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Ufficio stampa Rassegna stampa domenica 11 novembre 2012 Pagina 1 di 104

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Ufficio stampa

Rassegna stampadomenica 11 novembre 2012

Pagina 1 di 104

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Il Resto del Carlino Ravenna

Corriere Romagna Ravenna

La Voce di Romagna Ravenna

INDICE

Prima pagina11/11/12 Prima pagina 6

Le ultime foto, poi la caduta dal quarto piano11/11/12 Cronaca 7

«Non togliete il disegno agli aspiranti geometri»11/11/12 Istruzione 8

Il consiglio vota no alla fusione «Classico privilegiato? Falsità»11/11/12 Istruzione 9

«Puntiamo su Lido Adriano»11/11/12 Istruzione 10

«Via le bancarelle? Sarebbe un boomerang»11/11/12 Cronaca 11

«In centro è bello, ma in periferia ci sono più parcheggi per i clienti»11/11/12 Cronaca 12

Influenza, disponibili meno vaccini11/11/12 Sanità e Politiche sociali 13

Nasce il ‘Comitato azzurro del ’94’ in vista delle primarie del Pdl11/11/12 Politica 14

Fondi in arrivo dalla Regione Faenza penalizzata dai debiti11/11/12 Economia e Territorio 15

Melomanida tutto ilmondoper il Rigoletto11/11/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 16

Prima pagina11/11/12 Prima pagina 18

Caduta mortale dal quarto piano11/11/12 Cronaca 19

Operaio ferito scaricato davanti all’ospedale11/11/12 Cronaca 20

Protesta dei precari contro i nuovi tagli11/11/12 Economia e Territorio, Lavoro 21

«La fusione degli istituti va ancora discussa»11/11/12 Istruzione 22

Zampa: «Per Errani un ruolo nel governo»11/11/12 Politica 23

Il Comune spera in un decimo istituto comprensivo11/11/12 Istruzione 24

RavennAntica: speciale weekend11/11/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 25

Gran finale alla festa del Sangiovese11/11/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 26

Melucci: «No alla rottamazione degli alberghi»11/11/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 27

Matinée domenicale alla sala Corelli con un insolito duo chitarra e violoncello11/11/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 28

Pantani, il mito rivive con le Albe11/11/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 29

Prima pagina11/11/12 Prima pagina 30

Cade dal balcone e muore11/11/12 Cronaca 31

50&PIÙ - CONFCOMMERCIO11/11/12 Economia e Territorio 32

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Corriere della Sera

Il Resto del Carlino

Una centrale eolica oshore a Ravenna?11/11/12 Ambiente 33

Torna la “fede” in Forza Italia Nasce Comitato Azzurri del ’9411/11/12 Politica 34

PILLOLE DI ECONOMIA11/11/12 Economia e Territorio 35

‘Sconcertante la fusione fra istituti’11/11/12 Istruzione 36

Presentato “Calimero”, il primo giornale degli studenti universitari ravennati11/11/12 Istruzione 37

Taglio dei posti letto negli ospedali “Che cosa accadrà in Provincia?”11/11/12 Sanità e Politiche sociali 38

“Niente tagli alla scuola”11/11/12 Istruzione 39

E la maggioranza torna a dividersi11/11/12 Istruzione 40

Va al chiosco ravennate “Cupido” la 4ª “Piadina d’Oro di Romagna”11/11/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 41

Bagnari guida gli enti locali11/11/12 Economia e Territorio 42

delrio masini expo cna ecipar basilea cavriago asmn asl ausl unioncamere cciaa conciliazione unionapiforestale avvelenamento acer unimore tomasi parma fer alfonsine fusignano bagnara conselice cotignolalugo bagnacavallo pagani carpi confindustria marcegaglia bulbi cesenatico cisl anzola solieracampogalliano novi formigine fiorano sassuolo camposanto cavezzo concordia finale medolla mirandolapanaro possidonio prospero rangone castelvetro manaro savignano spilamberto vignola zocca legacoopcgil collecchio mantova sermide moglia anzola artusi forlimpopoli cofiter aeroporto aeroporti Enac Ryanairpersiceto bertoldo sea adr save sacbo gesac scalo rtp hera aimag enia a2a iride lgh aem asm astemcogeme meridiana eurofly enoteca lambrusco sangiovese roda sodano bologna consorzio urber bonificaoasi fotovoltaico acqua acquedotto diga canale canali suolo frana frane fiume fiumi torrente ecomuseonutrie metano pederzoli sostenibile galleria ferrari drake masini sabattini zappaterra giangrandi casadioguidarello fava termodinamica sleddog arcispedale asl ausl asmn aven legacoop federcoop cesvipworkopp cottignoli solaroli international school schools internazionale bilingue inglese didatticoHenderson american louis british institute shenker wall oxford english kids rabboni auto roncaraticispadana cispadano frantoio mic ceramica ceramiche rivola roncarati powered adristorical adrimobslowtourism e-health climaparks irh-med bicy wico be-natur unci ancos ebuc confcooperative agcilegacoop cooperativa cooperative seta brunini mar mosaico mosaici unci ancos ebuc confcooperativeagci legacoop sviluppo passera felino why magistris obiettivo saladino alcisa ravenna mar loggetta cidmzinzani vini albana trebbiano pagadebit cagnina frascari ermi sciolette malvasia gutturnio ortrugo eliceofortana pellicciardi gianfedele fondazione fondazioni assicurazioni assicurazione insurance assuranceunipol allianz toro ina zurich zuritel assimoco unicredit unitea electrotea seta actm act tep tempi tper tilautolinee mps slow birdwatching cinemadivino alimos frutta modena policlinico insurance assurancetrenord atm gtt ataf atac tper cgil CGIL FLC filt filcams spi volabo associazionismo funaioli fiom martinicrock ishikawa fidindustria volta broker brokers nyman mercelli pescara sebastiani stroppa four fouroneippodromo samsung sound silenzio poesia poesiafestival fruitylife faentina siderurgia acciaio ferroacciaierie yellow coil lamiere gru cauvin steelmet ruukki steel a.n.i.m.a. thyssen thyssenkrupp palfingersacmi danieli com.bo farete unindustria trivago stoccaggio erg rivara storage independent cispadanametano idrocarburi bruna fracking carbone ribolla cbm stoccaggio cornelia ccs nash bencini camstd'orsogna poinstic shopstic alimos banca mengoli vacchi fiorentini cariplo f2i ttv polaris invest fondamentamicrocredito microfinanza guzzetti11/11/12 Pubblica Amministrazione 43

Bersani avverte Casini: premio al 10% o salta tutto11/11/12 Politica Nazionale 44

La battaglia del lodo11/11/12 Politica Nazionale 45

Berlusconi resiste. I fedelissimi: torni11/11/12 Politica Nazionale 46

Dall'Emilia un segnale a Grillo Favia il ribelle conquista il Movimento11/11/12 Politica Nazionale 48

Il professore e la fine della legislatura: se servisse resterei11/11/12 Politica Nazionale 50

Le statistiche? Serve un garante11/11/12 Politica Nazionale 51

Scuola, Profumo ai prof L'orario non aumenterà11/11/12 Istruzione 52

Il cardinale e il sisma: i fedeli senza le chiese11/11/12 Edilizia e Infrastrutture 53

PER CHI VOTARE11/11/12 Politica Nazionale 54

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Il Sole 24 Ore

La Repubblica

La Stampa

Nòva

«In Parlamento l’onestà non basta Regole scritte per tagliarmi fuori»11/11/12 Politica Nazionale 55

Rimborsi spese e abusi edilizi Parlamentari col vizio dell’illecito11/11/12 Politica Nazionale 57

Il governo: no all’aumento delle ore a scuola Maprof e studenti scendono in piazza11/11/12 Istruzione, Lavoro 58

Il Professore insiste: «Se serve, resto»11/11/12 Politica Nazionale 59

Ecco la scuola sprint della solidarietà11/11/12 Edilizia e Infrastrutture, Pubblica Amministrazione 60

STRETTA PIU' SOFT SUGLI ACQUISTI DI MOBILI E ARREDI NELLA PA11/11/12 Pubblica Amministrazione 61

INDENNITA' DIMEZZATE AI CONSIGLIERI REGIONALI11/11/12 Pubblica Amministrazione, Politica Nazionale 62

SFORBICIATA ALLA BUONUSCITA LIMATO ANCHE IL PERSONALE11/11/12 Pubblica Amministrazione, Politica Nazionale 65

GIOVANNINI: «I NUMERI SENTINELLA DEL FARE POLITICA»11/11/12 Politica Nazionale 66

EMILIA, LA PROTESTA DELLE IMPRESE11/11/12 Lavoro, Pubblica Amministrazione, Economia Nazionale 67

Per le risorse Ue la decisione arriva martedì11/11/12 Lavoro, Pubblica Amministrazione, Economia Nazionale 69

DOMENICA: CULTURA, EMERGENZA DEL PAESE11/11/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 70

DOMENICA: I rischi della museificazione11/11/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 71

DOMENICA: RIVITALIZZARE UNA RISORSA SPRECATA11/11/12 Turismo, Cultura, Spettacoli 72

QUANTO VALE LA LUCE IN FONDO AL TUNNEL11/11/12 Economia Nazionale, Politica Nazionale 73

PERCHÉ I TECNICI SERVONO ALLA POLITICA11/11/12 Economia Nazionale, Politica Nazionale 75

Legge elettorale, duello Bersani-Casini “Morirai di tattica”. “Non siamo sudditi”11/11/12 Politica Nazionale 77

“Senza bonus governabilità salto nel buio”11/11/12 Politica Nazionale 78

Monti: se serve, posso continuare sconfiggere evasione e nepotismo11/11/12 Politica Nazionale 79

Stime dei democratici: quota 316 impossibile “Pier non vuole vincitori, si voterà due volte”11/11/12 Politica Nazionale 80

“Via dal tavolo i veti sui dettagli chi resiste vuol tenersi il Porcellum”11/11/12 Politica Nazionale 81

Nuovo paracadute per gli esodati Pd e Pdl: “Giù le tasse nel 2013”11/11/12 Economia Nazionale 83

LA VIA DEL PRESIDENZIALISMO11/11/12 Politica Nazionale 84

L’avventura dei tecnici tra rigore, lacrime e gaffe11/11/12 Economia Nazionale, Politica Nazionale 86

Crosetto: “Corro alle primarie Con Alfano gente senza futuro”11/11/12 Politica Nazionale 88

Il segretario vola in Europa in cerca dell’investitura del Ppe11/11/12 Politica Nazionale 90

Bersani: “Casini e il Monti bis? Col pareggio si torna a votare”11/11/12 Politica Nazionale 91

L’arcivescovo: “Senza chiese dopo il sisma”11/11/12 Edilizia e Infrastrutture 93

LA SMART CITY NASCE DALLA VISIONE11/11/12 Economia Nazionale 94

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Unità Troppa austerità poca concertazione11/11/12 Politica Nazionale 97

Il Paese commissariato ha ritrovato credibilità11/11/12 Politica Nazionale 98

Emilia, Grillo sconfitto dai «ribelli»11/11/12 Politica Nazionale 99

Boom dei «morosi», specie al Nord11/11/12 Sanità e Politiche sociali 100

Milioni di abitazioni invendute, eppure si costruisce ancora11/11/12 Edilizia e Infrastrutture 102

«Stiamo senza riscaldamento, ma i soldi non bastano lo stesso»11/11/12 Sanità e Politiche sociali 104

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11/11/2012 press unE il Resto del Carlino

RAVENNA Direttore Responsabile: Giovanni Morandi

Periodicità: Quotidiano Tiratura: n.d.

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www.ltrestodelcarlino.ltiravenna Domenica 11 novembre 2012

cronaca.ravennaCg)itcadino.net

[email protected]

Redazione: via Salare 40, 48100 Ravenna - 'rei. 0544'249611 Fax 0544 39019 m m m m Pubblicità: S.P.E. - Ravenna L.B. Alberti, 60 -

0544 278065/ Fax 0544 270457

IL COMMENTO ■.3333.C.3: 83 3:3:33 3330, 33 3 8 3 ,..3.,333.3C33 8-33,0 o

di ANDREA DECIDI

ETERNAMENTE CONNESSI ‘D' NTERNET può cambiarti lue

vita. l n meglio. ;140 t/077. sempre. Perché se esiste,

igine, la dipendenza dal gioco, esiste pure la

nza Web, un i Colp,,sce

*utti, politici con/presi. (°e'l'esempio estreMizzato di &Gole ,Ilassari, mitologii 3'3J7

presidente del consiglio mu conale di Cervi(' che

ilifimdera l'operato della (Sua) giunta liSaMt) .44a la mania ormai tracitnEznie. Genera perdite di tempo, psicodraMMi, polemiche ridicole (ricordale la ffintimqica querelle Amcarani-Mouti pii,- 1. sc(upe di ques t' ultima'e9 e denunce. A volte, a incontri pubblici, c'è chi Sito)'? /010 suo di..,:-;e0r,s,etto, poi passa Io parola ad a07: si isola mentalmente e subito Si e •00/1011',con quitlehe diiwoleria portatile riprendendo il b(miburdamenio: «Cosafiii?», «Done sei?», tue, posto subito 111M fMCL (addio. che ansia, Ma qgesto è il meno, C'é lo usa f.M :te rali,ola di srogg tanto torto Thisce Errore, Intern m el é coe il mare: pieno di ineraeiglie. nia a ench di spazzatura (Jle prima ()poi dovrai pulire. Peccato: Facebdok sarebbe IMU Meraviglia s

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Le primarie del Pdi

Co lato degli ex di Forza Italia e: A pagina 11

Cervia

Ordinanza spiagge, ricorso a Napolitano 2.4 c

Ravenna Festival

La passione per l'opera valica i con%

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L'influenza in arrivo

Quest'anno saranno disponibili meno vaccini u A pagina 9

DOSI Saranno solo 56roila contro le 76rnila richieste

Scuota

Il consiglio d'istituto del Morigia-Perdisa boccia la fusione

A pagina 4-5

:a In Nazionale a pagina 29

LE NOSTRE INIZIATIVE COME ERAVAMO

L'AMARCORD DEI LETTORI a A pagina 35

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11/11/2012 press une il Resto del Carlino

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PURTR MARINA TERME DOVEVA VENDERE L'HOTEL ELITE, CHIUSO DA ANNI

Le ultime foto, poi la caduta dal quarto piano Morto limmobiliarista Marcello Ridolfi. Salito su una sedia, è precipitato nel -vuoto

E' CADUTO da un balcone dell'albergo che aveva 'in carico' per la vendita. Un volo di circa 12 metri che non gli ha lasciato scam-po. Questa la sintesi della sciagu-ra sul lavoro avvenuta ieri a Pun-ta Marina Terme: la vittima è Marcello Ridolfi di 56 anni, resi-dente a Gatte° Mare in via Paisiel-lo, titolare dell'agenzia immobilia-re 'Roma' a Cesenatico. Lascia la moglie e un figlio. Tutto è accadu-to poco prima delle 12.45 in via della Fontana, dove sorge l'hotel Elite, un 'due stelle' chiuso da an-ni, per il quale l'agenzia immobi-liare aveva ricevuto incarico di vendita. Oltre al pianterreno, il fabbricato — proprio accanto al bar sala giochi 'Lo zodiaco 2' — conta quattro piani di camere. Da-to che in passato, per un certo pe-riodo, vi si erano intrufolati

senzatetto, la proprietà aveva provveduto a chiudere tutte le ser-rande e a murare letteralmente gli accessi sia al pianterreno che al primo piano. Non si sa con esattezza quando Marcello Ridolfi sia arrivato a Punta Marina Terme, La sua au-to, un'Audi A6, è stata ritrovata parcheggiata davanti all'albergo. Con le chiavi in dotazione, Ridol-fi è entrato, probabilmente ha pre-so misure, poi si è dedicato a scat-tare alcune fotografie che sarebbe-ro servite a pubblicizzare meglio la vendita dell'immobile. La dina-

mica dei fatti è rimasta fissata pro-prio nelle ultime immagini. L'im-mobiliarista ha raggiunto un bal-concino al quarto piano, vicino al-la ringhiera è salito su una sedia — vi sono rimaste le impronte delle suole delle scarpe — e ha scattato diverse foto. Le ultime, stando a quanto risulta, le ha dedi-cate a panoramiche della pineta e del mare, visibile da quell'altezza. Poi Rid.olfi ha perso l'equilibrio, oppure è stato colto da un malore, e, non avendo nulla cui tenersi, è precipitato davanti all'hotel.

RISULTA che i primi ad accorre-re siano stati due ciclisti, fermi in via della Fontana in seguito a un'avaria di uno dei mezzi. Così è partita la richiesta di soccorsi alla centrale operativa del 118, che ha allenato un'ambulanza e il medi-co. Marcello Ridolfi però era già morto. Sono intervenuti i carabi-nieri della stazione di Marina di Ravenna, guidati dal luogotenen-te Antonino Miserendino, che hanno effettuato gli accertamenti assieme ai tecnici Ausl di Medici-na del lavoro e una pattuglia della Polizia municipale. Una sedia è stata rinvenuta anche su un altro balconcino ed è quindi probabile che in precedenza Ridolfi avesse scattato qualche foto da quella po-sizione. Al termine degli accerta-menti, il corpo è stato recuperato dal personale di Azimut e traspor-tato all'obitorio di Ravenna.

I PRECEDENTI

MORTI

R numero di vittime sul Lavoro in provincia dall'inizio dei 2012, i dati inait dicono che it settore con La mortalità più etevata L'edilizia; seguono i t rasport i

trasportare toeavre e e ru,

portato all'obitorio di igaVenría

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RILIEVI Ridolfi è caduto mentre scattava foto su una sedia (indicata dalla freccia) che sarebbero

poi servite per pubblicizzare la vendita dell'hotel. Inutile l'intervento del 118 (foto Zani)

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TRAGEDEA Il corpo di

Marcello Ridolfi davanti all'hotel

Eike, su via della Fontana.

A dare l'allarme a 1 18

e carabinieri sono sfati due

ciclisti

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DUE NODI

11/11/2012 press LinE il Resto del Carlino

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«Non togliete il disegno agli aspiranti geometri» Il presidente del Collegio polemico con la Provincia

MORIGIA E PERDISA

ISCRITTI

La riorganizzazione degli istituti superiori indica una soglia minima di 600 allievi per mantenere ['autonomia. li tetto potrebbe essere rivisto nsede.dt.confronto---

«MI AUGURO che la Provincia non compia passi avventati». Da-niele Ugolini, presidente del Col-legio dei geometri e dei geometri laureati di Ravenna, è sconcertato per la decisione di fondere gli isti-tuti aggregati Morigia e Perdisa con l'Itis Baldini dal prossimo an-no scolastico. Un processo che sa-rebbe accompagnato dal trasferi-mento del Morigia all'Agrario che priverebbe i futuri geometri di alcuni dei laboratori più spedii-

ci. E questo, per Ugolini, è un gra-ve errore. «Non è possibile priva-re gli studenti di laboratori idonei a consentire loro il miglior ap-prendimento possibile di una tec-nica di lavoro fondamentale per svolgere la nostra professione, disegno geometrico appunto. Ed. è incredibile rendersi conto — an-nota — di come si conosca poco la realtà di quella scuola e, più in generale, di questa professione. Gli strumenti tecnici, come il computer, sono validissimi per

consentire una maggiore rapidità di esecuzione, ma se non si sono prima apprese le regole fonda-mentali di come si realizza un pro-getto 'a mano', è praticamente im-possibile riuscire a eseguirlo subi-to in forma digitale».

IL COLLEGIO dei geometri, dunque «è solidale con gli inse-gnanti e il personale dell'Istituto Camillo Morigia — conclude Da-niele Ugolini — ne condivide la protesta e li sostiene».

Gli istituti aggregati Morigia (geometri) e Perdisa (agrario) si dovrebbero accorpare at Baidini in super istituto tecnico

futuri geometri' si dovrebbero spostare in via dell'Agricoltura, andando ad occupare te cute che ospitano Scienze ambientati Pagina 4

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L'ASSEMBLEA 0pPRRCARk:ufigm:

A:PRECARI dèlUtdida:scno in attesa. Ieri hanno manifestato e :<iì queste

la

decisione Ogg commissione Lanrio. sì saprà s- le ore d lavoro d-i docenti passeranno da 18 a 2t : sarebbe una vera tragedia per tutti i precar i op tm-die e superiori». precari ravennati chiameranno decenti e ata in assemblea.

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11/11/2012 press unE il Resto del Carlino

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Il consiglio vota no alla fusione «Classico privilegiato? Falsità» La preside di Alighieri e Morigia-Perdisa fa il punto PATRIZIA Ravagli quest'anno guida, come dirigente, l'Alighieri con tutti i suoi indirizzi e, da reg-gente, il Morigia-Perdisa, ossia Geometri e Agrario. Istituti al cen-tro di un dibattito molto 'caldo' .

Preside RePiC1 li venerdì c'è stato il consiho d'Istituto del Mar ki-Perdisa. Cosa è sta- to deciso?

«Il consiglio si è espresso e ha vo-tato a maggioranza contro la fusio-ne tra Morigia-Perclisa e Itis Bal-dirti».

Era presente anche qualche rappresentante della Provin-cia all'incontro?

«Sì, oltre a un dirigente era pre-sente l'assessore alla Scuola Eleo-nora Proni che ha annunciato ai docenti la possibilità di far ,slitta-re la fusione di un anno. E una possibilità che pare possa essere concessa dalle decisioni della con-fèrenza Stato-Regioni».

Lei cosa ne pensa? «Siccome sembra che effettiva- mente esista la possibilità di salva- re un'autonomia scolastica, non

PATRIZIA RAVAGLI DIRIGENTE

Le accuse di privilegi al Classico sono infondate Siamo l'unico istituto con ben due succursali

solo qui a Ravenna, ma in tutta la regione, ben venga».

Parlando invece di accorpa-menti, argomento al centro di polerraiale in questi giorni anche se non collegato con la fusione dell'Itis Baldini, lei vie-ne 'tirata in ballo' in quanto dirigente dell'Alighieri. In una nota il Movimento 5 Rei-

le si dichiara contrario alpro-getto di accorpamento da Ge-ometri e Agrario 'per far po-sto al pur prestigiosissimo Li-ceo Classico, in ascesa per nu-mero di iscritti ma certamen-te bisognoso di un numero de-cisamente più ridotto di labo-ratori e di attrezzature'. E co-sì?

«Basta guardare quest'anno per ca-pire come il Classico non sia la scuola 'privilegiata'. Siamo l'uni-co istituto cha ha due succursali: tre classi del Classico sono state ospitate in affitto nel seminario di via Oberdan, cinque al'Itis».

Come sono le aule? «Nel seminario di via Oberdan non abbiamo la connessione a in-ternet oggi importante per un isti-tuto superiore, non c'è la palestra e non ci sono i laboratori. Anche ai ragazzi del liceo Classico sono necessari laboratori informatici, linguistici, di chimica e fisica per portare avanti progetti di studio. Come si può ben vedere tutti que-sti privilegi del Classico io non so proprio dove siano».

L sani,

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ST:TUT: BAKKAU

«Puntiamo su Lido Adriano»

È STATA approvata nella giunta di martedì 6 novembre la delibera sul nuovo piano di rior-ganizzazione della rete scolasti-ca che ribadisce la volontà e la necessità di riorganizzare l'offer-ta formativa territoriale in Istitu-ti comprensivi. L'assessora all'infanzia e istruzione Ouidad Bakkali spiega: «Vogliamo die-

ci comprensivi e scommettiamo su Lido Adriano. Sulla base del-le nonne si farà pairire l a riorga-nizzazione nell'anno scolastico 2013-2014 con i 9 comprensivi 'ravennati' e il ravennate-cerve-se; qualora la nonna evolvesse nella direzione della media re-gionale verrà istituito automati-camente il decimo comprensivo a Lido Adriano».

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COnS:pli3 Yúta ao J-la pri.rilcgito? 7,21Lità-

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MASSIMO BENETELLO Artigiano

Se c'è incompatibilità con l'estetica del centro, siamo pronti ad adeguarci, ma di andare via non se ne parla

LORENZO A,SOLI Dotciurm

Il ritorno economico non è solo nostro, ma detta città e di tutti gli esercizi commerciati situati in centro

RICCARDO D'ALESIO ntimo

Il mercato in centro è bello se ci sono le condizioni, ma io preferisco uno spazio esterno con ampi parcheggi

ANDREA SALI Abblgilarnenta

Togliere i mercati dal centro storico vorrebbe dire stravolgere un sistema ormai radicato nel territorio

Ci vogliono allontanare, ma in questo modo si colpiscono gli ambulanti regolari e non si elimina L'abusivismo

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«Via le bancarelle? Sarebbe un boomerang» Gli ambulanti di via Diaz contestano la direttiva del ministro dei Beni culturali

di ALESSANDRO OCOGNANI

«NON si può mettere sotto teca un centro». Chiaro e limpido lo slogan utilizzato da Massimo Be-neteilo, ambulante del centro sto-rico, in risposta all'iniziativa del ministro dei Beni Culturali, Lo-renzo Ornaghi, che vuole mettere sotto sfratto i mercatini situati nei centri delle città italiane. Il gi-ro di vite riguarderà tutte le zone con palazzi più antichi di 70 anni,

L'OBIETTIVO dichiarato sareb-be infatti quello di garantire il de-coro delle aree monumentali e de-gli immobili di pregio che adorna-no i cuori dei centri urbani, ma commercianti 'nomadi' non vo-gliono sentire ragioni. «La mia fa-miglia è impegnata in questa atti-vità da tre generazioni — raccon-ta Massimo —, se c'è incompatibi-lità con il centro storico, non ab-biamo alcun problema ad ade-guarci. Magari. addobbando la struttura della bancarella con ele-menti che riprendano il contesto, ma di andarsene dalle vie centrali della niovida proprio non se ne parla». Come tutti i suoi colleghi di via Diaz, anche Massimo alza quindi un muro tra se e la diretti-va proposta dall'ex magnifico dell'università Cattolica del Sacro

OB1 ETTVO 55SOLI‘TO «Si vogliono mandar via gli abusivi ma casi si toglie vita al cuore delle città»

Cuore di Milano. «E sotto gli oc-chi di tutti che si stia facendo una politica di dencentramento totale che sta portando ad uno svilimen-to dei centri storici delle città spiega — quando la realtà del mer-catino, invece, porta un valore ag-giunto economico importante per

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NEL COMUNE

MERCATI AMBULANTI

Tre si svolgono a Ravenna in piazza SighInolfi, piazza Costa e piazza Medaglie d'Oro. Se'l :SOMget4„„UPtt„OCU

rese. (kovetwotnottiàAótatidVitiúté

bar, ristoranti e negozi. È l'ennesi-ma riconferma che la politica di oggi non ci viene incontro». Sono parole di rammarico e sconforto quelle che escono dalla bocca di tutti i piccoli commercianti che, dietro alla loro bancarella, hanno passato una vita intera.

ANCHE IERI pomeriggio via Diaz è stata presa d'assalto dai fan della 'vasca' in centro. Centinaia di persone si sono fe.rmate, com-plice anche la fiera del cioccolato in piazza del Popolo, tra le banca-reLe degli ambulanti. Ravenna vi-ve poi una realtà molto importan-te che si verifica ogni terza setti-mana del mese: mercatino dell'antiquariato' che attira nella città bizantina tantissimi com-mercianti provenienti da tutta Ita-lia. La direttiva firmata Ornaghi non è quindi stata accolta di buon grado, poiché il rischio è quello di mettere in ginocchio un'intera ca-tegoria. Punta i piedi anche Lo-renzo Asoli, dall'87 proprietario di una bancarella ambulante di dolciumi. «Con questa iniziativa non si abbellisce il centro delle cit-tà, ma lo si impoverisce ancora di Più. E l'effetto boomerang è quel-' o di avere un centro SitE010, e di riempire i centri commerciali si-tuati all'esterno».

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PAZZA SISHMOLF1 PARERI CONTRASTANTI TRA GLI OPERATORI CHE ANIMANO IL GRANDE BAZAR DEL SABATO MATTINA

«In centro è bello, ma in periferia ci sono più parcheg gi per i clienti» b

ESISTE un'altra realtà molto importan-te per l'economia locale, quella rappresen-tata dal mercato che ogni mercoledì e sa-bato della settimana si svolge in piazza Si-ghinolfi. Il carattere di esternalità dal cen-tro storico fa si che la direttiva non vada a colpire questo tipo di attività, ma anche tra le fila del mercato al fianco dello s [a-dio, non hanno preso di buon grado la proposta del ministro. I commercianti presenti sono infatti tutti ambulanti e, la maggior parte delle città toccate, ad oggi,

L'ESTERNO In piazza Sighinolfi à svolge il mercato più rinomato e grande di Ravenna

.DI PADRE IN FIGLIO Matte Licenze sono 'storiche': aLcune attività sono presenti nei mercati da tre generazioni

organizzano il mercato cittadino proprio in centro. Basti pensare a quello di Lugo nel piazzale all'esterno della Rocca. «Nel tempo — interviene il venditore di pro-dotti per l'abbigliamento Andrea Sali —

si sono create sicuramente situazioni brutte, caratterizzate dalla presenza di tanti abusivi. Ma togliere i mercati dal centro storico vorrebbe dire stravolgere un sistema ormai consolidato». Non è del-lo stesso avviso Riccardo D'Alesio, an-ch'egli impegnalo nel commercio del ve-stiario. «Il mercato in centro è bello se ci sono le condizioni per poterlo attuare, ma io continuo a preferirlo all'esterno con ampi parcheggi per i clienti».

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PER CENTO

L'Ausl. aveva prenotato 76mila dosi. A disposizione solo 56mila

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Influenza, disponibili meno vace La campagna partirà la prossima settimana: «Tranquilli, il nuovo siero è sicuro»

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LE DOSI

di MARCELLO PETRONEW

LA CAMPAGNA per la vaccina-zione contro l'influenza parte in ritardo e con un 'arsenale' più leg-gero rispetto alle previsioni. Ma le scorte sono in arrivo e già dalla prossima settimana i medici di fa-miglia della nostra provincia po-tranno cominciare a iniettare il vaccino ai pazienti che rientrano nelle categorie a rischio, privile-giando dunque malati cronici, an-ziani e bambini. A dare il via è sta-ta la Regione che con una circola-re ha informato le Aziende sanita-rie dello sblocco della distribuzio-ne dei vaccini. A coordinare la campagna, è Lo-ris Bevilacqua, responsabile azien-dale del Servizio di igiene pubbli-ca.

Dottor evilacqua i medici di medicina generale erano pronti a pianificare le vaccina-zioni gia da ottobre., Questo ritardo avrà effetti sull'effica-cia della campagna antin-fluenzale?

«In realtà la Regione aveva indica-to come data di inizio il 12 novem-bre. Il ritardo è davvero di pochi giorni»,

Ma le dosi disponibili saran-no inferiori rispetto al previ-sto?

«Ne avremo 56mila rispetto alle 76mila che avevamo preventiva-to. E un calo del 28% che tuttavia potremo recuperare ai primi di di-cembre: a quella data dovrebbe es-sere disponibile una nuova forni-tura per cui se i medici ne avran-

no necessità, potranno contattare il dipartimento di cure primarie e verranno riforniti».

Si è chiarito che problema avevano i lotti di vaccino tolti dal mercato e posti sotto se-questro preventivo?

«Secondo la documentazione di- sponibile che ho potuto consulta- re, è emerso che i vaccini presenta-

I MALATI

OGN MILLE ABITANTI

livello dell'epidemia confermati i

dati deqli ultimi anni

vano degli agglomerati di protei-ne che, anche dopo scuotimento, non andavano in soluzione».

Questo rappresentava un ri-schio per la salute?

«Risulta che non avrebbero dato problemi, se non un arrossamen-to e un dolore locale un po' più pronunciati rispetto all'iniezione di vaccino solita».

Ora il problema è stato risol-to?

«Assolutamente sì. I nuovi lotti di vaccino in distribuzione sono si-curi».

Oggi è possibile prevedere quanto sarà virulenta l'in-fluenze; di questo inverno?

«Al momento no. Non sono stati ancora isolati ceppi influenzali. Negli ultimi anni i livelli di epide-mia sono stati medio-bassi, col-pendo una percentuale di 6-7 per-sone ogni mille abitanti».

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?M:T:CA TRA I PROMOTORI RODOLFO RIDOLFI E ALTRI EX DI FORZA ITALIA

Nasce il 'Comitato azzurro del '94' in vista delle primarie del Pdl

NASCE il 'Comitato azzurro del '94 con Berlusconi.' aperto agli elettori del centrodestra, in vista delle primarie. A promuoverlo, esponenti del Pdl che si riconosco-no nei valori che erano alla base della nascita di Forza Italia e che restano fedeli al Cavaliere. «Berlu-sconi — affermano — è stato il ca-talizzatore di tutte le istanze di rinnovamento e di liberazione del-la nostra società, che avevano sem-pre trovato fieri oppositori nei conservatorismi confliggenti, ma convergenti della tradizione catto-lica e comunista, Anche i giovani si riconoscevano nell'idea di rin-novamento, svecchiamento e mo-dernità che passava dalle tasse, al-la scuola, al lavoro e l'impresa, al-la valorizzazione del merito, all'autonomia della famiglia e dell'individuo, all'impegno ad au-mentare la ricchezza e non a spar-tire meglio la miseria. Tant'è che Forza Italia era accreditala di un gradimento fra i giovani quasi doppio di quello dell'allora Pds. Per non parlare dell'universo fem-

minile, sempre affascinato dal nuovo».

I PROMOTORI sono Rodolfo Ridolfi (foto), fondatore di Forza Italia coordinamento regionale e provinciale; Gian Guido Bazzoni, consigliere regionale coordina-mento regionale e provinciale; Vincenzo Galassin i, consigliere provinciale; Luciano Spada, coor-dinatore comunale Faenza; Oria-no Casadio, coordinamento pro-vinciale; Ari to nella Brini. Massa-lombarda coordinamento prov in-

ciale; Francesco Zannoni, Bagna-cavallo coordinamento provincia-le; Francesco Baldini, consigliere comunale Ravenna coordinamen-to provinciale; Raffaella Ridolfi, capogruppo Faenza; Bruno Fanti-nell i, coordinamento provinciale; Teresa Felici, coordinamento pro-vinciale; Loris Vioni, Russi coor-dinamento provinciale; Gabriella Casanova Nenni, coordinamento provinciale; Stefano Gaudenzi, Alfons ine capogruppo unione dei comuni della Bassa Romagna; Fanny Bonsi Govoni, Faenza; Vincenzo Tini, Faenza; Riccardo Minardi, Faenza; Stefano Foschi-iìi, Cotignola coordinamento pro-vinciale; Sergio Bedei, Cervia co-ordinamento provinciale; France-sca Vico, Ravenna coordinamen-to provinciale; Primo Costa, con-sigliere comunale Lugo; Donatel-la Donati, Lugo coordinamento provinciale; Simonetta Zuffi, Lu-go coordinamento provinciale; Cesare Bedeschi, Lugo consiglie-re comunale; Vincenzo Valenti, consigliere comunale Riolo 'Ter-me; Mario Leotti Ghigi Ravenna.

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Fondi in vo dalla Regione Faenza penalizzata dai debiti Stanziamenti raddoppiati, ma non ci sarà una lira di più

di LORENZO PELLICON1

FONDI in arrivo dalla Regione, ma me-no di quanto si potesse sperare. Nonostan-te il raddoppio dei fondi complessivi stan-ziati da Bologna, infatti, in città non arri-verà una lira in più. Anche a causa dei de-biti. E comunque una boccata d'ossigeno quella che arriva a Faenza arriva dalla Re-gione, che ha messo a disposizione per il 2012 una somma pari a 195 milioni di cu-ro, di cui 17 milioni di euro per la Provin-cia di Ravenna, da distribuire ai quattordi-ci comuni del territorio più la Provincia stessa. Andando nel dettaglio, dell'intera cifra 129 milioni provengono dalla Regio-ne, 26 sono messi a disposizione dagli enti locali emiliano romagnoli e infine circa. 40 milioni sono stanziati dallo Stato cen-trale, in virtù degli accordi presi con il Go-verno per il sostegno ai Comuni colpiti dal sisma di maggio. Si tratta di un aiuto economico sbloccato dalla Regione grazie al Patto di stabilità territoriale, risorse che andranno a stabilizzare i bilanci dei comu-ni e a pagare fornitori e imprese. Faenza riceverà poco più di 800mil.a euro, sostati-

L'ASSESSORE ZMER1 «In due anni abbiamo ridotto i mutui del Comune di 17 milioni Ma 57 restanti pesano ancora»

zitdmente la stessa cifra del 2011, quando però i fondi sbloccati dalla Regione erano 1.05 milioni, invece che 195. «Sinceramen-te ci aspettavamo qualcosa in più — am-mette l'assessore al Bilancio Claudia Zivie-ri — il criterio più rilevante per l'assegna-zione dei fondi è l'indebitamento del Co-mune, e purtroppo abbiamo pagato que-sta situazione, avendo attualmente un for-te indebitamento». La giunta Malpezzi,

eletta nella primavera 2010, ha ereditato dalla precedente amministrazione un de-bito di circa 74 milioni di euro, e questa è certamente una condizione che blocca l'at-tuazione di nuovi investimenti importan-ti. «In due anni e mezzo abbiamo ridotto il debito di 17 milioni continua la Zi- vieri portandolo al livello attuale di 57 milioni. Questa azione si è resa possibile non aprendo nuovi mutui, ed estinguen-done alcuni, come quest'anno, quando ne abbiamo chiuso uno da I milione e 200mi-la euro e un altro da 500mila, quest'ulti-mo da approvare nel prossimo consiglio comunale di fine novembre. Oltre a que-sto, siamo riusciti a recuperare alcuni resi-dui attivi, utili anch'essi per far scendere il debito».

«QUESTI 800mila euro ci sono stati asse-gnati in tre tranche — spiega —. Sono sol-di destinati principalmente per rimanere in linea con il patto di stabilità (che pone un tetto alle spese), e per pagare parzial-mente imprese e fornitori nel giro di alcu-ni mesi. Per cui è un aiuto anche in termi-ni di economia reale, fondamentale in que-sto ciclo di crisi economica».

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TEATRO AUGMER1 OPERA SOLI) OUT. LA REGIA È ARMATA DA CRISTINA MUTI

Melomani da tutto il mondo per il Rigoletto GRANDE SUCCESSO e teatro gremito per il debutto della trilogia d'autunno di Ra-venna Festival firmata da Cristina Mazzavil-lani Muti. Venerdì con Rigoletto, si è infatti aperta questa maratona lirica verdiana, uni-ca e imperdibile per i indomani più appas-sionati. E il pubblico è arrivato da tutta. Eu-ropa. A inizio serata platea, palchi e loggione par-lavano inglese, tedesco, francese in una at-mosfera ricca di aspettativa e di emozione, E dall'alto del loggione spuntava la testina di qualche ragazzino, poco più che bambi-ni, incuriositi, con gli occhi in continuo mo-

vimento dalla platea al palcoscenico ancora nascosto dal sipario, alla buca dell'orche-stra. Pulita e intensa la regia di Cristina Mu-ti, impreziosita da giovani e capaci interpre-ti e dalle luci straordinarie di Vincent Lon-guemare. Rosa Feola, di soli 26 anni, nell'in-terpretazione di Gilda ha coinvolto ed emo-zionato il pubblico.

LEI, LA REGISTA, è arrivata in platea po-chi minuti prima che si aprisse il sipario e ha preso posto dietro la consolle delle luci. Emozionata e attenta. Fino alla fine, quan-do sul palcoscenico, insieme ai cantanti, ha

accolto l'entusiasmo del pubblico con un sorriso.

DOPO TROVATORE, andato in scena ie-ri sera, con repliche il 15 e il 18, oggi alle 1530 toccherà a Traviata, immortale e ama-tissimo capolavoro di Giuseppe Verdi. Del-le tre opere senza dubbio la più intimista, con un esito forse senza eguali nell'intera vi-cenda del teatro musicale italiano. Un'ope-ra in cui la figura femminile assume la di-mensione del mito. Una Traviata essenziale e tecnologica quella diretta da Cristina Mu-ti, in cui giocano un ruolo fondamentale il

disegno luci di Vincent Longuemare, che per questo allestimento firma con Cristina Muti anche l'ideazione scenica, e il sound design di Alvise Vidolin. Sul podio dell'Or-chestra Giovanile Luigi Cherubini, il mae-stro Nicola Paszkowski. Il giovane cast pre-senta Monica Tarme nel ruolo di Violetta Valéry e Bulent Bezduz in quello di Alfredo Gerniont. Simone Piazzola darà voce a Gior-gio (]ermont mentre Flora sarà interpretata da Isabel De Paoli, Info: 0544 249244 e www.ravennafestival.org . Biglietti da 18 a 70 euro.

Annamaria Corrado

Il teatro Alighieri era gremito in ogni ordine di posti

per il debutto della trilogia d'autunno dì Ravenna Festival

firmata da Cristina Mazzavillani Muti. Una vera maratona verdiana che ha richiamato a Ravenna

moltissimi melomani da tutta Europa, Venerdì con Rigoletto, si è aperta

la trilogia che vede avvicendarsi sul palco tre tra le opere più amate di Verdi:

Rigoletto, Trovatore e Traviata, seguendo l'ordirle cronologico di

composizione. Le rappresentazioni andranno

in scena fino al 18

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RAVENNA

REGISTA Cristina Muti soddisfatta a teatro. Eccola alle luci (Foto Corelli)

VOCE E BELLEZZA

Venerdì è andato in scena il Rigoletto, ieri

Trovatore e oggi tocca

alla Traviata

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1,Inkn r::.1971

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IN SCENA Alcune suggestive

immagini di momenti

dell'opera. Il pubblico ha

applaudito entusiasta

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Il Ravenna ospita a Rus ìI 'fropical

1/4\WM=ZITZ" Tagli e accorpamenti, scuola in agitazione

I precari protestano contro i tagli che mettono a rischio 50mila posti di lavoro, mentre continuano a far discutere gli accorpamenti degli istituti tecnici a Ravenna SERVIZI alle pagine 5 e 6

I colleghi sono scappati

Operaio ferito "scaricato" in ospedale RAVENNA. Operaio ferito ab-

bandonato al pronto soccorso. • SERV IZIO a pagina 3

Digitale terrestre Rai Class action verso il Tar

RAVENNA. Conto alla rovescia per il ricorso al Tar contro la Rai.

• SERVIZIO a pagina 7

Maltratta e minaccia la mo e , arrestato Faenza, ai domicilian' un 37enne: non rispetto di misura di allontanamento

FAENZA. Per via delle continue violazioni a un provvedimento di allonta-namento dalla casa è fini-to agli arresti domiciliari un 37enne, originario del-la Sicilia ma residente nel Faentino. Si era reso re-sponsabile di continui maltrattamenti, minacce e insulti alla moglie.

• SERVIZIO a pagina 10

Gran finale al Pala De Andrè per Giovin Bacco

• SERVIZIO a pagina 8

Manda al Corriere la tua ricetta di Natale

Manda al Corriere la tua ricetta del Natale. Primi piatti, secondi piatti, dol-ci, piatti vegan, ma anche un antipasto o un contorno. Le ricette saranno raccolte in un ricettario in regalo con il Corriere Romagna. Le ricette possono essere in-viate via mail a ravenna@corrierero-magnak; [email protected]; oppure via posta o a mano alle redazioni di Ravenna in via De Gasperi 5 e di I-mola in via Emilia 176. Le ricette devono pervenire entro sabato 1 dicembre.

ornere di Ravenna Faenza-Lugo e Imola

42 Aget va all'a alto del Pistoia al Ruggì

Praneesclie che

ori SI mosti:

Le Albe raccontano il mito! di A/larco Pantani

28 29

Tragedia a Punta Marina, la vittima è il titolare di un'agenzia immobiliare di 55 anni, è precipitato dal quarto piano

Cade dal balcone e muore Stava scattando dellefotografie e ha perso l'equilibrio

ra 1d hotel TERN E ROSEO oAcNo PI RON1. GNA

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Tel 0543 911015 m m m.terrue rosea il

APERTO 1171TOI:ANNO

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0_1 1_/tA .(:)_1\ \• orriere di Ravenna Faenza-Lupo e Imola

Direttore responsabile: Pietro Caricato

• SERVIZIO a pagina 3

IMOLA

Nuove regole per i circhi: mai più animali esotici

IMOLA. Il Comune di Imola, dopo il caso della giraffa Alex, vara nuove regole per i circhi: mai più animali esotici.

• SERVIZIO a pagina 13

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Baccanale Una domenica fitta di sapori e suoni

I MOLA. Il Baccanale oggi entra nel vivo e lo fa ancora con cibo di strada, soprattutto pesce.

• SERVIZIO a pagina 15

CERVIA

Melucci: «No alla rottamazione degli alberghi»

CERVIA. L'assessore regio-nale Melucci frena sulla rot-tamazione degli alberghi in eccedenza. «Nelle zone d'ec-cellenza devono rimanere».

• SERVIZIO a pagina 19

REDAZIONE E PUBBL 1On -A VIADEGASPER1.5-RAVENNA-TEL 0514-218262 FAX: 9514-33793. SPEDIZIONE IN A.P. -D.L. 351'03 (COM ,. IN L 27102Po41 ART. 1 COMMA1 -DCB FORLI'ALTRE SEDI: RIMI (0511-354111), FORM (050-15520), CESENA (0547-611900), IMOLA (0542-28780). OSI (0589-955147) - E-MAIL: RAVENNACORRIEREROIAGNAJT - IN ABBINAMENTO CON LA STAMPA

DE*TAUTO

euro 1,20 Anno XX / N. 313

DOMENICA 11 NOVEMBRE 2012

RAVENNA. E' morto sul col- na che stava fotografando per di un'agenzia immobiliare. Il lite, un due stelle che aveva po, dopo una caduta nel vuo- motivi di lavoro. Una fine dramma si è consumato ieri, chiuso i battenti da circa 7-8 to dal quarto piano di un ho- tanto tragica quanto assurda verso le 12,45, in via della anni.

La tragedia di Punta Marina (foto Fiorentini) tel in vendita di Punta Mari- quella di un 55enne titolare Fontana ai piedi dell'hotel E-

press unE 11/11/2012

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0_1 1_ItA orriere di Ravenna Faenza-Lupo e Imola

Direttore responsabile: Pietro Caricato

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A destra, il

balcone dal

quale è

precipitato

l'agente

immobiliare

(fotoservizio

Massimo

Fiorentini)

°

Agente immobiliare perde l'equilibrio mentre scatta delle fotografie dal balcone dell'ex hotel Elite, che avrebbe dovuto vendere

Caduta mortale dal quarto piano La vittima è un 55enne di Gatteo Mare, al momento della tragedia era solo

RAVENNA. E' morto sul colpo, dopo una caduta nel vuoto dal quarto pia-no di un hotel in vendita di Punta Marina, che sta-va fotografando per moti-vi di lavoro. Una fine tan-to tragica quanto assurda quella di Marcello Ridol-fi, 55enne di Gatteo Mare, titolare dell'agenzia im-mobiliare Roma di Cese-natico.

Il dramma si è consu-mato ieri, verso le 12,45, in via della Fontana ai piedi dell'hotel Elite, un due stelle che aveva chiu-so i battenti da circa 7-8 anni e che il professioni-sta di Cesenatico aveva a-vuto l'incarico di riven-dere dall'attuale proprie-tà.

Ridolfi, ieri mattina, e-ra entrato da solo nella struttura alberghiera con il mazzo di chiavi che gli era stato lasciato dal pro-prietario. Con una mac-china fotografica digitale aveva scattato alcune foto che sarebbero servite a o-rientare eventuali acqui-renti. Poco prima dell'u-na la decisione di fare al-cuni scatti anche dall'ul-timo dei quattro piani dell'albergo. Ma molto

probabilmente a essergli fatale è stata la scelta di fare una foto panoramica che lo ha spinto a salire su una sedia posizionata sul balcone appositamen-te. Una volta in piedi Ri-dolfi - per cause ancora in corso di accertamento -ha però perso l'equilibrio ed è precipitato nel vuoto, da un'altezza di almeno quindici metri.

A chiamare il 118 sono state due persone: un 25enne e un 40enne che si trovavano a passare in bi-cicletta per caso da via della Fontana e che - a causa della foratura di u-na ruota - erano fermi a pochi metri dal punto di impatto. Ai carabinieri hanno riferito di aver sentito «solo un rumore sordo, improvviso». Quando l'ambulanza del 118 è arrivata sul posto non ha potuto fare altro che constatare il decesso dell'uomo. Poco lontano

da lui la macchina foto-grafica.

Viste le circostanze in cui la tragedia è maturata sono stati incaricati del caso - oltre ai carabinieri

della stazione di Marina di Ravenna - anche gli i-spettori della Medicina del lavoro dell'Ausl, trat-tandosi a tutti gli effetti di un incidente sul lavoro.

Ridolfi - che abitava a Gatteo Mare in via Pai-siello - lascia la moglie e un figlio. La procura non ha ancora dato il nulla o-sta per i funerali.

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Caduta mortale dal quarto piano

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mortale dal quarto piano

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Milano Marittima. L'uomo infortunato, un 35enne, ha svelato il retroscena solo in un secondo momento

Operaio ferito scaricato davanti all'ospedale Era precipitato dal tetto di una casa mentre lavorava in nero

RAVENNA. E' stato scaricato dolorante e sanguinante di fronte al pronto soccorso di Cer-via dopo essere caduto dal tetto di un'abitazio-ne di Milano Marittima, dove (molto probabil-mente in nero) stava in-stallando un'antenna parabolica.

Un volo di almeno cin-que metri che a un 35en-ne originario del Ban-gladesh (con permesso di soggiorno in regola) poteva costare molto più caro dei 12 giorni di pro-gnosi con i quali è stato successivamente dimes-so dall'ospedale Bufalini di Cesena.

L'incidente - sul quale stanno indagando in

queste ore gli ispettori della Medicina del lavo-ro di Ravenna - è avve-nuto nel pomeriggio di venerdì a Milano Marit-tima. L'uomo, che era in compagnia di almeno al-

tre due persone, è cadu-to da un'altezza di circa cinque metri. Difficile al momento ricostruire con esattezza la dinami-ca, anche a causa della ritrosia del ferito che,

solo dopo un successivo ricovero al Bufalini, ha fornito dettagli maggio-ri sia ai medici (interes-sati più che altro a ca-pire la potenziale peri-colosità della caduta)

che alle forze dell'ordi-ne.

Stando alla sua scarna versione sembra che il 35enne sia scivolato mentre era sul tetto. I colleghi di lavoro - te-mendo conseguenze le-gali - l'hanno poi carica-to su un furgone lascian-dolo all'entrata del pron-to soccorso di Cervia. I medici - una volta capito che si trattava di una ca-duta dal tetto di una ca-sa - per precauzione han-no disposto il ricovero al Bufalini dove sono stati disposti maggiori accer-tamenti per scongiurare eventuali emorragie in-terne. Alla fine il 35enne è stato dimesso con una prognosi di 12 giorni.

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In piazza Costa il Coordinamento di Ravenna ha distribuito volantini nel giorno della grande mobilitazione nazionale

Protesta dei precari contro i nuovi tagli «Così si rischia di cancellare in un sol colpo 50mila posti»

RAVENNA. Alla fine non han-no corretto i compiti con la pen-na rossa, ma gli insegnanti pre-cari e qualche studente, si sono presentati in piazza Andrea Co-sta a Ravenna, mentre i colleghi sfilavano più numerosi a Roma e in altre città italiane. Non han-no corretto i compiti, ma hanno distribuito volantini per dire "no" alla nuova minaccia di ta-gli sula scuola che, dopo la scure della Gelmini, rischia di cancel-lare definitivamente i precari dalle classi. «Domenica al pran-zo pro Bersani alla Campaza, a-vevamo ricevuto rassicurazioni dallo stesso segretario e dalla re-sponsabile scuola nazionale Pd, Puglisi, sulla copertura finan-ziaria e sul fatto che il Pd non avrebbe votato i contenuti del decreto Stabilità, ma ieri (ve-nerdì, ndr) - spiega Eddie Feb-brari del coordinamento scuole Ravenna - in commissione Bi-lancio Giancarlo Giorgetti della Lega Nord ha dichiarato che «il ministero dell'Istruzione non può pensare che siano altri com-parti dell'Amministrazione a farsi carico dei tagli della scuo-la», mentre l'ex ministro Bru-netta ha parlato di "situazione drammatica", perché i soldi vanno trovati entro domenica. Apprezziamo che in commissio-ne il Pd si sia messo di traverso, ma questo non basta».

Secondo il coordinamento scuole Ravenna se viene confer-

mato l'innalzamento a 24 ore di lezione «non resterà un solo pre-cario nelle scuole medie e supe-riori italiane, cancellando di fatto in un sol colpo 50mila po-sti, di cui 10mila di ruolo».

Mentre le risorse si potrebbe-ro reperire ritirando, ad esem-pio, il concorso per l'assunzione di llmila insegnanti, che già ora conta oltre 160mila iscritti per un costo di oltre 160 milioni di

euro. La manifestazione di ieri è stata anche l'occasione per crea-re un coordinamento delle scuo-le di Ravenna e provincia.

«Abbiamo rappresentanti in 11 scuole - prosegue Febbrari -ma vorremmo estendere le ade-sioni per unire le forze nelle i-niziative che sono nate sponta-neamente nelle ultime settima-ne con il blocco in numerosi i-stituti delle attività scolastiche

non obbligatorie». Per quanto riguarda l'ultima

polemica scoppiata in ordine di tempo a proposito della fusione decisa dalla Provincia di alcuni istituti tecnici, il coordinamen-to si rivolge al Pd provinciale e a Sel affinché si faccia marcia in-dietro su una decisione «che in nome del risparmio cancella 9 classi e mortifica l'offerta for-mativa».

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mune. «La Provincia sta pro-

cedendo alla ridefinizio-ne del dimensionamento degli istituti superiori -afferma il consigliere Sa-rah Ricci - accorpando scuole che potrebbero in-vece essere mantenute autonome, senza conside-rare il parere negativo di personale scolastico e studenti, in una mera lo-gica di tagli».

Sel non lesina critiche anche alla riorganizza-zione scolastica del Co-mune che propone 9 isti-tuti comprensivi (altro servizio a pagina 6) più u-no ipotetico contro i 12 in discussione nella Confe-renza Stato-Regioni. Per questo Sel ha presentato una proposta di delibera che verrà discussa nella commission di martedì p

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«La fusione degli istituti va ancora discussa» Ancisi: «Serve una consultazione preliminare in Commissione consiliare»

Secondo il consigliere la Provincia non sta tenendo conto di una delibera regionale

«Non si comprende per-ché la Provincia intenda adottare il piano - affer-ma Ancisi -, quando la de-libera della Regione che lo richiede ne consente la gradualità fino all'anno scolastico 2014-'15, nel corso del quale Itg e Ita potrebbero raggiungere il numero minimo di al-meno 600 studenti, attual-mente richiesto per otte-nere un proprio dirigente e direttore amministrati-vo e peraltro in via di su-peramento a seguito della Legge di Stabilità», oltre-tutto «non sussistono ob-blighi di fusione derivan-ti dal sottodimensiona-mento, in quanto l'orga-nizzazione delle rete sco-lastica è di competenza e-sclusiva della Regione. Né si giustifica che la Provincia si affretti a stravolgere l'assetto loca-le delle scuole superiori sapendo che l'intero set-tore passerà in capo alla Regione fin dal prossimo gennaio».

Se oltre a questo si ag-giunge il danno d'imma-gine per le nuove iscrizio-ni al corso di laurea in Scienze ambientali a Ra-venna, sfrattato dal Per-disa, Ancisi ritiene che la Provincia avrebbe dovu-

to prevedere una consul-tazione preliminare con l'amministrazione comu-nale, su sollecitazione an-che degli stessi assessori direttamente interessati alla vicenda: quello all'I-struzione Bakkali per l'I-struzione ed il vicesinda-co Mingozzi per l'Univer-sità.

Critiche al piano dell'offerta formativa in vigore dal prossimo anno arrivano anche dal consi-gliere provinciale Udc Gianfranco Spadoni, per il quale «l'ammucchiata ingestibile del Mori-gia-Perdisa con l'Istituto Baldini in un'unica isti-tuzione scolastica carat-terizzata da un biennio u-nitario, farà perdere quell'identità e quella pe-culiarità formativa e spe-cializzante dei singoli i-stituti».

Si dice invece sconcer-tato il presidente del Col-legio dei geometri e dei geometri laureati della provincia di Ravenna, Daniele Ugolini. «Non è

«La Regione consente l'adozione graduale del piano fino al 2014-'15»

possibile - afferma - pri-vare gli studenti di labo-ratori idonei a consentire loro il miglior apprendi-mento possibile di una tecnica di lavoro fonda-mentale per svolgere la nostra professione, il di-segno geometrico appun-to. Ed è incredibile ren-dersi conto di come si co-nosca poco la realtà di

quella scuola e, più in ge-nerale, di questa profes-sione. Gli strumenti tec-nici - come il computer -sono validissimi per con-sentire una maggiore ra-pidità di esecuzione, ma se non si sono prima ap-prese le regole fondamen-tali di come si realizza un progetto "a mano", è pra-ticamente impossibile

riuscire a eseguirlo subi-to in forma digitale».

Un'osservazione que-sta, mossa anche dal Mo-vimento 5 Stelle, che ac-cusa la Provincia di ac-corpare gli istituti tecnici per far posto al liceo Clas-sico «anch'esso in ascesa per numero di iscritti ma certamente bisognoso di un numero decisamente

più ridotto di laboratori e di attrezzature» e che po-trebbe trovare posto nelle «sale della Provincia, non appena smantellata».

Sel Ravenna annuncia invece un'iniziativa pub-blica per il prossimo 16 novembre, promossa dal gruppo consiliare, per di-scutere di una scelta che coinvolge provincia e Co-

RAVENNA. «La fusione degli istituti tecnici di Ravenna a partire dal pros-simo anno, va discussa in commissio-ne consiliare». E' la richiesta del con-sigliere comunale di Lista per Raven-na Alvaro Ancisi, dopo le polemiche provocate dalla decisione della Pro-vincia di accorpare il Morigia (Itg)-Perdisa (Ita) con l'Istituto tec-nico industriale Nullo Baldini per costituire un unico Istituto tecnico del settore tecnologica.

Il presidente del Collegio dei geometri: «Non è possibile privare gli studenti di laboratori idonei a consentire loro il miglior apprendimento possibile della tecnica del disegno geometrico»

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La prodiana del Pd lancia la volata al presidente

Zampa: «Per Errani un ruolo nel governo»

RAVENNA. La deputata Pd Sandra Zampa non solo vede un futuro go-vernativo per il presidente dell'Emi-lia-Romagna Vasco Errani, ma ne e-salta la "capacità di mediazione po-litica" oltre che le doti da ammini-stratore.

Dunque un profilo da sottosegreta-rio alla presidenza del Consiglio? «Sì, ecco: questo qui sarebbe un ruolo. Ma credo sia giusto che decida lui e chi vincerà», precisa la parlamentare prodiana, oggi a margine di una con-ferenza stampa tenuta come esponen-te della campagna bolognese per Pier-luigi Bersani. «In questo momento fa-re questi discorsi con la legge elet-torale che si sta profilando è come parlare di Hansel e Gretel».

Ma Massimo D'Alema non è il solo a profilare un "decollo" del governato-re. «Penso che sarebbe un grande con-tributo. La sua capacità non è solo di governo, ma anche politica. E' stato presidente della conferenza Stato-Re-gioni praticamente con tutte le Regio-ni di destra - ricorda Zampa -. Non avrei mai scommesso un euro sul fat-to che l'avrebbero rimesso a fare il presidente. Lo hanno fatto e la Sta-to-Regioni non si è mai rotta».

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11 Comune spera in un decimo istituto comprensivo Intanto sono state accolte le richieste dei genitori per mandare i figli nelle scuole più vicine

RAVENNA. Entro fine mese il consiglio comunale dovrà pronunciarsi sulla riorganizzazione scola-stica approvata in giunta lo scorso 6 novembre. Nove gli istituti comprensivi previsti per il terri-torio ravennate, più gli ampliamenti alla Randi e alla Ricci-Muratori, ma il Comune auspica l'aper-tura di un decimo comprensivo a Lido Adriano.

«Abbiamo deciso di pro-cedere nella riorganizza-zione della rete scolastica con una delibera a doppio oggetto - annuncia l'asses-sore all'Istruzione Infan-zia Ouidad Bakkali -: sulla base delle norme vigenti si farà partire la riorga-nizzazione nell'anno sco-lastico 2013-2014 con i no-ve comprensivi "ravenna-ti" e il comprensivo raven-nate-cervese, recependo le modifiche emerse dal per-corso di ascolto; qualora la norma evolvesse nella direzione della media re-gionale verrà istituito au-tomaticamente il decimo comprensivo a Lido A-driano».

La delibera ha accolto le richieste delle famiglie a proposito degli stradari delle scuole primarie Mu-ratori, Randi, Pascoli e Garibaldi per favorire la frequenza alla scuola più vicina, in nome della mo-bilità sostenibile.

Prevede inoltre l'am-pliamento delle due scuo-le primarie Randi e Ric-ci-Muratori, dove si con-centra la più alta densità di popolazione scolastica residente. «Si tratta di un atto molto complesso - pro-segue l'assessore Bakkali -e che deve tenere conto di numerosi fattori e varia-bili» come «la distribuzio-ne della popolazione in età scolare su tutto il nostro vastissimo territorio; l'e-sigenza di utilizzare ap-pieno e in maniera effica-ce le strutture scolastiche esistenti in modo da evita-re i doppi turni nei pros-simi anni, preservando il più possibile laboratori e altri spazi vitali per la pro-grammazione didattica; intervenire sulla zona sud di Ravenna che presenta un'organizzazione compo-sta da molte scuole prima-rie e una sola scuola se-condaria di primo grado a servizio di tutta la popola-

zione proveniente dalla zona Randi, Berlinguer, Newton, Fosso Ghiaia, Classe, Ponte Nuovo, Lido di Dante, Madonna dell'Albero, S.Bartolo, Villanova, S.Marco e Bor-go Montone».

Un altro nodo cruciale, emerso nel corso delle as-semblee pubbliche e nel confronto con le parti so-ciali, riguarda la possibi-lità di istituire un decimo comprensivo a Lido A-driano «località più popo-losa del Comune sulla qua-le è volontà dell'Ammini-strazione investire risor-

se e sviluppare progetti per la popolazione» conferma l'assessore Bakkali.

Successive modifiche le-gislative lasciano infatti sperare che si possa realiz-zare, intanto la giunta ha deciso di inserire nel piano triennale dell'edilizia «la realizzazione di una pale-stra a Lido Adriano, servi-zio centrale per l'aggrega-zione sociale di una comu-nità di cittadini giovani e non, che qui possono attra-verso l'attività sportiva, in-tegrarsi e sviluppare una comunità sempre più coe-sa».

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RavennAntica: speciale weekend RAVENNA. Prosegue oggi a Tamo e al-

la Cripta Rasponi, l'iniziativa "Speciale week-end d'autunno" promossa dalla Fondazione Raven- nAntica. Una pro-posta volta a pro-muovere la cono-scenza del patrimo-nio musivo della nostra città e pre-vede turni di visita guidata ai due siti con cadenza oraria, dalle 10 alle 17. Tutte le visite sono te-nute dal personale specializzato di Ra-vennAntica e rappresentano un ausilio in più per approfondire, apprezzare e scoprire le curiosità di questi importan-ti monumenti. Costo di Tamo + Cripta + visite guidate: 5 euro a persona.

Oggi, alle 15.30, ci sarà la passeg-giata per Ravenna in compagnia di Silvia Togni sul tema "Una città sull'acqua: come riscoprire ponti e canali... colorando", per bambini ac-compagnati dai genitori.

Ingresso bimbi: 5 euro (costo della tessera dell'Associazione Amici di RavennAntica Junior che consente di accedere a tutte le iniziative dell'autunno dei Piccoli 2012).

Per gli Amici di RavennAntica: in-gresso gratuito. Sia per le visite gui-date a Tamo e alla Cripta Rasponi che per gli appuntamenti dell'autun-no dei Piccoli è necessaria la preno-tazione allo 0544.213371.

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Gran finale alla festa del Sangiovese Terza e ultima giornata al Pala De Andrè, dalle 14 fino alle 22 aperitivi e degustazioni

RAVENNA. Terza e ultima giornata al Pala De Andrè nel nome di GiovinBacco, dalle 14 fino alle 22. Si conclude con la premiazione serale del concorso "Vieni al GiovinBacco e Vin-ci" la tre giorni della decima edizione del "Sangiovese in fe-sta", l'evento enogastronomico in programma al Pala De An-drè. Evento nell'evento sarà, alle 18.30 nella sala Rossa il con-certo dei Radìs (gruppo di Alfonsine). Nella Bottega dei presidi di Slow Food sono in programma le "Chiacchierate", incontri

seguiti da assaggi di prodotti tipici. Quattro quelli in program-ma oggi, a partire dalle 15. Fino alle 22 sarà possibile accedere al Banco di assaggi dei vini rossi e bianchi delle migliori can-tine romagnole, al Banco di vendita dei vini a scopo benefico a cura del Lions Club Bisanzio e alla grande novità dell'osteria del Gran Fritto di Stefano Bartolini, con diverse proposte sfi-ziose nel menù, come carne di razza bovina romagnola e fritto di terra accompagnati da vini di Giove e birra artigianale.

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Giornate della cooperazione. Il presidente Gasperoni: «Sulle aree da riconvertire occorre trovare investitori internazionali»

Melucci: «No alla rottamazione degli alberghi L'assessore regionale frena: «Quelli in zone di eccellenza devono rimanere sul mercato»

CERVIA. Gli albergatori chiedono di "rot-tamare" gli alberghi in eccedenza, ma l'as-sessore regionale al turismo Maurizio Me-lucci risponde picche. Quelli situati nelle zo-ne d'eccellenza, non potranno uscire dal mercato. Tutto nasce dal progetto Penta-gramma, che consente di collocare in prima fila un grattacielo, con appartamenti connes-si. Confcommercio chiede dunque più "fles-sibilità", anche per quanto riguarda il ricet-tivo esistente. «Servono hotel di una certa dimensione - afferma il presidente Terenzio Medri -, che siano competitivi e dotati di ser-vizi. Altrimenti, diamo la possibilità agli im-prenditori di riconvertire le loro aziende».

«Sono contrario alla rottamazione dei letti - ha ribattuto Melucci -, nella parte pregiata del territorio, devono restare gli alberghi». E' stato questo uno degli argomenti, del di-battito che ha tenuto banco ai magazzini del sale, nella prima giornata della Cooperazio-

ne. «Bisogna essere chiari su che cosa voglia-

mo fare - ha poi incalzato il sindaco Roberto Zoffoli -; Quindi occorre capire se Cervia d'a-mare è una opportunità, o meno. Chi è d'ac-cordo lo deve dire, senza se e senza ma. Noto come vi siano movimenti, legati anche alla decrescita. Da parte nostra, abbiamo un pa-trimonio legato all'identità, sul quale è pos-sibile intervenire. A fronte di questo proget-to, ci sarà la realizzazione di alcune opere pubbliche, grazie all'impiego degli utili da parte dell'investitore. Il mondo della coope-razione sarà il protagonista di questo piano, portando qui lavoro e ricchezza, e coinvol-gendo tante imprese locali. Il giro di affari è pari a 150 milioni».

«Qui esistono alcune aree da riconvertire -ha poi affermato il presidente Legacoop Elio Gasperoni -, occorre quindi trovare degli in-vestitori internazionali. La metropolitana di

superficie, ad esempio, si può realizzare solo se si trovano le imprese disposte a farlo. L'imperativo è quello di fare entrare il ca-pitale privato, perché con la spesa pubblica non si va da nessuna parte. Il nostro prodotto rimane comunque estremamente interes-sante, ma è cambiato tutto. Nel 1970, aveva-mo la metà del flusso, composto dai turisti stranieri». Il presidente della Cooperativa bagnini Danilo Piraccini, dal canto suo, ha chiesto dei cambiamenti sull'arenile. «Ve-drei bene una spiaggia aperta parzialmente di sera - è il suo parere -; e del resto, non possiamo aspettare che chiuda l'ultimo ri-storante per farlo. In ogni caso, offriamo dei servizi che tutti ci invidiano, come il Wi-fi. L'abbiamo realizzato con una grande siner-gia». Sempre per il presidente Medri, qual-siasi ipotesi è da valutare, l'importante è "promuovere la Romagna".

Massimo Previato

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SuCerviamentolalabandierad'Europa

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Franceschetti, il talento che non amala farla "‹.<

Ravenna. Michelangelo Severi e Sebastiano Severi ospiti della Mariani

Matinée domenicale alla sala Corelli con un insolito duo chitarra e violoncello

RAVENNA. Dopo il concerto vocale che ne ha segnato l'esordio pomeridiano, al secondo appuntamento, la rassegna domenicale organizzata dall'associazione "Angelo Mariani" torna all'originaria veste di matinée, con aperitivo. Così la sala Corelli del teatro Alighieri questa mattina accoglierà il pubblico alle 11, per un Concerto della domenica affidato a un insolito duo: chitarra e violoncello. Michelangelo Severi e Sebastiano Severi: il cognome tradisce il legame, padre chitarrista e figlio violoncellista. Romagnoli, ma attivi entrambi sui palcoscenici europei: Michelangelo formatosi a Parigi all'École normale de la musique

e con i più grandi maestri della chitarra del Novecento, da Diaz a Ghiglia, poi impegnato in una ricca carriera concertistica; Sebastiano, diplomatosi sotto la guida di Rocco Filippini e attivo come primo violoncello in orchestre importanti, sotto la direzione di maestri tra i quali Muti, Maazel, Accardo, nonché in ambito barocco con Diego Fasolis.

Per il concerto ravennate, il duo ha scelto di muoversi tra i colori ispanici

di un programma che spazia dalle duecentesche "Cantigas de Sancta Maria" di Alfonso X di Castiglia a due celebri movimenti di Luigi Boccherini, che proprio all'ambiente della corte spagnola della seconda metà del Settecento legò buona parte della sua vicenda artistica: il Minuetto (dal Quintetto op. 11 n.5) e il Rondeau (dal Quintetto op. 28 n. 4), entrambi trascritti per il nuovo e ridotto organico da Konrad Ragossnig. Per

poi concentrarsi su brani di autori legati al fermento culturale che negli anni tra Otto e Novecento investì Parigi, dove arrivò a definirsi una vera e propria "scuola spagnola": come Isaac Albeniz di cui i Severi eseguono "Cordoba" e "Asturias", questo nella celebre trascrizione di Segovia, e Enrique Granados con "Andaluza", dalle "Danze spagnole", originariamente per pianoforte. Poi, più proiettati nel Novecento, Manuel De Falla, con la suite tratta dalle Siete canciones populares espariolas, e ancora Gaspar Cassadó e Joaquín Nin.

Susanna Venturi • Info: 0544 39837

www.angelomariani.org

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Pantani, il mito rivive ctut le Albe

PRIMA NAZIONALE Ravenna. Il debutto dello spettacolo di Marco Martinelli con Luigi Dadina ed Ermanna Montanari è previsto al teatro Rasi il 16 novembre

Pantani, il mito rivive con le Albe Una veglia funebre e onirica che ripercorre le imprese luminose dell'eroe

di Alessandro Fogli

RAVENNA. La stagione di prosa 2012/13 del tea-tro Alighieri si apre ve-nerdì 16 novembre - ma al teatro Rasi - con la prima nazionale del nuo-vo spettacolo del Teatro delle Albe, "Pantani", scritto dal regista e dram-maturgo Marco Marti-

Il 14 febbraio 2004 il ciclista viene ritrovato senza vita Aveva appena 34 anni

nelli e incentrato sulla vita, le imprese sportive e la tragica scomparsa del grande campione di cicli-smo.

«Tutto è nato dalla let-tura di un libro del fran-cese Philippe Brunel, "Gli ultimi giorni di Mar-co Pantani" - racconta Martinelli -. Sono entra-to completamente dentro questa storia, che non è solo quella di un grande

sportivo, forse l'ultimo grande mito del ciclismo, ma è una storia che ci ri-guarda tutti, riguarda gli ultimi venti, trent'anni della repubblica, riguar-da il modo di essere della società di massa in cui tutti noi siamo immer-si».

Il 14 febbraio 2004 Mar-co Pantani viene ritrova-to senza vita. Aveva ap-pena compiuto 34 anni. Dopo i trionfi al Giro d'I-talia e al Tour de France (che vinse entrambi nel 1998, primo italiano a rea-lizzare la doppietta, dopo Coppi nel 1952), le accuse di doping a Madonna di Campiglio lo hanno con-dotto a un lento ma ine-vitabile crollo psicologi-co, fino a una morte forse tragicamente annuncia-ta. E proprio dal linciag-gio mediatico seguito alle

accuse nei confronti del ciclista di Cesenatico, il regista delle Albe parte per mettere in scena una «società insensata, in cui il mito della pubblica o-pinione si ribalta per di-ventare pubblica chiac-chiera».

Dopo il successo di "Ru-m or e di acque" della scorsa stagione, la scrit-tura di Martinelli torna dunque a muoversi nelle viscere dei nostri giorni e della società di massa che chiede sacrifici e capri e-spiatori, e attorno alle fi-gure di Tonina e Paolo, i genitori di Pantani, che ancora oggi stanno chie-dendo giustizia per la me-moria infangata del fi-glio, le Albe mettono in scena una veglia funebre e onirica che come un ri-to antico ripercorre le im-prese luminose dell'eroe.

«Marco per il ciclismo ha fatto sacrifici inenar-rabili - ricorda Paolo Pantani - era uno che do-po una giornata d'allena-mento lavava e asciugava nella vasca con amore la sua bici prima di se stes-so. Ma dava fastidio a tan-te persone, perché la trop-pa attenzione sul ciclismo ne toglieva agli sport do-ve girano tanti soldi. Do-po i fatti di Madonna di Campiglio per cinque an-ni otto procure lo hanno massacrato tutti i giorni con controlli e perquisi-zioni, era diventata una cosa insopportabile».

Ideato insieme a Er-manna Montanari, "Pantani" vede in scena tutta la compagnia ra-vennate, con la stessa Montanari nel ruolo del-la madre del ciclista e Luigi Dadina nei panni del padre.

E per la lunghezza dello spettacolo (3 ore e 30 mi-nuti, compreso l'interval-lo) tutte le repliche, fino al 2 dicembre, avranno i-nizio alle 20.30.

• I nfo: 0544 249244

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Hotel

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Nuova Luce Inaugurato il suo centro Il taglio del nastro è toccato al vicesindaco Mingozzi, lieto di celebrare - con un simbolico taglio di forbici - il new-deal della signora Luce Caponegro che, stretta al suo amatissimo Toni, ha inaugurato il suo nuovo centro benessere, battezzato "Luce".

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FAENZA

Stalking Il violento ex marito finisce agli arresti domiciliari

Caso-stalking a Faenza, protago-nista un 37enne che continuava a 'torturare' l'ex moglie nonostante già da 2 mesi gli fosse stato noti- ficato un "provvedimento d'al- e....-,

írti, lontanamente dalla casa dove a- „...; veva vissuto con moglie e figli”.

— La Polizia di Faenza, su disposi- "%t..., zione del gip Farinella, ha emes-

so un'ordinanza di custodia cau-telare per lo stalker, un siciliano da tempo residente nel faentino.

A pagina 18

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DOMENICA 11. NOVEMBRE 2012

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che propone animi pioli I dl CARNE, PESCE PAELLA e per chi vuole Lame PrZ2A etiche de &aperto_

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DI ROMAGNA RAVENNA FAENZA LUGO & IMOLA

fig rN7' XV

PUNTA MARINA Marcello Ridolfi, immobiliarista di 55 armi di Gatteo Mare, è deceduto sul colpo dopo essere precipitato per 12 metri dal balcone di un hotel disabitato

Precipita dal quinto piano mentre fotografa la pineta

o sentito un tonfo secco. Al- l'inizio sembra- . qualcosa Che

si fosse staccato da tua cornicione. Ma quando so no corso

in snoda, ho vista

quell'uomo steso per terra". Per Marcello Eldon 55 anni, ingegnere di Gatteo Mare, ti-tolare di un'agenzia d'affari a Cesenatico, a quel punto non c'era proprio più nulla da fare. Un volo di ama dozzina di me-tri da MI balcone del quinto e ultimo piano dell'hotel "Elite" di Pruda Marina non gli ha la-

COMMENTI

Lo scriba Vietano la Nutella Legalizzano la droga

Fornaciari a pagina 38

E' tutto meteo Se trasgredire è la norma non ci resta che l'uragano

Sacchini a pagina 39

Nuove Termopili I greci hanno la possibilità di salvare l'Europa

Agnoli a pagina 38

Elezioni Usa Per fortuna che il mormone Romney non ha vinto

Gambi a pagina 39

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OTTICHIEARNIEsEIVIUNIZIONI

L'indagine è par-tita da una se-gnalazione per la presunta mano-missione di un'apparecchia-tura di un bar ri-vierasco

DUE 20ENNI NEI GUAI FRODE INFORMATICA SU SLOT MACHINE

sciato scampo. Secondo quanto finora emerso dai ri-lievi dei carabinieri della SLa-zio n e di Marina, il 55en ne po-trebbe essere precipitato mentre. in jeans e maglione, sca cava fotografie dall'olio verso la pineta, sul lato mare dell'edificio. Ma, allo stato at-tuale, nessuna ipotesi viene scartala, compresa quella del gesta volontario.

Il corpo del 55enne è stato ricomposto all'obitorio dell'o-spedale di Rave n na. lascia un figlio e la moglie.

A pagina 11

Aitrr--

ARMERIA

RADI .

`94: Noi con Berlusconi' APPELLO- MANIFESTO I fedelissimi romagnoli della prima ora fondano il 'Comitato Azzurri del 1994' per rilanciare le idee del Grande Capo

n appello-manifesto firmato "Azzurri del'94". R primo firma- tario è Rodolfo Ridotti, fondatore di Forza Italia a Ravenna e in Romagna; con lui molti eletti e dirigenti della prima ora. "Berlusconi è stato il catalizzatore di tutte le istanze di rin-

novamento e di liberazione della nostra società, cui da sempre si oppo- nevano i conservatorismi della tradizione cattolica e comunista. Quando le 2 chiese si sono unite non c'era più nulla da fare; l'unica opposizione furono valori, idee e programmi di Forza Italia, movimento di Berlusconi. La nostra azione politica è nello spirito originario di FI e l'indicazione di Silvio ci mobiliterà a Ravenna e in Romagna a rilanciare i valori del 1994 alle primarie. Promoviamo il 'Comitato Azzurri '94 con Berlusconi' per rilanciare i principi liberali e di economia su cui si fondò Forza Italia".

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Nella sua Audi c'erano docu-menti riconduci-bili alla cessione della struttura

RAVENNA

Cadedalbalmne e 111 uore

PRECIPITA DAL QUINTO PIANO MENTRE FOTOGRAFA LA PINETA E IL MARE

Cade dal balcone e muore PUNTA MARINA Marcello llidolli, immobili arista di 55 anni di Gatteo Mare, è deceduto sul colpo dopo essere precipitato per 12 metri da un balcone di un hotel disabitato, l'Ente

o sentito un tonfo secco. All'inizio sembrava qualcosa che si fosse staccato da un cornicione. Ma quando sono

corso in strada, ho visto quell'uomo steso per terra". Per Marcello Ridolfi, 55 anni, ingegnere di Gatteo Mare, ti-tolare di un'agenzia d'affari a Cesenatico, a quel punto non c'era proprio più nulla da fare. Un vo-lo di una dozzina di metri da un balcone del quinto e ultimo piano dell'hotel "Eli-te" di Punta Marina non gli ha lasciato scampo. Tutto è ac-caduto verso le 12.45 di ieri quando molti erano in casa a pranzo e su via della Fontana, dove si fac-cia l'edificio, non c'era praticamente nessuno per strada. "Ero in un bar a po-che centinaia di me-tri - ha continuato un pensionato della zona, tra i primi ad arrivare sul posto -. Il rumore è stato davvero forte. Siamo usciti in tre o quattro. E' arrivato anche un vigile ur-bano. Ho pure pensato che si potesse trattare di un tafferuglio. Ma poi ho capito. Lui non dava più segni di vita. Aveva la testa rivolta verso la pineta. E un metro più in là, c'era una macchi-na fotografica". Particolare quest'ultimo determinante per la ricostruzione dell'accaduto. Se-

condo quanto finora emerso dai rilievi dei carabinieri della Stazione di Mari-na, subito intervenuti sul posto assie-me ai colleghi di Lido Adriano e agli operatori del 118, il 55enne potrebbe essere precipitato mentre, in jeans e maglione, scattava fotografie dall'alto verso la pineta, sul lato mare dell'edi-ficio. A sostegno di questa ipotesi, ol-

tre all'apparecchio, c'è anche il fatto che sul balcone fosse stata posizionata u-na vecchia sedia di legno. L'uomo in-somma potrebbe es-sere salito su quella, magari per arrivare a fotografare oltre le cime dei pini fino al-la linea del mare. Quindi potrebbe al-l'improvviso avere perso l'equilibrio ca-dendo sul cortile in-terno lastricato di mattonelle rosse. La balaustra del resto è di vecchio tipo: cioè molto bassa. E se davvero l'uomo ha usato quella sedia, è arrivato con i piedi praticamente alla

stessa altezza della ringhiera. Sbilan-ciarsi a quel punto avrebbe significato solo una cosa: cadere nel vuoto; anche se lascia perplessi il fatto che alla fine di quella manovra, la sedia non si sia rovesciata. Già nei giorni scorsi da quel balcone era stato notato un uomo osservare in direzione mare. Particolare che non e-ra sfuggito all'imprenditore balneare Luca Rosetti il quale, insospettito da

quella presenza, con senso civico ave-va realizzato alcuni scatti da mostrare alle forze dell'ordine (uno ve lo pro-poniamo qui sotto). Dalla successiva verifica era però emerso che si trattava di un responsabile dell'agenzia che gestisce la struttura, da alcuni anni vuota tanto da avere le finestre e le porte al primo piano murate per im-pedire che girovaghi possano penetra-re all'interno. Ed è plausibile che Ri-dolfi si trovasse lì proprio in ragione del suo lavoro, magari per immortala-

re alcune immagini panoramiche con le quali incentivare l'offerta. L'hotel, un due stelle con una ventina di ca-mere, si trova del resto in un'ottima posizione, con due ingressi: oltre a quello sul mare, ce n'è anche uno ver-so l'interno del paese. Un edificio in-somma degno di nota, rimasto fin qui vuoto probabilmente solo a causa del-la non facile congiuntura economica. Un quadro che spiega la presenza dell'uomo negli ultimi tempi all'inter-no della struttura rivierasca. Tanto che

Sopra: il balcone dal quale è precipitato l'uomo. Sotto: uno scatto dei giorni scorsi di un sopralluogo del 55enne

nella sua Audi trovata parcheggiata lì vicino, c'erano documenti presumibil-mente riguardanti proprio l'eventuale cessione della struttura per una cifra attorno ai quattro milioni di euro. Il corpo del 55enne è stato ricomposto all'obitorio dell'ospedale di Ravenna. Lascia un figlio e la moglie. ACo

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L'anima prima del corpo: nel regni,

50&PIÙ - CONFCOMMERCIO

Gli over 65 sono grandi viaggiatori La popolazione europea che ha più di 65 anni è quella che, tra il 2006 ed il 2011, ha dato il maggiore contributo al turi-smo. E' quanto si evince da una ricerca Eurostat, secondo la quale le persone con più di 65 anni sono gli unici ad avere tempo libero e capacità di ac-quisto, pertanto il turismo deve puntare sempre di più su que-sta fascia di popolazione, cer-cando naturalmente di venire incontro alle loro particolari e-sigenze. Negli anni presi in considera-zione, con il settore turistico - e non solo - attraversato da una profonda crisi, il segmento de-gli ultra 65enni ha contribuito significativamente alla salvezza del comparto. Mentre, infatti, le altre fasce di popolazione han-no ridotto i propri viaggi, nel 2011 ha viaggiato il 10% di an-ziani in più rispetto al 2006, ma non solo. Nel 2011 gli over

65 hanno fatto registrare un +29% rispetto a 5 anni prima ed hanno trascorso il 23% in

L

più di notti fuori casa, per mo-tivi turistici, e le loro spese so-no cresciute del 33%, rappre-sentando in Europa il 20% di tutte le spese dei viaggiatori. I turisti over fanno in media più viaggi lunghi e per un numero maggiore di giorni rispetto alle altre classi anagrafiche, spen-dendo mediamente 1.344 euro a testa, cifra più alta di tutte le altre fasce di età. Lo studio ri-corda (noi ne abbiamo già

scritto) che nel 2060 la popo-lazione europea con più di 65 anni sarà pari al 30% del totale, quasi un terzo dell'Ue. Si trat-terà di persone in buona salute e che con tutta probabilità viaggeranno di più delle gene-razione che li hanno preceduti. Gli ultra 65enni rappresentano quindi un significativo mercato, ma questo settore ha bisogno di "aggiustamenti" che vadano incontro alle necessità partico-lari di questi turisti. Anche per questo, nel 1984, è nata 50&Più Turismo, il primo tour operator specializzato per andare incontro alle esigenze degli over. Con 50&Più si ha la possibilità di vivere una realtà associativa ricca di opportunità oltre al piacere di incontrare nuovi amici, usufruendo di sconti e agevolazioni su viaggi, eventi e molto altro ancora. Informazioni presso gli uffici 50&Più di Confcommercio a Ravenna, Cervia, Lugo e Faen-za. Ottavio Righini

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LWOCE RAVENNA

Frode informatica su slot maehine nei guai due 20enni

PROGETTO POWERED

Una centrale eolica offshore a Ravenna?

Un anemometro per veri-ficare la forza del vento nell'area ravennate e, se questa è sufficiente, per investire in una centrale eolica offshore, sarà in-stallato sulla torre della sede di Micoperi, in via Trieste. L'intervento è parte del Progetto Powe-red cofinanziato dal Pro-getto di cooperazione transfrontaliera IPA A-driatico, che ha appunto come obiettivo raccoglie-re, grazie all'utilizzo di sofisticate apparecchia-ture anemometriche e a modelli matematici inno-vativi, dati scientifici al fi-ne di verificare le condi-zioni tecnico-economi-che per favorire investi-menti in impianti di ener-gia eolica offshore nel mare Adriatico. La noti-zia è stata confermata durante il meeting di Powered del 30 e 31 ot-tobre che si è svolto a Podgorica, in Montene-gro: l'incontro tra i part-ner del Progetto europeo Powered, fra cui vi è la Provincia di Ravenna, è servito per fare il punto sullo stato di avanzamen-to e sui passi in program-ma per raggiungere le fi-nalità del progetto. Quel-la prevista dal Progetto Powered è una rete di a-nemometri di nuova con-cezione: ogni apparec-chio di rilevazione della forza del vento sarà in-stallato su torri di 45 me-tri, a loro volta collocate sia in terra che in mare.

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www.assicuratricemilanese.it

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DUE OBIETTIVI (DIMINUIRE DRASTICAMENTE LA PRESSIONE FISCALE ED ABOLIRE L'IMU) ED UNA CERTEZZA DOGMATICA: OGGI COME 18 ANNI FA TUTTI CON BERLUSCONI

Torna la "fede" in Forza Italia Nasce Comitato Azzurri del '94

Si definiscono gli 'Azzurri del '94" e oggi co-me 18 anni fa, stanno con Silvio Berlusconi, "il catalizzatore - scrivono - di tutte le istan-ze di rinnovamento e di liberazione della

nostra società, che avevano sempre trovato fieri op-positori nei conservatorismi, confliggenti ma con-vergenti, della tradizione cattolica e comunista. Quando poi le due 'chiese' si sono unite non ci sa-rebbe stato nulla da fare; l'unica opposizione a ciò sono stati i valori, le idee ed i programmi sostenuti da Forza Italia. I giovani si riconoscevano nell'idea di rinnovamento, svecchia- mento e modernità che pas- sava dalle tasse, alla scuola, al ill lavoro e l'impresa, alla valo-rizzazione del merito, all'au-tonomia della famiglia e del-l'individuo, all'impegno ad aumentare la ricchezza e non a spartire meglio la miseria. Tant'è che Forza Italia era ac-creditata di un gradimento fra i giovani quasi doppio di quello dell'allora Pds". Con questa premessa, alcuni "ber-lusconiani doc", ispirandosi allo spirito originario di Forza Italia, in vista della Primarie, hanno deciso di rilanciare anche a Ravenna "i valori del 1994". Da qui è nato il "Comitato Azzurri del '94 con Berlusconi", aperto a tutti gli elettori di centro-destra: "Un governo delle sinistre - concludono - provocherebbe un'ulteriore penalizzazione delle famiglie e delle imprese. Per questo è necessario diminuire drasticamente la pressione fiscale ed abolire l'Imu, invertendo la di-sastrosa politica recessiva del Governo Monti".

Questi i promotori Rodolfo Ridolfi, fondatore di Forza Italia e membro del Coordinamento Regio- nale e Provinciale del Pdl, Gian Guido Bazzoni, Con- sigliere Regionale Pdl, Vincenzo Galassini, Consi- gliere Provinciale Pdl, Luciano Spada, Coordinatore Comunale Pdl Faenza, Orlano Casadio, Coordina- mento provinciale Pdl, Antonella Brini di Massa- lombarda, Coordinatore provinciale Pdl,

Francesco Zannoni di Bagnacavallo, Coordina- tore Provinciale Pdl, Francesco Baldini, Consigliere Comunale Ravenna e membro del Coordinamento

Provinciale Pdl, Raffaella Ri- dolfi, Capogruppo Pdl Faen- za, Bruno Fantinelli, Coordi- namento Provinciale Pdl, Te- resa Felici, Coordinamento Provinciale Pdl, LorisVioni di Russi, Coordinamento Pro- vinciale Pdl, Gabriella Casa- nova Nenni, Coordinamento Provinciale Pdl, Stefano Gau- denzi di Alfonsine, Capo- gruppo Pdl Unione dei Co- muni della Bassa Romagna, Fanny Bonsi Govoni (Faen- za), Vincenzo Tini (Faenza), Riccardo Minardi (Faenza), Stefano Foschini di Cotigno- la, Coordinamento provincia-

le Pdl, Sergio Bedei di Cervia, Coordinamento pro- vinciale Pdl, Francesca Vico di Ravenna, membro Coordinamento provinciale, Primo Costa, Consi- gliere comunale Pdl Lugo, Donatella Donati di Lu- go, Coordinamento Provinciale Pdl, Simonetta Zuffi di Lugo, Coordinamento Provinciale Pdl, Cesare Be- deschi di Lugo, Consigliere comunale Pdl, Vincenzo Valenti, Consigliere Comunale Riolo Terme e Mario Leotti Ghigi di Ravenna.

Tra gli idea tori Rifol-di, Bazzoni , Galassi-ni, Spada e Casadio

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`1)itelo voi ai miei figli che non sono italiani'

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PILLOLE DI ECONOMIA

Apertura livornese per il Gruppo Cassa Alla presenza del Presidente della Cassa di Risparmio di Ravenna Antonio Patuelli, martedì (ore 12) verrà inau-gurata a Livorno la sede del Banco di Lucca e del Tirreno. Si tratta della 10' Filiale del Banco di Lucca e del Tirreno S.p.A. che fa parte del Grup-po Cassa di Risparmio di Ra-venna.

"Longevity Energetics" Sotto l'egida di Iscom, nel weekend del 24 e 25 novem-bre, alla Sala Bini di Conf-commercio Ravenna, è in programma una "due giorni" dedicata a tutti coloro che intendono accrescere le pro-prie abilità individuali attra-verso un continuo sviluppo professionale. Con un ap-proccio innovatvo si parlerà di "Longevity Energetics", di espansione della consapevo-lezza, dell'intuizione e del flusso creativo attraverso il rivoluzionario strumento del sistema "Tititom" (Info 0544/515708).

La Cultura Tecnica Imparare a sfruttarla Domani, all'Holiday Inn, la 6° edizione del progetto della

Confapi dal titolo "La Cultura Tecnica: impariamo a sfrut-tarla e a difenderla", dedica-to alle quinte classi delle scuole superiori della provin-cia. Una platea di 400 ragaz-zi assisterà a una conferenza in materia di cultura di im-presa e di proprietà indu-striale per approfondire temi fondamentali per la competi-tività imprenditoriale. Tra i relatori l'avvocato Roberta Resta e l'Ingegner Michele Rubbini; coordina i lavori Ro-berto Resta, ideatore dell'ini-ziativa nata nel 2000.

Social Commerce coupon e sconti Domani (ore 17.30, parteci-pazione gratuita), alla Cna di viale Randi, il convegno "So-cial Commerce: coupon e sconti. Come funziona, a chi conviene e chi ci guadagna". Dopo l'apertura dei lavori a cura di Nevio Salimbeni (re-sponsabile Cna Comunica-zione e Turismo) e Lidia Ma-rongiu (consulente G&M Network), seguirà la presen-tazione di una ricerca curata dallo Studio Giaccardi & As-sociati. Flavio Bergonzoni (responsabile Ecipar) pre-senterà la proposta formati-va "Fare business col social commerce". Le conclusioni saranno affidate a Massimo Mazzavillani.

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`1)itelo voi ai miei figli che non sono italiani'

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`Sconcertante la fusione fra istituti' I GEOMETRI RAVENNATI "Un errore privare

gli studenti di laboratori specializzati"

a decisione della Pro-vincia di Ravenna di fondere gli istituti ag-gregati Itg `Morigia' e Ita `Perdisa' con l'Itis

SaldinE a partire dall'anno sco- lastico 2013/2014 lascia sconcer- tati".

Questo il commento trancian-te del presidente del Collegio dei geometri e dei geometri laureati della provincia di Ravenna, Da-niele Ugolini sulla prospettive di una modifica sostanziale dell'as-setto di alcuni istituti superiori ravennati.

"Non è possibile - sottolinea Ugolini - privare gli studenti di la-boratori idonei a consentire loro il miglior apprendimento possi-bile di una tecnica di lavoro fon-damentale per svolgere la nostra professione, il disegno geometri-co appunto. Ed è incredibile ren-dersi conto di come si conosca poco la realtà di quella scuola e, più in generale, di questa profes-sione. Gli strumenti tecnici — co-me il computer - sono validissimi per consentire una maggiore ra-pidità di esecuzione, ma se non si sono prima apprese le regole fondamentali di come si realizza un progetto 'a mano', è pratica-mente impossibile riuscire a ese-guirlo subito in forma digitale".

"Senza volersi per forza 'fissare su questo particolare aspetto del-la scuola (ma, vale la pena ripe-terlo, i laboratori per i futuri geo-metri, sono indispensabili), c'è

da chiedersi come si possa pen-sare di far funzionare meglio un qualsiasi istituto superiore se si parte privandolo di alcune fra le proprie specificità".

"Auspichiamo - conclude Ugo-lini - che gli Enti che si dovranno occupare di questa partita, non compiano un passo avventato. E che, intanto, attendano le deci-sioni della Conferenza Stato-Re-

gioni per quanto riguarda i coef-ficienti della popolazione scola-stica".

"Il Collegio dei geometri e dei geometri laureati della provincia di Ravenna — conclude il presi-dente — è solidale con gli inse-gnanti e il personale dell'Istituto per Geometri 'Camillo Morigia, ne condivide la protesta e li so-stiene".

Vivai in pericolo Anche il Collegio dei geometri contesta la fusione fra istituti superiori ravennati

`Sconcertante la fusione

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ROMAGNA RAVENNA FAENZA LUGO & IMOLA

RAVENNA

'Sconcertante la fusione = fra istituti' , .

"LA VOCE DELL'INNOCENZA" NASCE UN NUOVO PERIODICO DEDICATO ALL'ATENEO E ALLA CITTÀ MINGOZZI: "UN SEGNO DI MATURITÀ, MA ANCHE UNA RESPONSABILITÀ IN PIÙ PER LA COLLETTIVITÀ"

Presentato Calimero", il primo giornale degli studenti universitari ravennati

Ieri in municipio gli stu-denti universitari di Asur hanno presentato al vice-sindaco Mingozzi il 1° nu-

mero di "Calimero - La voce dell'innocenza", il primo perio-dico di informazione universi-taria. Nel primo numero com-paiono articoli di Giovanni Barbato, Lorenzo Carpinelli, Ja-nek Guerrini, Giorgio Martino, Jacopo Misiti, Eddy Ndrecaj, Massimo Manzoli, Camilla Ci-matti, Lorenzo Basurto, Matteo

Gatta e Giorgio Crocetti. Min-gozzi ha ringraziato il comitato di redazione e il presidente di Asur Carlo Mazzini perché "u-na nuova voce libera dedicata alla realtà universitaria è un se-gno di maturità e, nello stesso tempo, una responsabilità in più che la collettività si assume affinché i commenti dei giova-ni vengano tenuti nella massi-ma considerazione". Mazzini ha ricordato che presto a Ra-venna verranno esposte pub-

blicamente alcune delle lauree dedicate alla vita cittadina `reinventate' sotto una forma

grafica accattivante: "Col vice-sindaco abbiamo deciso di far conoscere la città anche attra-verso l'impegno di chi si laurea a Ravenna e descrive aspetti culturali e imprenditoriali che la popolazione deve conoscere. La realtà universitaria sta cre-scendo e raggiungerà anche quest'anno i 3700 iscritti e 1000 matricole, dati che rappresen-tano una piccola soddisfazione anche per le associazioni uni-versitarie come la nostra".

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pressunE DI ROMAGNA RAVENNA FAENZA LUGO & IMOLA

11/11/2012

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INTERROGAZIONE DI SPADONI (UDC)

Taglio dei posti letto negli ospedali "Che cosa accadrà in Provincia?"

Su "sanità e spending review" l'inter-rogazione del consigliere provinciale dell'Udc Gianfranco Spadoni, preoc-cupato soprattutto per la ventilata ri-

duzione dei posti letto negli ospedali che, a suo dire, potrebbe riguardare anche i tre no-socomi della provincia.

"Il Servizio sanitario nazionale - scrive il consigliere, sempre sensibile alle tematiche sanitarie - per gli effetti prodotti dalla spen-dig review, sta subendo una riorganizzazione soprattutto per quanto attiene i posti letto degli ospedali. I nuovi criteri, infatti, saranno p arametrati al numero degli abitanti con u-na prevedibile 'sforbiciata' per i tre nosocomi di questa provincia. Il regolamento, con i nuovi standard, potrebbe dunque riguardare anche la nostra azienda sanitaria, interessata inoltre dalla direttiva riferita ai medici di me-dicina generale chiamati ad assicurare un servizio continuato per le 24 ore e di cui non si conosce il progetto attuativo".

Secondo il consigliere dell'Udc "questi te-mi di riorganizzazione ospedaliera produr-ranno inevitabili ricadute sulla rete dei ser-vizi sanitari domiciliari e, per questo, richie-dono a mio parere un confronto in sede di Consiglio provinciale, tenuto conto dell'im-portante funzione svolta dal presidente della Provincia nel suo ruolo di coordinatore pro-vinciale della Conferenza socio sanitaria ter-ritoriale".

Dopo l'articolata premessa, Spadoni chie-de "di chiarire quale impatto avranno tali provvedimenti di riduzione dei posti letto per gli ospedali di Ravenna, di Faenza e di Lugo" e, in base alla competenza della Pro-vincia in materia sanitaria, "se non ritenga di promuovere un momento di confronto consiliare per approfondire e affrontare le principali questioni socio sanitarie riguar-danti il territorio, proprio alla luce dei re-centi provvedimenti di contenimento della spesa pubblica".

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RAVENNA

'Sconcertante la fusione = fra istituti' , .

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E RAVENNA

`Sconcertante la fusione = fra istituti'

L'ASSESSORE BAKKALI

"Niente tagli alla scuola" Subito dal 2013-2014 i nove comprensivi 'ravennati' e il comprensivo ravennate-cerve-se. Se la media regionale di studenti verrà aggiornata a 900 unità "verrà istituito automa-ticamente il decimo compren-sivo a Lido Adriano". Ouidad Bakkali, assessore alla scuola di Ravenna, fissa gli assi della riorganizzazione dell'offerta scolastica approvata in giunta martedì scorso e all'esame del Consiglio comunale entro no-vembre. "Non possiamo accet-tare che si affermi che il Co-mune di Ravenna taglia la scuola pubblica - dice in una nota Bakkali - è un'accusa of-fensiva e ingiusta, oltre che infondata, poichè la scuola è una delle priorità per questa Amministrazione. Procedere nella riorganizzazione è un at-to di responsabilità di noi am-ministratori". Per l'assessore della giunta Matteucci "la 'ver-ticalizzazione', ovvero la crea-zione di istituti comprensivi, come esperienza di continuità nella gestione dei percorsi for-mativi per la fascia d'età 3-14 anni, è un modello vincente", come dimostra il fatto che a Ravenna ci fossero già cinque istituti comprensivi attual-mente sul territorio, preesi-stenti la nuova riformulazione. Il percorso di confronto, nel quale non sono emersi piani "alternativi" a quello della giunta ma solo "critiche e os-servazioni" si è sviluppato at-traverso oltre trenta incontri pubblici.

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ROMAGNA RAVENNA FAENZA LUGO 8• IMOLA

RAVENNA

'Sconcertante la fusione fra istituti , .

SEL ALL'ATTACCO

E la maggioranza torna a dividersi

Sel torna all'attacco sul ri-dimensionamento della scuola ravennate. Secon-do i vendoliani, infatti, sa-rebbe possibile, con le nuove norme, arrivare ad avere addirittura 12 istituti comprensivi e non i 9, più eventualmente quello di Lido Adriano. Ma Sel at-tacca anche l'accorpa-mento tra istituti tecnici industriale e per geometri di Ravenna, voluto dalla Provincia. E invita tutti a parlarne venerdì in un in-contro pubblico: "In un quadro drammatico - si legge nella nota - che ha reso la scuola più povera e più ingiusta, è fondamen-tale l'attenzione degli enti locali nell'operare politi-che scolastiche incentrate sulla tutela della scuola pubblica. In questo senso non è possibile immagina-re che nel nostro territorio si proceda da parte del Comune a una riorganiz-zazione che continui a i-

gnorare l'effetto di norme fondamentali in corso di approvazione. I parametri in discussione nella Confe-renza Stato-Regioni ci di-cono infatti che nella no-stra città ci potrebbero essere 12 istituti compren-sivi, ben al di sopra dei nove più uno ipotetico, previsti dalla pianificazio-ne proposta dall'assesso-rato. Una possibilità per la nostra città che non può essere ignorata e che giunge grazie alla vittoria della Regione davanti alla Corte Costituzionale. Per questo abbiamo presenta-to una proposta di delibe-ra che cancella la delibera dello scorso anno, elimina quindi l'incombere di una riorganizzazione che non si adatta alle potenzialità e alle problematiche delle nostre realtà territoriali, e permette di lasciare le co-se come stanno, in attesa di un confronto a quadro normativo stabilizzato. La nostra delibera ha ottenu-to parere tecnico favore-vole e verrà discussa nella seduta di commissione consigliare martedì alle 16".

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GIOVINBACCO Sul podio anche "Nonna Paola" di Mezzano e la cervese Monica Sartini

Va al chiosco ravennate "Cupido" la 4a "Piadina d'Oro di Romana" S

i è conclusa sabato sera, nel-l'ambito della 10a edizione di "GiovinBacco in Festa", la quar-ta edizione del Trofeo "La pia-

dina d'Oro di Romagna", organizzata da Cna e Confartigianato con la colla-borazione della Camera di Commercio di Ravenna, con la finalità di valorizzare questa tipicità del nostro territorio.

Nella cornice del Pala De Andrè, se-dici produttori artigianali, provenienti da tutta la provincia di Ravenna, si so-no messi in gioco, sottoponendo ad u-na giuria qualificata le loro piadine rea-lizzate sotto gli occhi del numeroso pubblico di "GiovinBacco".

La giuria, composta dal vicesindaco Giannantonio Mingozzi, da Maria Cri-stinaVenturelli (Camera di Commercio di Ravenna), da Paola Cimatti (Radio Studio Delta), Maida Cattaruzza (Terre

di Romagna) e dal giornalista Valerio Iazzi ha esaminato, con cura, le piadi-ne, valutando cottura, aspetto, profu-mo e sapore.

Alla fine, il successo è andato alla Piadineria Pizzeria Cupido di Ravenna, che ha preceduto il chiosco "Nonna Paola Piadina" di Mezzano di Ravenna e la "Piadina di Monica Sartini" di Cer-via. Alla Piadina di Daniela Contarini, vincitrice delle ultime due edizioni, non è dunque riuscito lo storico tris. Tra i partecipanti alla kermesse ricor-diamo Piadad'ok di Severino Delia, Ca-porali Stefania - I Sapori della piadina, Flamini Loredana - Annalori piadina, Giuliano Vuocolo - Acqua e Farina, Bul-garelli Cinzia - Il Chiosco della Pluta, Vitali Angela - Piadineria Il Gallo, Fran-cesca Rambaldi - Pronto... In Tavola, Biguzzi Raffaele - P.Piada, Righini Lo-

renza - La Pergola, Giberti Alberto - Il Porticciolo, Ferlini Leonella - Briciole e Altini Wilma - I love piada.

Alcune immagini della 4' edizione del Trofeo "La piadina d'Oro di Romagna"

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RAVEN.

"La lingua delle Costituzioni

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Periodicità: Quotidiano

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FUSIGNANO

Bagnari guida gli enti locali Si è tenuta a Fusignano l'assem-blea provinciale di Anci e Legau-tonomie. All'iniziativa hanno preso parte rappresentanti dei Comuni e della Provincia. Duran-te l'incontro è stato illustrato il percorso federativo intrapreso dalle due associazioni a livello regionale (unico caso in Italia) per ridurre i propri costi. Al ter-mine dei lavori l'assemblea ha nominato il coordinamento pro-vinciale composto da Linda Er-rani (sindaco di Massa Lombar-da), Roberto Zoffoli (sindaco di Cervia), Fabio Anconelli (sinda-co di Solarolo), Claudio Casadio (presidente della Provincia), Mir-co Bagnari (sindaco di Fusigna-no). Quest'ultimo è stato anche nominato coordinatore provin-ciale unico delle due associazio-ni. L'incarico non comporta l'e-rogazione di alcuna indennità o compenso.

LUGO

Lacaricaclellemitiche Itiat500

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L'alfiere delle Province offese che vuole si ere i calori 'eri

T T na battuta infelice o un sintomo pre U occupante? Giorni fa, iI presidente dell'Unione delle Province italiane, Anto- nio Saitta, ha duramente protestato con- tro i tagli di 500 milioni decisi con la spending review e ha minacciato di spe- gnere ii riscaldamento nelle scuole. tl go- verno non gliele ha mandate a dire. Pri- ma il ministro Patroni Griffi io ha esorta- to «a un comportamento più consono l'Istituzione che rappresenta», poi Pa- lazzo Chigi ha messo nero su bianco: «Ventilare l'idea di spegnere i riscalda- menti nelle scuole o proporre vacanze più. lunghe agli studenti per ipotetici ri- sparmi appare una proposta fuori dalla realtà».

Saitta è siciliano di Raddusa (Cata-nia), immigrato da bambino in Piemon-

Antonio Saitta

te. È un democristiano di lungo corso, passato poi al Partito popolare, quindi alla Margherita, infine al Pd. Come Ro-sy Bindi, ma più moderato. Perché que-sta sua ostinazione, quasi ricattatoria?

Con l'avvento delle Regioni, le Provin-ce non hanno più senso. Simbolicamen-te, sono morte il 2 marzo 1994, quando dalla numerazione delle targhe italiane è scomparsa la sigla della Provincia e con essa la pittoresca retorica del campa-nile: «Veneziani gran signori, padovani

gran dottori, vicentini magnagatti, vero-nesi tutti matti», «A/legno un morto in casa, che un pisano «Torine-si falsi e cortesi». La loro ultima epopea nazionale risale a Campanile sera (il pro-gramma con Ailike Bongiorno, Enza Sampò ed Enzo Tortora finisce con le ce-lebrazioni di «Italia 6i»), il resto è solo letteratura, intesa come compiacimento o consolazione.

Perché dunque spegnerei caloriferi? Le ragioni identitarie delle Province or-mai fanno sorridere; quelle amministra- ,

tive si possono risolvere con un minimo di pazienza e di buon senso. Resta il so-spetto che Saitta e gli altri rappresentan-ti delle Province non vogliano perdere il posto, l'auto blu, i dischi di Little Tony.

Sul sito della Provincia di Torino, Saitta ha scolpito queste parole di Siraci-de (18o a. C.): «Dell'artista si ammira l'opera, del politico la saggezza della pro-posta. Ma se paria a vanvera è una mi-naccia per la città; se dice cose inconclu-denti si fa odiare». Serve altro o bisogna fare le primarie della coerenza?

PPRODUZIONE RISEPTA,A

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immsmsm~ La scheda

COITIMISSlOrie I testa di rlfornia della leggo elettorale iii niernonto all'esanle della cornmisslone ALI ari c()siltu -florìall del S»t otto

Impiaatt testo prevede

,sisteM,3 rOpOrZibliale er eleggere (lue erzi del arlarnentari con dreterenze e

esto con ilstlni loccati

con il Pdl per ottenere una boz-za di accordo sul cosiddetto «lodo D'Alimonte», soglia al 40 e premio del dieci. Ma intan-to il leader dell'Udc, i cui voti in commissione hanno reso possibile il blitz per modificare il Porcellum, replica duro. Una soglia alta «è il minimo» e lui non vuole cedere: «Perché mai uno che prende il 30 per cento dei voti dovrebbe avere il 55 per cento dei seggi?». Se Bersa-ni e Grillo, insomma, vogliono tenersi il Porcellum, «lo dica-no chiaramente».

Il leader del Pd si dice con-- vinto che Casini ce l'abbia con lui più che con Grillo e spazza via le provocazioni. Rimarca che la legge in vigore «l'hanno fatta loro» e ribadisce suo monito: «Non sto chiedendo una maggioranza assoluta a sbafo, ma se non si mette un

premio del io per cento il ri-schio di frammentazione è al-tissimo e questo porta non al Monti bis, ma alla palude e al voto dopo sei mesi». Casini. apre uno spiraglio alla trattati-va dicendo che un accordo per un premio del dieci al partito di maggioranza relativa si può dare, ma sulla soglia insiste perché «ci vuole». E per chiu-dere «a schiena dritta» la rissa con Bersani dice «fiori sono

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Bersani a erte Cas pre *o al 10% o salta tutto Il leader Pd: «Decida dove va o morirà di tattica» La replica: «Ci rispetti, noi non siamo suoi sudditi»

leader contesta

«R(-)m.a., l'esi)erbienza .Alernam10 ellitiSci»

11 leader delalde Piet Ferdinaltdo Casini Posa curi due figuranti allo sPazio bambini di fronte al Centro Congressi Eur dopo la manifestazione organizzata dal capoguppo romano del partito Alessandro ()nonno «Caml)lamet davvero Roma: Idee, proposte e passione per la Capitale». Il leader centrista ha bocciato l'esperienza ai Campidoglio del sindaco Pdl: g‹.A Roma per noi l'esperienza con Alernanno è conclusa., anzi non é mai iniziata». (ATisoy'Ciii.sieplw Io 'i)

ROMA — «Casini? Morirà di tattica. Metta la barra dritta e decida dove andare». Pier Lui-gi Bersani cambia passo (e to-ni) e va allo scontro con il suo alleato naturale. Tra il segreta-rio del Pd e il leader dell'Udc vo-lano parole affilate come lame, che spostano sul piano politico lo scontro sulla Legge &allora - le. li Pdl si insinua nella lite e tenta di convincere Pier .Ferdi-nando Casini a traslocare nel centrodestra. E il senatore -pon-tiere Marco Fallirli prova a fare da paciere; <Se Casini e Bersani la smettono di litigare non fan - no un soldo di danno».

La guerra dei «Pier» comin-cia quando Bersani, dal palco del Teatro Eliseo, conferma che il Pd si «metterà di traver-so» per impedire che la soglia per conquistare il premio di maggioranza sia alzata fino al-la vetta del 42,5 per cento: «Non è una norma contro Gril-lo ma contro il Pd. E una furbi-zia, il tentativo di dire "muoia Sansone con tutti i Filistei"». se qualcuno pensa che «la. frammentazione porti al Mon-ti bis», quel qualcuno «è da ri-covero». E qui l'ex presidente della Camera invita Bersani a essere «MI po' più cauto», vi-sto che molti «fanatici del pre-mien> militano nel suo partito: «Allora anche io sono da rico-vero attacca e con me molti del Pd che pensano ad un Monti bis»,

C'è un'altra uscita del leader centrista che conferma quanto tesi siano oramai i rapporti con Bersani ed è il passaggio in cui ler Ferdinando invita Pier Lui-gi a trattare con rispetto gli «amici» che sono in Parlamen-to: «Non siamo stati sudditi dì Berlusconi e non saremo suddi-ti di Bersani. La legge elettorale si deve fare. Basta sceneggiate, il Pd è una forza seria, si com-porti da forza seria».

La sparata dei segretatio «de-mocrat» è studiata a freddo, serve ad alzare un muro con - tro l'assalto del centrodestra minacciando fuoco e fiamme alla Camera: nel tentativo di convincere Casini a mediare

d'accordo con lui, ma se è lesa maestà chiedo scusa». A suo modo chiede scusa anche Ber-- sani, o almeno smorza i toni quando ammette che sì, «certa-mente Casini non è suddito», ma a un certo punto «uno de-ve decidere»,

Tra domani e martedì gli sherpa dei partiti torneranno a incontrarsi, anche se l'accordo è tutto in salita. Il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, rimprovera a Bersa-M dì aver rivolto a Casini un at-tacco di «singolare arrog,un-Z3», come di uno che ------ san-- tendo di avere «la vittoria in ta-sca» si rivolga alle altre for-ze politiche «con un taglio pa-dronale». E ancora più severo è il giudizio di Ferdinando Adornato, che ha ascoltato con stupore le parole di Bersani. «Se uno che si candida a gover-nare il Paese dice che il Monti bis è da ricovero, non è di buon auspicio ----- rimprovera il dirigente dell'Udc Mi preoc-cupa che Bersani, pur di avere

N il piatto, oltrepassi i rilievi del-la Corte costituzionale». in fon-- do, secondo Adornato, l'allar-me di Bersani «è solo tigna», perché «sette o otto deputati di differenza non fanno la governabilità del Paese».

Anche Casini è rimasto col-pito dai toni e dal linguaggio del segretario pd. Dall'amico Pier Luigi il leader dell'Udc non si aspettava tanta aggressi-vità verbale, vista anche la di-sponibilità dei centristi a trova-re un punto di incontro per un premio del io per cento al pri-mo partito.

Ma per un giorno ìi centrosi-nistra si ricompatta. Antonio Di Pietro, come già Grillo, par-la di «golpe» e lancia un appel-lo per un ‹dronte comune» che sventi «l'assassinio della demo-crazia italiana». E Nichi Vendo-la si schiera con Bersani, accu-sando Casini di essere tornato nella «compagnia di giro» Pdl-Lega-Ude per «perfeziona-re il delitto» del Porcellum.

Monica Guerzoni niguerzoni@res. ir

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- La battaglia dei -lodo,

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Le :4: e elettorale Domani giornata chiave. E Caldera 3resenta una «nuova mediazione»

La ballaglia del «lodo» Sui tavolo il bonus al primo partito. Mi il Pdl dice lo

ROMA «Se l'incontro tra il ?di e il Pd di lunedì darà esi-to positivo, già giovedì potrem-mo licenziare un testo di legge elettorale per l'aula del Sena-to». il socialista Carlo Vizzini, presidente della I commissio-ne, ormai ha in mano un calen-dario che non permette soste o ripensamenti: «La strada è que-sta, piani alternativi non ci so-no....».

Quella di domani, dunque, è la giornata chiave in cui è previ-sto l'incontro (le convocazioni ancora non sono partite) tra le delegazioni del Pd e del Pdl, ma ['aria che tira ---- dopo le scintille intercorse tra Bersani e Casini è davvero incerta. Sul tavolo della trattativa c'è il cosiddetto lodo D'Alitnon te (premio di maggioranza del 12,5% al quale si accede se si su-perala soglia del 40-42,5%, pre-mio di consolazione del io% per il primo partito) ma alla vi-gilia, a sentire le colombe dei due partiti, gli esiti sono davve-ro imprevedibili, con il rischio concreto che salti il banco.

Gaetano Quagliariello (Pdl)

avverte che «il premio del io% al primo partito è qualcosa di irrazionale: allora facciamo pri-ma a scrivere nella legge che si prevede un premio fatto su mi-sura per il Pd». I democratici, dunque, si devono accontenta-re di molto meno, del 6-7%: «La commissione, comunque, andrà fino in fondo, e vedremo chi vuoi far saltare il tavolo». E anche Luigi randa (Pd) fa capi-re che quello di domani (o di martedì mattina) sarà un con-fronto duro: «Abbiamo ceduto su tutto. Sul recupero naziona-le (e non circoscrizionale), sul-la norma pro Lega, sullo sbarra-mento al 4% per chi è coalizza-

to... Per cui chi ha usufruito fin qui dei vantaggi del Porcellum dovrebbe avere un sussulto di responsabilità. Lesinare 2 pun-ti di premio assomiglia a una ri-picca politica». E ora, a tempo quasi scaduto, si fa avanti Ro-berto Calderoli (Lega), autore del Porcellurn nel 2005: «Ulti-ma mediazione, soglia al 4o% e premio di aggregabilità al mi-glior partito del 25% dei seggi che avrebbe conseguito con il riparto proporzionale». Per un Pd vincente al 30% significa prendere 52-53 deputati di «premio» invece di 63.

Dino Martìrano P.IPRODUDONE R,SERVA.7?.

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TterlomIrni n,isle. i Irdelisoon [orni

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Berlusconi resiste. I fedeliss to 4

11. Cavaliere scenico sulle primarie. Ma Cicchilio: c'èil suo via libera ROMA Non bastano il so-

le e il mare di Malindi. Silvio Berlusconi., raccontano, è anco-ra «molto ferito» per quanto successo all'ufficio di Presiden-za del 1Pdl, ma soprattutto per «il significato» che si sta dando alle primarie. «L'obiettivo del rilancio attraverso una manife-stazione così è impossibile», si sfoga con chi lo chiama nel suo buen retiro. E dunque, al di là delle «intenzioni di Angelino, che è in buona fede», le prima-rie «sono diventate un modo che in tanti vo-gliono usare per farmi fuori». Lo hanno ama-reggiato, dicono i suoi, certe interviste pure di fedelissimi do-ve la sua figura esce quasi come quella del vecchio nonno a cui fa-re compagnia; lo hanno offeso parole come quelle della Melo-ni che dice basta con «il partito di plastica e i casting».

Poi certo, anche nella lite avuta venerdì mattina con Alfa-no, quando ha imposto al parti-to di dichiarare che non c'era al-cun 25 luglio contro di lui, Ber-lusconi ha alternato critiche e rabbia a un flebile filo di spe-

ranza; «In fondo, Angelino ha detto alla fine —, se una co-sa buona c'è da salvare in que-sta storia, è che la tua figura ne è uscita rafforzata. Questo può essere un bene».

Ma nessuno scommette nemmeno un centesimo sul fat-to che Berlusconi abbia davve-ro deciso cosa fare, si tratti di far annunciare la sua ricandida-tura (ultima tentazione), di cre-are una nuova lista o di accetta-re e sostenere la strada ormai

imboccata dal partito. Un'incer-tezza che, per dirla con un big del Pdl, «andrà avanti fino alla. fine, dovremo abituarci alle montagne russe», e che non è dovuta solo a quella che il suo dottore personale, Alberto Zan-grillo, definisce «lo stress di un Cristiano Ronaldo che si trova. a giocare in serie C».

Ma a fronte delle alterne e di-

Come Cristiano Ronald° medico personale Zangrillo:

«Quello dell'ex premier è lo stress di un Cristiano Ronaldo che si trova a giocare in serie C»

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verse voglie del Cavaliere, in via dell'Umiltà si resiste, e si tenta di andare avanti con le primarie, il cui regolamento con le indicazioni per la raccol-ta firme (anche via internet) è stato messo online: «Marcia-mo convinti, non c'è nessuna. ragione per tornare indietro, abbiamo votato all'unanimità, compreso Berlusconi.. Non è che possiamo cambiare idea ogni giorno, così si sarebbe la. morte del partito», dice secca-

mente Maurizio Lupi. Risposta neanche tanto indiretta alla ri-chiesta che arriva da fedelissi-mi di Berlusconi come Bondi, Santanché, Bernini.

Santanché pretende dal par-tito, e da Mano per primo, di fare un appello a Berlusconi perché si ricandidi, così come fa Bernini che annuncia pro-prio su questa scia la prepara-zione di un documento, da pre-sentare in ufficio di presidenza e votare, in cui si chiede che «ti-

11

Nei partito

L'ufficio di preeldenza Giovedi, l'ufficio di presidenza dei Pdl, 11. ]s10 segretark) Alfario su posizioni assai.

diverso rispetto a quelle del fondatore del partito Berlusconi, rfiDito scettico sulla reale utilità delle priinarle

La tentazione del Cavaliere Beriuscorli continua a pensare a un nuov() progetto politic.o, magari da poter affiancare a varie liste che possano intercettare diversi profili dell'elettorato moderato

manga in campo per noi e con noi», perché «é lui la più gran-de risorsa che abbiamo». E que-sto perché i fedelissimi sono si-curi che, se il partito glielo chie-desse, davvero Berlusconi po-trebbe tornare in campo da pro-tagonista. Pensieri che non in-crinano la convinzione di via dell'Umiltà: «Berlusconi ha da-to il suo via libera alle prima-rie, anche dopo che tutti gli ab-biamo detto che, se voleva can-didarsi lui, lo avremmo soste-nuto compatti», assicura Cic-chino.

Dunque si va avanti, con an-nunci di nuove candidature. Quello che fa più rumore è di. Gianpiero Samofi, l'imprendi-tore modenese considerato amico del Cavaliere, che si pre-senta belligerante: «Mano? Ina-deguato. lo ho tantissimi ami-ci, un'organizzazione ferrea e tantissimi movimenti in tutte le regioni». Ma ci sarà anche Michaela Biancoflore (;;Per ri-consegnare il partito a Berlu-sconi»), come con ogni proba-bilità Santanché, forse Meloni, Galan, Crosetto mentre si atten-de Tremonti.

Paola Di Caro o RIPRODUEONE t!SEPljA JA

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2 11consigliere erniliano, 31 anni, è stato colto da La7 mentre si lamentava della poca democrazia dentro al M5S, Grillo: «Non ha più la mia fiducia»

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Dall'Emilia un segnale a Grillo Favia il ribelle riconquista il Movimento Il consigliere riconfermato con un plebiscito: «Beppe? Non va in Parlamento»

MILANO — La scomunica non piace al movimento. Nep-pure se la fatwa è emessa da lui, Beppe Grillo in persona. Giovanni Favia da Bologna, classe 1981, è il consigliere re-gionale emiliano che si è fatto pizzicare, in un fuori onda di Piazza pulita, a lamentarsi del-la scarsa democrwzia interna al Movimento 5 Stelle, A stretto giro, era arrivato l'anatema di Beppe Grillo. Soltanto sei paro-le, ma di ghiaccio: «Non ha più la mia fiducia».

Eppure, sorpresa. Se non quella del fondatore, la fiducia del movimento Favia ce l'ha an-cora tutta L'altra sera si è svol-to a Piacenza un appuntamen-to che per il consigliere regio-nale poteva essere da brivido: la prima delle assemblee seme-strali in cui gli eletti a 5 stelle si presentano, provincia per provincia, a rendere conto del proprio operato. Con tanto di voto a confermare, oppure riti-rare, la fiducia. Ebbene, Giu-seppe Pavia è stato abbracciato da 78 voti a favore contro tre contrari. Un plebiscito.

Lui, se gioisce in cuor suo, preferisce non darlo a vedere: «Certo, non mi aspettavo un ri-sultato del genere. Però, sono uno che dorme tranquillo: mi faccio in quattro per il movi-mento da quando è nato, in Re-gione facciamo un'opposizio-ne di qualità ma dura, non ho mai tradito i nostri principi. Perché non avrei dovuto avere il sostegno della gente?». Tutto vuole, Favia, tranne che rinfo-colare le polemiche: «Però — dice io già al momento del-la presa di posizione di Grillo avevo ricevuto tantissima soli-darietà». E in ogni caso, «chi si prende la briga di alzarsi dal di-vano per venire a un'asserna

Assemblee GR eletti nello liste del fsiloviniento 5 Stelle ogni sei illesi devono partecipare a e: pubblica

8% asserriblea pr esenta r.c.)

lavorc) svoRo nelle rispettive cariche e sottoporsi al voto dei presenti, i coiìsiglieri regionali devi)rici svolgere

asserrit)le,.c,. provincia per provincia il plebiscito A dispetto del gelo il Beppe Grillo riei suoi confronti («Ha persci la [lila fiducia»), R bolognese GR)vanril Favia ha affrontato la prima delle asserribiee

quella dì !,- )laceriza, E ne è uscito a testa

è stato (0%: conferrriat ,

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Nlercoledì tocca a Federica Saisi

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1 Nel suo blog, Beppe Grillo scrive che è «fortemente sconsigliata (in futuro sarà vietata) la partecipazione ai talk show controllati dai partiti»

gelliegg~geeeffleel~

hlea del movimento è abba-stanza informato, si fa influen-zare solo da quello che vede e che misura Se lavori, le perso-ne lo sanno». Inoltre, il consi-gliere regionale osserva che «Grillo è straordinario, bravis-simo nel catalizzare l'attenzio-ne e creare consenso. Ma i citta-dini devono sapere che Grillo non va in Parlamento, e la gen-te sta imparando a conoscere noi». Favia mostra qualche im-barazzo soltanto se gli si chie-de un giudizio sul regolamen-to delle primarie del MS, as-sai restrittivo: «Non è tempo di polemiche, è inutile far pro-

Le regole Favia: «Le regole per essere candidati? Non è tempo di polemiche, vedrà poi se il metodo ha funzionato»

L deroghe In 5 regioni il comico, per mancanza di candidati, ha dovuto allargare i criteri in vista delle Politiche

F dik à:ZZ'Ay..' ,..'$.0 »RAU`

3 La consigliera bolognese, classe 1972, è stata lasciata sola in aula dai colleghi a 5 Stelle per aver sfidato il divieto di andare in televisione

cessi in :anticipo. lo voglio esse-re fiducioso. Vedrò a candida-ture decise se il metodo ha fun-zionato».

Nei prossimi giorni sarà la volta di un nuovo appunta-mento significativo. Mercole-dì, a Bologna, si sottoporrà al giudizio dell'assemblea un'al-tra libera pensatrice. Federica Salsi è la consigliera comunale che si è presentata a Raffinò sfi-dando uno dei divieti più volte ribaditi da Grillo, quello di an-dare in televisione. In realtà, nel suo vademecum «Grillo for durninics», il leader precisa che, se it

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te, al momento le partecipate ai talk show sono solo «forte-mente sconsigliate». Abbastan-za sconsigliate da spingere il fondatore a lanciarsi in una metafora pochissimo raffinata sulla televisione come «punto G;;„ capace di suscitare orga-srni.

Ma Salsi non si è fatta im-pressionare. Ha tenuto botta e pare tutt'altro che pentita delle sue decisioni: nell'aula consi-liare bolognese ha anche detto di essersi presentata a Buiturò perché non vuole, parole sue, che «il movimento si trasformi in Scientology o in un mo-stro».

E vero, l'assemblea di merco-ledì non prevede voto. Eppure, se la consigliera comunale rice-vesse eccessive solidarietà — e la cosa appare tutt'altro che im-possibile certamente anche Beppe Grillo avrebbe parec-chio su cui riflettere. Anche perché l'Emilia non è un posto qualunque: è la Xanadu del mo-vimento, la terra che ha dato ai suoi sostenitori le soddisfazio-ni più grandi e le affermazioni ad oggi più significative. Non soltanto il primo sindaco di un capoluogo, con Federico Pizza-rotti a Parma e il suo impressio-nante 60,2% al secondo turno. Ma anche un ormai radicato ba-cino di consenso che ha porta-to agli stellati un eccesso di candidature per le primarie, ora da selezionare: in cinque Regioni, infatti, Grillo ha dovu-to derogare dalla sua decisione di candidare soltanto coloro che già si erano presentati alle elezioni senza riuscire ad esse-re eletti. E così, in Basilicata, Calabria, Molise, Trentino Umbria saranno candidabili tutti coloro che erano già iscrit-ti alla fine dell'anno scorso.

E appunto, se si verificasse che anche Salsi è tutt'altro che sola, si potrebbe scoprire che ad essere isolali sarebbero Mas-simo Bugani e Marco Piazza. I due consiglieri «grillini» che l'altro giorno, in aula, si sono platealmente allontanati dalla reproba.

Marco Cremonesi o RIPRODUZ,ONE 01000A0,

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Ti Professore e la fine della legislatura: se servisse resterei «Nel caso mancasse una maggioranza»

ROMA «Se servisse, io continuerei». Così, il presi-dente del Consiglio, Mario Monti, al trimestrale france-se Potitique tate rnationale, in un' intervista — si appren-de da Palazzo Cingi effet-tuata nella seconda metà di settembre, ma che risulta di grande attualità proprio nel momento in cui al centro del-lo schieramento politico si stanno coagulando una serie di iniziative (da Todi 2 al Ma-nifesto per la Terza Repubbli-ca), che intendono costituire un autentico «retroterra poli-tico» per il futuro impegno del premier. Monti ha spiega-to al periodico d'Oltralpe che «la legislatura attuale termi-na nell'aprile 2013: come ho detto più volte, l'Italia deve ri-trovare un processo democra-tico normale e non c'è nessu-na ragione per cui il voto non debba dare una maggioranza in grado di governare». Ma poi ha aggiunto: «Nell'ipote-si in cui fosse impossibile co-stituire una tale maggioran-za, io sarei là. Se servisse, io continuerei».

Una disponibilità a prose-guire auspicata da più parti. Ad esempio, ieri mattina il premier è intervenuto con un collegamento telefonico di un quarto d'ora all'iniziati-va «La società civile si incon-tra e si propone», organizza-ta dall'economista e senatore di Fli, Mario Baldassarri, con la partecipazione di trenta tra le più importanti sigle delle associazioni di cultura e im-pegno politico, sociale ed eco-nomico e del mondo della produzione e del lavoro (an-che Confindustria, Cisl, e Cgil). E un po' schermendo-si, un po' tenendosi su un ter-reno neutro, Monti si è rivol-to a «chi mi succederà», au-gurandosi che segua la stessa strada percorsa in quest'an-no

«che è stata un'esperienza

dura per chi governa e duris-sima per chi è stato governa-to»: cioè quella del rigore,

della crescita e dell'equità so-ciale. Parla retrospettivamen-te ma lascia capire che i ri-schi appena scongiurati pos-sono sempre essere dietro l'angolo, perché gli sforzi fin qui fatti «valgono poco a chi per incidenti uscisse dalla Ue». Quando a queste parole il direttore del Tempo, Mario Sechi, che moderava la tavo-la rotonda, ha reagito con un «Noi auspichiamo che sia lei a essere il successore di se stesso», la sala del 'l'empio di Adriano è scoppiata in un ap-plauso.

In ogni caso il presidente del Consiglio ha invitato tutti a pensare «più ai contenuti

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che alla leadership e agli orga-nigrammi», sostenendo che di fronte alla crisi c'è stato «uno sforzo collettivo di cui non riesco a ricordare molti precedenti nell'Italia repub-blicana». Perché anche in questo pesante periodo c'è stata un'esperienza positiva: «Non è impossibile cercare di dire la verità agli italiani ed è possibile che la capisca-no». Essi preferiscono infatti un'operazione di verità «anzi-ché essere partecipi di un grande processo collettivo di elusione dei problemi».

Parlando dell'azione del suo governo Monti ha spiega-to di aver dato maggiore prio-

L'auspicio «Ma non c'è nessuna ragione per cui il voto non debba fornire una maggioranza»

contenuti «Pensiamo ai contenuti piuttosto che alle leadership e agli organigrammi»

rità al rigore, ma dì avere an-che «introdotto elementi di equità sociale che hanno di-sturbato alcuni segmenti del-la società civile». In particola-re ha fatto riferimento «all'in-tensificata lotta all'evasione fiscale a volte condotta con una certa durezza». «Spero di aver contribuito a rendere gli italiani meno tolleranti ri - spetto a nepotismo, corruzio-ne, e evasione fiscale», prati-- che «indegne di un Paese svi-luppato membro del G7».

«Bisogna guardarsi dai ri-torni indietro», ha avvertito infine il premier, indicando la strada di maggiore concor-renza e liberalizzazione.

M.Antorlietta Calabrò ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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Istat La proposta di Giovannini

«Le statistiche? Serve un «arar -e»

DAL NOSTRO INVIATO

BOLOGNA — Sono «indicatori di ignoranza di un Pae-se il numero di fatti sbagliati citati dai politici e la quota. dei giocatori alla lotteria». Enrico Giovannini, presiden-te dell'Istat, ripesca la «Filosofia della Statistica», opera scritta nel 1826 da Melchiorre Gioia. La guida potrebbe tornare buona anche oggi, perché l'opinione pubblica ri-schia di perdersi nel «diluvio di dati» che rimbalzano nei talk show televisivi e nelle dichiarazioni dei leader ripor-tate dai media. Servirebbero, dunque, anche nuove rego-le.. E il presidente dell'Istat, ospite della ventottesima edi-zione della «Lettura del Mulino», organizzata dalla casa editrice di Bologna, formula tre proposte.

Primo. In Italia esistono altre «18 autorità statistiche nazionali»: sono i centri studi dei ministeri e di altre isti-tuzioni. Ciascuno dì loro fornisce numeri e ricerche a vol-te contraddittori, con gravi conseguenze per i cittadini., Giovannini non fa esempi, ma è facile richiamare il caso degli esodati e della polemica tra l'Inps e il ministro del Lavoro Elsa Fomero. Il presidente dellistat, allora, sugge-risce che venga adottato «un sistema come quello delle banche centrali». A livello nazionale i'istat dovrebbe di-ventare una specie di Banca d'Italia della statistica, con il compito di condurre «la supervisione approfondita sugli altri produttori nazionali di dati».

Ma negli ultimi anni è cresciuta anche la «sta-tistica privata», in cui operano, per esempio, l'ufficio studi di Confin-dustria, quelli dei sinda-cati o di altre realtà co-me la Cgia degli artigia-ni di Mestre. Dice Gio-vannini, senza mai cita-re alcuna organizzazio-ne: «I produttori privati di statistiche sono liberi

di fare ciò che vogliono. E non c'è dubbio che approfitti-no appieno di questa opportunità, con la complicità dei media, i quali non pretendono da loro lo stesso grado di trasparenza sulle metodologie che, giustamente, richie-dono all'Istat e agli altri produttori pubblici». Morale: è arrivato il momento «di regolamentare anche la statisti-ca privata affidando a un'Autorità esistente, forse la stes-sa Agcom (Garante delle comunicazioni ndr), il compito di fissare standard minimi». Terzo e ultimo consiglio: «Le testate giornalistiche, vecchie e nuove, dovrebbero istituire, come avviene all'estero, la figura dello statisti:- cs editor, con il compito di supervisionare le citazioni dei dati statistici».

Il Parlamento ha già affidato al governo una legge dele-ga per riformare il «sistema statistico nazionale». Ieri, ad ascoltare Giovannini nell'ex chiesa di Santa Lucia, ora tra-sformata nell'Aula magna dell'università, c'era anche il ministro dei Rapporti con il Parlamento Piero Giarda (in-sieme con il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Vi - sco e Romano Prodi). Si vedrà se le proposte di Giovanni-ni si riveleranno «inutili», come le «prediche» di Luigi Einaudi (1955) da cui ieri ha preso le mosse per costruire la sua. Lettura del Mulino.

Giuseppe Sarcina gsarcina(pi)corriere.it

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Cori e striscioni La protesta di studenti e professori per le strade di Roma (Ansa)

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Roma L'obiettivo nel governo è un risparmio sull'istruzione ci 183 milioni

Scuola, Pro o ai prof «L'orario non a enterà» Corteo di studenti e docenti davanti d Ministero

ROMA Non ci sono sol- tanto professori, studenti e rappresentanti sindacali alla manifestazione romana con-tro l'aumento dell'orario di la-voro settimanale dei docenti e per la difesa della scuola pubblica italiana. Davanti al ministero ci sono anche tan-te famiglie con i figli, bambi-ni nei passeggini, come ad una passeggiata domenicale senza auto.

La scuola è in fibrillazione, anche se in commissione Bi-lancio alla Camera, dove si sta discutendo la legge di sta-. bilità, è emersa nettamente la linea politica che dice no al-le 21 ore, una linea conferma-ta dal ministro Francesco Pro-fumo che ieri a Torino ha di-chiaralo: «Non faremo l'inter-

Gli insegnantI «Noi non fermeremo la nostra protesta fino a che la norma sulle 24 ore non sarà cancellata»

L'Ipoties1 Per risparmiare potrebbe essere disrnesso l'affitto della sede di piazzale Kennedy i.

vento sull'incremento di ore». Ma gli insegnanti vo-gliono essere sicuri: «Non ci fermeremo fino a che la nor-ma non sarà cancellata», han-no detto, e stamattina si in-contreranno davanti al Miur per un flash mob. Martedì, poi, nuova mobilitazione: scioperano la Cgil e i sindaca-ti di base.

Non c'è ancora la cancella-. zione della norma ma è sicu-ro che ci sarà. I lavori in coro-missione sono stati interrotti l'altra sera per permettere a governo e ministeri di trova-- re una strada ma oggi i lavori riprendono e, si augura il sot-tosegretario al Miur Marco Rossi Doria, «ci sono ottime possibilità che la vicenda si chiuda e si possa tornare a

rò deve finire. Solo i Paesi che investono su scuola e ri-cerca riescono ad uscire dalla crisi».

Il nodo della questione so--no quei 183 milioni di rispar-mi che il governo ha chiesto al ministero della Pubblica

Estrema destra Bimbo in lesta ai mite() «)ero»

Istruzione. «Le 24 ore sono un'ipotesi tramontata — con-ferma Manuela Ghizzoni, Pd, presidente della commissio-ne Cultura ---. Su questo c'è un accordo politico. Purtrop-po la protesta non si è ferma-ta perché c'è stata un'errata interpretazione di come sta-vano andando i lavori in com-missione. Il Miur ha lavorato per trovare una strada diver-

sa riuscendo a risparmiare al-tri 99 milioni senza intaccare la funzionalità della scuola».

In pratica ìl ministero ri-sparmierebbe assottigliando l'apparato cen-trale (per esem-pio, tra le possi-bilità c'è quella di dismettere l'affitto della se-de di piazzale Kennedy a Ro-ma) e con il mancato turno-- t:Ti-. Ma all'ap-pello mancano ancora 84 milio-ni. «Ci vuole buona volontà continua la presidente Ghiz-zoni e com-prensione da parte dei relato-ri della legge di stabilità, Baret-ta e Brunetta, che mi sembra

ci sia: loro hanno dato dispo-nibilità per altri 40 milioni. Bisogna ora trovare la coper-- tura per gli ultimi 43 milioni, e per questo speriamo di coinvolgere Grilli, il ministro dell'Economia, perché si va-da a guardare altrove. E so-prattutto per evitare altri ta-gli "lineari" alla scuola».

Tutti i partiti in commissio-ne, contrari all'aumento del-l'orario settimanale, avrebbe-ro anche indicato a Grilli do-ve cercare i soldi: per esem-pio, continua la Ghizzoni, «nella dismissione degli affit ti del patrimonio pubblico, secondo l'articolo 7 punto 2 del ddl Stabilità. Gli effetti di quella norma dovrebbero produrre un'eccedenza di ri-sparmio di zoo milioni di eu-ro, si potrebbe dirottare una parte di questo denaro sulla scuola».

La partita in gioco è gran-de: anche altri ministeri chie-dono al governo una fetta di quei soldi.

Marlobna lossa .11IPPODU20. RISERP,

la vicenda

Il progetto 11 n'iiiiist(?i o dell'istruzione pensa d chiedere agii nscgnntr delle

scuole di ogni grado

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portandole da18 i 24 Il dibattito

ziativa itori piàce pero al proiettori che, con Sii- In. Pish nieb, nanìlestaìcni

quasi ogni giorm si dicono contrar all'atimeritc) dell'ore:rio La svolta

ministro Francesco Profumo ieri a Teririo dice: non si arriverà a 214 ore

parlare di futuro della scuola. Non ci sarà nulla di cambiato sull'orario dei docenti. Trove-remo, con il ministero del-l'Economia, la soluzione. La scuola ha già dato, ha rispar-miato 8 miliardi e mezzo, è stato un atto generoso che pe-

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Direttore Responsabile: Ferruccio De Bortoli

Periodicità: Quotidiano

Tiratura: 609.785

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non sicuri», ha ricordat tlAff ° Pere E «i luogin allestiti sotto l'nrcge-rilz:.,rr, ah'a

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Esodati e tasse, si cambia

il Resto del Carlino Periodicità: Quotidiano

11/11/2012

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press unE

L'EDITORIALE ch GIOVANNI MORANDI

PER CHI VOTARE (1 E HO CAPITO bene quel

ha detto il p esidente ,L)dell7stat Enrico GiOValniini, c'è poco da illudersi che la situazione migliori andando a votare. Ogni anno a Bologna la casa editrice il Mulino celebra una messa laica nell'aula magna, chiamando una personalità a relazionare su un tema, che quest'anno è stato: «Conoscere per decidere». Come se ci fosse una possibilità di poter raggiungere un grado di conoscenza tale da ispirarci decisioni e comportamenti giusti ovvero adeguati. 17 problema è che chi di questi comportamenti ha fatto motivo di studio ritiene invece che tendiamo a pensare in un modo e a comportarci in un altro o per meglio dire tendiamo a prendere scorciatoie emotive, piuttosto che strade indicate da pensieri razionali. E questo già può raccontarci molto non solo sul perché Grillo in questi tempi vada molto di moda. Ovvero in tempi in cui siamo sommersi dai problemi e da situazioni che richiederebbero la massima capacità e perizia e che invece proprio perché troppo difficili tendiamo ad affrontare scegliendo in modo superficiale tra candidati che mancano di reauisiti credibilità e che però sono capaci di rappresentare la nostra rabbia, la nostra frustrazione. ll cosiddetto voto di protesta.

[Segue a pagina 15]

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CONSIGLIERE Gìovanni Favla. (Ansa)

il Resto del Carlino Direttore Responsabile: Giovanni Morandi

11/11/2012 press unE

Periodicità: Quotidiano

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IL RIBELLE FAVIA: NON CORRO, MA NON SONO UN SUDDITO DI BEPPE

«In Parlamento l'onestà non basta Regole scritte per tagli fuori» Rosalba Carbutti

BOLOGNA

LE REGOLE del Movimento Cin-que Stelle sono chiare: si va a casa dopo due mandati. Non importa se Giovanni Favia, consigliere re-gionale grillino in Emilia-Roma-gna, ne ha fatti due, di cui uno non completo: la regola è questa. Non importa se hai lavorato sodo. Non importa se incassi 78 voti a favore e solo tre contro all'assemblea se-mestrale di Piacenza (quella a cui gli eletti si sottopongono chieden-do al movimento di respingerli o confermarli). La regola vale per tutti.

à così Fovio? «Sì. Peccato che al Vday si parlasse di mandati parlamentari...».

Quindi le regole sono cambia-te?

«Sono state estese anche a consi- glieri comunali, regionali e di qutrnere E inche a chi ha fatto

W:due mandati, di cui uno interrot-to».

insomma, un'eccezione? «Si è parlato di norma ad Faviam. Del resto chi ha interrotto il man-dato dopo sei mesi, in seguito alle dimissioni del sindaco Flavio Del-bono, salvo poi iniziarne un altro come consigliere regionale, sono solo io».

E se fosse una sua parcanoia? «In quel periodo (nel 2011, ndr) avevo attriti con Casaleggio e, guarda caso, è poi arrivato il comu-nicato politico quarantacinque che spiegava le regole per candi-darsi alle elezioni nazionali».

Avevano paura di candidare un 'ribelle' in Parlamento?

«Potevano risparmiarsi quella nor-ma, visto che io non ho mai avuto una tale ambizione».

Non 'rosica' di aver lavorato

L'ASSEMBLEA DEGLI 'EPURATI'

Non so dì cosa si parlerà netta riunione di oggi a Botogna. Ma se temi saranno di carattere regionale ci sarò

come un matto e poi dover la-sciare il seggio in mano a can-didati SOWIZCS nessuna espe-rienza politica?

«Alla prima esperienza si può an-che far bene, ciò che conta è essere puliti...».

Ma l'onestà è sufficiente per sedere in Parlamento?

«Non vogliamo mica sostituire i di-sonesti con i cretini. Comunque, l'onestà non basta».

Grillo lo pensa diversamen-te.

«In realtà, quando il sindaco Del Bono si dimise, fu lui a telefonar-mi chiedendomi di candidarmi al-la presidenza della Regione per-ché avevo già esperienza».

Anche del divieto ad candore ospiti nei talk show nel vo-stro 'Non Statuto' non c'è traccia.

«All'inizio eravamo in quattro ad andare in tv. Ci mandò Beppe ad Annozero. Ma allora il Movimento 5 Stelle aveva il 2 per cento».

Ora„ invece, sembra che Fede-rica Salsi, consigliere COMUllel-le o Bologna, debba indossa-re una 'lettera sccarlathf per averpcartecipcato a '13allaro".

«Anch'io non amo i salotti tv, ma la lapidazione è immorale».

Ma è vero che sta preparan-do uno scissione, forte del suo consenso bulgaro?

«Macché. Dopo il faorionda ho avuto delle avances da altri partiti,

ma non mi sono neanche seduto al tavolo».

Ciò nonostante Grillo vorreb- be disfarsi volentieri di lei.

«Tecnicamente non può espeller-mi».

Ma in che rapporti è oggi con Grillo e Casaleggio?

«Né Grillo, né Casaleggio conosco-no le sfumature di grigio che è an-che il loro bello, per carità. Però non mi rispondono al telefono. E credo che non mi parleranno più, anche se spero di recuperare il rap-porto».

Cosa accadrà, invece, oggi all'assemblea degli 'epurata' a Bologna?

«Non conosco l'ordine del giorno. Se si parlerà di temi regionali ci sa-rò. Non penso a nessuna divisio-ne, ma non sono un suddito di Grillo. Anche se per lui provo sti-ma e affetto, ho il mio cervello».

Allora, finito il mandato in Re- gione„ Favia 'scomparirà'?

«Spero di aiutare chi viene eletto, perché la politica è un'opportunità che fa rifiorire chiunque».

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il Resto del Carlino Periodicità: Quotidiano

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CODICE PENALE Un'aula di giustizia. Sotto la riproduzione della pagina di Qro del 6 novembre con la prima puntata di 'politica e corruzione' (Nev, ,pess)

Cornizion e .incl-tieste a Monteettono 80 casi

mg!gbf g,043.riu: 14, m mi.tkerdi roma

PEPUTTI •

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11 /11/2012 pressunE

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borsi spese e abusi edilizi 5 Pad entali col vizio dell'illecito Tutte le accuse, dalle tnt avori. Ecco i guai di deputati e senatori Stefano Grassi

ROMA

ALLA VIGILIA della pubblicazio-ne in Gazzetta Ufficiale della legge anticorruziotie e in attesa che i mi-nistri Severino e Cancellieri vari-no una serie di decreti per definire con precisione i criteri di incandidabilità, coniugare politi-ca e illeciti non è un banale luogo comune. Chi non ricorda gli spa-ghetti al caviale del senatore Luigi Lusi, l'ex tesoriere della Margheri-ta ora agli arresti domiciliari in un convento che con i contributi elet-torali del paritito (da lui ammini-strati) si pagava anche case e viag-gi? Insomma, le storie che unisco-no politica e codice penale sembra-no non avere mai fine.

MEDICINA AMARA. Sabatino Ara-sti, deputato del Popolo della Li-bertà, e finito nell'inchiesta sulla Sanitopoli abruzzese, che portò al-la decapitazione della giunta regio-nale di centrosinistra di Ottaviano Del Turco. Tra le ipotesi di reato anche associazione per del inquere finalizzata a concussione e corru-zione, riciclaggio e truffa. Uim-prenditore Angelini, grande aCCU-satore di Del Turco, racconta delle pressioni crescenti dei fedelissimi del governatore, tra cui appunto Araci', a cui furono sequestrati un immobile e alcuni quadri a Pesca-ta «Dicevano: «Noi ti abbiamo da-to quello che hai chiesto per la tua prima cartolarizzazione e adesso ci devi. Guarda uarda che noi per te pos-"'"'

siamo fare tanto e tu devi stare at-tento»». I FURETTI. Giulio Camber, sena-tore triestino del Pdl, è uno di quel-li che può vantare una condanna passata in giudicato (per millanta-to credito) e che dovrebbe dunque essere escluso dalle prossime ele-zioni se troveranno conferma le in-discrezioni sul contenuto delle norme per rendere stringenti i eri-

teri sull'incandidabilità alle cari-che pubbliche. Nel 1.994 si fa dare cento milioni di vecchie lire dalla banca Kredit-na in fallimento per «comprare il favore di pubblici ufficiali» negli «ambienti romani» ed evitare il commissariamento dell'istituto di credito. Mentre Francesca Cilluf-fo, notaio e deputata del Pd, secon-do l'Agenzia delle Entrate trasfor-

mava parte dei suoi compensi in rimborsi spese (non soggetti a tas-sazione), Maurizio Grassano, de-putato del Gruppo misto, da presi-dente del consiglio comunale di Alessandria si sarebbe fatto versa-re 750mila curo dal Comune di rimborsi per la sua assenza dal la-voro, La Corte dei Conti gli ha chiesto il risarcimento del danno di pari entità.

LA VILLETTA al mare. Una vicen-da di abusivismo edilizio come tante, ma lindagato è un deputato della Repubblica, Luca Barbare-schi. Una piscina senza autorizza-zioni costruita nella sua villa di Fi-

LA SVOLTA Dopo la legge antkorruzìone ora sì attendono te norme per regolare lIncarddabffità

licudi, l'isoletta delle Eolie abitata da 250 abitanti e patrimonio dell'Unesco gli è costata l'iscrizio-ne nel registro degli indagati della Procura di Barcellona Pozzo di Gotto. Barbareschi aveva poi pre-sentato istanza alla Soprintenden-za. di Messina che l'aveva accolta sanando così l'abuso. Andrea Rigoni, invece, deputato Pd, è stato condannato in primo grado a otto mesi di reclusione per una costruzione. abusiva a Porto Azzurro, nell'isola d'Elba. Poi si è salvato grazie alla prescrizione.

(2 - continua)

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Il governo: no all'aumento delle ore a scuola Ma prof e studenti scendono in piazza Manifestazioni l 2 tutta Italia. Pro uno ai giovani: «Non siete choc S)'» Bruno Rugglero

ROMA ISTRUZIONE La protesta di Roma. Sotto, il ministro Francesco Profumo (Ansa; Pnsm a) IL MINISTRO dell'Istruzione,

Francesco Profumo, torna sull'ar-gomento che si era trasformato in benzina sul fuoco della protesta de-gli insegnanti, l'annunciato au-mento dell'orario «24 su 24» per le cattedre. E ripete direttamente la smentita affidata venerdì alle fonti ministeriali: «Non faremo l'inter-vento nella legge di stabilità». Il Pd, con la responsabile del settore scuola Francesca Puglisi, si era già dichiarato «non disponibile a vota-re una norma che cancellerebbe de-cine di migliaia di posti di lavoro senza aggiungere nulla A.0 termini di qualità della didattica». Intanto, nella capitale il Coordinamento delle scuole (studenti, docenti e ge-nitori) ha portato sotto le finestre del ministero in viale Trastevere migliaia di persone: 50mila secon-do gli organizzatori, molte di me-no per la Questura, che alla parten-za del lungo corteo ne stimava co-munque 5000. Cortei in tutta Ita-lia. «Si è aperta la discussione su que- sto tema — aggiunge Profumo a

proposito dell'orario di lavoro — e insieme alle componenti della scuola, le parti sociali e i partiti av-vieremo un ragionamento su co-me dovrà essere la figura dell'inse-gnante del futuro». Ma per quanto riguarda l'urgenza ribadisce il con-cetto anche il sottosegretario all'Economia, Gianfranco Polito: «L'unica cosa certa è che non ci sa-rà un aumento dell'orario per gli insegnanti». Certo, la quota dei fa-migerati tagli che il ddl Stabilità ri-serva alla scuola rimane sul tappe-to. E Polilio spiega che per disinne-scare la mina vagante del 'tempo pieno' degli insegnanti «dal mini-

stero dell'Istruzione è stato presentato un emendamento (in commissione Bilancio alla Camera, ndr) che copre il 100% delle esigenze ed è alla valutazione della Ragioneria dello Stato per ve-dere se l'importo è congruo».

PAROLE in grado di rassicurare chi ha scelto la piazza per far senti-re la sua voce? Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio risponde in buona sostanza l'Unicohas confermando lo sciopero e la manifestazione na-zionale proclamati per mercoledì 14 a Roma. «Le dichiarazioni rela-tive allo 'stralcio' del provvedimen-

to, rese dagli esponenti del Gover-no — afferma l'Unicobas — non convincono il mondo delle scuole, anche perché lo stesso Profumo ha ammesso di aver in serbo comun-que un provvedimento 'parallelo', come sul blocco dei contratti e dell'indennità di vacanza contrat-tuale. Di aumento d'orario non si deve parlare più». A disinnescare la protesta non è servito neanche l'elogio ai giovani di Profumo che si è smarcato dalla collega Forne-ro: «Ragazzi, non siete choosy».

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LI Professore insiste: «Se serve, resto» S erzata ai parli& «Si occupano troppo di leadership, pensino ai contenuti»

ROMA MONTI bis? Se proprio serve, lui c'è. Interve-nendo telefonicamente all'iniziativa 'La socie-tà civile si incontra e propone' organizzata 2

Roma dal senatore Baldassarri„ 31 premier tornato a lanciare 1E1 messaggio ai partiti alle prese con le liti su candidature e primarie: necessario dedicare meno attenzione a leader-ship e organigrammi e più ai contenuti neces-sari». Ma il vero messaggio alle forze politiche riguarda il fUturo. «E indispensabile dice il premier andare avanti sulla linea del rigo- re, della crescita e dell'equità sodale», Monti si augura che chi gli «succederà prosegua su questa strada», Già. Ma Monti ha poi veramen-te chiuso il capitolo Palazzo Chigi? Nell'inter-vista (uscita ieri ma, va detto, concessa oltre un mese fa) al trimestrale francese Politique In ternationale, Monti ne riparla. E alla richiesta dell'intervistatore di chiarire le parole pronun-

ciate a New York il 27 settembre , pochi giorni prima (il premier aveva detto che «in circo-stanze speciali» avrebbe potuto «valutare l'ipo-tesi di un bis a Palazzo Chigi»), Monti ribadi-sce il concetto: «Ciò che ho detto di recente è che, nell'ipotesi. :in cui risultasse impossibile costituire una maggioranza, io ci sarò. E se sa-rà necessario, continuerà».

UNA MEZZA candidatura? Monti lo nega. «Co- me ho detto molte volte aggiunge infatti il Professore l'Italia deve ritrovare la via di un processo democratico normale e non c'è al-cun motivo per cui questo scrutinio non con-senta di esprimere una maggioranza in grado di governare». Legge elettorale permettendo, naturalmente. Nel frattempo ha ribadito quali siano i vizi e le virtù italiane. «Alcune prati-che, profondamente radicate nella mentali inil lana come l'evasione fiscale o il nepotismo

ha detto al periodico transalpino non so-no degne di un Paese sviluppato membro del G7, e che è la seconda potenza industriale d'Europa». Ma Monti si augura «di aver contri-buito a rendere gli italiani meno tolleranti ri-spetto agli abusi di potere e alla corruzione, e più rispettosi nei confronti dei loro doveri civi-ci, a partire a quello che consiste nel pagare le tasse». «Sarà difficile tornare indietro» confi-da, perché «queste riforme godono del soste-gno degli italiani che si rendono conto che in passato non sono state fatte sempre le scelte giuste e che questi sacrifici sono necessari per creare occupazione a beneficio delle generazio-ni presenti e future». E sottolinea: «Sono rassi-curato dal fatto che un gran numero di respon-sabili politici si sia impegnato a continuare su questa strada virtuosa». E se così non fosse, lui c 'e.

Atessandro Farruggia

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Ecco la scuola sp t della solidarietà Sant'Agostino, fra un mese apre la «media» costr tuta grazie alla nostra raccolta bndi

Cristina Romagnoli SANT'AGOSTINO (Ferrara)

IL FUTURO è già oggi fra le pareti della nuova scuola media di Sant'Agostino, ha cui edifica-zione procede spedita grazie al contributo di tutti voi che avete aderito alla sottoscrizione di QN il Resto del Carlino, Mediafriends e TG5, in collaborazione con Rilaquila. Quella di via-le Europa è una struttura pilota. Per la prima volta in Italia viene applicato al pubblico il con-cetto, sviluppato sulle abitazioni, di Energv Più: una costruzione in grado di produrre più energia di quanta ne consumi. I ragazzi vivran-no, venendone formati, in un ambiente sosteni-bile, salubre e sicuro. Nel corso di un sopralluogo, ieri, l'hanno potu- to toccare con mano il vice direttore del Resto

del Carli no, Beppe Bon i, e il direttore marke-ting della Poligrafici Editoriale, Pierluigi Masi-ni, il segretario generale di Mediafriends, Mas-simo Ciampa, e il presidente della fondazione Rilaquila, Johann Waldner, accompagnati dal sindaco Fabrizio Toselli e I.Curt Schùpfer, art]-

)L DOPO TERREMOTO «Per la prima volta in Italia, sarà un istituto antisismico e produrrà più energia di quanta ne consuma»

ministratore delegato di Wollhaus. I consumi saranno ridotti grazie all'efficacia dell'isola-mento e a tecniche costruttive in grado di eli-minare dispersioni. Bandite con il gas le fonti fossili, l'energia per la struttura, interamente

in materiale ecocornpatibile, sarà prodotta dai pannelli fotovoltaici. Un alto grado di benesse-re sarà garantito dal riscaldamento a pavimen-to e dall'impianto ad aria, che favorisce l'omo-geneità climatica e un adeguato rinnovo d'aria, sempre pulita.

NIENTE è stato lasciato al caso. Dalla tinta esterna, integrata nell'intonaco: un giallo cal-do che ben si sposa con il paesaggio. Alle ero-mie delle pareti interne, studiate per conciliare la concentrazione. Dal marciapiedi realizzati con un autobloccante in cui si armonizzeran-no quattro colori. Alla luce che entra abbon-dante dalle numerose finestre, di cui godono le tredici aule e la palestra, e dal cortile interno, intorno a cui si aprono i corridoi: in questo an-golo di verde troverà spazio anche un orto che potranno coltivare gli alunni. A loro sarà affida-to il taglio del nastro il 15 dicembre prossimo.

Eji, L ...la rUk. sulle:or:cf.,.

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ll'erld CAS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

3,r.-; (7 t1 l T

La spesa in ricerca e sviluppo

Dati 2010 in per entuale dei Pii

Ger ania

Spagna

Francia

Italia

2 2

1,39

2,26

1,26

Portogali

Finlandia

1,59

‘.tìà Regno Unito k TeRRRIT TeRRRIT TRRRRIT 177

)'Stime Einostat; (**) Previsioni

Mo che nprovat2, Enti previdenziali fuori dal divieto di acquistare immobili

Stretta più soft sugli acquisti di mobili e arredi nella Pa

Diventa più soft la stretta sugli acquisti di mobili e arre-di per la pubblica amministra-zione. Così come si allenta il divieto imposto sempre a tut-te le Pa di acquistare immobili o stipulare contratti di locazio-ne: gli enti previdenziali, pub-blici e privati, per il 2013 saran-no infatti esclusi.

Le due misure fanno parte del pacchetto di modifiche fi-nora approvate alla legge di sta-bilità in commissione Bilancio e che alleggeriscono, anche se solo parzialmente, gli acquisti targati Pa. Tra gli emendamen-ti che hanno già incassato il sì c'è anche quello che rifinanzia l'attività istituzionale dell'Au-torità di garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali dopo l'appello del suo presi-dente, Roberto Alesse, che nei giorni scorsi aveva denunciato il defmanziamento dell'Autho-rity. In pista anche una mini-ri-modulazione delle risorse che dovranno rimpinguare il Fon-do nazionale per il concorso fi-nanziario dello Stato agli oneri

del trasporto pubblico. Per quanto riguarda lo

"shopping" della Pa le modifi-che approvate prevedono che il limite del 20% sugli acquisti di mobili e arredi non sarà più rapportato alla spesa del 2011.

Ma a una media calcolata an-che con il 2010. La stretta, che vale per il 2013 e il 2014, scatterà

LE> LTn Mì:SURE Rifinanziata l'attività dell'Authority sugli scioperi e rimodulate le voci che alimentano il Fondo per il trasporto locale

solo per tutti gli uffici pubblici inseriti nel conto economico della pubblica amministrazio-ne, incluse le Authority. Sarà comunque possibile procede-re all'acquisto nel caso in cui questo sia «funzionale alla ri-duzione delle spese connesse alla conduzione degli immob i-li».In questo caso, però, il colle-

gio dei revisori dei conti o l'uffi-cio centrale del bilancio dovrà verificare preventivamente i «risparmi realizzabili». Resta, comunque, sempre valida la "minaccia" che prevede la «re-sponsabilità amministrativa e disciplinare» dei dirigenti che violeranno i paletti previsti.

Infine tra le modifiche si se-gnala anche quella che esclude per il 2013 gli enti previdenzia-li, pubblici e privati, dal divieto imposto a tutte le Pa di acqui-stare immobili a titolo oneroso e di stipulare contratti di loca-zione passiva. Tra gli acquisti esclusi dal divieto ci sono an-che le «operazioni» destinate a soddisfare le esigenze «allo-cative» sul fronte dell'edilizia residenziale pubblica. Opera-zioni, queste, per le quali non scatteranno le condizioni di «documentata indispensabili-tà e indilazionabilità», previ-ste dal 2014 per gli acquisti di immobili da parte degli enti ter-ritoriali e di Asl e ospedali.

Mar.B.

O RIPRODUZIONE RISERVATA

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Indennità dimezzate ai consiglieri regionali Adeguamenti tarati sulle realtà più virtuose Gianni Trovati MILANO.

Questa dovrebbe essere la volta buona. I tagli alla politica re-gionale sono al centro del dibatti-to da qualche anno, e in gran parte sono stampati in «Gazzetta Uffi-ciale» dai6 mesi: ma un po' l'onda-ta delle polemiche scoppiate con l'emergere del Laziogate, un po' le super-sanzioni ora previste per chi non si adegua, dovrebbero spingere tutti a un'applicazione ra-pida delle nuove regole, al punto che la stessa Conferenza delle Re-

POSTI: IN MENO Anche l'organico dei consiglieri si asciugherà: negli enti a statuto ordinario ne scompariranno 193 (assessori compresi) su 949

gioni si è messa pancia a terra a proporre parametri e individuare le "amministrazioni modello" a cui tutte le altre sono chiamate ad allinearsi. I risultati? In sintesi, si dovrebbero tagliare fino al 50% le indennità di presidenti e consiglie-ri, e cancellare a regime 193 degli attuali 949 posti da consigliere e assessore nelle Regioni a Statuto ordinario, con una riduzione del 20,3 per cento. Aggiungendo i ter-ritori autonomi, le riduzioni can-cellerebbero 342 posti (i127,3% del totale; si veda la tabella sotto) ma la Corte costituzionale ha stabili-to che nel loro caso l'obbligo stata-

le è illegittimo per cui l'adegua-mento è lasciato alla buona volon-tà delle singole amministrazioni. Tra taglio agli stipendi e riduzio-ne dei posti, solo in termini di in-dennità nette la politica regionale alleggerita dalla cura dovrebbe co-stare 6o milioni all'anno meno di oggi, e almeno altrettanti risparmi dovrebbero arrivare dal quasi az-zeramento dei fondi ai gruppi con-siliari. Ma il percorso è a tappe.

Obblighi e calendario sono scritti nel decreto legge enti locali che martedì dovrebbe essere ap-provato dalla Camera. Gli ingre-dienti sono due: il più rapido è rap-presentato dall'allineamento del-le indennità di consiglieri e presi-denti ai livelli registrati nelle Re-gioni che riconoscono ai loro poli-tici gli stipendi più contenuti (si tratta dell'Umbria per i presiden-ti e dell'Emilia Romagna peri con-siglieri). Con i rinnovi elettorali, invece, bisognerà mettere in cam-po assemblee e giunte che rispetti-no i parametri fissati dalla mano-vra-bis dello scorso anno, e che fi-nora sono rimasti lettera morta.

I tempi, si diceva, sono stretti soprattutto per la prima parte del-la cura, nonostante la mini-proro-ga spuntata nel testo della legge di conversione del decreto. L'allinea-mento degli stipendi andrà garan-tito entro il 23 dicembre, con l'ec-cezione di Lombardia, Lazio e Mo-lise che sono in attesa del voto re-gionale e dovranno rientrare nei ranghi entro tre mesi dalla prima riunione dei nuovi consigli. L'ef-fetto, ovviamente, dipende dalle

Indennità :::: Le Regioni devono adeguare le indennità dei consiglieri e dei presidenti a quelle previste nell'amministrazione più virtuosa: le Regioni benchmark sono state individuate nell'Umbria peri presidenti (7.400 euro netti al mese) e nell'Emilia Romagna peri consiglieri (6.200 euro netti)

Fine mandato e gruppi Anche per l'indennità di fine

mandato bisogna adeguarsi alla Regione più virtuosa.

Gruppi I fondi ai gruppi non potranno

superare i 5mila euro annui per consigliere.Vanno uniformate anche le spese per il personale dei gruppi, secondo criteri univoci basati sulle dimensioni di consiglio e Regione

Posti Le Regioni a Statuto ordinario

devono applicare i parametri demografici fissati nel 2011 per porre un tetto massimo al numero di consiglieri e di assessori regionali

Sanzioni :::: Chi non si adegua ai parametri su indennità e gruppi si vede tagliare l'80% dei trasferimenti (eslusi sanità e trasporto pubblico)

indennità attuali, che vedono in te-sta la politica lombarda: i 6.20o eu-ro netti previsti dalle nuove rego-le significheranno al Pirellone un taglio del 51%, mentre il successo-re di Roberto Formigoni dovrà ac-contentarsi dei 7.400 euro netti decisi per i presidenti, cioè il 49% in meno del massimo garantito dai vecchi valori (ma Formigoni, residente a Milano, non usufruiva dei rimborsi previsti per chi arri-va da fuori). Drastica anche la stretta per i consiglieri liguri (-45,2%) e per i veneti (-41,8%), mentre al Sud l'intervento più si-gnificativo dovrebbe arrivare in Puglia (-40,6%: nel caso del presi-dente il taglio è del 49,3%, ma Ni-chi Vendola ha già operato una pri-ma riduzione da 4.10 o euro netti al mese per cui l'adeguamento è qua-si ultimato).

L'altra fetta dei risparmi, a regi-me, arriverà invece dalla riduzio-ne di posti. Qui i tempi sono più lunghi, perché l'alleggerimento di Giunte e consigli scatterà solo con le prossime amministrative, men-tre le Regioni già instradate verso il voto "guadagnano" una legislatu-ra. Lo slittamento non riguarda la Lombardia, che grazie ai suoi 10 mi-lioni di abitanti non ha tagli da fare ai posti della politica regionale. Tra le Regioni a Statuto ordinario quella chiamata ai tagli più consi-stenti è l'Umbria (-4o%), mentre per adeguarsi ai nuovi parametri la Sardegna dovrebbe rinunciare al 61% dei propri politici.

gianni.trovati@ilsole24ore com

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Indeanitàdimemate ai eonsiglieri regionali

11/11/2012

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ll'erldOIS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

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TRENTO

VENETO

ABRUZZO PIEMONTE_,

LIGURIA

TOSCANA

MOLISE

PUGLIA

La mappa delle riduzioni

Il possibile taglio in percentuale (rispetto alla situazione attuale) delle indennità di presidenti e consiglieri nelle varie Regioni

LOMBARDIA • BOLZANO

VALLE D'AOSTA 4 FRIULI VENEZIA-GIULIA

Bencbmark in '%

rispetto alla regione più virtuosa

EMILIA ROMAGNA Stima taglio

per consiglieri

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LAZIO

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Stima taglio per presidenti

ti

11/11/2012

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press LinE

ll'erldOIS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

Nota: Le stime sono basate sul confronto fra i nuovi limiti massimi e il netto mensile previsto attualmente e censito dalla conferenza dei presidenti dei consigli regionali

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Indennità dimemate ai eonsiglieri regionali

11/11/2012

Periodicità: Quotidiano

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pressunE

ll'erld CAS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

Cosa cambia in Consiglio

Il numero di assessori e consiglieri in meno richiesto per rispettare i parametri rispetto alla situazione pre-riforma

Reg one Quadro pre riforma Quadro post riforma Posti in meno % pasti da tagliare

sul totale attuale essori Consiglieri Assessori Consiglieri Assessori Consiglieri Abruzzo 10 45 6 30 34,5

Basilicata 6 30 4 20 33,3

Calabria 10 50 8 40 20,0

Campania 12 61 10 50 17,8

Emilia Romagna 12 50 10 50 3,2

Friuli Venezia Giulia* 10 59 6 30 29:: 47,8

Lazio 16 71 14 70 3,4

Liguria 12 40 6 30 30,8

Lombardia 16 80 16 80 0,0

Marche 10 43 6 30 32,1

Molise 8 30 4 20 36,8

Piemonte 14 60 10 50 18,9

Puglia 14 70 10 50 OI 28,6

Sardegna* 12 80 6 30 60,9

Sicilia* 12 90 10 50 41,2

Toscana 12 55 8 40 28,4

Umbria 9 31 4 20 40,0

Valle d'Aosta* 7 35 4 20 42,9

Veneto 12 60 10 50 16,7

(*) Per le Regioni a Statuto speciale l'adeguamento non è obbligatorio; nel Trentino A to Adige il consiglio regionale è l'unione dei consigli delle due Province autonome

Fonte: elaborazione del Sole 24 Ore su dati dei consigli regionali

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Indemtitàdimezza — ai umsAleri

11/11/2012

Periodicità: Quotidiano

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S°Ierld CAS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

GU Mtrì nterv2ntt Nel mirino la "liquidazione" e l'organico dei gruppi consiliari

Sforbiciata alla buonuscita Limato anche il personale

Nella versione uscita dal-le commissioni, che sarà all'esame dell'Aula di Monte-citorio martedì, la lista degli obblighi per la politica regio-nale si è arricchita di qualche capitolo che finora era sfuggi-to all'occhio "moralizzatore" del legislatore. Il primo è l'in-dennità di fine mandato che, come accade per le indennità di consiglieri e presidenti, do-vrà adeguarsi alle regole in vi-gore nella Regione più «vir-tuosa», da individuare entro il io dicembre prossimo.

In generale, la buonuscita dei politici regionali è pari a un'indennità mensile moltipli-cata per gli anni di mandato ef-fettuati, ma ogni Regione de-

clina il tema come meglio cre-de. Nel caleidoscopio di nor-me locali, almeno in teoria non è difficile individuare il modello di riferimento.

In Trentino Alto Adige, in-fatti, l'indennità d'addio è inte-gralmente contributiva, in b a-se al sistema del tanto versi e tanto prendi, per cui non co-sta un centesimo alle casse del consiglio. Il modello istitu-zionale trentino, però, è sui ge-neris, perché il consiglio re-gionale è la semplice somma delle due Province, equipara-te esse stesse alle altre Regio-ni, per cui la discussione po-trebbe indirizzarsi altrove. Re-stando nell'orizzonte dei terri-tori a Statuto ordinario, un

esempio potrebbe arrivare dall'Emilia Romagna, che an-che per i politici di lungo cor-so impedisce all'indennità di fine mandato di superare le dieci mensilità; oppure dalla Lombardia, dove labuonusci-ta è finanziata da una trattenu-ta del 25% a carico dello stesso consigliere.

Un altro capitolo introdot-to da Montecitorio nella legge di conversione al decreto su-gli enti locali è intitolato al p er-sonale dei gruppi. In questo caso l'intervento è più legge-ro e progressivo, perché non si rivolge alla politica in senso stretto ma a personale titolare in genere di un rapporto di la-voro a tempo determinato. Le

Regioni sono chiamate a indi-viduare per la razionalizzazio-ne di questo personale criteri condivisi, e basati sul numero dei consiglieri e sulle dimen-sioni del territorio ammini-strato. In ogni caso, la raziona-lizzazione non potrà colpire i contratti attuali. Un ultimo ob-bligo è relativo ai condannati per delitti contro la Pubblica amministrazione, che non po-tranno più ricevere i vitalizi da ex consigliere regionale.

Per chi non si adegua entro il 23 dicembre (con l'eccezio-ne delle modifiche statutarie che hanno sei mesi di tempo dall'approvazione della legge di conversione), oltre al taglio dell'8o% dei fondi (esclusa sa-nità e trasporto pubblico loca-le) Montecitorio ha aggiunto una sanzione in più: un taglio aggiuntivo pari al 5o% delle somme dedicate alle indenni-tà di consiglieri e assessori. G. Tr.

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ll'erld CAS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

Giovannini: «I numeri sentinella del fare politica» di Ilaria Vesentini

un monito ai cittadini a «usare il cervello e non la pancia»

-1 nell'imminente campagna „—$ elettorale e a sostenere il costo di

informarsi per superare le «scorciatoie mentali». È un invito ai mezzi di informazione a diffondere dati statistici corretti e verificati per migliorare la qualità del dibattito pubblico del Paese. Ed è insieme anche un messaggio ai candidati politici a evitare un uso distorto dei dati e a fare propria la prima delle Prediche inutili (1955) di Luigi Einaudi: conoscere per deliberare. "Conoscere per decidere" è il titolo scelto dal presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, per la Lettura del Mulino che ha tenuto ieri all'Università di Bologna alla presenza, fra gli altri, del ministro Piero Giarda, del governatore di Bankitalia Ignazio Visco e di Romano Prodi.

L'appuntamento della casa editrice felsinea - che ha visto succedersi in cattedra, da11985 a oggi, economisti e uomini di cultura come Giorgio Fuà, Arrigo Levi, Giuliano Amato, Saskia Sassen o Sabino Cassese - ha dedicato l'edizione 2012 al ruolo della statistica vista con la lente delle neuroscienze, della comunicazione e dei condizionamenti del Web 2.o per capire come si assumono decisioni individuali e collettive e perché investire negli istituti statistici e nella conoscenza di dati economici sia la miglior scelta per sfide politiche e sociali.

L'analisi di Giovannini parte dal deficit di capacità umana nell'assumere decisioni totalmente razionali, perché ci si affida a scorciatoie mentali, a ragionamenti intuitivi in cui vantaggi e perdite si misurano rispetto allo status quo (e non su possibili scenari) recependo più facilmente informazioni coerenti con le proprie idee. Il presidente dell'Istat racconta del duello televisivo Bush-Gore per spiegare come nel mercato tra eletti ed elettori non si ricorra alla statistica- tatistica-

cioè cioè all'evidenza, alla conoscenza dei fenomeni - per colmare l'asimmetria informativa, ma si preferisca dare ascolto alle emozioni più che alla mente. Il candidato repubblicano stroncò il ricorso di Gore a dati sul Medicare con una battuta e il sense ofhumour lo premiò, rafforzò la percezione di un avversario arrogante e azzerò il valore della statistica nel resto della campagna. Il cittadino è «razionalmente disattento», spiega Giovannini, perché informarsi ha un costo. «Ma il contesto economico influisce sull'attenzione: negli ultimi tre anni il numero di persone interessato ai dati statistici è passato dal 23 al 34%».

Farsi strada tra i dati reali e quelli inventati nell'epoca dei big data e di Internet è fondamentale e diventano prioritarie affidabilità e comunicabilità della statistica. «Bisognerebbe misurare il valore aggiunto della statistica. Questo valore non può che essere l'aumento di conoscenza che apporta la fruizione del servizio, dei dati», afferma il presidente dell'Istat al lavoro per rendere più comprensibili i numeri dell'istituto e pronto a pubblicare assieme al Cnel il primo Rapporto sul progresso della società italiana misurato non più tramite il Pil bensì il Bes, il benessere equo e sostenibile. Già nel 2004, quando guidava l'Ocse a Parigi, Giovannini propose di non parlare più di statistique, ovvero scienza dello Stato, ma di sociestique, la scienza della società. «Se la missione degli istituti nazionali di statistica - dice - e delle altre autorità che diffondono dati ufficiali, ne abbiamo 18 in Italia, è servire la collettività sviluppando conoscenza, è importante che si crei un sistema statistico europeo indipendente, sul modello della Bce. E bisogna sottoporre a supervisione anche la statistica privata, prevedendo standard minimi tecnici e deontologici e un controllo che potrebbe forse fare l'Agcom. Terzo, i direttori di testate dovrebbero istituire, come avviene all'estero e sulla scia della crescente popolarità del data journalism, la figura dello statistics e ditor».

Conoscere per decidere, alle soglie di una campagna elettorale, «significa sopportare il costo di studiare di più e scegliere chi avrà le proposte politiche più convincenti basate su solida evidenza empirica e scientifica», così Giovannini chiude la Lettura del Mulino. Auspicando l'istituzione anche in Italia di un organismo, come già ha l'Olanda, incaricato di valutare ex ante ed ex post le leggi, misurando vulnerabilità e sostenibilità sul lungo periodo.

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Pagina 13 RIPRESke," FARVI-OR(

11/11/2012

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pressunE

lls°11dOIS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

Terremoto: Le categorie deluse dal mancato rinvio a giugno del pagamento delle tasse e dai ritardi nell'erogazione dei fondi

Emilia, la protesta delle imprese Allo studio la presentazione della dichiarazione dei redditi senza versamenti

Natasha Ronchetti BOLOGNA

Per ora paventano il rischio di forti tensioni sociali Ma non è escluso che le aziende emiliane colpite indirettamente dal terre-moto del 20 e 29 maggio mettano in atto una sorta di sciopero fisca-le. Protesta che potrebbe prende-re forma attraverso la regolare presentazione della dichiarazio-ne dei redditi entro la scadenza del 16 dicembre ma senza versa-mento di imposte e tributi Una scelta drastica di fronte al decre-to 174 che, convertito in legge, cor-re verso l'approvazione da parte del Senato, per ora senza le modi-fiche chieste dalle associazioni di categoria per ampliare la platea dei beneficiari della rateizzazio-

BRAg C10

Nel Modenese si stima che per la fine dell'anno si registrerà un calo del fatturato intorno al 40%

ne delle tasse (con interessi a cari-co dello Stato, a partire dal 3o giu-gno 2013), anche alle imprese che non hanno subito danni materiali ma sono collassate dopo il blocco forzato delle attività di fornitori e committenti colpiti dal sisma.

Nel Modenese e nel Ferrarese, le due aree più colpite, il sistema produttivo è sul piede di guerra. Solo nell'area di Modena la Cna ha stimato un crollo del fatturato che a fine anno raggiungerà il 40%. «Il risultato - osserva Claudio Car-pentieri, responsabile delle politi-che fiscali della Cna - sarà che le imprese non pagheranno perché sono in ginocchio. Sceglieranno di aspettare la contestazione bona-ria da parte dell'Agenzia delle en-trate per poi concordare un paga-mento rateizzato in cinque anni». Praticamente un tragico parados-so. Per le associazioni di categoria

sarebbero infattibastate poche de-cine di milioni di euro per include-re tra i beneficiari della rateizza-zione anche chi, operando nellafi-liera delle imprese terremotate havisto crollare il proprio volume d'affari. L'estensione delle agevo-lazioni anche agli agricoltori e ai la-voratori dipendenti, unica conces-sione fatta fmo ad ora, costerà in-fatti allo Stato sette milioni in più .

«Noi avevamo chiesto una rateiz-zazione decennale per chi ha subi-to danni materiali - spiega a sua voltaDavide Pignatti, responsabi-le Servizi di Cna Modena - e quin-quennale per chi ha subito danni indiretti». Niente da fare, invece .

Potrebbe restare in piedi solo il meccanismo messo a punto, che prevede il pagamento entro fl16 di-cembre grazie aunfmanziamento bancario, con la restituzione in due anni, a partire dal 3o giugno senza interessi.

Le imprese emiliane, che non chiedono esenzioni, ricordano che dopo il terremoto de L'Aquila fu scelta la strada del condono per il 6o% delle imposte, con ra-teizzazione in dieci anni del re-stante 40%. E temono, difronte al-la fiducia posta dal Governo sul provvedimento legislativo, che non ci siano più i margini per strappare una copertura anche perle imprese colpite solo indiret-tamente. «E' importante che si faccia riferimento al protocollo firmato con i commissariper la ri-costruzione - dice l'assessore re-gionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli - anche se è estremamente complesso stabi-lire quali sono i danni indiretti in un territorio dove ci sono 70mila aziende». Ciò che serve ora, se-condo Muzzarelli, è una forte ac-celerazione della macchina deiri-sarcimenti, con i 6 miliardi stan-ziaticon lalegge sulla spendingre-view. «Dobbiamo trovare le con-dizioni - dice - affmchè l'accordo tra l'Abi e la Cassa depositi e pre-stiti diventi da subito operativo».

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ll'erld CAS

Comune Settore simbolo

Aziende

Addetti

\-\\

Novi di Modena Meccanica

995

3.185

3.332

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L'impatto economico del sisma

N ff0'S 2

Cavezzo Mirandola Meccanica Biomedicale

693 2.294

3.037 10.708

J J

Carpi Tessile

7.238

26.466

II Medolla Agroindustria

548

Finale Emilia Ceramica

1.373

5.529

Bondeno Agroindustria

1.13

3.613 Fonte: Elaborazione su dati Unioncamere e regione Emilia-Romagna

Pagina 13 ESke," FARVI- (W(

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Provvedimento bloccato ma nessun Paese discute gli aiuti (670 milioni) alla Regione

Per le risorse Ue la decisione arriva martedì :::::::: È fissato per la mezzanotte

di martedì 13 novembre il termi-ne entro il quale dovrà chiuder-si il negoziato per la rettifica del bilancio Ue 2012. Si tratta di apportare una correzione di no-ve miliardi che comprende an-che gli aiuti per 670 milioni pre-visti per l'Emilia Romagna, vit-tima di un gravissimo terremo-to in maggio.

Venerdì scorso il negoziato

si era interrotto dopo che la Commissione aveva presenta-to una rettifica, ritenuta da alcu-ni diplomatici elevata, appunto paria nove miliardi di euro. Tut-tavia Commissione, Consiglio e Parlamento hanno assicurato che gli aiuti all'Emilia Romagna saranno erogati.

Nel merito, il budget Ue per quest'anno si è rivelato insuffi-ciente per chiudere i conti in pa-

reggio. E alcuni paesi, forse otto secondo fonti interne, hanno prima rifiutando la richiesta dell'esecutivo comunitario di nuovi fondi e poi chiesto una re-distribuzione delle poste di bi-lancio. Secondo i paesi reniten-ti, tra i quali la Finlandia, l'Olan-da e la Svezia, alcune poste di spesa - come quelle relativo al-le relazioni esterne e ai servizi giuridici-non sono state piena-

mente utilizzate. E il denaro an-drebbe reindirizzato verso altri capitoli di spesa.

Ancora dubbi? Nessuno, se-condo il commissario al Bilan-cio Janusz Lewandowsky, che ha garantito lo stanziamento del fondo di solidarietà all'Ita-lia. «Nessuno ha mai contesta-to questi fondi, che sono un ob-bligo morale».

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Pagina 13 PR ESke," FAR ['t OR(

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ARTE E PARTITA DOPPIA I Jaropo de' Barbari, «Ritratto di Luca Ravioli» (1500 circa, Napoli, Museo di CaPOdlITIOPI

Ilainanista cui si deve la nascita della partita doppia

11/11/2012

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ll'erldOIS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

Cultura, emergenza del Paese Il futuro è nell'industria culturale e creativa ma il brand Italia perde competitività a livello internazionale. L'«Indice24» e i quattro punti concreti da cui ripartire

di Pier Luigi Sacco

Il Manifesto della Cultura del Sole 24 Ore ha propo-sto un percorso in 5 punti, che riportiamo a fianco, per dare alla produ zione culturale un ruolo centra-le all'interno del modello di crescita futura del no-stro Paese. A pochi giorni dagli Stati Generali della Cultura che danno attuazione concreta al primo

dei punti, nella consapevolezza del tempo limitato per ri-trovare la capacità di crescere e di competere più efficace-mente nell'arena globale ribadita dal piano Europa 2020 per il nostro continente (e forse ancor di più per il nostro Paese), è necessario ridare al sistema culturale italiano ri-sorse, slancio ed energie per tradurre le sue immense po-tenzialità in qualità della vita, sviluppo umano edeconomi-co. È con questo spirito che proponiamo qui un'agenda di misure adottabili a breve termine che inizino a tradurre i principi del Manifesto in scelte concrete, che coinvolgono e responsabilizzano tutti gli attori del sistema Paese.

Le elaborazioni condotte dal Sole 24 Ore sulla base dei dati forniti dalrecenterapporto Symbola-Unioncamere sull'indu-stria culturale e creativa in Italia evidenzianole difficoltà attua-li:a fronte diunpeso occupazionale notevole, corrispondente al 5,6% degli occupati, in gran parte concentrati nei settori dell'industria culturale e soprattutto creativa, esiste ancora una modesta capacità di circolazione dei contenuti e delle in-novazioniculturali tra ivari settori dellamacro-filieriffil molti-plicatore culturale che dà una prima misura di tali flussi met-tendo inrapporto ilvalore aggiunto prodottodal settore cultu-rale e da quello creativo, che è oggi in Italia pari circa ai, mo-stra ancora una capacità limitata delcompartocreativo dicrea-re valore a partire dai contenuti del comparto culturale vero e proprio. Nonè unproblema di contenuti in sé ti dati sulla pro-duttività dei settori(nonindustrial) delpatrimonio storico-ar-tistico, delle arti visive e dello spettacolo dal vivo sono abba-stanza allineati a quelli del settore creativo, mostrando così che la nostra cultura sta imparando a razionalizzare l'uso del-le risorse sempre più scarse a disposizione, e la produttività del settore culturale è persino superiore a quella del settore creativo, per quanto il primo sia meno esposto al mercato in termini relativi. Ma le debolezze del sistema diventano palesi quando si considerano gli indici di orientamento all'esporta-zione, che per il settore creativo sono Ire volte e mezzo la me-dia dell'economia italiana mentre per il settore culturale non univano a un terzo. In altre parole, la filiera culturale estesa italiana non riesce a produrre abbastanza valore perché sof-fre, soprattutto nei settori chiave dell'industria culturale, di una bassissima capacità di penetrazione nei mercati interna-zionali,e ciò finisce per influenzare negativamente la compe ti-tività dell'intero sistema produttivo.

Questa situazione si riflette in modo evidente nell'Indice 24, elaborato dal Sole 24 Ore a partire dai database Google-Harvard e Google Trends che ci permettono di misurare quanto il"brand" Italia sia associato a livello globale, rispet-to ai principali Paesi concorrenti, ai settori culturali e creati-vi e ai relativi attributi di valore. I dati mostrano come, su scala secolare, l'Italia abbia perso quote significative di capa-

cità di influenza in tutti i principali settori della produzione culturale, mantenendo in qualche modo le posizioni nei set-tori simbolo della sfera creativa come il design e la moda e mostrando un unico vero caso di influenza crescente nel settore del food, che non a caso è quello in cui a un lavoro efficace in termini di ricerca e innovazione si è accompagna-ta una azione sistematica di miglioramento della partecipa-zione e delle competenze a livello del grande pubblico. Ma in settori non industriali chiave come l'arte e il patrimonio storico-monumentale, l'incidenza dell'Italia si è ridotta ri-spettivamente a un sesto e a meno di un terzo dei valori di inizio Novecento. L'Italia continua così a dilapidare una ren-dita storica, diventando sempre meno capace di rendere vi-sibili e attraenti a livello globale i propri contenuti culturali, e di trasmetterli efficacemente alle catene delvalore dei set-tori di eccellenza del made in Italy. Perreagire a questa situa-zione, occorre elaborare una nuova strategia che punti a fa-vorire l'investimento privato e l'imprenditorialità cultura-le, facendo un uso estremamente accorto ed efficace delle limitate risorse pubbliche disponibili per un forte rilancio competitivo dei nostri settori culturali e creativi. Ecco alcu-ne prioritàconcrete da perseguire:

i. Accesso al credito e sviluppo dell'imprendi-torialità

Il ricambio generazionale dell'imprenditoria italiana nei settori culturali e creativi è oggi molto modesto. Una delle principali difficoltà è rappresentata dall'accesso al credito, tradizionalmente limitato nel settore a fronte di tassi di de-

fault inferiori alla media: si tratta quindi diun deficit di infor-mazione e di conoscenza da parte del sistema creditizio. A questo problema rimedierà presto ilprogramma Creative Eu-rope, lanciato dalla Commissione Europea perii nuovo ciclo 2.014-2o2o, che istituirà un fondo di garanzia a culle banche potranno accedere per ridurre il rischio di credito verso le imprese culturali e creative, in cambio di condizioni di credi-to agevolate e di allocazione di quantitàsignificative diimpie-ghiverso il settore. Una novità importante, che il sistema cre-ditizio italiano potrebbe anticipare e cavalcare. Strettamente connesso è il tema dell'incubazione di impresa creativa già dagli ultimi anni della carriera universitaria, un altro tema che potrebbe trovare grandi spazi analogamente a quanto comincia ad accadere nella sfera scientifico-tecnologica, e che è strettamente connesso al primo.

* * * 2. Un'agenzia per l'esportazione della produ-

zione creativa italiana Per penetrare i mercati globali è necessario intraprendere

un'azione coordinata diaccesso organizzatoedefficace,piutto-sto che procedere in ordine sparso e frammentano come si è perlo più atto finora. DutchDFA, l'agenzia olandese perlapro-mozione del design, della modae dell'architettura, haadesem-pio avuto un molo di primo piano nel lancio professionale a livelloglobale delle nuove generazioni di creativiolandesi.Una agenziadi questo genere dovrebbeavere costigestionalilegge-rissimi, essere totalmente centrata sulle competenze e sulla provata esperienza di sviluppo di relazioni internazionali

15 PUNTI DEL MANIFESTO

1. Una Costituente per la cultura. Cultura e ricerca, secondo l'articolo 9 della Costituzione. 2. Strategia di lungo periodo. 111 un'ottica simile alla ricostruzione economica che sancì la svolta del Dopoguerra 3. Cooperazione tra ministeri. La f unzione dello sviluppo sia al centro dell'azione di Governo. 4. L'arte a scuola e la cultura scientifica siano promosse a tutti i livelli educativi. 5. Sgravi, equità fiscale e merito. Complementarità tra pubblico e privato

nell'ambito creativo, e potrebbe anche essere interamente fi-nanziata dai proventidellelicenzesuimaggiorimarchiculfura-li nazionali di cui alpunto successivo.

* * * 3. Una strategia di valorizzazione globale dei

brand culturali italiani L'operazione del Louvre Abu Dhabi mostra chiaramente

come si possa valorizzare un brand culturale globale sia dal punto di vista del licensing (che nelcaso suddetto ha prodot-to di per sé un introito di circa un miliardo di curo) sia da quello della circolazione di collezioni poco esposte, creando allo stesso tempouna vetrina divisibilità perla cultura nazio-nale e favorendone la capacità di esportazione. Nel caso ita-liano nulla vieta di sviluppare operazioni analoghe, se ac-compagnate da un'opportuna politica di registrazione inter-nazionale dei rispettivi marchi ed eventualmente da un al-lentamento a livello legislativo del vincolo massimo di per-manenza all'estero delle opere di interesse culturale nazio-nale, se inquadrata all'interno di operazioni di tale natura. I relativi proventi potrebbero offrire la leva finanziaria perp o-tenziare operazioni come la suddetta agenzia di promozio-ne dell'export creativo italiano, o il sostegno alla nuova im-presa creativa export-oriented.

fede

4.

Una maggiore capacità di integrare la pro-duzione creativa nel manifatturiero di qualità

Il nostro settore manifatturiero può oggi contare su grandi potenzialità di sviluppo legate a una integrazione con la pro-duzione culturale e creativa, se diventa maggiormente capace ditrasferirne i risultati piùinteressand nelproprio sviluppo di prodotto e nella propria comunicazione. Occorre allora creare centri di trasferimento creativo del tutto analoghi a quelli di trasferimento tecnologico per potenziare la capacità di inte-grazione tra i dueambiti. Questo obiettivo potrebbe essere fat-to proprio dallostesso sistema delle imprese come asse strate-gico innovativo su cui lavorare nei prossimi anni sviluppando alcune iniziative pilota. Particolarmente interessante in que-sto senso è l'esperienza finlandese, basata su un'innovativa National Design Policy.

Si tratta, come sivede, di misure che non hanno tanto biso-gno di ingenti risorse pubbliche quanto di una radicale presa di coscienza delle trasformazioni delle libere culturali e crea-tive e dello sviluppo di una azione di razionalizzazione delle risorse e delle forze in campo chiara, concreta ed efficace, alla luce degli scenari competitivi globali esistenti. Per l'Italia sa-rebbe una vera rivoluzione copernicana. Per le giovani gene-razioni significherebbe poter ancoraguardare alproprio pae-se come un luogo su cui scommettere per il proprio futuro imprenditoriale e professionale.

Fabrizio Galimberti, Antonio Cognata, Walter Santagata e altri alle pagine 34-3g

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ll'erldOIS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

I rischi della museificazione 9 Italia dovrebbe mobilitare ri-

sorse locali, nazionali e inter-nazionali per promuovere la produzione di cultura e creati-

vità. Cerco di spiegarmi. Qualche generazione fa una cultura non

molto democratica era un bene per pochi: eru-diti, aristocratici e ricchi imprenditori. Poi ven-nero il cinema, la musica popolare, i dischi e i libri tascabili. Quando Fred Buscaglione canta la storia di «Porfirio Rubirosa, ... manovale alla Viscosa...» fa un'operazione di grande valore simbolico, produce nuove immagini e porta la cultura musicale e la voglia di nuove identità in tutte le famiglie italiane. Oggi il mondo cul-turale è cambiato radicalmente. Molti anni fa in Italia avevamo tanti artisti e poche istituzio-ni. Fermenti, produzione, manifesti e rivolu-zioni artistiche erano all'ordine del giorno. Og-

gi possiamo constatare che abbiamo molte isti-tuzioni (fondazioni, assessorati, musei) e po-chi artisti. Cosa nasconde questo paradosso?

Se il mercato dell'arte e della cultura è stabi-le per quanto riguarda il consumo, almeno nell'orizzonte di una generazione, è purtrop-po fortemente instabile per quanto riguarda l'offerta e la sua capacità produttiva. Si pone cioè in tutta la sua drammaticità il difficile compito collettivo di garantire almeno lo stes-so tasso di creatività al passaggio tra una gene-razione di artisti e la successiva.

Nei mondi dell'arte e della cultura si confron-tano due politiche di segno opposto: quella del-la conservazione e quella della produzione di nuove opere. Se conservazione vuol dire tutela di un patrimonio storico, la sua rappresentazio-ne più immediata è la museificazione dell'arte. Mentre la conservazione è una politica backward looking che si interroga su un passato da preservare, la produzione è una politica forward looking interessata al futuro e allo svi-luppo di nuove opere d'arte. La produzione è una politica che si articola secondo una filiera

produttiva i cui anelli principali sono la selezio-ne degli artisti, la concezione delle opere d'arte, larealizzazione delle stesse, la loro distribuzio-ne e infine le modalità del loro consumo.

In Italia negli ultimi decenni si è assistito a un passaggio epocale che ha visto crescere in importanza le politiche di conservazione e trascurare quelle di produzione culturale. Sembra di vivere in un paradosso o in un ci-clo perverso che oppone capacità produttiva a capacità istituzionale di conservazione.

Si pone quindi il problema di una diversa politica culturale per le città e il loro sviluppo economico. Mi sembra che i suoi punti essen-ziali siano i seguenti: i) Anche se credo a quanto diceva Jacques Duhamel, ministro della Cultura francese ne-gli anni Settanta: «D'abord continuer et après recommencer », di fronte alle nuove condizio-ni socio economiche mi sembra necessario azzerare il passato, rimettere tutto in discus-sione e ridefinire le priorità nazionali. Tremi-lacinquecento musei di arte sono troppi? Co-me attrarre nuovi talenti creativi? Quale cul-

tura produrre? Quanti visitatori vogliamo? Si deve puntare sulle industrie culturali e cre-ative? Sul turismo culturale? 2)Come in tutti i processi, però, ci sono dei cicli. Negli ultimi 6o anni si sono infatti succedute fasi storiche che hanno reso il patrimonio cultu-rale prima una bellezza che rinfranca e nutre il nostro spirito, poi un bene economico che arric-chisce il nostro benessere materiale, e oggi un fenomeno che migliora la qualità sociale. Forse quello della cultura come bene economico sta lasciando il passo a quello della cultura come base per una migliore qualità sociale. Abbiamo bisogno di creatività, ma questa non è solo orientata alla innovazione e al mercato. Nel no-stro Paese la creatività è un modo per migliora-re la qualità sociale, la produzione di fiducia e cooperazione. L'arte può diventare la strada maestradella realizzazione di buoni piani divi-ta individuali. 3)Oggi la produzione di cultura è una delle più importanti industrie nazionali, e se non produ-ciamo culturaoggi non avremo nulladaconser-vare domani. La produzione di nuova cultura è

oggi un imperativo categorico delle nostre poli-tiche di sviluppo. Riprendendo il paradosso iniziale: le istituzio-ni hanno lavorato male? Cosa è successo? La prima possibilità è che le istituzioni non pro-muovano, loro malgrado, la produzione artisti-ca, e che non individuino l'agenda prioritaria nella salvaguardia dei talenti che consentono di mantenere un ruolo visibile e riconosciuto nel panorama internazionale della cultura. Bi-sognerebbe assumere fino in fondo l'esigenza di un cambio di prospettiva e di un riequilibrio dei finanziamenti con un più consistente impe-gno nel sostegno alla produzione artistica. Ciò implica creare un ambiente attrattivo e attrez-zare il campo per i soggetti che producono cul-tura e arte. Il significato di cultura è cambiato nel mondo reale della società e dell'economia: si è passati dal dominio assoluto della cultura umanistica a quello delle industrie culturali e creative. Parliamo allora di cultura e crescita: ora, se ci domandiamo quale cultura italiana eccelle og-gi nel mondo, possiamo dire che la letteratura italianaha una posizione di eccellenza sui mer-cati internazionali?Che lapittura contempora-nea sta reagendo con nuove energie al finale di carriera di tanti artistiche hanno illustrato il no-stro Paese negli ultimi cinquant'anni? Difficile rispondere positivamente a queste do-mande. Oggi il successo italiano arride alle in-dustrie dellacultura materiale, quelle che si nu-trono dei nostri saperi antichi e del nostro

buon gusto. Il design industriale, la moda, laga-stronomia, il cibo e l'industria del "lusso". Que-ste sono le nuove frontiere dell'eccellenza cul-turale italiana e anche i nostri musei dovrebbe-ro essere più attenti a queste esperienze. Un mio libro pubblicato quest'anno da il Muli-no si chiama Atmosfera Creativa e descrive un modello di sviluppo locale fondato sulla cultu-ra. In pratica è la somma di molti network che producono cultura: arte contemporanea, mo-da, design industriale, cibo e gastronomia, cine-ma, televisione, software, pubblicità, musica e spettacolo, musei, e architettura. Ciascuno di essi meriterebbe di essere studiato, accompa-gnatoverso il successo internazionale o sempli-cemente rafforzato. I progetti dovrebbero ri-guardare la capacità di produrre cultura, di esportarla e di democratizzarla. Ad esempio ap-plicando all'arte contemporanea l'idea del Kmo, dell'accorciamento della filiera artisti-collezionisti-consumatori, della riduzione dell'autoreferenzialità e dellaproduzione mas-sima di capitale sociale. La cultura è portatrice di valori universali può essere ridotta a un mero fenomeno merciale. È per la qualità della vita e ide al tempo stesso una società più libera il gno economico e più aperta ai valori de] darietà, della crescita dei beni comuni. I ma la cultura per lo sviluppo non si app sui mercati e le loro regole egoistiche, m sce allo sviluppo nella equità e giustizia

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I rischi della museitir azione

11/11/2012

Periodicità: Quotidiano

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llsIld CAS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

Rivitalizzare una risorsa sprecata

Si parla molto di catene di offer-ta, di prodotti pensati in un luogo e realizzati, fase a fase, filo a filo, bullone a bullone, in tante parti del mondo. Ma c'è un'altra catena che ci inte-

ressa, ed è quella che lega il pensiero alla concezione, la concezione al progetto, il progetto al processo, il processo al prodot-to... L'Italia si vanta - giustamente - di es-sere un grande Paese manifatturiero, ma cosa c'è all'origine di quest'altra catena, la "catena del valore"?

C'è - forse la cosa potrà sorprendere - la cultura. La cultura in senso lato, un senso che comprende il sistema educativo e la ri-cerca. Ma comprende anche - ed è qui il trat-to italiano di questa "cultura" da cui zampil-lano produzione e benessere - l'immenso patrimonio artistico del nostro Paese. Un patrimonio che è molto di più di una colle-zione di musei e parchi archeologici. Per-ché è dalla linfa di quel passato, dal "saper fare" accumulato nei secoli e tramandato di generazione in generazione, dall'amore per il lavoro ben fatto, da quella mescita di innovazione ed emulazione che segna le Mi-mitabili fattezze dei distretti industriali («è come se i segreti del mestiere volteggiasse-ro nell'aria», diceva Alfred Marshall) che de-rivano i successi della nostra manifattura.

Ma oggi - e non da oggi - il Paese arran-ca. In che misura la povertà della crescita italiana dipende dalla scarsa attenzione a quella culturale e primigenia sorgente, a quel segmento dell'economia troppo spesso considerato come il parente pove-ro dei settori economici? E che cosa si può fare per liberare quella sorgente dai detri-ti che la ostruiscono e riaprire quei canali che scorrono dalla cultura al prodotto, passando per l'immagine e il "racconto" dei nostri volti produttivi?

Abbiamo voluto rispondere a questa do-manda costruendo un indice di "interesse per la cultura" e correlandolo all'andamento dell'economia (vedi il primo grafico in alto). La correlazione c'è, e la correlazione ha

un'implicazione sorprendente. Un euro in più speso perla cultura scende lungo gli anel-li della catena del valore, cancellala connota-zione di sussidio e si rivela un investimento. Non è il seme gettato fra i rovi né quello getta-to fra i sassi o sulla strada. È il seme gettato "sulla terra buona", capace di dare "frutto, do-ve il cento, dove il sessanta, dove il trenta". Tanto più che le spese perla cultura, essendo rivolte a persone a attrezzature stabilmente insediate nella penisola, presentano una mi-nor "fuga" di importazioni ed esercitano quindi anche un maggior effetto moltiplicati-vo. Oltre all'effetto diretto sulla domanda vi è anche il cruciale impatto - indiretto ma rea-le - sulla immagine dell'Italia nel mondo, un'immagine che impatta su tanti volti del

nostro Paese, dallo spread al Made in Italy. Purtroppo, non è possibile quantificare

con scientifica precisione il frutto di "quell'euro in più" speso per la cultura. I dati non lo permettono. Ma, in questo pro-cesso indiziario, gli indizi sono conver-genti e pesanti. È sotto gli occhi di tutti l'incuria per il nostro patrimonio artistico (basti citare Pompei), l'incapacità di usa-re dei nostri capolavori per farne "raccon-ti" capaci di proiettare un'immagine di-versa: non l'immagine di oggi, l'immagi-ne (come scrive in queste pagine Pier Lui-gi Sacco) di un «Paese mediocre che vive di un grande passato» ma quella di un Pae-se che attinge al passato per proiettare, qui e oggi, la coda brillante di una cometa

che solca da secoli i cieli del globo. Questo "indice di attrattività culturale"

(vedi la scheda per la sua costruzione) rivela che la disattenzione all'importanza di que-sta sorgente non è un male solo italiano. Ma è tuttavia significativo che l'Italia, che pure, fra i cinque maggiori Paesi europei (vedi il secondo grafico in basso), ha di gran lunga il più importante patrimonio artistico, pre-senta, nell'ultimo dato disponibile (settem-bre 2012), il livello più basso dell'indice.

Fervono, nel nostro Paese, le tristi pole-miche sul "declinismo". Polemiche che la-sciano il tempo che trovano se non sono assortite di rimedi, se alle diagnosi e alle prognosi non seguono le cure. La diagnosi l'abbiamo appena esposta. L'Italia ha di-

stolto lo sguardo dalle sue sorgenti, ha la-sciato deperire le sue vere ricchezze, ha di-menticato di curare e innaffiare quella ter-ra dove giacciono le sue radici.

Ed è la diagnosi che detta la cura. È solo mettendo al centro dell'attenzione la que-stione cruciale della cultura, intesa nel sen-so lato descritto da Pier Luigi Sacco, che po-tremo ritrovare, attraverso una proficua collaborazione fra il pubblico e il privato, attraverso la moltiplicazione delle iniziati-ve intese a una manutenzione ordinaria e straordinaria dello sterminato patrimonio culturale, l'orgoglio del nostro passato, la fiducia nel nostro presente e lo slancio ver-so il nostro futuro.

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QUANTO VALE LA LUCE INFONDO AL TL-NNEL EUGENIO SCALFARI

A NOVITÀ della giornata di ieri è una dichiarazione di

,

Monti del tutto inattesa. Ha raccomandato di non perder tem-po a discettare sulla futura "pre-miership" ma di discutere piutto-sto sui contenuti e sulle riforme che si debbono ancora fare fino al-le elezioni del prossimo aprile.An-cora una volta questa dichiarazio-ne è in piena concordanza con quella di Mario Draghi nel discor-so da lui pronunciato in occasione del compimento di un anno dalla sua nomina alla guida della Bce; anche Draghi ha battuto e ribattu-to sul tasto delle riforme che sono a suo parere la sola via per raffor-zare l' euro e portare fuori dalla cri-si economica sia l'Europa sia l'in-tero Occidente.

La sortita di Monti è diretta ai partiti e all'intera classe dirigente italiana a cominciare dalle forze sociali. Ma a quali partiti in parti-colare si dirige il premier?

L'esortazione anoninsistere sul tema della futura "premiership" riguarda soprattutto quelle parti politiche che fanno del Monti-bis un elemento primario della loro campagna elettorale: l'Udc di Ca-sini, Montezemolo e tutti coloro che chiamano a raccolta i modera-ti. Monti non ha alcun interesse a diventare l'icona dei moderati i quali, comunque andranno le ele-zioni di aprile, non possono certo aspirare alla maggioranza assolu-tanel Parlamento e neppure ad es-sere il primo dei partiti votati.

La seconda raccomandazione che riguarda i contenuti è rivolta a tutte le forze politiche della strana maggioranza che tuttora sostiene il governo ma principalmente al Pd di B ersani che—soprattutto nel-la sua ala vendoliana — si propone di smantellare la cosiddetta agen-da Monti.

Questa intenzione è diventata la caratteristica principale di Vendola, di Fassina e della Ca-musso eviene sventolata sianelle primarie del Pd sia nella campagna elettorale ormai in cor-

so. Ma è pura demagogia. Lo scrivo e lo ripeto ormai da tempo: l'agenda Monti

coincide perlomeno al novantaper cento con gli impegni che l'Italia ha contratto con l'Europa e in alcuni casi (per esempio il pareggio del bilancio) sono entrati a far parte della nostra Costituzione. Smantellarli significherebbe uscire dall'euro e quindi dall'Europa.Asostenerlo c'è sol-tanto Grillo e, quand'è di cattivo umore, Silvio Berlusco-ni. Quindi in questo caso purissima demagogia pre- elet-torale.

Monti ha dunque ragione, bisogna parlare di conte-nuti e di riforme ancora da fare o da completare e poi di quello che dovrà essere il programma del nuovo governo che uscirà dalle urne elettorali.

* ** Monti continua a segnalare una luce in fondo al tun-

nel e lo prendono per matto. La sua mattana sarebbe in-fatti contraddetta sia dalle previsioni dell'Istat sul Pil sia da quelle analoghe della Commissione di Bruxelles. Ep-pure — oltreché da Monti— quella luce in fondo al tunnel lavedono anche Draghi e il Fondo monetario internazio-nale. Come si spiega questo così netto contrasto di opi-nioni?

A parte una legittima differenza di punti di vista sul-l'andamento delle cose, c'è una cifra condivisa da tutti gli interlocutori di questo dibattito: l'andamento del Pil in Italia. Sarà del meno 2.4 o meno 2.3 quest'anno e meno 0.2 o addirittura in pareggio nel 2013. Il segno meno per-mane in tutti e due gli anni considerati ma tra l'uno e l'al-tro si registra un miglioramento di tre punti il che signifi-ca un aumento di circa 50 miliardi in cifre assolute. Non è molto ma neppure poco. Tre punti di Pil non sono una luce?

A me sembrano considerazioni elementari. Certo l'aumento del Pil non è il solo dato da considerare, biso-gnainfattivedere da dove proviene. Un aumento degliin-vestimenti? Un aumento delle esportazioni? Della pro-duttività? Dei consumi? Dell'occupazione?

Non farei molto affidamento sui consumi, potrà sem-mai essere un effetto non una causa. Lo stesso vale per l'occupazione. Allo stato dei fatti le cause del migliora-mento possono provenire dagli investimenti, dalle esportazioni, dalla produttività. Ed anche dai tassi di in-teresse delle banche e da una ripresa del credito.

Tutti questi elementi sono comunque condizionati da un recupero della fiducia e questo è un fattore che coin-volge l'intera Europ a e anche gli Usa. La fiducia può esse-re paragonata al respiro del corpo d'una persona: se i suoi organi sono in grado di funzionare ma a uel corpo non re-

spira, la persona muore. Respirare none' una condizione sufficiente ma necessaria. La fiducia e quindi le aspetta-tive sono la stessa cosa: insufficienti ma nece ssarie. La fi-ducia c'entra molto con la politica. Senza una buona po-litica la fiducia avrà molta difficoltà a manifestarsi.

***

Tra le tante cose buone (anche se impopolari per i sa-crifici che hanno creato per molti) l'attuale governo ha compiuto numerosi errori. Politici.

Per esempio ha traccheggiato troppo a lungo sul tema degli esodati. Ha clamorosamente sbagliato quando ta-gliò i fondi per gli ammalati di Sla. Per l'accompagna-mento degli invalidi. Alla fine la copertura è stata trovata, ma perché non prima ma solo dopo aver suscitato l'indi-gnazione dell'opinione pubblica?

Ha sbagliato sul pagamento dei crediti verso la pub-blica amministrazione che ancora tarda a venire e sarà solo parziale. Ha sbagliato sulla legge per la corruzione. Ha sbagliato sui tagli alla pubblica istruzione e per am-bedue questi punti dovrebbe assolutamente rimediare.

La politica è un'attività molto complessa. Si impara con l'esperienza ma presuppone anche una vocazione caratteriale. È difficile che un governo politico come tut-ti i governi ma composto solo di tecnici abbia una voca-zione politica della necessaria intensità. I ministri con quella vocazione sono pochissimi: Fabrizio Barca, Cor-rado Passera, Andrea Riccardi. Anche il sottosegretario alla Presidenza Catricalà lavocazione ce l'ha ma di solito la mette al servizio d'una cattiva politica e questo è un guaio non da poco.

Monti quellavocazione ce l'ha male nece ssità di un' e-conomia prossima al disastro come quella che ereditò un anno fa l'hanno inevitabilmente ingabbiata. Adesso può finalmente liberarla ed è tempo che lo faccia.

***

Molti elementi per una buona politica dipendono ora dalla legge elettorale. Su questa questione occorre ragio-nare con molta chiarezza.

L'Udc si è alleata con il Pdl e (perfino) con la Lega per uscire definitivamente dal Porcellum che avrebbe strito-lato il Terzo Polo. Per Casini era dunque una questione di sopravvivenza e lo si può capire. Ma lui stesso era consa-pevole che, dopo que sto primo passaggio, ce nevolevaun secondo che recuperasse la governabilità. Infatti è quan-to dovrebbe avvenire nella definitiva e ultima riunione tra gli interessati prima del voto in aula.

Il compromesso consiste nel "premiolino" da attri-buire alla coalizione che avrà pitivoti di tutte le altre, pro-babilmente il centrosinistra. Bersani vorrebbe un "pre-miolino" del 12 per cento, Casini e Pdl offrono l'8. Il com-promesso sarà il 10 forse il Pdl non ci starà, ma Casini ci deve stare se la saggezza lo assisterà.

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Col "premiolino" il centrosinistra, da Donadi a Ven-dola, può arrivare fino a145 per cento, un consenso note-vole che però non raggiunge la maggioranza assoluta per la quale, dopo le elezioni, il Centro si alleerà non come ruota di scorta ma come componente necessaria del fu-turo governo. Del resto che altro potrebbe fare?

Si deve ancora risolvere il problema della scelta dei parlamentari, il tema non presenta difficoltà politiche ma tecniche. In un modo o nell'altro dovranno risolver-lo.

A questo punto si porrà il problema del Monti-bis e dell'agenda Monti. Di quest'ultima abbiamo già detto. Il primo si pone in questo modo: se Bersani è disponibile a cedere il passo aMonti, va benissimo; se non lo è dovreb-be quantomeno offrire a Monti il ministero dell'Econo-mia e degli Affari europei. Penso che lo farà e a quel pun-to la palla passerebbe all'attuale premier.

È un declassamento? Formalmente forse, manella so-stanza no. Del resto c'è un precedente illustre: Ciampi, dopo essere stato premierne11993, portò il Paese alle ele-zioni. Dopo qualche anno nacque il governo Prodi e a Ciampi fu offerto il ministero del Tesoro. Accettò e insie-me portarono l'Italia nell'Eurozona nel momento stesso in cui nasceva la moneta comune. Fu la più grande delle riforme che sia stata fatta in Italia e in Europa. Alla cadu-ta del governo Prodi, nel 1998, a Palazzo Chigi andò D'A-lema che pose come condizione per accettare l'incarico la presenza di Ciampi che per la seconda volta accettò di servire il Paese. Poi, approvata la legge finanziaria, si di-mise. Nel 1999 fu eletto al Quirinale quasi all'unanimità.

Cito questo precedente perché Monti si è detto dispo-nibile a servire ancorailPae se. Questo sarebb e un b elmo-do per darne un'altra dimostrazione.

Post scriptum. Qualche parola sulla signora Polverni e le elezioni alla Regione Lazio. Quello che sta accadendo è semplicemente vergognoso.

La legge regionale del Lazio, unica tra tutte le Regioni, stabilisce che la data delle elezioni sia fissata dal presi-dente uscente e debba essere indetta entro 90 giorni dal-le dimissioni del suddetto presidente. Il tempo scorre ma la Polverini, interpretando a sua modo la norma, si rifiu-ta dirispettarla e vuole che sivoti in aprile insieme alle Po-litiche. Nel frattempo l'intero Consiglio regionale è di-missionario ma i suoi membri continuano a percepire lo stipendio e la Polverini sforna ogni giorno prowedimen-

ti a dir poco eccentrici, beneficia a destra e a manca, no-mina persone amiche nelle aziende comunali, fonda nuove associazioni ed enti vari. Insomma prosegue lo sperpero che rese possibile il caso Fiorito e gli altri analo-ghi.

L'Avvocatura dello Stato, richiesta dal governo di un formale parere, lo ha dato ribadendo che le elezioni deb-bano avvenire entro il termine di 90 giorni dalle dimis-sioni del presidente ma la Polverini nel suo bunker in via della Pisana continua a dilapidare senza ritegno.

Il Movimento in difesa dei cittadini haricorso al Tar del Lazio affinché imponga all'Amazzone l'adempimento della norma. L'Amazzone dal canto suo ha arruolato in sua difesa un avvocato che è al tempo stesso segretario ministeriale di Catricalà che—vedi caso—sostiene 1' " elec-tion day" con le elezioni regionali in aprile insieme alle politiche. Il segretario di Catricalà si è dimesso dalla cari-ca ministeriale nel momento in cui accettava di difende-re la Polverini.

Ma perché Catricalà (e l'avvocato dell'Amazzone) vo-gliono le elezioni in aprile anziché subito come la norma prevede? Il motivo è evidente: Berlusconi (e Gianni Letta di cui Catricalà è comprovato sodale) nonvogliono che la sicura sconfitta del centro destra avvengaprima delle Po-litiche. Si vìola una norma? E chi se ne frega, ben altre ne furono violate.

Il governo dovrebbe esprimersi. Eventuali economie connesse con l' "election day" in aprile non compensano la violazione di una norma così importante e sono am-piamente compensati in negativo dalla dissipazione di risorse in atto in via della Pisana.

Il ministro dell'Interno continua a dire che la compe-tenza non è sua. Ciò non dovrebbe impedirle di procla-mare chiaro e tondo che la norma è stata violata e va re-cuperata.

Il Tar ha esaminato il ricorso e farà sentenza martedì prossimo. È possibile che si lavi le mani come fece Pon-zio Pilato. In quel caso la vergogna si estenderà anche ai giudici amministrativi e perfino— rincresce dirlo— alla si-gnora Severino, sistematicamente prudente tutte le vol-te rischi di dispiacere a qualcuno ancora potente (vedi leggi sulla corruzione).

Questa non è economia, onorevole Monti, ma politi-ca. Lei non ha dunque nessun vincolo salvo quello della sua coscienza. Confido che l'ascolti e la metta in atto.

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"Itecnicisononetessanallapolitiut dalpopuhsuinschiudnivolte"

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"I tecnici sono necessari alla politica dal populismo rischio di rivolte" La lezione di Monti: l 'Europa baluardo dei diritti dei giovani

PERCHÉ I 'l ECNICI SERVONO ALLA POLITICA MARIO MONTI E SYLVIE GOULARD

T ROPPO tecnocratica, non abbastanza democratica, lenta nei processi decisionali, poco efficiente. I giudizi sull'U-nione Europ ea non sono certo clementi. Benché siamo di-sposti a considerare senza indulgenza ogni limite che le verrà imputato, ci chiediamo tuttavia, ammesso che le cri-tiche siano fondate, a che modello guardano coloro che sparano a zero sull'Europa. A un ideale astratto, tanto per-fetto quanto irrealizzabile?

Era ora: i costi dell'indecisio-ne e le divisioni sterili esacerba-no l'insofferenza dei popoli in difficoltà. E un domani, se ab-bassiamo la guardia, potrebbe-ro alimentare la loro rivolta.

Se il confronto di idee è il sigillo della democrazia, i cittadini so- no sempre meno disposti a mantenere con i loro contributi

una classe politi- ca il cuivalore

MARIO MONTI SYLVIE GOULARD

(segue dalla prima pagina)

ALMODELLO democrati- co che ha trovato realiz-zazione nei singoli Stati

che la compongono? In tal caso, costoro, come nel Vangelo, cer-cano probabilmente la pagliuz-za nell'occhio del vicino senza accorgersi della trave che è nel loro.

(...) T rim proveri che general-mente vengono mossi alla tec-nocrazia europea sono spesso esagerati: in tutti gli Stati, orga-ni amministrativi hanno il com-pito di assistere i dirigenti poli-tici.

Nella sua opera IIfuturo della democrazia, Norberto Bobbio osserva come gli inventori della democrazia abbiano mancato di prevedere la complessità del-le società contemporanee. Pur continuando a contrapporre democrazia e tecnocrazia, am-mette che l'apporto dei tecnici è diventato una necessità, anche

se, secondo lui, si deve conti-nuare a distinguere tra il potere del tecnico e quello di chi viene eletto dal voto popolare.

Le amministrazioni europee sono di dimensione modesta: in totale, la Commissione europea conta un numero di funzionari più o meno pari a quello di una grande metropoli. E stata pro-prio questa esiguità di mezzi umani e giuridici a causare al-cuni dei gravi problemi cui l'U-nione è andata incontro: tanto per fare un esempio, negli anni precedenti alla crisi, l'Europa non era nemmeno autorizzata a verificare l'esattezza delle stati-stiche fornite da determinati Stati dell'Eurozona. (...)

Inoltre, non si può certo dire che coloro che si scagliano con-tro la «burocrazia di Bruxelles» abbiano promosso, nei rispetti-vi Paesi, riforme coraggiose: perlopiù tollerano l'affastellarsi di amministrazioni locali e na-zionali che finiscono per pesare sui bilanci dei contribuenti di-mostrandosi tutt'altro che effi-cienti. (...)

In tale contesto c'è ragione di chiedersi se davvero le critiche ricorrenti alla «burocrazia» eu-ropea muovano soltanto dalla preoccupazione, perfettamen-te legittima, che i soldi pubblici vengano impiegati nel migliore dei modi e le amministrazioni siano sorvegliate.

Probabilmente intervengo-no, almeno in parte, un nazio-nalismo e un provincialismo striscianti. Il più delle volte l'in-vocazione di valori fondamen-tali, come la democrazia, o di principi di organizzazione poli-tica, come la sussidiarietà, rive-la non tanto il desiderio di tute-lare i valori in questione quanto una volontà dissimulata di pre-servare una serie di prerogative nazionali o locali. Noi crediamo che questi valori e questi princi-pi non debbano essere utilizza-ti come punto d'appoggio per il riemergere ora di complessi di superiorità, ora di complessi di inferiorità, e più in generale di una forma di poujadismo che condanna all'immobilità. (...)

Il termine «politica» è ambi-guo. Designa le azioni più nobi-li, le più ammirevoli forme di de - dizione alla cosa pubblica, ma rimanda anche a immagini di corruzione e fallimento. Ciò va-le, ovviamente, per le singole nazioni come per l'Unione Eu-ropea.

A livello degli Stati nazione il gioco politico può degenerare nella rivalità «guelfi contro ghi-bellini». (...) La crisi ha portato alla costituzione di governi di unità nazionale che avevano lo scopo di rassicurare gli investi-tori e ipartner europei.Atalpro-posito, va dato credito ai partiti politici per avere reso possibile una tale soluzione dando prova di un grande senso di responsa-bilità.

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"Itecnicisononetessanallapolitiut dalpopuhsuinschiudnivolte"

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aggiunto è tutto da dimostrare, e che, a forza di lotte intestine, riduce il potenziale del Paese quando dovrebbe invece ope-rare al servizio del benessere collettivo; al di là dei vantaggi di cui godono certi rappre sentan-tinazionali °locali, ilcosto mag-giore e meno tollerato della «p o - litica» è quello generato dalla procrastinazione e dall'imperi-zia. (...)

Al di là del fatto che gli inter-venti «esterni» danneggiano l'immagine dell'Europa, ridot-ta a una sorta di «castigamatti», l'impresa si annuncia persa in partenza: in Italia, già nel XIII secolo, il tentativo di imporre un'autorità imparziale impor-tata dall'esterno e incarnata nei podestà è fallito miseramente.

Tocca ai regimi democratici dotarsi degli argini morali e del-le regole che garantiscono deci-sioni efficaci e imparziali, nel-l'interesse del Paese. Cosi come è preciso dovere della classe po-litica nazionale assumersi le proprie responsabilità riguardo alle questioni europee, assicu-rando un'informazione più tra-sparente. (...)

Sarebbe un vero peccato se le politiche dell'Unione Europea finissero per farsi condizionare daalcuni preconcettiperil sem-plice fatto che il loro obiettivo sarebbe, in qualche modo, quello di «risarcire» un'opinio-ne pubblica che si considera a torto penalizzata dalla parteci-pazione all'integrazione euro-

pea. Solo un esempio: riguardo al dilemma disciplina-crescita che infiamma i dibattiti in que-sto momento, un'informazio-ne più trasp arente mostrerebbe che il «salvataggio della Grecia» o certe misure da prendere per stabilizzare i mercati sono nel-l'interesse dell'insieme dei con-tribuenti europei. (...)

Analogamente, stupisce ve-dere come i media del Nord Eu-ropatendano a includere l'Italia nella schiera dei Paesi «debito-ri», quando il Paese non ha mai chiesto aiuti agli altri Stati e ha anzi contribuito al salvataggio della Grecia. (...)

Se i governi dicessero chiara-mente che cooperare è nell'in-teresse di tutti perché l'interdi-pendenza è una re altà, il risenti-mento lascerebbe posto a un'accettazione meno contrita e perciò più durevole del mutuo impegno.

A livello europeo, la richiesta di più «politica» risulta alquan-to sconcertante. Da un lato per-ché e ssa mo stra di ignorare il ca-rattere intrinsecamente politi-co del progetto europeo sin dai

suoi esordi (...). Dall'altro lato perché l'esperienza insegna che «più politica» tante volte si-gnifica meno rigore e più pro-blemi: i giochi della politica mi-nano la fiducia nelle istituzioni comuni; gli scambi di favori tra partiti alleati e le cortesie tra vi-cini possono portare ad acco-gliere nell'Eurozona uno Stato che non soddisfa del tutto i cri-teri richiesti, a chiudere un oc-chio su un deficit pubblico o an-cora a ignorare una pericolosa bolla immobiliare.

E tale compiacenza si paga a caro prezzo. Checché ne dicano i populisti, il compito dei gover-ni non è quello di seguire cieca-mente le pulsioni dei popoli. (...)

Non si tratta, come vanno ri-petendo alcuni, di costruire un'«Europa sociale», concetto nebuloso in una Unione così eterogenea, né di difendere i «diritti acquisiti» come se ritrat-tasse di princìpi immutabili. Al contrario, la situazione va me s-sain prosp ettiva, e bisogna inte - ressarsi anche dei dirittinon an-cora acquisiti, soprattutto quel-li dei giovani e delle generazioni a venire, che le democrazie na-zionali hanno oltraggiato accu-mulando debiti su debiti e sfrut-tando senza ritegno il pianeta.

©Édition Flammarion, 2012 © 2012 RCSLibriS.pA, Milano

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Legge elettorale, duello Bersani-Casini "Morirai di tattica". "Non siano sudditi" 11 segretario del Pd: no alla soglia del 42,5. Pc11: toni da padrone

GIOVANNA CASADIO

ROMA— «Questa riforma eletto-rale sarebbe un golpe contro il movimento di Grillo? Casomai contro il Pd». Pier Luigi B ersani si mette di traverso sull'ultima ver-sione anti-Porcellum. Lo dichia-ra anche: «O c'è un premio di go-vernabilità del 10% netto, che è formalmente del 12,5% al partito o alla coalizione vincente, oppu-re cimettiamo di traverso. Perché dietro c'è una logica furba e cioè "muoia Sansone con tutti i fili-stei"». Non gli è piaciuto neppure un po' quel blitz in commissione al Senato che ha riunito il fronte Udc-Pdl-Lega. Non lascerà pas-sare una legge che consegna «l'I-talia all'ingovernabilità», che ri-schia di «farci fare la fine della Grecia». Si sente tradito dal lea-

der dell'Udc, Casini? Risponde: «Casini morirà di tattica. Dove vuole andare? Spero che anche lui alla fine metta la barra dritta». A Casini suona come uno schiaffo, e scoppia la grande lite.

I toni si alzano mano a mano che siva avanti nella giornata. Ca-sini accomuna Bersani e Grillo e replica che se entrambi «voglio-no il Porcellum lo dicano, ma bi-sogna mettere le carte in tavola in Parlamento e spiegare che è giu-sto che chiha i130% prendail 55% dei seggi». Una soglia, ripete, è necessaria e lo è anche perla Cor-te costituzionale. «Noinon siamo stati sudditi di Berlusconi— con-trattacca il leader dell'Udc —non vogliamo essere sudditi di Bersa-ni, non siamo disposti a piegarela schiena». Intanto, dal teatro Eli-seo dove Bersani partecipa alla kermesse diLefte dell' Unità, ogni "affondo" del segretario demo-cratico contro Casini è accolto da ovazioni, come quando avverte:

«Chi pensa che con questa rifor-ma elettorale si arrivi alMonti-bis è da ricovero, ci sarebbe la palu-de. Se poi qualcuno pensa che mi metta a fare un governo con Ber-lusconi e Fini è fuori di testa...».

Quell'espressione "da ricove-ro" è altra benzina sul fuoco. Of-fensiva di Casini: «Se un Monti-bis è da ricovero allora anch'io so-no da ricovero e con me molti del Pd che pensano a un Monti-bis». Ma nel crescendo dei "no" bersa-niani — no alla Fornero in un fu-

turo governo, no a larghe intese — resta l'invito a Monti: «Deve continuare a dare una mano al paese». Definisce il Professore «un liberale con qualche venatu-ra da conservatore». Spiegherà poi, il segretario democratico: «In un futuro Parlamento, ci potreb-bero essere 80-100 seggi ai grilli-ni, e immaginare che in quel con-testo ci siano una figura autore-vole e unamaggioranza coesa èil-lusorio... Sudditi gli udc e Casini? Ma quando mai, però devono de-

cidere. Io non voglio maggioran-ze a sbafo».

Il gelo tra Pd e Udc sarà messo alla prova dei fatti martedì in commissione al Senato, anche se gli sherpa si incontrano già do-mani. Calderoli, il leghista autore del Porcellum, annuncia una sua mediazione. Il Pd risponde: «Ac-qua fresca». IlPd1 approfitta dello scontro Pd-Udc per solidarizzare con Casini e dare addosso a Ber-sani definito da Cicchitto «arro-gante e padronale». La speranza è

sempre quella che Casini torni al-l'ovile della destra. Altolà di Ven-dola a regole che «truccano la partita: spero salti il tavolo». E Di Pietro incita a «un fronte comune contro il golpe». Per Bersani il problema serio è vincere il popu-lismo sia di Grillo che di Berlu-sconi. Lancia a sorpresa — alla kermesse organizzata dal Psi di Nencini — la proposta di un refe-rendum sull'Europa, se gli Stati uniti di Europa non decollano.

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Legge elettorale, duello Bersani-Casini "Morirai di tattica", "Non siamo sudditi"

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D'Alimonte, studioso di sistemi elettorali: il 10% al primo partito sola strada per evitare un governo-ammucchiata

"Senza bonus govemabilità salto nel buio" ANNALISA CUZZOCREA

ROMA — Roberto D'Alimonte non si stupisce delle critiche alla sua proposta di mediazione. Se-condo Pdl e Udc favorirebbe troppo il Pd, aiuterebbe troppo il probabile primo partito. «Pecca-to che a dirlo - rico rda il professo-re - siano esattamente quelli che hanno voluto il porcellum, una legge fatta su misura perché nes-suno vincesse».

Berlusconi, Casini, la Lega. Ci ricorda come andò?

«Berlusconi prima del 2005 si era accorto che i collegi unino-minali del mattarellum non fun-zionavano bene per la Casa delle libertà. Avevavisto che sia nel '96 che nel 2001 i partiti di centro de-stra prendevano più voti nel pro - po rzionale rispetto ai loro candi-dati nei collegi. Così, decise di

abolirli, e di creare un sistema proporzionale col premio di maggioranza».

Che adesso non gli va più be-ne.

«Perché quel premio lo dan-neggerebbe. Così, quei partiti che colpevolmente si sono rita-gliati un vestito su misura senza neanche chiedere scusa agli ita-liani, ora gridano all'obbrobrio. E possono sfruttare il fatto che si è diffusa, in parte legittimamen-te, l'opinione che un premio illi-mitato sia sbagliato. In realtà, io credo che si possa fare un gover-no anche col 30% dei voti. In Francia, col 29%, i socialisti han-no conquistato presidenza della Repubblica e governo. Blair ha vinto il suo terzo mandato col 35».

PerchéinItalia non funziona? «Da noi grazie al Porcellum col

doveva subito essere cambiato. Così come doveva essere parifi-catal'etàdivoto per Camera e Se-nato, mentre ora corriamo sem-pre il rischio che con tanti milio-ni di elettori in più alla Camera si creino due maggioranze diver-se».

Lei propone un premio di maggioranza che porti ad avere i154% dei seggi con i140% deivo-ti, insieme a un "premietto" che - nel caso quella soglia non sia raggiunta - garantisca il 10% in più al primo partito. È sul "pre-mietto", che ci sono i maggiori dissidi.

«È un premio di governabilità. Dare il 10% al primo partito non gli consentirebbe di arrivare alla maggioranza assoluta, ma di avere una massa critica per riu-scire a fare un governo che non sia di grandi ammucchiate».

Se invece tenesse l'accordo Pdl-Lega-Udc?

«In quel mo do, senzail premio "di consolazione", essendo il 42,5% impossibile da raggiunge-re, si tornerebbe al proporziona-le puro, che in questa situazione di frammentazione e di disaffe-zione alla politica sarebbe una follia. Con un rischio in più: i vo-ti segreti alla Camera po trebb ero cassare le preferenze, e lasciare le liste blo ccate. Il p eggio del peg-gio».

Secondo lei, quale sarebbe il sistema elettorale migliore nel nostro Paese, oggi?

«Il sistema francese, i collegi uninominali che nel tempo per-mettono che si ricrei un rappor-to di fiducia tra elettori ed eletti. Purtroppo, non siamo arrivati neanche a discuterne».

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30% dei voti si può eleggere non solo il governo, ma anche il pre-sidente della Repubblica, che in Costituzione è invece un arbitro, una figura di garanzia. Questo

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`,R. REPUBBLICA.IT \. Speciale primarie:

già arrivati centinaia di messaggi sui candidati del centrosinistra

Stime dei demomtici: quota316 impossibile "Pier nonuolevincitod, si voterà duevohe"

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Gli italiani desiderano parole veritiere. Occorre discutere dei problemi, non di leadership"

Monti: se serve, posso continuare sconfiggere evasione e nepotismo ROMA — Mario Monti è convinto che gli italiani apprezzino laverità. E così, ieri, in collegamento telefonico con un convegno romano, ha detto che per fare unalotta adeguata all'e-vasione fiscale ci vuole durezza, che nel discorso politico bisognerebbe parlare più di contenuti che di lea-dership e organigrammi, che l'Italia, senza lo sforzo enorme fatto per il ri-sanamento, avrebbe ucciso l'euro-zona. A fine giornata, quasi a confer-ma di parole che non preludono ad alcun disimpegno, arrivano le frasi rilasciate a un giornale francese a metà settembre: «Se dopo le elezio-ni non ci sarà una maggioranza in grado di governare, sono pronto a continuare».

Agli ospiti del convegno "La so-cietà civile si incontra e si propone", il professore ha ricordato che «quel-lo che si sta concludendo è un anno durissimo per chi ha governato e per chi è stato governato». La risposta dell'opinione pubblica, però, dimo-stra che gli italiani possono capire la verità, e che anzi, finiscono per pre-ferirla « all' es sere coinvolti in unpro - cesso collettivo di elusione dei pro-blemi». Il premier sa di non aver po-tuto fare tutto quello che serviva, e si augura che chi gli succederà« svilup - pi le attività del governo molto me-glio e in modo più profondo». Si rife-

risce alla crescita, su cui è necessario vigilare anche in Europa. Poi parla del risanamento: «Se l' Italia non fo s - se riuscita ad assicurare questo ri-sultato, con uno sforzo collettivo di cui non ricordo molti precedenti nella storia repubblicana, avrebbe determinato per la sua dimensione un cambiamento dello scenario eu-ropeo, forse mondiale, delle cose

economiche e finanziarie». Monti spera in un esito positivo

del negoziato tra le parti sociali sulla competitività. Crede che nel nostro Paese non ci sia troppa economica di mercato, ma che servano «poteri pubblici forti perché non ci siano abusi nel mercato». Infine, ricorda di aver introdotto elementi di equità conlalotta all' evasione fiscale, per la quale «la durezza è una componen-te essenziale».

A sera, arrivano le dichiarazioni rilasciate a "Politique internationa-le" a metà settembre. Il premier at-tacca «pratiche profondamente ra-dicate nellamentalitàitaliana, come l'evasione e il nepotismo, non degne di un Paese sviluppato membro del G7». Dice di essere troppo impegna-to per chiedersi se tornerà in qual-che modo a Bruxelles. Soprattutto, spiega quel che avrebbe annunciato po chi giorni dopo negli Stati Uniti, lo scorso 27 settembre: «L'Italia deve ritrovare lavia di un processo demo-cratico normale e non vi è alcuna ra-gione che non riesca a produrre una maggioranza in grado di governa-re». Ma, è la subordinata, «nell'ipo-tesi in cui appaiaimpossibile forma-re una tale maggioranza, io ci sarò. E se necessario continuerò».

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`,R. REPUBBLICA.IT \. Speciale primarie:

già arrivati centinaia di messaggi sui candidati del centrosinistra

Stime dei demomtici: quota316 impossibile "Pier nonuolevincitod, si voterà duevohe"

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Gli italiani desiderano parole veritiere. Occorre discutere dei problemi, non di leadership"

Monti: se serve, posso continuare sconfiggere evasione e nepotismo ROMA — Mario Monti è convinto che gli italiani apprezzino laverità. E così, ieri, in collegamento telefonico con un convegno romano, ha detto che per fare unalotta adeguata all'e-vasione fiscale ci vuole durezza, che nel discorso politico bisognerebbe parlare più di contenuti che di lea-dership e organigrammi, che l'Italia, senza lo sforzo enorme fatto per il ri-sanamento, avrebbe ucciso l'euro-zona. A fine giornata, quasi a confer-ma di parole che non preludono ad alcun disimpegno, arrivano le frasi rilasciate a un giornale francese a metà settembre: «Se dopo le elezio-ni non ci sarà una maggioranza in grado di governare, sono pronto a continuare».

Agli ospiti del convegno "La so-cietà civile si incontra e si propone", il professore ha ricordato che «quel-lo che si sta concludendo è un anno durissimo per chi ha governato e per chi è stato governato». La risposta dell'opinione pubblica, però, dimo-stra che gli italiani possono capire la verità, e che anzi, finiscono per pre-ferirla « all' es sere coinvolti in unpro - cesso collettivo di elusione dei pro-blemi». Il premier sa di non aver po-tuto fare tutto quello che serviva, e si augura che chi gli succederà« svilup - pi le attività del governo molto me-glio e in modo più profondo». Si rife-

risce alla crescita, su cui è necessario vigilare anche in Europa. Poi parla del risanamento: «Se l' Italia non fo s - se riuscita ad assicurare questo ri-sultato, con uno sforzo collettivo di cui non ricordo molti precedenti nella storia repubblicana, avrebbe determinato per la sua dimensione un cambiamento dello scenario eu-ropeo, forse mondiale, delle cose

economiche e finanziarie». Monti spera in un esito positivo

del negoziato tra le parti sociali sulla competitività. Crede che nel nostro Paese non ci sia troppa economica di mercato, ma che servano «poteri pubblici forti perché non ci siano abusi nel mercato». Infine, ricorda di aver introdotto elementi di equità conlalotta all' evasione fiscale, per la quale «la durezza è una componen-te essenziale».

A sera, arrivano le dichiarazioni rilasciate a "Politique internationa-le" a metà settembre. Il premier at-tacca «pratiche profondamente ra-dicate nellamentalitàitaliana, come l'evasione e il nepotismo, non degne di un Paese sviluppato membro del G7». Dice di essere troppo impegna-to per chiedersi se tornerà in qual-che modo a Bruxelles. Soprattutto, spiega quel che avrebbe annunciato po chi giorni dopo negli Stati Uniti, lo scorso 27 settembre: «L'Italia deve ritrovare lavia di un processo demo-cratico normale e non vi è alcuna ra-gione che non riesca a produrre una maggioranza in grado di governa-re». Ma, è la subordinata, «nell'ipo-tesi in cui appaiaimpossibile forma-re una tale maggioranza, io ci sarò. E se necessario continuerò».

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"Vmdaltavoloneumittagh chiresigevuoltenersii1Porcellum"

la Repubblica Direttore Responsabile: Ezio Mauro

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"Via dal tavolo i veti sui dettagli chi resiste vuol tenersi il Porcellum" Fini: Alfano tagli con Berlusconi e dica se vuole Monti bis

FRANCESCO BEI

ROMA—Il giorno dopo l'apertu-ra ad Alfano, Gianfranco Fini non si scoraggia per le tante porte sbattute in faccia (il Giornale hati-tolato la prima pagina con un elo-quente: «Tutti ma non Fini») e ri-lancia: se dopo le primarie Alfano, come fa la Lista per l'Italia, doves-se sostenere la candidatura di Monti a palazzo Chigi, «allora davvero si potrebbe riaprire il cantiere del centrodestra». Im-maginando una riunificazione dei moderati su una piattaforma «non demagogica e non antieuro - pea». Ma prima di tutto c'è da ap-provare la legge elettorale: da quello dipenderà molto, se non tutto. A partire dal futuro politico di Monti. E Fini è sicuro che «un'intesa si troverà».

Tra Casini e Bersani siamo quasi agli insulti. Come fa a esse-re ottimista?

«Il Pd vuole convincere gli ita-liani che una soglia messa al 42,5% sia pessima, uno scandalo, unavergo gna, mentre con una so - glia al 40% la riforma elettorale è ottima e merita di essere votata. Suvvia... capirei se cifosse un radi-cale dissenso di principio sulla so-

glia ma questionare in maniera così aspra su un 2,5% in più o in meno mi sembra davvero stru-mentale».

L'altro problema che im-pedisce l'accordo è l'e-ventuale "premietto" al partito più votato in ca-so nessuno vinca il "premione" di maggio-ranza IlPdlnon lo vuo-le accettare. Se ne esce?

«Ragionando sulla proposta D'Alimonte, lo stesso discorso di strumentalità vale per il Pdl quando dice che un premio del 10% al primo partito è troppo e andrebbe bene solo i15%. Questa è una fase in cui ancora ciascuno guarda al proprio torna-conto per ragioni tattiche, ma so-no convinto che un'intesa si tro-verà».

Ne è davvero così sicuro? «Certo, proprio perché ormai

c'è un testo base su cui si è votato in commissione. Infatti chi ora si prende la responsabilità di dire di "no" sarà chiamato a rispondere delle ragioniper le qualiterràinvi-ta il Porcellum».

Il terzo gigantesco nodo ri-guarda le preferenze. Il Pd e una parte del Pdl non le vogliono. Dunque?

«Fissato il principio della scelta degli eletti da parte degli elettori, sulla quale sono tutti d'accordo, l'unica alternativa alle preferenze sono i collegi. Ma ci sono ostacoli oggettivi, bisognerebbe ridise-gnarli in base al censimento del 2011 e i tempi sono troppo stretti. È un lavoro di mesi, il Viminale non ce la farebbe. Quindi anche qui si andrà a un compromesso, magari preferenze e una quota di candidature bloccate».

Ha sorpreso molti la sua aper-tura ad Alfano, nel Pdl l'hanno presa in giro: è il bacio della mor-te...

«Non mi aspettavo nulla di di-verso. Avevo previsto che qualcu-no abbaiasse — basta guardare i giornali di famiglia — e che qual-

cuno tacesse. E anche che qualcu- no mi dicesse in privato : speriamo che le cose vadano come dici tu».

E adesso che succederà? «C'è stata latemp estatra B erlu-

sconi e Alfano, ora ci sarà una fase di quiete apparente. Ma i proble-mi restano tutti lì».

Dopo le primarie del Pdl, se vincesse Alfano, lei sarebbe di-sponibile ad aprire un cantiere per la riunificazione del centro-destra?

«Dipende da quello che acca-drà al Pdl al termine di questo tra-vaglio. E non parlo del rapporto personale traAlfano e Berlusconi.

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"Vmdaltavoloneumittagh chiresigevuoltenersii1Porcellum"

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Voglio vedere se il Pdl farà i conti con le sue contraddizioni e giun-gerà a un'identità univoca. Ora prevalgono pulsioni antieuropee e posizioni demagogiche. E spes-so è lo stesso Berlusconi a farsene portavoce».

Il Cavaliere è tornato ad attac-care Monti...

«Ecco, appunto. La questione delle questioni per noi è il rappor - to con Monti. Non parlo del soste - gno attuale, che considero scon-tato. Occorre capire se il Pdl ritie-ne che, dopo il voto, si debba con-tinuare con l'agenda Monti e se possa nascere un governo politi-co guidato dallo stesso Monti. È troppo semplice dire "riuniamo tutti quelli che sono contro la sini-stra". No, noi siamo alternativi anche ai sostenitori delle posizio-ni demagogiche ed euro scettiche che abbondano nell'attuale Pdl».

Cosa deve fare Alfano 2 «Ragionando come se avesse

vinto le primarie, voglio vedere se immagina se stesso a p alazzo Chi-gi come, dall' altra p arte, sta già fa-cendo Bersani. Noi della Lista per l'Italia stiamo invece lavorando per tenere Monti a palazzo Chigi dopo il voto. Ecco, vediamo se Al-fano ci starà: sarà quello il mo-mento di verificare se alle inten-zioni seguiranno i fatti».

Pd e Pdl fanno le primarie, Grillo è lanciatissimo. Gli unici che sembrano finiti in un limbo siete voi. Cosa succede al "partito della nazione"?

«È vero che ancora il progetto non è diventato visibile con sim-boli e candidature, ma c'è un tale lavorio in corso che mi fa dire che noi ci saremo.

Perché ancora non vi decidete a partire?

«Udc e Fli sono pronte. Ma ci sono altri soggetti — penso alla Convention del 17 novembre di Montezemolo — che stanno met-tendo solo ora le carte sul tavolo. Ci sono anche ministri che devo-no giustamente attendere che suoni la campana dell'ultimo giro prima di dichiararsi».

E Monti sarà della partita? «È sbagliato attendere che il

premier... faccia outing. Farà esattamente quello che ha detto: quando sarà terminato il suo mandato vorrà vedere se gli verrà richiesto di restare al suo posto. Se dalle urne uscirà che c'è una mag-gioranza parlamentare che chie-de il reincarico a Monti, allora lui non si tirerà indietro».

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uovo paracadute per gli esodati Pd c Pdl: "Giù le tasse nel 2013"

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11/11/2012 press unE

Periodicità: Quotidiano

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Nuovo paracadute per gli esodati Pd e Pdl: "Giù le tasse nel 2013" Ma Grillifirna: serve rigore, tagli Irap solo ira due anni

LUCIO CILLIS

ROMA—Anche se l'Italia è sulla «strada giusta», guai a pensare di averla scampata, avverte il mini-stro dell'Economia Vittorio Grilli, davanti ai Giovani di Confcom-mercio. Ma in Parlamento - a po-chi mesi ormai dalle Politiche-il Pd e il Pdl provano a dare sollievo alle parti più deboli della società: con una soluzione al problema degli "esodati"; e con la promes-sa di ridurre le tasse alle famiglie ne12013 (se lalotta all' evasionefi-scale andràbene).MentrePolillo, sottosegretario all'Economia, as-sicura che «non ci sarà l' aumento nell'orario degli insegnanti».

I partiti, dunque, puntano su misure in favore degli italiani, per dare loro soldi e speranza. Po-trebbe partire già dal 2013 il Fon-do p er ridurre la pressione fiscale su cittadini e imprese. Una misu-ra prevista da un emendamento alla legge di Stabilità presentato in commissione Bilancio della

stanno rendendo l'Italia «più cre-dibile e affidabile».

L'unico modo per uscire senza danni dalla tempesta «è avere le finanze pubbliche in ordine per-seguendo l'obiettivo del pareg-gio di bilancio senza "se" e senza "ma"...». E alle richieste di atten-zione che vengono dalle imprese, Grilli replica mettendo sul piatto un «possibile» taglio dell'Irap dal 2014: «Lo stiamo valutando» ag-giunge, aprendo per un momen-to la porta alle attese dei com-mercianti. Uno spiraglio che si

chiude quando Grilli conferma l'aumento dell'Iva al 22% tra set-te mesi: «La coperta è corta», av-verte il ministro, gelando le aspettative della Confcommer-cio che con il presidente Carlo Sangalli parla di «un'uscita dal tunnel che appare ancora molto lontana».

Gli artigiani di Mestre della Cgia rincarano la dose denun-ciando che le scadenze fiscali so-no cresciute in maniera espo-nenziale, negli ultimi 10 anni, fi-no alla quota record di 134. Per il

segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi, è un segnale negativo: «Il processo di semplificazione sta segnando il passo», spiega, «ormai occorre disboscare que-sta giungla». Perché il nostro Pae-se vive la beffa di un burocrazia tra le più pesanti d'Europa, oltre al danno di un carico fiscale diffi-cilmente riscontrabile altrove: solo per pagare le tasse, le piccole e medie imprese, ci ricorda la Cgia, sono costrette a sborsare quasi 3 miliardi di euro all'anno.

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Camera dai relatori Renato Bru-netta (Pdl) e Pier Paolo Baretta (Pd). Le risorse per finanziarlo ar-riveranno dalla lotta all'evasione. Notizie ancora migliori per gli esodati: la legge di Stabilità crea un fondo da 100 milioni. A questi soldi - non molti - si aggiunge-ranno quelli risparmiati dal pre-cedente stanziamento di 9 mi-liardi (destinato ad aiutare un primo blocco di 129mila casi) .Fe-lice la famiglia del Pd con Bersa-ni, Damiano, Fassina che confida in una pieno via libero anche dal governo. Deciso, però, a insistere nel rigore.

Ilministro dell'Economia Gril-li preferisce mantenere alta la guardia e invita a tenere duro, a non mostrare cedimenti di fron-te ad una crisi che pure nel 2013 affonderà i denti nella carne viva del Paese: «Mi piacerebbe dire che il peggio è passato ma non posso farlo», ribadisce, «anche se siamo sulla strada giusta», grazie alle pesanti misure adottate dal governo, che - secondo Grilli -

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LA VIA Da PRKSIDK

ZIALIS

o

LA VIA DEL. GI v ENTuc0 Ruscom

PRESIDENZIALISVIO

Mario Monti in

-vita i politici a preoccupar- . dei si dei conte-

nuti più che della leaclership. E' una af-fermazione giusta soltanto a metà. Monti infatti ha po-

toto lavor e bene in que-sti mesi perché non aveva un problema di leader slup a livello istituzionale. Glie-la consentiva e garantiva il

ao status singolare di «go-verno del Presidente».

i GIAN ENRICO RUSCONI SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

Questa formula non è gradita agli ese-geti della nostra Costituzione. Ma non è il caso di fare nominalismi. La normalizzazione della politica ita-liana deve affrontare il problema

che si cela dietro a questa «strana» formula. Il concetto di leadership in democrazia ha

due dimensioni. Una personale, legata alle ca-pacità e alle qualità dell'uomo politico che guida un partito (o un movimento); l'altra è data dalle competenze decisionali e prerogative specifi-che di governo di cui dispone chi è chiamato a governare. La forma istituzionale che sintetizza al meglio queste due dimensioni della leader-ship politica è il presidenzialismo democratico.

So che per gran parte della tradizionale cul-tura politica italiana questa affermazione suo-na come una mezza bestemmia. Non si tratta di riaprire la questione di una riforma istitu-zionale, ormai fuori tempo. Ma la situazione verso cui stiamo andando, ci invita ad una se-vera riflessione, al di là di vecchie diatribe

Guardiamo bene in fondo alla domanda del «nuovo e giovane», che sta travolgendo il siste-ma tradizionale di rappresentanza partitica. Guardiamo in faccia ai leader che stanno emer-gendo. Si percepisce in essi un tono «presiden-zialista» che non osa chiamarsi con questo no-me, per un generalizzato impaccio della cultu-ra istituzionale. E' una voglia latente, confusa che non trova parole adatte. La bancarotta del-la vecchia classe politica ha portato via con sé anche i resti di una cultura politica che, pur die-

tro la cortina delle ideologie, conservava alcu-ni rudimenti di conoscenza istituzionale.

Naturalmente adesso è evidentissimo il ri-schio che il presidenzialismo si riduca sem-plicisticamente alla voglia di un sistema più spiccio e trasparente di decidere e cambiare le cose. Questa del resto è stata la sensazione trasmessa da molti commentatori televisivi nostrani nel corso delle giornate della com-petizione presidenziale americana - in con-trapposizione al penoso spettacolo offerto dalla politica italiana. Si dimentica così che l'esperienza americana è un esempio straor-dinario di come la decisionalità del Presiden-te si muova dentro ad un complesso di regole e di contropoteri che soltanto nel loro insie-me creano il sistema-America.

Non basta avere i numeri e una faccia vincen-te per essere legittimato a dettare le regole co-me piace e pare a chi ha prevalso nelle elezioni. Questa è la caricatura del presidenzialismo, che da noi è stata immaginata se non tentata da un certo berlusconismo.I1 risultato è stato il discre-dito del presidenzialismo, con 1' azzeramento del faticoso dibattito in atto da decenni su que-sto tema - che aveva portato tra l'altro anche a valutare seriamente il rafforzamento dell'Ese-cutivo o il cosiddetto premierato. Tutto invano.

Poi inatteso è arrivato l'esperimento Mon-ti che ha preso un po' tutti alla sprovvista. Ora sembra essersi logorato ancora prima della sua scadenza programmata. Ma il pre-mier, che pare già in procinto di congedarsi, con il suo invito ai politici di preoccuparsi dei contenuti e non della leadership, elude un problema-chiave che lascia irrisolto.

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Come potrà funzionare un Esecutivo se il prossimo Parlamento sarà frammentato, con consistenti partiti anti-sistema e azzoppato da un'alta percentuale di assenteismo alle ur-ne? Le competenze personali dei politici sono vane se non contano su una struttura istitu-zionale solida. Solida per l'ampiezza di una rappresentanza parlamentare autorevolmen-te guidata (leadership). O solida per le prero-gative decisionali dell'esecutivo.

In realtà già semplicemente ipotizzare che in alternativa ad un forte sostegno parlamen-tare si debba prevedere un governo dotato di ampi spazi decisionali significa uscire defini-tivamente dalla Seconda Repubblica. Signifi-ca non chiudere gli occhi davanti ad una qual-che ipotesi o variante presidenzialista. A ben vedere il governo di Mario Monti si è sottratto a questa alternativa soltanto grazie ad una si-tuazione di emergenza irripetibile per le mo-dalità e i tempi della sua realizzazione. La combinazione tra quella emergenza e la for-mula del «governo del Presidente» è irripeti-bile. A meno di istituzionalizzarla.

Ma chi pensa ad un Monti/bis come ad una mera prosecuzione dell'esperienza fatta sin qui, si sbaglia. O Monti viene integrato a pieno titolo nel sistema dei partiti che usciranno dalle prossime elezioni - prospettiva da lui esclusa - oppure, se sarà richiamato in carica dal nuovo Presidente della Repubblica per af-frontare una nuova crisi, dovrà essere sciolto il nodo del presidenzialismo all'italiana.

Inutile dire che se Monti fosse eletto al Qui-rinale, muterebbero considerevolmente alcu-ne variabili del gioco ma non la sua sostanza.

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tra rigore. lacrime e gaffe

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L'avventura dei tecnici tra rigore, lacrime e gaffe MATTIA FELTRI

I tecnici arrivarono un anno fa e sembravano la famiglia Addams. Tutti un po' storti, un po' grigi, un po' col riporto, con le orecchie paraboliche, pic-cole gobbe da studio matto e disperatissimo. Erava-mo abituati a una forma di simpatica mostruosità nottambula e giovanilistica. Ma ci siamo abituati presto a quella nuova. Alle prime sedute alla Came-ra, invece che mandare biglietti alle pupe, Mario Monti prendeva appunti. E ascoltava persino (un'ostentazione col tempo annacquata). Tirava le orecchie ai deputati ganassa col suo fare e il suo umorismo da eterno docente. Ma se ce n'è uno che

non ha provato un brivido di goduria a vedere i grandi del mondo ossequiosi col nostro premier, peccato per lui. È un governo discutibile e discusso, poi. Tante tasse. Un'azione alla lunga rallentata. La pessima prova nel caso dei Marò. Qualche conces-sione, troppi passi indietro. Però è un governo che ha ristabilito un po' d'ordine in una classe chiasso-sa e di somari. Ha rimesso qualche regoletta. Ha fatto due conticini e li ha fatti tornare. Quando, pre-sto, e come è giusto che sia, torneranno a governa-re i politici, ricorderemo questa squadra di spaven-tapasseri con nostalgia. E chissà che non ci tocchi di richiamarla in servizio.

111 posto fisso è noioso (cercarlo) Il primo colpo è di Monti: il lavoro a tempo indeterminato è una barba. Poi arriveranno gli altri. I choosy della Fornero, gli sfigati di Martone, i viziati a km O della Cancellieri. Piccole gaffe per polemiche piccine

Prof, oggi lei spiega? Al G8 di Camp David, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, affida al premier italiano il compito di tenere la relazione introduttiva alla sessione sulla crisi. Eccoli li, quasi sotto braccio. Una volta erano le camicie a scacchi di Bush jr e Silvio. Ora la divisa prevede il celeste prima comunione

Se la crisi non è economica Prigionieri in India dal 19 febbraio, i nostri due marò vengono liberati. Ma sono ancora là in attesa di processo per omicidio. Abbiamo un governo ferrato in crisi, purché non sia diplomatica

Esordio (e fiducia) al Senato C'è un terribile clima da ricreazione finita. Il leghista Castelli ironico invita l'aula all'applauso. «Preferisco che ascoltino», replica il Prof

li primo viaggio all'estero Guardate che scena: sembra che Merkel e Sarkò abbiano appena tolto il lenzuolo et voilà, mesdames et messieurs. «Un premier!»

Monti.riceve l'incarico Per i giornalisti, abituati a Berlusconi, è un'esperienza extraterrena. Monti arriva di sera col suo humor anestetico. Uno gli chiede: posso farle una domanda? E lui: certo, ma io non risponderò

Alizzica Italia! Sul sito del governo il testo di tre decreti: Salva Italia, Cresci Italia e Semplifica Italia. Si salverà, crescerà e si semplificherà? Vien da dire Forza Italia! (ma non si può)

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Una valle di lacrime

)

Ah, com'è dolorosa la riforma del lavoro. Persino una donna d'amianto come Elsa Fornero non regge alla commozione. Cari, poveri, piccoli esodati...

Tecnici à la page La moda-estate inverno 2011-12 colpisce anche il sottosegretario Malinconico (che si dimette): in vacanza gli hanno pagato la suite a sua insaputa

AI suo buon cuore Monti va nelle terre d'Emilia squassate dal terremoto e si prende anche i fischi. È dura assumere una postura paterna quando si è di stampo trascendental-algebrico

Abbiamo toccato il. fondo Insieme con il neopresidente francese Hollande, il premier ottiene il Fondo salva Stati. La sconfitta è la Merkel. Bè, dopo tanto tempo un altro «cucù»

Abbiamo fatto centro Macché Passera, macché Monti: intervistato dalla Stampa, il primo a parlare di politica è il ministro Riccardi: bipolarismo addio, tocca al centro

Oli solo tasse. Più pene per tutti La Camera approva, e il decreto anticorruzione del ministro Severino è legge. Dopo le tasse, aumentano anche le pene: c'era una volta certa idea di Italia, che si diceva liberale e garantista. Nel giro di un anno è scomparsa nel nulla

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tra rigore. lacrime e gaffe

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Crosetto: "Corro alle primarie Con Mano gente senza futuro" P: attacca Samorì: in campo persone con poca storia e molta cronaca

99 AMEDEO LA MATTINA

ROMA

Ci sarà anche lui, Guido Cro-setto, nella corsa per le pri-marie del Pdl. Ma la sua non sarà una candidatura in opposizione ad Alfano.

«Mi candido per rappresentare un'idea e un gruppo di persone le quali ritengono che Monti non sia indispen-sabile e che la sua politica economica, come quella di Tremonti, sia distrutti-va per il Paese. Questo non significa es-sere contro l'Europa ma stare in Euro-pa vivendo, non morendo. Mi candida-to per dare voce a migliaia di piccole e medie aziende rimaste afone».

Sembra di sentire Berlusconi. «E' vero ma io queste cose le ho sem-pre dette, anche durante il governo Berlusconi e non ho mai cambiato idea. Io non ho votato la fiducia al go-verno Monti. Berlusconi invece lo ha capito solo dopo quali sarebbero stati gli effetti della politica montiana. Og-gi il deficit italiano è peggiore di quel-lo precedente. Le aziende sono al col-lasso, le banche si sono chiuse e quan-do parlo di aziende penso anche ai mi-lioni di lavoratori che ci lavorano. Vor-rei portare una voce all'interno del Pdl e delle istituzioni che difende que-sta linea».

Anche la Santanché esprimerà una li-nea critica al governo Monti. Perchè non fate un ticket?

«La differenza e che io questa linea l'ho sempre avuta e non attacco i colleghi di partito. Non mi scaglio contro Alfano, anzi vorrei che lui condividesse la mia posizione. La candidatura di Alfano è seria, ho stima per lui e non gli sparerò mai addosso. Semmai ci sono altre can-didature di persone con poca storia e molta cronaca, tipo questo Samorì».

Perchè non è entrato nel suo comitato elettorale, visto che glielo ha chiesto?

«Quello di Angelino è un passaggio poli-tico, la sua candida-tura gli serve a con-fermare l'autono-mia della sua lea-dership. È giusto che lo faccia mentre io voglio portare contenuti e idee nel dibattito. Se appog-giassi Alfano, mi troverei in compa-gnia di gente che non la pensa come me e che ha concluso il suo ciclo politico».

L'impressione è che lei non corra per vincere.

«Io vorrei che vincessero le mie idee. E penso che Alfano e il centrodestra ab-biano bisogno di una candidatura per parlare con mondi che altrimenti non avrebbero interlocutori nel Pdl. Se mi accorgo che le mie idee non hanno se-

guato o che rappresentano poca cosa, allora non ho problemi a ritirarmi».

Cosa pensa di Casini e Fini che sembra-no tendere la mano al Pdl, ma chiedo-no ad Alfano scelte dolorose a comin-ciare da una rottura definitiva con Ber-lusconi?

«Al posto di Alfano direi loro "fate an-che voi un passo indietro: sedete in Par-lamento da una vita, ricoprite ruoli im-portanti da prima che Berlusconi scen-

desse in campo, avete avuto la pos-sibilità di incidere sulla politica italia-na, assumetevi an-che voi un po' di re-sponsabilità". E in-vece cantano come fossero delle vergi-ni, ma hanno esau-rito il loro ruolo po-litico». Nei loro partiti nessu-

no li ha messi in minoranza, mentre è successo a Berlusconi.

«Io all'ufficio di presidenza c'ero e le posso assicurare che Berlusconi non è andato in minoranza. Lui aveva dei dubbi sulle primarie e sull'opportunità di continuare a puntare sul Pdl. Ha ascoltato i discorsi di tutti e ha deciso di seguire la strada indicata da gran parte del partito. Lui adesso deve aiutarci a

PPE ITALIANO

«Non nasce distruggendo il Pdl o in una stanza dove si

riuniscono nanetti e dinosauri»

Hh.11 E CASINI

«Danno consigli a Berlusconi ma sarebbero loro a doversi

ritirare dalla politica»

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99 CoiiAllwv ente ,cantill r

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seguire questa strada che io ho sintetiz-zato in questo modo: dateci la possibili-tà di evitare la scelta tra la distruzione del Paese con Grillo e la sinistra. Ci vuo-le un progetto serio che eviti queste due alternative».

Ci vuole il Ppe italiano.

«Ci vuole una forza politica che rappre-senti la maggioranza degli italiani che non votano a sinistra, che temono Grillo e che sono confluiti nell'astensionismo. Il Ppe italiano non nasce distruggendo il Pdl o in una stanza in cui si riuniscono tanti piccoli nanetti o dei dinosauri del-

PREMIER MONTI

«Non è indispensabile La sua politica economica è distruttiva per il Paese»

la politica come Fini e Casini». Berlusconi è un bel esemplare di Dino-

sauro però.

«Berlusconi almeno ha costruito qual-cosa, qui c'è gente invece che con il la-voro non avrebbe pagato la bolletta del-la luce. Se vogliamo riprendere il dialo-go con gli elettori non possiamo chiude-re in una stanza Alfano, Casini e Fini. Sarei sconcertato io figuriamoci il cas-sintegrato, il disoccupato, l'operaio. Penserebbero "questi si sono messi d'accordo per dividersi il potere".

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()uscii "Corro rllcp r inurie

59 Con Altano gente sera futuro"

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Il segretario vola in 1 -1ropa in cerca dell'investitura del Ppe Incontrerà i leader popolari compresa la cancelliere Angela Merkel

ROMA

Alfano è concentrato alla co-stituzione del comitato eletto-rale che lo sosterrà nelle pri-marie del Pdl e non pensa a ri-convocare l'ufficio di presiden-za per chiedere a Berlusconi di scendere in campo. Come pro-pone Daniela Santanché. Una richiesta formale che viene an-che da Anna Maria Bernini per la quale è «sconcertante» sentire Giorgia Meloni che considera «finita la stagione dei partiti di plastica e dei ca-sting televisivi». «E' sconcer-tante che queste affermazioni le faccia chi, anche grazie ai i voti veri e non di plastica di Berlusconi, ha ricoperto inca-richi di governo». Michaela Biancofiore trova «disgustoso quanto accaduto all'ufficio di presidenza ad opera di pluri beneficiati della nomenclatu-ra» e pensa di candidarsi alle primarie per restituire a Ber-lusconi il suo partito».

Per Alfano la strada è ormai segnata e «si va avanti con le decisioni prese insieme all'ex premier». Non gli interessano le indiscrezioni su retropensie-ri bellicosi che i pasdaran attri-buiscono al Cavaliere. Eppure il segretario del Pdl sa che la

Angelino Alfano

partita non è chiusa: è consape-vole della volubilità di Berlusco-ni amletico, che subisce l'in-fluenza di chi vuole distruggere il partito. Non può sottovalutare lo stato d'animo dell'ex premier che viene descritto da Alberto Zangrillo, medico personale del Cavaliere, come un uomo «stres-sato». «Ha lo stress di un Cristia-no Ronaldo che si trova a giocare in serie C. È costretto a giocare in una squadra di seconda o ter-za divisione ed è innervosito». Per cui Zangrillo gli consiglia di rimanere in Kenya: «Si deve di-sintossicare dalle vicende del Pdl. Dovrebbe fare solo il padre nobile e basta, lo dico da medi-co». Del resto è quello che vor-rebbe Alfano alle prese con una fioritura di candidature contro. L'ultima quella dell'imprendito-

re modenese Gianpiero Samorì per il quale il segretario del Pdl non è adeguato a guidare un par-tito e a gestire l'Italia.

L'ex ministro della Giustizia ha tante croci da portare sulla spalla, deve remare controcor-rente e accreditare la sua leader-ship con le primarie. Il suo obiet-tivo è mettere il Pdl al centro del-l'operazione Ppe italiano, convin-cere l'area moderata e Casini che senza il suo partito vincerà la si-nistra. «Ma per fare questo -spiega l'eurodeputato Mario Mauro - dobbiamo ribadire che il nostro punto di riferimento è l'agenda Monti e non le critiche alla politica economica del gover-no che Berlusconi continua ad esprimere. Lo sguardo di Alfano deve alzarsi verso l'Europa». Ed è lì che Mauro, ben introdotto ne-gli ambienti del Ppe e di Bruxel-les, porterà Alfano. Sta organiz-zando una serie di incontri al massimo livello con i leader dei Popolari europei, con capi di go-verno come Angela Merkel. L'ap-puntamento è per il 22 novembre a Bruxelles dove si svolgerà il prossimo vertice della Ue. Ci sa-rà pure Alfano, così assicura Mauro che ha avuto modo di par-lare con la Cancelliera tedesca sulla necessità di riunire anche in Italia i vari partiti che sono iscrit-ti al Ppe. «E' questa la sede dove si dovrà esprimere una politica comune dei Popolari, che per noi italiani non può che essere sulla scia delle cose fatte da Monti. In sostanza Alfano dovrà accredi-tarsi come il punto di riferimento del Ppe in Italia». Che piaccia o no a Casini. [A. L. M.[

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Bersani: "Casini e il Monti bis? Col pareggio si torna a votare"

"Con cento deputati di Grillo impossibile una maggioranza come oggi"

nea del Piave che assomiglia a un ulti-matum: o si chiude l'accordo sul «lodo D'Alimonte» o «salta tutto». Con un'ar-gomentazione forte se pronunciata dal leader del futuro partito di maggioran-za relativa: «Sì, in caso di pareggio si torna a votare e lo dico sulla base di un ragionamento non solo politico, ma an-che squisitamente matematico. Forse pensano che tra sei mesi, quando qui dentro - e indica il Palazzo Montecito-rio - ci saranno cento e passa deputati di Grillo, si potrebbe replicare la mag-gioranza che c'è ora? Non esiste».

Quando Bersani avvisa Casini che co-

CARLO BERTINI ROMA

quelli che lavora- no per produrre un pareggio dico: badate bene che in quel caso, si rivo-

ta, altro che Monti bis». In un capan- nello davanti Montecitorio, uno dei suoi lo saluta, «tanto alle primarie vinci al primo turno», ma l'umore di Pierlui- gi Bersani resta pessimo malgrado i buoni auspici. Prima di infilarsi al se- condo convegno di giornata, si sfoga d'un fiato contro chi non ostacola il suo approdo a Palazzo Chigi. Lo scontro fi- nale sulla legge elettorale comincerà

domani e deciderà le sorti del paese da qui a sei mesi. Bersani lo sa e agita il fantasma della Grecia per far schierare Casini al suo fianco: i due, al di là delle schermaglie, sono già d'accordo su quale possa essere il punto di caduta: quel «lodo D'Alimonte», dal nome del celebre politologo, che prevede un pre-mio alla coalizione che superi il 40% o del 10% al partito che arrivi primo. Ma Pier non spalleggia il Pd nel corpo a corpo col Pdl, lasciando Bersani a far la parte di quello isolato che sotto sotto difende il porcellum. Per questo il lea-der del Pd è furioso e traccia la sua li-

sì facendo «morirà di tattica», intende chiarire bene che il rischio è un bis del voto con uno scenario tipo Grecia, non altro. Ma la partita è un gioco di sponda tra più protagonisti in alte sfere. «Tutti devono capire che ci vuole, non per noi,

ma per il paese, un premio de-co-ro-so per chi arriva primo. Partito o coalizione che sia. Perché la Consulta ha eccepito che non può andar bene che chi vince con il 25% dei voti poi abbia più del dop-pio dei seggi e su questo non si discute.

Ma non ha mica detto che non possa es-serci un premio di governabilità...».

La linea del Piave da cui Bersani non si muove è dunque questa: ci vuole «un premio non inferiore al 10% netto al partito (o alla coalizione) che arrivi pri-

mo. E cioè se una coalizione ottiene il 35% dei voti, poi deve avere il 45% dei seggi. E io accetto pure che non ci sia subito una maggioranza del 50 più uno, ma la sera del voto bisogna che ci sia un chiaro azionista di riferimento del go-

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verno che si dovrà formare. Io da qui non mi muovo, è bene che lo sappiano».

Sono ore di massima allerta, la trat-tativa è incagliata e riprenderà domani con un vertice tra gli sherpa di Pd e Pdl. Ma dietro gli schiaffi pubblici, telefona-te e sms alla ricerca del «patto» si spre-cano. Sulla scena, Casini dice «se Ber-sani e Grillo preferiscano tenersi il por-cellum, lo spieghino pure». Bersani gri-da che «è da ricove-ro chi pensa che la frammentazione porti al Monti bis». Casini si inalbera, «non saremo sudditi di Bersani»; e l'al-tro lo strattona, «perché ora è il mo-mento di decidere».

Se lo sguardo di Bersani è torvo e l'umore è quello di chi è «incavolato ne-ro», è perché in cuor suo ritiene che ognuno stia pensando al suo tornaconto. «E invece io no, su questo faccio esatta-mente come feci quando cadde Berlu-

sconi: metto il paese davanti a tutto, non è una questione che interessi solo il Pd. Casini mi accusa di voler prendermi col 30% di voti una maggioranza a sbafo? No, quello è il Porcellum e sono loro quel-li che lo hanno voluto, non noi. Io voglio solo che una coalizione col 35% abbia un premio che garantisca al paese - al paese - un presidio di governabilità. Ma sono

convinto che al di là dei giochi tattici alla fine lui, Casini, sia disponibile su que-sta linea. So per cer-to che gli altri vo-gliono un pareggio».

E però, visto che quella soglia del 40% va inseguita circondandosi di una galassia di liste, arancioni, rosse o bianche, Ber-sani esce un pizzico rinfrancato dalla sa-la congressi dove il piemontese Giacomo Portas gli fa trovare 500 amministratori vogliosi di far lievitare la Lista civica dei Moderati. Un tassello in più per poter vincere la battaglia di aprile.

IL SOSTEGNO

Una lista civica moderata con cinquecento

amministratori pubblici

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kaLi leas,nollagucrra dei dossier spunt, I

un altro monsignore

MAGLIE

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BOLOGNA

L'arcivescovo: "Senza chiese dopo il sisma"

BOLOGNA

Fedeli senza chiese. Alcune crollate, tante ancora inagibi-li. Con le strutture provviso-rie che presto, per il freddo, saranno difficilmente utilizza-bili dalle comunità. A sei mesi dal terremoto in Emilia, a 45 giorni dal Natale, il cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei emiliano-romagnola, lan-cia un appello alle istituzioni: «Non siamo nel rischio che numerose comunità di fedeli a breve termine si potrebbero trovare senza i luoghi di culto, ma nella certezza del verifi-carsi di una tale ingiusta si-tuazione. Privati dell'eserci-zio di un diritto fondamentale: poter disporre di propri edifi-ci di culto», ha detto Caffarra, inaugurando una mostra pro-prio sulle chiese italiane.

Nel territorio della sua dio-cesi ci sono paesi come San-t'Agostino, San Carlo e Cre-valcore, tra i più devastati dal-le scosse.

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di Pierangelo Soldavini

""Ir el 1854 l'epidemia di colera che flagellava Londra è sta- ta fermata grazie a quella che viene considerata la pri- ma applicazione della città

intelligente. Un medico, John Snow, ebbe l'idea di mappare i casi di contagio diretta- mente sulla cartina della città. Fu così che l'epicentro del contagio venne identificata in una fontana pubblica in Broad (oggi Broadwick) Street: con la chiusura della pompa, il numero di casi iniziò immediata- mente a scendere. È il primo caso significa- tivo di utilizzo dei dati prodotti inconsape- volmente dalle persone per ottimizzare i servizi all'interno della città, quello che in slang contemporaneo si chiama Big Data.

È questo il cuore della sfida che si trova-

Un rapporto Cittalia-Siemens identifica classi omogenee di città per favorire il confronto

no ad affrontare la città nel nuovo millen-nio, il fulcro dell'economia del futuro. Ba-stano pochi numeri per comprendere la posta in gioco: più del so % della popolazio-ne mondiale si trova già oggi concentrata sul 2% del territorio globale, consumando tre quarti dell'energia e producendo l'8 o% dei gas serra, ed è dalle 6o o città più gran-di che arriverà più della metà del Pil globa-le. È necessario quindi che questi agglome-rati crescano all'insegna dell'efficienza e del miglioramento della qualità della vita, anche attraverso l'uso intelligente dei da-ti. Per sostenere le città italiane, medie e grandi, in questa sfida Cittalia, l'ufficio stu-dio dell'Anci, l'associazione che raggrup-pa i comuni italiani, ha elaborato per con-to di Siemens una rilevazione della situa-

LA CITTÀ CHE VERRÀ

Gli investimenti previsti nei piani triennali delle 32 città

analizzate. In milioni di euro

I a. ,rnart eit ■ nasce dalla vi.i ■ one

nòva Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

11/11/2012

Periodicità: Settimanale

Tiratura: n.d.

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pressunE

ONV-EURA,:,,,QA aTTA

La smart citv nasce dalla visione none attuale e delle prospettive nel cam-mino verso la smart city. Per una creascita sostenibile, vale a dire «possibile», sottoli-nea Federico Golla, l'ad di Siemens Italia, è necessaria «la convergenza dell'istruzio-ne complessiva dei cittadini, di una smart economy fatta di infrastruttre e investi-menti e di una governance che sia basata su una visione».

Sulla strada verso la città intelligente la disponibilità delle tecnologie deve andare di pari passo con un cambio di prospetti-va. A partire «dal coinvolgimento dei citta-dini nelle decisioni e nelle scelte di indiriz-zo, sia con la semplice rilevazione dei com-portamenti attraverso i sensori o con la condivisione via social network», spiega Paolo Testa, direttore ricerche di Cittalia e curatore della ricerca per Siemens.

Quel che è chiaro è che la via italiana alla smart city deve avere delle sue specificità, che si fondano sulla cultura e sulla storia italiana, come è sotteso anche all'Agenda digitale: «Le città italiane hanno una strut-tura e una storia uniche al mondo, con uno sviluppo orizzontale e concentrato in pochi chilometri quadrati», aggiunge Ga-briella Chiellino, responsabile scientifico di Ecomondo, sottolineando come il know-hm nazionale debba diventare un valore economico per il Paese.

Troppo spesso, invece, ancora oggi le cit-tà agiscono come se il modello fosse uni-co, puntando sugli stessi settori. Così la ri-cerca di Cittalia evidenzia come gli investi-menti dei comuni italiani nei Piani trien-nali di intervento delle singole città siano dominati dalla mobilità: 142,7 miliardi di euro, quasi la metà degli interventi previ-sti per la sostenibilità. Magari anche quan-do la mobilità non è una priorità per il co-mune. «La smart city - accenna Testa - na-sce da una policy complessiva e integrata con una startegia di fondo, non da tanti interventi settoriali parcellizzati». È un er-rore che le città fanno spesso: partono con singoli investimenti, senza avere una vi-sione complessiva. Il rapporto delinea quindi dei cluster di città sulla base dell'omogeneità di problemi e di risposte, proprio per favorire il confronto tra attori con politiche e priorità simili, dal traspor-to alla sanità, dall'energia al territorio.

Si torna sempre allo stesso punto: nel momento in cui i Comuni denunciano una evidente carenza di risorse e allo stesso

0,3 tempo sono sottoposte alla pressione dei cittadini per un'azione immediata, le città sono invece chiamate ad avere una visio-ne di lungo periodo. Che vada oltre il loro mandato elettorale, il che evidentemente rappresenta un problema. Forte della sua analisi, Testa rilancia: la smart city diven-ta davvero intelligente (e vincente) se si cambia la prospettiva. «Bisogna ripensare la città come luogo di produzione e di svi-luppo dell'economia della conoscenza, non solo come semplice base di consumi da razionalizzare e organizzare». Ogni cit-tà deve quindi individuare una propria vo-cazione produttiva, non necessariamente standardizzata ad altri modelli. Un esem-pio per tutti? Reggio Emilia, che ha saputo trasformare la sua specializzazione nell'educazione in un'eccellenza a livello globale e in una risorsa economica. Da que-sto devono ripartire le città italiane, da una visione integrata e di lungo periodo.

R.CDJZIONERIS3,,,

e I SINDACI

I sindaci spiegano le strategie e le pianificazioni delle città modello

Risanamento acustico

Banda larga/Wif i

Sicurezza urbana

6,3

10,8

76,0

245,8

307,9

528,3

688,3

Cultura 715.,4

Istruzione \ 1.024,3

Ciclo dell'acqua 1.865,7

Riqualificazione urbana

Ciclo dei rifiuti

Verde urbano

Energia

Sport

Risanamento ambientale

Altro

Patrimonio immobiliare

Mobilità

sumss-2 .166,1

I

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I a. ,rnart city nasce dalla visone

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11/11/2012

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pressunE

UN MODELLO PER CLUSTER

Il rapporto di Cittalia per Siemens ha individuato sei cluster omogenei di città in cui le diverse componenti di sostenibilità si combinassero, con eccellenze comuni in fatto di soluzioni, identificando all'interno di ciascun gruppo un modello comune di riferimento

TRENTO

La posizione geografica e lo status di provincia autonoma hanno giocato un ruolo importante, ma l'eccellenza di Trento in fatto di qualità della vita nasce da un progetto che viene da lontano e che ha coinvolto anche i cittadini. E che ha basato la sua solidità anche su un'università che si distingue per offerta accademica. È proprio il capoluogo trentino il modello scelto da Cittalia per la città ideali, quelle che hanno registrato performance superiori alla media per tutti gli indicatori (mobilità, ambiente, energia rinnovabile, sanità, patrimonio immobiliare). Sono tutte città medie del Nord: oltre a Trento, Bergamo, Brescia e Padova.

CAGLIARI

Le città del benessere si contraddistinguono per la presenza di un sistema sanitario di eccellenza, che diventa punto di riferimento per un'utenza tendenzialmente nazionale. Altra caratteristica di questo cluster è la presenza di un patrimonio immobiliare, sia pubblico che privato, di particolare pregio. La specificità del fattore sanitario sostiene alcune realtà, come Napoli, che è diventata una sorta di hub sanitario per l'intero Mezzogiorno. La città scelta come modello è Cagliari, la cui eccellenza sanitaria trova radici nell'insularità che ha determinato nella storia una diffusione di malattie genetiche con un'incidenza superiore alla media nazionale.

PESCARA

Anche le città che non brillano nel loro essere smart possono evolversi. Quelle "in divenire" sono dieci città con performance inferiori alla media su tutti gli indicatori. Ma che non si sono perse d'animo e hanno scelto di ripartire individuando una priorità trasformandola nella leva principale su cui costruire il loro sviluppo. Sono in prevalenza città del Sud e ciascuna ha scommesso su un aspetto. Il modello del gruppo è stato individuato in Pescara, che sta puntando sul benessere e sulla mobilità sostenibile per costruire la propria identità del futuro. In particolare la posizione ha favorito il rafforzamento del polo sanitario, integrato con quello universitario della vicina Chieti.

VENEZIA

Un patrimonio immobiliare di pregio e la rilevanza che assume il tema della mobilità quale fattore di importanza strategica per lo sviluppo futuro. Sebbene la congestione del traffico per casi come Milano, Roma e Torino sia evidente, queste città eccellono per utilizzo di mezzi di trasporto pubblico. Con il tempo l'adozione di strumenti di pianificazione dovrebbe migliorarne la sostenibilità. Ad eccezione di Bolzano, sono tutte città metropolitane. Come modello è stata scelta Venezia: oltre al pregio del suo patrimonio immobiliare, sostenuto anche dalle politiche locali, pesa anche il sistema di mobilità incentrato sul trasporto pubblico per quanto riguarda la terraferma.

REGGIO EMILIA

Città a misura d'uomo e "città delle persone", come si autodefinisce, Reggio Emilia è da anni ai primi posti delle classifiche italiane per la qualità della vita. Un'immagine di innovazione che è andata di pari passo con la promozione della dimensione educativa e di un "welfare di comunità". E il rispetto della persona, è andato di pari con l'impegno per un territorio sostenibile. È per questo che Reggio è stata scelta come modello per la tutela dell'ambiente urbano: città, quasi tutte al Centro-Nord, che pongono una particolare attenzione alla qualtià dell'ambiente, con spazi verdi, qualità dell'aria monitorata e un'efficiente raccolta differenziata dei rifiuti.

CO LECCE

Questo gruppo di città registra performance negative su diversi fattori, ma ha un'eccezione positiva che le caratterizza: l'attenzione per l'energia rinnovabile. Si ritrovano così realtà, prevalentemente del Centro-Sud, con una netta prevalenza di quelle pugliesi, nelle quali sono installati in quantità sopra la media impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, anche su edifici pubblici. In particolare, in Puglia una serie di incentivazioni hanno favorito l'installazione di pannelli fotovoltaici sugli edifici o di parchi eolici, come nel caso di Lecce, città scelta come rappresentante di questo cluster rinnovabile.

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Trieste

Verona

Parma

Reggio

Emilia

Ferrara

Pesaro

Ancona

Barletta

Bari

Alessandria

Genova

Pistoia

Prato

Firenze

Sassari

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11/11/2012

Periodicità: Settimanale

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press unE

Padova

Viceriz Bresc

•• •• ... Venezia ••••••••••••••••••• i .•'••'••••••••••

••••••••• Miiano r • -- :.:::::.. ............. I I ........

.:::::::........... ............., ......... ':::;:;:::1::::::................

N A ,, A n A J i ............... Ravenna

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Piacenza \....• ForlRimini

La Spezia .......•.:11: ' ll'-----------..... Arezz(.3 •:::: ...........................--Perugia

Livorno Pescara

.:::.

• Terni •I• Foggia

LEGENDA

Città ideale

Città in divenire

Città dell'ambiente ........................................................................................................

Città del benessere

• Città del buon abitare

e della mobilità

• Città dell'energia

Novara

Torino—

Bergamo

Monza .

Bolzano

•I\ Trento

Udine

Cagliari

Roma

Napoli

Salerno

Messina

Palermo

Reggio

Calabria

Catania

Siracusa

L ,

Taranto T

••::•••• Andria Latina • •

Catanzaro Lecce

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11 /11/2012 press unE

Periodicità: Quotidiano Tiratura: 97.468

Diffusione: 35.906

Direttore Responsabile: Claudio Sardo

Troppa austerità poca concertazio e I l governo Monti ha rappresentato la

condizione necessaria per chiudere l'esperienza del governo Berlusconi

(senza un impegno dell'opposizione a so-stenere una soluzione di passaggio il Cava-liere difficilmente avrebbe accettato di la-sciare la mano). È per questo che verrà ri-cordato e non si può che partire da questo dato nel guardare indietro ad un anno di governo. Se l'aver restituito un senso di compostezza e serietà all'azione politica e l'averci consentito di recuperare parte im-portante della credibilità perduta negli an-ni passati vanno certamente considerati come luci, in questo anno non sono manca-te tuttavia le ombre.

Alcune di queste ombre vanno ricondot-te all'anomala natura di un governo che, programmaticamente slegato da una pre-cisa maggioranza, è figlio di tutti e di nes-suno: un'apparente forza che ha finito per trasformarsi in molti casi in debolezza. Ce-lebrato nel clima montante dell'antipoliti-ca come un governo in grado finalmente di agire politicamente fuori dal condiziona-mento dei partiti, ha comunque sofferto della necessità di appoggiarsi su una mag-gioranza molto eterogenea, restando vitti-ma di veti incrociati e ricorrendo in misu-ra abnorme al voto di Fiducia. Quando un centrodestra disorientato ma pur sempre maggioritario si è messo di traverso, come nel caso della Rai e dei provvedimenti an-ti-corruzione, ha dovuto battere in ritira-ta, A dimostrazione che in democrazia è difficile governare senza i voti.

La sua natura avrebbe dovuto conferire al governo la capacità di compiere scelte anche impopolari, ma l'impopolarità non è stata distribuita in modo uniforme; vitti-me principali sono stati i lavoratori prossi-mi alla pensione, il pubblico impiego, i de-stinatari dei servizi sociali. li suo essere "tecnico" non ha peraltro cancellato la ten-tazione di provvedimenti dal carattere elettoralistico (la riduzione/non riduzione delle imposte sul reddito nella recente leg-ge di stabilità ne è un esempio), né ha sopi-to le ambizioni politiche di un cem n urne-ro di ministri di primo piano, né ha infine scoraggiato la pratica. di ostentare ottimi-smo sulle prospettive economiche anche laddove ciò non era giustificato. Ad alcuni tra i ministri più tecnici è poi mancata quel-la capacità di lettura della situazione reale su cui erano chiamati ad intervenire (si pensi alle gaffes del ministro FOrner0 i) all' uscita sull'orario di lavoro degli insegnanti del ministro Profumo); dimostrando così che governare è qualcosa di diverso dall'es-sere esperto, richiede una capacità tutta politica di entrare in sintonia con il paese,

Nell'azione economica il governo si è presentato come garante della linea solle-

MASSIMO D'ANTONI

ooverno CI ha rldo presfiglo ma non convhcono

dgfidenza verso corp Intermad e scarsa

'ec5stflbuàone nnidto

citata dall'asse Merkel-Sarkozy, dell'austerità e delle "riforme strutturali" indicate nella famosa lettera della Bee del-la scorsa estate, Gli aspetti meno digeribili sono stati in parte corretti dall'azione par-lamentare del Partito de Enocratico e in par-te ammorbiditi nel tempo man mano che si facevano strada i dubbi sull'efficacia del-la cura. Va peraltro rilevata un'evoluzione delle posizioni assunte dal governo. È diffi-cile sapere se la dichiarata fiducia nell'effi-cacia di tali politiche, che si diceva avreb-bero riportato la fiducia degli investitori, fosse frutto di sincera ingenuità o fosse in-vece almeno in parte strumentale, nell'at-tesa di un cambiamento degli equilibri po-litici (che ha avuto luogo dopo l'elezione di Hollande) e dell'azione risolutiva della Bce. Certo, il Monti che a fine 2011 predica-va il valore salvifico dell'austerità e aveva come prima preoccupazione quella di ras-sicurare il governo tedesco non sembra lo stesso Monti che ritroviamo a fine giugno 2012, a giocare di sponda con Spagna e Francia per ottenere concessioni dalla Germania.

Cosa resterà di questa esperienza? Alcu-ni tratti dell'azione di questo governo sono acquisizioni irrinunciabili, seppure non del tutto originali: penso all'obiettivo di rafforzare la credibilità di un paese che è tra i fondatori del progetto europeo, che comporta rispetto degli impegni e assun-zione di responsabilità. Non altrettanto si può dire di quegli orientamenti in cui è più chiara la matrice moderata-liberale, quali la diffidenza verso i corpi intermedi e la concertazione con le parti sociali; l'obietti-vo di deregolamentazione del mercato del lavoro; l'identificazione del risanamento Fi- scale con la riduzione mut cour della spesa pubblica; il disinteresse per ogni forma di politica inclustriale, sbrigativamente deru-bricata come dirigismo; la scarsa attenzio-ne al tema della distribuzione del reddito. Sono questi i punti su cui ci aspettiamo una discontinuità da parte di un futuro go-verno di centro-sinistra.

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Monti no anno dopo; se necessario ci sarò

RICN,COMMiSSarill0 ritrOVati,Infibibla

11/11/2012 pressunE 1 Unità Direttore Responsabile: Claudio Sardo

Periodicità: Quotidiano Tiratura: 97.468

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Il Paese commissariato ha ritrovato credibili

d un anno dal suo insediamento proviamo a fare un bilancio del go-vern o Monti. Se guardassimo

esclusivamente ai fondamentali (anda-mento del PII, debito pubblico, indici di be-nessere), dovremmo concludere che que-sto governo non ha fatto meglio dell'ulti-mo Berlusconi, solo il dato sulla bilancia commerciale e quello sul deficit pubblico sembrano arridergli.

Non possiamo fermarci a questo. Una valutazione compiuta non può prescinde-re dalle condizioni in cui il governo è stato chiamato ad operare. Se ne teniamoconto scopriamo che il governo ha almeno due meriti: quello di aver impedito un ulterio-re commissariamento dei Paese da parte dell'UE e della. BCE e quello di aver contri-buito a salvare (almeno per il momento) "'curo. Certo siamo ben lontani darle aspet-tative --malriposte e spesso alimentate dal governo stesso - di poter risolvere tutti problemi del Paese, ma il risultato rag-giunto non è da disprezzare ed è da ascri-vere in gran parte al Presidente dei Consi-glio piuttosto che alla compagine di gover-no. Salvo rare eccezioni, i ministri sono stati infatti incapaci di instaurare un rap-porto costruttivo con il Parlamento, sono caduti spesso nella trappola dell'effetto an-nuncio a cui sono seguiti davvero pochi fat-ti.

il governo Monti ha operato con condi-zioni al contorno difficili: a) scarsa credibi-lità internazionale del precedente gover-no Berlusconi; b) assenza di una maggio-ranza coesa; e) eredità del governo Berlu-sconi. che ha continuato a pesare per l'ina-deguatezza della sua politica economica tutta tagli e improvvisazione; d) crisi dell'euro, causata dal combinato disposto di conti pubblici in disordine, bassa cresci-ta, strascichi della crisi finanziaria.

Per effetto degli ultimi due fattori, Mon-ti si è trovato di fronte ad un Paese com-missariato tramite la famosa lettera della Bce e condannato a raggiungere il pareg-gio di bilancio. È bene precisare che si trat-ta di un vincolò che gli altri paesi europei non conoscono e che ci è stato imposto per la sfiducia che l'Europa ha verso il nostro Paese. Non è questa la sede per discutere la validità di queste misure, né per valuta-re il grado di condivisione delle stesse da parte del governo, Monti aveva un compi-to da svolgere e lo ha fatto. Si poteva forse fare meglio ma con la sua azione ha co-munque impedito un inasprimento delle misure imposte dai partner europei. Un dato ci aiuta a comprendere il valore del suo operato: la Spagna ha fondamentali peggiori dell'Italia eppure esattamente un anno fa lo spread tra i Btp italiani e i Bonos spagnoli era di 150 punti base, i mercati

EMILIO BARUCCI

Grazle soprattutto a Mond, plè che M suU mlnlstfi, Isltaba non ha seguko ìl desio dl GnmAa e Spagna ed è tornata a glocare un ruolo dì primo pano nelb panka europea

assegnavano all'Italia. una probabilità di fallimento maggiore rispetto a quella del-la Spagna. Grazie all'azione del governo Monti, a partire dal marzo di questo anno lo spread diviene negativo ed oggi è pari a -90. L'Italia ha dunque riconquistato cre-dibilità. e i mercati valutano che il suo meri-to di credito sia superiore a quello spagno-lo. i vantaggi anche per l'economia reale sono importanti, basta poi guardare sem-pre alla Spagna per capire cosa ci sarebbe potuto succedere: vincoli ancora più strin-genti, assenza di margini di manovra a li-vello nazionale.

li governo aveva un compito da portare a casa impostogli dall'Europa e lo ha fatto. Si può sempre sostenere che il governo Monti poteva cercare di alleggerire i vinco-li posti alla sua azione ma si tratta di un'os-servazione irricevibile almeno riguardo al passato: le turbolenze dell'euro non lo per-mettevano, ora forse si aprono degli spira-gli, staremo a vedere.

Il secondo merito di. Monti è di aver col-to l'opportunità offerta dall'elezione di Hollande per fare asse con Francia e Spa-gna e isolare la. Germania spingendola ad appoggiare l'intervento della. Bce per sal-vare l'euro. Va riconosciuta a Monti (e a Draghi) una grande abilità. nel conseguire tale risultato. L'unico rammarico è che ci si sia accontentati di mettere in sicurezza l'enro e non di rilanciare l'economia: scam-pato (per ora) il pericolo, la mutualizzazio-ne del debito e le politiche europee per la crescita non sembrano essere più all'or& ne del giorno.

Infine, a Monti va riconosciuto di avere costruito col tempo un rapporto più positi-vo con le forze politiche della sua maggio-ranza: da atteggiamenti quasi di del egi tti-mazione e da uno stile "prendere o lascia-re" si è passati ad una discussione che ha permesso in più di un'occasione di miglio-rare le misure proposte. È il caso dell'Imu, della riforma dei mercato del lavoro e, spe-riamo, della Legge di stabilità che dovrà essere sostanzialmente riscritta.

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Cr1110 .onfitto

Guerra edl3be, cse

11/11/2012 press unE 1 Unità Direttore Responsabile: Claudio Sardo

Periodicità: Quotidiano Tiratura: 97.468

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ilmilia, Grillo sconfitto dai ribelli» P.BENEDETTA MANCA-CLAUDIO VISANI

BOLOGNA

Sulle candidature e la legge elettorale, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio rischiano la frattura nel Movimento 5 stelle e il primo scivolone politico. La scelta iniziale del «Grilleggio" di pro-muovere per le prossime elezioni politi-che solamente chi si era candidato nel M5S alle amministrative senza essere eletto - in pratica i «trombati» - è stata fortemente contestata dalla base. In pri-mis perché nelle regioni e nei comuni dove i grillini non erano riusciti a presen-tare liste alle amministrative, il Movi-mento rischiava di non avere rappresen-tanza. Ma anche perchè quel criterio esclusivo sapeva, e sa molto, di liste bloc-cate e di candidature supercontrollate dal duo che governa in modo ,autoritario la rete. Per questo Grillo fa la guerra alla riforma della legge elettorale: per difen-dere il «Porcellum ,›, che lo avvantagge-rebbe elettoralmente e gli consentireb-be di rafforzare il controllo dall'alto sul-le candidature.

Della faccenda si è occupato, ieri, an-che il segretario del Pd, Pier Luigi Bersa-ni. ‹<Si candida chi è stato candidato alle comunali ma non è stato eletto e ha già il timbro - dice riferendosi a Grillo - Lenin gli fa un baffo». Ma l'opposizione più du-ra al metodo di selezione delle candida-ture arriva da Bologna e dall'Emilia-Ro-magna, che sono state la culla del grilli-Sfili) con il «Vaffa-day» del 2007 in Piaz-za Maggiore, il primo boom elettorale e i primi eletti in Comune e in Regione, ma ora sono diventate l'anima dei «dissi-denti”, di quell'ala del movimento guida-ta da Valentino Tavolazzi, Giovanni Fa-via, Federica Salsi e altri che contesta la mancanza di democrazia e chiede di po-ter discutere in rete le regole sulle candi-dature e di avere trasparenza sulle vota-zioni on lane. «Il criterio di candidare so-lo gli ex candidati alle amministrative è assurdo - dice il consigliere ferrarese Ta-volazzi, che è stato il primo degli epurati con un "post scriptum" sul blog di Grillo - non solo per le regioni che sarebbero tagliate fuori ma anche perché ci sono tanti validi attivisti e teste pensanti che, per il solo fatto di non essersi candidate nei Comuni e nelle Regioni, non hanno possibilità di entrare in Parlamento. Ma vedo anche che un primo risultato la pro-testa della base l'ha ottenuto: è uscito il "Casaleggium 2" che modifica i criteri per le regioni escluse. La riserva sul me-todo, invece, rimane inalterata. Si dove-va discutere in rete di regole e criteri, ma non è accaduto. Il bacino da cui pe-scare i can didabili, alla Fine, è stato deci-so dalle solite due persone. E il funziona-mento del portale rimane un mistero».

L'altro mistero è sui votanti. Quanti saranno? E come si voterà? Si sa che po-trà partecipare chi si è iscritto ed è stato certificato dal. Grillo. La lista dei candi-dabili e i curricula verranno messi in re-te da Casaleggio, ma ancora non si sa come funzioneranno le prime prima-rie» del web.

Intanto in Emilia-Romagna cresce il consenso attorno ai «dissidenti ,›. Nel pri-mo "meetup" a Piacenza - l'assemblea semestrale che serve a confermare o to-gliere la fiducia agli eletti Pavia ha in-cassato 78 voti a favore e solo 3 contrari. «Sono gli attivisti, la base del .movirnett-to, che hanno restituito a Favia la fidu-cia che Grillo gli ha tolto», commenta maliziosamente Tavolazzi. Mentre Fa-via dichiara: «Gli attivisti mi hanno rico-nosciuto per quello che sono. Io di gior-no giro a testa alta». E aggiunge: «il mo-vimento deve assolutamente crescere e fare autocritica, Negli elettori c'è questa consapevolezza, almeno a livello loca-le”. In campo nazionale, invece, spiega. Pavia, «c'è la volontà di andare verso una struttura del movimento più liquida e non organizzata dove il confronto è frammentato ed è in rete››.

La sensazione è che, anche a Bolo-gna, al meet up del 14 in cui gli attivisti si dovranno pronunciare sui consiglieri. CO-31111 rlli, si avrà un replay dell'esito di Pia-cenza, con Federica Salsi che potrebbe prevalere sui fedelissimi di Grillo: Massi-mo Bugani e Marco Piazza, I tre consi-glieri si vedranno stasera per tentare una riappacifica.zione. ‹ , Le divisioni di Bologna sono alla radice della serie di conflitti recenti del movimento, e anche delle espulsioni decise dal Grillo e Casa-leggio" spiega Tavolazzi. Poi, il 5 dicem-bre, sempre sotto le Due Torri, ci sarà l'assemblea decisiva per Favia e il capo-gruppo regionale Andrea Defran.ceschi.

Ma la cartina di tornasole sullo stato di salute del M5s in Emilia-Romagna la. si avrà probabilmente già oggi, nell'as-semblea regionale convocata, qual di .n a-scosto nel quartiere Porto di Bologna, in via dello Scalo. Pavia ha dichiarato uffi-cialmente che non ci andrà ma la sua presenza è stata confermata da più per-sone. Ci saranno, poi, Tavolazzi e gli al-tri "ribelli" e anche i fedelissimi del "Grilleggio". II tema al centro del con-fronto sarà proprio la burrasca seguita. alle scomuniche per le ospitate e i fuo-rionda in tv di Pavia e Salsi e il braccio di ferro tra Grillo e dissidenti sulla demo-crazia nel movimento.

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\ \ \ mila sono i provvedimenti che tra il 2009 e il 2011 hanno colpito le famiglie italiane

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Aruisee ano.

11/11/2012 pressunE 1 Unità Direttore Responsabile: Claudio Sardo

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Diffusione: 35.906

Boom dei «morosi> specie al Nord dirittura peggiorata, nel 2009 i

provvedimenti emessi sono bal-zati di un altro 20% superando

la quota impressionante dei 60mila e raggiungendo poi l'anno seguente i 65mila per rimanere stabili nel 2011 (-2,7%).

Analizzando i dati del mi-nistero dell'Interno si vede

che tra il 2009 e il 2011 i \ provvedimenti hanno rag-

giunto 200mila famiglie, dato impressionante se si considera

Il 15 settembre del 2008 gli impiegati della Lehman , \ _Brothers con gli scatolo-ni sono diventati il sim-bolo di una crisi che ' ' :,,\ \ i~ V.A'. '- quasi nessuno aveva

previsto. In realtà i segnali della difficoltà c'erano già,W-4\ b$ R2.mbN&m ';$,,$, anche in Italia. Uno dì que- \ .i' ,'-'"0,f3 :3m 3 k. \i.--i ..,,,, ..sikke:$ • • \\ sti dati che all'epoca fu sai- ,\ ,,,, ..., \, .\.‘,\.\-‘ \

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\\.. so del 2008, S0110 saliti in irto- . 'm do vertiginoso, segnando pur-troppo un trend che non è ancora cambiato. Se per tutta la prima parte del decennio erano oscillati intorno alla quo- ta di 4Omila all'anno, alla fine del 2008 questi avevano superato cifra 52mila, contro i poco più di 43mila dell'anno precedente, con un incremen-to del 20%.

Negli anni successivi la situazione sarebbe ad-

u. \ mila, sono stati gli sfratti nel 2011. È da qualche anno che ormai si è sfondata quota GOmila

che l'universo di quelle in affitto di appena 3,1 milioni, circa il 20% di

quelle italiane. Se nel 2001 veniva colpita una famiglia su 539 dieci anni dopo si è scesi a i su 394. Chi segue ogni giorno i casi degli sfrattati, come il sindacato inquilini Sonia e l'Unione inqui- lini, è convinto che anche il calo, seppur lievissi- mo. del 2011 sia dovuto in prevalenza ai dati che

non sono del tutto completi (il Ministero segnala mancanze per città come Milano, Napoli e Vene-zia) e avverte che comunque anche essere stabili a 65mila sfratti l'anno non sarebbe certo un mi-glioramento,

«La prospettiva per il futuro sottolinea il se-gretario generale dell'Unione inquilini, Walter De Cesat•is - non può che essere negativa perché il governo ha tagliato il fondo per il sostegno all'af-fitto e chi usava questo strumento per riuscire a. pagare il canone a fine mese rischia di diventare moroso, anche perché per ogni sfratto emesso ci sono dieci famiglie che ogni mese fanno fatica e anche solo l'aggiustamento per l'inflazione non è sostenibile. Non c'è nulla che faccia pensare a un inversione di tendenza e, anzi, nei prossimi tre anni ne attendiamo altri 250mila».

Questa situazione allarmante è il risultato di prezzi degli affitti che non scendono e disoccupa-zione sempre in crescita. L'aumento vertiginoso degli sfratti è dovuto infatti in prevalenza alla mo-rosità che è arrivata a essere la causa del 90% dei

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provvedimenti. «È un andamento che era già ini-ziato e che la crisi ha acuito è la spiegazione del segretario del Sonia, Daniele Barbieri — più si va avanti meno coincidono il reddito disponibile e l'offerta di locazione, con prezzi che in dieci anni sono saliti anche del 150%. La situazione è sem-pre più difficile, anche il cambio casa per cercare soluzioni più a buon mercato è già stato fatto da quasi tutti».

Non è un caso che le due sigle stiano organiz-zando da un mese mobilitazioni comuni in tutto il paese, che si concluderanno il 23 novembre a Ro-ma davanti al Ministero delle infrastrutture, con il motto «Abbassare gli affitti per fermare gli sfrat-ti». Le organizzazioni chiedono il rinnovo del blocca-sfratti con estensione a quelli per morosi-tà incolpevole, un piano nazionale per gli alloggi popolari, il rifinanziamento del fondo di sostegno agli affitti e una nuova normativa fiscale che per-metta una riduzione dei prezzi, dopo il fallimento della cedolare secca.

In conseguenza di questi dati salgono anche le richieste di esecuzione con ufficiale giudiziario che, in dieci anni, sono passate da circa 100mila all'anno a 123rnila con il picco di 140mila nel 2008. Naturalmente sono in crescita anche gli sfratti realmente eseguiti saliti da 20 a 30mila ogni anno.

«La novità di questa crisi — spiega Daniele Bar-bieri, segretario del Sunia è la sua dislocazione geografica perché le zone più colpite sono quelle industriali, in particolare nord e centro Italia, le situazioni peggiori si trovano in città come Bre-scia, Bergamo ma anche aree del Veneto e del milla-Romagna che non siamo abituati a trovare tra le zone a disagio». I dati confermano la sensazione del sindacato: al primo posto si tro-

va infatti la Lombardia dove nel 2011 sono stati messi quasiii3mil a sfratti, il 20% del totale nazio-nale, con più di 7mila sfratti segue il Lazio (12%), tocca poi all'Emilia- Romagna con il 10,2%, per-centuali simili anche per Piemonte e Campania mentre più in basso, all'8,5%, la Toscana.

«Un altro dato che non eravamo abituati a ve-dere è quello di forti difficoltà abitative anche nei piccoli centri analizza De Cesaris prima la mar-ginalità sociale era concentrata nelle grandi aree urbane, ora si estende alle medie e piccole città, soprattutto nel centro-nord. Il rapporto tra sfrat-ti e popolazione peggiore è infatti quello di luoghi come Livorno, Novara, Modena. Lodi e Pavia».

in queste città i dati parlano di uno sfratto ogni 170 famiglie residenti, situazione peggiore anche rispetto alle grandi metropoli come Roma, dove, con un totale di 6700, il rapporto è di i a 257, e Milano che con 5000 è a 1 ogni 358.

La sofferenza delle realtà minori è evidente dal-la crescita dei provvedimenti emessi rispetto al 2010: Grosseto, Frosinone e Crotone hanno se-. gnato un balzo di oltre il 60%; Novara, Livorno e Brindisi più del 40%. Oltre il 20% in più anche a Savona, Napoli, Belluno, Trieste e Matera. I prov-vedimenti poi si sono divisi equamente tra comu-ni capoluogo, il 50,5%, e altri comuni della provin-cia.

Per Fronteggiare l'emergenza negli ultimi anni il governo ha messo in campo il decreto bloc-ca-sfratti: «Al momento non sappiamo ancora se il prossimo anno sarà rinnovato — spiega Barbieri

ma è comunque uno strumento insufficiente perché copre solo i casi di fine locazione, meno del 10% del totale, e i casi più disperati per reddi-to e problematiche come invalidità, una parte molto ridotta rispetto al totale».

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Milioni di abitazioni invendute, eppure si costruisce ancora

n paesaggio apocalitti- co come quello rac- contato da Alessan- dro Coppola nel suo viaggio attraverso le città deindustrializza-

te degli Stati Uniti in Apocalypse Town (Laterza), con la natura che si vendica, spacca il cemento e penetra nelle cattedrali ormai deserte della so- cietà del benessere: altoforni spenti e capannoni abbandonati, centri com- merciali in surplus e svincoli autostra- dali che si sono divorati vigne, olivi e giardini di agrumi. IVI ilioni di case nuove e invendute, mentre le banche entrano in possesso degli apparta- menti di chi non riesce a pagare il mu- tuo, mentre affittuari morosi vengo- no sfrattati. Un paesaggio italiano: ba- sta fare una passeggiata. a Bagnoli o a Sesto San Giovanni, nella provincia di Rimini dove il 40% del territorio è cementificato, o in Calabria dove fab- briche mai entrate in funzione sono diventate ostello di braccianti immi- grati, in Molise, in Basilicata. La crisi esplosa a causa di una bolla immobi- liare planetaria rende esplicito il para- dosso di un modello di sviluppo fonda- to sulla espansione edilizia, ogni ita- liano dice il dossier preparato dal Wwf per la campagna «RiutilizziAmo

— ha triplicato in 50 anni il suo gruzzolo di cemento, abbiamo 290 metri quadri a testa. Ma la crisi dice anche che nulla sarà come prima e il problema del consumo di suolo è finalmente entrato nella agenda poli- tica: bisogna trovare gli strumenti più adatti a riqualificare, rigenerare l'esistente, fermando io sperpero di un bene comune la terra -- che non è rinnovabile, che per rigenerarsi ci mette dai 50 ai 1000 anni, dice Cinzia

Ceinento a nac dove la popolazlone decresce.

NRAise ognl anno 20% in meno dì suolo Mero

Morsani (Wwf Emilia Romagna). An-che se l'umanità dimentica presto e il ciclo edilizio è considerato un volano della. ripresa economica, difficilmen-te quando la crisi sarà superata — tutto tornerà come prima: i valori mi-mobiliari in caduta libera potrebbero tornare a crescere ma lo choc da sub-prime difficilmente consentirà di ria-prire le borse del credito.

Il consumo del suolo lo possiamo misurare come fa Stefano Agostoni (conferenza Stato-Regioni) con il Co2: è come se il parco macchine del-la Lombardia fosse aumentato del 12 % in 10 anni, «esistono norme sulla qualità dell'aria mentre non ne esisto-no per il suolo». Oppure c'è la cartina d'Italia mostrata da Alessandra Ferra-ra ricercatrice dell'istat: sulla costa dal Veneto all'Abruzzo non c'è solu-zione di continuità, è praticamente tutto costruito. Abbiamo cementifica-to 3 milioni di ettari di territorio fra il 1996 e il 2005, ogni anno l'incremen-to è di 8,5 ettari pari a 1600 chilome-tri quadrati. Poi c'è il paradosso mes-so in luce da Damiano De Simine, Le-gambiente Lombardia: «In Molise la popolazione decresce ma il consumo di suolo cresce al sostenuto ritmo del 20 per cento annuo». Racconta Stefa-no Leoni (presidente Wwf Italia): «Se mettiamo insieme i capannoni sparsi per l'Italia, fanno 2000 chilometri quadrati, molti ormai abbandonati. La gente, giustamente, si indigna per le città sporche. Bisogna imparare ad indignarsi anche per questa sporcizia sparsa nella natura».

La cementificazione estensiva dei Belpaese è stata uno dei temi su cui si è misurata l'edizione di quest'anno di

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Urbanpromo, organizzata dall'In o (Istituto nazionale di urbanistica) a Bologna, in collaborazione con Le-gambiente, il confronto ha visto la partecipazione di assessori di città, province, Regioni fra cui Emilia Ro-magna, Lombardia, Toscana, Mar-che, Liguria. il coordinamento del gruppo di lavoro è di Damiano di Simi-ne e di Andrea Arcidiacono (Politecni-co di Milano).

In Italia non esiste una legge sul suolo, non ci sono gli strumenti per misurarne il consumo, l'Istat lamenta un quadro normativo confuso, anche se— dice Alessandra. Ferrara—«ci stia-mo attrezzando». Però qualcosa si muove, c'è un Ddl del ministro dell' Agricoltura Catania nato dall'esigen-za di salvaguardare i terreni agricoli. Nel confronto con la conferenza Sta-to Regioni, la salvaguardia si è allarga-ta fino a tutto il suolo libero, ma si dovrebbero coinvolgere altri sogget-ti, a cominciare dal ministero delle in-frastrutture.

Il progetto del ministro dell'Agri-coltura ha, secondo Federico presidente dell'inti, alcuni aspetti molto positivi, soprattutto cancella la possibilità di far finire nelle casse del bilancio comunale il 75% degli oneri edificatori, «è stato l'incentivo più po-tente per i comuni poveri in canna a consumare suolo, ora si dovrà trova-re il modo di compensarli per la perdi-ta di finanziamenti, visto che sono il soggetto principale di governo del ter-ritorio». Insieme alle cose buone, ag-giunge Oliva, «ci sono le debolezze»,

la principale è che «stabilito tln consu-mo nazionale massimo, si affida alla pianificazione degli enti locali la ri-partizione delle quote». Ma la pianifi-cazione è gestione politica ed è chiaro ai tecnici come agli assessori—fra que-sti Patrizia Gabellini, assessore all' ambiente del comune di Bologna -che sugli amministratori si esercita-no le pressioni di chi vuole costruire o impiantare una attività, mentre il pro-blema è l'ecosistema che lasceremo in eredità alle generazioni future. «La pianificazione non è affidabile -dice Federico Oliva -. In questi anni sono state utilizzate premialità in vo-lumi e compensazioni per supplire a strumenti che non funzionano». «Il fi-sco e la protezione della natura si so-no dimostrati i mezzi più efficaci do-ve sono state fatte politiche di conte-nimento del consumo». La rendita è il motore principale del consumo di suolo e costruire il nuovo costa infini-tamente di meno, è la leva fiscale che deve correggere questa tendenza. L'altra cosa che manca, dice ancora Federico Oliva, è «una legge naziona-le che detti i principi fondamentali a cui gli enti locali devono ispirarsi».

Legambiente Lombardia si è fatta promotrice di una legge di iniziativa popolare, spiega Damiano lli Simine: «Abbiamo capito che non basta la de-nuncia di un ecomostro dopo l'altro, ci vuole un salto culturale». 11 suolo, la terra su cui camminiamo, è un be-ne comune come l'acqua e l'aria, la differenza è la proprietà privata. Pe-rò, «se il privato è irresponsabile devo-no esserci dei limiti prescrittivi».

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«Stiamo senza riscaldamento ma i soldi non bastano lo stesso» U n affare andato male, il cambio

di proprietario, la fine dell'affit-to calmierato, la morte di un co-

niuge o, soprattutto, la perdita del lavo-ro. Sono tanti i motivi che portano l'uffi-ciale giudiziario a bussare alla porta di casa. Spesso e la lenta sovrapposizione di eventi "leggeri", come piccoli aumen-ti del canone o delle spese condominiali, che portano il peso dell'affitto a diventa-re insostenibile e a scivolare nella moro-sità.

Un indagine del Sunia su mille fami-glie sottoposte a sfratto nel 2011 ha evi-denziato un aumento dei giovani sotto i 35 anni che sono ora il 22% del totale mentre nel 2009 erano appena il 4%. Un altro 25% del totale è rappresentato da immigrati con famiglie di più o tre perso-ne, ma il grosso delle statistiche è anco-ra rappresentato dagli anziani che sono il 35%. Una volta entrati nel tunnel della morosità il percorso è simile per tutti, in poco tempo arriva lo sfratto, si passa poi da una trafila di ricorsi e sospensioni fi-no a che bisogna andarsene affidandosi a parenti, se ci sono, alle coabitazioni o, in casi estremi, alla strada. Prima dello sfratto c'è sempre la richiesta di una ca-sa popolare ma la disponibilità è minima e difficilmente, quando arriva, lo fa pri-

ma della polizia. La casa è una delle cose che gli italia

ni hanno più care, non stupisce quindi che chi l'ha persa, o è sul punto di farlo, non voglia parlarne. Entrando .nell'uni-verso degli sfrattati si incontra subito una diffidenza legata alla vergogna. La. garanzia dell'anonimato sgretola quel muro. Per tutti questi nuovi sfrattati in-fatti l'indigenza è condizione nuova, le frasi che ripetono più spesso sono «è la prima volta in vita mia», «avevo sempre pagato fino a quel momento», A questo punto subentra la disperazione e la ripe-tizione sconsolata di ,, non so cosa succe-derà». Come G. B, pensionato di Firenze con moglie e un figlio disoccupato: «Ave-vamo investito tutti i risparmi per aprire un agenzia immobiliare a mio figlio, ma in questo periodo non si vendeva nulla e ha dovuto chiudere e ho dovuto pagare tutti i debiti. Non mi è rimasto nulla, ab-biamo cambiato casa per pagare meno ma non è bastato, Mercoledì arriverà l'ufficiale giudiziario, per lunedì avrò spostato tutto in un deposito e andrò in una pensione impegnando la tredicesi-ma. Aspetto che mi diano una casa del Comune, siamo secondi in graduato-

Per altri è invece la rabbia che ha il sopravvento come per G.C. pensiona-

to romano con moglie invalida: «Mi sen-to una vittima, dopo 15 anni che ero in affitto è morto il proprietario di casa, la sorella che ha ereditato mi ha dato lo sfratto per finita locazione, nonostante avessi sempre pagato, da 3 anni ho il blocco per il decreto del Governo ma pa-go 750 curo al mese tra affitto e condo-mino guadagnandone 900. Non so se sa-rà prorogato se no a dicembre dovrei es-sere fuori e non so dove andare». La si-tuazione più estrema è però quella di chi è fuori casa e non ha ricevuto una si-stemazione come W.V. di Milano, che ha perso il lavoro a 60 anni senza aver maturato la pensione e da luglio vive in un vecchio camper che gli hanno regala-to: «lo e mia moglie andiamo avanti con gli aiuti di amici e conoscenti, ma senza riscaldamento adesso comincia a fare freddo e dal Comune non hanno ancora detto nulla, Queste situazioni portano anche alla dissoluzione della famiglia, racconta CC di Milano: ',Quando è falli-tala_ mia azienda non mi è rimasto nulla, dal 2008 sono senza casa, ho vissuto per strada e in auto mentre le mie due figlie minorenni sono state da amiche, per for-tuna ho da poco ritrovato un lavoro ma sto ancora aspettando una casa per tor-nare a vivere tutti insieme». S.L.B.

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