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Rassegna Stampa di giovedì 24 aprile 2014 SNALS / CONFSAL Il Piccolo 24/04/2014 IL GELO DEI SINDACATI SULLE SUPERAZIENDE Il Quotidiano di Foggia 24/04/2014 TRATTA FERROVIARIA FOGGIA-POTENZA PRESENTI SOLO CONFSAL E BERLINGUER Messaggero Veneto 24/04/2014 I SINDACATI CHIEDONO A TELESCA CERTEZZE SULLE RISORSE Quotidiano di Bari 24/04/2014 TRATTA FERROVIARIA FOGGIA-POTENZA PRESENTI SOLO CONFSAL E BERLINGUER Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 24/04/2014 IN BREVE -REATO PER IL PRESIDE CHE VESSA LA COLLEGA il Sole 24 Ore 24/04/2014 IN BREVE - DOVERE DI VIGILANZA IN RAPPORTO ALL'ETA' Avvenire 24/04/2014 AUTONOMIA E PARITA' PER UNA SCUOLA PIU' EUROPEA Avvenire 24/04/2014 DELFRATI: "OMBRE E LUCI, MA LA DIDATTICA RESTA ANTIQUATA" il Tempo 24/04/2014 NEL NOME DI ABBADO I POLITICI RISCOPRONO LA MUSICA NELLE SCUOLE il Mattino 24/04/2014 TEST A MEDICINA IL SUD LASCIA VUOTI 825 POSTI IN PALIO il Mattino 24/04/2014 Int. a I.Lo bello: STRADA GIUSTA MA SERVE COMPETITIVITA' il Mattino 24/04/2014 Int. a A.Rosina: "E' INACCETTABILE SVILIRE IL CAPITALE UMANO" il Mattino 24/04/2014 ASILI NIDO E SCUOLE ARRIVA IL CONCORSO PER NUOVI MAESTRI il Sole 24 Ore 24/04/2014 DAI TAGLI DI SPESA MENO DI 3 MILIARDI NEL 2014 la Stampa 24/04/2014 IL PASTICCIACCIO DEL PLICO DI BARI la Stampa 24/04/2014 PIOVONO I RICORSI SUL TEST PIU' CONTESTATO DI TUTTI TEMPI il Mattino 24/04/2014 DISLESSICI: IN CAMPO I MAGISTRATI Avvenire 24/04/2014 MUSICA SEDOTTA E ABBANDONATA il Centro 24/04/2014 IL MINISTRO GIANNINI IN VISITA ALL'UNIVERSITA' il Manifesto 24/04/2014 GLI ATENEI RITROVANO I 75 MILIONI Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 24/04/2014 CONTRATTI A TERMINE OLTRE SOGLIA VERSO L'INDENNIZZO il Sole 24 Ore 24/04/2014 LAVORO, LA CAMERA VOTA LA FIDUCIA il Sole 24 Ore 24/04/2014 A VINCERE SARA' L'INDOTTO DI QUALITA' il Sole 24 Ore 24/04/2014 PER I PART TIME BENEFICIO INTERO il Sole 24 Ore 24/04/2014 PER IL DIRIGENTE BASTANO LE "DIRETTIVE" Corriere della Sera 24/04/2014 QUANDO TUTELARE E' INGANNARE Corriere della Sera 24/04/2014 BONUS SUI REDDITI FINO A 24 MILA EURO MA RESISTE IL "REGISTRO AUTO" Corriere della Sera 24/04/2014 ARRIVA IL TAGLIO DEGLI STIPENDI ANCHE PER LA CORTE COSTITUZIONALE Corriere della Sera 24/04/2014 PENSIONI, AVANZA IL PIANO A RATE DIRIGENTI, STOP AI TAGLI LINEARI Corriere della Sera 24/04/2014 Int. a M.Lupi: "NON SIAMO CESPUGLI DEL PREMIER CON LUI VOGLIAMO FARE RIFORME VERE" Corriere della Sera 24/04/2014 UNICREDIT, PARTE LA TRATTATIVA-PILOTA SUI BANCARI la Repubblica 24/04/2014 ALITALIA IN BILICO, SI DECIDE IN DUE GIORNI la Repubblica 24/04/2014 TETTO ALLE PROROGHE, MA NON AI RINNOVI il Messaggero 24/04/2014 LE INSIDIE DELLE RIFORME E LA SFIDA A SINISTRA il Messaggero 24/04/2014 RIFORMA STATALI, OBBLIGO DI MOBILITA' LE ASSUNZIONI SARANNO MIRATE il Messaggero 24/04/2014 BONUS IRPEF, DOTE PER IL 2015 CONTO PIU' SALATO AI MINISTERI il Messaggero 24/04/2014 LAVORO, SI' ALLA FIDUCIA RENZI: ORA GIU' TASSE ANCHE AI PENSIONATI E ALLE PARTITE IVA L'Unita' 24/04/2014 LAVORO, E' TREGUA ARMATA IN SENATO LO SCONTRO FINALE L'Unita' 24/04/2014 Int. a E.Rossi: "I LAVORATORI DI PIOMBINO SONO LA VERA CLASSE DIRIGENTE" il Sole 24 Ore 24/04/2014 PIU' MERITO E MOBILITA' NELLA PA

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Rassegna Stampa di giovedì 24 aprile 2014

SNALS / CONFSAL Il Piccolo 24/04/2014 IL GELO DEI SINDACATI SULLE SUPERAZIENDE Il Quotidiano di Foggia 24/04/2014 TRATTA FERROVIARIA FOGGIA-POTENZA PRESENTI SOLO CONFSAL E BERLINGUER Messaggero Veneto 24/04/2014 I SINDACATI CHIEDONO A TELESCA CERTEZZE SULLE RISORSE Quotidiano di Bari 24/04/2014 TRATTA FERROVIARIA FOGGIA-POTENZA PRESENTI SOLO CONFSAL E BERLINGUER

Scuola, Formazione, Università, Ricerca il Sole 24 Ore 24/04/2014 IN BREVE -REATO PER IL PRESIDE CHE VESSA LA COLLEGA il Sole 24 Ore 24/04/2014 IN BREVE - DOVERE DI VIGILANZA IN RAPPORTO ALL'ETA' Avvenire 24/04/2014 AUTONOMIA E PARITA' PER UNA SCUOLA PIU' EUROPEA Avvenire 24/04/2014 DELFRATI: "OMBRE E LUCI, MA LA DIDATTICA RESTA ANTIQUATA" il Tempo 24/04/2014 NEL NOME DI ABBADO I POLITICI RISCOPRONO LA MUSICA NELLE SCUOLE il Mattino 24/04/2014 TEST A MEDICINA IL SUD LASCIA VUOTI 825 POSTI IN PALIO il Mattino 24/04/2014 Int. a I.Lo bello: STRADA GIUSTA MA SERVE COMPETITIVITA' il Mattino 24/04/2014 Int. a A.Rosina: "E' INACCETTABILE SVILIRE IL CAPITALE UMANO" il Mattino 24/04/2014 ASILI NIDO E SCUOLE ARRIVA IL CONCORSO PER NUOVI MAESTRI il Sole 24 Ore 24/04/2014 DAI TAGLI DI SPESA MENO DI 3 MILIARDI NEL 2014 la Stampa 24/04/2014 IL PASTICCIACCIO DEL PLICO DI BARI la Stampa 24/04/2014 PIOVONO I RICORSI SUL TEST PIU' CONTESTATO DI TUTTI TEMPI il Mattino 24/04/2014 DISLESSICI: IN CAMPO I MAGISTRATI Avvenire 24/04/2014 MUSICA SEDOTTA E ABBANDONATA il Centro 24/04/2014 IL MINISTRO GIANNINI IN VISITA ALL'UNIVERSITA' il Manifesto 24/04/2014 GLI ATENEI RITROVANO I 75 MILIONI

Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 24/04/2014 CONTRATTI A TERMINE OLTRE SOGLIA VERSO L'INDENNIZZO il Sole 24 Ore 24/04/2014 LAVORO, LA CAMERA VOTA LA FIDUCIA il Sole 24 Ore 24/04/2014 A VINCERE SARA' L'INDOTTO DI QUALITA' il Sole 24 Ore 24/04/2014 PER I PART TIME BENEFICIO INTERO il Sole 24 Ore 24/04/2014 PER IL DIRIGENTE BASTANO LE "DIRETTIVE" Corriere della Sera 24/04/2014 QUANDO TUTELARE E' INGANNARE Corriere della Sera 24/04/2014 BONUS SUI REDDITI FINO A 24 MILA EURO MA RESISTE IL "REGISTRO AUTO" Corriere della Sera 24/04/2014 ARRIVA IL TAGLIO DEGLI STIPENDI ANCHE PER LA CORTE COSTITUZIONALE Corriere della Sera 24/04/2014 PENSIONI, AVANZA IL PIANO A RATE DIRIGENTI, STOP AI TAGLI LINEARI Corriere della Sera 24/04/2014 Int. a M.Lupi: "NON SIAMO CESPUGLI DEL PREMIER CON LUI VOGLIAMO FARE

RIFORME VERE" Corriere della Sera 24/04/2014 UNICREDIT, PARTE LA TRATTATIVA-PILOTA SUI BANCARI la Repubblica 24/04/2014 ALITALIA IN BILICO, SI DECIDE IN DUE GIORNI la Repubblica 24/04/2014 TETTO ALLE PROROGHE, MA NON AI RINNOVI il Messaggero 24/04/2014 LE INSIDIE DELLE RIFORME E LA SFIDA A SINISTRA il Messaggero 24/04/2014 RIFORMA STATALI, OBBLIGO DI MOBILITA' LE ASSUNZIONI SARANNO MIRATE il Messaggero 24/04/2014 BONUS IRPEF, DOTE PER IL 2015 CONTO PIU' SALATO AI MINISTERI il Messaggero 24/04/2014 LAVORO, SI' ALLA FIDUCIA RENZI: ORA GIU' TASSE ANCHE AI PENSIONATI E ALLE

PARTITE IVA L'Unita' 24/04/2014 LAVORO, E' TREGUA ARMATA IN SENATO LO SCONTRO FINALE L'Unita' 24/04/2014 Int. a E.Rossi: "I LAVORATORI DI PIOMBINO SONO LA VERA CLASSE DIRIGENTE" il Sole 24 Ore 24/04/2014 PIU' MERITO E MOBILITA' NELLA PA

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Scuola: testate nazionali

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n Sole9]{l mmrn

INGIURIA Reato per il preside che vessa la collega

Condannato per ingiuria il preside che umilia la professoressa che arriva in ritardo a scuola. La Cassazione, con la sentenza 17689 depositata ieri non crede alla buona fede del preside che giustificava le sue reazioni abnormi per i ritardi dell'insegnate con l'esigenza di far funzionare l'istituto da lui diretto. Per i giudici il vero scopo era quello di attuare una «vera opera di umiliazione e svilimento della dignità morale della docente, cagionandole uno stato di abituale sofferenza fisica e morale».

Data 24-04-2014 Pagina 42 Foglio 1

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Scuola: testate nazionali

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Quotidiano

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SCUOLA Dovere di vigilanza in rapporto all'età

Se uno studente di 16 anni subisce un'aggressione all'uscita della scuola non può essere riconosciuta la responsabilità per omessa vigilanza da parte dell'insegrlante per il solo fatto della minore età del soggetto. La vigilanza Va valutata nella situazione concreta e rispetto all'età del ragazzo (Tribunale di Milano, sentenza 61/14),

Data 24-04-2014 Pagina 43 Foglio 1

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Scuola: testate nazionali

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Quotidiano

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Data 24-04-2014 Pagina 10 Foglio 1

Autonomia e parità per una scuola più europea

PAOLO FERRARIO MILANO

a scuola italiana deve accelerare sul versante della piena applica­zione della legge sulla parità, anche

in vista della presidenza del Consiglio dell'Unione Europea che partirà ilIO lu­glio. Lo ha ribadito ieri il ministro dell'I­struzione' Stefania Giannini, interve­nendo al Fonags, il Forum delle associa­zioni dei genitori della scuola. Proprio l'orizzonte europeo è stato il riferimento dell'intervento del ministro, che fin dal­l'insediamento ha messo la parità scola­stica tra le priorità della sua agenda po­litica. «Il Paese ha bisogno di una scuola libera, inclusiva per quantità e competitiva per qualità», aveva detto presentando al Se­nato le Linee programmati che del pro­prio mandato. E, citando la Convenzio-

ne europea dei Diritti dell'uomo, avevari­cordato il dovere, per tutti gli Stati mem­bri (Italia compresa), di «rispettare il pie­no diritto di esercitare una libera scelta educativa, da parte degli alunni e delle famiglie». Ricordando che «l'Italia non può stare fuori dal contesto europeo», dove la di­stanza tra scuole statali e paritarie, so­prattutto sul versante delle risorse pub­bliche a disposizione, non è così grande come da noi, il ministro ieri ha quindi ri­badito l'impegno a garantire il plurali­smo e la libertà di scelta delle famiglie, co­sì come previsto dalla legge 62 del 2000 sulla parità. «Siamo assolutamente soddisfatti degli impegni presi dal Ministro», commenta Roberto Gontero, presidente dell'Agesc (Associazione genitori scuola cattolica) e coordinatore del Fonags, che ha posto sul tavolo anche la questione della rap-

Intervenendo al Forum dei genitori (Fonags), il ministro

Giannini ha confermato l'impegno ad applicare la legge 62/2000

presentanza dei genitori all'interno degli organismi decisionali della scuola. «Le famiglie devono poter contare di più an­che nella gestione delle scuole», ha sot­tolineato Gontero. Infine, la scuola italiana dovrà impegnarsi molto per diventare più europea anche sul fronte della dispersione. Quel 16,5% di abbandoni, dato che lo stesso ministro Giannini ha definito «inaccettabile», ci allontana dai partner dell'Unione perché è ancora molto distante dall' obiettivo del 10% della Strategia Europa 2020. «Autonomia scolastica e libertà educati­va - conclude Gontero - sono due sfide decisive per un Paese che vuole essere pienamente europeo. Come genitori del­la scuola siamo contenti che il ministro Giannini abbia voluto riconfermare l'im­pegno del governo su entrambi questi fronti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Scuola: testate nazionali

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I Delfrati: «Ombre e luci, ma la didattica resta antiquata»

avvero la musica nella scuola italiana è fatta poco è male? Secondo Carlo Delfrati, tra i

massimi esperti di educazione musicale, la realtà ha certamente ombre, ma anche luci. «Spazzata via nel dopoguerra, in reazione all'uso che se n'era fatto nel Ventenni o la musica è ritornata a scuola ' negli anni 60, e da allora è cresciuta». Una crescita però discontinua: «Oggi possiamo dire senza problemi che la musica è ben fatta nella scuola media. Manca invece quasi del tutto nella primaria e nelle superiori». In queste ultime non è bastato l'avvento dei licei musicali, solo un centinaio in tutta Italia con una distribuzione casuale (quattro ad esempio in Emilia Romagna e nel Lazio, di cui uno solo a Roma, contro i 16 della Campania). Sono invece oltre 1.500 le scuole medie a ~ndirizzo musicale, dove si può Imparare a suonare uno strumento a scelta tra quattro.

Nelle altre regna incontrastato il flauto dolce. L'insegnamento nelle medie, dove i docenti sono diplomati, «è migliorato grazie alle scuole di didattica -spiega Delfrati­attive dagli anni

Carlo Delfrati '60. C'è maggiore

consapevolezza e una letteratura abbondante e di qualità. Questi corsi hanno arricchito la metodologia per la scuola secondaria, ma hanno potuto fare pochissimo per la primaria, dove mancano gli strumenti concettuali prima ancora che materiali. Le maestre praticano spesso metodi preistorici e controproducenti. Nella maggior parte dei casi adottano tecnicismi aridi o giocano con i suoni della strada». Ma secondo

Delfrati la radice del problema sta altrove: «Il difetto della didattica di tipo conservatoriale è che la base di tutto è il solfeggio parlato. Che il più delle volte uccide l'interesse del bambino. Una pratica risalente all'Ottocento, alla quale esistono decine di alternative, ma che ha infettato dall'alto !'istruzione di base. Il solfeggio infatti passò nelle scuole magistrali, dove i programmi erano di una povertà spaventosa. Pensi che si indicava l'ascolto solo di "musica dei Paesi civili"». Le cose sono cambiate. «Nel 1963 era vietato ufficialmente introdurre a scuola le canzoni. Oggi vedo che i ragazzi in classe suonano brani soprattutto pop e rock. Per quel che riguarda gli ascolti si torna sulla tradizione classica, da Bach a Beethoven meno Brahms, più Ravel. ' Avanguardia quasi nulla, e pochissimo repertorio etnico».

Alessandro Beltrami © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Data 24-04-2014 Pagina 25 Foglio 1

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Data 24-04-2014 Pagina 33 Foglio 1 /2

Disegno di legge Progetto trasversale presentato in Senato

Nel nome di Abbado i politici riscoprono la musica nelle scuole TI tentativo di cambiare l'insegnamento delle arti Formazione di una classe docente, edilizia ad hoc

di Lorenzo Tozzi

Per il momento è solo un disegno di legge (atto Se­nato 1365), ma potrebbe

cambiare radicalmente il ruo­lodellamusicanellascuolaita­liana. Una necessità di cui si parla da decenni e che è stata più volte ribadita dai grandi ita­liani della musica, da Abbado a Muti, U ghi, Accardo o Polli­ni. Come è noto la musica è la grande assente dalla nostra scuola. Poco e nulla si fa nella scuola primaria (asilo ed ele­mentari), dal 1962 la famosa legge Gui aprì le scuole medie alla educazione musicale con poche ore di insegnamento settimanale, più tcu:di vennero le scuole medie ad orienta­mento musicale con corsi di strumento, infine i licei ad orientamento artistico.

Ora un ddl, primafinnataria Elena Ferrara (Pd) maconaltri 29 cofirmatari di tutte le aree politiche, dai senatori a vita Renzo Piano a Rubbia, sino a Zanda, Monti, Paolo Romani, Sacconi, la ex ministra Josefa Idem e CorradinoMineo, final­mente riconsidera la "Valoriz­zazione dell' esperienza musi­cale e artistica nel sistema dell' istruzione".

Nella presentazione si legge che il ddl "vuole anche essere un tributo all'impegno che Claudio Abbado ha inteso la­sciarci quale irrinunciabile eredità culturale. Per tale ra­gione il ddl trae ispirazione dell'insegnamento che deriva

dal saper interrogare il passa­to e il presente attraverso lo svi-1uppo dei linguaggi artistici per poter guardare tanto al fu­turo della musica quanto alla musica del futuro senza perde­re di vista il suo rapporto con la società e l'impegno civile". Abbado infatti piì.l volte ebbe a lodare il sistema venezuelano diAbreu, che ha accolto miglia­ia di ragazzi nelle orchestre sin­foniche sottraendoli ai rischi della strada.

L'iniziativa mira a favorire a ogni livello di età una forma­zione artistica, il potenziamen­to dell' educazione musicale e artistica nelle scuole di ogni or­dine e grado, la formazione di una classe docente adeguata­mente specializzata, incorag­giare i rapporti tra scuola e as­sociazioni sul territorio negli ambiti musicale, coreutica e teatrale, le detrazioni fiscali per la frequenza a corsi di for­mazione, il coordinamento dell'offerta culturale sul terri­torio, una edilizia scolastica adeguata.

L'iniziativa legislativa vuole contrastare l'attuale decaden­za culturale e promuovere la creatività artistica sotto ogni forma. La musica infatti non va considerata solo sotto l'aspetto stòrico e culturale (tanto più rilevante in un Pae­se come il nostro che ha visto la nascita del maggior numero delle forme musicali) ma an­cor prima sotto quello del be­nessere psicofisico, dunque come un bene di primaria im-

portanza a livello di pratica temente Franceschini, sulle quotidiana. Lo aveva capito pepite d'oro della nostra sto­

Platone, lo confermano i neu­robiologi di Munster. Oggi i Conservatori scoppiano di di­lettanti, vista l'assenza della musica nel resto dell'ordina­mento scolastico. Insomma musicisti professionisti o anal­fabeti musicali, mentre invece il poter suonare insieme o can­tare in coro (pratiche altamen­te socializzanti che plasmano il carattere dell'individuo), avere gli elementi fondamen­tali per apprezzare una esecu­zione sarebbero il minimo in­dispensabile per una crescita non solo culturale, ma anche civica e psichi ca.

Nel nostro attuale ordina­mento scolastico si può cono­scere Prati e Aleardi o magari Cosmè Tura ed ignorare bella­mente Wagner e Monteverdi, Frescobaldi e Mozart, Debus­sye Strawinsky. Ma ancor più importante è che il bambino, oltre aimparare aleggere e scri­vere, riesca ad esprimersi non solo col segno, ma anche col gesto e col suono in un armoni­co espletamento della sua per­sonalità in via di formazione. Vanno naturalmente poten­ziati e caratterizzati i Licei mu­sicali o coreutici, vere mosche bianche disseminate nella pe­nisola, e va agevolato l'acces­so difamiglie e giovani alle ma­nifestazioni concertistiche con prezzi adeguati alle loro possibilità.

Insomma, la cultura è il no­stro petrolio enoisiamo davve­ro seduti, come ha detto recen-

ria. Per il resto basta guardare l'Europa, dove almeno in que-sto abbiamo tutto da impara­re.

L'omaggio Il ddl è anche un tributo all'eredità culturale =--=.:::~=.::.::.:~:::....:.::::::...::.~._---

del Maestro scomparso

L'obiettivo Creare un rapporto tra gli istituti e la società civile, creando nuovi talenti

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IL~MA.TTINO Data 24-04-2014 Pagina 1 Foglio 1 /3

Test a Medicina il Sud lascia vuoti 825 posti in palio

Test Medicina, il Sud lascia woti 825 posti

Test di medicina 2014 Partecipanti

il Centronord Mezzogiorno

xx Italia

1IIlE'~60,9'

Le carenze della scuola pesano sui risultati delle prove Bene Federico Il (si entra con 35,40), Bari e Catania

lIiII 39,1 63.043

Idonei mf::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::'Im

LhI 33,1 36.865

Vincitori

n 27,2 10.551

·valori percentuali +.:.e.ntime.tri

Marco Esposito

L e scuole del Sud - non tutte, ma molte - non sono in grado di preparare in modo adeguato

i ragazzi. La conferma arriva dai risultati della graduatoria nazionale dei test per l'accesso alle facoltà di medicina: gli studenti meridionali arrancano rispetto ai loro coetanei del Centronord e finiscono col lasciare vuoti ben 825 posti sui 3691 in palio nei quattordici atenei del Mezzogiorno.

> Segue a pago 4. Pirro a pago 4

Marco Esposito SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

Quegli 825 posti adesso potranno legittimamente essere occupati da aspiranti medici residenti in al­tre regioni.

La graduatoria nazionale su 10.551 posizioni (considerando medicina e odontoiatria, compre­si gli eventuali posti per i non co­munitari non soggiornanti) vede vincitrici le persone che hanno to­talizzato almeno 33,70 punti sui 90 teorici possibili. La prima scelta di ciascun candidato è nell' ateneo dove si è presentato per il test dell'8 aprile e quindi è possibile -seguendo l'anticipazione elabora­ta dal Mattino - avere idea di quan­ti sono passati nell' ateneo dove avevano effettuato la prova e di quanti dovranno entrare nella rou­lette delle opzioni. Non è possibi­le, con i dati attuali, sapere quanti studenti del Sud abbiano «antici-

pato l'emigrazione» andando a partecipare direttamente in ate­nei del Nord. I piÙ seI etti-vi sono risultati Milano Bicocca (si entra con 40,40), Milano statale (40,10 punti per iscriver-si) e Padova (si passa con39 tondi). Trai gran-di atenei male LaSapien-zache non copre 158po-stio

Il Mezzogiorno ha la­sciato scoperto quasi un posto su quattro. Le ecce­zioni positive nel Sud so-no tre: la Federico II, con 570 vinci­tori nella graduatoria nazionale su 452 posti in palio, per cui tutti gli accessi a numero chiuso saran­no occupati da persone che han­no effettuato la prova nel più anti­co ateneo pubblico del mondo (il voto minimo per studiare medici­na alla Federico II è di 35,40) men­tre 118 studenti con voto fra 33,70 e 35,30 si dovranno spostare in al­tri atenei, in base alle opzioni effet-

tuate. Anche Bari ha riempito tutti i suoi posti e anzi il voto per entra­re è un selettivo 36,80. Il terzo caso è Catania, dove il voto per entrare è 34,60.

Per il resto nel Mezzogiorno è unadébacle,conateneidoveican­didati che si sono presentati non sono riusciti a occupare nemme­no la metà dei posti loro riservati. Vistoso il caso del Molise, con solo 24 candidati sui 377 che si erano presentati alla prova che hanno ot­tenuto almeno 33,70 punti, per cui restano liberi 56 posti. Numeri non molto diversi a Sassari (57vin­citori locali e 96 posti rimasti va­canti); a Chieti-Pescara (131 locali contro 138 vacanti); a Catanzaro (appena 84 vincitori locali su 279 posti disponibili, con il risultato che ne restano liberi 195). L'ate­neo che in termini assoluti ha la­sciato più posti disponibili è la Se­conda università di N apoli,la Sun, con 239 vincitori su 464 accessi consentiti e di conseguenza ben 225 posti vacanti. Se non esistesse la graduatoria nazionale, per en­trare alla Sun (cioè per classificar­si al 464 o posto) sarebbero stati uti­li appena 28,90 punti. E in Molise per arrivare 800 su 80 posti disponi­bili sarebbe stato sufficiente un 25,60.

Naturalmenteèunbeneche,ri­spetto a quanto accadeva fino al 2012, ci sia una graduatoria unica nazionale. Peraltro ciò permette di evidenziare differenze territoria­li forti, già note con i test Invalsi e Ocse-Pisa, che nel caso dell' acces­so programmato nelle università non si limita a un report statistico ma ha conseguenze di - .. rette sulla vita delle per-sone.

Ma perché gli studen­ti del Sud in media sfigu­rano nei confronti dei co­etanei di altre regioni d'Italia? Escluse le ipote-

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si lombrosiane di una di­versa distribuzione delle intelligenze, non resta che approfondire la evi­dente incapacità della scuole italiane di assolve-re a una funzione fondamentale: quella di ridurre le differenze so­ciali e di mettere per quanto possi­bile tutti nelle medesime condizio­ni di partenza. L'exministro Fabri­zio Barca, quando aveva la delega per il Mezzogiorno, aveva provato ad approfondire il tema analizzan­do la qualità dell'insegnamento da parte di docenti che avevano in­segnato al Nord e poi si erano tra­sferiti al Sud. Ebbene: inseriti nel contesto meridionale, i docenti pur restando ovviamente prepara­ti sembravano impegnarsi meno, come se minore fosse l'attesa e quindila pressione a dare il massi­mo da parte delle famiglie e degli stessi ragazzi. È come se tra i meri­dionali si fosse diffusa l'opinione che lo studio e l'impegno non sia­no così fondamentali. E invece lo sono. I test uguali per tutti (pur con i limiti di una prova a quiz) per­mettono di confrontare le compe­tenze. E per i pronipoti di Pitagora e Archimede è uno smacco fmire ultimi.

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Il Secondo ateneo ha il record negativo con 225 accessi non optati

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MOiano Èstatalasedepiù selettiva d'Italia con 40,40 punti necessari per entrare alla Bicocca e 40,10 punti perla Statale. Padova solo terza con 39,00 seguita da Pavia (38,20) e Bologna (37,40).

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Alla Sapienza non sono stati sufficienti 5.635 partecipanti al test per occupare i 953 posti disponibili. Hanno ottenuto il voto minimo nazionale di 33,70soloin 795, lasciando 158 posti liberi.

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Napoli Le 3.766 persone che han no preso parte ai test della Federico Il non hanno sfigurato: i 570 vincitori della graduatoria nazionale hanno occupato tutti i 452 posti.

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I vincitori ateneo per ateneo Atene Totale Idonei Candidati Posti Vincitori in

Partecipanti con almeno con almeno medicina e eccesso o posti 20 punti 33,70 punti odontoiatria disponibili

Milano 3.360 2.411 853 438

Padova 3.194 2.295 857 467

Bologna 2.835 1.912 708 470

Milano·Bicocca 1.339 945 346 169

Pavia 1.337 886 326 186

Verona 1.425 951 338 205

Bari 2.977 1.631 383 254

N&poli "Fede(ièo,1I" 3.766 2.039 57,0 452

Roma "Tor Vergata" 1.934 1.236 390 273

Pisa 1.776 1 .115 347 271

Udine 625 448 172 108

Catania 2.910 1.443 400 343

Modena e Reggio Emilia 899 634 187 157 "30

Brescia 1.197 772 254 245 9

Torino 2.775 1.833 562 561 1

Piemonte Orientale 473 314 95 100 ·5

Politecnica Delle Marche 1.188 697 172 185 -131

Cagliari 1.628 800 194 225 -31

Foggia 694 323 71 110

Trieste 673 445 138 177

L'Aquila 1.017 533 137 184

Salemo 1.418 702 1.45 200

Molise 377 154 24 80

Insubria 651 406 113 180

Perugia 1.039 658 169 251

Firenze 2.149 1.265 318 406

Palermo 2.777 1.389 336 428

Sassari 793 312 57 153 ---- ----

Ferrara 823 501 124 238

Genova 1.289 724 179 300

Parma 981 593 152 285

Chieti-Pescara 1.519 735 131 269

Siena 775 432 90 235

Messina 1.028 473 95 250

Roma "La Sapienza" 5.635 3.174 795 953

Catanzaro 1 .600 589 84 279

SecopqaUniv. Napoli 2 . .167 U!95 23'9 464

Tol. 23 Atenei Centronord 38.372 24.647 7.685 6.860 825

Tol.14Atenei Mezzogiorno 24.671 12.218 2.866 3.691 -825

ITALIA 63.043 36.865 10.551 10.551 O

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n 370 i posti disponibili

Asili nido e scuole arriva il concorso per nuovi maestri

L'assessore al Personale Moxedano: il bando potrebbe arrivare entro l'estate

La metà del fabbisogno sarà coperta dagli interni con apposita procedura

Valeria Esca

VIa al concorso per le maestre ed educatrici di nidi e scuola per l'in­fanzia. Ad annuncialo ieri l'asses­sore al Personale, Franco Moxeda­no, durante la commissione con­giunta Scuola-Personale, presiedu­ta da Arnaldo Maurino ed Elio Izzi. Alla presenza anche dell' assessore alla Scuola, Annamaria Palmieri, e della dirigente del Servizio Educati­vo' Giovanni Paonessa, si è discusso del piano di fabbisogno del personale dei nidi e delle scuole co-munali. L'idea è quella di bandire un concorso en-tro l'estate, in maniera ta-le da espletare la prima parte, quella per il 50% ri-servata agli «interni», già entro l'anno. Per l'altra metà si procederà nel 2015. In tutto si tratta di 370 posti, che andrebbe-ro a coprirel'intero fabbi-sogno.

«Su queste basi - spie­ga l'assessore Moxedano - e su quelle normative della legge 125 del 2013, si prevede di rispondere al fabbisogno di 371 tramae-

stre ed educatori». Parliamo di 182 maestre, di cui 80 di sostegno, e 189 educatori, per i quali si farà ri­corso ad una procedura riservata per chi abbia già lavorato per alme­no 36 mesi, andando cosÌ a coper­tura del 50% dei posti, mentre si procederà con concorso esterno per l'altra metà. «Una via obbligata questa - sottolinea ancora l'asses­sore al Personale, - dal momento che non è più possibile, secondo la normativa vigente, assumere ogni anno il personale a tempo determi­nato in assenza di una procedura concorsuale. Solo cosÌ, e in attesa che si completi tutto l'iterprevisto, sarà possibile rinnovare le gradua­torie ed effettuare altri incarichi temporanei». Sui contenuti della decisione, ha assicurato l'assesso­re al Personale, resta aperto il con­fronto con i sindacati e il Consiglio comunale, anche se la decisione fi­naIe resta di competenza della Giunta.

Oltre alfabbisogno del persona­le scolastico è stata poifattain com­missione una valutazione più com­plessiva sulle criticità generali, a partire dall'approfondimento del­le cause di contrazione della do­manda per le scuole dell'infanzia che ha portato dai 6.083 iscritti nel 2009 ai 5.500 dell'ultimo anno sco­lastico 2013-2014. Su questo punto l'assessore Palmieri evidenzia co­me <<in riferimento alla fascia di età compresa tra i tre e i sei anni, la minore presenza

nelle scuole comunali va letta contestualmente al­la forte offerta, in crescita, proveniente dagli istituti comprensivi statali. A questo dato va poi ad ag­giungersi quello causato dalla crisi del20 12, che ha registrato una minore qualità dei servizi offerti dalle scuole comunali, e da una cultura che non ri­conosce nel nido un servi­zio affidabile per bambini molto piccoli, mentre la domanda cresce nelle fa­sce di etàimmediatamen­te successive, da l a 3 an­ni' per le minori resisten­ze culturali».

Tra i consiglieri intervenuti, per Antonio Borriello del Partito demo­cratico «occorre dettagliare il qua­dro generale dei precari dell' ammi­nistrazione cosÌ da effettuare una seria programmazione che riguar­di tutte le posizioni vacanti all'in­terno del Comune, e non solo quel­le delle maestre». Per Simona Mo­lisso di Ricostruzione democrati­ca, inoltre, «molte delle criticità che riguardano le scuole comunali potrebbero essere facilmente risol­te con interventi di pronta realizzabilità ed è riduttiva e di­spendiosa una riorganizzazione senza una preventiva programma­zione generale, bandendo un con­corso solo per le maestre e gli edu­catori».

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n Sole9]{l mmrn Data 24-04-2014 Pagina 3 Foglio 1

Gli effetti deUa spellding. Salta la stretta sui fondi per l'università ma sale a 240 milioni quella sui ministeri· Non «cifrati» gli interventi su dirigenti pubblici, immobili e municipalizzate

Dai tagli di spesa meno di 3 miliardi nel 2014 Marco Rogari ROMA

Meno di 3 miliardi di euro nel 2014. Con le ultime limature tecniche al decreto taglia-cune 0-fIscale l'asticella degli effettivi ta­gli alla spesa si è ulteriormente abbassata. L'ultima versione del testo prevede per quest'anno in­terventi riconducibili a una rea­le "spending" per circa 2,9 miliar­di, considerando anche i 75 milio­ni attesi dalla riduzione dei costi a carico dello Stato per la riscos­sione fiscale (le commissioni bancarie sui modelliF24). Le mi­sure che producono maggiori en­trate assicurano una dote di 3,7 miliardi. Dai tagli quindi arriva non più del 44% della copertura dei 6,65 miliardi, in termini di ef­fetto sull'indebitamento della Pa, necessari per garantire quest'anno il bonus Irpef da 80 euro mensili. Con la rinuncia in extremis alla riduzione di 30 mi­lioni deifondi per università e ri­cerca. E l'aumento, sempre sul fI­lo di lana, della stretta su ministe­ri e Presidenza del consiglio che sale da 200 a 240 milioni.

Diventa poi più ad ampio rag­gio l'intervento sulle partecipa­te (non solo quelle a totale par-

conARElU Il commissario alla spending: «Ho proposto al governo di ridurre la spesa per la Difesa di 2,5 miliardi entro il 2016»

tecipazione diretta dello Sta­to), che sono chiamate a ridur­re i costi del 2,5% nel 2014 e del 4010 nel 2015 con un risparmio sti­mato in 50 milioni per guest'an­no e 80 milioni per quello suc­cessivo. Per conoscere gli effet­ti della "potatura" delle munici­palizzate occorrerà invece at­tendere il 2015 quando decolle­rà il piano che il commissario Carlo Cottarelli dovrà stende­re entro il31 ottobre.

A non essere cifrato è anche il nuovo tetto di 240mila euro lor­di annui per gli stipendi dei diri­genti pubblici. Che riguarderà

anche le Authority e le società partecipate ma non la Banca d'Italia per la quale la versione fI­nale del decreto prevede solo una norma d'indirizzo: l'Istituto di via Nazionale dovrà autono­mamente adeguarsi alle regole introdotte dal decreto. Nello schema di relazione tecnica si af­ferma che l'intervento lascia im­mutato il quadro di riferimento a normativa vigente, pertanto le risorse recuperate vanno convo­gliate nel Fondo di ammorta­mento dei titoli diStato. Il Gover­no non quantmcaneppure la pla­tea dei dirigenti che saranno in­teressati dal tetto.

Sempre lo schema di relazio­ne tecnica evidenzia che non si registrano risparmi effettivi neppure dalla stretta sulle auto blu: le esigue risorse recuperabi­li vengono considerate assorbi­te dal maxi-intervento sugli ac­quisti di beni e servizi della Pa dal quale dovranno arrivare, co­me annunciato, 2,1 miliardi quest'anno ripartiti equamente, 700 milioni a testa, tra Regioni, enti locali e ministeri.

Proprio i ministeri in ogni ca­so dovranno far scattare un giro di vite sulle forniture facendo le­va sulla Consip da 200 milioni nel 2014 in termini di competen­za e cassa (300 milioni dal 2015), che graverà soprattutto su Dife­sa (75,3 milioni), Economia (41,9 milioni) e Interno (35,1).

Al capitolo dei beni e servizi vengono associati i 400 milioni derivanti dalla rideterminazio­ne dei programmi di spesa per la Difesa nazionale. Ieri nel corso di un'audizione parlamentare il commissario Carlo Cottarelli ha detto di aver proposto al Gover­no di ridurre la spesa per la dife­sa di2,5 miliardi entro il 2016.

Il decreto conferma il taglio di 150 milioni alla Rai e anche la contabilizzazione deilOo milio-

ni legati alla riforma delle Pro­vince. Come previsto la spen­ding scatta anche per Quirinale, Camere e Corte costituzionale: 50 i milioni attesi con misure au­tonomamente deliberate. Cura dimagrante di 5,5 milioni anche per gli organi di rilevanza costi­tuzionale: gli stanziamenti si ri­durranno di 3,1 milioni per la Corte dei conti, di 1,7 milioni per Consiglio di Stato e Tar, di 428mila euro per il Csm e di 195mila per il Cnel.

Un'altra voce significativa è l'intervento sulla remunerazio­ne dei conti di tesoreria e sulle provvigioni di collocamento dei titoli che garantirà quest'anno 250 milioni. Tornando al perso­nale pubblico, dal nuovo giro di vite su consulenze e ricorso ai co.co.co. arriveranno, rispettiva­mente, 20,1 e 11,3 milioni nel 2014 (60,5 e 33,9 milioni nel 2015). Al­tri 75 milioni l'anno sono previ­sti dall'obbligo di pubblicazione telematica di avvisi e bandi di ga­rasenza utilizzare più i quotidia­ni. Nell'elenco delle voci ancora non cifrate compaiono la fattura­zione obbligatoria della fattura­zione elettronica e della raziona­lizzazione dei costi e delle spese dilocazione degli immobili pub­blici che andrà a regime nel 2015.

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il pasticciaccio del plico di Bari Uno scatolone aperto scatena i sospetti: nell'ateneo 6 candidati tra i primi 100 d'Italia

CARMINE FESTA BARI

Baresi molto preparati oppure un po' imbroglioni? La polemi­ca sui test per l'accesso alla Fa­coltà di Medicina riesplode do­po la pubblicazione della gra­duatoria nazionale che vede sei baresi tra i primi cento classifi­cati in Italia. Li «marchia» il co­dice «02» che indica la prove­nienza territoriale.

Il codice compare per ben sei volte tra i primi cento classi­ficati e indica studenti residen­ti a Bari città, Gravina in Puglia e in altri centri della provincia.

La classifica li vede protago­nisti al terzo, quinto, venticin­quesimo, quarantottesimo, qua)"antanovesimo e sessantu­nesimo posto. Il sospetto che il piazzamento eccellente possa essere frutto di altre cose oltre che della preparazione, deriva

anche dalla circostanza che su­bito dopo la conclusione dei test, sia la magistratura che l'università barese hanno aper­to due inchieste; il motivo è che al termine delle prove nell'aula di Economia è stato ritrovato uno scatolone aperto con un plico mancante. Ecco allora che la diffusione di questa notizia ha scatenato i sospetti sul web tra tutti i partecipanti al test.

Ma sull'esito dei test per i ba­resi interviene Antonio Uric­chio, rettore dell'ateneo puglie­se che commenta così i risulta­ti: «Bari è in linea con il dato na­zionale e le dimensioni degli atenei. E non credo - aggiunge - che il dato grezzo possa esse­re rivelatore di anomalie o irre­golarità dal punto di vista delle procedure».

Sui sospetti che circondano la prova dei baresi lo stesso ret­tore infine spiega: «Per quel che è successo il più rammari­cato sono io, ma anche gli stu­denti che hanno sostenuto la prova. Sono fiducioso che le in­dagini della magistratura e quella nostra amministrativa interna possano presto fare piena luce».

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AMMISSIONI A MEDICINA

Piovono i ricorsi sul test più contestato di tutti i tempi Irregolarità e domande mal poste: si rischia l'annullamento

FLAVIA AMABILE ROMA

Non c'è solo il plico mancan­te: dai telefonini che squilla­vano praticamente ovunque ai genitori dei candidati che entrano e salutano i commis­sari durante il test, dai posti assegnati arbitrariamente dalla commissione senza sor­teggio come prevede il regola­mento fino alle domande er­rate, questo del 2014 rischia di essere il test di ammissione più contestato di sempre.

Migliaia le denun~e di irre­golàrità. Circa mille sono ar­rivate solo all'Udu, l'associa­zione di studenti che per pri­ma ha lanciato l'allarme sul plico mancante a Bari. Ma sta preparando un ricorso anche il Codacons. «A noi sono arri­vate il doppio delle denunce rispetto . all'anno scorso», spiega Gianluca Scuccimar­ra. Che cosa voglia dire que­sto aumento vertiginoso lo si capirà forse meglio fra alcuni mesi quando arriverà la sen­tenza al maxi-ricorso colletti­vo che l'associazione sta pre­parando e che verrà presen­tato non oltre il 12 maggio quando saranno rese note le graduatorie.

Per ora leggere il corposo dossier che l'Udu sta metten-

do insieme significa mettere a nudo questo test che dovreb­be rappresentare l'iniziazio­ne nel mondo adulto per mi­gliaia di studenti e che anche quest'anno assomiglia soltan­to a una lotteria dai contorni poco chiari.

Sconosciuti i metal de­tector e le schermature delle aule, le segnalazioni di cellu­lari che squillavano impune­mente in aula durante i test sono arrivate da tutt'Italia molto più dell'anno scorso. Una regola prevede che i questiona­ri debbano essere totalmente anonimi e così le persone men­tre li completano: in più atenei, invece, i documenti d'identità sono stati tenuti sui banchi, op­pure sono stati inCrociati gli elenchi dei candidati con le liste dei posti sorteggiati.

Una parte consistente di stu­denti ha denunciato la presen­za di test con risposte tutte er­rate o mal poste, in particolare di biologia e chimica. Le più contestate sono le domande 31 e 32 del test di medicina. Il Miur

A noi sono arrivate il doppio delle denunce rispetto all'anno scorso. Già nel2013 un paio

di domande sono state annullate in seguito perché si è riconosciuto che erano difficilmente interpreta bili G. Scuccimarra Coordinatore Udu, Unione degli universitari

assicura che le soluzioni propo­ste erano corrette e che anche il testo era perfettamente rego­lare, ma l'Udu va avanti: «Pur­troppo - spiega Gianluca Scuc­cimarra - chi scrive lo fa spesso traducendo male o comunque formulando in modo contorto i testi. Già l'anno scorso un paio di domande sono state comun­que annullate in seguito perché è stato riconosciuto che erano difficilmente interpretabili».

Alle difficoltà abituali que­st'anno se n'è aggiunta una in più, le domande che fanno par­te del programma dell'ultimo anno delle superiori ma che l'anticipo ad aprile del test non ha permesso di svolgere. Fra le irregolarità diffuse in tutt'Ita­lia anche l'impossibilità per gli studenti di annullare, all'atto della consegna, il secondo fo-

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glio delle risposte non utilizza­to e i posti assegnati dalle Com­missioni a discrezione senza ef­fettuare -il sorteggio previsto dal regolamento.

Ci sono poi alcuni casi parti­colari. A Palermo in tanti hanno denunciato che la commissione ha ridotto arbitrariamente il tempo a disposizione dei candi­dati, 90 minuti invece dei 120 previsti per regolamento. A Pe­rugia c'erano candidati nati nel 1959: pur essendo perfettamen­te legittimo, l'Udu chiede di vigi­lare perché spesso si tratta di persone che dopo essere entrate in graduatoria vendono il posto conquistato a chi è rimasto fuo­ri. Alla Sapienza a Roma in tre hanno svolto la prova tenendola sulle gambe, non c'erano i ban­chi e una commissione ha fatto riaprire le buste sigillate dai candidati dopo la consegna dei test perché mancava la scheda anagrafica. A Tor Vergata man­cava un compito all'interno del plico aperto in aula.

L'elenco delle irregolarità an­cora non è definitivo. Quello che è certo è che si annunciano tem­pi difficili per la credibilità del test, soprattutto dopo il succes­so ottenuto lo scorso anno sem­pre dall'Udu, che per gli errori commessi sul bonus maturità è riuscito a far ammettere mille studsnti in più a Medicina.

Commento di Andrea Gavosto APAGINA26

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Il test per l'ammissione a Medicina era composto da 60 quesiti e si è svolto a partire dall'8 aprile

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-Il ricorso

Dislessici: In campo i magistrati

A Napoli non si sono affievolite le polemiche sui tempi concessi dalla commissione esaminatrice per i test di ingresso alla facolta di Medicina e Odontoiatria ai candidati dislessici. La parola passa infatti alla magistratura inquirente a cui i carabinieri di Bagnoli hanno inviato un dettagliato rapporto dopo l'<<irruzione>> nell'aula, al momento degli esami. Come si ricorderà il Tar era stato chiamato a dare una risposta rapida a quei candidati dislessici che avevano sollecitato la consegna di calcolatrici e tavole per poter affrontare l'esame. I giudici, con una procedura d'urgenza, avevano detto che sì i ragazzi dovevano essere dotati della strumentazione necessaria. Ma la consegna dei supporti didattici, a dire dei denuncianti, sarebbe stata effettuata in ritardo. E su questo ritardo ora si giocano i ricorsi. Intanto altre presunte irregolarità emergono dal racconto di alcuni candidati che pure hanno messo nero su bianco per denunciare, innanzitutto, che l'aula dove è stato effettuato il concorso non era dotata di sedie standard per gli

esami ma di sedie congressuali che non sarebbero «omologate» per la prova. In secondo luogo sarebbero state denunciate anche violazioni nelle nomine dei commissari relative ad incarichi affidati a funzionari e non a docenti.

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Stefania Giannini

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Nel 1999 i Conservatori sono diventati istituti di livello

universitario. Dopo 15 anni il mancato varo dei decreti

attuativi ha lasciato nel guado un'eccellenza italiana come

l'istruzione musicale. L'allarme di direttori e docenti e le attese dei 48mila studenti

ALESSANDRO BELTRAMI

l 21 dicembre 1999 la legge n. 508 tra­sformava i Conservatori italiani in isti­tuti di livello universitario. Quasi 15 an­ni dopo la riforn1a, discussa e da al­cuni aspramente contestata, è an­cora in mezzo al guado. Lo ha os­servato anche il ] aprile scorso

il ministro all'Istruzione Giannini in un'udienza al Senato, in cui ha affer­mato che il settore dell' Alta FOlmazio­ne Artistica e Musicale (Afanl) I che comprende i conservatori, le accade­mie di belle arti, la Fedele D'Amico e quella dì danza, è «un comparto che ne­gli ultimi anni è stato trascurato dalla po­litica, soprattutto ministeriale», ribaden­do la volontà di approntare un «urgente un complessivo e ben strutturato processo d i rifa ffila)).

«11 fatto è che molti dei decreti attttativi previsti dalla Legge 508 non sono nlai stati enlanati» spiega Paolo Troncon, a capo del Conservatorio di Castelfranco Veneto e presidente della Con­ferenza dei direttori dei conservatori di musica. «Manca ad esempio quello per il reclutamento della docenza: oggi i professori si individuano ancora su criteri quantitativi, come l'anzianità, piuttosto che qualitativi, elenlenti che non ga­rantiscono sempre agli studenti la migliore of­ferta artistico-didattica richiesta. Inoltre i corsi di studio previsti dal regolamento didattico, che è del 2005, non sono ancora tutti a ordinamen­to. Il biennio superiore, varato nel 2004, è anco­ra sperimentale. E non al1hiamo il terzo livello, quello di formazione alla ricerca». Non è bastata la parola per equiparare i con­servatori alle università. E il sistenla è entrato in crisi. aI Conservatori _ .. prosegueTroncon - so­no nati in Italia; la nostra tradizione didattica è ilnportante e universalnlentericonosciuta. Ma non ci possiamo femlare alla gloria della storia! Se guardiamo al sistema europeo dell'alta for­mazione musicale siamo in litardo. Non ci man­cano certo i bravi docenti; la nostra fomlazio­ne ha nlllnerose punte di eccellenza e una nle­dia più che soddisfacente, e riprova ne è che in Europa insegnano tanti italiani. Quel che non ha funzionato bene è ilsistema generale, a par­tire dall'autonomia, prevista dalla Legge 508 e male interpretata. H ministro Giannini ha mes­so al centro questo punto, e ha falto bene. Bi­sogna cominciare a ragionare in termini diver­si dal passato». C'è poi il tema della valutazione e de] merito, «essem~iale nel campo artistico e ora scarsa­mente considerato. La premialità è vista con so­spetto e alla parola "valutazione", per i docen­ti, peri corsi epergliistituti, si alzano i muri. Tut­to questo però ci allontana dal sistema della for­mar,ione superiore al quale apparteniamo e pe­nalizzale istituzioni più virtuose e i docenti che forniscono un vero valore aggiunto. La merito­crazia è la sola via». In Italia i conservatori sono 78 statali e 4 priva­ti. Gli insegnanti in organico (dati 2013) sono 5.897 a cui si aggiungono 1.067 professori a con­tratto. Gli studenti invece sono 48 mila. Nove conservatori superano i mille iscritti: Bari (1.779), Roma (1.654), Palermo (1.621), Vibo Va­lentia (l.515), Milano (1.456), Frosinone (1.235), Salerno (l.l63), :'IIapoli (1.068), Avellino (l.l71). Saltasuhito all'occhio la preponderanza di città dell'Italia meridionale. Ed è la Puglia la regione con più studenti (5.144) mentre la Campania quella con più iscritti in proporzione agli istitu-

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Sedotta e abbandonata

I CINESI LO STUDIANO DA NOI All'estero i nostri Conservatori piacciono.

ti (4.340 per 4 scuole). Sono numeri che si pos­sono spiegare con una tendenza al Sud a for­Inare classi più numerose Ce in qualche caso so­vradimensionate): ad esempio nei conservato­ri lonlbardi il rapporto studenti per docente è 4,83, nel Veneto è 6, l O, nel Lazio 7,16, in Cam­pania 8,43, in Calabria 10,52. La medialHl'Zionale è 6,95. Se il rapporto pub senlbrare comunque basso rispetto a uduniversità non bisogna di­menticare che l'inseb1Jlamento nlusicale spesso richiede classi piccole e lezioni individuali. La maggior parte dei conservatori è sita in ca­poluoghi di provincia, ma non mancano ecce~ zioni: in Lombardia Gallarate, Castelfranco in Veneto, in Calabria ).Jocera Terinese, in Puglia Monopoli, Ceglie Messapica e Rodi Gargaoico, in Sicilia Ribera. È un assetto formatosi negli an­ni 70. (iII problema - commenta Troncon - però non è che ci siano troppi Conservatori. TI fatto è che la riforma ha trasformato tutti i Conserva~ tori esistenti in Istituti Superiori di Studi Musi-

cali, in nlaniera indifferen7.Ìata. Anche se i 5i­sten1i non sono del tutto accostabili, i nu~ meri dicono che in Paesi come Germania e Spagna i Conservatori supeliori sono meno di trenta, ma ci sono molte scuole profes~

sionali dove si pub studiare musica. In Fran-cia ci sono trentasei Conservatori regionali e

un centinaio di scuole nazionali di musica. So­lo due sono però Conservatori superiori, a Pa­rigi e a Lione. E negli altri Paesi europei la si­ttwzione è in proporzione circa la stessa». Dei 48 nlila studenti iscIitti al Conservatorio so~ lo 19 mila appartengono alla fascia superiore, ossia quella relativa agli iscritti ai corsi di stu­dio del nuovo ordinamento e quelli ai periodi superiori dei corsi del vecchio ordinanlento. Questi ultimi corsi sono a esaurimento, ma poi~ ché la durata dei corsi è molto lunga si prevede che fino al 2020 circa ci saranno i.meora iscritti. «I restanti studenti sono iscritti ai cosidde1.1.icorw

si "preaccademici", dove studiano in un per­corso professionalizzante ma sono privi delle competen7,e o dei requisiti per accedere ai cor­si triennali. Sono studenti che quando rag­giungeranno i limiti di età o la maturità presu w

mibilmente entreranno a pieno titolo nel Con­servatorio supeIiore». E qui scatta un altro dei grandi paradossi gene­rati dalla riforma: una volta i Conservatori se­guivano la formazione artistica dall'inizio fino al diploma. Oggi la prima fase non fa più parte della loro missione. «Questi corsi sono attual­mente in fase di analisi e discussione . ..\1a ì li-

velli della forn1azione artistica non posso­no essere identificati in rapporto all'età

anagrafica . ..\1enU·e a quindici anni non si può esercitare il mestiere di lnedi~

co o di awocato, si pub essere ec~ Specialrnente in Cina. Tanto è vero che i nostri istituti gli

studenti che arrivano dall' ex regno del dragone non sanno più cellenti violinisti in carriera. Dob­biamo allora coniugare meglio le esigenze della formazione arti­stica con quelle generali e spe­cifiche della formazione supe­riore. Come Conferenza dei di­rettori abbiamo pensato di di­videre concettualmente quel­lo cbe IleI preaccaden1ico rap­presenta la "formazione ini­ziale", quella che serve allo stu­

dente per orientarsi, dalla "pro~

dove metterli. E non è una rnetafora. Su 2.141 studenti stranieri 01 4,3% del totale, una proporzione superiolB a quella delle università

italiane, attestata intorno al 3%), uno su tre è cinese. «Arrivano soprattutto per studiare canto - spiega Paolo Tronccn - ma anche pianoforte e altri strumenti. La dornanda é maggiore dell'offerta. Ed è destinata ancora a crescere. Da anni esiste un acccrdo intergovernativo (prograrnrna "Turandot"), che prevede un accesso prilAlegiato con un contingente che viene chiesto di anno in anno agli istituti. Ma il rninistero ha annunciato piani per aumentare gli studenti cinesi». L'affluenza di studenti orientali tende a ccncentrarsi nelle città più note, ma poi, anche per carenza di disponibilità, viene distribuita su tutto il

territorio. L.:affluenza però crea anche difficcltà: gli studenti cinesi richiedono infatti l'introduzione di insegnanti di lingua

e di rnediatori culturali. Che in molti casi ftnisccno per aggravate i bilanci dei singoli istituti. (A.BeL)

pedeutica", quella già avanzata, ma non ancora suffIciente per

l'accesso allìvel10 triennale. È que­st'ultima una realtà che esiste anche

in Europa, con dipartimenti ad hoc».

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n ministro Giannini in visita all'università È attesa il3 maggio per consegnare le borse lavoro agli studenti, poi mangerà le virtù a mensa

t TERAMO

Il ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Stefania Giannini, visiterà il prossimo 3 maggio l'universi­tà di Teramo. Ne dà annuncio l'ateneo sul proprio sito istitu­zionale' specificando: «La ceri­monia prenderà avvio alle ore Il e terminerà alle 13.30 e si svolgerà in aula magna». L'oc­casione sarà la consegna, da parte del ministro, delle prime 30 borse lavoro ottenute da studenti dell'ateneo per svol­gere attività retribuite all'inter­no del campus. L'evento sarà accompagnato dalla musica

con proprie delegazioni. Stefania Giannini, senatrice

di Scelta Civica per l'Italia e at­tuale segretaria del partito fon­dato da Mario Monti, non è per caso ministro dell'Univer­sità e si trova certament~ a pro­prio agio in un campus. E infat­ti una glottologa e fino al 2012 è stata rettrice dell'università per stranieri di Perugia. A lei toccherà dunque consegnare le prime 30 borse lavoro che l'ateneo ha assegnato ai propri studenti. Si tratta di un'iniziati­va fortemente voluta dal retto-

dell' orchestra sinfonica giova­nile dell'istituto musicale Bra­ga di Teramo e si concluderà con un pranzo nella mensa del campus che verrà preparato dagli studenti dell'istituto al­berghiero Di Poppa. Il piatto forte? Manco a dirlo, le terama­nissime "virtù". Insomma: il rettore wciano D'Amico, che ha invitato personalmente il ministro alcune settimane fa, mostrerà a Stefania Giannini e al suo staff alcune delle eccel­lenze della città. Di più: sarà anche l'occasione per pro­muovere l'ateneo tra i ragazzi re D'Amico e dai suoi collabo­delle scuole superiori della ratori per responsabilizzare i provincia, che parteciperanno ragazzi: borse da 1.200 euro

Stefania Giannini di Scelta Civica, ministro dell'Istruzione

per un monte di 200 ore d'im­pegno, che vanno aremunera­re diverse attività. I 30 che le ri­ceveranno il3 maggio sono im­pegnati nel cosiddetto "orientamento in entrata", cioè promuovono l'ateneo nel­le scuole superiori.

Le prossime 25 borse saran­no assegnate per la gestione e manutenzione delle aule di­dattiche; seguiranno in futuro altre attività, anche ammini­strative. Val la pena sottolinea­re che se lo studente-lavorato­re accetta di andare all'estero, la sua borsa raddoppia e per svolgere un Erasmus gli vanno in tasca 1.200 euro oltre ai 1.300 assegnati istituzional­mente. (d. v.)

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UNIVERSITÀ • Dietrofron del governo: depennati i tagli al Miur

Gli atenei ritrovano i 75 milioni

P rima Renzi e Padoan han­no tagliato. Poi, risveglia­ta di botto dall'assopi­

mento pre-elettorale, la mini­stra dell'Istruzione Giannini ha chiamato «accantonamenti contabili" i tagli da 75 milioni ai bilanci dei 66 atenei italiani per il 2014 e il 2015. Gli accan­tonamenti previsti venerdì scorso in una delle fantomati­che bozze del decreto sul cu­neo fiscale erano un eufemi­smo complesso con lo stesso valore del "pagherò'" il Miur, già sbrindellato da 9,5 miliardi in tagli, avrebbe assicurato al governo 75 milioni da una del­le sue tante voci di spesa, non necessariamente dal fondo per gli atenei.

L'alibi è dovuto sembrare inl­probabile anche a Wl governo che non ha molto senso del­l'umorismo, ma certamente

ancora il senso del ridicolo. l ta­gli c'erano eccome e ieri, a po­che ore dalla pubblicazione del decreto in gazzetta ufficia­le, c'è stato il dietrofront clamo­roso. Gli «accantonamenti» nel­la nuova versione del testo non ci sono più: depennati l'artico­lo 52 e i relativi commi, che ri­guardavano l'università e un ta­glio non precisato al fondo per gli enti di ricerca vigilati dal Miur. Nell'attuale versione i sa­crifici imposti al Miur saranno solo quelli di tirare la cinghia sulle gare per beni e servizi, di solito appaltati all' esterno coin­volgendo cooperative che lavo­rano in outsourcing.

Per il 2014 dovranno arriva­re nel gran calderone del fon­do predisposto dal governo 6,3 milioni, 9A per il 20 15 e il 2016. li totale messo in preventivo dal decreto è di 200 milioni e ri-

guarda le spese di tutti i mini­steri. Ammesso che sia quello che verrà firmato da Napolita­no, nel testo sembra emergere la stessa norma che obbligherà ad esempio gli enti locali a ta­gliare la spesa sanitaria per l'importo previsto dal governo entro 60 giorni, altrimenti sarà il commissario alla spending review a tagliare in maniera li­neare. All'articolo 50, comma 44, avverrà lo stesso all'istruzio­ne, se non taglierà i fondi per l'acquisto di beni e servizi.

Nell'immensa partita di giro dei tagli alla spesa pubblica, mirati a costituire il capitale ne­cessario a Renzi pcr finanziare il bonus elettorale del taglio al­l'Irpef, l'università e la ricerca sembrano essere state rispar­miate. Al momento sulla grati­cola sono finiti gli enti locali e le regioni, tutti in rivolta. Ro. Ci.

OTTANTJlRABBIA. __ -----o-----=-___ ----.: __

PiofÌltitn.,· • ,~~:#:l'v:o;:3;';i':;.);~'ì.~;;~[~: !;j:~;,:t5',~'.~::.:':;" y;:;::s,.

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n governo Le misure

Bonus sui redditi fino a 24 mila euro Ma resiste il «registro delle auto» Atteso per oggi in Gazzetta il decreto. Cottarelli: 3,5 miliardi dalla Difesa

ROMA - n bonus da 80 eu­ro «avrà ripercussioni positi­ve sul prodotto interno lor­do», che quest'anno potrebbe salire anche di più rispetto al­lo 0,8% fissato nel Def, il Do­cumento di economia e finan­za approvato dal Consiglio dei ministri pochi giorni fa. La previsione arriva dal ministro dell'Economia Pier Carlo Pa­doan nel giorno in cui il testo definitivo del decreto legge è stato inviato al Capo dello Sta­to' che lo dovrebbe firmare oggi. n bonus per i lavoratori dipendenti, 80 euro netti al mese nella fascia da 8 mila a 24 mila euro lordi l'anno, co­sta in tutto 6 miliardi e 655 milioni di euro. TI calo del­l'Irap per le imprese vale 700 milioni quest'anno e 3,1 mi­liardi nel 2015. Rispetto alle bozze degli ultimi giorni è sparita l'abolizione del Pra, il pubblico registro automobili-

I magistrati Prima l'esclusione dei magistrati dal tetto di 240 mila euro, poi il reinserimento del taglio nella versione definitiva

stico, che ha già resistito a di­versi tentativi di abrogazione e pure ad un referendum. TI governo assicura che si farà con un prossimo provvedi­mento.

Le Regioni protestano per i 700 milioni di euro che do­

vranno portare alla causa e oggi i loro presidenti si trove­ranno a Roma per una confe­renza straordinaria. I magi­strati, invece, aspettano di ve­dere la Gazzetta ufficiale. Nel testo inviato al Quirinale il tetto agli stipendi da 240 mila euro lordi l'anno riguarda an­che loro. Questa versione del­la norma viene confermata sia dal ministero del Tesoro sia dalla presidenza del Consi­glio. Ma l'articolo in questio­ne, il numero 13, è stato ri­scritto più volte, in alcune bozze che avevano in calce la dicitura «definitivo» i magi­strati erano effettivamente

esclusi dal tetto. Segnale di un lungo braccio di ferro che ri­guarda non solo gli stipendi ma anche le pensioni, visto che per i magistrati vale il si­stema retributivo dove gli ul­timi stipendi pesano ancora parecchio.

Nel testo inviato al Quirina­le viene fissata la dotazione del fondo per rendere stabile il bonus nei prossimi anni quando, secondo il premier Matteo Renzi, prenderà la for­ma di un taglio ai contributi sociali. n fondo avrà una do­tazione di 1,94 miliardi in ter­mini di saldo netto da finan­ziare e di 2,7 miliardi di euro in termini di indebitamento netto per il 2015, di 4, 7 miliar-di per il 2016, di 4,1 miliardi per il 2017, di 2,13 miliardi dal 2018. Tutte voci poi dai riem­pire con le prossime leggi di Stabilità. Salgono a 240 milio­ni i risparmi attesi dai mini-

steri. Confermati gli «almeno 400 milioni» a carico della Di­fesa Proprio di questo settore ha parlato il commissario alla spending review. Carlo Cotta­relli ha ricordato che nel suo rapporto indicava in 2,5 mi­liardi l'anno i risparmi possi­bili nel settore come obiettivo per il 2016. Ma ha anche ag­giunto che allineare la spesa italiana al livello degli altri Paesi europei significherebbe fare di più e salire a 3,5 miliar­di. Su come arrivare a questo risultato Cottarelli non si sbi­lancia, perché le «scelte tocca­no alla politicID>. Nelle prossi­me settimane i parlamentari del Pd dovranno votare il do­cumento presentato un mese fa dai colleghi della commis­sione Difesa che propone di dimezzare il programma di acquisto degli F35, i caccia­bombardieri americani.

Lorenzo Salvia @lorenzosalvia

(O RIPRODUZIONE RISERVATA

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80 euro in più in busta paga I lavoratori dipendenti con un reddito tra gli 8 e i 24 mila euro si troveranno in busta paga da maggio un bonus di 80 euro al mese. Il bonus decrescerà fino a zero da 24.000 a 26.000 euro.

Restano esclusi gli incapienti. Il bonus diventerà strutturale con la legge di Stabilità per l'anno 2015. Il bonus per i lavoratori dipendenti vale complessivamente 6,6 miliardi ai fini dei calcoli del deficit di quest'anno. Ma, in termini di cassa, il numero si suddivide in 5,8 miliardi nel 2014 e 800 milioni nel 2015. È quanto emerge nella tabella riepilogativa degli effetti del decreto Irpef-spending review.

Irap giù del 10°10 Il nodo degli acconti Dal 2014 l'aliquota Irap scende dal 3,9 al 3,5% (-10% circa), ma per l'acconto si pagherà un'aliquota al 3,75%. Per le banche e gli altri istituti finanziari l'aliquota passerà dal 4,6 al 4,2%, per le imprese di assicurazione

dal 5,9 al 5,3%. Per i soggetti che operano nel settore agricolo e per le cooperative della piccola pesca l'lrap diminuirà dall'1,9 all'1,7%. Il calo dell'lrap per le imprese, previsto dal decreto Imu-spending review, vale 3,8 miliardi nel biennio 2014: 700 milioni quest'anno e 3,1 miliardi nel 2015. Nel 2016, superato il periodo di sfasatura dei saldi e degli acconti, si attesta a 2 miliardi. È quanto prevede la tabella con gli effetti su fabbisogno e deficit del decreto.

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Bankitalia, SU la tassa sulle rivalutazioni L'imposta sulle plusvalenza bancarie derivanti dalla rivalutazione delle quote detenute nel capitale della Banca d'Italia sale al 26% e dovrà essere versata «in un'unica soluzione entro il termine di versamento del

saldo delle imposte sui redditi dovute per il periodo d'imposta in corso al 31 dicembre 2013», cioè giugno 2014. «Le norme, percome sono scritte, escludono le basi per un ricòrso»: lo ha detto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan a proposito del capitolo della tassazione sulla rivalutazione delle quote. Il provv~dimento ha suscitato diverse critiche dal mondo del credito, che nei giorni scorsi non ha escluso la possibilità di un ricorso.

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Obiettivo 2 miliardi in più nel 2015 Il governo punta a incassare nel 2015 dalla lotta all'evasione almeno 2 miliardi in più rispetto al 2013, quando l'Agenzia delle Entrate ha registrato un introito record di 13,1 miliardi. L'obiettivo

dell'anno prossimo vale quindi circa 15 miliardi di euro. L'esecutivo presenterà entro due mesi dall'entrata in vigore del decreto Irpef un rapporto alle Camere sui risultati della lotta all'evasione nel 2013- 2014 e sugli obiettivi attesi per gli anni successivi. «Sull'evasione fiscale possiamo fare di più, non con iblitz ma con !'innovazione e /'incrocio dei dati», ha detto il premier Matteo Renzi.

Forbici alla politica, 240 milioni di risparmi Salgono da 200 a 240 milioni i tagli ai ministeri e alla presidenza del Consiglio per il 2014. Sarà un decreto del presidente del Consiglio a individuare -le misure correttive necessarie per il raggiungi mento dell'obiettivo di

risparmio di spesa indicato. Il peso maggiore del risparmio sarà del ministero della Difesa che dovrà

i prevedere riduzioni (o anche . compensare tra diversi capitoli) per

75,3 milioni nel 2014 e per 112,8 milioni dal 2015. Segue il ministero dell'Economia con 41,9 milioni nel 2014 e 62,8 nel 2015.11

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ministero dell'lntern. o passerà da 35,1 milioni nel 2014 a 52,7 milioni nel corso dell'anno successivo, il 2015.

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BUZIONI Arriva iltaglio degli stipendi anche per la Corte costituzionale ROMA -ll tetto di 240,mila euro lordi annui per le retribuzioni pubbliche, fissato nel decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri di venerdì santo, dovrebbe determinare, indirettamente, anche il taglio dello stipendio del presidente e dei giudici della Corte costituzionale, benché si tratti di un organo appunto costituzionale e quindi provvisto di propria autonomia. L'articolo 13 del decreto riduce infatti, dal prossimo primo maggio, da 311 a 240 mila euro il «massimo retributivo riferito al primo presidente della Corte di cassazione», al quale sono agganciati,' secondo la legge 289 del 2002, anche gli stipendi dei giudici e del presidente

della Consulta. In particolare, la loro retribuzione, dice ql!esta legge, è pari al tetto «aumentato della metà». Per il presidente poi, si aggiunge una speciale indennità. Attualmente i 14 giudici della Corte costituzionale prendono 457.839 euro lordi l'anno e il presidente 549-407 euro. Per effetto del decreto che abbassa il tetto del primo presidente di cassazione a 240 mila euro, la loro retribuzione dovrebbe scendere rispettivamente a 360 mila e 438 mila euro lordi. Valori co~unque superiori a quelli dei loro omologhi in altri Paesi europei.

Enr.Ma. © RIPRODUZIONER1SERVATA

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.» I Pubblica amministrazione

Pensioni, avanza il piano a rate Dirigenti, stop ai tagli lineari

ROMA - Non ci saranno tagli lineari agli stipendi dei diri­genti pubblici. Le tre-quattro fasce con altrettanti tetti alla retribuzione, comparse nelle bozze preparatorie del decreto legge sul bonus da 80 euro e non entrate nel testo del provve­dimento approvato venerdì santo dal governo, non ricompari­ranno nella riforma della pubblica amministrazione. il presi­dente del Consiglio, Matteo Renzi, e il ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia, ieri hanno fatto il punto in vista della riforma che potrebbe essere approvata dal Consiglio dei ministri la prossima settimana. Si tratterà di un decreto legge, probabilm~nte affiancato da un disegno di legge delega. Madia ha ribadito la propria contrarietà a tagli lineari. Anche l'ipotesi di sospendere l'indennità di posizione in vista di un riordino dei criteri di determinazione della stessa è stata accantonata. Si lavora tuttavia a una ridefinizione della parte variabile della retribuzione per evitare che, come è accaduto finora, i premi vengano distribuiti a pioggia. Secondo quanto anticipato dallo stesso Renzi, «studieremo la possibilità che i dirigenti pubblici vengano valutati per i meriti anche dal personale e dai colle­ghi» e <<Una parte della retribuzione sarà legata alle performan­ce del Paese>, per esempio al prodotto interno lordo. Obiettivo della riforma sarà la semplificazione attraverso le nuove tecno­logie. Tutti i cittadini saranno dotati di un codice pin per sbri­gare online le pratiche. Ciò richiederà anche l'avvio di un per­corso di svecchiamento del personale, che oggi vanta un'età media tra le più alte in Europa. Per questo sono allo studio meccanismi di «staffetta generazionale» come illustrato dalla stessa Madia in Parlamento: sblocco del tum over, favorendo contemporaneamente il pensionamento dei dipendènti più anziani in esubero. A questo proposito, ieri, il commissario per la revisione della spesa pubblica, Carlo Cottarelli, ha ribadito che la stima di ridurre di 85 mila dipendenti l'organico della pubblica amministrazione nei prossimi anni è realistica.

Sullo stesso tema, il pensionamento anticipato dei lavoratori più anziani legato alle ristrutturazioni industriali, si muove anche il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che ieri ha an­nunciato l'apertura di un tavolo tecnico (l'appuntamento è fissato per il 7 maggio) per studiare forme di flessibilità legate alla pensione. Dovrebbero essere presenti il ministero del­l'Economia, 11nps ed esponenti delle commissioni Lavoro di Camera e Senato. Lo stesso Poletti ha rilanciato qualche giorno fa una proposta già affacciata dal predecessore, Enrico Giovan­nini: consentire ai lavoratori vicini alla pensione (3-4 anni) di lasciare l'attività percependo in anticipo una minipensione (tipo 6-700 euro al mese) che poi restituirebbero in piccolissi­me rate dal momento in cui comincerebbero a percepire la pensione piena. L'ipotesi costerebbe alcune centinaia di milio­ni nei primi anni (ma sarebbero chiamate in parte a contribui­re le aziende), determinando poi un calo della spesa e potrebbe offrire una risposta al problema degli esodati (lavoratori anzia­ni espulsi dalle imprese in crisi, che non hanno i requisiti per andare in pensione). Sul tavolo ci sono anche altre ipotesi, che però costerebbero di più e hanno quindi meno chance: dall'au-

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mento della platea degli esodati ai quali consentire di andare in pensione con le vecchie regole (finora è stato permesso a 162 mila persone, per un costo complessivo negli anni di 11 miliardi) alla correzione della riforma Fornero per consentire pensionamenti anticipati in cambio di un assegno più leggero. Un proposta di legge in tal senso è stata presentata dal presi­dente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damia­no (Pd), che dice: «È importante che la discussione col mini­stro cominci presto e che sul tavolo ci siano risorse adeguate».

Enrico Marro © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Riforma statali, obbligo di mobilità Le assunzioni saranno mirate ~ Vertice con Madia, Renzi accelera sul pubblico impiego Obiettivo 3 miliardi di risparmi. «Turn aver» centralizzato

_______________ ogni cinque pubblici dipendenti uno dei passaggi più immediati Il PROGETTO che lasciano il servizio. Questo del progetto, la parte che potreb-

.... __ permetterebbe senza troppi sa- be finire nel decreto legge. Una ROMA Approvato il decreto sull'Ir- c.r~fic~ l'u~cita degli 85 ~ila st~ta- serie di misure per garantire ri­pef, Matteo Renzi si prepara ad Il mdlcatl .nell~ spendmg reVlew sparmi fino a 500 milioni di euro affrontare la nuova tappa del suo del commlssano C~rlo Cotta.relli, erano state già inserite nelle pri­cronoprogramma: la riforma del- anch: attrav~rso I pr~pensIOna- me bozze del provvedimento sul­la Pubblica Amministrazione. ment!, e che. Impegna Il compar- l'Irpef, con !'imposizione non so­L'appuntamento con gli statali to a r~~parrI?-1 per 3 mil!~rdi di eu- l? del tetto a 240 m~la euro, la co­era stato fissato dal premier per ro. C e ~ero un~ novlta. Il turn slddetta «norma OlIvetti», ma an­la fine di aprile e Renzi ha inten- over sara centralIzzato. Significa, che con delle fasce di reddito per zione di rispettare la data. Ieri ha per esempio, che anche se i pen- i dirigenti non apicali. Questo incontrato in un vertice durato sionamenti o prepensionamenti, progetto dovrebbe ,essere ormai oltre due ore e mezzo il ministro ci saranno, per esempio, per il definitivamente archiviato, men­alla pubblica amministrazione, ministero delle Politiche agrico- tre !'idea sarebbe quella di agire Marianna Madia e il sottosegreta- le, le assunzioni potrebbero esse- sulle indennità di risultato e su rio Angelo Rughetti per discute- re effettuate da altri dicasteri a quelle di posizione. Le prime re del provvedimento. O meglio, seconda dei fabbis.ogni a valere hann? un. el.evato .valore, circa dei provvedimenti. La riforma ri- su quelle stesse uscite. 2,8 milIardI di euro l anno per tut-calcherà infatti quella del lavoro, ta la Pubblica amministrazione, con un decreto legge che antici- GLI ALTRI PUNTI e dovrebbero essere erogate il perà le misure più urgenti e un I dipendenti, insomma, non sa- prossimo mese di dicembre. Il disegno di legge per la parte ranno più considerati di un sin- piano prevede non più una loro «strutturale». Il grosso del lavoro golo comparto, ma della «Repub- distribuzione a pioggia, ma la 10-è già pronto, e lunedì ci sarà un blica» e dunque potranno essere ro parametrazione ai risultati ef~ nuovo incontro per mettere a impiegati dove c'è esigenza. Que- ~ettivaIT.J-e~t: ~onseg~it! (anche punto gli ultimi dettagli. Qualche sto, di fatto, renderà la mobilità m termml di n~parml di spesa) e punto fe~I?o. durante l'appunta- obbligatoria, perché nella ridefi- ~na quota sara legat~ anche al­mento di Ien, comunque, sareb- nizione delle esigenze di organi- l anda~ento econom~co del Pa~­be stat~ messo. Almen~ per co tutti otranno essere chiamati se. Ien lo stesso Ren~l; sempre m q~anto pguarda due aspe~tl qua- a cambiare amministrazione. Ie- un tweet: ~a annun~Iato ch: a Pa: lIflcantl del progetto di nforma: ri in un tweet p la d d Il ._ lazzo Chigi questa mnovaZIOne e l b'l" bbl' . , ar n o e a n gi'" A h l'" d . , a mo I Ita o Igatona e lo forma, in particolare riferendosi .a m .v~gore. nc e m enmt~ sblocco del turn over. Su questo ai diri enti' Ren . h . t t" _ dI ,?oslzIOne dovrebbe essere n-

d t'l' d' g, Zl a sm en Izza callbrat . b Il f . . d' secon o pun o I plano pre ISpO- to in «più merito iù mobil·t'. . a.m as~ a e unZIOm 1-

sto dalla Madia manterrebbe le iù art'· ' l . I a, ngenzmlI effettivamente svolte. attuali proporzioni tra uscite ed pProgqeUttoIEa» I p~n !d~a~dmte. del C'è poi il capitolo «semplificazio-

t . ' propno I mgen I po- h ,. en rate: una nuova assunZIOne trebbero e ere . t t' d ne». c e passa attraverso l mno-

ss m eressa I a vaZIOne tecnologica. Renzi ha in

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mente di accelerare sull'identità digitale, immaginando un codice «Pin» da dare ad ogni italiano per entrare in tutti gli uffici della pubblica amministrazione re­stando comodamente a casa.

Andrea Bassi © RIPRODUZIONE RISERVATA

La fotografia degli statali

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OCCUPATI NElLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI

10,3% CON m35ANNI

27,9%

mPENDENTI PUBBLICI SU TOTALE OCCUPATI

14,8% 20%

25%

19,2%

PER I DIRIGENTI PREMI lEGA TI ALl'ANDAMENTO DELl'ECONOMIA E AI RISPARMI DI SPESA OTTENUTI

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ITALIA FRANCIA REGNO UNITO

10,3%

34.851

SPESA IN RAPPORTO Al Pll

13%

RETRIBUZIONE MEDIA ANNUA (IN EURO)

35.984

10,6%

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34.093 I

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-t.:.e.m-ime.tri

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Il focus e per i ministeri

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il conto è più salato Fondo per il bonus Andrea Bassi

L' ultima sorpresa del decreto Irpef è un aumento dei tagli ai ministeri che salgono a 240 milioni di euro, con la

scure che si abbatterà anche sulla Presidenza del consiglio.

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Bonus Irpef, dote per il 2015 conto più salato ai ministeri ~Nel decreto un fondo con 2,7 miliardi per rendere strutturale lo sgravio fiscale

~Sale a 240 milioni la sforbiciata ai budget dei ministri. Coinvolto pure Palazzo Chigi

Il PROVVEDIMENTO ROMA L'ultima sorpresa del decre­to sull'Irpef è un ulteriore au­mento dei tagli ai ministeri che salgono a 240 milioni di euro, con la scure che si abbatterà an­che sulla Presidenza del consi­glio prima esclusa. Soldi ai quali dovranno aggiungersi anche i ta­gli alla spesa per l'acquisto di be­ni e servizi che, se non dovesse andare in porto, comporterà un blocco degli stanziamenti per i ministri complessivamente di 200 milioni nel 2014 e poi 300 milioni per i due anni successivi. Un conto, insomma, di ben 800 milioni di euro. Per il resto il provvedimento contiene molte conferme. Il bonus Irpef, per esempio, sarà di 80 euro al mese netti per tutti coloro che guada­gnano tra 8 mila euro e 24 mila euro. Poi decrescerà rapidamen­te per azzerarsi a 26 mila euro. Il costo dell'operazione, come spie­ga la relazione tecnica allegata al decreto, sarà di 6,65 miliardi di euro. Il finanziamento dello sgra­vio, per il momento, è garantito per il solo 2014.

SGRAVIO STRUTTURALE Ma fin dalle premesse del prov­vedimento il governo sottolinea che sarà reso «strutturale» attra­verso la legge di stabilità dove sa­ranno individuati i tagli di spesa da effettuare nel 2015. «Ai cittadi­ni», spiega il vice ministro al­l'Economia, Enrico Morando, «va data l'assoluta certezza che il bonus sarà pagato anche negli anni successivi, questo», aggiun­ge, «per evitare che i soldi invece di andare ai consumi vengano ri­sparmiati». Proprio per prende-

re formalmente !'impegno ad erogare questi fondi anche nei prossimi anni, nel decreto viene istituito un «Fondo destinato al­la concessione di benefici econo­mici ai lavoratori dipendenti». La dote iniziale è un teso retto di 2,7 miliardi di euro per il 2015 frutto dei risparmi strutturali che il provvedimento approvato dal governo dovrebbe generare per le casse dello Stato. La dote del fondo nel 2016 sale a 4,7 mi-

liardi per poi attestarsi a 4,1 mi­liardi di euro l'anno successivo e circa 2 miliardi a partire dal 2018. Lo sgravio Irpef per i pros­simi anni, insomma, non parte da zero, ma da una dote comples­siva di 13 miliardi. Come ieri ha spiegato Matteo Renzi via Twit­ter, poi, Il testo definitivo del provvedimento (che dovrebbe essere pubblicato oggi nella Gaz­zetta Ufficiale), conferma anche !'innalzamento dal 20 per cento al 26 per cento dell'aliquota sulle rendite finanziarie.

LE COPERTURE Dall'aumento del prelievo saran­no esclusi i titoli di Stato, come i Bot e i Btp ed anche il risparmio postale, mentre la nuova imposi­zione sarà applicata anche ai de­positi di conto corrente. I soldi generati dall'aumento delle ren­dite saranno utilizzati per finan­ziare la riduzione dell'Irap per le

imprese. Dalla misura, secondo la relazione tecnica, arriveranno nelle casse dell'erario subito 720 milioni di euro e 2,3 miliardi a partire dal 2015. Confermato an­che l'aumento del prelievo per le banche sulla rivalutazione delle quote di Bankitalia. Una stretta che permetterà al Tesoro di inca-

me rare un gettito di 1,8 miliardi di euro. Tra le coperture indivi­duate, anche !'indicazione di un extra-gettito dalla lotta all'eva­sione fiscale. Per l'anno in corso saranno incamerati i 300 milio­ni di euro già considerati «acqui­siti» per il 2013, mentre per il prossimo anno viene stimato un maggior incasso di almeno 2 mi­liardi di euro. Rispetto alle ver­sioni precedenti del provvedi­mento si tratta di una stima rivi­sta al ribasso di un miliardo di euro (Matteo Renzi nella confe­renza stampa aveva indicato in 3 miliardi il maggior gettito). Que­sto, comunque, significa che l'a­sticella fissata per l'Agenzia del­le Entrate sarà comunque decisa­mente più alta che in passato. Dalla lotta all'evasione dovran­no arrivare, in pratica, almeno 15 miliardi di euro.

LE REAZIONI Ieri, parlando da Madrid dove ha incontrato il suo omologo spa­gnolo, il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan ha spiegato che il bonus di 80 euro «avrà ri­percussioni positive sul Pil in quanto le famiglie potranno spendere di più e le imprese sa­ranno stimolate a investire e, di conseguenza, a creare maggiore lavoro», non escludendo che si possa superare la previsione di +0,8% del Prodotto interno lordo prevista per quest'anno.

A.Bas. © RIPRODUZIONE RISERVATA

PADOAN: GRAZIE ALL'INCENTIVO

~~l~ri~l~NO DI PiÙ, IL PIL POTREBBE SALIRE OLTRE LE ATTESE

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I risparmi nei ministeri ---

Riduzione degli acquisiti di beni e servizi delle amministrazioni I centrali dello Stato, a esclusione delle spese per il funzionamento

delle istituzioni scolastiche

Ministero dell'Economia e delle Finanze Ministero dello Sviluppo Economico Ministero del Lavoro

I e delle Politiche Sociali Ministero della Giustizia

· Ministero degli Affari Esteri Ministero dell'Istruzione, dell'Università della Ricerca Ministero dell'Interno Ministero dell'Ambiente e della

I Tutela del Territorio e del Mare Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti

I Ministero della Difesa Ministero delle Politiche Agricole

· Alimentari e Forestali i Ministero dei Beni e delle Attività

Culturali e del Turismo • Ministero della Salute

TOTALE · Dati in milioni di euro

2014 2015 2016

,c.entime.tri

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Graziano Delrio

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Lavoro, sì alla fiducia Renzi: ora giù tasse anche ai pensionati e alle partite Iva .. DI Poletti: oggi il varo alla Camera, lo scontro si sposta in Senato Filo diretto Twitter: «80 euro truffa? Solo per i comici milionari»

------------------------lA GIORNATA ROMA Larga maggioranza alla Ca­mera nel voto di fiducia sul de­creto lavoro del ministro Poletti. Anzi, i 344 sì contro 184 no sono il miglior risultato per il governo in votazioni su provvedimenti per i quali sia stata chiesta la fi­ducia. Ancora nella mattinata di ieri turbolenze e malumori sem­bravano scuotere Ncd e Scelta ci­vica che non avevano gradito i cambiamenti apportati in Com­missione al testo originario, ac­cusando Renzi di essersi piegato al diktat della sinistra demo La stessa fiducia posta dall'esecuti­vo sembrava essere maldigerita dai partiti alleati del premier. Poi, da Milano, Angelino Alfano spegne ogni focolaio di dissenso annunciando che Ncd «voterà convintamente la fiducia al de­crèto e al governo del cambia­mento di cui l'Italia ha bisogno». Il ministro dell'Interno sottoli­nea che nonostante «le correzio­ni fatte dalla sinistra del Pd e non condivise da noi, il decreto rima­ne comunque un grande passo avanti rispetto alla riforma For­nero». Corollario del leader ncd: «I1governo, che vive un momen­to di luna di miele con il Paese, non corre alcun rischio». Com­pattissimo al voto, dopo le paro­le di Alfano, il gruppo del Ncd: un solo assente su 28. Qualche vuoto in più tra le file di Per l'Ita­lia e Scelta civica. Rumorosa e so­pra le righe la performance dei 5Stelle: con un codice a barre in­collato in faccia i grillini prote­stano sul trattamento riservato ai lavoratori: «Merce, moderni schiavi da identificare con un co-

dice a barre». Mandato in porto

alla Camera il decreto, che oggi avrà il varo definitivo, non può dirsi archiviato lo scontro per ri­portare il testo del provvedimen­to il più vicino possibile alla sua forma originaria, gli alfaniani non depongono le armi, rinvian­do il confronto al Senato: «Cam­biare il decreto non è per noi solo una speranza, ma una volontà determinata, anche perché il Se­nato si presta di più alla media­zione», avverte Sacconi.

IMPEGNI PRESI Tornato su Twitter per la prima volta da premier, Matteo Renzi risponde ai suoi follower su un ampio spettro di questioni, A chi gli fa notare che gli 80 euro non vanno a tutti coloro che sono in difficoltà, assicura: «Ho preso un impegno 'con partite Iva, inca­pienti e pensionati ileI prosegui­re nel lavoro di abbassamento delle tasse e lo manterrò~>. Poi una replica esplicita e secca a Beppe Grillo che critica il dI Ir­pef: «l comici milionari dicono che 80 euro sono una presa in gi-

ro. Se provassero a vivere con 1.200 euro al mese non lo direb­bero». C'è chi mette l'accento sul­la lotta all'evasione, e il premier: «Sull'evasione fiscale possiamo fare ~i più, non con i blitz ma con !'innovazione e l'incrocio dei da­ti». Altra risposta non convenzio­nale a chi si sofferma sul reddito minimo di cittadinanza: «E' una tesi originale che per creare lavo­ro bisogna fare il reddito mini­mo di cittadinanza! Il punto vero è abbassare le tasse alle imprese, come è giusto e doveroso abbas­sarle a famiglie e lavoratori». Un affondo a burocrati e politici ar­riva affrontando il tema dei fon­di Ue: «Dobbiamo utilizzare me-

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NCO VOTA COMPATTO UN UNICO ASSENTE Il GOVERNO INCASSA U, MAGGIORANZA PIU AMPIA SU UN DECRETO

glio i fondi europei che sono tan­ti e spesso non spesi o spesi ma­le. La prossima settimana faccia­mo un incontro ad hoc. L'Italia in troppi casi ha buttato via le ri­sorse. Non è colpa dell'Europa ma dei burocrati e politici italia­ni che hanno fallito».

Sempre per parlar chiaro, il premier si inoltra sul terreno del­le riforme: «Non le deleghiamo ai professori, anche se molti di essi hanno una cultura giuridica maggiore della mia». E poi la di­fesa dell'Italicum: «La legge elet­torale darà a chi vince la certez­za di essere il depositario della responsabilità, non come oggi che non si sa mai chi vince».

Mario Stanganelli © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Evasione faremo di più Eua non j blitz

Sull'evasione fiscale possiamo

fare di più non con i blitz,

con innovazione e incrocio dati

Il reddito di cittadinanza

non funziona È una tesi

originale che per creare lavoro bisogna fare

il reddito minimo di cittadinanza

In passato sprecati

i fondi Ue

Dobbiamo usare meglio i fondi Ue

che sono tanti e spesso non spesi

Burocrati e politici hanno fallito

I Il decreto lavoro

Forma scritta Per contratto, patto di prova e piano formativo individuale

Assunzione nuovi apprendisti In aziende con più di 30 dipendenti obbligo di assumere i120%

I • degli apprendisti

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Durata massima del rapporto a termine senza causale

Proroghe possibili purchè nell'ambito della stessa attività

36 mesi

5 I ------------ --.- ------ -- ----

I Salario per la parte limite sul numero I di ore di formazione di contratti a termine I 35% della retribuzione 20% dell'organico complessivo

del livello contrattuale di inquadramento (es.: l per impresa di 5 addetti)

I Dure (Documento unico di regolarità contributiva)

I Semplificazione degli adempimenti burocratici richiesti alle imprese

Congedo maternità I Conteggiato per acquisire diritto

di precedenza per contratti i successivi presso la stessa azienda

Il voto di fiducia

È la maggioranza più ampia incassata finora dal governo su un decreto legge

Risorse finanziarie il limite di spesa statale passa da 5,6 milioni a 15 milioni di euro

Datori di lavoro beneficiari (li usano al posto di altri tipi di ammortizzatori) criteri da definire da parte del ministero del lavoro di concerto col Tesoro

ANSA ~e.ntime.tri

Contro hanno votato, come preannunciato, Forza Italia, M5S, Fratelli d'Italia e Lega

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Lavoro, è tregua annata In Senato lo scontro finale • Tutta la maggioranza vota la fiducia alla Camera Ma Sacconi (Ncd) annuncia un esame approfondito a Palazzo Madama • A Ichino l'incarico di relatore

B.DIG. ROMA

Nessuna sorpresa nell'aula di Montecito­rio, aspettando i «fuochi d'artificio» che Ncd promette in Senato. La fiducia che il governo ha posto sul decreto lavoro è passata con il sì di tutta la maggioranza (344 voti favorevoli, di Pd, Scelta civica, Ncd e Pi), e il no delle opposizioni (184 voti contrari di FI, Sei, M5S, Lega, Fra­telli d'Italia). Oggi si procederà con il vo­to sugli ordini del giorno e il varo del te­sto, che passa così a Palazzo Madama.

E lì il presidente della commissione Lavoro, Maurizio Sacconi, riapre la par­tita. «La commissione Lavoro del Sena­to svolgerà una seconda lettura appro­fondita del decreto lavoro - ha detto -per la quale ho incaricato il senatore Pie­tro !chino di svolgere la funzione di rela­tore». Il senatore alfaniano - tra i più in­transigenti nei confronti delle modifi­che introdotte alla Camera - assicura che garantirà «che i lavori si svolgano in tempi utili a che il Senato possa compie­re le eventuali modifiche garantendo al­tresì la conversione del decreto legge nei tempi previsti. Sono certo che la maggioranza saprà operare una sintesi, aperta a recepire i contributi positivi del­le stesse opposizioni».

Non è complicato immaginare la dire­zione di marcia che Sacconi intende im­primere al decreto. «Il nostro mercato del lavoro, che allo stato si caratterizza per l'esclusione di troppe persone, ha evidente bisogno di misure urgenti per incrementare la propensione ad assume­re -dichiara - L'esame dei dettagli non è certo secondario perché anche un solo

Commercianti e industtiali invocano meno vincoli su contratti a termine e apprendistato

dettaglio può fare la differenza tra un apprendista e un disoccupato». Per gli addetti ai lavori il messaggio è chiaro: via lacci e lacciuoli per le aziende. Assu­mere apprendisti senza vincoli, così co-

me rinnovare contratti a termine senza tetti. Detta così non si capisce con quali criteri lo Stato dovrebbe finanziare l'ap­prendistato per circa due miliardi l'an­no.

STRATEGIE PARLAMENTARI Ncd è sicura di riuscire a ritagliarsi un ruolo di protagonista nelle stanze del Se­nato, dove si discuterà del decreto pro­prio nei giorni di campagna elettorale per le europee. V n'occasione da non per­dere per gli alfaniani, che tuttavia si espongono a un rischio molto forte. Il decreto infatti scade il20 maggio, e con­siderando ponti e festivi, il tempo non è molto lungo per consentire altri due pas­saggi parlamentari. Senza contare an­che il fatto che nessuna modifica sarà possibile senza l'accordo del Pd, per un semplice problema di numeri. Dunque, una mediazione sarà ineludibile. Sulle modifiche introdotte alla Camera il par­tito di Renzi si dice compatto: non ci do­vrebbero essere incrinature al Senato. Certo, molto dipenderà da come Sacco­ni e sodali sapranno muoversi: non è af­fatto escluso che riescano a spuntare qualcosa. Soprattutto su quella norma che prevede l'obbligo di stabilizzare il 20% degli apprendisti se si vuole proce­dere ad assumerne di nuovi. Il So­le240re di ieri non nascondeva l'irrita­zione di Confindustria su questo punto, e non è detto che il pressing degli im-

prenditori non si faccia sentire in Sena­to.

Intanto ci sono già i commercianti a suonare la gran cassa della deregula­tion. <<Sull'apprendistato manca il corag­gio di semplificare fino in fondo e sul contratto a termine si torna a ventilare il tema della precarietà, quando la disoccu­pazione è ormai a livelli record e occor­rono risposte urgenti», scrive Confcom­mercio in una nota. Evidentemente non bastano i 36 mesi senza causale né arti­colo 18: è ancora troppo poco. Così come non basta che si possa scrivere un piano formativo di un rigo nel contratto per l'apprendistato. Tutto questo per Con­fcommercio è un passo indietro. Anche i commercianti se la prendono con le san­zioni: in particolare con quella che pre­vede l'assunzione se si supera il tetto del 20% dei contratti a termine. Per la veri­tà in questo caso si tratta di rispettare una legge quadro, che impone dei vinco­li al contratto a termine (vedi intervista sotto): altrimenti di fatto si cancella il contratto a tempo indeterminato in favo­re del termine. In tempi di precariato spinto non sembra proprio una brillante idea.

Intanto il sindacato apre anche il con­fronto sul disegno di legge delega, che insieme al decreto completa il Jobs Act. <<Sul ddllavoro occorrerà discutere ogni singolo articolo perché così com'è ri­schia di ridurre le protezioni e creare an­cora più complicazioni - il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrenti­no - in una materia su cui si interviene da anni senza mai ricostruire un dise­gno organico». Anche dalla Vii c'è allar­me per l'incoerenza di alcuni aspetti del­la delega con il decreto.

n sindacato apre il duello sulla disegno di legge che completa il Jobs Act «incoerente con il decreto»

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Primo piano Italia

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Le vie della ripresa LE MISURE IN CANTIERE

Gli esuberi Cottarelli conferma le 85mila unità: «non molti in rapporto agli occul"ati»

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I Anticorruzione

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Si dimettono i vertici per accelerare il passaggio alla gestione Cantone

Più merito e mobilità nella Pa Vertice a palazzo Chigi per le misure sulla dirigenza e le nuove semplificazioni

Davide Colombo ROMA

Unalungariunioneapalaz­zo Chigi con Matteo Renzi, i ministri Marianna Madia e Ma­ria Elena Boschi, il sottosegre­tario Graziano Delrio e diversi tecnici per mettere a punto i dettagli dell'intervento di rifor­ma della Pa che il premier vuo­le varare entro la fine del me­se, con buone probabilità mar­tedì prossimo, 29 aprile, data indicata per un possibile Con­siglio dei ministri.

Un pacchetto di misure sul quale il riserbo resta assoluto ma che sicuramente riguarde­rà la dirigenza, come ha confer­mato indirettamente lo stesso Matteo Renzi nel corso della di­retta twitter che ha preceduto l'incontro. «Più merito, più mo­bilità, più qualità» sono le paro­le chiave. «Studieremo la possi­bilità che i dirigenti pubblici vengano valutati per i meriti an­che dal personale e dai colle­ghi» ha scritto in un tweet il pre­sidente del Consiglio rispon­dendo alla proposta di un fol-

I dirigenti della Pa

Conto Mef-Rgs. Anno 2012

Comparti Uni~à

Servizio Sanitario 134.473 Nazionale

Enti pubblici 958 non economici

Enti di ricerca 114

Regioni 7.866 ed autonomie locali

Ministeri 3.088

Agenzie fiscali 1.646

Presidenza del 285 Consiglio dei ministri

Scuola 7.482

Istituzioni alta

lo~er. ~dntanto d~ Chigi. - ha per cinque spese di funziona- ne di "staffetta generazionale" p~I ~gglU~to Renzi - abbIamo mento, stipendi peti docenti e inriferimento a un possibile su­miziato a mnovare. Una parte per i dirigenti e magari anche peramento dell'attuale blocco della retribuzione sarà legata al- affittid'oroperlesedi. del turn over associato anche l: pe~formance del Paese», con L'obiettivo strategico è quel- in questo caso a nuovi modelli rIferImento all'annunciato lo di realizzare un modello di re- di mobilità e nellafasetransito­Dpcm. c?e. introdurrà una pri- clutamento capace di garantire ria, a una n~ova gestione degli ma mmI-rIforma dei criteri di unaveramobilitàintercompar- esuberi che la spendingreview premialità della dirigenza le- timentale dei dirigenti, raffor- faràemergere.Ilnumerodipar­gando parte dell'ammontare zando i limiti di mandato già tenzaè quello indicato dal com­dei riconoscimenti economici previsti dalla normativa attua- missario straordinario, Carlo al realizzarsi di indicatori ma- le. Possibile anche un ulteriore Cottarelli, 85mila dipendenti, cro come per esempio l'anda- intervento sulle retribuzioni una cifra «non molto elevata in mento del Pil. magari con un ripensament~ rapporto all'occupazione nella . Sull'intervento più generale dell'indennità i posizione, an- Pa» ha ripetuto iéri davanti alle

SI resta alle volontà politiche che se il tema dovrebbe esser commissioni Difesa riunite di manifestate fm qui dal nuovo stato chiuso con il tetto massi- Camera e Senato. Governo e che prevedono la mo a 240mila euro introdotto Sempre ieri intanto si sono possibile introduzione del ruo- con il decreto del 18 aprile. Al- dimessi i vertici dell'Autorità lo unico eunridisegnodelsiste- tro fronte dipossibiliinterven- nazionale anticorruzione (ex madeiconcorsiedeicorsi-con- ti riguarda le semplificazioni: Civit): il presidente Romilda corsi. Cuore della riforma do- potrebbero arrivare misure co- Rizzo e i due componenti, An­vrebbe essere anche quello del- me il codice unico per l'acces- tonio Martone ed Alessandro lar~zionalizzazionedell'attua- so ai certificati online (legato Natalini. Dopo la nomina del le SIstema delle scuole di for- all'attuazione dell'Agenda di- nuovo presidente, il magistra­mazione.A tutt'oggi sono anco- gitale), nuovi interventiin ma- to Raffaele Cantone, il passo in­ra cinque: la Scuola superiore teria di trasparenza e, forse, il dietro dei tre dovrebbeconsen­di economia e fmanze, la Scuo- famoso "sforbicia Italia", pure tire l'immediato avvio della lasuperioredellapubblicaam- evocato dal premier e che po- nl1ovagestione.IlministroMa­ministrazione, quella dell'am- trebbe comportare la chiusura dia dovrà ora selezionare i con­ministrazione locale, quella di enti inutili. siglieri sulla base delle manife­dell'Interno e l'istituto diplo- Sul pubblico impiego l'attesa stazioni d'interesse raccolte matico Mario Toscano. Strut- è altissima. Il ministro Madia tramite una pubblica consulta­ture simili che moltiplicano ha parlato nelle scorse settirna- zione via web.

formazione artistica e musicale

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Università 249

PA Si punta alla razionalizzazione dell'attuale sistema di formazione e accesso basato su cinque diversi istituti nazionali

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