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MINERBE DA SCOPRIRE Stemma di Minerbe (Nel Febbraio 2001, dopo vent'anni d'attesa, Minerbe ottiene un proprio stemma: lo sfondo è azzurro, presenta al centro un albero verde avente in cima una colomba argentata con in becco un ramoscello d'ulivo. Da quanto ricavato in alcuni documenti, pare che il simbolo precedente non avesse avuto una colomba con il ramo d'ulivo, bensì un uccello di un'altra specie, si pensa una civetta, che nulla avrebbe tenuto in bocca.) Di notevole interesse storico-artistico sono le ville dei nobili edificate per lo più tra il XIV e il XVIII secolo nella pianura veronese. Queste particolari abitazioni, sebbene siano state costruite in secoli diversi, alcune come ville, altre come corti nobiliari, presentano delle differenze architettoniche molto labili. Sia per un tipo che per l‟altro, l‟edificio principale è molto simile nella struttura architettonica: può variare lo scalone d‟accesso ai piani nobili, può variare un balcone, una loggia, può variare il contorno alle finestre, il portone d‟accesso con il suo viale, ma in linea generale, l‟impianto resta sempre lo stesso. L‟elemento fondamentale che differenzia questi tipi di costruzioni è l‟aspetto scenografico del giardino, l‟uso della vegetazione, come complemento architettonico. Nel territorio minerbese si sviluppò maggiormente la “corte da padrone” dove gli edifici dovevano rispondere ad esigenze d‟immagine e a finalità produttive. (MINERVA Dea dei Romani, probabilmente di origine etrusca; fu da principio soltanto padrona degli artigiani; la sua identificazione con l’Atena dei Greci tardò alquanto a essere assoluta. I Tarquini stabilirono la triade: Giove, Giunone e Minerva, dando a quest’ultima il carattere che aveva Atena, di custode e padrona della città. Con l’andar del tempo la dea, similmente a quella greca, da cui ormai ben poco si differenziava, fu per i Romani padrona di tutte le più elevate manifestazioni dell’intellettualità.)

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Page 1: MINERBE DA SCOPRIRE - Altervistaterranostra.altervista.org/scritti/MINERBE_DA_SCOPRIRE.pdfMINERBE DA SCOPRIRE Stemma di Minerbe (Nel Febbraio 2001, dopo vent'anni d'attesa, Minerbe

MINERBE DA SCOPRIRE

Stemma di Minerbe

(Nel Febbraio 2001, dopo vent'anni d'attesa, Minerbe ottiene un proprio stemma: lo sfondo è azzurro, presenta al centro un albero verde avente in

cima una colomba argentata con in becco un ramoscello d'ulivo. Da quanto ricavato in alcuni documenti, pare che il simbolo precedente non avesse

avuto una colomba con il ramo d'ulivo, bensì un uccello di un'altra specie, si pensa una civetta, che nulla avrebbe tenuto in bocca.)

Di notevole interesse storico-artistico sono le ville dei nobili edificate per lo più tra il

XIV e il XVIII secolo nella pianura veronese. Queste particolari abitazioni, sebbene

siano state costruite in secoli diversi, alcune come ville, altre come corti nobiliari,

presentano delle differenze architettoniche molto labili.

Sia per un tipo che per l‟altro, l‟edificio principale è molto simile nella struttura

architettonica: può variare lo scalone d‟accesso ai piani nobili, può variare un

balcone, una loggia, può variare il contorno alle finestre, il portone d‟accesso con il

suo viale, ma in linea generale, l‟impianto resta sempre lo stesso.

L‟elemento fondamentale che differenzia questi tipi di costruzioni è l‟aspetto

scenografico del giardino, l‟uso della vegetazione, come complemento architettonico.

Nel territorio minerbese si sviluppò maggiormente la “corte da padrone” dove gli

edifici dovevano rispondere ad esigenze d‟immagine e a finalità produttive.

(MINERVA Dea dei Romani, probabilmente di origine etrusca; fu da principio soltanto padrona degli artigiani; la sua identificazione con l’Atena dei Greci tardò alquanto a essere assoluta. I Tarquini stabilirono la triade: Giove, Giunone e Minerva, dando a quest’ultima il carattere che aveva Atena, di custode e padrona della città. Con l’andar del tempo la dea, similmente a quella greca, da cui ormai ben poco si differenziava, fu per i Romani padrona di tutte le più elevate manifestazioni dell’intellettualità.)

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Alla scoperta di Ville, Chiese, Antiche Pievi, Palazzi Nobiliari che arricchiscono il

territorio comunale di Minerbe.

Un percorso nel paese e attraverso aree agricole che fanno ancora oggi rivivere

nell'aria le tradizioni di un tempo, pur combinate con la modernità.

Un percorso tra strade e stradine, percorribile anche in bicicletta, tra mulini

abbandonati, filari di pioppi che portano da decine di anni la loro ombra sulla fertile

terra della pianura veronese.

Itinerario possibile

1. P.zza IV Novembre / Chiesa 2. Villa Ferri (propr. Giuliari) 3. Via Roma / Palazzo Bighinatus 4. Villa Weill Weiss 5. Via Roma / Villa Spolverini detta “Il Palazzone” 6. Villa Da Prato 7. Via Roma / Villa Burzio 8. Via Roma / Villa Pignolati-Nichesola ( ora Leopardi) 9. Chiesa di Santa Lucia 10. Frazione di Santo Stefano 11. Villa Visconti

12. Villa Spolverini- Buri- Bernini (Corte Campeggio)

13. Corte Colombaron 14. Pila Vecia 15. Villa Bernini- Cavazzocca

(La Colombara) 16.Frazione di San Zenone e chiesa 17 Villa Guarienti -Principe Alliata 18 Villa Bernini (propr. S.I.P.A dott. Armellini Arrigo.) 19. Villa Conti Somaglia Di Stoppazzola 20. Villa Angari sede comunale

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Piazza IV Novembre

fino agli anni ‟50 la piazza era caratterizzata da due edifici: la

chiesa e la loggia. Tra di loro c‟era una costruzione ornata da merli,

adibita per tanto tempo a scuole elementari e di catechismo, che

venne poi demolita. Un grande portone in legno immetteva nel

cotile della canonica. Davanti alla costruzione e a fianco del

campanile c‟era un vespasiano. Alcuni alberelli abbellivano la

piazza e le vie principali.

Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo Risale al 1848-49, dopo un'edificazione durata più di vent'anni. Il

campanile, con 6 campane, è stato ultimato nel 1859. E'uno dei più

imponenti edifici religiosi della zona, composto da tre navate, con

cinque altari laterali per parte. Inizialmente presentava inserite sulla

facciata le statue dei quattro evangelisti, poi tolte per preservarle

dall'azione degli agenti atmosferici. Sopra l'arco della porta centrale

è stata invece posta la statua del patrono del paese, San Lorenzo

martire. La chiesa dalla sua costruzione venne più volte ampliata, e

dalla iniziale facciata in stile romanico passò alla più complessa

attuale. Inoltre il piccolo campanile costruito inizialmente fu

abbattuto nel 1874, per lasciare posto a quello che campeggia ora

sul lato sinistro della chiesa. Contiene alcuni dipinti di Antonio

Rebustini, pittore del paese, recanti la rappresentazione di alcuni

miracoli.

Edificio detto " La Loggia " ex Caffè Negri

E' un imponente municipio in stile ottocentesco ma con richiami ad

epoca romanica. Si presenta con un ampio loggiato a 6 arcate

frontali. Nell'edificio trova sede oggi il bar centrale e la biblioteca

civica, mentre in passato era stato dimora della sede municipale del

paese. Le finestre sono ornate da bifore e il tetto, a struttura

piramidale, si conclude in una fascia in pietra lavorata.

Il palazzo della Loggia è la vecchia sede del Municipio di Minerbe.

Partendo dalle origini, il palazzo comunale che sorgeva nella piazza

del paese era diverso da quello che possiamo vedere oggi in quanto

di dimensioni più modeste e dotato di soli tre archi invece degli

attuali sei. Non sappiamo quando sia stato costruito il primo

edificio, cronache riferiscono che un palazzo comunale era presente

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in quel punto nel 1666, e che l‟edificio venne restaurato nel 1767 in

seguito ad un incendio. La forma e le dimensioni attuali sono da

datare negli anni 1879-1880 anno in cui il palazzo venne ricostruito

in seguito ad un altro incendio.

Gli incendi infatti hanno caratterizzato la storia di questa struttura

in maniera molto pesante; si ha notizie di incendi più o meno gravi

accaduti nel 1767, 1809, 1879, 1914 e 1922.

L‟attuale edificio dunque di epoca ottocentesca è elemento di

spicco nella piazza di Minerbe ed è sicuro punto di riferimento e di

ritrovo per tutti i minerbesi. Oltre ad ospitare un tempo il noto caffè

Negri che aveva suggestioni ottocentesche con i notabili del paese

che andavano a conversare e a giocare a carte, ora ospita un bar e al

piano superiore dove fino al 1974 vi erano gli uffici comunali, la

biblioteca civica, una bella sala civica che ospita anche il Consiglio

Comunale nelle pubbliche assemblee, e altre stanze in cui vengono

annualmente organizzate mostre pittoriche, fotografiche e

recentemente anche una mostra riservata agli hobbyes. Oltre allo

stemma comunale di Minerbe, sotto i portici e all‟interno della sala

civica sono state collocate delle iscrizioni marmoree, di cui alcune

meriterebbero di avere le iscrizioni recuperate essendo consunte e

illeggibili, a memoria di accadimenti salienti del paese.

dalla piazza in via G. Verdi troviamo Villa Ferri.

Recentemente restaurata, è una villa settecentesca in stile neoclassico. Un tempo apparteneva ai conti Ferri di Padova

sempre lungo via Verdi, nel luogo attualmente occupato dalla scuola Secondaria di Primo Grado, sorgeva la Villa dei nobili Bergolo Bottagisio

Via Roma, un tempo strada Santo Stefano

Palazzo Beghinatus Dichiarato monumento nazionale, palazzo Bighignato è un esteso

caseggiato con un‟imponente entrata in stile barocco. Fu fatto

costruire nel 1705 dalla famiglia Bighignati, su progetto dell‟ing.

Gaspare Bighignati che prestava la sua opera alle dipendenze della

repubblica di Venezia. L‟entrata principale, imponente rispetto al

resto dell‟edificio, divide simmetricamente il fabbricato. Sopra il

cancello in ferro, una decorazione lignea fa bella mostra di sé. Sul

frontone spicca una scritta latina che ne commemora la costruzione:

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“IN DEI SOLIUS HONOREM ET LOCI DECUS – ANNI DEI

MDCCV – GASPAR BIGHIGNATUS EREXIT” (In onore dell‟unico

Dio e a decoro del luogo, costruito nell‟anno del Signore 1705 da

Gaspare Bighignati). Il Palazzo e gli annessi vennero successivamente

ceduti alla famiglia dei Conti Stopazzola. Negli anni che seguirono

venne ceduta ad un unico acquirente che, a sua volta, la vendette

frazionandola.

Da via Roma , dopo aver imboccato via degli Alpini (ex via vallette)

troviamo villa Weill Weiss, costruita nel 1868, di appartenenza al

barone austriaco Weill Weiss. Ora è proprietà Chiavegato

Via Roma

Villa Burzio ( Frattini ) Si trova in posizione quasi frontale rispetto alla villa Pignolati. E' datata

al XIV° secolo. La facciata culmina in un grande timpano ornato da

strutture curve, pinnacoli e cuspidi, con la consueta presenza dello

Via Roma / Palazzone

Villa Spolverini ( detta " Il Palazzone " ) E'una delle ville minerbesi più vicine al centro del paese. Si trova a

poche centinaia di metri dalla piazza, sull'incrocio che porta a Legnago.

Per questa sua posizione strategica è sempre stata un punto di ritrovo per

la gente di Minerbe, nonché un importante punto di passaggio. Detta

comunemente " Il Palazzone ", questa villa, risalente al XIV, si

contraddistingue per la solidità della struttura, molto squadrata, ricoperta

da mattoni faccia a vista, e con un tetto piramidale. Da notare le finestre

molto ampie e bordate con marmo bianco, gli affreschi interni ed i

soffitti in legno dipinto. Anche la corte è particolare, in quanto

comprende una rimessa sostenuta da colonne di ordine dorico, non

comuni nell'architettura rurale.

Vicino alla villa Spolverini troviamo il palazzo un tempo dimora dei

nobili Da Prato ora è proprietà Zancanella

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stemma di famiglia e un iscrizione del 1727, a ricordo di un

ampliamento della struttura, effettuato da Aurelio Bartolini. La corte è

oggi divisa nel corpo centrale di proprietà Frattini e in un ala laterale,

retrostante al giardino interno, di proprietà Stopazzola. In quest'ala si

cita un camino ben conservato in tipico stile veneziano.

Villa Pignolati- Nichesola (ora Leopardi) Risale al 1700 ed era inizialmente di proprietà Pignolati, poi Nichesola

di Salerno. Dall'ampio portone si accede al parco alberato, resto del

grande brolo un tempo esistente. Attraverso un vialetto si raggiunge

l'ingresso, caratterizzato da tre arcate balaustrate e un balcone

soprastante. In cima al balcone si può osservare lo stemma di famiglia,

lo stesso che è impresso sulla chiave di volta del portone di entrata.

Chiesa di Santa Lucia A OSPEDALETTO

La chiesa, recentemente restaurata, si presenta con una facciata in stile

neoclassico e un interno sobrio, il cui particolare principale è l'altare

barocco. Curiosa è la sistemazione di questo altare, decentrato rispetto

alla chiesa, cosa che fa supporre un ampliamento dell'edificio

successivo all'originaria costruzione. La chiesa è datata al XIV-XV

secolo. Nei documenti se ne ha traccia a partire dal 1526, con la visita

del vescovo veronese Giberti all'adiacente ospedale dedicato a San

Rocco e Bastiano, oltre che a Santa Lucia. A quell'epoca il responsabile

della chiesa e dell'ospedale era Don Cesare da Legnago, capoluogo

della Bassa Veronese. La chiesa, oltre che come ospedale, era usata

come " albergo " per i pellegrini di passaggio che chiedevano alloggio.

Nel 1809 la chesa diventa di proprietà del Pio Istituto elemosiniere di

Santa Maria dell'Ospedale. Durante i recenti restauri del 1957 furono

rinvenuti affreschi di valore risalenti al XIV sec. .

Questa chiesa, già denominata Santa Maria dell‟Ospedale, pare

collochi la sua antica origine nel secolo IX, anche se i suoi elementi

costruttivi indicano con maggiore certezza una datazione risalente al

secolo XIV.

L‟edificio fu utilizzato anche come ospedale ed albergo per i pellegrini

di passaggio che chiedevano alloggio.

L‟aspetto e le dimensioni della cappella erano quelle tipiche di una

piccola struttura romanica ad un‟unica navata, con il tetto in legno.

Aveva piccole finestre strombate ed altare orientato ad est, esattamente

dove ora vi è l‟ingresso. Nel XVI secolo la chiesa è stata ampliata e

modificata, l‟ultima definitiva trasformazione avvenne nel „700,

quando fu demolita la parete destra per allargare la chiesa; per questo

l‟altare è decentrato.

L‟altare è di gusto barocco con paliotto a marmi policromi; l‟attuale

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facciata è in stile neoclassico; le pitture murali, di carattere

devozionale, decoravano la cappella originaria (sec. XV, XVI) e a

seguito delle trasformazioni successive sono andate perdute in buona

parte, interessante la parte sinistra e i due lati dell‟altare su cui sono

stati rinvenuti due stemmi non attribuibili, suddivisi in sei riquadri:

I-II Madonna in trono con Bambino e alato San Giuseppe;

III Santo con il simbolo del Santissimo;

IV Madonna in trono con Bambino e a lato Santa Caterina

d‟Alessandria;

V Tre Santi tra i quali è riconoscibile San Sebastiano;

VI scrittura latina.

I dipinti sono a tempera e la tecnica è l‟affresco.

Frazione Santo Stefano

Chiesetta di Santo Stefano La chiesa viene menzionata a partire dalle visite del vescovo Ghiberti nel 1526-29-

30-32-41. La chiesa, inizialmente, dipendeva dall'abbazia di San Gabriele di

Cremona e, nel 1526, quando viene menzionata, si trovava in pessime condizioni,

in stato di semi-abbandono e con parti di essa crollate o a rischio di crollo. Nel

1523, ad un ulteriore visita del vescovo veronese a Santo Stefano, frazione

minerbese, venne constatato il miglioramento delle condizioni dell'edificio di

culto, grazie al rifacimento del tetto. Il cappellano era,allora, don Cesare da San

Bonifacio. Secondo le leggende popolari, l'attuale chiesa venne ricostruita su un

capitello di proprietà della famiglia Malachin. All'inizio la chiesa era usata solo

per celebrazioni nei giorni più importati, come per la ricorrenza di Santo Stefano.

Nel 1920 venne costruito il campanile e venne istituita la festa, il 24 Maggio, di

Santa Maria Ausiliatrice, festeggiata ogni anno con una solenne processione.

Villa Visconti

Sulla strada statale per Verona, in località Santo Stefano; questa villa un tempo fu

residenza dei Visconti di Milano e dei nobili veronesi Rossi successivamente.

E'datata al XVII-XVIII secolo, e sulla porta di accesso è ancora oggi visibile lo

stemma dei Visconti (il piscione dei Visconti). Ora propr. Milanese

Frazione Anson

Chiesetta della Maternità di Maria Secondo la tradizione popolare la chiesa di Anson deriverebbe

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dall‟ampliamento di un vecchio capitello. Si sa di una piccola chiesa fatta

costruire nel 1858 da Giovanni Farina, che nel 1868 era già dotata di necessari

arredi sacri per celebrare la S.Messa. Verso la fine dell‟800 gli abitanti di

Anson apportarono ulteriori modifiche e ampliamenti alla chiesa. Nel 1930

venne alzato il campanile e, nel 1935, poste le campane. Nella seconda metà

degli anni ‟30 iniziarono i lavori di allungamento della chiesa mentre, nel 1995,

furono eseguiti lavori di restauro. All‟interno si possono ammirare numerose

opere del pittore minerbese Antonio Rebustini tra cui spicca una decorazione

raffigurante l‟ultima cena, collocata sopra l‟altare della chiesa. La chiesetta è

dedicata alla Divina Maternità di Maria, che si festeggia la terza domenica di

ottobre.

Località Campeggio

Pila Rebustini Tappa n°6 ZONA CAMPEGGIO Dove Siamo: Da Santo Stefano imbocchiamo, sul

lato destro della chiesetta, via Luppia. Al termine di questa svoltiamo a sinistra e

proseguiamo per alcuni km, sino ad incontrare il mulino. Da qui imbocchiamo la

strada sterrata alla destra del mulino. Cosa c'è da Vedere: - Mulino Rebustini E'uno

dei tre antichi mulini di Minerbe, l'unico ad oggi ancora in funzione. Alimentato dal

corso d'acqua che lo attraversa e che ne muove la pala, è stato utilizzato ed è

utilizzato tutt'oggi per realizzare la farina.

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Villa Spolverini-Buri-Bernini ( corte Campeggio ) Dimora dei Conti Buri, in origine Spolverini, dalle pagine della storia della villa

compare poi il nobile Giandanese Buri; ora è dimora dei Conti Bernini, , Camilla,

Isabella e Giovanni, figli del conte Giandanese Bernini, scomparso qualche anno fa.

Essa è di notevole interesse storico-artistico perché espressione di quelle ville dei

nobili edificate per lo più tra il XIV e il XVIII secolo nella pianura veronese. Queste

particolari abitazioni, sebbene siano state costruite in secoli diversi, alcune come

ville, altre come corti nobiliari, presentano delle differenze architettoniche molto

labili. Corte Campeggio è l‟esempio esplicativo di una bella e funzionale corte

nobiliare veneta che, con la grande aia in mattoni,è di notevole interesse storico-

artistico perché espressione di quelle ville dei nobili edificate per lo più tra il XIV e il

XVIII secolo nella pianura veronese. Queste particolari abitazioni, sebbene siano

state costruite in secoli diversi, alcune come ville, altre come corti nobiliari,

presentano delle differenze architettoniche molto labili. È la tipica “corte da

padrone” dove l‟edificio risponde ad esigenze d‟immagine e a finalità produttive; in

passato, dopo il Colombaron, è stato il “quartier generale” dell‟organizzazione del

lavoro. Essa ha un tipico disegno rinascimentale veneto ed è l‟esempio esplicativo di

una bella e funzionale corte nobiliare veneta che, con la grande aia in mattoni, è

quella classica “corte patronale” racchiusa e protetta da fabbricati e mura. In questo

complesso architettonico si può vedere un‟antica torre e ammirare la chiesetta di

Santa Chiara (risalente all‟anno 1567) dedicata a Sant‟Antonio da Padova, nella quale

si entra all‟esterno della corte e sulla cui porta d‟entrata è posto l‟antico stemma del

casato Spolverini; dotata di paramenti sacri, viene aperta al pubblico in occasione

della commemorazione del santo e in alcune particolari ricorrenze.

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Corte Colombaron

Grande corte padronale, tuttora in stato di abbandono, caratterizzata dall'enorme aia,

su cui si affaccia un imponente colonnato. Rispecchia la costruzione delle

caratteristiche corti agricole padronali, con un corpo centrale e più corpi laterali

dedicati agli alloggi dei contadini ed alle strutture di servizio annesse alla corte.

Corte Comuni

Corte Comuni, ora proprietà della famiglia Vivaldi, è un tipico esempio di corte

rurale del Basso Veronese, terra di "gran corsa all'acqua"… per far risara", la cui

economia è passata dalla coltivazione del riso al mais, all'allevamento di pregiati

volatili che vengono poi immessi nella attigua riserva di caccia.

È qui che fu messa a dimora la prima pianta di riso, come del resto la prima pianta di

granoturco. Fino a qualche decennio fa Corte Comuni era al centro di ampie risaie ed

era dotata di un mulino e di una pila a sedici pestelli, ora sapientemente restaurata dai

proprietari.

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Mulino " Pila Vecia " Si incontra tornando verso il centro del paese. E'in avanzato stato di degrado, ma vi si

può ancora notare bene la struttura. Attraversato da un corso d'acqua che un tempo ne

muoveva le pale, è composto da una grande struttura, ancora in parte conservata al

suo interno. Anch'esso, come gli altri precedentemente incontrati, è testimonianza

dell'importanza che queste strutture rivestivano nell'economia di un tempo del piccolo

paese veronese.

Corte Bernini-Cavazzocca ( detta " La

Colombara ") Risalente al XIV secolo, recentemente

ristrutturata, è caratterizzata da una scala di

accesso a doppia rampa, che conduce al

piano nobile, e da una torre tozza che si

innalza al centro dell'edificio.

ora è proprietà Facchetti

Frazione San Zenone

Chiesa di San Zenone Sorge dove prima, in epoca romana, si trovava un tempio pagano

dedicato alla dea Minerva, da cui prende il nome il territorio

comunale. La chiesa è al vescovo Zenone, che portò il

cristianesimo nel paese. Già nel secolo X era denominata Pieve e

venne menzionata in una bolla del 16 giugno 1145 dal papa

Eugenio III

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Corte Guarienti " Principe Alliata " L'origine di questa villa è remota, probabilmente rientra tra i beni

acquistati dai Guarienti dalla Camera di Verona nel 1407. Già nel

1696 il Marchese Antonio Guarienti di San Quirino possiede tale

proprietà con giardino antistante l'entrata principale e cappella,

oggi scomparsa. Nel 1816 fu costruita la grande aia per

l'essiccazione dei prodotti agricoli. Oggi la villa con annessa corte

appartiene alla nobile famiglia degli Alliata, che trova origine nei

Conti di Pisa. Il titolo di principe del sacro impero, spettante in

successione all‟attuale discendente è stato conferito da Carlo VI

d‟Amburgo nel secondo decennio del XVIII secolo.

Vicinissima a villa Guarienti è villa Bernini. Essa è un imponente

edificio dalle caratteristiche cinquecentesche, esempio di “corte”

contadina con abitazioni dei dipendenti e con ampia barchessa

con colonne doriche. Un tempo si raggiungeva la corte , oltre

attraverso il grande cancello vicino alla villa , per via fluviale,

tramite un corso d‟acqua , oggi parzialmente coperto, che

percorrendo buona parte della campagna, permetteva il trasporto

con barche dei prodotti agricoli.

Frazione Stopazzole

Corte Conti Somaglia di Stoppazzola Antica corte rurale, composta da una parte originaria del XIV secolo. La parte più

recente, comprendente una torre che svetta sulla campagna circostante, risale al

periodo successivo, ed è stata restaurata nell'ultimo secolo. La corte appartiene

all'antica famiglia nobiliare dei conti Somaglia di Stopazzola, provenienti dalla val

Sumaia, in Lombardia. La corte è protetta da un alto muro, che termina nella chiesetta

di famiglia dedicata alla Vergine Maria.

Via Marconi

Villa Angari /sede municipale

Attualmente è la sede del municipio di Minerbe.

Completamente restaurata all'esterno, ha ripreso lo

splendore di un tempo. E'un maestoso edificio su due

piani, composto di un frontone superiore. Sul lato

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sinistro dell'edificio possiamo notare anche la chiesetta,

tipicamente annessa alle ville della zona. Attraverso il

grande cortile alberato si accede, mediante una piccola

scalinata, al primo piano dell'edificio. Essa, di forme

sobrie ed eleganti, è di epoca ottocentesca ed è

fronteggiata da un bel parco. Fu ceduta da Giovanni

Babini nel 1969 al Comune di Minerbe, che con

delibera dell‟ottobre 1974 la destinò a sede del

Municipio, con il trasferimento degli uffici nel gennaio

del 1975. comprende anche un oratorio. L‟oratorio di

palazzo Angari è collocato a sinistra di chi guarda la

sede municipale, a cui come anzi detto è stata adibita

questa tipica villa signorile. L‟oratorio di piccole

dimensioni, presenta al suo interno decorazioni murali e

un bell‟altare marmoreo con un dipinto raffigurante la

Madonna con un‟aureola di stelle, il Bambino e due

santi. Si può quindi ammirare un bel soffitto in azzurro

e oro, riquadrato al centro da una pittura dai toni

delicati, che rappresenta due angeli. Attualmente non è

adibito al culto. L‟oratorio è collocato nella suggestiva

cornice dell‟antistante parco da cui ha diretto accesso

attraverso un cancello ricavato in una cinta in muratura

e ferro battuto, che allinea questa appendice del

fabbricato con il corpo principale della villa.

P.S. Esisteva la villa Bergolo-Bottagisio dei Conti Chiodo poi demolita nel 1972 per

far spazio alle attuali Scuole Medie in via Giuseppe Verdi nel 1974

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