostituzione con il

vettore gas; • potenziare il sistema dell’economia dell’idrogeno; • favorire la mobilità sostenibile; • raggiungere la crescita zero dei consumi e delle emissioni rispetto alla quota attuale, anche a fronte di

aumenti di insediamenti e relativa volumetria; • potenziare gli strumenti amministrativi considerati necessari per il contenimento degli usi finali

dell’energia: i piani di livello territoriale (in particolare i Piani Urbanistici Generali - PUG - e i Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale - PTCP), regolamenti edilizi (modifica dei regolamenti edilizi per attuare le disposizioni definite nei PUG per il contenimento energetico degli edifici di nuova costruzione), certificazione energetica (con applicazione operativa del sistema di certificazione energetica che verrà individuato e proposto a livello regionale);

• retrofit del parco edilizio esistente, controllo di impianti termici e controllo manutenzione caldaie, solare termico.

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PIANO REGIONALE DI GESTIONE RIFIUTI (PRGR) STATO DI ATTUAZIONE L’attività del Commissario Delegato si è sostanziata nell’approvazione del nuovo piano di gestione dei rifiuti e delle bonifiche delle aree inquinate della regione Puglia attraverso la seguente decretazione: • D.C. n 41 del 06.03.2001 “Piano di gestione dei rifiuti e di bonifica aree inquinate”; • D.C. n. 296 del 30.09.2002 “Piano di gestione dei rifiuti e di bonifica aree inquinate. Completamento,

integrazione e modificazione”; • D.C. n. 56 del 26.03.2004 “Piano di riduzione dei rifiuti urbani biodegradabili in Puglia, ex art. 5 D.Lgs. n.

36/03. Integrazione pianificazione regionale”; • D.C. n. 187 del 9.12.2005 “Decreti Commissariali 6/3/2001 n. 41 e 30/9/2002 n. 296 – Piano Regionale

di Gestione dei Rifiuti. Aggiornamento, completamento e modifiche”; • D.C. n. 246 del 28.12.2006 “Piano regionale di gestione dei rifiuti. Integrazione - Sezione Rifiuti speciali

e pericolosi. Adozione”; • D.C. n.40 del 31.01.2007 “Piano Regionale di gestione dei rifiuti – integrazione sezione rifiuti speciali e

pericolosi – correzioni e modifiche. A questa disciplina va aggiunta la L.R. 31.10.07 N°29: Disciplina per lo smaltimento dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, prodotti al di fuori della Regione Puglia, che transitano nel territorio regionale e sono destinati ad impianti di smaltimento siti nella Regione Puglia. NATURA E FINALITA’ La Regione deve provvedere alla predisposizione, l'adozione e l'aggiornamento dei piani regionali di gestione dei rifiuti. In tale piano è contenuta: a. la regolamentazione delle attività di gestione dei rifiuti, ivi compresa la raccolta differenziata dei rifiuti

urbani, anche pericolosi, secondo un criterio generale di separazione dei rifiuti di provenienza alimentare e degli scarti di prodotti vegetali e animali o comunque ad alto tasso di umidità dai restanti rifiuti;

b. l'elaborazione, l'approvazione e l'aggiornamento dei piani per la bonifica di aree inquinate di propria competenza;

c. l'approvazione dei progetti di nuovi impianti per la gestione dei rifiuti, anche pericolosi, e l'autorizzazione alle modifiche degli impianti esistenti, fatte salve le competenze statali […];

d. l’autorizzazione all'esercizio delle operazioni di smaltimento e di recupero dei rifiuti, anche pericolosi; e. la promozione della gestione integrata dei rifiuti; f. l'incentivazione alla riduzione della produzione dei rifiuti ed al recupero degli stessi. OBIETTIVI GENERALI Il Piano approvato con Decreto Commissariale n° 187 del 09/12/2005 (aggiornamento, completamento e modifica al Piano Regionale di gestione dei rifiuti in Puglia), ha i seguenti scopi: • quantificare gli obiettivi di riduzione dei rifiuti e precisare quelli di raccolta differenziata per ciascuna

filiera, ricalcolando quindi gli “indici di recupero-obiettivo” alla luce delle abbondanze relative delle diverse frazioni nei rifiuti “residuali”;

• calcolare il fabbisogno impiantistico complessivo della regione, sia per ciò che concerne gli impianti di trattamento biologico che quelli di recupero energetico (produzione di CDR).

OBIETTIVI SPECIFICI Gli obiettivi del Piano consistono in: - potenziamento della raccolta differenziata fino al raggiungimento di valori superiori rispetto al 65% - limitazione dello smaltimento in discarica entro il 2010 nel rispetto dei requisiti, delle prescrizioni, delle

condizioni e degli obiettivi del D.Lgs. n. 36/2003; - diminuzione del rifiuto e del riciclo dello stesso e che, a valle della raccolta differenziata, proceda a

operazioni di biostabilizzazione e produzione di CDR.

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PIANO URBANISTICO TERRITORIALE TEMATICO PER IL PAESAGGIO (PUTT) STATO DI ATTUAZIONE: Il Piano è stato approvato con delibera di G.R. n. 1748 del 15/12/2000 pubblicata sul BURP n. 6 del 13/01/2001. Il nuovo Piano Paesistico Territoriale della Regione Puglia (PPTR) è attualmente in fase di redazione; di esso è stato pubblicato solo il Documento Programmatico con Deliberazione della G.R. 13 novembre 2007, n. 1842. NATURA E FINALITA’: Il Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio è stato redatto con l’obiettivo di tutelare il patrimonio naturale e paesaggistico, in ottemperanza a quanto richiesto dalla Legge Galasso n. 431 del 1985. In base a quanto disposto dalla dall'art. 7 della L.R. n. 56/80 “Tutela ed uso del territorio” esso si configura non solo come piano meramente paesaggistico ma anche come piano urbanistico territoriale, e come tale rappresenta un quadro organico di riferimento per la pianificazione generale e/o di settore del territorio regionale sia di pari livello sia sottordinata. OBIETTIVI GENERALI: Definire criteri oggettivi per la valutazione della compatibilità degli interventi di trasformazione rispetto alle peculiarità del territorio di riferimento e delle sue risorse. OBIETTIVI SPECIFICI: L’apparato normativo del PUTT si articola su tre livelli, e si applica a tutte le aree esterne al territorio costruito: 1. “Indirizzi di tutela”: sono definiti in relazione ad una suddivisione del territorio regionale in aree

omogenee per caratteri costitutivi fondamentali delle strutture paesistico-ambientali (gli Ambiti Territoriali Estesi – ATE), ai quali è assegnato un valore paesaggistico su una scala che va dalla A (valore eccezionale) alla E (valore normale).

2. “Direttive di tutela”: costituiscono l’apparato normativo indiretto. Sono volte alla salvaguardia delle componenti dei tre sistemi strutturanti il territorio da farsi in sede di redazione degli strumenti di pianificazione sottordinati e dell’esercizio di funzioni amministrative attinenti la gestione del territorio.

3. “Prescrizioni di base”: sono relative agli Ambiti Territoriali Distinti (ovvero alle "emergenze" e/o alle "componenti ed insiemi di pregio" che costituiscono gli elementi caratterizzanti e strutturanti il territorio regionale dal punto di vista paesaggistico), raggruppati secondo tre sistemi: il sistema dell’assetto geologico, geomorfologico e idrogeologico, quello della copertura botanico/vegetazionale e colturale, e, infine, quello dei caratteri della stratificazione storica dell’insediamento. Esse sono direttamente vincolanti e applicabili distintamente a livello di salvaguardia provvisoria e/o definitiva nel processo di adeguamento, revisione o nuova formazione degli strumenti di pianificazione sottordinati, nonchè di rilascio di autorizzazione per interventi diretti.

DOCUMENTO REGIONALE DI ASSETTO GENERALE (DRAG) - Indirizzi, criteri e orientamenti per la formazione dei piani urbanistici generali STATO DI ATTUAZIONE: Al momento si è concluso l’iter di approvazione per la parte del DRAG relativa all’indirizzo della pianificazione comunale, oggetto della presente scheda. Il Documento Regionale di Assetto Generale (DRAG) - Indirizzi, criteri e orientamenti per la formazione dei piani urbanistici generali (PUG) - è stato definitivamente approvato con Deliberazione di Giunta Regionale n. 1328/2007.

NATURA E FINALITA’: Il DRAG, previsto dalla Legge regionale n. 20/2001, rappresenta lo strumento che definisce le linee generali dell’assetto del territorio. In particolare il DRAG determina: a) il quadro degli ambiti territoriali rilevanti al fine della tutela e conservazione dei valori ambientali e dell’identità sociale e culturale della Regione; b) gli indirizzi, i criteri e gli orientamenti per la formazione, il dimensionamento e il contenuto degli strumenti di pianificazione provinciale e comunale, nonché i criteri per la formazione e la localizzazione dei Piani Urbanistici Esecutivi (PUE) di cui all’art. 15; c) lo schema dei servizi infrastrutturali di interesse regionale. A seguito delle disposizioni dell’art. 38 della L.R. 22/2006, il processo di formazione del DRAG può essere articolato in funzione delle “materie organiche” individuate alle precedenti lettere a), b) e c), definendo programmi e tempi di formazione specifici e differenziati, anche se organicamente connessi.

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Conseguentemente, l’attività di elaborazione del DRAG si articola nelle seguenti cinque “Aree tematiche”, corrispondenti agli obiettivi formulati in precedenza: 1. la pianificazione paesaggistica, ex lettera a) del terzo comma dell’art. 4 2. l’indirizzo alla pianificazione comunale, ex lettera b) del terzo comma dell’art. 4 3. l’indirizzo alla pianificazione provinciale, ex lettera b) del terzo comma dell’art. 4 4. la pianificazione infrastrutturale, ex lettera c) del terzo comma dell’art. 4 5. l’integrazione della pianificazione settoriale e della programmazione, di cui al secondo comma dell’art. 4. La presente scheda riguarda la parte del DRAG relativa all’indirizzo della pianificazione comunale, finalizzata, pertanto, a fornire elementi inerenti al metodo di elaborazione dei Piani Urbanistici Generali (PUG).

OBIETTIVI GENERALI: Gli obiettivi del DRAG (quindi propri anche della parte relativa agli “Indirizzi, criteri e orientamenti per la formazione dei piani urbanistici generali” qui discussa) possono essere sintetizzati nei seguenti cinque punti:1. la tutela e la valorizzazione del paesaggio, attraverso il rinnovamento degli strumenti di pianificazione

vigenti secondo le disposizioni del Codice dei beni culturali e del paesaggio; 2. il miglioramento della qualità dell’ambiente e della vita delle popolazioni, attraverso il sostegno

all’innovazione delle pratiche di pianificazione locale, perché questa, riconosciuto l’esaurimento della spinta all'espansione urbana, si orienti decisamente verso il recupero dei tessuti urbani consolidati, la riqualificazione delle aree degradate e la bonifica delle aree inquinate;

3. la semplificazione del processo di formazione e di verifica delle scelte locali di governo del territorio, attraverso la promozione e il sostegno della pianificazione provinciale e di area vasta, perché questa costituisca quadro di coordinamento ed occasione di servizio per la pianificazione locale, definendo i limiti e le opportunità delle trasformazioni territoriali di grande scala ed orientando la pianificazione locale alla valorizzazione del territorio in un quadro di sviluppo sostenibile;

4. una più efficiente e sostenibile dotazione infrastrutturale, attraverso la promozione di rapporti virtuosi tra pianificazione territoriale e pianificazione delle infrastrutture e la definizione di contenuti e modi di uno sviluppo armonico degli insediamenti e della loro dotazione di attrezzature ed infrastrutture e il ripristino delle regole fondamentali della buona progettazione urbana ed infrastrutturale;

5. la garanzia di una sollecita attuazione delle scelte di governo territoriale, attraverso la più generale costruzione di rapporti sinergici fra il sistema di governo del territorio e le iniziative di tutela ambientale e di programmazione dello sviluppo.

OBIETTIVI SPECIFICI: Gli obiettivi specifici della parte del DRAG relativa agli “Indirizzi, criteri e orientamenti per la formazione dei piani urbanistici generali” sono: 1. Individuazione di criteri di carattere generale per la formazione dei PUG, in relazione alle specificità dei

contesti locali; 2. Illustrare le fasi di avvio della formazione del PUG; 3. Definizione degli orientamenti per la costruzione del sistema delle conoscenze nel corso dell'intero

processo di formazione del PUG e dopo la sua approvazione. 4. Individuazione degli indirizzi e dei criteri per la elaborazione del progetto del PUG, mediante la

distinzione tra i contenuti e le finalità delle “previsioni strutturali” e quelli delle “previsioni programmatiche”, laddove la prima è finalizzata alla disciplina degli obiettivi di sostenibilità ambientale e territoriale, della salvaguardia e protezione dell'ambiente e della salute, della tutela e valorizzazione delle invarianti strutturali del territorio, della definizione delle grandi scelte di assetto di medio-lungo periodo e degli indirizzi e direttive per la componente programmatica e per la pianificazione attuativa; la seconda alla disciplina delle trasformazioni territoriali e alla gestione dell'esistente, in coerenza con le previsioni strutturali e con le capacità operative locali di breve-medio periodo.

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PIANO D’AMBITO RISORSE IDRICHE (PdA) STATO DI ATTUAZIONE: Il Piano d’Ambito, nella sua prima formulazione, è stato approvato con decreto del Commissario Delegato per l'emergenza socio-economico-ambientale, Presidente della Regione Puglia, del 30.09.2002 n. 294. Ad oggi, il Piano è in fase di rimodulazione. In particolare, il Piano d’Ambito rimodulato è stato già approvato dall’Assemblea dei Sindaci della Regione Puglia, in data 20.03.2008 con Delibera n. 5. Allo stato attuale, sono in corso tavoli tecnico-politici di concertazione tra ATO, Regione, Autorità di Bacino e Acquedotto per verificare la compatibilità del Piano con altri strumenti di pianificazione/programmazione e per individuare possibili azioni correttive, prima della sua adozione, anche in considerazione delle osservazioni del CO.VI.RI..

NATURA E FINALITA’: Le finalità, i contenuti del Piano d’Ambito, nonché le attività ad esso propedeutiche, sono contenute nell’art. 11, comma 3 della Legge 5 gennaio 1994, n. 36 " Disposizioni in materia di risorse idriche", riportato nel seguito: "Ai fini della definizione dei contenuti della convenzione di cui al comma 2, i comuni e le province operano la ricognizione delle opere di adduzione, di distribuzione, di fognatura e di depurazione esistenti e definiscono le procedure e le modalità, anche su base pluriennale, per assicurare il conseguimento degli obiettivi assicurati dalla presente legge. A tal fine predispongono, sulla base dei criteri e degli indirizzi fissati dalle regioni, un programma degli interventi necessari accompagnato da un piano finanziario e dal connesso modello gestionale ed organizzativo. Il piano finanziario indica, in particolare, le risorse disponibili, quelle da reperire nonché i proventi da tariffa, come definiti dall’art.13, per il periodo considerato". L’orizzonte temporale del Piano d’Ambito dell’ATO unico della Puglia è di complessivi 30 anni (dal 2003 al 2032).

OBIETTIVI GENERALI: L’obiettivo generale del Piano d’Ambito consiste nel definire una programmazione pluriennale di investimenti che sia sostenibile dal punto di vista finanziario e che consenta nel medio termine (30 anni) di ridurre e/o eliminare le criticità emerse in fase di ricognizione della consistenza delle infrastrutture e di rilevazione delle criticità esistenti.

OBIETTIVI SPECIFICI: Gli obiettivi specifici attraverso cui il Piano intende perseguire l’obiettivo generale di superamento delle criticità riscontrate in fase di rilevazione dello stato di consistenza del Servizio Idrico Integrato sono di seguito riportati.

Con riferimento al servizio di acquedotto: 1) Tutela della salute umana attraverso:

protezione delle fonti di acque sotterranee; presenza generalizzata degli impianti al fine di garantire un efficace trattamento delle acque; eliminazione impianti realizzati con materiali nocivi.

2) Soddisfacimento quantitativo dell’utenza mediante: estensione del servizio a frazioni ed in generale ai Comuni con coperture molto al di sotto dello

standard previsto; raggiungimento di dotazioni civili adeguate; raggiungimento e la garanzia di adeguate pressioni in rete; raggiungimento di livelli di funzionalità delle condotte in grado di garantire pressioni di rete

adeguate; corretta conservazione delle reti al fine di limitare le interruzioni di servizio; aumento della capacità di compenso per ovviare a carenze di acqua in caso di interruzioni di

servizio degli impianti di alimentazione e di potabilizzazione; abbattimento delle perdite gestionali e fisiche.

3) Soddisfacimento qualitativo dell’utenza attraverso: estensione della rete di monitoraggio e telecontrollo agli impianti per interventi più rapidi; corretta conservazione delle opere di presa al fine di limitare le interruzioni di servizio; corretta conservazione degli impianti di disinfezione al fine di limitare le interruzioni di servizio; corretta conservazione degli impianti di potabilizzazione al fine di limitare le interruzioni di servizio; corretta conservazione dei serbatoi al fine di limitare le interruzioni di servizio; corretta conservazione degli impianti di pompaggio al fine di limitare le interruzioni di servizio;

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Miglioramento qualitativo della gestione: estensione della misura a contatore per utenza.

Con riferimento al servizio di fognatura: 1) Soddisfacimento quantitativo dell’utenza attraverso:

estensione del servizio a frazioni ed in generale ai Comuni con coperture molto al di sotto dello standard previsto dal D.Lgs. 152/99 (poi modificato dal D. Lgs. 152/2006).

2) Miglioramento qualitativo della gestione attraverso: raggiungimento di livelli di funzionalità delle condotte in grado di garantire adeguatamente, per la

durata del piano, il servizio a cui sono destinate; raggiungimento di livelli di funzionalità dei sollevamenti in grado di garantire adeguatamente, per la

durata del piano, il servizio a cui sono destinati.

Con riferimento al servizio di depurazione: 1) Soddisfacimento quali-quantitativo dell’utenza, da perseguire con l’adeguamento degli scarichi; 2) Tutela dell’ambiente attraverso il miglioramento qualitativo degli effluenti dei depuratori; 3) Miglioramento qualitativo della gestione attraverso:

raggiungimento di livelli di funzionalità degli impianti in grado di garantire adeguatamente, per la durata del piano, il servizio a cui sono destinati;

completamento della realizzazione degli schemi di collettamento comprensoriale; estensione della rete di monitoraggio e telecontrollo sugli impianti di depurazione.

Con riferimento all’organizzazione del servizio: 1) Miglioramento qualitativo della gestione attraverso:

raggiungimento di livelli di funzionalità del servizio di segnalazione dei guasti, in modo da garantire un’adeguata operatività;

individuazione dei tempi massimi di intervento in modo da garantire una risposta adeguata in caso di pericolo;

individuazione di una struttura ad hoc, che consenta all’utente di ricevere risposte alle richieste telefoniche di informazioni (la risposta automatica è ammessa solo di “ripiego”);

possibilità di effettuare pratiche per via telefonica nei giorni feriali e il sabato; garanzia al pubblico di un livello accettabile di accesso agli uffici nei giorni feriali e il sabato; garanzia di facilitazioni di accesso al servizio agli utenti con particolari esigenze (es. portatori di

handicap); identificazione del tempo massimo di attesa degli utenti agli sportelli, attraverso la presenza di punti

di contatto con l’utenza adeguatamente dimensionati; possibilità dell’utente di acquisire preventivi entro un tempo adeguato dal momento della richiesta; fornitura degli allacciamenti di nuova utenza idrica entro un tempo prestabilito dalla data di

accettazione del preventivo da parte dell’utente; riattivazione della fornitura idrica entro un tempo prestabilito dalla definizione del contratto; cessazione della fornitura entro il un tempo prestabilito dalla richiesta dell’utente; allacciamento alla fognatura pubblica entro un tempo prestabilito dalla richiesta documentabile

dell’utente; definizione del preavviso minimo in caso di sospensione della fornitura per morosità dell’utente; definizione del tempo massimo di ripristino della fornitura in caso di sospensione per morosità.

Programma d’azione per le zone vulnerabili da nitrati (Piano Nitrati) STATO DI ATTUAZIONE: Il Programma d’azione per le zone vulnerabili da nitrati è stato approvato il 23 gennaio 2007 con deliberazione della Giunta Regionale n. 19, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 19 del 6 febbraio 2007.

NATURA E FINALITA’: Il piano dà attuazione alla direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato da nitrati provenienti da fonti agricole, recepita a livello nazionale dal D.Lgs. 152/99 recante “Disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento”, attualmente sostituito dal D.Lgs. 152/2006 “Norme in materia ambientale”. Esso si applica alle Zone Vulnerabili da Nitrati (ZVN) già designate e perimetrale con Delibera della Giunta Regionale n. 2036 del 30 dicembre 2005, che ha imposto sulle stesse le prime misure

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di salvaguardia.

OBIETTIVI GENERALI: Protezione delle acque dall’inquinamento provocato da nitrati provenienti da fonti agricole attraverso la definizione ed attuazione dei Programmi d’Azione nonché la predisposizione ed attuazione di interventi di formazione e di informazione degli agricoltori e della collettività.

OBIETTIVI SPECIFICI: Il Programma d’Azione prevede le misure necessarie alla: 1. protezione e risanamento delle Zone Vulnerabili da Nitrati di origine agricola; 2. limitazione d’uso dei fertilizzanti azotati in coerenza con il Codice di Buona Pratica Agricola approvato

con Decreto Ministeriale del 19 aprile 1999; 3. promozione di strategie di gestione integrata degli effluenti zootecnici per il riequilibrio del rapporto

agricoltura-ambiente; 4. accrescimento delle conoscenze attuali sulle strategie di riduzione degli inquinanti zootecnici e colturali,

mediante azioni di informazione e di supporto alle aziende agricole. Il Programma d’Azione proposto, inoltre, contiene il Piano di Comunicazione Nitrati, che attraverso azioni di formazione e informazione rivolte alla collettività, si pone l’obiettivo di fornire elementi di lettura e di comprensione del problema dei nitrati e delle metodologie utilizzabili per affrontarlo efficacemente, promuovendo l’adozione dei Codici di Buona Pratica Agricola e del Programma d’Azione, sollecitando il senso di responsabilità individuale nella tutela della risorse idriche. PIANO REGIONALE DI QUALITA’ DELL’ARIA (PRQA) STATO DI ATTUAZIONE: Il Piano, già adottato con deliberazioni di Giunta regionale n. 328 dell'11 marzo 2008 e n. 686 del 6 maggio 2008, è stato emanato con regolamento regionale n. 6 del 21 maggio 2008 pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Puglia n. 84 del 28 maggio 2008.

NATURA E FINALITA’: Il PRQA è stato redatto in conformità alle recenti disposizioni normative nazionali e comunitarie che assegnano alle Regioni competenze in materia di monitoraggio della qualità dell’aria e della pianificazione delle azioni per il risanamento delle zone con livelli di concentrazioni superiori ai valori limite.

OBIETTIVI GENERALI: L’obiettivo generale del PRQA è quello di conseguire il rispetto dei limiti di legge per quegli inquinanti – PM10, NO2, Ozono – per i quali, nel periodo di riferimento per la redazione del piano, sono stati registrati superamenti nel territorio regionale.

OBIETTIVI SPECIFICI: Questi obiettivi sono perseguiti attraverso una strategia articolata nei seguenti obiettivi specifici: 1. ridurre le emissioni da traffico autoveicolare nelle aree urbane; 2. incrementare la quota di trasporto pubblico, favorire e incentivare le politiche di mobilita’ sostenibile; 3. eliminare o ridurre il traffico pesante nelle aree urbane; 4. ridurre le emissioni inquinanti degli insediamenti industriali; 5. incrementare i livelli di coscienza ambientale della popolazione; 6. favorire la piu’ ampia applicazione del PRQA; 7. aumentare le conoscenze in materia di inquinamento atmosferico; 8. accelerare i naturali processi di degradazione degli inquinanti; 9. adeguare la rete regionale di rilevamento della qualità dell’aria alla normativa vigente.

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PRINCIPI, INDIRIZZI E LINEE DI INTERVENTO IN MATERIA DI PIANO REGIONALE DEI TRASPORTI (PRT) STATO DI ATTUAZIONE: Il documento contenente i pincipi, indirizzi e linee di intervento in materia di PRT è stato approvato dal Consiglio Regionale con L.R. 23 giugno 2008 n. 16, pubblicato sul B.U.R. Puglia - n. 103 del 30/06/2008. NATURA E FINALITA’ Il Piano Regionale dei Trasporti (PRT) della Regione Puglia è il documento programmatico settoriale volto a realizzare sul territorio regionale, in armonia con gli indirizzi comunitari in materia di trasporti, con gli obiettivi del Piano generale dei trasporti e delle Linee guida del Piano generale della mobilità e con le proposte programmatiche concertate in sede di Conferenza delle regioni e Coordinamento delle regioni del Mezzogiorno, un sistema di trasporto delle persone e delle merci globalmente efficiente, sicuro, sostenibile e coerente con i piani di assetto territoriale e di sviluppo socio-economico regionali e sovraregionali. Il PRT è redatto, adottato ed approvato in conformità alle disposizioni dell’articolo 7 della legge regionale 31 ottobre 2002, n. 18 (Testo unico sulla disciplina del trasporto pubblico locale) come modificato dalla legge regionale 2 marzo 2004, n. 2 (Disposizioni in materia di trasporti – Modifiche e integrazioni alla legge regionale 31 ottobre 2002, n. 18) e dalla legge regionale 15 novembre 2007, n. 32 (Modifica all’articolo 7 della legge regionale 31 ottobre 2002, n. 18). OBIETTIVI GENERALI Il PRT si propone gli obiettivi generali di:

a) adottare un approccio improntato alla co-modalità nella definizione dell’assetto delle infrastrutture e dell’organizzazione dei servizi per la mobilità delle persone e delle merci, finalizzato a garantire efficienza, sicurezza, sostenibilità e, in generale, riduzione delle esternalità;

b) contribuire alla creazione di una rete sovraregionale di infrastrutture e servizi per il trasporto di persone, merci e per la logistica – in connessione con il Corridoio VIII e il Corridoio I – che veda la Puglia protagonista tra le regioni del Mezzogiorno e nel “Sistema mediterraneo” a supporto dello sviluppo di relazioni e integrazioni di natura culturale, economica e sociale;

c) configurare una rete di infrastrutture e servizi sulla base di criteri di selezione delle priorità, che garantisca livelli di accessibilità territoriale rispondenti alla valenza sociale, economica e paesaggistico-ambientale delle diverse aree della regione nel rispetto dei vincoli di budget imposti a livello nazionale e regionale;

d) strutturare un sistema di infrastrutture e servizi di mobilità concepito in modo da garantirne la fruizione da parte di tutte le categorie di utenti/operatori;

e) garantire tempi certi di attuazione degli interventi programmati dai Piani attuativi attraverso il coinvolgimento degli Enti locali nei processi di pianificazione e attraverso forme di partecipazione e concertazione con i soggetti economici e sociali interessati dai processi stessi;

f) garantire l’efficacia degli interventi programmati dai Piani attuativi, la coerenza della pianificazione sviluppata dai diversi settori e livelli amministrativi e il corretto funzionamento del sistema della mobilità nel suo complesso promuovendo forme di copianificazione intersettoriale (in primis trasporti-territorio) e indirizzando la pianificazione sott’ordinata;

g) contribuire a raggiungere gli obiettivi dei piani di riassetto urbanistico e territoriale e dei piani di sviluppo economico e sociale attraverso un’adeguata interpretazione delle istanze che nascono dal sistema insediativo e da quello economico sociale.

OBIETTIVI SPECIFICI Il PRT si propone i seguenti obiettivi specifici:

a) realizzare le condizioni strutturali materiali e immateriali per affermare il ruolo di piattaforma logistica multimodale della Puglia nel Mezzogiorno e più in generale nello spazio euromediterraneo;

b) realizzare le condizioni strutturali materiali e immateriali per lo sviluppo della logistica e dell’intermodalità nel trasporto merci da parte delle imprese del sistema produttivo pugliese;

c) promuovere forme ambientalmente e socialmente sostenibili del trasporto delle merci nell’ambito dei sistemi urbani;

d) migliorare i livelli di sicurezza del trasporto delle merci in ambito regionale; e) accrescere la competitività, la specializzazione e la complementarietà del sistema portuale

regionale; f) garantire un’efficiente interconnessione tra le reti di rango sovraregionale e quella regionale; g) migliorare l’accessibilità interna alla regione a supporto della coesione territoriale e dell’inclusione

sociale, dello sviluppo locale e della valorizzazione di ambiti a valenza strategica; h) potenziare e integrare l’offerta di collegamenti sovraregionali di trasporto passeggeri a supporto

della competitività del sistema economico pugliese;

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i) riconoscere al trasporto aereo un ruolo strategico per i collegamenti di lungo raggio; j) riconoscere alla modalità ferroviaria il ruolo di sistema portante della rete regionale di trasporto

pubblico locale; k) contribuire a mantenere e potenziare il ruolo della ferrovia nei collegamenti di lunga percorrenza, in

previsione dei futuri sviluppo del sistema alta capacità/alta velocità; l) indirizzare la riorganizzazione del TPL su gomma in forma complementare e integrata rispetto ai

servizi ferroviari; m) promuovere forme di mobilità sostenibile nei centri urbani e nei sistemi territoriali rilevanti e per la

valorizzazione di ambiti a valenza ambientale strategica a livello regionale; n) promuovere la piena accessibilità alle reti e ai servizi di trasporto da parte di tutte le categorie di

utenti attraverso la progressiva eliminazione delle barriere architettoniche e sensoriali rispetto a infrastrutture fisiche e informazioni;

o) massimizzare l’efficienza gestionale dei servizi di trasporto su ferro creando le condizioni per la progressiva riconversione dei servizi automobilistici sostitutivi di servizi ferroviari;

p) contribuire a realizzare le condizioni strutturali materiali e immateriali per il libero accesso e la circolazione sulla rete ferroviaria regionale finalizzato alla piena valorizzazione del patrimonio infrastrutturale, alla massimizzazione della capacità ferroviaria e dei benefici derivanti da tutti gli investimenti settoriali.

6.2. Analisi di coerenza “esterna”: Valutazione delle interazioni tra il Piano strategico e i piani/programmi individuati

La verifica della coerenza esterna con piani e programmi pertinenti è stata condotta confrontando gli obiettivi generali dei 20 programmi del Piano Strategico con gli obiettivi dei piani precedentemente descritti, al fine di verificare se esistono potenziali conflitti. Si riporta di seguito una tabella riassuntiva delle valutazioni. Come si può vedere, non ci sono conflitti evidenti; al contrario, in un numero abbastanza elevato di casi, c’è una coerenza diretta tra gli obiettivi del Piano Strategico e quelli di altri specifici strumenti di pianificazione e programmazione. In tali casi, le strategie individuate dal Piano Strategico si prestano a divenire strumenti diretti di attuazione anche delle prescrizioni normative o programmatiche di tali piani/programmi. Legenda:

piena coerenza e supporto diretto

supporto parziale e/o indiretto

assenza di relazioni significative

contrasto potenziale e/o probabilità di conflitti in fase di attuazione

contrasto netto

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DSR FESR PSR PAI PTA PRAE PEAR PRGR PUTT DRAG PdA P.Nitrati PRQA PRT

MO

BIL

ITA

' 1. Migliorare l'accessibilità interna

PE

RIF

ER

IE 2. Riqualificare e riconnettere le aree urbane marginali

LAM

E 3. Potenziare le connessioni tra infrastrutture verdi e storiche

CO

S

TA

4. Riqualificare la costa come fronte sull’Adriatico

C.S

.

5. Valorizzare la città storica

PA

ES

. R

UR

ALE 6. Valorizzare le specificità del

territorio rurale di MTB

RIS

OR

SE

ID

RIC

HE

7. Gestione virtuosa della risorsa idrica

EN

ER

GIA 8. Incrementare domanda e

offerta di servizi energetici integrati, innovativi ed efficienti

RIF

IUTI 9. MTB RICICLONA: migliorare

in modo radicale la gestione dei rifiuti in MTB

AC

CE

SS

IBIL

ITA 10. Migliorare le infrastrutture e

i servizi passeggeri e merci

CO

MP

ETI

TIV

ITA

' 11. Attrarre investimenti puntando sulla valorizzazione del capitale umano

CO

MM

ER

CIO

12. Consolidare e innovare la tradizione commerciale e artigianale di MTB

Obiettivi Generali

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DSR FESR PSR PAI PTA PRAE PEAR PRGR PUTT DRAG PdA P.Nitrati PRQA PRTR

&I

13. Innovare i servizi offerti dalla p.a e favorire il dialogo tra ricerca e impresa

MIG

RA

NTI 14. Integrazione culturale e

sociale nel rispetto della diversità

INC

LUS

. S

OC

IALE 15. Innalzare la qualità della

vita e maggiore inclusione per le categorie vulnerabili

FOR

M. E

LAV

OR

O 16. Connettere domanda e offerta di lavoro

CR

EA

TIV

ITA

'

17. Creazione di un polo industriale della cultura e della creatività

TUR

ISM

O 18. Favorire il turismo basato sulla qualità dell’offerta culturale e turistica

PO

L.

GIO

VA

N. 19. Sviluppare un polo della

conoscenza che valorizzi la componente giovanile

CO

MU

NIC

AZI

ON

E 20. Favorire responsabilità e partecipazione attiva alla governance di MTB

Obiettivi Generali

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7. ANALISI DELLO STATO DELL’AMBIENTE: LE COMPONENTI AMBIENTALI

7.1. SUOLO E RISCHI NATURALI

7.1.1. Inquadramento generale

Il suolo ha un ruolo fondamentale nel mantenimento di delicati equilibri eco sistemici, principalmente in riferimento alla protezione delle falde dall’inquinamento, alla regolamentazione dei deflussi idrici superficiali e alla mitigazione degli eventi alluvionali e franosi, al mantenimento della biodiversità e alla costituzione di biomassa. Esso è, tuttavia, soggetto a pratiche di degrado che ne minano la funzionalità e contribuiscono a creare fattori di rischio per l’ambiente. Essi sono dovuti principalmente a scorrette pratiche agricole, a un eccessivo incremento delle superfici urbanizzate, specie in aree costiere, al moltiplicarsi di fonti di contaminazione diffuse e puntuali, ai cambiamenti climatici. D’altro canto sono ormai note le principali minacce che rischiano di compromettere le funzioni del suolo (erosione, contaminazione locale e diffusa, impermeabilizzazione, compattazione, perdita di sostanza organica, diminuzione della biodiversità, frane, salinizzazione e, infine, la desertificazione). L’importanza della costruzione di politiche di uso del suolo in grado di salvaguardare l’importante funzione ambientale che tale componente riveste ha ispirato una serie di provvedimenti legislativi internazionali, nazionali e regionali. Si riepilogano di seguito i principali: A livello internazionale:

- Convenzione delle Nazioni Unite sulla lotta alla Siccità e alla Desertificazione (UNCCD), firmata a Parigi nel 1994, poi ratificata dall'Italia con L. 170/1997;

- 6° Programma di azione ambientale dell’Unione Europea, nella Politica Agricola Comune (con l’obbligo di mantenere i terreni agricoli in buone condizioni agronomiche e ambientali);

- Strategia tematica per la protezione del suolo dell’UE (COM (2002) 267; COM (2006) 231); - Proposta di direttiva quadro europea per la protezione del suolo (COM (2006) 232).

A livello nazionale: - Testo Unico sull’Ambiente D.Lgs. 152/06 (con riferimento alla difesa del suolo ed alla

bonifica dei siti contaminati nella Parte Terza del Decreto, “Norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di tutela delle acque dall'inquinamento e di gestione delle risorse idriche” e nella Parte Quarta, Titolo V “Bonifica di siti contaminati”).

A livello regionale, diversi dispositivi normativi facenti riferimento a: - disciplina delle attività estrattive (LR 37/1985, LR 21/2004 e Piano Regionale delle Attività

Estrattive approvato con Del. GR 580/2007); - utilizzo di fanghi di depurazione in agricoltura (LR 29/1995 e scheda tecnica riguardante

l’applicazione della "Direttiva 86/278/CEE e del D.Lgs. 99/92 concernente la protezione dell’ambiente, in particolare del suolo, nell’utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura", in allegato alla DGR 180/2006 relativa all’applicazione regime di condizionalità ai sensi del regolamento (CE) 1782/03);

- protezione da fonti di inquinamento diffuse (individuazione delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola con DGR n. 2036/2005 e approvazione del Programma d’azione per le zone vulnerabili da nitrati con DGR 19/2007);

- gestione dei rifiuti e bonifica delle aree inquinate (Cfr. sezione del presente Rapporto Ambientale dedicata alla componente “Rifiuti”),

- individuazione delle aree soggette a rischio idrogeologico (Approvazione del Piano di Assetto Idrogeologico con Deliberazione del Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino della Puglia del 30.11.2005) e delle aree a rischio sismico (DGR 153/2004 e LR 20/2000-O.P.C.M. 3274/03);

- tutela delle coste (L.R. 23 giugno 2006, n. 17, “Disciplina della tutela e dell’uso della costa” e Piano Regionale delle Coste, presentato nel Luglio 2008 ma non ancora adottato).

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7.1.2. Uso del suolo

In questo paragrafo verranno analizzati i principali dati relativi alla copertura e all’uso del suolo e alle sue evoluzioni nel tempo, nonché la presenza di cave, discariche e aree urbanizzate, ossia quei fattori antropici che determinano una pressione non trascurabile e definiscono importanti fattori di rischio per la componente in questione. Appare, pertanto, utile esaminare l’evoluzione nel tempo sia della relazione tra uso agricolo del suolo e suolo urbanizzato, che l’eventuale cambiamento colturale che caratterizza l’uso agricolo. Questo perché i fenomeni di degradazione del terreno sono da un lato correlati alla crescente impermeabilizzazione del terreno (connessa a fenomeni di urbanizzazione dello stesso) ma anche alla progressiva intensificazione dell’attività agricola, specie se connessa con pratiche irrigue improprie e ad un eccessivo uso di fertilizzanti. Fonti di dati: Principali fonti di elaborazioni sono i dati ISTAT relativi ai censimenti sull’Agricoltura e quelli relativi ai censimenti su abitazioni e popolazione. Ulteriori dati sono ricavabili dalle analisi del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) della Provincia di Bari, elaborati sulla base di una lettura delle carte tecniche relative agli anni 1949, 1973, 1999 e 2005. Indicatori e criticità: Superfici Agricole Utilizzate (SAU) Da un’analisi dei dati ISTAT relativi al censimento sull’Agricoltura del 2000 si evince una netta preponderanza della superficie delle aziende agricole destinata a coltivazioni legnose, contro una media provinciale più bilanciata tra queste e i seminativi e una media regionale dove questi ultimi sono preponderanti. In MTB è basso, rispetto alla media regionale, il dato percentuale sulla presenza di superfici boscate. Interessante appare anche la valutazione dei trend evolutivi sull’uso del suolo, che fanno percepire una chiara tendenza alla riduzione della superficie agraria. Essa ha, infatti, subito una riduzione di oltre il 20% in MTB nel decennio 1990-2000. Tabella 7-1. Superficie aziendale secondo l'utilizzazione dei terreni in MTB, Provincia di Bari e Regione Puglia – anno 2000

MTB Provincia di Bari Regione Puglia Utilizzazione dei terreni ha % ha % ha %

Seminativi 33.698,87 21,9% 145.921,40 39,00% 652.693,74 47,3%Coltivazioni legnose agrarie 105.239,16 68,2% 175.448,00 46,89% 506.862,98 36,7%Prati permanenti e pascoli 6.097,86 4,0% 22.739,40 6,08% 90.088,20 6,5%Pioppete 20,23 0,0% 90,74 0,02% 694,42 0,1%Boschi 4.591,53 3,0% 18.545,12 4,96% 78.058,29 5,7%Non Utilizzata 2.983,98 1,9% 6.764,51 1,81% 28.695,18 2,1%Altra superficie 1.573,95 1,0% 4.649,70 1,24% 22.184,93 1,6%Totale 154.205,58 100,0% 374.158,87 100,00% 1.379.277,74 100,0%Fonte: Nostre elaborazioni su dati ISTAT, 2000.

Tabella 7-2. Superficie aziendale secondo l'utilizzazione dei terreni in MTB – periodo 1990-2000

1990 2000 Variazione Utilizzazione dei terreni ha % ha % % Seminativi 43.261,22 28,1% 33.698,87 21,9% -22,10% Coltivazioni legnose agrarie 133.946,61 86,9% 105.239,16 68,2% -21,43% Prati permanenti e pascoli 9.572,59 6,2% 6.097,86 4,0% -36,30% Pioppete 39,99 0,0% 20,23 0,0% -49,41% Boschi 5.314,71 3,4% 4.591,53 3,0% -13,61% Altro (*) 5.495,08 3,6% 4.557,93 3,0% -17,05% Totale 197.630,20 100,0% 154.205,58 100,0% -21,97%

Fonte: Nostre elaborazioni su dati ISTAT, 1990 e 2000.

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(*) A causa di una disomogeneità nelle categorie di rilevazione tra il censimento del 1990 e quello del 2000, questa categoria utilizzata nel censimento del 1990 include entrambe le categorie “superficie agraria non utilizzata” e “altra superficie” utilizzate nel censimento del 2000. Superfici urbanizzate Dati molto interessanti sull’andamento dell’urbanizzazione in MTB sono ricavabili dagli studi per la redazione del PTCP della Provincia di Bari, che ha calcolato gli incrementi della superficie urbanizzata per comune sulla base di un’interpretazione cartografica delle carte tecniche del 1949, 1973, 1999 e 2005. Tali dati mostrano come, a partire dagli anni ’50, il suolo urbanizzato in MTB è aumentato di oltre il 400% secondo intervalli non costanti. Se nel periodo dal 1949 al 1973 la crescita urbana (intesa come incremento di superficie urbanizzata) è pari circa l’82%, essa raggiunge invece un picco pari a circa il 176% nel periodo tra il 1974 e il 2005. Nella figura di seguito sono riportati i dati dettagliati a livello comune, mentre la figura successiva è illustrato il trend di crescita urbana nell’area Metropolitana Terra di Bari nel periodo 1949-2005. Tabella 7-3. Variazione della superficie urbanizzata in MTB – periodo 1949-2005

1949 1973 1999 2005 Variazioni (%) COMUNE ha ha ha ha Totale 1949-73 1974-05 1999-05

Acquaviva delle F. 58,97 119,67 258,95 266,77 352,38% 102,93% 122,92% 3,02%Adelfia 58,23 82,96 168,71 172,90 196,93% 42,47% 108,41% 2,48%Bari 1.177,95 2.341,25 5.391,33 5.431,21 361,07% 98,76% 131,98% 0,74%Binetto 4,94 21,58 45,17 45,17 814,37% 336,84% 109,31% 0,00%Bitetto 33,64 53,49 125,92 135,39 302,47% 59,01% 153,11% 7,52%Bitonto 127,05 226,58 638,04 658,59 418,37% 78,34% 190,67% 3,22%Bitritto 27,66 42,18 118,61 126,43 357,09% 52,49% 199,74% 6,59%Capurso 27,29 64,82 173,71 181,19 563,94% 137,52% 179,53% 4,31%Casamassima 44,99 101,19 324,67 328,72 630,65% 124,92% 224,85% 1,25%Cassano delle M. 32,93 103,37 437,63 438,34 1231,13% 213,91% 324,05% 0,16%Cellamare 7,87 18,66 49,20 49,20 525,16% 137,10% 163,67% 0,00%Conversano 70,72 110,58 329,03 369,41 422,36% 56,36% 234,07% 12,27%Corato 125,34 174,43 555,04 566,75 352,17% 39,17% 224,92% 2,11%Gioia del Colle 84,11 97,45 380,35 459,54 446,36% 15,86% 371,56% 20,82%Giovinazzo 72,19 118,63 262,97 268,60 272,07% 64,33% 126,42% 2,14%Grumo appula 43,35 50,00 173,29 175,19 304,13% 15,34% 250,38% 1,10%Modugno 60,54 316,40 1.248,30 1.272,47 2001,87% 422,63% 302,17% 1,94%Mola di Bari 75,52 124,22 295,35 306,27 305,55% 64,49% 146,55% 3,70%Molfetta 159,91 228,08 525,38 614,13 284,05% 42,63% 169,26% 16,89%Noicattaro 40,24 97,06 372,26 400,08 894,23% 141,20% 312,20% 7,47%Palo del colle 55,34 76,38 258,41 276,53 399,69% 38,02% 262,05% 7,01%Polignano a mare 41,64 55,74 251,81 272,51 554,44% 33,86% 388,89% 8,22%Rutigliano 63,66 74,83 218,24 226,73 256,16% 17,55% 202,99% 3,89%Ruvo di puglia 84,23 86,76 318,86 324,48 285,23% 3,00% 274,00% 1,76%Sammichele di Bari 46,24 61,37 112,64 112,64 143,60% 32,72% 83,54% 0,00%Sannicandro di Bari 43,92 56,00 111,21 114,41 160,50% 27,50% 104,30% 2,88%Terlizzi 81,12 94,09 288,57 290,00 257,50% 15,99% 208,22% 0,50%Toritto 35,86 77,50 139,46 144,96 304,24% 116,12% 87,05% 3,94%Triggiano 50,18 102,25 219,36 221,16 340,73% 103,77% 116,29% 0,82%Turi 39,53 69,91 181,03 182,25 361,04% 76,85% 160,69% 0,67%Valenzano 39,99 59,43 222,84 235,14 488,00% 48,61% 295,66% 5,52%MTB 2.915,15 5.306,86 14.196,34 14.667,16 403,14% 82,04% 176,38% 3,32%

Fonte: Nostre elaborazioni su dati del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, Provincia di Bari.

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Figura 7-1. La crescita urbana nell’Area Metropolitana dal 1949 al 2005

Fonte: PTCP, Provincia di Bari. Cave La presenza di cave, specie se consistente, può diventare un fattore di rischio per l’integrità della compenente suolo e per il paesaggio. Esse determinano, infatti, consumo di suolo, incremento del rischio di inquinamento delle falde modifica del paesaggio, necessità di interventi di recupero e ripristino ambientale dell’area post-dismissione, necessità di gestione dei rifiuti minerari. Non c’è ancora, inoltre, una prassi consolidata sul recupero ambientale delle cave che spesso a fine attività sono semplicemente abbandonate e destinate a discarica o, nel migliore dei casi, lasciate inutilizzate dopo un ripristino alla meglio. C’è, inoltre, il problema delle cave abusive che costituiscono importanti detrattori del paesaggio. Tale fenomeno è particolarmente grave in presenza di aree di elevato pregio naturalistico (si veda, ad esempio, il caso dell’Alta Murgia o quello di Ruvo di Puglia, dove nel 2004 i carabinieri del nucleo operativo ecologico hanno posto i sigilli su 22 cave non autorizzate in aree SIC). Gravi situazioni di compromissione si sono determinate anche a ridosso delle lame, dove gli sbancamenti hanno comportato in taluni casi lo stravolgimento delle linee di deflusso delle acque (si veda, ad esempio, ciò che è successo con la cava di Maso). In Puglia non è ancora stato completato un catasto delle cave. I dati disponibili, su base provinciale, sono riportati nella tabella seguente. Tabella 7-4. Cave attive in Puglia nel periodo 1998-2007 Fonte: ARPA, 2006

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7.1.3. Degradazione del suolo e rischi naturali

Comprende tre delle principali problematiche dei suoli, tra loro correlate: il rischio di desertificazione, il rischio idrogeologico e il rischio di erosione. Fonti di dati Molti degli indicatori di seguito riportati si basano sull’applicazione di modelli di analisi sperimentali, per cui i dati sono da ritenersi provvisori. La mancanza di una metodologia comune, adottata a livello sia globale sia locale, rende, inoltre, difficile la valutazione dell'intensità e dell'estensione di questi fenomeni e non permette comparazioni con altri contesti regionali. Indicatori e criticità Aree a rischio di desertificazione La regione Puglia (insieme alla Sicilia, Sardegna, Calabria e Basilicata) è indicata tra le regioni italiane a maggior rischio di desertificazione (APAT, 2007). La desertificazione può essere definita come “il degrado delle terre nelle aree aride, semiaride e sub-umide secche, attribuibile a varie cause, fra le quali le variazioni climatiche e le attività antropiche” (UN Convention to Combat Drought and Desertification – UNCCD, 1994). Tale degrado è legato ad una molteplicità di fattori che fanno riferimento sia a caratteristiche intrinseche del territorio (caratteristiche climatiche, geo-pedologiche e morfologiche, copertura vegetale) che a diversi fattori di pressione, tanto di origine naturale che antropica (cambiamenti climatici, cambiamenti di uso del suolo, compattazione dei terreni, erosione, salinizzazione delle falde, contaminazione puntuale e diffusa,…). Tra i fattori antropici un elemento che accresce la vulnerabilità alla desertificazione è rappresentato, in Puglia, dal cosiddetto fenomeno dello “spietramento”, particolarmente diffuso nel territorio dell’Alta Murgia. Esso consiste in processi di cambiameno strutturale del suolo agrario che derivano dall’utilizzo di tecniche di scarificatura e rottura della roccia affiorante con frantumazione in posto delle pietre portate in superficie. Figura 7-2. Aree a rischio di desertificazione in Puglia

Fonte: Programma Regionale per la lotta alla siccità e alla desertificazione, 2000.

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Nell’immagine precedente sono riportati i primi risultati delle indagini contenute nel Programma Regionale per la lotta alla siccità e alla desertificazione della Regione Puglia, redatte dal CNR-IRSA. Essi evidenziano una elevata sensibilità alla desertificazione in tutta la piana costiera e nella fascia immediatamente a ridosso, oltre che in vaste aree dell’entroterra. Erosione Le cause che concorrono al verificarsi di fenomeni erosivi e di dissesto sono molteplici, legati sia a fattori fissi (costituzione geologica, configurazione topografica) che variabili (evoluzione geodinamica dei corsi d’acqua, tettonica, vegetazione, uso del suolo e fattori antropici, piovosità, altri fattori climatici tra cui temperatura, intensità e direzione del vento, umidità dell’aria). In assenza di una rete di monitoraggio capillare, al momento sono disponibili solo dati derivanti dall’applicazione di modelli a scala nazionale che stimano la perdita annua di suolo. Nonostante le limitazioni di tali dati, sembra che la situazione pugliese (e di MTB in particolare) non sia particolarmente preoccupante (per ulteriori dettagli si vedano le elaborazioni con il modello USLE e il modello PESERA contenute nel rapporto APAT, 2007). Caso particolare è costituito dal fenomeno di erosione costiera, che in Puglia assume particolare rilevanza per l’estensione della linea di costa. I dati più aggiornati in merito fanno riferimento agli studi condotti per la redazione del Piano Regionale delle Coste (PRC), attualmente in fase di adozione, che ha definito le “condizioni di stato” in cui versa l’intera fascia costiera nelle sue “criticità” e “sensibilità”, in relazione a fattori endogeni (fenomeni naturali) ed esogeni (pressioni esercitate dall’esterno). In particolare, la criticità all’erosione dei litorali sabbiosi è stata definita in funzione di tre indicatori, che individuano la tendenza evolutiva storica del litorale, la tendenza evolutiva recente e lo stato di conservazione dei sistemi dunali. La sensibilità ambientale è stata, invece, definita in funzione di una molteplicità di indicatori che rappresentano lo stato fisico della fascia costiera (comprendente l’area demaniale e il suo contesto territoriale di riferimento), in relazione al sistema delle norme di tutela che ne sottolineano la valenza ambientale. I differenti livelli di criticità all’erosione e di sensibilità ambientale sono stati quindi incrociati, dando origine a nove livelli di classificazione cui il Piano delle Coste ha ancorato le norme di riferimento per la redazione dei Piani Comunali delle Coste PCC: 1. criticità alta e sensibilità alta (C1S1); 2. criticità alta e sensibilità media (C1S2); 3. criticità alta e sensibilità bassa (C1S3); 4. criticità media e sensibilità alta (C2S1); 5. criticità media e sensibilità media (C2S2); 6. criticità media e sensibilità bassa (C2S3); 7. criticità bassa e sensibilità alta (C3S1); 8. criticità bassa e sensibilità media (C3S2); 9. criticità bassa e sensibilità bassa (C3S3). Nel caso di MTB, gli studi del Piano delle Coste hanno evidenziato come area ad alta criticità solo il tratto di costa in prossimità di Fesca-S. Girolamo in territorio di Bari, mentre come area a criticità media un tratto della costa meridionale del comune di Bari. Per quanto riguarda la sensibilità dei litorali sabbiosi, è evidenziata una sensibilità alta nel tratto già citato di S. Girolamo-Fesca, e una sensibilità media lungo tutta la costa di Polignano, buona parte del litorale in territorio di Mola, il tratto meridionale del territorio di Bari, una piccola porzione del litorale immediatamente a sud del centro storico di Giovinazzo e l’area in territorio di Molfetta al confine con Bisceglie. Nella figura di seguito riportano le classificazioni riassuntive del PRC.

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Figura 7-3. Classificazione della costa in base alla criticità all’erosione e alla sensibilità ambientale

Fonte: Piano Regionale delle Coste. Aree a rischio idraulico e per frana Il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) dell’Autorità di Bacino della Puglia ha individuato le aree a pericolosità idraulica (distinte per classi di pericolosità), le aree a pericolosità geomorfologica (anch’esse classificate in diverse classi di pericolosità), da cui derivano quattro diverse classi di rischio idrogeologico. Le aree a rischio idrogeologico sono, invece, calcolare in funzione della pericolosità idraulica e geomorfologica, della vulnerabilità delle aree (intesa come grado di perdita atteso in funzione della intensità dell’evento calamitoso considerato) e del valore di esposizione (espresso dal numero di presenze umane e/o dal valore delle risorse naturali ed economiche che sono esposte ad un determinato pericolo). Tale indicatore, pertanto, si presta efficacemente a monitorare la capacità di protezione attiva del territorio dal momento che tiene conto sia di fattori naturali che di quelli antropici atti a limitare/incrementare il grado di pericolosità, vulnerabilità e esposizione. Nella figura di seguito sono riportate le perimetrazioni del PAI nel territorio di MTB. Si evidenziano molte aree a pericolosità idraulica in corrispondenza delle numerose lame che solvano l’area metropolitana Terra di Bari, oltre a piccole aree caratterizzate da elevata pericolosità geomorfologica localizzare in agro di Cassano delle Murge e sul parte del litorale del comune di Polignano a Mare. Sono, inoltre, presenti varie aree ad elevato rischio idrogeologico (classe R3 e R4), prevalentemente in connessione con i tratti urbani delle lame.

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Figura 7-4. Aree a pericolosità idraulica e gemorfologica e a rischio idrogeologico in MTB

Fonte: Piano di Assetto Idrogeologico dell’AdB della Puglia, 2008.

7.1.4. Contaminazione da fonti diffuse e puntuali

In questo paragrafo verranno esaminate le pressioni esercitate sul suolo da fonti diffuse e puntuali, le prime derivanti principalmente dall’agricoltura (a seguito dell’uso di fertilizzanti, dei prodotti fitosanitari e/o dei fanghi di depurazione), le seconde dalle attività di smaltimento dei rifiuti e dalla presenza di siti potenzialmente contaminati e siti contaminati di interesse nazionale. Si rappresenteranno, pertanto, nel seguito i seguenti argomenti:

1. Contaminazione da fonti diffuse: - Utilizzo di fertilizzanti e prodotti fitosanitari

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- Utilizzo fanghi di depurazione in aree agricole 2. Contaminazione da fonti puntuali:

- Siti potenzialmente contaminati - Siti contaminati di Interesse Nazionale

Fonti di dati Se è vero che esiste una buona banca dati riferita ai siti contaminati di rilievo nazionale (anche in riferimento ai dati gestiti dal MIPAF), i dati sugli altri indicatori sono spesso scarsi e lacunosi. In particolare in Puglia non si dispone ancora di un quadro chiaro ed esauriente sullo stato ambientale, in termini di presenza di siti da bonificare, soprattutto a causa delle difficoltà di informatizzare la mole di dati a disposizione. Indicatori e criticità Utilizzo di fertilizzanti e prodotti fitosanitari L’uso di fertilizzanti e fitofarmaci dipende da una serie di fattori, tra cui il tipo di agricoltura praticata (convenzionale, biologica, integrata, ecc.), la rotazione colturale, le specie e varietà coltivate, la natura fisico-chimica del terreno, il piano di coltivazione aziendale. Sebbene su scala regionale e provinciale i dati mostrino una certa variabilità negli anni, sembra confermata una generale tendenza alla diminuzione dei prodotti minerali e al calo di quelli organo minerali. Viceversa, si nota un incremento dei formulati organici tra i fertilizzanti (concimi, correttivi e ammendanti) e un incremento dei prodotti fitosanitari biologici. Questo in linea con le direttive di politica agricola dell’Unione Europea che tendono a sviluppare tali prodotti per migliorare la qualità delle produzioni, la salvaguardia della salute e il rispetto dell’ambiente. Relativamente alla superficie agricola destinata ad agricoltura biologica, dopo la crescita esponenziale osservata nel settore su tutto il territorio regionale nel periodo tra il 1995 e il 1999, il trend ha subito un arresto tra 1999 e il 2001 per poi decrescere in modo rapido dal 2001 al 2003-2004, seguito da un rapida ripresa. Tali valori sono correlabili alla riapertura dei bandi per il finanziamento delle operazioni di conversione da tradizionale a biologico, mediante le misure agroambientali previste dal Regolamento CE 1257/99 e finanziate attraverso il PSR 2000-2006. Gli indicatori disponibili sono aggregati su scala regionale o provinciale. Tabella 7-5. SAU biologica

Provincia di Bari Regione Puglia Anno ha % ha 2002 47.044 43,1% 109.068 2003 35.964 38,2% 94.062 2004 39.295 45,4% 86.610 2005 n.d. n.d. n.d. 2006 51.937 35,6% 145.699

Fonte: ARPA, 2006. Utilizzo di fanghi di depurazione in agricoltura L’utilizzo di fanghi di depurazione di acque reflue sui terreni coltivati è una pratica incoraggiata dalla normativa comunitaria, in quanto, oltre a garantire il recupero di rifiuti che altrimenti andrebbero smaltiti in discarica, assicura il riciclo di elementi nutritivi in natura (azoto, fosforo e potassio) e l’apporto di sostanza organica al suolo. Nel periodo 2000-2006 le quantità utilizzate nella provincia di Bari – così come sull’intero territorio Regionale – evidenziano una netta e generale riduzione, anche a seguito di un blocco autorizzativo allo spandimento imposto dalla Regione. Questo a seguito della necessità di revisione della normativa regionale in materia con l’inserimento, nella stessa, di nuovi parametri di monitoraggio in grado di valutare meglio le reali caratteristiche del fango e l’eventuale presenza di sostanze pericolose in esso contenute. Nuove direttive fanno oggi riferimento alla scheda tecnica riguardante l’applicazione della "Direttiva 86/278/CEE, e del D.Lgs. 99/92 concernente la

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protezione dell’ambiente, in particolare del suolo, nell’utilizzazione dei fanghi di depurazione in agricoltura", pubblicata in allegato alla DGR 180/2006 relativa all’applicazione regime di condizionalità ai sensi del regolamento (CE) 1782/03. Ulteriori restrizioni allo spandimento dei fanghi sono oggi imposte nelle aree di salvaguardia individuate dal Piano di Tutela delle Acque della Regione Puglia, adottato con D.G.R. n. 883 del 19 giugno 2007 e attualmente in fase di approvazione. Tabella 7-6. Quantità di fanghi di depurazione utilizzati in agricoltura (in tonnellate)

Fonte: Elaborazioni ARPA su dati forniti dalle Province, 2000-2006. Siti potenzialmente contaminati L’attività di raccolta dei dati relativi all’anagrafe regionale dei siti contaminati e della relativa caratterizzazione e bonifica, conformemente a quanto previsto dal DM 471/1999, è ancora in corso, per cui non sono disponibili i dati definitivi. Tale ricognizione si è dimostrata particolarmente complessa a causa del gran numero di siti presenti nel territorio regionale e della mole dei dati relativi a ciascun sito da computare nel database. Sono, invece, disponibili i dati provinciali riportati nel Piano regionale delle bonifiche delle aree inquinate approvato con Decreto del Commissario Delegato n.41/2001 e i dati provvisori derivanti da un’indagine di ARPA, CNR-IRSA e Guardia di Finanza relativa al 2004, che ha portato ad una ricognizione in elicottero dell’intero territorio regionale seguita da primi sopralluoghi. Tale indagine ha portato – su scala regionale – ad una identificazione di circa il doppio dei siti inquinanti rispetto a quelli elencati nel piano regionale delle bonifiche. Essi sono stati classificati in tre macro-categorie: - Allevamenti (condotti in modo non conforme rispetto a quanto prescritto dal codice di buona

pratica agricola) - Autodemolizioni - Abbandoni (abbandono di materiale di vario genere e natura, di matrice solida, liquida o

gassosa) Si riportano di seguito, per confronto, alcune rielaborazioni dei dati del Piano Regionale delle Bonifiche e dei dati dell’indagine ARPA, CNR-ISRA e Guardia di Finanza. Tabella 7-7. Elenco dei siti potenzialmente contaminati per provincia – anno 1999

Fonte: Elaborazioni ARPA su Piano Regionale delle bonifiche delle aree inquinate.

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Tabella 7-8. Elenco dei siti potenzialmente contaminati per provincia (Dati provvisori) – anno 2004

Fonte: Elaborazioni ARPA su dati dell’Indagine per il monitoraggio dei siti inquinati della Regione Puglia, Commissario Delegato per l’Emergenza Ambientale, 2004. Tabella 7-9. Tipologia dei siti inquinati – anno 2004

Fonte: Elaborazioni ARPA su dati dell’Indagine per il monitoraggio dei siti inquinati della Regione Puglia, Commissario Delegato per l’Emergenza Ambientale, 2004. Figura 7-5. Mappa dei siti potenzialmente inquinati in Puglia – anno 2004

Fonte: Elaborazione ARPA su dati dell’Indagine per il monitoraggio dei siti inquinati della Regione Puglia, Commissario Delegato per l’Emergenza Ambientale, 2004.

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Siti contaminati di Interesse Nazionale In MTB è presente il Sito da bonificare di Interesse Nazionale (SIN) Fibronit (DMA 468/01). La procedura per la sua bonifica prevede una gestione diretta del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, sentiti gli Enti locali interessati in sede di Conferenza dei Servizi.

7.1.5. Indicatori di contesto selezionati

Sub Tematica Indicatore Unità di misura

Fonte Dettaglio

SAU ha ISTAT Comunale Incremento della superficie urbanizzata

% Fotointerpretazione (fonte PTCP)

Cartografico Uso del suolo

Cave attive numero Regione Puglia Regionale Aree a rischio di desertificazione

ha Regione Puglia, CNR-IRSA

Cartografico

Criticità all’erosione costiera

Km di costa per classe di criticità

Regione Puglia (Piano delle Coste)

Cartografico Degradazione del suolo e rischi naturali

Aree a rischio idrogeologico

ha Autorità di Bacino (PAI) Cartografico

SAU biologica ha ISTAT Comunale Quantità di fanghi di depurazione usati in agricoltura

t Province, ARPA Provinciale

Numero di siti potenzialmente inquinati

numero Rergione Puglia, CD per l’emergenza ambientale, ARPA, Guardia di Finanza, CNR-IRSA,

Provinciale, Comunale Contaminazione da fonti diffuse e puntuali

Numero di siti contaminati di interesse nazionale

numero APAT Comunale

7.1.6. Fonti bibliografiche

APAT (2007), Annuario dei dati ambientali. ARPA PUGLIA (2006), Relazione sullo Stato dell’Ambiente. ARPA, CNR-IRSA e Guardia di Finanza (2004), Indagine per il monitoraggio dei siti inquinati della Regione Puglia. Autorità di Bacino della Puglia, Piano di Assetto Idrogeologico. CNR-IRSA (2000), Programma Regionale per la lotta alla siccità e alla desertificazione. Regione Puglia, Piano Regionale delle bonifiche delle aree inquinate. Regione Puglia, Piano Regionale delle Coste. Provincia di Bari, Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale.

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7.2. BIODIVERSITA’ E RETI ECOLOGICHE

7.2.1. Inquadramento generale

In questo capitolo è analizzato lo stato e le tendenze evolutive degli ecosistemi naturali, la cui conservazione è obiettivo essenziale per assicurare alle generazioni future adeguati livelli di vita, secondo i principi di sviluppo sostenibile. Le minacce di questo patrimonio derivano da vari fattori, primi tra tutti le dinamiche generali di sviluppo economico, sia globali che locali, la distruzione e la frammentazione degli habitat legate all’urbanizzazione e all’agricoltura estensiva, la loro degradazione dovuta all’introduzione di specie non autoctone o al sovra sfruttamento, i cambiamenti climatici, l’inquinamento delle matrici ambientali (acqua, aria, suolo, ambiente sonoro e luminoso), l’intensificazione del reticolo infrastrutturale. Gli strumenti adottati a livello nazionale e internazionale per combattere la perdita di biodiversità tentano di agire sia in modo diretto, cercando ad esempio di promuovere la riduzione delle pressioni sugli ecosistemi per esempio riducendo le emissioni di sostanze inquinanti, che in modo indiretto, promuovendo politiche di conservazione e tutela. Sempre di più, inoltre, tali strumenti cercano di coniugare la vincolistica con un’azione di promozione e di sviluppo sostenibile del territorio attraverso strumenti di pianificazione e programmazione. L’analisi della componente ambientale “biodiversità e reti ecologiche” verrà fatta attraverso la descrizione di tre sub-tematiche tra loro strettamente interrelate e complementari: la descrizione delle aree protette e delle loro dinamiche di conservazione/sviluppo; la descrizione delle specificità degli habitat locali e delle dinamiche di cambiamento e pressioni cui sono soggette; la descrizione dello stato e delle dinamiche evolutive delle superfici boscate. I principali riferimenti normativi che definiscono obiettivi, modalità e strumenti per la tutela e la salvaguardia della biodiversità e delle reti ecologiche sono: 1. Convenzioni Internazionali:

- Convenzione di Ramsar relativa alle Zone Umide di Importanza Internazionale - Convenzione sulla Biodiversità - Sottoscritta a Rio de Janeiro il 5/6/92

2. Normativa comunitaria: - Direttiva 92/43/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli

habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche. - Direttiva 79/409/CEE del Consiglio, del 2 aprile 1979, concernente la conservazione degli

uccelli selvatici. 3. Normativa nazionale:

- D.P.R. 448 del 13/03/1976 ratifica della Convenzione di Ramsar - Legge n. 394 del 6 dicembre 1991 “Legge quadro sulle aree naturali protette” e Legge n.

426 del 29 dicembre 1998 “Nuovi interventi in campo ambientale. Modifiche alla L.394/91” - D.P.R. 8 settembre 1997, n. 357, “Regolamento recante attuazione della direttiva

92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonchè della flora e della fauna selvatiche” e successive modifiche e integrazioni

- DM 3 aprile 2000, “Elenco delle zone di protezione speciale designate ai sensi della direttiva 79/409/CEE e dei siti di importanza comunitaria proposti ai sensi della direttiva 92/43/CEE”

- Decreto Ministero Ambiente del 17/10/2007: Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di protezione speciale (ZPS).

4. Normativa regionale: - Legge 24 luglio 1997 n. 19 "Norme per l’istituzione e la gestione delle aree naturali protette

nella Regione Puglia" e successive Leggi regionali di modifica della L.R. 19/97 - Deliberazione G.R. del 3 agosto 2007, n. 1366, “Atto di indirizzo e coordinamento per

l’attuazione in Puglia della Legge regionale n. 19/1997 e delle Leggi istitutive delle aree naturali protette regionali”

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- Regolamento Regionale 18 luglio 2008, n. 15 “Regolamento recante misure di conservazione ai sensi delle direttive comunitarie 74/409 e 92/43 e del DPT 357/97 e successive modifiche e integrazioni” e Regolamento Regionale 22 dicembre 2008, n. 28, “Modifiche e integrazioni al Regolamento Regionale 18 luglio 2008, n. 15, in recepimento dei ‘Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone Speciali di Conservazione e Zone di Protezione Speciale’ introdotti con D.M. 17.10.2007”.

- Deliberazione G.R. dell'8 agosto 2002, n. 1157, relativa alla revisione tecnica delle delimitazioni delle aree pSIC e ZPS, nonchè successivi atti di riperimetrazione delle aree ricadenti all’interno della Rete Natura 2000 in Puglia (DGR n. 1022 del 21 luglio 2005, DGR 26 febbraio 2007, n. 145, DGR del 01/08/2008 n. 1465)

- Legge Regionale 12 aprile 2001, n. 11, "Norme sulla valutazione dell'impatto ambientale". - Deliberazione G.R. del 14 marzo 2006, n. 304 “Atto di indirizzo e coordinamento per

l’espletamento della procedura di valutazione di incidenza ai sensi dell’art. 6 della direttiva 92/43/CEE e del-l’art. 5 del D.P.R. n. 357/1997 così come modificato ed integrato dall’art. 6 del D.P.R. n. 120/2003”.

7.2.2. Aree protette

Le aree protette ricadenti in MTB possono essere suddivise in tre grandi categorie: aree protette appartenenti alla Rete Natura 2000, in attuazione delle direttive “Habitat” e “Uccelli” della Commissione Europea per la conservazione della diversità biologica, aree protette di rilievo nazionale, aree protette di rilievo regionale. In alcuni casi, esistono delle sovrapposizioni tra aree protette di diversa tipologia. In particolare, appartiene alle aree protette nazionali il parco nazionale dell’Alta Murgia, in parte ricadente all’interno dell’area di MTB. Le aree protette di rilievo regionale già istituite, invece, comprendono il parco naturale regionale “Lama Balice” e la riserva naturale regionale orientata “Laghi di Conversano”; l’iter istitutivo delle altre aree individuate nella L.R. 19/1997 e successive modifiche (lama San Giorgio, fascia costiera di Polignano, lama Belvedere) non è ancora concluso. Si riporta nella figura seguente la perimetrazione delle aree protette in MTB. Figura 7-6. Il sistema delle tutele nell’Area Metropolitana

Fonte: Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, PTCP, Provincia di Bari.

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Fonti di dati Regione Puglia, Ufficio Parchi, ARPA, APAT e ISTAT. Indicatori e criticità Se la presenza di aree protette costituisce senza dubbio una caratteristica di pregio di un territorio, alcune criticità derivano, da un lato, dalla capacità di gestione delle stesse e, dall’altro, dalla pressione esercitata dalle zone urbanizzate sulle aree stesse. Capacità gestionale La capacità di gestire le aree protette è un elemento importante che rivela il grado di sinergia e coerenza che si instaura tra obiettivi di salvaguardia ambientale e strumenti attivi di sviluppo del territorio. Sebbene siano da segnalare alcuni preliminari progetti sperimentali di studio e valorizzazione di tali aree promossi da Comuni, Provincia, Enti di ricerca e Organizzazioni di volontariato di vario tipo, la definizione di enti di gestione provvisori per la maggior parte delle aree protette e la mancanza di veri e propri piani di gestione rivela una criticità significativa nella capacità di tradurre vincoli di tutela in strategie attive di promozione del territorio in un’ottica di sviluppo sostenibile. Ad eccezione, infatti, del parco nazionale dell’Alta Murgia, dove è stato istituito un Ente Parco per la sua gestione che sta redigendo un Piano del Parco e un Regolamento del Parco sulla base di alcuni studi preliminari, le altre aree protette regionali sono attualmente gestite, in modo provvisorio, da consorzi di Comuni e Provincia, mentre la gestione delle aree SIC e ZPS è temporaneamente affidata all’Ufficio Parchi della Regione Puglia. Altro fattore di criticità è la lentezza dell’iter istitutivo delle aree. Come già detto, a parte le aree di interesse nazionale, solo due delle cinque individuate da provvedimenti legislativi regionali sono effettivamente state istituite. Indice di pressione da zone urbanizzate per area protetta Tale indice è stato proposto nell’ultimo rapporto sullo stato dell’Ambiente l’ARPA come strumento per misurare la pressione dell’urbanizzazione sulle aree protette. Esso è stato costruito mediante il rapporto tra superficie delle località abitate (desunta dal censimento ISTAT del 2001) e la superficie delle aree protette (nazionali e regionali). Prima della sovrapposizione, tali superfici sono state incrementate per tener conto dell’esistenza di una zona di buffer immediatamente all’intorno di tali aree che media la transizione e l’interazione tra le due tipologie di aree1. Adottando una scala che definisce il livello di pressione alta (percentuale di sovrapposizione compresa tral’80 e il 100%), medio-altra (tra 60 e 80%), media (tra 40 e 60%), medio-bassa (tra 20 e 40%) e bassa (tra 0 e 20%), la situazione delle aree protette in MTB è la seguente: Tabella 7-10. Indice di pressione da zone urbanizzate per area protetta

Area Protetta Tipologia Area Protetta

Percentuale di sovrapposizione

Livello di pressione

Lama Balice Parco Naturale Regionale

100% ALTA

Laghi di Conversano e Gravina di Monsignore

Riserva Naturale Regionale Orientata

67,54% MEDIO-ALTA

Parco Nazionale dell’Alta Murgia

Parco Nazionale 6,85 BASSA

Fonte: ARPA (2006), elaborazione su dati ISTAT e Ufficio Parchi, Regione Puglia.

1 I confini delle aree protette sono state allargati di un intorno di 1.000 metri che tiene conto dell’eventuale interazione tra le zone abitate in espansione ed il territorio protetto. I confini delle località abitate sono stati, invece, ampliati di una fascia il cui ordine di grandezza è direttamente proporzionale alla popolazione presente per località (numero di abitanti): 1 km per località con abitanti compresi tra 0 e 6.000, 2 km per 6-15.000, 3 km per 15-30.000; 4 km per 15-60.000, 5 km per località con più di 60.000 abitanti.

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Da questa tabella è evidente un livello di grave criticità per l’area protetta di lama Balice e un livello preoccupante per quella dei laghi di Conversano. Assai meno critica risulta la situazione per il Parco Nazionale dell’Alta Murgia anche se l’indicatore in oggetto misura valori medi che non rappresentano adegutamente fenomeni di criticità puntuali.

7.2.3. Biodiversità

La biodiversità può essere definita come la ricchezza di vita sulla terra: i milioni di piante, animali e microrganismi, i geni che essi contengono, i complessi ecosistemi che essi costituiscono nella biosfera (APAT, 2007). La Puglia è caratterizzata da una elevata biodiversità floristica e faunistica, tanto da avere una consistenza specifica molto elevata nel contesto nazionale. Secondo recenti studi sul patrimonio floristico (Marchiori, 2000)2, la consistenza del patrimonio pugliese costituisce circa il 36,65% del valore nazionale. Allo stesso modo, la Puglia è una delle regioni italiane caratterizzata da una diversità biologica animale significativa e rappresentativa di quella nazionale, essendo presente circa il 58% delle specie animali segnalate per l’Italia. Fonti di dati Numerose sono le fonti di dati, cosa che determina anche una disomogeneità degli elementi conoscitivi sul territorio: tra gli altri, Regione Puglia, Ufficio Parchi; Studi e ricerche del WWF e Legambiente; studi di dettagli su specifici comuni contenuti nel Rapporto sullo Stato dell’Ambiente delle Agende 21 Locali; Relazioni sullo stato dell’ambiente di APAT e ARPA. La prevalente aggregazione di tali dati a livello regionale e/o nazionale e la mancanza di una vera e propria rete di monitoraggio realizzata secondo standard comuni rende, inoltre, difficoltosa l’analisi delle tendenze puntuali in atto. Indicatori e criticità Sebbene la ricognizione delle specie non sia uniforme sul territorio regionale, è evidente un diffuso rischio di scomparsa di molte specie animali e vegetali di particolare valore conservazionistico a causa dei processi in corso di alterazione degli habitat dovuti all’impatto antropico sull’ambiente. Si riportano, di seguito, alcuni indicatori rappresentativi del livello e delle cause di minaccia sulle specie faunistiche e floristiche nelle categorie di minaccia. Altri indicatori sulla presenza di biodiversità non presentano criticità di rilievo nel contesto regionale, in generale, e di MTB in particolare. Per una loro trattazione si rimanda al Rapporto sullo stato dell’Ambiente dell’ARPA. Livello di minaccia delle specie animali L'indicatore descrive il grado di minaccia per la biodiversità animale, con particolare riferimento ai Vertebrati, sul territorio nazionale. I parametri considerati sono le specie minacciate (secondo i criteri IUCN) inserite nelle diverse categorie delle Liste Rosse (WWF). Tabella 7-11. Grado di minaccia delle specie animali per categoria di rischio IUCN

Fonte: ARPA (2006), elaborazioni su dati di Regione Puglia e Libro Rosso WWF.

2 Marchiori S. et al. (2000), Piante ed habitat rari, a rischio e vulnerabili della Puglia.

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Si riporta di seguito una tabella indicativa delle correlazioni tra tipologie e fattori di minaccia, elaborata su base nazionale da APAT. Da essa si evidenzia che le attività umane sono spesso all’origine di profonde modificazioni ambientali che mettono a rischio numerose specie. In generale, la minaccia che compare più frequentemente è costituita dalle trasformazioni e dalle modificazioni dell’habitat naturale dovute a fattori antropici (A2).

Tabella 7-12. Incidenza dei fattori di minaccia per i Vertebrati sul totale delle specie minacciate

Fonte: APAT (2007), elaborazioni su vari dati. Livello di minaccia delle specie vegetali L'indicatore mette in evidenza la ricchezza floristica a livello nazionale e regionale e il grado di minaccia a cui sono soggette le specie vegetali. A livello regionale l'indicatore mostra la consistenza numerica della flora totale e il numero di specie endemiche ed esclusive (cioè presenti esclusivamente in una sola regione), che rappresentano una componente sensibile e vulnerabile da tenere in considerazione ai fini della conservazione della biodiversità. In totale, in Puglia ci sono 180 specie con diversi gradi di minaccia, che costituiscono il 17,8 % del totale delle specie minacciate in Italia. Il dettaglio è mostrato nella tabella seguente.

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Tabella 7-13. Grado di minaccia delle specie vegetali per categoria di rischio IUCN

Fonte: ARPA (2006), elaborazione su dati WWF. Stato di conservazione degli habitat dei SIC Il buon mantenimento dello stato di conservazione dei siti ricadenti all’interno della Rete Natura 2000 contribuisce in maniera diretta all’obiettivo di tutela della biodiversità, coerentemente con il fine stesso della Direttiva Habitat e Uccelli che ha istituito tale rete. Essi sono, infatti, ambiti prioritari di esistenza di habitat di pregio. In particolare, in riferimento alle aree SIC, il DPR 12/03/03 n. 120, che modifica e integra il DPR 8/09/97 n. 357 in recepimento della Direttiva Habitat (43/92/CEE), richiede che le regioni effettuino, sulla base di azioni di monitoraggio, una valutazione periodica dell'idoneità dei siti all’attuazione degli obiettivi di salvaguardia della biodiversità propri della Direttiva. Tale valutazione viene fornita per ogni tipo di habitat di ciascun SIC3 e deriva da una stima qualitativa relativamente a struttura, funzionalità e possibilità di ripristino formulata sulla base del “miglior giudizio di esperti”. Sebbene tale monitoraggio non venga fatto con periodicità costante, nondimeno esso appare di particolare rilevanza ai fini di una corretta gestione delle aree stesse. La tabella che segue riporta i dati aggregati su base regionale. Come è facile notare, lo stato di conservazione degli habitat delle aree SIC è notevolmente migliore rispetto alla media nazionale. Dai valori percentuali di copertura degli habitat rispetto alla superficie totale delle aree SIC si evidenzia, anche, una maggiore “ricchezza” di habitat di pregio nelle aree pugliesi rispetto alla media nazionale.

3 Essa è fornita unicamente per gli habitat della Direttiva Habitat presenti in misura “significativa” all'interno del sito, in quanto il formulario standard di Natura 2000, impiegato per la raccolta e la trasmissione dei dati, non richiede la definizione dello stato di conservazione degli habitat presenti in misura non significativa (APAT, 2008).

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Tabella 7-14. Superficie degli habitat presenti nei SIC secondo lo stato di conservazione e percentuale rispetto alla loro superficie totale (aggiornamento al 31/8/2007)

7.2.4. Boschi

L’importanza dei boschi deriva non solo dalle funzioni tradizionali di produzione di legname e protezione idrogeologica (si pensi, in riferimento ad MTB, alle motivazioni che spinsero a creare la foresta di Mercadante alle porte di Bari), ma anche dalla crescente fruizione turistico-ricreativa, paesaggistica e di conservazione degli ecosistemi. La rilevanza di tali funzioni è confermata dall’attenzione posta dalla Commissione Europea sul tema della forestazione e dall’ammontare dei finanziamenti ad essa destinati negli ultimi cicli di programmazione comunitaria. Di contro, lo stato di conservazione di tali ecosistemi appare oggi critico, anche in ragione dei frequenti incendi che ne distruggono ampie porzioni. Fonti di dati ISTAT, Corpo forestale dello Stato, dati Corine Land Cover. Indicatori e criticità Date le considerazioni sopra espresse sulla importanza assunta dagli ecosistemi boschivi oggi, appare prioritario cercare di valutare lo stato e le tendenze evolutive delle foreste in quanto indicatori di stabilità/instabilità ecologica del territorio. Si propongono, di seguito, alcuni indicatori.

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Consistenza del patrimonio boschivo (superficie forestale) La consistenza del patrimonio boscato può essere valutata a partire da diverse banche dati. In primo luogo appare interessante, anche perché disponibile su serie storica, la valutazione della consistenza della superficie boscata all’interno di aziende agricole, ricavabile dai dati ISTAT del Censimento dell’Agricoltura. Tale dato, tuttavia, non include alcune tipologie di boschi come quelli a bassa copertura, i boschi di neoformazione e le formazioni forestali lineari. Primi dati di confronto sono disponibili anche a partire dall’Inventario Nazionale del Corpo Forestale (INFC, 2005)4. A scala regionale, mentre l’indicatore costruito su base ISTAT (Censimento dell’Agricoltura) riporta una consistenza della superficie boscata al 2001 pari a 116.529, il dato dell’INFC al 2005 è di 179.040 ha, di cui 145.889 “boschi” e 33.151 “altre aree boscate”5. Entrambi i dati, se confrontati con quelli a livello nazionale, mostrano come la Puglia sia la regione italiana a più scarsa copertura forestale. Si riportano di seguito le elaborazioni fatte sui dati ISTAT del Censimento dell’Agricoltura (1990, 2000). Essi evidenziano come, a fronte di una complessiva riduzione della superficie boscata nel periodo in questione (che passa dal 2,34% al 2,02% sul totale), le riduzioni assumano punte preoccupanti in alcuni comuni che nel periodo 1991-2001 perdono oltre l’80% della superficie boscata, come Bitonto (la cui superficie boscata passa dal 4,67% del 1991 allo 0,9% del 2001) e Turi (dove la percentuale scende dal 4,44% allo 0,78%). Al contrario, sono da segnalare i casi di Cassano delle Murge (dove la percentuale sale dal 13,23% al 16,64%) e Corato, Modugno, Mola e Noicattaro dove le variazioni relative assumono valori molto elevati sebbene la consistenza complessiva del patrimonio boscato rimanga esigua. Tabella 7-15. Superficie agricola destinata a boschi in MTB– Periodo 1990-2000

1991 2001 Comune

Sup. Totale Boschi % Boschi % Variaz. %

Acquaviva delle Fonti 13098 370,03 2,83% 282,3 2,16% -23,71%Adelfia 2973 3,2 0,11% 7,5 0,25% 134,38%Bari 11620 1,77 0,02% 1,82 0,02% 2,82%Binetto 1762 0 0,00% 0 0,00% 0,00%Bitetto 3357 0 0,00% 0 0,00% 0,00%Bitonto 17282 807,49 4,67% 156,3 0,90% -80,64%Bitritto 1765 0 0,00% 0 0,00% 0,00%Capurso 1488 0 0,00% 0 0,00% 0,00%Casamassima 7741 63,98 0,83% 61,18 0,79% -4,38%Cassano delle Murge 8942 1183,44 13,23% 1488,23 16,64% 25,75%Cellamare 583 0 0,00% 0 0,00% 0,00%Conversano 12690 23,39 0,18% 25,87 0,20% 10,60%Corato 16769 164,09 0,98% 293,68 1,75% 78,97%Gioia del Colle 20648 1448,21 7,01% 1409,99 6,83% -2,64%

4 Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi Forestali di Carbonio (INFC). 5 Secondo la definizione INFC, per “bosco” si intende un territorio con copertura arborea maggiore del 10% su un’estensione maggiore di 0,5 ha. Gli alberi devono poter raggiungere un’altezza minima di 5 m a maturità in situ. Può trattarsi di formazioni chiuse o aperte. Soprassuoli forestali giovani, anche se derivati da piantagione, o aree temporaneamente scoperte per cause naturali o per l’intervento dell’uomo, ma suscettibili di ricopertura a breve termine secondo i requisiti sopra indicati, sono inclusi nella definizione di bosco. Sono inoltre inclusi: vivai forestali e arboreti da seme (che costituiscono parte integrante del bosco); strade forestali, fratte tagliate, fasce tagliafuoco e altre piccole aperture del bosco; boschi inclusi in parchi nazionali, riserve naturali e altre aree protette; barriere frangivento e fasce boscate di larghezza superiore a 20 m, purchè maggiori di 0,5 ha. Sono incluse anche le piantagioni finalizzate a scopi forestali comprese quelle di alberi da gomma e le sugherete. Per “altre terre boscate” deve invece intendersi un territorio con copertura arborea del 5-10% di alberi in grado di raggiungere un’altezza minima di 5 m a maturità in situ oppure territorio con una copertura maggiore del 10% costituita da alberi che non raggiungono un’altezza di 5 m a maturità in situ o da arbusti e cespugli (APAT, 2008).

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Giovinazzo 4371 0 0,00% 0,69 0,02% 0,00%Grumo Appula 8060 112,22 1,39% 45,85 0,57% -59,14%Modugno 3190 2,97 0,09% 12,94 0,41% 335,69%Mola di Bari 5076 0,21 0,00% 18,58 0,37% 8747,62%Molfetta 5832 1,04 0,02% 1,42 0,02% 36,54%Noicattaro 4116 2,87 0,07% 11,42 0,28% 297,91%Palo del Colle 7906 0,9 0,01% 0,04 0,00% -95,56%Polignano a Mare 6250 14,23 0,23% 5,34 0,09% -62,47%Rutigliano 5320 2,99 0,06% 0,3 0,01% -89,97%Ruvo di Puglia 22204 423,88 1,91% 310,68 1,40% -26,71%Sammichele di Bari 3387 101,8 3,01% 55,72 1,65% -45,27%Sannicandro di Bari 5600 0 0,00% 1,15 0,02% 0,00%Terlizzi 6830 5,18 0,08% 0 0,00% -100,00%Toritto 7458 266,44 3,57% 344,72 4,62% 29,38%Triggiano 2000 0 0,00% 0,72 0,04% 0,00%Turi 7077 314,38 4,44% 55,09 0,78% -82,48%Valenzano 1579 0 0,00% 0 0,00% 0,00%TOTALE 226974 5314,71 2,34% 4591,53 2,02% -13,61%

Fonte: Nostre elaborazioni su dati ISTAT, 1991 e 2001. Utile appare anche la valutazione della consistenza boscata a partire dai dati Corine Land Cover, che consentono anche una valutazione della localizzazione delle superfici e successive analisi sul livello di frammentazione degli ecosistemi in base a classiche metodologie di studio dell’ecologia del paesaggio. Nella tabella che segue sono indicate le superfici (in ettari) e la percentuale di copertura dei territori boscati e ambienti semi-naturali in MTB, come ricavati dai dati Corine Land Cover del 1999 (categoria 3 della classificazione Corine). Tabella 7-16. Territori boscati e ambienti semi-naturali nei comuni di MTB – anno 1999

Aree a naturalità Comune Area Tot (ha) (%)

Acquaviva 13014,94 283,18 2,18%Adelfia 2953,51 0,00 0,00%Bari 11567,05 0,00 0,00%Binetto 1732,20 0,00 0,00%Bitetto 3370,93 0,00 0,00%Bitonto 17239,87 561,98 3,26%Bitritto 1775,53 0,00 0,00%Capurso 1487,73 0,00 0,00%Casamassima 7737,39 78,33 1,01%Cassano delle Murge 8918,02 2293,05 25,71%Cellamare 586,26 0,00 0,00%Conversano 12664,72 0,00 0,00%Corato 16799,71 2632,62 15,67%Gioia del Colle 20563,65 2077,01 10,10%Giovinazzo 4373,57 0,00 0,00%Grumo Appula 8057,03 810,66 10,06%Modugno 3187,09 26,70 0,84%Mola di Bari 5040,38 0,00 0,00%Molfetta 5810,41 0,00 0,00%Noicattato 4026,18 0,00 0,00%Palo del Colle 7918,58 0,00 0,00%

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Polignano a Mare 6172,91 115,36 1,87%Rutigliano 5331,48 2,59 0,05%Ruvo di Puglia 22122,92 5209,60 23,55%Sammichele di Bari 3384,92 84,24 2,49%Sannicandro di Bari 5624,85 0,00 0,00%Terlizzi 6836,05 0,00 0,00%Toritto 7431,60 1757,60 23,65%Triggiano 1990,05 0,00 0,00%Turi 7059,81 16,73 0,24%Valenzano 1567,46 0,00 0,00%TOTALE 226346,79 15949,64 7,05%Fonte: Nostre elaborazioni su dati Corine Land Cover, 1999. Entità degli incendi boschivi Gli incendi rappresentano la principale fonte di impatto per il patrimonio boschivo regionale. Nel 2006 si sono registrati in Puglia 1.090 episodi di incendio, in prevalenza di natura dolosa, che hanno deturpato una superficie complessiva pari a 4.741 ettari. Di essi 307 sono boschivi e 783 incendi non boschivi, per una superficie interessata rispettivamente pari a 3.134 e 1.607 ettari. Particolarmente preoccupante la situazione della Provincia di Bari, dove si trovano ben 1.390 ha dei 3.134 ha interessati da incendio. Tali dati appaiono in aumento rispetto alla situazione del 2005. A livello regionale, invece, Il confronto dei dati con la serie storica del periodo 1974-2006 mostra che i dati del 2006 rimangono inferiori alla media sia in termine di numero di incendi (333/anno) che, soprattutto, di superficie interessata (5.021 ha). Tabella 7-17. Numero di incendi e superfici percorse dal fuoco negli anni 2005 e 2006

Fonte: ARPA (2006), elaborazioni su dati del Corpo Forestale dello Stato, Comando Regionale per la Puglia.

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7.2.5. Indicatori di contesto selezionati

Tipologia Indicatore Unità di misura

Fonte Dettaglio

Superficie delle Aree Protette Nazionali e Regionali di nuova istituzione

Mq Regione Puglia, Ministero dell’Ambiente

Cartografico

Piani di gestione delle aree protette approvati

Numero Regione Puglia n.a. Aree protette

Indice di pressione da zone urbanizzate per area protetta

% ISTAT, Regione Puglia, Ministero dell’Ambiente

Cartografico

Grado di minaccia delle specie animali per categoria di rischio IUCN

Categorie IUCN APAT, Ministero dell’Ambiente, Altre

Regionale

Grado di minaccia delle specie vegetali per categoria di rischio IUCN

Categorie IUCN APAT, Ministero dell’Ambiente, Altre

Regionale Biodiversità

Stato di conservazione dei SIC Giudizio esperto APAT, Ministero dell’Ambiente

Regionale

Consistenza del patrimonio boschivo

Superficie (ha) ISTAT, INFC, Corine Land Cover

Comunale, Regionale Boschi Entità degli incendi boschivi Numero,

Superficie (ha) Corpo Forestale dello Stato

Regionale, Provinciale

7.2.6. Fonti bibliografiche

ANPA (2001) Liste rosse e blu della flora italiana. Serie Stato dell'Ambiente 1/2001 APAT (2007), Annuario dei dati ambientali. ARPA PUGLIA (2004), Relazione sullo Stato dell’Ambiente. ARPA PUGLIA (2006), Relazione sullo Stato dell’Ambiente. Bulgarini F., Calvario E., Fraticelli F., Petretti F., Sarrocco S. (Eds.) (1998), Libro rosso degli Animali d'Italia. WWF Italia, Roma Conti F., Manzi A., Pedrotti F. (1997), Liste Rosse Regionali delle Piante d'Italia. WWF Italia, Società Botanica Italiana, Università di Camerino Conti F., Manzi A., Pedrotti F., 1992, Libro Rosso delle Piante d'Italia. Ministero dell’ambiente, WWF Italia Corpo Forestale dello Stato (2005), Inventario Forestale Nazionale del Corpo Forestale. ISTAT, Censimento dell’Agricoltura, 1990 e 2000. Provincia di Bari, Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale.

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7.3. PAESAGGIO E PATRIMONIO CULTURALE, ARCHITETTONICO E ARCHEOLOGICO

7.3.1. Inquadramento generale

Il territorio di MTB è caratterizzato da una serie di elementi dominanti che ne hanno fortemente strutturato le forme del paesaggio. In primo luogo, la costa, con i suoi 80 km circa di estensione; dall’altro lato, l’altopiano murgiano, con i suoi paesaggi steppici, i fenomeni carsici superficiali dei puli e degli inghiottitoi, le diffuse masserie e iazzi, i muretti a secco. A collegare queste due estremità, un fitto reticolo di lame, antichi solchi erosivi che costituiscono un segno distintivo del paesaggio carsico pugliese. Strette tra la linea di costa e la murgia, infine, le città, disposte lungo tre “file”: una fila di costa, una seconda fila sub-costiera delle cosiddette agrotowns, una terza fila pede-murgiana. Attorno ad esse, quindi, immense campagne, storicamente coltivate a vite, olivo e frutteti. In questo capitolo ci occuperemo della descrizione di questi diversi paesaggi che strutturano il territorio di MTB e delle criticità connesse alle modifiche in atto negli stessi. Nel fare questo faremo riferimento ad un’accezione di paesaggio che comprende e correla le componenti naturali e quelle antropiche, patrimonio naturale e patrimonio culturale, che insieme definiscono l’ “identità” del territorio quale risultato della complessa relazione tra ambiente e stratificazione storica dell’organizzazione insediativa, produttiva e infrastrutturale. L’obiettivo è quello di definire una cornice per la valutazione delle relazioni dei cambiamenti sul paesaggio e sul suo significato storico, culturale e ambientale che esso riveste per lo sviluppo di un territorio. Ciò anche in linea con i più recenti sviluppi normativi nazionali e internazionali, che includono nell’accezione di paesaggio non soltanto le bellezze naturalistiche ma anche i beni culturali, coincidenti con le cose d'interesse storico, artistico e archeologico frutto della stratificazione storica del nostro territorio. Ci si riferisce, principalmente a: - Convenzione Europea del Paesaggio (Firenze, 2000); - Codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al D. Lgs. 42/2004; In coerenza con tali principi la Regione Puglia sta attualmente redigendo il nuovo Piano Paesaggistico Territoriale della Regione Puglia, di cui ha pubblicato il Documento Programmatico con Deliberazione della G.R. 13 novembre 2007 n. 1842. In assenza dell’approvazione del nuovo piano, vige il Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio, di cui alla Delibera di G.R. n. 1748 del 15/12/2000.

7.3.2. Il paesaggio agrario diffuso

I caratteri produttivi del territorio agrario possono essere descritti in relazione ad una suddivisione dell’area in tre fasce: - una zona pianeggiante, tipica della costa e dell’immediato entroterra, tradizionalmente più

fertile e utilizzata in prevalenza per le colture ortofrutticole irrigue. Tipici di quest’area sono i paesaggi – oggi resi residuali da un intenso processo di urbanizzazione – degli orti costieri; permangono alcune nicchie di macchia mediterranea;

- una zona pede-murgiana sulle prime gradonate carsiche dell’interno, tradizionalmente occupata dalle distese di ulivi, ciliegi, mandorli e vigne, con più recenti inserzioni di serre e tendoni per l’agricoltura intensiva. Permangono in quest’area sono alcune aree boschive per lo più sparse, tranne in quei casi, come nella zona dei laghi di Conversano, dove danno luogo a habitat di maggiore estensione;

- una zona più propriamente murgiana, nelle aree più interne, dove compaiono le colture estensive dei seminativi, preludio delle vaste distese di aree a pascolo della parte centrale della Murgia (vedi paragrafo successivo sul paesaggio murgiano).

Da un’analisi dei dati Corine Land Cover è facile notare rapidi cambiamenti colturali in corso nel territorio di MTBin particolare nell’area a Sud e Sud-Est di Bari dove è in atto un processo di conversione da colture permanenti e oliveti a colture con prevalenza di vigneti e sistemi colturali complessi.

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Figura 7-7. Uso del suolo in MTB – Anno 1999

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Corine Land Cover 1999. Figura 7-8. Uso del suolo in MTB – Anno 1990

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Corine Land Cover 1990.

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Interessante nell’analisi dei trend evolutivi sull’uso agricolo del suolo è anche il confronto dei dati dei censimenti ISTAT sull’agricoltura relativi agli anni 1990 e 2000, da cui si nota una riduzione media della superficie agraria in MTB di oltre il 20%, con punte che superano il 54% nel comune di Bari e che raggiungono il 41,90% e il 45,86% nei comuni di Terlizzi e di Sannicandro di Bari (Cfr. Tabella 7-18). Il paesaggio agrario, tuttavia, non è solo caratterizzato dalle colture dominanti. A queste fanno da contrappunto elementi distintivi del patrimonio storico rurale, fatto di masserie spesso fortificate e architetture rurali diffuse, insediamenti ecclesiastici extra-moenia, spesso di grande pregio architettonico, come le chiese a cupole in asse di Ognissanti di Cuti presso Valenzano o al complesso di San Felice in Balsignano presso Modugno. Tra questi, inoltre, permangono linee di parieti in pietra a secco che suddividono il territorio agricolo e ne fiancheggiano la rete viaria, assieme alle grandi vie di attraversamento storico (tra tutte, la via Appia-Traiana) e di transumanza (come per esempio i tratturi in territorio di Ruvo, Corato, Terlizzi e Bitonto). Accanto ai segni del paesaggio antropizzato rurale, permangono, inoltre, tracce di importanti insediamenti del neolitico e di epoche successive. A conferma della continuità insediativa di questo territorio sono, infatti, numerosi i siti archeologici presenti in Terra di Bari, con esempi di particolare rilievo nei pressi di Monte Sannace, di Ceglie del Campo, o nei territori di Rutigliano, Conversano, Ruvo di Puglia e Molfetta. Questo ricco e variegato patrimonio storico-culturale è spesso lasciato in stato di abbandono, sebbene comincino a divenire più frequenti episodi di recupero di strutture masseriali o di antichi manufatti di varia natura. Al contempo – anche a seguito della Legge Regionale n. 29 del 23 dicembre 2003 che istituiva il parco dei tratturi della Puglia e richiedeva ai comuni, nel cui territorio ricadono tratturi, di redigere un apposito “Piano comunale dei tratturi” – numerose iniziative anche di mano pubblica si stanno succedendo con l’obiettivo di tutelare e valorizzare questo patrimonio diffuso.

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Tabella 7-18. Superficie aziendale secondo l'utilizzazione dei terreni nei comuni di MTB (ha) – periodo 1991-2001

Seminativo Coltivazioni permanenti Prati Pioppete Boschi Altra superficie Totale Comune 1990 2000 1990 2000 1990 2000 1990 2000 1990 2000 1990 2000 1990 2000 variaz. % Acquaviva delle F. 3321,76 2381,86 7347,68 5335,08 29,97 77,96 0 0,54 370,03 282,3 226,34 107,6 11295,78 8324,18 -26,31% Adelfia 202,71 349,52 2439,16 1796,01 0 0 12,85 0 3,2 7,5 25,32 8,92 2683,24 2233,93 -16,75% Bari 911,23 376,41 4066,25 1770,28 74,55 64,8 0 0 1,77 1,82 124,1 13,88 5177,9 2350,67 -54,60% Binetto 16,8 22,24 851,97 837,91 0 1,23 0 0 0 0 10,52 0 879,29 866,23 -1,49% Bitetto 22,66 15,32 3012,67 2757,71 0 6 0 0 0 0 89,24 21,91 3124,57 2852,13 -8,72% Bitonto 667,18 650,34 12400,74 10919,03 495,9 1023,56 0 5,46 807,49 156,3 1013,85 71,85 15385,16 12966,8 -15,72% Bitritto 12,45 30,68 1341,39 1051,91 0 1,39 0 0 0 0 11,05 3,17 1364,89 1104,12 -19,11% Capurso 8,91 128,85 1062,51 662,04 0 3,61 0 0 0 0 151,73 9,28 1223,15 823,19 -32,70% Casamassima 1737,89 722,02 4590,33 3233,14 0,3 191,58 15 0 63,98 61,18 65,05 51,43 6472,55 4393,14 -32,13% Cassano delle M. 1652,47 1379,89 4839,2 3070,94 791,83 335,53 0,72 0 1183,44 1488,23 249,49 18,43 8717,15 6428,88 -26,25% Cellamare 2,42 27,12 411,61 300,03 0 0 0 0 0 0 20,97 6,58 435 342,09 -21,36% Conversano 1488,8 896,84 9568,88 6394,33 4,5 30,92 4,33 0 23,39 25,87 88,53 75,51 11178,43 7549,86 -32,46% Corato 3467,58 4144,26 7949,39 7099,08 1794,37 1312,24 0 0,14 164,09 293,68 394,49 243,09 13769,92 13704,58 -0,47% Gioia del Colle 12339,2 10775,45 3788,05 3462,43 450,41 601,3 0,5 0,64 1448,21 1409,99 779,2 323,23 18805,57 16688,77 -11,26% Giovinazzo 115,67 30,44 2944,09 3566,43 0 0 0,28 0 0 0,69 79,31 9,18 3139,35 3614,79 15,14% Grumo Appula 431,43 135,09 6489,86 4463,44 618,46 38,79 5,6 0 112,22 45,85 57,48 13,46 7715,05 4718,65 -38,84% Modugno 20,52 28,3 1618 1351,5 0 1,4 0,1 0 2,97 12,94 17,77 11,86 1659,36 1474,5 -11,14% Mola di Bari 2139,89 1394,21 2031,15 1780,66 12,45 6,91 0 0 0,21 18,58 86,95 14,21 4270,65 3251,66 -23,86% Molfetta 288,56 279,36 5066,71 3843,27 3,55 4,14 0,5 4,68 1,04 1,42 43,68 85,44 5404,04 4268,39 -21,01% Noicattaro 575,85 820,25 2723,41 2554,28 0 1,6 0 0,46 2,87 11,42 20,37 13,63 3322,5 3424,13 3,06% Palo del Colle 163,81 88,75 7142,64 6205,27 0 6,27 0 0 0,9 0,04 158,39 94,58 7465,74 6448,43 -13,63% Polignano a Mare 2408,93 2162,94 2333,65 1325,04 60,12 33,99 0 0,3 14,23 5,34 129,82 98,44 4946,75 3744,73 -24,30% Rutigliano 1151,57 410,69 2907,82 3672,45 0 0,4 0,06 0 2,99 0,3 276,88 9,93 4339,32 4279,09 -1,39% Ruvo di Puglia 5774,94 4366,09 10496,83 8056,12 3642,4 1403,73 0 0,15 423,88 310,68 794,57 128,4 21132,62 14489,14 -31,44% Sammichele di B. 1054,35 364,94 2092,25 1743,45 7,88 23,37 0 0,6 101,8 55,72 31,28 13,62 3287,56 2221,15 -32,44% Sannicandro di B. 72,59 51,52 4976,58 2650,84 8,76 0 0 0 0 1,15 91,71 24 5149,64 2788,02 -45,86% Terlizzi 601,59 225,66 6648,83 4005,89 0,1 5,06 0 0 5,18 0 97,93 12,46 7353,63 4272,31 -41,90% Toritto 501,94 287,65 4973,42 4642,74 1357,82 860,74 0,05 0 266,44 344,72 84,65 13,58 7184,32 6226,52 -13,33% Triggiano 18,01 99,2 1730,95 1298,6 0 0,85 0 0 0 0,72 91,39 15,38 1840,35 1551,08 -15,72% Turi 2061,23 1026,32 5242,94 4765,08 219,22 60,49 0 6,9 314,38 55,09 97,36 59,12 7935,13 6107,82 -23,03% Valenzano 28,28 26,66 857,65 624,18 0 0 0 0,36 0 0 85,66 1,78 971,59 696,6 -28,30% TOTALE MTB 43261,22 33698,87 133946,61 105239,16 9572,59 6097,86 39,99 20,23 5314,71 4591,53 5495,08 1573,95 197630,2 154205,58 -21,97% Fonte: Nostre elaborazioni su dati ISTAT, 1991 e 2001.

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7.3.3. La costa

La costa di Metropoli Terra di Bari si sviluppa per circa 80 chilometri, con rocce basse poco affioranti a nord-ovest e da carsismo marino a sud-est (le falesie di Polignano). Su di essa insistono una serie di elementi antropici e naturali di rilievo, soggetti, tuttavia, a processi di rapido cambiamento e compromissione. Lungo di essa, infatti, sono ancora visibili i segni di una trama minuta di torri, casini e ville storiche, che fanno parte del sistema storico degli insediamenti rurali. Gli orti costieri, oggi residuali in quest’area, testimoniano anch’essi l’uso produttivo storico della costa. Permangono, infine, anche se soggetti a pressioni crescenti, importanti elementi di naturalità, che trovano punte di maggiore pregio nella lunga fascia di poseidonieto che corre da San Vito fino a Barletta, oggi inserito nella rete Natura 2000 come area pSIC, e nella fascia costiera di Polignano, individuata dalla L. R. 19/1997 (e successive modifiche) tra le aree di interesse naturalistico, ambientale e paesaggistico per l’istituzione di aree naturali protette regionali. Accanto a questi, e talvolta quasi ad essi sovrapposti, sono invece visibili crescenti segni di antropizzazione invasiva e fenomeni di grave compromissione ambientale e paesaggistica. In primo luogo, l’espansione delle cinque città di costa (Molfetta, Giovinazzo, Bari, Mola di Bari, Polignano a Mare) e la concentrazione delle principali attrezzature di mobilità e servizi lungo la linea di costa. Caratterizzate da nuclei antichi di pregio, storicamente sorti in stretta relazione con un sistema articolato di portualità a vario titolo integrato nell’economia e nella storia urbana, le cinque città di costa di MTB hanno assistito a processi di rapida espansione residenziale a partire dagli anni Sessanta. Tali fenomeni, in forma pianificata o abusiva, sono stati dapprima circoscritti ai borghi marinari, mentre in un secondo momento si sono estesi all’intera linea di costa e hanno portato a forme di proliferazione diffusa della residenza e ala creazione di nuove frazioni a residenza stagionale. In stretta relazione con le forme degli insediamenti e con la struttura geomorfologica della costa si è, inoltre, sviluppato un sistema infrastrutturale di mobilità molto articolato, che comprende la linea ferroviaria, la strada statale 16, i porti turistici e commerciali (primi tra tutti quelli di Bari e Molfetta). Un utile indicatori per monitorare lo stato evolutivo del paesaggio costiero è la variazione della superficie urbanizzata nei comuni costieri, rilevabile dalla interpretazione grafica delle cartografie tecniche (per ulteriori dettagli si vedano il par. 7.1.2 del presente documento e la Figura 7-1). Utile alla comprensione delle caratteristiche dell’espansione costiera è anche la caratterizzazione del processo di espansione residenziale attraverso i dati ISTAT relativi al numero delle abitazioni per tipo di località abitate (centri abitati, nuclei abitati, case sparse) nei cinque comuni costieri. Una lettura dei dati riferiti al periodo 1991-2001 evidenzia, infatti, un incremento del numero di abitazioni medio pari al 109%, quasi per la totalità dovuto alle case sparse. Tabella 7-19. Abitazioni per località in MTB – Periodo 1991-2001

Centri abitati Nuclei abitati Case sparse Abitazioni totali

Contributo alla Variazione Totale

Comuni costieri 1991 2001 1991 2001 1991 2001 1991 2001

Variaz. 1991-2001 (%)

Centri abitati

Nuclei abitati

Case sparse

Bari 121369 130654 570 82 520 131497 122459 262233 114,14% 6,64% -0,35% 93,71%Giovinazzo 7728 8087 0 0 112 8331 7840 16418 109,41% 4,19% 0,00% 95,81%Mola di Bari 10155 10631 0 0 490 11548 10645 22179 108,35% 4,13% 0,00% 95,87%Molfetta 22453 23028 0 142 258 23308 22711 46478 104,65% 2,42% 0,60% 96,98%Polignano a Mare 5541 4924 71 35 2212 6327 7824 11286 44,25% -17,82% -1,04% 118,86%Totale MTB 167246 177324 641 259 3592 181011 171479 358594 109,12% 5,39% -0,20% 94,82%Fonte: Nostre elaborazioni su dati ISTAT, 1991 e 2001.

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7.3.4. Le lame

Le lame costituiscono l’elemento di maggiore rilievo dell’ idrografia di Terra di Bari, con i loro solchi carsici, talvolta ampi e poco profondi e altre volte più impervi e caratterizzati da ripidi costoni, che dalla Murgia nord-occidentale scendono verso l’Adriatico, sfociando in corrispondenza di baie ciottolose e delle insenature delle coste pugliesi. Esse caratterizzano il paesaggio costiero e subcostiero della Terra di Bari, interrompendo in molteplici tratti il paesaggio tabulare agricolo con i paesaggi tipici della naturalità diffusa. La loro diffusione sul territorio di Terra di Bari è piuttosto elevata ed interessa la quasi totalità dei comuni di MTB, sebbene le principali lame si concentrino attorno al comune capoluogo con la lama Balice, lama Lamasinata, lama Villa Lamberti (o Montrone), lama Picone, lama Fitta, lama Valenzano, lama San Marco, lama San Giorgio e lama Giotta. Le lame assolvono, in primo luogo, ad un’importante ruolo di deflusso idraulico, anche se questo è spesso compromesso da processi di urbanizzazione indiscriminata del territorio in prossimità degli alvei, da processi di disboscamento nelle aree di ricarica delle falde, che provocano un incremento del rischio di inondazione nelle aree limitrofe, nonché dai frequenti processi di coltivazione delle aree golenali e degli alvei. Numerosi, di conseguenza, gli eventi alluvionali registrati sin dall’inizio del secolo scorso e i tentativi di mitigazione mediante interventi idraulici sia puntuali (arginature, canali di guardia, canali deviatori, briglie) che estensivi (come la forestazione di Mercadante del 1927). Vari tratti delle lame sono ad oggi caratterizzati come aree a pericolosità idraulica e a rischio idrogeologico ai sensi del PAI (per maggiori dettagli si veda il capitolo sulla componente “suolo”). Le lame non sono, tuttavia, solo elementi di funzionalità idraulica. Esse si configurano anche come ambienti naturalistici di pregio, come corridoi ecologici di comunicazione tra ecosistemi diversi. In molti tratti sono presenti essenze e specie vegetali a sviluppo spontaneo (carrubo, alloro, rovo, leccio, fragno), mentre nei punti più rocciosi dei costoni crescono caprifogli, biancospini, asparagi selvatici, anemoni, orchidee o erbe aromatiche (timo, menta, salvia, ruta e quelle medicinali come la borragine e la salsaparicina). Qui si conservano specie vegetali altrove scomparse, finora preservate dalla difficile accessibilità dei luoghi, anche se oggi ampi tratti del fondo delle lame sono ormai coltivati a uliveti, vigneti ed orti data la presenza di suoli rossi sabbioso-argillosi, ricchi di materiali argillosi e quindi particolarmente fertili. Le lame sono, inoltre, habitat ideali per la fauna (volpi, rane, ricci di terra, donnole o faine) ed ancor più per una variegata avifauna (gallinelle, aironi, porciglioni, cavalieri d’ Italia, civette, gheppi, poiane, usignoli di fiume, nibbi dalla coda forcuta, ghiandaie dal becco bruno, tordi, cinciallegre, capinere). Le lame, inoltre, hanno tradizionalmente assunto una funzione di spicco nelle stratificazioni delle relazioni tra uomo e ambiente. Elemento comune a molti centri storici dell’entroterra è, infatti, il rapporto tra nuclei insediati e le lame (è il caso, ad esempio, dei comuni di Bitonto, Adelfia, Noicattaro e Gioia del Colle): lambiti o addirittura attraversati dai solchi carsici, essi si attestano in prossimità di questi “non-fiumi fantasma”, presidiandoli in posizione di sicurezza, al riparo dal rischio idrogeologico insito nella natura stessa delle lame. Sui loro costoni, inoltre, si aprono spesso suggestivi aggrottamenti e cavità naturali che conservano evidenti tracce dell’ antica frequentazione antropica. Ad essi si sommano numerose grotte, nonché la fitta teoria di chiese, ipogei e insediamenti rupestri che si attestano in modo particolarmente evidente lungo il tratto di lama Balice in agro di Bitonto o lungo il sedime delle lame San Giorgio e Lamasinata. Negli ultimi anni, è possibile cogliere segni di crescita della sensibilità ambientale dei cittadini e della consapevolezza del valore di questi elementi del paesaggio. Sono, inoltre, in aumento le iniziative di tutela e valorizzazione promosse dai Comuni, Provincia, Enti di ricerca e centri di educazione ambientale. Nonostante questo, però, è ancora forte la pressione esercitata su questi ecosistemi da parte dell’edificazione invasiva degli alvei, della presenza di discariche abusive, dello scarico di acque

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reflue non adeguatamente depurate, di pratiche agricole dannose. Inoltre, a parte la lama Balice, già istituita come parco naturale regionale, e le lame San Giorgio e Giotta, per le quali è in corso il processo di istituzione di un’area protetta regionale, per le restanti lame il regime di tutela fa riferimento principalmente al Piano Urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio (PUTT/P), uno strumento che – per il suo carattere prettamente vincolistico e normativo e per l’approccio settoriale usato nell’analisi del paesaggio – difficilmente ha permesso fin’ora di coniugare tutela e valorizzazione. Utile sarebbe, pertanto, monitorare i percorsi di istituzione di aree protette sulle lame e di redazione di pani di gestione delle stesse come indicatore di capacità di tutela attiva del territorio e di valorizzazione di questi elementi di paesaggio.

7.3.5. La Murgia

Il territorio di MTB si estende, verso l’interno, sull’altopiano murgiano, caratterizzato dalla presenza di aride e pietrose distese di vegetazione erbacea (pseudosteppa) e di sottilissimi strati di terreno agrario in assenza dei quali si presentano fenomeni di affioramento del basamento carbonatico. L’importanza naturalistica della Murgia è sottolineata, inoltre, dalla coesistenza di più forme di tutela, che si estendono in buona parte anche all’interno del territorio di MTB. Si tratta del parco nazionale dell’Alta Murgia, istituito ai sensi della L. 394/1991, oltre che le aree pSIC Murgia Alta e Murgia Sud-Est, e la Zona di Protezione Speciale Murgia Alta (in parte coincidente con l’omonima zona pSIC), appartenenti alla Rete Natura 2000. Accanto all’importanza naturalistica, tuttavia, la Murgia assume anche un profondo rilievo per gli usi agro-silvo-pastorali dei luoghi, che vedono nelle masserie, negli jazzi, nei pagliai e nelle neviere le principali testimonianze. Figura 7-9. Il sistema delle tutele nell’Area Metropolitana

Fonte: Nostre elaborazioni su base cartografica del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, Provincia di Bari. Anche queste zone sono, tuttavia, state oggetto di importanti trasformazioni, iniziate in epoca ottocentesca – con la quotizzazione dei terreni demaniali – e continuate in epoche più recenti con il diffondersi di pratiche di “spietramento”, ovvero con la trasformazione dei pascoli in seminativi

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attraverso la lavorazione profonda del terreno e la frantumazione meccanica della roccia. Tale pratica ha di fatto messo a repentaglio la sussistenza di tali ambienti e ha fortemente contribuito alle casuse di dissesto idrogeologico e di perdita di biodiversità. Per rappresentare il fenomeno nella sua entità, sono stati elaborati i dati relativi ai nulla-osta rilasciati dall’Ispettorato Ripartimentale alle Foreste di Bari dal 1990 al 2003. La superficie interessata dagli “spietramenti” nell’intera area murgiana (che, ricordiamo, ricade solo in parte nel territorio di MTB) in tale intervallo di tempo è pari a 5.068 ettari, di cui circa la metà effettuati nel solo comune di Altamura (non ricadente nell’area MTB). Non sono disponibili dati successivi al 2003, giacché tale pratica è stata vietata dal Decreto istitutivo del Parco nazionale dell’Alta Murgia, sebbene è noto che interventi di spietramento illeciti siano stati compiuti ugualmente, nonostante l’esistenza di tali vincoli. Tabella 7-20. Ripartizione per ettari e Comune dei nulla-osta alle lavorazioni del suolo nella Murgia – Periodo 1990-2003

Fonte: ARPA, 2006 su dati dell’Assessorato alle Risorse Agroalimentari, Settore Foreste. Utile indicatore, infine, per monitorare la capacità di tutela attiva del territorio e di valorizzazione del paesaggio murgiano è l’approvazione di piani di gestione delle aree naturali protette.

7.3.6. Il paesaggio urbano

A differenza di molte regioni urbane italiane ed europee che appaiono polarizzate su di una città centrale, l’Area Metropolitana Terra di Bari è connotata dalla presenza di un elevato numero di città di dimensioni medio-grandi, dotate di straordinaria continuità insediativa attraverso i secoli. Spesso fondate su precedenti insediamenti peuceti, apuli o japigi (si pensi per esempio a Monte Sannace per Gioia del Colle, a Norba per Conversano, a Noha per Noicattaro), dotate in taluni casi di indipendenza ed autonomia politica già in età romana (si pensi ai municipii di Bitonto e di Bari), spesso sottoposte a distruzioni e ricostruzioni radicali durante il periodo Tardo-antico e l’Alto-Medioevo (si pensi a Bari alla fine dell’Emirato arabo di Bari o alla ricostruzione angioina di Mola), le città dell’Area Metropolitana hanno trovato in epoca medievale una forma di stabilizzazione insediativa e di definizione tipo-morfologica che ancora si evince all’interno dell’attuale forma urbana. Secondo l’interpretazione della Puglia centrale fornita nell’XI secolo dal geografo arabo Al-Idrisi, le città di Terra di Bari sono disposte lungo tre “file”: una prima fila costiera (da Molfetta a Polignano)

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dove si concentrano le città con dotazioni portuali; una seconda fila sub-costiera delle cosiddette agro-towns (Salvemini, 1989), che va da Corato a Conversano; una terza fila pede-murgiana (da Toritto a Gioia del Colle) caratterizzata da economie e funzioni di transizione e da un ruolo mediano tra i porti e i grandi giacimenti di risorse primarie dell’interno. Di rilievo anche la corrispondenza che lega le agro-towns con le rispettive città costiere: a Corato e Ruvo corrisponde Bisceglie (terminale costiero meridionale dell’Area Vasta della BAT), a Terlizzi corrisponde Molfetta, a Bitonto Giovinazzo, a Noicattaro Torre a Mare e Mola, a Conversano Mola e Polignano. Questa relazione si interrompe nella parte centrale di MTB, dove prevale un modello gravitazionale attorno alla città di Bari. Figura 7-10. I sistemi urbani dell’Area Metropolitana MTB

Fonte: Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, Provincia di Bari.

A partire dagli anni ’50, tuttavia, le espansioni recenti delle città di MTB hanno definito scenari di trasformazione preoccupanti, che rischiano di cancellare le caratteristiche del paesaggio urbano storico. Da un lato la realizzazione di vaste periferie pubbliche iniziata negli anni Settanta. Dall’altro la nascita e l’intensificarsi di nuove dinamiche insediative, che hanno portato alla diffusione sul territorio di case e insediamenti diffusi. Dall’altro ancora l’espulsione dalla città consolidata di funzioni produttive e commerciali. Questi processi, pur non avendo ancora compromesso la sostanziale riconoscibilità della città dal territorio aperto hanno tuttavia determinato, negli ultimi decenni, forme insediative eterogenee e generalmente connotate da edilizia di scarsa qualità ambientale e da un notevole consumo di suolo, che in taluni casi ha già determinato situazioni di particolare criticità come nel caso delle urbanizzazioni costiere. Utile, al fine di pervenire ad una caratterizzazione del fenomeno, appare una lettura del processo di espansione residenziale attraverso i dati ISTAT relativi al numero delle abitazioni per tipo di località abitate (centri abitati, nuclei abitati, case sparse). Una lettura dei dati riferiti al periodo 1991-2001 evidenzia, infatti, una chiara tendenza alla costruzione di seconde case che ha comportato un incremento del numero medio delle abitazioni pari a oltre il 115%. Interessante anche il fatto che oltre il 90% di tale incremento è dovuto alla edificazione di case sparse, fenomeno che indica chiaramente un consumo crescente e insostenibile di suolo e un processo di perdita dei caratteri distintivi non solo delle forme storiche degli insediamenti ma anche delle caratteristiche proprie del territorio aperto. Di seguito una tabella riassuntiva.

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Tabella 7-21. Abitazioni per località in MTB – Periodo 1991-2001 Centri abitati Nuclei abitati Case sparse Abitazioni totali Contributo alla Variazione Tot.

Comune 1991 2001 1991 2001 1991 2001 1991 2001

Variazione 1991-2001

(%) Centri abitati

Nuclei abitati

Case sparse

Acquaviva delle F. 7267 7838 0 12 238 8189 7505 16039 113,71% 6,69% 0,14% 93,17% Adelfia 5241 6226 0 0 45 6226 5286 12452 135,57% 13,75% 0,00% 86,25% Bari 121369 130654 570 82 520 131497 122459 262233 114,14% 6,64% -0,35% 93,71% Binetto 559 650 0 0 22 661 581 1311 125,65% 12,47% 0,00% 87,53% Bitetto 3142 3557 8 12 28 3652 3178 7221 127,22% 10,26% 0,10% 89,64% Bitonto 18196 19109 0 0 168 19400 18364 38509 109,70% 4,53% 0,00% 95,47% Bitritto 3064 3603 0 0 20 3638 3084 7241 134,79% 12,97% 0,00% 87,03% Capurso 4606 5164 0 0 30 5184 4636 10348 123,21% 9,77% 0,00% 90,23% Casamassima 5065 6098 80 287 110 6470 5255 12855 144,62% 13,59% 2,72% 83,68% Cassano delle M. 4155 4771 1394 1094 195 6576 5744 12441 116,59% 9,20% -4,48% 95,28% Cellamare 1093 1571 0 0 24 1590 1117 3161 182,99% 23,39% 0,00% 76,61% Conversano 7959 9218 0 303 1445 11040 9404 20561 118,64% 11,28% 2,72% 86,00% Corato 16054 18887 0 0 1412 21637 17466 40524 132,02% 12,29% 0,00% 87,71% Gioia del Colle 9024 9611 37 0 1273 11462 10334 21073 103,92% 5,47% -0,34% 94,88% Giovinazzo 7728 8087 0 0 112 8331 7840 16418 109,41% 4,19% 0,00% 95,81% Grumo Appula 4365 4894 159 317 275 5236 4799 10447 117,69% 9,37% 2,80% 87,84% Modugno 11409 12704 97 98 46 12854 11552 25656 122,09% 9,18% 0,01% 90,81% Mola di Bari 10155 10631 0 0 490 11548 10645 22179 108,35% 4,13% 0,00% 95,87% Molfetta 22453 23028 0 142 258 23308 22711 46478 104,65% 2,42% 0,60% 96,98% Noicattaro 7227 8523 0 0 40 8523 7267 17046 134,57% 13,25% 0,00% 86,75% Palo del Colle 6222 7399 0 0 32 7608 6254 15007 139,96% 13,45% 0,00% 86,55% Polignano a Mare 5541 4924 71 35 2212 6327 7824 11286 44,25% -17,82% -1,04% 118,86% Rutigliano 5501 6274 0 0 108 6394 5609 12668 125,85% 10,95% 0,00% 89,05% Ruvo di Puglia 9180 10865 78 101 594 11923 9852 22889 132,33% 12,92% 0,18% 86,90% Sammichele di B. 3210 3025 0 0 17 3091 3227 6116 89,53% -6,40% 0,00% 106,40% Sannicandro di B. 2989 3246 0 0 54 3377 3043 6623 117,65% 7,18% 0,00% 92,82% Terlizzi 9459 9194 77 62 267 11030 9803 20286 106,94% -2,53% -0,14% 102,67% Toritto 3984 4200 0 0 65 4251 4049 8451 108,72% 4,91% 0,00% 95,09% Triggiano 8914 9945 0 0 23 10024 8937 19969 123,44% 9,35% 0,00% 90,65% Turi 4101 4948 0 0 341 5236 4442 10184 129,27% 14,75% 0,00% 85,25% Valenzano 4969 5688 443 471 54 6435 5466 12594 130,41% 10,09% 0,39% 89,52% Totale MTB 334201 364532 3014 3016 10518 382718 347733 750266 115,76% 7,54% 0,00% 92,46%

Fonte: Nostre elaborazioni su dati ISTAT, 1991 e 2001.

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7.3.7. Indicatori di contesto selezionati

Sub Tematica

Indicatore Unità di misura

Fonte Dettaglio

Variazioni SAU ha e % ISTAT e dati Corine Land Cover

Comunale, Cartografico

Variazioni nelle coltivazioni delle superfici agrarie

ha e % ISTAT Comunale Paesaggio agrario diffuso

Piano dei tratturi approvati numero Regione Puglia Comunale Incremento della superficie urbanizzata (nei 5 comuni di costa)

% Corine Land Cover; fotointerpretazione

Cartografico

Costa Incremento abitazioni sul totale per località (nei 5 comuni di costa)

% ISTAT Comunale

Fenomeni alluvionali registrati

numero

Lame Aree protette istituite sulle lame e piani di gestione approvati

numero Regione Puglia n.a.

Murgia Piani di gestione delle aree protette approvati

numero Regione Puglia n.a.

Incremento della superficie urbanizzata

% Corine Land Cover; fotointerpretazione

Cartografico Paesaggio urbano Incremento abitazioni sul

totale per località % ISTAT Comunale

7.3.8. Fonti bibliografiche

Convenzione Europea del Paesaggio (Firenze, 2000); Regione Puglia (2007), Documento Programmatico del Piano Paesaggistico Territoriale della Regione Puglia (PPTR) Regione Puglia (2000), Piano Urbanistico Territoriale Tematico della Regione Puglia. APAT (2007), Annuario dei dati ambientali. ARPA PUGLIA (2006), Relazione sullo Stato dell’Ambiente. Salvemini B. (1989), La Puglia. Storia d’Italia. Le regioni dall’Unità a oggi. Provincia di Bari, Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. Borri D. et al (Ed) (2004), Studi per il Piano di Area dell’Alta Murgia. Grittani G., (Ed) (1996), Un approccio metodologico alla pianificazione di area vasta, il caso della Puglia Centrale, Angeli, Milano.

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7.4. ARIA E FATTORI CLIMATICI

7.4.1. Inquadramento generale

L’analisi del contesto ambientale in relazione alla componente “aria e fattori climatici” può essere fatta attraverso la descrizione delle emissioni in atmosfera di sostanze inquinanti e delle loro concentrazioni rilevate (qualità dell’aria). I principali riferimenti normativi (comunitari, nazionali e regionali) che definiscono obiettivi, modalità e valori soglia per tali analisi sono: - Direttiva Quadro 96/62/CE sulla prevenzione e la riduzione integrate dell’inquinamento,

recepita in Italia con D.Lgs. 351/1999 e D.Lgs 59/2005. - Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici (1992) ratificata con L. 65/1994 - Protocollo di Kyoto (1997) ratificato con L 120/2002 e Delibera CIPE (19/12/02) - Delibera G.R. 1388/2006 relativa alle prodecure tecnico amministrative per il rilascio

dell’Autorizzazione Integrata Ambientale. In corenza con tali prescrizioni e in conformità con le recenti disposizioni normative che assegnano alle Regioni competenze in materia di monitoraggio della qualità dell’aria e della pianificazione delle azioni per il risanamento delle zone con livelli di concentrazioni superiori ai valori limite, la Regione Puglia ha redatto il Piano Regionale della Qualità dell’Aria, emanato con Regolamento Regionale n. 6 del 21 maggio 2008.

7.4.2. Qualità dell’aria

Gli inquinanti analizzati sono quelli disciplinati dal D.M. 60/02 e dal D. Lgs. 183/04: polveri sottili (PM10), ossidi di azoto (NOx), ozono (O3), benzene (C6H6), monossido di carbonio (CO) e anidride solforosa (SO2). Fonti di dati

Nell’area di MTB sono attive numerose reti pubbliche e private per la rilevazione della qualità dell’aria, gestite da diversi Enti. La non uniforme copertura del territorio e la mancanza di un unico gestore non consente rilevazioni omogenee sul territorio e costituisce senz’altro una criticità nell’analisi. Nonostante questo, si riportano di seguito alcuni dati che colgono alcuni fenomeni significativi. Nella figura a fianco è riportata la rete di monitoraggio da cui sono ricavati i dati analizzati in questo capitolo. Come è facile vedere, i dati più rilevanti per MTB sono forniti dalla rete regionale predisposta per la redazione del Piano Regionale di Qualità dell’Aria (gestiti da ARPA Puglia), dalla rete della Provincia di Bari (gestita dalla Università di Bari) e dalle 6 centraline del Comune di Bari, gestite dal comune.

Indicatori e criticità: Nell’area MTB le informazioni raccolte nel biennio 2004-2005 (ARPA, 2006) delineano una criticità per gli inquinanti PM10 e ozono e, in misura minore per il biossido di azoto (NO2); relativamente al comune di Bari, esistono criticità anche per il monossido di carbonio. Non si evidenziano, tuttavia, differenze statisticamente significative tra il 2004 e il 2005. Per gli altri inquinanti (SO2 e benzene, nonché CO nelle aree esterne al comune di Bari) non si sono rilevati superamenti dei limiti imposti dalla normativa vigente, in linea con il trend nazionale che ha visto un decremento delle concentrazioni di questi inquinanti negli ultimi anni, direttamente

Rete PRQA

Rete Comune di Bari

Rete Provincia di Bari

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correlato alle politiche di miglioramento di combustibili e carburanti, all’introduzione di tecnologie a minore emissione e alla metanizzazione degli impianti per il riscaldamento civile. Particolato sottile (PM10): La criticità si registra nel numero di giorni di superamento del valore limite giornaliero, mentre non si sono registrati superamenti del valore limite annuo. A fronte di un numero di 35 superamenti del limite giornaliero (pari a di 50 μg/m3) consentiti nell’arco di un anno civile, in MTB si sono registrati maggiori superamenti nell’agglomerato di Bari. Tuttavia, l’analisi della serie storica dei rilevamenti nel comune di Bari mostra una tendenza alla riduzione delle emissioni. Grafico 7-1. Numeri di superamenti del limite giornaliero di 50 μg/m3

Fonte: ARPA, 2006. Grafico 7-2. PM10 – Trend nel comune di Bari

Fonte: ARPA, 2006. Biossido di azoto (NO2): Per il biossido di azoto, la criticità non riguarda eventi acuti, ma piuttosto la presenza di valori medi più elevati rispetto a quanto richiesto dalla normativa che impone un valore soglia di fissato in 40 μg/m3

, eventualmente derogabile a 48 μg/m3 fino al 2010. In MTB tali superamenti avvengono principalmente nei comuni di Bari e Molfetta. In particolare, si rileva che, al contrario di quanto avviene per le concentrazioni di PM10, la serie storica di dati della Rete del

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Comune di Bari mostra nell’ultimo anno un’inversione di tendenza, con un aumento delle concentrazioni medie annue in tutti i siti di monitoraggio. Sebbene una valutazione dei trend richieda un periodo di monitoraggio maggiore, tale inversione di tendenza desta, tuttavia, alcune preoccupazioni. Grafico 7-3. NO2 – Emissioni medie, anno 2006

Fonte: ARPA, 2006. Grafico 7-4. NO2 – Trend nel comune di Bari

Fonte: ARPA, 2006. Ozono (O3): Per quanto riguarda l’ozono, i limiti relativi al valore bersaglio per la salute umana (120 μg/m3, come valore massimo giornaliero della media mobile delle 8 ore, da non superare per più di 25 giorni per anno civile come media su 3 anni) sono superati su buona parte del territorio, e derivano principalmente dalle caratteristiche mediterranee del clima che comporta dai picchi di irradiamento solare nei mesi estivi.

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Grafico 7-5. O3 – Valori massimi della media mobile sulle 8 ore, anno 2006

Fonte: ARPA, 2006. Monossido di azoto (CO): I valori soglia della presenza di CO in atmosfera (il valore limite per la protezione della salute umana è di 10 mg/m3, come valore massimo giornaliero della media mobile delle 8 ore) sono superati solo nel comune di Bari nell’intero territorio regionale. Grafico 7-6. CO – Valori massimi della media mobile sulle 8 ore, anno 2006

Fonte: ARPA, 2006.

7.4.3. Emissioni in atmosfera

L'analisi delle emissioni e dei contributi settoriali alle stesse, nonché le loro evoluzioni temporali e spaziali, costituisce un elemento cardine per stabilire le priorità ambientali e definire gli obiettivi e le politiche da adottare. Sarà, infatti, possibile individuare i settori principalmente responsabili delle criticità precedentemente esaminate. Fonti di dati: Nel contesto regionale pugliese, l’analisi delle emissioni è fatta attingendo alla banca dati delle emissioni provinciali in atmosfera, realizzata da APAT attraverso la disaggregazione su scala provinciale. Ad essa si aggiungono i primi risultati dell’Inventario Regionale delle Emissioni, redatto

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nell’ambito del Piano regionale di Qualità dell’Aria. Esso è stato realizzato e gestito dall’ARPA Puglia in adesione al progetto INEMAR e ha consentito l’individuazione e la georeferenziazione delle principali fonti di emissione di CO, CO2, COVNM, NOx, SOx, PTS, N2O, NH3, CH4, con la stima del contributo dei diversi comparti (industriale, civile, trasporti, ecc.) ai vari livelli di dettaglio (regionale, provinciale, comunale). Indicatori e criticità: L’analisi è fatta in relazione ai principali inquinanti, con particolare riguardo per quelli responsabili del superamento dei valori soglia dei soli parametri critici precedentemente descritti. Nella tabella seguente sono riportate le emissioni annue totali per macrosettore nell’area metropolitana. Il totale delle emissioni dell’area metropolitana è stato paragonato con il totale di tutte le province pugliesi.  Tabella 7-22. Emissioni annuali per macrosettore in MTB

macrosettore CO [t/anno]

COV [t/anno]

NOx [t/anno]

SOx [t/anno]

PTS [t/anno]

CO2 [kt/anno]

NH3 [t/anno]

N2O [t/anno]

CH4 [t/anno]

1 Produzione di energia - 14 356 1.481 52 294 0 - -

2 Impianti civili 95 564 153 643 66 55 810 8 -

3 Combustione nell'industria 594 376 6.517 19.075 433 3.112 11 428 373

4 Processi produttivi 6.128 3.558 620 19 67 457 275 0 0

5 Estraz. e dsitrib.e dei combustibili 0 131 - - - - - - -

6 Uso di solventi 24 6.979 60 5 45 - - - 1

7 Trasporti su strada 37.778 5.296 9.762 210 847 1.736 231 182 474

8 Altri trasporti 4.154 950 1.830 226 186 174 0 30 10

9 Trattamento e smaltimento rifiuti 0 0 0 0 0 47 - 0 11.745

10 Agricoltura - 2 74 - 10 - 1.681 319 2.383

11 Altro (incendi, fonti biogeniche) 753 570 26 6 75 - 6 1 49

Fonte: Nostre elaborazioni su dati del PRQA. Tabella 7-23. Emissioni annuali totali per area

Area CO [t/anno]

COV [t/anno]

NOx [t/anno]

SOx [t/anno]

PTS [t/anno]

CO2 [kt/anno]

NH3 [t/anno]

N2O [t/anno]

CH4 [t/anno]

MTB 49.526 18.441 19.398 21.667 1.781 5.876 3.014 968 15.035

BA 83.703 29.748 37.229 38.273 3.223 11.932 5.766 2.168 27.863

BR 30.548 9.411 23.581 23.580 1.832 21.825 627 550 5.124

FG 48.566 15.549 23.949 11.505 2.636 5.288 4.421 1.304 8.125

LE 39.380 13.836 15.127 10.784 1.051 4.671 1.012 570 8.869

TA 570.864 12.235 47.181 62.078 12.704 26.513 2.689 737 10.537

Fonte: Nostre elaborazioni su dati del PRQA. La forte incidenza dei trasporti nel totale delle emissioni è sicuramente un indice di criticità dell’area metropolitana. Se le emissioni da attività industriali, pur ingenti, sono localizzate nelle aree industriali, l’inquinamento atmosferico per i trasporti è solitamente un problema delle aree urbanizzate e, quindi, con un probabile maggiore impatto sulle persone. Nel comune capoluogo, e in parte nel comune di Modugno, industria e trasporti possono essere concause di alti valori di esposizione agli inquinamenti atmosferici.

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Si riporta di seguito una classificazione dei comuni di MTB fatta in base alla principale fonte di inquinamento dell’aria, derivante dagli studi del Piano Regionale della Qualità dell’Aria. Tabella 7-24. Fonte principale di inquinamento dell’aria nei Comuni di MTB

ZONA TIPOLOGIA COMUNI CARATTERISTICHE DELLA ZONA A Inquinamento da

traffico veicolare Bitonto; Molfetta Comuni caratterizzati principalmente da emissioni

in atmosfera da traffico veicolare. Si tratta di emissioni di comuni con elevata popolazione.

B Inquinamento per attività produttive

Gioia del Colle, Terlizzi Comuni caratterizzati dalla prevalenza delle emissioni inquinanti derivanti dagli insediamenti produttivi presenti sul territorio e da emissioni da traffico veicolare non rilevanti.

C Inquinamento da traffico e attività produttive

Bari, Corato, Modugno Comuni nei quali si rileva, oltre a emissioni da traffico auto veicolare, anche la presenza di insediamenti produttivi rilevanti. In questa zona ricadono le maggiori aree produttive della regione e gli altri comuni caratterizzati da siti produttivi impattanti.

D Altro tipo di inquinamento

Gli altri comuni di MTB Comuni nei quali non si rilevano valori di qualità dell’aria critici, né la presenza di insediamenti industriali di rilievo.

Fonte: Nostre elaborazioni su dati del PRQA. Emissioni di Polveri (PTS): L’area metropolitana non presenta le stesse criticità rilevabili nella zona di Brindisi (Cerano) e soprattutto nella zona di Taranto. Le principali fonti di PTS sono le attività industriali e i trasporti. Si precisa che il valore riportato nella tabella seguente in relazione ai trasporti tiene conto del solo PM10. Tuttavia, per tale fonte di emissione, il valore di PTS stimato è pressocchè coincidente con quello di PM10. Grafico 7-7. Polveri totali – Contributi alle emissioni in MTB

Fonte: Nostre elaborazioni su dati del PRQA. Emissioni di Ossidi di azoto: Le emissioni sono solitamente dovute agli impianti di produzione di energia elettrica, attività industriali (vetrerie ad esempio) ed ai trasporti. Nell’area metropolitana il contributo dell’impianto di generazione di energia elettrica di Bari (circa 350 t/anno) è comunque molto contenuto, mentre sono molto rilevanti le emissioni dalle attività industriali e dai trasporti.

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Grafico 7-8. Ossidi di azoto – Contributi alle emissioni in MTB

Fonte: Nostre elaborazioni su dati del PRQA. Emissioni di CO: Nel caso di monossido di carbonio (CO) si può notare come la distribuzione per fonti di emissione nell’area metropolitana dia un risultato molto diverso dalla tendenza regionale. Nella media regionale, il 71% di emissioni di CO è dovuto al settore industriale per via di una forte influenza dalla presenza delle attività industriali di Taranto. Nell’area metropolitana, invece, la percentuale maggiore di emissioni è ascrivibile al settore dei trasporti. Grafico 7-9. CO – Contributi alle emissioni in MTB

Fonte: Nostre elaborazioni su dati del PRQA Emissioni di gas serra (CO2, CH4, N2O): I trend registrati a livello regionale sono in linea con quelli nazionali, mostrando un andamento pressoché costante o leggermente crescente. A livello nazionale le emissioni totali di gas serra rispetto al 1997 sono aumentate annualmente in media dell'1,3%, e al 2004 risultano superiori del 12% rispetto all'anno base. Pertanto gli obiettivi prefissati dal protocollo di Kyoto, di una riduzione del 6,5% della quota emissiva di gas serra (rif. anno 1990) entro il 2010 risultano molto lontani.

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Nel dato complessivo pugliese relativo alla produzione di CO2 pesano notevolmente gli impianti di produzione di energia elettrica di Brindisi e Taranto. Nell’area metropolitana il contributo della centrale di Bari è molto limitato a causa della taglia ridotta. Appaiono invece come fonti prime di produzione di CO2 la combustione per le attività industriali ed i trasporti. Grafico 7-10. Anidride carbonica – Contributi alle emissioni in Provincia di Bari, 2006

Fonte: Nostre elaborazioni su dati del PRQA Per quanto riguarda gli altri gas serra come ammoniaca NH3, protossido d’azoto N2O e metano CH4, le loro emissioni sono per lo più dovute alla presenza di attività agricole (i primi due) ed alle discariche. Le maggiori emissioni di metano sono localizzate nei comuni di Conversano e di Bitonto. Grafico 7-11. Metano – Contributi alle emissioni in Provincia di Bari, 2006

Fonte: Nostre elaborazioni su dati del PRQA

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7.4.4. Indicatori di contesto selezionati

Tipologia Indicatore Unità di misura

Fonte Dettaglio

PM10 μg/m3 ARPA, Provincia di Bari, Comune di Bari

Regionale; Provinciale; alcuni comuni

NOx μg/m3 ARPA, Provincia di Bari, Comune di Bari

Regionale; Provinciale; alcuni comuni

O3 μg/m3 ARPA, Provincia di Bari, Comune di Bari

Regionale; Provinciale; alcuni comuni

Qualità dell’aria

CO μg/m3 ARPA, Provincia di Bari, Comune di Bari

Regionale; Provinciale; alcuni comuni

Emissioni di PTS

μg/m3 ARPA, Provincia di Bari, Comune di Bari

Regionale; Provinciale; alcuni comuni

Emissioni di NOx

μg/m3 ARPA, Provincia di Bari, Comune di Bari

Regionale; Provinciale; alcuni comuni

Emissioni di CO μg/m3 ARPA, Provincia di Bari, Comune di Bari

Regionale; Provinciale; alcuni comuni

Emissioni di N2O

μg/m3 ARPA, Provincia di Bari, Comune di Bari

Regionale; Provinciale; alcuni comuni

Emissioni inquinanti

Emissioni di CH4

μg/m3 ARPA, Provincia di Bari, Comune di Bari

Regionale; Provinciale; alcuni comuni

7.4.5. Fonti bibliografiche

APAT (2007), Annuario dei dati ambientali. ARPA PUGLIA (2006), Relazione sullo Stato dell’Ambiente. Regione Puglia, Piano Regionale della Qualità dell’Aria.

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7.5. ACQUA E AMBIENTE MARINO COSTIERO

7.5.1. Inquadramento generale

L’analisi dello stato ambientale delle ‘Acque’, rappresentate in MTB prevalentemente da acque marine costiere e acque sotterranee6, può essere effettuata considerando un selezionato gruppo di indicatori relativi a tre temi ambientali:

- qualità dei corpi idrici (acque superficiali e sotterranee) (ai sensi del D.Lgs. 152/2006); - risorse idriche e usi sostenibili (ai sensi del D.Lgs. 152/2006 - criteri ex Legge n.36/1994); - inquinamento delle risorse idriche (ai sensi del D.Lgs. 152/2006).

Nel fare questo particolare attenzione sarà data alle acque marine costiere, che costituiscono una risorsa ambientale di estrema rilevanza per l’area metropolitana Terra di Bari7 Nel recepire i dispositivi normativi sopra citati e in coerenza con quanto richiesto anche dalla Direttiva Quadro Europea in materia di protezione delle acque (Direttiva 2000/60/CE) la Regione Puglia ha redatto i seguenti piani, già descritti nel capitolo 6 del presente documento:

- il Piano di Tutela delle Acque, adottato il 19 giugno 2007 con deliberazione della G.R. n. 883;

- il Programma d’azione per le zone vulnerabili da nitrati (Piano Nitrati), approvato il 23 gennaio 2007 con deliberazione della G.R. n. 19;

- il Programma di Assetto Idrogeologico, approvato con Deliberazione del Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino della Puglia del 30.11.2005;

- il Piano d’Ambito Risorse Idriche (PdA), approvato con decreto del Commissario Delegato per l'emergenza socio-economico-ambientale, Presidente della Regione Puglia, del 30.09.2002 n. 294, attualmente in fase di rimodulazione.

Tali piani costituiscono fonti di numerosi dati analizzati in questo capitolo, insieme a quelli forniti dall’ARPA Puglia nel “Rapporto sullo stato dell’ambiente 2006”. Come già evidenziato nel citato rapporto dell’ARPA, l’attività di ricostruzione dell’informazione ambientale in questo ambito soffre dell’assenza di un coordinamento tra i numerosi enti preposti alla gestione e alla vigilanza dei servizi idrici. Si riportano di seguito i principali elementi conoscitivi disponibili.

7.5.2. Qualità dei corpi idrici

Oggetto dell’analisi è la qualità delle acque marino-costiere e la qualità delle acque sotterranee. Fonti di dati: Il monitoraggio sistematico delle acque marino-costiere è ancora in fase di avvio dopo un’attenta programmazione, di recente ultimata, che permetterà a breve di ricostruire appropriati indici di qualità per queste acque. Per il momento sul mare sono disponibili i controlli di idoneità delle acque alla “balneazione” nei tratti costieri dedicati. I dati disponibili derivano dalle osservazioni dirette e indirette eseguite da ARPA Puglia e dalle analisi effettuate in fase di redazione del Piano Regionale delle Coste. Annualmente viene redatto un rapporto su scala nazionale a cura del Ministero della Salute, relativo alla qualità delle acque di balneazione, compilato in base alle risultanze analitiche fatte pervenire al Ministero dai vari dipartimenti Provinciali ARPA e dai laboratori pubblici preposti al controllo8. Tali rilevazioni analitiche si traducono nell’indicatore di balneabilità tradotto in Km di costa balenabile. 6 Nel territorio oggetto dell’analisi sono sostanzialmente assenti le acque superficiali interne. 7 Si rimanda, tuttavia, al capitolo relativo all’analisi del Suolo per l’analisi di fenomeni di erosione costiera e al capitolo relativo al paesaggio per l’analisi qualitativa delle specificità paesaggistiche dell’ambiente marino costiero. 8 I parametri monitorati sono: coliformi tutali, coliformi fecali, streptococchi fecali, salmonella, pH, colorazione, trasparenza, olii minerali, sostanze tensioattive che reagiscono al blu metilene, fenoli, ossigeno disciolto, enterovirus PFU/10.

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Per quel che riguarda le acque sotterranee al momento è disponibile una valutazione (anche in serie storica) della concentrazione dei nitrati nelle acque di falda e della salinità delle acque di falda (concentrazione di cloruri e conducibilità). Altri parametri sono in fase di valutazione per la classificazione dello stato di qualità delle acque sotterranee ai sensi del D.lgs. 152/2006, attraverso il progetto di monitoraggio Tiziano. I primi dati della nuova rete di monitoraggio sono attualmente in fase di validazione. Allo stato attuale, l’ARPA Puglia realizza azioni di controllo soltanto sulla qualità delle acque sotterranee immesse nelle reti idriche, onde verificarne le caratteristiche di potabilità, oppure interviene nelle situazioni che richiedono particolare sorveglianza. È il caso delle attività di controllo e di integrazione delle informazioni sul territorio avviate per conto della Regione volte a definire le “aree vulnerabili da nitrati di origine agricola”. I dati rilevati dall’ARPA, integrati con quelli rinvenuti in altre campagne di indagine della Regione e con informazioni pregresse, hanno permesso di perimetrale tali aree e di definire un programma di azione per la loro protezione. Indicatori e criticità:

1. Balneabilità Indicatore rappresentativo della balneabilità è l’idoneità alla balneazione determinata attraverso la qualità delle acque e tradotta in Km di costa balneabile. L’ARPA Puglia, in collaborazione con il Ministero della Salute, ha il compito istituzionale di controllare le acque di balneazione ai sensi del DPR n. 470/82. Dal 2002 ad oggi, in seguito ai controlli effettuati, si è riscontrato un progressivo miglioramento dell’idoneità alla balneazione che si conferma anche per il 2006; la percentuale, infatti, di costa balneabile in MTB risulta pari al 82% della costa totale. Nella tabella seguente sono riportati i tratti interessati da divieto di balneazione per accertato inquinamento delle acque o per motivi diversi da questo (ad esempio per la presenza di porti). Si nota che a fronte di un’estensione totale del litorale costiero in MTB pari a 94,99 Km, 17,17 km sono non balneabili. Tabella 7-25. Elenco tratti di costa non balenabili in MTB COMUNE

LOCALITA'

MOTIVAZIONE PER LA NON

BALNEABILITA’

LUNGHEZZA

(METRI) BARI 400 METRI AD EST SCARICO

IMPIANTO FOGNARIO Tratti di costa non balneabili per inquinamento

400

BARI DI FRONTE AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE

Tratti di costa non balneabili per inquinamento

2040

BARI DI FRONTE C.C. Tratti di costa non balneabili per inquinamento

548

BARI PORTO DI BARI Tratti di costa non balneabili per motivi diversi dall'inquinamento

402

BARI SBOCCO DEPURATORE BARI OCCIDENTALE

Tratti di costa non balneabili per inquinamento

1121

BARI SCARICO FOGNARIO Tratti di costa non balneabili per inquinamento

989

GIOVINAZZO 500 MT SUD FOGNA GIOVINAZZO Tratti di costa non balneabili per inquinamento

97

GIOVINAZZO PORTO DI GIOVINAZZO Tratti di costa non balneabili per motivi diversi dall'inquinamento

507

GIOVINAZZO SCARICO FOGNA CITTADINA Tratti di costa non balneabili per inquinamento

964

GIOVINAZZO SCARICO FOGNARIO DI EMERGENZA

Tratti di costa non balneabili per inquinamento

397

GIOVINAZZO ZONA MOLO DI LEVANTE Tratti di costa non balneabili per inquinamento

479

MOLA DI BARI 500 METRI A SUD DA IMPIANTO DI DEPURAZIONE

Tratti di costa non balneabili per inquinamento

500

MOLFETTA PORTO C.LORETO MOLO EST C.PATECCHIA

Tratti di costa non balneabili per inquinamento

1118

MOLFETTA COLLETTORE SBOCCO Tratti di costa non balneabili per 401

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FOGNANTE inquinamento MOLFETTA FOGNA CIT.NA MOLFETTA 500

MT SUD Tratti di costa non balneabili per inquinamento

987

MOLFETTA PORTO DI MOLFETTA Tratti di costa non balneabili per motivi diversi dall'inquinamento

938

MOLFETTA SC. RUVO - TERLIZZI 500 METRI A SUD

Tratti di costa non balneabili per inquinamento

500

MOLFETTA SCOGLIERA (SERRA) Tratti di costa non balneabili per inquinamento

1264

MOLFETTA SP. LIBERA "MADONNA DEI MARTIRI"

Tratti di costa non balneabili per inquinamento

530

MOLFETTA ZONA RETROSTANTE CAPIT. DI PORTO

Tratti di costa non balneabili per inquinamento

501

MOLFETTA ZONA RETROSTANTE CAPITANERIA DI PORTO SPIAGGIA LIBERA

Tratti di costa non balneabili per inquinamento

159

POLIGNANO A MARE

500 MT. NORD FOGNA COM.LE POLIGNANO

Tratti di costa non balneabili per inquinamento

112

POLIGNANO A MARE

MACELLO - SCOGLIO DELL`EREMITA

Tratti di costa non balneabili per inquinamento

816

POLIGNANO A MARE

SCARICO FOGNARIO Tratti di costa non balneabili per inquinamento

1399

TOTALE 17169

Fonte: Nostra elaborazione su dati del Ministero della Salute. Grafico 7-12. Percentuale di costa balenabile in MTB

MTB

16%

2%

82%

Tratti di costa non balneabili per inquinamentoTratti di costa non balneabili per motivi diversi dall'inquinamentoCosta balneabile

Fonte: Nostre elaborazioni su dati del Ministero della Salute.

2. Concentrazione di nitrati nelle acque sotterranee I controlli dell’ARPA sulla concentrazione dei nitrati nelle acque di falda sono stati avviati nel corso dell’anno 2004, e continuati nel 2005 e nel 2006. Il valore limite “soglia” indicato dalla normativa vigente (50 mg/l) è stato superato solo in corrispondenza del pozzo spia in agro di Terlizzi. Si tratta dell’unica zona di MTB su cui si è continuato ad indagare per la vulnerabilità da Nitrati di origine agricola. Come evidenziato dalla Figura 7-11 (stralciata dalla Tav. 9.2.1 del Piano di Tutela delle Acque della Regione Puglia, “Distribuzione dei nitrati nelle acque di falda circolanti negli acquiferi carsici

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della Murgia, del Salento e del Gargano”), le rilevazioni effettuate da soggetti differenti hanno consentito di rilevare concentrazioni superiori a 50 mg/l di nitrati sono solo in agro di Terlizzi, ma anche in quello di Corato, di Molfetta, di Gioia del Colle e di Bitetto; negli altri comuni di MTB, invece, la concentrazione dei nitrati è molto al di sotto del valore soglia in questione. Si tratta ad ogni modo di valutazioni puntuali che non consentono di effettuare un’analisi esaustiva del fenomeno. Figura 7-11. Risultati dell’attività di monitoraggio della concentrazione di nitrati in MTB

Fonte: Piano di Tutela delle Acque della Regione Puglia.

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3. Salinità Le caratteristiche di “salinità” delle acque sotterranee sono valutabili essenzialmente attraverso la Conduttività a 20°C (misurata in microSiemens/cm, ovvero μS/cm) e la presenza di sali disciolti, in particolare dei Cloruri (misurati in mg/l). Le rilevazioni vengono solitamente effettuate in corrispondenza degli stessi pozzi per cui si esegue la campagna di indagini per la valutazione della concentrazione di nitrati. La distribuzione dei valori rilevati dall’ARPA, nella campagna 2006, nelle zone critiche della provincia di Bari riconducono ad una situazione migliore rispetto a quella indagata nel 2005 riportando misure ampiamente al di sotto dei 2.500 μS/cm per la Conduttività e dei 250 mg/l per i Cloruri. Molto interessanti appaiono, a questo proposito, i dati riportati dal Piano di Tutela delle Acque che ha ricostruito i profili del contenuto salino nelle acque di falda in serie storica, sebbene attraverso l’analisi di dati disomogenei. In particolare, nella Figura 7-12 (stralciata dalla Tav. 9.1.1 del Piano di Tutela delle Acque, “Distribuzione del contenuto salino delle acque circolanti negli acquiferi carsici della Murgia e del Salento”) si può notare la progressione del fenomeno di salinizzazione nel periodo 1989 – 2002. La figura mostra anche le linee preferenziali di ingressione del cuneo salino.

Figura 7-12. Risultati dell’attività di monitoraggio della salinità in MTB

Fonte: Piano di Tutela delle Acque della Regione Puglia

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7.5.3. Prelievi e distema di distribuzione

Oggetto dell’analisi è la verifica della sostenibilità dei prelievi e dell’uso delle risorse idriche in MTB. Sia il Piano d’Ambito che il Piano di Tutela delle Acque individuano tra gli obiettivi prioritari da perseguire nel medio-lungo termine la riduzione dello sfruttamento della falda attraverso l’utilizzo di fonti alternative di approvvigionamento(dissalatori per l’uso idropotabile e sistemi di recupero e di riuso per fini diversi dal potabile), la limitazione dell’entità delle perdite e la sensibilizzazione della popolazione al risparmio idrico. L’alternanza di annate siccitose, l’elevata percentuale di perdite nel sistema di distribuzione idropotabile, il massiccio ricorso all’approvvigionamento da fonti sotterranee e la pressoché totale assenza di pratiche di recupero e di riuso delle acque sono, infatti, alla base delle frequenti condizioni emergenziali che si osservano ciclicamente nel territorio regionale e le cui ripercussioni sono ben evidenti nell’area oggetto di studio. Fonti di dati I dati cui fare riferimento, in queste analisi, sono quelli forniti direttamente dall’Acquedotto Pugliese, Gestore del Servizio Idrico Integrato (SII) in Puglia e rielaborati dall’ARPA Puglia nelle analisi compiute annualmente e finalizzate alla redazione dei rapporti ambientali. Ulteriore fonte di informazione è costituita dal Piano di Tutela delle Acque che ha provveduto ad una sistematizzazione dei dati sulle captazioni da falda sotterranea. Va osservato che la complessità dello schema acquedottistico pugliese, caratterizzato dalla interconnessione di schemi idrici di tipo diverso, e la prevalente disponibilità di dati di gestione riferiti all’intero sistema forniti dallo stesso Acquedotto, rendono difficile un’analisi localizzata dei fenomeni. Esistono tuttavia parametri la cui rilevazione consente di effettuare valutazioni locali sulla sostenibilità nell’uso della risorsa idrica nell’area oggetto del presente studio, quali ad esempio il numero di pozzi autorizzati, sebbene un’analisi di dettaglio in tal senso possa essere effettuata solo limitatamente ai pozzi idropotabili. Allo stato attuale, infatti, non sono disponibili informazioni attendibili sull’entità dei pozzi destinati ad altri usi, anche a causa di diffuse pratiche abusive. Indicatori:

1. Pozzi esistenti

Le acque sotterranee profonde esistenti nel sottosuolo pugliese contribuiscono ai volumi d’acqua impiegati per alimentare la rete acquedottistica idropotabile e quella per uso irriguo. Secondo quanto riportato nella relazione sullo stato dell’ambiente del 2003, elaborata dall’ARPA Puglia, i pozzi censiti in Provincia di Bari sono 2177. Si tratta prevalentemente di pozzi ad uso irriguo e solo in minima parte ad uso potabile e industriale. Va tuttavia evidenziata l’indubbia presenza di captazioni non autorizzate, in un rapporto che secondo le elaborazioni dell’INEA, con riferimento all’intero territorio pugliese è pari circa 4 pozzi abusivi per ogni pozzo autorizzato. Per quantificare il fenomeno dell’irrigazione privata, un importante contributo conoscitivo è stato fornito dai risultati di CASI 39, da cui è emerso che, nel Consorzio di Bonifica Terre d’Apulia, in cui ricade interamente il territorio di MTB, per ogni ettaro irrigato con acqua pubblica si irrigano 14,8 ettari con pozzi privati. In particolare, il fenomeno “pozzi privati” è particolarmente diffuso in tutta la fascia del litorale adriatico che da Barletta, senza soluzione di continuità, si estende fino a Monopoli, per una profondità della costa di qualche decina di chilometri. In questa fascia di territorio sono particolarmente diffuse le colture intensive (orticole, uva da tavola) e l’oliveto. Il

9 Si tratta di uno dei progetti realizzati nell’ambito del P.O. “Ampliamento e adeguamento della disponibilità e dei sistemi di adduzione e distribuzione delle risorse idriche nelle regioni dell’Obiettivo 1”, relativamente al Sottoprogramma III, Misura 3 “Realizzazione di uno studio sull’uso irriguo della risorsa idrica, sulle produzioni agricole irrigate e sulla loro redditività”.

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massiccio emungimento dal sottosuolo ha seriamente compromesso l’equilibrio idrologico della falda, dalla quale ormai si preleva acqua salata come ampiamente discusso nel par. 7.5.2. Per quanto riguarda i pozzi destinati all’uso idropotabile, invece, i dati disponibili derivano direttamente dalle rilevazioni effettuate dall’Acquedotto pugliese che di tali pozzi si serve per immettere nel sistema idrico integrato, da esso stesso gestito, quantitativi d’acqua proveniente anche dalla falda idrica sotterranea. In allegato alla disposizione del Presidente della Regione Puglia n. 01/000875/GAB del 05.02.2008 è riportato l’elenco generale dei pozzi utilizzabili da AQP per uso potabile e lo stato del pozzo (in esercizio, dismesso, da riattivare) aggiornato al 15/11/2007. Nella stessa disposizione si stabilisce che detti pozzi possono essere tutti riattivati e utilizzati per uso integrativo potabile una volta verificato il rispetto di alcuni requisiti. Tabella 7-26. Elenco generale pozzi utilizzabili da AQP

n. Denominazione Ubicazione Proprietà Portata da derivare

(l/s)

Anno di entrata in sercizio

Stato del pozzo

1 BITONTO Palo del Colle Bari AQP 19,0 1982 In esercizio

2 BARI 1 Ceglie del Campo AQP 12,0 1960 Riattivato

3 BARI 2 Ceglie del Campo AQP 14,0 1960 In riattivazione

4 VALENZANO 1 Valenzano AQP 16,0 1988 Dismesso 5 VALENZANO 2 Valenzano AQP 16,0 1988 Dismesso 6 VALENZANO 3 Valenzano AQP 12,0 1988 Dismesso 7 VALENZANO 4 Valenzano AQP 23,0 1988 Dismesso 8 GIOIA 2 Gioia del Colle AQP 17,0 1988 Dismesso 9 GIOIA 3 Gioia del Colle AQP 13,0 1988 Dismesso 10 GIOIA 4 Gioia del Colle AQP 14,0 1988 Dismesso 11 ACQUAVIVA 1 Acquaviva AQP 8,0 1982 In riattivazione 12 ACQUAVIVA 2 Acquaviva AQP 7,0 1988 Dismesso 13 ACQUAVIVA 3 Acquaviva AQP 19,5 1988 Riattivato 14 CELLAMARE 1 Cellamare 18,5 1988 Riattivato 15 CASAMASSIMA 1 Casamassima AQP 18,0 1988 In riattivazione 16 CASAMASSIMA 3 Casamassima CBTA 18,0 1988 In riattivazione 17 RUTIGLIANO 1 Rutigliano AQP 19,5 1988 Riattivato 18 RUTIGLIANO 2 Rutigliano AQP 14,0 1988 Riattivato 19 DIDONNA Noicattaro AQP 23,0 1990 Dismesso 20 NOICATTARO 1 Noicattaro Privata 21,0 1988 Riattivato 21 NOICATTARO 2 Noicattaro AQP 20,5 1988 Riattivato 22 MOLA 1 Mola di Bari CBTA 14,0 1988 In riattivazione 23 POLIGNANO AQP Polignano AQP 5,8 1980 Dismesso 24 RUVO 4 Ruvo di Puglia EI 20,0 1988 Dismesso 25 DIESSE 3 (ex Di Santo) Bitritto Privata 10,0 1982 Dismesso 26 DIESSE 2 (ex De Carlo 2) Bitritto Privata 11,5 1989 Dismesso 27 DIESSE 1 (ex De Carlo 1) Bitritto Privata 15,5 1990 Dismesso 28 LO RE’ Grumo Appulo Privata 10,0 1988 Dismesso 29 MODUGNO 2 Bitonto AQP 5,0 1988 Dismesso 30 MODUGNO 3 Modugno AQP 6,0 1988 Dismesso 31 PALO 2 Palo EI 11,0 1988 Dismesso 32 PALO 3 Palo EI 4,0 1988 Dismesso 33 PALO 4 Palo Ei 12,0 1988 Dismesso 34 PALO 5 Palo EI 4,5 1988 Dismesso 35 FAZIO Bitetto Privata 7,7 1990 Dismesso 36 BELLINO Sannicandro Privata 8,0 1990 Dismesso 37 COELI AMORIS Cellamare Privata 17,0 1982 Dismesso 38 DIFINO (ex D’Alessandro) Casamassima Privata 20,5 1982 Dismesso 39 BELLAROSA 1 Casamassima Privata 15,0 1982 Dismesso 40 BELLAROSA 2 Casamassima Privata 11,0 1988 Dismesso 41 OTTOMANO Rutigliano Privata 10,0 1990 Dismesso 42 DIDONNA 2 Noicattaro Privata 8,5 1990 Dismesso 43 POLIGNANO 1 Polignano CBAL 9,0 1988 Dismesso 44 POLIGNANO 6 Polignano CBAL 9,0 1988 Dismesso 45 POLIGNANO 7 Polignano CBAL 3,0 1988 Dismesso

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46 RUVO 6 Ruvo di Puglia EI 7,3 1988 Dismesso 47 RUVO 7 Ruvo di Puglia EI 15,6 1988 Dismesso 48 CORATO 1 Corato CBAL 15,6 1988 Dismesso 49 SELVA REALE (ex De Leo) Corato Privata 3,0 1990 Dismesso 50 TERLIZZI 4 Terlizzi CBAL 17,5 1982 Dismesso 51 ADELFIA 3 Adelfia Regione

Puglia 15,0 Utilizzato per scopi irrigui da collegare alla rete potabile

52 ADELFIA 4 Adelfia Regione Puglia 15,0 Utilizzato per scopi irrigui da

collegare alla rete potabile 53 ADELFIA 5 Adelfia Regione

Puglia 15,0 Utilizzato per scopi irrigui da

collegare alla rete potabile 54 ADELFIA 6 Adelfia Regione

Puglia 15,0 Utilizzato per scopi irrigui da

collegare alla rete potabile 55 ADELFIA 7 Adelfia Regione

Puglia 15,0 Utilizzato per scopi irrigui da

collegare alla rete potabile 56 ADELFIA 12 Adelfia Regione

Puglia 15,0 Utilizzato per scopi irrigui da

collegare alla rete potabile 57 ADELFIA 15 Adelfia Regione

Puglia 15,0 Utilizzato per scopi irrigui da

collegare alla rete potabile 58 ADELFIA 16 Adelfia Regione

Puglia 15,0 Utilizzato per scopi irrigui da

collegare alla rete potabile 59 GIOIA 2 Gioia del Colle Regione

Puglia 13,0 Utilizzato per scopi irrigui da collegare alla rete potabile

60 RUVO 3 Ruvo di Puglia Regione Puglia 18,0 Utilizzato per scopi irrigui da

collegare alla rete potabile

Fonte: DPRP Puglia n. 01/000875/GAB del 05.02.2008.

2. Perdite nelle reti acquedottistiche

In MTB, come nel resto della Regione Puglia, la realizzazione delle prime opere di adduzione e di distribuzione della risorsa idrica è avvenuta a partire dagli anni ‘20 ad opera dell’allora Ente Autonomo Acquedotto Pugliese sotto l’impulso dei grandi finanziamenti statali a disposizione per la realizzazione di grandi infrastrutture. Le opere realizzate in questa prima fase seguivano una strategia comune e integrata, finalizzata al soddisfacimento di esigenze di medio-lungo periodo. Negli anni successivi, ulteriori interventi sono stati pianificati e realizzati per tenere conto dell’incremento della domanda e per contrastare l’emergenza idrica, ma essi hanno riguardato per lo più l’ampliamento e il miglioramento dell’efficienza dei sistemi di approvvigionamento, dell’adduzione principale e dei serbatoi. La manutenzione delle opere di distribuzione, il cui grado di obsolescenza funzionale lentamente aumentava, è stata trascurata mentre si provvedeva ad ampliare la rete di distribuzione per soddisfare esigenze di aree urbane in costante espansione. La visione unitaria che aveva informato le prime realizzazioni ha lasciato quindi il posto ad interventi frammentati, per niente integrati e volti a risolvere sempre problematiche specifiche. Tutto ciò è alla base del grave stato di degrado in cui versano le reti di distribuzione idrica dei centri abitati, specialmente in riferimento alle zone da più tempo servite. Si può quindi affermare che la funzionalità delle reti è fortemente compromessa non solo per la obsolescenza di tubazioni e di apparecchiature che hanno ormai completato il loro tempo di vita utile, ma anche per la configurazione stessa delle reti, risultato di interventi non inseriti in una logica unitaria e non integrati fra loro. Oltre al cattivo stato di conservazione delle condotte e degli organi ad esse connesse, ulteriori fattori che concorrono ad incrementare il livello di perdita delle reti di distribuzione sono rappresentati dai prelievi abusivi, dal cattivo funzionamento dei contatori e, in piccola parte, anche dai prelievi non remunerati per usi pubblici di gestione delle tubazioni e dei serbatoi. La somma delle perdite fisiche e amministrative determina una perdita complessiva media10 in MTB pari al 55%, con picchi nei Comuni di Grumo Appula, Ruvo di Puglia e Terlizzi e con 18

10 Grado di perdita espresso in %, valutato con riferimento alle medie 1999-2000 dei volumi immessi in rete e dei volumi letturati (Fonte: Piano d’Ambito)

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comuni il cui livello di perdita percentuale supera il 50%, come si nota dalla seguente tabella, dove sono riportati i risultati della fase di ricognizione preliminare alla elaborazione del Piano d’Ambito (settembre 2002). Tabella 7-27. Grado di perdita espresso in %, valutato con riferimento alle medie 1999-2000 dei volumi immessi in rete e dei volumi letturati

Volume immesso in

rete (mc/anno)

Volume letturato

(mc/anno)

Efficienza del sistema

di distribuzione

(%)

Grado di perdita del sistema (%)

Volume immesso in

rete (mc/anno)

Volume letturato

(mc/anno)

Efficienza del sistema

di distribuzione

(%)

Grado di perdita del sistema (%) COMUNI

1999 1999 1999 1999 2000 2000 2000 2000 ACQUAVIVA F. 2.703.276 1.126.775 42% 58% 2.794.210 1.117.391 40% 60% ADELFIA 1.235.398 863.830 70% 30% 1.216.143 896.022 74% 26% BARI 58.725.232 26.622.275 45% 55% 61.341.115 26.915.930 44% 56% BINETTO 320.269 111.387 35% 65% 320.269 116.748 36% 64% BITETTO 1.279.661 486.964 38% 62% 1.324.218 500.070 38% 62% BITONTO 5.318.614 2.852.524 54% 46% 5.015.567 2.918.739 58% 42% BITRITTO 1.092.070 513.478 47% 53% 1.173.615 524.191 45% 55% CAPURSO 1.427.004 694.054 49% 51% 1.415.202 730.503 52% 48% CASAMASSIMA 1.595.625 933.139 58% 42% 1.485.305 997.404 67% 33% CASSANO M. 1.835.661 872.068 48% 52% 1.742.482 916.543 53% 47% CELLAMARE 431.169 211.401 49% 51% 437.520 231.091 53% 47% CONVERSANO 3.752.784 1.303.762 35% 65% 3.784.320 1.335.814 35% 65% CORATO 6.307.200 2.315.615 37% 63% 6.307.200 2.448.617 39% 61% GIOIA DEL C. 2.265.337 1.523.556 67% 33% 2.149.969 1.720.760 80% 20% GIOVINAZZO 2.522.880 1.089.781 43% 57% 2.112.912 1.139.897 54% 46% GRUMO A. 2.292.036 631.418 28% 72% 2.292.036 644.244 28% 72% MODUGNO 4.974.898 2.814.581 57% 43% 4.867.537 3.116.793 64% 36% MOLA DI BARI 2.975.436 1.359.843 46% 54% 3.165.092 1.349.920 43% 57% MOLFETTA 11.352.960 3.603.637 32% 68% 11.037.600 3.639.844 33% 67% NOICATTARO 2.632.653 1.382.819 53% 47% 2.581.321 1.469.749 57% 43% PALO DEL C. 2.472.800 972.268 39% 61% 2.681.957 1.007.301 38% 62% POLIGNANO M. 1.482.192 979.621 66% 34% 1.608.336 1.006.410 63% 37% RUTIGLIANO 1.917.208 940.789 49% 51% 2.211.524 1.013.198 46% 54% RUVO DI P. 4.730.400 1.172.118 25% 75% 4.730.400 1.289.607 27% 73% SAMMICHELE 807.682 392.187 49% 51% 719.306 387.700 54% 46% SANNICANDRO 1.333.539 427.067 32% 68% 1.243.085 422.632 34% 66% TERLIZZI 5.361.120 1.214.127 23% 77% 5.045.760 1.326.542 26% 74% TORITTO 1.288.690 454.773 35% 65% 1.325.308 486.789 37% 63% TRIGGIANO 2.428.996 1.310.666 54% 46% 2.408.814 1.337.611 56% 44% TURI 1.718.629 567.613 33% 67% 1.714.882 596.136 35% 65% VALENZANO 1.874.152 918.334 49% 51% 1.874.674 1.018.792 54% 46%

Fonte: Nostre elaborazioni su dati del Piano d’Ambito, 2002.

Per fare fronte all’elevato livello di perdite della rete di distribuzione idrica, già nel 2001 l’Acquedotto Pugliese ha provveduto a redigere uno “Studio di fattibilità” (“Piano di valutazione delle perdite nelle reti di distribuzione idrica, pianificazione degli interventi necessari e delle attività di controllo e monitoraggio”) finanziato con deliberazione CIPE N° 106/99 del 30/06/1999, i cui risultati hanno anche consentito di definire gli interventi necessari a conseguire l’obiettivo del recupero e del controllo delle perdite fisiche e la contestuale ottimizzazione della rete e del servizio. La fase attuativa prevede il rilievo delle reti e la predisposizione di un Sistema Informativo Territoriale, la costruzione e calibrazione di modelli delle reti e monitoraggio portate e pressioni di ricerca e controllo delle perdite nelle reti di distribuzione, le riparazioni delle perdite individuate, l’adeguamento delle reti per ottimizzare i campi di pressione e la sostituzione delle condotte critiche. Nell’ambito dell’Accordo di Programma Quadro Risorse Idriche siglato nel marzo 2003, sono stati finanziati circa 151 M€ per la riabilitazione e la sostituzione delle condotte idriche caratterizzate da un elevato grado di perdita, in tutto il territorio regionale. I risultati delle attività di ingegneria, attualmente in corso, dovrebbero consentire di individuare le situazioni più critiche e di fornire corretti input alle imprese che hanno il compito di eseguire i lavori. Per entrambe le attività, i lavori

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sono stati già appaltati nella seconda metà del 2007 e sono attualmente in corso. Essi consentiranno di aggiornare i dati precedentemente riportati in riferimento alle perdite delle reti acquedottistiche.

7.5.4. Fonti di inquinamento delle risorse idriche

Oggetto dell’analisi è la valutazione delle fonti di inquinamento puntuale delle risorse idriche, con particolare riferimento allo stato degli impianti di depurazione e di quelli per l’affinamento delle acque finalizzata al riuso delle stesse per fini diversi dal potabile. Fonti di dati

In quest’analisi è possibile utilizzare le informazioni a disposizione di ATO Puglia, di Acquedotto Pugliese, nonché i dati di conformità della Provincia di Bari, Ente preposto alla valutazione di conformità degli scarichi, all’autorizzazione dei nuovi scarichi e all’accertamento dell’ammissibilità degli scarichi esistenti, sia in riferimento agli scarichi degli impianti di depurazione gestiti da AQP, sia in riferimento agli scarichi delle acque di prima pioggia e a quelli derivanti dalle attività produttive (tenute ad effettuare pretrattamenti prima dell’immissione dei propri scarichi nella pubblica fognatura). Le modifiche normative occorse a livello nazionale stanno comportando una rivisitazione complessiva dell’intero sistema di depurazione e di scarico, non essendo più prevedibile la pratica dello smaltimento del refluo depurato nel sottosuolo, precedentemente largamente in uso in MTB. Tuttavia, è da evidenziare che, allo stato attuale, si riscontrano non pochi problemi nell’analisi di tali dati, dal momento che sono in corso attività di adeguamento che interessano buona parte dei sistemi di trattamento esistenti sul territorio, sia in riferimento agli impianti depurativi urbani (scarico o processo da adeguare alle norme vigenti), che in riferimento ai sistemi di trattamento a servizio di insediamenti privati. Ciò detto, una valutazione può essere però effettuata con riferimento agli impianti di depurazione dei reflui urbani, sulla base delle informazioni di AQP, in continuo aggiornamento e a disposizione dell’Autorità d’Ambito, ente di controllo dell’Acquedotto Pugliese. Indicatori

1. Conformità dei sistemi di depurazione delle acque reflue urbane Gli scarichi nell’ambiente dovuti alle attività umane, che siano di tipo industriale o civile-urbano, costituiscono indicatori di pressione sull’ambiente idrico. Svolgono, quindi, un ruolo determinante gli impianti di trattamento delle acque reflue, il cui processo di depurazione più o meno “spinto” o, comunque, entro le conformità previste dalla normativa vigente, può determinare un “carico organico potenziale” più o meno inquinante. Come già detto, la situazione attuale circa la conformità degli scarichi a quanto previsto negli strumenti di pianificazione e programmazione esistenti è in continuo aggiornamento e può essere valutata facendo riferimento alle “autorizzazioni allo scarico” rilasciate dalla Provincia. In MTB allo stato attuale sono presenti 19 impianti di trattamento dei reflui civili, di cui 3 consortili (Bari Est, Bari Ovest e Ruvo di Puglia), mentre i restanti 15 sono a servizio di un singolo Comune o di porzioni di esso. È il caso degli impianti di trattamento “Bitonto Mariotto”, “Bitonto Palombaio” e “Conversano Triggianello”. I primi due saranno dismessi una volta ultimata la realizzazione del collettamento dei reflui al depuratore di Bitonto, collettamento la cui realizzazione è stata già finanziata con fondi del Commissario Delegato per l’Emergenza Ambientale in Puglia. Il depuratore di Conversano Triggianello, invece, ritenuto eliminabile nella precedente pianificazione, è stato poi riabilitato e su di esso sono stati effettuati interventi di adeguamento per renderlo conforme a quanto previsto dalla normativa vigente in termini di rispetto dei parametri in uscita. La tabella seguente sintetizza il quadro della copertura del servizio per i 31 Comuni ricadenti nell’area.

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Tabella 7-28. Stati autorizzativi degli impianti

Comune Impianti a servizio

del singolo comune

Impianto di Trattamento

consortili Tabella di

riferimento Recapito attuale /futuro Stato autorizzativo

ACQUAVIVA DELLE FONTI

a servizio del singolo Comune Tab.4 LAMA

ADELFIA a Bari Est

OVEST consortile Tab.1 MARE con condotta sottomarina

BARI EST consortile Tab.1 MARE con condotta

sottomarina

Autorizzazione provvisoria 01/09/2008 prot.4681

(180 gg.) BINETTO a Bari Ovest BITETTO a Bari Ovest

a servizio del singolo Comune Tab.1

MARE con condotta sottomarina di BARI

OVEST

da dismettere - - - BITONTO

da dismettere - - - BITRITTO a Bari Est CAPURSO a Bari Est

CASAMASSIMA a servizio del singolo Comune Tab.4 LAMA

CASSANO DELLE MURGE

a servizio del singolo Comune Tab.4 LAMA

CELLAMARE a Bari Est a servizio di una

porzione del Comune

Tab.1 MARE con condotta

sottomarina di MOLA DI BARI

Autorizzazione provvisoria 29/07/2008 prot.4096

(180 gg.) CONVERSANO a servizio della

frazione di Triggianello

- -

CORATO a servizio del singolo Comune Tab.4 Canale Fondo Griffi

GIOIA DEL COLLE a servizio del singolo Comune Tab.4 LAMA

GIOVINAZZO a servizio del singolo Comune Tab.1 MARE

GRUMO APPULA a Bari Ovest MODUGNO a Bari Ovest

MOLA DI BARI a servizio del singolo Comune Tab.1 MARE con condotta

sottomarina

Autorizzazione provvisoria 20/08/2008 prot.4678

(180 gg.)

MOLFETTA a servizio del singolo Comune Tab.1 MARE

NOICATTARO a Bari Est PALO DEL COLLE a Bari Ovest

POLIGNANO A MARE

a servizio del singolo Comune Tab.1 MARE con condotta

sottomarina

RUTIGLIANO a Bari Est RUVO DI PUGLIA consortile Tab.1 MARE SAMMICHELE DI

BARI a servizio del

singolo Comune Tab.4 LAMA

SANNICANDRO DI BARI a Bari Est

TERLIZZI a Ruvo di Puglia TORITTO a Bari Ovest

TRIGGIANO a Bari Est

TURI a servizio del singolo Comune Tab.4 TRINCEA

DISPERDENTE

VALENZANO a Bari Est

Fonte: Nostre elaborazioni su dati di AQP e del Piano di Tutela delle Acque della Regione Puglia. Da questi dati è possibile valutare il carico inquinante (COD, BOD, N, P) dai depuratori per tipologia di recapito. Ad esso si aggiunge quello da scarichi di varia natura (civile, produttivo zootecnico, itticoltura) non allacciati a pubblica fogna, al momento sottostimato a causa della scarsa disponibilità di dati e dalla presenza di diffuse pratiche di scarico abusivo.

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2. Riuso delle acque reflue depurate

Perché sia possibile riutilizzare le acque reflue depurate, è necessario che esse soddisfino i requisiti di cui all’Allegato del D.M. 185/03, integralmente recepito dal D.Lgs.152/06. Allo stato attuale (Dati di D.G.R. n. 662/2006) gli impianti di affinamento esistenti in MTB sono l’impianto di Bari Est, quello di Bari Ovest, quello di Conversano e quello a valle degli impianti di depurazione di Ruvo-Terlizzi e di Molfetta. Il primo ha una potenzialità di trattamento è di 78.000 m3/g ed è connesso ad un comprensorio irriguo di 2.200 ha. Non è ad ogni modo in esercizio per mancanza di richiesta da parte degli agricoltori del comprensorio servito. Il secondo è in fase di esecuzione; l’acqua in esso affinata dovrebbe essere destinata ad una rete duale già realizzata nell’area industriale di Bari Modugno. L’impianto di Conversano infine risulta già completato e destinato a servire un comprensorio irriguo di 700 ha; anche quest’ultimo risulta, ad ogni modo, non in esercizio. Lo stesso vale per l’impianto di affinamento di Ruvo-Terlizzi Molfetta di circa 115.000 abitanti equivalenti.

7.5.5. Indicatori di contesto selezionati

Sub Tematica

Indicatore Unità di misura

Fonte Dettaglio

Balneabilità Km di costa

balneabile

Ministero della Salute, ARPA Puglia, Regione

Puglia

Programma del Sistema informativo sanitario del

Min. Salute Inquinamento da nitrati di

origine agricola mg/l Regione Puglia, ARPA Puglia, Provincia Comunale/Provinciale Qualità dei

corpi idrici Salinità (Conducibilità e/o Clorinità)

(nelle zone vulnerabili da Nitrati)

g/l Regione Puglia, ARPA Puglia, Provincia Comunale

Pozzi esistenti (N° pozzi autorizzati all’uso idropotabile)

n. pozzi Regione Puglia, ARPA Puglia, Provincia Comunale Risorse

idriche e usi sostenibili

Perdite nelle reti acquedottistiche (volumi persi in distribuzione)

m3/ m3 Regione Puglia, ARPA

Puglia, ATO Puglia, Acquedotto Pugliese

Comunale

Conformità dei sistemi di depurazione delle acque

reflue urbane n.

Regione Puglia, ARPA Puglia, Provincia, ATO

Puglia, AQP Comunale

Carico inquinante (COD, BOD, N, P) da depuratori per tipologia di recapito

mg/l Regione Puglia,

Provincia, AQP, ATP Puglia

Comunale

Inquinamento delle risorse

idriche Riuso delle Acque (m3

acqua affinata e distribuita)

m3 Regione Puglia, ARPA

Puglia, ATO Puglia, Acquedotto Pugliese

Comunale

7.5.6. Fonti bibliografiche

Ministero della salute, Relazione sullo stato delle coste. ARPA Puglia (2006), Relazione Stato dell’Ambiente. Regione Puglia (2007), Piano di Tutela delle Acque. Regione Puglia (2008), Piano Regionale delle Coste. ATO Puglia (2002), Piano d’Ambito e successive rimodulazioni. Disposizione del Presidente della Regione Puglia n. 01/000875/GAB del 05.02.2008. DGR n.662/2006 (Tab. 1 impianti di affinamento già realizzati).

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7.6. ENERGIA

7.6.1. Inquadramento generale

La componente energetica è stata analizzata considerando le sue due componenti principali, produzione e consumo. Per quanto riguarda la produzione, l’analisi è stata condotta facendo una distinzione tra la produzione di energia da fonti convenzionali e la produzione da fonti rinnovabili. I principali riferimenti normativi di settore sono: • Legge 9 gennaio 1991, n. 9 (s.o. alla GU 16 gennaio 1991, n. 13), “Norme per l'attuazione

del nuovo Piano energetico nazionale: aspetti istituzionali, centrali idroelettriche ed elettrodotti, idrocarburi e geotermia, autoproduzione e disposizioni fiscali”;

• Legge 9 gennaio 1991, n. 10 (s.o. alla G.U. 16 gennaio 1991, n. 13), “Norme per l'attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso razionale dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia”;

• Decreto Legislativo 16 marzo 1999, n 79, noto come decreto Bersani, in recepimento della Direttiva Comunitaria 96/92/EC;

• Decreto Legislativo del 23 maggio 2000 n. 164, noto come decreto Letta, in recepimento della Direttiva Europea 98/30/CE;

• Deliberazioni della Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas; • Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale"; • Decreto Legislativo 29 dicembre 2006, n. 311, “Disposizioni correttive ed integrative al

decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nell'edilizia”.

In recepimento di tali dispositivi, la Regione Puglia ha redatto il Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR), adottato con Delibera di G.R. n.827 dell’ 08-06-2007.

7.6.2. Consumi di energia elettrica

La distribuzione dei consumi energetici per settori è stata ricavata estendendo all’area metropolitana i risultati ottenuti dagli studi provinciali (PTCP). Sulla base di questi si nota che l’area provinciale non mostra al suo interno una particolare disomogeneità in termini di consumi energetici, a differenza di quanto accade su base regionale dove il dato globale risente fortemente della presenza dei poli industriali di Brindisi e Taranto con stabilimenti siderurgici e petrolchimici. Nell’area metropolitana Terra di Bari, circa la metà dei consumi energetici totali sono imputabili al settore dei trasporti pubblici e pertanto comportano un consumo massiccio (anche superiore al 50%) di prodotti petroliferi. La seconda maggiore “fetta” dei consumi è ascrivibile al settore civile, cioè domestico e terziario, con un preponderante consumo di gas naturale in parte dovuto al riscaldamento delle utenze civili. Grafico 7-13. Consumi annuali di energia per settore e per vettore energetico in MTB – anno 2005

Fonte: Nostra elaborazione da dati PTCP e IPRES, 2007.

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Per quanto riguarda, invece, i consumi di energia elettrica, l’area metropolitana è caratterizzata da lievi differenze nei consumi del terziario (maggiori in MTB rispetto alla media provinciale) e nell’Industria (inferiori in MTB). Grafico 7-14. Consumi annuali di energia elettrica e distribuzione per settori in MTB – anno 2005

Fonte: Nostre elaborazioni su dati IPRES, 2007. Grafico 7-15. Consumi annuali di energia elettrica e distribuzione per settori nella Provincia di Bari – anno 2005

Fonte: Nostre elaborazioni su dati IPRES, 2007. Nelle figure seguenti è rappresentata la distribuzione dei consumi totali e settoriali di energia elettrica nell’area metropolitana. Si nota che i soli comuni di Bari e Modugno rappresentano circa il 48% dei consumi totali dell’area. In particolare, il comune di Modugno è caratterizzato dal valore più elevato di consumo specifico per abitante e dalla percentuale più elevata dei consumi industriali rispetto al totale comunale (quasi il 73%). Il comune di Bari, che da solo copre circa il 37% dei consumi totali, è invece caratterizzato da una distribuzione più equilibrata tra usi industriali e usi civili, con una moderata prevalenza dei consumi per le attività terziarie.

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Figura 7-13. Consumi annui di energia elettrica nell’area metropolitana

0 - 25 GWh

25 - 50 GWh

50 - 100 GWh

100 - 200 GWh

> 200 GWh

1.125 GWh

Fonte: Nostre elaborazioni su dati IPRES, 2007. Altri comuni che spiccano per consumi industriali sono: Cassano delle Murge, Corato, Gioia del Colle e, in maniera più contenuta, Giovinazzo e Terlizzi. In tutta l’area metropolitana, i consumi per attività industriali, pur ingenti, appaiono comunque moderati rispetto alle altre zone della Puglia (Brindisi e Taranto) caratterizzate dalla presenza di attività estremamente energivore come gli stabilimenti siderurgici e petrolchimichi. Figura 7-14. Consumi annui di energia elettrica per le attività industriali

0 - 10 %

10 - 20 %

20 - 40 %

40 - 60 %

> 60%

Fonte: Nostre elaborazioni su dati IPRES, 2007. Le attività agricole sono solitamente caratterizzate da una bassa intensità dei consumi elettrici, a vantaggio di una prevalenza dei consumi di prodotti petroliferi per il trasporto e l’utilizzo dei macchinari. La percentuale di consumi elettrici per attività agricola è quindi sempre molto contenuta, ma il confronto di questo valore permette di individuare le aree con un forte grado di penetrazione delle attività agricole; spiccano in tal senso le aree di Casamassima, Conversano, Polignano, Rutigliano, Turi, Binetto e Sannicandro.

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Figura 7-15. Consumi annui di energia elettrica per l’agricoltura

0 - 4 %

4 - 8 %

8 - 12 %

12 - 16 %

16 - 20 %

Fonte: Nostre elaborazioni su dati IPRES, 2007. Nel settore terziario, i comuni con una maggiore percentuale di consumi sono quelli con una buona dotazione di servizi, Bari in primis ma anche Acquaviva, Bitonto, Molfetta e quelli appartenenti alla prima cerchia di confine con il territorio del capoluogo: Bitritto, Capurso, Triggiano e Valenzano. Anche Modugno è caratterizzato da consumi rilevanti nel terziario che vengono, però, offuscati nelle statistiche dal peso dei consumi industriali. Un discorso a parte merita il comune di Casamassima che, con i suoi parchi commerciali, è caratterizzato dalla percentuale più alta di consumi in questo settore (53%). Figura 7-16. Consumi annui di energia elettrica per il terziario

10 - 20 %

20 - 30 %

30 - 40 %

40 - 50 %

50 - 60 %

Fonte: Nostre elaborazioni su dati IPRES, 2007.

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I consumi domestici sono, infine, prevalenti soprattutto nei comuni dove è presente una minore dotazione industriale e del terziario. In particolare i consumi nel settore domestico raggiunge valori anche superiori al 60% nei comuni di Cellamare, Grumo Appula e Toritto. Figura 7-17. Consumi annui di energia elettrica per il consumo domestico

10 - 20 %

20 - 30 %

30 - 40 %

40 - 50 %

> 50%

Fonte: Nostre elaborazioni su dati IPRES, 2007. L’analisi delle componenti energetiche mette in luce alcune problematiche dell’area metropolitana. In particolare si può osservare come i consumi siano concentrati in quei settori in cui i modelli di efficienza energetica ed i principi di conservazione dell’energia fanno più fatica ad essere recepiti. Gran parte dei consumi sono dovuti al settore trasporti, confermando un basso livello di penetrazione dei servizi pubblici di trasporto e della locomozione. Va ricordato che il trasporto su gomma per persone e cose non è solamente meno efficiente da un punto di vista energetico, ma anche più inquinante (si pensi alle alte concentrazioni di PM10 nei centri urbani; su questo punto si veda l’analisi della componente “aria”). Un’automobile consuma una quantità di energia primaria per passeggero chilometro tre volte più grande di quella consumata da un autobus e sette volte più grande di quella consumata da una linea di metropolitana. Gli elevati consumi nel settore domestico sono sintomo di alcune inefficienze. In particolare, si pensi alle migliaia di piccoli impianti autonomi per il riscaldamento caratterizzati da bassissime efficienze o alla crescente ed incontrollabile diffusione degli impianti per il raffrescamento estivo. Anche l’elevata concentrazione di consumi nel terziario può essere causa di basse efficienze o di sprechi d’energia, in particolare in tutti quei settori del pubblico, o del privato, nei quali gli utilizzatori degli impianti non avvertono direttamente il peso della propria condotta energetica. In aggiunta, il settore degli usi civili è anche quello in cui la domanda di energia mostra un comportamento inelastico rispetto alle variazioni di prezzo poiché i servizi connessi al consumo energetico vengono solitamente recepiti come di prima necessità. Se in ambito industriale ci si può attendere che le problematiche del risparmio energetico vengano internalizzate in un’ottica di massimizzazione dei profitti, in molti settori, e soprattutto in quello residenziale e pubblico, un intervento dall’alto per la disciplina delle norme concernenti l’uso dell’energia è, quindi, indispensabile.

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7.6.3. Produzione di energia elettrica

Nell’area metropolitana non sono presenti rilevanti impianti per la produzione di energia elettrica. Da ciò deriva una mancata autosufficienza dell’area relativamente alla produzione di energia elettrica. La centrale elettrica con la maggiore potenza installata è la centrale termoelettrica ENEL Produzione S.p.A. situata nel quartiere industriale Stanic di Bari. La centrale, costruita negli anni ’50 ed alimentata a policombustibile, è costituita da tre gruppi da 70 MW, di cui solo due sono ancora operativi. La centrale è al momento alimentata a gas naturale. Il Piano Energetico Ambientale Regionale prevede per questa centrale una futura chiusura o, in alternativa, un progetto di repowering con conversione a ciclo combinato a gas. Nonostante la centrale di Stanic risulti spesso sotto accusa per questioni di obsolescenza, essa compare nel Piano di Sviluppo della Rete di Trasmissione Nazionale come uno dei due impianti termoelettrici essenziali per la sicurezza del sistema elettrico italiano. Secondo la stessa fonte, per assicurare la qualità del servizio di fornitura la centrale Stanic dovrà necessariamente rimanere operativa prima di un’eventuale dismissione in seguito all’entrata in funzione della nuova centrale di Modugno. Nella zona metropolitana Terra di Bari, e più precisamente nella città di Modugno, è in corso di costruzione una centrale a ciclo combinato a gas da circa 760 MW, con progetto della Sorgenia S.p.A. La costruzione della centrale, pur autorizzata dal MATT, è al centro di una controversa vicenda giudiziaria che vede il Comune di Modugno come principale oppositore. La quantità di energia che verrà prodotta nella centrale potrà coprire il fabbisogno annuo di energia elettrica di tutta l’area metropolitana con sole 4.000 ore di funzionamento annue. Per quanto riguarda la produzione di energia da fonte rinnovabile, il parco di produzione dell’area metropolitana è molto ridotto, specie se confrontato con la situazione regionale. Sebbene, infatti, la Puglia non sia tra i principali produttori in Italia – anche a causa del fatto che è l’unica regione italiana ad avere produzione nulla da fonte idrica – le politiche di sviluppo dell’eolico perseguite sin dagli anni Novanta l’hanno portata a produrre circa il 25% di tutta l’energia elettrica da fonte eolica generata sul territorio nazionale. Gli aerogeneratori installati, tuttavia, si sono concentrati per lo più nelle zone dell’Appennino Dauno, escludendo la provincia di Bari, e l’area MTB, da tale sviluppo. Il nuovo orientamento energetico ed ambientale pugliese, dettato dalle recenti direzioni del PEAR Puglia, e lo sviluppo di nuove tecnologie che permettono di sfruttare l’energia eolica anche in zone con caratteristiche anemologiche meno promettenti, lasciano, tuttavia, ipotizzare una futura crescita della diffusione dell’eolico anche nell’area metropolitana di Bari. Sebbene gran parte dei progetti per la costruzione di parchi eolici in provincia di Bari sono concentrati nelle zone più ventose dei comuni dell’Alta Murgia, sono programmati interventi anche nel resto dell’area metropolitana. In particolare, si registra il caso di Toritto e del progetto di un parco eolico costituito da 22 aerogeneratori da 2,5 MW. Il progetto in questione, già approvato dal Consiglio Comunale ed è ora al vaglio delle autorità per concludere l’iter autorizzativo. Per quanto riguarda gli impianti per la produzione di energia elettrica da biomasse, ad oggi nell’area metropolitana l’impianto più significativo è quello della Olearia Pugliese di Modugno per la produzione di energia elettrica da biomasse solide (Fonte PTCP – Provincia di Bari). L’impianto è costituito da due motori primi per una potenza elettrica nominale totale di quasi 7 MW. Altri impianti nella zona di Giovinazzo e di Corato non superano invece 1 MW di potenza elettrica installata. La zona industriale di Modugno è, inoltre, sede di un progetto di Eco Energia Srl. per la costruzione di un impianto da 10 MW alimentato a biomasse e CDR. La costruzione è già avviata ma è al momento ferma per intervento della magistratura che ha rilevato dei vizi procedurali e amministrativi nell’ottenimento delle autorizzazioni necessarie. Per quanto riguarda la produzione di energia elettrica da oli vegetali, è da citare il caso di Molfetta, sede di un progetto per la cogenerazione e per l’utilizzo di biomasse. Il progetto ha già ottenuto l’Autorizzazione Unica Integrata (AIA) e prevede la realizzazione di 2 nuovi motogeneratori (gruppi elettrogeni) di produzione di energia elettrica a ciclo combinato che utilizzerà come combustibile gli

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oli vegetali. L’energia termica coprodotta contestualmente sarà utilizzata per riscaldare gli impianti serricoli di un’importante attività produttiva, attraverso il processo del teleriscaldamento. L’impianto della Powerflor S.p.A. avrà taglia di 77 MW termici e circa 39 MW elettrici. Al momento l’impianto è in costruzione ma è stata avanzata la richiesta di ampliamento a 120 MW elettrici. Nell’ambito del recupero energetico delle biomasse le maggiori potenzialità del territorio risiedono nello sfruttamento dei sottoprodotti derivanti dalle coltivazioni legnose agrarie e da altri residui delle attività agroindustriali. In particolare, recenti studi hanno evidenziato la presenza, nell’area metropolitana, di zone dove i residui della lavorazione agricola sono caratterizzati da un maggiore contenuto energetico. In particolare si possono individuare tre poli, il primo costituito dai comuni di Casamassima, Conversano, Noicattaro, Rutigliano e Turi, il secondo da Bitonto, Corato, e Ruvo ed il terzo da Acquaviva e Gioia del Colle (Gioia è anche il comune con il maggiore contenuto energetico per biomasse forestali). Il settore del fotovoltaico, infine, anch’esso in fase di sviluppo nell’intera zona metropolitana, presenta, tuttavia, delle difficoltà per lo più legate all’elevato costo dei pannelli e ai lunghi tempi di recupero degli investimenti. Ciò fa sì che tali impianti vengano ancora costruiti principalmente in funzione della possibilità di accedere a specifici incentivi nazionali o regionali. Relativamente agli incentivi statali per l’uso delle risorse rinnovabili (certificati verdi) e per il fotovoltaico (sia il vecchio programma “tetti fotovoltaici” che il più recente “conto energia”), la risposta della Metropoli Terra di Bari sembra essere contenuta, soprattutto se confrontata con quella delle altre aree della provincia. Tabella 7-29. Potenza installata in “conto energia” in Puglia – anno 2008

Nuovo “conto energia”

Vecchio “conto energia”

Totale “conto energia”

pot. installata

[kW]

perc. sul totale

pot. installata

[kW]

perc. sul totale

pot. installata

[kW]

perc. sul totale

Bari 916,1 35,0% 4.239,6 38,0% 5.155,7 37,5% MTB 456,6 17,5% 1.662,6 14,9% 2.119,2 15,4% Brindisi 261,7 10,0% 94,9 0,9% 356,6 2,6% Foggia 195,2 7,5% 5.179,5 46,4% 5.374,7 39,0% Lecce 701,2 26,8% 1.381,5 12,4% 2.082,7 15,1% Taranto 540,6 20,7% 256,2 2,3% 796,8 5,8% Puglia 2.614,8 100,0% 11.151,7 100,0% 13.766,4 100,0%

Fonte: Nostre elaborazioni su dati GSE – aggiornamento al 01/06/2008.

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7.6.4. Indicatori di contesto selezionati

Sub Tematica Indicatore Unità di misura Fonte Dettaglio

Consumo annuo di energia per settore

ktep IPRES / ISTAT / ENEA / TERNA

MTB, Provincia o Regione; disaggregato per settore (trasporti, residenziale, terziario, indistria, agricoltura) se disponibile Consumi di

energia Consumo annuo di energia elettrica per settore

GWh IPRES / ISTAT / ENEA / TERNA

MTB, Provincia o Regione; disaggregato per settore (trasporti, residenziale, terziario, indistria, agricoltura) se disponibile

Potenza termoelettrica installata

MW ISTAT / ENEA / TERNA MTB, Provincia o Regione

Potenza installata da fonti rinnovabile

MW ISTAT / ENEA / TERNA

MTB, Provincia o Regione; possibilmente disaggregato per fonte energetica (eolico, fotovoltaico, biomasse, ecc)

Produzione di energia da fonti convenzionali

GWh ISTAT / ENEA / TERNA MTB, Provincia o Regione

Produzione di energia

Produzione di energia da fonti rinnovabili

GWh ISTAT / ENEA / TERNA

MTB, Provincia o Regione; possibilmente disaggregato per fonte energetica (eolico, fotovoltaico, biomasse, ecc)

7.6.5. Fonti bibliografiche

ARPA Puglia (2006), Relazione sullo Stato dell’Ambiente 2006. ARTI Puglia (2008), Quaderno Arti n. 4, Energie Rinnovabili ed efficienza energetica: un quadro d’insieme. ARTI Puglia (2008), Quaderno Arti n. 5, Le Energie Rinnovabili in Puglia. Strategie, competenze, progetti. CESI (2006), Nuovo Atlante Eolico. Comune di Bari (2006), Rapporto sullo stato dell'ambiente. ENEA (2007), Rapporto Energia e Ambiente 2006. IPRES (2007), La Puglia in cifre. Pellerano A. et al. (2007), Studio per la valorizzazione energetica di biomasse agroforestali nella Regione Puglia, Relazione Conclusiva. Regione Puglia (2007), PEAR - Piano Energetico Ambientale Regionale. Terna (2007), Piano di Sviluppo della Rete di Trasmissione Nazionale.

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7.7. RIFIUTI

7.7.1. Inquadramento generale

In materia di smaltimento rifiuti la normativa di riferimento è il Decreto Legislativo n. 152 pubblicato del 14/04/2006, che nella sua Parte Quarta ha per oggetto le “Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati”. Tale decreto, comprensivo di modifiche ed integrazioni di cui alla L. 22/97, L. 389/97 e L. 93/2001, ha riordinato l’intera materia dei rifiuti e sancito un reale cambiamento d’impostazione con il passaggio dal concetto di smaltimento a quello di “gestione finalizzata al recupero” del rifiuto. Esso ha altresì abrogato l’intero Decreto Ronchi e gran parte delle norme in vigore nel settore, adeguando alle indicazioni europee la disciplina dei rifiuti e degli imballaggi ed attuando in 58 articoli e 6 allegati, le direttive comunitarie 91/156/CE (sui Rifiuti in genere), 91/689/CE (sui Rifiuti Pericolosi) e 94/62/CE (sui Rifiuti da Imballaggio). In Puglia il piano di gestione dei rifiuti è stato approvato con D.C. n. 187 del 9.12.2005 “Decreti Commissariali 6/3/2001 n. 41 e 30/9/2002 n. 296 – Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti. Aggiornamento, completamento e modifiche”. Successiamente è stato integrato con:

- D.C. n. 246 del 28.12.2006 “Piano regionale di gestione dei rifiuti. Integrazione - Sezione Rifiuti speciali e pericolosi. Adozione”;

- D.C. n.40 del 31.01.2007 “Piano Regionale di gestione dei rifiuti – integrazione sezione rifiuti speciali e pericolosi – correzioni e modifiche.

La Provincia di Bari ha provveduto alla redazione di un piano provinciale (ad oggi non ancora adottato) allo scopo di coordinare la gestione dei rifiuti a livello provinciale e di regolamentare il sistema delle autorizzazioni.

7.7.2. I rifiuti urbani

Oggetto della presente analisi è la valutazione della pressione ambientale generata dalla produzione dei rifiuti urbani e dal conseguente ciclo produttivo necessario per il trattamento e lo smaltimento. Si classificano come rifiuti urbani:

a) i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione;

b) i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli di cui alla lettera a), assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità, ai sensi dell'articolo 198, comma 2, lettera g);

c) i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade; d) i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle

strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d'acqua;

e) i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali; f) i rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni, nonchégli altri rifiuti provenienti da

attività cimiteriale diversi da quelli di cui alle lettere b), c) ed e). Fonti di dati: Le fonti dei dati sono: − dati forniti dalla Regione Puglia; − dati forniti dall’APAT – Osservatorio Nazionale Rifiuti; − dati forniti dalle singole municipalità e dalle aziende concessionarie del servizio di raccolta e

smaltimento.

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Indicatori e criticità: Dai dati forniti nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) risulta che, su base provinciale, nel 2003 l’aumento della produzione rispetto al 2002 è stato pari a circa il 6%. L’aumento della ricchezza, del reddito disponibile dei consumatori e gli standard di vita sempre più elevati sono tra le cause di tale incremento. L’andamento della produzione nei comuni dell’Area Metropolitana Terra di Bari nel periodo 2004-2006 (ultimi tre anni per cui sono disponibili i dati) è in linea con l’andamento del dato provinciale: tra il 2004 ed il 2006 l’incremento della produzione è del 5,4%. Tuttavia, mentre tra il 2004 ed il 2005 si registra un incremento dell’8%, tra il 2005 e il 2006 si è avuta una riduzione complessiva del 2%. Grafico 7-16. Rifiuti prodotti nei comuni dell’area metropolitana Terra di Bari

0

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

120.000

140.000

160.000

180.000

200.000

CORATO

MOLFETTA

RUVO DI P

UGLIA

TERLIZZI

Bari

BINETTO

BITETTO

BITONTO

BITRITTO

GIOVIN

AZZO

MODUGNO

PALO D

EL COLL

E

SANNICANDRO

CASSANO

GRUMO APPULA

TORITTO

ACQUAVIVA

ADELFIA

CAPURSO

CASAMASSIMA

CELLAMARE

CONVERSANO

GIOIA D

EL COLL

EMOLA

NOICATTARO

RUTIGLIA

NO

SAMMICHELE

TRIGGIANO

VALENZANO

ANNO 2004ANNO 2005ANNO 2006

Fonte: Provincia di Bari. Nella figura successiva si evidenzia la quantità pro-capite di rifiuto prodotto. La produzione dei rifiuti pro-capite non presenta un significativo decremento, anzi in taluni comuni si registra anche un aumento della produzione. Un dato sicuramente positivo è la riduzione del 7% avuta nel comune di Bari in cui si produce circa il 38% dei rifiuti dell’area metropolitana. Osservando i dati relativi alla produzione pro-capite si ha un valore ancora al di sopra rispetto al valore obiettivo fissato dal piano dei rifiuti per il 2005. In aggiunta, la produzione pro-capite, ad eccesione di qualche comune come Toritto o Ruvo di Puglia, è ancora superiore al valore medio nazionale pari a 1,4 kg/giorno (fonte: elaborazione APAT, 2005 su dati eurostat).

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Figura 7-18. Produzione pro-capite dei rifiuti in MTB

Fonte: IRSA, 2005.

Raccolta differenziata Il sistema di raccolta dei rifiuti solidi è gestito in modo frammentario e spesso non efficiente nelle varie municipalità dell’area metropolitana. I valori ottenuti per la raccolta differenziata sono ancora al di sotto della media nazionale e a parecchi punti percentuali di distanza rispetto agli obiettivi di piano. In Tabella 7-30. Raccolta differenziata (RD) nei comuni dell’Area Metropolitana di Bari distinti per classe merceologica (Fonte: IRSA, 2005) sono riportati i dati di raccolta differenziata relativi all’anno 2005 forniti dall’IRSA. Tranne che in casi sporadici (per lo più dovuti a dati non comunicati in modo regolare), i valori percentuali di rifiuti intercettati in modo differenziato sono al di sotto del 15%. In Tabella 7-31 si riportano i dati relativi alla produzione dei rifiuti ed alla raccolta differenziata dei comuni di MTB relativi all’anno 2008. Come si può notare, sebbene per alcuni comuni si possano riscontrare notevoli miglioramenti, in generale la situazione è molto lontana dagli obiettivi di piano. Per poter ottenere valori percentuali di raccolta differenziata più elevati sarebbe necessario incrementare la raccolta dei rifiuti organici. Il rifiuto prodotto nell’area metropolitana Terra di Bari è, infatti, composto per oltre il 40% da materiali organici (putrescibili e vegetali), per il 20% da materiale cellulosico, per l’11% circa da materiale plastico e per la parte residua da materiali ferrosi, vetro e da vari altri materiali non definiti.

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Tabella 7-30. Raccolta differenziata (RD) nei comuni dell’Area Metropolitana di Bari distinti per classe merceologica (Fonte: IRSA, 2005)

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A+B+C+D TOTALE (A) (B1) (B2) (B3) (B4) (B4) (C1) (C2) (C3) (D) TOTALE TOT (B) TOT (C) % CITTA' TOT. R.S.U. TAL QUALE VETRO PLAST. CARTA METAL ALLUM. PILE FARM T e/o F ALTRI INGOM. RD RD RD RD

ACQUAVIVA 9.705,93 8.984,18 69,24 59,91 368,32 41,05 - 0,66 0,72 - 53,44 128,42 593,33 538,52 1,37 6,11 ADELFIA 5.496,97 5.010,40 52,03 57,93 173,00 99,70 0,86 - 0,52 0,26 9,77 92,50 394,07 383,52 0,78 7,17 BARI 198.814,86 174.555,73 2.124,68 944,74 16.265,00 243,43 - 4,23 6,48 - - 4.670,62 19.588,51 19.577,80 10,71 9,85 BINETTO 1.118,97 1.042,99 1,01 8,17 64,70 1,80 0,27 - 0,03 - - - 75,98 75,94 0,03 6,79 BITETTO 4.404,88 4.158,27 41,22 48,93 98,42 1,36 - - 0,14 - 29,44 27,10 219,51 189,93 0,14 4,98 BITONTO 27.317,07 25.122,72 264,24 223,90 1.341,35 51,26 - 0,88 3,30 - - 309,42 1.884,93 1.880,75 4,18 6,90 BITRITTO 5.143,78 4.116,94 47,06 36,96 293,34 30,20 - 2,07 0,54 1,12 376,68 238,87 787,97 407,56 3,73 15,32 CAPURSO 7.219,43 6.877,87 64,81 51,43 203,05 9,41 - 0,29 0,22 - 2,82 9,53 332,03 328,70 0,51 4,60 CASAMASSIMA 7.825,11 7.196,96 193,03 43,04 204,26 1,23 - 0,30 0,19 - 27,51 158,58 469,57 441,56 0,50 6,00 CASSANO 11.955,92 6.312,59 114,70 53,97 5.294,44 32,50 - 1,07 2,71 4,40 4,17 135,37 5.507,96 5.495,61 8,18 46,07 CELLAMARE 2.070,58 1.757,48 17,22 20,68 115,79 36,01 - 0,12 0,09 - 62,45 60,73 252,37 189,70 0,21 12,19 CONVERSANO 12.980,44 12.678,11 62,24 35,31 191,51 5,08 - 0,38 1,10 - 1,60 5,12 297,21 294,14 1,47 2,29 CORATO 13.901,14 11.734,68 342,10 205,22 949,37 124,68 0,56 0,35 0,94 - 341,69 201,55 1.964,91 1.621,93 1,29 14,14 GIOIA DEL COLLE 13.709,97 10.923,80 109,00 97,85 704,76 389,68 - - - - 1.085,94 398,94 2.387,23 1.301,29 - 17,41 GIOVINAZZO 10.403,87 9.592,29 189,93 97,88 319,46 38,23 - 0,26 1,25 0,69 39,23 124,66 686,93 645,50 2,20 6,60 GRUMO APPULA 5.319,95 5.130,50 39,42 31,49 72,22 7,35 - - 0,46 - 6,37 32,14 157,31 150,48 0,46 2,96 MODUGNO 20.500,34 18.857,68 231,42 150,26 709,96 12,67 - 0,44 0,63 - 122,36 414,92 1.227,74 1.104,31 1,07 5,99 MOLA 17.397,11 11.473,72 53,98 68,48 312,07 5.120,73 4,20 0,10 0,39 - 173,46 189,98 5.733,41 5.559,46 0,49 32,96 MOLFETTA 30.390,58 25.298,08 771,49 588,11 2.122,08 42,47 - 1,66 - 2,40 671,87 892,42 4.200,08 3.524,15 4,06 13,82 NOICATTARO 10.520,35 9.800,72 191,38 46,78 169,30 10,47 0,04 0,48 0,19 - 136,61 164,38 555,25 417,97 0,67 5,28 PALO 9.059,94 8.540,35 50,96 53,20 355,99 10,74 - - - - 17,40 31,30 488,29 470,89 - 5,39 POLIGNANO 12.670,64 10.240,46 243,20 70,88 312,57 53,29 0,03 1,65 3,99 1,50 1.356,02 387,07 2.043,11 679,96 7,13 16,13 RUTIGLIANO 8.718,40 8.162,70 103,98 46,46 280,98 29,97 1,08 0,66 1,16 0,14 0,13 91,15 464,56 462,47 1,96 5,33 RUVO 11.252,55 9.619,75 176,08 82,46 379,06 21,40 - 0,21 0,09 - 851,55 121,95 1.510,85 659,00 0,30 13,43 SAMMICHELE 3.536,91 3.076,86 52,74 40,53 127,96 119,66 6,66 - - - 8,64 103,86 356,19 347,55 - 10,07 SANNICANDRO 3.695,52 3.388,06 27,00 12,71 72,18 2,58 - 0,23 0,38 - 169,98 22,40 285,06 114,47 0,61 7,71 TERLIZZI 12.230,55 11.563,82 148,59 42,00 387,34 36,30 - 0,45 1,18 0,01 2,78 48,08 618,65 614,23 1,64 5,06 TORITTO 2.414,16 2.310,40 16,78 12,14 53,76 17,33 - - 0,72 - 2,31 0,72 103,04 100,01 0,72 4,27 TRIGGIANO 11.863,44 10.709,06 124,76 96,86 525,52 45,90 - - - - 66,51 294,83 859,55 793,04 - 7,25 TURI 4.971,15 4.121,90 90,69 32,48 277,63 101,77 0,20 0,27 0,28 0,04 13,81 332,08 517,17 502,77 0,59 10,40 VALENZANO 8.216,98 8.080,00 41,69 25,22 69,73 - - 0,14 0,20 - - - 136,98 136,64 0,34 1,67

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A fronte di tale ripartizione il rifiuto organico intercettato ha ancora valori molto ridotti; ciò a causa di un sistema di raccolta ancora sbilanciato verso tipologie basate sulla raccolta stradale mediante cassonetti. Ciò comporta maggiori criticità nei comuni più grandi in cui l’estensione territoriale richiede un impegno più consistente nell’attività di raccolta. Il comune di Bari ha avviato, in forma sperimentale, la raccolta porta a porta dei rifiuti nel rione Japigia ottenendo qualche risultato positivo. Nel 2008 tale sperimentazione è stata allargata anche ai rioni Poggiofranco e Carrassi, con risultati ancora da verificare. Figura 7-19. Raccolta differenziata nei comuni di MTB [%]

Fonte: IRSA, 2005 Tabella 7-31. Raccolta differenziata per comune – anno 2008

Comuni Raccolta

Differenziata (kg)

Tal quale (kg.) Totale %RD Mese*

ACQUAVIVA 1.207.495 8.802.828 10.010.323 12% Dicembre ADELFIA 393.120 3.937.500 4.330.620 9% Luglio BARI 35.041.010 164.451.560 199.492.570 18% Dicembre BINETTO 253.830 1.024.920 1.278.750 20% Dicembre BITETTO 638.440 4.069.700 4.708.140 14% Dicembre BITONTO 2.529.086 22.625.947 25.155.033 10% Novembre BITRITTO 1.333.288 4.205.499 5.538.787 24% Dicembre CAPURSO 518.345 6.058.583 6.576.928 8% Dicembre CASAMASSIMA 224.440 3.013.980 3.238.420 7% Maggio CASSANO 679.919 6.719.335 7.399.254 9% Dicembre CELLAMARE 648.715 2.076.745 2.725.460 24% Dicembre CONVERSANO 1.400.126 12.692.236 14.092.362 10% Dicembre CORATO 3.912.513 18.260.396 22.172.909 18% Dicembre GIOIA DEL COLLE 4.248.490 11.667.350 15.915.840 27% Dicembre GIOVINAZZO 1.390.300 9.798.060 11.188.360 12% Dicembre GRUMO APPULA 253.300 5.133.765 5.387.065 5% Dicembre MODUGNO 2.980.369 18.643.937 21.624.306 14% Dicembre MOLA DI BARI 2.468.465 12.771.445 15.239.910 16% Dicembre MOLFETTA 7.968.590 24.542.240 32.510.830 25% Dicembre NOICATTARO 989.455 9.292.382 10.281.837 10% Dicembre PALO 1.335.390 8.820.050 10.155.440 13% Dicembre POLIGNANO A M. 2.705.061 10.859.230 13.564.291 20% Dicembre RUTIGLIANO 633.200 8.443.790 9.076.990 7% Dicembre

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RUVO 1.248.790 9.689.822 10.938.612 11% Dicembre SAMMICHELE 664.140 3.101.620 3.765.760 18% Dicembre SANNICANDRO 344.655 3.944.801 4.289.456 8% Dicembre TERLIZZI 1.326.831 12.113.973 13.440.804 10% Dicembre TORITTO 307.915 3.248.820 3.556.735 9% Dicembre TRIGGIANO 2.587.960 11.195.430 13.783.390 19% Dicembre TURI 1.281.683 4.711.230 5.992.913 21% Dicembre VALENZANO 1.201.285 7.795.870 8.997.155 13% Dicembre

Fonte: Regione Puglia, portale ambientale. * Tale colonna si riferisce all'ultimo mese per cui sono disponibili i dati forniti dai comuni.

7.7.3. I rifiuti speciali

La normativa di riferimento è il D.Lgs. 152/06 che, come il precedente Decreto Ronchi (22/97), classifica i rifiuti in base all’origine (rifiuti urbani RU, e rifiuti speciali RS) e in base al livello di pericolosità (rifiuti pericolosi RP, e rifiuti non pericolosi RNP). Oggetto della presente analisi sono i rifiuti speciali che si possono distinguere in:

Rifiuti Speciali, RS − Rifiuti da lavorazioni industriali − Rifiuti da attività commerciali − Rifiuti derivanti dalla attività di recupero e smaltimento di rifiuti; fanghi da potabilizzazione e

da altri trattamenti delle acque, dalla depurazione delle acque reflue e da abbattimento di fumi.

− Rifiuti derivanti da attività sanitarie. − Macchinari e apparecchiature deteriorati e obsoleti. − Veicoli a motore, rimorchi e simili fuori uso e loro parti.

Rifiuti Speciali Pericolosi, RSP Sono quei rifiuti che, per contenere al loro interno una elevata concentrazione di sostanze contaminanti, devono essere sottoposti a un trattamento che ne riduca drasticamente la pericolosità. Si tratta, in particolare, di: − Rifiuti derivanti da industria chimica, metallurgica, fotografica, conciaria e tessile. − Rifiuti derivanti da raffinazione del petrolio. − Rifiuti provenienti da ospedali, case di cura e affini. − Oli esauriti e solventi. − Rifiuti derivanti da raffinazione del petrolio.

Rifiuti Urbani Pericolosi, RUP Sono costituiti da quei rifiuti che, pur avendo un’origine civile, hanno un’elevata concentrazione di sostanze pericolose e che, quindi, devono essere gestiti in modo differenziato rispetto al flusso dei normali rifiuti urbani. . Si tratta, in particolare, di: − Pile − Medicinali scaduti − Frigoriferi − Batterie − Prodotti etichettati con T e/o F Fonti di dati: Le fonti dei dati sono: − dati forniti dalla Regione Puglia; − dati forniti dall’APAT – Osservatorio Nazionale Rifiuti e dall’ARPA; − dati forniti dagli impianti di smaltimento mediante apposite schede distribuite dalla Provincia; − dati MUD forniti dalla Camera di Commercio di Bari tramite la Soc. ECOCERVED.

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Indicatori e criticità: La pianificazione in materia di rifiuti speciali in Puglia fa riferimento al Piano Regionale dei Rifiuti Speciali e al Piano Provinciale dei rifiuti redatto dalla Provincia di Bari e attualmente in fase di adozione. Tali documenti hanno lo scopo di descrivere la produzione di rifiuti speciali e la disponibilità impiantistica, anche al fine di individuare il fabbisogno di trattamento e smaltimento e pianificare gli interventi da porre in essere al fine di garantire una corretta gestione dei rifiuti speciali sul territorio in linea con le moderne strategie volte alla diminuzione della produzione dei rifiuti ed al recupero. I dati sulla produzione fanno riferimento all’intera provincia di Bari che si caratterizza per la presenza di un tessuto produttivo costituito da aziende di diversi settori merceologici di piccola e media dimensione. Questa caratteristica fa sì che non esista una filiera produttiva predominante tale da generare un flusso di rifiuti omogeneo nelle sue caratteristiche, come invece riscontrato nelle province di Taranto e Brindisi. In base agli ultimi dati ufficiali pubblicati (anno 2003), i rifiuti speciali maggiormente prodotti nella provincia di Bari afferiscono alle categorie 02 (rifiuti prodotti da agricoltura, orticoltura, acquacoltura, selvicoltura, caccia e pesca, trattamento e preparazione di alimenti), 19 (rifiuti prodotti da impianti di trattamento dei rifiuti, impianti di trattamento delle acque reflue fuori sito, nonché dalla potabilizzazione dell'acqua e dalla sua preparazione per uso industriale), 01 (rifiuti derivanti da prospezione, estrazione da miniera o cava, nonché dal trattamento fisico o chimico di minerali) e 10 (rifiuti prodotti da processi termici). Facendo riferimento all’ultimo anno di rilevazione (2003), si nota che la produzione di rifiuti speciali provinciale si attesta intorno alle 955.500 t/a, suddivise in 865.300 t/a di rifiuti speciali non pericolosi e 90.200 t/a di rifiuti speciali pericolosi. Relativamente ai rifiuti speciali non pericolosi, i settori di maggiore produzione risultano il comparto alimentare (codice Istat 15) con 362.666 t/a, seguito dall’attività di trattamento rifiuti e depurazione delle acque (codice 90) con 139.705 t/a e dall’industria di produzione di minerali non metalliferi, con 97.349 t/a (codice ISTAT 26). Per i rifiuti speciali pericolosi le industrie manifatturiere occupano il primo posto con 47.877 t/a prodotti, seguite dall’industria del commercio e dalla fabbricazione di mezzi di trasporto, rispettivamente con 20.146 t/a e 4.568 t/a di rifiuti speciali pericolosi. Riguardo all’andamento della produzione di rifiuti speciali, esclusi quelli da costruzione e demolizione, il Piano stima una crescita nel triennio 2006-2008 pari al 3%. La presenza sul territorio di diverse realtà operanti nel campo dei rifiuti speciali fa ritenere l’attuale dotazione impiantistica abbastanza completa per quelle che sono le esigenze dell’area metropolitana Terra di Bari. Tuttavia, per alcune categorie di rifiuti speciali non risultano essere presenti, sul territorio regionale, adeguati impianti di smaltimento; ci si riferisce, ad esempio, al caso delle acque di vegetazione e dei reflui caseari, ai fanghi di depurazione e agli inerti da costruzione e demolizione. Il comparto agro alimentare produce rilevanti quantitativi di reflui che non dovrebbero essere conferiti in pubblica fognatura e non dovrebbero essere trattati presso i normali depuratori municipali. Nel settore della trasformazione del latte e della produzione di prodotti caseari, molti imprenditori hanno già realizzato, all’interno dei propri stabilimenti, degli impianti di depurazione adeguati per il raggiungimento degli standard previsti dalla normativa vigente per l’allaccio in pubblica fognatura. Soluzione alternativa sarebbe quella di trasformare il refluo caseario in un prodotto ad elevato valore aggiunto (mangime per animale, cosmetici, etc.) previo trattamento spinto in opportuni impianti dotati di membrane ad osmosi inversa. Nel caso delle acque di vegetazione l’unica soluzione attualmente utilizzata per il loro smaltimento è quella dello spandimento sul suolo, sebbene siano da sottolineare i rischi che essa comporta se poco controllata, dal momento che può favorire l’acidificazione dei suoli e il progressivo depauperamento del patrimonio agricolo. Risulta, pertanto, necessario lo studio di soluzioni alternative per il recupero/smaltimento del suddetto refluo.

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Nel caso dei fanghi di depurazione, infine, la situazione si presenta particolarmente problematica, anche in considerazione dell’elevata quantità prodotta (vengono prodotti circa 90.000 ton/anno di fanghi nella sola MTB). L’utilizzazione agronomica è stata finora la soluzione più praticata a causa del basso costo. Tuttavia la stagionalità di tale soluzione, le remore del mondo agricolo ed un quadro normativo caratterizzato da regole e disposizioni locali sempre più restrittive stanno attualmente creando crescenti difficoltà anche a questa soluzione, mettendo in crisi lo smaltimento dei fanghi e, quindi, l’intero settore della depurazione dei reflui municipali. L’apprezzabile contenuto energetico (p.c.i. 4.000 kcal/kgss) porta a riconsiderare la utilizzazione dei fanghi biologici essiccati come possibile fonte di energia rinnovabile.

7.7.4. Indicatori di contesto selezionati

Sub Tematica

Indicatore Unità di misura

Fonte Dettaglio

Produzione di rifiuti urbani

Kg pro-capite Regione Puglia – Autorità d’Ambito

Regionale; Provinciale; alcuni comuni

% Raccolta differenziata

% sul rifiuto tal quale raccolto

Regione Puglia – Autorità d’Ambito

Regionale; Provinciale; alcuni comuni

Rifiuti Urbani

% di rifiuti urbani raccolti smaltiti in discarica

% sul rifiuto tal quale raccolto

Regione Puglia – Autorità d’Ambito

Regionale; Provinciale; alcuni comuni

Produzione di rifiuti speciali

Kg prodotti Regione Puglia – Camera di Commercio

Regionale; Provinciale; alcuni comuni

% di rifiuti speciali destinati al recupero/trattamento

% sul rifiuto speciale trattato all’interno di MTB

Regione Puglia – Camera di Commercio

Regionale; Provinciale; alcuni comuni Rifiuti

Speciali

% di rifiuti speciali smaltiti in discarica all’interno di MTB

% sul rifiuto speciale trattato all’interno di MTB

Regione Puglia – Camera di Commercio

Regionale; Provinciale; alcuni comuni

7.7.5. Fonti bibliografiche

Regione Puglia – Assessorato all’Ecologia. APAT – Osservatorio Nazionale sui rifiuti. Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Bari. Piano provinciale dei Rifiuti della Provincia di Bari.

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7.8. POPOLAZIONE E SALUTE UMANA

7.8.1. Inquadramento generale

Il binomio “Popolazione e salute umana” nell’ambito del contesto ambientale va osservato attraverso la relazione tra specifici fattori di rischio ambientale, il quadro demografico dell’area territoriale di riferimento ed i relativi effetti avversi per la salute umana. L’analisi deve, pertanto, tenere conto di una dettagliata descrizione del quadro demografico, del tasso di mortalità, e delle principali cause di morte. L’obiettivo è quello di fornire un quadro generale sull’attuale situazione demografica dell’area metropolitana congiuntamente ai rischi di mortalità che nella stessa area si determinano. Le principali fonti di dati utilizzate sono: Istituto Nazionale di Statistica Italiana (ISTAT), Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA Puglia), Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e Osservatorio Epidemiologico della Regione Puglia (OER). In assenza di dati disaggregati a livello metropolitano sono stati utilizzati dati riferiti sia al contesto regionale che a quello provinciale.

7.8.2. Quadro demografico

Metropoli Terra di Bari, con circa 1 milione di abitanti, ospita un quarto della popolazione della Regione Puglia e costituisce l’area urbana più popolosa della recente costituente Regione euro-Adriatica11. Elaborazioni condotte su dati ISTAT hanno mostrato che Metropoli Terra di Bari ha registrato una crescita della popolazione piuttosto esigua dal 1993 al 2006 (+2,1%) ed ha sperimentato un trend calante e negativo fino ai primi anni del XXI secolo ed un andamento in ripresa negli anni successivi, come evidenziato nella figura seguente. Grafico 7-17. Tasso di variazione annua (%) della popolazione residente in MTB – Periodo 1993-2006

-0,50

0,00

0,50

1,00

1,50

2,00

1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Fonte: Nostre elaborazioni su dati ISTAT.

11 L’Euroregione Adriatica è un’associazione costituita il 30 maggio del 2006 da enti territoriali di norma di livello Statale e Regionale del territorio della Repubblica Italiana, della Repubblica Slovenia, della Repubblica di Croazia, Repubblica della Bosnia ed Erzegovina, Repubblica di Montenegro, Repubblica dell'Albania ubicate sul Mare Adriatico e d’istituzioni nazionali ed internazionali.

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Va tuttavia precisato che tali variazioni sono dipese da fattori diversi. Nel periodo 1992-2001, infatti, la riduzione complessiva della popolazione di MTB è derivata da un costante decremento delle nascite a fronte di una mortalità per lo più costante e di un saldo migratorio negativo, come mostra la figura seguente. Grafico 7-18. Bilancio demografico Metropoli Terra di Bari, 1992 - 2001

Fonte: Nostra elaborazione su dati ISTAT. Nel periodo successivo, invece, un saldo migratorio più che positivo, unitamente all’aumento del saldo naturale, ha fatto registrare una crescita di popolazione. Tuttavia, va precisato che nel periodo in cui la popolazione è aumentata si è registrato un saldo migratorio positivo dovuto alle migrazioni internazionali (regolarizzazione del 2002 e de 2004) e non a migrazioni di ritorno; viceversa negli anni precedenti la componente migratoria internazionale era praticamente inesistente e l’emigrazione autoctona conduceva il trend della popolazione in negativo. Grafico 7-19. Popolazione nell’area metropolitana Terra di Bari – Periodo 1998- 2006

935000

940000

945000

950000

955000

960000

965000

970000

975000

1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Fonte: Nostra elaborazione su dati ISTAT.

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L’analisi dei diversi indicatori di crescita demografica su MTB fa emergere alcune differenze rispetto alla situazione su base nazionale e regionale, oltre ad alcune interessanti variazioni al suo interno. Se, infatti, il tasso di natalità mostra un allineamento ai dati nazionali e regionali (9,4 ‰ in MTB e Puglia contro 9,5‰ come media nazionale), la mortalità è decisamente più bassa (7,6‰) rispetto sia al contesto nazionale (9,4‰) che a quello regionale (8,1‰). Per gli stessi indici è, inoltre, registrabile una difformità nei diversi comuni di MTB: la natalità raggiunge valori di gran lunga superiori alla media nei comuni di Adelfia, Bitritto, Bitetto Capurso, Corato, Modugno, Noicattaro, Palo, Ruvo, Triggiano, Terlizzi e Valenzano con valori superiori al 10‰; per quel che conerne il quoziente di mortalità invece si rileva che, a parte Cellamare che sperimenta una mortalità bassissima con l’1,7‰, solo i comuni di Bitonto, Binetto, Capurso, Modugno, Noicattaro, Palo e Valenzano sono caratterizzati da una mortalità inferiore al 6,4‰. Appare quindi logica conseguenza che la maggior crescita naturale sia osservabile proprio nei comuni che hanno rilevato un’alta natalità ed una bassa mortalità (Capurso, Palo e Cellamare con un saldo naturale > 5‰). I comuni che hanno rilevato un’altissima mortalità (>10‰), come Sammichele di Bari e Turi, hanno sperimentato una crescita naturale più che negativa. Di seguito una tabella riepilogativa. Tabella 7-32. Indici di crescita demografica in Metropoli Terra di Bari (2003 – 2006) (‰) 2003 2004 2005 2006

Comuni qn12 qm13 saldo nat.14 qn qm

saldo nat. qn qm

saldo naturale qn qm

Saldo nat.

Acquaviva delle F. 9,4 7,9 1,5 9,0 9,3 -0,3 8,6 8,1 0,5 8,1 8,0 0,1Adelfia 8,8 7,1 1,7 10,3 6,7 3,6 9,0 7,8 1,1 10,6 7,4 3,2Bari 9,7 8,6 1,1 9,6 8,5 1,1 9,4 6,4 3,0 9,0 7,6 1,5Binetto 12,4 6,2 6,2 11,8 7,2 4,6 10,5 5,0 5,5 8,0 5,5 2,5Bitetto 11,7 6,3 5,4 10,5 8,1 2,4 12,2 7,4 4,8 11,9 8,0 3,9Bitonto 10,7 5,8 4,9 10,2 6,2 3,9 10,0 6,4 3,6 9,6 6,4 3,1Bitritto 11,8 6,6 5,1 9,1 8,0 1,1 9,7 4,9 4,9 10,7 7,1 3,6Capurso 11,2 6,5 4,7 11,8 6,6 5,2 11,9 6,7 5,2 11,5 6,4 5,0Casamassima 10,7 7,0 3,7 11,5 6,6 5,0 10,5 7,1 3,3 9,9 7,3 2,6Cassano delle M. 11,4 7,9 3,5 10,5 10,0 0,6 11,4 7,0 4,4 9,2 7,6 1,7Cellamare 11,5 3,7 7,8 13,4 3,2 10,3 14,7 2,3 12,3 7,9 1,7 6,2Conversano 8,4 8,6 -0,2 10,0 10,1 0,0 8,1 7,4 0,7 8,3 8,8 -0,4Corato 12,0 8,0 4,0 11,4 8,7 2,7 11,7 8,6 3,1 10,3 9,3 1,0Gioia del Colle 8,1 9,3 -1,2 8,0 9,4 -1,4 8,5 10,0 -1,5 8,1 9,4 -1,3Giovinazzo 9,2 6,5 2,7 8,8 7,7 1,1 9,6 8,6 1,0 8,0 7,6 0,3Grumo Appula 10,5 8,5 2,0 10,3 7,8 2,5 10,8 8,5 2,3 9,5 8,4 1,1Modugno 10,2 6,1 4,1 11,4 6,7 4,8 10,0 6,7 3,2 10,7 6,2 4,5Mola di Bari 8,8 6,4 2,4 9,0 9,2 -0,2 9,7 8,4 1,3 9,8 7,3 2,4Molfetta 8,2 9,7 -1,5 8,8 8,8 0,0 8,5 9,0 -0,5 8,5 8,8 -0,3Noicattaro 11,2 6,0 5,2 12,2 6,5 5,7 10,4 5,6 4,8 10,1 5,5 4,6Palo del Colle 10,6 6,9 3,7 12,2 6,8 5,4 12,8 5,8 7,0 12,7 6,4 6,3Polignano a Mare 10,5 8,5 2,0 8,9 7,9 1,0 9,2 7,3 1,9 8,5 6,9 1,6Rutigliano 11,1 6,1 5,0 11,6 7,3 4,3 11,3 7,2 4,1 9,1 6,8 2,3Ruvo di Puglia 11,0 9,5 1,6 11,6 8,5 3,0 10,9 8,7 2,2 10,2 9,8 0,4Sammichele di Bari 8,4 9,6 -1,2 7,7 10,1 -2,3 7,0 9,0 -2,0 6,0 10,5 -4,5Sannicandro di Bari 10,4 7,0 3,5 9,6 8,8 0,8 11,9 6,6 5,3 9,0 8,8 0,2Terlizzi 11,4 8,3 3,1 9,2 8,3 0,9 10,2 7,2 3,1 10,0 6,8 3,2Toritto 11,6 9,2 2,4 10,3 8,0 2,3 9,4 9,3 0,1 8,2 9,2 -1,0Triggiano 10,4 6,9 3,4 10,5 6,3 4,3 9,8 6,5 3,3 10,4 7,1 3,3Turi 8,4 12,0 -3,5 8,2 10,9 -2,7 8,6 7,7 0,9 7,8 10,0 -2,2Valenzano 10,4 6,4 4,0 9,3 4,6 4,7 9,0 5,9 3,1 10,0 5,6 4,5MTB 10,0 7,9 2,1 10,0 8,1 1,9 9,8 7,1 2,7 9,4 7,6 1,8

Fonte: Nostra elaborazione su dati ISTAT. Su base regionale, il numero medio di figli per donna è leggermente inferiore sia alla media nazionale che a quella dell’Italia meridionale (nel 2006 è di 1,28 contro una media nazionale di 1,35 e una media del Sud di 1,34). La speranza di vita alla nascita presenta una tendenza all’allineamento con i dati nazionali, assestandosi nel 2006 su valori di 78,8 anni per gli uomini e 12 Il quoziente di natalità (qn) è calcolato attraverso il rapporto tra i nati vivi e la popolazione residente moltiplicato per 1.000. 13 Il quoziente di mortalità (qm) è calcolato attraverso il rapporto tra i morti e la popolazione residente moltiplicato per 1.000. 14 Il saldo naturale (o crescita naturale) è calcolata attraverso la differenza tra il quoziente di natalità ed il quoziente di mortalità.

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83,9 anni per le donne (la media nazionale è, rispettivamente, 78,8 e 84). Negli ultimi anni, inoltre, in Puglia si assiste ad un progressivo aumento della quota di ultrasessantacinquenni (la percentuale è cresciuta a ritmo costante negli ultimi anni, passando dal 16,3% del 2003 al 17,3% del 2006, anche in questo caso con una tendenza all’allineamento ai dati nazionali (la media nazionale è passata nello stesso periodo dal 19% al 19,8%). La proporzione di anziani, tuttavia, resta inferiore di 2-3 punti percentuali rispetto alla media italiana. L’analisi della struttura della popolazione nell’area metropolitana ribadisce la notevole variabilità tra le diverse aree, con Sammichele e Turi che presentano indicatori di vecchiaia, dipendenza strutturale degli anziani ed età media costantemente più elevati nel tempo. Si riporta di seguito la piramide dell’età della popolazione residente nell’area Metropoli Terra di Bari al 2006. Grafico 7-20. Piramide delle età della popolazione residente (%) in Metropoli Terra di Bari –1/1/ 2006

Fonte: Nostre elaborazioni su dati ISTAT (2006).

7.8.3. Principali cause di mortalità

Il Registro Regionale Nominativo delle Cause di Morte (RENCAM), attivo presso l’Osservatorio Epidemiologico Regionale fin dal 1998, utilizza un flusso informativo parallelo a quello dell’ISTAT. Ai dati ISTAT, inoltre, fa riferimento per la verifica della completezza e la valutazione della qualità della codifica delle schede di morte archiviate. Il livello di sovrapposizione tra i due archivi può essere considerato complessivamente soddisfacente. Rispetto ai dati ISTAT, il RENCAM presenta, quale fondamentale valore aggiunto, un livello di aggiornamento superiore che ne consente un uso immediato per descrivere problemi di salute, verificare ipotesi, programmare, valutare il risultato degli interventi. Altro importante vantaggio del RENCAM è rappresentato dalla disponibilità di dati nominativi che consentono di calcolare statistiche di mortalità stratificate per singola causa, con il dettaglio territoriale, per fasce d’età e sesso desiderati, dati non disponibili correntemente dall’ISTAT. Disporre di dati nominativi è inoltre essenziale per stabilire relazioni i con registri di patologia e i registri tumori per studi di sopravvivenza, con le analisi della mortalità evitabile, per tracciare mappe geografiche del rischio ed impostare studi epidemiologici ad hoc. Nella tabella seguente sono riportati i dati di mortalità RENCAM e ISTAT a confronto, in valore assoluto e in tassi per 10.000 residenti. Nel periodo considerato il tasso grezzo di mortalità mostra un trend in lieve diminuzione (con l’eccezione dell’anno 2003 che presenta il tasso più elevato).

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Tabella 7-33. Numero di decessi e tassi grezzi di mortalità (numero di decessi x10mila abitanti), Italia e Puglia – Periodo 2003-2006

Fonte: Osservatorio Epidemiologico Regionale. Dall’analisi dei tassi specifici per causa si rileva che le malattie del sistema cardiocircolatorio sono in Puglia la prima causa di morte, seguite dai tumori e quindi dalle malattie dell’apparato respiratorio e digerente. Fra i decessi causati dalle malattie dell’apparato cardiovascolare va sottolineato che circa un quarto sono da ascrivere a disturbi circolatori dell’encefalo. Tabella 7-34. Tassi di mortalità per causa (numero di decessi x10mila abitanti) in Puglia – Periodo 1998-2004

Fonte: Osservatorio Epidemiologico Regionale.

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Analizzando i tassi standardizzati di mortalità nei due sessi, emerge che la mortalità per tumori e per malattie dell’apparato respiratorio è circa il doppio nel sesso maschile rispetto a quello femminile. Anche i decessi per malattie del sistema cardiocircolatorio sono più elevati nel sesso maschile. Tabella 7-35. Tassi standardizzati di mortalità per causa (numero di decessi x10mila abitanti) e per sesso, Puglia – Periodo 1998-2004

Fonte: Osservatorio Epidemiologico Regionale. Analizzando, invece, la cause di mortalità per fascia d’età si evidenzia come nella fascia d’età 15-34 anni assume una certa rilevanza la mortalità per causa accidentale (con un tasso di 2,27 decessi per 10.000 abitanti su un totale di 4,3 per tale fascia d’età nel 2004); nella fascia 35-59 anni compare in modo significativo la mortalità per tumori (con un tasso di 9,8 decessi su 10.000 abitanti cu un totale di 20,78) che raggiunge un valore di 58,44 per 10.000 abitanti su un totale di 129,24 nella fascia 60-74 anni. Risultano in crescita i decessi per tumori, per diabete, per malattie del sistema nervoso (queste ultime comprendenti le diverse forme di demenza) nell’ultima fascia di età (>75 anni). In particolare, risultano in aumento le morti per tumori maligni della mammella della donna, della prostata e del tessuto linfatico ed emopoietico negli ultrasettantacinquenni. Sono in diminuzione, invece, le morti per malattie dell’apparato cardiocircolatorio, con particolare riferimento ai disturbi del circolo cerebrale, e per malattie dell’apparato respiratorio e digerente nella fascia 60-74 anni. Calcolando i rapporti standardizzati di mortalità nei singoli Comuni pugliesi si evidenziano aggregazioni territoriali a mortalità più elevata. Nei maschi, il fenomeno riguarda, in particolar modo, gran parte della provincia di Foggia, alcuni Comuni dell’area metropolitana MTB, l’area della BAT, alcuni Comuni a nord di Brindisi ed il basso Salento. Nelle femmine, la mortalità più elevata si

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concentra in alcuni Comuni a nord di Foggia, nell’area della BAT e in alcuni Comuni a nord di Bari, come mostrato nella figura seguente. Figura 7-20. Rapporti standardizzati di mortalità, per comune, puglia, maschi e femmine – Periodo 1998-2004

Fonte: Osservatorio Epidemiologico Regionale. Dalla figura seguente riferita alla mortalità per causa tumore, si evidenzia un’elevata mortalità per tumori nei residenti maschi nella provincia di Lecce, in alcuni comuni a nord di Brindisi, nel comune di Taranto, nel comune di Bari, nell’area del nord barese, nel comune di Foggia e, a macchia di leopardo, in tutta l’area di Capitanata. Nelle femmine, invece, la mortalità per tumori è superiore alla media regionale nei comuni di Bari e del nord barese e nei comuni di Foggia, Lecce e Taranto.

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Figura 7-21. Rapporti standardizzati di mortalità per tumore, per comune, puglia, maschi e femmine – Periodo 1998-2004

Fonte: Osservatorio Epidemiologico Regionale.

7.8.4. Indicatori di contesto selezionati

Sub Tematica Indicatore Unità di misura

Fonte Dettaglio

Popolazione residente in MTB (totale e per fasce d’età)

Quadro demografico

Saldo migratorio

Mortalità Tassi di mortalità per causa

7.8.5. Fonti bibliografiche

ISTAT- VARI ANNUARI 1999-2006. Relazione sullo stato della salute pugliese 2006 – OER, ARES, Regione Puglia.

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7.9. RISCHIO ANTROPOGENICO

7.9.1. Inquadramento generale

L’analisi del contesto ambientale in relazione alla componente ambientale “rischio antropogenico” può essere attuata attraverso la descrizione del rischio industriale, associato in particolare alle attività tecnologiche, fra cui sono annoverate l’industria, l’energia (trasporti condottati di combustibili), il trasporto (su ruota o su ferro) e lo stoccaggio di merci pericolose, le telecomunicazioni (campi elettromagnetici). I principali riferimenti normativi (comunitari, nazionali e regionali) che definiscono obiettivi, modalità e valori soglia per tali analisi sono: - Direttiva Comunitaria 96/82/CE (Direttiva “Seveso II”), sul controllo dei pericoli di incidenti

rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose, recepita in Italia il 17 agosto 1999 con il Decreto Legislativo n. 334;

- Direttiva Comunitaria 2003/105/CE (Direttiva “Seveso III”), recepita in Italia il 21 settembre 2005 con il Decreto Legislativo n. 238

- Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici del 9 maggio 2005, che definisce i “Requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante”;

- Delibera G.R. 1388/2006 relativa alle procedure tecnico amministrative per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale.

7.9.2. Rischio industriale e tecnologico

L’analisi della situazione di riferimento relativa al rischio industriale sarà espressa attraverso la descrizione e l’approfondimento di opportuni indicatori in grado di fornire un quadro complessivo del settore. Gli indicatori sono quelli normati dal D.Lgs. 334/99, dal D.Lgs. 238/05 e dal D.M. 9/5/2001. Fonti di dati

I dati relativi alle attività a rischio di incidente rilevante in MTB, come su tutto il territorio nazionale, sono trasmessi dai gestori secondo la specifica tipologia di adempimento ai sensi del D.Lgs. 334/99. Tali dati sono raccolti, validati ed elaborati dal MATTM (Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare) e dall’APAT, anche mediante comparazione con le informazioni in possesso delle Regioni e delle Agenzie regionali territorialmente competenti. Si evidenzia una criticità in relazione all’aggiornamento dei dati per il 2006 relativi alle attività normate dall’art.8, a seguito dell’entrata in vigore del D.Lgs. 238/05, che ha comportato un ritardo nella conclusione delle attività istruttorie sui Rapporti di Sicurezza (aggiornati dai gestori ai sensi del D.Lgs. 238/05) a cura delle Autorità competenti. Indicatori e criticità

Nell’area MTB le informazioni raccolte nel triennio 2003-2005 (ARPA, 2006) delineano una criticità per quanto attiene il numero di stabilimenti presenti a rischio di incidente rilevante. L’area metropolitana Terra di Bari risulta, infatti, l’area con maggiore concentrazione numerica degli stabilimenti a incidente rilevante della Puglia (se si escludono i 2 impianti di Trani e di Altamura, i dati riferibili a MTB coincidono con i dati aggregati della intera Provincia di Bari). Particolare criticità é da evidenziarsi nei depositi di gas liquefatti e di oli minerali, soggetti ad artt. 6 e 8 del D.Lgs. 334/99, la cui concentrazione è maggiore nel Comune capoluogo. Numero e distribuzione degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante: Tra il 2004 e il 2006 il numero degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante (RIR) sul territorio di MTB è rimasto sostanzialmente invariato e nel 2006 conferma MTB quale area caratterizzata dal maggior numero di stabilimenti (pari a 16). Sono inclusi in questa valutazione gli stabilimenti afferenti agli artt. 6, 7 e

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8 del D.Lgs. 334/99. Sono esclusi quelli afferenti all’art. 5, comma 2 e 3, a causa della difficoltà riscontrata nel reperimento dei dati. Tabella 7-36. Distribuzione provinciale degli stabilimenti in Puglia soggetti al D. Lgs. 334/99 2004 – Anni 2004-2006 Ottobre 2004

Ottobre 2005

Ottobre 2006

Fonte: ARPA 2006, su dati elaborati dal Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare. Analizzando la distribuzione geografica degli stabilimenti a rischio per Comune nel biennio 2005-2006, si nota che il comune di MTB con più di quattro stabilimenti a rischio è quello di Bari (conta 4 stabilimenti). Bisogna evidenziare come alla concentrazione di impianti RIR sia associato anche il rischio nei trasporti di merci e sostanze pericolose, che rimane escluso dalle competenze del D.Lgs. 334/99 come modificato dal D.Lgs. 238/05.

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Tabella 7-37. Distribuzione degli stabilimenti RIR per Comune al 31.12.2005

Fonte: ARPA, Relazione sullo stato dell’ambiente, 2006 Tipologie di stabilimenti a rischio di incidente rilevante: Le tipologie di attività a rischio presenti in Puglia nel biennio 2005-2006 confermano per MTB la preponderanza dei depositi delle sostanze pericolose rispetto agli impianti di processo. Dalla figura successiva è possibile osservare che il maggior numero di stabilimenti a rischio presenti nel territorio di MTB sono depositi, in particolare quelli di gas liquefatti e di oli minerali, seguono gli stabilimenti per la produzione e/o deposito di esplosivi ed i depositi di fitosanitari. Tali impianti risultano costituire circa il 40% del numero complessivo su scala regionale. Il “numero” di impianti, tuttavia, non è un indicatore di pericolosità adeguato se non viene valutato unitamente alla complessità del processo, alle dimensioni degli impianti ed alle sostanze trattate: sebbene la concentrazione di attività a rischio in MTB sia maggiore rispetto a quella riscontrabile in tutti gli altri territori, la conseguente pericolosità non è confrontabile con quella dei poli siderurgico e petrolchimico di Taranto e Brindisi.

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Tabella 7-38. Distribuzione provinciale per tipologia di processo degli stabilimenti soggetti al D. Lgs. 334/99 in Puglia

Fonte: ARPA, Relazione sullo stato dell’ambiente, 2006

Quantitativi di sostanze e preparati pericolosi negli stabilimenti a rischio di incidente rilevante: Dall’analisi dei quantitativi di sostanze e preparati pericolosi detenuti è possibile trarre informazioni sulla tipologia di sostanze o categorie di sostanze/preparati pericolosi più diffusi negli stabilimenti a rischio di incidente rilevante, presenti sul territorio di MTB; conseguentemente è possibile conoscere le tipologie di rischio con le quali il sistema dei controlli (messi in atto dai gestori e dalle Autorità) deve confrontarsi. Questo indicatore consente di stimare la natura prevalente dei rischi cui sono soggetti l’uomo, l'aria, il suolo, il sottosuolo, la falda e le acque superficiali in relazione alla presenza di determinate sostanze e preparati pericolosi negli stabilimenti a rischio di incidente rilevante. Quantitativi di sostanze e preparati pericolosi per l’ambiente presenti in ciascun comune (frasi di rischio R50 o R51/53): Dall’analisi dell'indicatore è possibile trarre alcune considerazioni iniziali sulla mappa del rischio industriale in MTB. Tale informazione consente, infatti, di evidenziare i quantitativi di sostanze e/o preparati pericolosi per l'ambiente presenti negli stabilimenti a rischio di incidente rilevante (RIR) prendendo come unità territoriale di riferimento il singolo comune. Si tratta di informazioni fornite dai gestori alle Autorità competenti (tra cui il MATTM) ai sensi di specifici obblighi previsti dal D.Lgs. 334/99, che prevede sanzioni amministrative e penali in caso di mancata o carente dichiarazione. Allo stato attuale non risultano presenti in MTB Comuni in cui ricadano uno o più stabilimenti con quantitativi di sostanze pericolose per l'ambiente > di 25.000 t, considerata quale soglia di rischio. Numero di Incidenti Rilevanti Verificatosi: Nell’ambito degli Stabilimenti rientranti nella disciplina della Direttiva 2003/105/CE, recepita dal D.Lgs. 238/05, nel triennio 2003-2005 non si sono verificati incidenti rilevanti. Sarebbe, tuttavia, opportuno valutare anche i possibili “malfunzionamenti” o “quasi incidenti”, che possono rappresentare un indice di affidabilità degli impianti analizzati. Ciò permetterebbe anche di monitorare i fattori emissivi la cui diffusione può causare immissioni nocive per la salute dei lavoratori e delle popolazioni residenti nelle immediate vicinanze. Le normative ambientali e le prescrizioni nei confronti delle industrie a rischio di incidente rilevante impongono l’adozione di sistemi di monitoraggio sempre più efficienti e tali da garantire le migliori condizioni di sicurezza.

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7.9.3. Indicatori di contesto selezionati

Tematica Indicatore Unità di misura Fonte Dettaglio

Stabilimenti a rischio di incidente rilevante

numero MATTM, APAT, ARPA Regionale; Provinciale; comunale

Comuni con 4 o più stabilimenti a rischio di incidente rilevante

numero MATTM, APAT, ARPA Regionale; Provinciale; comunale

Quantitativi di sostanze e preparati pericolosi negli stabilimenti a rischio di incidente rilevante

tonnellata (t) MATTM, APAT, ARPA Regionale; Provinciale

Quantitativi di sostanze e preparati pericolosi per l’ambiente presenti in ciascun comune (frasi di rischio R50 o R51/53)

tonnellata (t) MATTM, APAT, ARPA Regionale; Provinciale

Rischio industriale e tecnologico

Numero di Incidenti Rilevanti Verificatosi

numero MATTM, APAT, ARPA Regionale; Provinciale; comunale

7.9.4. Fonti bibliografiche

Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del Mare APAT (2007), Annuario dei dati ambientali 2007 ARPA PUGLIA (2006), Relazione sullo Stato dell’Ambiente 2006

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8. CRITICITA’ AMBIENTALI PER LA VALUTAZIONE DEL PIANO Sulla base delle analisi ambientali contenute nel capitolo precedente, sono state individuate le principali criticità ambientali di MTB, rispetto alle quali valutare gli effetti ambientali delle azioni di Piano. Esse sono descritte nel paragrafo successivo. Laddove possibile, è stata fatta una valutazione dello stato attuale di ognuna di queste variabili nei 31 comuni di MTB, ottenendo una tabella riassuntiva delle criticità, per classi, riportata nel par. 8.2. Tali classificazioni consentiranno di contestualizzare le valutazioni ambientali di cui al capitolo 9 in rapporto alle caratteristiche delle diverse aree di MTB. In questa fase la classificazione è fatta utilizzando, come unità di analisi, l’intera superficie amministrativa dei comuni. Si rimandano le valutazioni di maggior dettaglio ad approfondimenti a scala comunale.

8.1. Principali criticità individuate

8.1.1. Stato quali-quantitativo delle falde

L’analisi della componente acqua fatta nel capitolo precedente ha fatto emergere in modo chiaro lo stato di compromissione quali-quantitativa delle risorse idriche in MTB. Un indicatore sintetico di tale crititicà può essere costruito a partire dall’individuazione delle aree soggette a specifiche prescrizioni di tutela quali-quantitativa da parte del Piano di Tutela delle Acque (PTA), riassunte nella tabella seguente. L’attribuzione del livello di ciritictà si è, quindi, basata sulla valutazione della tipologia e dell’estensione delle aree sotto riportate all’interno di ciascun territorio comunale. Tabella 8-1. Aree soggette prescrizioni di tutela quali-quantitativa in MTB

Tipologia Comuni interessati Caratteristiche Misure di tutela previste dal PTA Aree interessate da contaminazione salina

Fascia costiera dei comuni di Molfetta, Giovinazzo, Bari, Mola di Bari, Polignano, oltre a parte del territorio di Corato, Terlizzi, Bitonto, Modugno, Valenzano, Capurso, quasi tutto il territorio di Triggiano, Noicattaro, Rutigliano, Conversano

Aree sottoposte a stress per eccesso di prelievo e caratterizzati da contaminazione salina

Misure molto restrittive di tutela quali-quantitativa dei corpi idrici sotterranei con sospensione del rilascio di concessioni per usi irrigui, industriali e civili non potabili

Aree di tutela quali-quantitativa

Fascia contermine della precedente interessante i comuni di: Ruvo, Molfetta, Terlizzi, Giovinazzo, Bitonto, Modugno, Bari, Adelfia, Valenzano, Capurso, Cellamare, Casamassima, Noicattaro, Rutigliano, Turi, Mola, Conversano, Polignano

Aree sottoposte a stress per prelievo e a rischio di contaminazione salina

Misure di tutela quali-quantitativa dei corpi idrici sotterranei, con subordino delle nuove concessioni e del rinnovo delle vecchie alla verifica della situazione della falda

Zone di protezione speciale idrogeologica A

Fascia murgiana dei comuni di: Corato, Ruvo, Bitonto, Toritto, Cassano, oltre una piccola area interna del territorio di Polignano

Aree con presenza di acquiferi carsici strategici per la Regione in virtù del loro bilancio idrogeologico positivo e bassa antropizzazione del suolo

Misure di salvaguardia idrogeologica. In particolare, divieto di: - realizzazione di opere che alterino

il regime naturale delle acque - spandimento di fanghi - scarnificatura del suolo - manomissioni di formazioni

carsiche - realizzazione di nuovi depuratori

Zone di protezione speciale idrogeologica B1

Sannicadro, Adelfia, Acquaviva, Cassano, CasamassimaCellamare, Sammichele, Gioia e una piccola parte del territorio di Turi

Aree a prevalente ricarica caratterizzate da sistemi carsici evoluti e modesta

Misure di salvaguardia idrogeologica. In particolare, divieto di: - realizzazione di opere che alterino

il regime naturale delle acque - spandimento di fanghi

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antropizzazione - scarnificatura del suolo Zone di protezione speciale idrologica C

Porzione centrale del territorio dei comuni di Corato e Ruvo

Aree a prevalente ricarica afferenti ad acquiferi strategici

Sospensione di nuove concessioni per le derivazioni

Fonte: Nostre elaborazioni su dati del Piano di Tutela delle Acque.

8.1.2. Qualità dell'aria

Un’utile classificazione dell’area metropolitana in base alla qualà dell’aria è stata fatta dal Piano Regionale della Qualità dell’Aria, che suddivide i comuni in base alla fonte principale di inquinamento (per ulteriori dettagli si veda il capitolo precedente, in particolare il par. 7.4.3). Ai fini del nostro studio, si è deciso di attribuire una criticità alta ai comuni il cui inquinamento deriva dalla combinazione di traffico veicolare e attività produttive, una criticità media ai comuni caratterizzati dalla prevalenza di una sola delle precedenti fonti di inquinamento e una criticità bassa a quelli dove non si rilevano valori di qualità dell’aria critici, né la presenza di insediamenti industriali di rilievo.

8.1.3. Rischio di desertificazione

Il rischio di desertificazione è stato calcolato pesando il contributo delle diverse classi di rischio sulla base dei dati ad oggi disponibili, come riportati nel capitolo precedente.

8.1.4. Cura del paesaggio costiero

Lo stato di degrado del paesaggio costiero rappresenta senza dubbio una criticità importante dell’area MTB, come ampiamente descritto nel capitolo precedente dove sono stati descritti sia indicatori che misurano l’entità del degrado in essere (ad esempio attraverso la lunghezza della costa non balneabile) che specifici fattori di pressione (ad esempio l’aumento dell’edificazione lungo la costa), oltre che indicatori di criticità e sensibilità all’erosione elaborati dal Piano Regionale delle Coste. Data la natura delle valutazioni di cui sopra e il loro carattere puntuale non è stato possibile ottenere un unico indicatore sintetico di criticità rappresentativo dello stato di conservazione del paesaggio costiero. Nelle valutazioni degli impatti del piano, pertanto, le considerazioni verranno riferite al modo in cui le azioni previste sono potenzialmente in grado di incidere su uno o più degli aspetti sopra citati.

8.1.5. Rischio e pericolosità idrogeologica

Come già osservato nel capitolo precedente, in MTB ricadono aree significative caratterizzate da classi elevate di rischio idrogeologico e pericolosità idraulica e da frana così come definite dal PAI. Ai fini delle nostre analisi la classe di criticità è stata attribuita sulla base del livello di pericolosità/rischio e dell’estensione delle aree perimetrate dal PAI all’interno di ciascun comune di MTB.

8.1.6. Presenza di naturalità diffusa e verde urbano

Non potendo disporre, al momento, di indicatori affidabili sulla presenza di verde urbano, al fine di individuare una classe di criticità allo stato attuale per i diversi comuni si è utilizzato, come proxy, la sola presenza di naturalità diffusa. Essa è stata calcolata sulla base della percentuale di territori boscati e ambienti semi-naturali, come ricavati dai dati Corine Land Cover del 1999.

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8.1.7. Cura del paesaggio rurale

Al momento non sono disponibili indicatori sintetici su questa criticità. Si rimanda, tuttavia, alle analisi e agli indicatori descritti nel capitolo sul paesaggio di cui al capitolo precedente.

8.1.8. Consumo di suolo

Tale criticità è stata calcolata sulla base delle valutazioni fatte dal PTCP sull’area totale urbanizzata nei vari comuni. Tale dato è stato calcolato dal PTCP sulla base di un’interpretazione cartografica di dati relativi al 1949, 1973, 1999 e 2005. In particolare, l’attribuzione delle classi di criticità per la VAS è stata valutata sulla base dell’incremento percentuale di superficie urbanizzata nel periodo 1973-2005. Tale criticità è stata corretta al rialzo nei casi di picchi di urbanizzazione nel periodo 1990-2005, significativi di più recenti tendenze al consumo di suolo non evidenziabili nel medio periodo (1973-2005) di riferimento.

8.1.9. Sprawl urbano e insediamento diffuso

Tale criticità è stata calcolata valutando l’incidenza delle nuove abitazioni sparse rispetto al totale delle nuove abitazioni nel periodo 1991-2001, in relazione all’incremento delle abitazioni nei centri abitati e nei nuclei abitati. Tale indicatore è stato considerato significativo di una tendenza critica alla diffusione di un modello di insediamento disperso, fatto principalmente di seconde case, e di una contemporanea tendenza alla non manutenzione dei nuclei urbani già presenti. Per maggiori dettagli si vedano le analisi contenute nel capitolo precedente.

8.1.10. Produzione non sostenibile di rifiuti

Tale criticità è stata calcolata sulla base della valutazione delle percentuali di raccolta differenziata sul totale fatta nei diversi comuni di MTB. Per maggiori dettagli si vedano le analisi contenute nel capitolo precedente.

8.1.11. Elevati consumi energetici

Tale criticità è stata calcolata sulla base della valutazione dei consumi energetici pro-capite in MTB. Per maggiori dettagli si vedano le analisi contenute nel capitolo precedente.

8.1.12. Qualità architettonica e urbana

Al momento non sono disponibili indicatori sintetici per questa criticità. Si rimanda, tuttavia, alle analisi di dettaglio e agli indicatori descritti in relazione alla componente “paesaggio” di cui al capitolo precedente.

8.1.13. Rischio di incidente tecnologico

Tale criticità è stata calcolata sulla base del numero e della pericolosità degli stabilimenti a rischio di incidente rilevanti presenti nei 31 comuni di MTB. Anche in questo caso di rimanda al capitolo precedente (sezione dedicata alla componente “rischio antropogenico”) per i dettagli e gli approfondimenti del caso.

8.1.14. Presenza di siti potenzialmente inquinati

Al momento non è stato possibile ottenere una ubicazione di dettaglio dei disponibili sulla presenza di siti potenzialmente inquinati (disponibili aggregati su scala provinciale). Si rimanda, tuttavia, alle

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analisi di dettaglio e agli indicatori descritti in relazione alla componente “suolo e rischi naturali” di cui al capitolo precedente.

8.1.15. Popolazione e salute umana

Data la complessità delle valutazioni in oggetto e i molteplici aspetti coinvolti in tale criticità non è stato possibile costruire un indicatore sintetico sufficientemente rappresentativo. Nelle valutazioni degli impatti del piano, pertanto, le considerazioni verranno riferite al modo in cui le azioni previste sono potenzialmente in grado di incidere su uno o più degli aspetti che concorrono al miglioramento/peggioramento della salute umana, come dettagliatamente descritti nel capitolo precedente, in relazione alla componente “popolazione e salute umana”.

8.2. Caratterizzazione di MTB rispetto alle criticità individuate

Si riporta di seguito lo specchietto riassuntivo delle classi di criticità per comune, relativamente agli indicatori di criticità precedentemente definiti. Legenda: Criticità alta Criticità media Criticità bassa n.d. Criticità non definibile

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Tabella 8-2. Caratterizzazione di MTB rispetto alla criticità individuate

COMUNE

Stato quali-quantitativo falde

Qualità dell'aria

Rischio di desertificazione

Paesaggio costiero

Rischio e pericolosità idrogeologica

Presenza di naturalità diffusa e verde urbano

Cura del paesaggio rurale

Consumo di suolo

Sprawl urbano e insediamento diffuso

Produzione non sostenibile di rifiuti

Elevati consumi energetici

Qualità architettonica e urbana

Rischio di incidente tecnologico

Presenza di siti potenzialmente inquinati

Popolazione e salute umana

ACQUAVIVA DELLE FONTI n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.ADELFIA n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.BARI n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.BINETTO n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.BITETTO n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.BITONTO n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.BITRITTO n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.CAPURSO n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.CASAMASSIMA n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.CASSANO DELLE MURGE n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.CELLAMARE n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.CONVERSANO n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.CORATO n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.GIOIA DEL COLLE n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.GIOVINAZZO n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.GRUMO APPULA n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.MODUGNO n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.MOLA DI BARI n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.MOLFETTA n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.NOICATTARO n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.PALO DEL COLLE n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.POLIGNANO A MARE n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.RUTIGLIANO n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.RUVO DI PUGLIA n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.SAMMICHELE DI BARI n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.SANNICANDRO DI BARI n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.TERLIZZI n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.TORITTO n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.TRIGGIANO n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.TURI n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.VALENZANO n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

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9. VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI DEL PIANO E RACCOMANDAZIONI PER IL MIGLIORAMENTO DELLE RICADUTE AMBIENTALI

In questo capitolo è stata fatta una valutazione dei potenziali effetti positivi e/o negativi che le azioni previste dal Piano Strategico possono avere sulle criticità ambientali individuate al punto precedente. Mentre nel paragrafo 9.1. è riportata una descrizione sintetica di tali effetti, nel paragrafo successivo sono discusse, in relazione ad ogni specifica linea di azione, le motivazioni delle valutazioni unitamente ai suggerimenti per mitigarne eventuali effetti negativi e/o migliorarne gli impatti positivi.

9.1. Valutazione sintetica degli impatti ambientali del piano Si riporta di seguito la tabella con le valutazioni dei potenziali impatti di ogni azione del Piano sulle criticità precdedentemente definite. Legenda:

impatto generalmente positivo degli interventi previsti

impatto moderatamente negativo degli interventi previsti

impatto decisamente negativo degli interventi previsti

impatto pressocchè nullo

impatto positivo di alcuni degli interventi previsti e pressocchè nullo di altri

impatto moderatamente negativo di alcuni degli interventi previsti e pressocchè nullo di altri

impatto decisamente negativo di alcuni degli interventi previsti e pressocchè nullo di altri

impatto moderatamente negativo di alcuni degli interventi previsti e positivo di altri

impatto decisamente negativo di alcuni degli interventi previsti e moderatamente negativo di altri

impatto decisamente negativo di alcuni degli interventi previsti e potenziale impatto positivo di altri

↑ possibili incrementi degli impatti positivi attraverso la costruzione di sinergie con altre azioni o specifiche attenzioni da adottare in fase di progettazione di dettaglio

↓ possibili mitigazioni degli impatti negativi attraverso specifiche attenzioni da adottare in fase di progettazione di dettaglio

n.d. valutazione non disponibile per mancanza di dati ambientali o per insufficiente caratterizzazione progettuale degli interventi

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Obiettivo specifico Obiettivi operativi Linee di azione

Bilancio idrico, stato quali-quantitativo falde

Qualità dell'aria

Rischio di desertificazione

Paesaggio costiero

Rischio e pericolosità idrogeologica

Presenza di naturalità diffusa e verde urbano

Cura del paesaggio rurale

Consumo di suolo

Sprawl urbano e insediamento diffuso

Produzione non sostenibile di rifiuti

Elevati consumi energetici

Qualità architettonica e urbana

Rischio di incidente tecnologico

Presenza di siti potenzialmente inquinati

Popolazione e salute umana

1.1.1 Consorzio Mobilità MTB ↑ ↑1.1.2 Rete di stazioni multimodali ↑ ↓ ↑1.1.3 Terminal bus extramurale Capruzzi ↑ ↑1.1.4 Tram treno ↑ ↑1.1.5 Tram del mare ↑ ↓ ↑

1.2 Garantire la mobilità dolce 1.2.1 Reti ciclabili MTB ↑ ↑ ↑

1.3.1 Car Sharing metropolitano ↑1.3.2 Transizione verde al trasporto su strada ↑ ↑ ↓

1.4.1 Reti viarie peri-urbane ↓ ↓ ↓ ↓ ↑

1.4.2 Infomobilità MTB ↑ ↑2.1.1. Realizzazione di Progetti Integrati multisettoriali ↓ ↑2.1.2. Completamento della dotazione di centri polivalenti, palazzetti dello sport e centri sportivi in tutti i comuni di MTB ↓ ↑2.1.3. Laboratori territ. di interazione creativa2.2.1. Realizzazione e/o riqualificazione di aree a verde attrezzato ↑2.2.2. Bonifica e riqualificazione di siti inquinati in aree urbane ↑2.2.3. Riqualificazione di piazze e parcheggi ↑2.2.4. Realizzazione di punti sport ↓ ↑

2.3. Rafforzamento dell'accessibilità e della qualità degli spostamenti interni

2.3.1. Realizzazione di strade giardino e isole pedonali residenziali

↑ ↑3.1. Connessione delle emergenze storiche, archeologiche e naturalistiche delle lame

3.1.1. Connessione delle emergenze storiche, archeologiche e naturalistiche delle lame

↑3.2. Risanamento e bonifica delle situazioni di maggior degrado in lama

3.2.1. Risanamento e bonifica delle situazioni di maggior degrado in lama

3.3. Regimentazione idraulica nei tratti a rischio idrogeologico

3.3.1. Regimentazione idraulica nei tratti a rischio idrogeologico

n.d.3.4. Recupero e riqualificazione dei siti storico-archeologici di particolare interesse

3.4.1. Recupero e riqualificazione dei siti storico-archeologici di particolare interesse

CriticitàLinee di Azione del Piano Strategico MTB

2. Riqualificare e riconnettere le aree urbane marginali

2.1. Realizzazione di servizi alla residenza e spazi per attività culturali e sportive

2.2. Riqualificazione degli spazi pubblici

3. Creazione e potenziamento delle connessioni tra le infrastrutture verdi e storiche

1. Migliorare l'accessibilità interna a supporto della coesione territoriale, dell'inclusione sociale, dello sviluppo locale e della valorizzazione degli ambiti strategici

1.1 Incrementare l’uso del trasporto pubblico

1.3 Ridurre le emissioni inquinanti

1.4 Incrementare la qualità e la sicurezza degli spostamenti con l’auto

Pagina 166

Obiettivo specifico Obiettivi operativi Linee di azione

Bilancio idrico, stato quali-quantitativo falde

Qualità dell'aria

Rischio di desertificazione

Paesaggio costiero

Rischio e pericolosità idrogeologica

Presenza di naturalità diffusa e verde urbano

Cura del paesaggio rurale

Consumo di suolo

Sprawl urbano e insediamento diffuso

Produzione non sostenibile di rifiuti

Elevati consumi energetici

Qualità architettonica e urbana

Rischio di incidente tecnologico

Presenza di siti potenzialmente inquinati

Popolazione e salute umana

4.1. La collana di perle . Rigenerare la qualità del fronte costiero come attrattore internazionale

4.1.1 Le perle . Promuovere la grande architettura di un nuovo fronte a mare

n.d. n.d. n.d. n.d.4.2.1 Consolidamento e protezione della costa in contrasto ai fenomeni erosivi e all'inquinamento n.d.4.2.3 Riqualificazione delle aree urbane marginali lungo la fascia costiera ↑ n.d. ↓5.1.1 Attivazione di una rete di Laboratori per la valorizzazione della Città storica ↑ ↑ ↑5.1.2 Istituzione di una Scuola artigiana per la conservazione della Città storica ↑ ↑5.1.3 Creazione di un fondo per la manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio storico finalizzata al miglioramento della qualità abitativa e alla trasformazione d'uso compatibile ↑ ↑ ↑5.2.1 Riqualificazione delle pavimentazioni e delle reti dei sottoservizi stradali5.2.2 Riqualificazione di piazze, spazi aperti e arredo urbano ↑ ↑5.2.3. restauro degli edifici pubblici e dei complessi monumentali5.3.1 Costituzione di archivi conoscitivi per l’intervento nella Città storica ↑ ↑5.3.2 Innovazione e integrazione degli interventi di recupero e di riqualificazione ↑

5.4. Il recupero della bellezza del territorio storico : Riattivare le connessioni tra il patrimonio storico diffuso e i nuclei urbani della Città storica

5.4.1 Realizzazione di un Museo territoriale del patrimonio diffuso

5.5.1 Realizzazione di parcheggi scambiatori in prossimità dei nuclei storici urbani ↑5.5.2 Realizzazione di sistemi di dissuasione e di monitoraggio dell'accesso automobilistico 5.5.3 Realizzazione di nuove viabilità per la deviazione degli attraversamenti automobilistici n.d. ↓

Linee di Azione del Piano Strategico MTB Criticità

4. Promuovere processi di riqualificazione della costa come fronte sull’Adriatico.

4.2. 70 km di costa risanata. Salvaguardare il paesaggio costiero dal degrado naturale

5. Valorizzare la città storica

5.1. La costruzione quotidiana della storia collettiva :recuperare la capacità degli abitanti di manutenere la città

5.2. La valorizzazione del patrimonio urbano :Riqualificare gli spazi e i luoghi pubblici dei nuclei storici urbani

5.3. L'elaborazione della conoscenza operativa :Sperimentare

5.5. Muoversi a misura d’uomo :Sperimentare nuovi sistemi di accessibilità e mobilità nei nuclei storici urbani

Pagina 167

Obiettivo specifico Obiettivi operativi Linee di azione

Bilancio idrico, stato quali-quantitativo falde

Qualità dell'aria

Rischio di desertificazione

Paesaggio costiero

Rischio e pericolosità idrogeologica

Presenza di naturalità diffusa e verde urbano

Cura del paesaggio rurale

Consumo di suolo

Sprawl urbano e insediamento diffuso

Produzione non sostenibile di rifiuti

Elevati consumi energetici

Qualità architettonica e urbana

Rischio di incidente tecnologico

Presenza di siti potenzialmente inquinati

Popolazione e salute umana

6.1. Migliorare l’accessibilità, la fruibilità e l'attrattività delle aree rurali

6.1.1. Ammodernamento delle strade rurali e creazione di percorsi ecologici

6.2.1. Promozione dei prodotti di MTB n.d. ↑

6.2.2. Certificazione delle produzioni alimentari a garanzia della salute e della sostenibilità ambientale. ↑ ↓7.1.1. STUDIARE NUOVI MODELLI DI APPROVVIGIONAMENTO E DI DISTRIBUZIONE DELLA RISORSA IDRICA PER USI DIVERSI DAL POTABILE7.1.2. RIDURRE LE PERDITE NELLE RETI DI DISRIBUZIONE ESISTENTI7.1.3. DIFFONDERE LA CULTURA DELL’ACQUA7.1.4. REALIZZARE SISTEMI DI RIUTILIZZO E RECUPERO DELLE ACQUE7.2.1. RISANARE E COMPLETARE LE RETI DI FOGNATURA NERA ↑ ↑ ↓7.2.2. MIGLIORARE L’EFFICIENZA DEPURATIVA DEGLI IMPIANTI DI TRATTAMENTO ↑ ↑ ↓7.2.3. REALIZZARE E/O ADEGUARE LE RETI DI DRENAGGIO URBANO ↑ ↑ ↑7.2.4. DISCONNETTERE LE FOGNATURE MISTE ↑ ↑ ↑7.3.1. ATTENUARE GLI IMPATTI DEGLI SCARICHI DEGLI IMPIANTI DI DEPURAZIONE ↑ ↑7.3.2. REALIZZARE RETI IDRICHE E FOGNARIE NELLE AREE COSTIERE E NELLE AREE RURALI ↑ ↑ ↓

Linee di Azione del Piano Strategico MTB Criticità

6. Valorizzare le specificità del territorio rurale di MTB, preservando la tradizione e favorendo l’innovazione

6.2. Valorizzare le produzioni agricole locali e sviluppare il mercato agroalimentare

7. MTB: modello nazionale di “gestione virtuosa della risorsa idrica”

7.1RAZIONALIZZARE I CONSUMI E RIDURRE GLI SPRECHI

7.2TUTELARE CORPI IDRICI E SUOLO DALL’INQUINAMENTO

7.3INCREMENTARE LA FRUIBILITÀ DELLE AREE COSTIERE E DI QUELLE CON POTENZIALE

Pagina 168

Obiettivo specifico Obiettivi operativi Linee di azione

Bilancio idrico, stato quali-quantitativo falde

Qualità dell'aria

Rischio di desertificazione

Paesaggio costiero

Rischio e pericolosità idrogeologica

Presenza di naturalità diffusa e verde urbano

Cura del paesaggio rurale

Consumo di suolo

Sprawl urbano e insediamento diffuso

Produzione non sostenibile di rifiuti

Elevati consumi energetici

Qualità architettonica e urbana

Rischio di incidente tecnologico

Presenza di siti potenzialmente inquinati

Popolazione e salute umana

8.1.1 Installazione di impianti fotovoltaici a servizio degli edifici pubblici n.d. ↑8.1.2 Interventi per il miglioramento dell’efficienza energetica dei sistemi di pubblica illuminazione ↓ ↓8.1.3 Censimento energetico degli edifici comunali 8.1.4 Interventi per il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici pubblici comunali 8.2.1 Progetto pilota per l’armonizzazione e la rivisitazione dei regolamenti edilizi comunali della MTB in chiave di sostenibilità energetica e ambientale 8.2.2 Progetto pilota per l’individuazione della producibilità da eolico dell’area metropolitana mediante ridefinizione delle mappe del vento e individuazione delle aree da proteggere ↓ ↓ ↓8.2.3 Progetto pilota/studio di fattibilità sulla Generazione Distribuita per determinare gli impatti e le soluzioni tecniche per il raggiungimento di un grado di penetrazione del rinnovabile del 50%; 8.2.4 Campagna di sensibilizzazione per l’uso efficiente dell’energia 8.2.5 Realizzazione di una Agenzia per l'Energia8.3.1 Realizzazione di una filiera corta e di un centro di raccolta, stoccaggio e recupero energetico da biomasse a Noicattaro ↓8.3.2 Progetto pilota per la realizzazione di un distretto energetico per la produzione di servizi energetici e ambientali integrati n.d. ↓ n.d. ↓

Criticità

8.3 Realizzazione di grandi progetti sperimentali per la fornitura e la produzione di servizi energetici innovativi

Linee di Azione del Piano Strategico MTB

8. Incrementare la domanda e l’offerta di servizi energetici integrati, innovativi ed efficienti

8.1 Azzeramento della dipendenza da fonti energetiche convenzionali nella Pubblica Amministrazione

8.2 Instaurare le condizioni economiche, normative e tecnologiche che rendano possibile il raggiungimento di un grado di penetrazione del rinnovabile del 50% nel 2035

Pagina 169

Obiettivo specifico Obiettivi operativi Linee di azione

Bilancio idrico, stato quali-quantitativo falde

Qualità dell'aria

Rischio di desertificazione

Paesaggio costiero

Rischio e pericolosità idrogeologica

Presenza di naturalità diffusa e verde urbano

Cura del paesaggio rurale

Consumo di suolo

Sprawl urbano e insediamento diffuso

Produzione non sostenibile di rifiuti

Elevati consumi energetici

Qualità architettonica e urbana

Rischio di incidente tecnologico

Presenza di siti potenzialmente inquinati

Popolazione e salute umana

9.1.1. Green procurement: piano di coordinamento per gli acquisti verdi e borsa rifiuti.

9.1.2. Interoperabilità: piano di attuazione per facilitare il dialogo e la collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti nella gestione dei rifiuti e la cittadinanza e per garantire il coordinamento tra gli ATO

9.2.1 Mi rifiuto di sprecare: Azioni per la riduzione della produzione dei rifiuti 9.2.2 Incentivare la raccolta differenziata presso le singole municipalità. 9.3.1 Potenziamento dell’attuale dotazione impiantistica per la chiusura del ciclo dei rifiuti ↓9.3.2 Ricerca ed innovazione: introduzione di nuove tecnologie impiantistiche nella gestione dei rifiuti10.1.1. Potenziare le infrastrutture lato terra per i passaggeri dei porti di Bari e Molfetta ↓10.1.2. Promuovere la multimodalità passeggeri del porto di Bari (Dai non luoghi ai luoghi: la città hub) ↓10.2.1. Aumentare l'accessibilità su strada dell'aeroporto10.2.2 Potenziare i servizi land-side dell'aeroporto (adeguare l'aerostazione) ↓ n.d.10.3.1. Realizzare il Collegamento dell’ultimo miglio per i porti di Bari e Molfetta (Unire le porte di MTB) ↓ ↓10.3.2. Funzionalizzar e il nuovo porto di Molfetta per le merci (Molfetta il porto del futuro)10.3.3. Rendere metropolitani i porti Bari e Molfetta attraverso opportuni collegamenti stradali ↑10.3.4. Istituire l’Osservatorio per la linea ferroviaria ad alta capacità Bari-Napoli10.3.5. Realizzare nuovi spazi per i servizi commerciali del porto di Bari, anche delocalizzand o il traffico. Studio di fattibilità10.3.6. Creare le infrastrutture (portuali ed interporto) per il traffico container

10.4. Aumentare il numero di soggetti coinvolti

10.4.1 Comunicare le iniziative ed i progetti in corso; coinvolgere gli enti locali e stakeholders nella fase attuativa

Linee di Azione del Piano Strategico MTB Criticità

9.MTB RICICLONA che utilizza i rifiuti come risorsa, raggiunge gli obiettivi fissati dal Piano Regionale e favorisce l’introduzione di innovazioni organizz. e tecnologiche per migliorare la gestione dei rifiuti

9.1 favorire la piena integrazione all’interno dell’area MTB, promuovendo azioni comuni per la prevenzione della produzione dei rifiuti e la gestione integrata del ciclo dei rifiuti9.2 promuovere la cultura della prevenzione della produzione dei rifiuti 9.3 incrementare la dotazione Impiantistica nella gestione dei rifiuti riducendo l’uso della discarica e favorendo

10. Migliorare le infrastrutture e i servizi passeggeri e merci

10.1. Migliorare le infrastrutture ed i servizi per i passeggeri dei porti

10.2. Migliorare le infrastrutture ed i servizi dell'aeroporto

10.3. Migliorare le infrastrutture ed i servizi per il trasporto merci del sistema di porti di MTB

non sono disponibili dati su quest'azione

Pagina 170

Obiettivo specifico Obiettivi operativi Linee di azione

Bilancio idrico, stato quali-quantitativo falde

Qualità dell'aria

Rischio di desertificazione

Paesaggio costiero

Rischio e pericolosità idrogeologica

Presenza di naturalità diffusa e verde urbano

Cura del paesaggio rurale

Consumo di suolo

Sprawl urbano e insediamento diffuso

Produzione non sostenibile di rifiuti

Elevati consumi energetici

Qualità architettonica e urbana

Rischio di incidente tecnologico

Presenza di siti potenzialmente inquinati

Popolazione e salute umana

12.1. Creare un sistema integrato per la promozione e commercializzazione dei prodotti di qualità MTB

12.1.1. Sistema integrato per la promozione e commercializzazione dei prodotti di qualità MTB

↑12.2. Migliorare i sistemi commerciali urbani in termini di qualità ed efficienza, mediante distretti urbani del commercio e aggregazioni di imprese

12.2.1. Sistemi commerciali urbani - distretti urbani del commercio

↑12.3. Realizzazione di una rete di aree del commercio attrattive e multifunzionali, per la promozione di prodotti agroalimentari tipici e di qualità

12.3.1. Rete di aree del commercio attrattive e multifunzionali

12.4. Migliorare la competitività, l’efficienza e la qualità delle PMI artigiane specie nel settore delle lavorazioni artistiche e tradizionali

12.4.1. Iniziative per la competitività, l’efficienza e la qualità delle PMI artigiane nel settore delle lavorazioni artistiche e tradizionali

12.5. Favorire la formazione di un mercato dell’edilizia sostenibile e del restauro

12.5.1. Iniziative per la costituzione di un mercato dell’edilizia sostenibile e del restauro

Criticità

12. Consolidare e innovare la tradizione commerciale e artigianale di MTB

Linee di Azione del Piano Strategico MTB

Pagina 171

Obiettivo specifico Obiettivi operativi Linee di azione

Bilancio idrico, stato quali-quantitativo falde

Qualità dell'aria

Rischio di desertificazione

Paesaggio costiero

Rischio e pericolosità idrogeologica

Presenza di naturalità diffusa e verde urbano

Cura del paesaggio rurale

Consumo di suolo

Sprawl urbano e insediamento diffuso

Produzione non sostenibile di rifiuti

Elevati consumi energetici

Qualità architettonica e urbana

Rischio di incidente tecnologico

Presenza di siti potenzialmente inquinati

Popolazione e salute umana

13.1. Promuovere l'innovazione della p.a. attraverso le tecnologie informatiche e telematiche

13.1.1. Mettere a sistema le proposte metropolitane per l’innovazione nella P.A.

13.2. Promuovere servizi per la nascita di imprese in settori ad alta intensità di conoscenza, favorendo la collaborazione fra mondo della ricerca e dell'impresa

13.2.1. Realizzare luoghi di incontro tra mondo della ricerca e dell’impresa

↓ ↓ ↓ n.d.14.1 Promuovere e favorire il dialogo interculturale attarverso al creazione ed il raffrozamento di luoghi di scambio interculturale

14.1.1 Promuovere la realizzazione e losviluppo di iniziative e di reti su baseinterregionale e transnazionale, conparticolare riferimento alle buonepratiche

14.2 Favorire l’inserimento sociale e lavorativo degli immigrati

14.2.1 sostenere l’inserimento lavorativo dei migranti

n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

14.3 Integrare le "seconde generazioni"

14.3.1 Aumentare la partecipazioneall’apprendimento permanente, ancheattraverso provvedimenti intesi a ridurrel’abbandono scolastico

Linee di Azione del Piano Strategico MTB Criticità

13. MTB tradizionalmente innovativa, che innova i servizi offerti dalla p.a e favorisce il dialogo tra mondo della ricerca e impresa, contrastando la fuga di cervelli.14. Rendere MTB un luogo di integrazione culturale e sociale, favorendo la cooperazione internazionale ed arricchendo il sistema formativo locale per le “seconde generazioni"

Pagina 172

Obiettivo specifico Obiettivi operativi Linee di azione

Bilancio idrico, stato quali-quantitativo falde

Qualità dell'aria

Rischio di desertificazione

Paesaggio costiero

Rischio e pericolosità idrogeologica

Presenza di naturalità diffusa e verde urbano

Cura del paesaggio rurale

Consumo di suolo

Sprawl urbano e insediamento diffuso

Produzione non sostenibile di rifiuti

Elevati consumi energetici

Qualità architettonica e urbana

Rischio di incidente tecnologico

Presenza di siti potenzialmente inquinati

Popolazione e salute umana

15.1.Miglioramento del sistema dell’offerta di servizi di welfare locale a garanzia di maggiore accessibilità per le categorie vulnerabili

15.1.1. Realizzazione di infrastrutture sociali e socio-sanitarie

15.2. promuovere politiche di inclusione sociale e di promozione della salute (anche attraverso prassi innovative) per le categorie vulnerabili

15.2.1 Interventi pilota a sostegno della conciliazione e del benessere collettivo

15.3. riqualificazione del patrimonio pubblico immobiliare e promozione di iniziative per favorire l’accesso alla casa

15.3.1 Progetti di Edilizia Residenziale Pubblica e politiche abitative di nuova generazione

↑15.4. Rafforzamento delle misure di prevenzione e controllo della sicurezza

15.4.1 Interventi tesi a favorire una maggiore cooperazione territoriale e il rpristino della legalità

n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. ↑ n.d. n.d.

Linee di Azione del Piano Strategico MTB Criticità

15.Innalzare complessivamente la qualità della vita in MTB assicurando maggiore accessibilità e inclusione per le categorie più vulnerabili

Pagina 173

Obiettivo specifico Obiettivi operativi Linee di azione

Bilancio idrico, stato quali-quantitativo falde

Qualità dell'aria

Rischio di desertificazione

Paesaggio costiero

Rischio e pericolosità idrogeologica

Presenza di naturalità diffusa e verde urbano

Cura del paesaggio rurale

Consumo di suolo

Sprawl urbano e insediamento diffuso

Produzione non sostenibile di rifiuti

Elevati consumi energetici

Qualità architettonica e urbana

Rischio di incidente tecnologico

Presenza di siti potenzialmente inquinati

Popolazione e salute umana

16.1.1 Rete dei telecentri16.1.2 Corsi per operatori del mercato del lavoro16.1.3 Osservatorio del mercato del lavoro16.1.4 Digitalizziamoci16.1.5 Sportello operatori agricoli16.2.1 Attività di formazione continua per operatori delle PMI16.2.2 Attività di formazione a distanza di livello universitario basate sulle tecnologie di apprendimento e- learning16.3.1 Tirocini formativi16.3.2 Incubatore d’impresa16.3.3 Inserimento lavorativo per soggetti svantaggiati16.3.4 Vivaio nuove imprese16.3.5 Vivaio ex detenuti16.3.6 Telelavoro femminile16.3.7 Il mio primo lavoro16.3.8 Alternanza scuola-lavoro16.4.1 Formazione multidisciplinare metropolitana16.4.2 Analisi dei fabbisogni formativi dei settori trainanti per lo sviluppo socio-economico della MTB16.4.3 Viaggiando si impara16.4.4 Il futuro è nei giovani ricercatori17.1.1 Rete museale17.1.2 Interventi di ristrutturazione su castelli17.1.3 Interventi di recupero su teatri 17.1.4 Interventi su biblioteche, pinacoteche e archivi storici comunali17.2.1 Nuove tecnologie per lo sviluppo del patrimonio culturale17.2.2 Realizzazione di nuovi contenitori culturali e polifunzionali n.d. n.d. n.d.17.2.3 Interventi di riqualificazione di aree pubbliche con finalità culturali17.3.1 Realizzazione di laboratori di creatività urbana giovanile17.3.2 Azioni di supporto allo sviluppo dell’impresa creativa17.4.1 Candidatura di Bari a Capitale Europea della Cultura 2019 - Programmazione coordinata degli eventi e delle manifestazioni culturali17.4.2 Rafforzamento dell'identità culturale di MTB

Criticità

16. Connettere domanda e offerta di lavoro orientando lestrategie formative alle dinamiche di sviluppo di MTB

Linee di Azione del Piano Strategico MTB

16.1 Potenziare la rete dei servizi per il mercato del lavoro

16.2 Rafforzare il sistema della formazione continua per consentire un celere adeguamento

16.3 Migliorare il sistema di orientamento e incrementare la partecipazione al mercato del lavoro specialmente delle fasce deboli

16.4 Promuovere la valorizzazione delle risorse umane nei servizi per la competitività di settori di punta del sistema economico

17.MTB Capitale Culturale: Creazione e strutturazione di un polo industriale della cultura e della creatività

17.1. Valorizzazione dell'heritage

17.2. Sviluppo dei servizi culturali e creativi

17.3. Incentivare l’impresa culturale e creativa

17.4. MTB Capitale Culturale

Pagina 174

Obiettivo specifico Obiettivi operativi Linee di azione

Bilancio idrico, stato quali-quantitativo falde

Qualità dell'aria

Rischio di desertificazione

Paesaggio costiero

Rischio e pericolosità idrogeologica

Presenza di naturalità diffusa e verde urbano

Cura del paesaggio rurale

Consumo di suolo

Sprawl urbano e insediamento diffuso

Produzione non sostenibile di rifiuti

Elevati consumi energetici

Qualità architettonica e urbana

Rischio di incidente tecnologico

Presenza di siti potenzialmente inquinati

Popolazione e salute umana

18.1. Promuovere il posizionamento competitivo in ambito nazionale ed internazionale del sistema turistico locale Terra di Bari

18.1.1. Candidare MTB per un Grande evento di rilevanza internazionale

18.2. Consolidare l’offerta per il turismo ‘business’

18.2.1. Realizzare luoghi e azioni per valorizzare il mercato congressuale

18.3.1. Realizzazione di interventi funzionali allo sviluppo del turismo ambientale e culturale ↓18.3.2. Realizzazione di interventi rivolti al turismo archeologico18.3.3. Realizazione di marchi di qualità18.3.4. Realizzazione di servizi innovativi rivolti al turista18.3.5. Sviluppo delle attività nautiche e della portualità turistica ↑

19.1.Rigenerare l’edilizia scolastica e mettere in rete le esperienze studentesche di MTB

19.1.1. Interventi fisici di ristrutturazione, nuova realizzazione e valorizzazione delle esperienza nel sistema scolastico di MTB

19.2. Rafforzare l’attrattività del sistema universitario di MTB

19.2.1 Interventi finalizzati al miglioramento dei servizi, dell'abitabilità, della mobilità e dell'accesso al credito degli studenti universitari ↓ n.d.

19.3 Promuovere azioni innovative per la valorizzazione della componente giovanile di MTB

19.3.1 Interventi a favore dei target giovanili di MTB

Linee di Azione del Piano Strategico MTB Criticità

19. Rendere MTB un polo della conoscenza adriatico-mediterraneo attrattivo, che valorizza la componente giovanile come risorsa sociale, economica e creativa

18. MTB nel 2015 è nota sul mercato internazionale come destinazione turistica perché sede di grandi eventi e per la qualità dell’offerta culturale e turistica

18.3. Sperimentare modelli turistici sostenibili e innovativi

Pagina 175

Obiettivo specifico Obiettivi operativi Linee di azione

Bilancio idrico, stato quali-quantitativo falde

Qualità dell'aria

Rischio di desertificazione

Paesaggio costiero

Rischio e pericolosità idrogeologica

Presenza di naturalità diffusa e verde urbano

Cura del paesaggio rurale

Consumo di suolo

Sprawl urbano e insediamento diffuso

Produzione non sostenibile di rifiuti

Elevati consumi energetici

Qualità architettonica e urbana

Rischio di incidente tecnologico

Presenza di siti potenzialmente inquinati

Popolazione e salute umana

20.1.1 BA2015 ON THE ROAD20.1.2 BA2015 MEDIA NETWORK20.1.3 URP METROPOLITANO20.1.4 COMUNI…CARE20.1.5 BOLLETTINO INFORMATIVO SEMESTRALE "CIVIS" 20.2.1 CANTIERI APERTI20.2.2 IL FUTURO E' QUI20.2.3 COMUNICARE L'EVOLUZIONE DEI PROGETTI

20.3. Diffondere la cultura della partecipazione rendendo noti e facilmente fruibili gli strumenti di partecipazione attiva

20.3.1 LA CULTURA DELLA PARTECIPAZIONE

20.4. Posizionare BA2015 quale innovativo e autorevole caso di pianficazione territoriale a livello nazionale e internazionali

20.4.1 MTB UN'ESPERIENZA DA PROMUOVERE

Linee di Azione del Piano Strategico MTB Criticità

20. Gli abitanti dei Comuni dell’Unione hanno sviluppato un forte senso di coesione ed appartenenza che ha consentito di superare le antiche divisioni. Questo è strettamente connesso ad uno spiccato senso di responsabilità e partecipazione attiva alla governance della Metropoli

20.1. Diffondere conoscenza e informazione sul PS

20.2. Rendere noti e promuovere i progetti del PS e le relative fasi di

Pagina 176

9.2. Descrizione degli impatti previsti e identificazione delle raccomandazioni per il miglioramento delle ricadute ambientali

1. PROGRAMMA MOBILITÀ SOSTENIBILE 1.1. Incrementare l’uso del trasporto pubblico.

1.1.1. Consorzio Mobilità MTB. Questa azione prevede la costituzione di un consorzio tra i gestori dei servizi di trasporto pubblico locale finalizzato alla realizzazione di un Sistema Tariffario e di un Servizio Integrato del Trasporto Pubblico Locale sull’intero territorio di MTB. Come tale, essa produrrà una razionalizzazione del sistema dei trasporti e, verosimilmente, un incremento della quota di utenti del servizio pubblico sul totale dei pendolari. Questo contribuirà, pertanto, a ridurre il traffico veicolare e, di conseguenza, le emissioni inquinanti da traffico nelle aree servite da tale servizio. Gli effetti positivi di tale intervento sulla qualità dell’aria potranno essere ulteriormente aumentati da interventi volti all’ottimizzazione dei consumi per il settore del trasporto pubblico mediante l’uso di nuovi veicoli ecologici (anche attraverso l’implementazione dell’azione 1.3.2), oltre che da un efficace processo di miglioramento delle strutture di interscambio di cui alle successive azioni 1.1.2 e 1.1.3. Ciò è tanto più auspicabile nei comuni dove la qualità dell’aria raggiunge già livelli di criticità elevati in conseguenza del traffico veicolare e/o della combinazione di traffico veicolare e sistemi produttivi. Un impatto positivo di questa azione è prevedibile anche sulla diminuzione dell’incidentalità stradale, con conseguente miglioramento della salute e della qualità della vita della popolazione.

1.1.2. Rete di stazioni multimodali.

Questa azione prevede la realizzazione di iniziative per incrementare l’accessibilità multimodale delle fermate del trasporto pubblico su ferro attraverso la realizzazione di parcheggi di interscambio park-and-ride, centri per il deposito/parcheggio/noleggio e assistenza biciclette, riqualificazione delle vie di accesso pedonali e ciclabili. In tal modo contribuirà anch’essa ad un incremento del trasporto pubblico a vantaggio dell’attuale preponderanza del trasporto privato. Un impatto positivo è prevedibile, quindi, sulla diminuzione dell’incidentalità stradale, con conseguente miglioramento della salute e della qualità della vita della popolazione, e sulla qualità dell’aria. Potenziali effetti negativi sul consumo di suolo (necessario per la creazione dei parcheggi di scambio e/o delle aree a servizio e della viabilità di accesso) sono, invece, ipotizzabili, sebbene in parte mitigabili dall’uso di materiale permeabile per la realizzazione delle nuove coperture dei piazzali e dei tracciati stradali.

1.1.3. Terminal bus extramurale Capruzzi.

Questo tipo di intervento prevede la realizzazione di un terminal intermodale per bus turistici ed extraurbani di interscambio in prossimità della stazione di Bari Centrale. Il progetto, localizzato in un’area di proprietà di Grandi Stazioni S.p.a, prevede la riqualificazione di percorsi pedonali e ciclabili di collegamento tra il terminal e le principali polarità presenti nell’area (la stazione centrale, piazza Aldo Moro, da riqualificare), l’Università ed il Policlinico. Il progetto prevede la localizzazione di stalli bus ed, eventualmente, la realizzazione di due piani interrati da dedicare alla sosta pertinenziale delle residenze. Fermo restando la necessità di più approfondite analisi dell’intervento che verranno svolte in fase di progettazione mediante la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), in questa sede si intende solo sottolineare, da un lato, il potenziale effetto positivo che questa tipologia di intervento produrrà sulla riduzione del traffico veicolare e, di conseguenza, sulla qualità dell’aria. Tale effetto positivo è di particolare rilievo dal

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momento che ne trarrà beneficio il comune di MTB caratterizzato dai valori più critici delle emissioni da traffico veicolare. A Bari, infatti, sono stati già registrati superamenti nei valori soglia di alcuni parametri di emissioni da tale fonte. Anche in questo caso, inoltre, è prevedibile una riduzione della incidentalità dovuta all’incremento delle quote di trasporto pubblico e di mobilità dolce che dovrebbe sostituire il trasporto privato. Tali miglioramenti riceveranno ulteriore stimolo dalla parallela razionalizzazione dei meccanismi di gestione del trasporto pubblico anche attraverso l’implementazione dell’azione 1.1.1. D’altro canto, essendo l’intervento localizzato in un’area urbana attualmente dismessa, si può ritenere che l’incremento di consumo di suolo che produrrà non sarà significativo, localizzandosi in area già urbanizzata. Infine, la fattibilità di un parcheggio multipiano andrà debitamente studiata anche in relazione a possibili interferenze negative con la falda sotterranea.

1.1.4. Tram treno.

Questa azione prevede la realizzazione di nuove infrastrutture di trasporto su ferro in sede propria, in particolare infrastrutture tranviarie, e soluzioni di integrazione tra sistemi Light Rapid Transit (LRT) e sistemi ferroviari tradizionali con uso promiscuo dell’infrastruttura da parte di materiale ferroviario e veicoli di tipo tranviario (tecnologia Treno-Tram). Tale intervento verrà realizzato in un’area centrale del comune di Bari, secondo due itinerari ad anello, la Linea Murattiana e la Linea del Mare, che inseriscono all’interno di un circuito di pubblico trasporto la stazione di Bari Centrale, l’area Murattiana, il centro storico di Bari, il porto, il lungomare, il Cimitero Monumentale ed altre polarità. Anche in questo caso, si prevede un effetto positivo dell’intervento sulla qualità dell’aria, dal momento che esso contribuirà a decongestionare il centro del comune capoluogo dal traffico veicolare e a favorire una transizione dal trasporto su gomma a quello su ferro, meno inquinante. Gli effetti positivi di tale intervento sulla qualità dell’aria potranno essere ulteriormente aumentati dall’utilizzo di tecnologie di ultima generazione volte al contenimento dei consumi delle nuove attrezzature di trasporto. Anche in questo caso, infine, è prevedibile una riduzione della incidentalità stradale dovuta all’incremento delle quote di trasporto pubblico rispetto al trasporto privato.

1.1.5. Tram del mare.

Questa azione prevede la realizzazione di nuove infrastrutture di trasporto su ferro in sede propria e, in particolare, infrastrutture tranviarie, da applicare lungo un tratto di costa di MTB. Il tracciato attraversa i Comuni di Giovinazzo, Bari, Mola di Bari, Polignano. Fermo restando la necessità di più approfondite analisi da svolgersi in sede di progettazione di dettaglio tramite la VIA, in questa sede si sottolinea, da un lato, il potenziale effetto positivo che questa tipologia di azione potrebbe produrre sulla riduzione del traffico veicolare e, di conseguenza, sulla qualità dell’aria, nei 5 comuni costieri di MTB, nonché la riduzione della incidentalità stradale dovuta a traffico veicolare, in parte sostituito dal mezzo di trasporto pubblico. D’altro canto, impatti negativi potrebbero essere prodotti sul paesaggio costiero, già fortemente compromesso dal consumo di suolo, rispetto al quale il presente intervento potrebbe porsi come ulteriore elemento di cesura rispetto al fronte mare. Al fine di minimizzare tali effetti, il piano già prevede azioni di mitigazione dell’impatto visivo attraverso l’utilizzo di una sola linea aerea per l’alimentazione dei mezzi, in modo da ridurre la presenza delle funi di sostegno e dei cavi di alimentazione. Esso prevede, inoltre, la bidirezionalità delle vetture, al fine di evitare anelli di inversione alle testate del percorso. I potenziali effetti positivi di questo intervento verranno, invece, incrementati attraverso la connessione con la realizzazione del percorso ciclopedonale Via del Mare (inserito all’interno dell’Azione 1.2.1. di seguito descritta) che interessa i comuni di Adelfia, Capurso, Cellamare, Sannicandro, Triggiano e Valenzano, a supporto, pertanto, di un

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percorso complessivo di mobilità alternativa che dall’entroterra giunge fino alla linea di costa dove, grazie alla presente azione, sarà possibile servirsi del tram del mare anche per il trasporto delle biciclette.

1.2. Garantire la mobilità dolce.

1.2.1. Reti ciclabili in MTB. Questa azione promuove la realizzazione di una rete metropolitana di percorsi ciclabili urbani ed extraurbani, mettendo a sistema le proposte dei singoli comuni di MTB e integrandole con reti di completamento nonché con le piste previste dal programma “Lame” (per maggiori dettagli su queste ultime si veda l’azione 3.1.1. “connessione delle emergenze storiche, archeologiche e naturalistiche delle lame”). Le infrastrutture da realizzare comprendono sia nuove piste extraurbane in sede propria e in sede promiscua (su tratti di viabilità locale e rurale e/o tratturi) che piste urbane con corsia riservata. In aggiunta, questa azione prevede una serie di interventi immateriali di supporto quali la creazione di uffici per l’infomobilità e la realizzazione di campagne di promozione e di comunicazione. È possibile, quindi, prevedere che questa linea di intervento contribuirà a spostare una quota di trasporto privato sul trasporto ciclabile sulle brevi distanze sia a scala urbana che nel collegamento tra comuni vicini. La capacità dell’azione di incidere positivamente anche sull’incremento del trasporto pubblico in alternativa a quello privato dipenderà, invece, dal contemporaneo attrezzamento di adeguati punti di scambio, ad esempio attraverso l’implementazione della linea d’azione 1.1.1. e, limitatamente alla linea di costa, della linea d’azione 1.1.5. La presente linea d’azione, inoltre, potrebbe favorire la diffusione di una maggiore conoscenza e sensibilità nei confronti del patrimonio rurale e del turismo ciclistico attraverso gli itinerari extraurbani e le connessioni con le lame (in sinergia con la già citata azione 3.1.1). Un impatto positivo è prevedibile anche sulla diminuzione della incidentalità stradale, con conseguente miglioramento della salute e della qualità della vita della popolazione. Le potenziali interferenze negative con il consumo di suolo che si avrebbero in caso di nuovi tracciati stradali sono già stati mitigati in sede di progettazione preliminare attraverso la previsione del prevalente utilizzo di tracciati stradali esistenti (nel piano si parla di recupero e riutilizzo di strade arginali, di bonifica, alzaie di canali, tratturi, ferrovie dismesse, sentieri storici, o di tracciati dove il passaggio di mezzi è limitato a funzioni di sorveglianza come strade di servizio utilizzate da Enel, Acquedotto, forestali). Tali effetti possono, pertanto, essere considerati trascurabili.

1.3. Ridurre le emissioni inquinanti.

1.3.1. Car sharing metropolitano. L’intervento ha l’obiettivo di offrire un servizio complementare al trasporto pubblico orientato a ridurre il numero di auto circolanti in MTB. A tal fine, il Piano prevede di localizzare i parcheggi per le auto del car-sharing in base alla dislocazione territoriale della domanda potenziale per questo servizio e in corrispondenza dei nodi di scambio modale più importanti. È, pertanto, prevedibile che tale linea di azione possa produrre una riduzione dell’inquinamento atmosferico conseguente alla riduzione del numero di vetture circolanti nei comuni che implementeranno il servizio. Tali effetti positivi saranno tanto maggiori in quei comuni dove l’inquinamento atmosferico è prevalentemente dovuto al traffico veicolare. Sinergie positive in grado di incrementare sensibilmente i benefici attesi da questa azione deriveranno dalla contemporanea realizzazione di parcheggi di scambio multimodali (anche a seguito della realizzazione delle azioni 1.1.2, 1.1.4), dal potenziamento generale dell’offerta di trasporto pubblico (anche attraverso le azioni 1.1.1., 1.1.3., 1.1.4., 1.1.5.) che consenta agli utenti del car-sharing di proseguire efficacemente il loro percorso con mezzi pubblici di vario tipo, nonché dalla disponibilità

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di veicoli per il car sharing di tipo ecologico (anche attraverso l’implementazione dell’azione 1.3.2).

1.3.2. Transizione verde al trasporto su strada.

L’azione intende promuovere la transizione dai veicoli alimentati a petrolio a quelli alimentati ad idrogeno e/o elettrici, prevedendo, da un lato, l’organizzazione sul territorio metropolitano di una rete di produzione e distribuzione di carburanti a basso impatto ambientale, quali il gas metano (metano) e il gas di petrolio liquefatto (GPL) (anche in connessione con il progetto già finanziato dalla Regione Puglia di una rete di distributori d’idrometano); dall’altro la promozione e incentivazione del rinnovo del parco veicoli di trasporto pubblico e privato. È prevedibile, pertanto, che questa azione possa avere effetti positivi sul miglioramento della qualità dell’aria attraverso la riduzione delle emissioni inquinanti derivanti dal traffico veicolare. Tale effetto sarà tanto maggiore quanto più forti saranno le sinergie tra la presente azione e quelle precedentemente descritte (di cui all’obiettivo 1.1.) volte ad incentivare il trasporto pubblico. Inoltre, la produzione locale di idrogeno contribuirà alla riduzione dei consumi energetici da fonte non rinnovabile, avendo un effetto positivo anche su tale criticità. La necessità, tuttavia, di realizzare degli stabilimenti per la produzione e lo stoccaggio dell’idrogeno e del metano determinerà la creazione, in MTB, di ulteriori stabilimenti a rischio di incidente rilevante, dal momento che tali gas sono estremamente infiammabili e pertanto compresi, come gas liquefatti, nella tabella parte 1 dell’Allegato I al D.Lgs.334/99. Mitigazioni di tali rischi dovranno essere prese in debito conto in sede di progettazione di dettaglio al fine di identificare la localizzazione più opportuna, anche con riferimento allo studio delle interferenze del trasporto delle sostanze pericolose in oggetto con il sistema della mobilità e di accessibilità all’area, nonché alle interferenze con le attività insediate in adiacenza (con specifico riferimento all’area “di sicuro impatto”, alla “zona di danno” e a quella “di attenzione”). Attenzione particolare dovrà essere riservata a quei comuni in cui esistono già degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante, per i quali esiste già una criticità medio-alta che verrebbe incrementata al crescere del numero di impianti a rischio localizzati nello stesso comune.

1.4. Incrementare la qualità e la sicurezza degli spostamenti con l’auto.

1.4.1. Reti viarie peri-urbane. L’intervento consiste nella realizzazione di interventi infrastrutturali di varia tipologia sulla rete viaria principale di MTB, con la finalità di adeguare/ammodernare/mettere in sicurezza i tratti di viabilità periurbana esistente, migliorare il raccordo tra la viabilità di collegamento extraurbana e quella urbana, ridurre i fenomeni di congestione indotta. Tra i possibili interventi ci sono: la realizzazione di parcheggi di scambio, il completamento di tratti di viabilità extraurbana, la realizzazione di rotatorie e sovrappassi, interventi vari per il miglioramento della sicurezza stradale. Gli effetti positivi attesi da questa azione comprendono la riduzione della congestione nei tratti urbani e l’incremento della sicurezza stradale. Tuttavia, i potenziali effetti negativi sono molteplici, dal momento che tali tipologie di intervento comporteranno un aumento del consumo di suolo, con ulteriore rischio di impattare sui bilanci idrogeologici e quindi anche su un incremento, da valutare, sul rischio di desertificazione. Il reale impatto su tali componenti dipenderà anche dalle scelte tecniche di base degli interventi. A tale proposito, la previsione di Piano di accompagnare la realizzazione di nuove strade con azioni di greening lungo le principali arterie, con inserimento di filari alberati, è senza dubbio da considerarsi un’azione di mitigazione opportuna, anche per minimizzare l’impatto sul paesaggio rurale, sebbene essa non possa ritenersi sufficiente per eliminare i potenziali effetti negatiti precedentemente descritti. Potenziali effetti negativi, in questa fase difficilmente prevedibili, potrebbero essere determinati anche sui modelli di espansione delle città e sull’incremento dell’uso dei mezzi privati come modalità di spostamento preferenziale (con conseguenti impatti

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negativi su qualità dell’aria e consumi energetici). Tali effetti potranno prevalere nel caso in cui la realizzazione di questi completamenti stradali non sia accompagnata da interventi volti all’incentivazione dei mezzi di trasporto pubblici e/o di mobilità alternativa di cui alle azioni precedenti.

1.4.2. Infomobilità MTB.

L’intervento consiste nella implementazione di un sistema di infomobilità, che fornisca informazioni sulla mobilità pubblica e privata, delle persone e delle merci, per l’intero territorio metropolitano. Esso sarà orientato al monitoraggio e all’informazione dell’utenza sui temi della sicurezza, dell’incidentalità e della qualità dell’aria, attraverso informazioni in tempo reale fornite via web, palmare e cellulari. Effetti positivi sono prevedibili in relazione alla riduzione della congestione nei tratti urbani e all’incremento della sicurezza stradale. Il monitoraggio dell’incidentalità e della qualità dell’aria fornirà, inoltre, utili strumenti di supporto per politiche finalizzate al miglioramento della qualità dell’aria. La loro efficacia in tal senso, tuttavia, dipenderà dalla reale disponibilità di soluzioni di mobilità alternativa. L’efficacia ambientale di tale azione è, quindi, strettamente correlata agli interventi di cui ai punti 1.1.1., 1.1.2, 1.1.3, 1.1.4, 1.1.5, 1.2.1, 1.3.1., 1.3.2.

2. PROGRAMMA PERIFERIE 2.1. Realizzazione di servizi alla residenza e spazi per attività culturali e sportive.

2.1.1. Realizzazione di Progetti Integrati multisettoriali. Questa linea di azione prevede interventi complessi da realizzarsi in vari comuni di MTB (Adelfia, Bari, Grumo, Modugno, Noicattaro, Terlizzi, Triggiano, Toritto), costituiti prevalentemente dal concorso di iniziative pubbliche e private per la rigenerazione di alcune aree urbane (area del nuovo stadio S. Nicola a Bari, area liberata dallo spostamento delle ferrovie Sud-Est nel centro di Noicattaro, aree miste comprensive di zone industriali dismesse, aree a verde e residenziali a Modugno, zone 167 a Grumo, Adelfia, Triggiano e Toritto). Un’esaustiva valutazione degli effetti ambientali di questi interventi richiederebbe l’esame puntuale del piano di azioni ad una scala comunale, cosa che potrà essere fatta in sede di progettazione di dettaglio. In quell’occasione, dovrà essere attentamente valutata, per esempio, la reale capacità di questi progetti di incidere positivamente sulla qualità architettonica e urbana delle aree periferiche che intendono riqualificare, considerando la qualità dei progetti e diverse possibili soluzioni a livello comunale. In questa sede è utile, invece, sottolineare, da un lato, potenziali implicazioni negative di alcuni di questi interventi in relazione ad un incremento del consumo di suolo, relativamente a quegli interventi localizzati in aree non urbanizzate, e sui consumi energetici, non adeguatamente affrontati in fase di progettazione preliminare. Questi due aspetti rivestono particolare rilevanza in comuni come Modugno, dove la criticità derivante dall’attuale ritmo di consumo di suolo e consumi energetici è già estremamente elevata o in comuni come Noicattaro dove pure il consumo di suolo ha raggiunto livelli critici. Non in tutti i progetti, inoltre, è presente un’attenzione adeguata per la realizzazione di superfici permeabili e verde urbano, rispetto alle quali alcuni progetti rischiano di avere impatti negativi. D’altro canto, in questa sede è utile anche cercare di cogliere le relazioni degli interventi in un’ottica d’insieme, richiamando le sinergie con altre azioni in grado di incrementarne i benefici attesi. Dal momento che gli interventi della presente azione comportano la realizzazione di nuovi insediamenti residenziali e/o di servizi in aree marginali (non necessariamente fisicamente periferiche rispetto al centro urbano), i benefici ambientali saranno massimizzati dalla realizzazione contemporanea di adeguati interventi volti al miglioramento dell’accessibilità pubblica di tali aree, onde evitare che l’incremento della

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loro attrattività induca un aumento del trasporto privato. In genere, è possibile affermare che le sinergie con il programma 1 (Mobilità sostenibile) definiranno effetti moltiplicatori dei benefici attesi da questa linea di azione e contribuiranno a ridurre potenziali effetti negativi. Allo stesso modo, sinergie con il programma 8 (Energia) miglioreranno la qualità complessiva degli interventi e i benefici ambientali attesi.

2.1.2. Completamento della dotazione di centri polivalenti, palazzetti dello sport e centri

sportivi in tutti i comuni di MTB. Questa linea d’azione prevede la realizzazione di nuovi edifici o complessi sportivi e/o la ristrutturazione di quelli vecchi. Anche in questo caso è difficile fare delle valutazioni puntuali sugli effetti ambientali attesi, e si ripetono in linea di massima tutte le osservazioni già fatte al punto precedente sulla necessità di una valutazione puntuale della qualità del progetto per la verifica dei benefici attesi sull’innalzamento della qualità architettonica e urbana, sulla necessità di un’attenzione per le questioni dei consumi energetici e di una verifica della presenza di superfici permeabili e verde urbano, nonché dell’impatto previsto sul consumo di suolo. Come nel caso precedente, inoltre, appare indispensabile richiamare gli effetti moltiplicatori attesi dalle sinergie con il programma 1 (Mobilità sostenibile) nella definizione di strategie alternative al trasporto privato per l’accesso a queste importanti aree di servizi di rango metropolitano, nonché con il programma 8 (Energia) nel miglioramento della qualità complessiva degli interventi.

2.1.3. Laboratori territoriali di interazione creative.

Questa linea di azione prevede l’attivazione di laboratori di progettazione partecipata in alcuni quartieri di periferia, basati sull’ascolto e sull’interazione creativa con gli abitanti attraverso l’azione degli artisti come mediatori tra gli abitanti e gli amministratori. Non sono, pertanto, previsti interventi di tipo materiali per cui l’impatto sulle criticità ambientali identificate può essere considerato trascurabile.

2.2. Riqualificazione degli spazi pubblici.

2.2.1. Realizzazione e/o riqualificazione di aree a verde attrezzato. Questa linea d’azione prevede la nuova realizzazione o la riqualificazione di aree a verde attrezzato nell’ambito di molti comuni di MTB (Acquaviva, Bari, Corato, Modugno, Molfetta, Noicattaro, Ruvo di Puglia, Sannicandro di Bari). È prevedibile che tali interventi possano produrre benefici ambientali di rilievo soprattutto in relazione alla qualità dell’aria, alla presenza di naturalità in ambito urbano, alla qualità architettonica e urbana degli insediamenti. Tali benefici saranno particolarmente positivi nei comuni identificati come oggetto degli interventi, in quanto caratterizzati da una storica sottodotazione di verde pubblico e da scarsi spazi di naturalità anche in ambito extraurbano (tra essi solo Ruvo di Puglia ha un basso livello di criticità rispetto alla dotazione di spazi di naturalità diffusa). L’effetto benefico sulla ricarica delle falde e sul contrasto al rischio di desertificazione dipenderanno, invece, dall’estensione di tali aree, sebbene non siano prevedibili effetti apprezzabili. Interessanti appaiono le sinergie positive che alcuni di questi interventi potranno generare con il sistema della mobilità ciclabile, dal momento che alcuni dei progetti presentati prevedono la costruzione di piste ciclabili in adiacenza al verde attrezzato. La capacità che questo possa generare effetti moltiplicatori sulla qualità dell’aria attraverso una reale riduzione del traffico di accesso a queste aree dipenderà anche dalla contemporanea realizzazione di interventi volti al completamento della rete della mobilità dolce, di cui all’azione 1.2.1.

2.2.2. Bonifica e riqualificazione di siti inquinati in aree urbane.

La presente linea di azione intende promuovere la riconversione dei siti urbani già bonificati in aree a verde a servizio per la cittadinanza. Essa prevede, in particolare, la creazione di un parco urbano sul SIN Fibronit di Bari e sull’area dell’ex gasometro di Bari.

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Questi interventi contribuiranno senza dubbio, come quelli compresi nell’azione precedente, al miglioramento della presenza di verde urbano, della qualità architettonica e urbana dei quartieri in cui verranno realizzati, nonché della qualità dell’aria. Anche in questo caso, inoltre, sinergie positive potranno essere create con interventi volti al completamento della rete della mobilità dolce e al rafforzamento del trasporto pubblico urbano nella città capoluogo, dettagliatamente descritti nel Programma 1 (si vedano, in particolare, le azioni 1.2.1., 1.1.4).

2.2.3. Riqualificazione di piazze e parcheggi.

Questa linea d’azione comprende una serie interventi di piccola scala, volti alla riconnessione e alla qualificazione delle trame urbane attraverso la sistemazione di spazi di piccola dimensione come piazze o aree di sosta di quartiere e la realizzazione di elementi di arredo urbano e alberature. Nella maggior parte dei casi si tratta di interventi su aree già urbanizzate, cosa che consentirà un impatto pressocchè nullo sul consumo di suolo. Di contro, nel caso dell’ampliamento del parcheggio pubblico in zona extraurbana a Bitetto, si prevede l’uso di nuove aree. In questo caso, l’uso di materiali permeabili per la realizzazione delle nuove coperture dei piazzali potrebbe in parte mitigare l’impatto negativo sul consumo di suolo. In tutti i casi, è prevedibile che questi interventi concorrano in modo positivo a migliorare la qualità architettonica, urbanistica e ambientale delle aree in cui verranno realizzati, soprattutto in quei casi (si veda ad esempio il caso di alcuni interventi a Corato) in cui si prevede di utilizzare lo strumento del concorso di idee per la definizione del progetto definitivo. In generale, gli interventi di questa azione avranno effetti positivi, anche se di piccola entità, sull’incremento della dotazione di verde urbano, dal momento che la maggior parte di essi prevede una contestuale piantumazione di nuovi alberi.

2.2.4. Realizzazione di punti sport.

Questa linea di azione prevede la realizzazione di punti sport di libero accesso nei vari comuni di MTB, come parte delle dotazioni di servizi di quartiere. Al momento sono stati programmati degli interventi solo in alcuni comuni (Bitetto, Capurso, Casamassima, Cellamare, Gioia, Triggiano, Valenzano), anche se si prevede la possibilità che tutti i comuni possano dotarsi di queste strutture in tempi successivi. Questa tipologia di intervento è prevedibile possa avere effetti positivi sulla riduzione della sedentarietà e, di conseguenza, sulla salute e la qualità della vita della popolazione. D’altro canto, possibili incrementi di consumo di suolo, anche se di modesta entità, potrebbero derivare dalla localizzazione degli impianti su aree non precedentemente urbanizzate. La scelta delle aree diviene, pertanto, importante nella minimizzazione di tali effetti. In genere, inoltre, è importante sottolineare le sinergie positive che tale intervento potrebbe avere se realizzato in connessione con interventi volti all’incremento dell’uso della mobilità ciclabile e pedonale urbana (di cui all’azione 1.2.1.), producendo ulteriori benefici in termini di miglioramento della salute della popolazione.

2.3. Rafforzamento dell'accessibilità e della qualità degli spostamenti interni. 2.3.1. Realizzazione di strade giardino e isole pedonali residenziali.

Questa linea d’azione prevede la realizzazione, in alcune aree residenziali, di interventi di riorganizzazione delle sedi viarie attualmente esistenti mediante il restringimento delle sezioni destinate alla circolazione delle auto e l’utilizzo delle restanti aree per la realizzazione di percorsi pedonali e ciclabili e la creazione di spazi per la sosta. In tal modo essi comporteranno anche una generale riduzione della velocità delle auto e una moderazione del traffico nelle aree urbane in cui saranno realizzati. È, pertanto, prevedibile un positivo impatto sulla riduzione della incidentalità stradale e sulla qualità urbanistica e architettonica delle aree, nonché un aumento, seppur di

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limitata entità, della dotazione di verde e un miglioramento della qualità dell’aria nei quartieri in cui verranno realizzate. Il carattere locale di questi miglioramenti impone, tuttavia, la necessità di uno studio di sistema di questi interventi per verificare gli effetti di eventuali spostamenti di traffico dovuti alla modificata gerarchizzazione dei collegamenti stradali. Come già detto per le azioni di cui ai punti precedenti, inoltre, la possibilità di connettere i nuovi tratti di mobilità ciclabile, inseriti in alcuni degli interventi di questa azione, con una rete ciclo-pedonale urbana a maglie più ampie potrebbe incrementare di molto gli effetti positivi previsti.

3. PROGRAMMA LAME 3.1. Connessione delle emergenze storiche, archeologiche e naturalistiche delle lame.

Questa azione prevede la realizzazione di percorsi pedonali e ciclabili in adiacenza alle principali lame di MTB (lame Balice, lama Lamasinata, lama Picone e lama S. Giorgio e Giotta), in connessione con le principali emergenze storiche, archeologiche e naturalistiche nelle loro vicinanze. A tal fine, si prevede di realizzare i percorsi in terra battuta (prevalentemente lungo strade interpoderali già esistenti) e senza illuminazione, in modo da non interferire con gli habitat presenti all’interno delle lame. Si avrà cura, inoltre, di realizzare i percorsi all’esterno delle aree a pericolosità idraulica. È, pertanto, prevedibile che tali interventi produrranno una generale valorizzazione delle lame, nonché una valorizzazione diffusa del patrimonio rurale e storico-archeologico in connessione con le stesse. Dalla realizzazione sinergica di questi interventi con quelli previsti con l’azione 3.4. dipenderà la possibilità di incrementare i benefici attesi da questa azione. Non sono prevedibili effetti negativi se la realizzazione seguirà le linee guida già delineate nel piano, volte a evitare interferenze negative con le aree a pericolosità idraulica e il disturbo degli habitat naturalistici in loco.

3.2. Risanamento e bonifica delle situazioni di maggior degrado in lama. Questa azione prevede varie tipologie di intervento. Da un lato l’individuazione puntuale delle discariche non autorizzate di rifiuti di vario genere e la loro bonifica; dall’altro il ripristino della naturalità degli alvei in modo da favorire la creazione, l’accrescimento e la diversificazione degli habitat locali con conseguente aumento della biodiversità. Tali interventi riguarderanno: la lama Balice, la lama Lamasinata, la lama Picone, la lama Montrone, la lama San Giorgio, la lama Giotta nei vari territori comunali da esse attraversate; le lame Marcinase e Martina in territorio di Molfetta; le lame Pizzicocca, Pozzopato e Castello in agro di Giovinazzo; la gravina di Monsignore a Mola di Bari; le lame di Torre Incina, di Casa Messa e di Cala Paura in territorio di Polignano a mare. Per tali interventi sono prevedibili solo impatti positivi. Da un lato, le bonifiche comporteranno una riduzione di siti potenzialmente inquinati, che inciderà positivamente sulla riduzione di potenziali fonti di contaminazione delle falde e quindi sullo stato quali-quantitativo delle stesse; d’altro canto, gli interventi di ripristino della naturalità comporteranno impatti positivi sulla cura del paesaggio rurale e sull’aumento della naturalità diffusa. Essi, inoltre, porteranno un miglioramento degli equilibri idrogeologici e concorreranno, insieme all’eliminazione delle discariche – che costituiscono punti di sbarramento del naturale deflusso delle acque in lama – alla riduzione del rischio e della pericolosità idraulica.

3.3. Regimentazione idraulica nei tratti a rischio idrogeologico.

Questa azione comprende interventi che fanno riferimento sia ad attività di regimentazione idraulica tout court, che ad azioni di riduzione delle velocità di deflusso e di laminazione dei colmi di piena. Sono di quest’ultimo tipo, ad esempio, due interventi proposti all’interno dei territori comunali di Bari e di Polignano a mare, che propongono di utilizzare alcune cave dismesse per l’immagazzinamento di parte dei volumi di piena al fine di ridurre la portata di

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colmo per attenuare l’impatto a valle. Gli interventi riguardano la maggior parte delle lame di MTB e prevedono sia interventi specifici a protezione di singoli nuclei abitati che più complessi interventi di raccordo a protezione di vari nuclei abitati. Rientra in quest’ultima tipologia di inteventi, ad esempio, lo studio di fattibilità per la riduzione del rischio idraulico nei comuni di Toritto, Grumo Appula, Binetto e Bitetto. Lo stato di definizione degli interventi proposti con questa azione è molto disomogeneo dal momento che in taluni casi si tratta di progetti circoscritti già in avanzato stato di dettaglio e in altri di progetti di studi di fattibilità ancora da realizzarsi. Rimandando, pertanto, valutazioni di maggiore dettaglio alla fase di progettazione degli interventi, in questo paragrafo è utile sottolineare i benefici generali che tale linea di azione può avere sulla riduzione del rischio e della pericolosità idraulica e, in certa misura, anche sul contenimento dei rischio di desertificazione. D’altro canto si deve evidenziare la necessità di verifiche puntuali sulle relazioni tra nuove opere infrastrutturali e elementi di naturalità diffusa, da un lato, nonchè tra nuove linee di deflusso delle acque e attività insediate, dall’altro.

3.4. Recupero e riqualificazione dei siti storico-archeologici di particolare interesse. Questa azione comprende interventi volti al recupero e al restauro di elementi di valore storico, archeologico e architettonico presenti in adiacenza alle principali lame di MTB, come ad esempio la chiesa dell’Annunziata nei pressi della lama San Giorgio, la chiesa di San Lorenzo tra le lame San Giorgio e Giotta, borgo di Balsignano nei pressi della lama Lamasinata (questo intervento è citato nel presente programma per ragioni di completezza, ma è contenuto all’interno del programma “Centri storici” al quale si rimanda per ulteriori dettagli). È prevedibile che tali interventi avranno un impatto positivo sulla valorizzazione del paesaggio rurale e delle testimonianze storico-archeologico-architettoniche presenti sul territorio. Al fine della creazione di reali percorsi integrati di promozione e valorizzazione del territorio, la stretta connessione di questa tipologia di interventi con quelli previsti al punto 3.1. (“creazione di percorsi pedonali e ciclabili in adiacenza alle lame e in connessione con tali emergenze”) induce a sottolineare l’importanza di realizzare queste due azioni in stretta sinergia.

4. PROGRAMMA COSTA 4.1. La collana di perle. Rigenerare la qualità del fronte costiero come attrattore internazionale.

4.1.1. Le perle. Promuovere la grande architettura di un nuovo fronte a mare. Questa azione prevede l’attivazione di sei concorsi internazionali di progettazione per la realizzazione di sei progetti di qualità nelle cinque città costiere di MTB. Nello specifico essi riguardano: - Molfetta: Riqualificazione del fronte mare portuale, tra Santa Maria dei Martiri e il

nucleo storico. Allo stato attuale obiettivi e tipologie di intervento sono ancora in fase di studio per cui non è possibile fare delle valutazioni.

- Giovinazzo: Realizzazione di un polo turistico-culturale e di un piano direttore per la riqualificazione del fronte mare. L’obiettivo di questo intervento è ampio e complesso dal momento che include la realizzazione di approdi turistici e relative attrezzature di supporto a terra in aree industriali dismesse, realizzazione di centri direzionali amministrativi e servizi di quartiere, opere di ripascimento del fronte costiero e interventi di difesa dall’erosione, riqualificazione della viabilità, interventi di riqualificazione urbana.

- Bari nord-ovest: Realizzazione del Palazzo degli eventi nella Fiera del Levante, in luogo di un vecchio padiglione

- Bari sud-est: Realizzazione di un parco urbano a Punta Perotti e realizzazione di un Centro per le arti contemporanee.

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- Mola di Bari: Realizzazione di un nuovo mercato ittico sul molo foraneo, con annesso parcheggio interrato, e riqualificazione del fronte urbano del porto.

- Polignano a Mare: Riqualificazione del vecchio macello a nuova sede del museo «Pino Pascali», realizzazione di un museo d’arte contemporanea all’aperto, realizzazione di attrezzature di servizio per il museo e il parco marino, mitigazione paesaggistica di detrattori posti lungo la costa, riqualificazione di percorsi pedonali lungo il costone costiero.

Lo stato di avanzamento delle ipotesi progettuali alla base di tali concorsi non è omogeneo, per cui non è possibile fare delle valutazioni dettagliate in questa sede. D’altro canto, la complessità delle idee progettuali e degli interventi che esse prevedono richiedono approfondimenti delle analisi ambientali a livello comunale al fine di pervenire a valutazioni appropriate. In questa sede ci limiteremo, pertanto, a fare delle valutazioni ambientali preliminari, sulla base delle implicazioni metropolitane degli interventi e delle sinergie che questi stabiliscono con altre azioni del Piano. In tale ottica va sottolineato l’impatto positivo che essi potranno avere sulla qualità architettonica e urbana, ulteriormente supportata dal procedimento concorsuale cui i progetti saranno legati. Rimangono, invece, da verificare, sulla base di elementi conoscitivi e di ipotesi progettuali di maggiore dettaglio, gli impatti sul paesaggio costiero e sul rischio di erosione costiera, sul rischio idrogeologico – specie in quei comuni come Giovinazzo e Bari sud dove le aree di intervento sono interessate dalla presenza di tratti ad alto rischio idraulico – sulla presenza di naturalità diffusa, sul consumo di suolo. D’altro canto, è necessario qui sottolineare come l’obiettivo di questi interventi di costruire dei poli di servizi di qualità lungo il fronte a mare debba necessariamente essere coniugato con azioni volte al rafforzamento del trasporto pubblico e della viabilità cico-pedonale di cui al programma mobilità, con particolare riguardo per le azioni 1.1.4. e 1.2.1.), al fine di evitare che la domanda di mobilità connessa con la realizzazione di tali poli porti ad un incremento di trasporto privato.

4.1.2. Il filo della collana. Realizzare una mobilità costiera interurbana sostenibile. Questa azione è menzionata nel presente programma per ragioni di completezza, ma è contenuta all’interno del programma Mobilità, al quale si rimanda per le valutazioni.

4.1.3. Una Metropoli di mare. Realizzare un sistema integrato di approdi turistici. Questa azione è menzionata nel presente programma per ragioni di completezza, ma è contenuta all’interno del programma Accessibilità e del programma Turismo e Marketing, ai quali si rimanda per le valutazioni.

4.2. 70 km di costa risanata. Salvaguardare il paesaggio costiero dal degrado naturale e

antropico. 4.2.1. Consolidamento e protezione della costa in contrasto ai fenomeni erosivi e

all'inquinamento. Questa azione prevede interventi in tre dei cinque comuni costieri (Bari, Molfetta e Polignano), aventi caratteristiche molto differenti. In particolare, nel comune di Bari è prevista la messa in sicurezza permanente di Torre Quetta, successiva all’avvenuta rimozione dei materiali contenenti amianto. Ciò verrà fatto attraverso l’isolamento del fondo marino, il ripascimento del litorale con ampliamento della linea di riva verso il mare, la protezione della spiaggia dall’erosione attraverso una scogliera distanziata sommersa. Nel comune di Molfetta sono previsti interventi di difesa dall’erosione del centro antico – attraverso la realizzazione di una barriera frangiflutti sommersa e un ripascimento artificiale per la creazione di spiagge in alcuni tratti – e di rinaturalizzazione, ripascimento e recupero costiero del tratto a sud dell’abitato di Molfetta. Nel comune di Polignano sono, infine, previsti interventi di consolidamento degli speroni rocciosi lungo l’intera fascia costiera del territorio comunale, da un lato, e di realizzazione di frangiflutti sommersi in corrispondenza del centro abitato, al fine di

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ridurre l’azione di frangimento delle onde sulla falesia rocciosa che caratterizza il litorale in quel tratto. Anche in questo caso una valutazione specifica degli interventi è da rimandare in sede di progettazione di maggiore dettaglio, vista la complessità degli interventi e la loro necessità di indagini a scala comunale. Opportune valutazioni di incidenza dovranno, inoltre, essere esperite nel caso, ad esempio, di Torre Quetta, sebbene sia stato già presentato uno studio di dettaglio che verifica l’assenza di posidonieto nelle aree dove si prevede di posizionare la scogliera sommersa. In questa sede si sottolineano, tuttavia, i prevedibili effetti positivi che tali interventi potrebbero avere nel contrasto dell’erosione costiera e sulla cura del paesaggio costiero in genere. Si ricorda che alcuni di questi comuni, Bari in particolare, ha una criticità alta nei confronti dell’erosione proprio nel tratto di costa in prossimità di Torre Quetta (per maggiori dettagli si veda il Piano Regionale delle Coste e le valutazioni riportate nel cap. 7 del presente documento).

4.2.2. Realizzazione e adeguamento dei recapiti finali di convogliamento delle acque. Questa azione è menzionata nel presente programma per ragioni di completezza, ma è contenuta all’interno del programma Risorse Idriche, al quale si rimanda per le valutazioni.

4.2.3. Riqualificazione delle aree urbane marginali lungo la fascia costiera. Questa azione prevede varie tipologie di interventi, che vanno dalla realizzazione di urbanizzazioni primarie e demolizioni di opere abusive nel tratto di costa a sud di Bari alla riqualificazione del fronte mare del litorale S.Girolamo-Fesca tramite concorso di idee; dalla sistemazione complessiva del fronte mare di Mola (con realizzazione di scogliere, interventi di ristrutturazione e risanamento dei sottoservizi nonchè di ristrutturazione del sistema degli spazi pubblici e della viabilità orientata alla maggiore fruizione ciclo-pedonale) alla riqualificazione di alcuni tratti del lungomare di Polignano attraverso il miglioramento dell’accessibilità e la realizzazione di alcune urbanizzazioni. Anche per questa azione valgono le considerazioni fatte per l’azione 4.2.1. in merito alla necessità di successive analisi di dettaglio a scala comunale, nonché alla necessità di valutazioni di incidenza ad esempio in relazione alla sistemazione del fronte a mare di Mola (nonostante in questo caso siano già disponibili primi studi derivanti da un’indagine meteo marina). Si richiama qui, invece, l’attenzione su alcune valutazioni più generali. Effetti positivi di queste tipologie di interventi sono prevedibili in relazione al contrasto dell’erosione costiera e alla cura del paesaggio costiero in genere. Effetti positivi sono anche prevedibili sulla qualità architettonica e urbana delle aree urbanizzate prospicienti la costa, specie nel caso di procedure di affidamento per concorso di progettazione. L’attenzione posta per una ristrutturazione della viabilità e un suo orientamento alla maggiore funzione ciclo-pedonale, inoltre, fa ipotizzare un effetto positivo sulla qualità dell’aria. Anche in questo caso, tale effetto potrebbe essere incrementato in maniera non trascurabile dalla contemporanea attivazione di azioni volte al potenziamento della mobilità dolce (in particolare dell’azione 1.2.1.) oltre che dell’azione 1.5.1. “tram del mare”. La presenza, invece, di interventi volti alla realizzazione di nuove urbanizzazioni induce a ipotizzare possibili incrementi nel consumo di suolo, da verificare in sede di progettazione e eventualmente da mitigare almeno con l’utilizzo di coperture permeabili, per quanto possibile.

5. PROGRAMMA CITTÀ STORICA 5.1. La costruzione quotidiana della storia collettiva: recuperare la capacità degli abitanti di

manutenere la città.

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5.1.1. Attivazione di una rete di Laboratori per la valorizzazione della Città storica. Questa azione comprende interventi volti alla costruzione partecipata di manuali di recupero e di intervento per la città storica consolidata e per il patrimonio storico diffuso sul territorio, nonché all’attivazione di forme di supporto tecnico e finanziario per tali interventi. È, quindi, possibile prevedere possibili impatti positivi sia sulla qualità architettonica e urbana che sulla cura del paesaggio rurale. Tali effetti saranno ulteriormente amplificati dalle sinergie con l’azione 5.3.1., volta alla costruzione di un Atlante digitale per il recupero della Città storica di MTB, e con l’azione 5.1.3 “Patto per il recupero della Città storica”, nonché con l’azione 12.5.1. volta alla formazione del personale tecnico, dei professionisti e delle maestranze nel campo dell’edilizia sostenibile, nonché alla realizzazione di un borsino dell’edilizia sostenibile e del restauro. Tali sinergie garantiranno anche un incremento degli effetti positivi attesi sulla sostenibilità dei consumi energetici. Non si prevedono impatti negativi.

5.1.2. Istituzione di una Scuola artigiana per la conservazione della Città storica. Questa azione prevede interventi immateriali volti alla formazione di giovani professionisti e artigiani con specifiche competenze tecniche per operare sul patrimonio storico, sia esso monumentale che minore, che potranno anche accedere in posizione preferenziale agli albi per l’affidamento di incarichi fiduciari di cui all’azione 5.1.1. Effetti positivi di questa azione sono, quindi, attesi sulla qualità architettonica e urbana che sulla cura del paesaggio rurale. Anche nel caso di questa azione, un incremento degli effetti positivi potrebbe aversi con la contestuale attivazione delle azioni 5.1.1 “Rete dei Laboratori per la valorizzazione della Città storica” e 5.1.3 “Patto per il recupero della Città storica”.

5.1.3. Creazione di un fondo per la manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio storico finalizzata al miglioramento della qualità abitativa e alla trasformazione d'uso compatibile. L’azione prevede l’erogazione di contributi in conto capitale e/o fondo di garanzia per l’accesso al prestito agevolato per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria finalizzata al miglioramento della qualità abitativa e alla trasformazione d’uso compatibile dei manufatti in muratura portante realizzati prima del 1940, sia all’interno dei nuclei urbani che diffusi sul territorio (patrimonio diffuso). Come nei precedenti due casi, sono prevedibili impatti positivi sia sulla qualità architettonica e urbana che sulla cura del paesaggio rurale. Tali effetti saranno ulteriormente amplificati dalle sinergie create con le azioni 5.3.1. e 5.3.2. La costruzione di specifiche sinergie con le azioni del programma Energia (in particolare l’azione 8.2.1. volta all’armonizzazione dei regolamenti edilizi comunali in chiave di sostenibilità energetica, e l’azione 8.2.4. volta alla campagna di sensibilizzazione per l’uso efficiente dell’energia) e del programma Commercio e Artigianato (in particolare l’azione 12.5.1. volta alla costituzione di un mercato dell’edilizia sostenibile) potranno fornire utile supporto per l’ulteriore miglioramento degli effetti ambientali previsti. In tal modo essi contribuiranno a rendere non trascurabili gli impatti – altrimenti molto ridotti – sul contenimento dei consumi energetici.

5.2. La valorizzazione del patrimonio urbano: Riqualificare gli spazi e i luoghi pubblici dei nuclei storici urbani.

5.2.1. Riqualificazione delle pavimentazioni e delle reti dei sottoservizi stradali. Questa azione prevede il recupero e l’ammodernamento delle urbanizzazione primarie, per lo più consistenti nel rifacimento di reti tecnologiche e sottoservizi e nella manutenzione e/o ribasolatura di strade del centro storico. Come tale, si prevedono effetti positivi sulla qualità architettonica e urbana, da un lato, e, in misura minore, sullo stato quali-quantitativo delle falde dal momento che il

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rifacimento dei sottoservizi può concorrere a eliminare eventuali punti di disservizio di reti fognarie che costituiscono attualmente fonti di contaminazione puntuali delle falde.

5.2.2. Riqualificazione di piazze, spazi aperti e arredo urbano. Questa linea d’azione comprende una serie interventi di piccola scala, volti alla sistemazione di piazze e aree di sosta di quartiere e alla realizzazione di elementi di arredo urbano e alberature. In molti casi, gli interventi prevedono anche una razionalizzazione del traffico e la trasformazione di alcune aree in zone pedonali. Dal momento che gli interventi in questione sono localizzati in aree già urbanizzate, non è prevedibile un incremento di consumo di suolo. È prevedibile, invece, un effetto positivo sulla qualità architettonica e urbana delle aree, ulteriormente incrementato dal possibile ricorso a procedure concorsuali per l’affidamento della progettazione (procedure già previste per alcuni degli interventi in oggetto). In generale, è, inoltre, prevedibile un incremento della dotazione di verde urbano, dal momento che alcuni progetti prevedono una contestuale piantumazione di nuovi alberi, nonché un miglioramento della qualità dell’aria dovuta al potenziale decongestionamento delle aree oggetto di intervento. Il carattere locale di questi miglioramenti impone, tuttavia, la necessità di approfondimenti delle valutazioni a livello comunale, volte alla verifica degli effetti di eventuali spostamenti di traffico dovuti alla modificata gerarchizzazione dei collegamenti stradali. È comunque possibile evidenziare già in questa sede che l’efficacia di questa azione e i suoi effetti positivi potrebbero essere efficacemente sostenuti (al contempo minimizzando eventuali effetti negativi in aree limitrofe) da azioni volte alla realizzazione di nuovi sistemi di accessibilità e mobilità nei centri storici, di cui principalmente alle azioni 5.5.1., 5.5.2.

5.2.3. Restauro degli edifici pubblici e dei complessi monumentali. Questa linea di azione prevede interventi volti al recupero statico, funzionale e al restauro di vari edifici storici e complessi monumentali in molti dei comuni di MTB, per lo più siti nei centri storici ma anche in territorio rurale come nel caso della Chiesa Madonna della Torre a Sannicandro. In alcuni casi gli interventi comprendono anche azioni di riqualificazione delle aree circostanti, che diventano particolarmente rilevanti per le implicazioni ambientali nei casi di interventi in zona extraurbana, come nel caso di Sannicandro dove si prevede la creazione di un parco pubblico in adiacenza. Per la varietà degli interventi previsti in questa azione non è possibile generalizzare le valutazioni. Si può comunque dire che un generale impatto positivo è prevedibile sulla qualità architettonica e urbana. Nei casi in cui gli interventi comprendano anche la sistemazione degli spazi pubblici con creazione di verde urbano è, inoltre, prevedibile un impatto positivo sulla presenza di verde, nonché sulla cura del paesaggio rurale nel caso di localizzazione extraurbana dell’intervento. Sinergie con le azioni del programma Energia (in particolare con le azioni 8.1.1., 8.1.2., 8.1.3 e 8.1.4) potrebbero aumentare gli effetti positivi sulla sostenibilità dei consumi energetici.

5.3. L'elaborazione della conoscenza operativa: Sperimentare strumenti integrati per l'intervento nella Città storica.

5.3.1. Costituzione di archivi conoscitivi per l’intervento nella Città storica. Questa azione ha come oggetto la costruzione di un atlante digitale della città storica (sia nei nuclei urbani storici che nel territorio diffuso) comprendente informazioni sulla consistenza quantitativa e qualitativa del patrimonio urbanistico ed architettonico, come base per progettazioni successive. A questa zione, proposta dall’Ufficio Unico del Piano Strategico, hanno aderito in prima istanza i comuni di Bitetto, Capurso, Casamassima, Conversano, Gioia del Colle, Corato, Cellamare; ulteriori adesioni sono comunque attese. È prevedibile che la realizzazione di questa azione immateriale possa creare sinergie positive e contribuire all’aumento dell’efficacia delle altre azioni contenute nel

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programma, con particolare riferimento alla cura del patrimonio rurale e alla qualità architettonica e urbana.

5.3.2. Innovazione e integrazione degli interventi di recupero e di riqualificazione. Questa linea di azione comprende interventi di varia tipologia che vanno dalla riqualificazione di ampie porzioni del centro storico attraverso operazioni di sistemazione di piazze, nuove pavimentazioni, rifacimento dei sottoservizi, ridefinizione della gerarchia stradale, arredo urbano (comuni di Modugno, Sammichele, Triggiano, Bari), alla elaborazione di manuali di recupero (comune di Acquaviva) e di un programma di rigenerazione del centro storico che prevede l'erogazione di contributi per le ristrutturazioni e il recupero del patrimonio architettonico di pregio e degli spazi pubblici (comune di Sannicandro). Anche in questo caso è difficile fare delle valutazioni aggregate di questa linea di azione, dovendo anche in questo caso richiamare la necessità di successive valutazioni a scala comunale. Si può tuttavia, prevedere che questa azione potrà avere un generale effetto positivo sulla qualità architettonica e urbana nonché produrre un miglioramento della qualità dell’aria dovuta al potenziale decongestionamento delle aree oggetto di intervento. È comunque possibile evidenziare già in questa sede che l’efficacia di questa azione e i suoi effetti positivi potrebbero essere efficacemente sostenuti (al contempo minimizzando eventuali effetti negativi in aree limitrofe) da azioni volte alla realizzazione di nuovi sistemi di accessibilità e mobilità nei centri storici, di cui principalmente alle azioni 5.5.1., 5.5.2. Gli interventi immateriali previsti, invece, potranno creare sinergie positive e contribuire all’aumento dell’efficacia delle altre azioni contenute nel programma, in particolare in riferimento alla cura del patrimonio rurale e alla qualità architettonica e urbana.

5.4. Il recupero della bellezza del territorio storico: Riattivare le connessioni tra il patrimonio storico diffuso e i nuclei urbani della Città storica.

5.4.1. Realizzazione di un Museo territoriale del patrimonio diffuso. Questa azione si compone di interventi materiali e immateriali. I primi sono finalizzati al recupero di elementi di valore del patrimonio storico diffuso come il sito di Balsignano (Modugno) o la Chiesa di Ognissanti (Valenzano). Come intervento immateriale è, invece, prevista la costruzione di un museo territoriale che coinvolga i comuni di prima corona del capoluogo (Comuni di Bari, Modugno, Valenzano, Capurso, Cellamare, Sannicandro, Triggiano), con lo scopo di integrare in una azione museografica di rete le azioni di recupero in corso sul patrimonio architettonico (di cui alla parte materiale della presente linea di azione) In questa sede si sottolinea la forte complementarietà degli interventi previsti in questa azione e i prevedibili effetti positivi che potrebbero avere sull’innalzamento della capacità di gestione del patrimonio storico diffuso e la cura del patrimonio rurale. Si sottolineano, inoltre, le sinergie con le azioni di valorizzazione delle lame (di cui all’azione 3.1., essendo, per esempio, il borgo di Balsignano in prossimità della lama Lamasinata incluso in un possibile percorso di valorizzazione della lama stessa).

5.5. Muoversi a misura d’uomo: Sperimentare nuovi sistemi di accessibilità e mobilità nei nuclei storici urbani.

5.5.1. Realizzazione di parcheggi scambiatori in prossimità dei nuclei storici urbani. Questa linea di azione prevede interventi volti alla costruzione di parcheggi scambiatori interrati in adiacenza delle città storiche. Tali interventi, anch’essi da verificare con un maggior grado di dettaglio in sede di progettazione successiva, potranno contribuire a decongestionare la città storica e a impedire che i processi di riduzione del traffico in tali aree causino effetti negativi nelle aree limitrofe. È importante notare che esistono già delle forti sinergie e complementarietà tra alcuni di questi interventi e interventi volti al recupero della città storica di cui alle azioni 5.2.2. e 5.3.2. (si vedano per esempio i

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comuni Conversano, Bari e Modugno). Effetti positivi sono, inoltre, prevedibili sulla qualità architettonica e urbana, nonché sulla qualità dell’aria.

5.5.2. Realizzazione di sistemi di dissuasione e di monitoraggio dell'accesso automobilistico. Questa linea di azione concorre, in modo diverso rispetto alla precedente, all’obiettivo di limitare il traffico nei centri storici, sebbene non risolva completamente il problema dell’accesso al centro. Si evidenziano potenziali effetti positivi su qualità urbana e la qualità dell’aria.

5.5.3. Realizzazione di nuove viabilità per la deviazione degli attraversamenti automobilistici. Questa linea di azione prevede la realizzazione di un parcheggio pubblico nella frazione di San Vito (Polignano) con la realizzazione di accessi carrabili e pedonali all’area monumentale e demaniale di balneazione. È prevedibile che tale intervento possa portare ad un decongestionamento dell’area nel periodo turistico. Tuttavia essa comporterà un consumo di suolo, che si consiglia di limitare attraverso l’utilizzazione di superfici permeabili per la pavimentazione delle nuove aree. I potenziali effetti negativi sul paesaggio costiero andranno verificate in sede di progettazione di dettaglio.

6. PROGRAMMA PAESAGGIO RURALE E AGROINDUSTRIA 6.1. Migliorare l’accessibilità, la fruibilità e l'attrattività delle aree rurali.

6.1.1. Ammodernamento delle strade rurali e creazione di percorsi ecologici. Questa azione comprende interventi di vario tipo, che vanno dall’ammodernamento e sistemazione di strade rurali (Cassano delle Murge, Turi, Bitonto, Sammichele), alla specifica valorizzazione della viabilità storica (attuazione del piano comunale dei tratturi a Corato, sistemazione di uno stralcio dell’Appia Traiana a Terlizzi), al restauro vegetazionale e ambientale finalizzato alla creazione di un parco suburbano agro-forestale (Toritto, Grumo Appula). Gli effetti positivi attesi da questa linea di azione comprendono un miglioramento dell’accessibilità nel territorio rurale, che potrebbe riflettersi su un incremento della cura del paesaggio rurale, e l’incremento della sicurezza stradale. Nel caso di interventi volti alla creazione di parchi rurali, è da segnalare la previsione di un ulteriore l’impatto positivo sulla presenza di verde e di naturalità diffusa. Nei casi di ampliamento della viabilità esistente, tuttavia, è da evidenziare un effetto negativo sull’aumento del consumo di suolo, con ulteriore rischio di impattare negativamente sui bilanci idrogeologici e, anche se da valutare, sul rischio di desertificazione. La scelta di utilizzare materiali permeabili (già presente nelle ipotesi progettuali degli interventi sulla viabilità storica), potrebbero contribuire a mitigare tali impatti. Viste, invece, le dimensioni degli interventi, è possibile ritenere, in prima approssimazione, trascurabili gli impatti sui bilanci idrologici e sulla desertificazione. Importante segnalare che la previsione di piste ciclabili e, in genere, del riutilizzo della viabilità storica a supporto della mobilità lenta costruisce sinergie profonde non solo con l’azione 1.2.1., ma anche con la valorizzazione delle lame (azione 3.1.1.), essendo tale viabilità in connessione con alcune delle principali lame di MTB.

6.2. Valorizzare le produzioni agricole locali e sviluppare il mercato agroalimentare. 6.2.1. Promozione dei prodotti di MTB.

Rientrano in questa azione interventi immateriali volti a sostenere la creazione di una filiera corta per i prodotti tipici di MTB, oltre che alcuni interventi di restauro di immobili da destinare alla commercializzazione di tali prodotti. Come tale, questa azione favorirà una domanda di qualità per i prodotti agricoli locali, che contribuirà a stimolare una produzione locale più sostenibile in linea con la tradizione agricola locale. Di conseguenza, effetti indiretti positivi sono prevedibili sulla

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cura del paesaggio rurale. Al contempo, è prevedibile che la filiera corta potrà favorire il consumo locale e ridurre il trasporto di merci a lunga distanza, contribuendo al miglioramento della qualità dell’aria. I benefici sulla qualità dell’aria, tuttavia, sono difficilmente prevedibili perché dipendono anche dalla contestuale capacità di ristrutturazione dei mercati locali e della loro accessibilità dai comuni di MTB. È comunque ipotizzabile che l’entità dei benefici precedentemente menzionati possa aumentare in connessione con altre azioni, per esempio volte al sostegno di turismo ambientale e culturale (azione 18.3.1.), alla diffusione della certificazione delle produzioni alimentari a garanzia della sostenibilità ambientale (azione 6.2.2.), alla costruzione di un marchio per i prodotti di qualità in MTB (azione 12.1.1.).

6.2.2. Certificazione delle produzioni alimentari a garanzia della salute e della sostenibilità ambientale. Questa azione comprende per lo più interventi immateriali volti al sostegno della ricerca sui prodotti agricoli di qualità, alla sperimentazione di metodi di agricoltura sostenibile e alla sensibilizzazione della popolazione su queste tematiche. D’altro canto, essa prevede interventi materiali volti alla realizzazione di strutture per l’insediamento di tali attività di ricerca (nel comune di Sannicandro). È, quindi, prevedibile in generale che questa azione possa contribuire alla generazione di una domanda di qualità per i prodotti agricoli locali, che contribuirà a stimolare una produzione locale più sostenibile e in linea con la tradizione agricola locale. Di conseguenza, effetti indiretti sono prevedibili sulla cura del paesaggio rurale. Tale azione si pone a completamento e supporto dell’azione precedente e in connessione con altre azioni, per esempio volte al sostegno di turismo ambientale e culturale (azione 18.3.1.). Nel caso degli interventi materiali, si rimanda a valutazioni di dettaglio da farsi a livello comunale. In questa sede si sottolinea soltanto la necessità di verificare eventuali impatti negativi sul consumo di suolo, da minimizzare per quanto possibile riducendo al minimo le superfici impermeabilizzate.

7. PROGRAMMA RISORSE IDRICHE 7.1. Razionalizzare i consumi e ridurre gli sprechi.

7.1.1. Studiare nuovi modelli di approvvigionamento e di distribuzione della risorsa idrica per usi diversi dal potabile. Questa azione prevede lo studio di nuovi modelli di approvvigionamento e distribuzione della risorsa idrica che utilizzino fonti non convenzionali per usi diversi dal potabile. È pertanto prevedibile che questa azione possa contribuire a ridurre la pressione sull’utilizzazione di acqua, principalmente di falda, che in vaste aree di MTB ha già prodotto una salinizzazione evidente e la conseguente imposizione di vincoli all’emungimento (si veda, in proposito, quanto contenuto nelle norme tecniche del Piano di Tutela delle Acque). È, inoltre, ipotizzabile che questa azione possa avere un impatto positivo sulla tutela degli acquiferi strategici presenti in alcune aree interne del territorio di MTB e sul contrasto del rischio di desertificazione

7.1.2. Ridurre le perdite nelle reti di distribuzione esistenti. Questa azione contribuirà anch’essa a ridurre la quantità di acqua distribuita e, quindi, la pressione sulle estrazioni di acqua. Essendo il mantenimento dei bilanci idrici in connessione con azioni di contrasto del rischio di desertificazione, è prevedibile che questa azione possa contribuire indirettamente anche a tale scopo.

7.1.3. Diffondere la cultura dell’acqua.

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Questa azione contribuirà anch’essa a ridurre la quantità di acqua distribuita e, quindi, la pressione sulle estrazioni di acqua e, indirettamente, al contrasto del rischio di desertificazione.

7.1.4. Realizzare sistemi di riutilizzo e recupero delle acque. Questa azione contribuirà anch’essa a ridurre la pressione principalmente sull’utilizzazione di acqua di falda. La possibilità di riuso di acque reflue, inoltre, contribuirà a ridurre a sua volta il carico inquinante sui recapiti finali, ossia suolo (e da qui, indirettamente, sulle acque di falda) e mare. Essendo il mantenimento dei bilanci idrici in connessione con azioni di contrasto del rischio di desertificazione, è prevedibile che questa azione possa contribuire indirettamente anche a tale scopo.

7.2. Tutelare corpi idrici e suolo dall’inquinamento.

7.2.1. Risanare e completare le reti di fognatura nera. Questa azione comprende vari interventi volti al completamento o al risanamento di tratti di fognatura nera in vari comuni di MTB. In tal modo, essa concorrerà alla realizzazione di una maggiore efficienza del collettamento dei reflui propedeutico al loro trattamento finale, riducendo, in tal modo, le fonti puntuali di contaminazione delle falde. Effetti positivi sono, quindi, prevedibili sulla tutela quali-quantitativa delle falde. Ovviamente la maggior quantità di refluo collettato necessiterà un incremento della capacità dei depuratori che, al contempo, sono tenuti per legge ad un loro adeguamento a parametri più restrittivi allo scarico. In condizioni di efficienza dell’intero sistema della depurazione (quindi con gli adeguamenti di legge degli impianti) non si prevede un sensibile aumento dei carichi allo scarico nei recapiti finali (suolo e mare in MTB). L’aumento della quantità di reflui trattati comporterà, tuttavia, un incremento della quantità di fanghi di depurazione, per i quali è necessario prevedere adeguati sistemi di smaltimento. Strette sinergie, sono, pertanto, da prevedere con l’azione 7.2.2., volta all’incremento dell’efficienza depurativa degli impianti di trattamento, e con l’azione 9.3.2. volta all’individuazione di modalità di smaltimento dei fanghi

7.2.2. Migliorare l’efficienza depurativa degli impianti di trattamento. Questa azione riguarda interventi per l’adeguamento degli impianti di depurazione ai nuovi parametri allo scarico previsti per legge, oltre che la realizzazione di impianti di trattamento e valorizzazione dei reflui del latte (progetto inserito nel programma Rifiuti). Anche in questo caso, strette sinergie sono da sottolineare con il programma Rifiuti, in particolare con le azioni volte all’individuazione di modalità di smaltimento dei fanghi (azione 9.3.2.). Effetti positivi di quest’azione sono prevedibili sullo stato qualitativo delle falde e sulla riduzione dell’inquinamento marino, particolarmente critico nel comune di Molfetta laddove oltre il 48% della costa è non balneabile per inquinamento. Possibili aumenti di suolo urbanizzato a servizio di tali impianti sono, invece, prevedibili effetti negativi dell’attuazione di questa azione.

7.2.3. Realizzare e/o adeguare le reti di drenaggio urbano.

Questa azione comprende interventi volti all’adeguamento e/o alla realizzazione di nuovi tratti di fogna bianca in vari comuni di MTB, impianti di trattamento dedicati e strutture per lo smaltimento sul suolo delle stesse. Tale azione si pone in stretta connessione con la successiva, volta alla separazione delle reti di collettamento fognarie. Dal momento che tali interventi contribuiranno alla riduzione della pressione sulla fognatura nera è prevedibile che contribuiranno a sostenere la maggiore efficienza depurativa dei reflui domestici e, indirettamente, produrranno benefici sullo stato qualitativo delle falde e del mare.

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D’altro canto, la realizzazione di opere di collettamento delle acque piovane contribuirà in modo diretto ad una diminuzione del rischio di allagamento che riguarda molti comuni di MTB. Possibili aumenti di suolo urbanizzato a servizio di tali impianti sono, invece, prevedibili effetti negativi dell’attuazione di questa azione. Gli impianti di trattamento e smaltimento delle acque bianche se gestiti correttamente non dovrebbero, invece, produrre effetti negativi su altre componenti ambientali.

7.2.4. Disconnettere le fognature miste. Questa linea di azione comprende interventi di separazione delle reti di collettamento delle fognature bianche e nere. Come tale, è in stretta sinergia con le azioni precedenti e concorre al raggiungimento dei medesimi obiettivi. Per essa valgono le previsioni sui potenziali effetti positivi indotti di cui al punto precedente; non sono, invece, prevedibili impatti negativi sul consumo di suolo.

7.3. Incrementare la fruibilità delle aree costiere e di quelle con potenziale naturalistico e

paesaggistico. 7.3.1. Attenuare gli impatti degli scarichi degli impianti di depurazione.

Tale azione prevede la realizzazione di interventi volti alla nuova costruzione di collettori intercomunali e/o al ripristino della funzionalità dei vecchi (condotta sottomarina di Bari ovest e Molfetta). Essi contribuiranno, quindi, alla realizzazione di una maggiore efficienza del collettamento dei reflui e/o al loro efficace smaltimento a mare. Come tali, per essi sono prevedibili effetti positivi sulla riduzione delle fonti puntuali di contaminazione delle falde e sulla riduzione dei tratti di costa non balneabili, situazione particolarmente grave nel comune di Molfetta come già ricordato. Nel caso di nuovi collettamenti di reflui, sono da verificare le variazioni da essi indotte sui carichi inquinanti gravanti su suolo e su mare, attualmente in fase di analisi di dettaglio da parte della Regione Puglia nel corso dell’approvazione definitiva del Piano di Tutela delle Acque (cui si rimanda per più approfondite analisi ambientali e decisioni finali sugli schemi di collettamento futuri).

7.3.2. Realizzare reti idriche e fognarie nelle aree costiere e nelle aree rurali. Questa azione prevede la nuova realizzazione e/o il completamento/ammodernamento della rete idrica e fognante in alcune aree rurali e costiere (comuni di Cassano, Sannicandro, Bari, Polignano, Molfetta). È, quindi, possibile prevedere che questa azione possa contribuire alla riduzione delle fonti di contaminazione puntuale e, quindi, al miglioramento dello stato qualitativo delle falde e/o del mare (nel caso di insediamenti costieri). D’altro canto, valgono per questa azione le considerazioni già fatte per l’azione 7.2.1., in relazione alla previsione di aumento delle operazioni di trattamento dei reflui dovute ad un incremento della loro quantità collettata. L’aumento della quantità di reflui trattati comporterà, d’altro canto, un incremento della quantità di fanghi di depurazione, per i quali è necessario prevedere adeguati sistemi di smaltimento. Strette sinergie, sono, pertanto, da prevedere con l’azione 7.2.2., volta all’incremento dell’efficienza depurativa degli impianti di trattamento) e all’individuazione di modalità di smaltimento dei fanghi (azione 9.3.2.).

8. PROGRAMMA ENERGIA 8.1. Azzeramento della dipendenza da fonti energetiche convenzionali nella Pubblica

Amministrazione. 8.1.1. Installazione di impianti fotovoltaici a servizio degli edifici pubblici.

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Questa azione prevede interventi in vari comuni di MTB per installare, eventualmente anche con l’aiuto dei privati, impianti fotovoltaici sui lastrici solari di proprietà comunale per l’autoproduzione di energia. Tale azione produrrà l’incremento delle quote di produzione di energia da fonte rinnovabile e, di conseguenza, una riduzione dei consumi energetici non sostenibili. È prevedibile, inoltre, che essa possa avere effetti positivi sulla qualità dell’aria, a seguito della riduzione dell’utilizzo di combustibili fossili e della diversificazione energetica. Sinergie positive sono da ricercare con il programma rifiuti (in particolare con l’azione 9.3.2.) e, in genere, con attività di ricerca sul ciclo di vita dei materiali utilizzati per tali impianti.

8.1.2. Interventi per il miglioramento dell’efficienza energetica dei sistemi di pubblica illuminazione. Questa azione comprende interventi di miglioramento dell’efficienza energetica e adeguamento alla normativa sull’inquinamento luminoso accanto a più tradizionali interventi di manutenzione straordinaria e ampliamento degli impianti di pubblica illuminazione. Se per i primi sono indubbi i potenziali effetti positivi sulla riduzione dei consumi energetici e, indirettamente, sulla qualità dell’aria, gli impatti degli interventi di semplice manutenzione/ampliamento vanno verificati alla luce della possibilità di introdurre miglioramenti energetici al fine di non diventare essi stessi causa di ulteriori consumi e scarsa efficienza.

8.1.3. Censimento energetico degli edifici comunali.

L’azione prevede un’azione di monitoraggio di tutte le strutture comunali presenti in MTB, con l’obiettivo di identificare le principali dispersioni di energia, gli impianti più energivori e possibili soluzioni tecniche per il contenimento degli sprechi. Sono, pertanto, prevedibili potenziali effetti positivi sul contenimento dei consumi energetici non sostenibili e sulla qualità dell’aria.

8.1.4. Interventi per il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici pubblici comunali. Questa azione prevede interventi di vario tipo, che vanno dal solare termico a interventi sulle caldaie, alla realizzazione di infissi termoisolanti, al miglioramento della coibentazione termica degli edifici. Target degli interventi sono gli edifici di proprietà comunale. È pertanto prevedibile che tale azione possa avere ricadute positive sulla riduzione dei consumi energetici non sostenibili attraverso una riduzione degli sprechi e una diversificazione della produzione di energia di fonte rinnovabile. Effetti secondari sono, quindi, prevedibili sul miglioramento della qualità dell’aria.

8.2. Instaurare le condizioni economiche, normative e tecnologiche che rendano possibile il

raggiungimento di un grado di penetrazione del rinnovabile del 50% nel 2035 . 8.2.1. Progetto pilota per l’armonizzazione e la rivisitazione dei regolamenti edilizi comunali

della MTB in chiave di sostenibilità energetica e ambientale. Questa azione prevede il finanziamento di uno studio finalizzato alla armonizzazione e alla revisione in chiave di sostenibilità energetica e ambientale di tutti i regolamenti edilizi di MTB. Anche per questa azione sono prevedibili effetti positivi sulla riduzione dei consumi energetici non sostenibili e sul miglioramento della qualità dell’aria.

8.2.2. Progetto pilota per l’individuazione della producibilità da eolico dell’area metropolitana mediante ridefinizione delle mappe del vento e individuazione delle aree da proteggere. Questa azione prevede lo svolgimento di un’attività di studio finalizzata alla determinazione della producibilità da eolico nel sistema energetico metropolitano, facendo riferimento sia alla possibilità di installazioni di grossi impianti a terra e off-

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shore, che alla penetrazione del mini e micro-eolico, in relazione alle caratteristiche geologiche, paesaggistiche, urbanistiche e anemometriche del territorio. È pertanto prevedibile che tale azione possa produrre effetti positivi sulla riduzione dei consumi energetici non sostenibili e un miglioramento della qualità dell’aria. Sebbene la tutela del paesaggio rurale e/o urbano sia già uno dei criteri su cui verranno individuate le aree idonee per le installazioni e/o quelle da proteggere, nelle aree dove si deciderà di installare gli impianti è comunque prevedibile un potenziale impatto negativo sul paesaggio rurale e/o urbano e sul consumo di suolo, mitigabile dalla scelta del sito ma non completamente eliminabile.

8.2.3. Progetto pilota/studio di fattibilità sulla Generazione Distribuita per determinare gli impatti e le soluzioni tecniche per il raggiungimento di un grado di penetrazione del rinnovabile del 50%. L’azione prevede la realizzazione di un progetto sperimentale per lo sviluppo di una rete di distribuzione dell’energia elettrica, cui sono allacciati microgeneratori diffusi e utenze. Essa consentirà di progettare sistemi elettrici complessi in grado di favorire una maggiore penetrazione delle tecnologie di microgenerazione e, quindi, delle tecnologie per il rinnovabile. Si prevede, quindi, che tale azione possa sostenere la diversificazione delle fonti di generazione dell’energia e, quindi, avere effetti positivi sulla sostenibilità energetica, con una riduzione della dipendenza da fonti fossili e, pertanto, una riduzione delle emissioni inquinanti in aria dovuta alla loro combustione.

8.2.4. Campagna di sensibilizzazione per l’uso efficiente dell’energia. Questa azione comprende interventi immateriali volti alla sensibilizzazione della popolazione alla riduzione dei consumi. Come tale essa si pone a supporto di tutte le azioni presente nel presente programma. Per essa sono prevedibili effetti positivi su miglioramento della sostenibilità dei consumi e, indirettamente, sulla qualità dell’aria.

8.2.5. Realizzazione di una Agenzia per l'Energia. Questa azione prevede la costituzione di un’Agenzia che svolga studi di settore e funzioni di pianificazione energetica territoriale, sottoponendo raccomandazioni agli organismi di governance locali. Come tale, essa si pone a supporto di un processo di sviluppo sinergico del sistema energetico metropolitano, attraverso il coordinamento tra le Pubbliche Amministrazioni e i distretti produttivi e tecnologici dell’energia. Come tale, si prevede che anch’essa possa avere impatti positivi sulla sostenibilità dei consumi e, indirettamente, sul miglioramento della qualità dell’aria.

8.3. Realizzazione di grandi progetti sperimentali per la fornitura e la produzione di servizi energetici innovativi. 8.3.1. Realizzazione di una filiera corta e di un centro di raccolta, stoccaggio e recupero

energetico da biomasse a Noicattaro. Questa azione comprende interventi volti alla realizzazione di un centro per lo stoccaggio e il recupero energetico degli scarti di origine agricola o agro-industriale, in particolare dei residui di potatura delle colture arboree più diffuse nel territorio di Noicattaro. Nelle modalità di realizzazione esso pone enfasi sul coinvolgimento degli agricoltori per la realizzazione della filiera corta e l’approvvigionamento in loco delle materie prime da utilizzare nell’impianto. Effetti positivi sono, quindi, prevedibili sull’aumento della quota di energia proveniente da fonti rinnovabili, nonché sulla capacità di riciclo dei rifiuti. Valutazione più complesse sarebbero, invece, necessarie per definire l’impatto sulla qualità dell’aria in quanto, a fronte del supporto alla riduzione delle emissioni dovuti a combustione di carburanti fossili (che avvengono in altri comuni), la generazione di energia da biomassa produce emissioni in atmosfera (nel comune in cui è localizzato l’impianto). In generale, tuttavia,

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il fatto che le nuove emissioni siano localizzate in un comune con criticità bassa alle emissioni e che questo contribuisca alla riduzione delle emissioni per la produzione di energia da fonti non rinnovabili in comuni con criticità maggiore, è da considerarsi, alla scala metropolitana, un effetto sicuramente positivo. Tale beneficio aumenta se si considera che con la realizzazione di questo impianto è ipotizzabile che vengano ridotte le pratiche di semplice combustione delle biomasse oggi largamente praticate dagli agricoltori e responsabili di notevoli emissioni inquinanti in atmosfera. È prevedibile, invece, un aumento del consumo di suolo dovuto alla necessità di realizzazione dell’impianto, che potrebbe essere mitigato dalla localizzazione in area già almeno parzialmente urbanizzata all’interno della zona PIP. Si evidenziano, inoltre, potenziali sinergie positive con il Programma Rifiuti, per il quale questa azione costituisce un’esperienza pilota a supporto della propria strategia.

8.3.2. Progetto pilota per la realizzazione di un distretto energetico per la produzione di servizi energetici e ambientali integrati. Questa azione comprende interventi volti alla realizzazione di un grande impianto sperimentale per la produzione e la fornitura di servizi energetici integrati come la co- e la tri-generazione, il teleriscaldamento, il teleraffrescamento, la produzione di idrogeno e di energia da fonti rinnovabili (fotovoltaico, minieolico). Il progetto verrà localizzato a Bari. A fronte di prevedibili benefici sulla riduzione della dipendenza dei consumi energetici da fonti non sostenibili, effetti negativi sono prevedibili sul consumo di suolo, da un lato, e sull’incremento degli impianti a rischio di incidente rilevante (dovuto alla presenza di impianti per la produzione e lo stoccaggio dell’idrogeno). Quest’ultima criticità appare tanto più problematica in quanto localizzata nell’unico comune di MTB cha ha già una presenza elevata di impianti a rischio di incidente rilevante e per il quale la costruzione di nuovi impianti di questo tipo andranno studiate con molta attenzione. In particolare, la loro localizzazione andrà studiata anche in funzione della necessità di ridurre il consumo di suolo (per esempio ipotizzandone una localizzazione in aree industriali già urbanizzate) evitando, al contempo, eventuali interferenze nelle aree di sicuro impatto, di danno e di attenzione con altri impianti a rischio di incidente rilevante, anche in relazione alle esigenze di trasporto delle sostanze pericolose in oggetto. Maggiori sinergie potrebbero essere costruite con l’azione 1.3.2. che già prevede la realizzazione di stabilimenti per la produzione e lo stoccaggio dell’idrogeno e del metano per la transizione verde nel trasporto su gomma. Eventuali impatti negativi su paesaggio rurale e/o urbano (nelle sue aree più periferiche) andranno valutati con maggiore grado di dettaglio se il distretto assumerà estensione rilevante e comprenderà sistemi per la generazione di energia a medio-alto impatto paesaggistico come l’eolico (anche nella sua versioni di mini-eolico), sebbene questa possibilità appaia remota vista la vicinanza dell’aeroporto di Bari-Palese.

9. PROGRAMMA RIFIUTI 9.1. Favorire la piena integrazione all’interno dell’area MTB, promuovendo azioni comuni per la

prevenzione della produzione dei rifiuti e per la gestione integrata del ciclo dei rifiuti. 9.1.1. Green procurement: piano di coordinamento per gli acquisti verdi e borsa rifiuti.

Questa azione comprende interventi immateriali volti a facilitare il recupero ed il riutilizzo dei rifiuti e degli scarti di lavorazione attraverso il supporto dato a produttori e detentori di rifiuti nella scelta del miglior conferimento disponibile all’interno di un sistema di rete, nonché alla definizione di Linee Guida per la redazione di Piani d’Azione per gli acquisti verdi. Come tale, si prevede che questa azione possa produrre effetti positivi sulla percentuale di riciclo e quindi su una gestione sostenibile dei rifiuti.

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9.1.2. Interoperabilità: piano di attuazione per facilitare il dialogo e la collaborazione tra tutti i

soggetti coinvolti nella gestione dei rifiuti e la cittadinanza e per garantire il coordinamento tra gli ATO. Questa azione prevede la realizzazione di interventi immateriali volti alla costruzione di strategie di collaborazione tra enti pubblici e privati nonché dei cittadini nella gestione dei rifiuti. Come tale essa avrà un effetto di supporto all’efficacia delle azioni del programma, non potendosi, tuttavia, prevedere per essa rilevanti impatti ambientali diretti.

9.2. Promuovere la cultura della prevenzione della produzione dei rifiuti nell’area MTB ed

incentivare la raccolta differenziata. 9.2.1. Mi rifiuto di sprecare: Azioni per la riduzione della produzione dei rifiuti.

Questa azione prevede la realizzazione di campagne di informazione/formazione oltre che piccoli sussidi da destinare alle microimprese e ai cittadini, per favorire la raccolta differenziata, e alle imprese, per introdurre innovazioni di prodotto e di processo finalizzate alla riduzione della produzione di rifiuti e/o al riuso di materie prime-seconde. È, pertanto, prevedibile che tali azioni portino ad un aumento della raccolta differenziata e della quantità di rifiuti riciclati, avendo, quindi, un positivo impatto sulla gestione dei rifiuti.

9.2.2. Incentivare la raccolta differenziata presso le singole municipalità. Questa azione prevede interventi finalizzati all’incremento della raccolta differenziata nei comuni. È, pertanto, prevedibile che tale azione porti ad un aumento della raccolta differenziata, avendo, quindi, un positivo impatto sulla gestione dei rifiuti. Esso sarà tanto più auspicabile in quei comuni attualmente caratterizzati da un livello di criticità elevato rispetto alla percentuale di raccolta differenziata.

9.3. Incrementare la dotazione Impiantistica nella gestione dei rifiuti riducendo l’uso della

discarica e favorendo tecnologie innovative con particolare riferimento al compostaggio e ai rifiuti speciali da attività produttive. 9.3.1. Potenziamento dell’attuale dotazione impiantistica per la chiusura del ciclo dei rifiuti.

La presente azione comprende una serie di interventi volti al potenziamento della dotazione impiantistica per il trattamento e il riciclaggio dei rifiuti, che vanno dalla costruzione di piattaforme di stoccaggio alla messa in sicurezza e/o bonifica di alcune discariche alla costruzione di impianti per la produzione di compost e biogas. È prevedibile che tale azione possas avere un impatto positivo sulla gestione dei rifiuti e, in alcuni casi, sul riciclo degli stessi. La bonifica e/o la messa in sicurezza delle discariche potrà, invece, contribuire alla riduzione di siti potenzialmente inquinanti, supportando, così, in modo indiretto, anche alla tutela qualitativa delle risorse idriche di falda. Nel caso dell’impianto per la produzione di compost e biogas, sono da evidenziare potenziali effetti positivi anche sul soddisfacimento dei consumi energetici da fonti alternative. Sono prevedibili, invece, potenziali impatti negativi sul consumo di suolo, in parte mitigati dalla previsione di installazione di parte della dotazione impiantistica in aree già urbanizzate (come nel caso dell’impianto per la produzione di biogas, da realizzarsi in zona ASI Bari-Modugno).

9.3.2. Ricerca ed innovazione: introduzione di nuove tecnologie impiantistiche nella gestione

dei rifiuti. Questa azione comprende interventi di promozione dell’attività di ricerca e sperimentazione volti all’introduzione di innovazioni tecnologiche nella gestione del ciclo dei rifiuti (sia urbani che speciali). Come tale essa avrà un effetto di supporto

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all’efficacia delle azioni del programma, non potendosi, tuttavia, identificare rilevanti impatti ambientali diretti.

10. PROGRAMMA ACCESSIBILITA’ 10.1. Migliorare le infrastrutture ed i servizi per i passeggeri dei porti.

10.1.1. Potenziare le infrastrutture lato terra per i passeggeri dei porti di Bari e Molfetta. Questa azione comprende vari interventi volti al potenziamento delle infrastrutture di terra a vantaggio del trasporto crocieristico dei porti di Bari e Molfetta. Come tale, essa potrebbe avere impatti non trascurabili sul consumo di suolo, sul paesaggio costiero e sugli ecosistemi marini, nonché sulla paesaggio urbano nel suo complesso. Gli attacchi a terra andranno, pertanto, debitamente studiati così come le implicazioni sugli ecosistemi di costa, al fine di mitigare tali effetti. L’incremento del traffico crocieristico che potrebbe derivare dal miglioramento dei servizi a terra andrà anch’esso verificato alla luce della logistica di supporto per il trasporto pubblico in collegamento con il porto. Nel caso di Bari, il progetto “tra stazione e porto” inserito nell’azione 5.3.2. contribuirebbe sicuramente alla costruzione di sinergie positive con la presente azione. Ulteriori approfondimenti in sede di valutazione ambientale di maggiore dettaglio andrà fatta sulla presenza di interventi volti alla razionalizzazione dei consumi e all’efficienza energetica.

10.1.2. Promuovere la multimodalità passeggeri del porto di Bari (Dai non luoghi ai luoghi: la città hub). Questi interventi sono già stati discussi nell’ambito dell’azione 5.3.2.

10.2. Migliorare le infrastrutture ed i servizi dell'aeroporto. 10.2.1. Aumentare l'accessibilità su strada dell'aeroporto.

Questa azione prevede la realizzazione di un nuovo casello autostradale e di una bretella di connessione con l’aeroporto. La sua realizzazione permetterà una più razionale accessibilità dell’aeroporto consentendo, altresì, la riduzione dell’incidentalità stradale e delle interferenze con il traffico urbano. Questo potrebbe produrre anche un generale miglioramento della qualità dell’aria lungo i percorsi oggi caratterizzati da traffico eccessivo. Si tratterebbe, tuttavia, sono di un effetto distributivo degli effetti e non di una riduzione complessiva delle emissioni, che sarebbe, invece, possibile solo grazie a interventi che favoriscano l’accessibilità del trasporto pubblico all’aeroporto. Per tale motivo, non si ritiene di annoverare tale effetto tra i potenziali benefici dell’azione. È, invece, prevedibile un deciso impatto negativo sulla componente suolo, dal momento che l’azione porterà ad un evidente incremento delle superfici urbanizzate da destinare alle nuove infrastrutture. Effetti indiretti sul rischio di desertificazione andranno anch’essi meglio verificati, anche se sono prevedibili effetti tendenzialmente negativi. L’impatto degli interventi sul paesaggio rurale sarà anch’esso da verificare in maggiore dettaglio, così come quello sulla presenza di naturalità diffusa, anche se non sono prevedibili impatti positivi. Verifiche ulteriori andranno fatte sui potenziali effetti sulla pericolosità da inondazione e rischio idrogeologico, dal momento che i tracciati previsti si trovano in stretta vicinanza di – e talvolta in connessione con – le aree individuate dal PAI come soggette ad alto rischio idrogeologico e ad alta pericolosità di inondazione. Un generale impatto negativo è comunque prevedibile, dal momento che tali infrastrutture costituiscono degli ostacoli al normale libero deflusso delle acque. In sede di progettazione di dettaglio andranno, pertanto, previsti appositi approfondimenti volti alla verifica della compatibilità idrologica ed idraulica nelle aree interessate da tali infrastrutture.

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10.2.2. Potenziare i servizi land-side dell'aeroporto (adeguare l'aerostazione). Questa azione prevede l’adeguamento dell’aerostazione di Bari-Palese per il potenziamento dei servizi a terra. Come tale, essa potrebbe avere impatti negativi non trascurabili sul consumo di suolo, nonché sul paesaggio rurale. Le implicazioni sull’inquinamento delle falde a causa delle acque di dilavamento di superfici potenzialmente inquinate da idrocarburi e metalli pesanti e l’adozione di tutte le misure necessarie per la riduzione di tali rischi dovranno essere verificati in sede di progettazione di maggiore dettaglio. Parimenti, l’incremento del traffico aeroportuale che potrebbe derivare dal miglioramento dei servizi a terra andrà anch’esso verificato alla luce della logistica di supporto per il trasporto pubblico in collegamento con l’aeroporto, di cui all’azione 10.2.1. Andrà altrettanto verificata la presenza di azioni complementari volti alla razionalizzazione dei consumi e all’efficienza energetica.

10.3. Migliorare le infrastrutture ed i servizi per il trasporto merci del sistema di porti di MTB. 10.3.1. Realizzare il Collegamento dell’ultimo miglio per i porti di Bari e Molfetta (Unire le porte

di MTB). Questa azione comprende una serie di interventi: - collegamento stradale dell’”ultimo miglio” per il porto di Bari, che include la

realizzazione della camionale tra porto e SS. 16, la realizzazione di una sorta di “parcheggio polmone” per i ro/ro lungo il percorso della camionale (intesa anche come possibile alternativa al completamento della colmata di Marisabella), la realizzazione del completamento dell’asse Nord-Sud con superamento della ferrovia mediante un ponte e arrivo al porto;

- realizzazione dell’ultimo miglio del porto di Molfetta in connessione con la nuova bretella di comunicazione tra Molfetta e Corato e in raccordo con la SS 16 già programmata da ANAS;

- completamento della viabilità provinciale di servizio della zona ASI. L’obiettivo di questa serie di interventi è quello di interconnettere le principali infrastrutture di trasporto di MTB tra loro e con le reti principali del trasporto terrestre, per assicurare la co-modalità di persone e merci. La realizzazione di questa azione permetterà una più razionale distribuzione dei traffici tra porto di Bari e Molfetta, nonché una maggiore efficienza nei collegamenti intermodali. In tal modo, essa consentirà la riduzione delle perdite di tempo, le attuali incidentalità e interferenze con il traffico urbano. Questo comporterà, di converso, un generale miglioramento della qualità dell’aria nelle aree urbane liberate dal traffico merci, sebbene si tratti di un semplice effetto redistributivo di tale criticità. È, inoltre, probabile che il generale miglioramento dei servizi induca un incremento dei traffici e, quindi, un generale incremento delle emissioni inquinanti. Indagini di maggiore dettaglio andranno fatte sulla base delle previsioni di sviluppo del porto e della distribuzione dei traffici in relazione alle linee di traffico attuali e previste. È, invece, prevedibile che l’impatto sulla componente suolo sarà, invece, decisamente negativa, dal momento che l’intervento genererà sicuri effetti di incremento delle superfici urbanizzate da destinare alle nuove infrastrutture. Unico miglioramento atteso è la possibilità di evitare il completamento della colmata di Marisabella mediante la definizione di soluzioni alternative per le aree di servizio del porto di Bari. Il mancato completamento della colmata di Marisabella, tuttavia, potrebbe soltanto essere favorito – e non determinato in modo diretto – dalla realizzazione di questa azione. Tale decisione, infatti, dipende da più complesse valutazioni nelle quali la presenza di realistiche alternative tecniche costituisce solo una delle variabili decisionali. Effetti indiretti sul rischio di desertificazione andranno, invece, meglio verificati, anche se sono prevedibili effetti tendenzialmente negativi. Gli impatti degli interventi sul paesaggio rurale e sulla qualità architettonica e urbana delle aree in cui verranno realizzati, così come quello sulla presenza di naturalità diffusa, saranno anch’essi da verificare in maggiore dettaglio, anche se non sono prevedibili impatti positivi. Le implicazioni sull’inquinamento delle falde e l’adozione di

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tutte le misure necessarie per la riduzione del rischio di inquinamento dovuto alle acque di dilavamento di superfici potenzialmente inquinate da idrocarburi e metalli pesanti andranno, altresì, verificate in sede di progettazione di maggiore dettaglio. Verifiche ulteriori andranno fatte anche per le implicazioni sulla pericolosità da inondazione e rischio idrogeologico, dal momento che alcuni dei tracciati interferiscono con le aree perimetrale dal PAI come a rischio idrogeologico e a pericolosità idraulica. Un generale impatto negativo è comunque prevedibile su tali criticità, dal momento che questo tipo di infrastrutture costituiscono degli ostacoli al normale libero deflusso delle acque. In sede di progettazione di dettaglio andranno, pertanto, previsti appositi approfondimenti volti alla verifica della compatibilità idrologica ed idraulica nelle aree interessate.

10.3.2. Funzionalizzare il nuovo porto di Molfetta per le merci (Molfetta il porto del futuro). Questa azione prevede vari interventi materiali e immateriali volti alla funzionalizzazione del porto merci di Molfetta, che includono l’approfondimento dei fondali del porto in corrispondenza dell’attuale secca delle Monacelle (in attuazione di quanto previsto dal Piano del Porto), da un lato, e la dotazione di sistemi intelligenti per il controllo del traffico merci e per la gestione delle merci nell’area portuale e retroportuale. Per le azioni immateriali sono prevedibili effetti positivi connessi con la razionalizzazione dei traffici e delle attività del porto – cosa che, di converso, potrebbe generare anche riduzione dei consumi energetici connessi con le attività portuali e retro portuali – nonché un generale incremento della capacità di monitoraggio ambientale connesso con la realizzazione di una rete di rilevazione per il monitoraggio delle acque e di un sistema per l’individuazione degli idrocarburi e degli olii in sospensione. Al contrario, è prevedibile che le azioni di dragaggio e approfondimento dei fondali possano produrre effetti negativi nei confronti degli ecosistemi marini, specie in virtù della presenza di ampie aree di posidonieti marini che rientrano nei SIC mare. Tuttavia, è da sottolineare che il Ministero dell’Ambiente ha già espresso, nel 2005, parere positivo sulla VIA e sulla Valutazione di Incidenza presentata dal comune di Molfetta sul piano di sviluppo del porto di cui questi interventi sono parte, ritenendo, di fatto, accettabili gli impatti negativi previsti. In tale occasione, è stato, infatti, ritenuto che gli interventi previsti fossero da preferire ad altre ipotesi localizzative e che le interferenze con il posidonieto potessero essere considerate non rilevanti in virtù del fatto che i dragaggi e l’ampliamento della diga incideranno su una fascia ristretta di coralligeno già impoverito dal punto di vista biologico, mentre le aree di pregio dell’area SIC si trovano a nord dell’area di intervento e non verranno intaccate. Si sottolinea, tuttavia, che in tale relazione del Ministero dell’Ambiente sono stati prescritti una serie di interventi di mitigazione e di compensazione – comprensivi della realizzazione di varie aree a parco urbano nelle immediate vicinanze del porto – che si richiamano in questa sede al fine di pervenire ad una mitigazione appropriata degli effetti ambientali dell’intervento previsto. Si richiama, infine, la necessità di verificare, sulla base di studi di maggiore dettaglio sugli sviluppi del porto, i potenziali effetti negativi dell’incremento dei traffici, in parte favoriti dalla presente azione, sul consumo di suolo e sulle emissioni inquinanti.

10.3.3. Rendere metropolitani i porti Bari e Molfetta attraverso opportuni collegamenti stradali. L’azione comprende una serie di interventi volti alla realizzazione di un percorso alternativo alla tangenziale di Bari per gli spostamenti in direzione sub-parallela alla costa a servizio delle aree produttive e dei poli logistici di MTB. Tali interventi si basano sulla messa a sistema di interventi di adeguamento e di nuove realizzazioni stradali già programmati e in parte finanziati dalla Provincia di Bari:

- Adelfia-Rutigliano; - Mediana premurgiana; - Variante alla circonvallazione di Bitetto (che completa funzionalmente la variante

provinciale alla SS 96);

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- Poligonale di Bitonto e collegamento con la SS 16 bis, a completamento dei tratti già inclusi nell’azione 10.3.1.;

- collegamento tra l’insediamento urbano di Noicattaro e la SP 240. In particolare si segnala che attraverso questa sorta di mediana di MTB, anche grazie alle connessioni con i potenziamenti infrastrutturali previsti dall’azione 10.3.1., si agevoleranno le comunicazioni tra le aziende di trasformazione agroalimentare concentrate nei poli di Noicattaro e Corato, si renderanno più agevoli i collegamenti tra il nascente centro merci di Gioia e i porti e le principali aree produttive e logistiche di MTB (zona ASI e interporto di Bari, futura zona ASI di Bitonto, zona retro portuale di Molfetta), si consentirà un link diretto e veloce tra la zona aeroporto, ASI di Bari, interporto e porto di Bari e il distretto produttivo di Altamura, Santeramo e la Basilicata, evitando, tra l’altro l’attraversamento dell’area insediata di Modugno. È prevedibile, quindi, che l’allontanamento dei mezzi pesanti (e non solo) dalla tangenziale di Bari possa generare un aumento del livello di servizio sula tangenziale stessa, con benefici in termini di riduzione dell’incidentalità e della qualità dell’aria in ambito urbano. In quest’ultimo caso, tuttavia, una valutazione fatta a scala metropolitana induce a ritenere tali vantaggi solo di tipo distributivo e non assoluto, in quanto non derivanti da una complessiva riduzione di traffico e, quindi, delle emissioni inquinanti; per tale ragione non verranno annoverati tra i vantaggi complessivi dell’opera. Il prevedibile impatto dell’azione sulla componente suolo sarà, invece, negativo, dal momento che l’intervento porterà ad un incremento significativo delle superfici urbanizzate. Effetti indiretti sul rischio di desertificazione andranno meglio verificati in sede di progettazione di maggiore dettaglio, anche se sono prevedibili effetti tendenzialmente negativi. L’impatto degli interventi con il paesaggio rurale sarà anch’esso da verificare in maggiore dettaglio, così come quello sulla presenza di naturalità diffusa, sebbene anche in questo caso non siano prevedibili effetti positivi. Verifiche ulteriori andranno fatte anche per le implicazioni sulla pericolosità da inondazione e sul rischio idrogeologico, dal momento che i tracciati previsti si trovano in stretta vicinanza di – e talvolta in connessione con – le aree perimetrale dal PAI come a rischio idrogeologico e a pericolosità di inondazione. Un generale impatto negativo è comunque prevedibile, dal momento che tali infrastrutture costituiscono degli ostacoli al normale libero deflusso delle acque. In sede di progettazione di dettaglio andranno, pertanto, previsti appositi approfondimenti volti alla verifica della compatibilità idrologica ed idraulica nelle aree interessate da tali infrastrutture.

10.3.4. Istituire l’Osservatorio per la linea ferroviaria ad alta capacità Bari-Napoli.

L’azione prevede un’attività di sensibilizzazione dell’attenzione della cittadinanza e delle varie strutture di governo nazionale e comunitario sulle potenzialità di sviluppo legate al nuovo asse ferroviario Bari-Napoli. Sebbene tale attività sia da intendersi a supporto della creazione di questo importante asse di trasporto pubblico che avrà importanti ripercussioni ambientali, si possono considerare trascurabili le sue implicazioni dirette sull’ambiente.

10.3.5. Realizzare nuovi spazi per i servizi commerciali del porto di Bari, anche delocalizzando

il traffico. Questa azione prevede la realizzazione di uno studio di fattibilità relativo alla creazione di un nuovo braccio del porto di Bari e alla delocalizzazione del traffico dal vecchio al nuovo porto con conseguente riduzione delle interferenze tra traffico merci e città di Bari. Al momento sono in fase di studio diversi scenari di sviluppo che comprendono la realizzazione di un Porto Isola, al largo della foce della Lama Balice oltre il posidonieto, unito a terra tramite un collegamento misto stradale e ferroviario, pensato per la delocalizzazione del traffico merci servito dallo scalo barese.  Sebbene le implicazioni della realizzazione di tali infrastrutture siano di assoluta rilevanza per l’entità degli effetti ambientali, positivi e negativi, che essi potrebbero comportare, il Piano Strategico ha candidato con questa azione la sola realizzazione

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dello studio di fattibilità, le cui implicazioni ambientali dirette possono essere considerate trascurabili.

10.3.6. Creare le infrastrutture (portuali ed interporto) per il traffico container. Non sono disponibili dati su questa azione.

10.4. Aumentare il numero di soggetti coinvolti. 10.4.1. Comunicare le iniziative ed i progetti in corso; coinvolgere gli enti locali e stakeholders

nella fase attuativa. Questa azione prevede la realizzazione di attività di comunicazione del programma di MTB sull’accessibilità. Si possono considerare trascurabili le implicazioni dirette che tale azione potrà avere sull’ambiente.

11. PROGRAMMA COMPETITIVITA’/POLITICHE INDUSTRIALI 11.1. Garantire il passaggio da un policentrismo di tipo areale ad uno di tipo reticolare creando

una forte interdipendenza tra le aree destinate ad attività produttive mediante interventi per la loro razionalizzare favorendone la rifunzionalizzazione. 11.1.1. Infrastrutturazione delle aree industriali finalizzate ad un loro potenziamento e/o

rifunzionalizzazione. Questa azione comprende interventi di vario tipo volti al completamento e/o alla nuova infrastrutturazione delle aree industriali (PIP e ASI) poste in vari comuni di MTB. Tali infrastrutture sono per lo più costituite da strade e altre urbanizzazioni primarie quali reti idriche e fognarie, reti di distribuzione del gas metano, impianti di illuminazione. La realizzazione di tali interventi sono potenzialmente responsabili di effetti negativi principalmente sul consumo di suolo. Saranno, inoltre, da verificare in sede di progettazione di maggior dettaglio le implicazioni di tali azioni sui rischi di inquinamento delle falde, in modo che siano presi tutti i provvedimenti del caso per la riduzione del rischio di inquinamento dovuto alle acque di dilavamento di superfici potenzialmente inquinate da idrocarburi e metalli pesanti. È da evidenziare, inoltre, che solo in pochi casi i progetti previsti da questa azione prevedono, in aggiunta ai precedenti, interventi specificatamente rivolti al miglioramento dell’efficienza energetica delle infrastrutture come impianti di illuminazione e/o specifici accorgimenti per l’attrezzamento ecologico delle aree pubbliche e/o per la gestione integrata dei servizi. È, pertanto, da sottolineare come il perseguimento di quest’azione possa produrre effetti negativi sui modelli di sviluppo industriale se disgiunta dall’implementazione di azioni volte ad incrementare la qualità ambientale degli insediamenti attraverso l’attrezzamento ecologico degli stessi (in parte perseguito nel Piano da alcuni interventi dell’azione 11.2.1. e dell’azione 11.2.2. volti alla realizzazione di aree ecologicamente attrezzate) e l’incentivazione degli investimenti dei privati nei miglioramenti ambientali (perseguito in modo diretto con l’azione 11.4.3. e, in modo indiretto, con le azioni di sostegno alla ricerca). Tali sinergie sono, pertanto, da raccomandare vivamente in fase di attuazione.

11.1.2. Creazione di un sistema reticolare "aperto" all'esterno di aree industriali: favorire processi di aggregazione e realizzazione di poli logistici. Questa azione prevede interventi di vario tipo che vanno dalla realizzazione di uno studio di fattibilità finalizzato alla verifica della realizzazione di una nuova zona ASI nel Comune di Gioia del Colle (a servizio dei comuni di Acquaviva delle Fonti, Adelfia, Casamassima, Cassano delle Murge, Grumo Appula, Noicattaro, Rutigliano, Sammichele di Bari, Toritto, Turi), alla creazione di nuovi poli logistici a Bari-Mungivacca, Gioia del Colle e Rutigliano.

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È prevedibile che tali interventi possano contribuire a creare maggiori connessioni tra le aree PIP e a favorire processi di aggregazione areale, supportando processi di razionalizzazione e efficienza delle infrastrutture di servizio alle stesse. Effetti positivi sono prevedibili anche sulla riduzione della incidentalità stradale dovuta alla disponibilità di luoghi sicuri per la logistica di servizio alle aree industriali. Gli impatti sul consumo di suolo saranno, invece, negativi dal momento che gli interventi previsti da questa azione comporteranno generalmente la necessità di nuove urbanizzazioni il cui impatto su paesaggio rurale così come quello sulla presenza di naturalità diffusa saranno anch’essi da verificare in sede di progettazione di maggiore dettaglio anche se si prevedono generalmente negativi. Specifici accorgimenti nell’attrezzamento ecologico di tali poli potrebbero in parte ridurre tali impatti. Effetti indiretti sul rischio di desertificazione andranno anch’essi meglio verificati, anche se sono prevedibili effetti tendenzialmente negativi. È, inoltre, prevedibile che la creazione di poli logistici determini un generale incremento dei livelli di inquinamento da traffico nei comuni oggetto degli interventi, sebbene, a scala metropolitana, la razionalizzazione dei traffici dovrebbe portare ad una complessiva diminuzione degli spostamenti e, quindi, ad un vantaggio complessivo in termini di qualità dell’aria. Valutazioni di trade off sulla base di dati di maggiore dettaglio si renderanno, quindi, necessarie in sede di progettazione successiva. Le implicazioni sull’inquinamento delle falde e l’adozione di tutte le misure necessarie per la riduzione del rischio di inquinamento dovuto alle acque di dilavamento di superfici potenzialmente inquinate da idrocarburi e metalli pesanti andranno anch’esse verificate in sede di progettazione di maggiore dettaglio, anche se sono ipotizzabili effetti negativi.

11.1.3. GIOBIM: realizzazione dell'"eco-industrial park" di MTB.

Questa azione prevede la nuova infrastrutturazione dell’area di Bitonto-Giovinazzo (per una superficie totale di circa 1.000 ettari), già prevista come terzo agglomerato industriale nel PUT consortile della zona ASI di Bari, dopo quello di Bari-Modugno (esteso su oltre 1.500 ettari) e di Molfetta (esteso su circa 400 ettari), al fine di favorire nuove capacità insediative in MTB. Si prevede di sviluppare l’intero agglomerato con modalità costruttive e tecnologie ecosostenibili. L’area dove si propone la realizzazione del nuovo insediamento è attualmente coperta da oliveti. È, pertanto, prevedibile che la realizzazione di questa azione possa comportare non solo un elevato consumo di suolo, ma anche la perdita di una porzione consistente del paesaggio agrario locale e della naturalità diffusa (sebbene, infatti, le coltivazioni di olivi non rientrino tra quelle boscate in senso stretto, tuttavia esse sono tra le coltivazioni a maggior grado di naturalità e contribuiscono al mantenimento di ecosistemi locali importanti). Strettamente connesso con queste criticità è l’aumento di rischio di desertificazione dovuto al cambio di uso del suolo su una porzione così consistente di territorio. Esso andrà, tuttavia, meglio valutato in una fase di progettazione successiva, anche in relazione alle effettive modalità di realizzazione dell’area e alle prevedibili interferenze con il ciclo dell’acqua e con gli altri fattori che possono incidere sul rischio di desertificazione. A tal proposito, e in riferimento anche a molte delle criticità sopra evidenziate, già il piano prevede accorgimenti specifici per cercare di minimizzare gli impatti ambientali negativi. Alcune misure di mitigazione già proposte dal Piano includono tecniche per il mantenimento dei sistemi naturali di drenaggio delle acque e tecniche di ambientazione paesaggistica per la conservazione delle risorse idriche. Infine, è prevedibile che la creazione di questa nuova area produca un generale incremento dei livelli di inquinamento da traffico veicolare e, soprattutto, da impianti produttivi nei comuni di Bitonto e Giovinazzo. Mentre Giovinazzo è attualmente caratterizzato da livelli non critici di inquinamento atmosferico, la situazione è più problematica per Bitonto, incluso dal Piano Regionale della Qualità dell’Aria tra i comuni nei quali sono stati misurati o stimati superamenti dei valori soglia a causa di emissioni da traffico autoveicolare.

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È, tuttavia, difficile fare una stima realistica di tali impatti dal momento che non è noto quali industrie potrebbero insediarsi nella nuova area. È, infatti, importante sottolineare come l’attivazione parallela di azioni volte a incentivare tipologie di imprese poco impattanti e in grado di produrre innovazioni nelle tecnologie di intervento sul territorio (per esempio imprese che lavorino nel campo delle tecnologie eco-compatibili per l’edilizia) possa favorire una decisa minimizzazione degli impatti negativi qui presentati come potenziali. Strette sinergie con l’azione 11.4.1. andranno, pertanto, fortemente sostenute. Inoltre, come nel caso degli interventi di completamento delle aree industriali esistenti, anche in questo caso sono da incentivare sinergie con azioni volte ad incrementare la qualità ambientale degli insediamenti attraverso l’attrezzamento ecologico degli stessi (in particolare l’azione 11.2.2. volta alla realizzazione di uno studio di fattibilità sulle aree ecologicamente attrezzate) e l’incentivazione degli investimenti dei privati nei miglioramenti ambientali (perseguito in modo diretto con l’azione 11.4.3). Le implicazioni sulla produzione di rifiuti e i consumi energetici andranno anch’essi valutati in fase di progettazione di dettaglio, anche in relazione alle tecniche di razionalizzazione degli stessi previste dal piano.

11.2. Incrementare la qualità delle aree produttive valorizzando gli aspetti ambientali, culturali

creando servizi alle imprese insediate ed ai lavoratori. 11.2.1. Creazione di spazi a disposizione delle imprese e dei lavoratori all’interno delle aree

destinate ad attività produttive. Questa azione prevede la realizzazione di interventi di vario tipo, che vanno da centri direzionali e centro servizi in alcune aree industriali comunali o in zona ASI, alla realizzazione di un mercato ortofrutticolo e di cantieri navali a Molfetta, alla realizzazione di due parchi urbani in zona ASi Bari-Modugno. Le valutazioni ambientali di questa azione non possono, pertanto, essere omogenee per gli interventi previsti a causa della forte differenza tra questi. Si sottolineano, comunque, i potenziali effetti positivi che potranno avere sull’ambiente gli interventi di realizzazione dei parchi urbani, che incideranno positivamente sulla qualità del paesaggio e sulla presenza di verde nonché sulla qualità dell’aria. Per gli altri interventi, invece, sono prevedibili impatti ambientali diversificati anche in ragione della reale consistenza delle opere da realizzare (in alcuni casi si tratta di opere di completamento di edifici già avviati, come nel caso del mercato ortofrutticolo di Molfetta). In questi casi, dovrà essere posta attenzione a verificare gli impatti sul consumo di suolo, sul paesaggio rurale e sulla presenza di naturalità diffusa, sulla qualità dell’aria e sullo stato quali-quantitativo delle falde, che si prevedono comunque tendenzialmente negativi. Vale la pena, inoltre, evidenziare i potenziali effetti ambientali dell’intervento più impattante sull’ambiente tra quelli previsti dalla presente azione, ossia la realizzazione dei cantieri navali a Molfetta. Tale intervento, infatti, prevede l’ampliamento dell’attuale zona cantieristica, posta a ridosso del porto, con la realizzazione di una colmata a mare per la quale si prevede di utilizzare i materiali ricavati dal dragaggio dell’antistante Secca delle Monacelle (di cui all’azione 10.3.2.). L’intervento prevede, inoltre, il miglioramento del sistema viario di accesso e di uscita dai cantieri mediante la realizzazione di una nuova viabilità che collegherà direttamente la banchina San Domenico con il complesso monumentale della Madonna dei Martiri. Per questo intervento si ripetono le considerazioni già fatte in relazione all’azione 10.3.2. relativa all’ampliamento del porto di Molfetta e i richiami alle conclusioni della VIA e della Valutazione di Incidenza fatta per il piano del porto. Si evidenziano, tuttavia, in questo caso, le potenziali interferenze negative dell’intervento sul complesso della Madonna dei Martiri il cui rapporto con il mare, radicato nella storia, potrebbe essere in parte modificato dalla nuova viabilità.

11.2.2. Interventi per la sostenibilità ambientale delle aree produttive.

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Con la presente azione si intende realizzare, nel breve periodo, interventi di bonifica e/o di riqualificazione ambientale delle aree industriali e, nel lungo periodo, rendere possibile le cosiddette “aree ecologicamente attrezzate”. A tale scopo essa prevede la realizzazione di un censimento delle aree produttive in MTB finalizzato alla identificazione delle aree produttive sostenibili e delle esigenze tecniche per la progettazione delle aree ecologicamente attrezzate. Sinergie positive possono essere determinate da questa azione con la realizzazione della nuova area produttiva di cui all’azione 11.1.3. e con gli interventi di completamento delle aree esistenti, di cui all’azione 11.1.1. Per quanto riguarda gli impatti ambientali, mentre gli interventi di bonifica potranno avere un impatto diretto e rilevante sulla riduzione dei siti potenzialmente inquinati, gli interventi immateriali si configurano come azioni di supporto alla realizzazione di attività ad impatto ambientale positivo; le loro implicazioni dirette sull’ambiente possono, quindi, essere considerate trascurabili.

11.3. Ricucire il rapporto tra Pubblica Amministrazione e sistema produttivo supportando i

processi innovativi all’interno della PA nella erogazione di servizi alle imprese e favorendo la creazione di luoghi stabili per il confronto. 11.3.1. Supportare i processi innovativi della PA nella erogazione di servizi alle imprese e

favorire luoghi stabili per il confronto con gli operatori economici. Questa azione comprende una serie di interventi volti a rafforzare la competitività delle imprese di MTB attraverso l’erogazione di migliori servizi da parte delle Pubbliche Amministrazioni alle imprese e la costruzione di luoghi di confronto tra queste e gli operatori economici per la definizione di un piano per l’attrazione degli investimenti. Sebbene questa azione costituisca un supporto importante per le altre azioni del programma, le sue implicazioni dirette sull’ambiente possono essere considerate trascurabili.

11.4. Incrementare la competitività delle imprese valorizzando il capitale e la nuova

imprenditorialità: favorire investimenti in ricerca ed innovazione e garantire il sostegno ad aggregazioni d’impresa, investimenti in ricerca ed innovazione, incentivi. 11.4.1. Incremento della spesa in ricerca, sviluppo pre-competitivo e industrializzazione da

parte delle imprese: start up di imprese innovative, contratti di programma e progetti di filiera. Questa azione prevede tre distinte tipologie di intervento: grandi progetti per la ricerca e l’innovazione volti a favorire l’insediamento in MTB di grandi progetti industriali con un contenuto innovativo e di ricerca (con particolare riguardo a progetti relativi all’edilizia sostenibile, la gestione del territorio e delle emergenze, la filiera dell’acqua e dell’energia); progetti di ricerca ed innovazione promossi da PMI, con particolare riguardo a quelle che si riferiscono alle filiere più significative presenti in MTB; aiuti alle nuove imprese innovatrici promosse da giovani ricercatori. È ipotizzabile che tali interventi potranno attrarre imprese meno impattanti sull’ambiente e capaci di sostenere la produzione di tecnologie ecologiche in vari settori, dall’edilizia, all’energia, alla gestione dei rifiuti, … Sebbene questa azione costituisca un supporto importante per le altre azioni del programma ed è prevedibile che possa avere effetti positivi sull’ambiente, questi ultimi sono facilmente determinabili anche in considerazione della difficoltà di previsione delle tipologie di imprese che si insedieranno.

11.4.2. Favorire l'aggregazione d'impresa investimenti di filiera finalizzati alla valorizzazione del

capitale umano, all'internazionalizzazione ed all'informatizzazione dei processi produttivi. Questa azione prevede interventi immateriali finalizzati ad accrescere la competitività del sistema produttivo locale favorendo la collaborazione e valorizzando il capitale umano. Anche in questo caso, sebbene questa azione costituisca un supporto

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importante per le altre azioni del programma, le sue implicazioni dirette sull’ambiente possono essere considerate trascurabili.

11.4.3. Investimenti materiali ed immateriali a finalità ambientale e sociale diretti a

incrementare la qualità globale dei sistemi locali. La presente azione comprende due tipologie di intervento. La prima, di tipo istituzionale, finalizzata alla creazione di brand (marchi) da parte dei soggetti pubblici da assegnare alle imprese che si comportano in modo virtuoso. La seconda, invece, riguarda direttamente le imprese e la possibilità di promuovere l’adozione di nuovi modelli di business sostenibili, anche erogando contributi per favorire investimenti materiali ed immateriali (ivi compresa la formazione) sulla sicurezza, sull’etica e per l’eco-efficienza, con priorità ad interventi di filiera che promuovano aggregazioni d’impresa nei settori dell’edilizia sostenibile, dell’energia, della meccanica, della gestione dell’acqua e dei rifiuti, della gestione del territorio e delle emergenze, delle tecnologie per l’informazione. Si è già avuto modo di sottolineare come questa azione costituisca un importante supporto per indirizzare la crescita industriale di MTB verso una dimensione di sostenibilità. Anche in questo caso, tuttavia, le implicazioni dirette di tale azione sull’ambiente, seppur positive, non sono facilmente determinabili, anche in considerazione della impossibilità di prevedere le tipologie di imprese che si insedieranno e le loro localizzazioni.

11.4.4. Accesso al credito da parte di PMI e servizi finanziari innovativi.

L’azione prevede la promozione di vari interventi di ingegneria finanziaria in grado di favorire l’accesso al credito da parte delle PMI. Sebbene questa azione costituisca un supporto importante per le altre azioni del programma, le sue implicazioni dirette sull’ambiente possono essere considerate trascurabili.

12. PROGRAMMA COMMERCIO E ARTIGIANATO 12.1. Creare un sistema integrato per la promozione e commercializzazione dei prodotti di

qualità MTB, orientato al mercato interno con la realizzazione di filiere corte, e aperto ai mercati internazionali, soprattutto emergenti. 12.1.1. Sistema integrato per la promozione e commercializzazione dei prodotti di qualità MTB.

L’azione prevede una serie di interventi immateriali finalizzati alla costruzione di un sistema integrato per la produzione e la commercializzazione di prodotti di qualità. Essi comprendono la realizzazione e la promozione di un marchio commerciale di qualità che attesti particolari requisiti di qualità e rispetto ambientale da parte dei produttori; la progettazione e la realizzazione di una piattaforma web per il commercio elettronico; la realizzazione di uno studio di fattibilità per una piattaforma organizzativa metropolitana improntata al modello dei distretti urbani del commercio. Tale azione può creare sinergie positive con l’azione 6.2.1. volta alla promozione dei prodotti di MTB, contribuendo, pertanto, al miglioramento degli impatti ambientali delle produzioni locali, con particolare riguardo per quelle agricole. Positivi effetti ambientali, anche se indiretti, sono pertanto prevedibili sulla cura del paesaggio rurale.

12.2. Migliorare i sistemi commerciali urbani in termini di qualità ed efficienza, mediante il

supporto e l’istituzione di distretti urbani del commercio, aggregazioni di imprese capaci di realizzare attività coordinate di promozione, innovazione, acquisto. 12.2.1. Sistemi commerciali urbani - distretti urbani del commercio.

Questa azione prevede interventi immateriali finalizzati alla progettazione e alla realizzazione di distretti urbani del commercio (con due progetti pilota a Bari e Bitonto),

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anche prevedendo la formazione di filiere corte con il sistema produttivo locale. Positive ricadute ambientali sono prevedibili, specie sulla cura del paesaggio rurale derivante da produzioni agricole più sostenibili, in virtù del fatto che sono progettate iniziative commerciali con il sistema dell’agroindustria biologica e di qualità e con il sistema delle PMI impegnate nell’artigianato artistico e tradizionale. L’azione, infatti, prevede che i meccanismi incentivanti siano vincolati all’adozione di appositi standard di qualità e di controllo (fiscale, produttivo, ecc.).

12.3. Realizzazione di una rete di aree del commercio attrattive e multifunzionali, per la

promozione di prodotti agroalimentari tipici e di qualità nel mercato interno di MTB. 12.3.1. Rete di aree del commercio attrattive e multifunzionali.

Questa azione si compone di una serie di interventi riguardanti la qualificazione di spazi per il commercio in aree urbane, prevalentemente legati ai prodotti agroalimentari di qualità e alle produzioni tipiche e dell’artigianato. In alcuni casi si tratta di ammodernamenti e/o rifunzionalizzazione di mercati già esistenti attraverso sistemazioni di spazi coperti e/o riqualificazione di spazi all’aperto, anche con incremento della dotazione di verde e la creazione di spazi polifunzionali. In alcuni casi si tratta, invece, di nuove costruzioni in aree non precedentemente urbanizzate. A supporto di tali interventi il Piano prevede di finanziare uno studio di fattibilità per la realizzazione di una rete di poli della logistica urbana con l’obiettivo di favorire l’efficienza del sistema commerciale e distributivo urbano. Gli impatti ambientali di questa azione sono, pertanto, differenti a seconda della tipologia degli interventi. Se nel caso di interventi di semplice ammodernamento è addirittura non prevedibile un impatto significativo sull’ambiente, sono prevedibili impatti positivi sul verde urbano e la qualità architettonica/urbana nei casi in cui gli interventi comprendono sistemazioni di spazi all’aperto con incremento della dotazione di verde; sono, al contrario, ipotizzabili potenziali effetti negativi sul consumo di suolo e sulla presenza di verde urbano nei casi di nuove edificazioni.

12.4. Favorire iniziative volte a migliorare la competitività, l’efficienza e la qualità delle PMI

artigiane, con misure a favore dell’innovazione e della ricerca, promuovendo e qualificando in particolare il sistema delle PMI artigiane nel settore delle lavorazioni artistiche e tradizionali. 12.4.1. Iniziative per la competitività, l’efficienza e la qualità delle PMI artigiane nel settore delle

lavorazioni artistiche e tradizionali. L’azione comprende interventi per l’innovazione e la commercializzazione, per il miglioramento della qualità dei processi e dei prodotti, per il supporto di iniziative di aggregazione tra PMI, per lo sviluppo e la tutela di professioni artigiane, soprattutto artistiche e di qualità. Sebbene questa azione costituisca un supporto importante per le altre azioni del programma, le sue implicazioni dirette sull’ambiente possono essere considerate trascurabili.

12.5. Favorire la formazione di un mercato dell’edilizia sostenibile e del restauro, intervenendo a

favore della creazione un borsino specializzato nel settore e promuovendo attività di formazione tecnica specializzata e adeguamento tecnologico delle imprese. 12.5.1. Iniziative per la costituzione di un mercato dell’edilizia sostenibile e del restauro.

Questa azione prevede vari interventi immateriali volti a favorire la costruzione di un mercato locale robusto nel campo dell’edilizia sostenibile attraverso: incentivi alle imprese che avviano nuove linee di attività nel settore dell’edilizia sostenibile; corsi di alta formazione per personale tecnico e liberi professionisti, nonché per operatori del mercato edilizio; realizzazione di un borsino dell’edilizia sostenibile e del restauro. Tali azioni supportano in modo diretto le azioni del programma Energia (in particolare l’azione 8.2.1. volta all’armonizzazione dei regolamenti edilizi comunali in chiave di

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sostenibilità energetica, o l’azione 8.2.4. volta alla campagna di sensibilizzazione per l’uso efficiente dell’energia) e contribuiscono al miglioramento degli impatti ambientali delle azioni di manutenzione della città storica (principalmente le 5.1.1, 5.1.2. e 5.1.3), nonché l’azione 13.2.1. relativamente alla realizzazione di un quartiere pilota di edilizia eco-sostenibile. Esse sono, inoltre, in stretta sinergia con gli interventi volti a incrementare la spesa in ricerca, sviluppo pre-competitivo e industrializzazione da parte delle imprese (di cui all’azione 11.4.1.) Sebbene non con un impatto diretto, è prevedibile che questa azione possa produrre effetti positivi sulla sostenibilità dei consumi energetici.

13. PROGRAMMA RICERCA E INNOVAZIONE 13.1. Promuovere l'innovazione della p.a. attraverso le tecnologie informatiche e telematiche.

13.1.1. Mettere a sistema le proposte metropolitane per l’innovazione nella P.A. L’azione prevede interventi immateriali di vario tipo rivolte a supportare l’innovazione delle PA attraverso: la realizzazione di un piano di innovazione metropolitano, la realizzazione di un sistema informativo metropolitano, interventi di formazione e di infrastrutturazione di reti in alcuni comuni di MTB. La ‘migrazione’ di importanti funzioni urbane e servizi dall’ambiente fisico (si pensi al raggiungere gli uffici comunali per il disbrigo di pratiche) a quello virtuale consentirà oltre ad una riduzione dei tempi di sportello presso i comuni – di cui beneficeranno dipendenti e cittadini – anche la riduzione dei costi (ambientali) di trasporto, con conseguente impatto positivo sulla qualità dell’aria.

13.2. Promuovere servizi per la nascita di imprese in settori ad alta intensità di conoscenza, favorendo la collaborazione fra mondo della ricerca e dell'impresa. 13.2.1. Realizzare luoghi di incontro tra mondo della ricerca e dell’impresa.

Questa azione prevede interventi di vario tipo (materiali e immateriali) volti a creare nuovi luoghi di incontro tra mondo della ricerca e dell’impresa. Essi comprendono:

- la realizzazione di un nuovo campus a Valenzano da destinare a centro di eccellenza per la ricerca avanzata nelle biotecnologie, con particolare riguardo al settore agroalimentare, a quello della sanità e dell’ambiente; esso verrà localizzato in adiacenza all’area già occupata da laboratori e strutture varie dell’università di Bari e di Tecnopolis e prevede la realizzazione di nuove volumetrie oltre alla sistemazione delle aree a verde e alla costruzione di impianti sportivi e dell’Orto Botanico;

- la realizzazione di un centro di ricerca avanzata per la gestione dei rischi naturali ed antropici da localizzare all’interno delle nuove previsioni di sviluppo dell’agglomerato industriale ASI di Giovinazzo-Bitonto (di cui all’azione 11.1.3), comprensiva di nuovi edifici (aule per la didattica, laboratori di ricerca e strutture alberghiere) e di sistemazioni a verde e strutture all’aperto (parcheggi, viabilità, eliporto).

- lo studio di fattibilità per la realizzazione di un Centro per la logistica intelligente, per la produzione di conoscenza e innovazione nel settore della logistica;

- lo studio di fattibilità per un quartiere pilota di edilizia eco-sostenibile (in una prima fase finalizzato alla definizione di un modello di Casa Eco-sostenibile Mediterranea), come strumento di supporto all’innovazione nel settore dell’efficienza e del risparmio energetico nelle costruzioni; tale intervento è in stretta sinergia con le iniziative per la costituzione di un mercato dell’edilizia sostenibile e del restauro (di cui all’azione 12.5.1.), quelle volte a incrementare la spesa in ricerca, sviluppo pre-competitivo e industrializzazione da parte delle imprese (di cui all’azione 11.4.1.), nonché quelle volte alla rivisitazione dei

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regolamenti edilizi comunali in chiave di sostenibilità ambientale (di cui all’azione 8.2.1.).

Anche in questo caso una valutazione complessiva degli effetti ambientali previsti da questa linea di azione è difficile a causa della differenza degli interventi in essa compresi e della tipologia di impatto sull’ambiente. Distinguendo il caso dei due progetti immateriali per i quali, anche in relazione alla considerazioni già espresse in riferimento alle sinergie con le altre azioni del piano, è possibile prevedere impatti generalmente positivi almeno sui consumi energetici, la qualità dell’aria e la qualità architettonica, per gli altri due interventi le considerazioni sono più complesse. Mentre il nuovo campus di Valenzano, sebbene comporti un consumo di suolo non trascurabile, riguarda un’area già racchiusa tra aree urbanizzate per scopi universitari di cui costituisce la logica prosecuzione, la localizzazione del Centro rischi nella nuova area industriale di Giovinazzo è di fatto soggetta alla preliminare approvazione del nuovo piano di infrastrutturazione dell’area, di cui condivide molte delle problematiche ambientali già sollevate in riferimento all’azione 11.1.3. – prime tra tutte il potenziale impatto negativo sul consumo di suolo, sul paesaggio rurale e sul rischio di desertificazione connesso con la vasta infrastrutturazione dell’area e con lo sradicamento delle colture arboree preesistenti – sebbene con un minor grado di preoccupazione dovuta alla ben più ridotta scala di realizzazione. A tal proposito, la realizzazione dell’intervento in un luogo più prossimo a strutture ricettive e servizi già esistenti potrebbe consentire di ridurre le dimensioni dell’intervento e mitigare i suoi impatti. La cura degli spazi aperti attraverso la progettazione del verde – già parte integrante dei progetti presentati – se coniugata con attenzioni per le tecniche costruttive e i materiali usati potrebbe in parte contribuire a mitigare, anche se non ad eliminare, i possibili effetti negativi sull’ambiente. La possibilità che nuovi insediamenti di servizi avanzati come il campus universitario generi nuova domanda di residenza nelle vicinanze e quindi contribuisca alla diffusione di modelli insediativi diffusi è anch’essa da sottolineare come possibile preoccupazione ambientale. Si rimanda, tuttavia, la discussione di specifiche questioni che riguardano questi progetti a studi di maggiore dettaglio da farsi a livello comunale.

14. PROGRAMMA MIGRANTI 14.1. Promuovere e favorire il dialogo interculturale attraverso al creazione ed il rafforzamento di

luoghi di scambio interculturale. 14.1.1. Promuovere la realizzazione e lo sviluppo di iniziative e di reti su base interregionale e

transnazionale, con particolare riferimento alle buone pratiche. Questa azione comprende progetti immateriali di comunicazione, volti a favorire la conoscenza del processo migratorio, e di attivazione e/o completamento e messa in rete di centri interculturali. Sebbene questa azione costituisca un supporto importante per le altre azioni del programma, le sue implicazioni dirette sull’ambiente possono essere considerate trascurabili.

14.2. Favorire l’inserimento sociale e lavorativo degli immigrati. 14.2.1. sostenere l’inserimento lavorativo dei migranti.

La presente azione prevede interventi immateriali volti alla realizzazione di un centro di monitoraggio sui movimenti migratori e interventi fisici e immateriali volti alla realizzazione di un mercato per gli ambulanti multietnici. Su quest’ultimo intervento non sono al momento disponibili dati sufficienti per effettuare delle valutazioni ambientali, che si rimandano ad una fase di approfondimento progettuale successiva. Per il resto, anche quest’azione, sebbene costituisca un supporto importante per le altre azioni del programma, può essere considerata ad impatti ambientali trascurabili.

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14.3. Integrare le "seconde generazioni".

14.3.1. Aumentare la partecipazione all’apprendimento permanente, anche attraverso provvedimenti intesi a ridurre l’abbandono scolastico. Questa azione prevede interventi immateriali per contrastare la dispersione scolastica. Anche in questo caso, le implicazioni ambientali dirette di questa azione possono essere considerate trascurabili.

15. PROGRAMMA INCLUSIONE SOCIALE 15.1. Miglioramento del sistema dell’offerta di servizi di welfare locale a garanzia di maggiore

accessibilità per le categorie vulnerabili. 15.1.1. Realizzazione di infrastrutture sociali e socio-sanitarie.

L’azione comprende interventi materiali e immateriali volti all’attivazione di asili nido e centri educativi per l’infanzia e centri di assistenza di vario tipo (centri diurni e riabilitativi, centri di accoglienza, centri antiviolenza, centri poliambulatoriali, …). Nel caso di interventi materiali, in alcuni casi i progetti prevedono il recupero di edifici esistenti (come nel caso della riqualificazione di immobili confiscati); in altri prevedono, invece, nuove costruzioni. Data l’estrema variabilità degli interventi previsti, è difficile fare delle valutazioni ambientali generali. Ci si limita, pertanto, a sottolineare che, mentre per le azioni immateriali non sono prevedibili effetti ambientali diretti di rilievo (tranne sul miglioramento della salute e delle condizioni di vita in genere della popolazione), per quelli materiali valgono le considerazioni già espresse per gli interventi di realizzazione di centri per servizi in generale (di cui per esempio all’azione 2.1.2. ) sulla necessità di una valutazione puntuale delle implicazioni sui consumi energetici (in questa fase non adeguatamente incorporati negli obiettivi dei progetti), nonché sul reale impatto sul consumo di suolo, in genere moderatamente negativo nel caso di nuove urbanizzazioni. Anche in questo caso appare, inoltre, utile richiamare la necessità di approfondimenti, da farsi a scala di maggiore dettaglio a livello comunale, sulle interferenze tra questi interventi e il sistema della mobilità, sottolineando, in questa sede, come la costruzione di questi nuovi poli di servizi debba essere opportunamente coniugato con azioni volte al rafforzamento del trasporto pubblico e della viabilità cico-pedonale di cui al programma mobilità (con particolare riferimento alle azioni 1.1.1., 1.1.2, 1..1.1.3, 1.1.4, 1.1.5. e 1.2.1.), al fine di evitare che la domanda di mobilità connessa con tali poli produca un incremento di trasporto privato. Debita attenzione deve essere riservata anche alla costruzione di sinergie con le azioni del programma Energia volte a ridurre la dipendenza da fonti energetiche convenzionali e al miglioramento dell’efficienza energetica negli edifici pubblici (con particolare riguardo per le azioni 8.1.1., 8.1.3., 8.1.4.).

15.2. Promuovere politiche di inclusione sociale e di promozione della salute (anche attraverso

prassi innovative) per le categorie vulnerabili di MTB. 15.1.2. Interventi pilota a sostegno della conciliazione e del benessere collettivo.

Questa azione prevede interventi immateriali di vario tipo finalizzati ad aumentare l’inclusione sociale e la salute della popolazione. Si può, quindi, presumere che gli effetti ambientali attesi saranno positivi sulla componente salute umana e pressocchè trascurabili sulle altre.

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15.3. Riqualificazione del patrimonio pubblico immobiliare e promozione di iniziative per favorire l’accesso alla casa. 15.1.3. Progetti di Edilizia Residenziale Pubblica e politiche abitative di nuova generazione.

Questa azione prevede principalmente la realizzazione di interventi di riqualificazione e di nuova costruzione di alloggi ERP in vari comuni di MTB, oltre ad un progetto immateriale volto alla costruzione di un fondo di garanzia per l’accesso alla locazione. Anche in questo caso, come per l’azione 15.1.1., valgono le considerazioni sulla necessità di una valutazione puntuale della qualità del progetto per la verifica delle implicazioni sui consumi energetici (in genere non considerate adeguatamente nei progetti presentati) e sul consumo di suolo, in genere moderatamente negativi nel caso di nuove urbanizzazioni. Se, inoltre, è prevedibile che la riqualificazione di vecchi edifici ERP, spesso fatiscenti, possa portare miglioramenti sulla qualità architettonica e urbana delle aree periferiche in cui sono inseriti, valutazioni di maggiore dettaglio sulla qualità progettuale sono demandate a fasi di valutazione successive. Anche in questo caso appare, inoltre, importante richiamare gli effetti moltiplicatori attesi dalle sinergie con il programma 1 (Mobilità sostenibile) nella definizione di strategie alternative al trasporto privato per l’accesso a queste aree di servizi, nonché con il programma 8 (Energia) nel miglioramento della qualità complessiva degli interventi.

15.4. Rafforzamento delle misure di prevenzione e controllo della sicurezza in MTB.

15.1.4. Interventi tesi a favorire una maggiore cooperazione territoriale e il ripristino della legalità. Questa azione prevede interventi di vario tipo volti all’incremento della prevenzione e della sicurezza in MTB, comprensivi di progetti immateriali (videosorveglianza, attivazione di centri e osservatori, …) e progetti materiali di recupero di immobili confiscati e realizzazione e/o ampliamenti di alcune strutture. Vista la prevalenza della prima tipologia di intervento e/o degli interventi di recupero di immobili già esistenti a fronte delle nuove realizzazioni, gli effetti ambientali di questa azione possono essere considerati trascurabili, con l’eccezione dei prevedibili effetti positivi sull’incremento della sicurezza e la qualità architettonica e urbana. Caso a parte merita l’intervento di Edilizia Giudiziaria nel comune di Bari volto al potenziamento e alla razionalizzazione delle strutture edilizie per l’Amministrazione giudiziaria e penitenziaria nella città di Bari, per il quale, vista la dimensione degli interventi, sono prevedibili impatti significativi. Dal momento che l’idea progettuale non è ancora definita (sono attualmente al vaglio dell’amministrazione comunale di Bari varie ipotesi progettuali complesse) ed essendo comunque le valutazioni ambientali, in questo caso, più pertinenti se fatte ad una scala comunale, si rimandano le valutazioni di merito ad una fase di approfondimento di maggiore dettaglio da farsi successivamente.

16. PROGRAMMA FORMAZIONE E LAVORO 16.1. Potenziare la rete dei servizi per il mercato del lavoro.

16.1.1. Rete dei tele centri. 16.1.2. Corsi per operatori del mercato del lavoro. 16.1.3. Osservatorio del mercato del lavoro. 16.1.4. Digitalizziamoci. 16.1.5. Sportello operatori agricoli.

Tutte queste azioni prevedono interventi immateriali il cui impatto ambientale diretto è da considerarsi trascurabile.

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16.2. Rafforzare il sistema della formazione continua per consentire un celere adeguamento

delle competenze della forza lavoro alle richieste del mercato ed una maggiore occupabilità. 16.2.1. Attività di formazione continua per operatori delle piccole e medie imprese (PMI). 16.2.2. Attività di formazione a distanza di livello universitario basate sulle tecnologie di

apprendimento e-learning. Tutte queste azioni prevedono interventi immateriali il cui impatto ambientale diretto è da considerarsi trascurabile.

16.3. Migliorare il sistema di orientamento e incrementare la partecipazione al mercato del

lavoro specialmente delle fasce deboli. 16.3.1. Tirocini formative. 16.3.2. Incubatore d’impresa. 16.3.3. Inserimento lavorativo per soggetti svantaggiati. 16.3.4. Vivaio nuove imprese. 16.3.5. Vivaio ex detenuti. 16.3.6. Telelavoro femminile. 16.3.7. Il mio primo lavoro. 16.3.8. Alternanza scuola-lavoro.

Tutte queste azioni prevedono interventi immateriali il cui impatto ambientale diretto è da considerarsi trascurabile.

16.4. Promuovere la valorizzazione delle risorse umane nei servizi per la competitività di settori

di punta del sistema economico della MTB. 16.4.1. Formazione multidisciplinare metropolitana. 16.4.2. Analisi dei fabbisogni formativi dei settori trainanti per lo sviluppo socio-economico della

MTB. 16.4.3. Viaggiando si impara. 16.4.4. l futuro è nei giovani ricercatori.

Tutte queste azioni prevedono interventi immateriali il cui impatto ambientale diretto è da considerarsi trascurabile.

17. PROGRAMMA CREATIVITA’ E SPAZI CULTURALI 17.1. Valorizzazione dell'heritage.

17.1.1. Rete museale. Questa azione comprende interventi di vario tipo che vanno da ristrutturazioni, rifunzionalizzazioni o ampliamenti di musei esistenti (cittadella nicolaiana e museo del mare a Bari, museo diocesano a Bitonto, vari musei a Conversano, Corato, Rutigliano, Sammichele, Sannicandro) a nuove realizzazioni (museo di arte contemporanea a Bari). Mentre si può ritenere che la prima tipologia di interventi avrà un impatto ambientale ridotto e per lo più limitato ad un positivo incremento della qualità architettonica e urbana, per la seconda tipologia di interventi vale ciò che si è già detto in relazione all’azione 4.1.1. (la collana di perle) nel quale esso risulta inserito come uno dei 6 interventi previsti e alla quale si rimanda per le valutazioni. È, infine, utile sottolineare come l’obiettivo di questi interventi di costruire dei poli di servizi di rango metropolitano debba essere opportunamente coniugato con azioni volte al rafforzamento del trasporto pubblico e della viabilità cico-pedonale di cui al programma mobilità (con particolare riferimento alle azioni 1.1.1., 1.1.2, 1..1.1.3, 1.1.4, 1.1.5. e 1.2.1.), al fine di evitare che la domanda di mobilità connessa con tali poli porti ad un incremento del trasporto privato. Debita attenzione deve essere riservata anche

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alla costruzione di sinergie con le azioni del programma Energia volte a ridurre la dipendenza da fonti energetiche convenzionali e al miglioramento dell’efficienza energetica negli edifici pubblici (con particolare riguardo per le azioni 8.1.1., 8.1.3., 8.1.4.).

17.1.2. Interventi di ristrutturazione su castelli. Questa azione prevede vari interventi di restauro e/o adeguamento funzionale di castelli in alcuni comuni di MTB. Per essi non sono, pertanto, prevedibili impatti significativi sull’ambiente, a meno di positivi impatti sulla qualità architettonica e urbana. È, tuttavia, importante sottolineare la necessità di definizione di più strette sinergie con le azioni del programma Energia e con quelle del programma Mobilità già citate in merito all’azione 17.1.1.

17.1.3. Interventi di recupero su teatri. Questa azione prevede vari interventi di restauro e adeguamento funzionale di teatri in vari comuni di MTB. Per essi non sono, pertanto, prevedibili impatti significativi sull’ambiente, a meno di positivi impatti sulla qualità architettonica e urbana. È, tuttavia, importante sottolineare la necessità di definizione di più strette sinergie con le azioni del programma Energia e con quelle del programma Mobilità già citate in merito all’azione 17.1.1.

17.1.4. Interventi su biblioteche, pinacoteche e archivi storici comunali. Questa azione prevede vari interventi di recupero e/o completamento e/o adeguamento funzionale di edifici adibiti a biblioteche, pinacoteche e archivi storici in vari comuni di MTB, oltre a interventi immateriali finalizzati a migliorare il sistema di digitalizzazione e di messa in rete delle biblioteche. Per essi non sono, pertanto, prevedibili impatti significativi sull’ambiente, a meno di positivi impatti sulla qualità architettonica e urbana. Anche in questo caso è importante sottolineare la necessità di definire più strette sinergie con le azioni del programma Energia e con quelle del programma Mobilità già citate in merito all’azione 17.1.1.

17.2. Sviluppo dei servizi culturali e creativi.

17.2.1. Nuove tecnologie per lo sviluppo del patrimonio culturale. Questa azione comprende interventi immateriali volti alla messa in rete dei contenitori e dei laboratori culturali, da un lato, e interventi volti alla funzionalizzazione di contenitori culturali esistenti. È, quindi, possibile prevedere che le implicazioni dirette di questa azione sull’ambiente saranno trascurabili.

17.2.2. Realizzazione di nuovi contenitori culturali e polifunzionali. Questa azione prevede interventi di ristrutturazione e adeguamento funzionale di edifici esistenti, accanto a riqualificazioni di spazi aperti (realizzazione di un anfiteatro nella piazza di Quasano) e a realizzazioni di nuovi contenitori (nuovo cinema-teatro-auditorium a Noicattaro). Mentre per le prime due tipologie di intervento è possibile prevedere trascurabili implicazioni dirette sull’ambiente a meno di un positivo impatto sulla qualità architettonica e urbana, per le nuove realizzazioni andranno fatte verifiche ambientali di maggiore dettaglio, soprattutto nel caso del progetto in agro di Noicattaro localizzato in un’area periferica tra due lame. Per esso, andranno fatte opportune valutazioni alla scala comunale volte a definire le implicazioni sul consumo di suolo, sul paesaggio e sulle relazioni con le aree a pericolosità idraulica. Anche in questo caso (soprattutto per quegli interventi che prevedono localizzazioni lontane dal centro urbano) è utile sottolineare come la costruzione di questi nuovi poli di servizi culturali di rango metropolitano debba essere opportunamente coniugato con azioni volte al rafforzamento del trasporto pubblico e della viabilità cico-pedonale di cui al programma mobilità (con particolare riferimento alle azioni 1.1.1., 1.1.2, 1..1.1.3, 1.1.4, 1.1.5. e 1.2.1.), al fine di evitare che la domanda di mobilità connessa con tali poli

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comporti un incremento del trasporto privato. Valgono, inoltre, le stesse considerazioni sulle questioni energetiche già espresse in riferimento all’azione 17.1.1.

17.2.3. Interventi di riqualificazione di aree pubbliche con finalità culturali. Questa azione comprende interventi di vario tipo che vanno dal completamento e adeguamento funzionale di alcuni edifici con finalità culturali (museo della tradizione contadina a Sammichele, ex mercato coperto a Triggiano, piazza dei servizi culturali ad Acquaviva), alla realizzazione di nuove strutture all’aperto (realizzazione dell’anfiteatro a Ruvo), alla riqualificazione di spazi pubblici dismessi (riqualificazione dell’area dell’ex caserma Rossani a Bari). Mentre per la prima tipologia di intervento valgono le considerazioni già fatte per l’azione 17.1.2., per la seconda si rimanda a considerazioni di maggiore dettaglio da farsi a scala comunale, principalmente in relazione alle possibili implicazioni sul consumo di suolo e sul paesaggio. Per l’intervento previsto sull’area dell’ex caserma Rossani sono, infine, prevedibili impatti positivi ulteriori sulla presenza di verde urbano, visti i contenuti progettuali presentati. In tutti i casi si richiama la necessità di ulteriori valutazioni delle possibili interferenze tra questi interventi e il sistema della mobilità, sottolineando come la costruzione di questi nuovi poli di servizi culturali di rango metropolitano debba essere opportunamente coniugato con azioni volte al rafforzamento del trasporto pubblico e della viabilità cico-pedonale di cui al programma mobilità (con particolare riferimento alle azioni 1.1.1., 1.1.2, 1..1.1.3, 1.1.4, 1.1.5. e 1.2.1.), al fine di evitare che la domanda di mobilità connessa con tali poli sia soddisfatta da un incremento di trasporto privato. Valgono, inoltre, le stesse considerazioni sulle questioni energetiche già espresse in riferimento all’azione 17.1.1.

17.3. Incentivare l’impresa culturale e creativa. 17.3.1. Realizzazione di laboratori di creatività urbana giovanile.

Questa azione prevede vari interventi di recupero, completamento e adeguamento funzionale di edifici esistenti da adibire a finalità culturali, oltre ad un intervento per la realizzazione di un nuovo compendio immobiliare su area già urbanizzata in prossimità dello stadio della Vittoria a Bari. Mentre per la prima tipologia di intervento valgono le considerazioni già fatte per l’azione 17.1.2., per l’ultimo si rimanda a valutazioni di maggiore dettaglio da farsi a scala comunale. Per questo, tuttavia, utili appaiono le considerazioni già espresse sulle necessità di adottare tecniche di risparmio energetico e materiali e tecnologie per il riciclo delle acque. Anche in relazione a questa azione, inoltre, è importante sottolineare la necessità di definizione di più strette sinergie con le azioni del programma Energia e con quelle del programma Mobilità già citate relativamente all’azione 17.1.1.

17.3.2. Azioni di supporto allo sviluppo dell’impresa creativa. Quest’azione prevede interventi immateriali il cui impatto ambientale diretto è da considerarsi trascurabile.

17.4. MTB Capitale Culturale.

17.4.1. Candidatura di Bari a Capitale Europea della Cultura 2019 – Programmazione coordinata degli eventi e delle manifestazioni culturali. Quest’azione prevede interventi immateriali il cui impatto ambientale diretto è da considerarsi trascurabile.

17.4.2. Rafforzamento dell'identità culturale di MTB.

Quest’azione prevede interventi immateriali il cui impatto ambientale diretto è da considerarsi trascurabile.

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18. PROGRAMMA TURISMO E MARKETING 18.1. Promuovere il posizionamento competitivo in ambito nazionale ed internazionale del

sistema turistico locale Terra di Bari. 18.1.1. Candidare MTB per un Grande evento di rilevanza internazionale.

Quest’azione prevede interventi immateriali il cui impatto ambientale diretto è da considerarsi trascurabile.

18.2. Consolidare l’offerta per il turismo ‘business’.

18.2.1. Realizzare luoghi e azioni per valorizzare il mercato congressuale. Questa azione prevede interventi di vario tipo, che vanno dall’allestimento di tensostrutture e gradinate rimovibili per l’utilizzo a scopi fieristici e culturali di due cave in agro di Cassano delle Murge, alla realizzazione di un centro congressi presso la zona della Fiera del Levante a Bari (già discusso nell’ambito dell’azione 4.1.1.), oltre a interventi immateriali volti allo sviluppo del mercato congressuale. A parte l’intervento in zona Fiera del Levante (per le cui valutazioni si rimanda all’azione 4.1.1.), per gli altri interventi è possibile ritenere che gli impatti sull’ambiente possano essere non rilevanti.

18.3. Sperimentare modelli turistici sostenibili e innovativi.

18.3.1. Realizzazione di interventi funzionali allo sviluppo del turismo ambientale e culturale. Questa azione prevede interventi di vario tipo che vanno dalla realizzazione di un edificio che ospiti l’accademia del gusto Cucina del Mediterraneo all’interno della Fiera del Levante, alla realizzazione dell’albergo diffuso a Toritto (che comprende, tra le altre cose, la manutenzione delle abitazioni del circuito ricettivo e la formazione di percorsi turistici in connessione con gli attrattori limitrofi), alla costruzione di un percorso ciclabile che colleghi le Torri di Molfetta, dalla realizzazione di luoghi di ritrovo a verde attrezzato per i turisti, a interventi complessi per la riqualificazione del borgo di Mellitto in territorio di Grumo Appula (che includono la bonifica e la sistemazione della pineta, il restauro della chiesa rupestre della Madonna di Mellito, la sistemazione della viabilità locale e la realizzazione sottoservizi), alla realizzazione di infrastrutture della sosta per i camper, roulotte e bus turistici in un’area periferica di Sammichele, alla realizzazione, infine, di un parcheggio in zona San Vito a Polignano (già inclusa nell’azione 5.3.3.) Dal momento che gli interventi materiali comprendono, quindi, per lo più manutenzioni di edifici (l’unico edificio di nuova realizzazione è costruito in luogo di un vecchio edificio in zona fiera), sistemazione di viabilità e sottoservizi, riqualificazione e/o realizzazione di aree a verde, realizzazione di viabilità ciclabile in connessione con elementi di pregio del territorio diffuso, si può ritenere che gli effetti sull’ambiente saranno per lo più positivi e connessi con il miglioramento della qualità architettonica e urbana, la cura del paesaggio rurale, l’incremento di aree a verde. Unica eccezione riguarda la realizzazione dei parcheggi (a Sammichele e a Polignano) che comporterà tendenzialmente un incremento del consumo di suolo, che si consiglia di limitare attraverso l’utilizzazione di superfici permeabili per la pavimentazione delle nuove aree. Per gli interventi di recupero degli immobili si sottolinea, anche per questa azione, le potenzialità che derivano dalla costruzione di sinergie con l’azione 5.3.1. volta alla costruzione di un Atlante digitale per il recupero della Città storica di MTB, e con l’azione 5.1.3 Patto per il recupero della Città storica, nonché con l’azione 12.5.1. volta alla formazione del personale tecnico, dei professionisti e delle maestranze nel campo dell’edilizia sostenibile e di un borsino dell’edilizia sostenibile e del restauro. Importanti, inoltre, anche le sinergie con le azioni del programma Energia (in particolare l’azione 8.2.1. volta all’armonizzazione dei regolamenti edilizi comunali in chiave di sostenibilità energetica, o l’azione 8.2.4. volta alla campagna di sensibilizzazione per l’uso efficiente dell’energia). Sinergie con il programma Energia sono importanti anche per le

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sistemazioni degli spazi aperti (urbanizzazioni varie), in vista del raggiungimento di una maggiore efficienza degli interventi. Si sottolineano, infine, le strette sinergie di questa azione con quelle volte alla costruzione della mobilità dolce (azione 1.2.1.), quelle di valorizzazione delle lame tramite connessioni ciclo-pedonali alle emergenze storico-archeologiche del territorio (azione 3.1.1.) e quelle volte alla costruzione di percorsi ecologici a supporto dell’attrattività delle aree rurali (azione 6.1.1.).

18.3.2. Realizzazione di interventi rivolti al turismo archeologico.

Questa azione comprende interventi di vario tipo che vanno dallo sviluppo di ricerche archeologiche (Molfetta, Conversano), al completamento degli allestimenti e delle infrastrutture di servizio esterne ai parchi archeologici (Acquaviva, Corato, Gioia del Colle), al restauro e all’allestimento museale di edifici storici (Bari), al restauro conservativo di masserie e chiese rupestri (Conversano e Polignano) e al ripristino delle vie di collegamento con particolare attenzione per quelle ciclopedonali (Conversano). A supporto degli stessi è previsto un intervento immateriale volto alla costruzione di un portale per la pubblicizzazione della rete dei musei archeologici di MTB. È, pertanto, presumibile che questa tipologia di interventi produca effetti ambientali positivi sulla cura del paesaggio rurale. Non si prevedono, effetti apprezzabili, negativi o positivi, su altre componenti. Se è vero, ad esempio, che la costruzione di vie per la mobilità ciclabile potrà favorire la fruizione dei beni archeologici con mezzi ciclabili, è altresì plausibile ritenere che il traffico ciclabile sarà relativo ad un numero di visitatori aggiunto rispetto a quello attuale, cosa che non comporterà, pertanto, una complessiva riduzione del traffico e delle emissioni attuali (al limite, non ne favorirà l’ulteriore crescita connessa all’aumento della domanda di fruizione dei siti in oggetto). Complessivamente, quindi, l’impatto di questa azione su componenti quali la qualità dell’aria possono essere considerate trascurabili. Ulteriori sinergie con le azioni volte alla costruzione di reti di mobilità ciclo-pedonale (azione 1.2.1., azione 3.1.1., azione 6.1.1.) sono, tuttavia, auspicabili, dal momento che l’accesso a questi poli archeologici tramite mobilità alternativa riguarda solo una parte degli interventi proposti, per cui permane il rischio che l’incremento turistico sia associato a un incremento di tipologie di trasporto non sostenibili. Anche in questo caso, inoltre, come al punto precedente, si richiama l’importanza di costruire sinergie con le azioni del programma Energia (per alcuni progetti sono già presenti attenzioni specifiche per l’utilizzo di tecniche volte al risparmio energetico e uso di fonti alternative, come nel caso del progetto proposto a Gioia del colle).

18.3.3. Realizzazione di marchi di qualità. Questa azione prevede interventi volti al miglioramento dell’accessibilità dei disabili agli stabilimenti balneari di MTB e alla realizzazione di un portale per il marketing della rete delle masserie locali, previa loro catalogazione. Sebbene questa azione costituisca un supporto importante per le altre azioni del programma, le sue implicazioni dirette sull’ambiente possono essere considerate trascurabili. Importante, tuttavia, sottolineare le sinergie che interventi di censimento del patrimonio masseriale e delle dimore storiche presenti nel territorio diffuso crea con l’azione 5.3.1. volta alla costruzione di un atlante digitale della città storica (sia nei nuclei urbani storici che nel territorio diffuso), nonché con le azioni 5.1.1., 5.1.2., 5.1.3. volte a supportare le capacità degli abitanti di mantenere gli edifici della città storica e del patrimonio storico diffuso sul territorio.

18.3.4. Realizzazione di servizi innovativi rivolti al turista.

Questa azione comprende interventi immateriali finalizzati ad incentivare e ad ampliare la gamma dei servizi offerti al turista sul territorio metropolitano, valorizzandone le risorse ambientali (mare e lame) o agendo sulle nuove tecnologie dell’informazione e comunicazione.

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È, pertanto, prevedibile che tali interventi possano avere un impatto positivo diretto sulla cura del patrimonio rurale; gli impatti su altre componenti e criticità ambientali, invece, può essere, in questa sede, considerato indiretto e non significativo.

18.3.5. Sviluppo delle attività nautiche e della portualità turistica.

Questa azione prevede una serie di interventi (pubblico-privati) volti a strutturare un sistema di portualità e di approdi turistici a Bari (porto vecchio, molo di San Cataldo, S. Spirito, Torre a mare), Molfetta e Mola di Bari, oltre ad un intervento volto a migliorare l’accessibilità delle aree costiere, e dei porti in particolare, attraverso la definizione di un servizio di trasporto marittimo nel periodo estivo integrato alla rete di trasporto pubblico locale e alla rete delle piste ciclabili metropolitane. Al momento si dispone di dati di maggiore dettaglio sulla progettazione relativa ai soli porti turistici di Molfetta e Mola di Bari, mentre non è stata presentata documentazione sufficiente per effettuare valutazioni di merito per i porti previsti nel comune di Bari (da realizzarsi, comunque, a carico dei privati). Per quanto riguarda il porto di Molfetta, l’intervento è complementare rispetto agli interventi di potenziamento delle parti commerciali già incluse nell’azione 10.3.2. In questo caso, tuttavia, gli interventi sono molto meno invasivi e riguardano un lieve approfondimento dei fondali a riva in prossimità della Secca dei Pali, la costruzione di un molo e di alcuni servizi a terra principalmente consistenti in un edificio e nella viabilità di accesso. Nel complesso delle azioni di potenziamento del porto di Molfetta questi interventi possono considerarsi produttori di potenziali effetti moderatamente negativi sugli ecosistemi costieri. Per quanto riguarda l’impatto sul paesaggio urbano, è, invece, possibile che il nuovo porto turistico, trovandosi in una sorta di posizione di filtro tra area commerciale del porto e città, possa addirittura mediare l’impatto peggiore che avrebbe il porto commerciale, contribuendo addirittura ad un miglioramento della qualità urbana dell’area. Anche per questa azione si sottolineano gli interventi di mitigazione e di compensazione già prescritti dal Ministero dell’Ambiente in sede di approvazione della VIA del piano di sviluppo del porto di Molfetta, che potrebbero contribuire a migliorare ulteriormente gli impatti sul paesaggio urbano degli interventi previsti in quest’azione. Per quanto riguarda il porto di Mola, è prevista la ristrutturazione del porto con la suddivisione del bacino in avamporto, canale di accesso alle darsene turistiche e bacino di rifugio, due darsene turistiche e una darsena destinata alla pesca maggiore e minore ed alle imbarcazioni da diporto minori. Anche per questo intervento sono previsti impatti moderatamente negativi sugli ecosistemi acquatici (per la presenza di un posidonieto marino protetto come SIC mare) e sul consumo di suolo. Gli impatti sulla qualità urbana dipenderanno in modo diretto anche dalla qualità del progetto e dalla sua capacità di migliorare il fronte mare all’interno di un progetto di risistemazione complessiva che ha avviato il comune di Mola. Sono comunque prevedibili, a tal proposito, effetti generalmente positivi. Infine, appare utile sottolineare le importanti sinergie che gli interventi materiali di questa azione producono con l’intervento di definizione di un servizio di trasporto marittimo integrato, anche in connessione con le linee di azione 1.1.5 e 1.2.1., che genereranno ulteriori sinergie positive.

19. PROGRAMMA POLITICHE GIOVANILI E CONOSCENZA 19.1. Rigenerare l’edilizia scolastica e mettere in rete le esperienze studentesche di MTB.

19.1.1. Interventi fisici di ristrutturazione, nuova realizzazione e valorizzazione delle esperienze nel sistema scolastico di MTB. L’azione comprende interventi immateriali volti alla valorizzazione del sistema scolastico (che non avranno impatti diretti di rilievo sull’ambiente) e interventi materiali

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finalizzati al recupero, all’adeguamento funzionale e alla nuova costruzione di edifici scolastici di vario genere. Data l’estrema variabilità degli interventi previsti all’interno di quest’azione, è difficile fare delle valutazioni ambientali generali. In questa sede ci si limita a sottolineare che per gli interventi materiali valgono le considerazioni già espresse per interventi di realizzazione di centri per servizi in generale (di cui per esempio all’azione 2.1.2. ) sulla necessità di una valutazione puntuale delle implicazioni sul consumo di suolo, in genere moderatamente negativo nel caso di nuove urbanizzazioni. Anche in questo caso appare, inoltre, utile richiamare la necessità di approfondimenti, da farsi a scala di maggiore dettaglio a livello comunale, sulle interferenze tra questi interventi e il sistema della mobilità, sottolineando invece, in questa sede, come la costruzione di questi nuovi poli di servizi debba essere opportunamente coniugato con azioni volte al rafforzamento del trasporto pubblico e della viabilità cico-pedonale di cui al programma mobilità (con particolare riferimento alle azioni 1.1.1., 1.1.2, 1..1.1.3, 1.1.4, 1.1.5. e 1.2.1.), al fine di evitare che la domanda di mobilità connessa con tali poli comporti un incremento del trasporto privato. Debita attenzione deve essere riservata anche alla costruzione di sinergie con le azioni del programma Energia (anche al fine di correggere la generale scarsa attenzione per queste tematiche all’interno dei progetti presentati) volte alla riduzione della dipendenza da fonti energetiche convenzionali e al miglioramento dell’efficienza energetica negli edifici pubblici (con particolare riguardo per le azioni 8.1.1., 8.1.3., 8.1.4.).

19.2. Rafforzare l’attrattività del sistema universitario di MTB. 19.2.1. Interventi finalizzati al miglioramento dei servizi, dell'abitabilità, della mobilità e

dell'accesso al credito degli studenti universitari. Quest’azione prevede per lo più interventi immateriali, il cui impatto ambientale diretto è da considerarsi trascurabile; in aggiunta è prevista la riqualificazione e la riconversione di alcuni immobili (padiglione di ortopedia del Policlinico da destinarsi in student center), la realizzazione di nuove residenze universitarie comprensive di attrezzature sportive e commerciali (nei pressi dello stadio della Vittoria a Bari) e un progetto di espansione del campus della LUM in prossimità del Baricentro di Casamassima (da destinarsi ad aule per la didattica, sedi amministrative, residenze studenti e docenti, attrezzature culturali e collettive). Per questi ultimi interventi è possibile ritenere che gli impatti prodotti sul consumo di suolo non saranno preoccupanti nonostante l’aumento di volumetrie previste, dal momento che saranno localizzati in aree già urbanizzate. Anche in questo caso utili appaiono i richiami alla necessità di adottare tecniche di risparmio energetico e materiali e tecnologie per il riciclo delle acque. Per l’ampliamento della LUM è da sottolineare come possibile preoccupazione ambientale la possibilità che il nuovo insediamento generi nuova domanda di residenza nelle vicinanze e quindi contribuisca alla diffusione di modelli insediativi dispersi. Valgono, infine, le stesse considerazioni fatte per l’azione precedente in relazione alle sinergie con il programma Energia e Mobilità.

19.3. Promuovere azioni innovative per la valorizzazione della componente giovanile di MTB.

19.3.1. Interventi a favore dei target giovanili di MTB. Quest’azione prevede interventi immateriali il cui impatto ambientale diretto è da considerarsi trascurabile. Unico intervento materiale previsto è la realizzazione di un complesso di minialloggi per giovani in territorio di Bari, per il quale valgono le considerazioni già fatte in relazione alle residenze universitarie (sebbene si tratti di un piccolo edificio i cui impatti ambientali possano essere considerati trascurabili).

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20. PROGRAMMA COMUNICAZIONE 20.1. Diffondere conoscenza e informazione sul PS.

20.1.1. BA2015 on the road. 20.1.2. BA2015 media network. 20.1.3. URP metropolitano. 20.1.4. Comuni…care. 20.1.5. Bollettino informativo semestrale "Civis".

Tutte queste azioni prevedono interventi immateriali il cui impatto ambientale diretto è da considerarsi trascurabile.

20.2. Rendere noti e promuovere i progetti del PS e le relative fasi di implementazione

20.2.1. Cantieri aperti. 20.2.2. Il futuro e' qui. 20.2.3. Comunicare l'evoluzione dei progetti.

Tutte queste azioni prevedono interventi immateriali il cui impatto ambientale diretto è da considerarsi trascurabile.

20.3. Diffondere la cultura della partecipazione rendendo noti e facilmente fruibili gli strumenti di

partecipazione attiva. 20.3.1. La cultura della partecipazione.

Tutte queste azioni prevedono interventi immateriali il cui impatto ambientale diretto è da considerarsi trascurabile.

20.4. Posizionare BA2015 quale innovativo e autorevole caso di pianificazione territoriale a

livello nazionale e internazionali. 20.4.1. MTB un'esperienza da promuovere.

Tutte queste azioni prevedono interventi immateriali il cui impatto ambientale diretto è da considerarsi trascurabile.

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10. INDIVIDUAZIONE E VALUTAZIONE DI ALTERNATIVE DI PIANO Il D. Lgs. 4/2008 richiede che nel Rapporto Ambientale siano “individuati, descritti e valutati gli impatti significativi che l'attuazione del piano o del programma proposto potrebbe avere sull'ambiente e sul patrimonio culturale, nonche' le ragionevoli alternative che possono adottarsi in considerazione degli obiettivi e dell'ambito territoriale del piano o del programma stesso” (Art. 13 del D. Lgs. 13/2008). Al fine di rispondere a tale richiesta, si riepiloga brevemente di seguito il processo di costruzione del Piano Strategico (par. 10.1), come premessa per l’individuazione e la valutazione di ragionevoli alternative (par. 10.2).

10.1. Processo di costruzione del Piano Strategico MTB Il processo di pianificazione strategica del Piano Strategico MTB può essere suddiviso in 4 fasi, così come descritto nella figura seguente. In ciascuna di esse le attività di studio, ricerca ed elaborazione sono state accompagnate da attività di partecipazione attiva e coinvolgimento del partenariato economico-sociale. Figura 10-1. Le tappe essenziali del percorso di pianificazione della Metropoli Terra di Bari

1. Fase di avvio

Il processo di Pianificazione Strategica di MTB è formalmente iniziato il 12 ottobre del 2006, con la sottoscrizione del Protocollo d’Intesa per la Pianificazione Strategica della Metropoli Terra di Bari da parte del Presidente della Provincia di Bari e dei Sindaci dei comuni dell’area metropolitana. In quell’occasione sono stati costituiti i principali organi del PSMTB: il Consiglio Metropolitano, con il compito di promuovere la preparazione e l’attuazione del PS fornendone gli indirizzi e le linee guida; la Cabina di Regia, avente funzioni di pianificazione e coordinamento del lavoro; il Comitato Scientifico, con compiti di indirizzo e supporto scientifico; lo Staff di Ricerca e Sviluppo, per l’allestimento di progetti, studi di fattibilità e ricerche di settore; la Struttura per la Partecipazione Attiva, per la organizzazione della democrazia partecipata; i Forum Metropolitani, con il compito di analizzare e ad approvare sia i documenti intermedi del PS, sia il Documento finale dello stesso.

1. Fase di avvio

2. Fase di analisi 3. Costruzione

della vision

4. Costruzione del metaplan

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2. Fase di analisi

Con la costituzione dello staff ha preso avvio la “fase diagnostica” del Piano strategico MTB, che ha portato ad un’approfondita analisi di contesto attraverso sei vettori: popolazione, ambiente, accessibilità, società, economia e cultura. Per ciascuno di essi sono stati evidenziati i principali punti di forza e di debolezza, nonché le opportunità e le minacce, con l’obiettivo di individuare le tendenze, le necessità, i bisogni espressi e inespressi del territorio per porre delle fondamenta solide su cui basare la pianificazione strategica per la costruzione di una visione partecipata. Tale analisi è stata supportata in modo determinante dai Forum Metropolitani, svolti nel Settembre 2007 e nel Dicembre 2007. Essi sono stati intesi come momenti di apprendimento collettivo e luoghi di confronto progettuali ed hanno consentito di raccogliere idee e proposte relative ad alcuni importanti temi (agroindustria, cooperazione, cultura e industria, energia, formazione e lavoro, giovani e futuro, internazionalizzazione, lame e costa, ricerca e innovazione, sviluppo industriale, trasporti e infrastrutture, turismo, welfare, commercio e distribuzione, sport e tempo libero, architettura ed urbanistica, case e periferie, sicurezza, salute) da tradurre in progetti concreti per il territorio e la società. La fase diagnostica si è conclusa con la consegna, il 31.10.2007, del documento preliminare del PS, consistente in un documento di Analisi di contesto e nel Documento di diagnosi nel quale sono contenute indicazioni fondamentali circa le strategie da adottare. 3. Costruzione della vision

Sulla base delle scelte di base contenute nei documenti consegnati il 31.10.2007 e dei contributi forniti dai forum di Settembre e Dicembre 2007, nel periodo Novembre 2007 – Marzo 2008 si è dato avvio alla fase di costruzione della vision del Piano, con il supporto determinante del comitato scientifico. La vision si è articolata in tre grandi pilastri: realizzazione di una Metropoli policentrica e sostenibile, proiettata verso il Mediterraneo che integra città, paesaggio rurale e costiero; costruzione di una rete di città coesa, creativa, attrattiva proiettata verso il Mediterraneo; sviluppo di una Unione di Comuni efficiente, partecipata e trasparente. 4. Costruzione del metaplan

Nel mese di marzo si è dato l’avvio alla formulazione delle proposte progettuali e la definizione delle linee strategiche operative del Piano a partire dalla vision. Ciò ha portato alla strutturazione di 20 programmi e di un parco progetti costituito da oltre 800 progetti. Ciò è avvenuto con il supporto di un ampio partenariato. Il 19 febbraio 2008, infatti, è nato il “Patto per lo sviluppo sostenibile della Metropoli Terra di Bari” cui è stato affidato il compito di collaborazione, cooperazione e consultazione con gli Organi e le strutture di supporto del Piano Strategico al fine di predisporre strategie e programmi condivisi. In attuazione di tale Patto sono nate le Assemblee, le Commissioni Tematiche e i Forum Metropolitani Permanenti. Ad essi è stato affidato il compito di esaminare ed integrare le informazioni e le analisi di base prodotte nell’indagine diagnostica del territorio attraverso ulteriori momenti di discussione e di confronto con tutti gli attori del sistema locale e suggerendo e/o modificando le proposte progettuali concrete del PS. In particolare, le Assemblee (l’ “Assemblea metropolitana degli attori delle rappresentanze CNEL”, di cui fanno parte i rappresentanti del mondo produttivo sia di parte datoriale che dei lavoratori; l’ “Assemblea interistituzionale della Metropoli Terra di Bari”, che riunisce tutte le istituzioni pubbliche presenti sul territorio di riferimento e quindi anche quelle competenti in materia ambientale; l’ “Assemblea delle associazioni e della cittadinanza attiva” che comprende i singoli e le associazioni interessate alla elaborazione partecipata dei temi oggetto, inclusi quelli con ricadute ambientali) hanno avuto il compito di promuovere la discussione sulle scelte del Piano Strategico con i vari portatori di interesse. Le sei Commissioni Tematiche, una per ogni vettore del Piano, sono state costituite dai rappresentanti delle tre Assemblee sopra citate, dai delegati dei Comuni dell’area metropolitana, del Comitato scientifico e dello Staff di Ricerca, Sviluppo e Comunicazione del Piano Strategico. Esse si sono occupate di effettuare un approfondimento tecnico di ciascuno dei vettori in cui è articolato il PS.

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I Forum Metropolitani Permanenti sono, infine, stati costituiti come luoghi in cui discutere e eventualmente modificare i progetti proposti dal PS. In aggiunta, da Marzo a Settembre 2008 sono stati organizzati i Forum comunali e circoscrizionali, per un totale di 44 incontri aperti alla cittadinanza. Contemporaneamente, tra Febbraio e Maggio 2008, il Piano Strategico è entrato nelle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado dell’intera area metropolitana. Più di 50.000 bambini e ragazzi di oltre 60 Istituti sono stati coinvolti nella definizione di proposte per l’area metropolitana. Infine, strumento importante per la discussione della visione e dei progetti del Piano Strategico è stato il Portale www.ba2015.org che ha fornito un importantissimo strumento per la costruzione di un canale permanente di dialogo tra i cittadini e gli Organi del Piano. La fase progettuale si è, quindi, conclusa nel Settembre 2008, con l’approvazione del METAPLAN da parte del Consiglio Metropolitano dei Sindaci e la consegna (il 30 settembre 2008) dei programmi elaborati alla Regione Puglia.

10.2. Individuazione e valutazione di ragionevoli alternative Data la natura e la genesi del Piano precedentemente descritti, l’individuazione di ragionevoli alternative allo stesso non è semplice. Sul piano strategico, infatti, è irrealistico pensare alla possibilità di individuare scelte differenti da quelle strutturanti il Piano, dal momento che queste ultime sono radicate in attività di analisi e diagnosi approfondite e sono sostenute da un ampia condivisione con il partenariato che ne ha espresso un positivo apprezzamento. La vision imperniata sui tre pilastri di metropoli policentrica e sostenibile proiettata verso il Mediterraneo, rete di città coesa, creativa e attrattiva, unione di comuni efficiente, partecipata e trasparente ha raccolto unanime consenso da parte di tutto il partenariato del Piano come visione di un futuro desiderabile. D’altro canto, le scelte operative contenute nel parco progetti sono state costruite dallo staff di Ricerca e Sviluppo in coerenza con gli obiettivi strategici e sulla base di specifiche proposte e indicazioni emerse in sede di discussione con il partenariato. Sulla base delle considerazioni sopra espresse è possibile restringere l’individuazione delle ragionevoli alternative alle seguenti opzioni:

- Alternativa 0: corrispondente alla non attuazione del Piano Strategico; - Alternativa 1: corrispondente alla attuazione del Piano Strategico senza le raccomandazioni

per il miglioramento delle ricadute ambientali del piano (di cui al cap. 9 del presente documento);

- Alternativa 2: corrispondente all’attuazione del Piano Strategico con le raccomandazioni per il miglioramento delle ricadute ambientali del piano (di cui al cap. 9 del presente documento);

Dal momento che il Piano Strategico nasce proprio dalla volontà di contrastare le tendenze negative in atto sul territorio nei vari settori (popolazione, ambiente, accessibilità, società, economia e cultura) e al contempo rafforzare i punti di forza del territorio per un suo sviluppo strategico e sostenibile, è realistico pensare che la non attuazione del Piano produrrà una progressione delle tendenze negative in atto e non consentirà di sviluppare appieno le potenzialità strategiche del territorio. Se, quindi, le alternative con l’attuazione del Piano (Alternativa 1 e Alternativa 2) sono preferibili all’Alternativa zero, è tuttavia anche vero che le valutazioni di dettaglio sugli effetti ambientali delle azioni di Piano riportate nel capitolo 9 hanno evidenziato la possibilità di migliorare ulteriormente le ricadute ambientali del Piano attraverso opportune raccomandazioni. Sulla base di queste considerazioni, è possibile ritenere che l’Alternativa 2 (corrispondente all’attuazione del Piano Strategico con le raccomandazioni di cui al cap. 9) possa consentire la massimizzazione degli effetti ambientali positivi tra le tre alternative previste.

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11. IL PIANO DI MONITORAGGIO Come già detto nel capitolo 2, il piano di monitoraggio serve per la valutazione in itinere degli effetti prodotti dal piano sull’ambiente al fine di poter individuare tempestivamente eventuali misure correttive nella fase di attuazione. A tale scopo, si è ritenuto utile suddivide il piano di monitoraggio in due parti, una volta al monitoraggio dello stato delle componenti ambientali e delle loro criticità (indicatori di contesto) e una volta alla misurazione dello stato di realizzazione del piano e del raggiungimento dei target di risultato programmati (indicatori di programma). Dall’incrocio delle informazioni derivanti dalle due tipologie di indicatori sopra descritti potranno essere fatte valutazioni sull’efficacia e sulla efficienza del Piano in campo ambientale. Di seguito sono identificati gli indicatori di base per le due sezioni del piano di monitoraggio. Si precisa, tuttavia, che ciò costituisce solo una cornice di riferimento e non una prescrizione rigida. La definizione del piano di monitoraggio dipende, infatti, in modo stringente dello scenario attuativo del Piano Strategico e dalle azioni che verranno incluse nell’Accordo di Programma. Si rimanda, quindi, a quella fase la possibilità di ricalibrare il piano qui indicato sulla base dei contenuti attuativi del piano. Sul piano delle responsabilità per il monitoraggio, si individua nell’Ufficio Unico del Piano Strategico MTB il soggetto che provvederà alle valutazioni e alla elaborazione dei rapporti intermedi con il supporto dell’ARPA Puglia, così come richiesto dal D. Lgs. 4/2008. Delle modalità di svolgimento del monitoraggio, dei risultati e delle eventuali misure correttive adottate verrà data adeguata informazione al pubblico anche attraverso il sito web del Piano Strategico MTB, come richiesto dal richiamato D. Lgs. 4/2008.

11.1. Gli indicatori di contesto Per questa sezione si rimanda alle tabelle poste in appendice alle descrizioni delle varie componenti all’interno del capitolo 7 del presente documento.

11.2. Gli indicatori di programma Si riportano, di seguito gli indicatori di programma (distinti in indicatori di realizzazione e di risultato) definiti per ognuno dei 20 programmi del piano, unitamente ai valori target di riferimento per l’attuazione.

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1. Programma Mobilità Sostenibile

Obiettivo specifico Indicatori di risultato Unità di misura

Valore attuale

Target 2015 Obiettivi operativi Linee di azione Indicatori di

realizzazioneUnità di misura

Valore attuale

Target 2015

1.1.1. Consorzio Mobilità MTB

Incremento biglietti venduti % n.a. 30%

1.1.2. Rete di stazioni multimodali

Riduzione dei tempi di accesso alle stazioni % n.a. -30%

1.1.3. Terminal bus extramurale Capruzzi

Incremento qualità degli spostamenti bus extrurbani

% (da Giudizio sintetico interviste)

n.a. 50%

1.1.4. Tram treno

Incremento numero residenti serviti dal trasporto su ferro nel centro di Bari

% n.a. 40%

1.1.5. Tram del mare

Riduzione numero spostamenti con auto lungo gli assi viari costieri

% n.a. -20%

Incremento degli spostamenti ciclabili% e pedonali

% n.a. 40% 1.2. Garantire la mobilità dolce 1.2.1. Reti ciclabili MTB

Incremento della dotazione pro capite di ciclovie (km/ab)

% n.a. 40%

1.3.1. Car Sharing metropolitano

Aumento delle autovetture concesse in car-sharing

% n.a. 20%

1.3.2. Transizione verde al trasporto su strada

Riduzione numero vetture pubbliche e private inquinanti circolanti

% n.a. -20%

1.4.1. Reti viarie peri-urbane

Riduzione dei tempi di percorrenza in auto % n.a. -20%

1.4.2. Infomobilità MTBMiglioramento della qualità delle informazioni legate alla mobilità

% (da Giudizio sintetico interviste)

n.a. 50%

n.a. -10%

Riduzione della incidentalità stradale % n.a.

1. Migliorare l’accessibilità interna a supporto della coesione territoriale e dell’inclusione sociale, dello sviluppo locale e della valorizzazione di ambiti a valenza strategica nel rispetto dell'ambiente

1.1. Incrementare l’uso del trasporto pubblico

1.3. Ridurre le emissioni inquinanti

1.4. Incrementare la qualità e la sicurezza degli spostamenti con l’auto

Incremento degli spostamenti interni ad MTB con il trasporto pubblico

% n.a. 30%

Riduzione delle emissioni di CO ed NOx %

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2. Programma Periferie

Obiettivo specifico Indicatori di risultato Unità di misura

Valore attuale

Target 2015 Obiettivi operativi Linee di azione Indicatori di

realizzazioneUnità di misura

Valore attuale

Target 2015

2.1.1. Realizzazione di Progetti Integrati multisettoriali

Superficie oggetto di interventi complessi di rigenerazione urbana

ha n.a. 30

Nuove attività insediate nelle aree oggetto di rigenerazione urbana

% n.a. 10

Unità locali per attività

sportive /1.000ab.

0,687 0,8

Addetti attività

sportive /1.000ab.

0,237 0,3

Unità locali per attività

culturali /1.000ab.

0,506 0,6

Addetti attività

culturali /1.000ab.

0,876 1

Incremento di popolazione residente nei quartieri oggetto di rigenerazione urbana

% n.a. 5

Incremento della dotazione pro capite di aree a verde attrezzato nelle città di MTB

% n.a. 30%

Nuove piste ciclabili urbane costruite in connessione con le aree a verde attrezzato

Lunghezza (Km) n.a. 30 km

Nuove aree dismesse recuperate sul totale delle aree dismesse in MTB

% n.p. 52.2.2. Bonifica e riqualificazione di siti inquinati in aree urbane

Incremento della dotazione di aree a verde attrezzato nelle città di MTB

% n.a. 30%

2.2.3. Riqualificazione di piazze e parcheggi

Numero di piazze riqualificate Numero n.a. 10

2.2.4. Realizzazione di punti sport

Numero di comuni in cui si sono realizzati punti sport

Numero n.a. 10

3. Rafforzamento dell'accessibilità e della qualità degli spostamenti interni

2.3.1. Realizzazione di strade giardino e isole pedonali residenziali

Numero di isole isole pedonali realizzate in MTB

Numero n.a. 10

2. Riqualificare e riconnettere le aree urbane marginali

2.1. Realizzazione di servizi alla residenza e spazi per attività culturali e sportive

2. Riqualificazione degli spazi pubblici

n.a. 3

Presenza di servizi alla residenza e spazi per attività sportive

Presenza di servizi alla residenza e spazi per attività culturali

2.1.2. Completamento della dotazione di centri polivalenti, palazzetti dello sport e centri sportivi in tutti i comuni di MTB

2.2.1. Realizzazione e/o riqualificazione di aree a verde attrezzato

Laboratori attivati in MTB Numero2.1.3. Laboratori territ. di interazione creativa

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3. Programma Lame

Obiettivo specifico Indicatori di risultato Unità di misura

Valore attuale

Target 2015 Obiettivi operativi Linee di azione Indicatori di

realizzazioneUnità di misura

Valore attuale

Target 2015

3.1. Connessione delle emergenze storiche, archeologiche e naturalistiche delle lame

3.1.1. Connessione delle emergenze storiche, archeologiche e naturalistiche delle lame

Lunghezza del percorso ciclo-pedonale realizzato

km 0,00 90,00

3.2. Risanamento e bonifica delle situazioni di maggior degrado in lama

3.2.1. Risanamento e bonifica delle situazioni di maggior degrado in lama

Superifice risanata e bonificata km² 0,00 19,13

Superficie a pericolosità idraulica (ai sensi del PAI) esterna alle sponde delle lame

m²non

disponibile

03.3. Regimentazione idraulica nei tratti a rischio idrogeologico

3.3.1. Regimentazione idraulica nei tratti a rischio idrogeologico

Lunghezza del tratto di corso d' acqua regimentato

km 0,00 45,00

Giornate di presenze nel complesso degli esercizi ricettivi per abitante

presenze/abitante 2,70 4,00

3.4. Recupero e riqualificazione dei siti storico-archeologici di particolare interesse

3.4.1. Recupero e riqualificazione dei siti storico-archeologici di particolare interesse

Superficie recuperata m² 0 750

0,80

3. Creazione e potenziamento delle

connessioni tra le infrastrutture verdi

e storiche

Giornate di presenze turistiche per abitante

nei mesi non estivi

presenze/abitante 0,57

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4. Programma Costa

Obiettivo specifico Indicatori di risultato Unità di misura

Valore attuale

Target 2015 Obiettivi operativi Linee di azione Indicatori di

realizzazioneUnità di misura

Valore attuale

Target 2015

Incremento della qualità architettonica (opere pubbliche di importo superiore ai 10 mlnE realizzate a seguito di procedura concorsuale/opere pubbliche di importo superiore ai 10 mlnE realizzate)

% n.d. 204.1.1 Le perle . Promuovere la grande architettura di un nuovo fronte a mare

opere pubbliche di importo superiore ai 10 mlnE realizzate a seguito di procedura concorsuale

numero n.d. 6

Incremento dell'utilizzo dei mezzi pubblici per lo spostamento da e per la costa

% n.d. 15

4.1.2 Il filo della collana . Realizzare una mobilità costiera interurbana sostenibile

nuove piste ciclabili costiere

lunghezza(Km) n.d. 10

Giornate di presenza (italiani e stranieri) per abitante nel complesso degli esercizi ricettivi delle località costiere

numero 3

4.1.3 Una Metropoli di mare . Realizzare un sistema integrato di approdi turistici

posti barca per diportisti n. n.d. 1.500

Estensione costiera balneabile % n.d. 85

4.2.1 Consolidamento e protezione della costa in contrasto ai fenomeni erosivi e all'inquinamento

Interventi realizzati numero n.d. 5

Incremento dei controlli con esito positivo sugli effluenti dei depuratori (controlli a norma/controlli totali)

% n.d. 35

4.2.2 Realizzazione e adeguamento dei recapiti finali di convogliamento delle acque

Interventi realizzati numero n.d. 10

Nuove attività insediate nelle aree costiere oggetto di rigenerazione urbana

% n.d. 15Superficie di edificazione abusiva lungo la costa confiscata e demolita

ha n.d. n.v.

Superficie costiera urbanizzata oggetto di interventi complessi di rigenerazione urbana

ha n.d. 20

Incremento della superficie urbana costiera destinata alla balneazione e alla fruizione pubblica del mare

% n.d. 30

4 Promuovere processi di riqualificazione della costa come fronte sull’Adriatico.

4.1. La collana di perle . Rigenerare la qualità del fronte costiero come attrattore internazionale

4.2. 70 km di costa risanata. Salvaguardare il paesaggio costiero dal degrado naturale e antropico

4.2.3 Riqualificazione delle aree urbane marginali lungo la fascia costiera

Incremento delle aree costiere dismesse recuperate (aree costiere dismesse/aree costiere dismesse in MTB)

% n.d. 10

Nota: Gli interventi evidenziati in grigio sono computati nei programmi "cultura e spazi creativi" - "turismo e marketing" - "mobilita sostenibile” - "risorse idriche".

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5. Programma Città Storica

Obiettivo specifico Indicatori di risultato Unità di misura

Valore attuale

Target 2015 Obiettivi operativi Linee di azione Indicatori di

realizzazioneUnità di misura

Valore attuale

Target 2015

5.1.1 Attivazione di una rete di Laboratori per la valorizzazione della Città storica

manuali di recupero redatti e approvati numero 0 10

5.1.2 Istituzione di una Scuola artigiana per la conservazione della Città storica

contratti di specializzazione/ formazione-lavoro attivati nel settore del restauro e del recupero edilizio

numero n.d. 1.000

5.1.3 Creazione di un fondo per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria finalizzata al miglioramento della qualità abitativa e alla trasformazione d'uso compatibile

interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria

numero n.d. 4.000

5.2.1 Riqualificazione delle pavimentazioni e delle reti dei sottoservizi stradali

interventi realizzati numero n.d. 10

5.2.2 Riqualificazione di piazze, spazi aperti e arredo urbano interventi realizzati numero n.d. 20

5.2.3. restauro degli edifici pubblici e dei complessi monumentali interventi realizzati numero n.d. 20

5.3.1 Costituzione di archivi conoscitivi per l’intervento nella Città storica

immobili archiviati numero n.d. 3.000

5.3.2 Innovazione e integrazione degli interventi di recupero e di riqualificazione

interventi realizzati numero n.d. 6

Incremento delle presenze nelle strutture o nelle areeoggetto di valorizzazione/recupero

% n.d. 30

5.4 Il recupero della bellezza del territorio storico :Riattivare le connessioni tra il patrimonio storico diffuso e i nuclei urbani della Città storica

5.4.1 Realizzazione di un Museo territoriale del patrimonio diffuso progetti redatti e avviati numero n.d. 1

5.5.1 Realizzazione di parcheggi scambiatori in prossimità dei nuclei storici urbani

interventi realizzati numero n.d. 4

5.5.2 Realizzazione di sistemi di dissuasione e di monitoraggio dell'accesso automobilistico

Incremento delle aree pedonali % n.d. 5

5.5.3 Realizzazione di nuove viabilità per la deviazione degli attraversamenti automobilistici

interventi realizzati numero n.d. 1

5.Valorizzarela Città storica

5.1 La costruzione quotidiana della storia collettiva :recuperare la capacità degli abitanti di manutenere la città

5.2 La valorizzazione del patrimonio urbano :Riqualificare gli spazi e i luoghi pubblici dei nuclei storici urbani

5.3 L'elaborazione della conoscenza operativa :Sperimentare strumenti integrati per l'intervento nella Città storica

5.5 Muoversi a misura d’uomo :Sperimentare nuovi sistemi di accessibilità e mobilità nei nuclei storici urbani

decremento del traffico veicolare nei centri storici % n.d. 5

Incremento degli interventi pubblici di valorizzazione del patrimonio

% n.d. 10

Incremento degli immobili recuperati e abitati/rifunzionalizzati

% n.d. 15

Comuni coinvolti in progetti in rete di archiviazione e promozione del patrimonio storico

numero 15 20

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6. Programma Paesaggio rurale e agroindustria

Obiettivo specifico Indicatori di risultato Unità di misura

Valore attuale

Target 2015 Obiettivi operativi Linee di azione Indicatori di

realizzazioneUnità di misura

Valore attuale

Target 2015

lunghezza percorsi Km n.a. 300area interessata/area totale MTB % n.a. 30

n. aziende interessate/ n. aziende totali % n.a. 30

n. interventi num n.a. 50area interessata/area totale MTB % n.a. 30

area interessata /area totale MTB % n.a. 50

incremento nella produzione di biologico % n.a. 20

popolazione coinvolta/poolazione totale

% n.a. 60

6. Valorizzazione delle

specificità del territorio rurale di

MTB, preservando la tradizione e favorendo

l’innovazione

6.1. Migliorare l’accessibilità, la

fruibilità e l'attrattività

6.1.1. Ammodernamento delle strade rurali e

creazione di percorsi

6.2. Valorizzare le produzioni agricole locali e sviluppare il

mercato agroalimentare

6.2.1. Promozione dei prodotti di MTB

6.2.2. Certificazione delle produzioni alimentari a

garanzia della salute e della sostenibilità ambientale.

n.a. 30

n.a. 15sviluppo dell'economia rurale %

incremento del consumo dei prodotti di MTB all'interno di MTB

%

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7. Programma Risorse Idriche

Obiettivo specifico Indicatori di risultato Unità di misura

Valore attuale

Target 2015 Obiettivi operativi Linee di azione Indicatori di

realizzazioneUnità di misura

Valore attuale

Target 2015

7.1.1. STUDIARE NUOVI MODELLI DI

APPROVVIGIONAMENTO E DI DISTRIBUZIONE DELLA RISORSA IDRICA PER USI DIVERSI DAL POTABILE

area interessata Kmq n.a. 1500

numero interventi num. n.a. 25Lunghezza reti Km n.a.area interessata Kmq n.a. 100popolazione coinvolta/ poolazione totale % n.a. 70

area interessata/area totale MTB % n.a. 10

Lunghezza reti Km n.a.numero interventi num. n.a. 20N. abitanti serviti num. n.a. 100.000 Lunghezza reti Km n.a. 85n. interventi num n.a. 11 n. abitanti equivalenti num n.a. 15numero interventi num. n.a. 25Lunghezza reti Km n.a. 100numero interventi num. n.a. 2Lunghezza reti Km n.a. 40numero interventi num. n.a. 10Lunghezza reti Km n.a. 100N. abitanti serviti num. n.a. 200.000 Lunghezza reti Km n.a. 85

7MTB: modello nazionale di

“gestione virtuosa della risorsa idrica”

7.3.1. ATTENUARE GLI IMPATTI DEGLI SCARICHI 7.3.2. REALIZZARE RETI IDRICHE E FOGNARIE

7.1.4. REALIZZARE SISTEMI DI RIUTILIZZO E

RECUPERO DELLE ACQUE

7.2.1. RISANARE E COMPLETARE LE RETI DI

7.1.3. DIFFONDERE LA CULTURA DELL’ACQUA

7.2.2. MIGLIORARE L’EFFICIENZA

7.2.4. DISCONNETTERE LE FOGNATURE MISTE

7.1RAZIONALIZZARE I

CONSUMI E RIDURRE GLI

SPRECHI

7.2.3. REALIZZARE E/O ADEGUARE LE RETI DI

7.1.2. RIDURRE LE PERDITE NELLE RETI DI

7.2TUTELARE CORPI IDRICI E SUOLO

DALL’INQUINAMENTO

Aumento superfici irrigate con acque reflue depurate

% n.d. 10

acqua erogata su acqua immessa nelle reti di distribuzione comunale

% 53,7 75

Copertura del servizio idrico integrato % n.d. 85

variazione % dei controlli con esito positivo suglie % n.d. 50

7.3INCREMENTARE LA FRUIBILITÀ DELLE AREE COSTIERE E

superificie regionale sottoposta a tutela e/o risanamento

% 14,5 20

costa balneabile % 80,8 85

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8. Programma Energia

Obiettivo specifico Indicatori di risultato Unità di

misuraValore attuale

Target 2015

Obiettivi operativi Linee di azione Indicatori di realizzazione Unità di

misuraValore attuale

Target 2015

Totale nuova potenza fotovoltaica installata sugli edifici comunali kW 0 4500

Percentuale scuole elementari e medie con fotovoltaico % n.p. 50%

Energia risparmiata nel tempo di vita dell’investimento (20 anni) GWh 0 135

Numero interventi n. punti luce 0 25.000

Energia risparmiata nel tempo di vita dell’investimento (15 anni) GWh 0 300

Numero edifici monitorati con audit leggero n. 0 158

Numero edifici monitorati con audit di dettaglio n. 0 100

Numero di interventi n. 0 100Energia risparmiata nel tempo di vita dell’investimento 30 anni) GWh 0 165

Consumo annuo di energiatermica negli edifici pubblicial netto degli autoconsumi

GWh n.p. -20%

8.2.1 Progetto pilota per l’armonizzazione e la rivisitazione dei regolamenti edilizi comunali della MTB in chiave di sostenibilità energetica e ambientale

Numero di Comuni che hanno aggiornato i regolamenti edilizi secondo criteri di sostenibilità energetico-ambientale

n. 0 31

Realizzazione di un rapporto anemometrico sulla MTB n. 0 1

Numero di campagne di misura anemometriche effettuate n. 0 200

Numero di Comuni che hanno realizzato un PRIE n. 0 31

Percentuale di energiaelettrica prodotta da fontirinnovabili rispetto al totaleconsumato

% n.p. 16%

8.2.3 Progetto pilota/studio di fattibilità sulla Generazione Distribuita per determinare gli impatti e le soluzioni tecniche per il raggiungimento di un grado di penetrazione del rinnovabile del 50%

Realizzazione di un progetto sperimentale sulla Generazione Distribuita

n. 0 1

8.2 Instaurare le condizioni

economiche, normative e

tecnologiche che rendano possibile il raggiungimento

di un grado di penetrazione del rinnovabile del

50% nel 2035

8. Incrementare la domanda e

l’offerta di servizi

energetici integrati,

innovativi ed efficienti

Consumo annuo di energia elettrica per la pubblica

illuminazione

GWh n.p. -30%

8.1.2 Interventi per migliorare l’efficienza energetica dei sistemi di pubblica illuminazione

8.1.3 Censimento energetico degli edifici comunali

Consumo annuo di energia elettrica negli edifici

pubblici al netto degli autoconsumi

GWh n.p. -30%8.1 Azzeramento della dipendenza da fonti energetiche convenzionali nella Pubblica Amministrazione

8.1.4 Interventi per migliorare ll’efficienza energetica degli edifici pubblici comunali

8.2.2 Progetto pilota per l’individuazione della producibilità da eolico in MTB mediante ridefinizione delle mappe del vento e individuazione delle aree da proteggere

8.1.1 Installazione di impianti fotovoltaici a servizio degli edifici pubblici

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campagne di comunicazione (cittadini/scuole) n. - 5+2

numero flyer distribuiti / cassettaggio n. - 365.000

Potenza nominale degliimpianti di generazione darinnovabile installati

MW n.p. 300lampade a basso consumo distribuite (una per ogni lampada ad incandescenza ritirata)

n. - 10.000

incontri annui nelle scuole n. - 30realizzazione concorsi per il risparmio energetico (imprese/scuole)

n. - 3+1

Consumi annui lordi dienergia elettrica nella MTB GWh n.p. 3.000 realizzazione grandi eventi (mostre

convegno) n. - 3

percentuali operatori agricoli raggiunti dalla campagna di sensibilizzazione

% - 50

Consumi annui di energiaelettrica al netto dellaproduzione da rinnovabile

GWh n.p. 2.500 8.2.5 Realizzazione di una Agenzia per l'Energia

Agenzie per l'Energia operanti sul territorio metropolitano n. 0 1

Produzione di energia da biomasse, nuova capacità elettrica installata MW n.p. 3

Volume annuo di biomassa raccolta nella filiera corta (< 70 km) ton - 30.000

Energia elettrica prodotta da biomasse GWh - 30

Energia elettrica cogenerata GWh n.p. 48Energia termica cogenerata in anno per teleriscaldamento e/o teleraffrescamento

GWht n.p. 75

Idrogeno prodotto per impieghi sulla mobilità ton n.p. 240

8.3.1 Realizzazione di una filiera corta e di un centro di raccolta, stoccaggio e recupero energetico da biomasse a Noicattaro

8.3.2 Progetto pilota per la realizzazione di un distretto energetico per la produzione di servizi energetici e ambientali integrati (cogenerazione, rinnovabile, generazione

8.3 Realizzazione di grandi progetti sperimentali per la fornitura e la produzione di servizi energetici innovativi

8.2.4 Campagna di sensibilizzazione per l’uso efficiente dell’energia

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9. Programma Rifiuti

Obiettivo specifico Indicatori di risultato

Unità di misura

Valore attuale

Target 2015 Obiettivi operativi Linee di azione Indicatori di

realizzazioneUnità di misura

Valore attuale

Target 2015

Comuni che hanno adottato un piano di

azione sul green procurement

n. 0 31

Borsa rifiuti (e-market place) n. 0 1

Piano d'azione per la raccolta differenziata

metropolitana (definizione degli ARO)

n. 0 1

Progetti web based per la governance dei rifiuti n. 0 3

Piani di coordinamento tra ATO adottati n. 0 1

Piani di comunicazione adottati per la raccolta

differenziatan. 0 5

N.ro progetti di imprese che introducono innovazioni di

processo/prodotto per ridurre la produzione di

rifiuti

n. n.p. 20

Popolazione interessata dalla RD/totale

popolazione% 0 100

Popolazione interessata dalla campagne di

comunicazione/totale popolazione

% 0 50

N.ro di piattaforme ecologiche installate n. n.p. 31

Popolazione interessata dalla sperimentazione di

RDn. 0 100.000

9.MTB RICICLONA

che utilizza i rifiuti come risorsa,

evitando di produrli

Raggiungere nel breve periodo gli

obiettivi fissati dal Piano Regionale

ed attivare sperimentazioni che favoriscano l’introduzione di

innovazioni organizzative e tecnologiche in

grado di migliorare in

modo radicale la gestione dei rifiuti

in MTBFrazione umida

trattata in impianti di

compostaggio sul totale della produzione di

rifiuti

% 10 23 (30)

% ~1065

(>70)

Rifiuti urbani oggetto di raccolta

differenziata sul totale dei rifiuti

urbani9.1.2. Interoperabilità: piano di attuazione per facilitare il

dialogo e la collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti nella

gestione dei rifiuti e la cittadinanza e per garantire il

coordinamento tra gli ATO

9.2.2 Incentivare la raccolta differenziata presso le singole

municipalità.

9.2.1 Mi rifiuto di sprecare: Azioni per la riduzione della

produzione dei rifiuti

Rifiuti solidi urbani smaltiti in

discarica sul totale della

produzione di rifiuti

% 80 10

9.1.1. Green procurement: piano di coordinamento per

gli acquisti verdi e borsa rifiuti.

9.1 favorire la piena integrazione

all’interno dell’area MTB, promuovendo azioni comuni per la

prevenzione della produzione dei rifiuti e per la

gestione integrata del ciclo dei rifiuti

9.2 Promuovere la cultura della

prevenzione della produzione dei

rifiuti nell’area MTB ed incentivare la

raccolta differenziata

Pagina 234

Capactià produttiva

impianto di compostaggio

t/anno 0 30000

N.ro di piattaforme di stoccaggio e

valroizzazione dei rifiuti funzionanti

n. 0 3

N.ro di studi fattibilità realizzati n. 0 2

N.ro di Progetti pilota avviati n. 0 8

Riduzione nella produzione di

rifiuti rispetto al valore attuale

% 0 10

9.3.2 Ricerca ed innovazione: introduzione di nuove

tecnologie impiantistiche nella gestione dei rifiuti

9.3 incrementare la dotazione

Impiantistica nella gestione dei rifiuti

riducendo l’uso della discarica e

favorendo tecnologie

innovative con particolare

riferimento al compostaggio e ai rifiuti speciali da attività produttive

9.3.1 Potenziamento dell’attuale dotazione

impiantistica per la chiusura del ciclo dei rifiuti

Pagina 235

10. Programma Accessibilità

Obiettivo specifico Indicatori di risultato

Unità di misura

Valore attuale

Target 2015 Obiettivi operativi Linee di azione Indicatori di realizzazione Unità di

misuraValore attuale

Target 2015

10.1.1. Potenziare le infrastrutture lato terra per i

passaggeri dei porti di Bari e Molfetta

Incremento superficie terminal e stazione marittimal dedicata

ai passeggerimq n.a. 20%

10.1.2. Promuovere la multimodalità passeggeri del

porto di Bari

Riduzione tempo di accesso al porto dalla stazione centrale e

dall'aeroportominuti n.a. -30%

10.2.1. Aumentare l'accessibilità su strada dell'aeroporto

Riduzione tempo di accesso su strada all'aeroporto minuti n.a. -30%

10.2.2 Potenziare i servizi land-side dell'aeroporto (adeguare

l'aerostazione)

Incrementare la capacità dell'aerostazione mq n.a. 20%

10.3.1. Realizzare il Collegamento dell’ultimo miglio

per i porti di Bari e Molfetta (Unire le porte di MTB)

Riduzione tempo di accesso dalle rete stradale principale ai

porti di Bari e Molfettaminuti n.a. -20%

10.3.2. Funzionalizzar e il nuovo porto di Molfetta per le merci (Molfetta, il porto del futuro)

Incrementare la capacità operativa del porto di Molfetta

Navi/anno n.a. 15%

10.3.3. Rendere metropolitani i porti Bari e Molfetta attraverso opportuni collegamenti stradali

(Non solo Bari)

Riduzione tempo di accesso dai comuni di MTB ai porti di

Bari e Molfettaminuti n.a. -20%

10.3.4. Istituire l’Osservatorio per la linea ferroviaria ad alta

capacità Bari-Napoli (L'Europa a sud di Bruxelles: lobbyng per la

Bari-Napoli)

Istituzione dell'osservatorio si/no no si

10.3.5. Realizzare nuovi spazi per i servizi commerciali del porto di Bari, anche delocalizzand o il traffico (Dove ti porto il porto?)

Incremento area per le operazioni portuali mq n.a. 20%

10.3.6. Creare le infrastrutture (portuali ed interporto) per il

traffico container

Incremento della capacità delle infrastrutture

cointainer/anno n.a. 20%

10.4. Favorire la partecipazione e la

comunicazione relativa al programma

accessibilità

Incremento inziative per comunicare e

promuovere le azioni del programma

neumero inziative n.a. 60%

10.4.Aumentare il numero di soggetti

coinvolti

10.4.1 Comunicare le iniziative ed i progetti in corso; coinvolgere gli enti locali e stakeholders nella

fase attuativa (Avvicinarsi all'accessibilità)

Aumento del numero di attori che partecipano alle azioni del

programma accessibilità

numero di attori n.a. 60%

Incremento cointainer trattati dal porto e dall'interporto

di Bari

tasso medio annuo

n.a.

10.3. Promuovere la co-modalità nel trasporto merci

tasso medio annuo

Incremento delle merci del sistema portuale di MTB

n.a.

Incremento merci trasportate via mare dal porto di Molfetta

tasso medio annuo

n.a.

10.3. Migliorare le infrastrutture ed i

servizi per il trasporto merci del sistema di porti di

MTB

30%

30%

30%

10.2. Migliorare le infrastrutture ed i

servizi dell'aeroporto

10.2. Accrescere l'importanza funzionale e territoriale

dell'aeroporto

incremento passeggeri aeroporto

tasso medio annuo

n.a. 30%

10.1. Incrementare il traffico passeggeri marittimo, di linea e

croceristico

10.1. Migliorare le infrastrutture ed i

servizi per i passeggeri dei porti

incremento passeggeri di linea e

croceristi

tasso medio annuo

n.a. 30%

Pagina 236

11. Programma Competitività/Politiche industriali Obiettivo specifico

Indicatori di risultato

Unità di misura

Valore attuale

Target 2015 Obiettivi operativi Linee di azione Indicatori di realizzazione Unità di

misuraValore attuale

Target 2015

km di nuove strade realizzate km 0 50

Nuove superfici infrastrutturate ha 0 1500

Interventi in aree produttive esistenti n. 0 13

Incremento del tasso di

occupazione% np 20 n.ro di nuove aree

produttive realizzate n. 0 5

11.1.3 GIOBIM: realizzazione dell'"eco-industrial park" di MTB

Creazione di nuovi poli logistici n. 0 4

N.ro nuovi sistemi di video-sorveglianza n. 0 10

N.ro di centri direzionali realizzati n. 0 10

N.ro aree industriali coinvolte in interventi di

urbanizzazioni secondarie/realizzazione

servizi alle persone

n. 0 12

N.ro di nuovi sistemi di monitoraggio ambientale

aree industrialin. 0 1

ha bonificati destinati ad insediamenti produttivi ha 0 1.000

N.ro di SUAP insediati all’interno dei Comuni n. 6 31

Azioni di marketing territoriale/cooperazione

realizzaten. 0 3

Studi di fattibilità per centro direzionale n. 0 1

Osservatori sul partenariato pubblico-

privaton. 0 1

11. Creazione di una Metropoli

euro-mediterranea in grado di attrarre

investimenti puntando sulla valorizzazione

del capitale umano, con particolare

riferimento ai settori della

meccanica, delle costruzioni,

dell'agro-industria e

multimediale

Esportazioni di prodotti a elevata produttività/export

totale

% 22,5 30

60

incremento stock di investimenti

diretti esteri % np 30

Incremento del tasso di

occupazione femminile

Tasso di iscrizione lordo

nel registro delle imprese

%

%

11.2. Incrementare la qualità delle aree

produttive valorizzando gli aspetti ambientali,

culturali creando servizi alle imprese insediate

ed ai lavoratori

11.1. Garantire il passaggio da un

policentrismo di tipo areale ad uno di tipo

reticolare creando una forte interdipendenza tra

le aree destinate ad attività produttive

mediante interventi per la loro razionalizzare

favorendone la rifunzionalizzazione

np

np 50

10

np

np

Riduzione del tasso di

disoccupazione giovanile

30%

Incremento delle superfici

infrastrutturate in aree industriali

%

11.3. Ricucire il rapporto tra Pubblica

Amministrazione e sistema produttivo

supportando i processi innovativi all’interno

della PA nella erogazione di servizi alle imprese e favorendo la

creazione di luoghi stabili per il confronto

11.1.1Infrastrutturazione delle aree industriali finalizzate ad un loro

potenziamento e/o rifunzionalizzazione

11.1.2 Creazione di un sistema reticolare "aperto" all'esterno di aree

industriali: favorire processi di aggregazione e realizzazione di poli

logistici

11.2.1 Creazione di spazi a disposizione delle imprese e dei lavoratori all’interno delle aree destinate ad attività produttive

11.2.2 Interventi per la sostenibilità ambientale delle aree produttive

11.3.1 Supportare i processi innovativi della PA nella erogazione di servizi alle imprese e favorire luoghi stabili per il confronto con gli operatori economici

Pagina 237

Progetti d’Investimento realizzati in ricerca e

innovazionen. n.p. 6

N.ro progetti di filiera promossi da distretti

produttivin. n.p. 6

N.ro progetti finanziati per investimenti di filiera per lo

sviluppo sostenibilen. n.p. 6

ati alla valorizzazione del capitale umano, aN.ro progetti di innovazione di

prodotto/processo n. n.p. 12

N.ro di azioni di branding per le imprese n. n.p. 1

N.ro di progetti di internazionalizzazione

finanziatin. n.p. 12

N.ro di certificazioni ambientali emesse n. n.p. 10

N.ro di certificazioni etiche n. n.p. 8

Indice di intensità creditizia % PIL n.p. 35 N.ro di nuove imprese

innovative realizzate n. n.p. 10

Investimenti realizzati con servizi finanziari innovativi n. n.p, //

Fondi di garanzia realizzati n. n.p. //

Imprese che introducono

innovazioni di prodotto e/o

processo (% sul totale)

n. 20,8 33

% PIL n.p. 0,004

Spesa privata in R&S 0,3

11.4. Incrementare la competitività delle

imprese valorizzando il capitale e la nuova imprenditorialità:

favorire investimenti in ricerca ed innovazione e garantire il sostegno

ad aggregazioni d’impresa, investimenti

in ricerca ed innovazione, incentivi a

modelli sostenibili d'impresa

0,15

Investimenti in capitale di rischio

% PIL

11.4.4 Accesso al credito da parte di PMI e servizi finanziari innovativi

11.4.1 incremento della spesa in ricerca, sviuppo pre-competitivo e

industrializzazione da parte delle imprese: start up di imprese innovative, contratti di programma e progetti di filiera

11.4.3 Investimenti materiali ed immateriali a finalità ambientale e sociale diretti a incrementare la qualità globale

dei sistemi locali

Pagina 238

12. Programma Commercio e Artigianato

Obiettivo specifico Indicatori di risultato Unità di misura

Valore attuale

Target 2015 Obiettivi operativi Linee di azione Indicatori di

realizzazioneUnità di misura

Valore attuale

Target 2015

n. marchio territoriale di qualità n. 0 1

n. piattaforma web unica di commercializzazione e

di venditan. 0 1

distretti urbani del commercio istituiti n. 0 31

interventi finanziati n. 0 31Incremento del

fatturato interno a MTB relativo alle

produzioni agroalimentari di

qualità

% n.a. 70%

12.3. Realizzazione di una rete di aree del commercio attrattive e multifunzionali, per la promozione di prodotti agroalimentari tipici e di qualità nel mercato interno di MTB

12.3.1. Rete di aree del commercio attrattive e multifunzionali

interventi realizzati n. 0 19

Imprese artigiane che hanno introdotto

innovazioni di prodotto e/o di processo

% n.a. 40% botteghe artigiane di qualità n. 0 100

progetti speirmentali per innovazione e

commercializzazione filiere artigianali

n. 0 15

numero formati nelle botteghe scuola n. 0 400

progetti di innovazione finanziati n. 0 50

professionisti formati n. 0 150

anagrafe imprese n. 0 1studio internazionale sulla

filiera n. 0 1

sistema informativo dinamico n. 0 1

12.1.1. Sistema integrato per la promozione e commercializzazione dei prodotti di qualità MTB

12.2.1. Sistemi commerciali urbani - distretti urbani del commercio

12.4.1. Iniziative per la competitività, l’efficienza e la qualità delle PMI artigiane nel settore delle lavorazioni artistiche e tradizionali

12. Consolidare e

innovare la tradizione

commerciale e artigianale di MTB

n.

%

Volume di affari nel settore dell'edilizia sostenibile e del

restauro/nel settore delle costruzioni

Numero di imprese che utilizzano il marchio MTB

12.1. Creare un sistema integrato per la promozione e commercializzazione dei prodotti di qualità MTB, orientato al mercato interno con la realizzazione di filiere corte, e aperto ai mercati internazionali, soprattutto emergenti

Fatturato realizzato in esercizi

urbani/fatturato totale

Nuove imprese/attività cessate nel settore

delle lavorazioni artistiche e tradizionali

n. n.a. 2000

%

2

12.5.1. Iniziative per la costituzione di un mercato dell’edilizia sostenibile e del restauro

n. a. 60%

12.5. Favorire la formazione di un mercato dell’edilizia sostenibile e del restauro, intervenendo a favore della creazione un borsino specializzato nel settore e promuovendo attività di formazione tecnica specializzata e adeguamento tecnologico delle imprese

70%n.a.

n.a.

12.2. Migliorare i sistemi commerciali urbani in termini di qualità ed efficienza, mediante il supporto e

12.4. Favorire iniziative volte a migliorare la competitività, l’efficienza e la qualità delle PMI artigiane, con misure a favore dell’innovazione e della ricerca, promuovendo e qualificando in particolare il sistema delle PMI artigiane nel settore delle lavorazioni artistiche e tradizionali

Pagina 239

13. Programma Ricerca e Innovazione

Obiettivo specifico Indicatori di risultato Unità di misura

Valore attuale

Target 2015 Obiettivi operativi Linee di azione Indicatori di

realizzazioneUnità di misura

Valore attuale

Target 2015

n. di transazioni multicanale interattive con cittadini/imprese attivate dalle Amministrazioni

n.p. 100

n. caselle di posta elettronica certificata attivate

n.p. 1500

Spesa privata in R&S sul totale PIL 0,15 0,29

n. di imprese che hanno introdotto innovazioni di prodotto e/o processo (% sul totale)

20,8 30

n.p. 3

13.2. Promuovere servizi per la nascita di

imprese in settori ad alta intensità di

conoscenza, favorendo la collaborazione fra

mondo della ricerca e dell'impresa

n. di progetti sperimentali di ricerca attivati in collaborazione con le imprese

n.p. 4

13. MTB tradizionalmente

innovativa, in grado di innovare i servizi offerti dalla p.a e

favorire il dialogo tra mondo della ricerca e mondo dell'impresa,

contrastando la fuga di cervelli

n. di Amministrazioni locali che offrono servizi interattivi on line (% sul totale)

n.p. 3113.1.1. Mettere a sistema le proposte metropolitane per

l’innovazione nella P.A.

13.2.1. Realizzare luoghi di incontro tra mondo della

ricerca e dell’impresa

13.1. Promuovere l'innovazione della p.a.

attraverso le tecnologie

informatiche e telematiche n. di interventi per

potenziare l'infrastruttura di comunicazione digitale

14. Programma Migranti

Obiettivo specifico Indicatori di risultato Unità di misura

Valore attuale

Target 2015 Obiettivi operativi Linee di azione Indicatori di realizzazione Unità di

misuraValore attuale

Target 2015

Progetti conclusi per tipologia di intervento sul totale programmati

N.P. 100

Destinatari di progetti conclusi per tipologia di intervento sul totale programmati

N.P. 75

Progetti conclusi per tipologia di intervento sul totale programmati

N.P. 100

Destinatari di progetti conclusi per tipologia di intervento sul totale programmati

N.P. 75

Progetti conclusi per tipologia di intervento sul totale programmati

N.P. 100

Destinatari di progetti conclusi per tipologia di intervento sul totale programmati

N.P. 75

21,7 45,5

14.1 Promuovere la realizzazione e losviluppo di iniziative e di reti su baseinterregionale e transnazionale, conparticolare riferimento alle

14.2.1 Sostenere l’inserimento lavorativo dei migranti

14. Rendere MTB un luogo di integrazione culturale e sociale nel rispetto della diversità, favorendo logiche di cooperazione internazionale ed arricchendo il sistema formativo locale per le “seconde generazioni

N. di progetti transnazionali per l’attuazione di retiper le buone prassi sul totale dei progetti realizzatidall’obiettivo

Tasso di inserimento occupazionale lordo deidestinatari di Fse per target group prioritaridell’obiettivo (immigrati) declinato per tipologia di rapporto di lavoro

%

14.3.1 Aumentare la partecipazioneall’apprendimento permanente, ancheattraverso provvedimenti intesi a ridurre l’abbandono scolastico

14.3 Integrare le "seconde generazioni"

%

%

%

%

0 20

14.1 Promuovere e favorire il dialogo interculturale attarverso al creazioen ed il raffrozamento di luoghi di scambio

%

Tasso di copertura dei destinatari di interventicontro l'abbandono scolastico e formativo rispetto al totale della popolazione potenzialmenteinteressata (media annua)

3,6 7

14.2 Favorire l’inserimento sociale e lavorativo degli immigrati

Pagina 240

15. Programma Inclusione Sociale

Obiettivo specifico Indicatori di risultato

Unità di misura

Valore attuale

Target 2015 Obiettivi operativi Linee di azione Indicatori di

realizzazioneUnità di misura

Valore attuale

Target 2015

Interventi Numero 0 30Popolazione assistita

nelle infrastrutture oggetto di intervento

% 5% 10%

15.2. Promuovere politiche di inclusione sociale e di

promozione della salute (anche attraverso prassi

innovative) per le categorie vulnerabili di MTB

15.2.1 Interventi pilota a sostegno della

conciliazione e del benessere collettivo

Progetti Numero 0 7

Incremento dell'offerta di residenzialità

pubblica

Numero nuovi alloggi

0 240

Richieste di accesso al Fondo Numero 0 1.000

Beni confiscati alla mafia riqualificati e ridestinati a finalità

sociali

Numero 0 30

Percezione delle famiglie del rischio di criminalità nella zona

in cui vivono

Percentuale 34,2% 30%

Beni confiscati recuperati Numero 0 30

Scuole convolte Numero 0 100Telecamere installate Numero 0 340

Interventi nel campo della sicurezza urbana Numero 0 10

Numero n.a. 10

Nuove infrastrutture sociali insediate nei 10 Ambito Sociali Territoriali di MTB

Numero n.a. 30

Famiglie che avranno accesso alla

casa Numero n.a. 24015.

Innalzare complessivamente la qualità della vita

in MTB assicurando

maggiore accessibilità e

inclusione per le categorie più

vulnerabili

15.1. Miglioramento del sistema dell’offerta di servizi

di welfare locale a garanzia di maggiore accessibilità per le

15.1.1. Realizzazione di infrastrutture sociali e

socio-sanitarie

Posizioni acquiiste nella classifica della qualità della vita del

Sole24Ore

Numero 92 67

15.3.1 Progetti di Edilizia Residenziale Pubblica e

politiche abitative di nuova generazione

15.4.1 Interventi tesi a favorire una maggiore

cooperazione territoriale e il rpristino della legalità

15.3. Riqualificazione del patrimonio pubblico

immobiliare e promozione di iniziative per favorire

l’accesso alla casa

15.4. Rafforzamento delle misure di prevenzione e

controllo della sicurezza in MTB

Progetti

Pagina 241

16. Programma Formazione e Lavoro

Obiettivo specifico Indicatori di risultato Unità di misura

Valore attuale

Target 2015 Obiettivi operativi Linee di azione Indicatori di realizzazione Unità di

misuraValore attuale

Target 2015

16.1.1 Rete deitelecentri

Numero di telecentri realizzati allafine del settennio 2009-2015 n. n.a. 16

16.1.2 Corsi peroperatori del mercatodel lavoro

Numero di corsi di formazioneattivati dal centro alla fine delsettennio 2009-2015

n. n.a. 140

Numero di servizi avanzatidalprogramma rispetto al totale deiservizi di base realizzati dai servizipubblici per l’impiego

% 56 65 16.1.3 Osservatoriodel mercato del lavoro

Realizzazione database contenente i dati più rilevanti relativi al mercatodel lavoro di MTB alla fine delsettennio 2009-2015.

n. n.a. 1

16.1.4 Digitalizziamoci

Numero di postazioni pubblicherealizzate nei comuni (all’interno deitelecentri) destinate all’educazionedigitale

n. n.a. 31

16.1.5 Sportellooperatori agricoli

Numero di sportelli attivi nell’arco delsettennio 2009-2015 n. n.a. 1

Tasso di copertura dei destinataridegli interventi di formazionerispetto al totale degli occupati(media annua) per genere

% 0,3 0,4

16.2.1 Attività diformazione continuaper operatori dellepiccole e medieimprese (PMI)

Numeri di corsi di formazionecontinua avviati alla fine delsettennio 2009-2015

n. n.a. 280

16.2.2 Attività di formazione a distanza di livello universitario

basate sulle tecnologie di

apprendimento e- learning

Numero di corsi di laurea per i qualiè stata predisposta una modalità diapprendimento a distanza alla finedel settennio 2009-2015

n. n.a. 7

16. Connettere

domanda e offerta di lavoro

orientando lestrategie

formative alle dinamiche di

sviluppo di MTB

16.1 Potenziare larete dei servizi per ilmercato del lavoro

16.2 Rafforzare ilsistema dellaformazione continuaper consentire uncelere adeguamentodelle competenzedella forza lavoro allerichieste del mercatoed una maggioreoccupabilità

Pagina 242

16.3.1 Tirociniformativi

Numero tirocini avviati alla fine delsettennio 2009-2015 % n.a. 1.050

16.3.2 Incubatored’impresa

Numero di imprese beneficiarie delcontributo finanziario alla fine delsettennio 2009-15

n. n.a. 700

Numero di inserimenti lavorativieffettuati alla fine del settennio 2009-2015 n. n.a. 350

Numero di imprese cooperativesociali di tipo B create attraversol’azione proposta alla fine delsettennio 2009-2015

n.a. 105

16.3.4 Vivaio nuoveimprese

Numero di imprese nate alla fine delsettennio 2009-2015 n. n.a. 350

16.3.5 Vivaio exdetenuti

Numero di imprese nate alla fine delsettennio 2009-2015 n. n.a. 280

Tasso di copertura dellapopolazione femminile raggiuntadall'intervento (media annua)

% 0,7 1,1 16.3.6 Telelavoro femminile

Numeri di contratti di telelavorostipulati alla fine del settennio 2009-2015

n. n.a. 490

16.3.7 Il mio primolavoro

Numero di studenti che hanno presoparte al progetto alla fine delsettennio 2009-2015

n. n.a. 2.100

Tasso di copertura degli studentidestinatari di interventi diformazione-lavoro rispetto al totaledella popolazione potenzialmenteinteressata (media annua)

% 3,6 7 16.3.8 Alternanzascuola-lavoro

Numero di studenti che hanno presoparte al progetto alla fine delsettennio 2009-2015

n. n.a. 1.400

Numero di corsi di formazioneprofessionale avviati alla fine delsettennio 2009-2015

n. n.a. 280

Numero di corsi di alta formazioneavviati alla fine del settennio 2009-2015

n. n.a. 140

Realizzazione di un documento dianalisi dei fabbisogni formativi neisettori considerati alla fine delsettennio 2009-2015

n. n.a. 1

Realizzazione di un supportoinformatico in grado di archiviare idati raccolti alla fine del settennio2009-2015

n. n.a. 1

16.4.3 Viaggiando siimpara

Numero di studenti che hanno presoparte al progetto alla fine delsettennio 2009-2015

n. n.a. 1.050

16.4.4 Il futuro è neigiovani ricercatori

Numero di ricercatori che trovanooccupazione alla fine del settennio2009-15

n. n.a. 350

16.3.3 Inserimentolavorativo persoggetti svantaggiati

Tasso di copertura della popolazione servita

dalle politiche attive e preventive sostenute

dall’obiettivo (media annua) declinato per genere

% 0,8 0,8

16.3 Migliorare ilsistema diorientamento eincrementare lapartecipazione almercato del lavorospecialmente dellefasce deboli

Tasso di copertura dei giovaniraggiunti dagli interventi realizzatirispetto al totale della popolazionepotenzialmente interessata (mediaannua)

% n.p. 0,54

16.4.1 Formazionemultidisciplinaremetropolitana

16.4.2 Analisi deifabbisogni formatividei settori trainantiper lo sviluppo socio-economico della MTB

16.4 Promuovere lavalorizzazione dellerisorse umane neiservizi per lacompetitività disettori di punta delsistema economicodella MTB

Pagina 243

17. Programma Creatività e Spazi Culturali

Obiettivo specifico Indicatori di risultato Unità di misura

Valore attuale

Target 2015 Obiettivi operativi Linee di azione Indicatori di

realizzazioneUnità di misura

Valore attuale

Target 2015

17.1.1 Interventi di restauro su musei comunali

17.1.2 Interventi di ristrutturazione di castelli

17.1.3 Interventi di recupero su teatri comunali

17.1.4 Interventi su biblioteche, pinacoteche e archivi storici

comunali17.2.1 Nuove tecnologie per lo

sviluppo del patrimonio culturale

Accessi alla rete di contenitori e iniziative

culturali

numero/ anno n.d. 300.000/a

anno

17.2.2 Realizzazione di nuovi contenitori culturali e

polifunzionali

Interventi di realizzazione di nuovi contenitori

culturali nell’area MTBnumero n.d. 7

17.2.3 Interventi di riqualificazione di aree

pubbliche con finalità culturali

Superficie di area interessata da interventi

di riqualificazione a finalità culturali

mq n.d. 200.000 mq

17.3.1 Realizzazione di laboratori di creatività urbana

giovanile

Incremento di addetti nel settore dell'industria creativa nella MTB

% n.d. +200%

17.3.2 Azioni di supporto allo sviluppo dell’impresa creativa

Incremento di imprese nel settore culturale e

dell'industria creativa% n.d. +100%

Numero di cartelloni unici numero n.d. 1

Eventi culturali di interesse nazionale e

internazionale

numero/ anno n.d. 50/anno

17.4.2 Rafforzamento dell'identità culturale di MTB

Bari Capitale Europea della Cultura 2019 evento n.d. 1

%

%

%

numeron. d.

n.d.

17.4.1 Candidatura di Bari a Capitale Europea della Cultura

2019 - Programmazione coordinata degli eventi e delle

manifestazioni culturali

17.MTB Capitale

Culturale: Creazione e strutturazione di un polo industriale della

cultura e della creatività

Aumento del PIL relativo all’industria culturale nella

MTB

17.1. Valorizzazione dell'heritage

Incremento flusso dei visitatori per ogni singolo

contenitore culturale/museale

recuperato

Interventi di recupero di contenitori culturali

nell’area MTB

17.2. Sviluppo dei servizi culturali e

creativi

Creazione di nuovi posti di lavoro nel settore

culturale-creativo

17.3. Incentivare l’impresa

culturale e creativa

17.4. MTB Capitale Culturale

+ 200%

+ 200%

+ 30%n.d.

n.d. 11

Pagina 244

18. Programma Turismo e Marketing

Obiettivo specifico Indicatori di risultato Unità di misura

Valore attuale

Target 2015 Obiettivi operativi Linee di azione Indicatori di

realizzazioneUnità di misura

Valore attuale

Target 2015

18.1. Promuovere il posizionamento competitivo in ambito nazionale ed internazionale del sistema turistico locale Terra di Bari

18.1.1. Candidare MTB per un Grande evento di rilevanza internazionale

n. di eventi di rilievo internazionale realizzati

in MTBnumero n.p. 7

18.2. Consolidare l’offerta per il turismo ‘business’

18.2.1. Realizzare luoghi e azioni per valorizzare il mercato congressuale

incremento numero di eventi congressuali

ospitatinumero 4200 8200

18.3.1. Realizzazione di interventi funzionali allo sviluppo del turismo ambientale e culturale

n. di interventi realizzati per la tutela,

valorizzazione e promozione dei beni

storico-culturali

numero n.p. 35

18.3.2. Realizzazione di interventi rivolti al turismo archeologico

incremento dei visitori dei beni storico-culturali % n.p. 30

18.3.3. Realizazione di marchi di qualità

incremento delle strutture accessibili per visitatori diversamente

abili

% n.p. 75

18.3.4. Realizzazione di servizi innovativi rivolti al turista

incremento dell'offerta di servizi al turista % n.p. 40

18.3.5. Sviluppo delle attività nautiche e della portualità turistica

incremento del numero di posti barca a favore del turismo nautico e

sportivo

% n.p. 100

% 3000%

18.3. Sperimentare

modelli turistici sostenibili e

innovativi

0,8

18. MTB nel 2015 è nota

sul mercato internazionale come

destinazione turistica perché sede di grandi eventi e per la

qualità dell’offerta culturale e turistica

giornate di presenze turistiche italiane e

straniere per abitante nei mesi non estivi

NUMERO 0,57

incremento delle presenze nei comuni di

MTB

Pagina 245

19. Programma Politiche Giovanili e Conoscenza

Obiettivo specifico Indicatori di risultato Unità di misura

Valore attuale

Target 2015 Obiettivi operativi Linee di azione Indicatori di

realizzazioneUnità di misura

Valore attuale

Target 2015

Realizzazione nuovi edifici scolastici Numero 0 15

Scuole coinvolte Numero 0 100Incremento posti letto in residenza Numero 0 1.000

Studenti coinvolti dagli interventi Numero n.a. 40.000

Nuove imprese giovanili attivate Numero 0 50

Giovani 16-35 anni coinvolti Numero 0 100.000

Interventi Numero 0 10Alloggi per giovani realizzati Numero n.p. 50

Richieste di accesso al Fondo Numero 0 500

19. Rendere MTB un polo della conoscenza adriatico-mediterraneo attrattivo in grado di valorizzare la componente giovanile come risorsa sociale, economica e creativa al servizio dello sviluppo del Territorio

19.3. Promuovere azioni innovative per la valorizzazione della componente giovanile di MTB

19.1. Rigenerare l’edilizia scolastica e mettere in rete le

Incremento popolazione studentesca scolastica in MTB

% 0% 15%

Incremento popolazione giovanile di MTB coinvolta da azioni targeting

%

19.2. Rafforzare l’attrattività del sistema universitario di MTB

0% 40%

Incremento popolazione universitaria in MTB % 0 20%

19.1.1. Interventi fisici di ristrutturazione, nuova realizzazione e 19.2.1 Interventi di realizzazione di nuova offerta di servizi e residenziale a favore della componente studentesca universitaria

19.3.1 Interventi a favore dei target giovanili di MTB

Pagina 246

20. Programma Comunicazione

Obiettivo specifico Indicatori di risultato Unità di misura

Valore attuale

Target 2015 Obiettivi operativi Linee di azione Indicatori di

realizzazioneUnità di misura

Valore attuale

Target 2015

EVENTI ORGANIZZATI numero/anno n.a. 200

PARTECIPANTI EVENTI ORGANIZZATI

% sulla popolazione MTB

n.a. 60%

20.1.2 BA2015 MEDIA NETWORK

CAMPAGNE COMUNICAZIONE AVVIATE

numero/ anno n.a. 2

URP IN RETE numero n.a. 31

PROTOCOLLI DI INTESA SOTTOSCRITTI numero n.a. 50

20.1.4 COMUNI…CARECUSTOMER SATISFACTION CITTADINI

% su pop.ne Modugno e Bitonto

n.a.

20.1.5 BOLLETTINO INFORMATIVO SEMESTRALE "CIVIS"

GRADO PARTECIPAZIONE ATTIVA CITTADINI

% su pop.ne Rutigliano

n.a.

20.2.1 CANTIERI APERTIATTIVITA' ORGANIZZATE SUI CANTIERI

numero/ anno n.a. 100

20.2.2 IL FUTURO E' QUI EVENTI ORGANIZZATI numero n.a. 720.2.3 COMUNICARE L'EVOLUZIONE DEI PROGETTI

CAMPAGNE COMUNICAZIONE AVVIATE

numero/ anno n.a. 2

ATTIVITA' RIVOLTE ALLA CITTADINANZA ATTIVA

numero/ anno n.a. 100

INCONTRI PARTENARIALI ORGANIZZATI

numero/ anno n.a. 46

CAMPAGNE DI COMUNICAZIONE RIVOLTE A CITTADINI E PARTNER AVVIATE

numero/ anno n.a. 2

EVENTI RIVOLTI A TARGET SPECIALIZZATI

numero/ anno n.a. 2

EVENTI SPECIALIZZATI A CUI SI E' PARTECIPATO

numero/ anno n.a. 2

%

20.4. Posizionare BA2015 quale innovativo e autorevole caso di pianficazione territoriale a livello nazionale e internazionali

20.4.1 MTB UN'ESPERIENZA DA PROMUOVERE

GRADO DI CONOSCENZA DEL PS DA PARTE DI TARGET ESTERNI ALLA MTB

20. Gli abitanti dei

Comuni dell’Unione hanno sviluppato un

forte senso di coesione ed

appartenenza che ha consentito di

superare le antiche divisioni. Questo è

strettamente connesso ad un

altrettanto spiccato senso di

responsabilità e partecipazione attiva

alla governance della Metropoli.

La Metropoli Terra di Bari sarà nota e

riconosciuta sia a livello nazionale sia

a livello internazionale.

20.1. Diffondere conoscenza e informazione sul PS

20.1.3 URP METROPOLITANO

n.a% 60%

n.a

GRADO DI CONOSCENZA DEL PS DA PARTE DEI CITTADINI

20.1.1 BA2015 ON THE ROAD

GRADO DI PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI E DEL PARTENARIATO ALLE INIZIATIVE DEL PS

20.3. Diffondere la cultura della partecipazione rendendo noti e facilmente fruibili gli strumenti di partecipazione attiva

20.3.1 LA CULTURA DELLA PARTECIPAZIONE

20.2. Rendere noti e promuovere i progetti del PS e le relative fasi di implementazione

% n.a 100%