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Roma, Giugno 2019 Rapporto di Valutazione Intermedio SERVIZIO DI VALUTAZIONE DEL PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE 2014-2020 DELLA REGIONE AUTONOMA VALLE D’AOSTA CIG 7086184805

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Roma, Giugno 2019

Rapporto di Valutazione Intermedio

SERVIZIO DI VALUTAZIONE DEL PROGRAMMA DI SVILUPPO

RURALE 2014-2020 DELLA REGIONE AUTONOMA VALLE D’AOSTA

CIG 7086184805

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INDICE

1 Introduzione ....................................................................................................................................................... 5

2 L’approccio metodologico adottato per la valutazione .................................................................................. 6

2.1 La timeline della valutazione .......................................................................................................................... 6

2.2 L’attuazione e la valutabilità del PSR ............................................................................................................. 7

2.3 La selezione dei metodi più efficaci in base alle condizioni di valutabilità del Programma ........................ 11

2.4 Limiti dell’approccio rispetto alla fase di giudizio ....................................................................................... 12

3 L’aggiornamento del quadro di riferimento del PSR ................................................................................... 13

3.1 L’evoluzione degli indicatori comuni di contesto ......................................................................................... 13

3.2 L’evoluzione del PSR ................................................................................................................................... 18

4 Valutazione dei risultati del Programma ....................................................................................................... 20

4.1 Gli indicatori di risultato e di impatto ........................................................................................................... 20

4.2 Il quadro di riserva dell’efficacia (verifica intermedia) ................................................................................ 24

4.3 Valutazione della performance organizzativa ............................................................................................... 25

4.4 Valutazione dell’efficacia della strategia di comunicazione del PSR ........................................................... 30

5 Valutazione degli effetti del PSR attraverso le traiettorie aziendali ........................................................... 33

5.1 La ricostruzione dei cluster delle aziende agricole valdostane ..................................................................... 33

5.2 Le traiettorie delle aziende agricole valdostane nello spazio della competitività e dell’ambiente ............... 35

6 La risposta alle domande di valutazione........................................................................................................ 37

6.1 La risposta alle domande di valutazione della priorità 1 ............................................................................... 37

6.1.1 QVC 1: FA 1A in che misura gli interventi del PSR hanno fornito un sostegno all’innovazione, alla

cooperazione allo sviluppo della base di conoscenze nelle zone rurali? 37

6.1.2 QVC 2: FA 1B in che misura gli interventi del PSR hanno rinsaldato i nessi tra agricoltura, produzione

alimentare e silvicoltura, da un lato, e ricerca e innovazione, dall’altro, anche al fine di migliorare la

gestione e le prestazioni ambientali? 41

6.1.3 QVC 3: FA 1C in che misura gli interventi del PSR hanno favorito l’apprendimento lungo tutto l’arco

della vita e la formazione professionale nel settore agricolo e forestale? 43

6.2 La risposta alle domande di valutazione della priorità 2 ............................................................................... 48

6.2.1 QVC 4: FA 2A in che misura gli interventi del PSR hanno contribuito a migliorare i risultati

economici, la ristrutturazione e l’ammodernamento delle aziende agricole sovvenzionate, in particolare

aumentandone la partecipazione al mercato e la diversificazione agricola? 48

6.2.2 QVC 5: FA 2B in che misura gli interventi del PSR hanno favorito l’ingresso di agricoltori

adeguatamente qualificati nel settore agricolo e, in particolare, il ricambio generazionale? 55

6.3 La risposta alle domande di valutazione della priorità 3 ............................................................................... 60

6.3.1 QVC 6: FA 3A in che misura gli interventi del PSR hanno contribuito a migliorare la competitività dei

produttori primari integrandoli meglio nella filiera agroalimentare attraverso i regimi di qualità, la

creazione di un valore aggiunto per i prodotti agricoli, la promozione dei prodotti nei mercati locali, le

filiere corte, le associazioni e organizzazioni di produttori e le organizzazioni interprofessionali? 60

6.3.2 QVC 7: FA 3B in che misura gli interventi del PSR hanno fornito un sostegno alla prevenzione e

gestione dei rischi aziendali? 64

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6.4 La risposta alle domande di valutazione della priorità 4 ............................................................................... 65

6.4.1 QVC 8: FA 4A in che misura gli interventi del PSR hanno fornito un sostegno al ripristino, alla

salvaguardia e al miglioramento della biodiversità, segnatamente nelle zone Natura 2000, nelle zone

soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici, nell’agricoltura ad alto valore naturalistico, nonché

all’assetto paesaggistico dell’Europa? 65

6.4.2 QVC 9: FA 4B in che misura gli interventi del PSR hanno finanziato il miglioramento della gestione

delle risorse idriche, compresa la gestione dei fertilizzanti e dei pesticidi? 74

6.4.3 QVC 10: FA 4C in che misura gli interventi del PSR hanno contribuito alla prevenzione dell’erosione

dei suoli e a una migliore gestione degli stessi? 82

6.5 La risposta alle domande di valutazione della priorità 5 ............................................................................... 89

6.5.1 QVC 11 FA 5A: in che misura gli interventi del PSR hanno contribuito a rendere più efficiente l’uso

dell’acqua nell’agricoltura? 89

6.5.2 QVC 12 FA 5B: in che misura gli interventi del PSR hanno contribuito a rendere più efficiente l’uso

dell’energia nell’agricoltura e nell’industria alimentare? 89

6.5.3 QVC 13 FA 5C: in che misura gli interventi del PSR hanno contribuito a favorire

l’approvvigionamento e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, sottoprodotti, materiali di scarto,

residui e altre materie grezze non alimentari ai fini della bioeconomia? 89

6.5.4 QVC 14 FA 5D: in che misura gli interventi del PSR hanno contribuito a ridurre le emissioni di gas a

effetto serra e di ammoniaca prodotte dall’agricoltura? 89

6.5.5 QVC 15 FA 5E: in che misura gli interventi del PSR hanno contribuito a promuovere la conservazione

e il sequestro del carbonio nel settore agricolo e forestale? 89

6.6 La risposta alle domande di valutazione della priorità 6 ............................................................................... 90

6.6.1 QVC 16 FA 6A: in che misura gli interventi del PSR hanno favorito la diversificazione, la creazione

e lo sviluppo di piccole imprese nonché dell’occupazione? 90

6.6.2 QVC 17 FA 6B: in che misura gli interventi del PSR hanno stimolato lo sviluppo locale nelle zone

rurali? 92

6.6.3 QVC 18 FA 6C: in che misura gli interventi del PSR hanno promosso l’accessibilità, l’uso e la qualità

delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) nelle zone rurali? 96

6.7 La risposta alle domande di valutazione su altri aspetti del PSR .................................................................. 98

6.7.1 QVC 19: In che misura le sinergie tra priorità e aspetti specifici hanno rafforzato l’efficacia del PSR? 98

6.7.2 QVC 20: In che misura l’assistenza tecnica ha contribuito alla realizzazione degli obiettivi di cui

all’articolo 59 del regolamento (UE) n. 1303/2013 e all’articolo 51, paragrafo 2, del regolamento (UE)

n. 1305/2013? 101

6.7.3 QVC 21: In che misura la RRN ha contribuito al conseguimento degli obiettivi di cui all’articolo 54,

paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 1305/2013? 106

6.8 La risposta alle domande di valutazione sugli obiettivi dell’Unione .......................................................... 109

6.8.1 QVC 22: In che misura il PSR ha contribuito a conseguire l’obiettivo principale della strategia Europa

2020 consistente nel portare almeno al 75 % il tasso di occupazione della popolazione di età compresa

tra i 20 e i 64 anni? 109

6.8.2 QVC 23: In che misura il PSR ha contribuito a conseguire l’obiettivo principale della strategia Europa

2020 consistente nell’investire il 3 % del PIL dell’UE nella ricerca e sviluppo e nell’innovazione? 113

6.8.3 QVC 24: In che misura il PSR ha contribuito a mitigare i cambiamenti climatici e l’adattamento ai

medesimi nonché a conseguire l’obiettivo principale della strategia Europa 2020 consistente nel ridurre

le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 20 % rispetto ai livelli del 1990, oppure del 30 % se le

condizioni sono favorevoli, nell’aumentare del 20 % la quota di energie rinnovabili nel consumo finale

di energia nonché nel conseguire un aumento del 20% dell’efficienza energetica? 117

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6.8.4 QVC 25: In che misura il PSR ha contribuito a conseguire l’obiettivo principale della strategia Europa

2020 consistente nel ridurre il numero di cittadini europei che vivono al di sotto della soglia nazionale

di povertà? 120

6.8.5 QVC 26: In che misura il PSR ha contribuito a migliorare l’ambiente e a conseguire l’obiettivo della

strategia dell’UE per la biodiversità inteso ad arrestare la perdita di biodiversità e il degrado dei servizi

ecosistemici nonché a ripristinare questi ultimi? 124

6.9 La risposta alle domande di valutazione sugli obiettivi della PAC ............................................................. 128

6.9.1 QVC 27: In che misura il PSR ha contribuito all’obiettivo della PAC di promuovere la competitività

del settore agricolo? 128

6.9.2 QVC 28: In che misura il PSR ha contribuito all’obiettivo della PAC di garantire una gestione

sostenibile delle risorse naturali e un’azione per il clima? 133

6.9.3 QVC 29: In che misura il PSR ha contribuito all’obiettivo della PAC di realizzare uno sviluppo

territoriale equilibrato delle economie e comunità rurali, compresa la creazione e il mantenimento

dell’occupazione? 137

6.9.4 QVC 30: In che misura il PSR ha contribuito a stimolare l’innovazione? 138

7 Valutazione delle azioni attuate in tema di promozione della parità fra uomini e donne e non

discriminazione, sviluppo sostenibile e ruolo del partenariato nell’attuazione del PSR ......................... 140

7.1 Promozione pari opportunità e non discriminazione .................................................................................. 140

7.2 Sviluppo sostenibile .................................................................................................................................... 140

7.3 Ruolo del partenariato nell’attuazione del PSR .......................................................................................... 141

8 Analisi delle informazioni raccolte e formulazione delle conclusioni, rispetto ai fenomeni osservati, e delle

raccomandazioni utili a rafforzare la qualità complessiva del PSR .......................................................... 143

8.1 Il diario di bordo del Rapporto di Valutazione al 2018 .............................................................................. 143

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ELENCO DEGLI ACRONIMI

AdG: Autorità di Gestione

AdP: Accordo di Partenariato

AGEA: Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura

(Organismo Pagatore)

AREA VdA: Agenzia Regionale per le Erogazioni in

Agricoltura VdA

ARPA VdA: Agenzia regionale per la protezione

ambientale VdA

AT: Assistenza tecnica

CCIAA: Camera di Commercio, Industria, Artigianato e

Agricoltura

CdV: Condizioni di Valutabilità

CREA: Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi

dell’economia agraria

FEASR: Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo

Rurale

FA: Focus Area

GAL: Gruppo di Azione Locale

GO: Gruppi Operativi

ISPRA: Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca

Ambientale

ISTAT: Istituto Nazionale di Statistica

JRC: Joint Research Center

LEADER: Liaison Entre Actions de Développement de

l'Économie Rurale

RN2000: Rete Natura 2000

OT: Obiettivi tematici

OTE: Orientamento Tecnico Economico

PAC: Politica Agricola Comunitaria

PF: Performance framework

PG: Pacchetto giovani

PSR: Programma di Sviluppo Rurale

QCMV: Quadro Comune di Monitoraggio e

Valutazione QVC: Quesito valutativo comune

RAE: Relazione Annuale di Attuazione

RdM: Responsabile di Misura

RICA: Rete di Informazione Contabile Agricola

SISL: Strategia Integrata di Sviluppo Locale

SWOT: Strengths, Weaknesses, Opportunities, Threats

UDE: Unità di dimensione economica

UE: Unione europea

ULA: Unità di Lavoro Agricolo

VA: Valore Aggiunto

ZPS: Zone di Protezione Speciale

ZVN: Zone Vulnerabili da Nitrati

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1 Introduzione

Il presente Rapporto di Valutazione Intermedio (di seguito RVI) è focalizzato sulla risposta alle domande di

valutazione. La struttura del rapporto è pertanto finalizzata in maniera funzionale, i contenuti sono organizzati

per fare in modo tale che le informazioni possano essere valorizzate all’interno delle risposte.

Il rapporto è dunque articolato nelle seguenti sezioni:

nel Cap.2 viene presentato l’approccio metodologico, la timeline della valutazione rispetto alla

programmazione, l’attuazione del PSR anche in funzione della valutabilità del programma, la

selezione dei metodi che sono stati ritenuti più efficaci per rispondere alle domande valutative ed infine

i limiti degli approcci utilizzati rispetto alla fase di giudizio. Si fa presente che tali limiti sono

riconducibili al fatto che la manifestazione degli effetti per molte FA è ben lungi dall’essere manifesta

e che pertanto le analisi si sono basate principalmente sugli indicatori di output;

nel capitolo 3 viene descritta l’evoluzione del contesto programmatico, sia analizzando l’evoluzione

dei principali indicatori comuni di contesto, tenendo presente che tale aggiornamento non sempre è

possibile per gli indicatori settoriali e ambientali, sia mettendo a fuoco l’evoluzione del PSR tra la

prima e l’ultima versione approvata;

nel capitolo 4 viene descritta una sintesi dei “risultati” raggiunti dal programma attraverso gli

indicatori complementari di risultato e impatto, in secondo luogo è stata verificato il raggiungimento

degli obiettivi previsti dalle milestone intermedie del quadro di riserva di efficacia; inoltre viene

presentata la valutazione della performance organizzativa delle strutture regionali preposte

all’implementazione del PSR e la valutazione dell’efficacia della strategia di comunicazione del PSR,

attraverso l’applicazione di una metodologia valutativa innovativa (scala delle distanze valoriali);

nel capitolo 5, viene introdotta la metodologia qualitativa che ha consentito di integrare le analisi

descrittive basate sui dati secondari. Tale analisi ha consentito di restituire al decisore politico una

mappa del contesto programmatico di intervento delineando il posizionamento delle aziende

valdostane per cluster tipologici rispetto a due macro-obiettivi della PAC la competitività e la

sostenibilità ambientale;

nel capitolo 6 sono descritte le riposte ai quesiti valutativi per aspetto specifico e per gli obiettivi

trasversali e per quelli dell’Unione;

nel capitolo 7 sono restituite le analisi valutative rispetto alle azioni che la Regione ha attuato in tema

di promozione della parità fra uomini e donne e non discriminazione, sviluppo sostenibile e ruolo del

partenariato nell’attuazione del PSR;

nel capitolo 8 sono sintetizzate le conclusioni e raccomandazioni, riportate all’interno della risposta ai

quesiti valutativi.

Il valutatore fa presente che lo stato di attuazione del Programma condiziona la restituzione di giudizi valutativi

che investono la sfera dei risultati ed impatti e che i ritardi nel trasferimento dei dati di monitoraggio sulle

operazioni finanziate da parte dell’OP hanno concentrato le attività di analisi dei dati a ridosso della consegna

del presente Rapporto.

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2 L’approccio metodologico adottato per la valutazione

2.1 La timeline della valutazione

La valutazione è un articolato processo di ricerca (sociale) volto a ricostruire un senso condiviso sull’impatto

del Programma (il PSR).

Tale processo di disvelamento dell’impatto, viene condotto adottando i paradigmi della ricerca nel campo delle

scienze sociali e delle scienze naturali per l’analisi dei fenomeni (etimologicamente “ciò che si manifesta”)

che sono osservabili nel contesto di intervento del Programma. Nella figura seguente, viene sintetizzato il

percorso che la valutazione compie nell’osservare i cambiamenti indotti dal Programma (rappresentati nella

figura nel quadrante degli effetti) ed in particolare:

la valutazione ex ante, si misura con la comprensione della visione comune, della cosiddetta teoria

del cambiamento del Programma. Tale cambiamento è in larga parte, ma non esaustivamente, già

identificato a livello comunitario, da obiettivi comuni (Focus Area) e indicatori comuni (tentativi di

misurare il cambiamento nel contesto di riferimento). Il cambiamento tuttavia è compreso e agito in

ogni contesto e in maniera differente dagli stakeholders (negoziazione di interessi differenti) e dai

potenziali beneficiari (utilità individuale/collettiva) del Programma, e in particolare dalle strutture

istituzionali coinvolte nell’attuazione attraverso i dispositivi di implementazione messi a punto;

la valutazione in itinere o “during the program”, accompagna il processo di disvelamento e

comprensione dell’impatto cercando di comprendere se i beneficiari del programma siano o meno

attori dei meccanismi di trasformazione auspicati e, ove possibile, se i cambiamenti siano già

osservabili, identificando, allo stesso tempo i fattori che influenzano positivamente e negativamente

gli esiti;

la valutazione ex post, entra nel merito della trasformazione osservabile sul contesto programmatico

(i territori rurali della VdA) in una fase temporale nella quale gli effetti si siano auspicabilmente

sedimentati.

Come identificato nella figura, il rapporto di valutazione intermedio si colloca in una fase del processo di

implementazione del PSR che solo in parte, attraverso l’attuazione delle tipologie di intervento previste, sta

manifestando i primi effetti sul contesto territoriale.

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2.2 L’attuazione e la valutabilità del PSR

L’analisi del processo di attuazione del PSR consente di delineare la timeline della valutazione (► Par.1.1) per

ogni FA, ad esempio, comprendendo cosa la valutazione può/potrebbe osservare sul contesto di riferimento

sulla base dell’avanzamento (progetti finanziati e conclusi).

L’analisi al 31.12.2018 è presentata per FA ed è funzionale a mettere a fuoco cosa può essere valutato e come:

identificando i limiti dell’approccio valutativo (► Cap. 1.3) rispetto al mandato conoscitivo che è sotteso dagli

indicatori del Programma (► Par. 3.1) e dalle domande di valutazione (► Cap. 5).

Per semplificare la lettura dell’avanzamento procedurale e finanziario, le tipologie di interventi delle Misure 1

e 16 vengono descritte esclusivamente all’interno della Priorità 1, senza dunque evidenziare il loro contributo

diretto alle altre FA (approccio che invece potrà essere utilizzato nella risposta ai QVC).

Nella tabella seguente viene presentato l’avanzamento attuativo per le tipologie di intervento connesse alla

priorità 1.Tale priorità è organizzata per FA che tuttavia sono direttamente ed indirettamente intercettate dalle

tipologie di intervento incluse nella Misura 1 e 16.

Tab.2.2.A Avanzamento procedurale e finanziario al 31.12.2018 della Priorità 11

FA Interventi connessi Spesa

pubblica programmata

no trascinamenti

Domande presentate in

attesa di istruttoria

Impegni giuridcamenti

vincolanti Spesa

pubblica sostenuta

n. bandi/

finestre

Importi messi a bando

N. importo

Inclusi trascinamenti

N. Importo N. Importo

1A 1B* 1C

1.3.1

Sostegno per scambi interaziendali di breve durata e visite alle aziende agricole

30.002

1

30.000

2

59.876

-

-

-

-

16.6.1

Cooperazione di filiera per l’approvvigionamento sostenibile di biomasse da utilizzare nella produzione di energia

100.007

-

-

-

-

-

-

-

-

16.8.1 Stesura di piani di gestione forestale o di documenti equivalenti

100.007

-

-

-

-

-

-

-

-

1.1.1.

Sostegno alla formazione professionale ed acquisizione di conoscenze

340.026

3

244.322

1

7.004

7

228.386

-

-

1.2.1. Sostegno ad attività dimostrative ed azioni di informazione

30.002

1

30.000

-

-

1

10.200

-

-

La tipologia di intervento 1.3 che prevede la realizzazione di visite aziendali, a seguito del bando emesso nel

2018 ha raccolto due domande attualmente in fase di istruttoria. La valutabilità dei risultati e impatti della è

pertanto bassa.

Le tipologie di intervento ricomprese nella Misura 16 presentano un avanzamento nullo. La valutabilità dei

risultati e impatti è pertanto bassa.

Le tipologie di operazione 1.1.1 e 1.2.1 registrano invece un avanzamento procedurale migliore, anche se per

nessuna di esse è stata rendicontata spesa. Per la 1.1.1 la capacità di impegno si attesta al 67%, mentre per la

1.2.1 al 34%. Sulla formazione, in particolare sono stati finanziati corsi a favore dei giovani agricoltori sulla

1 Si rammenta che la tipologia di intervento 16.3.1 è stata soppressa con la modifica in corso di approvazione del PSR (vers. 7.1), in

quanto attivata anche all’interno della Strategia del GAL Valle D’Aosta, così come la tipologia 16.2.2, che prevedeva il finanziamento

di un progetto pilota per il risparmio idrico in quanto finanziato con intensità di cofinanziamento più convenienti all’interno del progetto

“Reservacqua” (Italia-Svizzera).

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diversificazione produttiva (corso per piccoli frutti e frutta a guscio), l’apicoltura, la coltivazione delle piante

officinali e la multifunzionalità (l’agriturismo) e per la valorizzazione delle filiere lattiero-casearie, bovina e

caprina. La valutabilità dei risultati è potenziale (sulla base delle attività di formazione in corso) mentre quella

degli impatti è bassa

Passando alla Priorità 2, nella tabella seguente viene descritto lo stato di attuazione della FA 2A (► Tab.

2.2.B).

Tab. 2.2.B Avanzamento procedurale e finanziario al 31.12.2018 della Focus Area 2A

FA Interventi connessi Spesa

pubblica programmata

no trascinamenti

Domande presentate in

attesa di istruttoria

Impegni giuridcamenti

vincolanti Spesa pubblica sostenuta

n. bandi/

finestre

Importi messi a bando

N. importo

Inclusi trascinamenti

N. Importo N. Importo

2A

4.1.1 Sostegno agli investimenti nelle aziende agricole

18.001.197 4 17.899.835 153 8.058.577 217 9.940.968 114 2.329.652

6.4.1

Investimenti nella creazione e nello sviluppo di attività agrituristiche

1.500.100 3 1.439.205 - - 15 1.272.554 6 195.329

8.6.1

Investimenti in tecnologie silvicole e nella trasformazione, mobilitazione e commercializ dei prodotti delle foreste

1.000.067 1 500.000 - - 6 190.550 - -

La tipologia di intervento 4.1.1 presenta una capacità di impegno pari al 55%, una capacità di spesa pari al

13% e una velocità di spesa pari al 23% (rapporto tra spesa e impegnato). Al 31.12.2018 risultano liquidate

114 domande, al 31.12.2017 il numero di domande liquidate era pari ad 8 e si riferivano a trascinamenti della

passata programmazione. A fronte dell’accelerazione della spesa registrata nel corso del 2018, la valutabilità

dei risultati è tuttavia ancora potenziale, tenendo conto che è necessario attendere almeno due anni dalla

conclusione degli interventi per calcolare gli indicatori di risultato, mentre la valutabilità degli impatti è bassa.

Un ragionamento analogo, riguarda la tipologia di intervento 6.4.1, che al 31.12.2017 non registrava alcuna

spesa sulla nuova programmazione, a parte due domande relative ai trascinamenti 2007-2013.

L’operazione 8.6.1 ha assorbito, in termini di impegno, il 19% della spesa pubblica programmata. Le sei

domande ammesse prevedono acquisti di macchinari per la lavorazione del legno. Vista la necessità di

garantire il pieno assorbimento delle risorse, la dotazione finanziaria potrà essere ridotta a favore di tipologie

di intervento ricomprese nella FA che possono sviluppare più spesa. La valutabilità dell’intervento è ancora

bassa sia per i risultati che per gli impatti.

Per quanto concerne la FA 2B, il ricambio generazionale dei giovani agricoltori viene perseguito dalla

combinazione di due tipologie di intervento, la 4.1.2 che sostiene gli investimenti dei giovani e la 6.1 che

supporta lo start-up dei nuovi insediamenti dei giovani agricoltori (► Tab. 2.2.C).

Tab.2.2.C Avanzamento procedurale e finanziario al 31.12.2018 della Focus Area 2B

FA Interventi connessi Spesa

pubblica programmata

no trascinamenti

Domande presentate in

attesa di istruttoria

Impegni giuridcamenti

vincolanti Spesa pubblica

sostenuta

n. bandi/

finestre

Importi messi a bando

N. importo

Inclusi trascinamenti

N. Importo N. Importo

2B

6.1.1 Aiuto all'avviamento d'impresa per giovani agricoltori

3.544.824 3 2.694.638 4 140.000 84 2.105.750 37 635.000

4.1.2

Sostegno agli investimenti nelle aziende agricole - Giovani agricoltori

6.250.366 3 6.250.366 19 3.133.159 20 1.427.747 4 439.145

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L’intervento 6.1.1 al 31.12.2018 presenta spese a valere sui trascinamenti della vecchia programmazione, 37

insediamenti. Gli insediamenti finanziati dalla nuova programmazione sono 43. La capacità di impegno si

attesta al 60% circa delle risorse programmate. Con l’ultimo bando pubblicato nel corso del 2019 si dovrebbe

raggiungere un pieno assorbimento delle risorse. Per quanto riguarda l’intervento 4.1.2 al 31.12.2018 risultano

liquidate 4 domande, la capacità di spesa è pari al 7% del programmato, la capacità di impegno al 23%. Al

31.12.2018 risultano ancora in istruttoria 19 domande per un importo complessivo pari a 3,133 Meuro.

La valutabilità della FA è ancora potenziale in termini di risultati e bassa in termini di impatti. Rispetto

all’intervento 6.1.1 potrebbero essere utilizzati i risultati della valutazione ex post del passato periodo di

programmazione 2007-13 per valutare i risultati lordi R2.

Gli obiettivi della FA 3A, finalizzata al miglioramento della competitività attraverso un approccio di filiera,

viene perseguito dalla combinazione di più tipologie di intervento, la 3.1.1 e la 3.2.1 che sostengono

rispettivamente la nuova partecipazione degli agricoltori a regimi di qualità e la promozione sui mercati interni

da parte di gruppi di produttori, l’intervento 4.2.1 per gli investimenti nella trasformazione e

commercializzazione dei prodotti agricoli e la 14.1.1 che finanzia il benessere degli animali (► Tab. 2.2.D).

L’intervento 16.6.1, che contribuisce direttamente a questa FA, è stato già descritto nell’avanzamento della

Priorità 1 (filiera bosco-legna-energia) e al 31.12.2018 non risultava ancora attivato.

Tab.2.2.D Avanzamento procedurale e finanziario al 31.12.2018 della Focus Area 3A

FA Interventi connessi Spesa

pubblica programmata

no trascinamenti

Domande presentate in

attesa di istruttoria

Impegni giuridcamenti

vincolanti Spesa pubblica

sostenuta

n. bandi/

finestre

Importi messi a bando

N. importo

Inclusi trascinamenti

N. Importo N. Importo

3A

3.1.1

Nuova partecipazione ai regimi di qualità alimentare

100.007 3 100.007 - - 17 7.751 2 519

3.2.1

Attività di promozione e informazione svolte da gruppi di produttori nel mercato interno

1.900.125 3 1.900.125 3 218.864 13 618.446 3 125.951

4.2.1 Trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli

2.200.146 2 2.173.087 3 291.664 20 1.427.747 9 254.131

14.1.1 Benessere animale 8.000.531 4 5.333.687 - - 595 5.397.111 509 4.868.374

L’intervento 14.1.1 è l’unico a presentare un avanzamento superiore al 60%, si in termini di capacità di

impegno (67,5%) che di spesa (61%). La capacità di spesa dell’intervento 4.2.1 si attesta al 12% circa del

programmato, quella del 3.1.1 ad appena lo 0,5%. La valutabilità della FA è ancora potenziale rispetto ai

risultati e bassa rispetto agli impatti.

Lo stato di attuazione degli interventi associati alla Priorità 4 è descritto, con il dettaglio per FA, nella tabella

seguente. La priorità 4 è quella che sta trainando le spese del PSR nonostante i ritardi accumulati nel corso

delle prime annualità dovute alla rilevante presenza di anomalie e malfunzionamento nei sistemi gestionali

dell’OP: la capacità di impegno si attesta al 64% mentre quella di spesa al 38% con circa 29,1 Meuro di

contributi liquidati.

Gli interventi con le migliori performance di spesa sono il 13.1.1 e il 10.1.1, a seguire la misura 10.1.4 sulle

razze in via di estinzione. L’intervento 11.1.2 a fronte di una buona capacità di impegno (67%) registra invece

una bassa performance di spesa (0,4%), per problemi legati alle anomalie sui controlli automatizzati.

Come perlatro riportato nella RAA, le problematiche discendono principalmente dalla c.d. “zonizzazione”,

delle particelle agricole registrate in SIAN (300.000 particelle) sulla base della localizzazione geografica

(fondovalle, mayen e alpeggio); va da sé che tutte le modifiche operate dagli agricoltori, le operazioni catastali,

gli errori in fase di caricamento/aggiornamento dei fascicoli aziendali provocano una serie di anomalie a carico

delle domande di sostegno e pagamento. Queste anomalie generate soprattutto nel 2015 e bloccanti sulle

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10

domande di sostengo del 2015 determinano la sospensione delle domande di pagamento dei successivi anni di

impegno.

Tab.2.2.E Avanzamento procedurale e finanziario al 31.12.2018 della Focus Priorità 4-

FA Interventi connessi Spesa

pubblica programmata

no trascinamenti

Domande presentate in

attesa di istruttoria

Impegni giuridcamenti

vincolanti Spesa pubblica

sostenuta

n. bandi/

finestre

Importi messi a bando

N. importo

Inclusi trascinamenti

N. Importo N. Importo

4A

4.4.1 Investimenti non produttivi

900.060 - - - - - - - -

8.5.1

Investimenti diretti ad accrescere la resilienza e il pregio ambientale degli ecosistemi forestali

2.900.192 3 2.403.163 7 489.107 1 107.728 0 0

10.1.4 Salvaguardia razze in via di estinzione

4.300.285 4 2.866.857 - - 2.866.800 330 2.431.147

10.1.5

Biodiversità vegetale di interesse agrario: tutela delle varietà vegetali autoctone a rischio di erosione genetica

200.014 4 133.343 - - - 133.200 - -

12.1.1

Compensazione per le zone agricole nelle aree Natura 2000

800.053 4 533.369 - - 113 595.589 62 93.718

13.1.1

Pagamenti compensativi nelle aree montane

41.412.516 4 27.608.344 - - 2.077 27.983.130 1.559 19.861.234

4B

10.1.3 Sostegno ai metodi di lotta integrata

600.039 4 400.026 - - 414.123 - 14.123

11.1.1 Conversione a pratiche e metodi biologici

56.004 4 37.336

83 1.534.384 8 9.518

11.2.1 Mantenimento a pratiche e metodi biologici

2.220.148 4 1.480.099

4C

10.1.1

Gestione tradizionale e Agro-climatico-ambientale compatibile della foraggicoltura di fondovalle

14.500.962 4 9.667.308 - - 9.889.070 - 6.711.069

10.1.2

Miglioramento di pascoli: gestione tradizionale agro-climatico-ambientale compatibile negli alpeggi

8.700.577 4 5.800.385 - - 5.800.000 -

TOTALE 76.590.853 50.930.231 49.324.024 29.120.809

Per quanto concerna la priorità 6A al 31.12.2018 non sono presenti pagamenti, la capacità di impegno è pari

al 76% e si riferisce all’unica operazione 7.6.1 Investimenti relativi alla manutenzione, al restauro e alla

riqualificazione degli alpeggi.

Per quanto riguarda la FA 6B il GAL Valle d’Aosta sta avviando le sue attività, nel corso del 2018 sono stati

erogati esclusivamente i fondi relativi al supporto preparatorio (19.1).

Infine per la priorità 6C, l’unico intervento programmato, 7.3.1 “Interventi mirati alla realizzazione di

infrastrutture e servizi relativi alla banda ultralarga” presenta al 31.12.2019 una capacità di impegno pari al

100% e una capacità di spesa pari al 35% relativa all’anticipo erogato a dicembre 2018.

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11

2.3 La selezione dei metodi più efficaci in base alle condizioni di valutabilità del

Programma

Le opzioni metodologiche percorribili dal Valutatore sono state influenzate dai seguenti elementi:

dal processo di implementazione del PSR (► Par. 2.2), ed in particolare per ogni tipologia di intervento

prevista, al fine di identificare il campo di osservazione della valutazione: ciò che può essere colto

(rilevato), con quali metodi, tecniche e strumentazione (il metodo alla base della formulazione del

giudizio valutativo) e il come acquisire le informazioni rilevanti;

dalla disponibilità dei dati secondari, in particolare di quelli di monitoraggio, che consentono di

identificare puntualmente i beneficiari del PSR e di comprenderne caratteristiche salienti rispetto alla

loro natura (tipologia di beneficiario). alla natura del finanziamento (tipologie di investimenti, di

impegni ambientali ecc), alla possibilità di acquisire ulteriori informazioni (ad. esempio la

localizzazione) necessarie ad effettuare analisi spaziali;

dalla disponibilità degli attori dello sviluppo locale regionale di prendere parte alle attività di

valutazione finalizzate alla ri-costruzione e interpretazione del contesto programmatico, in continua

evoluzione anche per effetto del PSR.

Questi tre elementi tra loro interconnessi hanno guidato il valutatore nella selezione delle opzioni

metodologiche che sono state ritenute più idonee per restituire un giudizio in merito alle domande di

valutazione previste dal Sistema Comune di Monitoraggio e Valutazione (SCMV).

Nella tabella seguente viene fornito un quadro sintetico delle scelte intraprese, rimandando al Cap. 4 la

descrizione più approfondita del percorso metodologico adottato.

Tab.2.3.A Le opzioni metodologiche adottate per rispondere alle domande di valutazione

FA Valutabilità

risultati Valutabilità

impatti Disponibilità dati

secondari Disponibilità dati primari

Valutabilità complessiva

OPZIONI METODOLOGICHE

1A BASSA NESSUNA

OPERAZIONE

CONCLUSA

BASSA NESSUNA

OPERAZIONE

CONCLUSA

DATI MONITORAGGIO DA

INTEGRARE CON DATI

PARTECIPANTI

INDAGINI SUI BENEFICIARI

PREMATURE - POSSIBILITÀ DI

USARE TECNICHE BASATE

SUL COINVOLGIMENTO DI

ESPERTI NELLA

COSTRUZIONE DI SCENARI

POTENZIALI

BASSA

TRAIETTORIE

AZIENDALI (►CAP 4)

1B*

1C

2A

POTENZIALE POCHE

OPERAZIONI

CONCLUSE

BASSA POCHE

OPERAZIONI

CONCLUSE

DATI MONITORAGGIO DA

INTEGRARE E DATI RICA

RIFERITI AD UN ARCO

TEMPORALE NON

SODDISFACENTE

BASSA

2B

POTENZIALE POCHE

OPERAZIONI

CONCLUSE

BASSA POCHE

OPERAZIONI

CONCLUSE

DATI MONITORAGGIO DA

INTEGRARE E DATI RICA

RIFERITI AD UN ARCO

TEMPORALE NON

SODDISFACENTE

BASSA

3A

POTENZIALE POCHE

OPERAZIONI

CONCLUSE

BASSA POCHE

OPERAZIONI

CONCLUSE

DATI MONITORAGGIO DA

INTEGRARE CON BP E

BILANCI AZIENDALI BASSA

4A ALTA IMPEGNI

SU SUPERFICI

IN CORSO

ALTA IMPEGNI

SU SUPERFICI IN

CORSO

DATI MONITORAGGIO DA

INTEGRARE CON DATI DI

CONTESTO

(CARTOGRAFIE

TEMATICHE)

POSSIBILITÀ DI USARE

TECNICHE DI

COINVOLGIMENTO DI

ESPERTI

NELL'INTERPRETAZIONE DEI

RISULTATI E IMPATTI

MEDIA

AMPIO RICORSO A MODELLISTICA E

COEFFICIENTI

PRESENTI IN

LETTERATURA

4B

4C

6B BASSA GAL

VDA IN FASE DI

AVVIO

BASSA GAL VDA

IN FASE DI

AVVIO

DATI MONITORAGGIO DA

INTEGRARE CON

VALUTAZIONE A LIVELLO

DI PSL

INDAGINI SUI BENEFICIARI

PREMATURE - POSSIBILITÀ DI

USARE ESPERTI BASSA BASSA

6C BASSA

BANDA LARGA

SOLO ANTICIPI

BASSA BANDA LARGA

SOLO ANTICIPI

DATI MONITORAGGIO DA

INTEGRARE CON

INFORMAZIONI SUI

CANTIERI

POSSIBILITÀ DI USARE

ESPERTI SOLO IN FASE

AVANZATA, SU E-GOV IN

AREE RURALI

BASSA BASSA

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12

2.4 Limiti dell’approccio rispetto alla fase di giudizio

Il giudizio rappresenta la sintesi valutativa tra ciò che si manifesta (il fenomeno osservabile) e la sua teoria, il

fenomeno che dovrebbe essere osservato grazie all’interazione del Programma. Il giudizio identifica il

meccanismo di causazione e attribuisce un valore (in termini di efficacia, efficienza, utilità, addizionalità,

valore aggiunto comunitario) al contributo dell’azione programmatica sul contesto di riferimento.

Le domande valutative, come sarà introdotto nel capitolo 5, prevedono infatti criteri di risposta sequenziali che

seguono la catena della causalità rappresentata dallo schema inputoutputrisultatiimpatti.

Sulla base dello stato di attuazione di ogni tipologia di intervento e tenendo conto delle relazioni esistenti tra

tipologie e obiettivi (logica di intervento) del PSR, il giudizio valutativo rispetto a “in che misura il PSR…” è

spesso circoscritto alla dimensione degli output e, ove possibile, dei risultati (► Par. 2.3).

La sfera degli impatti (così come declinati dal SCMV in termini di indicatori comuni di impatto), è stata

indagata solo per alcuni obiettivi, più in termini di potenzialità (possibilità, scenario) che di osservazione della

manifestazione degli impatti: stimando ciò che plausibilmente il PSR potrà generare e comprendendo se potrà

incidere in maniera significativa o meno rispetto agli obiettivi dell’Unione e della PAC.

Tale attività si configura tuttavia non come una valutazione in itinere o ex post, perché non tiene conto di ciò

che si manifesta ma di ciò che potrebbe manifestarsi e in tale veste, può essere considerata alla stregua di un

aggiornamento della valutazione ex ante, ma a differenza di quest’ultima basata su un processo di

implementazione reale e non previsionale e sulla base delle modifiche introdotte sul contesto normativo e

programmatico che hanno via via modificato il PSR della VdA.

Come sarà descritto nel Par. 3.1 (Indicatori) e 5 (domande di valutazione), l’approccio utilizzato cerca dunque

di estendere il giudizio valutativo fino alla scala degli impatti, ove possibile, tenendo conto che tale impatto è

ben lungi dall’essere osservabile.

Per le FA ambientali si è fatto ampio ricorso alle elaborazioni GIS, tenendo conto delle differenze che possono

emergere tra l’importo richiesto e quello liquidato. I database forniti dall’OP, nel maggio 20192, si riferiscono

infatti alle superfici per le quali sono stati richiesti gli impegni e non a quelle effettivamente liquidate.

Attraverso le elaborazioni GIS e la sovrapposizione vettoriali con strati vettoriali del contesto rispetto a

tematiche quali, la biodiversità (Natura 2000) o il contenuto di sostanza organica dei suoli, consente di

comprendere se e come incide il PSR, all’interno di un contesto particolare, come quello valdostano,

caratterizzato da una pressoché totale copertura della SAU regionale da misure ambientali.

Data tale specificità, alcuni indicatori di contesto possono di fatto essere considerati indicatori di impatto, ad

esempio l’indice FBI, data l’impossibilità di costruire un gruppo di controllo (controfattuale). Per quanto

riguarda i limiti stessi dell’indicatore FBI nel cogliere il contributo dell’agricoltura nella diversità dell’avifauna

si rimanda al QV sulla FA 4A.

Sui dati relativi all’impatto del PSR sulle FA ambientali si è fatto ampio ricorso ad analisi presenti nella

letteratura valutativa che consentono di stimare gli effetti attraverso procedimenti parametrici.

2 Il valutatore, consapevole delle difficoltà nella gestione di sistemi informativi così complessi, intende comunque porre

l’attenzione della DG AGRI la questione della disponibilità temporale dei dati di monitoraggio ai fini tanto della pianificazione delle attività di indagine che dell’elaborazione per il calcolo degli indicatori nei tempi previsti per la consegna delle RAA.

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13

3 L’aggiornamento del quadro di riferimento del PSR

3.1 L’evoluzione degli indicatori comuni di contesto

La grande recessione che ha colpito l’Eurozona a partire dalla fine del 2007 e che perdura in Italia da più di un

decennio, con una leggera ripresa nel periodo 2015-2017, ha investito la Valle d’Aosta con maggiore intensità.

Nel periodo di ripresa del Paese, si osserva una nuova flessione del reddito pro-capite come effetto della

contrazione del PIL regionale: nel periodo 2013-2016 (prezzi costanti base 2010) il PIL sì contrae di 4,75 punti

percentuali.

Gli effetti della recessione sono puntualmente osservabili analizzando il trend degli indicatori comuni di

contesto (ICC) socio-economico (Fig. 2.1.a e Tab 2.1.a).

Fig.2.1.a Sintesi andamento trend indicatori di contesto socio-economico

A fronte di un andamento

stabile della popolazione

residente, si acuisce il

processo di

senilizzazione della

popolazione. Da un lato

si riduce la componente

sotto i 15 anni, come

effetto dei minori tassi di

natalità e dall’altro si

innalza la componente

della popolazione sopra i

65 anni, come

conseguenza dello

spostamento delle coorti

di popolazione più

numerose nate negli anni

del boom economico

(Anni 50’).

Gli effetti della crisi si

osservano nitidamente

analizzando l’andamento

degli ICC dal n.5 al n.12.

Il tasso di

disoccupazione è in

aumento, con una

leggera controtendenza

nel 2017 (7,7).

Il tasso di occupazione è

stabile e il divario per

genere si sta riducendo:

da 12,1 punti percentuali

del 2011, ad 8,8 punti

percentuali del 2017.

Fonte: Elaborazioni del valutatore su dati Reterurale

Il tasso di disoccupazione giovanile presenta un andamento a campana: in crescita negli anni di crisi e in

flessione nel biennio 2016-2017, attestandosi tuttavia ad un valore più alto rispetto al 2011 (24,8%). Nel caso

della disoccupazione giovanile ad essere maggiormente colpita è la componente maschile, con un tasso che è

circa di 3,5 punti percentuali superiore alla componente femminile.

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Tab. 2.1.a: L’evoluzione degli indicatori socio-economici di contesto

VDA Indicatore U.M 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 ANDAMENTO 2011-2018

CI_1 Popolazione residente n 126.806 126.620 127.844 128.591 128.298 127.329 126.883 126.202 stabile a campana

CI_2

meno di 15 anni n 17.727 17.774 17.995 17.959 17.833 17.447 17.200 16.853 in diminuzione

Da 15 a 64 n 82.021 81.826 82.197 82.332 81.627 80.806 80.257 79.685 in diminuzione

da 65+ n 27.058 27.020 27.652 28.300 28.838 29.076 29.426 29.664 in crescita

meno di 15 anni % 14,0 14,0 14,1 14,0 13,9 13,7 13,6 13,4

Da 15 a 64 % 64,7 64,6 64,3 64,0 63,6 63,5 63,3 63,1

da 65+ % 21,3 21,3 21,6 22,0 22,5 22,8 23,2 23,5

CI_3 Territorio (superficie) km2 3.261 3.261 3.261 3.261 3.261 3.261 3.261 3.261

In area D % 100 100 100 100 100 100 100 100

CI_4 Densità popolazione Ab/km2 38,9 38,8 39,2 39,4 39,3 39,0 38,9 38,7 stabile

CI_5

Tasso di occupazione totale 15-64 % 66,9 66,3 65,6 66,2 66,2 66,4 67,1 in risalita

Tasso di occupazione maschi 15-64 % 72,9 71,2 70,6 71,5 70,9 71,1 71,5 in risalita

Tasso di occupazione femmine 15-64 % 60,8 61,5 60,6 60,8 61,4 61,8 62,7 in crescita

Tasso di occupazione totale 20-64 % 71,1 70,6 69,8 70,7 70,8 71,3 72,2 in crescita

Tasso di occupazione maschi 20-64 % 77,6 75,6 75,2 76,4 75,9 76,4 77,1 stabile oscillante

Tasso di occupazione femmine 20-64 % 64,6 65,6 64,4 65,1 65,7 66,2 67,2 in crescita

CI_6 Tasso di lavoro autonomo % 26,9 25,9 26,0 27,1 26,4 24,9 25,0 in flessione

CI_7

Tasso di disoccupazione totale (15-74) % 5,3 7,1 8,3 8,9 8,9 8,7 7,8 in discesa dopo crisi

Tasso di disoccupazione maschi (15-74) % 5,2 7,3 8,4 9,3 9,6 8,8 7,9 in discesa dopo crisi

Tasso di disoccupazione femmine (15-74) % 5,3 7,0 8,2 8,4 8,1 8,5 7,7 in discesa dopo crisi

Tasso di disoccupazione giovanile totale (15-24) % 21,2 25,6 31,0 34,9 32,0 28,4 24,8 in discesa dopo crisi

Tasso di disoccupazione giovanile maschi (15-24) % 19,9 25,6 33,6 36,0 32,9 30,4 26,3 in discesa dopo crisi

Tasso di disoccupazione giovanile femmine (15-24) % 23,3 25,5 27,2 33,3 30,7 25,4 22,9 in discesa dopo crisi

CI_8

Reddito procapite Euro/Ab 36.003 36.292 34.428 34.443 34.478 34.949 35.241 in risalita

Reddito procapite in PPS Euro/ab 33.000 27.000 35.600 34.100

Reddito procapite in PPS Numero indice 133 132 102 133 124

CI_9 Tasso di povertà % 2,9 6,3 5,3 6,4 7,2 4,8 4,4 in discesa dopo crisi

CI_10 Valore aggiunto totale Meuro 4.094 4.122 3.963 3.964 3.958 3.983 3.993 in risalita dopo crisi

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VDA Indicatore U.M 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 ANDAMENTO 2011-2018

Valore aggiunto primario Meuro 56 58 60 58 54 52 52 in discesa

Valore aggiunto secondario Meuro 918 982 920 877 846 848 777 in discesa

Valore aggiunto terziario Meuro 3.119 3.083 2.983 3.029 3.059 3.083 3.164 in risalita dopo crisi

Valore aggiunto primario % 1,4 1,4 1,5 1,5 1,4 1,3 1,3 in flessione

Valore aggiunto secondario % 22,4 23,8 23,2 22,1 21,4 21,3 19,5 in flessione

Valore aggiunto terziario % 76,2 74,8 75,3 76,4 77,3 77,4 79,2 in crescita

CI_11

Totale occupati Migliaia 56,1 55,4 54,7 55,1 54,8 54,4 54,7 in flessione

Occupati primario Migliaia 2,1 2,2 2,0 1,9 1,9 1,8 2,0 in risalita dopo crisi

Occupati secondario Migliaia 12,1 12,3 11,7 12,2 11,5 11,3 10,8 in flessione

Occupati terziario Migliaia 41,9 40,9 40,9 41,1 41,4 41,3 41,9 in risalita dopo crisi

Occupati primario % 3,7 4,0 3,7 3,4 3,5 3,3 3,7 stabile oscillante

Occupati secondario % 21,6 22,3 21,4 22,0 21,0 20,8 19,7 in flessione

Occupati terziario % 74,7 73,8 74,9 74,6 75,5 75,9 76,6 in crescita

CI_12

Produttività del lavoro totale Euro/occupato 65.918 65.433 64.439 64.459 65.211 65.721 stabile oscillante

Produttività del lavoro primario Euro/occupato 26.762 27.619 27.409 27.667 23.261 24.619 in flessione

Produttività del lavoro secondario Euro/occupato 70.099 74.939 73.584 71.861 73.565 76.387 in crescita

Produttività del lavoro terziario Euro/occupato 66.503 64.490 63.735 64.180 65.217 65.044 in flessione

Elaborazioni del valutatore su dati Reterurale

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Il tasso di povertà nel biennio 2016-2017 è di nuovo in discesa, dopo essere salito fino al 7,2% nel 2015, si è

attestato ad un livello superiore, il 4,4%, rispetto al valore più basso osservato nel 2011 (nel 2011 era pari al

2,9%).

Per quanto concerne gli indicatori comune di contesto sugli aspetti settoriali, la natura e il livello di dettaglio

di alcuni fa sì che la loro valorizzazione sia possibile solo in occasione delle rilevazioni censuarie. Di seguito

viene presentato il trend degli indicatori di contesto per i quali è disponibile una serie storica, rimandando alla

tabella alla pagina successiva per il dettaglio dei valori assunti (►Tab. 2.1.b).

Il trend degli occupati nell’agricoltura nel periodo 2011-2016 è in crescita, stabile quello degli occupati

nell’industria alimentare, in crescita quelli occupati nel turismo.

La produttività nello stesso periodo di riferimento registra una flessione, mentre il trend dell’industria

alimentare è oscillante. Gli investimenti fissi lordi nel settore agricolo dopo una flessione marcata nel periodo

di contrazione del PIL sono in ripresa. In Valle d’Aosta gli investimenti fissi lordi sono pari al 118% del Valore

aggiunto a fronte del dato medio italiano pari al 27%.

Un quadro aggiornato dell’andamento del settore agricolo valdostano è fornito, inoltre, dalla pubblicazione

della Reterurale, l’Agricoltura della Valle d’Aosta in cifre 2017 (Crea 2019). Tali informazioni sono

valorizzate nella riposta ai QV delle FA 2A, 2B e 3A.

Per quanto concerne l’aggiornamento degli indicatori di contesto ambientale si rimanda ai QV sulle FA

ambientali.

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Tab. 2.1.b: L’evoluzione degli indicatori settoriali di contesto

VDA Indicatore U.M 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 LEGENDA TREND

CI_13

Occupati Totale migliaia 62,5 62,1 63,0 61,5 61,5 60,7 60,6 60,3 in diminuzione

Occupati Agricoltura migliaia 2,0 2,1 2,1 2,2 2,1 2,3 2,1 2,3 in crescita

OccupatiForesta migliaia - - - - - - - -

Occupati Industria Alimentare migliaia 1,0 0,9 0,9 0,9 1,0 1,0 - - stabile

Occupati Turismo migliaia 6,2 6,4 7,1 6,9 7,1 7,2 - - in crescita

Occupati Agricoltura % 3,2 3,4 3,3 3,6 3,4 3,8 3,5 3,8 in crescita

OccupatiForesta % - - - - - - - -

Occupati Industria Alimentare % 1,6 1,4 1,4 1,5 1,6 1,6 - - stabile

Occupati Turismo % 9,9 10,3 11,3 11,2 11,5 11,9 - - in crescita

CI_14 Produttività del lavoro in agricoltura EURO/ULA 17.968 17.030 19.333 18.844 18.156 15.794 15.529 in diminuzione

CI_16 Produttività del lavoro nell'industria alimentare EURO/ULA 58.700 60.667 55.000 60.222 56.200 63.100 56.400 oscillante

CI_23

Imprenditori agricoli per classe di età <35 ANNI % 7,8

Imprenditori agricoli per classe di età >35 <54 % 35,2

Imprenditori agricoli per classe di età >55 % 57,1

CI_24

Formazione degli imprenditori agricoli <35 ANNI % F.Agr.Comp 23,2

Imprenditori agricoli per classe di età >35 <54 % F.Agr.Comp 7,0

Formazione degli imprenditori agricoli >55 % F.Agr.Comp 1,8

CI_28 Investimenti fissi lordi nel settore agricolo Meuro 74 64 66 39 40 64 oscillante

Investimenti fissi lordi nel settore agricolo % Val.agg.agr 132 113 114 65 69 119 oscillante

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3.2 L’evoluzione del PSR

L’evoluzione del PSR della Regione VdA tra la prima versione approvata e l’ultima in corso di approvazione

viene sintetizzato nelle due figure seguenti.

In ogni figura vengono identificate le operazioni che contribuiscono direttamente ad ogni singola Focus Area

(FA) attivata, ad eccezione delle operazioni relative alla Misura 1 e 16 che sono state attribuite, quasi

esclusivamente, alle FA della priorità 1. I valori indicati in percentuale, all’interno di ogni FA, esprimono il

peso finanziario della spesa pubblica allocata rispetto al totale del PSR.

Inoltre, al fine di rendere confrontabili le percentuali tra le due versioni del PSR, i valori assoluti sono stati

divisi per la dotazione finanziaria originale: non si è tenuto conto della riduzione finanziaria della spesa

pubblica legata al contributo di solidarietà a favore delle popolazioni del centro-Italia colpite dal terremoto del

2016, perché avrebbe artificiosamente variato i valori espressi in percentuale anche a fronte di una invarianza

della dotazione finanziaria assegnata alla generica FA.

Fig.1 Quadro logico del PSR VDA versione 1

Tra le principali modifiche apportate al PSR può essere evidenziata:

la soppressione della tipologia di intervento 16.2.1, attivata per sostenere progetti pilota volti a definire

sistemi di misurazione idrica, propedeutici alla tariffazione delle acque e finalizzati ad incentivare un

uso efficiente delle risorse. La scelta di non attivarla è stata giustificata dall’avvio di un progetto

analogo all’interno dell’iniziativa di Cooperazione transfrontaliera.

la soppressione della sottomisura 16.3, tenendo conto della sua attivazione all’interno della strategia

di sviluppo locale proposta dal GAL Valle d’Aosta, ad una dimensione di governance attuativa ritenuta

più prossima agli operatori delle filiere locale attivabili.

La soppressione di alcune tipologie di intervento che interessano il settore forestale (8.3) in virtù di

decisioni assunte a livello politico nel corso del 2018, che hanno trasferito i contenuti degli interventi

all’interno di programmi di lavoro pluriennali attuati dalla Regione Valle d’Aosta con il ricorso a fondi

regionali e statali.

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Dal punto di vista degli equilibri finanziari, tra la versione inziale e quella in fase di approvazione si assiste ad

un incremento degli investimenti aziendali a favore dei giovani agricoltori neo insediati (FA 2B) e ad una

riduzione degli investimenti a favore delle altre aziende delle altre aziende (FA 2A).

Fig.2 Quadro logico del PSR VDA versione 7.1 in approvazione

In linea generale non si osservano variazioni finanziarie rilevanti nella allocazione delle risorse finanziarie per

FA, ma solo a piccoli aggiustamenti che interessano in aumento le FA 1B e 2B e in leggera diminuzione le FA

2A, 4A e 4C.

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4 Valutazione dei risultati del Programma

4.1 Gli indicatori di risultato e di impatto

La quantificazione degli indicatori di risultato complementare e di impatto utilizzati per la risposta alle

domande di valutazione ha previsto il ricorso a differenti metodologie. Per ogni indicatore di risultato

complementare e di impatto, ove è stato possibile quantificarlo, viene di seguito esplicitata la metodologia e

le fonti utilizzate (► Tab.4.1.A).

I valori quantificati vengono riassunti nelle tabelle seguenti (► Tab.4.1.B-C)., al fine di rispettare il formato

previsto dal sistema di interscambio sui PSR tra Stati Membri e Commissione, che viene utilizzato (anche) per

l’invio delle Relazioni annuali di attuazione (SFC).

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Tab. 4.1A Indicatori di risultato complementari

Risultato nome e unità dell'indicatore

(1)

Valore

obiettivo

(2)

Valore principale

(3)

Contributo

secondario

(4)

Contributo

LEADER/SLTP

(5)

Totale PSR

(6)=3+4+5

Osservazioni (max. 500 caratteri)

R2: Change in Agricultural output on supported farms/AWU

(Annual Work Unit) (focus area 2A)* (GROSS VALUE)

NA 2.500 0 0 2.500 Valore calcolato in base ai risultati della

Valutazione ex post 2007-2013

R2: Change in Agricultural output on supported farms/AWU

(Annual Work Unit) (focus area 2A)* (NET VALUE)

NA 0 0 0 0 Il valore verrà quantificato nelle annualità

successive sulla base dei progetti conclusi

utilizzando i dati RICA disponibili

R13: Increase in efficiency of water use in agriculture in RDP

supported projects (focus area 5A)*

NA 0 0 0 0 Nel PSR non sono previsti interventi che

contribuiscono in maniera diretta alla riduzione dei consumi idrici. L'unica operazione attivata

all'interno della tipologia di intervnto 16.1

prevedeva un progetto pilota, poi finanziato attraverso il programma di cooperazione Italia-

Austria

R14: Increase in efficiency of energy use in agriculture and food-

processing in RDP supported projects (focus area 5B)*

NA 0 0 0 0 Non sono previsti interventi che incidono

direttamente sulla FA 5B. Sono previsti investimenti per l'efficientamento energetico all'interno degli

interventi 411, 412 e 421, ma al momento non vi

sono progetti conclusi. Si prevede di fornire una

stima nel prosieguo delle attività di valutazione

R15: Renewable energy produced from supported projects (focus

area 5C)*

NA 0 0 0 0 Non sono previsti interventi che incidono direttamente sulla FA 5C. Non sono previsti

investimenti per la produzione di energia all'interno

degli interventi 421.

R18: Reduced emissions of methane and nitrous oxide (focus

area 5D)*

NA 0 1078 0 1078 Non sono previsti interventi che incidono direttamente sulla FA 5D, si è calcolato il contributo

secondario degli interventi a valere sulla FA 4C.

R19: Reduced ammonia emissions (focus area 5D)* NA 0 0 0 0 Non sono previsti interventi che incidono

direttamente sulla FA 5D.

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Tab. 4.1B Indicatori di impatto

Name of common impact indicator Unità Updated

indicator value RDP contribution Osservazioni (max. 500 caratteri)

1. Reddito da impresa agricola / Tenore di vita degli agricoltori EUR/ULA NA 0 Non è presente l'indicatore di contesto.

Il valutatore si riserverà di utilizzare come proxy il teddito da impresa desumibile dai dati RICA. Dato lo stato di attuazione delle FA collegate al'indicatore al momento non è possibile fornire

una stima dell’impatto del PSR

2. Reddito dei fattori in agricoltura / totale EUR/ULA NA 0 Non è presente l'indicatore di contesto.

Il valutatore si riserverà di utilizzare come proxy il teddito da impresa desumibile dai dati RICA.

Dato lo stato di attuazione delle FA collegate al'indicatore al momento non è possibile fornire

una stima dell’impatto del PSR

3. Produttività totale dei fattori in agricoltura / totale (indice) Indice 2005 = 100 NA 0 Non è presente l'indicatore di contesto.

Il valutatore si riserverà di utilizzare come proxy il teddito da impresa desumibile dai dati RICA.

Dato lo stato di attuazione delle FA collegate al'indicatore al momento non è possibile fornire

una stima dell’impatto del PSR

7. Emissioni di GHG dovute all'agricoltura / totale agricoltura

(CH4, N2O ed emissioni/rimozioni del suolo)

1 000 t di CO2

equivalente

112.252 1078 Il dato aggiornato è la base 1990 (fonte ISPRA) Le elaborazioni valutative svolte nell’ambito

delle Focus Area 4C, cui si rimanda per i dettagli tecnici, consentono di stimare (FA4C) un

assorbimento del carbonio nei suoli agricoli pari a 1.078 MgCO2eq/anno.

7. Emissioni di GHG dovute all'agricoltura / quota delle

emissioni totali di gas a effetto serra

% del totale delle

emissioni nette

8.10% 0,08% (Dato contesto Fonte NIR ISPRA)

Il Contributo del PSR alla riduzione del totale delle Emissioni è pari allo 0,08%

7. Emissioni di GHG dovute all'agricoltura / ammonia emissions

from agriculture

1000 t of NH3 n.d n.d Si fornirà una stima nei prossimi rapporti. Si fa presente che nel contesto italiano, non sono presenti sufficienti studi sulla stima delle emissioni di ammoniaca in agricoltura. In quanto

l’eccesso di ammoniaca è uno dei fattori che determinano il fenomeno delle piogge acide, che

sono circoscritto nei paesi del Nord Europa.

8. Indice dell'avifauna in habitat agricolo (FBI) / totale (indice) Indice 2000 = 100 100 100 nel caso della Valle d’Aosta l’indicatore di contesto sia da considerarsi a tutti gli effetti un indicatore di impatto del PSR, per la percentuale prossima al 100% del rapporto tra SOI su SA.

Pertanto si può concludere affermando il PSR sta contribuendo ad un andamento stabile del FBI

nell’ultimo ventennio considerato.

9. Agricoltura di alto valore naturale / totale % della SAU

totale

40 37 L’analisi sembrerebbe evidenziare quindi una minore capacità di concentrazione nelle aree ad

alto valore naturalistico. Tuttavia ai fini dell’impatto del PSR, si dovrebbe verificare la presenza di un cambio di uso del suolo nelle aree ad HNV basso o nullo che sposti le superfici agricole

verso classi di HNV medio o alto. Tale cambiamento di uso del suolo agricolo nel contesto

valdostano, già fortemente caratterizzato da una concentrazione della SAU nelle classi medio-

alto non è fattibile

10. Estrazione di acqua in agricoltura / totale 1 000 m³ 10.645,2 0 Il PSR non interviene nella riduzione dei consumi idrici

11. Qualità dell'acqua / Potenziale eccedenza di azoto sui terreni

agricoli

kg di N/ha/anno 20 11 Il valore di contesto è stato ricavato dall'Allegato 2.1 al PSR della VdA

11. Qualità dell'acqua / Potenziale eccedenza di fosforo sui

terreni agricoli

kg di P/ha/anno n.d 0 Non è presente l'indicatore di contesto relativo al surplus di fosforo. Nel prosieguo delle attività

di valutazione si fornirà una stima del dato regionale e del relativo contributo del PSR

11. Qualità dell'acqua / Nitrati nelle acque dolci - Acque di

superficie: Qualità elevata

% dei siti di

monitoraggio

100 100 Le superfici investite dagli impegni ambientali coprono la totalità della SA regionale

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Name of common impact indicator Unità Updated

indicator value RDP contribution Osservazioni (max. 500 caratteri)

11. Qualità dell'acqua / Nitrati nelle acque dolci - Acque di

superficie: Qualità discreta

% dei siti di

monitoraggio

0 0

11. Qualità dell'acqua / Nitrati nelle acque dolci - Acque di

superficie: Qualità scarsa

% dei siti di

monitoraggio

0 0

11. Qualità dell'acqua / Nitrati nelle acque dolci - Acque

sotterranee: Qualità elevata

% dei siti di

monitoraggio

97,9 0 Le superfici investite dagli impegni ambientali coprono la totalità della SA regionale

11. Qualità dell'acqua / Nitrati nelle acque dolci - Acque

sotterranee: Qualità discreta

% dei siti di

monitoraggio

2,1 0

11. Qualità dell'acqua / Nitrati nelle acque dolci - Acque

sotterranee: Qualità scarsa

% dei siti di

monitoraggio

0 0

12. Materia organica del suolo nei seminativi / Stime totali del

contenuto di carbonio organico

mega tonnellate 42,32 3,5 Il valore del PSR è stato calcolato tenendo conto della sostanza organica incrementata, per i sette

anni di programmazione.

I valori dell’IC 41 sono desunti da Ispra annuario, Contenuto in percentuale di carbonio organico

(OC) negli orizzonti superficiali dei suoli europei JRC

12. Materia organica del suolo nei seminativi / Contenuto medio

di carbonio organico

g kg-1 3,8 0,8

13. Erosione del suolo per azione dell'acqua / tasso di perdita di

suolo dovuto a erosione idrica

tonnellate/ha/anno 9,31 0,00 L’indicatore di impatto non è stato calcolato per la necessità di acquisire le informazioni contenuti nella Carta del rischio di erosione, sui singoli fattori che compongono il modello

RUSLE.

13. Erosione del suolo per azione dell'acqua / superficie agricola

interessata

1 000 ha 21,36 18,91 Elaborazioni GIS su dati relativi alle classi di erosione

13. Erosione del suolo per azione dell'acqua / superficie agricola

interessata

% della superficie

agricola

56% 54%

14. Tasso di occupazione / * zone rurali (scarsamente popolate)

(15-64 anni)

% 67.1 0 Dato lo stato di attuazione delle FA collegate al'indicatore al momento non è possibile fornire

una stima dell’impatto del PSR

14. Tasso di occupazione / * rural (thinly populated) (20-64

years)

% 72.2 0 Dato lo stato di attuazione delle FA collegate al'indicatore al momento non è possibile fornire

una stima dell’impatto del PSR

15. Tasso di povertà / totale % della

popolazione totale

4.4 0 Dato lo stato di attuazione delle FA collegate al'indicatore al momento non è possibile fornire

una stima dell’impatto del PSR

15. Tasso di povertà / * zone rurali (scarsamente popolate) % della

popolazione totale

4.4 0 Dato lo stato di attuazione delle FA collegate al'indicatore al momento non è possibile fornire

una stima dell’impatto del PSR

16. PIL pro capite / * zone rurali Indice PPA (UE-

27 = 100)

124 0 Dato lo stato di attuazione delle FA collegate al'indicatore al momento non è possibile fornire

una stima dell’impatto del PSR

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4.2 Il quadro di riserva dell’efficacia (verifica intermedia)

Il Performance Framework (PF) si configura come uno strumento nuovo (in quanto non previsto nella

precedente programmazione), finalizzato a valutare l’efficacia dell’attuazione. A seguito della verifica sullo

stato degli indicatori (prevalentemente fisici e finanziari) selezionati in relazione a ciascun Programma, la UE

attribuisce la riserva di performance alle sole priorità che hanno conseguito i rispettivi target intermedi, mentre

un livello non soddisfacente di conseguimento dei target (grave carenza) può determinare anche sanzioni

(come la sospensione dei pagamenti nel 2019 e correzioni finanziarie nel 2025).

Il conseguimento o meno dei target è determinato, quindi, sulla base di soglie minime di realizzazione fissate

dal Regolamento (UE) n. 215/2014 e al riguardo si possono configurare tre situazioni:

1) riserva di performance assegnata (tutti gli indicatori sono maggiori all’85% tranne uno che può

attestarsi almeno al 75%);

2) riserva di performance non assegnata (almeno due indicatori non raggiungono l’85% ma almeno

due si trovano al di sopra del 65%);

3) riserva di performance non assegnata e sanzioni per grave carenza (almeno due indicatori

presentano un tasso di conseguimento al di sotto del 65%).

Analizzando lo stato degli indicatori che concorrono al calcolo del PF relativo al PSR VdA 2014-2020, emerge

che il quadro a consuntivo sul raggiungimento delle milestone intermedie (al 2018) è stato conseguito.

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4.3 Valutazione della performance organizzativa

La valutazione della performance organizzativa del PSR è stata realizzata nel corso del 2018 al fine di

evidenziare i fattori di successo ed insuccesso che hanno caratterizzato l’implementazione del PSR.

La metodologia ha previsto, attraverso un approccio partecipativo, la costruzione di un set di indicatori

“descrittivi” che sono stati utilizzati, tramite l’esecuzione di una Nominal Group Technique (NGT), per

estrapolare un giudizio condiviso sulla performance organizzativa. Ai funzionari della AdG coinvolti

nell’attuazione del PSR è stato chiesto di esprimere liberamente e in maniera autonoma (ognuno per conto suo)

la propria percezione sullo “stato” di ogni indicatore descrittivo della dimensione oggetto di valutazione: la

percezione della performance attuativa del PSR.

Ogni partecipante ha votato ciascuno dei 17 indicatori descrittivi esprimendo la propria preferenza rispetto alle

differenti gradazioni di performance introdotte: da “molto positiva” (valore pari a 5) a “molto negativa” (valore

pari a 1). Trattandosi di referenti di più Misure differenti, dopo lo spoglio dei voti, non si è proceduto a far

convergere i partecipanti verso un valore condiviso, quanto piuttosto approfondire le differenze sugli indicatori

per i quali non vi erano uniformità di vedute.

L’indicatore sintetico di performance restituisce un valore pare a 36,3 rispetto ad un massimo di 100

Tale valore sta dunque ad indicare nella percezione della performance attuativa da parte dei responsabili

regionali la presenza di un rischio diffuso di mancata efficacia ed efficienza.

Nella figura seguente sono sintetizzati gli esiti della votazione: ogni indicatore, colorato in maniera differente

in base al suo peso strategico, è collocato in uno dei cinque “contenitori”, uno per ogni “stato” possibile che

poteva essere assegnato dal gruppo.

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Di seguito vengono sintetizzati gli elementi salienti raccolti durante la discussione successiva allo spoglio dei

voti, partendo dalle percezioni positive e, per ogni stato dell’indicatore, da quelli più strategici a quelli meno.

Indicatori con percezione “positiva”

Indicatore G. Supporto ai beneficiari (Peso strategico 1) - lo spoglio ha restituito una distribuzione dei

voti concentrati sullo stato “positivo” (6 voti su 10) e “molto positivo” (1 voto su 10) i restanti 3 voti

sono confluiti sullo stato “normale”. Tale percezione è giustificata, dalla maggioranza dei responsabili

di Misura, dal fatto che c’è un dialogo continuo tra tecnici (incaricati dai beneficiari e potenziali

beneficiari) e funzionari regionali volto a risolvere le eventuali criticità (difficoltà interpretative,

richiesta integrazioni) che si possono palesare all’atto della presentazione della domanda di sostegno

e dopo la concessione.

Indicatori con percezione “normale”

H. Competenze interne (Peso strategico 3) - lo spoglio ha restituito una distribuzione dei voti

concentrati sullo stato “normale” (5 voti su 11) e “negativo” (4 voti su 11) i restanti 2 voti sono

confluiti sullo stato “positivo”. A giudizio dei presenti, vi è la diffusa percezione che manchino figure

con competenze trasversali su aspetti di natura informatica, giuridica e amministrativa. In alcuni casi,

ad esempio per le Misure volte ad accrescere le conoscenze del capitale umano, si evidenzia anche

l’assenza di personale con competenze specifiche sulla materia.

B. Strumenti di semplificazione amministrativa (Peso strategico 2) - lo spoglio ha restituito una

distribuzione dei voti concentrati sui valori “normale” (6 voti su 10) e “negativo” (3 voto su 10), solo

un voto è confluito sullo stato “molto negativo”. Il dato che emerge dalla discussione è legato

all’appesantimento burocratico delle procedure FEASR che inevitabilmente investe le strutture

regionali ed i beneficiari, soprattutto rispetto al passato (quando gli investimenti erano gestiti

esclusivamente con fondi regionali).

S. Governance orizzontale (Peso strategico 2) - i voti si sono concentrati sui valori “normale” (5 voti

su 10) e “positivo” (3 voti su 10), due voti sono stati assegnati allo stato “negativo”. Rispetto a tale

votazione gli aspetti positivi messi in evidenza riguardano il buon livello di collaborazione con le

Associazioni di Categoria e gli ordini professionali, quelli negativi sono legati invece al crescente

clima di delusione e rabbia, di cui le rappresentanze si fanno portavoce, nell’aver disatteso le

aspettative degli agricoltori, soprattutto rispetto alla questione del ritardo nei pagamenti.

D. Predisposizione e profilazione dei bandi (Peso strategico 2) - i voti si sono concentrati sui valori

“normale” (8 voti su 11) e “positivo” (2 voti su 10), un solo voto è confluito sullo stato “negativo”. A

giudizio dei presenti mentre su alcune sottomisure si è entrati a regime, resta ancora aperta la questione

della banda larga e del LEADER. Sulla Misura 19 in particolare, il GAL ancora non è operativo (non

ha ricevuto l’anticipo sulle spese di funzionamento) e dovrà essere affrontato ancora tutta la questione

della predisposizione e profilazione dei bandi del GAL.

O. Capacità di conseguire gli obiettivi (Peso strategico 2) - lo spoglio ha restituito una situazione

equidistribuita attorno allo stato “normale” (5 voti su 11), tra un giudizio “positivo” (3 voti su 11) e

“negativo” (3 voti su 11) i restanti 2 voti sono confluiti sullo stato “positivo”. A giudizio dei presenti,

al di là delle problematiche di natura procedurale e organizzativa, i progetti sono conformi agli

obiettivi, mentre tra chi vede anche aspetti negativi viene segnalata una qualità della progettazione

inferiore alle attese.

M. Benessere lavorativo (Peso strategico 1) - i voti si sono distribuiti simmetricamente intorno al

valore “normale” (5 voti su 11), a seguire “molto positivo” (1 voto su 11), “positivo” (2 voti su 10),

“negativo” (2 voti su 11) e “molto negativo” (1 voto su 11). I giudizi variano a seconda dei carichi di

lavoro percepiti.

C. Strumenti di comunicazione per l'utenza (Peso strategico 1) - i voti si sono concentrati sul valore

“normale” (9 voti su 11), residuali a seguire “positivo” (1 voto su 11) e “negativo” (1 voto su 11). I

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giudizi in questa fase sono ancora interlocutori, tenendo conto che a breve verrà implementata una

nuova versione del sito web del PSR.

Indicatori con percezione “negativa”

P. Vincoli esterni (Peso strategico 3) - i voti si sono concentrati sui valori “negativo” (8 voti su 11) e

in via residuale sul normale (2 su 11) e “molto negativo” (1 su 11). Come già accennato e come emerge

dalla discussione su altri indicatori di seguito descritti, vi è la percezione diffusa che le regole

“imposte” nella gestione del FEASR rappresentino più un vincolo che un’opportunità. Soprattutto

sugli investimenti aziendali si evidenzia una forte discontinuità rispetto al passato, quando la gestione

dei procedimenti di finanziamento, su leggi regionali di settore, era slegata dalle regole di istruzione e

controllo e dalle procedure messe a punto dall’OP AGEA.

Q. Rapporti con l'OP (Peso strategico 3) - lo spoglio ha restituito una distribuzione dei voti concentrati

sui valori “negativo” (5 voti su 9) e “molto negativo” (3 voti su 9), solo un voto è stato attribuito allo

stato “normale”. Quasi tutti lamentano la scarsa cooperazione di AGEA rispetto alle richieste dei

responsabili di Misura nella risoluzione delle criticità che sono emerse dall’avvio del PSR ad oggi.

L. Coordinamento Struttura (Peso strategico 2) - i voti sono concentrati sui due “stati” “normale” (4

voti su 10) e “negativo” (4 voti su 10), due voti sono stati assegnati allo stato “molto negativo” (1 voto

su 11). La principale motivazione alla base della percezione negativa è legata, come già accennato,

alla “rivoluzione” organizzativa generata dall’aver incluso nel PSR linee di intervento settoriali che

erano gestite esclusivamente con fondi regionali. I tecnici lamentano un basso livello di collaborazione

e condivisione tra gli uffici, un deficit di informazioni dall’alto verso il basso e dal basso verso l’alto.

F. Gestione delle domande finanziate (Peso strategico 2) - i voti sono concentrati sullo stato “negativo”

(8 voti su 11), residuali il “normale” (2 su 11) e il “molto negativo” (1 su 11). I responsabili regionali

ritengono che persiste tuttora una situazione di criticità nella gestione delle domande finanziate

soprattutto per quanto concerne la fase di liquidazione delle domande di pagamento.

E. Selezione delle domande di sostegno (Peso strategico 2) - i voti sono concentrati sugli “stati”

“normale” (4 su 11) e “negativo” (6 voti su 11), residuale il “positivo” (1 su 11). Nella percezione

tendente al negativo contribuisce in parte la performance del sistema informativo, i ritardi nella

concessione degli aiuti e nei procedimenti istruttori è stata complicata dalla non operatività del sistema

informativo. Viene inoltre segnalata la scarsa efficacia dello sportello unico nell’alleggerire i compiti

dei funzionari nella gestione delle richieste da parte dei potenziali beneficiari.

R. Governance verticale (Peso strategico 2) - i voti sono concentrati sugli “stati” “normale” (3 su 7) e

negativo” (4 voti su 7). Il giudizio negativo è legato alla percezione di una non adeguata collaborazione

tra i differenti soggetti esterni alla Regione (Mipaaf, RRN, MISE) nella condivisione e risoluzione di

criticità che sono comuni alle AdG che hanno come organismo pagatore AGEA.

I. Dimensionamento della struttura (Peso strategico 2) - i voti sono concentrati sugli “stati” “negativo”

(4 su 11) e “molto negativo” (4 voti su 11). La motivazione addotta dai Responsabili di Misura è legata

al nuovo modus operandi previsto dal PSR e dalla necessità di ri-organizzare le strutture in un’ottica

funzionale al presidio dell’iter amministrativo. La percezione è che con i futuri pensionamenti, senza

aver previsto la sostituzione e la formazione di nuovo personale, la situazione corra il rischio di

peggiorare.

N. Obiettivi di performance del PSR (Peso strategico 1) - i voti si sono concentrati sul valore

“negativo” (9 voti su 11), i due voti residuali sono confluiti sullo stato “normale”. A giudizio dei

responsabili gli obiettivi di performance del PSR sono critici su alcune Misure sulle quali si sta

cercando di intervenire (►Cap.3.3).

Indicatori con percezione “molto negativa”

A. Sistemi informativi a supporto dell’istruttoria (Peso strategico 2) –i voti sono concentrati sui due

“stati” “negativo” (5 voti su 11) e “molto negativo” (6 voti su 11). I giudizi negativi sono accentuati

anche dall’aver “rinnovato”, e dunque abbandonato, gli strumenti informativi di supporto per i

procedimenti gestiti in passato a livello regionale, con sistemi informativi poco efficienti ed efficaci.

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Rispetto al sistema informativo dell’OP sono stati evidenziati ritardi nel rilascio di applicativi per la

profilazione dei bandi, per le istruttorie delle domande di sostegno e pagamento.

Sulla base di quanto emerso nella sessione di autovalutazione della performance (NGT) si è proceduto a

condividere con l’AdG gli elementi più rilevanti emersi, al fine di raccogliere indicazioni dai Responsabili

dell’AdG e nell’ottica di stimolare una riflessione puntuale sulle possibili azioni da intraprendere per migliore

la performance.

In particolare sono stati analizzati i seguenti elementi:

Se e come l’attuale assetto organizzativo dell’assessorato preposto alla gestione e implementazione

del PSR può essere modificato al fine di tener conto delle criticità emerse sulle funzioni di

coordinamento interno, nella distribuzione dei carichi di lavoro, nell’attribuzione di personale con

competenze specifiche rispetto alle funzioni da assolvere, ovvero se è necessario introdurre dei

processi più codificati all’interno per dare maggiori certezze o al contrario se tale percezione di

“negatività” non sia colta dai responsabili dell’AdG;

Se e come l’AdG intende agire rispetto alle criticità evidenziate sui sistemi informativi dell’OP AGEA,

se sono stati già presi degli accordi con l’OP, se sono in essere dei rapporti multilaterali che

coinvolgono anche altre AdG con OP AGEA.

Rispetto al primo punto, l’AdG ha certamente colto il clima di negatività diffuso e perdurante da svariati

mesi. Rileva che vi siano dati oggettivi che evidenziano carenze di talune competenze come rappresentato dai

responsabili di Misura, in particolare per quanto riguarda gli aspetti informatici e giuridici. Peraltro, nel corso

del 2018 il Dipartimento ha acquisito 2 funzionari con competenze giuridico amministrativo ed è in fase di

acquisizione una figura con competenze informatiche. È opportuno segnalare come “storicamente”

l’assessorato sia stato composto da personale con profili squisitamente tecnico-specialistici che hanno dovuto

sopperire, loro malgrado, alla mancanza di riferimenti con competenze più prettamente amministrative.

Per quanto riguarda l’aspetto del coordinamento, la presenza di modelli organizzativi utilizzati per decenni,

articolati sulla base di leggi regionali di settore, ha creato e continua a generare una rigidità culturale rispetto

alle novità introdotte dal PSR. In risposta al clima di negatività e al fine di mettere a sistema talune

problematiche, al fine di una loro ancorché parziale risoluzione, l’AdG ha organizzato (8 febbraio 2018) una

sessione di team building dove sono stati condivisi problemi e soprattutto le soluzioni. Il 19 aprile 2019 è stato

organizzato inoltre un incontro informativo per presentare gli obiettivi di spesa e di performance del PSR da

raggiungere entro il 31/12/2018. Questo percorso dovrà essere proseguito. Rispetto alla negatività di alcuni

indicatori, l’indicazione dell’AdG è che i dirigenti e i funzionari dovrebbero farsi maggiormente carico delle

criticità proponendo soluzioni collegiali, attutendone però l’enfasi e trasferendo al personale dipendente

(tecnico e amministrativo) sia le scelte - in ottica evolutiva - condivise nell’ambito del Comitato di

coordinamento del PSR, sia un clima di collaborazione più sereno.

Segnala, inoltre, che un importante ruolo di intermediazione tra dirigenti e personale tecnico/amministrativo

dovrebbe essere garantita dai funzionari a cui è stata conferita una particolare posizione organizzativa (PPO)

che, per l’appunto, prevede di assolvere a funzioni non solo tecniche ma anche organizzative. Come già detto,

le continue evoluzioni (normative, informatiche, di personale, ecc.) e una certa rigidità nell’accogliere le novità

introdotte dal PSR stanno rendendo meno efficace il compito di tali figure. L’aspetto della reciproca

comunicazione, informazione e relazione a livello dirigenziale e di funzionariato deve essere più incisivo. C’è

la presa di coscienza, anche di fronte alla pesante riduzione di personale registrata negli ultimi anni, che sia

sempre più necessario creare una trasversalità delle competenze a supporto di tutti gli uffici, per arrivare alla

risoluzione delle problematiche.

Altro aspetto importante è legato al fatto che l’Assessorato ha conosciuto numerosi cambiamenti a livello

politico (4 Assessori si sono succeduti dall’avvio del PSR), con conseguenti evoluzioni di natura

programmatica e procedurale.

In conclusione, la percezione negativa è quindi generata dalla difficoltà di creare e mantenere un modello

organizzativo stabile che possa far fronte alle continue novità che si presentano, anche tenendo conto della

frustrazione nel non vedere i risultati del lavoro sin qui fatto (in termini soprattutto di pagamenti ai beneficiari);

a tal proposito, è certamente utile condividere con il personale non solo le criticità, ma anche le notizie positive

(avanzamenti procedurali significativi, liquidazioni effettuate dall’OP, nuovi innesti di personale, ecc.) che

possono migliorare il clima e il benessere lavorativo.

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Per quanto riguarda il secondo punto, l’AdG segnala che nel corso del 2018 (DGR n. 782 del 19 giugno

2018) la Giunta ha approvato un Accordo integrativo della convenzione Regione-AGEA, siglata a luglio 2017,

per l’individuazione di due figure (di profilo tecnico senior e junior) che forniscano assistenza agli uffici

regionali per quanto concerne gli aspetti informatici e la risoluzione di criticità di vario genere. Tale accordo

integrativo regolarizza l’assistenza fornita da AGEA nel secondo semestre del 2017 a titolo gratuito: nel nuovo

accordo, il compenso sarà corrisposto dalla Regione a valere sulla Misura 20.

Esperienze di tavoli multilateri con Regioni che hanno OP AGEA si limitano, allo stato attuale, alla Misura

7.3 “Banda Larga”, che vede la partecipazione delle Regioni Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, accomunate

dal fatto di essere state riunite nel 2° lotto dell’appalto per l’affidamento dei lavori per la diffusione della banda

ultra larga sui rispettivi territori.

Sullo stato di implementazione dei sistemi informativi AGEA c’è stato più uno scambio solo con alcune

Regioni (come il Friuli), ma non c’è una vera “lobby” regionale.

Scambi efficaci e proattivi sono invece continui soprattutto con la Regione Marche (da settembre 2016) per lo

sviluppo del SIAR. La scelta del SIAR nasce dall’esigenza di cogliere le opportunità legate ad una più facile

gestione e profilazione del sistema informativo a livello regionale, per altri usi che non sono limitati al PSR

(es. gestione carburante e altri servizi all’agricoltore). La “decentralizzazione” del sistema informativo

(avendone il controllo nello sviluppo) ha permesso di andare avanti nelle fasi di prima attuazione del PSR,

quando SIAN era predisposto secondo una modalità semplificata che non garantiva un sufficiente grado di

controllo né prevedeva un set minimo di check list a supporto delle istruttorie delle domande di sostegno e

pagamento per le Misure strutturali. Essendo già implementato dalla Regione Marche nella programmazione

2007-2013, grazie ad una spesa minima è stato possibile adeguare il SIAR alle specifiche regionali, e

prevederne un ulteriore sviluppo nei prossimi anni, anche in vista della futura programmazione 2021-2027.

Tuttavia tale esigenza è venuta meno per la presenza di criticità nel colloquio tra il sistema dell’OP e il SIAR.

Nel corso del 2018, anche per il miglioramento che si è potuto riscontrare nella gestione delle domande

attraverso il sistema SIAN, l’utilizzo sperimentale del SIAR è stato, al momento, sospeso.

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4.4 Valutazione dell’efficacia della strategia di comunicazione del PSR

L’applicazione delle scale valoriali richiede di collocare in un ipotetico spazio valoriale della comunicazione

istituzionale tutti i soggetti ritenuti potenzialmente rilevanti tanto nel comprenderla che nel veicolarla

all’interno delle loro reti. Le tecniche statistiche che consentono di rappresentare lo “spazio valoriale” della

comunicazione istituzionale e di misurare le distanze tra ogni soggetto all’interno di questo spazio sono

ricomprese all’interno delle tecniche di analisi multivariata, perché consentono di operare trasformazioni

geometriche e matematiche sull’insieme dei dati.

Il dataset a disposizione per l’elaborazione della scala delle distanze valoriale è composto da una variabile

identificativa del soggetto rispondente (codificata in base alle caratteristiche salienti), e da più variabili

rappresentative degli asserti che sono oggetto di valutazione soggettiva da parte di ogni rispondente. Ad ogni

variabile “assertiva” sono associati i punteggi assegnabili lungo la scala di valori cardinali prescelta, da un

massimo a un minimo (ad. esempio da completamente d’accordo a in assoluto disaccordo, punteggi da 1 a 10).

La rappresentazione dei 18 stakeholder nello spazio valoriale della comunicazione (►figura seguente),

quella basata sulla comunicazione effettiva (componente 1) e quella desiderata (componente 2), consente di

identificare puntualmente come si posizionano i differenti soggetti su ognuno dei quattro quadranti.

La Scala delle distanze valoriali consente di rappresentare il gruppo degli stakeholder rappresentativi della

componente pubblica e privata del partenariato del PSR nello spazio valoriale della comunicazione

istituzionale.

Il primo quadrante in alto a destra della figura, include gli stakeholder che hanno fornito un giudizio positivo

sulle asserzioni correlate alla comunicazione effettiva e desiderata, e include i seguenti soggetti:

Confagricoltura (URAV);

Coldiretti;

CELVA;

Unione delle comunità montane Valdostane;

un Comune.

Che chi è collocato nel primo quadrante è più propenso a giudicare positivamente sia gli effetti del PSR sulla

competitività e sull’agricoltura di montagna (comunicazione desiderata) che il modo in cui la Regione

comunica all’esterno, opportunità di finanziamento, sui risultati raggiunti e sulle ultime novità dello sviluppo

rurale.

Nel secondo quadrante è inclusa l’AdG e i seguenti soggetti:

i periti agrari;

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la Comunità montana Monte Emilius

la Camera di Commercio.

I soggetti collocati nel secondo quadrante sono più propensi a giudicare positivamente gli effetti del PSR sulla

competitività, sull’ambiente e sullo sviluppo locale (comunicazione desiderata) e il modo in cui la Regione

comunica all’esterno, opportunità di finanziamento, i risultati e le ultime novità dello sviluppo rurale.

Il terzo quadrante, è quello che presenta giudizi al di sotto della media su tutte le asserzioni, ed include i

seguenti portatori di interesse:

la Confederazione Italiana degli Agricoltori;

il Collegio Regionale Geometri e Geometri Laureati della Valle d’Aosta;

l’Institut Agricole Régional;

Associazione Regionale Allevatori Valdostani.

Nel terzo quadrante si può evidenziare come per tutte le asserzioni, ad eccezione di quella relativa all’ambiente,

vi sia un giudizio negativo. Il giudizio negativo è più marcato sulle asserzioni legate alla dimensione della

comunicazione effettiva e relativamente a quella desiderata sull’efficacia della PAC rispetto allo sviluppo

locale e all’agricoltura di montagna.

Il quarto quadrante, infine, comprende i seguenti quattro soggetti:

l’Ordine dei dottori agronomi e forestali della Valle d'Aosta;

il Collegio interprovinciale degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati di Torino e Aosta;

la comunità Montana dell’Evancon;

un comune.

Il quarto quadrante è caratterizzato da una percezione negativa dei rispondenti sugli effetti del PSR sul sistema

agroalimentare e sull’ambiente e, al contrario, una percezione positiva sul contributo della PAC all’agricoltura

di montagna e allo sviluppo locale (comunicazione desiderata), mentre presenta una diffusa percezione

negativa sulla comunicazione effettiva.

All’interno dello spazio l’AdG, si va a collocare in una posizione valoriale intermedia, rispetto al totale dei

giudizi espressi, soprattutto rispetto a due elementi ricompresi nella dimensione della comunicazione

desiderata:

l’efficacia del PSR nel sostenere processi di sviluppo locale delle comunità;

l’efficacia della PAC nel favorire l’agricoltura di montagna.

Tali giudizi, che dovranno essere approfonditi con l’AdG, suggeriscono la presenza di una percezione negativa,

probabilmente legata alla complessità amministrativa e burocratica del PSR nell’accompagnare processi di

sviluppo locale e, allo stesso tempo, della PAC nell’adattarsi e incidere su un’agricoltura montana che in Valle

d’Aosta presenta elementi unici: il fondovalle, il mayen e l’alpeggio, la parcellizzazione della proprietà, la

ridotta produttività della zootecnia tradizionale che rappresenta tuttavia un valore culturale rilevante nel

contesto regionale. Tale percezione è presente anche in altri attori istituzionali intervistati, la Camera di

Commercio e l’Institut Agricole, nonché in uno dei soggetti portatori di interessi privati più rilevante nel

contesto agroalimentare valdostano: l’Associazione regionale degli allevatori.

Le implicazioni che ne discendono sono di natura programmatica e non possono che essere riferite al periodo

di programmazione post 2020, rispetto al quale la Regione insieme ai portatori di interesse dovrà riflettere e

trovare soluzioni che consentano di adattare gli strumenti a disposizione della nuova PAC al contesto e non

viceversa. Già nella programmazione 2014-2020, l’AdG aveva provato a negoziare con la Commissione la

possibilità di considerare l’intero PSR come un sottoprogramma tematico “Montagna”, con i relativi benefici

previsti in termini di tassi di cofinanziamento. Anche rispetto all’apporto del I pilastro e della sinergia con il

II, il sistema della domanda unica sta penalizzando gli agricoltori valdostani, con i ben noti ritardi

nell’erogazione dei contributi, aggravati dal ridotto peso che la Regione ha nei confronti dell’OP AGEA

tenendo conto delle somme che l’OP eroga annualmente.

Rispetto a questi due temi, non si può dunque parlare di un deficit della comunicazione istituzionale, quanto

più di una ridotta efficacia del PSR e della PAC nel sostenere la specificità del contesto agricolo

valdostano.

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Nello spazio valoriale legato agli obiettivi legati alla competitività e all’ambiente vi è una diffusa percezione

dell’efficacia del PSR nel coglierli, tuttavia è possibile evidenziare alcuni stakeholder in disaccordo:

sulla competitività, la CIA, lo IAR e l’Ordine degli Agronomi;

sull’ambiente, Confagricoltura, l’Ordine degli Agronomi e il Collegio degli Agrotecnici.

A giudizio del valutatore tali elementi sono anche legati alla dimensione della comunicazione effettiva, ed in

particolare quella relativa alla comunicazione dei risultati del PSR. La percezione sulla capacità della Regione

di comunicare gli effetti del PSR è l’asserzione con i giudizi più livellati verso il basso e con una discreta parte

di stakeholder che la ritiene non efficace.

Le implicazioni investono, in questo caso, la SdC che dovrebbe in futuro focalizzare parte della

comunicazione, in particolare:

comunicando parte dei dati di monitoraggio e di avanzamento finanziario, anche attraverso

un’apposita sezione del sito web che riporti i dati salienti sulle superfici oggetto di finanziamento,

sulle aziende agricole coinvolte, ecc.;

diffondendo, con il supporto del Valutatore, gli esiti delle attività valutative, anche in occasione

di eventi e manifestazioni dedicate all’agricoltura valdostana.

Per quanto riguarda, infine, la componente della comunicazione effettiva, emerge a livello generale un

appiattimento dei giudizi su valori intermedi). A tal proposito può essere richiamato quanto è emerso dalle

attività valutative condotte direttamente dall’AdG, le quali non solo hanno restituito indicazioni sull’efficacia

degli strumenti di comunicazione adottati ma, anche e soprattutto, un giudizio sull’efficacia del Programma.

Si tratta dell’inevitabile sovrapposizione tra il vissuto e il comunicato. I giudizi di merito dei soggetti

interpellati non misurano esclusivamente l’efficacia della comunicazione veicolata, in termini di chiarezza e

comprensione del messaggio trasmesso, ma fanno riferimento a come il messaggio, l’asserzione che sottende

il messaggio, siano effettivamente praticabili. Ad esempio, nel caso in cui sia necessario accedere al

finanziamento o ricevere un pagamento, i soggetti interpellati rispondono sulla base delle difficoltà incontrate

per accedere al sostegno, più che sulla qualità della comunicazione ricevuta.

Le implicazioni di natura valutativa investono dunque più la componente attuativa gestionale del PSR, rispetto

a quella comunicativa già colta dai focus group e dalle interviste realizzate dalla AdG: nei quadranti più critici

dello spazio valoriale si collocano, infatti, le associazioni di categoria e gli ordini professionali.

A tal proposito il valutatore concorda con le indicazioni già emerse dai focus group, relativamente alla

necessità di potenziare i canali di comunicazione, con le rappresentanze dei potenziali beneficiari e dei

tecnici/professionisti condividendo:

i bandi in uscita e gli elementi più critici per l’accesso ai finanziamenti;

le informazioni sugli iter procedurali delle pratiche di finanziamento.

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5 Valutazione degli effetti del PSR attraverso le traiettorie aziendali

5.1 La ricostruzione dei cluster delle aziende agricole valdostane

L’approccio metodologico proposto parte dal presupposto che l’azienda agricola sia il target principale e più

rilevante del PSR. L’azienda agricola è il tramite attraverso il quale è possibile da un lato ricomporre il quadro

degli interventi finanziati (sulle differenti FA) e dall’altro cogliere l’influenza del PSR sugli obiettivi del II

Pilastro, ad eccezione di poche tipologie di operazioni della priorità 6 che sono rivolte ad altre tipologie di

beneficiari.

La metodologia che si è scelto di utilizzare ha previsto la ricostruzione di profili tipologici delle aziende

agricole valdostane attraverso un panel di esperti. Per le caratteristiche peculiari della realtà agricola

valdostana, il metodo utilizzato non ha fatto dunque ricorso a tecniche di statistica multivariata applicate ad

una specifica selezione di dati da fonti esistenti, come poteva essere la RICA, ma è stato fondato sul consenso

di un gruppo di esperti (tra responsabili di Misura dell’AdG, tecnici dei CAA, agronomi, rappresentanti delle

principali associazioni di categoria e agricoltori.

Il processo di valutazione ha potuto dunque beneficiare di una lettura alternativa del contesto di intervento,

basata su una rappresentazione del sistema agricolo valdostano, oggetto della policy, attraverso le dinamiche

di gruppi di aziende. Tale rappresentazione consente di restituire gli esiti del processo valutativo in un formato

informativo più comprensibile dai portatori di interesse del PSR.

I cluster aziendali non sono altro che aggregati tipologici di aziende che, sulla base delle caratteristiche

intrinseche, rendono riconoscibile le “attitudini” delle aziende. Di seguito viene fornita una descrizione dei

cluster identificati dal panel, subito dopo l’etichetta del gruppo, tra parentesi viene riportato il peso percentuale

delle aziende contenute in ogni cluster rispetto al totale delle aziende regionali).

Gruppo 1: Aziende vitivinicole (Peso numerico: 1,7%)

Sono aziende che trasformano. Hanno canali di commercializzazione stabili. La dimensione media aziendale

oscilla tra l’ettaro e mezzo e i 15 ettari di SAU. La SAU media del gruppo è pari a 2,5 ha.

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In termini numerici sono circa 40. Sviluppano una PLV pari circa 4,8 Meuro (52 Meuro circa la PLV

Regionale). Il gruppo è stato oggetto di processo di ricambio generazionale, l’età media è intorno ai 40. Si

tratta di realtà private individuali. Sono aziende che investono, su innovazione di processo e di prodotto. Il

peso dei pagamenti a superficie del I Pilastro e pagamenti diretti II Pilastro incidono poco. L’OCM vino può

avere un suo peso.

Gruppo 2: Aziende Viticole (Peso numerico: 16,6% )

Sono aziende che conferiscono o che vendono (comprendono anche le policolture). Dal punto di vista numerico

sono circa 400 aziende. Sviluppano potenzialmente 7 Meuro di PLV. La SAU oscilla dai 2.000 m2 ai 5 ha, con

una SAU media 0,7 ha. L’età media dei conduttori è sopra i 50 ed è presente un problema di ricambio

generazionale. Per attitudine del conduttore la propensione agli investimenti è più ridotta (si concentra sui

nuovi vigneti e acquisto attrezzi). I pagamenti sulle misure a superficie del I e i pagamenti del II Pilastro

superfici incidono poco sulla PLV aziendale. L’OCM vino può avere un suo peso.

Gruppo 3: Aziende Frutticole che conferiscono (Peso numerico: 3,3%)

Sono circa 80 aziende anche se 4 aziende da sole concentrano il 70% della produzione. La PLV è pari circa a

624.000 euro. Fanno riferimento a realtà cooperativistiche valdostane. Nel mondo della cooperazione vi è una

ridotta propensione ad investire, le aziende hanno tuttavia ridotti costi relativi alla vendita e alla distribuzione.

Vi è un problema di ricambio generazionale ad eccezione delle 4 aziende leader. La SAU media è circa pari

a 2 ha. I pagamenti sulle misure a superficie del I e i pagamenti del II Pilastro superfici incidono poco sulla

PLV aziendale.

Gruppo 4: Aziende Frutticole che vendono (Peso numerico: 0,4%)

Si tratta di una decina di aziende con una capacità di produzione pari circa a 15.000 quintali. La PLV è

stimabile in circa 1.200.000 euro. Spuntano prezzi maggiori a cui vanno levati i costi sostenuti per la

commercializzazione. Si tratta di aziende che presentano una maggiore propensione ad investire e una

maggiore attenzione ai trattamenti per la salute pubblica e dei lavoratori. I pagamenti sulle misure a superficie

del I e i pagamenti del II Pilastro superfici incidono poco sulla PLV aziendale.

Gruppo 5: Aziende colture minori specializzate (Peso numerico: 1,2%)

Comprende un gruppo di una trentina di aziende che producono patate, ortaggi, piante officinali, piccoli frutti,

, canapa, cereali e florovivaistiche. Sviluppano circa 1 Meuro PLV. Si tratta perlopiù di aziende condotte da

giovani agricoltori, con una buona propensione ad investire. La Superficie media ha una estensione ridotta

(Media 0,5 ha) ma variabile a seconda della specializzazione: le orticole 2 ha, i piccoli frutti 5mila m2, i cereali

5mila m2, piante officinali 2mila m2.

Gruppo 6: Fondovalle cedenti Estive (Peso numerico: 18,7%)

Include le aziende di fondovalle che cedono a terzi il bestiame per la monticazione estiva. Si tratta di circa 450

aziende con PLV e UBA rilevante rispetto al totale regionale. È scarsa la propensione investire (investimenti

in macchine e attrezzi). In diminuzione la % di capi per la monticazione. Sono soggette ad un problema di

ricambio generazionale.

Gruppo 7: Fondovalle 365 (Peso numerico: 8,3%)

Si tratta di aziende che hanno rinunciato alla cessione del bestiame nel periodo estivo e che concentrano

l’attività zootecnica nel fondovalle. Sono circa 200, con PLV e UBA superiore a quelle del gruppo 6,

dimostrano una buona propensione investire (investimenti in macchine e attrezzi), il fenomeno del ricambio

generazionale è meno problematico, ma l’attività zootecnica determina una pressione ambientale.

Gruppo 8: Integrato monticazione tradizionale (Peso numerico: 12,4%)

Include circa 300 aziende che praticano una monticazione tradizionale. Sono aziende caratterizzate da una

PLV e UBA rilevante, con una bassa propensione all’investimento nell’alpeggio, e una maggiore nella struttura

aziendale. Vi è un problema di ricambio generazionale ma meno che in altri gruppi. Il peso del primo pilastro

e delle misure a superficie del II è rilevante.

Gruppo 9: Aziende Marginali foraggicole (Peso numerico: 35,3%)

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Include un nutrito gruppo di aziende marginali a supporto della filiera zootecnica. Le aziende circa 850, la

PLV e UBA sono poco rilevanti rispetto al dato regionale ma si tratta di aziende importanti per la filiera

zootecnica. La sostenibilità economica di tali aziende è bassa e non investono. La SAU media è bassa.

Gruppo 10: Ovicaprino (Peso numerico: 2,1%)

Il gruppo racchiude circa 50 aziende che producono e trasformano. La PLV e 106 UBA. Presentano una buona

sostenibilità economica, investono puntando alla trasformazione e vendita diretta.

5.2 Le traiettorie delle aziende agricole valdostane nello spazio della competitività e

dell’ambiente

Al panel di esperti è stato chiesto inoltre di collocare i cluster tipologici delle aziende agricole valdostane

all’interno di uno spazio che descrive la diversa attitudine delle aziende agricole rispetto alla competitività e

all’ambiente (► vedi figura seguente).

Ogni asse è descritto in maniera dicotomica da due termini che si trovano l’uno all’opposto dell’altro: così la

competitività è rappresentata dalla dicotomia mercato/sostegno è l’ambiente da impronta ecologica

virtuosa/impronta ecologica viziosa. Ogni cluster (cerchio) è dimensionato rispetto alla rilevanza che a giudizio

degli esperti assume in termini di PLV.

Ogni quadrante è sintetizzato da una traiettoria (linea rossa) che rappresenta le possibili combinazioni tra

competitività e ambiente:

il primo quadrante, descrive l’attitudine delle aziende più orientate al mercato, che perseguono una

traiettoria di incremento della competitività aziendale attraverso processi di estensivizzazione o di

compensazione ambientale (riutilizzo scarti per produzione energia, utilizzo fonti rinnovabili, minimum

o zero tillage, agricoltura di precisione…ecc, o per politche di filiera che puntano sulla qualità);

il secondo quadrante, descrive l’attitudine di chi sempre orientato al mercato, persegue traiettorie basate

su processi di intensivizzazione (concentrazione e/o politiche di filiera sulla quantità) che generano

pressione sull’ambiente con poca compensazione;

nel terzo quadrante si collocano le aziende che si reggono grazie agli aiuti e possono scivolare lungo una

traiettoria di abbandono dell’attività che rischia di creare pressione ambientale (per la funzione di presidio

del territorio in ambientale o per un uso alternativo del suolo);

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nel quarto le aziende sostenute dagli aiuti pubblici che possono scivolare lungo una traiettoria di

abbandono ma in un contesto nel quale la rinaturalizzazione delle superfici (boschi) può avere una

funzione positiva per l’ambiente.

Al panel di esperti è stato chiesto inoltre, sulla base delle loro conoscenze in merito all’implementazione del

PSR, di ipotizzare le traiettorie di sviluppo all’interno dei cluster identificati delle aziende intercettate dal PSR

(► vedi figura sopra). Attraverso la discussione si è giunti ad un consenso generalizzato sulle traiettorie

possibili, di seguito specificate:

Gruppo 1: Aziende vitivinicole, le aziende del cluster attraverso il PSR aumenteranno le prestazioni

economiche e ambientali;

Gruppo 2: Aziende Viticole le aziende attraverso il PSR potrebbero sviluppare l’integrazione di

filiera aziendale e dunque spostarsi sul gruppo;

Gruppo 3: Aziende Frutticole che conferiscono: le aziende difficilmente si sposteranno dal cluster

di appartenenza per effetto del PSR, il ricambio generazionale potrebbe spingerle tuttavia verso la

chiusura della filiera aziendale attraverso la vendita diretta;

Gruppo 4: Aziende Frutticole che vendono queste aziende, come quelle del gruppo 1, sono destinate

attraverso il PSR a consolidare le loro prestazioni economiche garantendo una sostenibilità ambientale;

Gruppo 5: Aziende colture minori specializzate: sono le più dinamiche (perlopiù condotte da

giovani agricoltori) e attraverso il PSR potrebbero consolidare le loro prestazioni economiche ed

ambientali.

Gruppo 6: Fondovalle cedenti Estive poco interessate dal PSR, potrebbero essere interessate da un

problema di abbandono;

Gruppo 7: Fondovalle 365 le aziende attraverso il PSR investiranno per migliorare le prestazioni

ambientali e la sostenibilità economica. Si tratta di un target di aziende da monitorare con attenzione

proprio per il rischio di incremento della pressione ambientale sul fondovalle;

Gruppo 8: Integrato monticazione tradizionale sono le aziende di alpeggio che rivestono un ruolo

rilevante nella filiera fontina. Poco interessate dal PSR sulla competitività è invece rilevante il peso

delle misure a finalità ambientale;

Gruppo 9: Aziende Marginali foraggicole poco interessate dal PSR sulla competività, più dalle

misure ambientali, si tratta di aziende da monitorare per la loro rilevanza all’interno del sistema

fontina;

Gruppo 10: Ovicaprino (Peso numerico: 2,1%), come per le aziende del gruppo 1 e 2,

consolideranno grazie al PSR la loro traiettoria verso una maggiore competitività accompagnata dal

miglioramento delle prestazioni ambientali.

Questa tecnica ha dunque consentito di restituire al decisore politico una mappa del contesto programmatico

di intervento delineando il posizionamento delle aziende valdostane per cluster tipologici rispetto a due macro-

obiettivi della PAC la competitività e la sostenibilità ambientale.

Inoltre, dai giudizi convergenti degli esperti è stato possibile delineare le possibili traiettorie di sviluppo dei

cluster aziendali per effetto del PSR, in una fase della programmazione dove l’impatto del PSR è solo

potenziale e relativo a un numero limitato di progetti conclusi che non hanno ancora dispiegato i propri effetti.

Tale analisi è stata valorizzata anche all’interno della risposta ad alcuni dei QV previsti (► Cap. 6)., in

particolare per le FA 2A, 2B e 3A, nonché per la riposta al quesito sulla competitività della PAC (n.28). Nel

prosieguo delle attività di valutazione dovranno essere predisposti i seguenti passi:

matching dei cluster qualitativi identificati con il panel delle aziende RICA (contesto);

matching dei cluster qualitativi identificati con l’universo delle aziende agricole beneficiarie;

realizzazione di indagini su un campione di aziende, anche prima che abbiano concluso l’investimento

per comprendere la traiettoria di sviluppo che l’azienda grazie ai fondi del PSR sta perseguendo;

ri-attivazione del panel degli esperti che hanno costruito la cluster per riflettere sulle evidenze raccolte

attraverso l’analisi dei dati sul campione di aziende e validare le traiettorie di sviluppo innescate.

In tal modo, il valutatore ritiene che possa essere fornita all’AdG una lettura più organica sul come il PSR

impatta sul sistema agricolo regionale, senza tuttavia depotenziare il “mandato” valutativo sul calcolo degli

indicatori complementari di risultato e di impatto.

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6 La risposta alle domande di valutazione

6.1 La risposta alle domande di valutazione della priorità 1

6.1.1 QVC 1: FA 1A in che misura gli interventi del PSR hanno fornito un sostegno all’innovazione,

alla cooperazione allo sviluppo della base di conoscenze nelle zone rurali?

Descrizione del contesto socio-economico e programmatico

Il sistema dell’innovazione regionale in agricoltura è connotato da un buon ecosistema di assistenza pubblica

e privata, grazie alla presenza di enti di ricerca in agricoltura quali l'Institut agricole régional (IAR) per le

attività di ricerca di carattere generale, il Centro di ricerche, studi, salvaguardia, rappresentanza e

valorizzazione per la viticoltura di montagna (CERVIM) per le attività di ricerca in ambito vitivinicolo,

l'Association Régional des Eleveurs Valdôtains (AREV) e l'Associazione Nazionale Allevatori Bovini Razza

Valdostana (A.N.A.Bo.Ra.Va.) per il settore zootecnico. Dall’analisi di contesto emerge tuttavia come sia

necessario uno sforzo aggiuntivo per meglio raccordare i diversi soggetti che si occupano di innovazione, a

partire dalle imprese e dalle loro specifiche esigenze. Rimane necessario favorire l’accesso degli imprenditori

agricoli alle informazioni di tipo innovativo connesse alla crescita economica e sociale, così come la

promozione della formazione di figure idonee a favorire e supportare i processi di cambiamento delle aree

rurali e promuovere l’innovazione a livello locale. Il complesso delle misure 1 e 16 rappresenta la sfida

regionale alla FA1A L’organizzazione delle sottomisure nella Regione contribuisce efficacemente

all'identificazione e alla promozione dell'innovazione in modo collaborativo attraverso il sostegno sia alle

attività di crescita culturale e tecnica degli operatori ma anche al sostegno che sarà offerto ai progetti di

cooperazione di supporto all'innovazione.

QVC 1 Focus area 1C-Tab. 1 – Quantificazione degli indicatori di contesto

Indicatori 2006 …. 2010 2018

CI24 Formazione Imprenditori Agricoli Non ancora

descrivibile

La priorità 1 dell’Unione è “promuovere il trasferimento di conoscenze e l’innovazione nel settore agricolo e

forestale e nelle zone rurali”: Aspetto specifico 1A: stimolare l’innovazione, la cooperazione e lo sviluppo

della base di conoscenze nelle zone rurali;

La strategia regionale adottata per rispondere ai fabbisogni identificati è incentrata in una struttura di

governance del sistema della conoscenza più efficace volta a migliorare le relazioni tra attori. Si vuole inoltre

stimolare la produzione di strumenti e metodi per il trasferimento delle conoscenze come le reti e le diverse

forme di cooperazione in un approccio multi-attoriale. La strategia prevede il potenziamento delle azioni

innovative di processo e prodotto e della cooperazione in ambiti quali l’energia e le foreste, mentre le soluzioni

innovative per la formazione e l’apprendimento saranno orientate su metodiche già utilizzate anche in ambito

manageriale.

Attuazione del Programma

Le sottomisure previste sono 5:

sottomisura 1.1 “Sostegno ad azioni di formazione professionale e acquisizione di competenze”; “Il

sostegno nell'ambito della presente sottomisura è destinato ad azioni di formazione professionale e

acquisizione di competenze finalizzate ad aumentare la sostenibilità ambientale e finanziaria degli

operatori rurali.

sottomisura 1.2 “Sostegno ad attività dimostrative e azioni di informazione” “Progetti di

informazione” La sottomisura è finalizzata a promuovere l’informazione sulle tematiche ambientali

e a dare impulso ad azioni di innovazione, di processo e di prodotto, attraverso la realizzazione di

attività dimostrative ed specifiche azioni di informazione dedicate agli operatori rurali.

sottomisura 1.3 “Sostegno a scambi interaziendali di breve durata e visite ad aziende agricole". La

presente sottomisura sostiene gli scambi interaziendali di breve durata nel settore agricolo, nonché

le visite ad aziende agricole, finalizzati a promuovere il trasferimento delle conoscenze e lo scambio

di buone prassi tra operatori agricoli.

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sottomisura 16.6 - cooperazione di filiera per l’approvvigionamento sostenibile di biomasse da

utilizzare nella produzione di energia;

sottomisura 16.8 - stesura di piani di gestione forestale o di documenti equivalenti.

QVC 1 Focus Area 1A -Tab. 2 : dotazione finanziaria, n. e valore delle domande presentate,

ammesse e concluse Misure/

Sub

misure

Descrizione Allocazione

finanziaria

(Meuro)

Domande

presentate

Domande

Ammesse

Interventi conclusi

N. Meuro N. Meuro N. Meuro

1.1.1. Sostegno alla formazione professionale

ed acquisizione di conoscenze 0,34 8 0,25 7 0,23

1.2.1. Sostegno ad attività dimostrative ed

azioni di informazione 0,03 1 0,01 1 0,01

1.3.1

Sostegno per scambi interaziendali di

breve durata e visite alle aziende

agricole

0,03 2 0,06

16.6

cooperazione di filiera per

l’approvvigionamento sostenibile di

biomasse da utilizzare nella produzione

di energia

non attivata al 31.12.2018

16.8 stesura di piani di gestione forestale o di

documenti equivalenti non attivata al 31.12.2018

In termini di avanzamento, la misura 1.1.1 ha ammesso numero 7 domande di sostegno per 0,23 meuro mentre

la 1.2.1 una domanda per circa 10.000 euro.

Criteri di giudizio e indicatori pertinenti

Tab. 1. QVC 1-Tab. 3 - Focus Area 1A: collegamenti tra criteri di giudizio, indicatori di risultato

comuni e aggiuntivi

Criteri di giudizio Indicatori

(comuni e del valutatore)

Tipologia di indicatore Valore Valore obiettivo

(se pertinente)

I progetti di PSR sono

stati innovativi e basati su

conoscenze sviluppate

T1: percentuale di spesa a norma degli

articoli 14, 15 e 35 del regolamento (UE)

n. 1305/2013 in relazione alla spesa totale

del PSR.

O Non ancora

descrivibile

0,59

Indicatore aggiuntivo: % di progetti

innovativi sul totale dei progetti sostenuti

dal PSR.

Non ancora

descrivibile

NA

Approccio metodologico

L’approccio metodologico si articola in varie fasi che prendono origine dall’analisi del potenziale di

innovazione dei beneficiari contenuto nelle misure e sotto-misure del gruppo M1, M16 al fine di individuare

interventi classificati come innovativi. Identificate le misure e sotto-misure collegate con il potenziale

innovativo si è rende necessario quantificare gli indicatori di prodotto e obiettivo utilizzando, come

precedentemente esposto i dati provenienti dalle varie fonti indicate. La base dati prescelta verrà integrata con

la raccolta di dati utili per rispondere alla domanda di valutazione con l’aiuto di metodi specifici. In questa

fase ancora prodromica di attuazione è stato adottato soltanto il monitoraggio dell’avanzamento in attesa di

un’attuazione qualificabile.

La qualità e validità dei dati è stata verificata con i documenti amministrativi regionali

I limiti ed i rischi legati alla quantificazione degli indicatori al momento sono bassi trattandosi di primi

indicatori obiettivi.

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Risposta alla domanda di valutazione

L’avanzamento delle misure (1,16) ancora non raggiunge livelli tali da poter permettere un esame dei contenuti

che concorrono all’innovazione del PSR.

Per la misura 1 si evince che il concorso all’innovazione di strumenti e contenuti ancora non è espresso. Sarà

utile osservare i risultati delle attività di focus group e workshop,

Per la misura 2 – non risulta programmata.

Per le due sottomisure del gruppo 16 non attivate sarà necessario attendere la definizione delle proposte

progettuali. Le misure sono state analizzate attraverso i tre percorsi relativi all’ambiente per le idee, la

promozione delle capacità e l’ambiente abilitante.

L’avanzamento delle misure (1,16) ancora non raggiunge, per la nuova programmazione, livelli tali da poter

permettere un sufficiente esame dei contenuti che concorrono all’innovazione del PSR. Il concorso

all’innovazione di strumenti e contenuti dovrà essere validato in fase operativa conferendo concretezza alla

fase programmatoria. Le misure e gli interventi sono stati analizzati attraverso i tre percorsi relativi

all’ambiente per le idee, la promozione delle capacità e l’ambiente abilitante indicate dalla Commissione

Europea come salienti, all’interno della metodologia di approccio valutativo agli elementi innovativi contenuti

nei programmi di sviluppo rurale.

L'analisi è stata condotta, su ciascun percorso, attraverso l’adozione di un peso da 0 a 3 che definisce il

contributo all’innovazione della sottomisura esaminata, questo contributo è stato scalato in 4 valori che

esprimono un giudizio qualitativo: 0=nullo, 1=modesto, 2=buono, 3=elevato. Il giudizio è stato attribuito in

prima battuta dal Valutatore, in base ai contenuti disponibili della sottomisura attivata, e dove possibile in

accordo con il RdM. Il primo percorso (ambiente per le idee) consiste nella Individuazione e sviluppo di nuove

idee (ossia opinioni, approcci, prodotti, pratiche, servizi, processi produttivi/tecnologie, nuove modalità di

organizzazione o nuove forme di cooperazione e apprendimento) che la Regione è stata in grado di favorire.

Le componenti che maggiormente possono incidere sull’innovazione linea “ambiente per le idee” sono state

le sotto-misura 1.1, 1.2 e 1.3 sulle altre linee che riguardano “la promozione delle capacità” il contributo si

rileva dalla 1.2 e 1.3 mentre per “l’ambiente abilitante” un buon apporto è dato dalla 1.1

Questa valutazione è stata effettuata in prima battuta su una quantità di elementi esigua ma è utile per una

prima rilevazione dei percorsi, e via via si implementeranno le misure, prenderanno corpo in una valutazione

più compiuta.

Il secondo percorso (promozione delle capacità) è relativo alla valutazione della capacità dei singoli e dello

stesso sistema di conoscenza e innovazione di sperimentare, organizzarsi e utilizzare nuove idee e approcci

(facilità del sistema a reagire a nuovi stimoli, a creare rapporti su nuove idee e svilupparle, fare cooperazione).

Da ultimo è importante quanto e come il contesto (ambiente abilitante) politico e istituzionale è favorevole e

facilitante per i processi innovativi emergenti (ad esempio il contorno normativo, la facilità dei rapporti con la

PA, la facilità di creare nuove imprese, il sistema degli incentivi, etc..).

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CONCLUSIONI RACCOMANDAZIONE

Il contribuito a stimolare la diffusione della conoscenza

attraverso azioni formative e informative, scambi

interaziendali, visite è rilevante, compreso l’utilizzo di

workshop e seminari e presenta contenuti direttamente

connessi alla capacità di innovare e allo sviluppo delle

conoscenze

La misura 1 non ha una buona implementazione

al 31 dic 2018, nonostante i bandi attivati. Si

raccomanda di implementare con rapidità le

attività formative..

Le strutture e procedure che agevolano l’innovazione

sono sufficienti e direttamente connesse al processo

innovativo anche se una più ampia valutazione merita

un avanzamento tangibile.

Le misure di cooperazione necessitano di una

rapida attivazione e se ne raccomanda la

diffusione delle opportunità attraverso gli

strumenti di comunicazione del PSR.

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6.1.2 QVC 2: FA 1B in che misura gli interventi del PSR hanno rinsaldato i nessi tra agricoltura,

produzione alimentare e silvicoltura, da un lato, e ricerca e innovazione, dall’altro, anche al fine

di migliorare la gestione e le prestazioni ambientali?

Descrizione del contesto socio-economico e programmatico

La misura 16 a sua volta divisa in 2 sottomisure rappresenta una sfida davvero importante per tentare di

migliorare e ridurre la distanza tra il mondo della ricerca ed il mondo della produzione cercando di migliorare

complessivamente la cooperazione tra gli attori dell’innovazione. Nella sua articolazione questa linea

programmatica tende a colmare una serie variegata di fabbisogni già identificati nell’analisi SWOT. La Misura

è articolata in 2 tipologie di intervento:

16.6 - cooperazione di filiera per l’approvvigionamento sostenibile di biomasse da utilizzare nella

produzione di energia;

16.8 - stesura di piani di gestione forestale o di documenti equivalenti.

La misura 16 contribuisce all’incremento dell’attività di innovazione delle imprese attraverso il sostegno alla

valorizzazione economica dei risultati della ricerca, al rafforzamento dei sistemi innovativi regionali ed alla

diffusione dei risultati ottenuti.

Attuazione del Programma

Al 31 dicembre 2018 nessuna misura di quelle previste nella programmazione risultava attivata.

L’unico GAL attivato in Valdaosta procederà con bandi delle misure 16.3 sottointervento 1, 16.3

sottointervento 2, 16.4.1 e 16.4.2 nel biennio 2019-2020. Al 31.12.2018 non era stato pubblicato alcun bando.

Criteri di giudizio e indicatori pertinenti

Tab. 2. QVC 2 Focus area 1B-Tab. 1 - Collegamenti tra criteri di giudizio, indicatori di risultato

comuni e aggiuntivi

Criteri Indicatori Tipologia di

indicatore

Valore Valore

obiettivo

(se

pertinente)

1. Instaurazione di

collaborazione a lungo

termine tra soggetti nel settore

agricolo, della produzione

alimentare e forestale e istituti

di ricerca e innovazione

T2. N. totale di operazioni di cooperazione

sovvenzionate nel quadro della misura di

cooperazione

T/VAL 0 12

O17. N. di azioni di cooperazione finanziate

(diverse dal PEI), N. e tipologia di partner O/VAL 0 NA

2. Efficacia delle iniziative di

cooperazione

Tipo e contenuto dell’innovazione

(descrizione dell'innovazione creata e del

suo utilizzo da parte dei beneficiari e/o non

beneficiari)

VAL Non ancora

quantificabile NA

Diffusione delle innovazioni finanziate

presso ulteriori soggetti rispetto ai

componenti del partenariato

VAL Non ancora

descrivibile NA

Approccio metodologico

Per la valutazione della parte relativa all’innovazione della domanda n. 2 del QVC ci si è orienterà

nell’individuazione ed identificazione, tra i beneficiari della misura M16 e delle relative sotto-misure, del loro

potenziale di innovazione inteso come numero di beneficiari che hanno attuato operazioni classificate come

innovative. Si è passerà quindi alla quantificazione degli indicatori di prodotto e obiettivo con l’aiuto dei dati

di monitoraggio sugli interventi. Per rispondere alla domanda di valutazione si integreranno le basi della

conoscenza con la raccolta di dati utili attraverso l’utilizzo di metodi specifici. La metodologia si completerà

con l’analisi e l’interpretazione dei dati raccolti e utilizzando i risultati per rispondere alla domanda n. 2 del

QVC in termini di rafforzamento dei nessi rispetto all’innovazione.

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Risposta alla domanda di valutazione

Nessun intervento attivato pertanto non è possibile rispondere alla domanda di valutazione.

Conclusioni e raccomandazioni

Ancora non si delinea con efficacia la tendenza del PSR ad utilizzare la misura “cooperazione” per identificare

l’innovazione nelle zone rurali. Le due sottomisure identificate in sede di programmazione non sono state

ancora attivate.

CONCLUSIONI RACCOMANDAZIONE

Nessuna delle misure del gruppo 16 risulta attivata Il Valutatore si riserva di fornire raccomandazioni

più puntuali ad uno stato di attuazione più

avanzato

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6.1.3 QVC 3: FA 1C in che misura gli interventi del PSR hanno favorito l’apprendimento lungo tutto

l’arco della vita e la formazione professionale nel settore agricolo e forestale?

Descrizione del contesto socio-economico e programmatico

L’ambito socio-economico delineato nell’analisi di contesto fa emergere un basso livello di specializzazione

nelle aziende valdostane, infatti meno del 5,4% dei capi azienda presenta una formazione agricola; ma la

percentuale sale al 21,4% se si considerano solo i conduttori di età inferiore a 35 anni. La ridotta superficie

aziendale e l’ampia differenziazione produttiva, molta della quale disegnata su un’orografia articolata, non

aiuta la scarsa conoscenza da parte degli imprenditori agricoli delle tematiche in materia di miglioramento,

ripristino e valorizzazione degli ecosistemi connessi all’agricoltura. Un valore è la diversificazione a sostegno

della creazione di valore aggiunto in agricoltura nella quale, l’innovazione ed il trasferimento di conoscenze

possono giocare un ruolo importante. I fabbisogni tracciati si riferiscono ad una formazione più specifica e

contestualizzata con un maggior trasferimento di conoscenze dal settore della ricerca alle imprese agricole,

agroalimentari e forestali, nonché maggiori conoscenze sulle misure di conservazione delle zone Natura 2000.

In Valle d’Aosta le attività di formazione, ricerca e sperimentazione in ambito agricolo sono svolte dall’Institut

Agricole Régional (IAR) che eroga, oltre al corso rivolto ai giovani finalizzato all’insediamento, anche la

formazione professionale agli agricoltori. Dal 2011, anno di avvio della Misura 114, sono attivi sul territorio

5 organismi di consulenza riconosciuti a livello regionale, i cui servizi hanno conosciuto un crescente successo.

Le azioni individuate sono quelle relative agli scambi aziendali di breve durata e le visite aziendali che

permetteranno la diffusione di buone pratiche e di tecniche innovative sperimentate con successo da alcune

realtà.

La Misura 1 si articola nelle seguenti tipologie di intervento:

"Sostegno alla formazione professionale e acquisizione di conoscenze";

"Sostegno ad attività dimostrative e azioni di informazione";

"Sostegno a scambi interaziendali di breve durata e visite ad aziende agricole".

Tutte le tipologie di intervento sono coerenti e complementari con le azioni condotte nel quadro del PO

investimenti per l’occupazione (FSE) della Valle d’Aosta

Attuazione del Programma

La dotazione finanziaria complessiva della misura 1 è 400.030,15 euro.

L’attuazione del programma è in corso con 3 sotto-misure:

sottomisura 1.1 “Sostegno ad azioni di formazione professionale e acquisizione di competenze”; “Il

sostegno nell'ambito della presente sottomisura è destinato ad azioni di formazione professionale e

acquisizione di competenze finalizzate ad aumentare la sostenibilità ambientale e finanziaria degli

operatori rurali.

sottomisura 1.2 “Sostegno ad attività dimostrative e azioni di informazione” “Progetti di

informazione” La sottomisura è finalizzata a promuovere l’informazione sulle tematiche ambientali e

a dare impulso ad azioni di innovazione, di processo e di prodotto, attraverso la realizzazione di attività

dimostrative ed specifiche azioni di informazione dedicate agli operatori rurali.

sottomisura 1.3 “Sostegno a scambi interaziendali di breve durata e visite ad aziende agricole". La

presente sottomisura sostiene gli scambi interaziendali di breve durata nel settore agricolo, nonché le

visite ad aziende agricole, finalizzati a promuovere il trasferimento delle conoscenze e lo scambio di

buone prassi tra operatori agricoli.

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QVC3. Tab 1 Importi messi a bando

Misura Intervento Descrizione SPESA PUBBLICA

PROGRAMMATA Importi messi a bando

M1

1.1.1. Sostegno alla formazione professionale ed acquisizione di

conoscenze 340.025,51 244.322,00

1.2.1. Sostegno ad attività dimostrative ed azioni di informazione 30.002,32 30.000,00

1.3.1 Sostegno per scambi interaziendali di breve durata e visite alle

aziende agricole 30.002,32 30.000,00

Il primo bando è stato aperto con provvedimento dirigenziale N. 4461 in data 01-09-2017 e riguarda tutte e tre

le sottomisure:

QVC 3 Tab. 2 Interventi previsti nel primo bando per FA

SOTTO

MISURA INTERVENTO PRIORITA

FOCUS

AREA

M 1.1

n. 1 coltivazione nei terreni difficili: corso per i piccoli frutti e la frutta a guscio, anno 2018. P4

n. 1 corso di formazione per operatori agrituristici, con la possibilità di acquisire le conoscenze necessarie per

offrire il servizio di fattoria didattica, anno 2018-2019.

2A

n. 1 corso Nuova programmazione – Nuova imprenditorialità: corso su aspetti relativi alle opportunità offerte,

su quelli gestionali, finanziari, economici, assicurativi, per migliorare la professionalità dei gestori di aziende

agricole, anno 2018-2019.

n. 5 corsi di formazione e intervento: CREIAMO INSIEME – Sviluppo di 5 territori di media montagna della

Valle d’Aosta. Itinerari e paesaggi intercomunali abbinati all’enogastronomia. Impara a creare o migliorare,

con i tuoi partner, l’offerta enogastronomica e turistica del tuo territorio.

M 1.2 sostegno agli agricoltori tramite la realizzazione di attività dimostrative e azioni d’informazione, mirate al

miglioramento economico delle aziende, attraverso l’organizzazione di seminari, workshop e focus group. 2A e P4

M 1.3

organizzazione di attività formative, per interventi idonei a preservare gli ecosistemi fragili e le risorse naturali,

attraverso scambi interaziendali di breve durata, non superiori ai 15 giorni, e visite alle aziende agricole per

favorire il trasferimento delle conoscenze e delle buone pratiche, tra operatori agricoli. I beneficiari sono i

fornitori dei servizi di organizzazione e gestione degli scambi e visite, per agricoltori. Si tratta d’interventi

collettivi organizzati presso aziende site in zone rurali e montane, indicate nel progetto proposto

all’Amministrazione regionale.

P4

organizzazione di attività formative attraverso scambi interaziendali di breve durata, non superiori ai 15 giorni,

e visite alle aziende agricole per favorire il trasferimento delle conoscenze e delle buone pratiche tra operatori

agricoli. I beneficiari sono i fornitori dei servizi di organizzazione e gestione degli scambi e visite, per agricoltori.

Si tratta d’interventi collettivi organizzati presso aziende site in zone rurali e montane, indicate nel progetto

proposto all’Amministrazione regionale.

2A

Il bando prevede tutti gli interventi della Misura 1 con numerose tematiche anche gestionali e finalizzando

alcuni interventi della 1.3 sugli ambiti ambientali oltre a presentare tematiche anche innovative come i corsi

CREIAMO INSIEME.

Il secondo bando è stato aperto con provvedimento dirigenziale N. 7629 in data 20-12-2018 e riguarda tutte e

tre le sottomisure.

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QVC 3 Tab 3 Interventi previsti nel secondo bando per FA con scadenza nel 2019

SOTTO MISURA

INTERVENTO PRIORITA FOCUS AREA

M 1.1 -

N. 1 Corso di tipo B previsto dall'art.7 della l.r. 16 febbraio 2011, n. 2 - Disciplina delle attività di coltivazione

raccolta, prima trasformazione, trasformazione e commercializzazione delle piante officinali.. P4

CORSO DIVERSIFICARE L’ATTIVITÁ E AUMENTARE LA COMPETITIVITÁ, intervento formativo di

30 ore per agricoltori, fino ad un massimo di 25 persone, disponibili ad ampliare la multifunzionalità della

propria azienda, cogliendo nuove opportunità di sviluppo nei seguenti settori:

SERVIZI, attività ricreative, sociali e sevizi alla persona;

PRODOTTI, educazione alimentare (dalla terra alla tavola, i consumatori imparano divertendosi) e

agri catering;

AMBIENTE, educazione ambientale (percorsi naturalistici/culturali);

TERRITORIO, sistemazioni e piccoli interventi nei boschi dotati di alberi di castagno da frutto e

valorizzazione delle produzioni nell’ottica della filiera corta.

Visita didattica finale di due giorni, in aziende leader nel settore.

N. 1 corso NP – NI Nuova programmazione – Nuova imprenditorialità

Migliorare la professionalità dei gestori delle aziende agricole attraverso l’illustrazione di casi studio, di

esempi locali concreti, puntualizzazione dei principali aspetti gestionali, finanziari, economici, assicurativi,

anno 2019 - 2020

2A

M 1.2 Sostegno agli agricoltori tramite la realizzazione di attività dimostrative e azioni d’informazione, mirate al

miglioramento economico delle aziende, attraverso l’organizzazione di seminari, workshop e focus group. 2A e P4

M 1.3

Organizzazione di attività formative finalizzate a favorire il trasferimento delle conoscenze e delle buone

pratiche, attraverso la realizzazione di visite alle aziende agricole. I beneficiari sono gli enti di formazione

accreditati che organizzano e gestiscono le visite, reclutano e coordinano gli agricoltori. Si tratta d’interventi

collettivi organizzati presso aziende site in zone rurali e montane, da indicare nel progetto proposto

all’Amministrazione regionale. organizzati presso aziende site in zone rurali e montane, indicate nel progetto

proposto all’Amministrazione regionale.

2A e P4

Il secondo bando è incentrato da un lato sulle officinali e dall’altro sulla crescita delle capacità manageriali

degli imprenditori agricoli andando quindi a ben interpretare i fabbisogni individuati.

QVC 3 -Tab. 3 – dotazione finanziaria, n. e valore delle domande presentate, ammesse e concluse Misure/

Sub

misure

Descrizione Allocazione

finanziaria

(Meuro)

Domande

presentate

Domande Ammesse Interventi conclusi

N. Meuro N. Meuro N. Meuro

1.1.1.

Sostegno alla formazione

professionale ed acquisizione di

conoscenze

0,34 8 0,25 7 0,23

1.2.1.

Sostegno ad attività

dimostrative ed azioni di

informazione

0,03 1 0,01 1 0,01

1.3.1

Sostegno per scambi

interaziendali di breve durata e

visite alle aziende agricole

0,03 2 0,06

L’avanzamento non ancora operativo sui corsi, evidenzia che è premiata la formazione professionale con

l’assegnazione di quasi l’85% delle risorse disponibili.

Risulta un trascinamento della Vecchia Programmazione M113 con 10 domande per 0,51 meuro i cui saldi si

chiuderanno nel 2020.

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Criteri di giudizio e indicatori pertinenti

Tab. 3. QVC 3 Focus area 1C-Tab. 4 - Collegamenti tra criteri di giudizio, indicatori di risultato

comuni e aggiuntivi

Criteri di

giudizio

Indicatori

(comuni e del valutatore)

Tipologia di

indicatore

Valore Valore obiettivo

(se pertinente)

Numero di

persone in

ambito rurale

che hanno

finalizzato

l'apprendimento

permanente e la

formazione

professionale nei

settori agricolo e

forestale

T3: numero totale di partecipanti formati a

norma dell'articolo 14 del regolamento

(UE) n. 1305/2013 (aspetto specifico

Target 0 500

O1. Spesa pubblica totale (euro) O 0 0,40 Meuro

O11 Numero di giorni di formazione

realizzati O

Non ancora

quantificabile NA

O12 Numero di partecipanti in formazione O 0 NA

Percezione dell’efficacia/utilità della

formazione ricevuta rispetto ai fabbisogni Val

Non ancora

verificabile NA

% di partecipanti che ricevono certificati da

istituti di istruzione e formazione

riconosciuti tramite attività sostenute

VAL Non ancora

quantificabile NA

% di formati che hanno poi presentato

domanda su altre misure del PSR (con

riferimento ai trascinamenti)

VAL Non ancora

verificabile NA

Approccio metodologico

L’approccio metodologico consiste nella quantificazione dell’indicatore comune T3 che viene raccolto tramite

il sistema di monitoraggio e fornisce il numero totale di partecipanti formati, ma le attività formative sono in

corso nel 2019 e pertanto non è possibile rilevare alcun avanzamento.

Il calcolo degli ulteriori indicatori sarà desumibile dai progetti definitivi approvati e dalla disaggregazione

degli allievi rispetto ai corsi ammessi.

Per la valutazione qualitativa, i metodi valutativi che saranno messi a punto consentiranno, a corsi compiuti

di: a) interpretare i valori quantitativi degli indicatori; b) valutare l'effetto netto del PSR sull'apprendimento

permanente, ad es. se i partecipanti possono applicare le conoscenze nelle loro attività economiche e quale sia

la percezione dei risultati della formazione, nonché l'efficacia dell'apprendimento permanente (ossia avvicina

i partecipanti alle esigenze delle loro attività economiche).

Risposta alla domanda di valutazione

L’obiettivo della FA 1C era “Promuovere l'apprendimento permanente e la formazione professionale nei settori

agricolo e forestale”. La Misura 1 è stata articolata in tre sotto misure, prevedendo sia corsi di formazione, sia

interventi e attività d’informazione che visite:

Al momento soltanto interventi della sottomisura 1.1 e 1.2 sono stati ammessi. Si ravvisa l’utilizzo di strumenti

innovativi (es workshop e focus group mentre il coaching non appare utilizzato). L’attivazione della misura ha

però contribuito poco a migliorare l’accesso ad altre misure strategiche stante il lungo tempo di attivazione.

La trasversalità delle azioni finalizzate al trasferimento delle conoscenze è stata colta sufficientemente dal

nuovo PSR 2014-2020, dove la formazione e l’informazione dovranno contribuire a soddisfare le esigenze

emerse dall’analisi della situazione regionale correlate alle priorità dello sviluppo rurale.

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Conclusioni e raccomandazioni

CONCLUSIONI RACCOMANDAZIONI

La gran parte dei corsi di formazione e degli interventi

d’informazione sono approvati. Al momento, quindi,

appare prematuro esprimere un giudizio valutativo. La

tipologia dei corsi approvati appare ampia e con

elementi in relazione ai fabbisogni individuati.

Il Valutatore si riserva di fornire raccomandazioni

più puntuali ad uno stato di attuazione più

avanzato

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6.2 La risposta alle domande di valutazione della priorità 2

6.2.1 QVC 4: FA 2A in che misura gli interventi del PSR hanno contribuito a migliorare i risultati

economici, la ristrutturazione e l’ammodernamento delle aziende agricole sovvenzionate, in

particolare aumentandone la partecipazione al mercato e la diversificazione agricola?

Descrizione del contesto socioeconomico e programmatico

Tra il 2013 e il 2016, in Valle d’Aosta continua il processo di riduzione del numero di aziende agricole che

calano del 17% circa, dato inferiore rispetto al trend nazionale (-22,04%), mentre resta sostanzialmente

invariata la SAU (-0.03%) e in questo caso il dato è del tutto analogo a quello nazionale.

Nel complesso ne deriva un incremento della SAU media che passa da 18,86 ha a 22,78 ha (+20,78%), sia

pure in modo meno marcato rispetto al contesto nazionale (+30,04%).

QVC 4 -Tab. 1 Evoluzione SAU SAT 2013-2016

Indicatore Valle d'Aosta Var. %

Italia Var. %

VdA

/Italia

Vda

/Italia

2013-2016 2013-2016 (%) (%)

2013 2016 2013 2016 2013 2016

Aziende agricole (n.) 2.803 2.320 -17,23% 1.469.513 1.145.705 -22,04% 0,19% 0,20%

SAU (ha) 52.872 52.856 -0,03% 12.425.996 12.598.161 1,39% 0,43% 0,42%

SAT (ha) 104.917 108.687 3,59% 16.678.296 16.525.472 -0,92% 0,63% 0,66%

SAU media (ha) 18,86 22,78 20,78% 8,46 11,00 30,04%

Fonte: Elaborazioni LME su dati ISTAT (2017), Indagine SPA 2016

Questi dati mostrano una caduta netta del numero di aziende di piccole dimensioni; le 1.500 aziende fino a 2

ha di SAU del 2013 scendono nel 2016 a 660 con un calo percentuale superiore al 50%, dato che supera il

trend negativo nazionale, già molto rilevante (-45%).

Contrariamente al resto d’Italia in Valle d’Aosta calano anche le aziende di maggiori dimensioni e il dato più

significativo riguarda il processo di concentrazione e riorganizzazione verso le aziende del gruppo da 5 a 10

ha, passate da 2013 del 2013 a 432 nel 2016 (+102.8%).

QVC 4 -Tab. 2 Aziende per classi di SAU (Confronto Italia-VdA) 2013-2016

Classe di

SAU

Valle d'Aosta Italia

Aziende Aziende

2013 2016 % Var. %

2013-2016 2013 2016 %

Var. %

2013-2016

VdA / Italia

2016 %

uguale a 0 0 18 0,78% - 1.747 -

<1 ha 622 98 4,22% -84,24% 459.462 146.569 12,79% -68,10% 0,07%

1-2 ha 909 565 24,35% -37,84% 282.376 259.543 22,65% -8,09% 0,22%

2-5 ha 522 723 31,16% 38,51% 317.189 310.080 27,06% -2,24% 0,23%

5-10 ha 213 432 18,62% 102,82% 171.163 175.599 15,33% 2,59% 0,25%

10-20 ha 213 115 4,96% -46,01% 112.700 117.523 10,26% 4,28% 0,10%

20-50 ha 93 80 3,45% -13,98% 83.711 88.531 7,73% 5,76% 0,09%

› 50 ha 235 289 12,46% 22,98% 44.577 46.112 4,02% 3,44% 0,63%

Totale 2.807 2.320 100,00% -17,35% 1.471.178 1.145.704,00 100,00% -22,12% 0,20%

Fonte: Elaborazioni LME su dati ISTAT (2017), Indagine SPA 2016

La Focus Area 2A, su cui è stato programmato complessivamente il 70,7% delle risorse della Priorità 2,

contribuisce, in coerenza con l’AP, all’OT 3 - Promuovere la competitività delle piccole e medie imprese, del

settore agricolo, della pesca e dell’acquacoltura.

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Le sottomisure/interventi che concorrono direttamente alla Focus sono le 4.1.1, 6.4.1, 8.6, mentre

indirettamente attraverso le sottomisure/interventi 1.1, 1.2, 1.3, 3.1, 3.2, 6.1, 13.1, 14.1 e 16.3.

In coerenza con quanto emerso dall’analisi SWOT, la FA risponde alle esigenze di strutturare le aziende per

aumentare la loro competitività, anche con gli investimenti nel settore forestale, per fornire sostegno per la

diversificazione in attività di tipo agrituristico e, attraverso gli interventi di cooperazione, per sperimentare

sistemi di misurazione dell'acqua volti ad accrescere l'uso efficiente delle risorse idriche in agricoltura.

Ineriscono a tale FA i seguenti fabbisogni presenti nel contesto regionale, individuati attraverso la preliminare

analisi SWOT:

F05: Maggiore strutturazione delle aziende per il rafforzamento della competitività sul mercato

F07: Valorizzazione del ruolo ambientale delle piccole aziende agricole

F08: Supporto agli approcci collettivi per trasformazione, aggregazione dell'offerta e

commercializzazione

F09: Rafforzamento delle sinergie tra il settore agricole e il settore turistico

F23: Implementazione di un sistema di misurazione dei consumi idrici in agricoltura

Attuazione del Programma

Al 31 dicembre 2018 il livello di attuazione della FA 2A si è attestato su valori ancora bassi; la spesa in valore

assoluto è di 2.5 Ml di € sui 20,5 programmati e riguarda quasi totalmente domande (114 su 120) presentate a

valere sulla sottomisura 4.1.1. (circa 2.3 Ml di €, pari al 92%), mentre le altre 6 domande riguardano la

sottomisura 6.4.1 (195 mila € circa di valore, pari al 9% del totale). Non si registrano saldi per domande a

valere sulla sottomisura 8.6.1.

La percentuale di spesa rispetto alle disponibilità della programmazione si attesta dunque sul 13% (12.32%)

della spesa totale programmata. Si fa presente che le cifre in tabella riportano anche i trascinamenti delal scorsa

programmazione; si tratta di sole 10 domande che incidono in modo limitato sul totale della spesa programmata

(160 mila €, meno dell’1%).

Si può ritenere ragionevolmente che il ritardo nell’attuazione del programma di spesa sia da attribuire a

problematiche procedurali di avanzamento quasi “fisiologiche”, perché nel corso del 2018, sebbene non

avviate a pagamento, sono state comunque ammesse a finanziamento 228 domande di Aiuto per un importo

totale di spesa pubblica di oltre 11 Ml di € (11.241.815,41 €), che porteranno, ove fossero interamente attuati

gli interventi previsti, le percentuali di spesa a livelli più soddisfacenti di performance: 55,22% per la

sottomisura 4.1.1., 84,83% per la sottomisura 6.4.1. e 19,05% per la sottomisura 8.6.1, che si conferma la meno

attrattiva per i potenziali beneficiari.

QVC 4 -Tab. 3 Riepilogo dell’avanzamento della FA 2A

Misura Impegni Capacità di

impegno (%)

Pagamenti Capacità di

spesa (%) Programmato

(Spesa Pubblica) (Spesa Pubblica)

M04 9.940.967,61 55,22% 2.329.651,52 12,94% 18.001.196,66

M06 1.272.554,06 84,83% 195.328,89 13,02% 1.500.099,72

M08 190.550,32 19,05% 0,00% 1.000.067,25

Totale 11.404.071,99 55,63% 2.524.980,41 12,32% 20.501.363,63

Fonte: Elaborazioni LME su dati di monitoraggio

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50

Criteri di giudizio e indicatori pertinenti

Criteri di giudizio Indicatori

(comuni e del valutatore)

Tipologia Valore realizzato Valore

obiettivo se

previsto

1. Gli investimenti

sovvenzionati hanno

contribuito alla

ristrutturazione e

all’ammoderna-mento

delle aziende agricole

finanziate

O1. Spesa pubblica totale (€) O 2.524.980 20.501.363

O2. Volume totale d’investimenti (€):

- per tipo d’investimento;

- per orientamento tecnico economico (OTE)

dell’azienda agricola

O/VAL

5.154.478

Vedi Tab.4

NA

O4. N. aziende agricole che hanno ricevuto un

sostegno agli investimenti:

- per genere del titolare (maschile/femminile)

- per forma giuridica

- per età del titolare (<40 anni, >40 anni)

- per dimensione aziendale (produzione

standard)

O/VAL

109

24 società

(17,6% donne

82,4% uomini)

34,1% minore 40

65,9 Maggiore 40

T4: % di aziende agricole che fruiscono del

sostegno del PSR per investimenti di

ristrutturazione e ammodernamento

T 3,05 10,08

% di aziende che, attraverso gli investimenti, ha

introdotto/rafforzato la trasformazione in

azienda e la vendita diretta in azienda dei

prodotti aziendali

VAL n.d NA

% di aziende che, attraverso gli investimenti,

migliora le prestazioni ambientali aziendali

(risparmio idrico, energetico, riduzione delle

emissioni inquinanti, difesa del suolo

dall’erosione)

VAL n.d NA

Percezione da parte dei beneficiari del

posizionamento (riduzione dei costi, chiusura

filiera aziendale, sostenibilità ambientale,

qualità) dell’azienda grazie all’investimento

VAL n.d NA

Percezione da parte dei beneficiari di come le

azioni di formazione e consulenza abbiano

favorito il miglioramento della gestione

aziendale

VAL n.d NA

2. Gli investimenti

sovvenzionati hanno

contribuito al

miglioramento del

patrimonio forestale

regionale e alla

valorizzazione economica

delle risorse forestali

O4. Aziende forestali che hanno ricevuto un

sostegno agli investimenti (N.), distinte per:

- ambiti territoriali (aree protette)

- tipologia delle operazioni attivate

- tipologia di beneficiari

O/VAL nd NA

N. Aziende forestali beneficiarie in rapporto a

quelle operanti nel settore VAL nd NA

N. Aziende che hanno diversificato la

produzione forestale VAL nd NA

3. Gli investimenti

sovvenzionati hanno

contribuito alla

diversificazione delle

attività da parte delle

aziende agricole

finanziate

O4. N. di aziende agricole/beneficiari che

hanno fruito di un sostegno per la creazione e

nello sviluppo di attività extra-agricole:

- per tipologia di attività (agriturismo, fattorie

didattiche)

- per età del titolare

- per ambito territoriale

O/VAL

6

n.d

n.d

NA

Incidenza del fatturato da attività di

diversificazione sul fatturato complessivo delle

aziende sovvenzionate (€)

VAL nd NA

4. Gli investimenti

sovvenzionati hanno

contribuito al

miglioramento dei

risultati economici delle

aziende agricole e

forestali finanziate

Incremento della dimensione aziendale

(produzione standard) VAL nd NA

Variazione valore aggiunto dei prodotti ottenuti

dalle imprese forestali beneficiarie VAL 2.500 euro NA

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51

Approccio metodologico

La maggior parte degli indicatori utilizzati sono di output, che si attestano al secondo livello della cosiddetta

scala di causalità (input outputrisultatoimpatto). L’indicatore è uno strumento rivelatore dello stato di

certi referenti su certe proprietà e per l’appunto indica qual è lo stato (attraverso la sua misurazione) di un

fenomeno descrittore di un concetto che è oggetto di studio.

Si rammenta che nella ricerca valutativa la scelta di uno o più indicatori è funzionale all’“attivazione” di un

processo logico che dall’osservazione conduce al giudizio, sulla base del costrutto teorico (il contesto della

valutazione, la teoria del programma), del mandato (le ipotesi dello studio valutativo). La formulazione del

giudizio non è legata esclusivamente agli indicatori presentati nella tabella relativi ai criteri di giudizio. La

formalizzazione degli indicatori non va letta in maniera esaustiva. Il corpo dell’analisi si fonda e fa ricorso

anche a tecniche basate sul giudizio degli esperti (►c.f.r Metodologia sulle traiettorie aziendali) funzionali alla

comprensione dell’incipit di ogni domanda di valutazione “in che misura il PSR contribuisce a”.

In considerazione della ancora ridotta significatività del numero di aziende che hanno concluso gli

investimenti, in questa fase il valutatore ha basato la risposta al QVC ricorrendo alle fonti informative di natura

secondaria esistenti (sistema di monitoraggio, ISTAT, CCIAA, ecc.), integrando le considerazioni che possono

emergere dall’analisi dei dati con i risultati delle tecniche basate sul giudizio degli esperti (►c.f.r Le traiettorie

delle aziende agricole marchigiane nello spazio della competitività e dell’ambiente).

Ciò premesso, nei rapporti futuri, quando le misure che concorrono alla FA avranno raggiunto uno stadio

attuativo più avanzato, sarà possibile e utile realizzare le indagini dirette sui beneficiari, con la possibilità di

applicare il metodo proposto che consentirà di comprendere come il PSR incide sul contesto e come incide

sulle performance aziendali (Indicatore R2).

In particolare, per quanto concerne l’indicatore R2, l’approccio utilizzato in questa fase fa riferimento a quanto

proposto dalla Reterurale3, basato sulla valorizzazione delle performance delle valutazioni del periodo 2007-

20134.

Risposta alla domanda di valutazione

Gli imprenditori agricoli stanno operando in un contesto generale in profonda e radicale trasformazione, come

emerge osservando i dati del numero delle aziende e della loro distribuzione in rapporto alla dimensione

economica.

Ciò premesso, i dati riferiti alla spesa al 31 dicembre 2018 non consentono, da soli, valutazioni significative e

sotto questo profilo è utile riferirsi anche ai dati riferiti alle domande finanziate, che costituiscono un campione

molto più rappresentativo delle tendenze in atto, anche per approfondire le tematiche emerse durante il primo

approccio valutativo basato sulle “traiettorie” aziendali identificate dal Panel di esperti.

La prima evidenza è che le aziende più propense ad investire sono quelle specializzate del settore vitivinicolo

che assorbono da sole quali il 30% della spesa pubblica, malgrado in termini numerici siano molto più ridotte

rispetto a quelle zootecniche, a conferma della spinta propulsiva del PSR verso la creazione o lo sviluppo di

aziende specializzate (il Gruppo 2 nel citato sistema di valutazione delle traiettorie) o che intendono diventare

tali e di quelle che trasformano o che hanno una filiera aziendale (Gruppo 3).

QVC 4 -Tab. 4 Dati per orientamento tecnico economico (OTE) d’investimento SETTORE PRODUTTIVO Percentuale della spesa pubblica per settore produttivo

Apicoltura 0,27%

Orticole miste 3,25%

Ovicaprino 5,41%

Vitivinicolo 27,29%

Zootecnico 63,78%

Totale complessivo 100,00%

3 “Indicatore complementare R2 Cambiamento della produzione agricola nelle aziende agricole sovvenzionate” Reterurale (2019) 4 in particolare si fa riferimento all’indicatore di impatto sulla produttività del lavoro (Rapporto di valutazione ex post

2007-2013 Regione Valle d’Aosta), tale dato è stato confermato.

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Fonte: Elaborazioni LME su dati di monitoraggio

La zootecnia, nelle sue varie tipologie (da latte, con monticazione, con trasformazione o meno, ecc.), che

tuttavia i dati non consentono di analizzare distintamente, è ancora il settore più importante in termini assoluti,

anche se è evidente dai dati sulle tipologie di investimento che è in corso un processo di riorganizzazione del

settore nel quale le aziende perseguono una maggiore competitività economica attraverso la trasformazione,

in modo da chiudere la filiera aziendale con incremento di fatturato e di valore aggiunto. Il livello di

informazioni dei data base non consente di individuare con assoluta certezza quali tra i gruppi di aziende del

panel si orienti maggiormente in questa direzione, ma è probabile che siano principalmente aziende del gruppo

“fondovalle 365” che decidono di sfruttare lungo tutto l’arco dell’anno l’intero potenziale produttivo del

bestiame allevato, spesso scegliendo linee di prodotto alternative alla DOP Fontina. Anche in questo caso si

confermano le stime del panel di esperti.

Non c’è dubbio che l’evoluzione dello scenario agricolo valdostano, che in termini meramente numerici

riguarda prevalentemente le aziende zootecniche da latte, di gran lunga le più numerose in Regione, si

caratterizza da un lato per l’abbandono dell’attività da parte di conduttori marginali, probabilmente a causa

dell’età, ma anche dell’assenza di famigliari più giovani che rilevino l’attività, dall’altro dalla necessità di

trovare una dimensione economica sufficiente a garantire un reddito adeguato, ma senza dover ricorrere

necessariamente a manodopera dipendente; probabilmente le aziende di fascia “media”, condotte in genere da

un solo titolare coadiuvato da famigliari, rappresentano questo ideale “punto di equilibrio”, ciò che invece non

sono le aziende di maggiori dimensioni, che necessitano anche di salariati.

Fa eccezione la fascia di aziende con SAU > di 50 ha che, in modo inaspettato considerati i segnali di crisi che

provengono dal mondo degli alpeggi, crescono in numero modo significativo; si tratta di un fenomeno da

indagare anche per comprendere le ragioni di un dato fattuale che appare incongruo rispetto al parallelo

incremento di aziende “stanziali” di fondovalle. Per spiegare dati così nettamente diversi in pochi anni, non va

neppure sottovalutato l’effetto delle politiche agricole in generale, che “spingono” gli agricoltori e gli allevatori

a cessare o rimodulare l’attività al fine di ottimizzare i fattori produttivi e contemporaneamente rendere

massimi gli effetti di premi e incentivi sul conto economico.

Un cenno specifico va fatto a proposito delle azioni volte a sostenere la diversificazione, in questo caso quelle

indirizzate all’accoglienza agrituristica; se al 31 dicembre 2018 la sottomisura 6.4.1. mostra un avanzamento

finanziario minimo (195 mila €) con pochi beneficiari interessati, nel complesso le domande considerate

ammissibili sono 15 (2 trascinamenti) e assorbono 1.272.554,06 € di spesa pubblica, quasi l’85% di quella

programmata, a dimostrazione dell’attenzione delle aziende verso il settore turistico e le potenzialità che offre

soprattutto come canale di vendita dei propri prodotti.

La sottomisura 8.6.1. relativa a investimenti in tecnologie silvicole e nella trasformazione, mobilitazione e

commercializzazione dei prodotti delle foreste, ha raccolto l’interesse delle poche aziende specializzate

valdostane, ma comunque in misura molto limitata: gli impegni di spesa giuridicamente assunti sono relativi a

6 aziende per una spesa pubblica di € 190.550,32, su un totale di spesa programmata di € 1.000.067,25

(19,05%), ma al 31 dicembre 2018 non risulta finanziata nessuna azione delle aziende beneficiarie e in questa

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situazione risulta impossibile formulare giudizi valutativi sugli effetti del PSR in un ambito di attività che vede

coinvolto un numero di operatori economici molto ridotto e dove ogni piccolo investimento incide comunque

in modo rilevante..

Rispetto all’insieme della FA 2A, si può quanto meno concludere che nel settore agricolo valdostano è in atto

un processo di profonda trasformazione delle aziende, indirizzate a una gestione più professionale e più

specificamente orientata al risultato economico rispetto al passato.

QVC 4 -Tab. 5 Distribuzione della spesa per tipologia degli investimenti

Tipologie di investimenti n.

Domande

Spesa

ammissibile %

Contributo

ammissibile

Fabbricati rurali e opere edili ed impiantistiche 93 10.899.150,40 55,53% 5.511.988,39

Macchine e attrezzi agricoli 252 5.324.342,27 27,13% 2.106.467,38

Impianti, arredi attrezzature commercializzazione 65 1.342.388,27 6,84% 626.485,52

Colture poliennali (vite e fruttiferi) 52 783.183,35 3,99% 364.402,47

Miglioramenti fondiari 23 663.611,37 3,38% 334.060,73

Acquisto terreni 25 181.144,30 0,92% 92.785,16

Impianti produzione energia elettrica o termica 16 171.241,04 0,87% 81.195,52

Investimenti collettivi - macchine e attrezzi agricoli 2 157.540,00 0,80% 78.084,00

Canali irrigui, impianti di irrigazione e

fertirrigazione

9 41.233,70 0,21% 20.962,08

Acquedotti rurali ad uso potabile 1 33.260,30 0,17% 16.630,15

Viabilità rurale 4 28.634,70 0,15% 14.317,35

Spese per accorpamenti fondiari 9 2.358,00 0,01% 1.179,00

Totale complessivo 551 19.628.087,70 100,00% 9.248.557,75

Fonte: Elaborazioni LME su dati di monitoraggio relative a Domande pagate e ammissibili (Agg. aprile 2019)

L’analisi sulle tipologie di investimento - allargata all’universo delle domande ammesse a finanziamento oltre

a quelle già pagate - contribuisce a rendere più chiare e definite le considerazioni formulate a proposito degli

OTE di chi investe. Nella loro cruda evidenza i dati confermano che nel settore agricolo della Valle d’Aosta

prevale ancora l’orientamento a investire in fabbricati, macchinari e attrezzature (quasi l’83% del totale degli

investimenti ammessi); va detto che all’interno del dato sui fabbricati ci sono anche le opere per locali singoli

o edifici destinati alla trasformazione e commercializzazione. Che l’orientamento delle aziende a chiudere la

filiera produttiva con la trasformazione (spinta del PSR per le aziende dei cluster 2 e 3), sia ormai un fenomeno

di rilievo notevole, lo confermano il numero di domande presentate e gli importi significativi degli investimenti

destinati a impianti, arredi e attrezzature per la trasformazione e commercializzazione dei prodotti aziendali,

che assorbe circa il 7% del totale, con un valore medio per azienda dell’investimento di circa 20.000 €.

Dai dati emersi, è probabile che la modificazione del contesto rilevata dalle indagini statistiche negli anni

2014-2016 prosegua nella direzione della trasformazione e commercializzazione vale a dire verso modelli di

business che garantiscono probabilmente il migliore e più rapido ritorno economico in termini di PLV e

Reddito, anche se molte tra le aziende esistenti e operanti da tempo avviano comunque investimenti volti anche

a salvaguardare o incrementare il patrimonio dell’azienda, come è il caso dei fabbricati necessari per l’attività

(vegetali e zootecnici); in questi casi il consolidamento della struttura economica aziendale (cluster 1 e 6),

sembra prevalere rispetto alla ricerca di margini in conto economico.

In riferimento al PSR, che fissa in 360 i beneficiari della sottomisura 4.1.1., si nota che il numero delle domande

(ogni beneficiario può presentare più domande) è tale comunque da fare ipotizzare il pieno raggiungimento

dell’obiettivo a fine programmazione

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Conclusioni e raccomandazioni

TEMA RACCOMANDAZIONE

Nonostante la valutazione si basi su elementi ancora non sufficienti per

rispondere in maniera puntuale ai quesiti valutativi, in base ai dati sulle

domande finanziate, si può cautamente ritenere che il PSR stia contribuendo

in maniera rilevante a sostenere le aziende dei cluster identificati dal panel di

esperti, come più sensibili ai processi di ammodernamento e miglioramento

delle prestazioni economiche ed ambientali.

Rispetto ai cluster identificati, emerge la specifica propensione

all’investimento, segnatamente in alcune tipologie di aziende zootecniche, sia

nel settore viticolo, per acquisire locali e impianti destinati all’attività di

lavorazione/conservazione/trasformazione e commercializzazione dei

prodotti agricoli; purtroppo, dai dati disponibili e senza indagini dirette,

risulta difficile distinguere i profili degli imprenditori e delle aziende che

avviano o completano processi di diversificazione nel proprio settore di

attività, anche se pressoché tutte le nuove aziende viticole vanno in questa

direzione (gruppo 2 e gruppo 3). Tale aspetto sarà seguito e analizzato con più

puntualità nel prosieguo delle attività di valutazione.

Sulla base degli elementi parziali sin

qui emersi il Valutatore raccomanda:

di adottare modifiche procedurali

in fase di Domanda di Aiuto per

raccogliere in modo più efficace e

univoco gli elementi utili alle

azioni di monitoraggio e

valutazione successive (in

particolare indicazione OTE e

descrizione sintetica degli

investimenti)

Per altri aspetti si riserva di fornire

raccomandazioni puntuali nel

prosieguo delle attività di valutazione.

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6.2.2 QVC 5: FA 2B in che misura gli interventi del PSR hanno favorito l’ingresso di agricoltori

adeguatamente qualificati nel settore agricolo e, in particolare, il ricambio generazionale?

Descrizione del contesto socioeconomico e programmatico

Come già rilevato, tra il 2010 e il 2016 il settore agricolo regionale è stato interessato da una consistente

riduzione del numero di aziende agricole. Anche se la riduzione ha interessato prevalentemente, con molta

probabilità, le aziende di anziani senza possibilità di un subentro famigliare, tuttavia non si hanno elementi per

concludere che questo fenomeno abbia contribuito ad abbassare in modo significativo l’età media dei

conduttori agricoli, perché non vi sono dati statistici ufficiali che apportino elementi conclusivi a questo

proposito. Tuttavia, va preso atto che il PSR della Valle d’Aosta ha tra le sue priorità proprio la lotta al

“persistente processo di senilizzazione dei conduttori aziendali”, che si affianca alla contrazione del numero

delle imprese. Di conseguenza il PSR vuole favorire la nascita di imprese agricole dirette da giovani agricoltori,

ma solo sulla base di progetti imprenditoriali sostenibili, competitivi e dinamici che puntino a diversificazione

e maggiore qualità dei prodotti, diversificazione delle attività in azienda, innovazioni di processo,

miglioramento della promozione e informazione sui prodotti e tecnologie informatiche per la gestione,

valorizzazione e commercializzazione dei prodotti. Per questo motivo si ritiene necessario che i giovani

abbiano un’adeguata preparazione tecnica ed imprenditoriale in modo da potere avviare aziende strutturate, di

dimensioni medio-grandi (rispetto al tessuto imprenditoriale regionale), in grado di assicurare un reddito

adeguato ai giovani e alle loro famiglie.

In carenza di dati, per una visione di contesto, può essere utile osservare quelli sulla forma di conduzione delle

aziende in Valle d’Aosta, purtroppo anch’essi datati al 2007, immaginando che i processi di ristrutturazione

del settore, pur importanti, non possono avere cambiato radicalmente la proprietà e il possesso della SAU e di

conseguenza la forma di conduzione.

Conduzione

n. aziende sul totale

Conduzione diretta del coltivatore Con solo manodopera familiare 3.553,0 92,05%

Con manodopera familiare prevalente 191,0

Con manodopera extrafamiliare prevalente 65,0

Totale parziale 3.809,0 98,68%

Conduzione con salariati (in economia) Totale parziale 18,0 0,47%

Altra forma Totale parziale 33,0 0,85% Totale generale 3.860,0 100,00%

Tavola SPAFC - Aziende agricole per forma di conduzione – (ISTAT 2007)

Ove ci si soffermi non sul numero, che come si è visto è cambiato molto, ma sulla percentuale di aziende in

relazione alla forma di conduzione, si può in primo luogo notare che nel 2007 la quasi totalità (98,68%) delle

aziende era condotta direttamente dal coltivatore o con manodopera famigliare. Anche se questa

considerazione non fornisce nessun riferimento sull’età media dei conduttori e sul genere, è comunque utile a

definire il contesto in cui i giovani si insediano, un contesto caratterizzato da un’assoluta prevalenza di aziende

agricole famigliari a conduzione diretta che può contribuire a spiegare perché l’insediamento di giovani

agricoltori avviene in via prioritaria all’interno della struttura fondiaria famigliare (in genere per subentro, con

conseguente abbassamento dell’età dei conduttori), oppure avviando “nuove” aziende sempre a conduzione

diretta, ma in questo caso tendenzialmente specializzate e non zootecniche, vista la ridotta disponibilità di

superfici libere.

Per l’attuazione delle azioni previste dalla FA 2B, il PSR conta su due interventi correlati e integrati tra loro:

Intervento 6.1.1 – Aiuti all’avviamento di imprese per i giovani agricoltori, attraverso la quale si

intende sostenere l’insediamento di giovani che vogliano condurre un’impresa agricola in qualità di

capi azienda contribuendo alle spese per l’insediamento e allo sviluppo aziendale.

Intervento 4.1.2 - Sostegno agli investimenti nelle aziende agricole di Giovani agricoltori

Attuazione del Programma

La Regione Valle d’Aosta ha previsto che il giovane che si insedia in un’azienda agricola debba presentare

insieme alla Domanda di Aiuto un Programma di Sviluppo aziendale, utilizzando il sostegno finanziario

specifico della sottomisura 4.1.2. a supporto degli investimenti previsti nel Piano.

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Il PSR mette a disposizione dei Giovani agricoltori una discreta dotazione che ha tra l’altro avuto un

incremento non irrilevante con le versioni successive all’originale, in considerazione dell’adesione alle azioni

prevista dalla FA 2B

Dall’avvio del PSR al 31 dicembre 2018 sono stati pubblicati 3 bandi (un quarto bando si è aperto e già chiuso

nel 2019); per molte domande le istruttorie sono in corso. Al 31.12.2018 (►Tab. seguente) la FA registra una

capacità di spesa pari circa al 22.3 %. Il 30% della spesa riguarda 37 domande della sottomisura 6.1.1. (anticipo

sul Premio di insediamento) e il 16% le 4 domande della sottomisura 4.1.2. a sostegno di investimenti.

QVC 5 -Tab. 2 Riepilogo dell’avanzamento della FA 2B Misura Impegnato Capacità di Impegno (%) Pagamenti

Capacità di Spesa (%) Programmato (Spesa pubblica) (Spesa Pubblica)

M06 – 6.1.1. 2.105.750,00 59,40% 635.000,00 30,16% 3.544.823,74

M04 – 4.1.2. 2.708.509,19 43,33% 439.144,57 16,21% 6.250.366,42

Totale 4.814.259,19 49,15% 1.074.144,57 22,31% 9.795.190,16

Fonte: Elaborazioni LME su dati di monitoraggio

Va sottolineato che le domande presentate ai sensi della sottomisura 6.1.1. del PSR 2014-2020, già oggetto di

impegno di spesa, sono 43 e riguardano 18 giovani imprenditrici femmine (42%) e 25 giovani imprenditori

maschi (58%); ulteriori 41 domande della spesa sono trascinamenti.

Criteri di giudizio e indicatori pertinenti

Per rispondere al QVC 5 il Valutatore ha individuato 2 criteri di giudizio che risultano funzionali alla

descrizione della complessa strategia regionale e all’esame degli effetti prodotti dagli interventi finanziati dal

Programma.

Più nel dettaglio i criteri di giudizio utilizzati, dettagliati nella tabella seguente, sono stati elaborati a partire

dalle leading word proposte dal quesito comunitario e fanno riferimento a:

sostegno al ricambio generazionale (criterio 1);

contributo del PSA al miglioramento della competitività dell’azienda condotta dal giovane.

Criteri Indicatori Tipologia di

indicatore Valore realizzato

Valore

obiettivo

(se

pertinente)

1. Sostegno al ricambio

generazionale

O1. Spesa pubblica totale (€) O 1.074.144 9.795.190

O4 N. di beneficiari che fruiscono di un

sostegno per l’avviamento dei giovani

agricoltori, distinti per:

genere (maschile e femminile)

età (18-24, 25-28, 29-33, 34-38, >39)5

titolo di studio

% di subentri per fasce di età

O/VAL

37

(donne 35% uomini 65%)

Il 27% Tra i 18-24

Il 22% Tra i 25-28

Il 51% Tra i 29 - 33

100

R3. % di aziende agricole che attuano un

piano di sviluppo/investimenti per i

giovani agricoltori con il sostegno del PSR

R 1,04 2,80

2. Il Piano di sviluppo

aziendale ha favorito la

competitività aziendale e

la creazione di posti di

lavoro

% di aziende che hanno integrato nel Piano

aziendale la SM 4.1, e indicazione di:

contributo ammissibile (€)

tipo di investimento

per Orientamento tecnico-economico

dell’azienda

VAL

100%

439.144

altre colture perma 29%

latte 29%

ortofloricoltura 6%

seminativi 12%

vino 24%

NA

5 Sono esclusi i trascinamenti, i dati si riferiscono a 18 insediati con pagamento al 31.12.2018

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Criteri Indicatori Tipologia di

indicatore Valore realizzato

Valore

obiettivo

(se

pertinente)

Incremento della dimensione aziendale

(produzione standard) VAL nd NA

Cambiamento del rapporto tra PLV e ULA

nelle aziende agricole sovvenzionate

(euro)

R nd NA

Approccio metodologico

La valutazione in questa fase si può esprimere solamente attraverso un’analisi preliminare dei progetti che

hanno registrato un avanzamento finanziario. Le 37 domande che registrano un pagamento a valere sulla

sottomisura 6.1.1. si riferiscono a domande di I acconto sul Premio di insediamento, mentre solo 4 beneficiari

hanno presentato, con la domanda di acconto del premio, anche quella di pagamento di contributi per

investimenti materiali avviati o conclusi. Per inciso, 2 domande sono presentate da imprenditrici femmine e 2

da imprenditori maschi.

Per quanto concerne la performance economica si rimanda a quanto descritto in merito all’indicatore R2 per

la priorità 2A. Le analisi si concentreranno su elementi caratteristici degli insediamenti finanziati desunti dai

sistemi informativi regionali. Le indagini sui beneficiari saranno realizzate nel prosieguo delle attività di

valutazione. Sono stati utilizzate in parte le informazioni emerse nei workshop realizzati con i Responsabili di

Misura.

Risposta alla domanda di valutazione

In primo luogo si ritiene interessante segnalare la buona percentuale di giovani agricoltori di sesso femminile

che si insediano a capo di un’azienda agricola; è un segno di vitalità della componente femminile nel mondo

imprenditoriale in generale, ma in particolare è positivo perché aiuta a rafforzare il legame con il territorio

montano per il presumibile incremento di giovani famiglie in aree rurali, fattore essenziale di contrasto

all’abbandono, cui si aggiunge l’ulteriore contributo a ridurre il divario esistente, nelle aree rurali, del tasso di

attività e di quello dell’occupazione di genere.

La seconda osservazione riguarda l’OTE cui si riferiscono le domande di insediamento che per oltre il 50%

riguardano indirizzi produttivi diversi dalla tradizionale attività di allevamento di bovine da latte; i giovani che

si insediano in aziende con OTE vitivinicole, frutticole e orticole, o spesso miste con anche una produzione

cerealicola significativa, sono in numero crescente e il loro incremento potrebbe portare a una modifica

altrettanto significativa del peso di questi “nuovi” indirizzi colturali nella SAU regionale.

Tra l’altro la maggior parte dei giovani che investono nel settore zootecnico tradizionale hanno scelto di

investire, oltre che in stalle, ricoveri e macchine agricole, anche in attrezzature, macchine e programmi di

commercializzazione per valorizzare prodotti ottenuti dalla trasformazione della produzione primaria

aziendale (diversificazione).

Questa tendenza si conferma anche esaminando in questo contesto i dati relativi alle domande a valere sulla

sottomisura 6.4.1; delle 15 domande presentate che prevedono un investimento complessivo di oltre 3 ml di €

con una media per beneficiario di circa 230 mila €, una decina sono di aziende zootecniche che hanno scelto

di diversificare con attività connesse a quella principale e tra queste una decina sono aziende zootecniche

tradizionali; tutte investono per diversificare l’attività introducendo o potenziando forme di accoglienza

turistica (agriturismo).

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Da queste osservazioni si può confermare quanto emerso dal panel di esperti che ha costruito le traiettorie

aziendali della Regione Valle d’Aosta e in particolare che le misure del PSR volte al rinnovo generazionale

hanno portato all’insediamento di giovani che si orientano prevalentemente verso i Gruppi 1 (vitivinicole), 4

(frutticole che vendono) e 5 (colture minori specializzate), quest’ultimo apparentemente il più vivace e

dinamico tra i gruppi citati; i giovani che investono nel settore zootecnico sembrano orientati a scegliere

modelli di attività ascrivibili al gruppo 7 (fondovalle 365), ma anche al gruppo 8 (tradizionali con

monticazione), oppure all’allevamento ovicaprino (gruppo 10), alla ricerca di soluzioni per integrare

l’insufficiente remunerazione della produzione primaria con azioni di valorizzazione del patrimonio aziendale

(fabbricati e/o prodotti).

Dall’esame sommario dei dati disponibili, che prima di esprimere ulteriori giudizi valutativi dovrà essere

completato dalle indagini dirette presso i beneficiari, appare evidente che tutti i giovani agricoltori in

insediamento, forse anche grazie alla necessità di dover presentare Piani di Sviluppo aziendale in forma di

piano industriale che ne dimostri la sostenibilità economica - e alla contemporanea ricerca di soluzioni che

permettano di raggiungere un punteggio utile per l’ammissibilità delle domande – formulano idee progettuali

indirizzate soprattutto all’incremento della competitività aziendale, pur restando in un ambito di spesa non

certo insostenibile di circa 70 mila €/azienda.

La scarsa capacità di spesa segnala peraltro una criticità forse inevitabile, ma sulla quale è doveroso fare una

riflessione; molte aziende di giovani agricoltori, soprattutto quelle che avviano nuove attività, debbono limitare

l’importanza dei propri investimenti anche per le comprensibili difficoltà a reperire risorse finanziarie per

l’anticipazione delle spese in attesa dell’erogazione del contributo, sia esso acconto o saldo; la tutto sommato

limitata spesa media per azienda in investimenti può essere considerata una dimostrazione indiretta di questa

criticità.

Una seconda riflessione riguarda il rischio che la ricerca della competitività economica da parte dei giovani

imprenditori, che peraltro è doverosa perché è un obiettivo prioritario del PSR, unita alla scarsa disponibilità

di aziende e SAU agricola (già “presidiata” dalle aziende esistenti), selezioni progetti di aziende orientate a

svilupparsi intensivamente su piccole superfici con prodotti a elevato margine oppure che scelgono di chiudere

la filiera con la vendita dei propri prodotti della trasformazione, e che questo “sposti” le traiettorie aziendali

nell’area negativa dell’impronta ecologica.

In generale le azioni della FA 2B volte al ricambio generazionale a all’incremento della competenza e

professionalità degli imprenditori agricoli sembrano raggiungere i risultati auspicati, non solo sotto il profilo

finanziario (almeno considerando gli impegni e non solo i pagamenti), ma anche sotto il profilo

dell’innovazione; la crescita di nuove aziende con OTE storicamente poco presenti nell’agricoltura valdostana

e dopo lo sviluppo di un settore vitivinicolo, che peraltro continua ad attrarre i giovani agricoltori, denota una

dinamicità positiva, soprattutto se i risultati economici porteranno ad un incremento del Valore Aggiunto

agricolo, a quello del livello di occupazione e alla sinergia con il settore turistico.

Tra gli elementi da approfondire vi è quello della difficoltà del settore zootecnico tradizionale (gruppo 9 delle

aziende foraggicole marginali e gruppo 6 delle “aziende fondovalle cedenti estive”) che non paiono “trainate”

dalle misure della FA 2B. In un contesto che vede ancora una predominanza assoluta della SAU foraggera

nella Regione, non pare esservi motivo di apprensione immediata, ma il monitoraggio attento dell’evoluzione

e la scelta di opportuni correttivi nelle condizioni previste nei prossimi bandi della futura programmazione,

potrebbe spingere anche giovani agricoltori a insediarsi in aziende di gruppi meno propensi ad investire, ma

importanti per l’equilibrio complessivo del sistema in termini di impronta ecologica e compatibilità. Ad

esempio, si potrebbe rivedere la modulazione dei punteggi in relazione alla PS e al suo incremento, ma anche

favorire l’innovazione tecnologica proprio per le aziende più tradizionali.

In ultimo si segnala l’ulteriore crescita delle aziende che trasformano e vendono i loro prodotti senza alcuna

intermediazione commerciale; si tratta di una tendenza che denota spirito di iniziativa e capacità di affrontare

i rischi imprenditoriali, ma che da un lato non può a medio o lungo termine non causare problemi al pur solido

sistema tradizionale di trasformazione collettiva di latte e uve di aziende di produzione primaria, dall’altro lato

può avere effetti negativi per le aziende stesse, almeno per quelle che affrontino il mercato senza la necessaria

preparazione, senza strutture e soprattutto senza sinergie con altre aziende di dimensioni e caratteristiche

analoghe.

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Conclusioni e raccomandazioni

CONCLUSIONE RACCOMANDAZIONE

Il ricambio generazione sembra stia interessando in misura

maggiore i cluster aziendali più orientati al mercato (gruppo 1.

Gruppo 4 e gruppo 5)

Dall’esame sommario dei dati disponibili, che prima di

esprimere ulteriori giudizi valutativi dovrà essere completato

dalle indagini dirette presso i beneficiari, appare evidente che

tutti i giovani agricoltori in insediamento, forse anche grazie alla

necessità di dover presentare Piani di Sviluppo aziendale in

forma di piano industriale che ne dimostri la sostenibilità

economica - e alla contemporanea ricerca di soluzioni che

permettano di raggiungere un punteggio utile per l’ammissibilità

delle domande – formulano idee progettuali indirizzate

soprattutto all’incremento della competitività aziendale, pur

restando in un ambito di spesa non certo insostenibile di circa

70 mila €/azienda.

In generale le azioni della FA 2B volte al ricambio

generazionale a all’incremento della competenza e

professionalità degli imprenditori agricoli sembrano

raggiungere i risultati auspicati, non solo sotto il profilo

finanziario (almeno considerando gli impegni e non solo i

pagamenti), ma anche sotto il profilo dell’innovazione; la

crescita di nuove aziende con OTE storicamente poco presenti

nell’agricoltura valdostana e dopo lo sviluppo di un settore

vitivinicolo, che peraltro continua ad attrarre i giovani

agricoltori, denota una dinamicità positiva, soprattutto se i

risultati economici porteranno ad un incremento del Valore

Aggiunto agricolo, a quello del livello di occupazione e alla

sinergia con il settore turistico.

Sulla base degli elementi parziali sin qui

emersi non si esprimono

raccomandazioni specifiche che il

Valutatore si riserva di fornire

raccomandazioni puntuali nel prosieguo

delle attività di valutazione.

Si segnala tuttavia la necessità di:

garantire ai Giovani Agricoltori

procedure istruttorie e di collaudo

con tempi quanto più possibile ridotti

e certi, in modo da non interrompere

o ritardare le azioni e gli investimenti

previsti dai PSA

monitorare l’attuazione dei PSA in

particolare in riferimento alle azioni

volte alla trasformazione e alla

commercializzazione per misurarne

gli effetti positivi sulla redditività

aziendale

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6.3 La risposta alle domande di valutazione della priorità 3

6.3.1 QVC 6: FA 3A in che misura gli interventi del PSR hanno contribuito a migliorare la

competitività dei produttori primari integrandoli meglio nella filiera agroalimentare attraverso

i regimi di qualità, la creazione di un valore aggiunto per i prodotti agricoli, la promozione dei

prodotti nei mercati locali, le filiere corte, le associazioni e organizzazioni di produttori e le

organizzazioni interprofessionali?

Descrizione del contesto programmatico

In Italia si registrano numerose produzioni certificate: nel solo segmento “food” sono 167 le Denominazioni

di Origine Protetta (DOP), 130 le Indicazioni Geografiche Protette (IGP), 2 le Specialità Tradizionali Garantite

(STG); tra i vini, 405 sono DOP e 118 IGP.

Si tratta di un settore in grande espansione per volumi e in crescita per valori, remunerando così non solo le

aziende che trasformano direttamente ma anche chi si limita alla produzione primaria che avvia verso terzi per

la successiva trasformazione.

Nella graduatoria IG Food, stilata annualmente da Ismea-Qualivita, la Valle d’Aosta è la sedicesima regione

per impatto economico, all’13° posto, nella classifica Food, con una performance globale di 32 Meuro di

impatto economico delle produzioni di qualità. E’ diciannovesima per impatto economico nelle produzioni

wine,. Come numero complessivo di denominazioni si attesta al diciottesimo posto con 7 prodotti.

QVC 6 FA 3A-Tab. 1 Prodotti DOP IGP STG (Food e WINE) nella Valle d’Aosta (2018)

Categoria Food Wine Totale

Food+wine Denominazione DOP IGP STG IG food DOP IGP IG wine

Valle d’Aosta 4 0 2 6 1 0 1 7

Italia 167 130 2 299 405 118 523 822

Fonte: Elaborazioni LME su dati da Ismea-Qualivita (2019), Rapporto 2018 sulle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane

DOP, IGP e STG

Le produzioni di qualità interessano circa il 42% delle aziende, con una SAU interessata che si eleva al 76%

della SAU complessiva (ISTAT 2010). Oltre ai consolidati sistemi di produzione di Fontina DOP e vini DOC,

si segnalano altre rilevanti attività di tipo agroindustriali che riguardano la produzione di prosciutti e

salumi:Vallée d’Aoste Lard d’Arnad DOP e Vallée d’Aoste Jambon de Bosses DOP.

La Focus Area 3A al fine di contribuire alla realizzazione della strategia dell'UE per una crescita intelligente,

sostenibile e inclusiva, persegue l’OT 3 - Promuovere la competitività delle piccole e medie imprese, del

settore agricolo, della pesca e dell’acquacoltura. La Focus Area 3A è l’unica programmata nel quadro della

P3, con l’obiettivo generale di stimolare l’adesione alle produzioni di qualità attraverso la partecipazione a

sistemi di qualità europei e nazionali e le azioni di informazione, così come il miglioramento delle produzioni

lattiero casearie che prevedono l’adesione a standard elevati di benessere degli animali.

Le sottomisure/interventi che concorrono direttamente alla Focus Area 3A sono le 3.1, 3.2, 4.2, 14.1 e 16.6.1.

Ineriscono a tale FA i seguenti fabbisogni presenti nel contesto regionale, individuati attraverso la preliminare

analisi SWOT:

F11: Maggiore sviluppo delle filiere corte e promozione del legame prodotto-territorio

F12: Aumento del valore aggiunto delle produzioni lattiero-casearie

F13: Maggiore valorizzazione della qualità dei prodotti agricoli

F14: Garantire il benessere degli animali da allevamento

In particolare, l’intervento 4.2.1 indirizzato alle aziende di trasformazione e commercializzazione dei prodotti

agricoli riveste una rilevanza fondamentale nel panorama agricolo valdostano per la filiera zootecnica dei

bovini da latte (Fontina DOP).

Nella tabella seguente (► QVC 6 Tab2) vengono elencate i caseifici cooperativi, il numero dei soci conferitori,

la loro variazione annuale (2016-2017) il volume di latte in litri e la relativa variazione annuale.

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QVC 6 FA 3A-Tab. 2 Conferimento di latte ai caseifici cooperativi della VdA (2016-17)

Cooperativa ANNO

fondazione Soci (n.)

Soci variazione(n.)

(litri) Variazione 2016-17

(%)

Cooperativa Evançon soc. coop.

(Arnad)

1977 59 -5 3.813.493 2,7

Grand Combin soc. coop.

(Valpelline)

1987 40 1 1.908.582 -5,7

Agricole Oyace soc. coop.

(Oyace)

1986 10 0 344.836 4,3

Valdigne-Mont Blanc soc.

coop. (Morgex)

1969 26 0 937.459 -4,4

Chatel Argent soc. coop.

(Villeneuve)

1969 61 0 2.302.878 -3,7

Agricole Valgrisenche soc.

coop. (Valgrisenche)

1976 40 0 194.378 1,5

Agricole de Gressan soc. coop.

(Gressan)

1996 11 -1 398.796 -3,1

Le Lait De Pollein soc. coop.

(Pollein)

1993 27 -2 914.177 0,8

Champagne soc. coop.

(Chambave)

1987 115 0 1.613.574 -11,9

Agricole Ollomont soc. coop.

(Ollomont)

1989 7 0 182.461 6,9

Valle del Cervino soc. coop.

(Valtournenche)

1974 71 -1 1.467.506 0,0

Fromagerie Haut Val D’Ayas

soc. coop. (Brusson)

2002 66 -1 2.442.238 1,2

Les Iles soc. coop. (Brissogne) 1995 8 0 445.989 13,3

Fonte: L’agricoltura nella Valle d’Aosta in cifre 2017 (Crea 2019)

Dalla lettura della tabella emerge dunque la potenziale ricaduta che un investimento di una cooperativa

potrebbe comportare all’interno della filiera della fontina in termini di volumi di latte e produttori primari

interessati. In particolare, in riferimento all’analisi delle traiettorie aziendali (► Cap. 5 e risposta al QVC 27),

la FA 3A avrà delle ricadute sui seguenti gruppi di aziende agricole:

Gruppo 1: Aziende vitivinicole;

Gruppo 4: Aziende Frutticole che vendono

Gruppo 6: Fondovalle cedenti Estive

Gruppo 7: Fondovalle 365

Gruppo 8: Integrato monticazione tradizionale

Gruppo 9: Aziende Marginali foraggicole

Gruppo 10: Ovicaprino

Attuazione del Programma

Gli obiettivi della FA 3A, finalizzata al miglioramento della competitività attraverso un approccio di filiera,

viene perseguito dalla combinazione di più tipologie di intervento, la 3.1.1 e la 3.2.1 che sostengono

rispettivamente la nuova partecipazione degli agricoltori a regimi di qualità e la promozione sui mercati interni

da parte di gruppi di produttori, l’intervento 4.2.1 per gli investimenti nella trasformazione e

commercializzazione dei prodotti agricoli e la 14.1.1 che finanzia il benessere degli animali (► QVC 6 Tab.

X). L’intervento 16.6.1, che contribuisce direttamente a questa FA, è stato già descritto nell’avanzamento della

Priorità 1 (filiera bosco-legna-energia) e al 31.12.2018 non risultava ancora attivato.

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QVC 6 Tab.3 Avanzamento procedurale e finanziario al 31.12.2018 della Focus Area 3A

FA Interventi connessi Spesa

pubblica programmata

no trascinamenti

Domande presentate in

attesa di istruttoria

Impegni giuridcamenti

vincolanti Spesa pubblica

sostenuta

n. bandi/

finestre

Importi messi a bando

N. importo

Inclusi trascinamenti

N. Importo N. Importo

3A

3.1.1

Nuova partecipazione ai regimi di qualità alimentare

100.007 3 100.007 - - 17 7.751 2 519

3.2.1

Attività di promozione e informazione svolte da gruppi di produttori nel mercato interno

1.900.125 3 1.900.125 3 218.864 13 618.446 3 125.951

4.2.1 Trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli

2.200.146 2 2.173.087 3 291.664 20 1.427.747 9 254.131

14.1.1 Benessere animale 8.000.531 4 5.333.687 - - 595 5.397.111 509 4.868.374

L’intervento 14.1.1 è l’unico a presentare un avanzamento superiore al 60%, si in termini di capacità di

impegno (67,5%) che di spesa (61%). La capacità di spesa dell’intervento 4.2.1 si attesta al 12% circa del

programmato, quella del 3.1.1 ad appena lo 0,5%. La valutabilità della FA è ancora potenziale rispetto ai

risultati e bassa rispetto agli impatti.

Criteri di giudizio e indicatori pertinenti

Criteri Indicatori Tipologia Valore

realizzato

Valore obiettivo

(se previsto)

1. Gli investimenti

sovvenzionati contribuiscono

al consolidamento ed allo

sviluppo della qualità della

produzione agricola

O1. Spesa pubblica totale (€) O 5.248.973,46 12.500.830,24

O4. N. di aziende agricole/beneficiari che hanno

fruito di un sostegno (nuove adesioni M. 3.1), con

indicazione

dell’età del titolare (<40 anni, >40 anni)

ambito territoriale (rilevanza ambientale)

O 8 20

T6. % di aziende agricole che ricevono un sostegno

per la partecipazione a regimi di qualità, distinte per:

tipologia di sistema di qualità (DOP, IGP, ecc.)

R/VAL

0,22

100%

Sistemi UE

0,56

N. attività di informazione e promozione (SM.3.2),

distinti per tipologia di intervento VAL 56 n.d

UBA interessate dalla misura di benessere animale VAL 13.527 n.d

Valore della produzione agricola certificata da

sistemi di qualità nelle aziende beneficiarie a seguito

della sovvenzione (€)

VAL nd NA

2. Gli interventi hanno

incentivato l’integrazione di

filiera finalizzata allo

sviluppo di nuovi prodotti,

pratiche processi e

tecnologie e alla promozione

dei prodotti nei mercati

locali ed allo sviluppo delle

filiere corte

O4. N. di beneficiari, distinti per operazioni destinate

a:

la trasformazione/ commercializzazione e/o dello

sviluppo dei prodotti agricoli (SM.4.2)

progetti di sviluppo della filiera bosco legno

energia (SM.16.6)

O/VAL 9 NA

Aumento del prezzo riconosciuto ai produttori

agricoli primari conferitori della materia prima (SM

4.2)

VAL nd NA

6 Si tratta di domande approvate

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Approccio metodologico

L’analisi dell’efficacia degli interventi posti in essere nell’ambito della FA 3A si è basata sostanzialmente su

un’analisi documentale e dei dati secondari. Il livello di avanzamento fisico e finanziario delle misure che

concorrono alla FA 3A non permette la valorizzazione di tutti gli indicatori previsti. Ne deriva che, almeno in

questa fase, e in assenza di ulteriori elementi di analisi, non è possibile elaborare un giudizio robusto sugli

obietti perseguiti dalla FA e sugli effetti prodotti. Al contempo, non è possibile rilevare l’esistenza di particolari

problemi in grado di influenzare un futuro giudizio di valutazione. L’analisi dell’efficacia degli interventi si è

arricchita dagli elementi di conoscenza raccolti nel corso del workshop realizzato con i responsabili di Misura.

Risposta alla domanda di valutazione

La Sottomisura 3.1, come nella passata programmazione, l’adesione alla misura è molto ridotta nella Regione

perché le aziende di bovine da latte, che pure sono in maggioranza inserite nella filiera di qualità DOP Fontina

per l’attività di produzione primaria, non sono gravate da costi di certificazione, che sono a carico in genere

delle cooperative di trasformazione o di trasformatori privati che acquistano il latte.

La Sottomisura 3.2 non presenta al 31.12.2018 attività di promozione concluse per le quali sia possibile

analizzare i primi risultati. I progetti finanziati sono finalizzati alla promozione della DOP Fontina (due

domande dal consorzio produttori e tutela della D.O.P. Fontina e dalla cooperativa produttori latte e Fontina)

e sulla DOC della Valle d’Aosta (da parte dell’associazione viticoltori Valle Aosta).

Per quanto riguarda l’intervento 4.2.1 le nove domande presentate sono riconducibili a 6 caseifici, due aziende

vitivinicole, una frutticola. Rispetto a quanto riportato nella QV6. Tab.2 i caseifici finanziati coinvolgono circa

nove milioni di latte conferito l’anno, circa il 52% del latte conferito annualmente ai caseifici sociali della

Valle d’Aosta. Allo stato attuale non è possibile valutare le ricadute che gli investimenti avranno sia nel

miglioramento delle prestazioni aziendali che sui produttori primari collegati a monte della filiera.

Per quanto riguarda la misura di benessere animale, le UBA complessivamente interessate sono pari a 13.527,

il 47% circa del patrimonio zootecnico regionale (ICC 21 aggiornato al 2010), evidenziando dunque un’elevata

capacità del PSR di incidere sul contesto regionale.

Conclusioni e raccomandazioni

CONCLUSIONI RACCOMANDAZIONE

Il livello di adesione alla Sottomisura 3.1, come nella

passata programmazione, è molto basso, perché i costi di

certificazione sono a carico in genere delle cooperative di

trasformazione o di trasformatori privati che acquistano il

latte.

Per quanto riguarda gli interventi finanziati a valere

sull’intervento 4.2.1 si evidenzia come i caseifici

finanziati coprano circa il 52% del latte conferito

annualmente nella Regione VdA.

Ottima anche la performance della Misura di benessere

animale, le UBA interessate rappresentano circa il 47%

del patrimonio zootecnico regionale.

La regione potrebbe valutare la possibilità di

spostare le risorse dall’Intervento 3.1 ad altre misure

della FA 3A.

Sul resto delle Misure, il valutatore si riserva di

fornire raccomandazioni puntuali nel prosieguo

delle attività di valutazione.

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6.3.2 QVC 7: FA 3B in che misura gli interventi del PSR hanno fornito un sostegno alla prevenzione

e gestione dei rischi aziendali?

La FA non è stata attivata, non sono previsti interventi finalizzati ad incidere in maniera diretta alla prevenzione

dei rischi aziendali.

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6.4 La risposta alle domande di valutazione della priorità 4

6.4.1 QVC 8: FA 4A in che misura gli interventi del PSR hanno fornito un sostegno al ripristino, alla

salvaguardia e al miglioramento della biodiversità, segnatamente nelle zone Natura 2000, nelle

zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici, nell’agricoltura ad alto valore

naturalistico, nonché all’assetto paesaggistico dell’Europa?

Descrizione del contesto socio-economico e programmatico

La Commissione europea definisce la biodiversità come la “variabilità della vita e dei suoi processi. Essa

include tutte le forme di vita, dalla singola cellula ai complessi organismi e processi, ai percorsi ed ai cicli che

collegano gli organismi viventi alle popolazioni, agli ecosistemi ed ai paesaggi” (DG AGRI 1999). Sulla base

di tale definizione la biodiversità è differenziabile in:

diversità genetica, intesa come differenze del patrimonio genetico all’interno di una specie;

diversità di specie, riferita al numero di popolazioni vegetali, animali e di microorganismi;

diversità degli ecosistemi, ossia la variabilità degli ecosistemi e degli habitat.

Nella descrizione della strategia del PSR Valle d’Aosta la focus area 4A contribuisce all’obiettivo specifico

“Salvaguardia, ripristino e miglioramento della biodiversità”.

Ineriscono a tale FA i seguenti fabbisogni (fabbisogni 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22) presenti nel contesto

regionale, individuati attraverso la preliminare analisi SWOT:

F15 Gestione corretta dei prati e pascoli permanenti e mantenimento del tradizionale sistema

zootecnico fondovalle-alpeggio

F16 Tutela delle razze autoctone

F17 Mantenimento delle aziende agricole sul territorio

F18 Salvaguardia dei siti ad elevata valenza naturalistica

F19 Mantenimento e ulteriore diffusione di pratiche agricole biologiche e/o a basso impatto ambientale

F20 Conservazione dell'ecosistema forestale e mantenimento della sua funzione di protezione

F21 Salvaguardia della biodiversità

F22 Sviluppo di approcci territoriali collettivi nell’applicazione delle misure agro-climaticoambientali.

Attuazione del Programma

Gli interventi del PSR Valle d’Aosta ritenuti potenzialmente favorevoli al ripristino, alla salvaguardia e al

miglioramento della biodiversità possono essere indicati in forma raggruppata in funzione dell’effetto atteso

(contributo primario e secondario) prevalente (anche se non esclusivo) rispetto ai temi di:

riduzione o non utilizzazione di fitofarmaci tossici a beneficio della fauna selvatica (Intervento 10.1.1,

10.1.2, 10.1.3 e Sottomisure 11.1 e 11.2) (Contributo indiretto);

aumento della complessità ecosistemica e del “mosaico colturale” degli ambienti agricoli,

miglioramento della biodiversità edafica e delle aree rifugio e nutrizione della fauna, ampliamento dei

corridoi ecologici e contrasto alla ricolonizzazione forestale delle aree a pascolo in ambiente montano.

Interventi 10.1.1 e 10.1.2 (contributo secondario), Misure 11 (contributo secondario),12 e 13 e le

Sottomisure 4.4 e 16.8 (Piani di gestione forestale o di documenti equivalenti – contributo secondario).

Rispetto a tale criterio si terrà inoltre conto del contributo determinato:

o dalla Sottomisura 7.6 che prevede, tra l’altro, il sostegno per investimenti relativi alla

manutenzione alla riqualificazione del patrimonio culturale e naturale degli alpeggi (contributo

secondario);

o dagli investimenti previsti dalla Sottomisura 8.5 volti a valorizzare la biodiversità e il pregio

ambientale degli ecosistemi forestali anche in funzione dell’ampliamento dell’attrattività degli

habitat e dei paesaggi boscati;

mantenimento delle specie locali minacciate di erosione genetica determinato dagli Interventi 10.1.4,

e 10.1.5 per la realizzazione di progetti operativi inerenti la conservazione, l’uso e lo sviluppo

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sostenibile delle risorse genetiche in agricoltura con particolare attenzione alle varietà locali viticole e

pomacee e cerealicole e alle razze a rischio di estinzione (pezzata nera e castana valdostana).

QVC8 Tab 1.: Superficie per Misura/Sottomisura/Operazione Misure/ Sub

misure/operazione

Descrizione Superfici o Capi

(ha/ UBA)

Distribuzione

(%)

10.1.1 Gestione estensiva dell'allevamento di fondovalle 9.418 ha 21,6

10.1.2 Miglioramento dei pascoli di alpeggio 24.670 ha 56,5

10.1.3 Sostegno ai metodi di lotta integrata 214 ha 0,5

10.1.4 Salvaguardia razze in via di estinzione 3.692 UBA

10.1.5 Tutela delle varietà vegetali autoctone a rischio di erosione genetica* nd

11.1 Pagamento al fine di adottare pratiche e metodi di produzione biologica 23 ha 0,1

11.2 Pagamento al fine di mantenere pratiche e metodi di produzione biologica 798 ha 1,8

12 Indennità Natura 2000 e indennità connesse alla direttiva quadro sulle acque - -

13 Indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli

specifici

8.567 ha7

19,6

Totale superficie favorevole alla biodiversità 43.691 ha 100 %

Fonte: Elaborazioni LME su dati di monitoraggio

Complessivamente la superficie oggetto di impegno (SOI) che concorre al miglioramento della biodiversità è

pari a circa 73.394 ettari di cui il 52% di indennità, il 34% relativo al miglioramento dei pascoli di alpeggio e

il 13% alla gestione estensiva dell'allevamento di fondovalle. Il restante 1% è afferente all’agricoltura

biologica.

Il valore totale della superficie fisica impegnata risulta pari a 43.691 ettari, al netto dei doppi conteggi

(sovrapposizioni tra la misura 13 e le altre misure).

QVC8 Tab 2. dotazione finanziaria, n. e valore degli inviti a presentare proposte pubblicati Misure/

Sub

misure

Descrizione Allocazione

finanziaria

(Meuro)

Domande

Finanziate

Interventi

conclusi

Note

N. Meuro N. Meuro

4.4 Investimenti in immobilizzazioni materiali:

investimenti non produttivi

Operazione non attivata

7.6 Sostegno per studi/investimenti relativi alla

manutenzione, al restauro e alla

riqualificazione del patrimonio culturale e

naturale dei villaggi….

Operazione attivata nel 2019

(Contributo secondario)

8.5.1 Investimenti diretti ad accrescere la

resilienza e il pregio ambientale degli

ecosistemi forestali

2.900.192 1 107.728 0 0

16.8 Stesura di piani di gestione forestale o di

documenti equivalenti Operazione non ancora attivata (contributo secondario)

Fonte: Dati di monitoraggio

Criteri di giudizio e indicatori pertinenti

La domanda valutativa relativa alla biodiversità è stata declinata in tre criteri che permettono di identificare il

contributo del PSR rispetto alle specie, agli habitat e al paesaggio, e al patrimonio genetico, in base agli

indicatori di output, di risultato8 ed impatto previsti a livello comunitario. (►Tabella seguente. R7, I8, I9).

7 (38.269 ha al lordo delle sovrapposizioni con Misura 10 e Misura 11) 8 Si fa presente, che gli indicatori quantificati dal valutatore possono differire dagli indicatori di programma per due

motivi: nel calcolo si è tenuto conto della superficie richiesto e non di quella accertata (dati AGEA), nel calcolo si è tenuto

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Criteri Indicatori Sottomisure/

Operazioni

Valore U. M.

1. Gli impegni agroambientali

determinano la salvaguardia ed

il miglioramento della

biodiversità delle specie

R7.T9 Percentuale di terreni agricoli oggetto di

contratti di gestione a sostegno della

biodiversità, superficie declinata in funzione

delle zonizzazioni per aree a maggior

fabbisogno di intervento

R6.T8 Percentuale di foreste o altre superfici

boschivi oggetto di contratti di gestione a

sostegno della biodiversità, superficie declinata

in funzione delle zonizzazioni per aree a

maggior fabbisogno di intervento

10.1.1,10.1.2

10.1.3, 11.1, 11.2

84

%

0

I8. Ripristino della biodiversità: evoluzione

dell’indice FBI (per specie insettivore) e WBI

nelle aree di intervento.

Stabile per il periodo 2000-2018 e

lieve tendenza alla diminuzione

nel breve periodo (FBI);

incremento costante per il periodo

2000-2018 (WBI)

2. Il PSR favorisce la

conservazione e/o l’aumento di

“habitat agricoli ad alto pregio

naturale” ed il mantenimento dei

paesaggi

R7.T9. Percentuale di terreni agricoli oggetto di

contratti di gestione a sostegno della

biodiversità e/o dei paesaggi, superficie

declinata in funzione delle zonizzazioni per aree

a maggior fabbisogno di intervento

R6.T8 Percentuale di foreste o altre superfici

boschivi oggetto di contratti di gestione a

sostegno della biodiversità, superficie declinata

in funzione delle zonizzazioni per aree a

maggior fabbisogno di intervento

4.4, 7.6, 8.5, 10.1.1,

10.1.2, 11, 12, 13

16.8.

82 %

I9. Conservazione di habitat agricoli di alto

pregio naturale (HNV e HNVF) 14.792 ha

3. Gli impegni agroambientali

contribuiscono al

mantenimento o

all’accrescimento della

diversità genetica in

agricoltura, tutelando le specie

vegetali a rischio d’erosione

genetica.

R4.A/1 Numero interventi finanziati per la

salvaguardia delle varietà a rischio di erosione

genetica. (*)

10.1.4, 10.1.5*

3.692 UBA

nd ha

Approccio metodologico

La base informativa utilizzata per il calcolo dell’indicatore di risultato R7 è rappresentata dallo scarico dei dati

al 31/12/2018, fornito dall’OP AGEA al valutatore nel maggio 2019. Tale DB contiene l’informazione relativa

alla superficie richiesta a finanziamento delle domande ammesse ma non la superficie accertata: si fa presente

dunque, che il dato utilizzato ai fini del calcolo dell’indicatore potrebbe differire da quello inserito nella tabella

B3 della RAA, nonché con i valori target previsti nella tabella d, in quanto in seguito ai controlli amministrativi

del SIGC le superfici richieste potrebbero aver subito una decurtazione. Inoltre, la quantificazione degli

indicatori (ad eccezione del dato riportato nella tabella dell’attuazione), tiene conto della superficie fisica,

senza doppi conteggi: l’individuazione dei doppi conteggi è stata effettuata su base particellare. Nello specifico

in caso di sovrapposizione tra superfici relative a differenti Misure, sono state ridotte le superfici della Misura

13 privilegiando le Misure a maggior effetto ambientale. Ai fini del calcolo dell’indicatore, a differenza di

quanto previsto nella RAA e nel PSR, il valutatore ha tenuto conto anche del contributo secondario della

Misura 11.

L’indicatore di risultato R6 è pari a zero, non essendo presenti domande di pagamento liquidate al 31.12.2018.

Il metodo generale di elaborazione ed analisi dei dati è basato sull'integrazione (“incrocio”) in ambiente GIS

(Geographic Information System) delle informazioni derivanti dalla cartografia tematica delle aree protette e

inoltre conto del contributo secondario di alcune tipologie di intervento (Misura 11, Interventi 10.1.1. 10.1.2) che risultano

rilevanti per valutare il contributo del PSR sulla biodiversità.

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delle zone Natura 2000, con le informazioni relative alle superfici interessate dagli interventi (SOI) ricavabili

dalle Banche Dati Agea. Il riferimento di tutte queste informazioni è collocato ad un’unità territoriale minima:

il quadro d’unione dei fogli di mappa catastali (sui quali calcolare SOI).

Il calcolo dell’indicatore d’impatto I8 è legato all’analisi del trend relativo all’indice FBI (per specie

insettivore) nelle aree di intervento. L’utilizzazione del FBI quale indicatore di impatto del PSR sulla

biodiversità delle specie implica, a livello metodologico, la possibilità di isolare l’effetto del PSR, identificando

come incide” rispetto all’andamento dell’indice nel tempo. Tale profilo di analisi presenta non pochi elementi

di complessità metodologica che sono stati oggetto di confronto e riflessione a livello europeo e nazionale,

nell’ambito della Rete Rurale Nazionale e del progetto MITO 2000. Il basso grado di efficacia è dovuto a

diversi fattori, tra i quali la scarsa corrispondenza tra la dislocazione dei punti di osservazione/ascolto che

vengono scelti con un programma randomizzato e le aree interessate dalle azioni del PSR (Rete Rurale e LIPU

2010). Analogamente per l’indice WBI relativo all’andamento delle specie di uccelli nidificanti negli ambienti

forestali.

Nel caso della Regione Valle d’Aosta è attivo dal 2009 una specifica convenzione per tener conto della

particolarità del contesto regionale: “la limitata estensione degli agrosistemi e l’elevata altitudine media fanno

sì che le locali popolazioni di uccelli legati ad ambienti agro-pastorali siano numericamente ridotte,

quantitativamente non significative a livello europeo e con dinamiche di popolazione influenzate da fattori

climatici” (Toffoli, 2018)9.

Il calcolo dell’indicatore di impatto I9 Conservazione di habitat agricoli di alto pregio naturale (HNV), è

stato realizzato utilizzandolo studio della Rete Rurale Nazionale, mettendo in relazione le SOI delle Sotto

misure/Operazioni potenzialmente idonee al mantenimento ed alla diffusione delle AVN, con le aree agricole

AVN totali regionali stimate nello studio della RRN. Nel 2014 la Rete Rurale Nazionale (nell’ambito della

metodologia comune delineata dalla Rete Europea di Valutazione per lo sviluppo rurale per il calcolo degli

indicatori di biodiversità associati all’agricoltura AVN) ha pubblicato i rapporti regionali relativi allo studio

per l'individuazione delle aree agricole ad Alto Valore Naturale in Italia, i cui risultati relativi alla Regione

Valle d’Aosta sono stati utilizzati per il calcolo dell'indicatore comune di contesto C37 definito a livello

comunitario per il periodo di programmazione 2014-2020. Tali aree, se pur non più aggiornate, rappresentano

il contesto di riferimento per l’effettuazione della presente valutazione.

Il lavoro svolto dalla RRN segue l’approccio della copertura del suolo e utilizza i dati dell’indagine statistica

AGRIT2010 del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf) integrati con dati derivati

dal Corine Land Cover e dal database dei siti italiani designati a livello nazionale o europeo per la protezione

di habitat di interesse comunitario (Natura2000)10. Sulla base di tale studio, nella regione Valle d’Aosta le aree

agricole HNV interessano circa 41.112 ettari, il 86% della SAU regionale11. (► vedi tabella QVC8 Tab 5).

9 Monitoraggio dell’indicatore Trends of index of population of farmland birds (FBI), relativo agli uccelli nidificanti negli ambienti agricoli, per l’anno

2018 previsto dal Programma di Sviluppo Rurale 2014-2000 10 Lo studio si è basato, in particolare, su di un’elaborazione riferita alle 2.725 celle del progetto AGRIT inserite in un reticolo di maglie quadrate, di

lato pari a 10 km. La classificazione della SAU potenzialmente AVN è stata effettuate sulla base di tre criteri corrispondenti alla tipologia di Andersen et al. (2003): Criterio 1: elevata proporzione di vegetazione semi-naturale (copertura percentuale complessiva delle foraggere permanenti); Criterio 2:

presenza di elementi naturali, semi-naturali e strutturali del paesaggio (alberi fuori foresta - in termini di copertura percentuale - e margini degli ambienti

naturali e semi-naturali in termini di densità lineare, misurata in m/ha); Criterio 3: presenza di specie di interesse per la conservazione della natura a livello europeo (numero di specie - associate all’agricoltura AVN - dei siti della rete NATURA2000 che ricadono all’interno delle celle). La

classificazione della SAU AVN in diversi livelli di valore naturale è stata ottenuta per ciascuna cella attribuendo un punteggio alla superficie risultata

potenzialmente AVN secondo i singoli criteri. 11 Valori elaborati dalla Rete Rurale Nazionale 2007-13 nel febbraio 2014 in “Aree agricole ad alto valore naturale - Approccio della copertura del

suolo”. I valori per la Regione Valle d’Aosta provengono dai dati dell’indagine statistica AGRIT2010 del Ministero delle politiche agricole,

alimentari e forestali (Mipaaf) integrati con dati derivati da CLC e dal database dei siti italiani designati a livello nazionale o europeo per la protezione di habitat di interesse comunitario (Natura2000).

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QVC8 Tab 3- SA potenzialmente ad alto valore naturale (AVN), per classe di valore naturale

Ambiti

territoriali

AVN-basso AVN-medio AVN-alto AVN-molto

alto Totale AVN

Totale

SAU12

Ha %

SA ha

%

SA ha

%

SA ha

%

SA ha

%

SA ha

Valle d’Aosta 8.059 16 20.162 41 19.623 40 - - 47.844 97 49.349

ITALIA 2.676.615 21,1 1.815.350 14,3 1.512.212 11,9 510.175 4,0 6.514.351 51,3 12.700.247

Fonte: elaborazioni LME su “Aree agricole ad alto valore naturale” – MIPAAF-RRN – febbraio 2014

Disponendo del dato georiferito (shp file) di tale studio con l’indicazione delle celle utilizzate e classificate

(non AVN, AVN-Basso, AVN-Medio, AVN-Alto), si è proceduto ad effettuarne un’intersezione spaziale con

il quadro d’unione dei fogli di mappa catastali della regione Valle d’Aosta. Sulla base di questa intersezione

si è potuto attribuire ad ogni foglio la quota parte dello stesso ricadente nelle tre classi di valore naturale (alla

quarta classe, AVN-Molto Alto non risulta attribuita alcuna porzione del territorio regionale) e nella classe con

valore “0”, cioè non AVN. Utilizzando lo stesso indice si è così ripartita la SOI sulle Operazioni 10.1.1 e

10.1.2, delle Sottomisure 11.1 e 11.2 e della Misura 13, quest’ultima al netto delle sovrapposizioni con i

predetti interventi - del PSR considerate per ogni foglio di mappa catastale, nelle quattro classi individuate.

Risposta alla domanda di valutazione

L’indicatore di risultato R7 declinato in funzione delle zonizzazioni per Aree Natura 2000 è pari a 5.549 ettari

e rappresenta l’84% della Superficie Agricola (SA) regionale che si è ritenuto, per tale calcolo, ricondurre alle

quantità richieste a valere complessivamente sulla Misura 13 (38.269 ha). Preme sottolineare, infatti, che la

Superficie Agricola individuata attraverso l’elaborazione del Corine Land Cover del 2018, generata da

fotointerpretazione, è risultata sottostimata (35.632 ha) rispetto al dato di SAU presente sul PSR 2014-2020

della Regione Valle d’Aosta (►QVC8 Fig1).

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QVC8 Fig1 Incidenza della SA (calcolata in base alla Misura 13) per singolo Foglio di Mappa

(Aree Natura 2000 in reticolato verde)

L’efficacia degli interventi delle Misure 10.1.1, 10.1.2, 10.1.3, 11.1 e 11.2 può essere colta scomponendo i

valori dell’Indicatore di risultato R7 (e il relativo indice SOI/SA) a livello territoriale (cfr. Tabella QVC8 Tab

5), nelle Aree protette e Natura 2000 in cui l’effetto ambientale è massimizzato.

Dalla lettura della tabella emerge come la SOI ricadente nelle Aree Protette (7.109 ha) e nel sottoinsieme delle

Aree Natura 2000 (5.549 ettari) presentano una minore concentrazione (rapporto SOI/SA) - rispettivamente

l’84% e l’83% - rispetto al totale regionale pari al 92% (vedi QVC8 Tab.4).

QVC8 Tab 4 Superfici Oggetto di impegno favorevole alla salvaguardia e al miglioramento

della biodiversità delle specie R7 e Superficie Agricola nelle Aree Protette e Rete Natura 2000

e intero territorio regionale

FA 4a SOI (ha) SA (ha) SOI/SA (%)

Totale 35.125

(55.596 da PSR dato Eurostat 2010)

(49.324 da Rapporto della Rete Rurale 2014)

63%

71%

38.269 (Misura 13) 92%

di cui in Aree protette 7.109 8.532 83%

di cui in Natura 2000 (SIC/ZPS) 5.549 6.572 84%

Fonte: Elaborazioni LME su dati di monitoraggio

Tale differenziale, va tuttavia letto tenendo conto del fatto che nelle aree N2000, determinate impegni

agroambientali potrebbero trovare difficoltà di applicazione per le misure di conservazione previste. Pertanto

tale minor concentrazione è da ricondurre alla specificità del contesto valdostano.

L’impatto delle Misure agroambientali sulla biodiversità

I8 Farmaland Bird Index (FBI) e Woodland Bird Index (WBI)

L’aggiornamento degli indici FBI e WBI al 2018 (Toffoli, 2018) ne ha evidenziato un valore rispettivamente

di 100 e di 197, facendo registrare:

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per l’ambiente “agrario” (FBI), una tendenza alla stabilità per il periodo 2000-2018 e una lieve

tendenza alla diminuzione nel breve periodo;

per l’ambiente “forestale” (WBI), una tendenza all’incremento.

QVC8 Fig2 Farmland Bird Index per la Regione Valle d’Aosta (Δ=4%). In tratteggiato

l’errore standard SE)

Fonte: Toffoli 2018

L’andamento complessivo appare comparabile con le tendenze osservate nella Regione Piemonte e su scala

nazionale. I risultati delle analisi condotte nella Valutazione 2007-13 avevano evidenziato come la ridotta

superficie, la limitata estensione, la relativa omogeneità degli agrosistemi e la distribuzione territoriale dei

punti d’ascolto nelle aree agro-pastorali della Regione Valle d’Aosta (Toffoli, 2013) avevano messo in

relazione l’andamento del FBI con gli interventi del PSR. Tuttavia in tale sede si ribadisce come l’utilizzazione

del FBI quale indicatore di impatto del programma sulla biodiversità delle specie implichi, a livello

metodologico, la possibilità di isolare l’effetto del PSR stesso, identificando come incida rispetto

all’andamento dell’indice nel tempo. Tale profilo di analisi presenta non pochi elementi di complessità

metodologica che sono stati oggetto di confronto e riflessione a livello europeo e nazionale, nell’ambito della

Rete Rurale Nazionale e del progetto MITO 2000. Va altresì sottolineato come nel caso della Valle d’Aosta

l’indicatore di contesto sia da considerarsi a tutti gli effetti un indicatore di impatto del PSR, per la percentuale

prossima al 100% del rapporto tra SOI su SA. Pertanto si può concludere affermando il PSR sta contribuendo

ad un andamento stabile del FBI nell’ultimo ventennio considerato.

I9. Conservazione di habitat agricoli di alto pregio naturale (HNV)

Gli interventi del Programma che determinano effetti quantitativamente diffusi (superfici interessate) e

potenzialmente favorevoli per la biodiversità delle aree agricole ad “Alto Valore Naturale” riguardano

soprattutto:

il mantenimento e l’incremento degli usi agricoli del suolo rientranti nella tipologia delle aree a

vegetazione semi-naturale (tipo 1 di Andersen) quali prati permanenti e pascoli;

il mantenimento o anche la nuova introduzione di sistemi estensivi di gestione dei terreni agricoli (es.

introduzione del metodo di produzione biologico) che ne aumentano/conservano i livelli di

differenziazione e complessità ecologica (presenza di infrastrutture ecologiche, “mosaici colturali”).

Va da subito osservato che tali effetti del PSR si esprimono principalmente, nel mantenimento di superficie

agricole associate al concetto “AVN” piuttosto che nel loro incremento, derivante da cambiamenti di tipi di

uso agricolo del suolo o di introduzione di nuove modalità di gestione.

Sulla base della metodologia descritta al paragrafo precedente la correlazione spaziale tra la SOI e le aree a

diverso grado di valore naturalistico ha evidenziato, come mostra la tabella QVC8 Tab 5, che la SOI delle

Misure/azioni associate localizza, per il 18% in aree AVN-Basso, per il 40% in quelle di tipo medio, mentre

nelle aree agricole AVN alto ricadono circa 16.004 ettari di SOI, cioè il 37% del totale.

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QVC8 Tab 5– SOI per classe di area potenzialmente ad alto valore naturale (AVN), (I9)

FA 4a SOI

(ha)

SA

(ha)

% SOI

(%)

SOI/SA

(%)

TOTALE 43.477 49.324 100% 88%

Classe AVN basso 7.640 8.059 18% 95%

Classe AVN medio 17.468 20.162 40% 87%

Classe AVN alto 16.004 19.623 37% 82%

Fonte: elaborazioni LME su dati di monitoraggio e dati di contesto

La distribuzione rispetto al rapporto SOI/SA mostra elevati indici di concentrazione per tutte le classi di valore

naturalistico. Tuttavia nelle aree con superficie agricola con valore naturalistico “alto” la SOI corrisponde a

circa l’82% della SAU attivata dalla Misura 13 nelle stesse aree. Se confrontato con i valori rilevati sulla SAU

con valore naturalistico “basso” e “medio”, le percentuali si attestano rispettivamente sul 95% e sull’87%.

L’analisi sembrerebbe evidenziare quindi una minore capacità di concentrazione nelle aree ad alto valore

naturalistico. Tuttavia ai fini dell’impatto del PSR, si dovrebbe verificare la presenza di un cambio di uso del

suolo nelle aree ad HNV basso o nullo che sposti le superfici agricole verso classi di HNV medio o alto. Tale

cambiamento di uso del suolo agricolo nel contesto valdostano, già fortemente caratterizzato da una

concentrazione della SAU nelle classi medio-alto non è fattibile. Pertanto la concentrazione della SOI su SA

in aree caratterizzate da HNV basso va letta in maniera positiva, perché rende più sostenibili le pratiche agricole

nelle aree a maggior fabbisogno di incremento di valore naturalistico.

Conclusioni e raccomandazioni

CONCLUSIONI RACCOMANDAZIONE

La superficie del PSR che ha un effetto positivo sulla

biodiversità è pari a 5.549 ettari, pari all’84% della Superficie

Agricola regionale in area Natura 2000 calcolata sulla base

della SOI della Misura 13 utilizzata come proxy della SA

regionale.

Complessivamente la SOI ricadente nelle Aree Protette

(7.109 ha) e nel sottoinsieme delle Aree Natura 2000 (5.549

ettari) presenta una minore concentrazione (rapporto

SOI/SA) rispetto alla SOI regionale pari al 92%.

Tale differenziale, va tuttavia letto tenendo conto del fatto che

nelle aree N2000, alcuni impegni agroambientali potrebbero

trovare difficoltà di applicazione per le misure di

conservazione già previste. Pertanto tale minor

concentrazione è da ricondurre alla specificità del contesto

valdostano.

Non si ritiene al momento di dover fornire

raccomandazioni in merito.

L’indice FBI presenta un andamento stabile dal 2000 al 2018,

in aumento dal 2001 al 2010 e in progressivo calo a partire

dal 2011, nel 2018 si attesta a 100 (base 100 nel 2000).

Vista la specificità del contesto valdostano caratterizzato da

una pressoché totale copertura della SA da misure a finalità

ambientale, l’indice è a tutti gli effetti un indicatore di impatto

del PSR: non c’è un dato controfattuale attraverso il quale

poter stabilire un effetto netto, pertanto si può affermare che

il valore osservato contiene implicitamente l’effetto PSR.

Nel prosieguo delle attività di valutazione verranno condotti

degli approfondimenti puntuali su alcune tipologie di

intervento per verificare la presenza di differenziali

statisticamente significativi a livello di punti di osservazione.

Non si ritiene al momento di dover fornire

raccomandazioni in merito.

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CONCLUSIONI RACCOMANDAZIONE

Sulla base dell’analisi effettuate, le superfici del PSR che

concorrono al mantenimento delle aree ad alto valore

naturalistico (HNV) sono 16.004 ha cioè l’82% della SAU

nelle medesime aree. Le aree ad HNV alto racchiudono il

40% della SA regionale. Le aree a HNV basso o non HNV

includono il 19% della SA regionale.

La specificità del contesto valdostano restituisce dunque un

quadro nel quale i margini per poter incidere sulle aree ad

HNV basso siano ridotti.

La maggiore concentrazione del rapporto SOI su SA in aree

caratterizzate da HNV basso va letta in maniera positiva,

perché rende più sostenibili le pratiche agricole nelle aree a

maggior fabbisogno di incremento di valore naturalistico.

Non si ritiene al momento di dover fornire

raccomandazioni in merito.

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6.4.2 QVC 9: FA 4B in che misura gli interventi del PSR hanno finanziato il miglioramento della

gestione delle risorse idriche, compresa la gestione dei fertilizzanti e dei pesticidi?

Descrizione del contesto socio-economico e programmatico

La focus area 4B intende migliorare la qualità delle risorse idriche attraverso la riduzione da parte degli

agricoltori nell’uso di input chimici

I fabbisogni individuati dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta attraverso la SWOT sono i seguenti:

F15 Gestione corretta dei prati e pascoli permanenti e mantenimento del tradizionale sistema

zootecnico fondovalle-alpeggio

F18 Salvaguardia dei siti ad elevata valenza naturalistica

F19 Mantenimento e ulteriore diffusione di pratiche agricole biologiche e/o a basso impatto ambientale

F22 Sviluppo di approcci territoriali collettivi nell’applicazione delle misure agro-climatico-

ambientali

Gli interventi del PSR Valle d’Aosta ritenuti potenzialmente favorevoli al miglioramento della qualità delle

acque sono l’agricoltura integrata (Operazione 10.1 3) e l’agricoltura biologica (Misure 11.1 e 11.2), le quali

prevedono la riduzione o il divieto dell’uso dei fertilizzanti minerali (azoto e fosforo) che incidono sulla qualità

delle acque superficiali e profonde.

Inoltre un contributo rilevante è fornito dagli interventi 10.1.1 (Mantenimento o introduzione di pratiche

agricole ecocompatibili nella foraggicoltura di fondovalle) e 10.1.2 (Mantenimento o introduzione di pratiche

agricole ecocompatibili nella pratica di alpeggio) che prevedono un limite al numero di UBA/ettaro

ammissibile.

Inoltre si tiene conto anche, degli interventi relativi alla formazione professionale e agli scambi aziendali. La

possibilità di valorizzare tale indicatore sarà verificata in base ai dati disponibili rispetto ai partecipanti alle

attività di formazione e di scambio aziendale, laddove le tematiche trattate siano relative alla riduzione

dell’impiego di fertilizzanti minerali, verificando l’incidenza di tali interventi sui beneficiari delle Misure sopra

descritte.

QVC9 Tab1 - Percentuale dei siti di monitoraggio per classe di qualità delle acque superficiali

e profonde

Indicatore Valori % siti monitoraggio

Nitrati in acqua dolce - Superficie dell'acqua (%)

Alta qualità (<2.0) 100

Moderata qualità (>=2.0 e <5.6) 0

Scarsa qualità (>=5.6) 0

Nitrati in acqua dolce - Acque sotterranee (%)

Alta qualità (<25) n.d.

Moderata qualità (>=25 e <50) n.d

Scarsa qualità (>50) n.d

Fonte: Regione Valle d’Aosta (ARPA VdA 2013)

Lo stato qualitativo delle acque può essere descritto attraverso l’indicatore di contesto C40 che riporta la % di

siti di monitoraggio secondo la qualità delle acque (alta, moderata e scarsa) definita dalla concentrazione di

azoto (mg/l). Per quanto attiene le acque superficiali, la totalità dei siti risulta di qualità alta.

In ordine alle acque sotterranee, i sottoindicatori del CI 40 relativi alla percentuale di punti di monitoraggio

della falda ricadenti in diverse classi di qualità legate alla presenza di nitrati, richiedono di essere ancora

valorizzati. La Sesta Relazione sullo Stato dell’Ambiente rilasciata da ARPA Valle d’Aosta nel 2011 ha messo

in evidenza come la zona più critica risulti essere quella della piana di Aosta, classificata con qualità scarsa a

causa di attività industriali e non per le attività agricole o di allevamento. I dati di monitoraggio delle acque

sotterranee le annualità più recenti confermano tali evidenze.

Per quanto riguarda la pressione dell’agricoltura l’indicatore di contesto C40 surplus di azoto e fosforo non

risulta valorizzato, tantomeno è stato quantificato nel Rapporto di Valutazione Ex Post 2007-13 e nel PSR

2014-2020. Nella Tabella QVC9Tab2 sono riportate le quantità totali e per superficie concimabile di azoto e

fosforo contenute nei fertilizzanti venduti in Valle d’Aosta dal 2013 al 2017. Se ne rileva una netta riduzione

delle vendite dei fertilizzanti azotati nel triennio 2015-2017 ed una più lieve tendenza alla diminuzione dei

fertilizzanti fosforici nel quinquennio considerato. È interessante osservare che la riduzione nei valori assoluti

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di fertilizzanti (espressi in quintali) è scarsamente influenzata dalla variazione della superficie concimabile, in

quanto la riduzione dei carichi per unità di superficie presenta un andamento simile. In altri termini, la

riduzione nei consumi totali di fertilizzanti non deriva tanto da un fenomeno di dismissione o abbandono delle

superfici agricole ma principalmente da modifiche nelle modalità o intensità di concimazione delle superfici

ancora oggi coltivate.

QVC9Tab2- Elementi nutritivi contenuti nei fertilizzanti venduti e carichi (kg/ha) nella

Regione Valle d’Aosta

Anno

Elementi nutritivi contenuti nei fertilizzanti in

quintali

Elementi nutritivi contenuti nei fertilizzanti per ettaro di

superficie concimabile in Kg

Elemento

Azoto Fosforo Azoto Fosforo

2013 695 219 57,92 18,25

2014 760 210 63,3 17,5

2015 250 160 20 13

2016 220 210 18 17

2017 110 100 18 15

Fonte: ISTAT

Il trend delle vendite dei prodotti fitosanitari molto tossici e/o tossici si è confermato pari a zero nel

quinquennio preso in esame. Nel corso dell’ultimo biennio i prodotti nocivi sono stati progressivamente

azzerati, mentre quelli non classificabili, e quindi anche meno pericolosi, hanno fatto registrare una riduzione

rispetto agli incrementi del 2015 e del 2016. Gli andamenti delle vendite dei fertilizzanti e dei fitofarmaci

mostrano complessivamente un calo diffuso solo nel 2017 rispetto alle medie dei precedenti 4 anni che sarebbe

auspicabile venga confermato anche nei prossimi anni di rilevazione.

QVC9Tab3 Prodotti fitosanitari e trappole distribuiti per uso agricolo, per classi di tossicità

nella Valle d’Aosta

Prodotti fitosanitari e trappole distribuiti per uso agricolo, per classi di tossicità

Anni Molto tossico e/o tossico Nocivo Non classificabile Trappole (numero)

2013 0 218 15.019 51

2014 0 208 12.415 27

2015 0 19.800 23.382 261

2016 0 150 28.656 228

2017 0 0 19.314 0

Fonte: ISTAT

Relativamente al settore zootecnico (Tab.4) dai dati pubblicati dall’ISTAT sul censimento del 2010

confrontato con il precedente del 2000, emerge che il numero di aziende con allevamenti si riduce

drasticamente di oltre 1.400 unità (-52%) per tutte le tipologie di allevamenti, con punte per gli allevamenti di

specie avicole e suini. La consistenza zootecnica nella regione registra un calo negli ultimi dieci anni solo per

alcune specie; per i bovini la contrazione è solo del 15%, mentre per i suini la flessione è dell’80%, circa 860

capi in meno; anche gli allevamenti avicoli riducono la loro consistenza del 94%. La radicale riduzione nel

numero di aziende fa registrare l’incremento degli indici di concentrazione capi/azienda per tutte le specie ad

eccezione delle aziende suinicole.

QVC9Tab4. - Numero di aziende con allevamenti, consistenza zootecnica per specie e

variazioni nel periodo 2000-2010 nella Regione Valle d’Aosta

Specie Aziende Variazioni Numero capi Variazioni

Numero capi per

azienda

2010 2000 assolute % 2010 2000 assolute % 2010 2000

Allevamenti 1.356 2.822 -1.466 -52%

Bovini 1.176 1.586 -410 -26% 32.953 38.888 -5.935 -15% 28 25

Equini 143 145 -2 -1% 327 260 67 26% 2 2

Ovini 130 169 -39 -23% 2.286 2.216 70 3% 18 13

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Specie Aziende Variazioni Numero capi Variazioni

Numero capi per

azienda

2010 2000 assolute % 2010 2000 assolute % 2010 2000

Caprini 224 282 -58 -21% 3.528 3.399 129 4% 16 12

Suini 29 107 -78 -73% 212 1.072 -860 -80% 7 10

Avicoli 27 1.489 -1462 -98% 930 14.515 -13.585 -94% 34 10

Fonte: ISTAT Censimenti dell’agricoltura 2000 e 2010

Considerando le statistiche Eurostat nel periodo 2010-2018 (tabella QVC9Tab5) la tendenza alla riduzione dei

capi allevati rilevata dal censimento, viene confermata per quasi tutte le specie, ad esclusione dei caprini; in

particolar modo nel periodo considerato, i suini calano del 90%, i bovini e gli ovini del 20%.

QVC9Tab5. - Numero di capi allevati (migliaia) per le principali specie nel periodo 2010-2018

nella Regione Valle d’Aosta

Specie allevata

2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 Variazione

2010-2018

Numero capi (migliaia) %

Bovini 37,67 38,50 26,54 39,70 35,24 38,73 37,51 29,36 30,15 -20%

Suini 0,80 0,80 0,72 0,44 0,15 0,12 0,12 0,06 0,08 -90%

Ovini 2,40 2,39 1,98 1,72 2,18 1,94 1,96 1,85 1,94 -19%

Caprini 2.93 2.85 4.93 3.83 4.57 7.87 8.10 5.69 5.30 81%

Fonte: Eurostat Animal populations (December) by NUTS 2

Dall’analisi dei dati di contesto emerge una situazione delle pressioni dell’agricoltura sull’acqua relativamente

buona: le vendite dei fertilizzanti e dei fitofarmaci più pericolosi per la salute e l’ambiente sono in calo nel

2017 rispetto alla media dei precedenti quattro, le consistenze zootecniche sono complessivamente in calo sia

considerando i due censimenti 2000/2010 che nel periodo 2010/2018, sebbene vi sia una maggiore dimensione

media degli allevamenti. Quest’ultimo indicatore può essere letto negativamente se si considera una possibile

maggior concentrazione e quindi forme di allevamento più intensive soprattutto nelle aree di fondovalle, ma

di contro potrebbe rendere più conveniente la gestione dei reflui ad esempio realizzando impianti per la

produzione di biogas. Vale la pena evidenziare, infine, che a livello regionale non vi sono zone vulnerabili ai

nitrati (ZVN).

Attuazione del Programma

Complessivamente la superficie oggetto di impegno (SOI) che concorre al miglioramento della qualità delle

acque è pari a circa 35.125 ettari, di cui oltre il 70% dal miglioramento dei pascoli di alpeggio.

QVC9Tab6. superficie per Misura/Sottomisura/operazione

Misure/ Sub

misure/operazione Descrizione

Superficie

(ha)

Distribuzione

(%)

10.1.1 Gestione estensiva dell'allevamento di fondovalle 9.418 ha 26,8%

10.1.2 Miglioramento dei pascoli di alpeggio 24.670 ha 70,2%

10.1.3 Sostegno ai metodi di lotta integrata 215 ha 0,6%

11.1 Pagamento al fine di adottare pratiche e metodi di produzione biologica 24 ha 0,1%

11.2 Pagamento al fine di mantenere pratiche e metodi di produzione biologica 798 ha 2,3%

Totale superficie per il miglioramento della qualità delle acque 35.125 ha 100%

Fonte: Elaborazioni LME su dati di monitoraggio

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Criteri di giudizio e indicatori pertinenti

La domanda valutativa relativa al miglioramento della gestione delle risorse idriche può essere declinata in un

unico criterio che, in linea con gli indicatori di output, di risultato ed impatto previsti a livello comunitario,

permette di evidenziare il contributo del PSR rispetto alla qualità delle acque. Si fa presente che l’indicatore

R8/T10 potrebbe differire dall’analogo indicatore fornito dalla Regione in quanto al denominatore è stata

utilizzata la SA ricavata dalla Misura 13.

Criteri Indicatori Sottomisure/

Operazioni

Valore UM

1. Il PSR

determina il

miglioramento

della risorsa

idrica in

termini

qualitativi

R8. T10 percentuale di terreni agricoli oggetto di

contratti di gestione volti a migliorare la gestione

qualitativa della risorsa idrica (%)

10.1.1, 10.1.2

10.1.3, 11.1,

11.2

91.7%

(denominatore

SA Misura 13)

%

I11.C40 Qualità dell'acqua (%)

Surplus di

azoto %

Surplus di

fosforo

R.VAL: Incidenza dei partecipanti agli interventi di

formazione, scambio aziendali su tematiche inerenti la

riduzione degli impieghi di fitofarmaci sul totale dei

beneficiari agli interventi 10.1.3 e 11

R/VAL %

Approccio metodologico

Per il calcolo dell’indicatore di risultato R8 il metodo generale di elaborazione ed analisi dei dati si basa

sull'integrazione (“incrocio”) in ambiente GIS (Geographic Information System) delle informazioni derivanti

dalla cartografia tematica delle eventuali zone vulnerabili ai nitrati (ZVN), con le informazioni relative alle

superfici interessate dagli interventi (SOI) ricavabili dalle Banche Dati Agea. Nel caso della Valle d’Aosta,

l’assenza di aree ZVN non consente di evidenziare le aree a maggior fabbisogno di intervento.

L’indicatore di Impatto I11 “Miglioramento qualità delle acque” previsto nel QCMV, si basa sulla variazione

del bilancio lordo dei macronutrienti (azoto e fosforo) derivante dalla differenza tra le quantità di essi apportate

al suolo agricolo (con fertilizzazioni in primo luogo) e le perdite per asporti colturali, volatilizzazione e

fissazione. L’indicatore “Surplus” esprime pertanto la quantità di macroelemento (in Kg/ha) che rimane nel

suolo e che potrebbe venire trasportata, per scorrimento superficiale, per percolazione nelle acque superficiali

e sotterranee e per erosione (nel caso del fosforo) e che quindi potenzialmente contribuisce al loro

inquinamento. L’indicatore di impatto così definito è la variabile “centrale” oggetto di studio così come

rappresentata nello schema logico (di seguito proposto), che illustra sinteticamente il bilancio dell’azoto e del

fosforo nel suolo agricolo.

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Tab. 4. QVC9Fig.1. Bilancio dell’azoto e del fosforo nel suolo agricolo

La quantificazione dell’Indicatore I11 è stata effettuata utilizzando i valori dei carichi associati alle diverse

tipologie di interventi nel complesso dell’area regionale - stante l’assenza di zone classificate ZVN (zone

vulnerabili ai nitrati) - così come calcolati nel Rapporto Ambientale del PSR.

La stima dei benefici derivanti dall’applicazione delle misure del PSR ha riguardato sia i carichi azotati e

fosfatici (N e P2O5) complessivi apportati con la concimazione, sia il surplus di N e P2O5 calcolato in base al

bilancio descritto precedentemente. Per entrambe le variabili sono state valutate le variazioni espresse in

termini assoluti (kg/ha) e in termini relativi (%) per le Sottomisure 10.1.1 e 10.1.2. La differenza è stata

calcolata confrontando i carichi complessivi e i surplus di azoto e fosforo sull’ettaro medio della superficie

investita dalle diverse misure e, rispettivamente, il carico/apporto complessivo e il surplus di azoto e fosforo

stimati nell’ipotesi di conduzione delle medesime superfici con tecniche convenzionali.

In particolare la misura 10.1.1 prevede l’eliminazione delle concimazioni chimiche e il mantenimento del

carico animale ad un massimo di 2,2 UBA/ha, corrispondenti a 122 kg/ha di azoto. Il valore baseline

considerato, relativo alle Buone Pratiche Agricole normali (BPAn) è di 277 unità/ha cioè un carico di 4

UBA*/ha (pari a 227 kg N/ha), alle quali si sommano 50 kg/ha di N minerale. Il risparmio complessivo è

quindi pari a 157 kg N/ha (-56% di N totale apportato in condizioni di BPAn). Il risparmio assoluto annuo è

pari a:

Ton N = 157 kg N/ha * Superficie a premio (ha)/1000

Un calcolo del tutto analogo può essere svolto per la sottomisura 10.1.2: in questo caso la baseline BPAn per

la conduzione degli alpeggi è di 0,8 UBA*/ha (corrispondenti a 45 kg/ha di N) e il limite fissato è di a 0,5

UBA*/ha (pari a 28 kg/ha di N): la riduzione dell’N totale pertanto è di 17 kg/ha di N, (-38%). Anche in questo

caso il valore assoluto è ottenibile semplicemente moltiplicando tale valore per la superficie a premio

complessiva:

Ton N = 17 kg N/ha * Superficie a premio (ha)/1000

Sommando i due parziali si ha l’ammontare complessivo del carico di azoto risparmiato grazie all’applicazione

dell’azione. Il valore ottenuto è cautelativo perché considera che il carico animale sia mantenuto al livello

massimo consentito dalle misure (2,2 e 0,5 UBA/ha): in fase di gestione si potrà valutare se raffinare

ulteriormente l’indicatore considerando, se disponibile, il carico effettivo e il corrispondente apporto di azoto.

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La riduzione del surplus di azoto è costruita calcolando il carico ettariale di azoto apportato al terreno con la

concimazione organica e minerale e che eccede le asportazioni effettuate attraverso il raccolto. Tale carico è

stimato con riferimento al bacino idrografico afferente al singolo corpo idrico. A questo proposito si vuole

porre l’attenzione sul dato relativo agli asporti e produzioni delle colture Prato/pascolo: si è voluto assimilare,

con le proporzioni intero/intero/un mezzo, tre tipologie di coltura quali il prato, il pascolo fertile (PF - irrigato

e concimato) infine il pascolo magro (PM - pascolato soltanto). Il PF, infatti, asporta la medesima quantità di

N per ettaro di superficie e produce poco meno di un prato, mentre il PM asporta e produce la metà di un prato

ed un PF, inoltre la sua utilizzazione è di gran lunga più ridotta delle altre due colture.

Risposta alla domanda di valutazione

In base ai risultati della rete di monitoraggio delle acque sotterranee e superficiali da parte dell’ARPA, sul

territorio regionale non risultano superamenti dei valori limiti fissati per la concentrazione dei nitrati.

L’efficacia del PSR misurata attraverso l’indicatore di risultato R8, in una situazione di contesto caratterizzata

dall’assenza di pressioni dell’agricoltura, non è pertanto significativa perché non può essere analizzata la

maggiore incidenza degli impegni nelle aree a maggior fabbisogno (non sono presenti aree ZVN). Può essere

solo evidenziato la pressoché totale copertura della SA regionale da impegni che contribuiscono al

miglioramento della qualità delle acque.

L’impatto delle Misure agroambientali sulla qualità delle acque

Di seguito si riportano gli apporti/carichi ed i surplus di azoto per Misura/azione e le variazioni (in valore

assoluto e %) a seguito della loro applicazione nelle Superfici Oggetto di Impegno (SOI) per l’intero territorio

regionale. Dall’analisi si ottiene una stima di riduzione dei carichi a livello regionale rispettivamente pari a 49

kg/ha, con una riduzione pari al 48%. Tale stima provvisoria sarà affinata tenendo conto della condizione di

partenza delle aziende convenzionali in alpeggio e fondovalle.

QVC9Tab7 - Apporti e surplus di azoto (organico+minerale) e loro variazione a seguito

dell’applicazione delle Misure/azioni nelle Superfici Oggetto di Impegno

Misura/azione

Superficie

Oggetto di

Impegno

(SOI)

Apporti di azoto

Variazione apporti

Surplus di Azoto Variazione

surplus

Con

Azione

Senza

Azione

Con

Azione

Senza

Azione

(ha) kg/ha kg/ha % Kg/ha %

10.1.1 9.418 122 257 -155 -56% 39 87 -48 -55%

10.1.2 24.670 28 45 -17 -38% 10 17 -7 -39%

Totale 34.088 54 103 -49 -48% 18 36 -18 -50%

Fonte: elaborazioni valutatore su dati AGEA e Rapporto Ambientale

Per la stima del surplus di azoto si è fatto riferimento alla metodologia proposta dalla Regione VdA13. Dai

calcoli emerge una riduzione del 50% circa del surplus di azoto grazie alle misure ambientali nelle superfici

oggetto di impegno (-18kg ha). Complessivamente riconducendo il dato alla SAU regionale la riduzione del

surplus di azoto è pari a 11kg/ha il 30% circa.

Visto lo stato di qualità dei corsi d’acqua in questa fase della valutazione non si è proceduto alla stima del

surplus di fosforo visto anche il trend in diminuzione degli acquisti di fertilizzanti fosfati.

13 Annesso 2.1 Dilavamento da terreni agricoli

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Conclusioni e raccomandazioni

CONCLUSIONI RACCOMANDAZIONE

La superficie del PSR che ha un effetto positivo sulla qualità

dell’acqua è pari a 35.125 ettari pari al 92% della Superficie

Agricola regionale

Non si rilevano al momento elementi critici

nel conseguimento delle performance

ambientali.

La riduzione del surplus di azoto nella SOI relativa alle

Sottomisure 10.1.1. e 10.1.2 risulta pari a 11 kg/ha a livello

regionale, con una riduzione del 30% rispetto alla baseline

regionale.

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6.4.3 QVC 10: FA 4C in che misura gli interventi del PSR hanno contribuito alla prevenzione

dell’erosione dei suoli e a una migliore gestione degli stessi?

Descrizione del contesto socio-economico e programmatico

Il suolo è una risorsa vitale e in larga misura non rinnovabile, sottoposta ad una sempre maggiore pressione

antropica. Esso svolge una serie di funzioni chiave a livello ambientale, sociale ed economico.

Sebbene l’importanza della protezione del suolo sia riconosciuta a livello comunitario e internazionale, ad oggi

non è ancora presente una specifica politica europea per la conservazione del suolo. La Commissione Europea

ha emanato il 16 aprile 2002 la Comunicazione “Verso una strategia tematica per la protezione del suolo” che

contiene i presupposti per arrivare, come è stato fatto per la biodiversità, l’acqua ed il clima, ad una vera e

propria linea strategica volta a tutelare questa fondamentale risorsa ambientale. Nel settembre 2006 è stata

emanata una seconda Comunicazione della Commissione Europea, che definisce la strategia per la protezione

del suolo preparatoria all’adozione di una Direttiva Quadro per la Protezione del Suolo (Soil Framework

Directive), volta a stabilire principi comuni, prevenire le minacce (erosione, diminuzione della sostanza

organica, contaminazione, consumo di suolo e impermeabilizzazione, compattazione, salinizzazione e

smottamenti), preservare le funzioni del suolo e assicurarne l’uso sostenibile. La Commissione, nel maggio

2014, vista l’impossibilità di raggiungere un accordo, ha deciso di ritirare la proposta di direttiva quadro sul

suolo, in ogni caso il settimo programma di azione per l'ambiente, entrato in vigore il 17 gennaio 2014,

riconosce che il degrado del suolo rappresenta una seria sfida e prevede che entro il 2020 la terra sia gestita in

modo sostenibile nell'Unione, che il suolo sia adeguatamente protetto e la bonifica dei siti contaminati sia ben

avviata, impegnando l'UE e gli Stati membri a intensificare gli sforzi per ridurre l'erosione del suolo, per

aumentare la sostanza organica del suolo e bonificare i contaminati siti.

La difesa e la conservazione della risorsa “suolo” costituiscono uno degli obiettivi prioritari della politica

agricola di sviluppo rurale che prevede la tutela:

della qualità fisica (difesa dall’erosione idrica e dal dissesto idrogeologico);

della qualità chimica (mantenimento della sostanza organica e difesa dall’inquinamento).

Nella descrizione della strategia del PSR Valle d’Aosta la Focus area 4C contribuisce all’obiettivo specifico

“Prevenzione dell'erosione dei suoli e migliore gestione degli stessi”. A tale FA sono legati i seguenti i

fabbisogni di intervento 15, 17, 18, 19 e 20 , identificati attraverso la preliminare analisi SWOT.

I dati disponibili a livello europeo,per la quantificazione dell’IC 41 sono deducibili dalla cartografia “Organic

carbon content (%) in the surfacehorizon of soils in Europe” e dall’Annuario ISPRA 2013. Tale cartografia

riporta il dato percentualedi di carbonio organico nei primi 30 cm dei suoli europei, per cui la definizione del

valore medio % di carbonio organico nei suoli arabili deriva dall’intersezione di tale strato con le classi agricole

estrapolabili dal Corine Land Cover. Il valore così calcolato pur non essendo allineato alla metodologia

prevista dall’indicatore IC4114 può essere considerato un dato di contesto attendibile e confrontabile. La Valle

d’Aosta presenta un valore medio percentuale di sostanza organica nei suoli pari a 3,83%, superiore al dato

medio nazionale (2,28%) e inferiore soltanto al dato della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige (4,79%).

QVC10Tab. 1 Quantificazione degli indicatori di contesto C41

14 Il quale richiede la quantificazione dei seguenti parametri: stime totali del contenuto di carbonio organico nei terreni arabili in mega tonnellate,

Tenore medio di carbonio organico - g kg-1, deviazione standard del contenuto di carbonio organico -g Kg-1)

Regione

C41 Sostanza organica del suolo in terra arabile

Quantità di carbonio organico

(CO) presente nei primi 30 cm

del suolo

Tenore medio di carbonio

organico nelle terre arabili

(%)

Fonte Anno

Valle d’Aosta 42,32 Pg/ha/a

3,83 % (JRC)

Ispra annuario

Contenuto in percentuale di

carbonio organico (OC) negli

orizzonti superficiali dei suoli

europei JRC

2013

2004

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Per quanto concerne il secondo indicatore di contesto associato all’erosione idrica (C42), il dato per la Valle

d’Aosta si attesta ad un valore pari a 15,95 t/ha /anno di perdita di suolo (interessando potenzialmente l’84%

della SA regionale attivata dalla Misura 13; tale valore risulta superiore a quello registrato nelle altre regioni

e, in particolare, a quello della Regione Piemonte (8,85 t/ha/a. Il trend si rileva in crescita: 9,31 era il dato nel

2006 e 15,71 nel 2010.

QVC10Tab. 2 Quantificazione degli indicatori di contesto C42

Gli interventi del PSR Valle d’Aosta ritenuti potenzialmente favorevoli alla prevenzione dell’erosione dei suoli

e a una migliore gestione degli stessi sono raggruppabili in funzione dell’effetto atteso prevalente (anche se

non esclusivo) rispetto al tema:

Riduzione del rischio d’erosione. Interventi 8.4, 10.1.1 10.1.2, 10.1.3 11, 13.

Incremento della sostanza organica nei suoli. Interventi 10.1.1,10.1.2, 10.1.3 11, 13.

Protezione dal dissesto idrogeologico. Interventi 8.4, 13.

Miglioramento della protezione dagli incendi. Intervento 8.4.

L’Operazione 10.1.3 e la Misura 11 evidenziano un effetto sulla qualità del suolo in funzione della diminuzione

del rischio d’erosione dovuto agli impegni di gestione del suolo previsti dai disciplinari di produzione biologica

ed integrata, aumentando il contenuto di sostanza organica nei suoli migliorandone la struttura e prevenendo

l'erosione.

La Misura di indennità 13 esplica il suo effetto in funzione del ruolo di presidio svolto dall’agricoltura e dalla

forestazione nelle aree montane e svantaggiate. Il mantenimento dell’attività agroforestale nelle zone fragili

determina, infatti, nell’ottica della multifunzionalità dell’agricoltura, la manutenzione e la sorveglianza

continua del territorio ed evita che si inneschino i processi erosivi, di dissesto e gli incendi conseguenti

all’abbandono delle terre.

Gli interventi previsti dalla Sottomisura 16.8 volti a finanziare le spese per l’elaborazione di piani di gestione

forestale o di piani di assestamento e utilizzazione dei patrimoni silvo-pastorali (pianificazione di terzo livello),

all’interno di tali documenti pianificatori, infatti, gli interventi di difesa del suolo e di realizzazione o

adeguamento delle strutture antincendio rappresentano tematiche di primaria importanza per il miglioramento

del patrimonio boschivo

Nella definizione del contributo al miglioramento della qualità dei suoli si terrà inoltre conto della mitigazione

dei fenomeni erosivi, del dissesto e della perdita di sostanza organica nei suoli, dovuta all’applicazione delle

Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali che tutti coloro che percepiscono pagamenti diretti sono

obbligati a rispettare ai sensi del regolamento (CE) n. 73/09, in particolare la BCAA 4) Copertura minima del

suolo, BCAA 5) Gestione minima delle terre che rispetti le condizioni locali specifiche per limitare l'erosione

e BCAA 6) Mantenimento del livello di sostanza organica del suolo.

Per rispondere al quesito valutativo si terrà conto degli indicatori di output pertinenti e saranno utilizzati gli

indicatori di risultato ed impatto descritti nella tabella sopra.

Regione

C42 Erosione del suolo per azione dell'acqua

Erosione idrica del

suolo

(tonnellate/ha/anni)

Superficie agricola

interessata

(ha)

Superficie agricola interessata

(%) Fonte Anno

Valle d’Aosta 15,95 35.125 84%* (su SAU Misura 13)

71% (su SAU Rapporto Reterurale 2014)

EUROSTAT

e JRC 2012

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Attuazione del Programma

QVC10 Tab.3 superficie per Misura/Sottomisura/Operazione

Misure/ Sub

misure/Operazione Descrizione Superficie (ha)

Distribuzione

(%)

10.1.1 Gestione estensiva dell'allevamento di fondovalle 9.418 ha 21,6

10.1.2 Miglioramento dei pascoli di alpeggio 24.670 ha 56,5

10.1.3 Sostegno ai metodi di lotta integrata 214 ha 0,5

11.1 Pagamento al fine di adottare pratiche e metodi di produzione biologica 23 ha 0,1

11.2 Pagamento al fine di mantenere pratiche e metodi di produzione

biologica 798 ha 1,8

12 Indennità Natura 2000 e indennità connesse alla direttiva quadro sulle

acque - -

13 Indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli

specifici

8.567 ha

(38.269 ha al lordo

delle sovrapposizioni

con Misura 10 e

Misura 11)

19,6

Totale superficie per il miglioramento della qualità dei suoli 43.691 ha 100

Fonte: Elaborazione LME su dati di monitoraggio

Complessivamente il valore della superficie oggetto di impegno (SOI) che concorre al miglioramento della

qualità dei suoli è pari a circa 73.394 ettari di cui il 52% di indennità, il 34% relativo al miglioramento dei

pascoli di alpeggio e il 13% alla gestione estensiva dell'allevamento di fondovalle. Il restante 1% è afferente

all’agricoltura biologica. La superficie fisica impegnata, al netto dei doppi conteggi per le sovrapposizioni tra

la misura 13 e le misure 10 e 11, risulta pari a 43.691 ettari.

Tab. 5. QVC10 Tab 4. dotazione finanziaria, n. e valore degli inviti a presentare proposte

pubblicati Misure/

Sub

misure

Descrizione Allocazione

finanziaria

(Meuro)

Domande

Finanziate

Interventi

conclusi

Note

N. Meuro N. Meuro

16.8 Stesura di piani di gestione forestale o di

documenti equivalenti

100.007 Operazione non attivata al 31.12.2018

Criteri di giudizio e indicatori pertinenti

In conformità con i fabbisogni emersi nell’ambito dell’analisi SWOT la risposta alla domanda può essere

declinata in funzione dei seguenti criteri di giudizio15:

Diminuzione del rischio d’erosione.

Aumento della sostanza organica nei suoli.

La definizione di questi due criteri specifici, in linea con gli indicatori di output, di risultato ed impatto previsti

a livello comunitario, consente di individuare il contributo del PSR sul miglioramento della gestione del suolo.

15 Si fa presente che i due ulteriori criteri relativi alla riduzione del rischio di dissesto idrogeologico e alla riduzione del

rischio d’incendi boschivi sono stati eliminati in conseguenza della soppressione dell’intervento 8.4.1 finanziato

attraverso la legge regionale

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Criteri Indicatori Sottomisure/

Operazioni

Valore UM

1. Il PSR determina la

diminuzione del rischio

d’erosione

R10 T12 percentuale di terreni agricoli oggetto di

contratti di gestione volti a migliorare la gestione del

suolo e/o a prevenire l’erosione del suolo, superfice

declinata in funzione delle zonizzazioni per aree a maggior

fabbisogno di intervento.

10.1.1,10.1.2, 10.1.3,

11

89*

% su

totale SA

Misura 13

I13. Erosione del suolo per azione dell’acqua 15,95 t/ha/anni

2 Il PSR determina

l’incremento della sostanza

organica nei suoli

R10 T12 percentuale di terreni agricoli oggetto di contratti di

gestione volti a migliorare la gestione del suolo e/o a

prevenire l’erosione del suolo, superfice declinata in

funzione delle zonizzazioni per aree a maggior fabbisogno

di intervento.

10.1.1,10.1.2, 10.1.3,

11

89* %

I12. Materia organica del suolo nei terreni a seminativo 6,68

Approccio metodologico

Il procedimento di calcolo dell’indicatore di risultato R10 è analogo a quello dell’Indicatore R7, si rimanda

pertanto alla descrizione della metodologia nel paragrafo relativo alla FA4A.

In questo caso l’elaborazione ed analisi dei dati è basata sull’integrazione (“incrocio”) in ambiente GIS

(Geographic Information System) delle informazioni derivanti dalla cartografia tematica delle aree per classi

di rischio di erosione potenziale ottenute attraverso l’elaborazione della carta del JRC, con le informazioni

relative alle superfici interessate dagli interventi (SOI) ricavabili dalle Banche Dati Agea. Tutte queste

informazioni sono state riportate all’’unità territoriale minima: il quadro d’unione dei fogli di mappa catastali.

Il calcolo dell’Indicatore 6,68 Materiale organico del suolo è fondato sull’analisi della letteratura contenuta

nel progetto LIFE AGRICARE16, dove sono riportati i valori di incremento di carbonio organico nei suoli,

grazie all’applicazione delle misure agro-ambientali, desunti dalle valutazioni indipendenti realizzate nella

programmazione 2007-2013 in cinque regioni italiane.

Le analisi degli impatti delle azioni relative all’agricoltura integrata e al biologico (Misure 10.1.3 e Misura 11)

che maggiormente assumono un rilievo ai fini della valutazione dell’incremento dell’indice suddetto, sono

state condotte utilizzando i valori medi dell’incremento organico e, in particolare il raffronto della perfomance

con l’agricoltura convenzionale è basato sui risultati di indagini aziendali dirette17.

Nella tabella QVC10 Tab.5, vengono illustrati nel dettaglio i valori calcolati sulla variazione del C-sink nei

suoli, nelle cinque regioni prese in esame dallo studio (Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Lazio e Sicilia).

16 Progetto LIFE AGRICARE: Introducing innovative precision farming techniques in AGRIculture to decrease

CARbonEmissions - LIFE 13ENV/IT/000583promosso da ENEA. 17 In Emilia Romagna sono state intervistati 700 agricoltori di cui 150 che hanno aderito all’agricoltura integrata e 200

all’agricoltura biologica alle quali sono state accoppiate un ugual numero di aziende non beneficiarie (“convenzionali”)

che presentavano caratteristiche molto simili alle aziende beneficiarie. In Sicilia, sono state intervistate

complessivamente 300 aziende, 75 aderenti all’agricoltura biologica e altrettante ad agricoltura integrata; anche in

questo caso sono state accoppiate ad un ugual numero di aziende convenzionali. In Veneto l’indagine è stata condotta

solo per l’agricoltura conservativa sull’80% della superficie sotto impegno, analizzando oltre 600 campioni di suolo ed

impiegando il modello Salus (System Approach to Land Use Sustainability - è un modello colturale progettato per

simulare lo sviluppo di diverse specie vegetali e degli scambi di acqua ed elementi nutritivi all’interno del sistema

suolo-pianta-atmosfera, sulla base di specifiche condizioni pedoclimatiche e delle diverse strategie di gestione

agronomica adottate Basso 2006) per le simulazioni, in un arco temporale di sei anni.

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Il valore medio18 ottenuto nelle diverse regioni, come descritto, è stato utilizzato per la valutazione degli effetti

del PSR Valle d’Aosta sull’incremento del carbonio organico.

Tab. 6. QVC10 Tab.5 - Incremento del contenuto di carbonio organico nei suoli grazie a diverse

operazioni in alcune Regioni

Operazione

Sicilia Emilia

Romagna Lombardia Veneto Lazio Media

kg C/ha

Produzione agricola integrata 392 177 319 572 365

Produzioni agricole biologiche 93 111 174 99 839 263

Cover crops 1.623 2.382 1.544 1054 1.651

Incremento della sostanza organica 2.131 4.657 877 2.555

Conversione dei seminativi in prati, prati-pascoli e

pascoli 193 1.929 3.388 1.272 816 1.520

Agricoltura conservativa (semina su sodo) 3.056 3904 3.480

Fonte: progetto LIFE AGRICARE: Introducing innovative precision farming techniques in AGRIculture to decrease

CARbonEmissions - LIFE 13ENV/IT/000583

Risposta alla domanda di valutazione

Al fine di meglio evidenziare l’efficacia degli interventi del PSR rispetto all’obiettivo ambientale considerato,

l’Indicatore R10 (e il relativo indice SOI/SAU) è stato disaggregato ai livelli territoriali di riferimento (Classi

di rischio di erosione). Complessivamente la SOI relativa alle Misure 10 e 11 insiste per il 54% sulle aree di

classe di rischio di erosione non tollerabile, a fronte di un maggior valore (56%) registrato sulle medesime aree

riconducibile alle indennità richieste a valere sulla Misura 13. Ciò lascia presumere una minore incidenza del

PSR sul fenomeno erosivo pur annullandosi suddetta tendenza nella classe di erosione classificata con rischio

“molto alto”.

QVC10 Tab.6 Distribuzione delle SOI e della SA nelle classi di rischio di erosione

SOI e SA Superficie

(ha)

Classe 1

Tollerabile

(<11,2 Mg

ha-1a-1)

(ha)

Classe 2

Medio (>

11,2 e < 20

Mg ha-1a-

1)

(ha)

Classe 3

Alto (> 20

e < 30Mg

ha-1a-1)

(ha)

Classe 4

Molto alto

(> 30 Mg

ha-1a-1)

(ha)

Rischio

Erosione

non

rilevato

(ha)

I13

(ha)

SOI 35.125 15.923 9.630 4.779 4.505 287 18.914

SA (Misura 13) 38.269 16.557 10.769 5.789 4.806 349 21.364

SOI/SA 92% 96% 89% 83% 94% 89%

Fonte: elaborazioni LME su dati AGEA

Indicatore I12 Incremento di sostanza organica nei suoli

Sulla base dei valori medi di incremento di C-sink ottenuti in altre Regioni italiane (cfr. Metodologia) per le

stesse operazioni attuate in Valle d’Aosta è stato possibile stimare l’apporto di sostanza organica utilizzando

il Coefficiente di Van Bemmelen, pari a 1,724, che permette di trasformare il carbonio organico in sostanza

organica nel suolo. Nella tabella QVC10 Tab.6 vengono riportati i valori di C-sink e di Sostanza Organica

(SO) per le singole operazioni. Il valore medio ponderato sulla superficie impegnata è pari a 489 kg/ha di SO.

18 Si ritiene che il valore medio di regioni anche con caratteristiche pedoclimatiche differenti possa ridurre la variabilità

presente nel comportamento degli agricoltori che applicano le misure agroambientali

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QVC10 Tab.7.- Incrementi di C-sink e di Sostanza Organica grazie alle operazioni del PSR Misure/

Sub

misure/

Operazione

Descrizione Superficie

(ha)

Incremento

C-sink

Incremento

di SO

kg C/ha Kg/ha

10.1.3 Sostegno ai metodi di lotta integrata 214 ha 365 629

11.1 Pagamento al fine di adottare pratiche e metodi di produzione biologica 23 ha 263 453

11.2 Pagamento al fine di mantenere pratiche e metodi di produzione biologica 798 ha 263 453

Totale/media 1.035 ha 284 489

Fonte: elaborazioni LME su dati AGEA

Considerando quindi l’incremento di SO medio nelle SOI pari a 489 kg/ha l’effetto ipotetico in termini di

incremento del tenore in materia organica (SOM) può essere così quantificabile:

apporto di SO in 7 anni di durata del PSR: 7 * 489 = 3.423 kg di SOM ha-1

peso dei primi 30 cm di suolo: 10.000 m2 * 0,3 m * 1,4 (densità apparente, in Mg/m3) * 1000 =

4.200.000 kg

aumento di SOM conseguita nella SOI media al settimo anno di applicazione: 3.423 kg / 4.200.000

kg = 0,08%

Per allinearsi alle unità di misura previste dall’indicatore I12 l’incremento nella SOI di materia organica è pari

a 0,80 g/kg, mentre l’incremento dello stock di Carbonio Organico nei suoli grazie alle misure del PSR è pari

a 3,50 mega tonnellate, che se confrontate con lo stock totale regionale (42,3 mega ton - IC41) rappresenta

circa l’8%.

Tale valore non sembra poter incidere in maniera significativa sul miglioramento qualitativo dei suoli:

considerando che secondo la carta del contenuto di carbonio organico del JRC il contenuto di SO medio nelle

superfici arabili della Valle d’Aosta è pari al 6,60%, nelle SOI tale valore medio si attesterebbe dopo sette anni

al 6,68%.

Indicatore I13 Erosione del suolo per azione dell’acqua

La superficie impegnata dalle operazioni selezionate (Misure 10 e 11) complessivamente risulta pari a 35.125

ettari. La distribuzione di tale superficie rispetto alle classi di erosione, dedotte dalla Carta del Rischio di

Erosione19, evidenzia una percentuale di concentrazione che è inversa rispetto alla gravità del fenomeno.

Anche considerando la concentrazione della superficie favorevole alla riduzione del fenomeno erosivo nelle

classi Media, Alta e Molto alta, cioè nelle classi con valore di erosione superiore a 11,2 t/ha/anno (valore di

erosione ritenuta tollerabile dal Soil Conservation Service dell’United States Department of Agriculture -Usda)

si nota come nell’insieme di queste tre classi si distribuiscono circa 18.914 ettari di SOI, pari al 54% della SOI

totale, corrispondente ad una Superficie Agricola (Misura 13) riconducibile alle stesse classi pari al 56%.

19 Redatta sulla base dell’equazione Revised Universal SoilLoss Equation (RUSLE) ActualSoilerosion risk Italy - Stima

della perdita di suolo per erosione idrica Soilerosion risk assessment in Italy. European Soil Bureau, JRC 1999

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Conclusioni e raccomandazioni

CONCLUSIONI RACCOMANDAZIONE

La superficie del PSR che ha un effetto positivo sulla qualità del

suolo è pari a 43.691 ettari pari all’89% della Superficie Agricola

regionale così come indicata nel Rapporto della Reterurale del 2014.

Allo stato attuale non appare necessario

formulare raccomandazioni

Dalla distribuzione della SOI (Misure 10 e 11) nelle aree a rischio di

erosione non tollerabile (>=11,2 t/ha anno) emerge una lieve minore

concentrazione (54%) rispetto all’intero alla Superficie Agricola

Regionale (56%), mostrando quindi una ridotta efficacia delle

suddette misure.

Le Misure del PSR non sembrano incidere in maniera significativa

sull’incremento della Sostanza Organica nei suoli in quanto tale

incremento dovuto alle misure è pari solo allo 0,08%, in presenza

tuttavia di una situazione di partenza tra le migliori a livello italiano.

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89

6.5 La risposta alle domande di valutazione della priorità 5

6.5.1 QVC 11 FA 5A: in che misura gli interventi del PSR hanno contribuito a rendere più efficiente

l’uso dell’acqua nell’agricoltura?

La FA non è stata attivata, non sono previsti interventi finalizzati ad incidere in maniera diretta alla riduzione

dei consumi idrici, l’operazione 16.2.2 è stata soppressa, il progetto pilota previsto è stato finanziato sul

Programma di Cooperazione Italia-Svizzera.

6.5.2 QVC 12 FA 5B: in che misura gli interventi del PSR hanno contribuito a rendere più efficiente

l’uso dell’energia nell’agricoltura e nell’industria alimentare?

La FA non è stata attivata, non sono previsti interventi finalizzati ad incidere in maniera diretta ad un uso più

efficiente dell’energia nell’agricoltura e nell’industria elementare, effetti indiretti potranno essere stimati a

conclusione degli investimenti nelle aziende agricole (4.1.1, 4.1.2), e nelle imprese di trasformazione (4.2.1),

connessi alla realizzazione di impianti per l’autoconsumo (biogas, eolico, fotovoltaico e idroelettrico) o

termica (solare e biomasse).

6.5.3 QVC 13 FA 5C: in che misura gli interventi del PSR hanno contribuito a favorire

l’approvvigionamento e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, sottoprodotti, materiali di

scarto, residui e altre materie grezze non alimentari ai fini della bioeconomia?

La FA non è stata attivata. Le tipologie di intervento che contribuiscono indirettamente alla FA sono:

la 16.6.1 “Cooperazione di filiera per l’approvvigionamento sostenibile di biomasse da utilizzare nella

produzione di energia”. La 16.6.1, come descritto (► Par 2.2), al 31.12.2018 non è stata ancora

attivata, il primo bando è previsto a settembre 2019. La tipologia di intervento si prefigge di finanziare

filiera foresta-legno-energia;

gli investimenti nelle aziende agricole (4.1.1, 4.1.2), e nelle imprese di trasformazione (4.2.1), connessi

alla realizzazione di impianti per l’autoconsumo a biogas o a biomasse. Non è stato attivato nessun

intervento finalizzato alla vendita.

In base all’analisi svolta con il panel di esperti sulle traiettorie aziendali, e visto il crescente aumento del cluster

di aziende “Fondovalle 365” che non praticano più la monticazione tradizionale estiva, si suggerisce di

valutare l’opzione nel nuovo PSR di finanziarie progetti pilota che puntino alla realizzazione di micro impianti

aziendali a biogas.

6.5.4 QVC 14 FA 5D: in che misura gli interventi del PSR hanno contribuito a ridurre le emissioni di

gas a effetto serra e di ammoniaca prodotte dall’agricoltura?

La FA non è stata attivata, anche se non sono stati associati interventi che contribuiscono in maniera diretta

alla riduzione di GHG e ammoniaca, gran parte delle misure agroambientali e dell’agricoltura biologica hanno

effetti diretti.

6.5.5 QVC 15 FA 5E: in che misura gli interventi del PSR hanno contribuito a promuovere la

conservazione e il sequestro del carbonio nel settore agricolo e forestale?

La FA non è stata attivata, anche se non sono stati associati interventi che contribuiscono in maniera diretta

alla conservazione e al sequestro di carbonio, gran parte delle misure agroambientali e dell’agricoltura

biologica hanno effetti diretti.

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6.6 La risposta alle domande di valutazione della priorità 6

6.6.1 QVC 16 FA 6A: in che misura gli interventi del PSR hanno favorito la diversificazione, la

creazione e lo sviluppo di piccole imprese nonché dell’occupazione?

Descrizione del contesto socio-economico e programmatico

L’unica sottomisura che concorre direttamente alla Focus area 6A è la 7.6.1 “Investimenti relativi alla

manutenzione, al restauro e alla riqualificazione degli alpeggi”. Ineriscono a tale FA i seguenti fabbisogni

presenti nel contesto regionale; sviluppo di nuove occupazioni/imprenditorialità nei territori particolarmente

marginali (F26); rafforzamento del tessuto sociale nelle aree particolarmente marginali (F27); messa a sistema

di azioni e soggetti a livello locale (F28); tutela del patrimonio storico culturali delle aree particolarmente

marginali (F30). Come si evince dalla tabella sottostante, il contesto socio-economico della Valle d’Aosta si

caratterizza per un tasso di occupazione crescente (+1,46), soprattutto nel comparto femminile, che dal 2013

al 2017 aumenta di oltre 2 punti percentuali. Rispetto al 2013, diminuiscono invece i lavoratori autonomi (-

1,06%), così come il tasso di disoccupazione totale che si attesta al 7,83%, a oltre 0,45 punti percentuali in

meno rispetto a quattro anni prima, in tendenza con il tasso di disoccupazione italiano, che secondo l'ISTAT

registra una diminuzione dello 0,93%. Inoltre, diminuiscono leggermente gli indicatori relativi al ruolo del

settore primario nella struttura dell'economia e nella struttura del lavoro valdostane, che nel 2017 si attestano

rispettivamente all'1,30% e al 3,69%, registrando una lieve diminuzione dello 0,2% e dello 0,06%.

QVC 16 Tab. 1 - Quantificazione degli indicatori di contesto

Indicatori 2013 2014 2015 2016 2017 Δ

ICC5-Tasso di occupazione Totale (15-64) 65,62 66,17 66,19 66,43 67,07 1,46

ICC5-Tasso di occupazione Maschi (15-64) 70,63 71,48 70,93 71,06 71,48 0,85

ICC5-Tasso di occupazione Femmine (15-64) 60,59 60,84 61,44 61,81 62,67 2,08

ICC6-Tasso di lavoro autonomo 26,01 27,07 26,43 24,92 24,95 -1,06

ICC7-Tasso di disoccupazione Totale 8,27 8,93 8,90 8,70 7,83 -0,45

ICC7-Tasso di disoccupazione Maschi 8,37 9,35 9,57 8,85 7,93 -0,43

ICC7-Tasso di disoccupazione Femmine 8,16 8,44 8,12 8,53 7,70 -0,46

ICC10-VAL (%) settore primario 1,52 1,47 1,35 1,30 1,30 -0,22

ICC11-Occupati totale (%) settore primario 3,75 3,39 3,51 3,33 3,69 -0,06

Fonte: elaborazione LME su dati Rete Rurale Nazionale (ISTAT)

Attuazione del Programma

Nella tabella sottostante, sono riportati i dati di attuazione relativi alla sottomisura che concorre direttamente

alla Focus Area e che, considerato lo stato di avanzamento complessivo. Si segnala che la sottomisura 16.3

non è stata presa in considerazione, nonostante originariamente contribuisse alla FA, in quanto è stata

soppressa con la modifica di febbraio 2018. Oltre al dato relativo alle risorse programmate, che si intende

complessivo per la programmazione 2014-2020, gli altri dati sono da intendersi cumulativi fino al 31 dicembre

2018. Per la sottomisura 7.6.1 risultano finanziate (ammesse) 10 domande, per un importo complessivo del

76,59% sul totale delle risorse programmate. Tuttavia, considerando l’assenza di interventi pagati, lo stato di

avanzamento della FA è pari a 0.

QVC 16 Tab.2 - Focus Area 6A: attuazione delle misure concorrenti

Misure/

Sub misure Descrizione

Risorse

programmate

(Meuro)

Risorse

impegnate

(Meuro)

Pagamenti

totali

(Meuro)

Pagato su

programmato

(%)

7.6.1

Investimenti relativi alla manutenzione,

al restauro e alla riqualificazione degli

alpeggi

1.816.078 € 1.391.024 € - € 0,0%

Totale per FA 1.816.078 € 1.391.024 € - € 0,0%

Fonte: elaborazioni LME su dati monitoraggio PSR Valle d’Aosta 2014-2020

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Criteri di giudizio e indicatori pertinenti

Criteri Indicatori Tipologia di

indicatore

Valore

realizzato

Valore obiettivo

(se pertinente)

1. Gli investimenti

sovvenzionati hanno

contribuito alla

valorizzazione e alla

diversificazione delle

attività economiche

O1. Spesa pubblica totale (euro) O 0 1.816.078 €

O3 - Numero di azioni/ operazioni

sovvenzionate:

per beneficiario

pubblico/privato

per territorio (zone Natura 2000,

ARPM e ARM, altre zone);

valenza storica, paesaggistico-

culturale;

inserimento in

percorsi/iniziative di

valorizzazione e fruizione.

O/VAL 0 NA

2. Gli investimenti

sovvenzionati hanno

contribuito al

sostegno

dell’occupazione

T20: posti di lavoro creati

nell’ambito dei progetti finanziati

R/VAL 0 10

Approccio metodologico

La valutazione dell’impatto del PSR sulla diversificazione, l’occupazione l’avviamento di piccole imprese

nelle aree rurali è stata condotta facendo riferimento al livello di avanzamento degli indicatori di prodotto,

rispetto anche al contesto che caratterizza le aree rurali valdostane e all’obiettivo strategico della Focus Area.

Come premessa alla risposta, si fa notare che, considerato lo stato di attuazione delle sottomisure che

concorrono direttamente alla Focus Area 6A, risulta al momento impraticabile valutare il contributo

complessivo del PSR 2014-2020 alle tematiche in oggetto, in quanto al 31 dicembre 2018 non si registrano

abbastanza interventi pagati a valere sull’attuale programmazione. Pertanto, la valutazione si è concentrata

solo sugli aspetti che risultano osservabili nell’arco di tempo preso in considerazione.

Risposta alla domanda di valutazione

L’avanzamento delle Misura legata a questa FA non è adeguato a fornire una valutazione dell’impatto del PSR

sulla tematica oggetto, poiché non vi è nessun intervento pagato sul totale dell’intera dotazione finanziaria.

Conclusioni e raccomandazioni

L’unico dato disponibile indicativo dell’avanzamento attuativo è relativo alle risorse impegnate, per un

importo pari a 1.391.024 €, il 76,6% della dotazione finanziaria, sulla sottomisura 7.6.1, dedicata alla

manutenzione, al restauro e alla riqualificazione degli alpeggi. Tuttavia, in mancanza di interventi attuati, ad

oggi il contributo del PSR alla FA 6A è nullo. Non sono pertanto presenti raccomandazioni.

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92

6.6.2 QVC 17 FA 6B: in che misura gli interventi del PSR hanno stimolato lo sviluppo locale nelle

zone rurali?

Error! Bookmark not defined.

Alla Focus Area 6B concorrono direttamente le sottomisure 19.1, 19.2, 19.3 e 19.4. Ineriscono a tale FA i

seguenti fabbisogni presenti nel contesto regionale: sviluppo di nuove occupazioni/imprenditorialità nei

territori particolarmente marginali (F26); rafforzamento del tessuto sociale nelle aree particolarmente

marginali (F27); messa a sistema di azioni e soggetti a livello locale (F28); tutela del patrimonio storico-

culturale delle aree particolarmente marginali (F30).Come si evince dalla tabella sottostante, negli ultimi

cinque anni la popolazione della Valle d’Aosta diminuisce di 2.642 unità, ovvero dell’1,7% rispetto al 2013.

Il dato segue e supera considerevolmente il trend nazionale, che negli stessi anni registra una diminuzione

dello 0,3% nelle aree rurali con problemi complessivi (aree D), ovvero le aree che caratterizzano il territorio

valdostano. Guardando ad altri due indicatori contestuali pertinenti, ossia quelli relativi al ruolo del settore

primario nella struttura dell’economia (ICC10) e nella struttura del lavoro (ICC11), si noti che nel primo caso,

tra il 2013 e il 2017, si registra una diminuzione dello 0,22%, in linea con il dato nazionale del -0,20%; nel

secondo caso, invece, si rileva una diminuzione dello 0,06%, in controtendenza con il dato italiano del +0,18%.

Da tenere in considerazione, infine, il tasso di povertà (ICC9) che, negli anni tra il 2013 e il 2017, diminuisce

dello 0,9%, segnando una variazione contraria a quella livello nazionale (+1,9% nel 2017). Al 2017, il tasso di

povertà italiano si attesta al 12,3%, di ben 7,9 punti percentuali al di sopra del 4,4% registrato in Valle d’Aosta.

QVC 17 Tab. 3 - Quantificazione degli indicatori di contesto

Indicatori 2013 2014 2015 2016 2017 2018 Δ

ICC1 – Popolazione totale 127.844 128.591 128.298 127.329 126.883 126.202 -1.642

ICC9 – Tasso di povertà 5,30 6,40 7,20 4,80 4,40 -0,90

Dato nazionale 10,40 10,30 10,40 10,60 12,30 1,90

ICC10 – Struttura dell’economia

(settore primario) % 1,52 1,47 1,35 1,30 1,30 -0,22

Dato nazionale 2,33 2,16 2,24 2,10 2,13 -0,20

ICC11 – Struttura del lavoro (settore

primario) % 3,75 3,39 3,51 3,33 3,69 -0,06

Dato nazionale 3,60 3,64 3,75 3,88 3,78 0,18

Fonte: dati Rete Rurale Nazionale

Attuazione del Programma

Nella tabella sottostante, sono riportati i dati di attuazione relativi alle sottomisure che concorrono direttamente

alla Focus Area e che, in questa fase, considerato lo stato di avanzamento complessivo, il Valutatore ritiene

utile valorizzare al fine di rispondere alla domanda valutativa. I dati riportati sono da intendersi cumulativi

fino al 31 dicembre 2018 e sono divisi tra programmazione attuale e trascinamenti dalla programmazione

2007-2013. Come si può costatare, in generale la misura 19 risulta a un tasso di avanzamento molto basso

(0,3%). Il dato deriva dall’erogazione dei contributi per la sottomisura 19.2, a valere sui trascinamenti. Per

quanto riguarda la programmazione 2014-2020 non risultano pagamenti effettuati per nessuna delle quattro

sottomisure, seppure per tutte sia stato ammesso il 100% delle risorse pubbliche programmate. I ritardi

registrati sono attribuibili alle problematiche tecniche e finanziarie riscontrate nel processo di accorpamento

dei GAL della Valle d’Aosta della scorsa programmazione nell’unico GAL relativo alla programmazione

2014-2020.

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QVC 17 Tab. 4 - Focus Area 6b: attuazione delle misure concorrenti

Fonte: elaborazioni Lattanzio Monitoring & Evaluation su dati monitoraggio PSR Valle d’Aosta 2014-2020

Criteri di giudizio e indicatori pertinenti

Criteri Indicatori* Tipologia di

indicatore Valore

Il territorio rurale e la popolazione

coperta dal GAL sono

adeguatamente rappresentati

Superficie, comuni coinvolti ambiti

territoriali e variazioni intervenute rispetto

alla precedente programmazione

VAL Si veda il paragrafo

specifico.

O.18/R22/T21: Popolazione rurale

interessata da strategie di sviluppo locale

(N. e %)

O/R/T 99,43%

Valore target

99,44%

Le popolazioni rurali hanno

partecipato ad azioni locali O1. Spesa pubblica totale (euro)

(articolazione per SM)

N. di progetti / iniziative supportati dalla

SSL (articolazione per SM)

N. di beneficiari finanziati (articolazione

per SM)

N. e tipologia di attività di animazione /

comunicazione e grado di

coinvolgimento della popolazione

(descrittivo)

O/VAL Si veda il paragrafo

specifico.

NA

NA

Si veda il paragrafo

specifico.

Le popolazioni rurali hanno

beneficiato di azioni locali

Gli investimenti sovvenzionati

hanno migliorato i servizi e le

infrastrutture locali nelle aree rurali

R23/T22: % della popolazione rurale che

beneficia di servizi / infrastrutture

migliorati

R/T 0%

Gli interventi hanno promosso la

cooperazione interterritoriale o

transnazionale

O.21 N. di progetti di cooperazione (di cui

GAL valdostano capofila)

O/VAL 0

Peso finanziario dei progetti di

cooperazione sul totale progetti attivati dal

GAL

VAL

NA

O.22 N. e tipologia dei promotori di

progetti, distinti per provenienza

(nazionale, UE, extra-UE)

O/VAL 0

Percezione sul contributo fornito dai

progetti di cooperazione al miglioramento

della progettualità, delle relazioni fra

territori della promozione dei territori rurali

VAL NA

Opportunità di lavoro create tramite

strategie di sviluppo locale

R24/T23. Posti di lavoro creati nell'ambito

dei progetti finanziati (LEADER)

R/T 0

Valore target: 20

Misure/

Sub misure Descrizione

Risorse programmate

(Meuro)

Ammesso

(Meuro)

Pagamenti totali

(Meuro)

Pagato su

programmato

(%)

19.1 Progettazione strategie

sviluppo locale 30.000 € 30.000 € - € 0,0%

19.2 Interventi strategie

sviluppo locale 6.222.775 € 6.222.775 € - € 0,0%

19.2 Trascinamenti 22.225 € 22.225 € 22.225 € 100,0%

19.3 Cooperazione dei GAL 100.000 € 100.000 € - € 0,0%

19.4 Spese gestione e

animazione 1.325.000 € 1.325.000 € - € 0,0%

Totale per FA 7.700.000 € 7.700.000 € 22.225 € 0,3%

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Criteri Indicatori* Tipologia di

indicatore Valore

Qualità e rappresentatività del

partenariato Composizione del partenariato (%

partner per tipologia)

VAL Si veda il paragrafo

specifico.

Capacità dei GAL di coinvolgere il

partenariato locale nella

programmazione e attuazione delle

SSL

Grado di coinvolgimento del partenariato

(descrittivo)

VAL Si veda il paragrafo

specifico.

Contribuito di LEADER al

raggiungimento degli obiettivi del

PSR

Contributo alle FA interessate dalle SSL VAL Si veda il paragrafo

specifico. % della spesa del PSR nelle misure Leader

rispetto alla spesa totale dei PSR

Valore aggiunto dell’approccio

LEADER: i progetti finanziati

attraverso il LEADER presentano

caratteri distintivi rispetto ad

un’attuazione a regia regionale

Valore aggiunto Leader: inteso come quel di

più rinvenibile a livello progettuale rispetto

analoghi progetti finanziati attraverso il PSR

(descrittivo)

VAL Si veda il paragrafo

specifico.

Approccio metodologico

L’approccio utilizzato per la risposta alla domanda valutativa è principalmente basato sull’analisi desk dei

database e delle fonti documentali sopra indicate. Come premessa alla risposta, si fa notare che, considerato lo

stato di attuazione delle sottomisure che concorrono direttamente alla Focus Area 6B, e in particolare delle

sottomisure 19.2 e 19.3, risulta al momento impraticabile valutare il contributo complessivo del PSR 2014-

2020 allo sviluppo locale nelle zone rurali, in quanto al 31 dicembre 2018 non si registrano abbastanza

interventi pagati a valere sull’attuale programmazione. Pertanto, la valutazione si è concentrata solo sugli

aspetti che risultano osservabili nell’arco di tempo preso in considerazione.

Risposta alla domanda di valutazione

Territorio e popolazione del GAL. Nella programmazione 2014-2020 i tre GAL della programmazione

precedente (Alta valle, Bassa valle e Media valle) sono stati sostituiti da un unico GAL, facente capo al

Consorzio degli Enti Locali della Valle d’Aosta (CELVA). Il territorio coperto dal GAL è di circa 3.241 km2 e comprende 73 comuni, di cui 37 classificati come Aree Rurali Particolarmente Marginali (ARPM) e 28

comuni rientranti nelle Aree interne selezionate. Nel 2015, all’interno di tale territorio si registrava una

popolazione pari a 90.712 abitanti. Rispetto all’’indicatore R22/T21, che consiste nella percentuale della

popolazione rurale coperta dai SSL, si noti che il valore dell’indicatore è pari al 99,43% ed è dunque prossimo

a raggiungere il valore target previsto per il 2023, pari a 99,44%.

Partenariato e partecipazione. Il GAL Valle d’Aosta è composto da 75 enti pubblici (di cui 73 comuni) e 9

enti privati, tra cui si includono 3 associazioni di categoria del settore primario. La quota pubblica è dunque

del 89%. Ai fini delle tematiche che caratterizzano la SSL del GAL, all’interno del partenariato sono

particolarmente rilevanti ADAVA (Federalberghi Valle d’Aosta) per il settore turistico, Coldiretti Valle

d’Aosta e l’Association Régionale Eleveurs Valdôtains (AREV) in rappresentanza del settore agricoltura. Per

garantire la partecipazione ed il coinvolgimento dei portatori di interesse nella costruzione della SSL, il GAL

ha utilizzato metodi partecipativi di animazione della comunità locale che hanno coinvolto enti locali,

rappresentanti dei vari settori, imprese e associazioni. Tra i metodi riscontrati si segnalano: un’indagine per la

selezione dei tematismi rivolta agli enti locali; n.10 incontri con gli enti soci del CELVA; n.7 incontri con

operatori economici ed associazioni di categoria; n. 5 tavoli tematici con i rappresentanti dei settori turismo,

commercio-industria; artigianato; agricoltura; istruzione e ricerca. Le azioni di animazione previste durante il

periodo di programmazione scontano il ritardo generale registrato dal GAL e dunque non sono ancora

valutabili. Si sottolinea comunque che il piano di tali azioni risulta ben articolato, in quanto, oltre a distinguere

le responsabilità tra i GAL e gli altri partner coinvolti, identifica in dettaglio i prodotti attesi da ogni attività e

i rispettivi target previsti.

Il contributo del LEADER al raggiungimento degli obiettivi del PSR. Analizzando la spesa programmata

per ognuna delle operazioni attivate nei SSL dei GAL valdostani, emerge che il contributo più alto è indirizzato

alla FA 6A, dedicato a favorire la diversificazione, alla creazione e lo sviluppo di piccole imprese nonché

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l’occupazione, con 3.627.775 di euro (58,3% del totale). Seguono la FA 3A, dedicata a migliorare la

competitività dei produttori primari integrandoli meglio nella filiera agroalimentare, con 1.595.000 di euro

(25,63% del totale), e la FA 1B, dedicata a rinsaldare i nessi tra agricoltura, produzione alimentare e

selvicoltura, da un lato, e ricerca e innovazione dall’altro, con 1 milione di euro (16,07% del totale). La tabella

sottostante illustra la distribuzione della spesa pubblica programmata tra le misure previste nella SSL

all’interno della sottomisura 19.2.

QVC 17 Tab. 3 – Distribuzione della spesa pubblica programmata all’interno della sottomisura 19.2

Sottomisura/

operazione FA

Spesa pubblica

programmata (€)

Spesa pubblica

programmata (%)

7.5 6A 1.400.000 € 22,5%

6.4.2 6A 1.400.000 € 22,5%

16.3 1B 1.000.000 € 16,1%

16.4.1 3A 1.000.000 € 16,1%

7.6 6A 700.000 € 11,2%

16.4.2 3A 595.000 € 9,6%

7.5 6A 127.775 € 2,1%

Totale 6.222.775 € 100%

Fonte: elaborazioni LME su dati contenuti nelle SSL

Il valore aggiunto dell’approccio LEADER. Allo stato attuale, in assenza di progetti conclusi, il valore

aggiunto del LEADER è limitato alla fase di costruzione delle strategie locali.

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CONCLUSIONI RACCOMANDAZIONI

Considerato lo stato di avanzamento delle sottomisure che

concorrono alla FA, risulta al momento impraticabile valutare il

contributo complessivo dell’approccio LEADER nello stimolare lo

sviluppo locale in Valle d’Aosta, anche alla luce del focus sul turismo

sostenibile, evidenziato nella SSL. Il rallentamento dovuto alla alle

modificazioni intervenute dalla scorsa all’attuale programmazione,

che hanno portato alla creazione di un unico GAL regionale, ha

certamente influito sulla performance generale del LEADER

valdostano fino al 2018. In quest’ottica, risulta essenziale per il GAL

concentrarsi sugli interventi che potranno generare cambiamenti di

medio-lungo termine, anche in funzione della prossima

programmazione.

1) Creare frequenti occasioni di

confronto e scambio tra i GAL,

rafforzando ulteriormente il

dialogo tra i GAL e la Regione.

2) Attivare la riflessione sulle

sfide da affrontare nel medio-

lungo periodo, così da finanziare

prioritariamente tipi di operazioni

in grado di attivare il contesto

locale in prospettiva della

programmazione 2021-2027.

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6.6.3 QVC 18 FA 6C: in che misura gli interventi del PSR hanno promosso l’accessibilità, l’uso e la

qualità delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC) nelle zone rurali?

Descrizione del contesto socio-economico e programmatico

La sottomisura che concorre direttamente alla Focus Area 6C è la 7.3, in coerenza e complementarietà con il

Piano VDA Broadbusiness, che costituisce l’elemento qualificante della strategia della Regione Autonoma

Valle d’Aosta per lo sviluppo della infrastruttura NGA per la banda ultra larga nel territorio regionale. Inerisce

a tale FA i seguenti fabbisogni presenti nel contesto regionale: maggiore diffusione delle infrastrutture e dei

servizi funzionali all'utilizzo delle ICT, in particolare nelle Aree Interne (F29). Come si evince dalla tabella

sottostante, gli indicatori relativi all'utilizzo di Internet nelle famiglie e nelle imprese registrano un forte

aumento rispetto al 2013, rispettivamente dell'8,9% e del 12%, attestandosi sul 69,7% e sul 43,1% sul totale

della popolazione valdostana. L'indice di diffusione della banda larga nelle imprese registra anch'esso un

notevole aumento, di ben 7,7 punti percentuali, raggiungendo il 97,7% della popolazione di riferimento.

QVC 18 Tab. 5 - Quantificazione degli indicatori di contesto

Indicatori 2013 2014 2015 2016 2017 2018 Δ

ICC1 – Popolazione totale 127.844 128.591 128.298 127.329 126.883 126.202 -1.642

Indice di diffusione della banda larga

nelle imprese 90,0 92,9 95,2 98,1 98,6 97,7 7,7

Grado di utilizzo di Internet nelle

famiglie negli ultimi 12 mesi 60,8 61,0 65,3 67,5 68,3 69,7 8,9

Grado di utilizzo di Internet nelle

imprese 31,7 33,0 35,3 36,0 40,7 43,1 12

Fonte: elaborazione LME su dati ISTAT

Attuazione del Programma

Nella tabella sottostante, sono riportati i dati di attuazione relativi alla sottomisura che concorre direttamente

alla Focus Area e che il Valutatore ritiene utile valorizzare al fine di rispondere alla domanda valutativa. Oltre

al dato relativo alle risorse programmate, che si intende complessivo per la programmazione 2014-2020, gli

altri dati sono da intendersi cumulativi fino al 31 dicembre 2018. Per la sottomisura 7.3.1 risulta finanziata

(ammessa) una sola domanda, per un importo complessivo del 34,58% sul totale delle risorse programmate.

Su tale domanda, a dicembre 2018 è stato liquidato l’anticipo di 2M di euro.

QVC 18 Tab 2 - Focus Area 6A: attuazione delle misure concorrenti

Misure/

Sub misure Descrizione

Risorse

programmate

(Meuro)

Risorse

ammesse

(Meuro)

Pagamenti

totali

(Meuro)

Pagato su

programmato

(%)

7.3.1

Interventi mirati alla realizzazione di

infrastrutture e servizi relativi alla

banda ultralarga

5.784.424,86 € 5.784.424,00 € 2.000.000 € 34,58 %

Totale per FA 5.784.424,86 €€ 5.784.424,00 € 2.000.000 € 34,58 %

Fonte: elaborazioni LME su dati monitoraggio PSR Valle d’Aosta 2014-2020

Criteri di giudizio e indicatori pertinenti

Criteri Indicatori* Tipologia di

indicatore Valore realizzato

Valore obiettivo

(se pertinente)

1. Miglioramento

dell'accessibilità, dell'uso

e della qualità delle TIC

nelle zone rurali

O1. Spesa pubblica totale (euro) O 2.000.000 5.784.424,86 €

R25/T24: % di popolazione rurale che

beneficia di servizi/infrastrutture nuovi o

migliorati (tecnologie dell’informazione e

della comunicazione – TIC)

R/T 0 10,63%

% di famiglie rurali che accedono alle

TIC con il sostegno del PSR VAL 0 ND

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Approccio metodologico

La valutazione dell’impatto del PSR sulla l’accessibilità, l’uso e la qualità delle tecnologie dell’informazione e della

comunicazione (TIC) nelle zone rurali è stata condotta facendo riferimento al livello di avanzamento degli indicatori

di prodotto e di obiettivo, rispetto anche al contesto che caratterizza le aree rurali valdostane e all’obiettivo strategico

della Focus Area.

Risposta alla domanda di valutazione

Nonostante la spesa impegnata sia la totalità delle risorse programmate, la spesa sostenuta è riferita

all’anticipazione erogata sui cantieri avviati. Al 31 dicembre 2018 risulta un’unica domanda per la quale è

stata sostenuta una spesa pubblica pari di 2.000.000, pari al 34,58% dei 5.784.424 euro. Il contributo del PSR

agli obiettivi della FA 6C non può essere pertanto valorizzato poiché i lavori sono ancora in corso non è nota

la percentuale di popolazione che beneficia dell’opera di espansione della banda ultralarga.

Conclusioni e raccomandazioni

L’avanzamento in termini di spesa della M7.3, l’unica coinvolta in questa FA, è limitato e raggiunge il 34,6%

delle risorse programmate. L’indicatore di risultato R25 è invece a zero, a fronte del target per il 2023 pari a

10,63%. A causa dello stato di avanzamento registrato al 31 dicembre 2018, risulta impraticabile valutare il

contributo complessivo del PSR sulla tematica oggetto della FA 6C. Non si formulano pertanto

raccomandazioni alla AdG.

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6.7 La risposta alle domande di valutazione su altri aspetti del PSR

6.7.1 QVC 19: In che misura le sinergie tra priorità e aspetti specifici hanno rafforzato l’efficacia del

PSR?

Error! Bookmark not defined.La strategia del PSR della Valle d’Aosta si prefigge di raggiungere 3 obiettivi

specifici:

1. stimolare la competitività del settore agricolo;

2. garantire la gestione sostenibile delle risorse naturali e l’azione per il clima;

3. realizzare uno sviluppo territoriale equilibrato delle economie e comunità rurali, compresi la

creazione e il mantenimento di posti di lavoro.

Questi 3 obiettivi sono collegati rispettivamente alle PR 2 e 3 (Ob.1 “Competitività”), PR 4 e 5 (Ob. 2

“Ambiente”) e PR 6 (Ob. 3 “Territorio rurale”).

Bisogna segnalare che, nonostante il Programma sia fuori il rischio disimpegno, la spesa maggiore è da

imputare alla misura 13 sul benessere animale interamente programmata sulla PR. 4. Le altre misure, ed in

particolare quelle strutturali, registrano un avanzamento finanziario praticamente nullo o nullo.

Per questo motivo, la complementarietà delle misure, già individuate dal valutatore indipendente all’interno

del Disegno di valutazione e dal programmatore all’interno del capitolo 11, par. 3, potranno essere analizzate

nel dettaglio in una fase più avanzata del Programma.

In questa sede si riporta la revisione degli indicatori di risultato al 2018 del Performance Framework ritenendo

che ciò rappresenti di per sé una riflessione sull’impianto programmatorio – e sulle relative interazioni- delle

misure all’interno del Programma.

Attuazione del Programma

La spesa pubblica complessiva del Programma al 31/12/2018 si attesta al 29,56% portando la Regione fuori

dal rischio disimpegno per l’N+3.

Criteri di giudizio e indicatori pertinenti

Criteri di giudizio Indicatori

(comuni e del valutatore)

Tipologia di

indicatore

Valo

re

Le misure di PSR supportate sono

complementari in modo da produrre

sinergia attraverso la loro interazione

Tutti gli indicatori di risultato (compresi i

complementari)

O

Complementarietà

tra misure del PSR

Grado di interazione tra le misure supportate

(descrittivo)

VAL

Approccio metodologico

L’attività di valutazione è stata condotta prevalentemente su fonti secondarie, applicando un metodo

qualitativo di descrizione del contesto emerso dall’analisi dei principali documenti di programmazione

(Programma di Sviluppo Rurale della Valle d’Aosta- ver. 6.1 di settembre 2018) e dai documenti realizzati dal

Valutatore indipendente (Disegno di valutazione del PSR e RAV 2018).

Risposta alla domanda di valutazione

Per quanto riguarda la complementarierà tra le misure, l’analisi si focalizza sulla revisione del Performance

Framework (di seguito PF) operata dall’AdG: questa attività, che di fatto ha rivisto il peso specifico delle

misure rispetto alle diverse FA in termini di risultati fisici e finanziari da raggiungere, rappresenta una

riflessione sull’intero impianto di programmazione- e quindi sulla logica di intervento- del PSR.

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L’AdG infatti, a causa di errori di valutazione fatti in sede di programmazione ma anche scontando criticità

organizzative e tecnico/ informatiche non dipendenti direttamente dalla propria azione, si è trovata a dover

rivedere “al ribasso” i valori obiettivo al 2018 delle priorità 2, 3, 4 e 6.

Le problematiche esogene al Programma, che vengono dettagliate nella domanda successiva, hanno avuto

influenza sulla gestione dell’intero iter di presentazione, selezione e liquidazione delle domande di aiuto (sia

strutturali che a superficie) determinando un appesantimento delle pratiche amministrative e un dilatamento

dei tempi di attesa per i beneficiari. Rispetto al PF, ciò ha significato la revisione dei target finanziari sia della

PR 2 e della PR 4: per quest’ultima, il target del 50% di spesa costruito intorno all’ipotesi della piena

liquidazione delle 3 annualità delle misure a superficie e delle misure strutturali a finalità ambientali, è stato

rivisto ed allineato a quello della media nazionale.

Per quanto riguarda invece gli obiettivi fisici, dipendenti da valori sovrastimati in sede di programmazione,

questi sono stati rivisti proprio per alcune tra le misure centrali del Programma. Partendo dalla PR 2, si riporta

come sia stato necessario rivedere i risultati delle misure 4 e 6: in un primo momento le percentuali di aiuto

fissate a livelli piuttosto contenuti, hanno reso le misure poco appetibili determinando una scarsa adesione ai

bandi di finanziamento. Successivamente all’innalzamento delle le aliquote di finanziamento, c’è stato un

maggiore tiraggio per i diversi bandi ma, ad ogni modo, il ritardo nell’avvio delle procedure ha fatto sentire il

suo peso. Ancor più se si considera che la misura 4, nel complesso, è la terza misura del Programma in quanto

a dotazione finanziaria (dotazione complessiva: 27 milioni) e che l’88 % delle risorse sono programmate nella

PR 2. Per quanto riguarda la PR 3, anche se la misura 14 registra un buon avanzamento in termini di spesa (12,

6%), in fase di programmazione era stata ipotizzata una maggiore adesione da parte dei beneficiari e,

verosimilmente, non è stato preso adeguatamente in considerazione il dato relativo alla diminuzione

complessiva del numero di aziende sul territorio.

La priorità 5, invece, con questa revisione è stata di fatto disattivata: la misura 16.6 interamente programmata

su di essa (intervento 16.6.1 per un totale di 100.006,96 euro), è stata ricollocata nella PR 3 a sostegno degli

interventi di filiera.

Infine la priorità 6 registra attualmente solo avanzamenti di carattere procedurale ed amministrativo: la

revisione del target si rende necessaria dato il livello di avanzamento del progetto sulla banda larga (misura

7.3) per le quali l’AdG rappresenta l’OP e non ha influenza sulle procedure, che non sono stati selezionati i

progetti per la misura 7.6.1 (alpeggi) e che l’unico GAL selezionato (misura 19.1) è ancora in fase di

strutturazione organizzativa per quanto riguarda il personale.

In definitiva una valutazione generale sul grado di complementarietà delle misure e del loro contributo al

raggiungimento degli obiettivi specifici del Programma, sarà possibile e maggiormente dettagliata in un

momento futuro quando anche le misure strutturali- ed i progetti da essi finanziati- avranno raggiunto un livello

maggiore di avanzamento in termini di spesa e di realizzazione.

Error! Bookmark not defined.

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CONCLUSIONE RACCOMANDAZIONE

In questa fase di avanzamento del Programma, nulla può essere detto

relativamente alla sinergia od alla complementarietà, anche

potenziale delle varie misure di intervento del PSR.

L’analisi, che si è concentrata sul passaggio fondamentale di

revisione del Performance Framework, restituisce comunque la

riflessione operata dall’AdG per ottenere il raggiungimento degli

obiettivi di sviluppo programmati per il territorio.

Piuttosto che di complementarietà tra misure, è evidente che siano

intervenuti dei fattori endogeni ed esogeni nel determinare la

revisione delle scelte programmatiche: una volta fuori dal

disimpegno, e visto anche lo sforzo amministrativo nel far ripartire il

programma (vedi risposte successive), sarà possibile formulare un

giudizio complessivo.

Il valutatore si riserva di fornire

raccomandazioni in una fase di

attuazione più avanzata

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6.7.2 QVC 20: In che misura l’assistenza tecnica ha contribuito alla realizzazione degli obiettivi di cui

all’articolo 59 del regolamento (UE) n. 1303/2013 e all’articolo 51, paragrafo 2, del regolamento

(UE) n. 1305/2013?

Error! Bookmark not defined.Il servizio di valutazione indipendente del Programma è stato affidato a marzo

2018 alla società “Lattanzio Monitoring & Evaluation” a seguito di gara ad evidenza pubblica.

La comunicazione del Programma è gestita dall’“Ufficio Comunicazione del PSR e progetti europei” della

Struttura politiche regionali di sviluppo locale”.

La Regione Valle d’Aosta non ha affidato il servizio di Assistenza Tecnica a strutture esterne o ad enti in –

house.

Attuazione del Programma

La misura 20 che finanzia le attività di Assistenza Tecnica del Programma, registra un avanzamento della spesa

al 31/12/2018 del 12,4 % sul totale delle risorse programmate (dotazione finanziaria complessiva:

1.130.074,21 euro).

Criteri di giudizio e indicatori pertinenti

Criteri di giudizio Indicatori comuni e del

valutatore

Fonti Valore

Le capacità istituzionali e amministrative per la gestione efficace del PSR sono state rafforzate

Numero di dipendenti coinvolti nella gestione del PSR

Intervista a testimoni

privilegiati

62

Le capacità delle pertinenti parti interessate di

cui all'articolo 5, paragrafo 1, del regolamento

(UE) n. 1303/2013 sono state rafforzate

Tipi e numero di attività di capacity building realizzate

RAV 2

Competenze del personale coinvolto

nella gestione del PSR

RAV Prevalenza figure “Tecnico-

specialistiche”

L'attuazione del PSR è stata migliorata

Lunghezza del processo di domanda e pagamento

RAV

Fonti secondarie

Apertura/ chiusura bandi: 6

mesi (media) Pubblicazione graduatoria: 7

mesi (media)

Gli oneri amministrativi sono stati ridotti

Capacità del sistema di governance di

rispondere agli stimoli/ esigenze esterne

RAV

Rapporto tematico di

Valutazione: efficacia della strategia di

comunicazione

Mediamente adeguato

Il monitoraggio è stato migliorato

Funzionalità del sistema informatico per

la gestione del programma (qualitativo)

RAV Mediamente adeguato

I metodi di valutazione sono stati migliorati e hanno fornito solidi risultati della valutazione

Numero delle valutazioni effettuate

(obbligatorie e specifiche) e loro

utilizzo/utilità (quantitativo e qualitativo)

RAV

Rapporto tematico di

Valutazione: efficacia della strategia di

comunicazione

2

Informazioni sull'utilizzo dei risultati

della valutazione

Fonti secondarie SI

Presidio dell’attività di valutazione Fonti secondarie Presente

Costruzione di competenze in materia di

valutazione

Fonti secondarie Presente

Il PSR è stato comunicato al pubblico e le

informazioni sono state diffuse

Numero di soggetti raggiunti dalle attività di comunicazione del PSR

2000 utenti sito PSR

828 mailing list newsletter

230 partecipanti evento annuale

Numero di attività di comunicazione e diffusione del PSR

9

Gestione e indirizzo attività di comunicazione

Fonti secondarie

Presente

Presidio delle attività di comunicazione Fonti secondarie

Presente

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Approccio metodologico

Le informazioni inerenti la governance e la comunicazione del Programma, provengono principalmente da

fonti secondari rappresentate da due ricerche valutative tematiche: il “Rapporto di Valutazione Annuale”

(giugno 2018) ed il “Rapporto tematico di Valutazione: efficacia della strategia di comunicazione” (dicembre

2018) realizzate dal valutatore indipendente su impulso specifico dell’AdG.

Il primo documento, che applica un approccio partecipativo alla valutazione delle Performance attuative del

Programma, ha restituito importanti elementi a sostegno dei criteri di giudizio legati alla gestione del

Programma, al sistema di monitoraggio ed al capacity building interno (criteri da 1 a 6).

L’approfondimento sulla strategia di comunicazione, realizzato attraverso interviste e focus group con

l’applicazione della tecnica sperimentale della “Scala di Distanza Valoriale”, ha invece fornito principalmente

le risposte al criterio 7 specifico sulla comunicazione contribuendo, comunque, a circostanziare elementi legati

alla gestione del Programma. Si sottolinea, inoltre, che questo stesso documento è arricchito al suo interno dal

rapporto “Indagine sull’efficacia degli strumenti di comunicazione a supporto del Programma di sviluppo

rurale 2014- 2020”, realizzato dall’ “Ufficio comunicazione del PSR” attraverso una tecnica di analisi

assimilabile alla customer satisfaction.

Solo in alcuni casi, espressamente indicati nella tabella “Collegamenti tra criteri di giudizio, indicatori di

risultato comuni e aggiuntivi”, si è ricorso ad ulteriori interlocuzioni con testimoni privilegiati (Autorità di

Gestione e responsabili comunicazione) per ricostruire informazioni di dettaglio.

Limiti dell’approccio utilizzato (es. definizione delle sfide e degli eventuali rischi legati alla

quantificazione degli indicatori).

Non sono stati riscontrati particolari limiti né rischi.

Risposta alla domanda di valutazione

Criterio 1- Le capacità istituzionali e amministrative per la gestione efficace del PSR sono state

rafforzate

Il Programma di sviluppo Rurale è gestito da 50 persone tra responsabili di misura e tecnici afferenti al

Dipartimento Agricoltura. Ulteriori 12 figure compongono lo staff di supporto all’Autorità di Gestione.

La regione Valle d’Aosta non ha appaltato all’esterno né ha costituito un servizio di Assistenza Tecnica in

house: come specificato più avanti (criterio 2 e criterio 5) l’AdG ha comunque attivato un percorso di

rafforzamento della struttura interna (inserimento di nuove figure amministrative) e delle collaborazioni

esterne (con AGEA) per rinforzare l’apparato amministrativo che gestisce il Programma.

La governance del Programma è potenziata dalla partecipazione dell’AdG, con riunioni previste mensilmente

alla “cabina di regia” del Dipartimento affari europei all’interno della quale, insieme ad altri 4 esperti esterni

di fondi SIE, viene programmata, discussa e gestita la politica unitaria regionale (confluita nel Quadro

Strategico Regionale).

Infine, l’AdG ha anche partecipato al processo di definizione del PRA per contrastare e risolvere criticità legate

al sottodimensionamento numerico ed alla formazione del personale interno.

Criterio 2- Le capacità delle pertinenti parti interessate di cui all'articolo 5, paragrafo 1, del regolamento

(UE) n. 1303/2013 sono state rafforzate

In regione Valle d’Aosta sembrerebbe essere in atto un processo di capacity building e di cambiamento

culturale che sta interessando l’intera struttura di gestione e governance di supporto all’AdG del PSR: le regole

di finanziamento, gestione e controllo dei finanziamenti FEASR, diverse da quelle delle linee di intervento

settoriali finanziate da fondi regionali, hanno determinato un profondo cambiamento nel modus operandi

dell’Amministrazione provocando criticità e limiti nell’implementazione del Programma. Oltre alle soluzioni

proposte più prettamente legate all’attuazione del PSR e del sistema di monitoraggio che vengono discusse di

seguito, per agire sulle competenze interne, che esprimono un “know- how” più tecnico- specialistico, il

Dipartimento ha acquisito 2 funzionari con competenze specifiche amministrative e giuridiche ed è in attesa

di acquisire una figura specializzata in informatica.

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Inoltre l’AdG ha realizzato momenti di team building per discutere dei nuovi assetti e per orientare l’intera

struttura al raggiungimento di obiettivi comuni di performance e di efficacia. L’intento è quello di costruire,

in un clima favorevole e collaborativo, una macchina amministrativa orientata al risultato: in questo contesto

auspica il supporto di alcuni funzionari con Particolare Posizione Organizzativa (PPO), per un contributo non

solo tecnico ma soprattutto organizzativo e di orientamento culturale.

Criterio 3 - L'attuazione del PSR è stata migliorata.

La lunghezza dei procedimenti amministrativi è stata valutata prendendo in esame il tempo medio che

intercorre tra la data di apertura e chiusura dei bandi delle misure strutturali pubblicate ad oggi e la data di

pubblicazione della relativa graduatoria di merito per le annualità 2016, 2017 e 2018 realizzando una

comparazione interna alla regione stessa poiché, le misure strutturali attivate, sono state pubblicate su diverse

annualità. I dati mostrano come i tempi medi di apertura e chiusura dei bandi siano stati di circa 6 mesi e che

anche l’attesa per la pubblicazione delle relative graduatorie si attesta su tempi simili (circa 7 mesi):

sostanzialmente, dunque, la macchina amministrativa valdostana è riuscita a mantenere un certo standard,

chiudendo l’iter amministrativo che interessa i beneficiari (ed i progetti esclusi) in tempi ragionevoli per

ciascuna delle annualità analizzate.

Le principali problematiche però, al 31/12/2018, risiedono nello scarso “appeal” delle misure che ha

determinato revisioni e modifiche dei criteri di selezione- con conseguente revisione dei target di performance

finanziari e numerici-, nella scarsissima capacità di spesa e nel generale malcontento che tale situazione ha

generato all’interno dell’amministrazione come già riportato nell’analisi del criterio 2 e come verrà illustrato

nei prossimi criteri legati, generalmente, a dimensioni tecniche specifiche del Programma.

Quindi, per formulare un giudizio complessivo circa l’attuazione del PSR al 2018, è necessario prendere con

prudenza ciascun elemento, bilanciando responsabilità dirette dell’amministrazione ed influenze esterne.

CRITERIO 4 e 5- Il sistema di monitoraggio è stato migliorato. Gli oneri amministrativi sono stati

ridotti.

Per quanto riguarda le “Funzionalità del sistema informatico per la gestione del programma”, anche per la

Regione Valle d’Aosta valgono le considerazioni fatte per tutte le Regioni che hanno come Organismo

Pagatore AGEA: i ritardi o l’incompletezza nel rilascio degli applicativi utili alla profilazione dei bandi, per la

realizzazione delle istruttorie delle domande di sostegno e pagamento hanno influito negativamente sull’intero

processo di gestione del Programma. L’AdG, supportata dalla Giunta regionale, è intervenuta mettendo a

disposizione le risorse della misura 20 “Assistenza Tecnica” per contrattualizzare 2 persone di AGEA col

compito di fornire assistenza agli uffici regionali su diversi aspetti e criticità- (DGR, n. 782 del 19 giugno

2018). Inoltre, elemento ancor più determinante, la Regione ha deciso di decentralizzare il sistema informativo

“appoggiandosi” al SIAR, ovvero al sistema informativo delle Marche: la stipula della Convenzione, risultata

efficace soprattutto nella fase di avvio del Programma, verosimilmente sarà rinnovata anche per la nuova

programmazione grazie ad un’attività di sviluppo del sistema rispetto alle esigenze regionali.

Nel documento di approfondimento circa la performance attuativa del Programma, che peraltro ha strutturato

l’analisi rispetto proprio alle dimensioni di efficienza interna ed efficacia esterna, la questione degli oneri

amministrativi a carico dei beneficiari è stata affrontata analizzando: la presenza di strumenti di

semplificazione amministrativa (introduzione dei costi semplificati, Bplan etc…), le modalità di

predisposizione e profilazione dei bandi, le attività in senso stretto di supporto ai beneficiari (FAQ’s,

pubblicazione linee guida specifiche) e l’efficacia nella risposta ai vincoli esterni rappresentati dalla novità

introdotte dalle regole specifiche nazionali e comunitarie in ambito FEASR.

Dalla ricerca emerge che la risposta della Regione sia stata “mediamente adeguata” rispetto alla gestione dei

diversi elementi sopra indicati: il supporto ai beneficiari è stata un’attività valutata come “positiva” poiché è

presente in regione un dialogo costante tra i responsabili di misura, i tecnici individuati dai beneficiari ed i

funzionari regionali volto a risolvere le criticità o le richieste di integrazione presentate all’atto della

presentazione della domanda di sostegno od anche dopo le concessioni. Tale attività dovrà essere supportata

nel futuro dal contributo dello Sportello Unico rispetto al quale è già prevista una revisione delle attività (vd.

criterio 7).

Le altre attività (semplificazione amministrativa, profilazione dei bandi, risposta ai vincoli esterni, attività di

gestione e selezione delle domande di sostegno), sono state invece valutate come “normali” o “negative” a

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causa dell’aggravio dei carichi di lavoro e del cambiamento amministrativo che hanno portato con sé rispetto

alla gestione routinaria precedente.

CRITERI 6 e 7- I metodi di valutazione sono stati migliorati e hanno fornito solidi risultati della

valutazione. Il PSR è stato oggetto di comunicazione presso il pubblico e le informazioni sono state

diffuse.

Come detto nel par. 7.1.4 “Approccio metodologico”, la maggior parte delle informazioni utili per delineare il

quadro sopra descritto (criteri da 1 a 5), provengono da fonti secondarie, ovvero da approfondimenti valutativi

realizzati con l’intento di analizzare la performance attuativa e di approfondire il campo di indagine circa

l’efficacia delle attività di comunicazione. Il valutatore ritiene che questa informazione dia contezza non solo

dell’esistenza di sensibilità rispetto alle attività di valutazione ma che dimostri anche l’esistenza di un’attività

di gestione ed indirizzo delle attività di comunicazione con un attento presidio delle stesse. Presidio che si

sostanzia anche nella partecipazione, insieme alle altre AdG dei fondi SIE, alle attività del NUVAL “Nucleo

di valutazione dei programmi a finalità strutturale” luogo del Dipartimento politiche strutturali ed affari europei

dove la programmazione, l’attuazione, la valutazione ed il monitoraggio degli interventi vengono supportate

tecnicamente in un’ottica unitaria. Nello specifico, in questa programmazione, è col NUVAL che è stato

predisposto il Piano di valutazione Unitario all’interno del quale la valutazione dei singoli fondi è analizzata

in base alla capacità di contribuire agli Obiettivi Tematici dell’Accordo di Partenariato.

La regione è dunque consapevole sia dell’importanza di dare seguito alle indicazioni della valutazione sia

dell’importanza di comunicare il Programma in maniera efficace: per questo motivo ha indagato su quali

argomenti e strumenti fare leva, collegando ovviamente questa riflessione al pubblico di riferimento (dagli

utenti dell’Assessorato che rappresentano la collettività nel suo complesso, alle rappresentanze che svolgono

una funzione di raccordo nel veicolare le informazioni di primo livello presso i potenziali beneficiari e la

collettività).

Entrando più nello specifico della comunicazione del PSR, gestita da un ufficio con 2 persone a tempo pieno

che si interfaccia con altri 7 soggetti che curano gli altri fondi presso il coordinamento delle Autorità di

Gestione, si sottolinea che questa rientra nella strategia di comunicazione unitaria delle politiche di sviluppo

regionale per il periodo 2014- 2020 così come definita nel “Piano di comunicazione unitario”. All’interno di

essa gli obiettivi specifici collegati al PSR sono quelli di raggiungere i potenziali beneficiari e tutti gli

interessati circa le opportunità di finanziamento per lo sviluppo rurale in maniera “ampia” e trasparente. Finora,

la struttura preposta a dare indirizzo e coordinamento all’attività di comunicazione, ha realizzato le seguenti

attività:

- Realizzazione spazio tematico sul “PSR” all’interno del portale Agricoltura: questo spazio è dedicato

alla pubblicazione dei bandi, corredati della relativa modulistica e di schede tecniche di sintesi;

- Diffusione a mezzo stampa (comunicati stampa e media regionali) delle notizie inerenti le opportunità

di finanziamento del Programma attraverso l’Ufficio stampa della Presidenza della Regione;

- Realizzazione evento annuale “La Bassa Valle insieme tra musica e sapori” (gennaio 2018);

- Realizzazione di un concorso fotografico per documentare le iniziative in corso di realizzazione e

concluse con i fondi SIE;

- Realizzazione di poster informativi e roll- up da esporre nelle sedi periferiche del Dipartimento e negli

altri uffici di programmazione;

- Collaborazione con la newsletter “VdAEuropeInfo” realizzata dal Dipartimento Affari europei;

- Collaborazione con la postazione “Europe Direct” per la realizzazione e divulgazione di eventi

congiunti nell’ambito della strategia unitaria regionale.

Infine, sempre in collaborazione con il Dipartimento Affari Europei, è in corso il restyling del sito regionale

dedicato a tutti i fondi per dargli una nuova veste grafica maggiormente efficace.

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Conclusione 1 “Tema Competenze, attuazione, monitoraggio e governance”: rispetto a tutti i temi presi in

esame (criteri da 1 a 5) esiste, in seno all’AdG, la consapevolezza delle principali criticità esistenti di natura

endogena, sistemica o esogena. Rispetto a queste criticità sono stati riportati i diversi correttivi che,

verosimilmente, daranno i loro frutti a partire dal 2019. Resta solo da auspicare che le “soluzioni

amministrative” trovino un terreno fertile su cui attecchire, proseguendo la strada della formazione di

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competenze tecnico- procedurali e lavorando su un più ampio processo di capacity building capace di creare

un ambiente di lavoro multilivello collaborativo e coeso.

Si riporta, infine, una considerazione sull’importante percorso in materia di rafforzamento delle competenze

(valutative, programmatorie ed amministrative) che la Regione ha intrapreso attraverso il lavoro in seno al

NUVAL ed all’interno della Cabina di regia di tutte le AdG: in Valle d’Aosta, i programmi non sono mai

strettamente settoriali e la “problematizzazione”, la discussione di tutte le realtà in un un’unica sede rende le

politiche territoriali, delle politiche territoriali di “vicinanza”.

Conclusione 3 “Tema Valutazione e Comunicazione”: la risposta al quesito 20 della RAA 2019- criteri 6 e 7-

è stata l’occasione per mettere a sistema i diversi elementi di criticità rispetto alle attività di comunicazione

così come emersi durante gli approfondimenti valutativi realizzati nel corso del 2018, slegandoli da quelli che

coinvolgono maggiormente il processo gestionale del PSR. Questa sede infatti è stata utilizzata per sintetizzare

i punti chiave su cui agire per comunicare in maniera più incisiva il PSR: l’AdG, oltre ad essere consapevole

di dover chiarire e migliorare la qualità delle informazioni ed il livello di condivisione circa il “cosa”

(chiarezza, uniformità e sinteticità dei bandi e degli obblighi dei beneficiari, aumentare la condivisione col

Partenariato sull’evoluzione del Programma – dalle discussioni sui nuovi bandi, ai livelli di spesa e di

performance raggiunti dal PSR), dovrà agire per potenziare il “come” utilizzando i canali di comunicazione

pertinenti. La volontà poi di voler aggiornare il rapporto tematico sulla valutazione della SdC nel 2023, mostra

tutta l’attenzione verso questa tematica sottolineando la comprensione circa il ruolo della valutazione nel suo

complesso.

Riportare in tabella le principali raccomandazioni sotto forma di “Diario di bordo”.

Tab. 7. Raccomandazioni

TEMA RACCOMANDAZIONE

Tema 1 “Competenze, attuazione,

monitoraggio e governance”

L’AdG, in condivisione con i PPO, potrebbe strutturare un calendario di

corsi di formazione/ informazione e team building riservato al personale

interno (responsabili e tecnici di misura, personale Sportello Unico,

funzionari etc...)

Tema 2 “Comunicazione” Potenziare attività di comunicazione agendo sul “come”:

- ampliare le funzionalità dello Sportello Unico: renderlo un punto di

riferimento per le informazioni sulle opportunità del Programma da

fornire agli agricoltori;

- costituzione di una mailing list di riferimento ed invio di SMS di

informazione ed aggiornamento sullo stato delle pratiche per i

beneficiari;

- implementare il sito internet con la realizzazione, tra le altre, di una

sezione specifica per le FAQ’s ed una per i dati di avanzamento

procedurale e finanziario;

- realizzare incontri informativi sul territorio a beneficio della popolazione.

Tema 2 “Comunicazione” Al di là del dettato regolamentare di cui al punto 1.5 “Notifica

dell’attribuzione di un aiuto” dell’Allegato III del Reg. UE n. 808/2013 che

stabilisce l’obbligo per le AdG di notificare l’attribuzione del contributo al

singolo beneficiario, sarebbe opportuno pubblicare nelle pagine dedicate ai

bandi di finanziamento, le determine di approvazione delle singole

graduatorie di modo tale da ampliare la trasparenza collegata ai processi di

selezione degli interventi.

Tema 3 “Valutazione” - Continuare nel processo di aggiornamento e di follow- up dei principali

risultati legati alle attività di valutazione (performance del Programma e

comunicazione) in un’ottica di miglioramento complessivo della gestione

del PSR.

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106

6.7.3 QVC 21: In che misura la RRN ha contribuito al conseguimento degli obiettivi di cui all’articolo

54, paragrafo 2, del regolamento (UE) n. 1305/2013?

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1. Il quesito in oggetto chiede al valutatore di raccogliere i risultati della partecipazione della

Regione alle attività della RRN in rispondenza ai seguenti obiettivi (ex. Art. 54, par. 2 del

Reg. UE n. 1305/2013):Stimolare la partecipazione dei portatori d'interesse all'attuazione dello

sviluppo rurale;

2. Migliorare la qualità dell'attuazione dei Programmi di Sviluppo Rurale;

3. Informare il pubblico e i potenziali beneficiari sulla politica di sviluppo rurale e su eventuali

possibilità di finanziamento;

4. Promuovere l'innovazione nel settore agricolo, nella produzione alimentare, nella silvicoltura e nelle

zone rurali.

Attuazione del Programma

Non pertinente.

Criteri di giudizio e indicatori pertinenti

Criteri di giudizio Indicatori

(comuni e del valutatore)

Tipologia di

indicatore

Valore

La qualità dell’implementazione del

PSR è migliorata grazie all’attività della RRN

Miglioramento del capacity building correlato al PSR grazie alla

partecipazione di progetti RRN

O Abbastanza utile

Diffusione ed utilità dei documenti di indirizzo VAL Abbastanza utile

La consapevolezza circa l’importanza della valutazione è

aumentata

Miglioramento dell’evaluation capacity building correlato al PSR grazie alla partecipazione di progetti RRN

O

Abbastanza utile

La consapevolezza circa

l’importanza della valutazione è aumentata

Numero di modifiche del PSR basate sui risultati/ raccomandazioni

della valutazione proveniente da gruppi di lavoro tematici organizzati dalla RRN

O

0

Un pubblico più ampio di beneficiari potenziali è consapevole della

politica di sviluppo rurale e delle

opportunità di finanziamento attraverso le attività della RRN

Numero di persone che sono state informate della politica di sviluppo

rurale e delle opportunità di finanziamento attraverso gli strumenti

di comunicazione della RRN

O

0

Un pubblico più ampio di beneficiari potenziali è consapevole della

politica di sviluppo rurale e delle

opportunità di finanziamento attraverso le attività della RRN

Beneficiari del PSR che hanno aumentato la loro capacità grazie alla partecipazione alle attività delle RRN e descrizione delle attività

delle RRN più utili per aumentare la capacità del PSR

O

0

Un pubblico più ampio di beneficiari potenziali è consapevole della

politica di sviluppo rurale e delle

opportunità di finanziamento attraverso le attività della RRN

Maggiore consapevolezza regionale (scala Likert) del pubblico più ampio e dei potenziali beneficiari

O

0

L'innovazione in agricoltura, in

silvicoltura e nel settore agroalimentare nelle aree rurali è

stata favorita dalle opportunità della

RRN

Percentuale o numero di progetti innovative incoraggiati dalla RRN

sul totale di progetti innovativi realizzati dal PSR O 0

Giudizio complessivo PRR e RRN

Ruolo della Postazione Regionale della Rete (PRR)

VAL Fondamentale

Giudizio complessivo PRR e RRN Valutazione generale dei servizi della RRN VAL Abbastanza utile

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107

Approccio metodologico

L’attività di valutazione è stata realizzata attraverso la somministrazione di un questionario all’AdG in grado

di restituire una panoramica generale della partecipazione alle attività della RRN. Il questionario è stato

strutturato in 5 diverse sezioni:

1- Sezione 1- Informazioni Minime: informazioni circa il numero di progetti RRN a cui si è preso parte

e numero di personale coinvolto.

2- Sezioni 2- Miglioramento attuazione del Programma: nella sezione in oggetto le domande vengono

riferite ai criteri di giudizio “La qualità dell’implementazione del PSR è migliorata grazie all’attività

della RRN” e “La consapevolezza circa l’importanza della valutazione è aumentata”

3- Sezione 3- Partecipazione/ Informazione e Comunicazione: nella sezione in oggetto le domande

vengono riferite al criterio di giudizio “Un pubblico più ampio di beneficiari potenziali è consapevole

della politica di sviluppo rurale e delle opportunità di finanziamento attraverso le attività della RRN”

4- Sezione 4- Promozione dell’innovazione: nella sezione in oggetto le domande vengono riferite al

criterio di giudizio “L'innovazione in agricoltura, in silvicoltura e nel settore agroalimentare nelle aree

rurali è stata favorita dalle opportunità della RRN” qualora la regione abbia preso parte all’iniziativa

specifica “PEI_AGRI”;

5- Sezione 5 “Giudizio complessivo su attività PRR e RRN”: formulazione di un giudizio finale.

Limiti dell’approccio utilizzato (es. definizione delle sfide e degli eventuali rischi legati alla quantificazione

degli indicatori).

I rischi collegati alla quantificazione degli indicatori sono legati alla parzialità delle informazioni che

l’intervistato può fornire. Per questo motivo il questionario sottoposto chiede di specificare all’intervistato a

quale Progetto RRN ha preso parte in forma diretta (partecipazione a gruppi di lavoro, partecipazione a

riunioni, produzione di elaborati etc…).

Per limitare tale rischio, il valutatore ha aggiunto ulteriori indicatori di risultato (indicati con VAL) per

restituire comunque un giudizio complessivo.

Risposta alla domanda di valutazione

La regione Valle d’Aosta non partecipa direttamente alle attività della RRN non esclusivamente per motivi

logistici ma, più che altro, per il rapporto instaurato con la propria postazione regionale: esso si basa su una

collaborazione ormai quasi ventennale e poggia su basi solide dovute anche alla conoscenza amicale tra i

soggetti coinvolti. Oltre a questo va sottolineato che la PRR ha una profonda conoscenza del contesto rurale

valdostano e ciò permette di veicolare loro le principali informazioni in un “formato” adatto ad una realtà

piccola ed unica nel contesto nazionale. La postazione inoltre rappresenta il braccio operativo degli

approfondimenti scientifici che interessano il territorio: in questo momento, ad esempio, sono in elaborazione

dei contributi specifici riguardanti la nuova programmazione.

In questo contesto va comunque rilevato che i documenti redatti dalla Rete, vengono esaminati e discussi per

calare nella realtà valdostana il significativo contributo, scientifico ed operativo offerto. I documenti sono

anche oggetto di condivisione interna per far sì che venga a formarsi un feedback univoco sugli elementi

conoscitivi essenziali al PSR.

Per tutto quanto detto la postazione regionale assume un ruolo fondamentale per la Valle d’Aosta: è il loro

“HUB” interregionale per le tematiche dello sviluppo rurale.

Infine, gli spazi di miglioramento che vengono individuati per costruire un rapporto più fruttuoso con la RRN,

si riferiscono al miglioramento nella tempestività del supporto offerto (a partire dalla pubblicazione delle linee

guida) ad un potenziamento dei sistemi di comunicazione di modo tale da facilitare gli incontri tramite

strumenti web.

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Conclusioni e raccomandazioni

La conclusione generale non può che rifarsi alla considerazione che un territorio unico nel suo genere abbia

trovato una modalità originale per mantenere attivo il rapporto con la RRN, anche se questo si realizza

fattivamente con una più stretta collaborazione con la PRR.

PRR che mantiene alta l’attenzione sui temi discussi a livello centrale contribuendo ad una loro traduzione per

il contesto valdostano.

TEMA RACCOMANDAZIONE AZIONE/REAZIONE

AMBITO

Tema 1- Partecipazione

attività RRN

Suggerire a livello centrale le tematiche sulle

quali si ritiene che possano essere attivati dei

tavoli di discussione per condividere le proprie

idee con altre realtà (ad es. interventi specifici per

la montagna).

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109

6.8 La risposta alle domande di valutazione sugli obiettivi dell’Unione

6.8.1 QVC 22: In che misura il PSR ha contribuito a conseguire l’obiettivo principale della strategia

Europa 2020 consistente nel portare almeno al 75 % il tasso di occupazione della popolazione di

età compresa tra i 20 e i 64 anni?

Descrizione del contesto socio-economico e programmatico

L’andamento del tasso di occupazione vede un trend in leggero aumento nel periodo 2011 – 2017, con una

differenza marcata (in positivo) con il dato a livello nazionale. La situazione regionale quindi appare più

favorevole di quanto indicato come target a livello nazionale.

Tasso di occupazione generale

Indicatori 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017

% impiegati su totale popolazione della stessa classe di età 20-64

Regione Autonoma Valle d’Aosta

71,12 70,59 69,84 70,72 70,76 71,32 72,16

Italia 56,79 56,64 55,54 55,69 56,29 57,22 57,96

Fonte: ISTAT

Da sottolineare come esista comunque un certo divario tra il dato relativo alla popolazione maschile e

quella femminile -attorno al 10% - anche se minore di quanto riscontrato in altre Regioni.

Gli occupati del settore primario - in linea con la media nazionale - sono sostanzialmente stabili nel

periodo 2012 - 2017.

Per il comparto agroalimentare un ruolo molto importante viene giocato dall’industria di

trasformazione del latte, con 17 caseifici cooperativi e circa 60 trasformatori privati

Il tasso di disoccupazione della popolazione di 15-74 anni è nel 2017 attorno all'8% (che arriva al 25-

30% per i giovani di 15-24 anni), con un picco nel 2014 ma con valori in calo negli anni successivi.

I capoazienda sono composti per il 57% da persone con più di 55 anni, mentre i giovani sotto i 35 anni

rappresentano il 7,8% del totale dei conduttori (dato più alto della media nazionale 5,1%, EUROSTAT

2010);

Opportunità occupazionali sono legate anche ad una presenza importante delle attività connesse a

quella agricola principale, quali l’agriturismo, in espansione.

Estratto della strategia regionale per rispondere ai fabbisogni identificati relativi al tema

dell’occupazione

L’obiettivo dell’aumento dei tassi occupazionali delle popolazioni rurali è di carattere trasversale e chiama in

causa numerose tipologie di intervento previste dal PSR. A parte le due Priorità 4 e 5 dedicate alle tematiche

ambientali, tutte le altre hanno influenza più o meno diretta su questa tematica.

Nello specifico, il quadro logico sotteso al raggiungimento di questo obiettivo può essere riassunto come di

seguito:

QVC 22 Tab. 1 Misure e FA correlate con l’incremento dei tassi di occupazione

Priorità Focus Area Misure

P 1 FA 1A

M 1 e M 2 FA 1C

P 2 FA 2B M 4 e M 6

P 6 FA 6A

M 7 e M 19 FA 6B

I capisaldi della strategia di intervento miranti ad un accrescimento dei tassi occupazionali sono quindi

legati a:

Investimenti nelle aziende agricole (principalmente M 4.1 e M 4.2);

Sostegno all’imprenditorialità giovanile (M 6.1);

Sostegno alle attività agrituristiche e di altre attività extra agricole (M 6.4);

Sostegno all’imprenditorialità nelle aree rurali, sia attraverso il rafforzamento dei servizi di base (M

7), sia attraverso tutte le attività attuate mediante approccio Leader;

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Miglioramento delle attività formative/informative e del sostegno attraverso il supporto consulenziale

previsto dalla P1.

Attuazione del Programma

Per le Misure da cui ci si attende il maggior contributo in termini di impatto occupazionale sono riportati

nella tabella di seguito i valori relativi all’avanzamento finanziario:

Misure che impattano sul parametro occupazione: tabella riassuntiva su dotazione finanziaria e pagamenti effettuati

Misure/

Sub

misure

Descrizione Allocazione

finanziaria

(Meuro)

Pagamento totale

N. domande Meuro % avanzamento

M 4 Investimenti materiali 27,35 90 3,02 11,0%

M 6.1 Giovani imprenditori 3,54 22 0,37 10,4%

M 6.4 Attività non agricole 1,5 4 0,16 10,7% M 7 Servizi ai villaggi nelle zone rurali 7,60 0 2,0 26,3%

M 19 Sostegno allo sviluppo locale Leader 7,70 1 0,022 0,3%

Criteri di giudizio e indicatori pertinenti

Criteri di giudizio Indicatori risultato

(comuni e del valutatore)

Valore

al 2018

Il tasso di occupazione della popolazione 20-64 è aumentato

I14 - Tasso di occupazione popolazione di età 15-64 anni

nelle aree rurali n.d.

I7 - Tasso di disoccupazione di età 15-64 anni nelle aree

rurali 7,9%

R21/T20 - N. posti di lavoro creati nell’ambito dei

progetti finanziati

0

(target

= 10)

R24/T23 - Posti di lavoro creati in ambito Leader

0

(target

= 20)

Non è risultato possibile quantificare l’I14 a causa della mancanza di dati specifici riguardanti la differenza tra

livelli dell’occupazione rilevati specificamente nelle aree rurali rispetto alla media regionale. E’ invece

disponibile il tasso sulla disoccupazione nelle aree rurali che si attesta al 7,9% (dato 2012), cioè lievemente

più alto della media regionale complessiva per la stessa classe di età (7,1%).

Approccio metodologico

La principale difficoltà metodologica risiede nella quantificazione del vantaggio occupazionale dovuto

strettamente al PSR, dal momento che svariati sono i fattori – anche esogeni al Programma – che possono

influenzarlo.

Dovrebbero inoltre essere considerati solo gli interventi conclusi da almeno due anni – per poter evidenziare

una variazione occupazionale di tipo stabile e non temporanea – cosa che evidentemente pone alcune difficoltà

nelle analisi svolte, considerando il limitato numero di progetti di questo tipo presenti per un Programma

ancora in una fase relativamente iniziale.

Di conseguenza la quantificazione dell’Indicatore di Impatto I.14 non è disponibile, mentre il contributo netto

del Programma risulta pari a zero, in quanto non risultano ancora valori significativi rispetto ai pagamenti a

saldo fatti da almeno 2 anni, sui quali poter calcolare delle ricadute occupazionali stabili.

Vi è poi una carenza informativa riguardo la differenziazione del tasso di disoccupazione tra la media regionale

e quella specifica delle aree rurali. Il relativo indicatore di contesto IC 11 non è adeguatamente valorizzato

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(esistono solo i valori a livello regionale). E’ stato invece utilizzato il dato sulla disoccupazione in area rurale

(I7) per la stessa classe di età.

Per fornire comunque delle analisi valutative su questo tema, ovviando almeno in parte alle lacune conoscitive

esistenti, sono stati utilizzati i dati provenienti dalla Valutazione Ex post del PSR 2007 – 2013. La

quantificazione riportata nella successiva “Risposta alla domanda di valutazione” considera quindi la stima

degli impatti occupazionali che si ritiene il Programma abbia prodotto fino ad ora, utilizzando i parametri

desunti dalla Valutazione Ex Post. Naturalmente tale stima provvisoria dovrà essere confermata in sede di

Valutazione Ex Post della presente programmazione.

Risposta alla domanda di valutazione

Il tasso relativo all’occupazione per la Regione Autonoma Valle d’Aosta è elevato (oltre il 72% nel

2017), maggiore di quanto definito come target a livello nazionale (67-69%) e quasi a livello del target

generale a livello europeo (75%), con un trend sostanzialmente stabile nel periodo 2011 - 2017. Il gap

esistente tra i valori dell’occupazione per la popolazione maschile rispetto a quella femminile (attorno

al 10%) è comunque minore di quanto registrato in altre Regioni.

La differenza tra il tasso di disoccupazione specifico per le aree rurali rispetto alla media regionale è

abbastanza contenuto (7,9% rispetto a 7,1%).

Rispetto ad altre Regioni, il settore agricolo rappresenta ancora una componente importante

dell’economia regionale, oltretutto con un tasso di imprenditori agricoli al di sotto dei 35 anni più

elevato della media nazionale, anche se permangono forti problemi legati all’invecchiamento e allo

spopolamento delle aree più marginali;

Da considerare comunque come gli interventi del Programma hanno effetti sia in termini di creazione

di nuova occupazione, ma anche (soprattutto) come mantenimento dell’occupazione esistente, che

senza il PSR verrebbe a mancare.

Stante un avanzamento delle attività del Programma insufficiente, non risulta possibile individuare già

ad oggi delle ricadute positive stabili sull’occupazione dalle Misure finanziate dal PSR (Indicatore di

impatto I 14 pari a zero). Ciò nondimeno, possono essere valutate le prospettive in questo campo

derivanti dalle attività attualmente in corso di svolgimento, tenendo conto delle analisi condotte nella

Valutazione Ex Post del PSR 2007 – 2013.

Le Misure che si ritiene possano determinare le ricadute più significative sono:

Investimenti aziendali (M 4):a tutto il 2018 sono stati erogati pagamenti pari a 3,02 Meuro (l’11% del

totale programmato) riguardanti nel complesso 113 aziende. Nella passata programmazione le analisi

condotte hanno stimato che la M 121 determinava un aumento occupazionale dell’ordine delle 0,17

ETP/azienda beneficiaria. Parametrando il dato alla M 4 del PSR 2014 – 2020 l’impatto ritraibile

sarebbe quindi di circa 19 posti di lavoro;

Risultati sull’imprenditorialità giovanile (M 6.1): gli incentivi al primo insediamento si reputa

possano determinare un ulteriore incremento occupazionale. A tutto il 2018 sono 37 le aziende che

hanno ricevuto il sostegno da parte della Misura 6.1. Nella passata programmazione si è visto come

gli ULA prodotti dall’analoga Misura 112 siano stati pari a 0,9 ETP/azienda beneficiaria, per cui a

tutto il 2018 è stimato un numero di nuovi imprenditori pari a 33 unità;

Diversificazione delle attività: In riferimento alla M 6.4 sono stati erogati solo 0,16 Meuro (4 le

domande finanziate) destinati ad attività come agriturismi, attività sociali, agricampeggi e fattorie

didattiche, con favorevoli ricadute sull’occupazione locale. Nella passata programmazione la M 311

aveva permesso di creare/stabilizzare 0,13ETP/azienda, per cui il contributo del nuovo PSR risulta al

momento trascurabile;

Attività Leader: risulta 1 sola domanda liquidata in riferimento alla M 19.1 (valore 22.000 € ca.). I

dati di monitoraggio confermano che a fine 2018 non vi sono posti di lavoro creati relativi a questa

Misura.

Mantenimento del tessuto economico nelle aree marginali: sebbene normalmente non determinino

nuova occupazione, interventi come la M 13 possono essere molto importanti per evitare lo

spopolamento delle aree marginali e la conseguente perdita di posti di lavoro, che determinerebbe

ricadute fortemente negative non solo dal punto di vista economico ma soprattutto sociale ed

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ambientale. Sono stati pagati per l’intero periodo 19,8 Meuro, di cui hanno beneficiato più di 1.500

aziende;

Supporto ai servizi ai villaggi: la M 7 presenta un pagamento a tutto il 2018 pari a 2 Meuro, relativo

all’infrastrutturazione per la Banda Larga, che però non si ritiene possa avere ricadute occupazionali

stabili.

Attività di formazione: il contributo che anche la Misura 1 afferenti alla P1 potrebbe indirettamente

avere in termini di ricadute occupazionali - la maggiore qualificazione del personale può incentivare

l’individuazione di nuovi sbocchi professionali – risulta al momento nulla (nessun pagamento

effettuato).

Conclusioni e raccomandazioni

CONCLUSIONE RACCOMANDAZIONE

I target nazionali indicati rispetto agli obiettivi occupazionali risultano

già stati raggiunti e superati nel contesto della Valle d’Aosta.

La differenza tra i tassi di disoccupazione delle aree rurali rispetto alla

media regionale risulta limitata.

Anche se non risulta possibile fare una stima del numero di posti di

lavoro stabili creati (a causa dell’avanzamento del Programma), vi sono

prospettive positive a riguardo, rispetto alla possibilità di creare nuova

occupazione e/o di salvaguardare quella esistente.

Si stima che gli interventi del Programma relativi alla M 4 possano aver

portato a 19 nuovi posti di lavoro, mentre il supporto

all’imprenditorialità giovanile (M 6.1) potrebbe averne aggiunti altri 33,

mentre la M 6.4 non si ritiene possa aver contribuito alla creazione di

nuova occupazione, così come la M 19. Il totale a tutt’oggi arriva quindi

a n. 52 posizioni.

Anche se di difficile quantificazione, altre tipologie di attività si reputa

possano migliorare ulteriormente tali risultati, considerando ad es. gli

effetti sul mantenimento dell’occupazione nelle aree marginali

promosso dalla M 13, mentre sono nulli gli effetti della M 7 sulle attività

per il miglioramento dei servizi ai villaggi rurali.

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6.8.2 QVC 23: In che misura il PSR ha contribuito a conseguire l’obiettivo principale della strategia

Europa 2020 consistente nell’investire il 3 % del PIL dell’UE nella ricerca e sviluppo e

nell’innovazione?

Descrizione del contesto socio-economico e programmatico

Le statistiche disponibili indicano che la spesa dedicata alla ricerca e all’innovazione (23,31 Meuro, dato 2013)

sia pari allo 0,5% del PIL regionale, dato molto lontano dalle medie non solo a livello europeo, ma anche

nazionale (1,35%). La ripartizione della spesa è attribuibile in maniera prevalente le imprese private (il 73%),

seguite dalle Università, sia pubbliche che private (11%).

Esiste, a livello regionale generale, una scarsa propensione all’innovazione, anche se con un trend positivo

degli investimenti in ricerca e sviluppo, che negli ultimi anni sono passati dallo 0,29% del 2006, allo 0,52%

nel 2012.

Le attività di formazione, ricerca e sperimentazione in ambito agricolo sono svolte a livello regionale

principalmente dall’Institut Agricole Régional (IAR) che si pone come obiettivo finale la formazione degli

imprenditori agricoli destinati ad affrontare la sfida costituita dall'agricoltura di montagna. Esso eroga, oltre al

corso rivolto ai giovani finalizzato all’insediamento, anche la formazione professionale agli agricoltori

(attraverso il sostegno del FSE), relativamente a tematiche come il riorientamento qualitativo della produzione,

attività per la conservazione e il miglioramento del paesaggio, la tutela dell'ambiente, l'igiene e il benessere

degli animali, oltre ai criteri economici ottimali di gestione aziendale.

Da ricordare anche il Centro di ricerche, studi, salvaguardia, rappresentanza e valorizzazione per la viticoltura

di montagna (CERVIM) per le attività di ricerca in ambito vitivinicolo, oltre a altri enti che assicurano sul

territorio azioni di ricerca e monitoraggio ambientale: ARPA VdA, Ente Parco naturale del Mont Avic, Ente

Parco nazionale del Gran Paradiso, Fondazione Montagna Sicura, Osservatorio regionale sulla biodiversità.

Sono stati poi realizzate iniziative nei settori agricoli ed Ambientali, come quelli finanziati dal PO FESR 2007-

13, che hanno riguardato 10 progetti, di cui 2 per il settore agricolo.

QVC 23 Tab 1. Spesa per R&S – Anno 2016

Ripartizione della spesa per R&S Istituzioni

pubbliche

Istituzioni

private non

profit

Imprese Università Totale

Meuro 1,21 2,22 19,16 3,72 26,31

% 4,6% 8,4% 72,8% 14,1% 100%

Estratto della strategia regionale per rispondere ai fabbisogni identificati relativi al tema degli

investimenti per la ricerca

Si parte dai fabbisogni individuati dal PSR riguardanti il settore della R&S:

01 Una formazione nel settore agricolo più adeguata ai fabbisogni, specifica e contestualizzata

02 Trasferimento di conoscenze dal settore della ricerca alle imprese agricole, agroalimentari e

Forestali

Il principale fattore ostativo allo sviluppo del settore ricerca risiede nelle ridotte dimensioni del contesto ed

una difficoltà di trasposizione e di disseminazione dei risultati della ricerca in orientamenti operativi e scelte

digestione del territorio.

Dati i forti legami con il territorio e le sue tradizioni, le buone pratiche di sviluppo aziendale sono legate al

recupero e alla valorizzazione di antichi metodi di lavorazione e prodotti, partendo dal binomio innovazione e

tradizione.

La strategia per l’innovazione, passa quindi attraverso:

potenziamento di un’attività formativa flessibile e mirata, attuata in complementarietà e sinergia con

le iniziative specifiche finanziate nel quadro dei PO Competitività e Occupazione;

rafforzamento ed ampliamento dei servizi di consulenza aziendali, attraverso l'uso di risorse regionali;

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promozione della cooperazione, attraverso il sostegno a sperimentazioni pilota replicabili, realizzate

attraverso la federazione di più operatori all’interno della filiera, enti di ricerca ed enti di gestione del

territorio, ecc.

Rispetto alla partecipazione a Gruppi Operativi del PEI, in relazione alle ridotte dimensioni della Regione e

alle sue peculiari caratteristiche, non è prevista, almeno nella prima fase di attuazione del

Programma,l’attivazione della sottomisura 16.1, salvo si dovesse avere evidenza – nel corso della realizzazione

del Programma – della necessità di introdurre questa componente.

Attuazione del Programma

QVC 23 Tab. 2 Dotazione finanziaria, n. e valore degli inviti a presentare proposte pubblicati relativa alle Misure collegate con

il tema del supporto all’innovazione

Misure/

Sub

misure

Descrizione Dotazione

finanziaria

(Meuro)

Bandi

pubblicati

Impegni di spesa Spesa registrata

N. (Meuro) N. domande MEuro

M 1 Trasferimento di

conoscenze

0,4 0 0 0 0

M 16 Cooperazione 0,4 0 0 0 0

Per la M 1 non sono ancora stati pubblicati Bandi, così come per la M 16 .

Criteri di giudizio e indicatori pertinenti

I criteri di giudizio utilizzati, insieme ai relativi indicatori, sono riassunti nella tabella seguente:

Criteri di giudizio Indicatori risultato

(comuni e del valutatore)

Valore al

2018

Gli investimenti per la ricerca e innovazione

sono aumentati

L’innovazione è stata favorita

Efficacia delle iniziative di cooperazione

T1: % di spesa a norma art. 14, 15 e 35 (M1, 2 e 16) del

Reg. 1305/13 in relazione alla spesa totale del PSR

0% (target

0,59)

T2: N. totale di azioni di cooperazione nel quadro della

Misura di cooperazione (M 16, PEI escluso) 0 (target 12)

% delle spese del Programma in R&S sul totale spese

regionali in R&S

0%

Numero di PEI attivati Non

prevista

Approccio metodologico

I dati di contesto relativi alla spesa collegata al settore Ricerca e lo Sviluppo sono quelli desunti dall’Istat,

analisi condotte utilizzando le metodologie suggerite dal Manuale Ocse/Eurostat (Manuale di Frascati), che

assicura la comparabilità dei risultati a livello internazionale.

Le definizioni del concetto di innovazione sono di ampia accezione: “Attuazione di un prodotto (bene o

servizio) nuovo o significativamente migliorato o di un processo o di un metodo di commercializzazione o di

un metodo organizzativo relativo alla gestione economico/finanziaria, dell’ambiente di lavoro o delle relazioni

esterne (SCAR - Standing Commitee of Agricultural Research - Collaborative Working Groups AKIS,

European Commision, Directorate General for Research and Innovation)”.

Altre fonti affermano che, per essere considerata innovativa l’idea - almeno per qualche aspetto - deve essere

nuova per il contesto o il luogo interessato e offrire una promessa plausibile di rivelarsi utile.

Il supporto del Programma può quindi riguardare:

la capacità di individuare e alimentare idee promettenti che possono portare a innovazioni di qualsiasi

tipo (tecnologiche, non tecnologiche, sociali, organizzative, ecc.), a livello di approccio individuale

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(individuare e sostenere persone con un’idea) o relativa alla collaborazione tra diverse parti interessate

alla ricerca di nuove idee da promuovere (cooperazione tra partner per creare un progetto innovativo);

l’identificazione di sfide e opportunità dello sviluppo per riunire attori dell’innovazione interessati e

pertinenti (ad es. tramite gruppi operativi PEI);

il cambiamento delle condizioni strutturali e dell’ambiente che influenza i sistemi di innovazione e

comprende il miglioramento di varie condizioni abilitanti (istituzionali, procedurali, professionali,

organizzative, operative, tecniche).

Risposta alla domanda di valutazione

La risposta complessiva al Quesito Valutativo viene data considerando i seguenti punti:

Sono stati adottati criteri di selezione delle varie Misure finalizzati alla promozione dell’innovatività e basati

su conoscenze sviluppate?

Escludendo la M 16, direttamente connessa al tema, la sola Misura che comprende in senso lato il parametro

“innovazione” tra i criteri di selezione utilizzati, è la M 3.1, che concede priorità a progetti che prevedono

l’adesione a più regimi di qualità e priorità ai regimi di qualità di nuova istituzione.

Sono stati creati gruppi operativi? I gruppi operativi PEI hanno attuato e diffuso azioni innovative? La

composizione dei gruppi operativi PEI comprende attori dell’innovazione? Esiste una varietà di partner

coinvolti?

Non è prevista l’attivazione della M 16.1 sulla costituzione dei GO PEI.

I GAL hanno sostenuto progetti di innovazione?

Il PSL dell’unico GAL regionale definisce come proprio obiettivo principale quello del “Turismo sostenibile”,

mentre non risultano tipologie di intervento riconducibili specificatamente al comparto “Innovazione”.

Rispetto a quale settore (competitività, ambiente, coesione territoriale) è stata finalizzata prioritariamente

l’attività di R&S?

Non essendo stata registrata spesa su questa componente, non sono al momento definibili precisi settori

prioritari.

Sono stati creati legami con il Programma Horizon 2020?

Non risultano Progetti Horizon 2020 cofinanziati con il PSR.

Rispetto ai Criteri di Valutazione precedentemente riportati, la risposta al Quesito Valutativo può essere quindi

la seguente:

Gli investimenti per la ricerca e innovazione sono aumentati

Per motivi legati principalmente alle peculiarità regionali, la strategia del PSR non prevede un sostegno

particolarmente incisivo al settore della R&S. Anche se gli obiettivi di spesa sono in crescita negli ultimi anni,

il target regionale stabilito per il PSR 2014 – 2020 è limitato, pari allo 0,59% (totale 0,8 Meuro), in linea con

la spesa complessiva regionale dedicata alla ricerca.

La strategia attuativa si basa sulla M 1 e sulla M 16, dal momento che la M 2 non è stata attivata in quanto il

supporto consulenziale alle aziende passa attraverso altre linee di finanziamento regionale. Non è stata prevista

neanche l’attivazione della M 16.1, che avrebbe permesso l’attivazione dei GO PEI.

A tutto il 2018 né la M 1, né la M 16 hanno però fatto ancora registrare della spesa.

Si può quindi in definitiva affermare che il PSR della Regione Autonoma della Valle d’Aosta non ha

determinato un aumento degli investimenti dedicati alla ricerca e innovazione.

L’innovazione è stata favorita

Per raggiungere i target prefissati, il PSR della Regione Autonoma Valle d’Aosta ha fornito alle Misure in

grado di supportare efficacemente questa politica dotazioni finanziarie in linea con i target prefissati, vale a

dire il 6%.

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Non sono state inoltre previsti criteri di priorità per la realizzazione di progetti di carattere innovativo da

nessuna delle Misure del Programma.

Non si ravvisa un ruolo significativo del Programma nel supporto all’innovazione.

Conclusioni e raccomandazioni

CONCLUSIONE RACCOMANDAZIONE

Gli obiettivi prefissati dal PSR Autonoma Valle

d’Aosta in merito al supporto della ricerca e delle

iniziative innovative sono limitati, con una spesa

prevista pari allo 0,5% della spesa totale del

Programma

Si ritiene che la complessità procedurale

nell’attivazione dei GO abbia disincentivato la

Regione nell’attivare la sottomisura 16.1

La riflessione da sottoporre all’AdG, in vista della

nuova programmazione è quella di identificare un

ambito puntuale di ricerca sul quale promuovere

un’iniziativa puntuale con gli attori dell’AKIS

regionale.

Non sono stati stabiliti criteri di priorità a favore dei

progetti innovativi per nessuna delle Misure del

Programma.

Non è stata prevista l’attivazione dei GO PEI.

Tra le iniziative previste dal GAL presente in Regione

non ve ne sono di attinenti al settore innovazione.

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6.8.3 QVC 24: In che misura il PSR ha contribuito a mitigare i cambiamenti climatici e l’adattamento

ai medesimi nonché a conseguire l’obiettivo principale della strategia Europa 2020 consistente

nel ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 20 % rispetto ai livelli del 1990, oppure

del 30 % se le condizioni sono favorevoli, nell’aumentare del 20 % la quota di energie rinnovabili

nel consumo finale di energia nonché nel conseguire un aumento del 20% dell’efficienza

energetica?

La domanda riguarda il tema della mitigazione dei cambiamenti climatici, così come affrontata nell’ambito

della strategia Europa 2020 nel cosiddetto “pacchetto clima-energia”, che fissa i 3 obiettivi ambientali

richiamati dal quesito valutativo, tutti da raggiungere entro la fine del 2020.

BOX Agricoltura in Cifre Crea 2018

La Valle d’Aosta è particolarmente virtuosa sotto il profilo del basso impatto ambientale sortito nella produzione di

energia elettrica. La regione si pone al primo posto (+272%) tra le regioni che cedono alla rete

elettrica nazionale energia prodotta utilizzando tali fonti. A questo proposito, giova ricordare che il Decreto del Ministero

dello Sviluppo Economico del 15 marzo 2012 (Burden Sharing) attribuiva alla Valle d’Aosta una quota di fonti

energetiche rinnovabili sul consumo finale lordo (CFL) pari al 52,1% al 2020, al fine di raggiungere in tale anno

l’obiettivo nazionale (assegnato all’Italia dalla Direttiva 2009/28/CE) del 17% di fonti energetiche rinnovabili rispetto al

CFL. Tuttavia, obiettivi ben più ambiziosi sono previsti dalle politiche energetiche europee per il 2030 e per il 2050: in

particolare, la Strategia energetica Nazionale (SEN 2017) pone al 2030 il raggiungimento del 28% delle fonti energetiche

rinnovabili sui CFL, la riduzione dei consumi del 30% rispetto al livello tendenziale e una riduzione delle emissioni di

CO2 del 39% rispetto ai livelli del 1990. Nel 2017 il 98% dell’energia prodotta in Valle d’Aosta deriva dai 173 impianti

idroelettrici censiti da Terna (Trasmissione Elettrica Rete Nazionale è un operatore che gestisce le reti per la trasmissione

dell’energia elettrica in Italia). In tale anno la produzione

lorda di energia idroelettrica è pari a 2.784 GWh (-7% rispetto al 2016), corrispondente al 7,3% di quella ottenuta a livello

nazionale e, negli anni recenti, contestualmente all’aumento degli impianti idroelettrici (+19 unità nel biennio 2016-2017)

si osserva una forte diffusione di impianti fotovoltaici.

Per quanto concerne specificamente il contributo delle aziende agricole valdostane alla produzione di energie rinnovabili

l’indagine sulle strutture delle aziende agricole evidenzia una certa diffusione nel 2016 degli impianti a energia solare

(150) e degli impianti idroelettrici (12), questi ultimi in netta diminuzione rispetto alla stima prodotta dall’ISTAT nel

2013.

Schematicamente si può ricondurre gli obiettivi della Strategia Europa 2020 alle Focus Area previste

all’interno della Priorità 5 ma non attivate all’interno del PSR della Valle d’Aosta:

FA 5B Rendere più efficiente l'uso dell'energia nell'agricoltura e nell'industria alimentare;

FA 5C Favorire l'approvvigionamento e l'utilizzo di fonti di energia rinnovabili, sottoprodotti,

materiali di scarto e residui e altre materie grezze non alimentari ai fini della bioeconomia;

FA 5D Ridurre le emissioni di gas a effetto serra e di ammoniaca prodotte dall'agricoltura;

FA 5E Promuovere la conservazione e il sequestro del carbonio nel settore agricolo e forestale.

Il PSR della Valle d’Aosta contribuisce indirettamente agli obiettivi delle diverse FA nelle modalità di seguito

descritte:

5B: il fabbisogno 24 relativo ad una migliore efficienza energetica ed aumento della produzione e

dell'uso di energia da fonti rinnovabili, indirettamente soddisfatto dalla Focus Area 2A, attraverso gli

interventi delle Sottomisure 4.1.1, 4.1.2 e 4.2 le quali prevedono il miglioramento dell’efficienza degli

impianti di produzione di energia;

5C: Il fabbisogno 24 relativo all’aumento della produzione e dell'uso di energia da fonti rinnovabili è,

come nel caso precedente, indirettamente soddisfatto dalla Focus Area 2A attraverso gli interventi

delle Sottomisure 4.1.1, 4.1.2 e 4.2 che prevedono la realizzazione d’impianti per la produzione, nei

limiti dell’autoconsumo, di energia elettrica da fonti rinnovabili. Il fabbisogno 25 relativo allo sviluppo

della filiera locale legno-energia attraverso, in particolare, interventi di pianificazione e gestione è

soddisfatto in via primaria dalla focus area 3A, attraverso un intervento della Sottomisura 16.6 dedicata

alla cooperazione;

5D: i fabbisogni relativi alla gestione corretta dei terreni agricoli sono soddisfatti nel quadro della

Priorità 4 attraverso, in particolare, i pagamenti agro-climatico-ambientali (Sottomisura 10.1

Intervento 3 – Agricoltura integrata) e il sostegno all’agricoltura biologica (Sottomisure 11.1 e 11.2);

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5E: i fabbisogni inerenti a tale FA principalmente soddisfatti dalla Priorità 4, attraverso le misure

agroclimatiche ambientali (si rammenta che gli interventi forestali sono stati soppressi in quanto

realizzati attraverso leggi regionali).

Le risultanze delle analisi svolte nell’ambito delle Focus Area attivate (all’interno della Priorità 2, 3 e 4)

costituiscono dunque il punto di partenza per le considerazioni valutative che vengono svolte di seguito

riguardo al contributo del PSR ad ognuno dei tre obiettivi ambientali della Strategia Europa 2020.

La risposta al presente quesito valutativo fa leva in ogni caso su un set originale di criteri e indicatori, differenti

da quelli utilizzati nelle singole Focus Area considerate, presentati nella tabella seguente:

La risposta al presente quesito valutativo, pertanto, si articola su tre criteri di giudizio ancorati ai tre obiettivi

ambientali della Strategia Europa 202: i criteri poggiano su indicatori volti a misurare l’apporto del PSR al

raggiungimento di tali obiettivi regionali. Nel caso degli interventi strutturali, al momento non è possibile

fornire una stima dell’energia prodotta (Primo e Terzo Criterio).

Tab. 8. QVC24 Tab. 1 – Criteri di giudizio e indicatori pertinenti Criteri Indicatori Sottomisure/

Operazioni

Valore

realizato

Um

1. Il PSR contribuisce a

mitigare i cambiamenti

climatici, attraverso la

produzione di energia da

fonti rinnovabili

Energia da fonti rinnovabili prodotta grazie al PSR

(distinta per fonte energetica) 4.1.1, 4.1.2, 4.2,

16.6

0 tep

Contributo del PSR all’obiettivo di produzione di

energia da fonti rinnovabili (distinto per fonte

energetica)

0 %

2.Il PSR contribuisce a

mitigare i cambiamenti

climatici, attraverso la

riduzione delle emissioni di

gas a effetto serra e

l’assorbimento di carbonio

nei suoli agricoli e nelle

biomasse

R18b Assorbimento di CO2 nei suoli agricoli

10.1.3, 11.1, 11.2

16.8

1078 MgCO2eq

Assorbimento di CO2 atmosferica e stoccaggio

del carbonio organico nella biomassa legnosa 0 MgCO2eq

Riduzione delle emissioni di GHG grazie alla

produzione di energia da fonti rinnovabili 0 MgCO2eq

Riduzione complessiva di emissioni di GHG

(incluso effetto assorbimento) 1078 MgCO2eq

Contributo del PSR all’obiettivo Europa 2020

sulla riduzione complessiva di emissioni di GHG

(incluso effetto assorbimento)

7,4 %

3. Il PSR contribuisce a

mitigare i cambiamenti

climatici, attraverso una

migliore efficienza

energetica

R14 Aumento dell'efficienza dell'uso dell'energia

nell'agricoltura e nella trasformazione alimentare

nei progetti sostenuti dal PSR 4.1.1, 4.1.2, 4.2

0 tep

Contributo del PSR all’obiettivo Europa 2020 sul

miglioramento dell’efficienza energetica 0 %

Per quanto riguarda il secondo criterio, la stima del contributo del PSR all’Obiettivo Europa 2020 dovrebbe

essere calcolata tenendo in considerazione tutti e tre i criteri come descritto nella tabella seguente.

Tab. 9. QVC24 Tab.2 Contributo complessivo del PSR alla mitigazione dei cambiamenti climatici

(in grassetto le componenti di cui si è tenuto conto ai fini del calcolo)

Riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra

Settore Agro-forestale Settore energetico

Riduzione delle emissioni

dall’agricoltura Assorbimento del carbonio (C-sink) Fonti energetiche rinnovabili

Protossido d’azoto da fertilizzanti

minerali

C-sink nei suoli

agricoli

C-sink nella biomassa

legnosa Produzione di energia da FER

Per quanto riguarda l’obiettivo energetico (da fonti rinnovabili), al momento non vi sono progetti conclusi

che prevedono l’utilizzo di energie rinnovabili.

Per quanto riguarda invece l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, il PSR Valle d’Aosta

interviene in ambito agricolo sul tema attraverso le sottomisure/operazioni:

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10.1.3 che prevede la minima lavorazione dei suoli nelle aree di collina e montagna (pendenza >30%)

e nelle aree con pendenza inferiore una lavorazione che non superi i 30 cm di profondità;

11.1 e 11.2, che prevedono un obbligo di concimazione organica delle colture che contribuisce ad

aumentare il contenuto di sostanza organica nei suoli migliorandone la struttura.

Per effetto di queste sottomisure non si determina quindi una riduzione delle emissioni quanto piuttosto

l’assorbimento del carbonio nei suoli agricoli.

Agli effetti di assorbimento di carbonio prodotti nelle aziende agricole, si dovrebbe aggiungere l’unico

intervento che opera su superfici forestali, il 16.8 che, contribuendo ad una sana e sostenibile gestione delle

risorse forestali, consente di realizzare effetti positivi in molti ambiti, tra i quali quelli relativi al sequestro del

carbonio. Tale intervento al 31.12.2018 non è ancora attivato.

Non possono essere considerati infine gli investimenti per la realizzazione di impianti di produzione di

energia da fonti rinnovabili, nell’ipotesi di perfetta sostituzione dell’energia prodotta da FER rispetto

all’energia da combustibili fossili, perché al 31.12.2018 non sono presenti progetti conclusi.

Le elaborazioni valutative svolte nell’ambito delle Focus Area 4C, cui si rimanda per i dettagli tecnici,

consentono di stimare (FA4C) un assorbimento del carbonio nei suoli agricoli pari a 1.078 MgCO2eq/anno.

Per trasformare la variazione del Carbonio Organico ottenuto grazie al PSR in CO2eq è stato necessario

utilizzare il coefficiente stechiometrico CO2/C pari a 44/12.

Il contributo complessivo del PSR alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti, senza considerare

l’efficienza e la produzione di energia rinnovabile,, è dunque pari a 1.078 MgCO2eq/anno (i megagrammi

sono pari alle Tonnellate di CO2eq).

Confrontando tale valore con gli obiettivi di riduzione delle emissioni stabiliti con la Strategia Europa 2020,

una riduzione al 2020 di circa 14.600 tonnellate di GHG, emerge un apporto secondario ma non trascurabile

del PSR, il 7,4%, all’obiettivo di riduzione delle emissioni.

Conclusioni e raccomandazioni

Il contributo complessivo del PSR alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti, in riferimento

all’assorbimento del carbonio, C-sink, è pari pari a 1.078 MgCO2eq/anno, che determinano un apporto

secondario ma non trascurabile del PSR all’obiettivo di riduzione delle emissioni.

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6.8.4 QVC 25: In che misura il PSR ha contribuito a conseguire l’obiettivo principale della strategia

Europa 2020 consistente nel ridurre il numero di cittadini europei che vivono al di sotto della

soglia nazionale di povertà?

Descrizione del contesto socio-economico e programmatico

Il territorio della Valle d’Aosta risulta interamente classificato, ai sensi dell’art. 18 del Regolamento (CE)

1257/99, come “zona svantaggiata di montagna” e, nel quadro della zonizzazione delle aree rurali, ricade, ad

eccezione del Comune di Aosta classificato come Area A (Area Urbana e periurbana), nelle “aree rurali con

problemi complessivi di sviluppo” (Area D).

In continuità con il periodo 2007-2013 la Valle d’Aosta ha mantenuto la classificazione regionale che

suddivide i Comuni rurali in: Aree rurali marginali (ARM) e aree rurali particolarmente marginali (ARPM).

Alla prima classe appartengono 36 Comuni, mentre sono 37 quelli che ricadono nella seconda.

Dati macroeconomici regionali

L'evoluzione del PIL nelle Valle d’Aosta vede una situazione stabile negli ultimi anni con valori che variano

attorno ai 4,4 mld € nel periodo 2013 - 2017. Il PIL pro-capite fa registrare costantemente valori sensibilmente

maggiori al dato nazionale ed europeo.

Aree marginali

La situazione delle aree marginali regionali deve tener conto della concentrazione insediativa ed economica

che riguarda, oltre al capoluogo, l’intero asse centrale, inteso come l’insieme dei comuni collocati nella valle

centrale della regione, in una fascia altimetrica inferiore o uguale a 900 m. slm, che, concentra il 76% della

popolazione e il 71% delle imprese.

Le aree al di fuori di queste zone risentono delle condizioni sfavorevoli dal punto di vista climatico –

ambientale, aggravate dalla rarefazione dei servizi connessi (accessibilità e servizi essenziali), anche se di

contro beneficiano (specie in alcune aree ad elevata attrattività) di un certo sviluppo delle attività legate al

comparto turistico. Le aree che mostrano una maggiore marginalità sono invece quelle che rimangono fuori

anche da queste opportunità di sviluppo.

Altro indicatore della marginalità dei territori è rappresentata dallo sviluppo delle ICT: in Valle d’Aosta il

58,2% delle famiglie possiede un accesso a internet, di cui 55,2% in banda larga (ISTAT 2012).

Nel considerare il divario esistente tra i livelli di benessere tra le aree di fondovalle e quelle più marginali va

tenuto conto anche de:

Il ruolo della famiglia rurale, che assicura lavoro e reddito a tutti i suoi componenti;

Supporto assicurato alle aree rurali – ricadenti quasi completamente nell’Area D - non solo dal

FEASR ma dall’azione congiunta di tutti i fondi SIE in maniera fortemente coordinata, attraverso la

Politica regionale di sviluppo 2014-2020 e i suoi strumenti attuativi

La situazione rapportata alle altre Regioni italiane è rappresentata nella Figura, dove si riporta una situazione

positiva anche rispetto ad altre Regioni del Nord-Ovest. Da notare però (vedi Tabella Indicatori di contesto)

come l’indice abbia subito notevoli variazioni negli ultimi anni (con un picco tra il 2012 e il 2015), per poi

stabilizzarsi negli anni successivi, a livelli comunque ben più bassi della media nazionale.

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QVC 25 Tab.1 Quantificazione degli indicatori di contesto

Indicatori 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017

PIL (Meuro) Valle d’Aosta 4.417 4.442 4.404 4.359 4.458

PIL pro capite

(€)

Valle d’Aosta 35.092 33.304 34.560 34.944 34.464

Italia 26.458 26.679 27.204 27.718 28.494

Tasso

regionale di

povertà (%

popolazione

totale)

Valle d’Aosta 2,90% 6,30% 5,30% 6,40% 7,20% 4,80% 4,40%

Italia

9,9% 10,8% 10,4% 10,3% 10,4% 10,6% 12,3%

Fonte: ISTAT

I fabbisogni identificati relativi al tema della povertà e la relativa strategia regionale

La strategia regionale relativa alla lotta alla povertà poggia sostanzialmente sulla FA 6B, quindi sulla Misura

19, con il tramite dei GAL.

In questa Focus Area è stato programmato complessivamente il 50,33% delle risorse della Priorità 6,

interamente dedicate all’approccio LEADER con l’obiettivo di rafforzare e mantenere un tessuto sociale vitale

nelle aree rurali particolarmente marginali del territorio.

In maniera più indiretta, anche la Focus Area 6A - con la M 6.1

– per la creazione di imprese agricole condotte da giovani

agricoltori nelle aree più marginali può avere un ruolo

significativo, per garantire il presidio in termini ambientali e

per ricostituire quelle relazioni sociali che attenuano gli effetti

negativi dell’isolamento. Parimenti, anche la M 7 sullo

sviluppo dei villaggi rurali è in grado di avere un ulteriore ruolo

positivo.

I principali fabbisogni regionali correlati in maniera più o meno

diretta alla lotta alla povertà nelle aree rurali sono i seguenti:

17 Mantenimento delle aziende agricole sul territorio

26 Sviluppo di nuove occupazioni/imprenditorialità

nei territori particolarmente marginali

27 Rafforzamento del tessuto sociale nelle aree

particolarmente marginali

29 Maggiore diffusione delle infrastrutture e dei

servizi funzionali all'utilizzo delle ICT, in particolare

nelle Aree Interne

30 Tutela del patrimonio storico culturali delle aree particolarmente marginali.

Attuazione del Programma

La situazione delle risorse a disposizione e dei pagamenti effettuati a favore della FA 6B è riassunta nella

seguente tabella:

– Risorse a disposizione e pagamenti effettuati per la FA 6B

Misure Risorse Programmate 2014-2020 Pagamento totale

% Pagamenti totali/Risorse

Programmate 2014-2020

19.1.1 30.000 0 0%

19.2.1 6.245.000 22.225 0,3%

19.3.1 100.000 0 0%

19.4.1 1.325.000 0 0%

La porzione delle risorse programmate più significativa è quella relativa alla M 19.2.1, che però al momento

ha un tasso di avanzamento - in termini di pagamenti effettuati – ancora molto basso.

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Sono stati pubblicati i bandi per tutte le Operazioni previste e tutte le risorse finanziarie sono già state

impegnate, anche se alcune criticità operative stanno rallentando l’avanzamento delle attività previste.

Le attività dei GAL in riferimento alla diminuzione della povertà in ambito rurale

Il “GAL Valle d’Aosta” tra i suoi obiettivi strategici ne ha individuato uno attinente alla tematica della lotta

alla povertà, vale a dire quello relativo al “Miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni locali e

dell’attrattività del territorio”.

La SSL ritiene necessaria “una sempre crescente relazione tra turismo e realtà agricola per sviluppare un

dialogo costruttivo in grado di recare vantaggi a entrambe: un ambiente rurale ben curato e una maggiore

redditività dovuta alla valorizzazione dei propri beni”.

Per ridurre il divario presente tra ARM e ARPM, il GAL intende organizzare prioritariamente le attività di

animazione nei territori classificati come ARPM. Sono inoltre previsti punteggi aggiuntivi per le proposte

provenienti da soggetti delle ARPM.

Dal momento che però le attività del GAL non sono ancora entrate nella fase operativa, il contributo rispetto

alla tematica in questione è ancora nullo.

Contributi della M 6 e M 7

La M 6.1 sull’imprenditorialità giovanile ha concesso pagamenti a n. 37 beneficiari, per una spesa complessiva

pari a 635.000 euro, ma non è dato sapere quanti di questi siano effettivamente localizzati nelle aree interne

più marginali.

Riguardo la M 7.3.1 è stato pagato un anticipo pari a 2 Meuro per interventi relativi al potenziamento della

Banda Larga. Da ricordare che per questa Operazione è previsto uno specifico Criterio di selezione M 7.3, che

premia i progetti localizzati in Comuni delle Aree Interne.

Attività di sostegno al reddito nelle aree con particolari svantaggi

A giudizio del Valutatore, possono essere considerati come attinenti alla lotta alla povertà rurale anche gli

interventi realizzati dalla M 13, relativi ai pagamenti compensativi per le zone montane.

La Regione Autonoma Valle d’Aosta ha previsto l’intervento della M 13 con una dotazione complessiva di

41,4 Meuro.

Sono stati raggiunti i seguenti risultati:

Pubblicati 4 bandi con una dotazione complessiva di 27,6 Meuro;

N. beneficiari liquidati: 1.559

Spesa pubblica complessiva erogata: 14,4 Meuro

Contributo medio annuo per azienda delle aree montane: si stima possa essere pari a circa 2.300

euro/anno, vale a dire il 19% ca. del parametro “redditività netta del lavoro” calcolato sulla media

delle aziende della stessa fascia altimetrica del campione RICA.

Si tratta quindi di un intervento significativo sulle realtà rurali valdostane, sia perché raggiunge un elevato

numero di aziende, ma anche come impatto sui redditi aziendali, a conferma del fatto che i contributi

comunitari in genere – e nella fattispecie quelli assicurati dal PSR – siano importanti per il sostegno al reddito

delle aziende che ricadono in queste zone.

Criteri di giudizio e indicatori pertinenti

iCriteri di giudizio Indicatori risultato

(comuni e del valutatore)

Valore

Il numero di persone che vivono sotto il livello

medio nazionale di povertà è diminuito Tasso di povertà rurale (I.15) (dato 2017) 4,4%

R22 / T21: percentuale di popolazione

rurale interessata da strategie di sviluppo

locale (aspetto specifico 6B)

99,43%

Il supporto del Programma è concentrato nelle

aree regionali più a rischio povertà (aggiuntivo) Supporto fornito dalla M 13 (aggiuntivo)

+19% reddito

aziendale

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Approccio metodologico

Le analisi presentate non considerano gli interventi legati al miglioramento dell’infrastrutturazione nelle aree

marginali - anche se indirettamente legati – in quanto la verifica è focalizzata principalmente sulle attività di

supporto diretto al reddito e all’imprenditorialità di aziende e singoli imprenditori.

Risposta alla domanda di valutazione

In generale tutti gli interventi finalizzati allo sviluppo delle aree più marginali possono essere considerati come

un contributo più o meno diretto alla lotta alla povertà di queste zone. Il Programma considera come prioritaria

la M 19, oltre alle Misure 6 e 7 come contributo indiretto. A giudizio del Valutatore anche altre tipologie di

intervento andrebbero considerate, fermo restando che l’analisi di quali interventi possono contribuire al

raggiungimento di questo obiettivo si presta a interpretazioni più o meno estensive.

Il numero di persone che vivono sotto il livello medio nazionale di povertà è diminuito

I contributi che vengono legati dal PSR alla lotta alla povertà rurale riguardano la Misura 19. Avendo registrato

per questa Misura importi non significativi rispetto alla spesa erogata, il contributo complessivo fornito dal

Programma è da considerarsi nullo.

Il supporto all’imprenditoria giovanile ha permesso di finanziare 37 nuovi imprenditori, mentre la M 7 ha messo

in campo interventi indiretti (relativi alla Banda Larga) in grado di migliorare la qualità della vita nella aree più

marginali.

Il supporto del Programma è concentrato nelle aree regionali più a rischio povertà

La M 13 sulle indennità per le aree svantaggiate ha permesso la distribuzione sul territorio di 14,4 Meuro

complessivi ed ha riguardato oltre 1.500 aziende, che rappresentano una grossa porzione del totale presente in

aree montane. Si stima che il livello di supporto ricevuto da questa Misura da sola rappresenti circa il 19% del

reddito complessivo aziendale in area montana.

Conclusioni e raccomandazioni

CONCLUSIONE RACCOMANDAZIONE

I contributi forniti dalla Misura 19 impattanti sulla lotta alla povertà rurale

sono al momento nulli (spesa erogata non significativa).

Contributi indiretti sono forniti dalle M 6.1 e M 7.3.1. Sono 37 i giovani

agricoltori beneficiari, ma i dati disponibili non permettono di conoscere

l’esatta localizzazione rispetto ai Comuni maggiormente svantaggiati. Per

la M 7 invece, viene registrato un pagamento per un progetto di diffusione

della Banda Larga, che può contribuire a migliorare la qualità della vita

nelle aree marginali.

Il contributo più significativo attinente al tema della lotta alla povertà

rurale si ritiene possa essere quello che viene assicurato dalla M 13 –

Indennità compensative per le aree svantaggiate montane, che interessano

aziende che operano nelle aree più marginali. Tale Misura si stima possa

costituire un’integrazione dei redditi medi aziendali situate nelle aree

marginali pari ad un 19% ca.

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6.8.5 QVC 26: In che misura il PSR ha contribuito a migliorare l’ambiente e a conseguire l’obiettivo

della strategia dell’UE per la biodiversità inteso ad arrestare la perdita di biodiversità e il

degrado dei servizi ecosistemici nonché a ripristinare questi ultimi?

Inquadramento programmatico

La strategia delle UE sulla biodiversità fino al 2020 (definita dalla Comunicazione CE 03_05_2011_240) è

volta a “conseguire l’obiettivo della strategia dell’UE per la biodiversità inteso ad arrestare la perdita di

biodiversità e il degrado dei servizi ecosistemici e a ripristinare questi ultimi” e prevede all’azione 9 di

“orientare meglio lo sviluppo rurale per conservare la biodiversità” attraverso le seguenti sub-azioni:

9a) La Commissione e gli Stati membri inseriranno obiettivi quantificati in tema di biodiversità nelle

strategie e nei programmi di sviluppo rurale, calibrando l’azione alle esigenze regionali e locali.

9b) La Commissione e gli Stati membri istituiranno meccanismi volti ad agevolare la collaborazione

fra agricoltori e silvicoltori a beneficio della continuità paesaggistica, della protezione delle risorse

genetiche e altri meccanismi di cooperazione per la tutela della biodiversità.

Tali azioni si concretizzano all’interno del PSR Valle d’Aosta nell’individuazione dei Target T8 “Percentuale

di foreste/altre superfici boschive oggetto di contratti di gestione a sostegno della biodiversità” e T9

“Percentuale di terreni agricoli oggetto di contratti di gestione a sostegno della biodiversità e/o dei paesaggi”.

La conservazione della biodiversità rappresenta un tema di estrema complessità che può essere analizzato solo

all’interno di un quadro di riferimento generale in grado di prendere in considerazione tutti i comparti

ambientali e tutte le interazioni uomo-ambiente.

L’aumento demografico ha determinato l’ampliamento delle zone urbanizzate causando l’omogeneizzazione

del paesaggio, l’intensificazione dell’attività ha determinato la riduzione delle Aree ad alto valore naturale ed

ha determinato un peggioramento della qualità dei suoli e delle acque. Complessivamente l’evoluzione dei

sistemi di conduzione agricola ha determinato l’alterazione sostanziale degli ecosistemi con pesanti

conseguenze sulla popolazione vegetale e animale, danneggiando le condizioni che permettevano la

conservazione della biodiversità. (Saccardo, 1996).

Il PSR Valle d’Aosta contribuisce alla conservazione della biodiversità negli ambienti e nei paesaggi

dell’Europa attraverso le Focus Area 4A, 4B ,4C e, in misura marginale, la Focus Area 1B e 3A (Misura 16.6).

Il dettaglio sullo stato di avanzamento fisico e procedurale delle diverse operazioni, trattato nei capitoli dedicati

a tali Focus Area, non viene di seguito ripresentato, se non attraverso lo schema successivo che ripropone i

principali risultati conseguiti.

QVC.26 tab.1: quantificazione degli indicatori di risultato e impatto del PSR Valle d’Aosta relativi

alla Strategia UE sulla biodiversità Criteri Indicatori Misure/Operazioni Valore U.M.

La biodiversità

e i servizi

ecosistemici

sono stati

ripristinati.

Le risorse

genetiche sono

state protette

I.08 Farmland Bird Index and Woodland Bird Index 10.1.1,10.1.2, 10.1.3, 11.1,

11.2 100 F.B.I.

R7.T9 Percentuale di terreni agricoli oggetto di contratti di

gestione a sostegno della biodiversità, superficie declinata

in funzione delle zonizzazioni per aree a maggior

fabbisogno di intervento (Aree Natura 2000)

10.1.1,10.1.2 10.1.3, 11.1,

11.2 84 % su

SAU

R7.T9 Percentuale di terreni agricoli oggetto di contratti di

gestione a sostegno della biodiversità, superficie declinata

in funzione delle zonizzazioni per aree a maggior

fabbisogno di intervento (Area HNV - ad alto valore

naturalistico)

10.1.1,10.1.2, 11.1, 11.2 82 % su

SAU

I.9 Conservazione di habitat agricoli di alto pregio naturale

(HNV / HNVF) 10.1.1,10.1.2, 11.1, 11.2 14.792 ha

R4.A/1 Numero interventi finanziati per la salvaguardia

delle varietà a rischio di erosione genetica 10.1.4, 10.1.5 3.692 UBA

Il risparmio e la

qualità

dell'acqua sono

stati preservati

e migliorati

I.11 Qualità dell'acqua: surplus di azoto e di fosforo nella

SAU 10.1.1, 10.1.2 -50 %

R8/T10 Percentuale di terreni agricoli oggetto di contratti di

gestione volti a migliorare la gestione idrica (aspetto 10.1.1, 10.1.2 10.1.3, 11.1,

11.2 91,7 (% su

SAU

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Criteri Indicatori Misure/Operazioni Valore U.M.

specifico 4B) Misura

13)

R.VAL: Incidenza dei partecipanti agli interventi di

formazione, scambio aziendali su tematiche inerenti la

riduzione degli impieghi di fitofarmaci sul totale dei

beneficiari agli interventi 10.1.3 e 11

10.1.3, 11.1, 11.2 n.d. %

Miglioramento

della qualità del

suolo e

prevenzione

dell'erosione

I.12. Materia organica del suolo nei terreni a seminativo 10.1.1,10.1.2, 10.1.3, 11.1,

11.2 6,68 %

I.13. Erosione del suolo per azione dell’acqua 10.1.1,10.1.2, 10.1.3, 11.1,

11.2 15,95 t/ha/anni

R10/T12 Percentuale di terreni agricoli oggetto di contratti

di gestione volti a migliorare la gestione del suolo e/o a

prevenire l’erosione del suolo, superfice declinata in

funzione delle zonizzazioni per aree a maggior fabbisogno

di intervento

10.1.1,10.1.2, 10.1.3, 11.1,

11.2 54 %

Per rispondere quindi alla domanda n° 26 si analizzeranno le ricadute in termini di conservazione della

biodiversità dei diversi aspetti ambientali, esprimendo un giudizio valutativo che tenga conto della specifica

correlazione delle tematiche con il tema in oggetto.

Gli indicatori d’impatto FBI e HNV evidenziano il contributo diretto del PSR al mantenimento della

biodiversità nella Regione Valle d’Aosta:

per quanto riguarda il trend dell’indicatore relativo all’indice FBI nel 2018, è stato registrato valore

pari a 100 che conferma il valore relativo all’anno 2000 pur lasciando emergere una lieve tendenza

alla diminuzione nel breve periodo. L’indice che tende in via generale ad essere poco efficace al fine

di valutare la bontà degli interventi a favore della biodiversità finanziati da un PSR, presenta nello

specifico caso della Regione Valle d’Aosta elementi utili al fine di essere messo in relazione i suddetti

interventi in virtù della limitata estensione, della relativa omogeneità degli agrosistemi e di una

puntuale distribuzione territoriale dei punti d’ascolto nelle aree agricole;

per quanto riguarda le HNV, nelle aree con superficie agricola con valore naturalistico “alto” la SOI

corrisponde a circa l’82% della SAU attivata dalla Misura 13 nelle medesime aree. Se confrontato con

i valori rilevati sulla SAU con valore naturalistico “basso” e “medio”, le percentuali si attestano

rispettivamente sul 95% e sull’87%. L’analisi evidenzia quindi una ridotta capacità del PSR di incidere

nelle aree ad alto valore naturalistico.

Gli altri indicatori calcolati e riportati nella tabella 2 oltre ad esplicare effetti diretti importanti nei confronti

della qualità delle acque e del suolo, incidono sul mantenimento della biodiversità in funzione dei legami

sistemici di seguito riportati. Le operazioni del PSR che determinano la riduzione degli input chimici di origine

agricola, la diminuzione dell’erosione e delle lavorazioni del terreno e l’aumento della sostanza organica,

producono conseguentemente anche l’effetto di conservare e ampliare la biodiversità.

Risposta alla domanda valutativa Estrazione dell’acqua

Il tema assume dal punto di vista della biodiversità un’importanza fondamentale in quanto l’equilibrio degli

ecosistemi acquatici legati ai corsi d’acqua è facilmente compromesso dall’intervento antropico. L’uomo ha

cercato di assoggettare il fiume alle proprie esigenze, deviandone il corso originale e/o modificandone la

portata. La realizzazione di opere di derivazione e di ritenuta a scopi irrigui (ma anche finalizzati alla

produzione di energia idroelettrica) hanno mutato in modo significativo il deflusso delle acque. A livello

scientifico, ma anche legislativo, si è giunti pertanto a stabilire e definire il concetto di Deflusso Minimo Vitale

(DMV) cioè la “portata istantanea da determinare in ogni tratto omogeneo del corso d’acqua, che deve garantire

la salvaguardia delle caratteristiche fisiche del corpo idrico, delle caratteristiche chimico-fisiche delle acque,

nonché il mantenimento delle biocenosi tipiche delle condizioni naturali locali”. In attesa di una definizione

nazionale delle metodologie di calcolo del DMV e della definizione dell’intensità delle captazioni dei corsi

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idrici, risulta rilevante ribadire la necessità di preservare, anche grazie alla riduzione dei consumi idrici a scopi

irrigui, la portata idonea dei corsi e dei bacini al fine di evitare la diminuzione delle popolazioni di specie

diverse che vivono nell’ambiente acquatico. Il contributo del PSR non è al momento quantificabile.

Qualità delle acque

Tutte le acque, sia superficiali che sotterranee, hanno una certa capacità di reagire all'immissione diretta ed

indiretta di carichi inquinanti. Se l'immissione delle sostanze inquinanti è eccessiva, si supera però la capacità

autodepurativa dei corpi idrici, per cui si evidenziano fenomeni quali la eutrofizzazione e/o la contaminazione

chimica e microbiologica. L’inquinamento di origine agricola deriva dall’immissione nei corsi d’acqua e nel

terreno di fertilizzanti chimici (ricchi di fosfati e nitrati), pesticidi (insetticidi e diserbanti) e liquami delle

stalle. L’immissione dei pesticidi risulta ancor più grave dal momento che, essendo poco biodegradabili, essi

si depositano e si concentrano nei corsi d’acqua distruggendo ogni forma di vita. Lo scarico di fertilizzanti

chimici in fiumi, laghi e mari va ad aumentare il fenomeno dell’eutrofizzazione. L'eutrofizzazione è funzione

della presenza nelle acque di elevate concentrazioni di sostanze nutritive quali il fosforo e l’azoto, che

consentono la proliferazione algale. La proliferazione di alghe determina una maggiore attività batterica e un

conseguente aumento del consumo di ossigeno, che viene a mancare alla fauna presente negli habitat agricoli

provocandone la morte. Inoltre l ’aumento della vegetazione e del fitoplancton presso la superficie dello

specchio d'acqua comporta una limitazione degli scambi gassosi (e quindi anche del passaggio in soluzione

dell'ossigeno atmosferico O2). Quando un corpo idrico riceve scarichi di natura organica di origine zootecnica

ma anche civile o industriale, l'ossigeno viene utilizzato nei processi di ossidazione biologica delle sostanze

organiche inquinanti, fino a scomparire. Si hanno così condizioni di anossia del corpo idrico con inconvenienti

gravissimi a carico di quasi tutte le forme di vita acquatiche e con pregiudizio di tutte le possibili utilizzazioni

di tali acque. Le operazioni del PSR che riducono l’apporto di nitrati preferendo il letame naturale, riducono

l’impiego di pesticidi attraverso l’introduzione della lotta biologica ed evitare un’eccessiva irrigazione che

dilava il suolo e rende necessario l’uso di fertilizzanti contribuiscono al mantenimento della qualità dell’acqua.

In base ai risultati della rete di monitoraggio delle acque sotterranee e superficiali da parte dell’ARPA, sul

territorio regionale non risultano superamenti dei valori limiti fissati per la concentrazione dei nitrati.

L’efficacia del PSR misurata attraverso l’indicatore di risultato R8, in una situazione di contesto caratterizzata

dall’assenza di pressioni dell’agricoltura, non è significativa perché non può essere analizzata la maggiore

incidenza degli impegni nelle aree a maggior fabbisogno (non sono presenti aree ZVN).

La totale copertura della SA regionale da impegni che contribuiscono al miglioramento della qualità delle

acque permette di stimare la superficie oggetto di impegno (SOI) che concorre a tale obiettivo pari a circa

35.125 ettari, il 92% della SA calcolata sulla base dei pagamenti attivati con la Misura 13. Per la stima del

surplus di azoto è emersa una riduzione del 50% grazie alle misure ambientali nelle superfici oggetto di

impegno (-18kg ha). Riconducendo il dato alla SAU regionale la riduzione del surplus di azoto è risultata pari

a 11kg/ha, il 30% circa. Infine, considerato lo stato di qualità dei corsi d’acqua in questa fase della valutazione

non si è proceduto alla stima del surplus di fosforo visto anche il trend in diminuzione degli acquisti di

fertilizzanti fosfati.

Ammoniaca

Dell’azoto contenuto nelle deiezioni animali usate come concime solo una parte arriva alle radici delle piante.

Il resto si disperde nell’aria sotto forma di ammoniaca e di gas esilarante o nell’acqua sotto forma di nitrati. Con il metodo di spandimento tradizionale, fino al 50% dell'azoto solubile contenuto nei liquami che dovrebbe

in teoria andare a nutrire le piante si esala per contro nell'atmosfera sotto forma di ammoniaca. A questo

bisogna inoltre aggiungere che enormi quantità si disperdono già durante la stabulazione e lo stoccaggio.

Questo gas concorre a determinare vari impatti sull’ambiente e non solo nelle aree prossime alle emissioni, ma

anche in zone molti distanti e appartenenti ad altri Stati Membri, per questo fa parte dei problemi di

inquinamento “trans-frontaliero”, oggetto di accordi internazionali.

L’ammoniaca reagisce con i nitrati e i solfati presenti nell’ara formando particolato fine, che ricadendo

comunque al suolo anche a molti chilometri di distanza dal punto di emissione, contribuisce alle deposizioni

umide e secche di azoto. Tali deposizioni possono causare a loro volta eutrofizzazione di aree a vegetazione

naturale, acidificazione dei suoli e conseguente riduzione della biodiversità. Per quanto riguarda l’indicatore

collegato si fornirà una stima nel prosieguo della valutazione.

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Qualità del suolo

La perdita di biodiversità all’interno del suolo è causata dall’uso di fertilizzanti di sintesi, pesticidi, diserbanti,

ed è stata determinata anche dalla mancanza di rotazioni appropriate e l’intensificazione delle arature. Nel

tempo sono state inoltre abbandonate le tecniche agronomiche che prevedevano un adeguato reintegro di

sostanza organica (ad esempio tramite humus e sovesci) con conseguenze negative sul processo di

umificazione. Tutto ciò ha alterato gli equilibri dell’ecosistema agrario e ne ha generato un impoverimento

biologico. In molti casi il terreno agrario è divenuto un ambiente semi-sterile e, di conseguenza, un ambiente

sempre più favorevole all’espansione di parassiti e malattie sempre più virulente e invasive. Le operazioni del

PSR che determinano l’aumento della sostanza organica, riducono gli input chimici e le lavorazioni del terreno

pertanto producono l’effetto conseguente di conservare e ampliare la biodiversità del suolo.

Le misure del PSR non sembrano incidere in maniera concreta sull’incremento della Sostanza Organica nei

suoli in quanto tale incremento dovuto alle misure è pari solo allo 0,08% annuo.

Erosione del suolo

L’erosione del suolo svolge un ruolo rilevante rispetto alla perdita di biodiversità in quanto:

riduce localmente lo spessore di terreno coltivabile, che contiene le sostanze organiche, l'acqua, i sali

minerali e le particelle più fini determinando nel tempo l’innesco del fenomeno di desertificazione che

rappresenta un’importante perdita di biodiversità;

Il materiale eroso è spesso ricco di sostanze chimiche (fertilizzanti, insetticidi o altro) provenienti dalle

pratiche agricole, le quali tendono a distribuirsi sul terreno e a concentrarsi nei corsi d’acqua producendo

un inquinamento distribuito sul territorio. L’erosione agisce in particolare sul trasporto nelle acque del

fosforo. Il fosforo infatti è caratterizzato da una scarsa mobilità ed è trattenuto dai colloidi del terreno,

quindi non è soggetto a perdite per dilavamento, ma il suo trasporto nelle acque è determinato dall’erosione

delle particelle di suolo alle quali si lega. Il trasporto nelle acque del Fosforo a causa dell’erosione amplifica

notevolmente il fenomeno dell’eutrofizzazione.

Considerando la concentrazione della superficie favorevole alla riduzione del fenomeno erosivo nelle classi

Media, Alta e Molto alta, cioè nelle classi con valore di erosione superiore a 11,2 t/ha/anno (il valore di erosione

ritenuta tollerabile dal Soil Conservation Service dell’United States Department of Agriculture -Usda),

nell’insieme di queste tre classi si distribuiscono circa 18.914 ettari di SOI presa in esame (Misure 10 e 11),

pari al 54% della SOI complessiva, laddove la SAU calcolata sulla base dei pagamenti attivati con la Misura

13, sulle stesse aree a classe di erosione non tollerabile, arriva ad una percentuale del 56%, evidenziano

pertanto una minore incidenza del PSR sul fenomeno erosivo.

Raccomandazioni

Il contributo del PSR alla biodiversità è positivo e al momento non vi sono elementi critici tali da suggerire

raccomandazioni alla AdG.

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6.9 La risposta alle domande di valutazione sugli obiettivi della PAC

6.9.1 QVC 27: In che misura il PSR ha contribuito all’obiettivo della PAC di promuovere la

competitività del settore agricolo?

Approccio metodologico per la risposta al quesito di valutazione

Il punto di partenza dell'analisi proposta parte dal presupposto che l’azienda agricola sia il target principale e

più rilevante del PSR. L’azienda agricola è il tramite attraverso il quale è possibile da un lato ricomporre il

quadro degli interventi finanziati (sulle differenti FA) e dall’altro cogliere l’influenza del PSR sugli obiettivi

del II Pilastro, ad eccezione di poche tipologie di operazioni della priorità 6 che sono rivolte ad altre tipologie

di beneficiari (vedi figura centralità azienda agricola nel PSR).

La metodologia che si è scelto di utilizzare ha previsto la ricostruzione di profili tipologici delle aziende

agricole valdostane attraverso un panel di esperti. Per le caratteristiche peculiari della realtà agricola

valdostana, il metodo utilizzato non ha fatto dunque ricorso a tecniche di statistica multivariata applicate ad

una specifica selezione di dati da fonti esistenti, come poteva essere la RICA, ma è stato fondato sul consenso

di un gruppo di esperti (tra responsabili di Misura dell’AdG, tecnici dei CAA, agronomi, rappresentanti delle

principali associazioni di categoria e agricoltori.

Il processo di valutazione ha potuto dunque beneficiare di una lettura alternativa del contesto di intervento,

basata su una rappresentazione del sistema agricolo valdostano, oggetto della policy, attraverso le dinamiche

di gruppi di aziende. Tale rappresentazione consente di restituire gli esiti del processo valutativo in un formato

informativo più comprensibile dai portatori di interesse del PSR.

I cluster aziendali non sono altro che aggregati tipologici di aziende che, sulla base delle caratteristiche

intrinseche, rendono riconoscibile le “attitudini” delle aziende. Di seguito viene fornita una descrizione dei

cluster identificati dal panel, subito dopo l’etichetta del gruppo, tra parentesi viene riportato il peso percentuale

delle aziende contenute in ogni cluster rispetto al totale delle aziende regionali).

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Gruppo 1: Aziende vitivinicole (Peso numerico: 1,7%)

Sono aziende che trasformano. Hanno canali di commercializzazione stabili. La dimensione media aziendale

oscilla tra l’ettaro e mezzo e i 15 ettari di SAU. La SAU media del gruppo è pari a 2,5 ha.

In termini numerici sono circa 40. Sviluppano una PLV pari circa 4,8 Meuro (52 Meuro circa la PLV

Regionale). Il gruppo è stato oggetto di processo di ricambio generazionale, l’età media è intorno ai 40. Si

tratta di realtà private individuali. Sono aziende che investono, su innovazione di processo e di prodotto. Il

peso dei pagamenti a superficie del I Pilastro e pagamenti diretti II Pilastro incidono poco. L’OCM vino può

avere un suo peso.

Gruppo 2: Aziende Viticole (Peso numerico: 16,6% )

Sono aziende che conferiscono o che vendono (comprendono anche le policolture). Dal punto di vista numerico

sono circa 400 aziende. Sviluppano potenzialmente 7 Meuro di PLV. La SAU oscilla dai 2.000 m2 ai 5 ha,

con una SAU media 0,7 ha. L’età media dei conduttori è sopra i 50 ed è presente un problema di ricambio

generazionale. Per attitudine del conduttore la propensione agli investimenti è più ridotta (si concentra sui

nuovi vigneti e acquisto attrezzi). I pagamenti sulle misure a superficie del I e i pagamenti del II Pilastro

superfici incidono poco sulla PLV aziendale. L’OCM vino può avere un suo peso.

Gruppo 3: Aziende Frutticole che conferiscono (Peso numerico: 3,3%)

Sono circa 80 aziende anche se 4 aziende da sole concentrano il 70% della produzione. La PLV è pari circa a

624.000 euro. Fanno riferimento a realtà cooperativistiche valdostane. Nel mondo della cooperazione vi è una

ridotta propensione ad investire, le aziende hanno tuttavia ridotti costi relativi alla vendita e alla distribuzione.

Vi è un problema di ricambio generazionale ad eccezione delle 4 aziende leader. La SAU media è circa pari

a 2 ha. I pagamenti sulle misure a superficie del I e i pagamenti del II Pilastro superfici incidono poco sulla

PLV aziendale.

Gruppo 4: Aziende Frutticole che vendono (Peso numerico: 0,4%)

Si tratta di una decina di aziende con una capacità di produzione pari circa a 15.000 quintali. La PLV è

stimabile in circa 1.200.000 euro. Spuntano prezzi maggiori a cui vanno levati i costi sostenuti per la

commercializzazione. Si tratta di aziende che presentano una maggiore propensione ad investire e una

maggiore attenzione ai trattamenti per la salute pubblica e dei lavoratori. I pagamenti sulle misure a superficie

del I e i pagamenti del II Pilastro superfici incidono poco sulla PLV aziendale.

Gruppo 5: Aziende colture minori specializzate (Peso numerico: 1,2%)

Comprende un gruppo di una trentina di aziende che producono patate, ortaggi, piante officinali, piccoli frutti,

, canapa, cereali e florovivaistiche. Sviluppano circa 1 Meuro PLV. Si tratta perlopiù di aziende condotte da

giovani agricoltori, con una buona propensione ad investire. La Superficie media ha una estensione ridotta

(Media 0,5 ha) ma variabile a seconda della specializzazione: le orticole 2 ha, i piccoli frutti 5mila m2, i cereali

5mila m2, piante officinali 2mila m2.

Gruppo 6: Fondovalle cedenti Estive (Peso numerico: 18,7%)

Include le aziende di fondovalle che cedono a terzi il bestiame per la monticazione estiva. Si tratta di circa 450

aziende con PLV e UBA rilevante rispetto al totale regionale. È scarsa la propensione investire (investimenti

in macchine e attrezzi). In diminuzione la % di capi per la monticazione. Sono soggette ad un problema di

ricambio generazionale.

Gruppo 7: Fondovalle 365 (Peso numerico: 8,3%)

Si tratta di aziende che hanno rinunciato alla cessione del bestiame nel periodo estivo e che concentrano

l’attività zootecnica nel fondovalle. Sono circa 200, con PLV e UBA superiore a quelle del gruppo 6,

dimostrano una buona propensione investire (investimenti in macchine e attrezzi), il fenomeno del ricambio

generazionale è meno problematico, ma l’attività zootecnica determina una pressione ambientale.

Gruppo 8: Integrato monticazione tradizionale (Peso numerico: 12,4%)

Include circa 300 aziende che praticano una monticazione tradizionale. Sono aziende caratterizzate da una

PLV e UBA rilevante, con una bassa propensione all’investimento nell’alpeggio, e una maggiore nella struttura

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aziendale. Vi è un problema di ricambio generazionale ma meno che in altri gruppi. Il peso del primo pilastro

e delle misure a superficie del II è rilevante.

Gruppo 9: Aziende Marginali foraggicole (Peso numerico: 35,3%)

Include un nutrito gruppo di aziende marginali a supporto della filiera zootecnica. Le aziende circa 850, la

PLV e UBA sono poco rilevanti rispetto al dato regionale ma si tratta di aziende importanti per la filiera

zootecnica. La sostenibilità economica di tali aziende è bassa e non investono. La SAU media è bassa.

Gruppo 10: Ovicaprino (Peso numerico: 2,1%)

Il gruppo racchiude circa 50 aziende che producono e trasformano. La PLV e 106 UBA. Presentano una buona

sostenibilità economica, investono puntando alla trasformazione e vendita diretta.

La riposta al quesito valutativo

Al panel di esperti è stato chiesto inoltre di collocare i cluster tipologici delle aziende agricole valdostane

all’interno di uno spazio che descrive la diversa attitudine delle aziende agricole rispetto alla competitività e

all’ambiente (► vedi figura seguente).

Ogni asse è descritto in maniera dicotomica da due termini che si trovano l’uno all’opposto dell’altro: così la

competitività è rappresentata dalla dicotomia mercato/sostegno è l’ambiente da impronta ecologica

virtuosa/impronta ecologica viziosa. Ogni cluster (cerchio) è dimensionato rispetto alla rilevanza che a giudizio

degli esperti assume in termini di PLV.

Ogni quadrante è sintetizzato da una traiettoria (linea rossa) che rappresenta le possibili combinazioni tra

competitività e ambiente:

il primo quadrante, descrive l’attitudine delle aziende più orientate al mercato, che perseguono una

traiettoria di incremento della competitività aziendale attraverso processi di estensivizzazione o di

compensazione ambientale (riutilizzo scarti per produzione energia, utilizzo fonti rinnovabili,

minimum o zero tillage, agricoltura di precisione…ecc, o per politche di filiera che puntano sulla

qualità);

il secondo quadrante, descrive l’attitudine di chi sempre orientato al mercato, persegue traiettorie

basate su processi di intensivizzazione (concentrazione e/o politiche di filiera sulla quantità) che

generano pressione sull’ambiente con poca compensazione;

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nel terzo quadrante si collocano le aziende che si reggono grazie agli aiuti e possono scivolare lungo

una traiettoria di abbandono dell’attività che rischia di creare pressione ambientale (per la funzione di

presidio del territorio in ambientale o per un uso alternativo del suolo);

nel quarto le aziende sostenute dagli aiuti pubblici che possono scivolare lungo una traiettoria di

abbandono ma in un contesto nel quale la rinaturalizzazione delle superfici (boschi) può avere una

funzione positiva per l’ambiente.

Al panel di esperti è stato chiesto inoltre, sulla base delle loro conoscenze in merito all’implementazione del

PSR, di ipotizzare le traiettorie di sviluppo all’interno dei cluster identificati delle aziende intercettate dal PSR

(► vedi figura Traiettorie). Attraverso la discussione si è giunti ad un consenso generalizzato sulle traiettorie

possibili, di seguito specificate:

Gruppo 1: Aziende vitivinicole, le aziende del cluster attraverso il PSR aumenteranno le prestazioni

economiche e ambientali;

Gruppo 2: Aziende Viticole le aziende attraverso il PSR potrebbero sviluppare l’integrazione di

filiera aziendale e dunque spostarsi sul gruppo;

Gruppo 3: Aziende Frutticole che conferiscono: le aziende difficilmente si sposteranno dal cluster

di appartenenza per effetto del PSR, il ricambio generazionale potrebbe spingerle tuttavia verso la

chiusura della filiera aziendale attraverso la vendita diretta;

Gruppo 4: Aziende Frutticole che vendono queste aziende, come quelle del gruppo 1, sono destinate

attraverso il PSR a consolidare le loro prestazioni economiche garantendo una sostenibilità ambientale;

Gruppo 5: Aziende colture minori specializzate: sono le più dinamiche (perlopiù condotte da

giovani agricoltori) e attraverso il PSR potrebbero consolidare le loro prestazioni economiche ed

ambientali.

Gruppo 6: Fondovalle cedenti Estive poco interessate dal PSR, potrebbero essere interessate da un

problema di abbandono;

Gruppo 7: Fondovalle 365 le aziende attraverso il PSR investiranno per migliorare le prestazioni

ambientali e la sostenibilità economica. Si tratta di un target di aziende da monitorare con attenzione

proprio per il rischio di incremento della pressione ambientale sul fondovalle;

Gruppo 8: Integrato monticazione tradizionale sono le aziende di alpeggio che rivestono un ruolo

rilevante nella filiera fontina. Poco interessate dal PSR sulla competitività è invece rilevante il peso

delle misure a finalità ambientale;

Gruppo 9: Aziende Marginali foraggicole poco interessate dal PSR sulla competività, più dalle

misure ambientali, si tratta di aziende da monitorare per la loro rilevanza all’interno del sistema

fontina;

Gruppo 10: Ovicaprino (Peso numerico: 2,1%), come per le aziende del gruppo 1 e 2,

consolideranno grazie al PSR la loro traiettoria verso una maggiore competitività accompagnata dal

miglioramento delle prestazioni ambientali.

Questa tecnica ha dunque consentito di restituire al decisore politico una mappa del contesto programmatico

di intervento delineando il posizionamento delle aziende valdostane per cluster tipologici rispetto a due macro-

obiettivi della PAC la competitività e la sostenibilità ambientale.

Inoltre, dai giudizi convergenti degli esperti è stato possibile delineare le possibili traiettorie di sviluppo dei

cluster aziendali per effetto del PSR, in una fase della programmazione dove l’impatto del PSR è solo

potenziale e relativo a un numero limitato di progetti conclusi che non hanno ancora dispiegato i propri effetti.

Nel prosieguo delle attività di valutazione dovranno essere predisposti i seguenti passi:

matching dei cluster qualitativi identificati con il panel delle aziende RICA (contesto);

matching dei cluster qualitativi identificati con l’universo delle aziende agricole beneficiarie;

realizzazione di indagini su un campione di aziende, anche prima che abbiano concluso l’investimento

per comprendere la traiettoria di sviluppo che l’azienda grazie ai fondi del PSR sta perseguendo;

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ri-attivazione del panel degli esperti che hanno costruito la cluster per riflettere sulle evidenze raccolte

attraverso l’analisi dei dati sul campione di aziende e validare le traiettorie di sviluppo innescate.

In tal modo, il valutatore ritiene che possa essere fornita all’AdG una lettura più organica sul come il PSR

impatta sul sistema agricolo regionale, senza tuttavia depotenziare il “mandato” valutativo sul calcolo degli

indicatori complementari di risultato e di impatto.

Conclusioni e raccomandazioni

Dall’analisi condotta emerge che il contributo del PSR al miglioramento della competitività del settore

agricolo, si concentra sulle aziende più sensibili alle dinamiche del mercato, in particolare su tre cluster di

aziende che sono stati identificati come: Gruppo 1: Aziende vitivinicole, Gruppo 4: Aziende Frutticole che

vendono, Gruppo 7: Fondovalle 365 .

Tale analisi è stata valorizzata anche all’interno della risposta ad alcuni dei QV previsti , in particolare per le

FA 2A, 2B e 3A.

In particolare dalla FA 2A emerge la specifica propensione all’investimento, segnatamente in alcune tipologie

di aziende zootecniche, sia nel settore viticolo, per acquisire locali e impianti destinati all’attività di

lavorazione/conservazione/trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli; purtroppo, dai dati

disponibili e senza indagini dirette, risulta difficile distinguere i profili degli imprenditori e delle aziende che

avviano o completano processi di diversificazione nel proprio settore di attività, anche se pressoché tutte le

nuove aziende viticole vanno in questa direzione (gruppo 2 e gruppo 3).

Dall’analisi della FA 2B Il ricambio generazione sembra stia interessando in misura maggiore i cluster

aziendali più orientati al mercato (Gruppo 1. Gruppo 4 e gruppo 5).

Dall’analisi della FA 3A gli interventi finanziati a valere sull’intervento 4.2.1 interessano i caseifici cooperativi

che coprono circa il 52% del latte conferito annualmente nella Regione VdA e dunque, potenzialmente, tutti i

cluster di aziende ricompresi nella filiera zootecnica (Gruppi 6, 7, 8, 9).

Ottima anche la performance della Misura di benessere animale, le UBA interessate rappresentano circa il 47%

del patrimonio zootecnico regionale.

Tali risultati preliminari saranno investigati nel prosieguo delle attività di valutazione, anche tenendo conto di

uno stato di attuazione del PSR più avanzato (in termini di progetti conclusi).

Al momento non si formulano pertanto raccomandazioni alla AdG.

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6.9.2 QVC 28: In che misura il PSR ha contribuito all’obiettivo della PAC di garantire una gestione

sostenibile delle risorse naturali e un’azione per il clima?

La domanda valutativa entra nel merito del contributo del PSR nel raggiungimento del secondo obiettivo della

PAC 2014-2020, così come stabilito all’art. 4 del Reg. UE n. 1305/13.

Gli effetti del PSR vanno a sommarsi a quelli previsti dal primo Pilastro (►Fig.1), intercettando un numero di

aziende agricole più circoscritto, che su base volontaria, attraverso una gestione più sostenibile delle pratiche

agronomiche e attraverso investimenti aziendali finalizzati alla gestione più sostenibile dei processi aziendali

generano effetti ambientali positivi nell’interazione tra attività antropica e utilizzo delle risorse naturali:

sulla sostenibilità delle risorse naturali, garantendo almeno che nel passaggio intergenerazionale il

capitale naturale non perda i suoi connotati;

sulla mitigazione e contrasto ai cambiamenti climatici.

QVC.28 Fig.1: Gli effetti ambientali cumulativi tra primo e secondo pilastro

Agli interventi che riguardano il settore agricolo, sono compresi anche gli interventi con beneficiari differenti

che coinvolgono il settore forestale, agroindustriale e il settore pubblico.

Si tratta di obiettivi che trovano una loro sintesi nelle FA ambientali, che come è stato descritto nelle domande

relative alla priorità 4, includono tanto i beneficiari delle operazioni connesse ai pagamenti a superficie che di

quelli delle operazioni non connesse ai pagamenti a superficie.

La risposta a questa domanda investe tutti gli indicatori di impatto ambientali previsti dal SCMV, con i limiti

già evidenziati precedentemente relativi alla disponibilità del dato a livello regionale. Il contributo del PSR

sarà calcolato a partire dagli indicatori di risultato correlati alla FA “ambientale” (Priorità 4 per le quali si

rimanda) attivate nel PSR della Regione Valle d’Aosta suddivise rispetto ai due sotto-obiettivi della PAC.

Criterio generale Sotto-Criterio Indicatori Misure/Operazioni

1. Il PSR ha

contribuito alla

mitigazione dei

cambiamenti climatici

Il contenuto di carbonio

organico nel suolo è aumentato

favorendo il Sequestro di

Carbonio

I.7 Emissioni in agricoltura

10.1.3, 11.1, 11,2

16.8

Gli interventi sulle superfici

forestali hanno aumentato il

sequestro di carobonio

I.7F Emissioni nel settore forestale

Gli interventi sull’energie

rinnovabili hanno ridotto le

emissioni di CO2

I7E Emissioni da utilizzo fonti rinnovabili

2. Il PSR ha

contributo alla

gestione sostenibile

Biodiversità

I.8 - Farmland Bird Index 4.4, 7.6, 8.5, 10.1.1,

10.1.2, 10.1.3, 11,

12, 13 16.8. I.9 - Conservazione di habitat agricoli di alto

pregio naturale (HNV) (ettari)

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Criterio generale Sotto-Criterio Indicatori Misure/Operazioni

delle risorse naturali

(acqua, suolo e

biodiversità)

Acqua (qualità e quantità)

I.10 Estrazione di acqua

I.11 Qualità dell’acqua

Suolo (sostanza organica ed

erosione)

I.12 Materia organica del suolo nei terreni a

seminativo)

I.13 Erosione del suolo per azione dell’acqua

1. Il PSR ha contribuito alla mitigazione dei cambiamenti climatici

1. Il PSR ha contribuito alla mitigazione dei cambiamenti climatici

I.7 Emissioni in agricoltura;

L’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra avviene attraverso la Sottomisura/Operazione

10.1.3 che prevede la minima lavorazione dei suoli nelle aree di collina e montagna (pendenza >30%) e nelle

aree con pendenza inferiore una lavorazione che non superi i 30 cm di profondità e le Sottomisure 11.1 e 11.2,

che prevedono un obbligo di concimazione organica delle colture che contribuisce ad aumentare il contenuto

di sostanza organica nei suoli migliorandone la struttura. Per effetto di questi interventi non si determina quindi

una riduzione delle emissioni quanto piuttosto l’assorbimento del carbonio nei suoli agricoli.

I.7F Emissioni nel settore forestale

Agli effetti di assorbimento di carbonio prodotti su superfici forestali, l’unico intervento previsto, la

Sottomisura 16.8, contribuisce ad una sana e sostenibile gestione delle risorse forestali, consentendo di

realizzare effetti positivi in molti ambiti, tra i quali quelli relativi al sequestro del carbonio. Al 31.12.2018 tale

intervento non è stato ancora attivato.

I7E Emissioni da utilizzo fonti rinnovabili

L’assorbimento del carbonio nei suoli agricoli è stato stimato pari a 1.078 MgCO2eq/anno. Per trasformare la

variazione del Carbonio Organico ottenuto grazie al PSR in CO2eq è stato necessario utilizzare il coefficiente

stechiometrico CO2/C pari a 44/12. Il contributo complessivo del PSR alla riduzione delle emissioni di gas

climalteranti, senza considerare l’efficienza e la produzione di energia rinnovabile, è dunque pari a 1.078

MgCO2eq/anno (i megagrammi sono pari alle Tonnellate di CO2eq). Confrontando tale valore con gli obiettivi

di riduzione delle emissioni stabiliti con la Strategia Europa 2020, una riduzione al 2020 di circa 14.600

tonnellate di GHG, emerge un apporto secondario ma non trascurabile del PSR, il 7,4%, all’obiettivo di

riduzione delle emissioni.

2. Il PSR ha contributo alla gestione sostenibile delle risorse naturali (acqua, suolo e biodiversità)

Biodiversità

I.8 - Farmland Bird Index

Il calcolo dell’indicatore d’impatto I8 è legato all’analisi del trend relativo all’indice FBI (per specie

insettivore) nelle aree di intervento. L’utilizzazione del FBI quale indicatore di impatto del programma sulla

biodiversità delle specie implica, a livello metodologico, la possibilità di isolare l’effetto del PSR stesso,

identificando come incida rispetto all’andamento dell’indice nel tempo. Tale profilo di analisi presenta non

pochi elementi di complessità metodologica che sono stati oggetto di confronto e riflessione a livello europeo

e nazionale, nell’ambito della Rete Rurale Nazionale e del progetto MITO 2000. Nel caso della Valle d’Aosta

l’indicatore di contesto è stato considerato a tutti gli effetti un indicatore di impatto del PSR, per la percentuale

prossima al 100% del rapporto tra SOI su SA. Pertanto si può concludere affermando il contributo del PSR

all’andamento stabile del FBI registrato nell’ultimo ventennio.

I.9 - Conservazione di habitat agricoli di alto pregio naturale (AVN) (ettari)

La distribuzione rispetto al rapporto SOI/SA mostra elevati indici di concentrazione per tutte le classi di valore

naturalistico. Tuttavia nelle aree con superficie agricola con valore naturalistico “alto” la SOI corrisponde a

circa l’82% della SAU attivata dalla Misura 13 nelle stesse aree. Se confrontato con i valori rilevati sulla SAU

con valore naturalistico “basso” e “medio”, le percentuali si attestano rispettivamente sul 95% e sull’87%.

L’analisi ha evidenziato una minore capacità di concentrazione nelle aree ad alto valore naturalistico. Tuttavia

ai fini dell’impatto del PSR si dovrebbe verificare la presenza di un cambio di uso del suolo nelle aree ad HNV

basso o nullo che sposti le superfici agricole verso classi di HNV medio o alto. Tale cambiamento di uso del

suolo agricolo nel contesto valdostano, già fortemente caratterizzato da una concentrazione della SAU nelle

classi medio-alto non è fattibile. Pertanto la concentrazione della SOI su SA in aree caratterizzate da HNV

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basso va letta in maniera positiva, perché rende più sostenibili le pratiche agricole nelle aree a maggior

fabbisogno di incremento di valore naturalistico.

QVC.28 Tab.1 SOI per classe di area potenzialmente ad alto valore naturale (AVN), (I9)

FA 4a SOI

(ha)

SA

(ha)

% SOI

(%)

SOI/SA

(%)

TOTALE 43.477 49.324 100% 88%

Classe AVN basso 7.640 8.059 18% 95%

Classe AVN medio 17.468 20.162 40% 87%

Classe AVN alto 16.004 19.623 37% 82%

Fonte: elaborazioni LME su dati AGEA e CLC

Acqua (qualità e quantità)

I.10 Estrazione di acqua

Il PSR della Valle d’Aosta non interviene nella riduzione dei consumi idrici

I.11 Qualità dell’acqua

A livello regionale non vi sono zone vulnerabili ai nitrati (ZVN). La superficie del PSR che ha un effetto

positivo sulla qualità dell’acqua è pari a 35.125 ettari pari al 92% della Superficie Agricola regionale. La stima

dei benefici derivanti dall’applicazione delle misure del PSR ha riguardato sia i carichi azotati (N) complessivi

apportati con la concimazione, sia il surplus di N calcolato in base al bilancio dell’azoto nel terreno agricolo.

Complessivamente riconducendo il dato alla SAU regionale la riduzione del surplus di azoto è pari a 11kg/ha,

il 30% circa. Visto lo stato di qualità dei corsi d’acqua in questa fase della valutazione non si è proceduto alla

stima del surplus di fosforo visto anche il trend in diminuzione degli acquisti di fertilizzanti fosfati.

Suolo (sostanza organica ed erosione)

I.12. Materia organica del suolo nei terreni a seminativo

Considerando l’incremento di SO medio nelle SOI pari a 489 kg/ha, l’effetto ipotetico in termini di incremento

del tenore in materia organica (SOM) è così quantificabile:

apporto di SO in 7 anni di durata del PSR: 7 * 489 = 3.423 kg di SOM ha-1

peso dei primi 30 cm di suolo: 10.000 m2 * 0,3 m * 1,4 (densità apparente, in Mg/m3) * 1000 =

4.200.000 kg

aumento di SOM conseguita nella SOI media al settimo anno di applicazione: 3.423 kg / 4.200.000

kg = 0,08%

Tale valore non sembra poter incidere in maniera significativa sul miglioramento qualitativo dei suoli:

considerando che secondo la carta del contenuto di carbonio organico del JRC il contenuto di SO medio nelle

superfici arabili della Valle d’Aosta è pari al 6,60%, nelle SOI tale valore medio si attesterebbe dopo sette anni

al 6,68%.

I.13- Erosione del suolo per azione dell’acqua

La superficie impegnata dalle operazioni selezionate (Misure 10 e 11) complessivamente risulta pari a 35.125

ettari. La distribuzione di tale superficie rispetto alle classi di erosione dedotte dalla Carta del Rischio di

Erosione, evidenzia una percentuale di concentrazione inversa rispetto alla gravità del fenomeno. Anche

considerando la concentrazione della superficie favorevole alla riduzione del fenomeno erosivo nelle classi

Media, Alta e Molto alta, cioè nelle classi con valore di erosione superiore a 11,2 t/ha/anno (valore di erosione

ritenuta tollerabile dal Soil Conservation Service dell’United States Department of Agriculture -Usda),

nell’insieme di queste tre classi si distribuiscono circa 18.914 ettari di SOI, pari al 54% della SOI totale,

corrispondente ad una Superficie Agricola (Misura 13) riconducibile alle stesse classi pari al 56%.

Conclusioni e raccomandazioni

Il contributo del PSR alla mitigazione dei cambiamenti climatici si sostanzia nell’assorbimento di

carbonio nei suoli agricoli stimato pari a 1.078 MgCO2eq/anno. Il contributo complessivo del PSR

alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti, senza considerare l’efficienza e la produzione di

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energia rinnovabile, è stato pari a 1.078 MgCO2eq/anno (una riduzione per l’anno 2020 di circa 14.600

tonnellate di GHG);

Il contributo del PSR alla gestione sostenibile delle risorse naturali (acqua, suolo e biodiversità)

evidenzia gli effetti più rilevanti sulla riduzione del surplus di azoto è pari a 11kg/ha, il 30% circa della

SA regionale, tenendo conto che sul territorio regionale non sono presenti zone vulnerabili ai nitrati;

per quanto riguarda le raccomandazioni queste attengono ad aspetti specifici e quindi si rimanda alle

pertinenti Focus area.

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6.9.3 QVC 29: In che misura il PSR ha contribuito all’obiettivo della PAC di realizzare uno sviluppo

territoriale equilibrato delle economie e comunità rurali, compresa la creazione e il

mantenimento dell’occupazione?

Gli indicatori di contesto correlati alla sfera del cambiamento sottesa dalla domanda fanno riferimento agli

indicatori socio-economici della PAC. In particolare, il livello di approfondimento richiesto impone di

focalizzare l’incidenza del PSR alle sole zone rurali della regione (la totalità del territorio regionale).

Dal punto di vista operativo, il punto di partenza potrà essere rappresentato solo in parte dalla valorizzazione

degli indicatori di risultato relativi alle FA 6A 6B e 6C, ma anche da operazioni relative ad altre FA che

indirettamente sostengono le aziende agricole, agroalimentari e forestali nelle aree rurali (2A, 2B, 3A), nonché

della Misura di indennità compensativa.

Si tratterà di definire indicatori sintetici in grado di cogliere, con il coinvolgimento dei portatori di interesse

rilevanti, il concetto di sviluppo territoriale equilibrato, in particolare rispetto:

alla valorizzazione del capitale sociale delle comunità, intesa come la capacità di attivare relazioni tra

imprese, istituzioni, cittadini, centri di competenza (Università, scuole) in grado di ipotizzare percorsi

di sviluppo sostenibile (mantenere e creare nuova occupazione attraverso la Misura 19, sostenere

l’innovazione Misure le filiere 16.3 e 16.6 e 16.8);

al miglioramento dei servizi di base, tra questi anche la banda ultra larga, che potrebbero garantire la

permanenza dei residenti e aumentare l’attrattività per nuovi residenti.

Dato lo stato di avanzamento del programma al momento non è pertanto possibile rispondere al quesito

valutativo.

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6.9.4 QVC 30: In che misura il PSR ha contribuito a stimolare l’innovazione?

Il contesto regionale Valdostano presenta una discreta propensione ad innovare in particolare nei settori

produttivi della frutticoltura, zootecnia, officinali e forestale; gli imprenditori, causa una dimensione aziendale

ridotta, la dimensione familiare e un’orografia articolata che rende non semplice i collegamenti anche digitali,

non evidenziano una forte propensione all’innovazione. I giovani però sono sempre più parte della gestione

aziendale ed hanno una attitudine ad investire con lo sviluppo di nuove idee.

La valutazione del PSR come contributo all’innovazione, ossia l’insieme dei processi innovativi ampiamente

condivisi che hanno comportato cambiamenti rilevanti (ad esempio un numero relativamente consistente di

agricoltori che adottano una nuova tecnologia) rappresenta l’obiettivo principale della programmazione

attuale. L’individuazione di cambiamenti rilevanti ai quali il PSR dichiara di aver fornito un contributo

importante è la base della risposta alla domanda n. 30 del QVC. Questi cambiamenti rilevanti si possono

individuare mediante l’analisi degli indicatori di impatto e la raccolta di informazioni supplementari.

Come già discusso nella domanda n.1 del QVC la risposta passa attraverso l’analisi dei tre percorsi indicati

per lo studio complessivo del contributo innovativo delle azioni del PSR. Il primo percorso consiste nella

Individuazione e sviluppo di nuove idee (ossia opinioni, approcci, prodotti, pratiche, servizi, processi

produttivi/tecnologie, nuove modalità di organizzazione o nuove forme di cooperazione e apprendimento) che

la Regione è stata in grado di favorire. Il secondo percorso è relativo alla valutazione della capacità dei singoli

e dello stesso sistema di conoscenza e innovazione di sperimentare, organizzarsi e utilizzare nuove idee e

approcci (facilità del sistema a reagire a nuovi stimoli, a creare rapporti su nuove idee e svilupparle,). Da ultimo

è importante quanto e come il contesto politico e istituzionale è abilitante per i processi innovativi emergenti

(ad esempio il contorno normativo, la facilità dei rapporti con la PA, la facilità di creare nuove imprese, il

sistema degli incentivi, etc..).

Anche se i fabbisogni direttamente collegati all’obiettivo “Innovazione” sono distribuiti in tutte le 6 priorità di

intervento e in tutte le 18 Focus Area previste dal Reg. (UE) n. 1305/2013, assumono ampio elemento di

valutazione le azioni connesse alle Priorità 1 e 2 quali: il trasferimento dell’innovazione alle imprese del settore

agroalimentare direttamente o erogando servizi di formazione/informazione ai tecnici e formatori ma anche

attività di monitoraggio agro-ambientale utili per la corretta gestione agronomica delle colture e per

l’applicazione di tecniche avanzate di produzione integrata a basso impatto ambientale e biologica.

Attuazione del Programma

Ampio elemento di valutazione saranno le azioni connesse alla Priorità 1 quali il trasferimento

dell’innovazione alle

imprese del settore

agroalimentare

direttamente o attraverso

l’erogazione dei servizi

di formazione/

informazione ai tecnici e

formatori ma anche

attraverso attività di

monitoraggio agro-

ambientale utili per la

corretta gestione

agronomica delle colture

e per l’applicazione di

tecniche avanzate di

produzione integrata a

basso impatto ambientale

e biologica.

Il tema dell’innovazione viene fotografato dal Regional Innovation Scoreboard (2017 Commissione Europea),

indice composito che mette a sistema più dati (Brevetti presentati, registrati, master e dottorati, pubblicazioni

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scientifiche …), e che colloca la Regione nella classe degli innovatori “moderati” con alcuni elementi di

debolezza connessi al sistema della ricerca.

L’incidenza del PSR sul tema dell’innovazione implica una mappatura delle operazioni di tutte le FA attivate

(ad esclusione di quelle ambientali) che consenta di identificare dei cluster di operazioni che concorrono ad

una o più delle dimensioni analizzate dal Regional Innovation Scoreboard. Al fine di garantire un livello di

comparabilità dei risultati a livello nazionale, sarà tuttavia necessario sviluppare una riflessione che sia anche

condivisa a livello nazionale e regionale.

L’impossibilità oggettiva di catalogare tutte le azioni del PSR in questa fase dell’avanzamento impedisce di

collegare tutte le dimensioni analizzate dal Regional Innovation Scoreboard alle misure implementate. Sarà

adottato il metodo dei tre percorsi in un primo tentativo di valutazione complessiva non appena

l’implementazione delle misure lo consentirà.

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Definire delle conclusioni su CEQ30 appare ancora prematuro stante il grado di avanzamento del PSR e delle

focus area e misure strettamente interessate ai processi innovativi – certamente questa programmazione

contiene solidi elementi per le interrelazioni tra i vari attori, e ciò assume rilevanza come importante elemento

incubatore per le idee e le azioni. Appare importante il consolidarsi, nei processi programmatori e attuativi

della Regione, della consapevolezza e dell’importanza di formare rete per l’innovazione e di favorire il

trasferimento di questa nei processi attivi produttivi del proprio territorio.

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7 Valutazione delle azioni attuate in tema di promozione della parità fra uomini

e donne e non discriminazione, sviluppo sostenibile e ruolo del partenariato

nell’attuazione del PSR

7.1 Promozione pari opportunità e non discriminazione

Il mercato del lavoro valdostano è caratterizzato dalla presenza di un divario di genere che nel corso degli anni

si sta riducendo: da 12,1 punti percentuali del 2011, ad 8,8 punti percentuali del 2017. In particolare, per quanto

riguarda le nuove generazioni, l’esclusione dal mercato del lavoro investe maggiormente la componente

maschile, nel biennio 2016-2017 il tasso di disoccupazione giovanile maschile è circa di 3,5 punti percentuali

superiore alla componente femminile.

L’agricoltura valdostana è ancora fortemente ancorata al modello familiare, caratterizzato dal lavoro familiare

(in tutte le sue componenti, capofamiglia, coniuge e figli maggiorenni). Su 2019 occupati in agricoltura (2017)

le donne rappresentano il 31,2%.

La componente degli stranieri sulla popolazione residenti è pari al 6,4% (ISTAT 2017). Il peso degli stranieri

sull’occupazione in agricoltura è rilevante. Gli occupati stranieri in agricoltura sono 710 (di cui 380

extracomunitari), e sono pari al 34% degli occupati.

Il PSR non prevede criteri di priorità specifici volti a favorire le aziende condotte da donne o da stranieri, né a

favorire l’occupazione di donne e stranieri. La promozione delle pari opportunità e della non discriminazione

(su categorie deboli) sono comunque normate da leggi nazionali a cui i bandi del PSR si richiamano per

l’accesso ai fondi. Le norme che disciplinano l’inclusione di categorie svantaggiate si applicano tuttavia a

tipologie di aziende medio grandi che hanno più di 15 dipendenti. Si fa presente che la maggior parte degli

aiuti sono rivolti a microimprese.

All’interno del CdS non è presente un rappresentante delle pari opportunità e non sono coinvolte associazioni

rom, sinti e dei migranti perché non presenti a livello regionale.

L’AdG promuove, presso la propria struttura e in accordo con il Coordinatore del Dipartimento agricoltura, la

partecipazione ad iniziative formative organizzate dall’Amministrazione regionale per sensibilizzare il

personale dipendente su queste tematiche.

7.2 Sviluppo sostenibile

In merito allo sviluppo sostenibile, si ribadisce quanto già riportato all’interno della RAA. Il Programma di

sviluppo rurale della Valle d’Aosta ha un’alta valenza ambientale in virtù della forte incidenza delle misure

che preservano l’agricoltura di tipo tradizionale (le indennità per le zone montane e per le aree Natura 2000 di

cui alle Misure 12 e 13), i sistemi agricoli estensivi (interventi 10.1.1 e 10.1.2, volte alla riduzione degli input

in zootecnia), l’agricoltura integrata (intervento 10.1.3), l’agricoltura biologica (Misura 11) e un sostegno al

benessere animale (Misura 14) che, attraverso l’utilizzo significativo di paglia come lettiera, permette di

contenere la frazione liquida dei reflui zootecnici, al fine di rendere la materia più facilmente utilizzabile e, in

ultima analisi, a ridurre gli apporti azotati nel terreno.

Concorrono agli obiettivi ambientali anche la Misura 8 e la Sottomisura 16.6, attraverso le quali viene garantito

un sostegno a favore degli investimenti volti ad accrescere la resilienza e il pregio ambientale degli ecosistemi

forestali, nonché l’approvvigionamento sostenibile di biomasse da utilizzare nella produzione di energia.

Inoltre, gli interventi relativi agli investimenti aziendali (Interventi 4.1.1, 4.1.2, 4.4, 6.4.1, 7.6) promuovono

soluzioni ecocompatibili nella realizzazione delle strutture e incentivano il riutilizzo di strutture già esistenti

al fine di contenere il problema del consumo del suolo. Tali indicazioni di carattere ambientale sono state

espresse dall’Autorità ambientale del Programma nell’ambito della procedura VAS (Parere motivato

approvato con provvedimento dirigenziale n. 5315 del 15/12/2014). Inoltre, i criteri di selezione della maggior

parte delle misure prevedono un sistema premiale che considera adeguatamente la fragilità e la marginalità

delle aree caratterizzate da vincoli o svantaggi di natura ambientale.

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Più in generale, il PSR 14-20, unitamente agli altri Programmi a cofinanziamento europeo e a tutti gli strumenti

normativi regionali (leggi e Piani di settore), contribuisce alla Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile

(SNSvS). Con la recente deliberazione n. 613 del 10 maggio 2019, la Giunta regionale ha approvato, in

coerenza con l’Agenda 2030 approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, i documenti di

posizionamento della Regione rispetto agli obiettivi previsti dalla SNSvS, stabilendo che tali documenti

costituiscano un Addendum al Quadro strategico regionale (QSR) della Politica regionale di sviluppo 2014/20.

Questo atto del Governo regionale implica pertanto le autorità di gestione dei Programmi a cofinanziamento

europeo nella definizione di azioni coerenti con Agenda 2030 e con la Strategia nazionale, soprattutto in vista

della nuova programmazione 2021/27.

7.3 Ruolo del partenariato nell’attuazione del PSR

In merito al ruolo del partenariato, si ribadisce quanto già riportato all’interno della RAA.

La Regione, accogliendo le indicazioni del “Codice di condotta europeo per il partenariato” e del documento

“Metodi e obiettivi per un uso efficace dei fondi comunitari 2014-2020”, individua alcuni principi chiave alla

base del processo del confronto partenariale per il nuovo ciclo di programmazione:

il coinvolgimento è esteso a tutti i soggetti rilevanti che possono influire sull’attuazione dei programmi

o che ne sono influenzati;

il pluralismo del coinvolgimento è garantito, consultando le diverse componenti del settore pubblico

insieme alle imprese, alle aziende, all’associazionismo, ecc.

Questi principi si traducono in metodi e prassi amministrative che garantiscono il coinvolgimento dei partner

economici, sociali ed ambientali lungo il processo decisionale, a partire dal confronto in sede di Comitato di

sorveglianza e in altri tavoli di settore e di comparto.

In merito alla governance multi-livello, in Valle d’Aosta il coordinamento tra i Programmi cofinanziati dai

Fondi SIE, nonché da altri strumenti unionali e nazionali che interessano la Regione, viene assicurato da un

modello che, nell’ambito di un disegno strategico integrato, si realizza attraverso l’impegno di una regia

unitaria di programmazione, attuazione e valutazione, il cui funzionamento è imperniato su cinque organismi

regionali:

il Forum partenariale,

il Nucleo di valutazione dei programmi a finalità strutturale (),

il Coordinamento delle Autorità di gestione dei Programmi cofinanziati dai Fondi SIE,

il Comitato di Sorveglianza,

il Comitato per lo sviluppo locale.

Di seguito, una sintesi delle attività svolte nel 2018 dai suddetti organismi.

Il Forum partenariale della politica regionale di sviluppo 2014/20

Il Forum nel 2018 non è stato convocato; si è riunito, invece, il Gruppo di pilotaggio della valutazione,

espressione del Forum, utile al miglioramento della qualità delle valutazioni. Per quanto attiene al PSR 14-20,

nella primavera del 2018 il valutatore indipendente del Programma ha esposto la proposta di Disegno delle

attività valutative, raccogliendo alcune indicazioni rispetto ai contenuti dello stesso.

Il Nucleo di valutazione dei programmi a finalità strutturale (Nuval)

Agli inizi del 2018, il NUVAL, per quanto concerne la programmazione 2021/27 dei Fondi SIE, ha condotto

le prime analisi sui testi delle proposte regolamentari, diffuse dalla Commissione europea, utili per la

determinazione delle posizioni da assumere nelle sedi in cui i testi saranno discussi, e ha condotto un

approfondimento sulla Strategia nazionale di sviluppo sostenibile (SNSvS), al fine di stabilire le correlazioni

tra la declinazione della stessa, a livello regionale, e il futuro Quadro strategico regionale.

Sul versante regionale, il NUVAL ha impostato un documento di lavoro, portato all’attenzione della Giunta

regionale, che individua le attività propedeutiche alla preparazione dei Programmi regionali del futuro

settennio 2021/27, ponendosi in sostanziale continuità con quanto avvenuto nel periodo 2014/20.Il NUVAL

ha dato avvio alla predisposizione del Rapporto di valutazione della Politica regionale di sviluppo 2014/20

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riferito al 31 dicembre 2018: il documento, oltre all’esame dell’avanzamento dei Programmi regionali a

cofinanziamento europeo, contiene approfondimenti trasversali riguardanti la governance e interventi regionali

di portata strategica (es. progetti Aree interne).

Periodicamente (cadenza mensile), nell’ambito del NUVAL le Autorità di gestione relazionano

sull’avanzamento dei Programmi regionali e, in vista della scadenza del 31/12/2018, l’attenzione è stata la

verifica del raggiungimento dei target di performance.

Il Coordinamento delle Autorità di gestione dei Programmi cofinanziati dai fondi SIE

Ai fini della piena operatività del Coordinamento delle AdG, sono stati istituiti alcuni gruppi di lavoro su

tematiche specifiche.

Nell’ambito del gruppo di lavoro ‘Sistema informativo e monitoraggio’ sono state organizzate le attività

propedeutiche alla predisposizione del Rapporto di monitoraggio al 31/12/2018 della Politica regionale di

sviluppo 2014-2020, per il quale sono stati estratti i dati dal sistema informativo regionale SISPREG2014.

Il gruppo di lavoro ‘Rafforzamento amministrativo’ è stato incaricato delle attività riferite al Piano di

rafforzamento amministrativo (PRA II° fase) della Politica regionale di sviluppo 2014/20.

Il Comitato di Sorveglianza del PSR 14-20

Il Comitato è stato istituito con deliberazione della Giunta regionale n. 104 in data 29/01/2016 con la funzione

di valutare l’attuazione del programma ed esaminare gli aspetti che incidono sui risultati del medesimo,

esprimere pareri sulle modifiche al programma proposte dall’Autorità di gestione, formulare osservazioni in

merito all’attuazione e alla valutazione del programma.

Nel corso del 2018, il CdS è stato consultato due volte: la prima a marzo (consultazione scritta) per

l’approvazione delle modifiche agli interventi 4.1.2 e 16.2.2 e alle sottomisure 6.1, 8.3 e 16.3; la seconda a

giugno (convocazione ufficiale), alla presenza di rappresentanti della Commissione e del Ministero delle

politiche agricole, alimentari, forestale e del turismo, per approvare la proposta la modifica dei target intermedi,

la traduzione della FA della sottomisura 16.6 da 5C a 3A, l’aggiornamento del piano finanziario della misura

19 e la Relazione Annuale di Attuazione al 31/12/2017 (RAA 2017).

Il Comitato di sviluppo locale

Con deliberazione n. 369 del 18/03/2016 è stato istituito il Comitato di sviluppo locale.

D’intesa con l’AdG, il Comitato definisce principi e vincoli dello sviluppo locale di tipo partecipativo in Valle

d’Aosta. Il Comitato ha collaborato con l’AdG nella predisposizione del bando di selezione del GAL e della

Strategia di sviluppo locale, la cui approvazione è avvenuta nel 2016.

A febbraio 2018, il Comitato si è riunito al fine di monitorare l’avanzamento dei lavori inerenti la Strategia di

sviluppo locale. In tale occasione, il GAL ha relazionato in merito alle principali criticità organizzative che

hanno condizionato l’operatività dell’organismo nei primi anni di avvio, e ha presentato un cronoprogramma

delle attività e dei bandi che hanno visto la prima pubblicazione nel mese di marzo 2019.

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8 Analisi delle informazioni raccolte e formulazione delle conclusioni, rispetto

ai fenomeni osservati, e delle raccomandazioni utili a rafforzare la qualità

complessiva del PSR

8.1 Il diario di bordo del Rapporto di Valutazione al 2018

Di seguito viene presentato, sotto la forma di un Diario di Bordo, una sintesi delle principali raccomandazioni

emerse nella descrizione degli esiti degli approfondimenti valutativi, solo per quei quesiti di valutazione che

hanno previsto delle raccomandazioni. Nell’ultima colonna viene riportato lo spazio dove nel corso della

programmazione (a partire dalla prossima annualità) verrà dato conto di come l’AdG ha recepito la

raccomandazione.

FA ELEMENTI OSSERVATI RACCOMANDAZIONE FOLLOW-

UP

1A

Il contribuito a stimolare la diffusione della

conoscenza attraverso azioni formative e

informative, scambi interaziendali, visite è

rilevante, compreso l’utilizzo di workshop e

seminari e presenta contenuti direttamente

connessi alla capacità di innovare e allo

sviluppo delle conoscenze

La misura 1 non ha una buona

implementazione al 31 dic 2018,

nonostante i bandi attivati. Si

raccomanda di implementare con

rapidità le attività formative.

Le strutture e procedure che agevolano

l’innovazione sono sufficienti e direttamente

connesse al processo innovativo anche se una

più ampia valutazione merita un avanzamento

tangibile.

Le misure di cooperazione

necessitano di una rapida attivazione

e se ne raccomanda la diffusione delle

opportunità attraverso gli strumenti

di comunicazione del PSR.

2A

Nonostante la valutazione si basi su elementi

ancora non sufficienti per rispondere in maniera

puntuale ai quesiti valutativi, in base ai dati sulle

domande finanziate, si può cautamente ritenere che

il PSR stia contribuendo in maniera rilevante a

sostenere le aziende dei cluster identificati dal

panel di esperti, come più sensibili ai processi di

ammodernamento e miglioramento delle

prestazioni economiche ed ambientali.

Rispetto ai cluster identificati, emerge la specifica

propensione all’investimento, segnatamente in

alcune tipologie di aziende zootecniche, sia nel

settore viticolo, per acquisire locali e impianti

destinati all’attività di

lavorazione/conservazione/trasformazione e

commercializzazione dei prodotti agricoli;

purtroppo, dai dati disponibili e senza indagini

dirette, risulta difficile distinguere i profili degli

imprenditori e delle aziende che avviano o

completano processi di diversificazione nel proprio

settore di attività, anche se pressoché tutte le nuove

aziende viticole vanno in questa direzione (gruppo

2 e gruppo 3). Tale aspetto sarà seguito e analizzato

con più puntualità nel prosieguo delle attività di

valutazione.

Sulla base degli elementi parziali sin qui

emersi il Valutatore raccomanda:

di adottare modifiche procedurali in

fase di Domanda di Aiuto per

raccogliere in modo più efficace e

univoco gli elementi utili alle azioni

di monitoraggio e valutazione

successive (in particolare

indicazione OTE e descrizione

sintetica degli investimenti)

2B

Il ricambio generazione sembra stia

interessando in misura maggiore i cluster

Si segnala la necessità di:

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144

FA ELEMENTI OSSERVATI RACCOMANDAZIONE FOLLOW-

UP

aziendali più orientati al mercato (gruppo 1.

Gruppo 4 e gruppo 5)

Dall’esame sommario dei dati disponibili, che

prima di esprimere ulteriori giudizi valutativi

dovrà essere completato dalle indagini dirette

presso i beneficiari, appare evidente che tutti i

giovani agricoltori in insediamento, forse

anche grazie alla necessità di dover presentare

Piani di Sviluppo aziendale in forma di piano

industriale che ne dimostri la sostenibilità

economica - e alla contemporanea ricerca di

soluzioni che permettano di raggiungere un

punteggio utile per l’ammissibilità delle

domande – formulano idee progettuali

indirizzate soprattutto all’incremento della

competitività aziendale, pur restando in un

ambito di spesa non certo insostenibile di circa

70 mila €/azienda.

In generale le azioni della FA 2B volte al

ricambio generazionale a all’incremento della

competenza e professionalità degli

imprenditori agricoli sembrano raggiungere i

risultati auspicati, non solo sotto il profilo

finanziario (almeno considerando gli impegni

e non solo i pagamenti), ma anche sotto il

profilo dell’innovazione; la crescita di nuove

aziende con OTE storicamente poco presenti

nell’agricoltura valdostana e dopo lo sviluppo

di un settore vitivinicolo, che peraltro continua

ad attrarre i giovani agricoltori, denota una

dinamicità positiva, soprattutto se i risultati

economici porteranno ad un incremento del

Valore Aggiunto agricolo, a quello del livello

di occupazione e alla sinergia con il settore

turistico.

garantire ai Giovani Agricoltori

procedure istruttorie e di

collaudo con tempi quanto più

possibile ridotti e certi, in modo

da non interrompere o ritardare le

azioni e gli investimenti previsti

dai PSA

monitorare l’attuazione dei PSA

in particolare in riferimento alle

azioni volte alla trasformazione e

alla commercializzazione per

misurarne gli effetti positivi sulla

redditività aziendale

3A

Il livello di adesione alla Sottomisura 3.1,

come nella passata programmazione, è molto

basso, perché i costi di certificazione sono a

carico in genere delle cooperative di

trasformazione o di trasformatori privati che

acquistano il latte.

La regione potrebbe valutare la

possibilità di spostare le risorse

dall’Intervento 3.1 ad altre misure della

FA 3A.

6C

Considerato lo stato di avanzamento delle

sottomisure che concorrono alla FA, risulta al

momento impraticabile valutare il contributo

complessivo dell’approccio LEADER nello

stimolare lo sviluppo locale in Valle d’Aosta,

anche alla luce del focus sul turismo

sostenibile, evidenziato nella SSL. Il

rallentamento dovuto alla alle modificazioni

intervenute dalla scorsa all’attuale

programmazione, che hanno portato alla

1) Creare frequenti occasioni di

confronto e scambio tra i GAL,

rafforzando ulteriormente il dialogo

tra i GAL e la Regione.

2) Attivare la riflessione sulle sfide da

affrontare nel medio-lungo periodo,

così da finanziare prioritariamente

tipi di operazioni in grado di attivare

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FA ELEMENTI OSSERVATI RACCOMANDAZIONE FOLLOW-

UP

creazione di un unico GAL regionale, ha

certamente influito sulla performance

generale del LEADER valdostano fino al

2018. In quest’ottica, risulta essenziale per il

GAL concentrarsi sugli interventi che

potranno generare cambiamenti di medio-

lungo termine, anche in funzione della

prossima programmazione.

il contesto locale in prospettiva della

programmazione 2021-2027.

QVC

20

AT

Tema 1 “Competenze, attuazione, monitoraggio e

governance”

L’AdG, in condivisione con i PPO,

potrebbe strutturare un calendario di

corsi di formazione/ informazione e

team building riservato al personale

interno (responsabili e tecnici di misura,

personale Sportello Unico, funzionari

etc...)

Tema 2 “Comunicazione” Potenziare attività di comunicazione

agendo sul “come”:

- ampliare le funzionalità dello

Sportello Unico: renderlo un punto di

riferimento per le informazioni sulle

opportunità del Programma da fornire

agli agricoltori;

- costituzione di una mailing list di

riferimento ed invio di SMS di

informazione ed aggiornamento sullo

stato delle pratiche per i beneficiari;

- implementare il sito internet con la

realizzazione, tra le altre, di una

sezione specifica per le FAQ’s ed una

per i dati di avanzamento procedurale

e finanziario;

- realizzare incontri informativi sul

territorio a beneficio della

popolazione.

Tema 2 “Comunicazione” Al di là del dettato regolamentare di cui

al punto 1.5 “Notifica dell’attribuzione

di un aiuto” dell’Allegato III del Reg.

UE n. 808/2013 che stabilisce l’obbligo

per le AdG di notificare l’attribuzione

del contributo al singolo beneficiario,

sarebbe opportuno pubblicare nelle

pagine dedicate ai bandi di

finanziamento, le determine di

approvazione delle singole graduatorie

di modo tale da ampliare la trasparenza

collegata ai processi di selezione degli

interventi.

Tema 3 “Valutazione” Continuare nel processo di

aggiornamento e di follow- up dei

principali risultati legati alle attività di

valutazione (performance del

Programma e comunicazione) in

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FA ELEMENTI OSSERVATI RACCOMANDAZIONE FOLLOW-

UP

un’ottica di miglioramento complessivo

della gestione del PSR.

QVC

21

RRN

Tema 1- Partecipazione attività RRN Suggerire a livello centrale le

tematiche sulle quali si ritiene che

possano essere attivati dei tavoli di

discussione per condividere le

proprie idee con altre realtà (ad es.

interventi specifici per la montagna).

QVC

23

Gli obiettivi prefissati dal PSR Autonoma

Valle d’Aosta in merito al supporto della

ricerca e delle iniziative innovative sono

limitati, con una spesa prevista pari allo 0,5%

della spesa totale del Programma

Si ritiene che la complessità

procedurale nell’attivazione dei GO

abbia disincentivato la Regione

nell’attivare la sottomisura 16.1

La riflessione da sottoporre all’AdG,

in vista della nuova programmazione

è quella di identificare un ambito

puntuale di ricerca sul quale

promuovere un’iniziativa puntuale

con gli attori dell’AKIS regionale.