rappresentativitÀ sindacale aziendale rsa e rsu pro e … · una rappresentanza collettiva -...

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Numero 4 - Dicembre 2014 4 P recedenti articoli su questa rivista hanno informato circa il nuovo regime delle prerogative sindacali, con particolare attenzione sulla corretta fruizione delle diverse tipologie di per- messi sindacali (“aziendali” e “nazio- nali”), così come dettata dall’ultimo CCNQ (contratto collettivo nazionale quadro) sottoscritto in materia dalle Confederazioni sindacali, fra le quali COSMeD, in data 05.05.2014. Da lungo tempo sarebbe intenzione di parte governativa, per il tramite dell’ARAN, addivenire alla presenza delle RSU (Rappresentanze Sindacali Unitarie) in luogo delle RSA (Rappre- sentanze Sindacali Aziendali) anche e in particolare nelle aree III e IV (diri- genza SPTA - dirigenza medica e ve- terinaria) del comparto sanità (stante pure che il contratto del Comparto già da tempo prevede dette RSU). Tuttavia la maggior parte delle OS delle menzionate Aree, tra le quali FVM, che partecipano alla trattativa quadro in quanto ivi rappresentate dalle rispettive Confederazioni cui aderiscono (COSMeD nel caso di FVM), hanno sempre ritenuto utile e opportuno che la dirigenza sanitaria non abbandonasse la propria rappre- sentatività come finora attuata in sede aziendale, dove alle trattative in- tegrative partecipano le RSA delle OS rappresentative a livello nazionale; opponendosi perciò ad ogni tentativo di accordo che portasse alla cancella- zione delle RSA e alle elezioni di una RSU in ogni Amministrazione sanita- ria. Tale “sostituzione” avverrebbe in attuazione del testo proposto dal- l’ARAN, il quale prevede che «Le as- sociazioni sindacali [...] si impegnano a partecipare alla elezione della RSU, rinunciando formalmente ed espres- samente a costituire RSA” e che “Le RSU subentrano alle RSA o alle ana- loghe strutture sindacali esistenti co- munque denominate e ai loro dirigenti nella titolarità dei diritti sin- dacali e dei poteri riguardanti l’eser- cizio delle competenze contrattuali ad esse spettanti […]». Le Confederazioni CGIL, CISL e UIL hanno manifestato una posizione fa- vorevole alla nascita delle RSU nelle aree della dirigenza sanitaria, contro l’opinione e la posizione delle altre Confederazioni (fra le quali CO- SMeD), forse anche nella considera- zione che il mancato accordo in tal senso a livello nazionale determina, per espressa previsione del CCNQ 5/5/2014, il congelamento non solo di una quota pari a un terzo dei permessi sindacali disponibili a livello aziendale (destinabili infatti solo alle RSU, dei quali le OS/RSA non potrebbero co- munque beneficiare), ma anche una quota non irrilevante di permessi e di- stacchi propri del livello nazionale, che andrebbero invero - invece e in specie - a beneficio principalmente delle Confederazioni appunto favore- voli, che sono, peraltro, quelle che hanno sofferto maggiormente l’appli- cazione delle riduzioni dettate dal re- cente Decreto-Legge 90/2014 art. 7 (conv. Legge 114/2014 - dimezza- mento di permessi e distacchi). Ragioni dell'inidoneità delle RSU nelle aree della dirigenza sanitaria del SSN RSA e RSU PRO e CONTRO RAPPRESENTATIVITÀ SINDACALE AZIENDALE Pierluigi Ugolini, Mauro Gnaccarini*

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Page 1: RAPPRESENTATIVITÀ SINDACALE AZIENDALE RSA e RSU PRO e … · una rappresentanza collettiva - inopi-natamente definita “unitaria” (vd. sotto), eleggibile da un elettorato at-tivo

Numero 4 - Dicembre 2014

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Precedenti articoli su questa rivistahanno informato circa il nuovoregime delle prerogative sindacali,

con particolare attenzione sulla correttafruizione delle diverse tipologie di per-messi sindacali (“aziendali” e “nazio-nali”), così come dettata dall’ultimoCCNQ (contratto collettivo nazionalequadro) sottoscritto in materia dalleConfederazioni sindacali, fra le qualiCOSMeD, in data 05.05.2014.Da lungo tempo sarebbe intenzione diparte governativa, per il tramitedell’ARAN, addivenire alla presenzadelle RSU (Rappresentanze SindacaliUnitarie) in luogo delle RSA (Rappre-sentanze Sindacali Aziendali) anche ein particolare nelle aree III e IV (diri-genza SPTA - dirigenza medica e ve-terinaria) del comparto sanità (stantepure che il contratto del Compartogià da tempo prevede dette RSU).Tuttavia la maggior parte delle OSdelle menzionate Aree, tra le qualiFVM, che partecipano alla trattativaquadro in quanto ivi rappresentatedalle rispettive Confederazioni cuiaderiscono (COSMeD nel caso diFVM), hanno sempre ritenuto utile eopportuno che la dirigenza sanitarianon abbandonasse la propria rappre-sentatività come finora attuata insede aziendale, dove alle trattative in-tegrative partecipano le RSA delle OSrappresentative a livello nazionale;opponendosi perciò ad ogni tentativodi accordo che portasse alla cancella-zione delle RSA e alle elezioni di unaRSU in ogni Amministrazione sanita-ria. Tale “sostituzione” avverrebbe in

attuazione del testo proposto dal-l’ARAN, il quale prevede che «Le as-sociazioni sindacali [...] si impegnanoa partecipare alla elezione della RSU,rinunciando formalmente ed espres-samente a costituire RSA” e che “LeRSU subentrano alle RSA o alle ana-loghe strutture sindacali esistenti co-munque denominate e ai lorodirigenti nella titolarità dei diritti sin-dacali e dei poteri riguardanti l’eser-cizio delle competenze contrattuali adesse spettanti […]».Le Confederazioni CGIL, CISL e UILhanno manifestato una posizione fa-vorevole alla nascita delle RSU nellearee della dirigenza sanitaria, control’opinione e la posizione delle altreConfederazioni (fra le quali CO-SMeD), forse anche nella considera-zione che il mancato accordo in talsenso a livello nazionale determina,per espressa previsione del CCNQ5/5/2014, il congelamento non solo diuna quota pari a un terzo dei permessisindacali disponibili a livello aziendale(destinabili infatti solo alle RSU, deiquali le OS/RSA non potrebbero co-munque beneficiare), ma anche unaquota non irrilevante di permessi e di-stacchi propri del livello nazionale,che andrebbero invero - invece e inspecie - a beneficio principalmentedelle Confederazioni appunto favore-voli, che sono, peraltro, quelle chehanno sofferto maggiormente l’appli-cazione delle riduzioni dettate dal re-cente Decreto-Legge 90/2014 art. 7(conv. Legge 114/2014 - dimezza-mento di permessi e distacchi).

Ragioni dell'inidoneità delle RSU nelle aree

della dirigenza sanitaria del SSN

RSA e RSUPRO e CONTRO

RAPPRESENTATIVITÀ SINDACALE AZIENDALE

Pierluigi Ugolini, Mauro Gnaccarini*

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Non può non vedersi il difficile mo-mento che vivono le organizzazioni sin-dacali, specie quelle della dirigenzamedica e veterinaria, nell’esercitare leproprie prerogative sindacali presso leAmministrazioni sanitarie in sede lo-cale, dove troppo spesso viene attuatauna sostanziale delegittimazione pregiu-diziale dei sindacati stessi, particolar-mente ove la rappresentatività di unaOS non abbia il “peso necessario”; sic-ché riteniamo opportuno venga com-preso per quale ragione debbacontinuare a trovare opposizione laprospettiva di un’eventuale raggiungi-mento di un accordo finalizzato alla so-stituzione delle RSA con le RSU;attraverso un sintetico esame dellenuove regole del gioco che verrebbero adeterminarsi, così che possano anche eda subito essere comprese le opportuneazioni da intraprendere a livello localequalora detto accordo dovesse comun-que trovare valida sottoscrizione nono-stante la nostra contrarietà. Quanto segue fa riferimento alle ipotesiconcretamente formulate dall’ARAN -anche - per la dirigenza medica e vete-rinaria. Il testo come sopra propostoper la sostituzione delle RSA con leRSU, prevede, infatti, e altresì che:1) ogni associazione sindacale, com-

prese organizzazioni anche non (!!)rappresentative a livello nazionale,ma che semplicemente abbiano ade-rito al CCNQ, possa presentare unapropria lista di candidati alla RSU edebba farlo singolarmente;

2) l’elettorato passivo, in termini di nu-mero dei soggetti componenti la RSU(seggi attribuibili), venga definito infunzione della numerosità della cate-goria rappresentata (a titolo mera-mente esemplificativo e ipotetico,una decina di soggetti per ASL cheavessero in organico 500-1000 diri-genti medici e veterinari);

3) l’elettorato attivo risulti composto datutti (!!) i lavoratori della categoriarappresentata dalla nascente RSU,dunque non solo più dagli iscritti alleOS che oggi, in quanto appartenentia una organizzazione rappresentativaa livello nazionale, in seno alla stessaeleggono la propria RSA;

4) alla costituzione delle RSU si pro-ceda mediante elezione a suffragiouniversale e a voto segreto con il me-todo proporzionale tra liste concor-renti;

5) al tavolo della trattativa integrativaaziendale vada poi a sedere la RSU,ancorché insieme ai rappresentantidi ciascuna delle OS rappresentativea livello nazionale, i quali, però, agi-rebbero non più quale RSA (rinun-ciata e disciolta), ma quale“terminale locale” della OS rappre-sentata.

Dal quadro sopra descritto appare su-bito chiara la delegittimazione, cheverrebbe operata dalle RSU, nei con-fronti della rappresentatività sindacaleintesa come democratica espressionedi chi espone una delega fiduciariapersonale a una organizzazione speci-fica, che il delegante ritiene in gradodi meglio rappresentare le istanzedello stesso; delega che difatti presup-pone anche la possibile sfiducia indi-viduale (cancellazione ed eventualedelega ad altra OS) e/o collettiva (ri-mozione e sostituzione della RSA) in

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ogni momento. Con le RSU detto mec-canismo rappresentativo verrebbe so-stituito con l’elezione, soloapparentemente più democratica, diuna rappresentanza collettiva - inopi-natamente definita “unitaria” (vd.sotto), eleggibile da un elettorato at-tivo la cui responsabilizzazione indivi-duale non è più richiesta, nelle personedi un elettorato passivo accreditabileanche da chi non abbia alcuna rappre-sentatività nel Paese. La rimozione deirappresentanti eventualmente dimo-stratisi “incapaci”, “inidonei” o sem-plicemente “inattendibili” diverrebbeinfine sostanzialmente impossibile nel-l’arco di tutto il mandato che si pre-vede di durata triennale.Deve poi essere valutato come qualsi-voglia amministrazione, al menzio-nato tavolo come nella discussione diqualsivoglia problema, in sede anchedi informazione e/o consultazione,verrebbe “portata a dare maggiorecredito” alla RSU rispetto ai “merirappresentanti” delle OS di categoria(seppure queste siano rappresentativea livello nazionale e abbiano esse solela prerogativa contrattuale più alta),stante l’abbaglio determinato dall’ele-zione collettiva che, già è noto, in-duce a ritenere - erroneamente perquanto anche, e non solo, qui si argo-menta - le RSU organismo megliorappresentativo delle istanze della ca-tegoria che le ha elette.Del resto, sia il meccanismo elettorale(la “legge elettorale” del caso) comeprevisto nelle proposte avanzate, siala regola per cui la RSU si dovrebbe

esprimere attraverso un solo porta-voce, dopo aver trovato al suo in-terno, su qualsivoglia questione, unaposizione unitaria ovvero assunta amaggioranza, pongono in ulteriorechiara evidenza che: da un lato le or-ganizzazioni minoritarie avrebberopossibilità vicine al nulla di far valereo perlomeno ascoltare le proprieistanze, in spregio alla tutela delle mi-noranze che dovrebbe costituire unodei principali valori di una sana de-mocrazia; dall’altro non potrannonon emergere insanabili situazioni dicontrasto interno alla stessa RSU,come ampiamente verificatosi nei set-tori in cui già esistono da tempo, inesito alle quali viene e verrebbe im-mediatamente vanificata ogni credibi-lità e capacità di interlocuzionepolitico-sindacale della stessa RSUcon l’amministrazione datoriale.Quanto all’autorevolezza dei sinda-cati di categoria a livello aziendale, inpresenza delle RSU cresce facilmentela tentazione di sottoporre a perico-losi meccanismi referendari preven-tivi l’operato dei rappresentanti edelle organizzazioni sindacali azien-dali; in esito ai quali risulta comun-que e sempre perniciosamente minatala complessiva attendibilità dei sinda-cati stessi. Mentre la prerogativa re-ferendaria avrebbe ragion d’essereutilizzata quale strumento di verificaex post in caso di accordi sottoscrittidalle RSU; i quali, invece e tuttavia,apparissero non condivisi dalla mag-gioranza dei dipendenti della catego-ria rappresentata.

Gli aspetti negativi delle RSU sopra in-dicati in estrema sintesi per opportunasemplificazione, potranno pure risultaremarginali in taluni comparti e situa-zioni; ma chi lavora nei servizi sanitarie, come noi, ne conosce le intime e pe-culiari caratteristiche, capirà certoquanto invece verrebbero ulteriormenteesaltate le summenzionate negativitàladdove venisse meno l’attuale rappre-sentatività delle RSA, considerate le pe-culiari professionalità espresse dalladirigenza del SSN; che costituisconouna ricchezza per la sanità pubblica delnostro Paese, ma le cui istanze non po-trebbero trovare diversamente adeguataproposizione, non comunque nelle sum-menzionate RSU.In conclusione, la dialettica sindacaleche a livello aziendale rimane ancorapossibile oltre che auspicabile, nono-stante e dopo gli sventurati interventicompressivi esercitati da più Governi,incapaci di comprendere il valore deldialogo, specie in sede locale, rischiadi essere spazzata via nella maggiorparte delle amministrazioni, in parti-colare nel contesto della dirigenzamedica e sanitaria, dall’eventuale na-scita delle RSU. Ma, tutto quanto sopra considerato deveindurci, ferma l’opposizione attuale, adacquisire comunque dimestichezza, au-spicando che rimanga “virtuale”, con leregole di un gioco che non vorremmogiocare; affinché, qualora ciò fosse datoe nonostante le difficoltà, si possa co-munque “tenere il passo”.

*Segreteria Nazionale

Il Consiglio direttivo della COSMeD haratificato l’adesione di due nuove Or-ganizzazioni sindacali: l’AAROI-EMAC

(Anestesisti e rianimatori-Emergenza areacritica) e la DIRER (Federazione nazionaledei dirigenti e dei quadri direttivi delle Re-gioni).Nei mesi scorsi alle sigle già aderenti(ANAAO ASSOMED – FVM – ANMI AS-

SOMED SIVEMP - FPM e SIDIRSS e la So-cietà Scientifica degli Ingegneri clinici) siera aggiunta la FEDIR SANITÀ.COSMeD rafforza il suo ruolo di princi-pale Confederazione della Dirigenza delpubblico impiego rappresentativa nonsolo all’interno del SSN (Area III e IV), maanche in altre aree di contrattazione qualii Ministeri (Area I), le Regioni ed Enti Lo-

cali (Area II), Enti Pubblici non economici(Area IV). COSMeD è pertanto presente in 5 areecontrattuali su 8. Con oltre 35.000 diri-genti iscritti, circa il 37% della dirigenzasindacalizzata, la COSMeD si candida arappresentare, con maggior forza, leistanze della totalità del lavoro dirigen-ziale pubblico.

La COSMeD si rafforza con nuove adesioni

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