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RASSEGNA STAMPA
01-09-2019
1. QUOTIDIANO SANITA' Dagli aumenti del Fondo sanitario alla carenza di personale
2. TODAY Strumento di calcolo per determinare le forme aggressive di tumore prostatico
3. MANIFESTO Nei controversi poteri che servono la scienza
4. AGI Come sopravvivere alla "sindrome da rientro"
31-08-2019
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Dagli aumenti del Fondo sanitario alla carenza di personale. Se parte il Governo, ecco le prime sfide urgenti che attendono i giallo-rossi
Nell’attesa di capire se si troverà la quadra tra M5S e Pd, di scoprire il programma sanità del nuovo Esecutivo e chi sarà il nuovo Ministro della Salute, sul tavolo del nuovo Governo ci sono dei temi urgenti che più di altri non potranno essere rinviati. Si parte con la blindatura degli aumenti per il Fsn, passando per la ricerca di una soluzione per la carenza di personale fino alla necessità di chiarire, una volta per tutte, il destino della Legge Lorenzin sull’obbligo vaccinale.
31 AGO - Dovrebbe partire tra pochi giorni il nuovo Governo giallo-rosso guidato da Giuseppe Conte (anche in se in questa pazza crisi mai dire mai) e anche per la sanità sono parecchi i temi e le sfide in ballo, anche se nelle dichiarazioni ufficiali di sanità si è parlato ben poco. Nell’attesa di scoprire cosa ci sarà nel nuovo programma di governo e chi sarà alla guida del Ministero della Salute ci sono delle urgenze che non possono attendere e che dovrebbero essere affrontate con forza in questi primi mesi dal nuovo Esecutivo. La prima urgenza è quella delle risorse per il Fondo sanitario nazionale. Ricordiamo che la scorsa manovra ha previsto un aumento di 2 mld per il 2020 e 1,5 mld per il 2021. Sul punto sia i 5S che il Pd (che ieri ha rilanciato su Quota 10) hanno sempre puntato sulla sanità pubblica e sull’aumento delle risorse per il Ssn. È chiaro però che bisognerà valutare attentamente i conti pubblici e vedere che spazio di manovra ci sarà per la sanità dato che molto probabilmente il grosso delle risorse della Legge di Bilancio sarà drenato dal tentativo di scongiurare l’aumento dell’Iva. E visti i tempi stretti per fare la manovra (e i possibili conseguenti blitz sul Fsn) la difesa degli aumenti è a tutti gli effetti la sfida impellente principale.
Altra urgenza, quella che riguarda la carenza di personale. Nel Dl Calabria è stata inserita la possibilità di assumere gli specializzandi ed è stato approvato un nuovo tetto di spesa che allenta i vincoli rispetto a quello passato ma tuttavia l’intervento non appare sufficiente e servirà sicuramente fare qualcosa in più, anche perché il problema impellente è quello di trovare medici specialisti. Una questione che sta portando le regioni (Veneto in testa) ad adottare soluzioni alternative come l’assunzione dei medici neo laureati e senza specializzazione. Sicuramente un modo per risolvere l’emergenza ma anche un chiaro segnale di una sanità pubblica che per tenere il passo abbassa il suo livello.
Altro nodo, in questo caso tutto politico, da sciogliere al più presto, per evitare di entrare nel turbine delle polemiche, è quello che riguarda i vaccini. Il Pd ha già chiaramente manifestato la sua volontà di mantenere la legge Lorenzin. Il M5S aveva puntato tutto sull’obbligo flessibile. A prescindere dalle scelte che verranno adottate è chiaro però che servirà fare quanto prima chiarezza. Tema caldo su cui accelerare è certamente anche quello delle aggressioni al personale sanitario di cui ormai si contano episodi quotidiani. La commissione Igiene e Sanità del Senato dopo un lungo lavorio ha licenziato un testo che è pronto per l’Aula. Anche in questo caso non si potrà traccheggiare ancora. Queste le urgenze, è chiaro poi che i temi in ballo siano plurimi (vedi articolo sui nodi non sciolti dallo scorso Governo), a partire dal Patto per la Salute che si sarebbe dovuto siglare a settembre ma su cui visto il cambio di maggioranza e vista la probabile volontà delle regioni guidate dal centro destra (che sono la maggioranza) di far sentire con più forza la loro voce, ora che la Lega non è più al Governo e di non concedere ai giallo-rossi di rivendicare immediatamente un risultato, non appare una partita agevole. Un aspetto che non dovrà essere sottovalutato dal nuovo Esecutivo e dal Ministro che verrà perché il rapporto con le Regioni si appresta essere in realtà la sfida maggiore per i giallo-rossi in sanità.
(Citynews è una società editrice nata nel 2010 e specializzata nell'informazione locale online)
01-09-2019
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Strumento di calcolo per determinare le forme aggressive di tumore prostatico
Un team di ricercatori della Icahn School of Medicine di Mount Sinai e Keck School of Medicine
dell'Università della California del Sud (USC) ha sviluppato un nuovo sistema di apprendimento
automatico che distingue tra carcinoma della prostata a basso e alto rischio con maggiore
precisione rispetto a quelli sino ad oggi utilizzati. Il sistema, descritto in un articolo di Scientific
Reports pubblicato in questi giorni, ha lo scopo di aiutare i medici - in particolare i radiologi - ad
identificare più accuratamente le opzioni di trattamento per i pazienti con carcinoma prostatico,
riducendo la possibilità di interventi clinici non necessari.
Il cancro alla prostata è una delle principali cause di morte per cancro negli uomini americani,
seconda solo al cancro ai polmoni. Mentre i recenti progressi nella ricerca sul cancro alla
prostata hanno salvato molte vite, fino ad ora gli strumenti di previsione oggettiva sono rimasti
un'esigenza insoddisfatta. Attualmente, i metodi standard utilizzati per valutare il rischio di
cancro alla prostata sono la risonanza magnetica multiparametrica (mpMRI), che rileva le lesioni
alla prostata con il sistema PI-RADS un sistema di punteggio a cinque punti che classifica le
lesioni trovate su mpMRI.
Insieme, questi strumenti hanno lo scopo di prevedere profondamente la probabilità di
carcinoma prostatico clinicamente significativo. Tuttavia, il punteggio PI-RADS v2 è soggettivo
e non distingue chiaramente tra livelli di cancro intermedi e maligni (punteggi 3, 4 e 5), portando
spesso a interpretazioni diverse tra i clinici.
La combinazione dell'apprendimento automatico con la radiomica - una branca della medicina
che utilizza algoritmi per estrarre grandi quantità di caratteristiche quantitative dalle immagini
mediche - è stata proposta come approccio per rimediare a questo inconveniente. Tuttavia, altri
studi hanno testato solo un numero limitato di metodi di apprendimento automatico per affrontare
questa limitazione. Al contrario, i ricercatori del Monte Sinai e dell'USC hanno sviluppato un
quadro predittivo che ha valutato rigorosamente e sistematicamente molti di questi metodi per
identificare quello con le migliori prestazioni. Il framework sfrutta inoltre set di dati di formazione
e validazione più ampi rispetto agli studi precedenti. Di conseguenza, i ricercatori sono stati in
grado di classificare il carcinoma prostatico dei pazienti con elevata sensibilità e un valore
predittivo ancora più elevato.
"Combinando rigorosamente e sistematicamente l'apprendimento automatico con la radiomica, il
nostro obiettivo è fornire ai radiologi e al personale clinico uno strumento di previsione che alla
fine possa tradursi in un'assistenza più efficace e personalizzata per i pazienti", ha affermato
Gaurav Pandey, PhD, Assistente di genetica e genomica Sciences presso la Icahn School of
Medicine di Mount Sinai e senior autore corrispondente della pubblicazione insieme al co-
corrispondente autore Bino Varghese, PhD, Assistant Professor of Research Radiology presso
la Keck School of Medicine dell'USC. "Il percorso verso la previsione della progressione del
carcinoma prostatico con elevata precisione è in costante miglioramento e riteniamo che il nostro
quadro oggettivo sia un progresso necessario".
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Come sopravvivere alla "sindrome da
rientro"
La psicoterapeuta Paola Vinciguerra spiega all'Agi alcuni semplici e utili consigli per superare
un malessere che può comportare sintomi come mal di testa, fiacchezza e irritabilità
COLLANGES / BSIP
Dopo le vacanze estive ben un italiano su 10 si trova ad affrontare la cosiddetta sindrome da
rientro. "Si tratta di un malessere reale che causa una serie di fastidiosissimi sintomi: mal di
testa, fiacchezza, sonno, stordimento, irritabilita'", spiega all'AGI la psicoterapeuta Paola
Vinciguerra, direttore scientifico di Bioequilibrium e presidente di Eurodap, Associazione
europea disturbi da attacchi di panico.
È un malessere passeggero, ma che potrebbe nascondere qualcosa di più. "Quando il rientro
dalle vacanze ci mette in crisi, dovremmo chiederci quanto la vita di tutti i giorni, lavoro,
relazioni, routine, siano soddisfacenti", dice Vinciguerra. "Lo stacco dalla quotidianità, dai
doveri e dalle responsabilità è doveroso, ma quando al ritorno dalle vacanze ci sentiamo
più stressati di quando siamo partiti è decisamente un campanello d'allarme".
Ma la maggior parte delle volte la "sindrome di rientro" si supera dopo qualche giorno, meglio
e più velocemente se si seguono alcuni semplici consigli. "Rituffarci immediatamente in ritmi
frenetici, scadenze, traffico e routine quotidiana non è mai una buona idea", sottolinea ancora
l'esperta.
"Molto meglio sarebbe tornare in città un paio di giorni prima di ricominciare a lavorare, ci
potrebbe aiutare a sentirci meno stressati e più energici. Tornare immediatamente sui libri o al
lavoro - continua - e avere poco spazio da dedicare a noi stessi, può tradursi in un malessere
fisico generalizzato reale che renderà ancora più difficile il ritorno alla vita frenetica di ogni
giorno".
La prima regola è riprendere gradualmente, quindi evitare di rientrare dalle vacanze all'ultimo
minuto. Fare attività fisica è il secondo passo. "Non ha benefici solo sul corpo, ma serve a
diminuire lo stress e a mantenere il buon umore poiché stimola la produzione di endorfine".
Può essere d'aiuto stare all'aria aperta. "Si può ad esempio approfittare delle belle giornate di
fine estate per uscire la sera e ritrovarsi con gli amici. Così facendo si prolungherà lo spirito
vacanziero", dice Vinciguerra.
È fondamentale non rinunciare al sonno, ma dormire almeno 7-8 ore a notte, e seguire un
regime nutrizionale senza eccessi ma anche senza sottoporsi subito a diete rigide. Secondo
l'esperta, durante la giornata bisogna rispettare i propri ritmi, concedendosi frequenti pause.
"Un buon trucco potrebbe essere quello di porsi degli obiettivi semplici arrivando con
gradualità ai progetti più complessi". Per i bambini la "sindrome da rientro" può essere più
difficile da affrontare: "I più piccoli dovrebbero avere la possibilità di riadattarsi
gradualmente agli orari ed alle regole di tutti i giorni poiché non si può pretendere che non
soffrano di stress da rientro se dopo un periodo cosi' lungo senza restrizioni, li catapultiamo
nella vita frenetica di tutti i giorni"