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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SIENA NUCLEO DI VALUTAZIONE RAPPORTO 2008-2009 RICERCA APRILE 2010

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SIENA NUCLEO DI VALUTAZIONE

RAPPORTO 2008-2009

RICERCA

APRILE 2010

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Sommario

Introduzione p. 3

Dati ricerca 2004-2008 p. 4

Dipartimenti p. 6

Analisi sulla produttività scientifica p. 7

Indicatori bibliometrici p. 10

La produzione scientifica nel database Scopus p. 10

Scuole di Dottorato di ricerca p. 16

Relazione annuale del Nucleo di valutazione sui Dottorati di ricerca - 2010

(DM 224/99) p. 17

Sintesi e conclusioni p. 25

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Introduzione Il Rapporto sulla Ricerca è organizzato per sezioni segnando una discontinuità rispetto alla struttura con cui il Nucleo di valutazione di Siena ha condotto in passato questo tipo di attività ricognitiva.

Il Nucleo di valutazione, alla vigilia di un nuovo esercizio CIVR che si volgerà a distanza ormai di 6 anni dal precedente, ha voluto, nel redigere questo Rapporto sulla Ricerca, fornire un quadro informativo sulla ricerca condotta in Ateneo sulla base di ottiche diverse in grado di rispondere ad esigenze di primario interesse per il suo sviluppo. Il periodo di riferimento scelto per l'analisi dei dati è lo stesso che sarà utilizzato nel prossimo esercizio di valutazione e riguarda pertanto gli anni 2004-2008.

Il tentativo perseguito è di definire una base informativa minima per affrontare il tema della programmazione strategica della ricerca da parte dell’Ateneo, per riflettere sul prossimo esercizio di valutazione, e per cominciare a ragionare sulla possibile integrazione del sistema di ricerca delle università della Toscana.

Nella parte intitolata Dati ricerca 2004-2008 sono presentati sistematicamente i dati relativi alla ricerca dell'Università di Siena, utilizzando lo schema a suo tempo proposto dal CIVR.

Per quanto riguarda i Dipartimenti vengono pubblicate per ciascuno schede contenenti input ed output della ricerca dipartimentale, in particolare per quanto riguarda i dati relativi alla produzione scientifica, come emerge dall'Anagrafe della ricerca di Ateneo, aggiornata al gennaio 2010. I dati di output della ricerca dei Dipartimenti sono commentati in una sintetica analisi complessiva della produttività scientifica per area CUN.

Nel Rapporto confluiscono anche le relazione del Nucleo di valutazione sui Dottorati di ricerca. L'idea è che la formazione alla ricerca sia una parte essenziale delle attività di un Ateneo. Il Nucleo ha dedicato in questi anni molte energie al tema del Dottorato di ricerca, ed ha sviluppato alcune riflessioni che sono sintetizzate nelle relazioni qui pubblicate.

Il tema forse più nuovo affrontato nel Rapporto è quello della specializzazione scientifica dell'Università di Siena. L'analisi è stata condotta con tecniche bibliometriche su dati tratti dal database Scopus, ed è consistita nella costruzione di indicatori di specializzazione relativa per le varie aree di ricerca, definite secondo la classificazione Scopus. La specializzazione dell'Ateneo senese è calcolata in riferimento ai dati nazionali e soprattutto in riferimento agli altri Atenei statali della Toscana. A parere del Nucleo di valutazione questa analisi fornisce alcuni elementi di riflessione inediti per la discussione sull'integrazione a livello regionale del sistema della ricerca universitaria.

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Dati ricerca 2004/2008 Il Nucleo di valutazione ha ritenuto utile, nel tracciare un quadro dell'andamento dei dati relativi alla ricerca dell'Università di Siena, utilizzare lo schema a suo tempo proposto dal CIVR. Quindi, invece di riprendere l'analisi laddove si era interrotta con il Rapporto del Nucleo del 2006, i flussi del potenziale di ricerca e dei finanziamenti vengono osservati su un arco temporale più lungo, dal 2004, laddove si interrompeva l'analisi CIVR, al 2008, almeno per i dati disponibili al momento della stesura di questo rapporto1. Il Nucleo ritiene utile segnalare, in vista di qualsiasi esercizio di valutazione che possa venir promosso prossimamente a livello nazionale, locale o internazionale, come previsto dall'ANVUR, le criticità emerse nel reperimento di alcune delle informazioni utili per la valutazione della ricerca: - dati sui Borsisti, che risentono di una gestione poco informatizzata dei dati, e che non compresi in SIGRU (a differenza di quelli sugli assegnisti); - *dati sulla mobilità dei docenti in entrata/uscita. Ad eccezione di quelle sulle borse Marie Curie, di competenza dell'Ufficio speciale per la Ricerca, le informazioni su questo settore risultano frammentate tra più uffici e di difficile recupero.

Le informazioni sulla ricerca vengono ora riproposte sul quinquennio 2004/2008 come allora organizzate, per area CUN2:

� ricercatori, che si è voluto completare con una analisi per fasce di età

� ricercatori in mobilità all'estero per periodi superiori a 3 mesi + ricercatori residenti all'estero che hanno operato nell'ateneo con contratti almeno trimestrali*

� assegni di ricerca

� personale tecnico e amministrativo, di cui amministrativo-contabile

� investimenti finalizzati all'acquisto di strumentazioni scientifiche o software di esclusivo interesse scientifico-culturale, con valore di acquisto superiore a 500.000 euro per unità acquisita: non sono presenti presso l'Ateneo nel quinquennio di riferimento

� entrate totali (di cui: da trasferimenti correnti dello Stato, da trasferimenti per investimenti dallo Stato, da alienazione di beni patrimoniali, da prestiti, da partite di giro, contabilità speciali e gestioni speciali)

� finanziamenti e cofinanziamenti destinati a progetti di ricerca, di cui:

� per progetti di ricerca finanziati dal MIUR (PRIN), (FIRB);

� sono, inoltre, stati resi disponibili nel frattempo (FFO 2009) i dati dei progetti PRIN valutati positivamente 2005/2007

� per progetti di ricerca finanziati dall'UE

� per progetti di ricerca cofinanziati (il dato del cofinanziamento di Ateneo per i progetti PRIN è consultabile nelle relative tabelle) o interamente finanziati dall'Ateneo

1 Per i dati non disponibili sulle banche dati Miur e CNVSU ("Nuclei") si ringrazia l'Ufficio speciale per la Ricerca. 2 Le singole schede sono consultabili sul sito web http://www.unisi.it/l0/minisito.html?fld=3698.

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� per progetti di ricerca finanziati da altri soggetti (agenzie di ricerca nazionali, internazionali ed estere, soggetti privati, pubblici e fondazioni, etc.)

� brevetti depositati, di cui all'estero

� brevetti attivi, di cui all'estero

� ricavi dalla vendita di brevetti e loro licenze

� costi di deposito dei brevetti e loro gestione

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Dipartimenti

Per ogni Dipartimento è possibile consultare nelle schede presenti sul sito web del Rapporto i dati relativi al personale docente e tecnico-amministrativo, alle figure della ricerca (assegnisti e dottorandi) al 31/12/2008, alle pubblicazioni e ai prodotti presenti nell'Anagrafe della ricerca di Ateneo per il periodo 2006/2008 e alle entrate per ricerca sul quinquennio 2005/20083. I dati sono stati ricavati, oltre che dall'Anagrafe della ricerca per quanto riguarda le pubblicazioni, da SIGRU (Sistema Informativo Gestione Risorse Umane) e dall'Area Sistema contabile, come nel caso dei dati annualmente richiesti ai Nuclei di valutazione in base alla L. 370/99. Nel corso del 2008 l'Università di Siena ha avviato il processo di riorganizzazione dei Dipartimenti, che ha visto l'accorpamento e la trasformazione di quelli con un numero di docenti afferenti inferiore a sedici, come previsto dalla normativa nazionale (D.P.R. 382/80) e locale (Regolamento delle Strutture scientifiche)4.

3 Per le estrazioni di dati si ringraziano i colleghi Stefano Bandinelli (Q.it), Lucia Guerrini (Area Sistema contabile) e Stefano Targi (SIGRU). 4 Sono stati disattivati, a decorrere dal 31.12.2008 (D.R. n. 216 del 22.01.2009), i Dipartimenti di: Medicina interna, cardiovascolare e geriatrica; Scienze e Tecnologie chimiche e dei Biosistemi; Scienze medico-legali e socio-sanitarie "G. Bianchini"; Scienze oftalmologiche e neurochirurgiche; Scienze ortopedico-riabilitative, radiologiche e otorinolaringoiatriche.

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Analisi sulla produttività scientifica

Considerato il processo di riorganizzazione dei Dipartimenti avviato dall’Università degli Studi di Siena a partire dal 2008 e la conseguente loro aggregazione nelle quattro Aree sotto riportate (indicate con Ax per comodità di trattazione), l’analisi si basa sull’osservazione dei dati relativi alle pubblicazioni e ai prodotti presenti nell’Anagrafe della ricerca di Ateneo per il periodo 2006/2008.

Area Area CUN Dipartimenti coinvolti

A1 Scienze sperimentali 01-02-03-04-05-09-13 9 A2 Scienze biomediche e mediche 03-05-06-09-11 16

A3 delle Lettere, della Filosofia, della Storia

e delle Arti 01-06-08-09-10-11-12-13-14 10

A4 dell'Economia, della Giurisprudenza

e delle Scienze politiche 07-10-11-12-13-14 9

a) Prodotti della ricerca - Attività di brevettazione In questo settore l’attività dell’Università di Siena, relativamente al periodo preso in considerazione, si concretizza con una produttività pari a 55 brevetti. In particolare essa riguarda esclusivamente l’Area delle Scienze sperimentali (A1) con 47 brevetti, di cui 44 in area CUN 03 - Scienze chimiche e 3 in area CUN 09 - Ingegneria industriale e dell’informazione, e l’Area delle Scienze biomediche e mediche (A2) con 8 brevetti di cui 6 in area CUN 05 - Scienze biologiche e 2 in area CUN 06 - Scienze mediche. Per quanto riguarda l’area A1 il contributo è stato apportato dai Dipartimenti di Chimica, Farmaco-Chimico-Tecnologico e Ingegneria dell’Informazione e ha visto coinvolti, nel complesso, 5 SSD; per l’area A2, gli 8 brevetti sono stati prodotti dai Dipartimenti di Biologia molecolare, Medicina clinica e Scienze immunologiche, Neuroscienze, Scienze biomediche, Scienze neurologiche-neurochirurgiche e del comportamento, con il coinvolgimento di 4 SSD. b) Produzione scientifica L’analisi fa riferimento alla classificazione UNISI riportata nelle schede di Dipartimento e più precisamente: P1 - Libro intero P2 - Pubblicazione su volume collettaneo P3 - Pubblicazione su rivista con Impact factor P4 - Pubblicazione su rivista P5 - Pubblicazione collegata a convegno P6 - Opera multimediale P7 - Brevetto Non si tiene conto, in questo paragrafo, delle informazioni riportate al punto P7 - Brevetto, aspetto già trattato in precedenza. In termini di tipologie di prodotto, l’analisi dei dati evidenzia una distribuzione estremamente variegata tra le diverse Aree (A1-2-3-4), come pure all’interno della medesima Area. Ciò è giustificato dalla diversa finalità degli obiettivi di ricerca che caratterizza i vari SSD presenti nell’Università di Siena.

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Occorre poi evidenziare il fatto che, in generale, più ricercatori afferenti allo stesso SSD, o appartenenti a SSD diversi, possono aver contribuito a generare uno stesso prodotto (libro, pubblicazione, ecc.). Ciò premesso, si riscontra che l’attività di ricerca svolta nelle Aree A1- Scienze sperimentali e A2 - Scienze biomediche e mediche trova prevalente riscontro nei prodotti P3-Pubblicazione su rivista con Impact factor, P4-Pubblicazione su rivista, P5-Pubblicazione collegata a convegno. Da evidenziare il buon contributo apportato dal Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e dal Dipartimento di Scienze ambientali “G. Sarfatti” anche nei settori P1-Libro intero e P2-Pubblicazione su volume collettaneo. È invece irrilevante, dal punto di vista numero, la produzione in P6-Opera multimediale per queste due Aree: solo due Dipartimenti su nove nell’Area A1 e quattro Dipartimenti su sedici per l’Area A2 dichiarano 1-2 prodotti classificabili secondo questa tipologia. La situazione è completamente diversa per l’Area A3- delle Lettere, della Filosofia, della Storia e delle Arti la cui produzione si concentra essenzialmente nei campi P1-Libro intero, P2-Pubblicazione su volume collettaneo, P4 -Pubblicazione su rivista e P5 - Pubblicazione collegata a convegno. Sette Dipartimenti su dieci dichiarano una produzione anche nel settore P6-Opera multimediale, tra cui emerge con un valore pari a 9 il Dipartimento di Scienze della comunicazione. Come era da attendersi, a differenza delle altre Aree, l’Area A3 si caratterizza con soli 7 lavori P3 - Pubblicazione su rivista con Impact factor di cui sei dichiarati dallo stesso Dipartimento di Scienze della comunicazione. Rispetto ad A3 analoga situazione si riscontra per l’Area A4- dell'Economia, della Giurisprudenza e delle Scienze politiche. Per questa Area si denota tuttavia un maggior contributo nel campo dei prodotti P3-Pubblicazione su rivista con Impact factor essenzialmente dovuto a quattro Dipartimenti sul totale di nove. Solo per un Dipartimento (Studi aziendali e sociali) si riscontra un contributo (pari a 5) nel settore P6-Opera multimediale. Al buon livello medio di produttività scientifica che caratterizza, in generale, le quattro Aree di aggregazione dei Dipartimenti dell’Università di Siena nonché i SSD ad essi afferenti, si contrappongono alcune situazioni di criticità. Tali situazioni, che è doveroso mettere in evidenza, emergono dai dati inseriti dai docenti all’interno dell’Anagrafe della Ricerca, recentemente aggiornati su suggerimento dei Direttori di Dipartimento. Tali informazioni sono sintetizzate per settore Scientifico Disciplinare e sono riportate in relative schede riguardanti il periodo di analisi 2006/2008. Esse riguardano casi di scarsa produzione, se messi a confronto con la media di ateneo e nazionale, o addirittura produzione completamente assente. Si è ritenuto opportuno considerare, quale parametro minimo di valutazione, un contributo nei settori: P1-Libro intero oppure P3-Pubblicazione su rivista con Impact factor oppure P6-Opera multimediale, apportato dal Ricercatore. In considerazione del fatto che per alcuni SSD possa essere oggettivamente più difficile, per la specificità del settore stesso, pubblicare in uno dei tre settori appena descritti, si è ritenuto opportuno considerare, in alternativa, tre prodotti nei settori P2-Pubblicazione su volume collettaneo (1 prodotto), P4-Pubblicazione su rivista (1 prodotto), P5-Pubblicazione collegata a convegno (1 prodotto), apportati dal Ricercatore. Il fenomeno, che in funzione del valore assunto dal parametro di valutazione potremmo definire di “scarsa produttività scientifica”, si riscontra nelle Aree di aggregazione A2-A3-A4; le stesse Aree sono interessate anche da situazioni di “produttività assente”, come di seguito specificato. Nell’Area A2- Scienze biomediche e mediche si evidenziano tre situazioni di scarsa produttività in area CUN 06-Scienze mediche (due con tre prodotti appartenenti agli ambiti sopra menzionati, una con un solo prodotto) e due situazioni di produttività assente, sempre in area CUN 06.

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Nell’Area A3- delle Lettere, della Filosofia, della Storia e delle Arti le situazioni di scarsa produttività sono pari a sei e riguardano le seguenti aree CUN: 05-Scienze biologiche (1 prodotto), 10-Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche (una situazione con 2 prodotti e tre situazioni con 3 prodotti), 08-Ingegneria civile e architettura (una situazione con 3 prodotti). Sempre nell’Area A3 si riscontrano 6 casi di produttività assente di cui quattro in area CUN 10-Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche, due in area CUN 11-Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche. Infine, nell’Area A4- dell'Economia, della Giurisprudenza e delle Scienze politiche, cinque sono le situazioni di scarsa produttività con il coinvolgimento delle aree CUN 13-Scienze economiche e statistiche (una situazione con 3 prodotti, una situazione con 2 prodotti, due situazioni con 1 prodotto) e CUN 10-Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche (un caso con 2 prodotti). A queste si aggiungono sei situazioni di produttività assente che interessano le aree CUN 12-Scienze giuridiche (quattro casi), CUN 13-Scienze economiche e statistiche (un caso), CUN 14-Scienze politiche e sociali (due casi). In merito alla tipologia (PO-PA-RIC) della composizione del gruppo di ricerca afferente lo specifico SSD interessato alla situazione di scarsa produttività o produttività assente si evidenzia un’ampia eterogeneità. Dai dati contenuti nelle schede di Dipartimento, a cui si rimanda per ulteriori e più approfonditi dettagli, circa l’83% è costituito da una sola unità di personale (indipendentemente dalla tipologia), in quattro situazioni il gruppo è costituito da due unità (con due diverse tipologie) e in un caso da tre unità, una per ciascuna tipologia.

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Indicatori bibliometrici

Questa parte del rapporto del Nucleo di valutazione analizza alcuni indicatori bibliometrici calcolati a partire dai dati contenuti nel database Scopus (interrogato nel periodo ottobre-dicembre 2009). Gli indicatori sono riferiti alla produzione scientifica dei ricercatori dell’Università di Siena nel periodo 2004-2008, e sono confrontati con indicatori analoghi calcolati per il sistema universitario italiano nel suo complesso, per altri Atenei di dimensioni simili e per le altre Università statali della Toscana.

La produzione scientifica nel database Scopus

Il primo indicatore è il numero complessivo delle pubblicazioni registrate nel database negli anni considerati. L’Università di Siena nel 2004 è presente con 982 pubblicazioni, che salgono a oltre 1.250 negli ultimi due anni esaminati. Questa crescita di Siena riflette l'andamento complessivo del sistema universitario italiano, che infatti passa da 50.124 pubblicazioni nel 2004 a 64.488 nel 2008 (il peso di Siena rimane costante con valori intorno al 2% del totale delle pubblicazioni italiane per tutti gli anni considerati). Un indicatore molto semplice che fornisce una prima indicazione della produttività degli atenei è il numero di pubblicazioni pro-capite. A livello nazionale, il numero medio di pubblicazioni pro-capite passa dallo 0,87 di inizio periodo a 1,03 del 2008. L’Università di Siena presenta una produttività leggermente superiore, passando da 1,01 pubblicazioni nel 2004 a 1,19 nel 2008. Il confronto dell’Ateneo senese con Atenei di dimensioni simili, che hanno, come Siena, una Facoltà di Medicina e Chirurgia, evidenzia che Siena presenta valori assoluti e pro capite di pubblicazioni molto più elevati di quelli degli altri Atenei, con l’unica eccezione di Pavia. È altresì possibile confrontare i dati relativi all’Ateneo senese con quelli degli altri Atenei toscani (Firenze e Pisa). In valore assoluto il numero di pubblicazioni degli altri due Atenei toscani è nettamente superiore a quello di Siena. In particolare, Firenze presenta 2.002 pubblicazioni nel 2004, pari al 4% del totale nazionale, che arrivano a 2.406 nel 2008, pari al 3,7% del totale. Pisa passa dalle 2.001 pubblicazioni del 2004 (4%) alle 2.366 del 2008 riducendo il suo peso relativo dal 4% al 3,6%. Diversamente dagli altri Atenei toscani, Siena, come già evidenziato, mostra una tendenza alla stabilità delle pubblicazioni che passano dal 2% all'1,9% di fine periodo sul totale nazionale. Se si considera il numero di pubblicazioni pro-capite, Pisa ha i valori più elevati ed in crescita, e Firenze quelli più bassi, anche se in crescita. Si deve però considerare che Firenze e Pisa riducono gli organici tra inizio e fine periodo, mentre Siena aumenta il numero di personale docente. La crescita della produttività pro capite può quindi essere il risultato di due tendenze diverse. A Firenze e Pisa il recupero di produttività individuale è il risultato principalmente della riduzione del personale, mentre a Siena è il risultato di una aumento della produzione complessiva. In effetti, se si analizzano i dati relativi al peso delle pubblicazioni dei tre Atenei sul totale della Toscana, solamente Siena incrementa il suo peso relativo, con un aumento di circa un punto percentuale la quota di pubblicazioni sul totale delle toscane tra inizio e fine periodo. Firenze, infatti riduce la sua quota di 0,3 punti percentuali, mentre Pisa la riduce di 0,8 punti percentuali.

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Tabella 1. Pubblicazioni Scopus, personale di ricerca e pubblicazioni per unità di personale

Scopus UNISI ITALIA UNIFI UNIPI UNICA UNIPR UNISA UNIPV

2004 982 50.124 2.002 2.001 636 1.024 667 1.320

2005 1.123 54.500 2.093 2.120 676 1.058 673 1.298

2006 1.118 59.115 2.151 2.281 779 1.053 714 1.413

2007 1.286 62.507 2.323 2.378 782 1.159 815 1.500

2008 1.252 64.488 2.406 2.366 861 1.104 732 1.511

Docenti UNISI ITALIA UNIFI UNIPI UNICA UNIPR UNISA UNIPV

2004 976 57.402 2.272 1.844 1.295 1.035 796 1.090

2005 1.036 60.251 2.366 1.833 1.334 1.094 907 1.132

2006 1.062 61.974 2.308 1.848 1.251 1.109 981 1.113

2007 1.050 61.929 2.271 1.816 1.204 1.104 988 1.087

2008 1.056 62.768 2.179 1.783 1.184 1.079 1.028 1.102

Scopus/Docenti

UNISI ITALIA UNIFI UNIPI UNICA UNIPR UNISA UNIPV

2004 1,01 0,87 0,88 1,09 0,49 0,99 0,84 1,21

2005 1,08 0,90 0,88 1,16 0,51 0,97 0,74 1,15

2006 1,05 0,95 0,93 1,23 0,62 0,95 0,73 1,27

2007 1,22 1,01 1,02 1,31 0,65 1,05 0,82 1,38

2008 1,19 1,03 1,10 1,33 0,73 1,02 0,71 1,37 Fonte: Elaborazioni del NdV su Scopus e Miur. Per confrontare la produttività complessiva dei tre Atenei toscani si può comparare anche la distribuzione delle pubblicazioni per ateneo con la distribuzione del personale docente. Per Siena la situazione è abbastanza bilanciata, con un peso medio annuo delle pubblicazioni nel periodo analizzato pari al 20,6% a fronte di un peso medio del personale del 20,2%. Firenze ha una quota di pubblicazioni pari mediamente al 39,4% a fronte di un peso medio del personale pari al 44,3%; Pisa mostra la situazione opposta con peso medio maggiore per le pubblicazioni (40%) rispetto al peso del personale (35,5%). La specializzazione produttiva delle Università della Toscana I dati Scopus permettono anche una analisi comparata dei profili scientifici, ovvero della distribuzione per campo disciplinare della ricerca pubblicata da diverse istituzioni o paesi. Nel nostro caso di tratta di tracciare profili comparativi di istituzioni universitarie in riferimento alle loro specializzazioni relative nella ricerca. La Commissione Europea utilizza indicatori di questo tipo per le analisi annuali sullo stato della ricerca in Europa. Lo strumento tecnico utilizzato per questo tipo di lavori è un Indice di Specializzazione Relativa (ISP, in inglese RSI: Relative Specialization Index). Esso viene calcolato per ciascuna istituzione o nazione osservata come rapporto tra due rapporti. Si faccia il caso della specializzazione relativa di una istituzione di ricerca attiva nel campo della psicologia cognitiva, rispetto alla produzione

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scientifica nazionale. L’indice di specializzazione dell’istituzione viene calcolato come segue: al numeratore si trova la percentuale di lavori in psicologia cognitiva, prodotti da una certa istituzione sul totale dei lavori prodotti nella stessa istituzione; al denominatore si trova invece la percentuale di lavori di psicologia cognitiva prodotti nella nazione sul totale dei lavori scientifici. Se la percentuale al numeratore è più grande di quella al denominatore allora l’istituzione ha una specializzazione relativa in psicologia cognitiva; viceversa si parla di despecializzazione relativa nel campo disciplinare.

Più precisamente l’ISP è definito come segue:

dove indica il numero di pubblicazioni, il campo di ricerca considerato, l’istituzione e P il totale

complessivo delle pubblicazioni. L’indice assume valori compresi tra e . In particolare

indica un campo di ricerca completamente sguarnito nell’istituzione ; un indice indica

invece che nell’istituzione il solo campo di ricerca attivo è . Valori di indicano una

specializzazione relativa (e più elevata tanto più elevato il valore dell’indice) dell’istituzione nel campo

di ricerca ; valori di indicano una despecializzazione relativa dell’istituzione nel campo di

ricerca .

Questo indicatore ha il notevole vantaggio di permettere il confronto tra istituzioni con profili di produzione molto differenziati, perché neutralizza l’effetto dalla presenza di settori caratterizzati da modalità diverse di comunicazione scientifica. Per capire il punto può essere utile considerare il caso delle Arts and Humanities. Si tratta di settori in cui le pubblicazioni avvengono in prevalenza con modalità diversa dall’articolo su rivista scientifica; dove ha un peso rilevante la letteratura prodotta in lingua nazionale. Si tratta cioè di settori dove la copertura della letteratura scientifica prodotta nel database bibliografico è particolarmente bassa. Se consideriamo la produzione dell’università italiana rispetto al peso complessivo di quei settori nel database Scopus, troviamo una netta despecializzazione italiana che è il frutto di distorsioni indotte dalla costruzione del database. Quando però si confrontano le università italiane tra loro, e ogni università rispetto al dato medio nazionale, allora le distorsioni si compensano ed i dati diventano affidabili, soffrendo tutti della medesima distorsione. Si tratta ovviamente di dati che riguardano una porzione piccola della letteratura, quella pubblicata su riviste internazionali ed in lingua inglese, che può tuttavia dare una idea delle specializzazioni relative.

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Nel nostro caso siamo interessati a comparare il profilo di specializzazione dell'Università di Siena rispetto al complesso delle università italiane e alle altre Università toscane. Figura 1. Indici di specializzazione dell’Italia e dell'Università di Siena per campi disciplinari Scopus (2004-2008)

Fonte: Elaborazioni del NdV su dati Scopus.

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Nella Figura 1 sono riportati in forma di grafici polari i profili di specializzazione dell’Italia nel suo complesso e di Siena. Le elaborazioni adottano la classificazione disciplinare utilizzata in Scopus (che non è possibile riportare a quella usuale in aree CUN). Si nota facilmente nel primo grafico, ed il risultato è in qualche modo scontato, che l’Italia nel suo complesso è despecializzata nella produzione scientifica in tutti i campi: ciò significa che in nessun campo disciplinare la quota di pubblicazioni italiane è superiore al peso di quel campo sul totale delle pubblicazioni mondiali presenti nel database Scopus. In particolare, la despecializzazione è piuttosto omogenea (con valori dell’ISP compresi -0,6 e -0,4) per le scienze fisiche, naturali e mediche. Le punte di maggiore despecializzazione si verificano nelle scienze umane (-0,88), sociali (-0,82) ed aziendali (-0,88), cioè quei campi in cui il peso della letteratura nazionale ed in lingua italiana non inclusa nel database è particolarmente accentuato. Tra le scienze sociali solo l’economia presenta valori di despecializzazione simili (-0,65) a quelli delle scienze dure. I campi disciplinari in cui l’Italia risulta meno despecializzata sono neuroscienze (-0,40), matematica (-0,42), scienze della terra (-0,44) e fisica e astronomia (-0,44). Passando ad analizzare la specializzazione dell’Università di Siena rispetto alle pubblicazioni nazionali, i risultati sono meno omogenei. In primo luogo, l’Ateneo senese presenta despecializzazioni (rispetto al database Scopus) maggiori di quelle nazionali in diverse discipline ingegneristiche, fisica ed astronomia e nelle scienze sociali. Presenta invece una minore despecializzazione nelle scienze umane, economia e nelle neuroscienze. Presenta addirittura una specializzazione relativa (+0,2) per l'odontoiatria.

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La figura 2 mette a confronto la specializzazione relativa dei tre Atenei toscani. Ancora una volta emerge la despecializzazione dei tre Atenei rispetto al panorama nazionale in tutti i campi disciplinari ad eccezione che nell’odontoiatria per Siena, come visto poco sopra. In alcuni casi la despecializzazione relativa è riconducibile all’assenza di Facoltà operanti in alcuni campi disciplinari. Ne è un esempio veterinaria a Firenze e Siena rispettivamente con valori dell’indice pari a -0,91 e -0,90; ma anche nursing per tutti e tre gli Atenei. Figura 2. Indici di specializzazione dei tre Atenei toscani per campi disciplinari Scopus (2004- 2008)

Fonte: Elaborazioni del NdV su dati Scopus.

Il campo disciplinare in cui l’Università di Pisa presenta il risultato migliore (la minore despecializzazione rispetto al panorama italiano) è matematica (-0,26) ; mentre per Firenze odontoiatria (-0,27), come per Siena. Tutti e tre gli Atenei inoltre hanno una despecializzazione relativa piuttosto contenuta nel campo delle neuroscienze (-0,25 Siena, -0,35 Firenze, -0,38 Pisa); mentre presentano una despecializzazione molto marcata in business, management e contabilità (-0,83 Siena, -0,93 Firenze, -0,92 Pisa).

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Scuole di Dottorato di ricerca

Il dottorato di ricerca è stato introdotto nel sistema universitario italiano dal DPR 382/80 (art. 67). Dall’anno accademico 1999/2000 i dottorati di ricerca vengono istituiti e banditi dalle Università nella loro piena autonomia organizzativa, didattica e scientifica, in conformità alla Legge 210/1998 e al Regolamento in materia di dottorato di ricerca contenuto nel DM 224/99. Quest’ultimo ha individuato i criteri generali e i requisiti d’idoneità delle sedi ai fini dell’istituzione di corsi di dottorato (art. 2) e assegnato (art. 3) al Nucleo di valutazione (NdV) il compito di monitorare l’intero processo di attivazione e gestione dei dottorati di ricerca in ciascuna sede, anche tramite una relazione da attuarsi attraverso un format di rilevazione disponibile online all’indirizzo web nuclei.miur.it/relazione. Le relazioni degli Atenei, accompagnate dalle osservazioni dei rispettivi Senati Accademici, vengono considerate ai fini della ripartizione tra gli Atenei del fondo nazionale per il finanziamento delle borse di dottorato. La Relazione annuale 2010 del Nucleo di valutazione sui Dottorati di ricerca, come prevista dal DM 224/99 e inserita nell'apposito sito Cineca entro la scadenza di marzo, è riportata di seguito nel testo; la Relazione annuale 2009 è consultabile sul sito web del Rapporto5.

Il Nucleo di valutazione ha, anche in seguito agli esiti delle analisi effettuate per la valutazione annuale e all'azione promossa dal CNVSU in via sperimentale e non permanente, segnalato agli Organi di governo di Ateneo la necessità di dotarsi di strumenti per la rilevazione della soddisfazione dei dottorandi e degli esiti occupazionali.

5 All’indirizzo web http://www.unisi.it/dl2/20090903175947336/NdVRelazioneannualeSDR09.pdf.

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Relazione annuale del Nucleo di valutazione sui Dottorati di ricerca - 2010 (DM 224/99)

Il Regolamento in materia di dottorato di ricerca, emanato dal MURST nel 1999 (D.M. 30/04/1999, n. 224), nel definire i criteri generali e i requisiti d’idoneità delle sedi ai fini dell’istituzione di corsi di dottorato, assegna (art. 3) ai Nuclei di valutazione il compito di monitorare l’intero processo di attivazione e gestione dei dottorati di ricerca anche attraverso la predisposizione di una relazione sui risultati dell’attività di valutazione dei requisiti di idoneità di ciascuna sede. Le relazioni dei Nuclei di valutazione, accompagnate dalle osservazioni in merito dei relativi Senati Accademici, vengono considerate ai fini dell’emanazione dei decreti del Ministro concernenti i criteri di ripartizione tra gli Atenei delle risorse disponibili per l’assegnazione delle borse di studio relative ai corsi di dottorato. Il formato della relazione dal 2007 prevede che i Nuclei di valutazione rispondano a domande relative ai requisiti previsti nel vigente Regolamento sui dottorati di ricerca, esprimendo una valutazione in merito alla loro verifica per ogni dottorato o Scuola di dottorato. Lo schema ministeriale continua a non tener conto, come d’altronde la normativa, dell’esistenza delle Scuole di dottorato, ritenute anche dal CUN “il modello organizzativo più idoneo per i dottorati perché permettono di superare l’attuale microframmentazione tematica, di valorizzare insieme agli orientamenti specialistici anche gli approfondimenti di tipo multidisciplinare soprattutto nelle aree di confine tra i diversi saperi, di raggiungere masse critiche di studenti e di organizzare corsi strutturati su tematiche di interesse generale, sottraendo i dottorandi a personalismi accademici”6. Il CUN pone l’accento inoltre sulla necessità di prevedere per l’approvazione delle Scuole di dottorato, analogamente a quanto già avviene per i primi due livelli di formazione superiore, il parere del CUN relativamente all’idoneità e alla coerenza del progetto culturale, scientifico e didattico e di introdurre un sistema di accreditamento e valutazione efficace delle Scuole “assegnando all’ANVUR, al CUN, e Nuclei di valutazione di Ateneo ruoli e funzioni precisi e definiti”. Nell’Università di Siena, il Regolamento in materia di dottorato di ricerca (D.R. n. 1440 del 10 agosto 2007)7 prevede l’istituzione di Scuole di dottorato e con l’accordo di programma del gennaio 1999 ha preso avvio il processo di costituzione della Scuola Superiore Santa Chiara per il Dottorato di ricerca ed il Post-Laurea8, nella quale avrebbero dovuto riunirsi tutte le Scuole di dottorato di ricerca successivamente attivate. Questo processo ha permesso una notevole razionalizzazione dell’offerta, con una riduzione del numero dei dottorati esistenti, tutti riorganizzati in Scuole, secondo quanto più volte auspicato dal Ministero (DM 10-6-2002 e note MIUR 23-9-2002, in particolare). Il loro numero si è, infatti, quasi dimezzato in 6 anni: dai 60 dottorati dell’a.a. 2002/2003 (XVIII° ciclo) ai 32 dell’a.a. 2009/2010 (XXV° ciclo). Il numero era in realtà sceso a 29 nell’a.a. 2006/2007 per poi risalire lievemente in quello successivo. Le ultime Scuole sono state istituite nel 2007 (“Diritto dei Mercati” e “Ius publicum europaeum. Teoria e Storia del Diritto e delle Istituzioni”) mentre la trasformazione in Scuole di due sezioni precedentemente appartenenti a due distinte Scuole (“Biomateriali in Odontostomatologia” e

6 Parere generale n. 9, prot. n. 1891 del 21/12/2009. 7 http://www.unisi.it/dl2/20080603104125968/reg_dottorato_ricerca.pdf. Presso l’Università di Siena, le Scuole di dottorato fanno riferimento a quattro macroaree, rappresentate ciascuna nel Senato Accademico, che sono costituite dall’aggregazione di Aree CUN e che sono di riferimento nell’Ateneo senese per tutte le iniziative legate alle attività di ricerca. 8 La Scuola Superiore S. Chiara è regolamentata da uno Statuto, emanato con D.R. n 1648/2004-05 del 31 ottobre 2005 (www.unisi.it/santachiara/pdf/Statuto%20Santa%20Chiara.pdf).

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“Logica matematica, Informatica e Bioinformatica”) e la mancata attivazione di un’altra, “Studi per la pace e la risoluzione dei conflitti”9, ha portato il numero a 32.

Scuole di Dottorato di ricerca 2002/2009(Cicli XVIII°-XXV°)

32323129323742

60

XVIII° XIX° XX° XXI° XXII° XXIII° XXIV° XXV°

Sull’attivazione delle nuove Scuole il Nucleo di valutazione e il Comitato scientifico di Ateneo per il dottorato di ricerca10 hanno espresso dubbi al Senato Accademico11, suggerendo per entrambe l’aggregazione con altri dottorati di area giuridica. Anche sulle successive trasformazioni di sezioni già esistenti in nuove Scuole, il Nucleo ha segnalato al Senato Accademico come questo non sembrasse seguire la direzione intrapresa in questi anni dall’Università di Siena e comportasse il rischio di riduzione delle borse e conseguentemente degli iscritti. Nel XXV° ciclo non si sono registrate nuove istituzioni, ma solamente un cambio di denominazione per la Scuola di dottorato in “Scienze storiche, giuridiche e geografiche” modificatasi in “Scienze storiche in età contemporanea”12.

Tendenza locale e nazionale SDR

3129323742

60

2249

2181

2207

21552145

2124

0

10

20

30

40

50

60

70

XVIII° XIX° XX° XXI° XXII° XXIII°

2060

2080

2100

2120

2140

2160

2180

2200

2220

2240

2260

SDR Unisi

Dato nazionale

9 Il Senato Accademico del 4 maggio 2009 ha, infatti, deliberato di “non attribuire alcuna borsa alla SDR in “Studi per la Pace e Risoluzione dei conflitti” che comunque potrà attivare il bando di ammissione per l’a.a. 2009/2010 nel caso in cui ottenga dall’esterno il finanziamento di almeno due borse”, evento non verificatosi in seguito. Tanto il Nucleo di valutazione quanto il Comitato scientifico di Ateneo per il dottorato avevano, inoltre, segnalato criticità relativamente a questa Scuola, concedendole un anno per tentare di risolverle, al termine del quale la Scuola non aveva però adottato nessuna misura. 10 Il Comitato scientifico di Ateneo per il dottorato di ricerca è composto da quattro esperti di alta qualificazione a livello nazionale e internazionale, uno per ciascuna macroarea, chiamati a svolgere una costante valutazione dei dottorati attraverso il periodico monitoraggio dei corsi e l’espressione del parere di congruità sulla competenza scientifica e sull’organizzazione della didattica (www.unisi.it/santachiara/scuola-comitato.html). 11 Seduta del 17 marzo 2008. 12 Parere del Nucleo di valutazione dell’11 settembre 2009 e delibera del Senato Accademico del 14 settembre 2009.

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Per la predisposizione della Relazione annuale sull’attività dei corsi di dottorato di ricerca i Nuclei di valutazione sono tenuti ad utilizzare i dati inseriti nella Banca dati dei corsi di dottorato (http://dottorati.miur.it), come ricordato anche dalla nota Miur n. 2231 del 26 ottobre 2009. La necessità di disporre di informazioni sulle Scuole di dottorato ai fini della Relazione annuale e l’interesse da parte loro a partecipare a questa fase ha consentito, con il passare degli anni, di affinare gli strumenti a disposizione e raggiungere un buon livello di raccolta di informazioni, che risulteranno utili anche ogni qual volta l’Ateneo dovrà o vorrà procedere ad analisi interne. Questo è stato possibile anche grazie alla presenza di uno strumento come SIDRO (Sistema Informativo di gestione Dottorati di Ricerca Online), sviluppato dal Q.it dell’Università di Siena sulla base delle esigenze dell’Ateneo. Tracceremo brevemente di seguito il quadro che emerge dalle informazioni così raccolte. Per quanto riguarda la denominazione e la composizione dei collegi dei docenti, la quasi totalità delle Scuole, in mancanza di un criterio generale che stabilisca una dimensione ragionevole all’ampiezza dell’area scientifica, ritiene adeguati i propri requisiti. Solamente per 2 Scuole di dottorato il titolo che si consegue non ha una denominazione che rappresenti l’intera area disciplinare e non è chiaramente rappresentativo delle competenze raggiunte dal dottore di ricerca: in un caso (“Diritto ed Economia”) perché “le differenze fra le diverse sezioni renderebbero opportuno un riferimento alla sezione di provenienza nel titolo che viene rilasciato ai dottorandi”; nell’altro (“Economia e Governo aziendale”) perché, benché il dottorato sia perfettamente centrato sui contenuti disciplinari dell'Economia aziendale, l’“articolazione in curricula consente lo specifico approfondimento delle aree di ricerca delle aziende operanti nel settore privato oppure delle aziende ed amministrazioni pubbliche”. Il numero complessivo dei componenti dei collegi è aumentato, passando dalle 695 unità dello scorso anno alle 714 attuali. La crescita si è in realtà verificata nelle aree A (+4), B (+9) e C (+12), mentre la D ha visto una lieve flessione (-6). Le variazioni sono legate alla presenza di nuovi componenti esterni all’Ateneo senese e di componenti stranieri (da 61 a 72). Questo può spiegare anche il generale calo nei valori di copertura dei SSD, essendo il calcolo effettuabile solo per i docenti appartenenti al sistema universitario italiano identificati con SSD, con un valore medio di Ateneo che passa dal 92% all’86%, con una diminuzione ripartita tra tutte le aree. Il numero dei SSD è rimasto sostanzialmente invariato, con 2 soli casi di aumento (+ 1 SSD per “Biologia evoluzionistica” e “Filologia romanza”) e 2 soli casi di diminuzione (- 2 SSD per “Medicina molecolare” e “Scienze storiche in età contemporanea”). Ancora per la maggioranza delle Scuole la denominazione corrisponde a quella di dottorati affini in Italia e all’estero. Non è così per 6 Scuole di dottorato che evidenziano caratteristiche specifiche anche nel titolo (“Diritto dei Mercati”; “Logica matematica, Informatica e Bioinformatica”; “Ius Publicum Europaeum. Teoria e Storia del Diritto e delle Istituzioni”; “Riccardo Francovich. Storia e Archeologia del Medioevo, Istituzioni e Archivi”; “ Scienze e Tecnologie applicate all’Ambiente”; Scienze polari). Per 3 Scuole, inoltre, non sarebbe possibile uno scambio con altri dottorati nazionali o internazionali senza sostanziali aggiustamenti e integrazioni, a causa della particolare specificità della Scuola (“Diritto dei Mercati”; “Ius Publicum Europaeum. Teoria e Storia del Diritto e delle Istituzioni”; “Preistoria e Protostoria, Storia, Archeologia del Mondo antico”). Relativamente all’adeguatezza delle risorse per il funzionamento delle Scuole di dottorato il 42% delle Scuole le ritiene insufficienti (“Biomateriali in Odontostomatologia e Oftalmologia”; “Diritto ed Economia”; “Scienze del Testo. Edizione, analisi, lettura, comunicazione”; “Scienze farmaceutiche”) o scarse (“Biologia evoluzionistica”; “Biomedicina e Scienze immunologiche”; “Diritto dei Mercati”; “Economia e Governo aziendale”; “Economia politica”; “Fisica”; “Logica matematica, Informatica e Bioinformatica”; “Scienze cognitive”; “Scienze della Terra - Preistoria”).

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Si può osservare che il giudizio del coordinatore è forse viziato dalla consapevolezza che i fondi nell’università italiana sono sempre scarsi, inferiori alle necessità. Le restanti Scuole ritengono le risorse a loro disposizione sufficienti e adeguate. In merito alla disponibilità di adeguate risorse finanziarie, il Nucleo di valutazione ha riportato nelle singole schede i dati relativi alla percentuale di copertura finanziaria per le borse secondo le tipologie presenti nella banca dati Cineca e, laddove documentata, la presenza di fondi esterni. 15 Scuole di dottorato risultano, infatti, beneficiare di appositi finanziamenti esterni: da aziende private (7), enti pubblici (3), aziende ospedaliere(1), fondazioni (2), consorzi (1), onlus (1) e università consorziate (3). Il confronto con i dati nazionali mostra come complessivamente per il triennio 2005/2008 il Miur rimanga il principale finanziatore delle borse (50,5%), con una percentuale relativa che si riduce di circa 8 punti percentuali nei 3 anni13, riduzione a cui si è fatto fronte con i fondi di Ateneo. Resta sostanzialmente invariato, invece, l’intervento di altri soggetti (20% circa). Il dato senese mostra una minore incidenza del finanziamento Miur, a fronte di un maggior impegno dei finanziatori esterni, nel confronto nazionale ma non in quello regionale.

Fondi Miur Fondi Ateneo Fondi esterni Atenei medi 50,8% 28,4% 20,8% Toscana 37,3% 28,8% 33,9% Unisi 39,3% 28,9% 31,8%

Non sembrano esservi problemi per quanto riguarda la disponibilità di infrastrutture, messe a disposizione da Dipartimenti, Facoltà e Centri di ricerca pubblici e privati presenti sul territorio di riferimento e non solo. Buona anche la risposta delle Scuole nell’indicare i progetti di ricerca finanziati a cui partecipano i propri dottorandi, soprattutto nelle aree A e B. Nessuna Scuola evidenzia problemi per la copertura con borsa di almeno il 50% degli iscritti. Tra questi ultimi sono presenti anche 3 iscritti a posti soprannumerari per cittadini extracomunitari (“Biomateriali in Odontostomatologia e Oftalmologia”) e italiani (“Scienze del Testo. Edizione, analisi, lettura, comunicazione”; “Scienze e Tecnologie applicate all’Ambiente”).

Iscritti e borse

31 3232

355

241

347

230

214

141

XXIII° XXIV° XXV°

SDR

Iscritti

Borse

13 Non essendovi stati significativi cambiamenti nei criteri di ripartizione adottati dal Miur, si è trattato piuttosto della combinazione della riduzione dei fondi disponibili e dell’aumento dell’ammontare delle borse.

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Diminuendo le borse e non potendo gli iscritti essere più del doppio di queste, si è ridotto notevolmente il numero complessivo di iscritti (-106). Il Piano di risanamento di Ateneo 2009/2012 ha, infatti, previsto a partire dal 2009 una sostanziale riduzione delle borse14. La Commissione per la ripartizione delle borse di studio e del fondo di funzionamento dei dottorati ha svolto il proprio lavoro “tenendo conto delle valutazioni del Nucleo di valutazione combinate con quelle del Comitato scientifico di Ateneo per il dottorato” (Senato Accademico del 7 maggio 2009).

Per quanto riguarda la produzione scientifica dei coordinatori e del collegio dei docenti, il Nucleo di valutazione, come per le Relazioni degli ultimi anni, ha verificato che per tutti i coordinatori e i componenti dei collegi appartenenti all’Università degli Studi di Siena risultassero nell’Anagrafe delle pubblicazioni almeno tre lavori in extenso, o una monografia di pari impegno scientifico, negli ultimi tre anni, come da criteri a suo tempo fissati dalla nostra Università per l’assegnazione della Quota Servizi del Piano di Ateneo per la Ricerca, nell’ipotesi ragionevole che gli esterni chiamati nei collegi abbiano tutti questo requisito minimo di produzione scientifica. Complice il recente aggiornamento effettuato su input dei Dipartimenti per il Rapporto annuale sulla Ricerca del Nucleo di valutazione, la situazione appare migliorata rispetto allo scorso anno. In ogni caso per ben 17 Scuole di dottorato permangono problemi per quanto riguarda la produzione scientifica dei componenti del collegio dei docenti appartenenti all’Ateneo senese. Più critica appare la valutazione della possibilità di svolgimento di esperienze nel contesto di attività lavorative da parte dei dottorandi. Solamente 3 Scuole di dottorato indicano esplicitamente di non fornire questa possibilità in Italia (“Economia politica”; “Fisiologia-Farmacologia-Tossicologia molecolare e cellulare”; “Scienze e Tecnologie applicate all’Ambiente”) mentre a queste se ne aggiungono altre 4 quando si tratta di estero (“Biologia evoluzionistica”; “Filologia romanza”; “Logica matematica, Informatica e Bioinformatica”; “Logos e Rappresentazione. Studi interdisciplinari di Letteratura, Estetica, Arti e Spettacolo”). Ma le informazioni sulle convenzioni con strutture extra-accademiche o strutture produttive di beni o servizi non sempre sono supportate da dati oggettivi. La quasi totalità delle Scuole di dottorato ritiene di avere un’attività didattica strutturata, anche solo in parte, come dichiarato da 4 Scuole (“Biomedicina e Scienze immunologiche”; “Logica matematica, Informatica e Bioinformatica”; “Scienze della Terra-Preistoria”; “Scienze neurologiche applicate”), e svolge questa attività collaborando con dottorati della stessa sede e con altre sedi, anche straniere. Di queste 4 risultano avere collaborazioni esclusivamente con altre Scuole dell’Ateneo senese (“Economia politica”; “Oncologia e Genetica”; “Scienze neurologiche applicate”; “Scienze storiche in età contemporanea”) mentre 3 ne hanno con dottorati di altri Atenei (“Economia e Governo aziendale”; “L’interpretazione. Letteratura italiana, Letteratura comparata, Semiotica e Comunicazione simbolica. Antropologia, Etnologia, Studi culturali”) o esteri (“Fisica”). Solamente 2 Scuole (“Biomedicina e Scienze immunologiche”; “Ingegneria dell’Informazione”) dichiarano di non avere collaborazioni con altri dottorati. Per quanto riguarda i sistemi di valutazione quasi tutte le Scuole hanno dichiarato di monitorare attentamente sia il permanere dei requisiti che la rispondenza delle attività agli obbiettivi formativi e gli sbocchi occupazionali dei dottorandi.

14 Delibera del Senato Accademico del 6 aprile 2009: “per l’anno 2009 saranno bandite, su fondi di Ateneo, n. 120 borse di dottorato di ricerca, mentre per gli anni 2010-2011-2012 saranno bandite annualmente n. 100 borse”. Per l’a.a. 2009-2010 le borse sono poi passate a 124 con delibera del Senato Accademico del 4 maggio 2009.

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Solo una Scuola, infatti (“Ingegneria dell’Informazione”), se ne è detta priva per quanto riguarda i primi due punti mentre il monitoraggio delle carriere non è previsto da 7 Scuole (“Diritto dei Mercati”; “Economia e Governo aziendale”; “Economia politica”; “Ingegneria dell’Informazione”; “Ius publicum Europaeum. Teoria e storia del diritto e delle istituzioni”; “Logica Matematica, Informatica e Bioinformatica”; “Scienze cognitive”). Queste affermazioni si scontrano non solo con le difficoltà note a livello nazionale sul monitoraggio degli obiettivi formativi e degli esiti occupazionali, ma anche con tutte le evidenze che da anni il Nucleo di valutazione segnala relativamente alla mancanza di sistemi strutturati. Ciò che si richiede non è la conoscenza episodica da parte del coordinatore e singoli docenti ma un sistema strutturale di valutazione che solo quest’anno la Scuola Superiore S. Chiara ha previsto di predisporre. L’Ateneo e la Scuola Superiore S. Chiara stanno, infatti, lavorando a due questionari per l’indagine sull’opinione dei dottorandi e dei dottori di ricerca, che tenga conto in questo secondo caso anche degli esiti occupazionali. Il Nucleo di valutazione ha accolto con particolare apprezzamento l’iniziativa, lungamente auspicata come risulta anche dalle precedenti Relazioni annuali sui dottorati, e all’inizio del 2010 ha inviato alla Scuola S. Chiara le proprie osservazioni sui due modelli predisposti15, augurandosi che presto possa avviarsi questa indagine. Situazione analoga si ripete per quanto riguarda le risposte alle raccomandazioni del Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario contenute nel format ministeriale. Tutte le Scuole di dottorato sembrano disporre anche di sistemi di analisi delle attività scientifiche, anche grazie alla possibilità per i dottorandi di inserire le proprie pubblicazioni nell’Anagrafe della ricerca di Ateneo, e di verifica delle competenze dei dottorandi. In merito alle iniziative per accrescere l’attrattività della sede rispetto a studenti provenienti da altre sedi universitarie e dall’estero, tutte le Scuole dichiarano di essersi attivate in tal senso, con una sola eccezione (“Scienze polari”). È questo un aspetto che mostra, a livello nazionale, un basso grado di apertura dei dottorati italiani ai laureati in Atenei diversi da quelli del dottorato: solo il 36% dei partecipanti alle prove per l’ammissione ai corsi si è laureato altrove, pur con percentuali molto diverse per localizzazione geografica e dimensione dell’Ateneo16. Il dato, infatti, è migliore per gli Atenei medi del Centro Italia (50,2%), nei piccoli Atenei del Nord Ovest (56,2%) e del Nord Est (51,5%). E il dato si riflette conseguentemente anche sulle iscrizioni: meno del 30% a livello nazionale per i laureati in sedi universitarie diverse da quelle del dottorato, che sale al 38,8% per gli Atenei medi del Centro Italia. L’Università di Siena mostra dati positivi da questo punto di vista, con un 64,3% tra i partecipanti alle prove di selezione e un 54,1% tra gli iscritti, dovuti soprattutto alle Scuole di dottorato delle aree C (79,9% tra i partecipanti e 61,7% tra gli iscritti) e D (74,4% tra i partecipanti e 61,5% tra gli iscritti). Particolarmente positivo potrebbe essere il dato che vede prevalere gli esterni nelle iscrizioni e anche nella assegnazione delle borse, laddove il rischio di autoreferenzialità poteva essere più forte. Il CUN propone, tra l’altro, tra i criteri per l’assegnazione di misure premiali per le Scuole, quello della presenza di numeri elevati di studenti laureati in altre sedi.

15 Verbale seduta del Nucleo di valutazione del 29 gennaio 2010. 16 X Rapporto CNVSU sullo stato delle Università italiane (http://www.cnvsu.it/_library/downloadfile.asp?id=11668)

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Tassi di partecipazione-iscrizione

30%

50,2%

38,8%36%

65,1%64,3%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

% partecipanti altro % iscritti altro

Dato nazionale

Dato regionale 08

Unisi 09

Tasso di apertura laureati esterni SDR aree Unisi

46,8%

38,4%

30,2%

80,0%

47,7%

76,8%

46,5%

55,2%63,2% 61,7%

65,1%

74,8%

Partecipanti esterni Iscritti esterni Borsisti esterni

A B C D

Se l’attrattività di un dottorato viene stimata in base alla percentuale di partecipanti alle prove di selezione e a quella di iscritti rispetto ai posti banditi, il confronto con i dati medi nazionali e regionali presenta la seguente situazione:

N .

corsi Posti

banditi Partecipanti alle prove Iscritti

% Partecipanti/ Posti banditi

% Iscritti/Posti banditi

Atenei medi 2008

930 6914 12627 5858 182,6 84,7

Regione Toscana

208 1565 4622 1277 295,3 81,6

Unisi 32 265 1052 241 396,9 90,9 Anche presso l’Ateneo senese, come a livello nazionale, i partecipanti alle prove di selezione appaiono in numero ben più che doppio rispetto ai posti disponibili, con punte di oltre il 400% in alcune università, forse anche per la possibilità di partecipare a più selezioni per corsi di dottorato.

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Ma tutto questo non si traduce in un numero di iscritti pari ai posti disponibili, secondo il CNVSU “probabilmente a causa della scarsità di sostegni finanziari per il triennio del corso”. I dati senesi mostrano una percentuale superiore a quelle nazionali e regionali.

CONCLUSIONI Il dottorato, a livello nazionale, appare in una fase critica di transizione. Considerato fino ad oggi come il primo passo verso la carriera accademica, ha fallito fin qui l’aggancio con il mondo del lavoro. Gli ultimi dati Confindustria mostrano, infatti, ancora una volta come il sistema produttivo italiano preferisca, soprattutto nel breve periodo, i laureati di primo livello. Riducendosi notevolmente gli spazi accademici, come sta avvenendo a livello nazionale, bisognerà ripensare questo terzo livello dell’istruzione universitaria, i suoi percorsi formativi e la sua offerta, anche a livello di Ateneo. Nell’Università di Siena la riduzione netta del numero di borse richiede un ripensamento del sistema dottorale “universale” attuale. La riduzione di borse ha colpito omogeneamente i dottorati migliori e i peggiori. Nonostante il Nucleo di valutazione a suo tempo avesse predisposto una graduatoria delle Scuole in base alla qualità del funzionamento, il mancato sviluppo di questa valutazione ha impedito e impedisce ora di attuare un adeguato sistema premiante e sanzionante, che si sarebbe rivelato utile per il miglioramento del sistema dottorale e che sarebbe stato una base utile a definire un corretto criterio di attribuzione delle borse. Il Nucleo di valutazione si è impegnato a predisporre un modello di valutazione da condividere con le Scuole di dottorato in vista della valutazione triennale prevista per il prossimo anno. È necessario però che gli Organi di governo di Ateneo chiariscano le modalità di raccordo tra Comitato scientifico per il dottorato di ricerca e Nucleo di valutazione. In assenza di questo raccordo potrebbe verificarsi di nuovo il contrasto tra il parere dei due organi con le conseguenze ben note a livello operativo. Come risulta anche dal Rapporto 2008 Didattica, in ottica di razionalizzazione delle risorse, non è più possibile oggi perseguire politiche di offerta formativa che non rispondano ad effettive esigenze di carattere di eccellenza regionale e nazionale.

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Sintesi e conclusioni Il Rapporto del Nucleo di valutazione sulla ricerca per l’anno 2008 è stato realizzato non solo in un momento di difficoltà del sistema universitario italiano, particolarmente complesso proprio per l’Ateneo senese, ma anche in un contesto in cui cominciano ad applicarsi meccanismi istituzionali di premio del merito (didattica e ricerca) con cui l’Università è chiamata a misurarsi. Viene adesso pubblicato alla vigilia di un nuovo esercizio CIVR e a distanza ormai di 6 anni dal precedente. Questo Rapporto è organizzato per sezioni segnando una discontinuità rispetto alla struttura con cui il Nucleo di valutazione di Siena ha condotto in passato questo tipo di attività ricognitiva. Vi vengono pubblicate le schede relative ai Dipartimenti dell'Ateneo, contenenti input e output di ricerca, e alcune analisi della produzione scientifica, come emerge dalle banche dati locali e internazionali a disposizione, oltre ad un quadro complessivo sull'attività di ricerca nel quinquennio 2004/2008.

Il tentativo perseguito è di fornire un quadro informativo sulla ricerca condotta in Ateneo sulla base di ottiche diverse in grado di rispondere ad esigenze di primario interesse per il suo sviluppo. I dati presentati nel rapporto sono una base minima necessaria per affrontare il tema della programmazione strategica della ricerca da parte dell’Ateneo, ma sono anche la base di dati minima utile per riflettere sul prossimo esercizio di valutazione quinquennale della ricerca del Civr, e per avviare un'indagine progettuale sulla possibile integrazione del sistema di ricerca delle Università della Toscana.

Il NdV, allo scopo di rendere trasparenti i propri meccanismi e agevolarne la valutazione, ha scelto di strutturare i suoi lavori adottando di volta in volta, sia che si tratti di didattica, ricerca o dottorato, un’ottica, per così dire, di tipo ministeriale, considerando cioè gli indicatori valutati dagli organismi istituzionali MIUR (FFO 7% premiale; programmazione triennale), CNVSU (procedura Nuclei, base informativa per alcuni degli indicatori rilevanti), CIVR (valutazione DELLA RICERCA). A fronte del consolidarsi dei meccanismi premiali di finanziamento, la conoscenza dei pesi attribuiti e delle modalità di costruzione degli indicatori utilizzati dalle istituzioni chiamate a valutare gli Atenei anche in vista della distribuzione delle risorse è infatti necessaria per affrontare qualsiasi scelta strategica.

In relazione al tema della ricerca questa esigenza è, nel caso di Siena, particolarmente urgente non solo a causa della particolare situazione finanziaria, ma anche per la modificazione del quadro normativo, la quale renderà probabilmente difficile per l’Ateneo negli anni a venire mantenere i risultati raggiunti in passato. Infatti, UNISI conseguì ottimi risultati nell’esercizio CIVR 2001-2003, risultati che furono utilizzati dal MIUR per la ripartizione dell’FFO premiale (ricerca) e delle risorse per la programmazione triennale (PRO3). Siena poté così beneficiare di una quota premiale per ricerca assai importante. Si auspicherebbe che tale riconoscimento, nella media degli atenei italiani, potesse continuare anche in futuro.

Nell’esercizio CIVR 2001-2003 la logica della valutazione era basata sull'individuazione e la valutazione dei prodotti di eccellenza di ateneo. Gli ottimi risultati raggiunti da Siena furono il frutto non solo della qualità dei risultati scientifici, ma anche di una scelta intelligente dei prodotti di ricerca da sottoporre a valutazione, che permise il raggiungimento in molte aree di risultati di primario rilievo nazionale. Nella discussione nazionale seguente l’esercizio CIVR, si può considerare condivisa l’idea che una opportuna scelta dei prodotti può mascherare risultati medi non brillanti: fu possibile mettere in vetrina i soli risultati migliori, nascondendo dietro il bancone quelli

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peggiori. Nel caso di Siena, non dimentichiamolo, l’esercizio CIVR documentò che la ricerca migliore nelle varie aree disciplinare non sempre si collocava in posizione preminente a livello nazionale. Nella parte del rapporto contenete gli indicatori bibliometrici di produzione scientifica di qualità, si può vedere chiaramente che l’Ateneo di Siena presenta specializzazioni relative (rispetto all’Italia ed alle altre Università toscane) in un sottoinsieme di campi disciplinari, come è naturale per un Ateneo di piccole dimensioni. A fronte di questo, l’Ateneo di Siena non solo svolge attività di ricerca in (pressoché) tutte le aree CUN, ma offre formazione alla ricerca (dottorati) nella gran parte se non in tutte le aree.

Il prossimo esercizio CIVR VQR 2004-2008 risponde ad una logica sostanzialmente diversa, poiché ha per obiettivo la valutazione della produzione scientifica media degli Atenei, per area scientifica (CUN) e per strutture di ricerca (dipartimenti); e in ultima analisi anche dei singoli ricercatori. Ciascun docente sarà infatti chiamato a presentare due prodotti di ricerca nel quinquennio considerato, che saranno sottoposti a processo di revisione dei pari secondo regole decise dai panel di area. Ogni ricercatore presenterà i suoi prodotti migliori; non è detto che quei prodotti - per usare ancora la metafora precedente - nel precedente esercizio sarebbero andati in vetrina. In più i docenti parzialmente attivi (con 1 solo prodotto di ricerca nel quinquennio) e i docenti inattivi (senza prodotti di ricerca) apporteranno un contributo negativo alla valutazione complessiva.

Sulla base di queste considerazioni il NdV ha ritenuto con questo rapporto di mettere a punto una base conoscitiva utile in vista anche del prossimo esercizio di valutazione, che permetta non solo alcune valutazioni preliminari utili anche nelle procedure di scelta dei prodotti da sottoporre a revisione, ma anche di iniziare la riflessione sull’indirizzo strategico per gli anni a venire.

I primi spunti rilevanti di riflessioni si possono trovare tracciando un quadro dell'andamento dei dati relativi al potenziale di ricerca e ai finanziamenti per la ricerca, utilizzando lo schema a suo tempo proposto dal CIVR, ed estendendo l’analisi all’arco temporale che sarà compreso nel prossimo esercizio di valutazione. I dati, consultabili nel dettaglio nell’apposita sezione di questo sito, rappresentano il contesto all’interno del quale si è svolta l’attività di ricerca nell’Ateneo di Siena nel periodo 2004-2008.

L’elemento più rilevante è il continuo calo nel periodo di interesse del prossimo esercizio di valutazione delle risorse a disposizione per la ricerca nell’Ateneo senese. L'analisi delle entrate per ricerca sul quinquennio mostra, infatti, un calo generalizzato dal 2004 al 2007 (da 13.816.000 a 9.983.000) ripartito su tutte le categorie, comprese le entrate per attività di ricerca in conto terzi (da 4.612.000 a 3.978.000), e una decisa ripresa nel 2008 (14.037.000 entrate totali e 5.779.000 entrate per conto terzi). La composizione interna delle voci di entrata mostra forti disparità e indica che si deve spingere con decisione sulla strada dell'accesso ai finanziamenti UE ma muoversi anche nella direzione dell'accrescimento delle entrate da imprese e da altre amministrazioni pubbliche ed Enti di ricerca. A tutto questo per l'Ateneo di Siena si assomma dal 2007 il taglio dei fondi per i progetti di ricerca interni (PAR), dovuto alle condizioni di bilancio.

Di particolare interesse è il tema delle risorse PRIN. Nel periodo considerato i finanziamenti per la ricerca PRIN a disposizione del sistema universitario italiano nel suo complesso sono decisamente diminuiti. A questo per Siena si aggiungono risultati non brillanti negli anni 2006 e 2007, con una contrazione del finanziamento (e del tasso di successo) superiore a quella registrata a livello nazionale. Solo con il PRIN 2008 (erogato nel 2010, e che quindi non avrà effetti sul prossimo esercizio CIVR) Siena si riallinea con l’andamento nazionale.

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In particolare, nel 2006, quando le risorse messe a disposizione dal MIUR con il PRIN (complessivi € 82.100.000 rispetto ai 130.000.000 dell’anno precedente), che rappresentavano la prima fonte di finanziamento a livello nazionale della ricerca universitaria, si sono contratte bruscamente, Siena vide ridursi fortemente la percentuale di successo dei progetti presentati. Infatti solo il 27% dei progetti presentati fu finanziato; a fronte del 50% del 2005 e al 43% del 2004. La quota di successo di progetti con coordinatore nazionale senese si attestò sul 18%. In totale i progetti finanziati con coordinamento senese furono 9 e le partecipazioni senesi a progetti nazionali 48, contro, rispettivamente i 28 e i 105 dell'anno precedente, per un finanziamento MIUR pari a 1.265.825 e un cofinanziamento di Ateneo pari a 311.593 euro (14.211 pro-capite) a fronte dei 2.826.437 ministeriali e ai 787.480 euro di cofinanziamento del 2005. Addirittura ben 8 aree CUN si collocarono al di sotto della quota di successo del 27%: 02 (Scienze fisiche), 05 (Scienze biologiche), 06 (Scienze mediche), 07 (Scienze agrarie e veterinarie), 08 (Ingegneria civile e Architettura), 09 (Ingegneria industriale e dell'Informazione), 12 (Scienze giuridiche) e 14 (Scienze politiche e sociali).

Grafico 1. Progetti PRIN finanziati nel quinquennio 2004/2008 a livello nazionale e di Ateneo.

PRIN 2004/2008Progetti finanziati

0

200

400

600

800

1000

1200

1400

2004 2005 2006 2007 2008

Dato naz.

Unisi

Fonte: MIUR

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Grafico 2. Finanziamento complessivo PRIN nel quinquennio 2004/2008 a livello nazionale e di Ateneo.

Finanziamento PRIN 2004/2008

0

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

120.000

140.000

160.000

2004 2005 2006 2007 2008

Tot. MIUR

Unisi

Fonte: MIUR

Nel 2007, con una cifra stanziata per il PRIN che risalì a € 98.600.000 complessivi, la percentuale di successo dei progetti presentati scese ancora, al 24%. In totale i progetti finanziati con coordinamento senese furono 18 e le partecipazioni senesi a progetti nazionali 60, per un finanziamento MIUR pari a 1.512.740 e un cofinanziamento di Ateneo pari a 457.291 euro (14.276 euro pro-capite). Al di sotto della soglia di successo media si collocarono 7 aree CUN su 14: 02 (Scienze fisiche), 03 (Scienze chimiche), 04 (Scienze della Terra), 06 (Scienze mediche), 07 (Scienze agrarie e veterinarie), 08 (Ingegneria civile e Architettura), 09 (Ingegneria industriale e dell'Informazione).

Il Prin 2008, per il quale sono stati stanziati 95.034.060 euro, partito con grande ritardo (presentazione delle domande fissata al febbraio 2009) mostra un'inversione di tendenza, con 25 progetti con coordinamento senese finanziati17, +39% rispetto all'anno precedente. Con un finanziamento MIUR pari a 1.512.740 e un cofinanziamento di Ateneo pari a 457.291 euro.

Il MIUR ha utilizzato come uno degli indicatori per la distribuzione dell’FFO premiale la percentuale sul totale dei docenti e ricercatori valutati positivamente nei progetti PRIN 2005-2007, normalizzata rispetto al valore mediano di ogni area CUN. Si tratta cioè di un indicatore che approssima sia la laboriosità media che la qualità media delle proposte di ricerca di Ateneo. Nel triennio considerato, in Ateneo il 38% circa dei docenti ha partecipato con valutazione positiva al PRIN, un dato complessivo buono rispetto agli altri Atenei italiani (nel ranking Siena occupa il posto 16 su 56). Tale quota è però molto variabile per area: dal 62,9% dell’Area 9 (Ingegneria industriale e dell’informazione) si scende fino al 23,6% dell’Area 14 (Scienze politiche e sociali). Questa disparità è spiegata in gran parte dal fatto che aree diverse hanno diversa propensione a partecipare ai bandi PRIN: per alcune aree il finanziamento PRIN è uno dei pochi se non l’unico canale perseguibile, mentre altre discipline hanno accesso a linee di finanziamento dedicate, come ad esempio il VI PQ dell’UE etc..., è quindi utile considerare la performance rispetto alla mediana di area CUN.

17 I dati disponibili al momento della redazione del presente Rapporto si limitano ai soli coordinamenti nazionali.

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Come si può vedere nella tabella sottostante, i dati di Siena mostrano per molte aree CUN valori superiori a quelli mediani di riferimento. I migliori risultati sono quelli di aree presenti con un basso numero di docenti (o8: Ingegneria civile e Architettura, 02: Fisica). Presentano valori superiori di oltre il 10% rispetto alla mediana le aree - elencate in ordine decrescente di risultato - : 09 (Ingegneria industriale e dell’Informazione), 05 (Scienze biologiche), 03 (Scienze chimiche), 12 (Scienze giuridiche) e 13 (Scienze economiche e statistiche). Valori vicini alla mediana sono fatti registrare dalle aree 01 (Scienze matematiche), 06 (Scienze mediche), 11 (Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche). Infine fanno registrare valori inferiori alla mediana le aree 07 (Scienze agrarie; di dimensione trascurabile in Ateneo), 10 (Scienze dell’Antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche) e 14 (Scienze politiche e sociali). Tabella 1. Docenti valutati positivamente nei PRIN 2005-2007.

Fonte: MIUR Questo panorama frastagliato è complicato ulteriormente dalle considerazioni svolte nel quadro di sintesi sulla produttività per dipartimento e area disciplinare, che ha permesso di individuare situazioni locali di scarsa produttività o produttività assente nel periodo di riferimento. Un modo complementare di guardare a questo tema è sintetizzato nel grafico seguente che riporta la distribuzione dei ricercatori dell’università di Siena per numero di pubblicazioni effettuate nel periodo 2004-2008. La fonte dei dati è l’anagrafe della ricerca di Ateneo; nel conteggio sono considerate tutte le pubblicazioni, non solo il sottoinsieme che sarà considerato nel prossimo esercizio CIVR. Sull’asse delle ordinate è misurato il numero di pubblicazioni (di qualsiasi tipo) presenti nell’anagrafe della ricerca relative al periodo; e sull’asse delle ascisse il numero di ricercatori. La forma fortemente asimmetrica della distribuzione è un risultato usuale di esercizi di questo tipo. Resta però il fatto che circa il 10% dei ricercatori dell’Ateneo di Siena, anche al netto di coloro che sono stati immessi in ruolo successivamente al 2008, ha pubblicato nel quinquennio di riferimento meno dei due contributi che saranno richiesti nel prossimo esercizio CIVR.

AreaMedia Docenti 2005-

2007

Media valutati positivamente 2005-

2007Rapporto Valore Mediano

1 41 18 0,447 0,442 13 8 0,6 0,493 58 35 0,606 0,544 33 16 0,48 0,465 135 72 0,535 0,466 254 65 0,256 0,247 3 1 0,2 0,458 4 3 0,833 0,59 41 26 0,629 0,51

10 133 43 0,324 0,3311 108 38 0,351 0,3512 96 31 0,324 0,2813 100 35 0,351 0,3114 24 6 0,236 0,31

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Grafico 3. La distribuzione dei ricercatori di UNISI per numero di pubblicazioni prodotte nel quinquennio 2004-2008.

Numero pubblicazioni

0

20

40

60

80

100

1200 3 6 9

12

15

18

21

24

27

30

33

36

39

42

45

48

51

54

57

60

63

69

74

77

86

119

154

Num

ero

ric

erc

ato

ri

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Il Nucleo di valutazione che ha redatto il rapporto è composto da quattro membri esterni e da due interni: Prof. Marcantonio Catelani (Professore Ordinario presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Firenze), Dott. Fabrizio Fabrini (Membro della Cabina di Regia della CRUI per la valutazione e accreditamento dei corsi di laurea), Prof.ssa Lavinia Merlini Barbaresi (Professore Ordinario presso la Facoltà di Lingue dell'Università degli Studi di Pisa), Prof. Roberto Mirandola (Professore Ordinario presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Pisa), Prof. Gianni Betti (Professore Associato presso la Facoltà di Economia “Richard M. Goodwin” dell’Università degli Studi di Siena), Prof. Alberto Baccini (Professore Ordinario presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Siena), Presidente del Nucleo di Valutazione. La redazione e la pubblicazione on line del Rapporto sono state curate dal Centro Studi di Amministrazione e Controllo.