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Indice

RASSEGNA STAMPA

TematicaCasse, crescono le risorse nel sistema-PaeseIl Sole 24 Ore - 2016-11-24Lavoro, solo 77mila giovani under 24 sono stati assunti con dercontribuzioneCorriere Della Sera - 2016-11-24Nel distretto delle carni la rivolta degli sfruttati "Paga misera, turni infiniti"La Stampa - 2016-11-24Un Natale con metà salmoneItalia Oggi - 2016-11-24Da frutta e verdura la rivoluzione 4.0 arriva al mercatoL' Unità - 2016-11-24I finanziamenti allePmi diventano più convenientiIl Sole 24 Ore - 2016-11-24Sulla fusione Banco-Bpm pesano i dubbi della BceLa Stampa - 2016-11-24Gestione immigrati, condannato portavoce FdlIl Giornale D’Italia - 2016-11-23Credito Cooperativo Le casse spaccate in due, il divorzio sancito in conclaveQN - 2016-11-23

Associazione Generale Cooperative Italiane - webBuone notizie dalle cantine vinicole spagnole: un calo degli stock di vino e mostoIgrandivini.Com - 2016-11-23Sfiora i 7,5 milioni di quintali I’uva prodotta in emilia romagnaDistribuzionemoderna.Info - 2016-11-23

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RASSEGNA STAMPA

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Tematica

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PREVIDENZA LAVORO Previdenza. Tra gii investimenti degii enti privati ia componente di titoii di capitate «Itaiia» è aumentata dei 6% ed è pari ai 28,8% Le associazioni vantano un patrimonio di 73 miliardi - Continua la dismissione del mattone Federica Micardi M H vice ministro delTEconomia Enrico Zanetti promuove la strategia di investimento delle Casse di previdenza dei professionisti, che rivolge un'attenzione crescente all'economia reale del paese, e ricorda che il Ddl di Bilancio prevede un meccanismo per incentivare maggiormente gli investimenti nel sistema-Italia. Ieri a Roma, alla presentazione del Rapporto 2016 sugli investimenti degli enti di previdenza privati, elaborato dal centro studi dell'Adepp, l'associazione degli enti previdenziali, Zanetti ha definito «confortanti» i risultati emersi perché «vanno nella direzione auspicata dall'esecutivo». Datempo il ruolocheleCasse potrebbero giocare come investitori istituzionali è al centro del dibattito anchepolitico.Untemadicuisipar- la da anni ma che fatica a concretizzarsi in un disegno organico e condiviso.Lavolontàperòc'èeinumeri del Rapporto lo dimostrano: tra il 2014 e il 2015 gli investimenti delle Casse nel sistema-paese sono cresciuti del 6,1%, infatti la componente dititolidi capitale investitasulter- ritorioèpassatadal22,7al28,8%,per rm valore intorno ai3miliardi. Oltre che nel settore finanziario, i titoli di capitale italiani acquistati dagli enti Adepp sono ripartiti principalmente tra le utility (18%), il settore dell'energia (12,8%), quello sanitario (5,9%) e industriale (5,7%). «In generale - racconta il presidente Adepp AlbertoOliveti- considerando tutti i tipi di investimento, più del 60% delle nostre risorse sono in Italia». Le Casse di previdenza vantano unpatrimonio di circa 73 miliardi di euro, e tecnicamente si possono permettere di fare investimenti di lungo periodo, nell'ottica dei 20 e anche 30 anni e gli investimenti in infrastrutture sarebbero in teoria congeniali Ma, sottolinea Oliveti: «Noi non vogliamo essere investitori pazienti, perché ogni tre anni abbiamo unbilancio tecnico e imi- nisteri non sono pazienti se i nostri risultati di rendimento non li soddisfano». Per cui vabene investire nel Paese ma con rendimenti certi e non troppo lontani nel tempo e margini di rischio contenuti C'è poi da ricordare la vexata questio della tassazione delle rendite, ricordata anche da Zanetti che per le Casse è del 26%, come per qualsiasi speculatore, quando nel resto d'Europa il risparmio previdenziale, proprio per la sua finalità sociale, ha rm trattamento privilegiato. Un tentativo di defiscalizzare parte dei rendimenti è stato fatto nell'anno passatoattraversorm credito d'imposta, destinato però a essere archiviato; il Ddl di Bilancio prevede infatti la detassazione in caso di investimenti nell'economia reale del Paese. Detassazione che nondovrebbeesserevincolataade- que cambiare sensibilmente inbase all'«emanando decreto sugli inve- stimenti», untestoacuiil vice ministro Zanetti ha fatto riferimento senza però sbilanciarsi sui tempi. terminati settori bensì a specifici strumenti Obiettivo: sostenere, consolidare e incentivare ulteriormente questi trend. «Sono interventi - spiega Zanetti - che dovrebbero dare una spinta propulsiva a unfenomeno già in atto». Tra gli altri elementi emersi nel Rapporto c'è il graduale allontanamento dagli investimenti diretti in immobili, spesso attraverso l'apporto verso fondi di investimento alternativi con l'obiettivo di messa areddito o di smobilizzo. Più in dettaglio gli Oicr sono pari al 36% degli investimenti (di cui 16% armonizzati e 20% non armonizzati) e la voce "fondi immobiliari" è cresciuta e orarappresentail77% (11,1 miliardi) degli investimentitotali in Oicrnon armonizzati Un'altra tendenza degli ultimi anni è la crescita della gestione indiretta, che è passata dal 14,3% del zon al 25,5% del 2015. I criteri di investimento del capitale delle Cassepotrebbero comun

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Tipo media: Quotidiano Nazionale Tiratura: 338.824Publication date: 24.11.2016 Diffusione:

Pagina: 45, 49 Spread: 389.015

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Quotidiano Nazionale

24.11.2016

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PREVIDENZA

Casse,piùrisorsepergliinvestimenti

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338.824

389.015

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LAVOROPrevidenza.Tragli investimentidegLientiprivatilacomponentedi titoLidi capitale«Italia» aumentatadel6% edè parial28,8%

Casse,cresconolerisorsenelsistema-Paeseassociazionivantanounpatrimoniodi73miliardi- Continualadismissionedelmattone

Micardiministro dell'Economia

Zanetti promuove la stra-investimento delle Casse

diprevidenzadeiprofessionisti,rivolge un'attenzione cre-

all'economiareale del pae-ricorda che il Ddl di Bilancio

meccanismo per in-maggiormente gli inve-

nel sistema -Italia. Ieri aalla presentazione del

2016 sugli investi-degli enti di previdenzaelaborato dal centro studi

dell'Adepp, l'associazione degliprevidenziali, Zanetti ha defi-

«confortanti» i risultatiperché «vanno nella dire-

auspicata dall'esecutivo».DatempoilruolocheleCassepo-

giocare come investitoriistituzionalièal centro del dibattitoanchepolitico.Untemadicuisipar-

ma che fatica aconcretiz-disegno organico e con-

diviso.1volontàperòc'èeinumeridel Rapporto lo dimostrano: tra il2014 e il 2015 gli investimenti delleCasse iel sistema-paese sono cre-sciuti del 6,1%,infatti lacomponen-teclititolidicapitaleinvestitasulter-ritorioèpassatadal2Z7al28,8%,perunvalore intorno ai3 miliardi

Oltre chenel settore finanziario,i titoli di capitale italiani acquistatidagli enti Adepp sono ripartitiprincipalmente tra le utiity (18%),il settore dell'energia (12,8%), quel-lo sanitario (5,9%) e industriale(5,7%). «In generale - racconta ilpresidente AdeppAlberto Oliveti -considerando tutti itipi di investi-mento, più del60% delle nostre ri-sorsesono in Italia».

Le Casse diprevideriza vantanounpatrimonio dicirca73miiardi clieuro, e tecnicamente si possonopermettere di fare investimenti dilungo periodo, nell'ottica dei 20 eanche 30 anni e gli investimenti ininfrastrutture sarebbero in teoria

congeniali. Ma, sottolinea Oliveti:«Noi non vogliamo essere investi-tori pazienti, perché ogni tre anniabbiamo unbilanciotecnico e imi-nisteri non sono pazienti sei nostririsultatidirendimentononlisoddi-sfanc»>.Per cuivabene investire nelPaese ma con rendimenti certi, enon troppo lontani nel tempo emargini dirischio contenuti

C'è poi da ricordare la vexataquestiodellatassazione delle rendi-te, ricordata anche da Zanetti, cheper le Casse è del 26%, come perqualsiasi speculatore, quando nelresto d'Europa il risparmio previ-denziale, proprio per la sua finalitàsociale, ha un trattamento privile-giato.Untentativo didefiscalizzareparte dei rendimenti è stato fattonell'aimopassatoattraversouncre-dito d'imposta, destinato però aes-sere archiviato; il Ddl di Bilancioprevede infatti la detassazione incasodi investimenti nell'economiareale del Paese. Detassazione che

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PAESE : Italia PAGINE : 45, 49SUPERFICIE : 76 %PERIODICITÀ : Quotidiano

DIFFUSIONE : (500000)AUTORE : Federica Micardi

24 novembre 2016 - N°323

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terminati settori bensì a specificistmmentL Obiettivo: sostenere,consolidareeincentivare ulterior-mente questi trend. «Sonointer-venti- spiegaZanetti- chedovreb-bero dareunaspinta propulsiva aunfenomenogiàin atto».

Tra glialtri elementiemersinelRapportoc'è il gradualeallontana-mento dagliinvestimenti diretti inimmobili, spesso attraverso l'ap-porto verso fondi di investimentoalternativi,conl'obiettivo dimessaaredditoo dismobiizzo. Piùin det-tagliogliOicrsonoparial36%degliinvestimenti(di cui i6°ioarmoniz-zati e20% non armortizzati)elavo-ce ècresciutaeorarappresentailo (11,1 miliardi)degliinvestimentitotaliinOicrnonannortizzati.Un'altratendenzade-gliultimi annièla crescitadellage-stione indiretta, cheè passatadal143% del2011 al25,5% del2015.

Icriteri cliinvestimentodel capi-taledelleCassepotrebberocomun-quecambiaresensibilmenteinbaseall'(emanandodecreto sugli inve-stimenti»,untesto acuiilvice mini-stro Zanetti ha fatto riferimentosenzaperòsbilanciarsisuitempi.

I numeri

Attività in gestione diretta eindiretta riel2Ol5.Vulori in migliaia di nuro

Strumento Gestione diretta Gestione indiretta

Liquidità 5.227.641 549.599

TitolidiStatoodi. 5.859.891 5.782.411

organismi sovrariazionali

Titoli di debitn quotati 946.329 2.687.177

Titoli di debito non quotati 2.148.474 39.533

Titoli di capitale quotati 1.554.341 4.040.719

tale1.082.404 15.100

Immobili 4.377.876

oni in società128.008 245.726

Polizzeassicurative 286.327 0

Oter ormonizzati 8.949.891) 2.209.556

Otcr non armonizzati 13.676.484 578.693

Altre attività 6.853.499 1.308.487

TotaLe 51091.164 17.457.001

FrntvR.npporto2Ou6Acepp

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PAESE : Italia PAGINE : 45, 49SUPERFICIE : 76 %PERIODICITÀ : Quotidiano

DIFFUSIONE : (500000)AUTORE : Federica Micardi

24 novembre 2016 - N°323

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Inps di Enrico Marra roma La decontribuzione sulle assunzioni a tempo indeterminato ha agevolato il contratto per 652.921 persone, ma di queste solo 77.712, Fu,9%, avevano meno di 24 anni. Percentuale che sale al 28,6% considerando anche i 109.390 assunti nella fascia d'età 25-29 anni. Insomma, nel 71,496 dei casi lo sgravio è servito per dare un lavoro stabile a persone con più di 30 anni. La fascia che ha goduto del numero maggiore di contratti incentivati (205.167) è proprio quella fra 30 e 39 anni d'età, seguita da quella immediatamente successiva (40-49 anni) con 161.367 lavoratori. I dati diffusi ieri dall'Inps confermano quindi due tendenze: 1) che i giovani prima di uscire dalla precarietà devono aspettare a lungo; 2) che gran parte degli sgravi è stata utilizzata dalle aziende per stabilizzare lavoratori di cui esse si erano già servite. Grazie alla decontribuzione, nel 2015 le assunzioni che hanno beneficiato di un qualche incentivo sono state in tutto quasi un milione e mezzo, con un aumento del 55,796 sul 2014- La decontribuzione si è infatti sommata a ben 32 agevolazioni preesistenti, divise in 6 categorie: contratti misti; tempo indeterminato; determinato; stabilizzazione; conservazione del lavoro; disabili. Altra novità del 2015 sono stati gli incentivi per l'assunzione di coloro che rientravano nel programma Garanzia giovani. Secondo l'Inps, solo 6.133 hanno avuto un contratto a tempo indeterminato su circa goomila giovani registrati al programma. Ma il ministero del Lavoro ha replicato con una nota sostenendo che al governo risultano circa 28 mila assunzioni stabili e che è necessario un coordinamento dei dati tra Inps, Istat e Inail. Se ne parla da qualche anno, senza esito. 71,4 percento le assunzioni avvenute grazie all'utilizzo degli sgravi fiscali che hanno prodotto posti stabili per lavoratori di età superiore ai 30 anni 32 agevolazioni già in vigore per facilitare le assunzioni, a cui si sono aggiunti gli sgravi fiscali varati dal governo Renzi e il piano «Garanzia giovani»

Corriere della Sera (ITA) - it Print

Tipo media: Quotidiano Nazionale Tiratura: 616.972

Publication date: 24.11.2016 Diffusione: 318.664

Pagina: 35 Spread: 489.259

Readership: 2.710.000

Corriere della Sera (ITA) - itTipo media:Publication date:Pagina:

Quotidiano Nazionale24.11.201635

Tiratura:Diffusione:Spread:Readership:

lnps

Lavoro,solo77milagiovaniunder24sonostatiassunticondecontribuzionedi Enrico MarroROMALa decontribuzione sulle assunzioni atempo indeterminato ha agevolato il contrattoper 652.921 persone, ma di queste solo 77.712,1'11,9%,avevano meno di 24 anni. Percentualeche sale al 28,6% considerando anche 1109.390assunti nella fascia d'età 25-29 anni. Insomma,nel 71,4%dei casi lo sgravio è servito per dareun lavoro stabile a persone con più di 30 anni.La fascia che ha goduto del numero maggioredi contratti incentivati (205.167) è proprioquella fra 30 e 3g anni d'età, seguita da quellaimmediatamente successiva(4o-4) anni) con161,367lavoratori. I dati diffusi ieri dall'Inpsconfermano quindi due tendenze: i) che igiovani prima di uscire dalla precarietà devonoaspettare alungo; 2) che gran parte deglisgravi è stata utilizzata dalle aziende perstabilizzare lavoratori di cui essesi erano giàservite.Grazie alla decontribuzione, nel 2015 leassunzioni che hanno beneficiato di unqualche incentivo sono state in tutto quasi unmilione e mezzo, con un aumento del 55,7%sul 2o14.La decontribuzione si è infattisommata aben 32 agevolazioni preesistenti,divise in 6 categorie: contratti misti; tempoindeterminato; determinato; stabilizzazione;conservazione del lavoro; disabili.Altra novità del 2015 sono stati gli incentivi perl'assunzione di coloro che rientravano nelprogramma Garanzia giovani. Secondo l'Inps,solo 6.133 hanno avuto un contratto a tempoindeterminato su circa 900mila giovaniregistrati al programma. Ma il ministero delLavoro ha replicato con una nota sostenendoche al governo risultano circa 28 milaassunzioni stabili e che è necessario uncoordinamento dei dati tra Inps, Istat eInail.Se ne parla da qualche anno, senza esito.

71,4per cemol assunzioniavvenutegrazieall'utilizzodegli

sgravifiscalichehannoprodotto postistabiliperlavoratoridi etàsuperioreai30anni

32agevolazionigiàin vigoreperfacilitareleassunzioni,acui sisonoaggiuntiglisgravifiscalivaratidalgovernoRenzie il piano«Garanziagiovani»

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PAESE : Italia PAGINE : 35SUPERFICIE : 26 %PERIODICITÀ : Quotidiano

DIFFUSIONE : (686813)AUTORE : Enrico Marro

24 novembre 2016 - N°280

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Modena, contratti in scadenza per 140 operai "Appalti fittizi alle coop, non abbiamo tutele" FRANCO GIUBILEI MODENA L'ultima grana è scoppiata al- l'Alcar Uno di Castelnuovo Ran- gone, nel cuore del distretto delle carni, dove si lavorano prodotti destinati ai salumifici: qui una cinquantina di operai è in agitazione, così come altrettanti loro colleghi che rischiano il posto alla Global Carni di Spi- lamberto, stessa proprietà della prima, a pochi chilometri di distanza. Ad accomunare questa gente, oltre al lavoro pesantissimo, la paga bassa e i turni che possono raggiungere 11-12 ore al giorno, è il fatto che si tratta di dipendenti non delle due aziende dove operano come disossatori, addetti al taglio o facchini, ma di una cooperativa esterna, Alba Service, il cui contratto d'appalto con le ditte committenti scade il 27 novembre. Dettaglio importante: gli operai «esterni» a Castelnuovo sono circa 140, procurati da tre cooperative diverse, rispetto ai 110 interni. Prassi diffusissima, questa dell'intermediazione mascherata nella fornitura di manodopera, nel comparto sezionamento carni e nella logistica: meccanismo che espone i lavoratori al rischio di trovarsi nelle mani di coop fasulle, srl e consorzi gestiti da personaggi senza scrupoli che aprono, chiudono e riaprono di nuovo, sfruttando e lasciando per la strada dipendenti o soci. Nel caso specifico, ad Alba Service, che ha cercato di applicare un contratto più vantaggioso per i dipendenti senza riuscire a coprire i costi, dovrebbe subentrare un'altra cooperativa, altra abitudine indotta generalmente dallo scopo di trovare servizi a contratti meno garantiti e a tariffe più basse. La sorte dei 140 operai, quasi tutti stranieri, è incerta e la tensione alle stelle: una settimana fa ci sono voluti i lacrimogeni della polizia per sgombrare il blocco davanti allo stabilimento di Castelnuovo e la Piai Cgil, che su questa vicenda si trova su posizioni analoghe a quelle di Si Cobas, parla apertamente di «situazione esplosiva». In tutta Italia ci sono almeno lOmila addetti in appalto nel settore, 2.000 dei quali solo in Emilia Romagna, in larghissima parte immigrati: «Molti di questi lavoratori hanno già subito cinque o sei cambi di appalto negli ultimi dieci anni, e sempre con false cooperative - osserva Umberto Franciosi, segretario regionale Piai Cgil -. Hanno visto peggiorare le condizioni contrattuali e di salute, ridotti i propri diritti, non versati i contributi previdenziali». Questo il quadro generale mentre si rincorrono le riunioni in prefettura per disinnescare la polveriera Alcar Uno. Anche perché, particolare emerso nell'ultimo incontro fra azienda, cooperativa e sindacati, per la prima volta una coop ha «spiegato il meccanismo di un appalto fittizio, con le squadre dei lavoratori scelte dalle imprese committenti», denuncia Piai Cgil. Intanto, all'uscita dalla fabbrica di Castelnuovo, gli operai raccontano: «Faccio questo lavoro da sei anni - dice Frank, ghanese, 26 anni -. L'ultimo mese ho lavorato 126 ore e ho avuto uno stipendio di 1.164 euro, ma capita anche di faticare per 12 ore al giorno. Scarico prosciutti e li disosso, ma il peggio è il contratto che ci applicano, logistico invece che alimentare, perché così sei pagato a ore. E adesso c'è anche il rischio che ci lascino a casa». Altri lavoratori escono in bici a fine turno, parlano in fretta e malvolentieri: «Comincio alle 6 di mattino ed esco alle 17 - dice Alan, ghanese, 30 anni -. Disosso prosciutti, un lavoro pesante, ma ne ho bisogno. Le cooperative? Fanno quello che vogliono». 27 novembre la scadenza del contratto dei 140 operai assunti da tre diverse cooperative a Castelnuovo Rangone 12 ore il turno di lavoro cui sono spesso sottoposti i circa 2.000 addetti del settore carni in Emilia Romagna Castelnuovo Rangone e Spilamberto sono nel cuore del distretto delle carni, dove si lavorano prodotti destinati ai salumifici In Italia ci sono 10 mila addetti in appalto nel settore carni, in larga parte immigrati. A Castel nuovo i sindacati parlano di «situazione esplosiva»

La Stampa (ITA) - it Print

Tipo media: Quotidiano Nazionale Tiratura: 379.334Publication date: 24.11.2016 Diffusione:

Pagina: 15 Spread: 220.803

Readership: 1.317.000

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Quotidiano Nazionale Tiratura:

24.11.2016 Diffusione:

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Neldistrettodellecarnilarivoltadeglisfruttati

misera,turniModena,contratti in scadenzaper140operai

fittizi allecoop,non abbiamoFRANCO GIUBILEI cifico, ad Alba Service, che ha una coop ha «spiegato il mecca -MODENA

L'ultima grana è scoppiatacercato di applicare un contrat- nismo di un appalto fittizio, con

l'Alcar Uno di Casteinuovoto più vantaggioso per i dipen- le squadre dei lavoratori sceltedenti senza riuscire a coprire i dalle imprese committenti», de-gone, nel cuore del distretto

delle carni, dove si lavoranocosti, dovrebbe subentrare nuncia Flai Cgil. Intanto, al-

prodotti destinati ai salumifici: un'altra cooperativa, altra abi- l'uscita dalla fabbrica di Castel-

qui una cinquantina di operai è tudine indotta generalmente nuovo, gli operai raccontano:

in agitazione, così come altret- dallo scopo di trovare servizi a «Faccio questo lavoro da sei ali-

tanti loro colleghi che rischiano contratti meno garantiti e a ta- ni - dice Frank, ghanese, 26 an-

il posto alla Global Carni di Spi- riffe più basse. La sorte dei 140 ni -. L'ultimo mese ho lavorato

lamberto, stessa proprietà del-operai, quasi tutti stranieri, è 126 ore e ho avuto uno stipendio

la prima, a pochi chilometri di incerta e la tensione alle stelle: di 1.164euro, ma capita anche di

distanza. Ad accomunare que-una settimana fa ci sono voluti i faticare per 12 ore al giorno.

sta gente, oltre al lavoro pesan- lacrimogeni della polizia per Scarico prosciutti e li disosso,

tissimo, la paga bassa e i turni sgombrare il blocco davanti allo ma il peggio è il contratto che ci

che possono raggiungere 11-12 stabilimento di Casteinuovo e applicano, logistico invece che

ore al giorno, è il fatto che sila Flai Cgil, che su questa vicen- alimentare, perché così sei pa-

tratta di dipendenti iion delle da si trova su posizioni analo- gato a ore. E adesso c'è anche il

due aziende dove operano come ghe a quelle di Si Cobas, parla rischio che ci lascino a casa».

disossatori, addetti al taglio o apertaniente di situazione Altri lavoratori escono in bici a

facchini, ma cli una cooperativa esplosiva», fine turno, parlano in fretta e

esterna, Alba Service, il cui In tutta Italia ci sono almeno malvolentieri: «Comincio alle 6

contratto d'appalto con le ditte lOmila addetti in appalto nel di mattino ed esco alle 17 - dice

committenti scade il 27 novem- settore, 2.000 dei quali solo in Alan, ghanese, 30 anni -. Disos-

bre. Dettaglio importante: gli Emilia Romagna, itt larghissima so prosciutti, un lavoro pesante,

operai «esterni» a Castelnuovo parte immigrati: «Molti di que- ma ne ho bisogno. Le cooperati -

sono circa 140, procurati da tre sti lavoratori hanno gi subito ve? Fanno quello che vogliono».

cooperative diverse, rispetto ai cinque o sei cambi di appalto

110interni, negli ultimi dieci anni, e semprePrassi cliffusissima, questa con false cooperative - osserva

dell'intermediazione masche- Umberto Franciosi, segretario novembrerata nella fornitura cli manodo- regionale Flai Cgil -. Hanno vi- la scadenza

pera, nel comparto seziona- sto peggiorare le condizioni del contratto

merito carni e nella logistica: contrattuali e di salute, ridotti i dei 140

meccanismo che espone i lavo-propri diritti, non versati i con- operai assunti

ratori al rischio di trovarsi nelle tributi previdenziali». Questo il da tre diverse

mani di coop fasulle, sri e con- quadro generale mentre si rin- cooperative asorzi gestiti da personaggi sen- corrono le riunioni in prefettura Castein uovoza scrupoli che aprono, chiudo- per disinnescare la polveriera Rangone

no e riaprono di nuovo, sfrut- Alcar Uno. Anche perché, parti-

tando e lasciando per la strada colare emerso nell'ultimo in- 12dipendenti o soci. Nel caso spe- contro fra azienda, cooperativa

e sindacati, per la prima volta ore

379.334

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il turnodi lavorocui sono

spesso sotto-posti i circa

2.000 addettidel settore

carni iii EmiliaRomagna

Castel nuovoRangone eSpilambertosono nelcuore deldistretto dellecarni, dovesi lavoranoprodottidestinatiai salumifici

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PAESE : Italia PAGINE : 15SUPERFICIE : 42 %PERIODICITÀ : Quotidiano

DIFFUSIONE : (470000)AUTORE : Franco Giubilei

24 novembre 2016 - N°326

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Emilia Romagna

MODENA

Cogneto Gaggio

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RANGONE(Modena)

SPILAMBERTO(Modena)

In Italia cisono 10 milaaddetti inappalto nelsettore carni,in larga parteimmigrati. ACastelnuovo isindacatiparlano di

((situazioneesplosiva))

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PAESE : Italia PAGINE : 15SUPERFICIE : 42 %PERIODICITÀ : Quotidiano

DIFFUSIONE : (470000)AUTORE : Franco Giubilei

24 novembre 2016 - N°326

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PAESE : Italia PAGINE : 15SUPERFICIE : 42 %PERIODICITÀ : Quotidiano

DIFFUSIONE : (470000)AUTORE : Franco Giubilei

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In Francia calo del 50% a causa di un parassita che ha quasi distrutto la piscicoltura in Cile Poco foie gras per Vaviaria. Delizie più care dal 20 al 60% da Parigi Giuseppe Corsentino Diciamolo con ironia: questo Natale bisognerà fare qualche sacrificio. E rinunciare al salmone affumicato la sera della vigilia e al paté di foie gras (con relative bottiglie di Sauternes) per il cenone di Capodanno. La ragione? La stessa, di tipo sanitario. Un parassita ha quasi distrutto tutti gli allevamenti di salmone in Cile, grande fornitore dei due mercati di consumo più grandi, gli Stati Uniti e il Giappone, e la Norvegia, secondo produttore mondiale, non è ovviamente in grado di reggere, da sola, alla domanda. Come se non bastasse a rovinarci la gastronomia natalizia, l'influenza aviaria, scoperta (e per fortuna, sconfitta dopo cinque settimane di disinfestazione massiccia) in 83 allevamenti intensivi nel Sud-ovest della Francia, nella regione delle Landes e nel Perigord, ha decimato più di 9 milioni di anatre con la conseguenza che è andato perso più di un quarto della produzione, 5 mila tonnellate del delizioso foie gras che proprio in questi giorni, qui in Francia, ha invaso le vetrine già natalizie delle épi- ceries e delle gastronomie dei supermercati. Risultato: ci sarà meno salmone affumicato, un calo del 50% secondo gli importatori francesi, e ci sarà anche meno foie gras e ma- gret de canard (l'altrettanto delizioso filetto d'anatra), come si capisce facilmente dalle chart preparate dal Cifog, Comité interprofes- sionel des palmipèdes à foie gras (che si presenta nel suo sito con uno slogan invitante, «Offrez de foie gras, on s'en souviendra», Offrite foie gras ai vostri ospiti, se ne ricorderanno), l'organizzazione sindacale che raggruppa allevatori e produttori, una filiera di 100 mila addetti che genera un fatturato di due miliardi di euro e che, forse per la prima volta, è costretta a fare i conti con una crisi pesante e imprevista. Che avrà conseguenze sia sui prezzi al consumo (preparatevi!) e sull'export: a giugno l'export era arrivato appena a 725 mila tonnellate, meno di un terzo rispetto alle 2.400 tonnellate spedite in tutto il mondo a dicembre 2015. Il crollo della produzione (5 mila tonnellate in meno su un totale di 19.200) ha messo in ginocchio un settore importante (e davvero unico) della zootecnia francese. «Almeno il 10% delle aziende che allevano e producono il foie gras sarà costretto a chiudere: l'influenza aviaria ha accelerato il processo soprattutto nelle aziende più piccole e a gestione familiare, quelle senza rimpiazzi generazionali», spiega Marc Roose, direttore deìì'Association pour la promotion et la dé- fense du palmipède à foie gras du Sud-Ouest che raggruppa 3mila produttori, 170 aziende e dà lavoro a 20mila addetti.«Per fortuna» aggiungono al Cifog «l'influenza aviaria è stata scoperta per tempo, aH'inizio di quest'anno (Itali aOggi ne ha dato conto in un servizio del 4 febbraio. ndr) e quindi si è potuto intervenire con un energico piano di disinfestazione e salvare il salvabile». Solo che questo piano energico, anzi draconien, draconiano come l'hanno definito i sindacati agricoli, imposto dal ministero della sanità non solo ha eliminato 9 milioni di palmipedi malati (su un patrimonio zootecnico di 37 milioni di capi), e va bene!, ma ha imposto anche nuovi standard di allevamento (la bande unique par exploitation et non par bàtiment, sistema unico per impresa non per singolo impianto) che ha costi più alti, almeno 20 mila euro in più, che le aziende piccole e medie non possono permettersi nonostante i 130 milioni di euro di contributi stanziati (e per metà già erogati a giugno, il resto a fine anno) dal ministero dell'agricoltura. Tutto questo impatta su un business che vale 2 miliardi di euro, come si diceva prima, e che probabilmente si concentrerà sempre di più nelle mani di poche gigantesche centrali cooperative come Euralis, un colosso da 1,5 miliardi di fatturato, un terzo dei quali (500 milioni) realizzato con gli 8,8 milioni di anatre allevate dai suoi 12 mila soci. Fermatevi un attimo sui numeri: 500 milioni di euro sono il 25% di tutto il mercato del foie gras e il 14% del magret de canard. Insomma, con i suoi prodotti a marchio Monfort (e le sue belle confezioni di colore blu) Euralis è il re incontrastato delle nostre tavole di Natale. Se poi si aggiungono il foie gras e il magret di Delpeyrat, il marchio della storica cooperativa (fondata nel 1880) Maisadour che fa altri 500 milioni di fatturato, l'egemonia francese a tavola è completa. E, quest'anno, molto più cara se al +20% del foie gras si aggiunge il +60% del prezzo del salmone affumicato. Auguri! Marc Roose (di profilo), direttore dell'Association Igp Canard du Sud-Ouest

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rancia calo del 50% ci causa di un parassita che ha quasi distrutto la piscicoltura in Cile

Un Natale con metà salmonePoco foie gras per l'aviaria. Delizie più care dal 20 al 60%

da ParigiGIUSEPPE CoRsErINo

iciamolo con ironia:questo Natale biso-gnerà fare qualchesacrificio. E rinun-salmone affumicato

della vigilia e al patégras (con relative bot-

Sauternes) per il ce-Capodanno.

ragione? La stessa, disanitario.

parassita ha quasi di-tutti gli allevamen-

salmone in Cile, grandedei due mercati dipiù grandi, gli StatiGiappone, e la Nor-

secondo produttoremondiale, non è ovviamente

di reggere, da sola,domanda.

se non bastasse arovinarci la gastronomianatalizia, l'influenza aviaria,

(e per fortuna, scon-dopo cinque settimane

disinfestazione massiccia)allevamenti intensivi

-ovest della Francia,regione delle LandesPerigord, ha decimato

milioni di anatre conconseguenza che è andato

più di un quarto dellaproduzione, 5 mila tonnella-

delizioso foie gras chein questi giorni, qui

Francia, ha invaso le ve-natalizie delle épi-

delle gastronomie deisupermercati.

Risultato: ci sarà menosalmone affumicato, un

50% secondo gli im-portatori francesi, e ci sarà

meno foie gras e ma-canard (l'altrettanto

delizioso filetto d'anatra),come si capisce facilmentedalle chart preparate dalCifog, Gomité interprofes-sionel des palmipèdes à foiegras (che si presenta nel suosito con uno slogan invitante,«Offrez de foie gras, on s'ensoaviendra», Offrite foie grasai vostri ospiti, se ne ricor-deranno), l'organizzazionesindacale che raggruppaallevatori e produttori, unafiliera di 100 mila addetti chegenera un fatturato di duemiliardi di euro e che, forseper la prima volta, è costret-ta a fare i conti con una crisipesante e imprevista. Cheavrà conseguenze sia suiprezzi al consumo (prepara-tevi!) e sull'export: a giugnol'export era arrivato appenaa 725 mila tonnellate, menodi un terzo rispetto alle 2.400tonnellate spedite in tutto ilmondo a dicembre 2015.

Il crollo della produzio-ne (5 mila tonnellate inmeno su un totale di 19.200)ha messo in ginocchio unsettore importante (e dav-vero unico) della zootecniafrancese. «Almeno il 10%delle aziende che allevanoe producono il foie gras saràcostretto a chiudere: l'in-fluenza aviaria ha accele-rato il processo soprattuttonelle aziende più piccole ea gestione familiare, quellesenza rimpiazzi generazio-nali», spiega Marc Roose,direttore dell'Association

pour la promotion et la dé-fense du palmipède à foiegras du Sud-Ouest che rag-gruppa 3mila produttori, 170aziende e dà lavoro a 2Omilaaddetti.

«Per fortuna» aggiungonoal Cifog «l'influenza aviariaè stata scoperta per tempo,all'inizio di quest'anno (Ita-liaOggi ne ha dato conto inun servizio del 4 febbraio.ndr) e quindi si è potuto in-tervenire con un energicopiano di disinfestazione esalvare il salvabile».

Solo che questo pianoenergico, anzi draconien,draconiano come l'hannodefinito i sindacati agricoli,imposto dal ministero dellasanità non solo ha eliminato9 milioni di palmipedi mala-ti (su un patrimonio zootec-nico di 37 milioni di capi),e va bene!, ma ha impostoanche nuovi standard di al-levamento (la bande uniquepar exploitation et non parbdtiment, sistema unico perimpresa non per singolo im-pianto) che ha costi più alti,almeno 20 mila euro in più,che le aziende piccole e me-

die non possono permettersinonostante i 130 milioni dieuro di contributi stanziati(e per metà già erogati a giu-gno, il resto a fine anno) dalministero dell'agricoltura.

Tutto questo impattasu un business che vale2 miliardi di euro, comesi diceva prima, e che pro-babilmente si concentrerà

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sempre di più nelle mani dipoche gigantesche centralicooperative come Euralis,un colosso da 1,5 miliardi difatturato, un terzo dei quali(500 milioni) realizzato congli 8,8 milioni di anatre alle-vate dai suoi 12 mila soci.

Fermatevi un attimo suinumeri: 500 milioni di eurosono il 25% di tutto il merca-to del foie gras e il 14% delmagret de canard. Insomma,con i suoi prodotti a marchioMonfort (e le sue belle con-fezioni di colore blu) Euralisè il re incontrastato dellenostre tavole di Natale. Sepoi si aggiungono il foie grase il magret di Delpeyrat, ilmarchio della storica coo-perativa (fondata nel 1880)Marsadour che fa altri 500milioni di fatturato, l'egemo-nia francese a tavola è com-pleta. E, quest'anno, moltopiù cara se al +20% del foiegras si aggiunge il +60% delprezzo del salmone affumi-cato. Auguri!

Marc Roose (di profilo),direttore dell'Association lgp Canard du Sud-Ouest

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Radar Tecnologia Il negozio del futuro di Roberto Arduini Tra timori per la privacy, attenzione per i prodotti locali e nuove tecnologie, la realtà aumentata fa capolino tra gli scaffali, dove la internet of things prepara la strada alla spesa del futuro. E Ed è proprio il primo reparto in cui ci si imbatte in ogni supermercato a divenire protagonista di questa innovazione fedele ai dettami deirindustria 4.0. È il reparto di frutta e verdura, normalmente associato alle tradizioni regionali e alla natura, soprattutto neH'epoca del biologico, e al tempo stesso proiettato verso Timpiego delle più avanzate tecnologie. Nel corso dell'ultima edizione di Macfrut, la fiera intemazionale del- l'ortofmtta tenutasi a Rimini a settembre, si è avuto un primo assaggio di ciò, con la presentazione del «New Retali Solution», il negozio del futuro di frutta e verdura in grado di interagire con il cliente, nell'ottica di fornire un valore aggiunto a prodotti di prima necessità che faticano a soddisfare sotto il profilo remunerativo l'intera filiera. Superati i pregiudizi da Grande Fratello, così il reparto di ortofrutta è divenuto tra i protagonisti di questa innovazione nei supermercati, accogliendo un esperimento dello Smart Shelving System brevettato dalla Business Unit Cefla Shopfìtting del gruppo cooperativo imolese, pensato per dotare i punti vendita di un display espositivo capace di fare dialogare consumatore e retailer. Siamo nel campo degli scaffali intelligenti, nei quali viene installato un software che interagisce con lo smartphone del cliente fornendogli informazioni e contenuti sui prodotti che sta osservando, e attivando iniziative di «proximity marketing» (cioè la pubblicità di un prodotto fatta direttamente a coloro che sono vicini allo scaffale) cucite su misura sui gusti e le esigenze di quello specifico consumatore. Ma a colpire è un altro esperimento, che coinvolge le persone a un livello più inconscio. Un ulteriore tassello di questo mosaico deH'innovazione nel retai! arriva, infatti, dal brainmarketing, le neuroscienze utilizzate per analizzare il comportamento di chi acquista frutta e verdura. La prima ricerca in questo campo mai fatta in Italia coinvolge due startup nate nelle università italiane, perché porta la firma di A- groter, società di consulenza strategia in campo agroalimentare fondata dal prof. Roberto Della Casa, docente di Marketing all'Università di Bologna, e di BrainSigns, spinoff dell'Università La Sapienza di Roma che da anni applica il «brainmarketing» a vari settori merceologici come l'abbigliamento, le auto e la telefonia mobile. Mai però qualcuno si era azzardato a fare esperimenti simili davanti ai banconi di frutta e verdura al supermercato. È accaduto invece alla fine di ottobre in un punto vendita Conad di Roma, dove un campione di consumatori rappresentativo di chi ogni giorno va a fare la spesa si è sottoposto all'esperimento realizzato con il ricorso alle tecnologie più avanzate, dalla elettro encefalografia istantanea dAYeye-tracking (il controllo e la verifica dello sguardo), in grado di intercettare elementi quali emozioni, impatto visivo, impegno cognitivo e direzione dello sguardo. Insomma: dove poggia per più tempo lo sguardo del consumatore? Cosa attira la sua attenzione e cosa no? Quali prodotti lo emozionano maggiormente? Cosa gli fa distogliere lo sguardo? Sono tutte reazioni irrazionali che il consumatore prova davanti agli scaffali di frutta e verdura ma che, se ricercate razionalmente, non riesce a spiegare. Sono tutte informazioni che non si possono ottenere con i tradizionali metodi di indagine basate sulle interviste dirette ai consumatori all'uscita da un supermercato, ma di importanza decisiva per ottimizzare lo sviluppo del prodotto, il suo posizionamento, il packaging, l'efficacia della comunicazione e l'esperienza del punto vendita. Frutta e verdura sono al centro di una rivoluzione digitale del marketing, dai social media ai blog, dalla pubblicità nativa a you- tube, dalla geolocalizzazione all'eye trae- king, fino ai QR code e ai droni. In realtà questo accade perché il sistema ortofrutticolo è ancora troppo arretrato nell'impiego di questi nuovi strumenti che si rivelano, invece, molto utili soprattutto sui più giovani, «Millennials» in testa (cioè i nati dal 2000 a oggi). I target che, in prospettiva, determineranno il posizionamento deU'ortofrutta nella dieta dei consumatori. I risultati della ricerca saranno presentati all'evento «Marketing Revolution - La sfida digitale» in programma venerdì 2 dicembre al Milano Congress Centre di Assago, dove oltre al primo esperimento di brainmarke- ting in ortofrutta, verrà presentata un'indagine sul futuro dell'e-commerce in questo settore e le best case sul marketing digitale. Secondo le prime anticipazioni disponibili. la ncerca di brainmarketing nvela come la frutta e la verdura pubblicizzata puntando sulla figura dell'agricoltore e produttore (sia presente fisicamente nel punto vendita che sul materiale promozionale o packaging) ha riscontrato tassi di interazione neuronaie - che poi si riflettono in maniera diretta sulle vendite - ben quattro volte più alti che per gli altri prodotti. Durante il test si sono rilevati anche tassi di vendita tripli per quei prodotti che sono associati all'agricoltore tramite tutta una serie di promozioni o packaging. nspetto a prodotti anonimi ma di uguale caratteristiche. «L'incontro con l'agricoltore ha favorito la memorizzazione, l'attenzione, la piacevolezza e il "workload" durante il processo d'acquisto del prodotto - spiega il prof. Della Casa -, dimostrando come l'esperienza vissuta e raccontata appena fuori dal negozio sia stata trasmessa con efficacia e abbia influenzato il consumatore anche a distanza di parecchi minuti dall'incontro. Le tecniche di neuromarketing possono essere molto u- tili per assecondare i desideri dei consumatori, rendere esperienze più piacevoli e presentare prodotti o packaging più a misura di consumatore. E con l'avanzare delle tecnologie, queste tecniche presentano budget affrontabili non solo dalle multinazionali, come è stato in passato, ma anche da grandi o medie aziende della distribuzione o della produzione ortofrutticola nazionale». Pubblicità su social media blogeyoutube E poi uso di eye trackingfmo ai QR code e ai droni A Roma un esperimento. A ottobre in un punto vendita Conad un campione di consumatori ha fatto la spesa e si è sottoposto ad analisi con le tecnologie più avanzate: dalla elettro encefalografia istantanea all'eyetracking

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Da frutta e verdurala rivoluzione 4.0arriva al mercatoRadar Tecnologia

negoziofuturo

Roberto

Tra timori per la privacy,attenzione per i prodottilocali e nuove tecnologie,la realtà aumentata fa ca-polino tra gli scaffali, do-ve la internet of things

la strada alla spesa del futuro. Eproprio il primo reparto in cui ci si

in ogni supermercato a diveni-protagonista di questa innovazione

dettami dell'industria 4.0. E ildi fruttae verdura, normalmen-

associato alle tradizioni regionali enatura, soprattutto nell'epoca del

biologico, e al tempo stesso proiettatol'impiego delle più avanzate tec-

Nel corso dell'ultima edizioneMacfrut, la fiera internazionale del-

l'ortofrutta tenutasi a Rimini a settem-avuto un primo assaggio di ciò,

presentazione del «New RetailSolution», il negozio del futuro di frutta

verdura in grado di interagire con ilnell'ottica di fornire un valore

a prodotti di prima necessitàfaticano a soddisfare sotto il profilo

remunerativo l'intera filiera.Superati i pregiudizi da Grande Fra-

così il reparto di ortofrutta è dive-protagonisti di questa innova-supermercati, accogliendo un

esperimento dello Smart Shelvingbrevettato dalla Business Unit

Shopfitting del gruppo cooperativo

imolese, pensato per dotare i punti ven-dita di un display espositivo capace difare dialogare consumatore e retailer.Siamo nel campo degli scaffali intelli-genti, nei quali viene installato un sof-tware che interagisce con lo smartphonedel cliente fomendogli informazioni econtenuti sui prodotti che sta osservan-do, e attivando iniziative di «proximitymarketing» (cioè la pubblicità di un pro-dotto fatta direttamente a coloro che so-no vicini allo scaffale) cucite su misurasui gusti e le esigenze di quello specificoconsumatore.Ma a colnire è un altro esDerimento,che coinvolge le persone a un livello piùinconscio. Un ulteriore tassello di questomosaico dell'innovazione nel retail arriva,infatti, dal brainmarketing, le neuroscien-ze utilizzate per analizzare il comporta-mento di chi acquista frutta e verdura. Laprima ricerca in questo campo mai fatta inItalia coinvolge due startup nate nelle uni-versità italiane, perché porta la firma di A-groter, società di consulenzacampo agroalimentare fondaiRoberto Della Casa, docente di Marketlngall'Università di Bologna, e di Brainsigns,spinoff dell'Università La Sapienza di Ro-ma che da anni applica il «brainmarke-ting» a vari settori merceologici come l'ab-bigliamento, le auto e la telefonia mobile.Mai però qualcuno si era azzardato a fare

esperimenti simili davanti ai banconi difrutta e verdura al supermercato. E acca-duto invece alla fine di ottobi in un puntovendita Conad di Roma, dove un campio-ne di consumatori rappresentativo di chiogni giorno va a fare la spesa si è sottopo-sto all'esperimento realizzato con il ricorsoalle tecnologie più avanzate, dalla elettroencefalografia istantanea all'eye-tracking(il controllo e la verifica dello sguardo), ingrado di intercettare elementi quali emo-zioni, impatto visivo, impegno cognitivo edirezione dello sguardo.

Insomma: dove poggia per più tempo losguardo del consumatore? Cosa attira lasua attenzione e cosa no? Quali prodotti loemozionano maggiormente? Cosa gli fa di-stogliere lo sguardo? Sono tutte reazioni ir-razionali che il consumatore prova davantiagli scaffali di frutta e verdura ma che, sericercate razionalmente, non riesce a spiega-re. Sono tutte informazioni che non si posso-no ottenere con i tradizionali metodi di in-dagine basate sulle interviste dirette ai con -

strategia in sumatori all'uscita da un supermercato, mata dal prof. di importanza decisiva per ottimizzare lo

sviluppo del prodotto, il suo posizionamen-to, il packaging, l'efficacia della comunica-zione e l'esperienza del punto vendita.

Fnitta e verdura sono al centro di una ri-voluzione digitale del marketing, dai socialmedia ai blog, dalla pubblicità nativa a you-tube, dalla geolocalizzazione all'eye trac-king, fino ai QR code e ai droni. In realtà

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questo accade perché il sistema ortofruttico- E poi uso di eyelo è ancora troppo arretrato nell'impiego diquesti nuovi strumenti che si rivelano, inve- trackiieg finoce, molto utili soprattutto sui più giovani,«Millennials» in testa (cioè i nati dal 2000 a ai QR codeoggi). I target che, in prospettiva, determine-ranno il posizionamento dell'ortofmtta nel- e ai (Iroflila dieta dei consumatori.A Roma un

I risultati della ricerca saranno presentati esperimento.all'evento «Marketing Revolution - La sfida A ottobre

digitale» in programma venerdÌ 2 dicembre in un punto

al Milano Congress Centre di Assago, dove vendita

oltre al primo esperimento di brainmarke- Conad un

ting in ortofrutta, verrà presentata un'inda- campione di

gine sul futuro dell'e-commerce in questo consumatonha fatto lasettore e le best case sul marketing digitale.

Secondo le prime ariticipazioni disponibili, spesa esi e

la ricerca di brainmarketing rivela sottoposto adanalisi con le

come la frutta e la verdura pubbli-cizzata puntando sulla figura del- tecnologiel'agricoltore e produttore (sia pre- più avanzate:

dalla elettrosente fisicamente nel punto ven-dita che sul materiale promozio- encefalografia

nale o packaging) ha riscontrato istantanea

tassi di interazione neuronale- all'eyetracking

che poi si riflettono in maniera di- I L.iretta sulle vendite - ben quattrovolte più alti che per gli altri pro-dotti. Durante il test si sono rileva- - -

ti anche tassi di vendita tripli per --

quei prodotti che sono associati --

all'agricoltore tramite tutta una - -

serie di promozioni o packaging,rispetto a prodotti anonimi ma di uguale Ca-

favorito la memorizzazione, l'attenzione, laratteristiche. «L'incontro con l'agricoltore ha

Della Casa -, dimostrando come l'esperienza -

piacevolezza e il \workload\ durante il pro- j.cessod'acquisto del prodotto - spiega il prof.

vissuta e raccontata appena fuori dal nego- ..

zio sia stata trasmessa con efficacia e abbiainfluenzato il consumatore anche a distanzadi parecchi minuti dall'incontro. Le tecnichedi neuromarketing possono essere molto u-tili per assecondare i desideri dei consuma-tori, rendere esperienze più piacevoli e pre- -

sentare prodotti o packaging più a misura di .- _____

consumatore. E con l'avanzare delle tecno- '

logie, queste tecniche presentano budget af-fmntabili non solo dalle multinazionali, co-me è stato in passato, ma anche da grandi omedie aziende della distribuzione o dellaproduzione ortofrutticola nazionale».

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I FOCUS DEL SOLE Bruxelles aumenta lo «sconto» nei requisiti di capitale per i finanziamenti alle piccole imprese Giuseppe Chiellino m La riforma delle regole bancarie europee varata ieri dalla Commissione consolida ed estende una misura chiesta a gran voce dalle banche italiane già tre anni fa, alla luce delle particolarità della struttura imprenditorialeitalianabasata sulle piccole e medie imprese. La revisione del regolamento sui requisiti di capitale (CRR) del 2013 non solo conferma il cosidetto "fattore di sostegno alle Pmi" (Sme supporting factor) ma lo estende oltre la soglia attuale di un milione e mezzo di euro. L'articolo 501 prevede infatti che l'esposizione degli istituti di credito versole piccole e medie imprese sia ponderata in base ad un coefficiente che si traduce in uno sconto del 23,81% dei requisiti dei capitale e dunque degli accantonamenti a bilancio. La norma attuale permette questo "sconto" peri fidi fino a 1,5 milioni di euro. La novità è che la riduzione di capitale, oltre ad essere confermata, viene estesa oltre questa soglia, anche se in percentule ridotta. In pratica, per i fidi di importo superiore le banche godranno dello sconto del 23,81% fino a i,5milioni e del 15% perla parte eccedente, senzali- miti di importo. «Le Pmi sono uno dei pilastri dell'economia dell'Unione europea- spiega la Commissione nella proposta di modifica del regolamento - in quanto svolgono un ruolo fondamentale nel generare crescita e creare posti di lavoro. Considerato che comporta- nounrischiosistemicopiùbas- so rispetto alle grandi imprese, i requisiti di capitale per l'esposizione nei loro confronti dovrebbero essere più bassi, in modo da assicurare un finanziamento ottimale delle piccole e medie imprese». L'effetto di questa misura sui bilanci bancari e in termini di finanziamenti alle imprese è già stato sperimentato e apprezzato, sia dalle banche che dalle imprese sin dall'entrata in vigore nel 2014. «Abbiamo calcolato che nel 2015 - spiega Sergio Gatti, direttore generale di Federcasse, la federazione delle banche di ere dito cooperativo - grazie a questa normale Bcc hanno "risparmiato" 500 milioni di capitale regolamentare che si traduce, a seconda della leva, in una capacità di ere dito potenziale da 10 a 20 volte». Se si estende il criterio all'intero sistema bancario italiano, l'effetto è di svariati miliardi di euro. Il direttore generale del- l'Abi e presidente della Federazione bancaria europea, Giovanni Sabatini, riconosce l'importanza di rendere permanente l'Sme supporting factor «che noi abbiano chiesto con forza». Ma aggiunge: «Bisognerà approfondire, tuttavia se poniamo questo aspetto positivo su un piatto della bilancia e sull'altro ci mettiamo le altre misure come quelle sul leverage ratio, il Mrel, il Tlac, la liquidità, allora l'ago pende verso un ulteriore inasprimento delle richieste di capitale imposte alle banche, in un momento in cui la ripresaè ancora fragile e il contesto internazionale non è facile». Per le banche più piccole e in particolare per le cooperative c'è comunque qualche motivo di soddisfazione in più. In particolare viene applicato il principio della proporzionalità alle regole sulle retribuzioni dei manager e sulle politiche dei bonus. La Commissione ha riconosciuto che le norme introdotte tre anni fa non hanno molto senso per le banche più piccole e per i bonus di modesta entità, che dunque vengono esentati. Una messa a punto è stata prevista anche per le regole sul pagamento dei bonus in azioni, ma questo riguarda solo le banche quotate.«In generale per noi si tratta di un piccolo passo positivo - commenta sempre Gatti - perchè la riformaprende in carico la questione della proporzionalità, anche se ancora in termini dimensionali senza considerare anche criteri qualitativi e "vocazionali". Resta un approccio "caso per caso" che rinvia alla discrezionalità del supervisore. Sarebbe importante, invece, andare verso un modello di norme che nascono diverse per categorie di banche diverse, come negli Stati Uniti. Il 2017 sarà l'anno della manutenzione delle regole bancarie europee e bisognerà lavorare per ottenere qualcosa di più». L'obiettivo, dunque, è riuscire convincere Europarlamento e Consiglio che vale la pena apportare qualche modifica alla proposta della Commissione. LA REAZIONE DI FEDERCASSE Gatti: «Nel 2015 le Bcc hanno "risparmiato" 500 milioni di capitale regolamentare ma bisogna applicare in modo più esteso la proporzionalità» LA REAZIONE DI EBF-ABI Sabatini: «Bene la parte sulle Pmi, ma gli altri aspetti della riforma causano inasprimenti delle richieste di capitale alle banche». "Jr LA PAROLA CHIAVE Smesupporting factor * Le piccole e medie imprese italiane rappresentano il volano dell'economia italiana ed europea. La loro principale fonte di finanziamento è rappresentata dai prestiti bancari.Lo Sme supporting factor è un fattore di ponderazione applicato ai finanziamenti alle Pmiche permette di compensare l'aumento dei requisiti di capitale imposto dalle nuove regole. Secondo la proposta della Commissione Ue tale requisito diventa fisso e viene esteso anche ai fidi superiori a 1,5 milioni. La riforma Fino ad oggi i benefìci di capitale per le banche si applicavano solo per i crediti fino a 1,5 milioni, ora il limite viene esteso I punti chiave della riforma

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DEL SOLE

Ifinanziamenti allePmidiventanopiù convenienti

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Nuoveregoleperlebanche,aiutoperlePmiBruxellesaumentalo «sconto»nei requisiti di capitaleper i finanziamenti allepiccoleimprese

ChieLUnoriforma delle regole

europee varata ieriCommissione consolida

una misura chiestadalle banche italia-

anni fa, alla luce delleparticolarità della strutturaimprenditorialeitalianabasata

piccole e medie imprese.revisione del regolamentorequisiti di capitale (CRR)

non solo conferma ildi sostegno

(Sme supportinglo estende oltre la

attuale di im milione eeuro.

L'articolo 501 prevede infattil'esposizione degli istituti

dicreditoversolepiccole e me-imprese sia ponderata in

coefficiente che siin uno sconto delrequisiti dei capitale

degli accantonamen-bilancio. La norma attuale

questo \sconto\ per i1,5 milioni di euro. La

che la riduzione dica -oltre ad essere confer-

viene estesa oltre questaanche se iii percentule

pratica, per i fidi disuperiore le banche

dello sconto delal,5milioni edel 15%

eccedente, senzali-importo. «Le Pmi sono

pilastri dell'economiadell'Unione europea- spiega laCommissione nella proposta

modifica del regolamento -

svolgono un ruolofondamentale nel generare

creare posti di lavo-Considerato checomporta-

rischio sistemicopiùbas-alle grandi imprese,

i requisiti di capitaleperl'espo-sizione nei loro confronti do-vrebbero essere più bassi, inmodo da assicurare un finan-ziamento ottimale delle picco-le e medie imprese».

L'effetto di questa misurasui bilanci bancari ein terminidi finanziamenti alle impreseè già stato sperimentato e ap-prezzato, sia dalle banche chedalle imprese sin dall'entratain vigore nel 2014. «Abbiamocalcolato che nel 2015 - spiegaSergio Gatti, direttore genera-le di Federcasse, la federazio-nedelle banche di credito coo-perativo - grazie a questa nor-male Bcc hanno \risparmiato\500 milioni di capitale regola-mentare che si traduce, a se-conda della leva, in una capa-cità dicre dito potenziale da 10

a20 volte».Se si estende il criterio al-

l'intero sistema bancario ita-liano, l'effetto è di svariati mi-liardi di euro.

Il direttore generale del-l'Abi e presidente della Fede-razione bancaria europea,Giovanni Sabatini, riconoscel'importanza di rendere per-manente l'Sme supportingfactor «che noi abbiano chie-sto con forza». Ma aggiunge:«Bisognerà approfondire, tut-tavia seponiamo questo aspet-to positivo su un piatto dellabilancia e sull'altro ci mettia-mo le altre misure come quellesul leverage ratio, il Mrel, ilTlac, la liquidità, allora l'agopende verso un ulteriore ma-sprimento delle richieste dicapitale imposte alle banche,in un momento iii cui la ripresa

è ancora fragile eil contesto iri

ternazionale non è facile».Per le banche più piccole ein

particolare per le cooperativec'è comunque qualche motivodi soddisfazione in più. In par-ticolare viene applicato il prin-cipio della proporzionalità alleregole sulle retribuzioni deimanager e sulle politiche deibonus. La Commissione ha ri-conosciuto che le norme intro-dotte tre anni fa non hannomolto senso per le banche piùpiccole e per i bonus di mode-sta entità, chedunque vengonoesentati. Una messa a punto èstata prevista anche per le re-gole sul pagamento dei bonusin azioni, ma questo riguardasolo le banche quotate.

«In generale per noi si trattadi un piccolo passo positivo -

commenta sempre Gatti - per-chè la riformaprende in caricola questione della proporzio-nalità, anche se ancora in ter-mini dimensionali senza con-siderare anche criteri qualita-tivi e \vocazionali\. Resta unapproccio per cherinvia alla discrezionalità delsupervisore. Sarebbe impor-tante, invece, andare verso unmodello di norme che nasco-no diverse per categorie dibanche diverse, come negliStati Uniti. Il 2017 sarà l'annodella manutenzione delle re-gole bancarie europee e biso-gnerà lavorare per ottenerequalcosa di più».

L'obiettivo, dunque, è riu-scire convincere Europaria-mento e Consiglio che vale lapena apportare qualche mo-difica alla proposta dellaCommissione.

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24 novembre 2016 - N°323

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LA REAZIONEDI FEDERCASSEGatti:«Ne12015leBcchanno\risparmiato\500 milionidicapitaleregolamentaremabisognaapplicarein modopiùestesola proporzionalità»LA REAZIONEDI EBF-ABISabatini:«BenelapartesullePmi,maglialtri aspettidellariformacausanoinasprimentidellerichiestedicapitaleallebanche».

LAPAROLACHIAVE

Smesupportingfactor

• Lepiccole e medie impreseitaliane rappresentano il volanodell'economia italiana edeuropea. Laloro principale fontedi finanziamento è rappresentatadai prestiti bancari.LoSmesupporting factor è unfattore diponderazione applicato aifinanziamenti alle Pmichepermette di compensarel'aumento dei requisiti di capitaleimposto dalle nuove regole.Secondola proposta dellaCommissione uetale requisitodiventa fisso e viene esteso ancheaifidi superiori a 1,5 milioni.

La riformaFino adoggi i benefici di capitale per le banche si applicavanosolo per i crediti fino a1,5 milioni, ora il limite viene esteso

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DIFFUSIONE : (500000)AUTORE : Giuseppe Chiellino

24 novembre 2016 - N°323

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I punti chiavedella riforma

LaCommissioneproponediattuarelenormeinmododagarantirechelebanchesianoingradodifinanziarelePmiealtrisoggettidelcontestoeconomicoedaassicurareuncorrettofunzionamentodelleattivitàdifinanziamentodelcommercionellUe,nonchémercatideiderivaticoncepitiperaiutaregliutentifinalia gestireipropririschi.LaCommissionerivedràiltrattamentoprudenzialedegliinvestimentiinfrastrutturaliedialtriinvestimentialungoterminedapartedelleimpresediassicurazione.

Normepiù proporzionatecontribuirannoa promuoverelaconcorrenzaea migliorare laresilienzadelsistemafinanziario salvaguardandonela diversità eil dinamismo.LaCommissioneproponediridurregli oneri diinformativafinanziaria acarico dellebanchepiccolee noncomplesseedi rivederegliobblighi di compensazioneedi marginazionedelregolamentoEMIRperlesocietànonfinanziarie,ifondipensioneei piccoli istitutifinanziari.

3RIDURREGLI ONERIREGOLAMENTARIIN UTILI

Lenormedovrebberoconseguiregli obiettiviregolamentariconcosti minimiperle imprese maanche,inultimaistanza, pergli utentifinali e l'intera economia.Tra lealtre misure,la Commissionesièimpegnata aridurre laduplicazioneegli obblighi diinformativa eccessivie,quandosarà il momento,aprocederea un riesameglobalesucomeridurreglioneri econsolidaree snellire leproceduredi informativa,senzacomprometteregliobiettivi regolamentari.

Sisonoevidenziateunaseriedii ncongruenzetralesingolenorme.Unesempio,cuiponerimediol'attualepropostadiregolamentoCRR2,èl'interazionetrailcoefficientedilevafinanziariadellebancheel'obbligodicompensazioneimpostodalregolamentoEMIR,chepotrebbecomprometterel'obiettivodipromuoverelariduzionedeirischimediantelacompensazionecentrale.Percolmarelerestantilacunedelquadroregolamentare,laCommissioneadotteràabreveunapropostaperilrisanamentoelarisoluzionedellecontroparticentrali.

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24 novembre 2016 - N°323

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La reazione: "Da Francoforte nessuna richiesta di cambiare il piano" FRANCESCO SPINI MILANO V E una fusione infinita, quella tra la Bpm e il Banco Popolare. Questa volta - ad assemblee già celebrate e dunque a cose fatte - ad allarmare il mercato è stato uno dei temi che ha tenuto banco lungo tutta la costruzione dell'operazione: 1 crediti deteriorati di Verona. Entro la fine dell'anno, al più nelle prime settimane del 2017, gli uomini della Bce che da mesi passano al vaglio 1 crediti della banca guidata da Pier Francesco Saviotti renderanno noti gli esiti della loro ispezione. Secondo quanto ha riportato ieri un articolo de II Sole 24 Ore, il capo degli ispettori, Ferdinando Cutino, avrebbe riscontrato ulteriori problemi di «sottocopertura» dei crediti tra 1 e 2 miliardi. Il mercato, sulle prime, apprende con un certo sgomento la cifra, e in mattinata punisce duramente i titoli sul listino, trascinando a picco anche le altre banche. Poi interviene il Banco Popolare che chiarisce l'aumento di capitale da 1 miliardo chiuso a giugno è «destinato a riflettersi in accantonamenti straordinari (...) nella misura di circa 1,5 miliardi di euro nel corso del corrente esercizio». Che possono aumentare con i 640 milioni di accantonamenti al 30 settembre «previsti in via ordinaria», arrivando dunque oltre i 2 miliardi. Il mercato si placa e i due titoli finiscono la seduta col segno più (+1,12% il Banco, +1,42% la Pop Milano). Ma dal conto finale potrebbe dipendere l'entità del cuscinetto di capitale che il nuovo «Banco Bpm» dovrà tenere a presidio dei rischi. Dalla Popolare di Milano - il cui consigliere delegato, Giuseppe Castagna è stato recentemente a Francoforte - assicurano che dalla Vigilanza «non sono emerse richieste di modifica del piano industriale, che è stato alla base del rilascio dell'autorizzazione della fusione, le cui assunzioni anche in tema di ammontare di crediti in sofferenza e delle relative coperture restano quindi sostanzialmente confermate». Ma sotto i riflettori finisce l'iter che ha portato alla fusione che - da alcuni estratti dei verbali - sembrerebbe molto legata al ruolo manageriale da garantire a Castagna e meno aperto alla discussione collegiale dentro la banca. Tutto falso, ribattono da Piazza Meda, dove spiegano che il processo «ha previsto» invece «l'interazione di tutti gli organi societari» con «piena informativa» anche in sede assembleare. Per i soci più critici sulla fusione tra cui Li- sippo, le ricostruzioni delle ultime ore sono «la conferma che non ci sbagliavamo», dice il presidente Giovanni Bianchini. Ora valutano «azioni legali» contro Castagna e il presidente del cdg, Mario Anolli, magari attraverso un'assemblea in cui proporre un'azione di responsabilità. La banca fino a fine anno resta una cooperativa «una testa un voto», servirebbero 2 mila firme. Impresa ardua, anche se i contrari alla fusione in assemblea sono stati 2700. 1 miliardo L'aumento di capitale di giugno del Banco Popolare permetterà di accantonare fino a 1,5 miliardi 62 per cento È il livello di copertura dei crediti deteriorati a cui il Banco Popolare conta di arrivare dal 47% attuale Banchieri Giuseppe Castagna di Bpm (a sinistra) e Pierfrancesco Saviotti del Banco Popolare

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SullafusioneBanco-Bpmpesanoi dubbi dellaBee

La reazione: Francofortenessunarichiestadi cambiareilFRANCESCO SPINI

MILANO

Euna fusione infinita,quella tra la Bpm e ilBanco Popolare. Que-

sta volta - ad assemblee giàcelebrate e dunque a cose fat-te - ad allarmare il mercato èstato uno dei temi che ha te-mito banco lungu tutta la co-struzione delloperazioie: ierediti deteriorati di Verona.Entro la fine dell'anno, 1piùnelle prime settimane del2017, gli uomini della Bce cheda mesi passano al vaglio ierediti della banca guidata daPier Francesco Saviotti ren-deranno noti gli esiti della loroispezione. Secondo quanto hariportato ieri un articolo de IlSole 24 Ore, il capo degli ispet-tori, Ferdinando Cutino,avrebbe riscontrato ulterioriproblemi di «sottocopertura»dei crediti tra le 2 miliardi. Ilmercato, sulle prime, appren-de con un certo sgomento lacifra, e in mattinata punisceduramente i titoli sul listino,trascinando a picco anche lealtre banche. Poi interviene ilBanco Popolare che chiariscel'aumento di capitale da i mi-liardo chiuso a giugno è «de-stinato a riflettersi in accanto-namenti straordinari (...) nellamisura di circa 1,5 miliardi dieuro jiel corso del correnteesercizio)>. Che possono au-mentare con i 640 milioni diaccantonamenti al 30 setteni-bre «previsti in via ordiiiaria»,arrivando dunque oltre i 2 mi-liardi. Il mercato si placa e idue titoli finiscono la sedutacol segno più (+1,12% il Banco,+1,42%la Pop Milano).

Ma dal conto finale potreb-be dipendere l'entità del cu-scinetto di capitale che il nuo-vo «Banco Bpm» dovrà tenerea presidio dei rischi. Dalla Po-polare di Milano - il cui consi-gliere delegato, Giuseppe Ca-

stagna è stato recentemente aFrancoforte - assicurano chedalla Vigilanza «non sonoemerse richieste di modificadel piano industriale, che è sta-to alla base del rilascio dell'au-

torizzazione della fusione, le cui di arrivare dalassunzioni anche in temadi am- 47% attualemontare di erediti insofferenzae delle relative coperture resta-no quindi sostanzialmente con-fermate».

Ma sotto i riflettori finiscel'iter che ha portato alla fusioneche - cia alcuni estratti dei ver-bali - sembrerebbe molto legata -al ruolo manageriale da garan-tire a Castagna e meno apertoalla discussione collegiale den-tro k banca. Tutto falso, ribat-tono da Piazza Meda, dove spie-gano che il processo «ha previ-sto» invece «l'interazione ditutti gli organi societari» con«piena informativa» anche insede assembleare. Per i soci piùcritici sulla fusione tra cui Li-sippo, le ricostruzioni delle ulti-me ore sono «la conferma chenon ci sbagliavamo», dice ilpre-sidente Giovanni Bianchini. BanchieriOr valutano «azioni legali» Giuseppecontro Castagna e il presidente Castagnadel cdg, Mario Anolli, magari di Bpmattraverso un'asernblea in cui (a sinistra) eproporre un'azione di respon- Pierfrancescosabilità. La banca fino afine an- Saviottino resta una cooperativa «una del Bancotesta un voto)>, servirebbero 2 Popolaremila firme. Impresa ardua, an-che se i contrari alla fusione inassemblea sono stati 2700.

imiliardo

L'aumentadi capitaledi giugnodel BancoPopolare

permetterà diaccantonare

fino a 1,5miliardi

62percento

E il livellodi copertura

dei creditideteriorati

a cui il BancoPopolare

conta

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PAESE : Italia PAGINE : 19SUPERFICIE : 22 %PERIODICITÀ : Quotidiano

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24 novembre 2016 - N°326

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Un altro duro colpo per Fratelli d'Italia. Dopo l'arresto dell'ex sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi e la richiesta di autorizzazione a procedere del deputato Pasquale Maietta, la Corte dei conti ha condannato Antonio Salvati, presidente dell'Unione dei Comuni "Antica Terra di Lavoro" e coordinatore provinciale del partito che fa capo a Giorgia Meloni, e il dirigente Giovanni Federici a un risarcimento all'erario di una somma complessiva pari a 208.500 euro. La vicenda è legata alla emergenza Nord Africa del 2011 per gestire la quale in provincia di Fresinone, l'ente presieduto dall'esponente di Fratelli d'Italia affidò in maniera diretta e illegittimamente, secondo gli investigatori della Finanza e i giudici amministrativi, la Gara alla cooperativa "Noi", ritenuta inadatta a sostenere il progetto perché non aveva mezzi né strutture idonee. Ai due, in sintesi, i giudici della Corte dei Conti contestano uno spreco e false rendicontazioni fatte in un contesto spacciato per emergenziale quando emergenziale non era. Servizi rendicontati per la gestione degli stranieri ma che non erano svolti a loro favore tanto che erano costretti a condizioni alloggiative e senza beneficiare di un vitto adeguato. La procura e la finanza avevano chiesto per loro un risarcimento di 794 mila euro ma la condanna è stata più mite: poco più di 208milaeuro. ?

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Gestioneimmigrati,condannatoportavoceFdI

Unaltro durocolpo per Fra-telli d'italia. Dopol'arrestodell'ex sindaco di Latina

Giovanni Di Giorgi e la richiestadi autorizzazione a procederedel deputato Pasquale Maietta,la Cortedei conti hacondannatoAntonio Salvati, presidente del-l'Unione dei ComuniTerradi e coordinatoreprovinciale del partito che facapo a Giorgia Meloni, e il diri-gente Giovanni Federicia un ri-sarcimentoall'erariodi unasom-ma complessiva pari a 208.500euro.La vicenda è legata alla emer-genza Nord Africa deI 2011 pergestire la quale in provincia diFrosinone,l'ente presiedutodal-l'esponente di Fratelli dltaliaaf-fidò in manieradiretta e illegit-timamente, secondo gli investi-

gatori della Finanza e i giudiciamministrativi, la Garaalla coo-perativa\Noi\, ritenuta inadattaa sostenere il progetto perchénon aveva mezzi né struttureidonee.Ai due, in sintesi, i giudici dellaCorte dei Conti contestano unospreco e false rendicontazionifatte in un contesto spacciatoperemergenzialequando emer-genziale non era.Servizi rendicontati per la ge-stione degli stranieri ma chenon erano svolti a loro favoretanto che erano costretti a con-dizioni alloggiative e senza be-neficiare di un vitto adeguato.La procura e lafinanza avevanochiesto per loro un risarcimentodi 794 milaeuro mala condannaè stata più mite: poco più di2Q8mila euro.•

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23 novembre 2016

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Claudia Cervini MILANO ALL'ORDINE del giorno, ufficialmente, ci sono l'approvazione del bilancio consuntivo al 30 giugno 2016, la previsione del budget 2016/2017 e poche altre questioni di natura ordinaria. Ma l'assemblea annuale di Federcasse, l'associazione nazionale delle Banche di Credito Cooperativo e delle Casse Rurali, che si riunirà dopodomani a Roma all'Auditorium della Tecnica è tutt'altro che un appuntamento secondario. L'assise 2016, infatti, si tiene in un contesto straordinario: quello deH'applicazione della riforma del credito cooperativo (legge 49/2016) entrata in vigore il 15 aprile scorso e in merito alla quale la Banca d'Italia ha recentemente pubblicato in via definitiva le disposizioni di attuazione. In questo quadro non è difficile immaginare il clima e quali saranno i temi trattati, a margine deH'appuntamento, dagli addetti ai lavori. I fari sono puntati sulla relazione che il presidente della federazione nazionale Alessandro Azzi terrà in assemblea. Da mesi il principale enigma è il seguente: quante e quali saranno le capogruppo alla guida delle 337 bcc e casse rurali del sistema? Ormai è chiaro che Cassa Centrale Banca (Ccb) si presenterà all'appuntamento romano con la sua holding già definita. Il presidente di Ccb Giorgio Fracalossi, ha spiegato che il progetto della capogruppo era pronto per funzionare con poco più di 70 casse rurali e ora si è arrivati a 100; in aggiunta arrivare al miliardo di euro di patrimonio necessario a costituire il gruppo non è, per Cassa Centrale, un problema. Dal canto suo il presidente di Federcasse Alessandro Azzi non rinuncerà a fare da paciere tra i trentini e Iccrea, l'altra holding del sistema indicata in origine come unica capofila e mai messa in discussione. AZZI voleva infatti essere ricordato come il presidente dell'unità pronto ad andarsene nel caso in cui il movimento si spaccasse. Ecco perché c'è chi assicura che, in vista dell'assemblea, stia lavorando al classico coup de théàtre: una nuova lettera di intenti, una bozza di un'intesa tra le due capogruppo, qualcosa che assomigli a una riconciliazione. Progetto che ormai è sempre più un'utopia: il sistema è inesorabilmente spaccato in due e ci vorrebbe un miracolo per tornare indietro.

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321.222

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CooperativoLecasse spaccate in due, ildivorziosancito inconclaveCervini

del giorno, ufficialmente,l'approvazione del bilancio con-

giugno 2016, la previsione2016/2017e poche altre que-

natura ordinaria. Ma l'assem-Federcasse,l'associazio-

delle Banche di Creditodelle CasseRurali, che si

dopodomani a Roma all'Audito-Tecnica è tutt'altro che un ap-

secondario. L'assise 2016,in un contesto straordina-

dell'applicazione della rifor-credito cooperativo (legge

entrata in vigore il 15 aprilemerito alla quale la Banca

recentemente pubblicato inle disposizioni di attuazio-quadro non è difficile im-

clima e quali saranno i temimargine dell'appuntamento,

lavori.puntati sulla relazione che ildella federazione nazionaleAzzi terrà in assemblea.Da

principale enigma è il seguente:saranno le capogruppo al-337 bcc e casserurali del

Ormai è chiaro che CassaCen-(Ccb) sipresenterà all'appun-

romano con la sua holding giàpresidente di Ccb Giorgio

spiegato che il progettocapogruppo era pronto per funzio-

più di 70 casserurali e ora100; in aggiunta arrivare al

euro di patrimonio necessa-il gruppo non è, per Cassa

problema. Dal canto suo ilFedercasseAlessandro Az-

rinuncerà a fare da paciere tra iIccrea, l'altra holding del siste-

origine come unica capofi-in discussione.

infatti esserericordato comede11'unit pronto ad andar-

cui il movimento si spac-perché c'è chi assicura che,

dell'assemblea, stia lavorando alde thétre: una nuova lette-

una bozza di un'intesa tra lecapogruppo, qualcosa che assomigli

riconciliazione. Progetto che or-più un'utopia: il sistema è

inesorabilmente spaccatoin due e ci vor-miracolo per tornare indietro.

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PAESE : Italia PAGINE : 71SUPERFICIE : 57 %PERIODICITÀ : Quotidiano

AUTORE : Claudia Cervini

23 novembre 2016

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Associazione Generale Cooperative Italiane - web

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i Grandi ).

HomeNewsGuestPostIntervisteEventiEnoturismoVini naturaliVini pregiatiNon solo vinoWebTv

Degustazioni guidateInterviste in fieraMai dire vinoTourConsorzi

Home> News > Buone notizie dalle cantine vinicole spagnole: un calo degli stock di vino e mosto

Buonenotiziedallecantinevinicolespagnole:uncalodeglistockdivinoe mosto

Le minori giacenze giovano ai listini internazionali.

dati in Europa e nel mondo ci consegnano un mercato del vino che fa ben sperare . con quotazioni che

stanno risalendo anche forti dei segnali congiunti

di una delle produzioni più basse degli ultimi 20

anni nel mondo . Cui va aggiunta una robusta

riduzione degli stock spagnoli .

Lo ha detto la coordinatrice del settore vitivinicolo

dell'Alleanza delle Cooperative Italiane Ruenza

Santandrea , cha aggiunto: Sappiamo che la

campagna 2016 si aperta con una notizia positiva

legacoopromagnaDELLE

COOPERATIV

per i nostri soci viticoltori . ovvero con un calo dell'

dello stock di vino e mosto detenuto dalle cantine

spagnole .

Si tratta sicuramente di un' ottima notizia: secondo le elaborazioni su base ministero dell'Agricoltura delle

Cooperativas agro-alimentarias de Espana , le giacenze si sono infatti ridotte da 34 31 di ettolitri.

Una circostanza che non pub che fare bene ai listini internazionali . E se a questo associamo le notizie che

ci arrivano in questi giorni dalla Francia , dove prezzi dovrebbero registrare una certa stabilità grazie alle

giacenze che in gran parte compensano il calo produttivo , ci aspettiamo un mercato in ripresa , con valori

italiani e spagnoli che dovrebbero via via ridurre to storico gap che ci separa dai prezzi

francesi.

Secondo l'organizzazione internazionale della vigna e del vino Oie) , la vendemmia 2016 rappresenta - a

livello mondiale - il raccolto quantitativamente più scarso degli ultimi 20 anni . Con 259 ,5mln di

ettolitri di vino , la produzione vinicola mondiale arretra di di ettolitri rispetto ai 274 ,4mln dello

scorso anno , segnando un meno 5 .4%% . Stessa cosa vale per l'UE , con un calo del 4 . 3%% rispetto ai 172 ,9mln

dello scorso anno . Sul fronte del consumi registrano performance positive gli Stati Uniti , che con un più

1%% si portano a quota 31mIn di ettolitri ed il Regno Unito che con un balzo del 2 ,4%%sale a 13 milioni di

ettolitri . Inverte leggermente la tendenza l'

(+ 0 3%%, 21mIn di ettolitri)

tweet

Tag dell'articolo: SPAGNOLI

AboutCaudiaCataldoAppassionata di marketing e vino , cresciuta conta penna in mano poi h arrivato anche il bicchiere . Ha

studiato comunicazione , marketing dell'agroalimentare e infine un master in marketing del vino . Per lei it

vino è sentori e aroma , ma anche etichetta , immagine , Identità . E sa bene che l'imperativo per il buon

giornalista , anche divino deve essere stay tuned .

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Enoturisrno: il successo della Spagna nel 2015

Guerra del vino: stavolta ruolo del cattivo tocca al vino spagnolo

Felix Solis: osservazioni sulla vendemmia spagnola

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Sfiora 7 ,5 milioni di quintali l ' uva prodotta in emilia romagna

distribuzionemodernajnfoinrews/ sfiora-i-75-milioni-di-quintali-luva-prodotta-in-emilia-romagna

Sfiora i 7 500 .000 quintali la produzione 2016 di uvaottenuta dai soci del comparto vitivinicolo di

Fedagri/ Confcooperative e Legacoop Agroalimentaredell

'

Emilia Romagna , che complessivamente rappresentanocirca il 78%% dell

'

intero raccolto regionale , stimato in 9 ,6milioni di quintali (+1 ,53%% sul 2015) . Un dato che confermal

'

Emilia Romagna al secondo posto tra le regioni vitivinicole

più importanti del nostro Paese dopo il Veneto.

" Con un andamento produttivo abbastanza differente tra le

varie province della regione - sottolineano Davide Frascari ,

responsabile del settore vitivinicolo di Fedagri Emilia

Romagna , e Ruenza Santandrea , coordinatrice del settorevitivinicolo dell ' Alleanza delle Cooperative Italiane - il

quantitativo di uva trasformato dalle cantine sociali risulta

quest'anno superiore di circa il 3,7%% a quello del 2015.

" Analizzando la situazione nel dettaglio - proseguono Frascari e Santandrea - le cantine di Piacenza registranoun calo del 5 ,2%% , superando di poco i 135.000 quintali di uva . Segno meno anche a Bologna , dove la

produzione sfiora i 330 .000 quintali (-3 ,10%%) . A Reggio Emilia la produzione ha raggiunto quota 1.620 .000

quintali con un aumento dell ' 8 ,95%% dovuto all ' incremento produttivo dell ' Ancelotta . Stazionaria sui livelli del 2015la produzione di uve Lambrusco a Modena , attestatasi a 1.305 .000 quintali (+0 ,33%%)

"

.

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