rassegna casale

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ANSA regione.toscana.it 19 Dicembre 2009 COMUNICAZIONE: IN TOSCANA UN CENTRO RICERCA SU NUOVI MEDIA (ANSA) - CASALE MARITTIMO (PISA), 19 DIC - Un centro di ricerca sulla comunicazione per promuovere il territorio di Casale Marittimo (Pisa) e di tutta la Toscana puntando sulle nuove tecnologie. E' il principale obiettivo del progetto Il Tempo del Sale presentato oggi al teatro di Casale Marittimo e realizzato dal Comune insieme a Mataeria, con la partecipazione della Fondazione Geiger e dell'Università Iulm e con il patrocinio della Regione Toscana. Attraverso un'attenta selezione il centro, che avrà sede nei locali del teatro di Casale, coinvolgerà giovani presenti sul territorio locale, ma anche provenienti dal resto d'Italia e dall'estero. La missione del gruppo di lavoro è quella di creare prodotti-eventi che tengano in considerazione la possibilità di trasformare le nuove tecnologie in poesia e dare contenuti alle nuove forme espressive, come video libri, istallazioni, il teatro-cinema, gli audio-video, la poesia visiva. Il piano di lavoro prevede workshop di quattro o sei mesi, durante i quali i ricercatori aancati da giovani universitari svilupperanno i progetti per creare prodotti che possano avere una ricaduta economica, turistica e culturale. Il primo workshop é la Memoria del Sale, un progetto dedicato ai gruppi familiari di Casale Marittimo, per produrre un'installazione urbana che presenti, utilizzando diverse tecnologie e supporti, la storia dei gruppi di famiglie del paese. Nascerà anche un percorso multisensoriale fatto di memorie, ricette, racconti, lettere, fotografie. (ANSA).

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Rassegna Casale

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ANSA

regione.toscana.it

19 Dicembre 2009

COMUNICAZIONE: IN TOSCANA UN CENTRO RICERCA SU NUOVI MEDIA (ANSA) - CASALE MARITTIMO (PISA), 19 DIC - Un centro di ricerca sulla comunicazione per promuovere il territorio di Casale Marittimo (Pisa) e di tutta la Toscana puntando sulle nuove tecnologie. E' il principale obiettivo del progetto Il Tempo del Sale presentato oggi al teatro di Casale Marittimo e realizzato dal Comune insieme a Mataeria, con la partecipazione della Fondazione Geiger e dell'Università Iulm e con il patrocinio della Regione Toscana. Attraverso un'attenta selezione il centro, che avrà sede nei locali del teatro di Casale, coinvolgerà giovani presenti sul territorio locale, ma anche provenienti dal resto d'Italia e dall'estero. La missione del gruppo di lavoro è quella di creare prodotti-eventi che tengano in considerazione la possibilità di trasformare le nuove tecnologie in poesia e dare contenuti alle nuove forme espressive, come video libri, istallazioni, il teatro-cinema, gli audio-video, la poesia visiva. Il piano di lavoro prevede workshop di quattro o sei mesi, durante i quali i ricercatori affiancati da giovani universitari svilupperanno i progetti per creare prodotti che possano avere una ricaduta economica, turistica e culturale. Il primo workshop é la Memoria del Sale, un progetto dedicato ai gruppi familiari di Casale Marittimo, per produrre un'installazione urbana che presenti, utilizzando diverse tecnologie e supporti, la storia dei gruppi di famiglie del paese. Nascerà anche un percorso multisensoriale fatto di memorie, ricette, racconti, lettere, fotografie. (ANSA).

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Iltirreno.it

21 Dicembre 2010

CASALE. Darà voce alla memoria del territorio attraverso le nuove tecnologie. Gettando un ponte tra passato e futuro, e mettendo in luce la storia della comunità. Le famiglie di Casale diventeranno protagoniste di quella che Cesare Monti Montalbetti chiama “una forma museale all’aperto” con foto e videoproiezioni, prodotto finale del laboratorio “Il tempo del sale” in partenza ad anno nuovo.  Ricerca multimediale. Un centro di ricerca multimediale con finalità pratiche, che per scelta del Comune lavorerà sulla storia locale collegando le radici di una terra allo sviluppo del paese. L’esperimento è nato da un incontro estivo tra Cesare Monti, il sindaco Fabrizio Burchianti e l’assessore alla Cultura Rico Del Viva. L’artista visivo di dichiara infatti innamorato di Casale, dove risiede da trent’anni. “Amo follemente questa terra - dice - mia figlia è cresciuta qui, qui ho scritto il mio primo libro e ideato alcune delle mie creazioni migliori”. Il pubblicitario che ha firmato gli spot di Mulino Bianco, Swatch e Volvo, autore di alcune tra le copertine di dischi più celebri della canzone italiana, ma anche lo studioso degli eretici del Quattrocento toscano, ha deciso così di ricambiare Casale con un lavoro dedicato. “Ho ricevuto molto da questa terra, forse sarebbe il momento di sdebitarmi - disse allora - e vorrei donare qualcosa del mio lavoro”.  La gente protagonista. Il Comune ha colto l’occasione scegliendo l’argomento del progetto: la storia locale vista attraverso le persone del paese. “Conservare e valorizzare la memoria sono due nostre linee guida come amministrazione” ha affermato il sindaco Burchianti durante la presentazione di sabato. Il rapporto con la terra è anche un elemento portante della poetica di Montalbetti, che attraverso le tecnologie multimediali esprime la commistione dei linguaggi contemporanei. “La provincia ha una forza vitale che non è più nella città - dice - qui c’è la voglia e il desiderio di portare avanti le cose”.  Giovani in pista. Il laboratorio nasce

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dunque a Casale sotto la sua direzione, realizzato da un’equipe di studenti guidati da esperti dell’Università IULM di Milano, cui si potranno aggiungere ragazzi tra i 16 e i 30 anni, universitari, allievi di scuole superiori e operatori professionali con indirizzi attinenti agli obiettivi del progetto, che potranno partecipare a titolo gratuito alle attività (il bando non ha scadenza, chi è interessato può inviare il curriculum con motivazione a [email protected], specificando nell’oggetto “Selezione progetto Tempo del Sale”, info: 0586 653405, 335 1777364).  La storia delle famiglie. Il progetto, che ha come direttore didattico Rico Del Viva, comprende la ricerca dei ceppi familiari e la raccolta di dati nell’archivio comunale, l’incontro con le famiglie, l’organizzazione del materiale catalogato, la realizzazione di foto e l’installazione finale del lavoro.  Promosso dal Comune con la partecipazione della Fondazione Geiger e IULM e il patrocinio della Regione, “Il Tempo del sale” sarà prodotto da Mataeria, società di comunicazione di Sebastiano Tronchetti Provera (nipote di Marco, presidente di Pirelli Spa), ventottenne che collabora con Montalbetti da due anni e produrrà prototipi da trasferire anche in altre realtà.  Il laboratorio mostrerà i propri progressi ogni 4/6 mesi in presentazioni pubbliche come quella di sabato, cui hanno partecipato molti casalesi, il sindaco e l’assessore Del Viva, Gianni Servi, Rocco e Sibylle Piermattei per la Fondazione Geiger.    LA STAGIONE AL TEATRO Gospel, film, libri e concerti  CASALE. La stagione al teatro di Casale è iniziata con la presentazione del laboratorio ma va avanti fino a marzo tra proiezioni cinematografiche curate dall’associazione giovanile di Casale “Ma.Ra.Cas...alè”, serate con conferenze e concerti a cura de “il Tempo del Sale” e della Fondazione Geiger. Il 29 dicembre alle 21 nella chiesa di Sant’Andrea ci sarà il concerto del gruppo Gospel statunitense “Tony Washington Singers”, a gennaio si potranno vedere i film “Amici miei atto II” di Monicelli il 7 e il 21 “Into the wild” di Sean Penn, e assistere all’incontro con Cesare Monti “Musica da vedere” il 16 e alla performance di filosofia con Franco Bolelli il 29. A febbraio “Il Tempo del sale” propone il 20 “I ragazzi della via Sthendal” presentazione del libro e concerto con Pietruccio dei Dik Dik, il 4 c’è la proiezione del film “Requiem for a dream” di Darren Aronofsky e il 18 di “Seven” di David Fincher. A marzo si vedranno il 4 “Little Miss Sunshine” di Jonathan Dayton e Valerie Fariso, il 18 “Milk” di Gus Van Sant, mentre le attività del laboratorio “Il Tempo del sale” continuano con una serata di poesia per Alda Merini l’8 e una di danza “Pensieri Inversi” a cura di Chiara Migliorini il 20. Inizio serate ore 21,30.

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13 Maggio 2010

CASALE. Il laboratorio diretto a Casale da Cesare Monti, che si è svolto da gennaio a maggio, produrrà un'installazione con video e documenti in un percorso attraverso il paese. Schermi con video posti tra le vie, alternati a documenti storici e testimonianze riportati su teli per ricostruire l'identità di una comunità. "La Memoria del sale" è il progetto che sarà realizzato tra luglio e agosto a cura dell'equipe del laboratorio e centro di ricerca "Il tempo del sale", che viene presentato al pubblico dai giovani autori domani ore 21 al teatro di via Roma. Il progetto promosso dal comune e Mataeria, con il contributo della Fondazione Geiger, il supporto di Iulm e il patrocinio della Regione, ha coinvolto un gruppo di 12 giovani, molti dei quali del posto. Alcuni studenti milanesi hanno lavorato insieme a cecinesi e casalesi, in un'equipe diretta da Monti e composta per metà di ricercatori e per metà di creativi (fotografi, videomakers, ecc). Le indagini sono iniziate dai documenti d'archivio, alla ricerca delle storie di oltre 40 famiglie, dal 1600 in qua. «L'idea è stata quella di collegare le vicende delle persone del paese alla grande storia - racconta l'assessore alla cultura Rico Del viva, coinvolto anche con le sue competenze di archeologo - come le scarpe che un soldato manda dal fronte alla famiglia per venderle e comprarsi il cibo, o quel processo che nel Settecento i casalesi intentarono ai Cancellieri, seguendo lo spirito del tempo e i fermenti sociali alimentati dall'illuminismo».

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30 Giugno 2010

CASALE. Sembrava un semplice laboratorio creativo, un gruppo di giovani guidati da un artista che avrebbe realizzato un'installazione nel tipico borgo toscano. Invece "Il tempo del sale" è diventato qualcosa di più, coinvolgendo tutta una comunità, dalle radici storiche alle vicende individuali. Il progetto aveva una vocazione partecipativa dichiarata, volendo raggiungere gli abitanti e renderli protagonisti della vita del paese. I primi riscontri si sono avuti con la foto scattata a tutte le donne per l'otto marzo, poi con la lettura delle poesie di Alda Merini al teatro. Da lì è stato un crescendo. Un paese intero è stato coinvolto nella ricerca, prima guardandola con diffidenza, poi collaborando attivamente. Riscoprendo il senso di appartenenza alla comunità e la propria storia. È merito delle videointerviste se scopriamo Tullio Volterrani, ex insegnante e pittore naif che ha scritto un libro di aneddoti su Casale o Rita Calafiore, ottantenne romana che ha scelto di restare in paese da sola, visto che i parenti più vicini sono oltreoceano. Dai racconti degli anziani sono tornate le memorie della guerra, della fame e di una solidarietà oggi sconosciuta.  Ma il perno del progetto sono stati i nuclei familiari, al centro sia delle ricerche storiche che della creazione artistica. Cesare Monti per le sue foto di famiglia ha riunito persone che non si vedevano da anni. L'artista milanese amico di Battisti, fotografo e ricercatore, ha concepito "Il tempo del sale" come una riscoperta di senso, qualcosa che anticamente aveva importanza e oggi non ne ha più. Questo "sale" si è ritrovato nelle centinaia di persone che hanno posato nei ritratti, nelle decine di pagine e nei faldoni degli archivi, nei gruppi familiari che esistono dall'Ottocento in qua, nei racconti, perfino nelle ricette.  Un'immagine della comunità nel 1864 conta 12 elettori iscritti nelle liste, che erano poi i notabili del paese (i vari Cancellieri, Gremigni, Marchionneschi), per lo più laureati e con tanto di censo di possesso e rendite, cioè "possidenti". In quegli anni il parroco Don Pietro Nardini era anche maestro della scuola pubblica, nonostante l'età avanzata. Il medico Adriano Ponci chiedeva al consiglio

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comunale un aumento di stipendio, per il quale suggeriva di licenziarsi rendendo vacante il suo posto in modo da indire un nuovo bando con un onorario maggiore, che avrebbe vinto lui stesso con regolare concorso... Tra le vicende memorabili c'è il processo vinto dai casalesi contro i Cancellieri a fine Settecento, che nel clima illuminista dell'epoca ha il sapore della sollevazione popolare. La nobile famiglia aveva acquistato una quantità di terreni superiore a quanto previsto dalla legge, accordandosi con altri proprietari che agivano per loro conto. Scoperto l'inganno i casalesi portarono i Cancellieri davanti al giudice, che li condannò. Il ricorso dei signori non ebbe seguito, per cui dovettero pagare la penale (tenendosi però le terre). Gli archivi hanno permesso anche di ricostruire gli alberi genealogici delle famiglie presenti in paese con più continuità.  In queste videointerviste i cittadini diventano protagonisti. C'è chi parla della guerra, come Emo Bettini, deportato in Germania, o chi racconta i mille stratagemmi per riuscire a mangiare.  Molto forte è il ricordo della colonia estiva, quando i bambini andavano al mare, e per preparargli da mangiare tutto il paese donava qualcosa. I giochi nel Coppaio, le serate a ballare nelle case, le amicizie e le burle, tutto rivive nella voce di chi racconta. Sono una trentina di persone dai 40 ai 90 anni, alcune delle quali riportano le loro parentele fino ai giorni nostri.  Sono 14 i gruppi familiari più importanti (Bettini, Braccialini, Camerini, Gianfaldoni, Giani, Lotti, Manzi, Morelli, Nardini, Pasquini, Presti, Santini, Sparapani, Volterrani), che Cesare Monti ha fotografato uno per uno. I set di posa sono diventate momenti di ritrovo, nei quali si sono riunite famiglie da 15 a 49 persone (il "clan" dei Gianfaldoni, il più numeroso), con tanto di telefonate ai congiunti di paesi vicini per l'evento. Davanti all'obiettivo di Monti, al quale nessuno osava contraddire, i parenti che si guardavano storto si sono seduti accanto, chi non si parlava da tempo è stato messo vicino, e il risultato sarà una delle sorprese più attese della mostra.

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12 Luglio 2010

CASALE. Il laboratorio "Il tempo del sale" è stato tenuto da Cesare Monti Montalbetti a Casale da gennaio a maggio 2010. Ha riunito un gruppo di giovani creativi che ha attivamente coinvolto il paese, con la collaborazione di centinaia di persone, nell'intento di ricostruire la memoria collettiva.

Il loro lavoro - una messe di documenti d'archivio, videointerviste e fotografie - è stato elaborato insieme ad un'equipe di professionisti, e sarà presentato giovedì 15 luglio alle 20,30 in piazza del Popolo, per l'inaugurazione della mostra "La memoria del sale". Il paese intero diventerà un'installazione a cielo aperto grazie a videoproiezioni, pannelli esplicativi, drappi appesi alle finestre all'uso toscano. Il contenuto è basato sulle ricerche ma molto su aneddoti e storie riportate direttamente degli abitanti. Il Tirreno, che ha seguito passo passo il progetto, ha scelto di raccontare alcune di queste.

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12 Luglio 2010

CASALE. Sono a Casale dall'Ottocento o ancor prima, almeno cinque generazioni sono tracciate fino ad oggi, due delle quali hanno posato nella foto di famiglia scattata da Cesare Monti Montalbetti per "La memoria del sale".  I Gianfaldoni. Tra i 14 ceppi censiti dal laboratorio "Il tempo del sale" e fotografati dall'artista milanese i Gianfaldoni sono il gruppo più numeroso. Quella sera di maggio a teatro erano 49 ma ne mancavano una decina, visto che i parenti sono sparsi nei paesi vicini. A Casale la famiglia è conosciuta per il forno del pane che Adriano ha ereditato dal padre Angiolino, e oggi ha fra i suoi clienti anche Altero Matteoli e Salvatore Settis. «Una volta da ragazzino portavo il pane anche in campagna con il motorino e le ceste - racconta Adriano - e allora servivamo anche Oliviero Toscani, oggi le persone famose che capitano a Casale o abitano nei dintorni mandano il loro personale».  Pane per Settis e Matteoli. Adriano, cinquantenne, è nato a cresciuto a Casale. Ora vive in paese ma da bambino abitava con la famiglia alla Camminata e andava a piedi a scuola percorrendo tutti i giorni qualche chilometro. «Casale in questi anni non è cambiata molto - racconta - salvo quei due o tre mesi d'estate in cui vengono i turisti e si vedono tante persone che non si conoscono. Per il resto ci conosciamo tutti, siamo poco più di mille abitanti, e un tempo i rapporti e la solidarietà tra vicini erano anche più stretti».  50 persone per un clic. La famiglia Gianfaldoni difatti per posare davanti all'obiettivo di Monti ha riunito una cinquantina di persone del suo ceppo principale. «Sostanzialmente si sono ritrovate le ultime due generazioni, ci siamo limitati al babbo e al nonno, che però aveva 11 figli, così potete capire che il numero è cresciuto alla svelta», racconta. Adriano ha due fratelli, Daniele che vive a Cecina (proprietario del ristorante Coccolino) e Cinzia, ma è riuscito a risalire indietro ai suoi avi per cinque generazioni, anche facendo ricerche in Comune. «Dicono che noi Gianfaldoni veniamo da Pomarance - continua - il capostipite che arrivò a Casale

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era il babbo del nonno di mio nonno. Il bisnonno Gustavo aveva cinque fratelli e qualcuno si stabilì a Rosignano, poi molte Gianfaldoni erano donne e seguirono i mariti lasciando il paese, così alla fine ci siamo ritrovati noi delle generazioni più giovani». A riunire il clan è stato la segreteria organizzativa della casa, la moglie Serenella.  Rita Calafiore. "I giovani sono ermetici. C'è un'addormentatura collettiva. Dicono che è un fenomeno globale ma non va bene lo stesso!". A parlare con piglio combattivo è Rita Calafiore, 89 anni, fiorentina adottiva di Roma e oggi casalese. Grandi occhi nocciola, sul tavolo del suo piccolo appartamento un quotidiano e l'ultimo libro di José Saramago, niente tv. Un'infanzia nella capitale tra la piazza del Quirinale e il giardino di Palazzo Corsini, poi Orto Botanico, e una carriera di insegnante.  Casalese adottiva. Rita ha scelto di vivere a Casale ben due volte. La prima quando si trasferì col marito da Roma nel 1977, appena pensionata. «Salvatore andò in pensione nel 1976, io ci sarei andata l'anno dopo - racconta - in quel periodo ci dicevamo: che faremo, la vita del quartierino? Eravamo sempre andati al cinema, a teatro, dagli amici, ma Roma era invivibile, diventava sempre più difficile spostarsi in auto.

Iniziammo a pensare di trasferirci. Leggendo i libri di Cassola mi piacquero questi posti, e decidemmo di provare a cercare qui un pezzo di terra, realizzando il sogno che era di mio padre. Casale ci piacque più degli altri paesi, chiedemmo allo spazzino un terreno da acquistare e ci portò dal proprietario dell'appezzamento che entro l'anno sarebbe diventato nostro. Pagammo 6 milioni di lire per 6.000 metri quadrati, dopo 4 mesi c'erano già le fondamenta della casa, a maggio del 1977 diventammo cittadini di Casale».  Sulle orme di Cassola. All'inizio non fu facile abituarsi alla realtà di paese, assai diversa da quella della capitale. «Certo mi mancavano i salotti - dice - ma pian piano abbiamo imparato a conoscere le persone ritrovando una forma di coralità che è il maggior pregio della vita di paese. Qui la gente si ferma a parlare, ti offre conforto e sostegno morale. La vita di città disumanizza. Ci si dà solo il buongiorno per le scale, nei palazzi i vicini si incontrano due volte l'anno». I ricordi corrono ai 50 anni vissuti a Roma, dove è arrivata quando c'erano le carrozze e poche auto, assistendo alla costruzione dell'Eur con i marmi di Carrara trasportati sul Tevere, passando gli anni del regime e la guerra.

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Iltirreno.it15 Luglio 2010

CASALE. Il laboratorio "Il tempo del sale" è stato tenuto da Cesare Monti Montalbetti a Casale da gennaio a maggio 2010. Ha riunito un gruppo di giovani creativi che ha attivamente coinvolto il paese, con la collaborazione di centinaia di persone, nell'intento di ricostruire la memoria collettiva. Il loro lavoro - una messe di documenti d'archivio, videointerviste e fotografie - è stato elaborato insieme ad un'equipe di professionisti, e sarà presentato oggi alle 20,30 in piazza del Popolo, per l'inaugurazione della mostra "La memoria del sale". Il paese intero diventerà un'installazione a cielo aperto grazie a videoproiezioni, pannelli esplicativi, drappi appesi alle finestre all'uso toscano.  Il contenuto è basato sulle ricerche ma molto su aneddoti e storie riportate direttamente degli abitanti.  Il Tirreno, che ha seguito passo passo il progetto, ha scelto di raccontare

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alcune di queste.  Oggi a fianco sono riportate le memorie e le radici di altre due storiche famiglie casalesi. F.L.

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15 Luglio 2010

CASALE. Grandi baffi bianchi, aria sorniona e spirito arguto. Il fedele cane Nuvola sotto il tavolo, i quadretti naif sulle pareti. Tullio Volterrani è una memoria storica del paese. Da quando è andato in pensione come insegnante e preside delle scuole medie di Cecina 24 anni fa, si dedica alla conservazione della storia locale. Senza ambizioni artistiche e letterarie scrive racconti. E' alla seconda raccolta, la prima è uscita in due edizioni - pubblicati col nome di Umberto Sereno (i suoi secondi nomi di battesimo) e dipinge quadri con immagini della sua infanzia firmati Serafino Nebbia.  Le memorie multiformi di Tullio sono una miniera di informazioni sul paese dove risiede da quando è nato, ottant'anni fa. Dal 1964 al'70 è stato anche sindaco. "Feci comprare la prima ape per portare via i rifiuti dal paese e le panchine in piazza della chiesa - dice - ma al secondo mandato non mi ricandidai. Quello che volevo fare lo avevo già fatto". Cosa è cambiato da allora? "La politica. Prima era di sinistra, ora è di destra. Le sezioni erano piene di giovani, ora non ce n'è traccia. Ma questa giunta il paese lo tiene pulito, hanno anche buone idee". I valori umani sono al primo posto nella vita di Tullio, che negli anni ha perso tutti gli amici più cari. "Prima c'era più solidarietà tra le persone, ci si

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aiutava di più. Ora ognuno guarda a sé. In paese dopo una cert'ora non c'è più nessuno, prima vedevi tanta gente fuori".  Il mondo che ama ricordare è quello dell'infanzia, quando andava a vedere la filarmonica raffigurata nei suoi dipinti, il prestigiatore che veniva una volta l'anno per i bambini che lo fissavano incantati. "Ma io no, guardavo sempre da un'altra parte. Ho sempre avuto questa abitudine, chissà perché" dice. Questo occhio fuori dalle righe si coglie nelle tavole dipinte, sistemate in buon ordine nella sua "tana". Istantanee con duelli, soldati, cardinali e maestre, svelano un immaginario fresco e vivace, quasi da Giamburrasca. Anche dai racconti affiorano figure leggendarie come il prete Don Oscar Vettori, con le sua arma micidiale dei "nocchini" sulla testa, i giochi di palline al Coppaio, le burle come "il cianghialometro", i balli nelle fattorie, il periodo della guerra. Riporta l'uso di far bollire l'acqua salata di alcuni pozzi intorno a Casale per ricavarne il sale, che negli anni Quaranta scarseggiava in tutta Italia. A questa tradizione si è anche ricollegato il laboratorio "Il tempo del sale" di Cesare Monti. Protagonisti del libro "Caro vecchio Casale" ("Il tempo della memoria" contiene altri racconti) sono gli amici Tullio, Amabilio, Walfranco, Ildo e le loro marachelle. "Eravamo bambini e Don Oscar chiese a noi di

suonare le campane perché non poteva. Noi invece di tirare la corda dal pavimento del campanile salimmo in cima, spintonando la campana a turno - racconta - quando tornò il prete da basso disse solo: "tutti giù". Man mano che si scendeva tirava fuori la sua nocca "fucile" e ce la scaraventava in testa. La mattina dopo ci presentammo a scuola pieni di bozzi. La maestra Lorenzini di Bibbona sospettò che fosse una malattia e telefonò alla direttrice a Ponteginori, che venne subito in calesse. Tutti erano preoccupati finché il dottor Tubino sciolse il mistero: erano le noccolate di Don Oscar!".

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Ilsole24ore.com15 Luglio 2010

Un paio di scarpe, inviate per posta dal fronte, da vendere per sfamare la propria famiglia. La storia di Sara, ottantenne di Casale Marittimo (in provincia di Pisa) diventa la storia di un intero paese. Che oggi inaugura e celebra la propria memoria in «La Fabbrica del sale». Un progetto proposto dal centro di ricerca «Il tempo del Sale» e dai suoi ricercatori, e che inaugura stasera, presso il comune di Casale Marittimo. Si tratta di una rigorosa ricerca etnologica svolta su gruppi di familiari del luogo: il tema sviluppato dalla mostra, fatta di video proiezioni, è il rapporto visivo tra territorio e famiglia. Per ogni postazione la rappresentanza fotografica-video dei componenti del medesimo nucleo parentale, confrontata e assimilata alle immagini della geografia del paese. Oltre alle immagini, anche una parte audio frutto di una selezione tra le interviste ricavate dalle parole dei membri delle famiglie.

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Iltirreno.it15 Luglio 2010

CASALE. A un certo punto nel borgo si sono spente le luci e sui muri delle case gli schermi con i filmati hanno proiettato sulle case volti e voci degli abitanti. Giovedì per l'inaugurazione della mostra "La memoria del sale" si sono ritrovati cittadini di ogni età, visitatori, i ragazzi del laboratorio "Il tempo del sale", i vertici della Fondazione Geiger che ha cofinanziato il progetto, gli amministratori dei paesi vicini - i sindaci di Bibbona Fiorella Marini e di Guardistallo Mauro Gruppelli, il vicesindaco di Cecina Antonio Garigali, l'assessore alla cultura di Volterra Paolo Moschi - oltre a Cesare Monti e la sua equipe, il sindaco Fabrizio Burchianti e l'assessore alla cultura Rico Del Viva. 14 punti espositivi dove vengono proiettati filmati e foto di famiglia, alle finestre teli rossi coi maggiori fatti storici, nelle vie pannelli con squarci di storia di Casale. Dentro il teatro di via Roma, fotografate da Cesare Monti, le immagini dei 14 ceppi familiari più ricorrenti (Bettini, Braccialini, Camerini, Gianfaldoni, Giani, Lotti, Manzi, Morelli, Nardini, Pasquini, Presti, Santini, Sparapani, Volterrani). La mostra rimane aperta fino al 31 agosto.

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Corriere Fiorentino11/08/2010

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Il Sole 24 Ore - Nova 24