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A zienda americana e orgoglio- sa di esserlo, STI negli ultimi 30 anni è diventata prima una potenza nel settore dei cloni del mo- dello 1911, poi in quello generico delle semiautomatiche da difesa. La sua produzione s’ispira principalmente al disegno di J.M. Browning, del quale è divenuta un’interprete dalla fama riconosciuta grazie alla qualità delle proprie lavorazioni, eseguite quasi in toto all’interno dello stabilimento di Georgetown, Texas. Nell’occasione della recensione del cofanetto celebrativo che STI ha dedicato all’arma di Browning, presentata lo scorso mese di agosto su queste pagine, avevamo anticipato che l’azienda, in parte tradendo la propria vocazione di realtà proudly american (orgogliosamente americana), ha attiva- to una proficua collaborazione con un produttore filippino al fine di fornire un’arma d’ispirazione 1911 che fosse in linea con gli elevati standard qualitativi del marchio ma, al tempo stesso, a buon mercato. Frutto di questo rapporto è il modello Spartan, che nel nome s’ispira agli abitanti dell’antica Sparta, un po- polo dedito all’arte della guerra che li- mitava le proprie occupazioni al di fuori di questo campo allo stretto indispen- sabile. Spartano, divenuto aggettivo, in inglese e in italiano definisce qualcosa che mira all’essenziale, privo di tutto ciò che sia superfluo e con funzionalità ridotte al necessario. Aiuto dall’Est Pensando all’arma che abbiamo avuto l’occasione di provare, però, anche se è indiscutibile che sia assai più semplice rispetto agli standard cui la produzione STI ci ha abituato, preferiamo piuttosto pensare a “spartano” in quanto sostantivo che indica uno strumento, certamente semplice, ma fatto per durare, privo di fronzoli ma efficace ed efficiente. La filo- sofia che sta alla base di questo modello è banale nella sua ovvietà. Anche un’azien- da che si occupa di curare un mercato di livello medio-alto ha la necessità di non trascurare quello formato dagli appas- sionati meno abbienti, che poi percen- tualmente rappresentano il grosso della domanda. Spartan è quindi il nome che sottende un’attenta operazione di STI SPARTAN 9X21 MM 062 Tanto in poco Il modello Spartan, come suggerisce il nome, costituisce l’arma d’entrata al complesso sistema STI. A differenza delle altre semiautomatiche prodotte dall’azienda texana, quella provata in questa occasione non fornisce la possibilità di customizzazioni particolari ma offre precisione, affidabilità e il fascino del marchio STI in un prodotto decisamente economico di Matteo Barogi La finestra d’espulsione presenta la conformazione standard, arricchita dalla presenza di un deflettore La Spartan presenta un’architettura di tipo tradizionale che prevede il classico sistema di smontaggio mediante rimozione del bushing. Il mirino, innestato con un incastro a coda di rondine, riporta un inserto in fibra ottica per migliorare l’acquisizione del bersaglio in condizioni di scarsa luminosità

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Azienda americana e orgoglio-sa di esserlo, STI negli ultimi 30 anni è diventata prima una

potenza nel settore dei cloni del mo-dello 1911, poi in quello generico delle semiautomatiche da difesa. La sua produzione s’ispira principalmente al disegno di J.M. Browning, del quale è divenuta un’interprete dalla fama riconosciuta grazie alla qualità delle proprie lavorazioni, eseguite quasi in toto all’interno dello stabilimento di Georgetown, Texas. Nell’occasione della recensione del cofanetto celebrativo che STI ha dedicato all’arma di Browning, presentata lo scorso mese di agosto su

queste pagine, avevamo anticipato che l’azienda, in parte tradendo la propria vocazione di realtà proudly american (orgogliosamente americana), ha attiva-to una proficua collaborazione con un produttore filippino al fine di fornire un’arma d’ispirazione 1911 che fosse in linea con gli elevati standard qualitativi del marchio ma, al tempo stesso, a buon mercato. Frutto di questo rapporto è il modello Spartan, che nel nome s’ispira agli abitanti dell’antica Sparta, un po-polo dedito all’arte della guerra che li-mitava le proprie occupazioni al di fuori di questo campo allo stretto indispen-sabile. Spartano, divenuto aggettivo, in

inglese e in italiano definisce qualcosa che mira all’essenziale, privo di tutto ciò che sia superfluo e con funzionalità ridotte al necessario.

Aiuto dall’EstPensando all’arma che abbiamo avuto l’occasione di provare, però, anche se è indiscutibile che sia assai più semplice rispetto agli standard cui la produzione STI ci ha abituato, preferiamo piuttosto pensare a “spartano” in quanto sostantivo che indica uno strumento, certamente semplice, ma fatto per durare, privo di fronzoli ma efficace ed efficiente. La filo-sofia che sta alla base di questo modello è banale nella sua ovvietà. Anche un’azien-da che si occupa di curare un mercato di livello medio-alto ha la necessità di non trascurare quello formato dagli appas-sionati meno abbienti, che poi percen-tualmente rappresentano il grosso della domanda. Spartan è quindi il nome che sottende un’attenta operazione di

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Tanto in pocoIl modello Spartan, come suggerisce il nome, costituisce l’arma d’entrata al complesso sistema STI. A differenza delle altre semiautomatiche prodotte dall’azienda texana, quella provata in questa occasione non fornisce la possibilità di customizzazioni particolari ma offre precisione, affidabilità e il fascino del marchio STI in un prodotto decisamente economico

di Matteo Barogi

La finestra d’espulsione presenta la conformazione standard, arricchita dalla presenza di un deflettore

La Spartan presenta un’architettura di tipo tradizionale che prevede il classico sistema di smontaggio mediante rimozione del bushing. Il mirino, innestato con un incastro a coda di rondine, riporta un inserto in fibra ottica per migliorare l’acquisizione del bersaglio in condizioni di scarsa luminosità

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componenti principali dell’arma (fusto, carrello e canna) e l’assemblaggio di questi con la componentistica, tutta di produzione STI a eccezione dell’italia-nissima tacca LPA e del caricatore, che l’azienda americana invia nelle Filippine. Una volta assemblata, l’arma viene spedita a Georgetown dove ciascun esemplare viene sottopo-sto agli stringenti controlli qualitativi che provvedono a dare o meno il via libera alla sua commercializzazione. La produzione in outsourcing non era sufficiente per un abbattimento sostanzioso del prezzo così, mentre il carrello viene ancora prodotto per asportazione da un blocco di acciaio estruso da macchine a controllo numerico, per il fu-sto si è adottato un sistema di microfusione a cera persa, già impiegato da altri produttori di fama. La parola microfu-sione è di per sé sufficiente a sollevare scetticismi e pre-giudizi ma, come tanti hanno dimostrato (Ruger in primis), è un sistema efficace quando si vogliano ottenere manufatti di qualità a un prezzo mode-rato. In fin dei conti, devono aver pensato in STI, chi è prevenuto potrà sempre com-prare gli altri modelli presenti a catalogo o indirizzarsi verso articoli di altri produttori.

marketing, che potremmo esemplificare in una sorta di “democratizzazione” del mito, e un’altrettanto curata strategia

industriale, che pensa ad allargare l’offerta per beneficiare dei vantaggi legati alla produzione e alla distribuzione su larga scala. Per un’azienda che ha fatto della qualità un simbolo e dell’esclusività una scelta, questa è una strada difficile da seguire, irta di insidie che possono distruggere in un attimo il buon nome che un marchio si è procurato in anni di sforzi. L’unica via che si apriva davanti alla dirigenza STI era quindi quella di far produrre esternamente la propria arma entry level da chi potesse ottenere delle economie significative senza, con questo, depauperare il prodotto. La soluzione non poteva che essere trovata all’estero e, nel caso di STI, si chiama Armscor (Arms Corporation of Philippines): è la più grande azienda produttrice di armi e mu-nizioni del Sud-Est asiatico.

L’accordo con ArmscorTrovato l’accordo con Armscor, a STI non restava che individuare i termini per instaurare la collaborazione con l’azien-da partner e l’ha trovato elaborando un sistema abbastanza complesso e per certi versi anti-economico che, però, ha ugualmente permesso di arrivare all’industrializzazione di un prodotto di alta qualità ad un prezzo che costituisce quasi la metà dell’arma completamente made in USA di riferimento nel catalo-go STI, che può essere identificata nel modello Trojan. L’accordo prevede che spetti ad Armscor la produzione dei

Niente fronzoliPer contenere ulteriormente i costi di produzione, STI ha pensato di ridurre a zero gli optional disponibili: la Spartan viene venduta esattamente nell’allesti-mento che abbiamo fotografato, senza variazioni in termini di finiture, dota-zioni e, fino a poco tempo fa, calibro. La pistola è stata inizialmente proposta solo nel suo calibro elettivo, quello per cui è nato il modello 1911 di Browning, ma di recente STI ha introdotto anche in questo suo modello il più contenuto 9 millimetri. Una contraddizione, per alcuni, ma decisamente una necessità su un’arma che nasce per gareggiare nelle gare IDPA e USPSA (dove si apprezzano l’economicità del calibro 9 e il relativo contenimento del rinculo ad esso asso-ciato) e che, nell’impiego di difesa, si può avvantaggiare dell’adozione del calibro che costituisce lo standard NATO (e non solo) nel settore delle armi da fianco. Le prestazioni del 9 millimetri, se paragona-te a quelle del .45 ACP, sono decisamente

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La tacca di mira della Spartan è prodotta da Lpa e presenta i regi-stri micrometrici indispensabili per la regolazione del punto d’impatto

Vista della sicura dorsale

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inferiori in termini di energia prodotta, ma l’estensivo uso del calibro in contesti operativi a partire dalla Seconda guerra mondiale e la sensibile riduzione del rinculo avvertito dall’operatore, specie utilizzando un’arma dimensionata per il .45, fanno sì che il 9 sia decisamente un ottimo compromesso, per molti il

Industries (da cui il nome 9x21 IMI). Per inciso, si calcola che oggi in Italia il 9x21 copra circa l’80% del settore difesa e cir-ca la metà di quello sportivo.

La Spartan nel dettaglioLa differenza notevole con il modello Trojan, che nel catalogo STI si colloca tra le armi alto di gamma di prezzo tutto sommato accettabile, si fa ancora più evi-dente paragonando l’arma di cui stiamo parlando a quella con cui condivide il nu-mero di catalogazione in Italia, il modello Range Master, certamente più raffinata (spiccano dust cover lungo e canna match bull) che però ha il difetto di costare, sem-pre sul mercato statunitense, ben 1.521 dollari. L’impianto dell’arma è quello tipico del disegno di Browning, ad azione singola con funzionamento a corto rinculo di canna e chiusura stabile. In conformità con l’originale, la Spartan presenta un ca-ricatore monofilare – che, grazie al minor ingombro del 9 mm, arriva a contenere 10 colpi – comando della sicura (la leva è maggiorata) e pulsante di sgancio del cari-catore a sinistra, sicura dorsale, guancette in legno di mogano delle Filippine

migliore, tra i caricamenti attual-mente disponibili. Non a caso, il 9 mm è attualmente adottato da almeno 70 Paesi nel mondo e questo ha fatto sì che si affermasse anche negli impieghi civili, laddove concesso dalle normative locali, e, in quei Paesi come l’Italia che non consentono l’uso di calibri militari,

nella sua declinazione civile, sviluppata da Israel Military

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Il caricatore della Spar-tan è in grado di ospitare 10 colpi in calibro 9x21. Il caricatore è molto sem-plice e forse costituisce il compromesso meno riu-scito per mantenere l’ar-ma in una fascia di prezzo medio-bassa

a sinistra del fusto, la leva della sicura è maggiorata

a cane armato è visibile il percussore di tipo inerziale

Un colosso asiatico

Armscor (Arms Corporation of Philippines) è la più grande azienda produttrice di armi e munizioni del Sud-Est asiatico, istituita con questo nome negli anni 60 del Novecen-to ma operativa nel settore delle armi già nel decennio precedente. Ad onor del vero, la storia di Armscor è ben più antica e risale al 1905, quando due gentiluomini inglesi costituirono a Manila un laboratorio fotografico cui si andarono via via ad aggiungere nuovi settori merceologici di attività, tra cui quello del commercio di armi d’impor-tazione. L’azienda, fino ad allora denominata Squires, Bingham & Co. dal nome dei fondatori, fu acquistata nel 1941 da Don Celson Tuason, facoltoso membro dell’unica famiglia nobile filippina, elevata al rango di nobiltà dal re spagnolo Carlo IV nel 1782. Tuason prima ottenne la licenza per una piccola produzione semi-artigianale di armi, poi una vera e propria licenza industriale, grazie alla quale ha costruito una fama e una conoscenza nel campo delle armi che non trova il pari in quell’area dell’Asia.

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con intaglio double diamond, finestra d’espulsione standard (con deflettore) e parkerizzazione come finitura superficiale delle parti metalliche. Una concessione ai tempi moderni sono invece il grilletto in fibra di carbonio, alleggerito e con

comando di regolazione del collasso di retro-scatto, il cane a testa squadrata al-leggerito che agisce su un classico percus-sore a lancio inerziale, gli intagli di presa disposti alle due estremità del carrello, il mirino dotato di inserto in fibra ottica

rossa innestato a coda di rondine e la tacca micrometrica. La parkerizzazione (o fosfa-tazione in italiano corrente) conferisce un aspetto molto gradevole e tattico alla Spar-tan, che risulta essere opaca come quella adottata dai GI nel corso della Seconda

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I risalti ricavati sulla canna e i corrispondenti re-cessi ricavati sul cielo del carrello. La loro inte-razione provvede alla chiusura dell’arma finché le pressioni non siano scese a livelli di sicurezza

Le guide del fusto – molto pulite in virtù del processo di microfusione della fabbricazione – e la leva di sgancio del caricatore, d’impianto molto tradizionale; il grilletto alleggerito realizzato in fibra di carbonio è dotato di un registro per regolare il retro-scatto

L’arma smontata nelle sue componenti principali

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guerra mondiale e negli anni successivi. Pregevoli sono le guancette mentre, a livello tecnico, sono ragguardevoli le fi-niture di canna e guida-molla, entrambe cromate per fornire maggiore resistenza alla corrosione. Il processo di smontag-gio è quello tradizionale del sistema 1911 e coerente con l’architettura meccanica dell’arma. L’operazione però non è im-mediata come potrebbe essere in quanto la semiautomatica prodotta da Armscor è veramente ben realizzata e le tolleran-ze adottate, in parte con la complicità dello spessore prodotto dal processo di fosfatazione, sono veramente ristrette. La

al fuoco dimostra che il calibro 9 in un corpo da maggiorata, quale quello di una .45, costituisce un connubio eccezionale per controllabilità e mitez-za del rinculo, che rende molto facile doppiare il colpo e sparare serie in ra-pida successione mantenendo un buon allineamento con il bersaglio. A termine della prova, rosata e dati dell’arma alla mano, possiamo dire che effettivamen-te il produttore americano è riuscito nell’arduo compito di proporre un’ar-ma di tipo sportivo efficace, tale infatti la Spartan è classificata in Italia, e al tempo stesso economica.

canna con il carrello-otturatore così co-me il fusto con il carrello costituiscono gruppi solidi che non presentano giochi strani e lasciano presagire che l’arma possa rimanere solida e funzionale an-che dopo aver macinato diversi colpi.

La prova a fuocoAl poligono la Spartan non delude le aspettative che una STI naturalmente solletica. La Spartan, al pari delle altre armi della produzione STI, ha un per-fetto bilanciamento, uno scatto pulito e netto, un’impugnabilità in linea con quello che è lecito aspettarsi. La prova

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Produttore: FaSTI International, www.stiguns.comimportatore: Bignami, tel. 0471 803.000, www.bignami.itModello: Spartantipo: pistola semiautomatica a chiusura stabile con corto rinculo di cannacalibro: 9x21 IMI Destinazione d’uso: tiro, difesa personalecaricatore: monofilare da 10 colpiSistema di scatto: azione singolaPercussione: indiretta con percussore inerziale organi di mira: tacca registrabile, mirino con inserto in fibra otticaSicure: manuale, e dorsaleLunghezza canna: 127 mmLunghezza totale: 215 mmMateriale del fusto: acciaioFinitura: parkerizzazionePeso: 1.020 grammiNumero di catalogo Nazionale: 14476 (arma sportiva)

Sti SPArtAN 9x21 MM

PrEZZo 850 euro¤

rosata otte-nuta a 15 me-tri sparando a due mani mu-nizionamento commerciale Geco con pal-la FmJ round

nose da 124 grains

L’autore durante la prova di tiro

al poligono

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