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In quESTo nuMERo: A Montecchio una pista per la guida sicura duello stellare tra Lucky e nodari Lisa Meggiarin rivince il Trofeo A 112 giacomo Costenaro sulle orme di papà Rivive il mito dell’Abarth Indietro le lancee del tempo www.vicenza.aci.it anno 2 ǀ numero 5 ǀ oobre 2015 REg. TRIB. VICEnzA n. 1499/14 dEL 21.05.2014 BIMESTRALE dELL’AuToMoBILE CLuB dI VICEnzA

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In quESTo nuMERo:

A Montecchio una pista per la guida sicuraduello stellare tra Lucky e nodariLisa Meggiarin rivince il Trofeo A 112giacomo Costenaro sulle orme di papàRivive il mito dell’AbarthIndietro le lancette del tempo www.vicenza.aci.it

anno 2 ǀ numero 5 ǀ ottobre 2015REg. TRIB. VICEnzA n. 1499/14 dEL 21.05.2014

B I M E S T R A L E d E L L’A u T o M o B I L E C L u B d I V I C E n z A

SEMplIfIcAzIOnEl’IMpEgnO dEll’AcI

Editoriale di Valter Bizzotto

In questo importante momento di cambiamen-to che l’Ente si sta preparando ad affrontare sicolloca una innovazione particolarmente signifi-cativa: il Certificato di proprietà digitale (CdPd).

La digitalizzazione del CdP (Certificato di pro-prietà) è l’ennesima risposta che Aci dà a chi met-te in dubbio la sua capacità, come Ente pubblico,di essere efficiente ed efficace.

dal 5 ottobre, infatti, non vengono più rilasciatii Certificati di proprietà cartacei ma, ai nuovi ac-quirenti e a chi effettua trascrizioni o annotazioni,viene rilasciata una ricevuta sulla quale è presenteil codice di accesso con il quale il Cdp digitale sipuò visualizzare in qualsiasi momento. Lo stessoè conservato nei server dell’Aci con l’immediatovantaggio che non può più essere smarrito o sot-tratto per compiere degli illeciti. Verrà meno tuttala mole di denunce fatte ogni anno (circa 300.000)

e i costi relativi al rilascio dei duplicati. Tutto que-sto non comporta alcun aggravio di costi per il cit-tadino nei confronti del quale Aci si fa garantedella corretta tenuta del suo documento di pro-prietà.

L’Automobil Club è la prima Amministrazionepubblica che ottempera a quanto disposto dal Co-dice dell’amministrazione digitale che imponealle Pubbliche amministrazioni di “gestire i pro-cedimenti amministrativi utilizzando le tecnologiedell’informazione e della comunicazione” e que-sto è solo il primo passo verso la dematerializza-zione e la digitalizzazione dei processi diregistrazione della proprietà dei veicoli ed è unaltro modo per dimostrare che Aci è pronto a ri-lasciare il documento unico tanto invocato dagliautomobilisti ed è altrettanto pronto a gestirel’Archivio unico dei veicoli.

PAgInA ǀ 03

EdIToRIALE PAgInA 3

CIRCuITo guIdA SICuRA PAgInA 4

SoSSELLA CAMPIonE WRC PAgInA 6

VALSugAnA HISToRICPAgInA 8

TRoFEo TRE REgIonI PAgInA 11

RALLy CITTà dI BASSAno PAgInA 12

RALLy LEgEnd PAgInA 16

S. MARTIno dI CASTRozzA PAgInA 18

IL MITo dELL'ABARTH PAgInA 20

un SALTo IndIETRo nEL TEMPo

PAgInA 22MAL d'AuTo

PAgInA 26RAduno PICCo ASToRE

PAgInA 29AMBASCIAToRI dELLA SICuREzzA

PAgInA 31IL LATo B dEI MIEI RALLy

PAgInA 35JAguAR E TyPE

PAgInA 38IL FoTogRAFo AnTonIo BIASIoLI

PAgInA 42IL BAuLE dELLE MERAVIgLIE

PAgInA 45ACI, L'ESPERTo RISPondE

PAgInA 46

SOMMARIO

BIMESTRALE dELL’AuToMoBILE CLuB dI VICEnzAREg. TRIB. VICEnzA n. 1499/14 dEL 21.05.2014

EditoRE: ACI VICEnzA36100 VICEnzA VIA E. FERMI, 233

diREttoRE REsponsaBilE: RoBERTo CRISTIAno BAggIo

stampa: LABoRAToRIo gRAFICo BSTVIA LAnzARInI, 25/B – RoMAno d’EzzELIno

diREzionE, REdazionE, amministRazionE:ACI VICEnzA

VIA E. FERMI, 233 36100 VICEnzATEL. 0444 – 568689 (CEnTRALIno)

TEL. 0444 – 561646 (FAx – SEgRETERIA)E-MAIL: [email protected]

L’ormai continuo e reiterato attacco all’Aci perpetrato da più parti e, con maggiore forza,al Pra che si vorrebbe assorbito dalla Motorizzazione, denota come, spesso, si voglia farpassare per riforme di semplificazione e risparmi quello che, in effetti, non è, e fa capire,a chiare lettere, come non si voglia riconoscere all’Aci quell’impegno, quella dedizione,quella solerzia che gli appartengono da sempre.

Valter Bizzotto

Roberto Cristiano Baggio

I dati delle statistiche nazionali sonodrammatici: nella crudezza dei numericonfermano che sulle nostre strade ognigiorno si combatte una guerra. nel solo2013 si sono registrati oltre 181mila inci-denti stradali con lesioni a persone.

Le vittime sono state 3385, quasi diecial giorno. La percentuale più alta dei de-ceduti, il 42,1 per cento, riguarda personedi età compresa tra i 20 e i 44 anni. oltre247mila i feriti complessivi. Cifre sconvol-genti.

Cosa fare per contrastare questa strage?

da anni l’Automobile club vicentino si im-pegna per promuovere corsi di guida sicu-ra rivolti non solo ai neopatentati ma atutti coloro che avvertono l’esigenza di mi-gliorare le proprie capacità quando si met-tono al volante. già le cinque autoscuoleberiche entrate nel circuito “Ready twogo” propongono lezioni al simulatore diguida e poi inviano gli allievi ai corsi chel’Aci centrale periodicamente organizza sul-la pista di Vallelunga e sul rinnovato cir-cuito di Arese. Ma non basta. Perinsegnare ai ragazzi freschi di patente co-

PAgInA ǀ 04 nELL’AREA gHISA dI MonTECCHIo MAggIoRELA LoCATIon IdEALE PER CREARE un HuB ARTICoLATo nELL’AMBITo dELLA MoBILITà

nEll’Ex cASERMA

“Acquaplanning, abs, controsterzo – spiega Valter Bizzotto – sono ter-mini ormai entrati nel vocabolario quotidiano. quanti però sanno comeci si deve comportare quando un velo d’acqua si frappone tra asfalto egomme facendo perdere aderenza al veicolo? E quanti sanno come equando entra in funzione l’abs? Molti, sentendo la macchina procedereimprovvisamente a sbalzi, per l’intervento del sistema frenante assistito,prendono paura e mollano tutto. dopo aver seguito un corso di guida si-cura l’acquaplanning non è più quell’ostacolo che procura rischi grossissimie l’abs diventa un valido supporto nei momenti di maggior pericolo. Chinon manderebbe a lezione il proprio figlio neopatentato o non frequen-terebbe egli stesso un corso di guida sicura se la pista fosse a portata dimano? L’Aci Vicenza è pronto a realizzare l’opera, in sinergia con altreforze presenti sul territorio, perché anche una sola vita strappata allamorte rappresenterebbe un traguardo importantissimo”.

L’area della ghisa, che sino a qualche anno fa ospitava una casermaper la riparazione e il collaudo di mezzi dell’esercito, è situata in un postostrategico, a pochi chilometri dal casello autostradale di Montecchio

presentazione progetto per il circuito di guidasicura

Il sindaco di Vicenza, Achille Variati, ha firmatoun’ordinanza per vietare la circolazione, in alcunevie centro storico, degli autoveicoli Euro 0 ed Euro1 e dei ciclomotori e motocicli a due tempi non ca-talizzati nelle fasce orarie che vanno dalle 9 alle 12e dalle 15 alle 18 per contrastare l’inquinamentoatmosferico. Il divieto resterà in vigore sino al 25marzo 2016. un provvedimento che riguarda oltresettemila vecchie auto immatricolate nel Vicenti-no.

La decisione, però, non trova assolutamented’accordo il presidente dell’Automobile Club Vi-cenza, Valter Bizzotto, che rappresenta oltre18.000 soci berici.

“Il Comune se la prende con gli automobilisti –afferma Bizzotto – senza tenere conto delle esigen-ze di chi non si può permettere vetture Euro 5 oEuro 6. Condivido senz’altro la battaglia control’inquinamento atmosferico, ma la guerra alle autopiù anziane è arbitraria. Per legge, tutti i veicolidevono essere sottoposti a revisione ogni due annie fra le prove previste vi è il controllo dei gas discarico che devono rispettare limiti ben definiti. Seuna vettura supera il test significa che è in regola eidonea alla circolazione, secondo le disposizioni dilegge. L’automobilista paga la tassa di circolazioneper tutto l’anno e ha il diritto di usare l’auto tuttol’anno. Se deve tenerla in garage, il sindaco gli rim-borsa il bollo per il mancato utilizzo? È sorpren-dente poi come nel cuore di Vicenza entrinoregolarmente i mezzi a tre ruote di Aim ValoreAmbiente per la raccolta dei rifiuti, tutti Euro 0 edEuro 1, in deroga all’ordinanza. È questo l’esempioche danno gli Amministratori? Ripeto: l’ordinanzadel sindaco Variati è arbitraria!”.

“StOp AllE AutOEuRO 0 Ed EuRO 1 ?ORdInAnzA InutIlE

E dIScRIMInAtORIA”

Presa di posizione dell’Aci control’ordinanza del sindaco Variati

Maggiore e a fianco della superstrada Pedemontana in via di rea-lizzazione, quindi facilmente raggiungibile.

I capannoni dismessi, poi, potrebbero essere riconvertiti perfare dell’ex complesso militare un polo dedicato alla mobilità conla realizzazione di spazi per la didattica e l’accoglienza, aree espo-sitive multifunzionali, spazi di rappresentanza da destinare adaziende che si occupano di ambiente, energie rinnovabili, mobilitàelettrica e sostenibile, sicurezza stradale e, in sinergia con il PremioMarzotto, alle start up correlate.

L’arch. Massimo Vallotto, presidente del Museo dell’automobileBonfanti-Vimar di Bassano del grappa, ha redatto un Masterplanpresentato ufficialmente all’Amministrazione comunale di Mon-tecchio Maggiore e agli organi di informazione locali, ottenendounanimi consensi anche da parte delle minoranze consiliari.

Valter Bizzotto ha confermato la disponibilità di Aci Vicenza afinanziare il circuito di guida sicura. una volta espletate le formalitàburocratiche, i lavori potrebbero iniziare già il prossimo anno.

me affrontare le insidie del traffico bisognerebbe avere a disposizione un circuitostradale adatto allo scopo.

da sempre il presidente dell’Aci Vicenza, Valter Bizzotto, si batte per la costruzionedi un anello dove specialisti della guida possano insegnare ai giovani come ci si com-porta nel traffico e in presenza di ostacoli imprevisti. una decina di anni fa, indivi-duata una cava dismessa, era stato approntato un progetto per una pista da usarsicome “aula”. Tutto però svanì di fronte alle riserve di un sindaco poco lungimiran-te.

Finalmente il momento giusto è arrivato, grazie a Milena Cecchetto, primo cittadinodi Montecchio Maggiore che ha ricevuto dal demanio l’area dell’ex caserma deno-minata ghisa, lungo la strada che dal centro del paese porta a Valdagno, a patto cheentro tre anni presenti un progetto di recupero e valorizzazione del complesso.

L’Amministrazione comunale castellana ha raccolto la sfida e, trovato nell’Aci Vicenzail partner ideale, ha messo a disposizione l’area per la realizzazione di un circuito ri-servato ai corsi di guida sicura.

non una pista per gare e competizioni, sia chiaro, ma un impianto tecnologicodove tenere dei corsi per simulare le condizioni di guida più problematiche e, tramiteistruttori dedicati, far crescere la capacità di controllo dei partecipanti tramite unmix di didattica e pratica altamente evoluta.

PAgInA ǀ 05

pREndE fORMA lA pROpOStA dEll’AutOMOBIlE cluB VIcEnzA pER lA cOStRuzIOnE dI un IMpIAntO tEcnOlOgIcOpER InSEgnARE AI nEOpAtEntAtI cOME AffROntARE lE InSIdIE dEl tRAffIcO

IL MuSEo dELL’AuTonELLA CITTà dI

gIuLIETTA E RoMEoE se il museo dell’automobile Bonfanti-Vimar

traslocasse da Bassano a Montecchio? L’ipotesi nonè poi così remota. gli amministratori bassanesi nonhanno le idee chiare e, pur davanti ad un progettoesecutivo approvato ormai una decina d’anni fa ea uno scavo che ha sconvolto l’area dell’ex casermaCimberle-Ferrari deputata ad ospitare un museonaturalistico e il museo dell’automobile, non sannoche pesci pigliare, col rischio di mandare a rotolianni di lavoro e risorse preziose.

Il Bonfanti-Vimar, fondato nel 1992 sotto la spin-ta energica di nino Balestra, storico dell’automobiledi fama mondiale, è stato più volte premiato comemiglior struttura europea. L’attuale sede, troppopiccola, è inadatta ad ospitare la galleria dell’inge-gno, della mobilità e dell’innovazione veneti dedi-cata a giannino Marzotto. Così il presidenteMassimo Vallotto non s’è lasciato sfuggire l’oppor-tunità offertagli dall’Aci Vicenza e da Milena Cec-chetto, sindaco di Montecchio Maggiore,dichiarandosi pronto ad elaborare un progetto peril trasferimento dell’istituto culturale che rappre-senta, all’ombra dei castelli di giulietta e Romeo.

due nomi beneauguranti, non solo per la lorostoria d’amore che ha fatto il giro del mondo, maanche perché la giulietta è stata una delle vetturepiù indovinate fra tutte quelle uscite dalla casa fon-data dall’ing. Romeo, l’Alfa.

l’arch. massimo Vallotto

Era prevista una volata a quattro, invece è finita al fotofinish conuno sprint a due. Manuel Sossella ha vinto la 35ª edizione del Rallydi Como, andato in scena lungo sei speciali nel tormentato entroterralariano, battendo per mezzo secondo Porro-Cargnelutti.

una manciata di centimetri, tradotti in spazio, dopo un’ora abbon-dante di gara, ricca di colpi di scena. Cioè niente!

Con il successo, Sossella s’è aggiudicato anche il prestigioso titolodi campione italiano Wrc, un’impresa che alla vigilia sembrava im-possibile in quanto a caccia del tricolore erano in quattro: oltre al vi-centino ambivano all’alloro anche il veronese Alessandro Bosca, iltrevigiano Marco Signor e il valdostano Elwis Chentre. Paolo Porro,fuori dai giochi a causa dei troppi ritiri, non ha voluto disertare la

PAgInA ǀ 06 AL VoLAnTE dI unA FoRd FIESTA PREPARATA dALLA TAMAuTo Con gABRIELE FALzonE ALLE noTE

HA dATo IL MASSIMo ALL’InIzIo SuLLE STRAdE RESE VISCIdEdALLA PIoggIA E PoI HA dIFESo IL VAnTAggIo dAgLI ATTACCHIdEgLI AVVERSARI quAndo L’ASFALTo S’È ASCIugATo

SOSSEllA VIncE AllO SpRInt

Manuel Sossella e gabriele Falzonehanno costruito la vittoria lungo i primichilometri del rally. Le strade bagnate eviscide hanno livellato le potenze e laFord Fiesta Wrc dell’equipaggio vicenti-no è andata oltre le previsioni. dopo iprimi due settori cronometrati i due ave-vano un vantaggio di oltre 21 secondisul più diretto avversario. quando lecondizioni climatiche sono cambiate el’asfalto s’è asciugato la maggior potenza

della macchina di Porro s’è fatta sentire.Il recupero è stato costante, ma Sossellanon è mai stato scalzato dalla vetta. neldoppio passaggio finale sulla prova diPiano Rancio, Porro ha giocato la cartadella disperazione, arrivando ad un sof-fio dal rivale, insufficiente però per por-targli via il primato.

Alla partenza dell’ultima prova il pilotadi Torri di quartesolo ha guardato negliocchi il compagno di gara. “Ce la giochia-

mo fino in fondo” gli ha detto e Falzoneha alzato il pollice nel classico gestodell’ok. Così è stato. Senza tentenna-menti, Sossella ha pestato duro sull’ac-celeratore respingendo anche l’ultimoassalto di Porro.

“Mezzo secondo e mi avrebbe affian-cato – la battuta di Manuel – fortunata-mente sono riuscito a difendere anchecoi denti il primato e così ho vinto tra gliapplausi del pubblico lariano. A Como

sossella-Falzone durante il Rally del salento

gara di casa; s’è presentato come quinto incomodo e per poco non le ha suo-nate a tutti.

Il candidato più serio alla vittoria finale, dopo una stagione tirata e incerta,era Bosca ma il veronese al volante di una Citroen dS 3 s’è fermato anzitempodurante la quarta delle sei prove in programma, lasciando via libera al driverdi Torri di quartesolo, navigato da gabriele Falzone.

Sossella ha creduto sino in fondo al titolo. non ha mai mollato ed è statopremiato. quando ha portato la Ford Fiesta Wrc messagli a disposizionedalla Tamauto, sul podio a stento ha trattenuto le lacrime dalla gioia.

Marco Signor avrebbe potuto impensierirlo di più ma il trevigiano, conuna Ford Focus, non è andato oltre il quarto posto, preceduto sul traguardoanche dalla Ford Fiesta di Alessandro Perico, reduce dal rally delle due Vallidi Verona.

Fuori dai giochi Chentre per la rottura del turbo, nel corso della quintaspeciale, Sossella ha avuto la strada spianata anche se il rush finale è statoincertissimo e Porro ha fatto di tutto per mettergli le ruote davanti.

Sossella ha rivinto così la gara comasca a un anno di distanza, con la stessagrinta e la stessa determinazione messe in mostra dodici mesi fa.

PAgInA ǀ 07

mi vogliono un gran bene, forse per-ché qui ho vinto lo scorso anno, e co-sì in riva al lago posso contare su ungran numero di tifosi”.

Ad attenderlo sul palco anche lamoglie Martina, le due figlie Ilaira edElena e il papà Sereno che lo ha av-viato alle competizioni.

A cavallo tra gli anni Settanta e ot-tanta, infatti, Sereno Sossella gareg-giava per la Palladio al volante di unaLancia 037 riuscendo spesso e volen-tieri ad abitare nelle zone alte dellaclassifica. La passione l’ha trasmessaal figlio. Manuel ha debuttato nel1994 e in una ventina d’anni di gare

ha colto qualcosa come una quaran-tina di vittorie assolute e portato acasa tre titoli Irc, vale a dire Interna-tional Rally Cup, manifestazione pen-sata e organizzata dall’aretinoLoriano norcini.

“decisivi i decimi di secondo – ilcommento finale di Sossella – perchéin tutta la stagione le gare si sono ri-solte con distacchi minimi”.

Alle stelle il patron della scuderiaPalladio, Mauro Peruzzi, che ha se-guito col cuore in gola l’evolversi delrally. Per Manuel un altro titolo damettere nel palmares, già carico dimetalli preziosi.

sossella-Falzone in controsterzo al rally di Como (Foto Bettiol)

Manuel Sossella, vicentino, è nato il 12 marzo 1975.Ha cominciato a frequentare il mondo dei motori nel1993, sulla scia di papà Sereno, rallysta a cavallo tragli anni Settanta e ottanta e sostenitore della scuderiaPalladio.

Ha disputato centinaia di gare, cogliendo una qua-rantina di vittorie assolute e tre titoli Irc, InternationalRally Cup. quest’anno si è assicurato il prestigiosocampionato italiano Wrc, sfuggitogli lo scorso annoper l’inezia di mezzo punto.

La stagione non era iniziata bene per il rallysta diTorri. Costretto per ragioni di budget a saltare il rallyMille Miglia, gara d’apertura del torneo riservato allevetture Wrc, vale a dire quelle che corrono anche ilmondiale, ha dovuto inseguire gli avversari per tuttoil campionato disputatosi su sei sfide elettrizzanti edincerte. Alla seconda prova, il rally del Salento, in Pu-glia, Sossella s’è classificato al terzo posto assoluto,dietro al vincitore Alessandro Bosca su Citroen ds 3e all’aostano Elwis Chentre su Ford Focus. quarto, acausa di una foratura, nel Rally della Lanterna di ge-nova, dominato da Paolo Porro.

“Avrei potuto vincerlo – il commento di Manuel –invece una gomma afflosciata mi ha spedito indietrofacendomi perdere punti preziosissimi”. La stagioneha cominciato a raddrizzarsi a giugno, in occasionedel rally della Marca Trevigiana dove a battere tuttiè stato ancora Paolo Porro. Sossella ha chiuso alle suespalle, staccato di appena due secondi e mezzo. Altroterzo posto a metà settembre al S. Martino di Castroz-za, “firmato” da Marco Signor con Bosca secondo.Alla vigilia del Rally di Como la classifica del campio-nato italiano Wrc vedeva in testa Bosca con 53 punti,Sossella secondo a 45, Signor terzo a 42,5 e Chentrequarto a 40. Fermo a quota 30 Paolo Porro a causadi tre ritiri.

I primi quattro si sono giocati il titolo in riva al lagoe Manuel è stato il più veloce di tutti.

Felicissimo, ovviamente, al traguardo.“Lo scorso anno ho perso il campionato Wrc, an-

dato a Luca Pedersoli, per l’inezia di mezzo punto.quest’anno l’ho vinto grazie al mezzo secondo di van-taggio che ho difeso dagli assalti di Porro che a casasua, davanti al pubblico amico, teneva da matti a star-mi davanti”.

Veloce, determinato, sicuro Manuel Sossella pre-para con la meticolosità di un professionista le garecui partecipa anche se in realtà corre da privato. dàmolta importanza alla preparazione fisica e si man-tiene in forma con lunghe sedute in palestra e se-guendo una dieta personalizzata. È alto 1,83 cm epesa 75 chili.

quest’anno ha corso in coppia con gabriele Falzonementre nelle passate stagioni ha fatto coppia con Wal-ter nicola. Sposato con Martina, ha due figlie Ilariadi 7 anni ed Eleonora di 3. Lavora nell’azienda orafafondata dal padre.

da quest’anno è ritornato a difendere i colori dellascuderia Palladio.

SuccESSO InSEguItOpER tuttA lA StAgIOnE

un InIzIo dIFFICILE E TuTTo In SALITA PER RECuPERARE I PunTI PERSI AL MILLE MIgLIA dI BRESCIA

1. Sossella-Falzone Ford Fiesta Wrc 1h 09’8”12. Porro-Cargnelutti Focus Wrc a 0.5”3. Perico-Turati Ford Fiesta Wrc a 13”74. Signor-Bernardi Ford Focus a 31”05. Silva-Pina Ford Focus Wrc a 1’36”3

CLASSIFICA 35° RALLy dI CoMo

Lucky Battistolli sul gradino più alto delpodio. Sette mesi dopo il grave incidente oc-corsogli al rally di Sanremo che stava dispu-tando al volante di una Lancia delta assiemea Fabrizia Pons. Il vicentino, in coppia congigi Cazzaro, ha vinto la quinta edizione delRally Valsugana Historic, organizzato dalManghen Team in stretta collaborazione conil Team Bassano, con la Ferrari 308 gtb digruppo 4 messa a punto da Corrado Patella,talentuoso tecnico dalle mani d’oro che diLucky è primo cugino.

una gara caratterizzata dal freddo intenso,quella andata in scena sui Lagorai, con par-tenza ed arrivo a Borgo Valsugana, tanto chegli organizzatori sono stati costretti ad ac-corciare di un paio di chilometri la prova delBroccon a causa della... neve caduta copio-samente la notte prima del via.

Lucky non ha avuto vita facile. Sulla suastrada ha incrociato uno scatenato Paolonodari, in coppia col figlio giulio, alla guidadi una Porsche 911 Sc del Team Balletti, cheha fatto di tutto per stargli davanti. Il pilota

PAgInA ǀ 08 IL PILoTA VICEnTIno HA VInTo LA gARATREnTInA AL VoLAnTE dI unA FERRARI 308 gTB In CoPPIA Con L’AMICo gIgI CAzzARo

tRA lucky E nOdARI

nerobutto (golf gti) ma sono stati costrettiad alzare anzitempo bandiera bianca e a sa-lutare la compagnia.

Il terzo posto è finito così nelle salde manidel bresciano Roberto Montini (Erika zoannial radar) con la sua Porsche 911 Sc.

Al di sotto delle aspettative il rally di gior-gio Costenaro che su queste strade ha vintoil S. Martino di Castrozza di metà settembre.Partito lento, il marosticense ha via via re-cuperato ma non è riuscito andare oltre ilquarto posto con la sua Lancia Stratos.

gomme e freddo i motivi principali dellagiornata no.

Costenaro-Marchi hanno preceduto la Por-

sche 911 RS dei padovani giampaolo Man-tovani e Luigi Annoni ottimi quinti, davantiai locali Romano Purin e daniel Stroppa an-cora una volta in grande rilievo con la piccolaVolkswagen golf gti gruppo 2; buona garaper i cuneesi Sergio Mano e Matteo Barberocon la Fiat 131 Abarth gruppo 4, settimi altraguardo. Ancora una buona prestazioneper i veronesi Luca Cattilino e Mauro grassiottavi con l’opel Kadett gt/e gruppo 2 se-guiti dalla Porsche 911 SC gruppo 4 portataall’esordio in nona posizione dai trentini Lo-renzo delladio e Remo Bazzanella; ha chiusola top ten, con una prestazione convincente,il padovano Mauro Simontacchi il quale, in

coppia col veronese Andrea Ballini, s’è ag-giudicato anche il 4° Raggruppamento conla Renault 5 gt Turbo. Il 1° Raggruppamentoè andato invece alla BMW 2002 Ti dei vicen-tini Mario e diego Pieropan.

Straordinaria la prova di Lisa Meggiorinche al volante di una A 112 Abarth s’è piaz-zata all’undicesimo posto assoluto, metten-dosi alle spalle vetture decisamente piùpotenti della sua piccolina.

Lisa, in coppia con l’amica Silvia gallotti, habattuto nettamente i 20 equipaggi in lotta peril rinato Trofeo A 112 Abarth, aggiudicandosila vittoria finale davanti ad Alessandro nero-butto, costretto a dare forfait nell’ultimo set-

paolo e Giulio nodari, secondi assoluti al Val-sugana con la porsche 911 sc (foto Grazianodoro)

lucky - Cazzaro con la Ferrari 308 Gtb al Rally Valsugana Historic

di Roberto Cristiano Baggio

“Sono dei fenomeni. Ero al Ral-ly della Valsugana a seguire Luckycome direttore sportivo e le A 112partivano prima del numero 1,Lucky appunto. Le ho viste in tut-te le piesse. Fanno paura!”

Il commento è di Rudy dalpoz-zo, uno dei più navigati, e titolati,coequipier italiani, pilastro dellaopel, rallysta dall’esperienza chi-lometrica.

“Alla fine dell’ultima prova nonho potuto fare a meno di compli-mentarmi con loro. – aggiunge ilromagnolo – quando nei controllistop delle speciali aprivo la por-tiera per comunicare i tempi micolpiva la loro calma e la lorofreddezza, tipiche di chi è consa-pevole di essere il migliore. Meri-terebbero di più ma in Italia civuole sempre il Santo in Paradiso.Se non l’hanno già – ma non cre-do – spero riescano a trovarlo. Fa-rò sicuramente presente le loropotenzialità al presidente dell’Aci,Angelo Sticchi damiani. Se lo me-ritano!”.

Il gIudIzIO dI Rudy“SOnO dEI fEnOMEnI”

tore, dopo aver sostituito il cambio a tempo record, per un incontroravvicinato – risoltosi fortunatamente senza conseguenze – con untrattore durante la marcia di trasferimento verso la prova Betulle. An-che due anni fa la Meggiarin s’era laureata campionessa italiana. Lisaha corso costantemente all’attacco, e pur alle prese con una fastidiosainfluenza (“Prima del via ho preso un cucchiaio di Tachipirina e unabusta di oki” ha spiegato agli amici) è riuscita a vincere la nausea chea metà gara ha rischiato di fermarla.

“non ce la facevo più – il commento – Per fortuna ho ripreso leforze dopo il riordino di Borgo altrimenti mi sarei arresa”.

È un peccato che la vicentina non trovi sponsor in grado di soste-nerla perchè attualmente in Italia non avrebbe rivali neanche nellegare moderne e i tempi spiccati sulle speciali lo confermano.

Hanno assaporato l’emozione del traguardo guido Vettore e Mi-chele Bizzotto con la Bmw 2002 Ti dopo i ritiri al dolomiti e al Bas-sano, festeggiatissimi dagli amici per i quali han dovuto metteremano ai portafogli per i brindisi obbligatori.

di gambugliano, protagonista di una grande stagione tutta in crescendo, ha tallonatoda vicino Battistolli, aggiudicandosi anche quattro prove speciali (una ex aequo) delleotto in programma.

Lucky, partito con le Pirelli V7 che riteneva più performanti sull’asfalto umido dellesolite V5, prima dell’ultima prova è ritornato alle “vecchie scarpe”, ritenendole piùadatte alle caratteristiche del percorso. In quel momento tra lui e nodari c’erano menodi due secondi di differenza. niente, considerato che c’era un’altra dozzina di chilometrida affrontare mentre il giorno declinava. decisiva s’è rivelata così la speciale “Betulle”dove Battistolli ha dato fondo a tutti i numeri del suo immenso repertorio per distan-ziare l’avversario che s’è comunque consolato con il trofeo Michelin, messo in paliodalla casa francese. gigi Battistolli, ottimamente seguito alle note da gigi Cazzaro, haaggredito l’asfalto con la grinta dei giorni migliori, a conferma di una classe che noncala di un millimetro e di una ritrovata forma che ha del miracoloso considerato quelloche ha dovuto sopportare per guarire dalla doppia frattura vertebrale di inizio prima-vera.

Lucky e nodari hanno fatto corsa a sé, lasciando agli altri solo l’obiettivo del terzoposto.

All’inizio sono stati sorprendenti il trentino Frainer (opel Kadett 16 V), addiritturaterzo nella speciale d’apertura, il marosticense Paolo Basso (Porsche 911 RsR) e Tiziano

PAgInA ǀ 09

IncREdIBIlElISA MEggIARIn undIcESIMA ASSOlutAcOn SIlVIA gAllOttI.S’è RIpRESA Il tROfEOA 112 ABARth

lisa meggiarin e silvia Gallotti con la loro a 112 abarth

“Sono ARRIVATonEL TRoFEoCon 40 AnnI dI RITARdo”

Alla fine degli anni Settanta era già un prota-gonista dei rally nazionali. Con la Kadett facevacose strabilianti e si prendeva il lusso di staredavanti a Miki Biasion. Ha perso un campionatoitaliano di gruppo 1 per l’inezia di due punti,battuto nell’ultimo rally stagionale da BrunoBentivogli. Con qualche aiuto in più sarebbestato un professionista di prim’ordine. Suoi co-munque due Mitropa Cup e un paio di titoli tri-veneti.

Pierluigi zanetti s’è tolto lo sfizio di “debutta-re” con una A 112 Abarth al Valsugana.

“Purtroppo con 40 anni di ritardo. Era da tan-to tempo che volevo cimentarmi con la picco-lina, giusto per capire le potenzialità dellavettura che ai miei esordi agonistici ha forgiatodecine di piloti di alto livello. Ho trovato pochigiorni prima del via la macchina e l’ho presa.non ho fatto in tempo a provarla e così in garami sono trovato alle prese con un assetto da ri-fare completamente, gli ammortizzatori dacambiare e il motore da rivedere. L’avessi sa-puto subito non sarei partito. Comunque misono divertito molto anche se nell’angusto abi-tacolo io e il navigatore Mattia Franchin ci sia-mo sentiti come delle sardine in scatola, vistala nostra mole. dove gli altri mettevano la quar-ta noi arrancavamo in terza... “

Anche zanetti è rimasto stupito dalla grintae dalla classe di Lisa Meggiarin.

“Brava davvero – il suo commento - Camminasicura ed è molto veloce. In salita mi distanziavama in discesa mi sono fatto valere. Bravissimapure Silvia gallotti, navigatrice di grande espe-rienza. Sono sicuro che sa spronare Lisa comepochi altri nei tratti più difficili e insidiosi. Te-nendo dei limitati mezzi di cui dispongono ledue terribili signore della A 112, sono anchetroppo brave!”.

1. Lucky.Cazzaro Ferrari 308 gtb2. nodari-nodari Porsche 911 Sc a 10”73. Montini-zoanni Porsche 911 Sc a 1’27”84. Costenaro-Marchi Lancia Stratos a 1’38”05. Mantovani-Annoni Porsche Rs a 2’25”7

CLASSIFICA FInALE

IL “dEBuTTAnTE” PIERLuIgI zAnETTI

PAgInA ǀ 11

della serie anche per quelle speciali: il Tro-feo Tre Regioni si è chiuso dopo le ottogare disputate consegnando a MaurizioSenna e Lorena zaffani la vittoria assolu-ta. Mauro Argenti e Roberta Amorosa so-no risaliti in seconda posizione,strappandola a giordano Mozzi e StefaniaBiacca, che nel corso dell’anno hanno al-ternato Lancia Fulvia e opel Kadett gt/e.La coppia mantovana completa il podiononostante le defezioni nelle ultime tregare.

In quarta posizione Enzo Scapin ed Ivan

Morandi con la Lancia Beta Montecarlo,davanti al vicentino Adriano Pilastro na-vigato da oscar Savoldelli sull’AutobianchiA112 Abarth, che ha “strappa” la posizio-ne ai compagni di team Sandro Martinied Elisa Moscato (Fiat uno 70), finiti a pa-ri punti, in virtù della vittoria assoluta ot-tenuta al San Martino di Castrozza.

La classifica scuderie premia la ScaligeraRallye, davanti alla Squadra Corse IsolaVicentina e Progetto Mite.

Il Trofeo Abarth è stato appannaggio diLorenzo Franzoso e Sonia Cipriani con

l’A112 mentre il “Porsche” è finito nellemani di Argenti e Amorosa. Alla Kadettgsi di nico Bertazzo e Cristiano Torreggia-ni è andato il Trofeo opel mentre il Lanciase lo sono aggiudicati Enzo Scapin ed IvanMorandi. Classifica femminile nuovamen-te vinta da Anna dusi e Martina Stizzolimentre le speciali classifiche per le tra-zioni “anteriori” e “posteriori” hanno pre-miano rispettivamente i vincitori assolutiSenna e zaffani nella prima, e danieleCarcereri ed Alessandro Maresca nella se-conda.

Terzo successo stagionale per MaurizioSenna e Lorena zaffani con la Volkswagengolf gti al Valsugana Historic Classic gra-zie ad una prestazione maiuscola che liha visti totalizzare solo 19 penalità sugliotto rilevamenti: meno di tre centesimidi media!

La vittoria ha sancito la conquista delTrofeo Tre Regioni, la seconda per il lodi-giano dopo quella ottenuta nel 2013 allaguida di una Bmw 2002 Ti. Il podio delValsugana è stato completato da Mauro

Argenti e Roberta Amorosa su Porsche911 SC autori della miglior gara stagionalee protagonisti di un avvincente testa a te-sta con Senna che, a due rilevamenti dal-la conclusione, accusavano un solocentesimo di distacco. Hanno tagliato iltraguardo con 23 penalità complessive.ottimi terzi daniele Carcereri ed Alessan-dro Maresca con la BMW 2002 Ti: per lo-ro 55 penalità.

La gara trentina ha segnato la fine deigiochi oltre che per la classifica assoluta

SEnnA-zAffAnI pIglIAtuttOVIncOnO Il VAlSugAnAE Il tROfEO tRE REgIOnI

Con LA LoRo goLF gTI nELLA gARA dI REgoLARITàHAnno BATTuTo ARgEnTI-AMoRoSA SoMMAndoAPPEnA 19 PEnALITà In oTTo RILEVAMEnTI AL CEnTESIMo dI SECondo

nELLA CLASSIFICA FInALE dEL ToRnEo oTTIMo IL quARTo PoSTo ASSoLuTo ConquISTATo dA SCAPIn-MoRAndI Con LA LAnCIA BETA MonTECARLo

Maurizio Senna il vincitore del Trofeo Tre Regioni

Senna-zaffani su golf gti vincitori del trofeo Tre Regioni

un colpo di scena dietro all’altro. Come se gli attoriavessero seguito il copione di un grande scrittore, com-preso un finale incertissimo sino all’ultimo metro. La32ª edizione del rally Città di Bassano ha riservato grandisorprese sin dalle battute iniziali. Pronti via e MauroSpagolla, uno dei candidati al podio più alto, si trovasenza un semiasse. Va un po’ meglio a Sciessere con lafrizione che non stacca ma riesce comunque a limitarei danni. Paolino oriella, che con la dea bendata ha unconto aperto, deve fare i conti con una perdita d’olio,probabilmente dal cambio, che non lascia presagirenulla di buono. gira bene invece a giacomo Costenaro,ventiseienne figlio d’arte, e ad Andrea dal Ponte, thie-nese dal piede pesante che a Bassano vuole lasciare ilsegno. La sentenza del Cavalletto, prova d’apertura lun-

ga, tortuosa e difficile, è spietata. Spagolla fuori dai gio-chi per via di un ritardo che sfiora i cinque minuti, in ri-tardo Sciessere e oriella. Si profila un gran duello traCostenaro e dal Ponte, Piccolotto terzo incomodo, el’armata dei piloti tedesca, scesa a Bassano per racco-gliere preziosi punti per la Mitropa Cup, pronta ad ap-profittarne.

In discesa Costenaro è il più veloce. A Valstagna staancora prendendo le misure della Peugeot 208 R5 cheha appena “conosciuto”, ma capisce che ha per le maniun bolide vincente, simile a quello che ha permesso aPaolo Andreucci di aggiudicarsi l’ennesimo titolo trico-lore. Justin Bardini, il suo navigatore, non deve far moltoper spronarlo. Il ragazzo va che è una meraviglia e dalPonte intuisce che non sarà facile stargli davanti. quan-

PAgInA ǀ 12 A BoRdo dI unA PEugEoT 208 R5 HAnno VInTo LA 32ªEdIzIonE dEL PRESTIgIoSo RALLy FALCIdIATo dAI RITIRI

cOStEnARO-BARdInI

diuvato da Silvia Rocchi, vincitore nell’edizionedel 2011, che a causa di una foratura in trasfe-rimento non ha potuto lottare per la quintapiazza. È finito settimo, ma primo del gruppon, a conferma che gli anni non hanno appan-nato le sue doti di guida.

ottavi assoluti ancora due stranieri, gli un-gheresi Puskadi-godor, su Skoda Fabia S.2000,davanti ai sorprendenti Mazzonelli-Furlini chehanno letteralmente fatto volare la loro ClioWilliams. A due prove dalla fine la posizioneera occupata dal rientrante Tobia gheno, perl’occasione in coppia con grimaldi, su RenaultClio 3 ma sul passaggio a Campo Croce è statocostretto ad alzare bandiera bianca. un pec-cato perché Tobia, dopo l’incidente occorsoglial Sanremo di inizio stagione, aveva a portataun piazzamento clamoroso, in grado di ripa-

garlo delle sofferenze patite. A tifare per lui lasorella Martina, in ripresa ma costretta guar-dare Tobia alle prese coi tornanti di Valstagna,la prova di casa, anziché leggergli il radar.

Il rally s’è rivelato durissimo sin dall’inizio.Lo testimonia il dazio pesantissimo che hannopagato Spagolla, Eddie Sciessere e Paolinooriella.

out anzitempo anche Adriano Lovisetto,Alessandro Tolfo, Antonio Forato, Pellizzari eil campione triveneto Max Meneghetti.

un rally per piloti tosti, mica una garettaqualsiasi, il Bassano.

Il record di iscritti (nessuna manifestazionein Italia ha toccato quest’anno quota 177) haconfermato che il rally è ambito e che un piaz-zamento qui equivale a una laurea. non sonomancate le polemiche, alla presentazione,

quando l’Amministrazione ha negato l’utilizzodi piazza Libertà per la passerella iniziale, por-tando come giustificazione il fatto che la Bas-sano Rally Racing, organizzatrice, avrebbepresentato in ritardo la richiesta. Se non c’èvolontà di collaborare lo dicano subito gli am-ministratori, perché la gara va in scena ininter-rottamente dal 1984, quando molti dei nuoviconsiglieri comunali non erano ancora nati. Al-tri tempi, allora, con l’assessore Luigi d’Agrò inprima fila per promuovere la corsa consape-vole del ritorno economico e d’immagine cheavrebbe portato a Bassano. Il ritorno econo-mico c’è stato anche quest’anno, solo che a be-neficiarne non sono stati i pubblici esercizi delcentro ma gigi Coppetta di S. zeno, che ha vo-luto piloti e navigatori davanti al suo locale,salutati da una folla di tifosi che la piazza del

Giacomo Costenaro vincitoredel Città di Bassano

l’arrivo vittorioso di Giacomo Costenaro

paese ha faticato a contenere, dopo il via uffi-ciale dato dal piazzale dell’autosalone Frattindi Cassola che ha ospitato le verifiche prelimi-nari. Rammaricati i venti equipaggi stranieri.nelle altre gare valide per la prestigiosa Mi-tropa Cup, giunta alla 51ª edizione, partenzaed arrivo vengono sempre dati nelle città cheli ospitano. Il rally, oltralpe, è motivo di grandefesta. Ai piedi del grappa, invece, è consideratoun... disturbo.

Polemiche a parte, il successo ha premiatogli sforzi di Paolo grandesso e Lino Paccagnella,a capo della potente macchina organizzativa.Sulla pedana d’arrivo non è mancato il consi-gliere regionale nicola Finco. Assenti, invece,sindaco e assessori. una stonatura che non èpassata inosservata.

Il pubblico ha sottolineato con calorosi

applausi le prestazioni dei piloti mentre Mi-ki Biasion, per l’occasione coadiuvato dallafiglia Bettina nell’insolita veste di navigatri-ce, ha elogiato le doti della Fiat 695 Abarth,un bolide biposto, con il quale ha fatto daapripista.

“Lo avevo guidato lo scorso giugno per apri-re il rally mondiale di Sardegna – ha spiegatoil campione bassanese – e ho voluto ripren-derlo in mano per il Bassano. È una vettura digrandi potenzialità. d’accordo con i vertici dellaCasa torinese, seguirò lo sviluppo della 695perchè potrebbe aprire scenari nuovi in camporallystico”.

Sul palco d’arrivo anche Elisa Rizzo, Miss Ral-ly 2015, che ha accolto con il suo smagliantesorriso i protagonisti, affiancata da Sofia or-sato e Chiara Migliorin , le sue damigelle.

do la strada s’impenna il thienese sfrutta a me-raviglia i cavalli della sua Fiesta ma come spia-na sente l’alito del rivale. Manuela Bizzarini,la sua navigatrice, lo mitraglia con le note.

A Campo Croce, terza piesse, il quadro sichiarisce. Fuori Spago, Sciessere e oriella, ab-bandonati dalle macchine recalcitranti, la garafinisce saldamente in mano ai due battistrada.Come in una partita di ping pong si contendo-no uno scratch dietro all’altro. Le briciole perPiccolotto e il resto della compagnia. A dueprove dal termine il distacco è di poco più disei secondi a favore di Costenaro. dal Pontesfrutta tutta la cavalleria sul monte grappa,ferma i cronometri prima del rivale, ma non èsufficiente a colmare tutto il divario, 6”3, chelo divide da giacomo Costenaro. Il marosti-cense difende coi denti il vantaggio, ridotto ameno di 3” e firma così la 32 ̂edizione del rally

Città di Bassano. Vittoria bellissima, perchécolta sulle strade di casa contro un avversarioche non s’è mai dato per vinto, applaudita daun folto pubblico che non s’è perso lo spetta-colo, apprezzata da chi di motori ne mastica.

dal Ponte veloce in salita, Costenaro impren-dibile in discesa. Roba da pelo alto così sullostomaco.

Fosse finita in parità nessuno avrebbe fia-tato: entrambi meritevoli.

Lontanissimo il terzo classificato, MichelePiccolotto, in coppia con Jessica Perli su FiestaS 2000, staccato di 1’19”8.

quarta, quinta e sesta posizione in mano aitedeschi, rispettivamente con Kossler su Su-baru Impreza e Hermann gassner sr (Mitsubi-shi Lancer Evo 10) che ha avuto la meglio sulfiglio Hermann jr, al volante di una vetturaidentica. Sfortunato il trentino Ezio Soppa, coa-

PAgInA ǀ 13

unA SfIdA A duE dAll’InIzIO AllA fInE. pIccOlOttO tERzO, MA MAI In lOttA pER lA VIttORIA ASSOlutA. fuORI EddIE ScIESSERE,MAuRO SpAgOllA E pAOlInO ORIEllAtRAdItI dAllE VEttuRE

“BELLo E dIFFICILE”AnCHE I RITIRATI

Sono d’ACCoRdo“Bellissimo ma difficile”. non c’è stato pi-

lota che non abbia usato queste parole do-po aver tagliato il traguardo. un rallypromosso a pieni voti da tutti, ritirati com-presi. E sono stati tanti a non aver visto Li-bertà. Le prove speciali hanno fatto unaspietata selezione.

Mauro Spagolla ha capito che non sareb-be stata giornata appena lasciata la pedanadi partenza. un semiasse rotto gli ha fattoperdere cinque minuti. Con un distaccoconsiderato incolmabile ha preferito fer-marsi prima del passaggio sul grappa.

Problemi alla frizione della Citroen ds 3per il rientrante Eddie Sciessere, che siaspettava certamente di più dalla gara cheha segnato la ripresa dell’attività agonisticadopo due anni di forzato stop.

“Ha cominciato subito a darmi problemila frizione della mia Citroen ds 3. - ha spie-gato Sciessere - Mi sono difeso come hopotuto, limitando il distacco a 12”. A CampoCroce, però, mi sono ritirato. Impossibilecontinuare”.

Fuori pure Paolino oriella che sperava inuna tripletta dopo i successi ottenuti nelleultime due edizioni del Bassano: “una per-dita d’olio dal cambio all’inizio e la rotturadi un manicotto poi mi hanno costretto aspegnere il motore per evitare guai piùgrossi”.

Fermi anche Pellizzari e MassimilianoMeneghetti, molto attesi dai tifosi.

Perfetta, invece, la Peugeot 208 R5 digiacomo Jack Costenaro, il vincitore.

“Pur guidando per la prima volta la 208– ha detto il marosticense - sono riuscito atrovare un buon affiatamento col mezzo.Andrea dal Ponte è stato un grande avver-sario, perché non ha mai mollato. In salitaera imprendibile ma in discesa gli sonosempre stato davanti. Sono strafelice per-ché ho ottenuto la mia prima vittoria nellagara di casa”.

dal Ponte non cerca scuse, consapevoledi aver dato tutto quello che poteva: “Cela siamo giocata sino all’ultimo metro e allafine ci dividono meno di tre secondi. Chis-sà, osando un po’ di più... Rally bellissimo,difficile e duro. Bravo giacomo a starmi da-vanti”.

Alle stelle e guascone come sempre Mi-chele Piccolotto. Il Città di Bassano lo havinto sia in versione moderna che in vestestorica: “non speravo nel terzo posto per-ché gli avversari erano tanti e con vetturepotenti. Spero di aver divertito i tifosi chehanno fatto il tifo per me”.

Se la cava con un “Super” che la dice tut-ta il tedesco Kossler, quarto assoluto e pri-mo della Mitropa Cup, imitato da Hermanngassner senior che è riuscito a tenere die-tro di sé il figlio Hermann jr.

I CoMMEnTI dEI PRoTAgonISTI

1. Costenaro-Bardini Peugeot 208 R5 1h 06’38” 22. dal Ponte-Bizzarini Ford Fiesta a 2”83. Piccolotto-Perli Ford Fiesta S 2000 a 1’19”84. Kossler-Hofmann Subaru Impreza Wrx a 3’48”75. gassner sr. - Thannhauser Mitsubishi Evo x a 4’28”46. gassner jr- Mayhofer Mitsubishi Lancer Evo 10 a 4’37”07. Soppa-Rocchi Mitsubishi Lancer Evo Ix a 4’46”98. Puskadi-godor Skoda Fabia S 2000 a 4’52”59. Mazzonelli-Furlini Renault Clio Williams a 6’25”310. Benvenuti-Merlo Renault Twingo a 6’28”2

CLASSIFICA FInALE

Più in alto di tutti. E non solo per la note-vole statura. Porta la firma di Agostino Iccoltila decima edizione del Città di Bassano in ver-sione storica che ha preso il via prima dellagara principale. Stesso percorso e stesse provespeciali. A cambiare sono state le protagoni-ste, vale a dire le vetture storiche che hannocomunque offerto uno spettacolo da brividi.

Alla vigilia tutti i pronostici erano per dinoTolfo. Vincitore delle due ultime edizioni, ilmarosticense s’è presentato al nastro di par-tenza al volante della Porsche di gruppo B diMimmo guagliardo, la stessa con la quale il

preparatore siciliano ha vinto il rally delle Alpiorientali di fine agosto e l’Elba di due setti-mane fa.

Macchina perfetta, potente, cattiva.Tolfo l’ha provata il giorno prima . una de-

cina di chilometri. Sufficienti però per farglicapire le potenzialità della Porsche.

“Mi sembra una moto da cross – commen-tava poche ore prima di salire sulla pedana –Il motore tira sempre: dai bassi agli alti regimi.non c’è un vuoto in mezzo. Mimmo l’ha pre-parata in maniera eccezionale. non vedo l’oradi metterla alla frusta”.

PAgInA ǀ 14 gRAndE SuCCESSo AnCHE IL dECIMo RALLy SToRICo Con Lo STESSo PERCoRSodELLA gARA PRInCIPALE

Campeis, primi al Bassano 32 anni fa, nellaedizione inaugurale del rally con la Ferrari 308gtb. Stavolta hanno la Porsche pure loro. Ilsecondo posto regala ai due la matematicacertezza della Mitropa Cup storica, bissandoil titolo di dodici mesi fa. Minimo il distaccodai battistrada: 5”4.

Terzo il padovano zanon, Crivelletto alle no-te, regolare e veloce, con l’ennesima Porsche,a 32”3.

E Tolfo? Il marosticense recupera secondisu secondi e risale la classifica. Finisce al quar-to posto, staccato di 1’52”7. giù dal podio,medaglia di legno, ma soddisfatto del rendi-mento del “bolide”. Senza quell’inconvenienteal Cavalletto la corsa avrebbe preso un’altrapiega. Piangersi addosso non serve a nulla.

Meglio girare pagina e guardare avanti.

Corsa tirata anche nello storico. gianpaoloBasso saluta la compagnia dopo la prima spe-ciale. Puntava molto sulla gara di casa, dopole belle cose fatte vedere in estate nelle cro-noscalate. Perfetta la scelta del navigatore,Francesco zannoni. Invece il cambio lo tradi-sce.

giorgio Costenaro rinuncia addirittura a par-tire. Il giorno prima è mancato improvvisa-mente Max Bergna, mentre assisteva agliultimi ritocchi nell’officina di Almerino a Ma-rostica alla 037 che giorgio aveva affidato agentilini. Il sessantenne monzese era uno spe-cialista delle Lancia e aveva seguito tutta lastagione il rosatese Paolo Baggio, fresco cam-pione italiano.

Max aveva dato preziosi suggerimenti a Co-stenaro per modificare l’assetto della 037. un

infarto violento e improvviso lo ha stroncatomaligno e vigliacco. Max Bergna è stramazzatosul pavimento senza il tempo di lanciare unlamento. Costenaro non se l’è sentita di cor-rere. E lo stesso ha fatto gentilini.

Fuori gara anche gigi zanetti, al debutto sta-gione sulla Bmw M 3, vettura potente e bellada guidare, ma ancora penalizzata dalle “scar-pe” troppo strette in mancanza di gomme da17” da competizione.

ottima la quinta piazza degli austriaci ope-nauer-nadles su Ford Escort che hanno pre-ceduto i thienesi Bonollo-Ferrarin su Fiat 131Racing, in grande spolvero. Al settimo postoCorrado Sulsente (Kadett gte) che ha corsoin coppia con il figlio. Sorprendente l’ottavapiazza conquistata da Roberto Stevan e LucioBaggio con una 125 S. Avevano un conto

andrea dal ponte secondo assoluto al Città diBassano

1. Iccolti-Ferrarelli su Porsche 911 Rs 1h 16’21”.32. Pasutti-Campeis Porsche 911 Carrera Rs a 5”43. zanon-Crivellaro Porsche 911 Rsr a 32”34. Tolfo-Bordin Porsche 911 Sc/rs a 1’52”75. openauer-nadles Ford Escort Rs 2.0 a 3’51”56. Bonollo-Ferracin Fiat 131 Racing a4’22”67. Sulsente-Sulsente opel Kadett gte a 5’09”68. Stevan-Baggio Fiat 125 S a 6’19”89. Lovisetto-Fino opel Kadett gte a 6’26”210. Soave-Ferrari Fiat Ritmo Abarth 130 Tc a 6’54”0

CLASSIFICA FInALE

da 25 anni Franca Lovisetto, titolaredell’agenzia E-Vent di Fontaniva, organiz-za il concorso di bellezza “Miss Rally Cittàdi Bassano” per eleggere la reginetta del-la gara. La sfida fra 25 aspiranti al titolo èandata in scena una settimana prima delvia al ristorante pizzeria birreria der Platzdi S. Pietro in gù. nel corso della serata,condotta da Cataldo e movimentata e im-preziosita dalle canzoni di yulia e Chiara edal balletto proposto dagli allievi dellascuola di danza Come&dance, le 25 ragaz-ze in lizza hanno sfilato in abito da sera ein costume. La giuria ha avuto il suo beldaffare per scegliere la ragazza alla qualeassegnare la prestigiosa fascia. A spuntar-la è stata Elisa Rizzo, 18 anni di Campodar-sego. Al secondo posto si è classificataSofia orsato di Pozzoleone. Terza ChiaraMigliorin di Padova. Premi e riconosci-menti per tutte le aspiranti miss. nel corsodell’incontro il presidente della BassanoRally Racing, narciso Paccagnella, ha illu-strato il percorso della gara. Miss e dami-gelle d’onore hanno accolto, con la lorograzia e bellezza, piloti e navigatori al tra-guardo finale del Città di Bassano.

ElISA RIzzO IncOROnAtA“REgInEttA” dEllA gARA

Franca Lovisetto organizza ilconcorso di bellezza Miss Rally

aperto con il Bassano (ritiro un anno fa du-rante la prova spettacolo di Marostica in not-turna dopo appena un chilometro di strada)e finalmente sono riusciti a regolarlo. unameraviglia vederli in discesa.

noni Lovisetto-Fino su opel Kadett gte.grande Fiorenza Soave, stessa grinta di

quando iniziò a correre alla fine degli Settanta,decima assoluta e prima della femminile incoppia con la Ferrari, su Fiat Ritmo 130 AbarthTc.

Bravissimo in discesa pure Roberto Bizzottocon la sua Fiat 124 St, coadiuvato da Cavaz-zutti, che ha chiuso davanti a Ferrari (Lancia

Fulvia HF 1.6) e a Roberto Bordignon (Porsche911 S).

quindicesima piazza per il presidente delmuseo dell’auto Bonfanti-Vimar, Massimo Val-lotto in coppia con Christian Cracco, al volantedella opel Ascona di gruppo 2, la vettura concui Miki Biasion si laureò campione italianonel 1980.

“non corro per la classifica ma per divertir-mi – spiega Massimo Vallotto – Fa un certo ef-fetto guidare la macchina che Biasion domòall’inizio della sua folgorante carriera. I tifosiquando la vedono arrivare fanno un tifo in-diavolato”.

Subito fuori anche guido Vettore e Mi-chele Bizzotto, con la Bmw 2002. La rotturadel cavo della batteria, un guasto banalis-simo ma imprevedibile, li ha costretti allaresa sul Cavalletto.

Avranno modo di rifarsi perché i due “pi-loti d’antan” non hanno alcuna intenzionedi mollare.

non si sono presentati al via gigi Capsoni eLucia zambiasi. Impegni di lavoro non hannopermesso ai due di schierarsi con la bellissimaAlpine Renault che scherzosamente chiamano“Puffina” per via del colore. un peccato per-ché la berlinetta francese è unica!

Consapevole di poter completare un fantasti-co tris, Tolfo, coadiuvato da Alberto Bordin, siportava fiducioso all’inizio della speciale d’aper-tura.

“Meno tre, due, uno...”. Il cronometrista scan-disce i secondi mentre la cavalleria scalpita sottoil cofano.

I primi chilometri, pur con le gomme fredde,vengono aggrediti con grinta. A metà prova dinodà ancora più gas. Supera il culmine di MonteCorno e inizia la discesa. Al traguardo ormai po-chi chilometri. Improvvisamente il motore co-mincia a rattare. Tolfo lancia uno sguardoallarmato a Bordin. Il navigatore solleva gli occhistralunati dal quaderno delle note. Sul volto deidue un punto interrogativo grosso così.

“La macchina – racconta dino – si blocca. nonc’è verso di farla ripartire. Slaccio le cinture escendo. Apro il cofano. Stacco un filo dalla bo-bina principale e lo collego a quella secondaria.

Provo ad avviarla. niente. Solo qualche borbot-tio. non è un problema di corrente ma di pom-pa della benzina...”.

I due le tentano tutte mentre i minuti scorro-no inesorabili. Forse nel serbatoio c’è poco car-burante. Mestamente mettono la folle elasciano la Porsche scendere aiutata dalla forzadi gravità. quando tagliano il fine prova di mi-nuti se ne sono andati oltre tre. Rally buttatoalle ortiche.

Chissà, con un bicchiere di super in più...Ma dino non si scoraggia. Troppo bella la te-

descona per mollare tutto. Così si butta a capo-fitto sulle altre prove e le vince tutte. Lascia aPaolo Pasutti solo quella finale, a giochi fatti.

La somma dei tempi premia la Porsche 911Rs di Agostino Iccolti, regolarissimo, senza ten-tennamenti, bravo a non andare oltre le righe,ottimamente coadiuvato da giuseppe Ferrarelli.Alle sue spalle si piazzano Paolo Pasutti e Jean

gIoRgIo CoSTEnARo non SE L’È SEnTITA dI PARTIRE doPo LASCoMPARSA IMPRoVVISA dEL MECCAnICo BERgnA

PAgInA ǀ 15

tOlfO REStA SEnzA BEnzInA

LA PoRSCHEdI ICCoLTI

È PIù VELoCEdI quELLA dI PASuTTI

Agostino Iccolti, vincitore del Bassanostorico, ha dovuto faticare per tenere latesta della corsa ma sul traguardo è fre-sco come una rosa. “Felicissimo di questavittoria” il suo lapidario commento men-tre cerca di schivare il getto di proseccoche il navigatore indirizza su di lui.

Sulla stessa frequenza Paolo Pasutti,secondo assoluto e vincitore, 32 anni fa,della prima edizione della gara bassane-se. “Con questo piazzamento ho la ma-tematica certezza di aver fatto mia laMitropa Cup per le auto storiche. unagrande soddisfazione che divido con ilnavigatore Jean Campeis”.

Trova la forza di sorridere dino Tolfo.Ha vinto sei prove speciali ma non è ba-stato per cogliere un clamoroso tris disuccessi nel rally che più ama.

“Purtroppo nella prova iniziale ho avu-to problemi alla pompa della benzinadella Porsche gruppo B preparata daMimmo guagliardo. Ho perso più di treminuti e pur vincendo sei prove di filami è stato impossibile recuperarli. Hoavuto comunque la soddisfazione di gui-dare una macchina straordinaria. La pa-ragono ad una moto da cross: dai bassiagli alti regimi continua a scaricare po-tenza senza cali. Sempre in tiro. Fanta-stica”.

ultima battuta ai responsabili dell’or-ganizzazione, Paolo grandesso e LinoPaccagnella: “Anche quest’anno il Cittàdi Bassano s’è rivelato all’altezza delleaspettative. gara dura, selettiva e diffi-cile. Ma bellissima e onorata dai pilotiche non si sono mai tirati indietro. Poigrande pubblico. Abbiamo lavorato duroma lo spettacolo ci ha ripagato di tantefatiche”.

I CoMMEnTI dEI PRoTAgonISTI

la lancer Evo del tedesco Gassner a Bassano

dell’idroguida. Per sostituirle i meccanicihanno impiegato poco più di un’ora e cosìmi sono trovato fuori gara. Il giorno dopoho preso ugualmente il via per rispetto delpubblico accorso per ammirare i campionidi una volta. Peccato, perché con una mac-china più performante mi sarei divertito”.

Per inciso, la vettura guidata al legendda Biasion era quella che solitamente Pe-dro utilizza come muletto...

Tony Cairoli ha preceduto di quasi 21 se-condi il vicentino Simone Romagna, al vo-lante di una Lancia delta Integrale, vincitorenel 2014 del Trofeo Ronde Raceday. nelle

battute iniziali il pilota di Malo è stato ancheal comando, sfoderando la grinta dei giornimigliori. Per nulla intimorito dal lunghissimo“pedigree” degli avversari, Romagna ci hadato dentro di gusto con l’acceleratore, stra-meritandosi i calorosi applausi del pubblicogiunto a S. Marino da tutta Italia.

A completare il podio il sempre verde“Lucky” Battistolli, ristabilitosi dopo l’in-cidente occorsogli al rally di Sanremo. Alfianco di Lucky l’amico di sempre gigi Caz-zaro, preciso e meticoloso con le note e icontrolli orari. Il ritorno ad altissimo livellodi Lucky ha dato uno scossone a tutto

l’ambiente. Il pilota è già in forma, prontoper altri, prestigiosi, traguardi.

Eric Comas, già pilota di Formula 1, conla Lancia Stratos, si è aggiudicato la spe-ciale classifica delle auto storiche mentredenis Colombini ha trionfato, con unaPeugeot 306, nella categoria delle WRC.

Capitolo spettatori. Il maltempo non hafermato il popolo del Legend. Circa 60.000tifosi, incuranti della pioggia che ha fla-gellato la gara, hanno preso d’assalto lespeciali dell’antica repubblica, trasforman-do le colline di San Marino, in autentichetribune a cielo aperto.

Primo Cairoli, secondo Simone Romagna, terzo Lucky. Roba dastrabuzzare gli occhi davanti alla classifica del Rally Legend andatoin scena nella repubblica più antica del mondo. Al via tutti i piùforti specialisti degli ultimi trent’anni per tre giorni di grande spet-tacolo, nonostante la pioggia battente.

Rally Legend si è confermato un evento unico e inimitabile. unagara che racchiude passato, presente, futuro. C’erano tutti: daMarkku Alen a Miki Biasion, dalla delta S4, che al Rally Legendha celebrato il trentesimo anniversario, alla mitica Lancia Stra-tos.

E poi i beniamini di oggi, come il vice campione del mondo, ilfinlandese Jari Latvala con la Polo R WRC e l’astro nascente delmondiale rally, il neozelandese Hayden Paddon, pilota ufficiale

della Hyunday. un mix di grandi campioni, per un Rally Leggendario ed una

gara che, come sempre, si è rivelata appassionante ma anchemolto selettiva.

Costretti al ritiro Juha Kankkunen, Biasion, Auriol e Francoisdelecour, a prendersi letteralmente la scena, è stato Tony Cairoli.Il pluricampione del mondo di motocross, al debutto nella garasammarinese, ha confermato di essere velocissimo anche sullequattro ruote, andando a vincere l’edizione 2015 del Legend.

“Purtroppo – spiega Miki Biasion – la delta che mi hanno as-segnato non era al massimo ed è bastato premere un po’ l’acce-leratore per acuire i problemi. durante la prima prova s’è rottala cinghia dell’alternatore mentre sulla seconda è saltata quella

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FAnTASTICI I duE PILoTI VICEnTInI PRECEduTI SoLo dAuno SCATEnATo Tony CAIRoLI CAMPIonE dI MoToCRoSS

un gRAndE SPETTACoLo SoTTo gLI oCCHI dI 60.000 TIFoSI gIunTI dA TuTTA ITALIAAL VIA AnCHE BIASIon, KAnKKunEn, ALEn, AuRIoL Ed IL FInLAndESE LATVALA

Rally legend. meccanici al lavoro sulla deltadi lucky

Rally legend. meccanici al lavoro sulla deltadi luckymiki Biasion sulla pedana del Rally legend con la delta

di Bosca e Signor dando caccia ai punti im-portanti per il torneo tricolore.

ottima prova al S. Martino anche per Ales-sandro Battaglin, pure lui su Ford Fiesta WRC,che al rientro dopo mesi di assenza ha chiusoquarto assoluto. Il marosticense ha corso incoppia con Anna Tomasi.

“Ho pagato il lungo periodo di inattività –ha spiegato Battaglin al traguardo – ma nonmi sono certo tirato indietro quando s’è trat-tato di spingere sull’acceleratore. Per andareal limite con le vetture Wrc bisogna corrercicon regolarità in quanto dispongono di molticavalli. Sapevo sin dalla partenza che controSignor, Bosca e Sossella sarebbe stato difficilespuntarla. una volta insediatomi al quartoposto ho badato soprattutto a difenderlo da-gli attacchi degli avversari che mi seguivano.

non ho faticato molto e una volta accumu-lato un buon vantaggio mi sono limitato amantenerlo. Con Anna Tomasi mi sono tro-vato bene; è una navigatrice tosta”.

quinta piazza a S. Martino per il pilota diSchio, Efrem Bianco a bordo di una Ford Fo-cus Wrc coi colori della scuderia Palladio.

dietro alle prime cinque vetture, tutteWorld Rally Car, si è piazzato sesto assolutoAlberto Roveta primo di R5 con una Peugeot208 seguito del trentino Luciano Cobbe conla Focus Wrc. A chiuder la top ten sono statiClaudio de Cecco, con un’ altra Peugeot 208R5, Emanuele zecchin, primo tra le S2000 cheproprio alla vigilia del rally ha chiesto a Pe-ruzzi di entrare a far parte della Palladio e ilpilota locale Matteo daprà su Renault ClioSuper 1600.

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Tre piloti vicentini nei primi cinque postidel rally di S. Martino di Castrozza ma la vitto-ria va a un trevigiano. La scuola berica si con-ferma comunque di altissimo livello.

La 35 edizione del rally dolomitico è statavinta da Marco Signor e Patrick Bernardi. Lacoppia trevigiana, su Ford Focus Wrc si è as-sicurata quattro scratch su sette, dando aduna vita ad una gara molto combattuta. I duehanno lottato sino alla fine contro AlessandroBosca e Manuel Sossella, soprattutto dopo iritiri a metà rally dell’aostano Elwis Chentree del comasco Paolo Porro, entrambi su Ford

Focus Wrc. Marco Signor ha sorpassato Boscanel secondo passaggio della prova lunga di“Val Malene” ottenendo la prima vittoria distagione nella serie tricolore. Secondo sul po-dio trentino ha chiuso Alessandro Bosca incoppia con Roberto Aresca su Citroen dS3Wrc, staccato di appena tredici secondi e undecimo.

Terzo assoluto Manuel Sossella, con ga-briele Falzone alle note, a bordo della FordFiesta Wrc.

Il vicentino ha chiuso con un distacco di44”2 . Sossella è stato sempre alle spalle

LA CoPPIA TREVIgIAnA Su FoRd FoCuS WRC S’È ASSICuRATA quATTRo dELLE SETTE PRoVE SPECIALIIn PRogRAMMA

SIgnOR BERnARdI dAVAntI A tuttI

cOStEnARO cAlAIl pOkER

QuAttRO SuccESSIAll’OMBRA dEllE pAlE

E quattro. Con il successo raccolto al S.Martino in versione storica, giorgio Co-stenaro ha fatto poker. una gara bella etirata per il marosticense, pur con un bri-vido finale. nel corso dell’ultima prova,quella della gobbera, infatti, il motore del-la sua Lancia Stratos s’è messo a rattaretanto che temeva di non riuscire a raggiun-gere il traguardo posto nella via principaledel paesino dominato dalle possenti Paledolomitiche.

Anche in questa occasione Costenaroha avuto accanto a sé Sergio Marchi, co-pilota con il quale s’intende ormai ad occhichiusi, tanto è l’affiatamento tra i due.

un successo costruito prova dopo provae maturato nella seconda parte del rally,quando l’equipaggio del Team Bassano hacambiato passo conquistando la vittoriadopo una sfida ravvicinata con la Porsche911 RS gruppo 4 di Claudio zanon e Mau-rizio Crivellaro autori di una gara convin-cente suggellata dallo scratch firmato sulla“Val Malene” prova che nel secondo gironon si è disputata privando l’equipaggiodella Porsche della possibilità di sferrarel’attacco decisivo, quando si trovava a13”5 dal leader.

grande prestazione per Tiziano e Fran-cesca nerobutto, padre e figlia. I due con-tinua a stupire per la grinta e ladeterminazione con cui affrontano i rally.Sui tornanti dell’insidioso passo Manghenhanno spiccato il miglior tempo assolutoe dopo la “Val Malene” erano ormai a tirodi Costenaro, staccati di appena otto de-cimi con la Volkswagen golf gti gruppo2. nonostante siano stati piantati in assodalla seconda marcia che non voleva piùsaperne di ingranare, hanno continuatocon un passo spedito e si sono aggiudicatioltre alla classe, la vittoria di 3° Raggrup-pamento completando il podio assolutoche li ha visti salire sul terzo gradino.

ottima anche la gara di Romano Purine devid Stroppa (golf gti) all’arrivo inquinta posizione assoluta e seconda diclasse nonostante problemi all’impiantodi alimentazione. gara conclusa senza pro-blemi per la Fiat 131 Abarth di Silvio e Lau-ra Andrighetti, alla fine settimi assoluti evincitori di classe.

IL MARoSTICEnSE HA PRIMEggIATo

nEL RALLy TREnTIno RISERVATo ALLE

VETTuRE SToRICHE

sossella-Falzone al s. martino di Castrozza

oltre 7300 vittorie e ben 113 re-cord mondiali: bastano questi nu-meri per delineare il mito della“casa dello Scorpione”, fondata dalviennese naturalizzato italiano KarlAbarth, uomo straordinario che hapermesso a centinaia di appassio-nati di avvicinarsi allo sport del vo-lante senza spendere cifre folli.

Attirato dalla meccanica e dallavelocità sin dall’infanzia, KarlAbarth ha debuttato come pilota dimoto e sidecar prima di abbracciarel’automobilismo.

Spentosi nel 1979 – avrebbe com-piuto 71 anni un paio di settimanepiù avanti - è stato un personaggiosingolare, per volti versi paragona-

bile a Enzo Ferrari: stesso carattere,stessa grinta, stessa voglia di vince-re.

Per far rivivere il mito Abarth, chela Fiat sta rilanciando con una seriedi vetture prese dalla serie ed ela-borate secondo i canoni che tantopiacevano al fondatore, Renzo deTomasi ha dato vita nel primo weekend di ottobre ad un autoradunoche ha richiamato al via una trenti-na di vetture legate allo “Scorpio-ne”.

Poco più di settanta i chilometridel percorso, tracciato tra Vicenza,Sant’Agostino e il lago di Fimon, af-frontati a ritmo gagliardo dalla trup-pa. Tra le vetture iscritte non sono

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È AndATo In SCEnA AIPRIMI dI oTToBRE un SIngoLARE AuToRAdunoRISERVATo AI PoSSESSoRIdI VETTuRE Con IL MARCHIo dELLo SCoRPIonE oRgAnIzzATo dAL RALLy CLuB ISoLA VICEnTInA

Il MItO dEll’ABARth

nello sfondo: Una Fiat 131 abarth precede una Fiat 124 abarth

«Ha corso sino a tre anni fa nei rally, ma nonera seguita in maniera adeguata. un peccato,perché le potenzialità ci sarebbero.» Il due voltecampione del mondo Miki Biasion ha fatto daapripista al rally Città di Bassano con una 695Abarth biposto. In occasione del lancio sul mer-cato della 695 l’ha fatta tirar fuori dai magazzinitorinesi per rimetterla su strada. L’esordio, sem-pre come apripista, lo scorso giugno al Rallyd’Italia valido per il campionato mondiale, poiuna seconda uscita sulle strade bassanesi.

«La vettura mi ha impressionato ma se nonc’è intenzione di farla correre seriamente nonpuò avere futuro. Spiace. La base di partenza èbuona. Continua comunque a correre in pista equella in listino, in versione stradale, camminache è una meraviglia. È leggera ed ha tanti caval-li: il rapporto peso-potenza è vincente. Sonoconvinto che da Bassano a Cima grappa, lungola Cadorna, darebbe del filo da torcere a Por-sche e Ferrari, tanto è agile, veloce e facile daguidare. Mi hanno impressionato soprattutto lafrenata e l’assetto. A Valstagna, in discesa, hofatto segnare un tempone, segno che la qualitàc’è. Potrebbe correre e ben figurare nella cate-goria R3. La versione base costa circa 35mila eu-ro mentre il top di gamma arriva ai 60mila maquest’ultima è a tutti gli effetti una macchina dacorsa.»

- A Bassano hai avuto la figlia Bettina comenavigatrice...

«Mi ha sbalordito. Le ho chiesto io di salire almio fianco, per farle un regalo. Pensavo cheprendesse la passerella come un’esibizione inve-ce s’è impegnata tantissimo, rivelandosi moltoprofessionale. Per me è stata una vera sorpresaperché ha dimostrato coraggio e passione».

- Le piacerebbe gareggiare?«Vorrebbe fare la navigatrice, ma ha solo 15

anni e deve aspettare ancora un po’. Prima didarle il consenso, tuttavia, guarderei bene infaccia l’eventuale pilota disposto a chiamarla sulsedile di destra. non potrei comunque dirle dino. Io ho fatto del rallysmo la mia professionementre la mamma è stata pure lei una navigatri-ce. Con che coraggio impedirle di correre?».

BEttInA BIASIOnAl fIAncO dEl pAdRE

SullA 659 ABARth

Abarth. Lucky, nel 1979, ha vinto laMitropa Cup in coppia con FabriziaPons con una vettura della scuderiaquattro Rombi. zordan, invece, famo-so per aver battuto al Campagnolo del1976 il pilota ufficiale della Lancia To-ny Carello, ha corso con una 131 mes-sagli a disposizione da unaconcessionaria Fiat del Piemonte. Fio-renza Soave, infine, festeggiata per laconquista del titolo femminile nellacategoria rally storici, ha ricordato ilsuo debutto al volante di una Ritmo125 di gruppo n con la quale vinse ilcampionato italiano. A distanza di tan-ti anni ha trovato una Ritmo 130 di

miki Biasin con la figlia Bettina apripista alCittà di Bassano

gruppo A, che non aveva mai guidato,con la quale ha disputato il campionatostorico togliendosi grosse soddisfazio-ni.

“quando correvo all’inizio della car-riera – ha spiegato la rallysta – il miosogno era quello di poter salire su unaRitmo 130 Abarth, ma non sono mairiuscita a realizzarlo. Finalmente orache disputo le gare riservate alle autostoriche ce l’ho fatta ad entrare in pos-

sesso di una 130. È una macchina velo-ce e potente che una volta presa in ma-no di regala grandi emozioni”.

Il presidente dell’Aci Vicenza, ValterBizzotto, infine, nel portare il salutodell’ente che tutela gli automobilisti,ha ricordato le sue origini corsaiole e isuccessi raccolti dal portacolori dellaBassano Corse giancarlo Chiavacci neglianni Settanta, al volante di vettureAbarth.

mancate Fiat 131 Abarth, reginetta deirally chiamata per ragioni commercialia sostituire la Lancia Stratos quandoera all’apice della specialità, e 124 Spi-der, vetture che hanno fatto sognareappassionati di tutte le età e che anco-ra adesso continua ad avere estimatori.Tantissime le nuove Cinquecento.

nel gruppo anche l’Abarth 1000 del-l’arch. Marcello Busetto, padovano,presidente dell’associazione Classic ra-cing car Abarth club che raccoglie i pos-sessori di vetture create dal genialeaustriaco.

“La prima edizione – commenta Ren-zo de Tomasi – è servita per rompereil ghiaccio e stimolare i possessori divetture con lo stemma dello Scorpione

a tirarle fuori dai garage. L’anno pros-simo saremo in molti di più, ne sonopiù che convinto. I partecipanti si sonodivertiti e durante il pranzo sociale tuttihanno raccontato storie e aneddoti le-gati alle loro auto. La giornata è trascor-sa velocemente e nessuno avrebbevoluto che finisse”.

L’autoraduno è stato preceduto, sa-bato sera, da un incontro che ha avutoper tema proprio l’Abarth al quale hapartecipato anche Pietro nardi, respon-sabile commerciale della Casa. Tra gliospiti i piloti Lucky , Fiorenza Soave eAntonillo zordan i quali, solleticati dalledomande del conduttore Roberto Cri-stiano Baggio, hanno raccontato la loroesperienza al volante della Fiat 131

clASSIc RAcIngcAR pER glI

AppASSIOnAtIdEllO

“ScORpIOnE”«Abbiamo costituito a Padova il Classic ra-

cing car Abarth club per tutti gli appassionatidel marchio dello Scorpione – a parlare èl’arch. Marcello Busetto, presidente del soda-lizio – con l’obiettivo di accorpare tutte le ini-ziative facenti capo all’Abarth Foundation e alRia, Registro italiano Abarth, registro storicodella casa torinese. Promotori, oltre al sotto-scritto, sono stati frau Annelise Abarth, vedovadi Karl, l’editore giuseppe giuffrè ed alcunisportivi padovani. Abarth è stato un uomo im-portante nella storia dell’automobilismo spor-tivo. dopo gli esordi nel motociclismo si dedicòalla gestione sportiva delle macchine della Ci-sitalia. dalla defunta azienda di Piero dusi re-cuperò alcuni telai che gli consentirono larealizzazione di esemplari unici o prodotti innumero limitato. La sua attività fu sostenutaanche grazie alla produzione di accessori, co-me le famose marmitte, accessori elaborati ekit di trasformazione, prodotti nell’azienda to-rinese che ancora oggi porta il suo nome. Conla nascita della Fiat 500, Karl Abarth, facendotesoro della sua attività di elaboratore, più chedi preparatore, cominciò ad allestire questeauto, sempre più particolari e competitive.negli anni Cinquanta realizzò alcuni modellida corsa, ma la vera svolta arrivò nel 1955 conil lancio della 750 gT, un variante sportiva, econ nuova carrozzeria, della Fiat Seicento. que-sta vettura rappresenta il gioiellino con cuil’Abarth definì un nuovo standard di vetturerielaborate, conquistando diversi primati allaMille Miglia e a Monza. di li a poco produssela vera e propria 500 Abarth, con un caratte-ristico impianto di scarico. La vettura stupìnuovamente tecnici e addetti ai lavori. Fu lasvolta definitiva: Abarth stipulò con VittorioValletta, amministratore delegato della Fiat,un accordo che gli permise di trarre importantivantaggi economici da ciascuna successiva vit-toria. gli innumerevoli risultati negli anni Ses-santa resero Karl Abarth un personaggio moltopopolare in Italia. nel 1965, all’età di 57 anni,Abarth si rese protagonista di una nuova im-presa sportiva: perse 30 chili per riuscire adinfilarsi nell’abitacolo della vettura e all’auto-dromo di Monza batté il record di accelerazio-ne con una vettura di classe E. nel 1971cedette tutta la sua attività alla Fiat».

MARCELLo BuSETTo PRESIdEnTE dEL SodALIzIo

FondATo A PAdoVA ASSIEME Ad AnnELISE

ABARTH E gIuSEPPE gIuFFRÈ

FIoREnzA SoAVE Con unA RITMo 130gRuPPo A S’È LAuREATA CAMPIonESSAITALIAnA RALLy SToRICI

Una splendida abarth due litri, plurivittoriosa nelle cronoscalate

marcello Busetto accanto alla sua splendida vettura abarth

Fiorenza soave con la Ritmo 130 abarth

PAgInA ǀ 21

Hanno riportato indietro le lancette del tempo di 70 e passa anni, ri-tornando negli anni della Seconda guerra. Senza scopi bellici o, peggio,malata nostalgia, ma solo per riscoprire come viaggiavano all’epoca letruppe di entrambi gli schieramenti e rimettere a nuovo mezzi militariche hanno segnato la Storia. Sono tanti, in Italia, gli appassionati di questogenere di collezionismo motoristico e nel Vicentino uno dei più preparatie attenti è Francesco Cesa.

“una passione – spiega il titolare della Bassano Antincendio, presenzafissa e preziosa in tutti i rally che si disputano nella nostra provincia – checoltivo sin da ragazzino. qualche anno fa ho avuto la fortuna di imbatter-mi, dalle parti di Possagno, in un agricoltore che usava una jeep americanadella Seconda guerra per lavorare la terra. Sono riuscito ad acquistarla eun po’ alla volta l’ho fatta restaurare. un lavoro lungo e meticoloso perchého dovuto cercare pezzi di ricambio e accessori girando per i mercatini

specializzati in militaria. Adesso è perfetta sia nella carrozzeria sia nelmotore. Si tratta di una Willys Mb del 1942 di 2199 cc cubici a quattrotempi alimentata a benzina. Ha tre marce e tre ridotte e viaggia alla ve-locità massima di 60 miglia orarie che equivalgono circa a 80 Km/h. Pur-troppo il consumo è un po’ elevato ma questo mezzo si arrampica anchesui muri...”.

Con la Willys, Francesco Cesa ha partecipato con un gruppo di amicialla rievocazione del d-day in normandia, rimanendo impressionato dalnumero di partecipanti incontrati nell’estremo lembo settentrionale dellaFrancia.

“C’erano almeno 500 Jeep, poi camion e perfino mezzi corazzati giuntida tutto il mondo. uno scenario incredibile. non sono mancati i reduci,ormai novantenni, che si sono commossi al nostro passaggio”.

oltre ai mezzi, i proprietari curano anche l’abbigliamento.

“Per quanto possibile cerchiamo divise ori-ginali, compresi anfibi, cappelli, bustine, caschie occhiali. Ci sono comunque laboratori specia-lizzati che realizzano capi conformi a quelli del-l’epoca. Se confrontiamo le foto dei nostriraduni con quelle degli anni quaranta non sinotano differenze, a parte il colore...”

Francesco Cesa, che fa parte dell’associazionedi promozione sociale “Cingoli e ruote nella sto-ria” di udine, è all’opera per organizzare, conl’appoggio dei rallysti Alberto Bordin e VittorioBaghin, un grande raduno nel Bassanese tragiugno e luglio del prossimo anno.

A settembre ha invitato un gruppo di amicia Bassano per un’anteprima molto apprezzata.

“In due giorni – racconta Cesa – abbiamo vi-sitato i luoghi della grande guerra a bordo dei

nostri mezzi. dopo il ritrovo al garden Relais diSemonzo siamo partiti in colonna per il Sacrariomilitare di Cima grappa dove una guida ci haaccompagnato all’interno della galleria VittorioEmanuele, che si inoltra per centinaia di metrinella montagna, e in alcune trincee recuperatedall’abbandono dagli amici e dai volontari dei“musei all’aperto”. dopo il pranzo al Rifugio Bas-sano siamo rientrati a Bassano, per una visitaal Ponte Vecchio e al Tempio ossario, e a Ma-rostica. Il giorno successivo, invece, abbiamopercorso la Campesana, in destra Brenta, sinoa raggiungere il vecchio confine austroungaricoe le case della dogana, che ospitano la BirreriaCornale. Poi, in colonna, ci siamo recati alla Ta-gliata, il forte italiano costruito lungo le “Scaledi Primolano”, prima del rientro a Bassano. Il

nostro passaggio ha suscitato tanta curiosità ela gente ci ha rivolto un sacco di domande, ri-manendo affascinata dai mezzi e dalle nostredivise”.

Tra i mezzi, oltre alle jeep americane, alle mo-to e ai sidecar, anche una Kubelwagen, letteral-mente “auto tinozza”, una tra le automobilimilitari più diffuse della Seconda guerra mon-diale, costruita dalla Volkswagen in più di 55mila esemplari, che operò su tutti i fronti conle forze armate tedesche.

“L’incontro di settembre – conclude FrancescoCesa – è stato possibile grazie all’appoggio delPrimo maresciallo Simmaco Smeragliuolo e de-gli amici Alessandro Mondotti, Vittorio Baghine Alberto Bordin, che mi hanno affiancato e so-stenuto”.

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RAduno dI MEzzI MILITARI dELLA SECondA guERRA MondIALE SuLLE STRAdEdEL BASSAnESE

lE lAncEttE dEl tEMpOLa Willys, fondata da

John north Willys, nacquenegli Stati uniti all’iniziodel secolo scorso e tra il1912 e il 1918 fu la secon-da azienda produttrice diauto, superata solo dallaFord. durante la Secondaguerra mondiale produssela famosa Mb, la prima je-ep che venne successiva-mente prodotta anche inversione civile, contrasse-gnata dalla sigla CJ.

La jeep Willys fu usatasu diversi fronti fino allaguerra di Corea dal 1950 al1953. In versione deserti-ca, con ruote maggiorate,venne prodotta come mez-zo di servizio durante lacampagna del nord Africa,occupata dalle Forze del-l’asse del generale Rom-mel.

JEEp WIllyS MBfu uSAtA Su

tuttI I fROntI

Raduno mezzi militari. sosta alla tagliata delle scale di primolano

quando il corpo è sottoposto a solleci-tazioni rapide come quelle indotte dal mo-vimento, in alcuni soggetti, può capitareche venga generato un disturbo denomi-nato “malattia da movimento” o più pro-priamente cinetosi. A seguito dispostamenti o viaggi su mezzi di trasportoquali navi, aerei, treni, automobili, ci sono,infatti, persone che soffrono di un’eccessivastimolazione di quelle delicate strutturedell’equilibrio che si trovano nell’apparatovestibolare (orecchio interno).

Si comincia così ad accusare uno statodi malessere generale, pallore, sudora-zione fredda, ansietà a cui, spesso, se-guono nausea e vomito irrefrenabile eripetuto. di solito tali disturbi sparisconocol termine del viaggio ma, in ogni caso,rendono lo stesso un vero e proprio in-cubo e possono far avvertire quella sen-sazione di spossatezza e di malesserediffuso anche per alcune ore.

Cosa si può fare per evitare di stare co-sì male?

Innanzitutto, prima di mettersi in viaggio, assumere unpasto leggero e mangiare di tanto in tanto qualche grissinoo cracker meglio senza bere; sistemarsi nel punto più stabiledel veicolo (sui sedili anteriori dell’auto, nella zona centraledella nave, in corrispondenza dell’ala in aereo ad es.) e di-strarsi guardando il paesaggio, mantenendo lo sguardo acirca 45° al di sopra dell’orizzonte; evitare di leggere e limi-tare i movimenti della testa e del corpo (ad es. la posizioneda semisdraiati è la migliore); evitare di fissare le onde o ciòche si muove; non focalizzare i pensieri sulla paura di starmale; evitare fattori nocivi come il fumo, l’aria viziata, il cal-do e l’affollamento; quindi assicurarsi un continuo ricambiod’aria.

oltre a questi piccoli consigli esistono anche dei rimedi di

origine chimica ed altri di tipo naturale. Tra i primi si annoverala scopolamina, mentre tra i rimedi naturali è noto lo zenzeroofficinalis sotto forma di gocce, pastiglie o chewingum che halo scopo di diminuire il senso di nausea.

Esistono, altresì, dei rimedi omeopatici come cocculus perle nausee con vertigini e bisogno di stare al chiuso e sdraiarsi(perché i sintomi compaiono all’aperto) o il tabaccum che, alcontrario, aiuta nel caso di vertigini e pallore che sparisconoall’aria aperta.

Sono, invece, ispirati al principio dell’agopuntura i braccialettio le fascette da polso dotati di un bottoncino che, posto a circa4 centimetri dalla piega del polso, stimola un punto chiamato“nei guam” agevolando il rilassamento e diminuendo la nau-sea.

PAgInA ǀ 26 VIAggIARE SPESSo È unA SoFFEREnzA. ConSIgLI uTILI PER LIMITARE LA CInEToSI o MALATTIA dA MoVIMEnTo

cOME dIfEndERSI

di Lucia Pafumi

IMpORtAntE SIStEMARSI nEl puntO pIùStABIlE dEl VEIcOlO E dIStRARSI guARdAndO Il pAESAggIO

concomitante con il “punto 0”, verrà fattacoincidere con il centro del mozzo della ruotae rappresenterà il punto ottimale per non in-correre in penalità. A destra, i numeri da 1 a5, indicano le penalità in difetto; mentre a si-nistra, i numeri da 6 a 10, indicano le penalitàin eccesso. I partecipanti, per non incorrerein penalità, dovranno fermarsi sulla “linea dicontrollo” orizzontale segnalata sulla sedestradale il più possibile facendo coincidere lalinea orizzontale con il “punto 0”. Il rilevamen-to verrà effettuato tramite dispositivo laser,disposto su apposito piedistallo, in possessodel commissario di percorso addetto alla po-stazione che provvederà ad annotare la rela-tiva penalità nell’apposito foglio di marcia delpartecipante e nel suo registro personale. La

classifica verrà redatta dall’organizzatore inordine crescente partendo dal partecipanteche avrà totalizzato il minor numero di pena-lità.”

Poiché alla manifestazione erano am-messe auto moderne e auto storiche, deTomasi ha stilato due graduatorie. nellaprima si sono imposti Federico Biginato edavid Marzari (Ford Puma) con 9 penalità,seguiti da Enrico Seren e Samuele Reghellin(Saxo Vts) a pari merito con daniele Lovatoe Stori Stefano (Impreza Wrx) con 13 pe-nalità. Al quarto posto Alberto Berti e Lo-renzo dalla Fontana (Peugeot 106 Rally)davanti a Michele Franco e Melissa giaco-mini (grande Punto Abarth).

nella categoria auto storiche, la classifica

vede al primo posto Matteo e Luigino Cantericon una Manta gT/E con 7 penalità, al secon-do nereo Bonollo e giovanni Brunaporto(Bmw M3) con 8 penalità e al terzo Alessan-dro Boscari e Marco Bozzolan (Peugeot 205Rally) con 9 penalità. Seguono Francesco de-stro e Alessandro Forni (Fiat 500 F) con 11 pe-nalità e Andrea Stocchero e Francesca Sandri(A 112) con 13 penalità. Sesto nicola Franco(opel Ascona) con 14 penalità.

La singolare formula del punteggio ha sca-tenato i concorrenti che le hanno provate tut-te pur di non incorrere in penalità. Il responsodel laser, però, però è stato implacabile.

divertimento e allegria alla fine della ma-nifestazione e appuntamento al Picco Astoredel 2016.

Settima edizione dell’autoraduno PiccoAstore a Tonezza del Cimone. La manifesta-zione organizzata dal Rally Club Isola Vicen-tina, con Renzo de Tomasi in cabina di regia,si è snodata sulle strade di Folgaria e dell’al-topiano di Asiago.

Rinnovata la formula della prova con l’in-troduzione di una tappa notturna che ha ri-portato alla mente i tempi eroici del rallysmoquando gli equipaggi correvano prevalente-mente col buio.

Molto articolato il percorso, con passaggio

notturno anche sulla spettacolare salita dellaBorcola e sui tornanti di Pedescala. Controllia timbro a Posina, Serrada, Lavarone (ristoroper i concorrenti), S. Pietro Valdastico e Bar-carola.

“È nostra intenzione – spiegava Renzo deTomasi alle verifiche- stilare una classifica dimerito basata sull’abilità dei concorrenti. Sulparafango anteriore destro di ogni vettura,verrà perciò posizionato, durante le verificheante-gara, un adesivo con rappresentata unascala metrica. La punta della freccia rossa,

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LA MAnIFESTAzIonE oRgAnIzzATA dAL RALLy CLuBISoLA VICEnTInA Con PARTEnzA Ed ARRIVo A TonEzzA

Prosegue il progetto formativo, primo in in Europa,che propone corsi di guida sicura gratuiti per i giova-ni che conseguono la patente nelle Autoscuole Aci amarchio Ready 2 go.

Anche quest’anno, l’Automobile Club Vicenza haaderito al progetto Aci “Ambasciatori della sicurezzastradale” che, da quattro anni, forma neopatentatidelle autoscuole Ready 2 go al fine di trasformarli inveri e propri testimoni della guida sicura e responsa-bile nelle proprie comunità di riferimento.

Il corso si è tenuto ad Arese, in provincia di Milano,a metà settembre ed ha coinvolto più di 50 neopa-tentati delle cinque Autoscuole Ready 2 go presenti

rispettivamente due a Vicenza, una a Lonigo, una aBassano ed una a Marostica.(http://www.vicenza.aci.it/spip.php?article547 )

I ragazzi sono partiti da Vicenza per recarsi pressoil centro di guida sicura Aci-Sara di Arese ed hannopartecipato ad un’intensa giornata di formazionepratica e teorica.

Hanno effettuato quattro prove pratiche sul circui-to dove si sono confrontati con delle situazioni di cri-ticità come l’acquaplaning ed il sottosterzo.

Alla fine del corso i giovani neopatentati Ready 2go hanno ricevuto l’attestato di Ambasciatori dellasicurezza stradale.

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CInquAnTA nEoPATEnTATI dELLE AuToSCuoLE ASSoCIATE ACI REAdy 2 goHAnno PARTECIPATo AL CoRSo dI ARESE

AMBAScIAtORIdEllA SIcuREzzA StRAdAlE

dElEgAzIOnI AcI VIcEnzAARzIgnAno

Corso garibaldi 38 - tel. 0444.672142 08.30 – 12.30 & 15.00 – 19.00

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noVEnTA VICEnTInAPiazza IV novembre 16 - tel. 0444.887251

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PAgInA ǀ 35

quando Lucky ha deciso di ritornare a correre con la Ferrari 308gtb, tre anni fa, ha voluto come diesse proprio “Rudy”, consapevoledel valore e delle capacità del compagno di tante gare.

Come tutti i romagnoli, Rudy ha la battuta sempre pronta ma dietroad una maschera scherzosa e divertente, si celano una tempra d’acciaioed un’intelligenza rara.

quando c’è da scherzare non si tira mai indietro ma quando si fasul serio diventa impeccabile.

delle competizioni automobilistiche degli ultimi quarant’anni satutto, tanto da essere considerato una enciclopedia vivente.

Ad agosto, coadiuvato da Lady Fulvia, vale a dire Francesca Pasetti,trevigiana con una passione lunga così per i rally e la Lancia, ha datoalle stampe un libro che sta riscuotendo un grosso interesse: “Il latoB dei miei rally”.

Come il titolo lascia chiaramente intendere, non si tratta di un re-soconto di tutte le gare disputate dal 1972 ad oggi dal navigatore ro-magnolo, ma dei ricordi “dietro le quinte” quando, finite le ricognizioni

o conclusi i rally, piloti e navigatori si ritrovavano al ristorante al bar,ritornando ad essere ragazzi normali e non campioni del volante.

In tanti anni di frequentazioni Rudy ne ha viste e sentite di tutti icolori e finalmente s’è deciso di mettere su carta incredibili ricordi.ne è uscito un libro spassosissimo, da leggere tutto d’un fiato, perchésvela insospettabili retroscena di piloti di fama mondiale.

Francesca Pasetti lo ha assecondato, mettendo in ordine parole epensieri, dando un taglio letterario all’opera.

“Abbiamo riso moltissimo – confessa la trevigiana – mentre proce-devamo con la stesura delle pagine. Rudy è incontenibile”.

nel Vicentino il libro è stato presentato a Tonezza, in occasione del-l’autoraduno Picco Astore. A dar manforte ai due c’erano anche MarioAldo Pasetti, Lucky, Maria grazia Vittadello ed Emanuele Sanfront,gente che di rally ne ha masticati a centinaia.

Rudy e Francesca prossimamente presenteranno il libro al museodell’auto Bonfanti-Vimar in occasione di una serata dedicata ai “gal-letti” della opel, vale a dire Tony, Lucky, Ballestrieri e Biasion.

Rudy dALPozzo, nAVIgAToRE E dIRETToRE SPoRTIVo, HA dATo ALLE STAMPE Con FRAnCESCAPASETTI un LIBRo CHE SVELA I “dIETRo LE quInTE” dI CEnTInAIA dI RALLy

“Rudy” dalpozzo è un personaggio unico.Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. dapiù di 40 anni bazzica il mondo delle compe-tizioni. dapprima come navigatore, poi comediesse. Ha letto le note a tutti i più forti pilotiitaliani, saltando con la massima disinvoltura,ed un coraggio ancora più grande, da un sedileall’altro.

Ha corso centinaia di gare e moltissime leha vinte. Al fianco di Miki Biasion al primosuccesso assoluto, c’era lui. Tiziano Siviero,storico compagno del bassanese, era stato“appiedato” dal diesse della opel, AmilcareBallestrieri, e così accanto a Miki aveva preso

posto Rudy. I due trovarono immediatamentel’intesa e vinsero il Rally della Lana a Biella del1982.

“di Miki – ricorda Rudy – mi colpì il mododi impostare le curve. Per cercare la traiettoriamigliore e la velocità più alta prendeva tuttala strada, spostandosi da una parte all’altra,cosa che i rallysti vecchia maniera facevanosolo in parte. naturalmente, essendo il piùpiccolo della covata, era nel mirino. Si vendi-cava però in prova speciale quando menavalegnate da far paura”.

Il romagnolo ha affiancato Tony, Lucky, Bal-lestrieri e Brai tanto per citare i primi che ven-

gono in mente, confermandosi regolarmentecome uno dei più seri e preparati coequipiernazionali. Ha vinto titoli italiani e disputatogare mondiali, insegnando i trucchi del me-stiere a schiere di navigatori.

Sempre sorridente e disponibile, pronto alloscherzo e alla battuta, una volta aperto il radarsi trasformava, diventando copilota impecca-bile.

di tutti i piloti più famosi conosce vita, ma-nie e miracoli. In tanti anni di rally ad altissimolivello ha accumulato un’esperienza incredibileche continua mettere a disposizione di quantigli chiedono consigli e suggerimenti.

QuARAnt’AnnI dI RIcORdI, AnEddOtI

E SchERzI dEI pIù gRAndIcAMpIOnI dEl VOlAntE

presentazione libro il lato B dei miei rally

Francesca pasetti con Rudy dalpozzolo autori del libroil lato B dei miei rally

temperamento non certo compas-sato e gentile, ma impegnativo e daauto da corsa. Sistemati questi “par-ticolari”, l’auto possedeva finalmen-te tutti gli elementi per diventare unvero e proprio mito dell’automobi-lismo.

La consacrazione completa delmodello giunse con il salone di newyork del 1° Aprile dello stesso anno,dove la nuova Jaguar riscosse ungrandissimo successo, specialmentenella versione scoperta.

nel 1965 arrivò la prima versionemigliorata, con un motore dalla cu-batura aumentata a 4.2 litri, in grado

di garantire un’erogazione più robusta an-che ai regimi inferiori. Venne installato unnuovo cambio, un componente Jaguar cheprese il posto del Moss, sempre a quattrorapporti ma, finalmente, tutti sincronizzati.All’interno cambiarono anche i sedili, conun modello più ergonomico, contenitivo eribaltabile, e l’insieme plancia-tunnel cen-trale, nel quale sparì il rivestimento “racing”in alluminio per lasciar spazio a un nuovoset di interruttori (adagiati su un rivestimen-to nero in vinile) e alla pelle. novità assolutadi quell’anno fu anche l’introduzione di unnuovo modello 2+2, il quale si differenziavadalla normale FHC, oltre per la ovvia diffe-rente abitabilità, anche per un passo mag-

Affascinante, elegante, veloce. Tre ag-gettivi per descrivere una vettura che hasegnato un’epoca.

La E-type però la segnò per davvero,non per modo di dire. Presentata al Sa-lone di ginevra nel lontano 16 marzo del1961 venne lanciata a poco meno del co-sto di una Ferrari 250 gT: 4 milioni e 500mila lire.

Erano gli anni in cui vennero prodottetra le più affascinanti auto sportive ditutti i tempi quali Ferrari 250 gTo, Lam-borghini Miura, Bizzarrini 5300 gT Stra-da, Aston Martin dB4, Ford gT40, ACCobra.

Erano anni di grandi cambiamenti, deidivi di Cinecittà, delle rock band, delleminigonne, dei favolosi anni ‘60 durantei quali tutti avevano il desiderio di una“rivincita”, di un “emergere” in tutti i set-

tori e soprattutto si era spinti alla costan-te ricerca di un raggiungimento di un be-nessere economico che sembravafinalmente, dopo anni e anni di sacrifici,a portata di mano: la E-type, in principiodenominata xKE, incarnava tutto que-sto.

In quell’occasione il marchio Jaguaraveva previsto di esporre al salone dueesemplari: uno per la normale esposizio-ne statica e un altro per le dimostrazionialla stampa.

quest’ultimo, dopo tutti i controlli delcaso presso lo stabilimento, partì in ri-tardo da Coventry (sede della Jaguar) evenne guidata come un missile fino alleporte del salone, dove arrivò giusto intempo prima che chiudessero gli accessi.

Il giorno successivo e dopo averla pu-lita a dovere, venne svelata la “creatura”

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di Andrea Ceccon

JAguAR E-typE

giorato ed un padiglione più alto. Per andare incontro al mercato statuni-

tense e alle normative entrate in vigore poinel 1968, restrittive per quanto riguardavail tema del contenimento delle emissioni edella sicurezza per gli equipaggi, nel 1967arrivarono altre modifiche. Sparirono le ca-renature dei fari, vennero modificati gli in-terruttori della plancia e, cosa piùimportante, venne modificato pesantemen-te il motore per le auto destinate al mercatoamericano: i tre carburatori Su lasciaronoinfatti spazio a una più modesta coppia dicarburatori Strombergs e la potenza crollò

al valore di 175 cv, decisamente inadeguatoper il carattere della E-Type. questa serie,decisamente poco apprezzata, venne defi-nita dagli appassionati Series ½.

Il 1969 fu l’anno della 4.2 Series 2, propo-sta da subito nelle versioni oTS, FHC e 2+2.Il nuovo modello subì importanti modifiche,specialmente nell’estetica: paraurti più gros-si, una presa d’aria maggiorata (per miglio-rare il raffreddamento), fanali posteriori piùampi e posti sotto il paraurti anziché sopra.Tutto ciò alterò in maniera visibile la purezzadella sua linea rimasta fino ad allora “im-macolata”. Anche sotto pelle cambiarono

diverse parti e venne impiegato un impiantofrenante potenziato (con un servofreno dimaggior diametro), un migliore sistema diraffreddamento (munito di due ventole) ren-dendo come optional, il servosterzo e l’ariacondizionata. L’abitacolo beneficiò del vo-lante con piantone regolabile e di nuovi se-dili muniti di poggiatesta, per un confort diguida maggiore.

nel 1971, anche per far fronte alle scarseprestazioni garantite dal sei cilindri destinatoagli uSA, la Jaguar presentò la Series 3, l’ul-tima versione della E-Type, dotata di un mo-numentale motore a 12 cilindri a V, con una

ed i giudizi furono subito unanimi: successodi pubblico e di stampa.

Affusolata, sinuosa e seducente era davveroimpossibile non restarne affascinati.

Per quei tempi infatti la E-Type era un’autodavvero molto avanzata, dotata di quattro fre-ni a disco, struttura monoscocca e di sospen-sioni posteriori indipendenti. Ciò che peròcolpì prima di tutto fu indubbiamente la car-rozzeria, disegnata dal “mago dell’aerodina-mica” Malcolm Sayer (matita della d-Type edella C-type) che permise, dopo svariati annidi ricerche nella galleria del vento e in circuito,il raggiungimento della velocità massima di-chiarata: 150 miglia all’ora, pari a 240 km/h.

Al debutto sul mercato, la nuova Jaguar ven-ne presentata in due varianti di carrozzeria:convertibile (chiamata oTS - open Two Seater)e coupè (detta FHC - Fixed Head Coupe).

Il motore, derivato dalla sorella xK 150 S,

era un sei cilindri in linea con una cilindrata di3.8 litri, doppio albero a camme in testa ali-mentato da tre carburatori Su Hd8 e capacedi ben 265cv, accoppiato però ad un poco in-dovinato cambio Moss a quattro rapporti, conil primo non sincronizzato.

Se in pista la vettura era davvero veloce efilava che era un piacere, altrettanto non sipoteva dire della sua manovrabilità, elementofortemente criticato, insieme alla resistenzadei freni durante la guida sportiva e alla scarsacapacità contenitiva dei sedili.

La Jaguar diede grande importanza al com-portamento stradale e ciò portò allo sviluppodi un nuovo sistema di sospensioni posterioriindipendenti, dotate di quattro ammortizza-tori e di freni “entrobordo”, cioè posizionatiall’uscita del differenziale posteriore, in mododa ridurne le masse non sospese. Tutto ciòdiede alla E-Type una grande efficacia, con un

dEfInItA dA EnzO fERRARI cOME “lA

pIù BEllA VEttuRA MAIcOStRuItA”

lA E-typE cOStItuIScEl’ESEMpIO

pER EccEllEnzA dEll’ElEgAnzA

E dEllO StIlE dEglI AnnI dEl BOOM

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AFFASCInAnTE,ELEgAnTE,

VELoCE: HA STREgATo

MIgLIAIA dI PERSonE

MA In PoCHI L’HAnno

PoSSEduTA

L’HAnno guIdATA PERSonAggI dELLo SPESSoRE dI STEVE MC quEEn,BRIgITTE BARdoT, RICHARd BuRTon, gEoRgE HARRISon

JAguAR E-typE

Tuttavia, è impossibile terminare la storiadi questa fantastica auto senza citare le dueversioni speciali: le Lightweight e la Lowdrag Coupé. quest’ultima, prodotta nel1962 in un unico esemplare, nasceva sullabase della versione coupé e montava il seicilindri in linea da 3.8 litri, opportunamenterivisto. La carrozzeria, per ridurre la massa,era realizzata in alluminio e i finestrini, perlo stesso motivo, vennero realizzati in per-spex. Esteticamente si differenziava dallenormali E-Type FHC per il differente designdella coda che le consentiva di sfiorare lavelocità massima di 170 mph. Venne ven-duta al pilota dick Protheroe che la fece ga-reggiare con successo sia in Inghilterra chein Europa e, in seguito, come spesso accadecon esemplari tanto speciali, passò di col-

lezionista in collezionista, fino ai giorni d’og-gi. Le Lightweight invece, prodotte in soli12 esemplari, vennero costruite dalla Jaguarcon l’ambizione di contrastare la Ferrari ela sua 250 gTo, senza però riuscire a porta-re a casa i risultati sperati. Esteticamenteerano simili a normali E-Type oTS ma mec-canicamente, profondamente differenti cosìcome nella carrozzeria, con ampio uso di al-luminio, al fine di contenerne il peso. dopobuone stagioni come quella del ‘63 e del‘64, iniziarono un lento declino e, nel corsodel tempo, alcune E-Type Lightweight fini-rono con l’essere utilizzate come muletti,per sperimentare modifiche tecniche ed ae-rodinamiche. Le undici vetture rimaste (unaandò distrutta durante una corsa a Le Mansnel 1963) sono ormai solo un sogno per i

collezionisti di tutto il mondo. Infine ma nonper importanza, la Jaguar E-Type entrò nel-l’immaginario collettivo anche e soprattuttograzie all’eroe-ladro dei fumetti diabolik ilquale sfrecciava tra un furto e un altro abordo di uno splendido esemplare di colorenero.

Impossibile anche oggigiorno non guar-dare ad un esemplare di questa fantasticavettura e non immaginarsi al volante l’inar-restabile diabolik: immaginandoselo... pro-babilmente non proferirebbe parolaalcuna, ma facendo stridere le gomme, cer-cherebbe di “seminare” il suo acerrimo ne-mico: l’instancabile commissario ginko.

E a pensarci bene... non sarebbe forse tut-tora l’auto perfetta per “fuggire” dai proble-mi di tutti i giorni?!

cilindrata di 5.3 litri la cui potenza venne in-crementata a ben 272 cv a 5850 giri. Conquesto modello, la versione FHC sparì defi-nitivamente dal listino, lasciando quindi spa-zio solamente alla oTS e alla 2+2. questaserie subì pesanti aggiornamenti meccanici:l’adozione del passo maggiorato anche sullaconvertibile, sospensioni modificate (concarreggiate più ampie), freni potenziati (di-schi anteriori autoventilanti), l’adozione delservosterzo e di pneumatici più larghi. Ilcambio automatico, sempre a tre rapporti,restò nella lista degli optional. dal punto di

vista estetico, le modifiche non furono dicerto meno importanti e contribuirono an-cora una volta ad allontanare la E-Type dalsuo stile di base del 1961. I paraurti vennerosostituiti con altri più importanti, la presad’aria frontale venne dotata di una grossagriglia cromata e vennero modificati anchei passaruota. All’interno sparì il volante inlegno per lasciare il posto a uno in pelle e iltunnel centrale, un tempo rivestito in pelle,adottò la plastica, non di certo in stile “Bri-tish”.

grazie al nuovo motore le prestazioni del-

la Jaguar migliorarono fino a farle raggiun-gere una velocità massima di 150 mph conuno scatto da 0 a 60 mph in meno di 7”. L’in-dole della vettura però era ormai passatoda quello impegnativo di una vera sportivaa quello più flemmatico di una più normalegranturismo da domenica.

La produzione cessò nel 1974, dopo oltre72000 E-Type prodotte (di cui ¾ destinati almercato americano). Le ultime 50 vetture auscire dalla fabbrica furono tutte delle con-vertibili, con carrozzeria nera e dotate di unaspeciale placca commemorativa.

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PRESEnTATA AL SALonE dI gInEVRA nEL 1961 CoSTAVA quAnTo unA FERRARI 250 gT: quATTRo MILIonI E MEzzo

dIABOlIk E gInkO

Ginko: “quella è l’autodi diabolik! Accelera!”

diabolik (a Eva): “Lapolizia ci insegue!”.

agente: “Ispettore,sbandiamo! La strada èpiena di olio!”.

Ginko: “Maledetto dia-bolik! Ha manomesso lafontana!”.

diabolik (a Eva): “Sia-mo salvi! Per fortunaavevo preparato queltrucco...”.

off shore e per quattro anni girai ilmondo al seguito delle formula unodel mare, finendo anche in nuova ze-landa. All’epoca in cui avevo preso ilposto di Audetto vincemmo per trevolte il campionato europeo”.

Eri titolare di una tipografia a pado-va. per seguirla dovetti smetterla di fa-re il giramondo.

“Mio fratello rimase nel giro dei rally,io mi fermai. nel 2007 scoprii che aIsola Vicentina stava per ritornare ilRally Campagnolo in versione storica.Rispolverai la mia Canon e mi fiondai

nel piccolo paese vicentino. Come seil tempo non fosse mai trascorso. Ri-trovai gli amici e le auto degli anniSettanta. da allora seguo più garestoriche che posso”.

da munari ad andruet, da tony alucky, li hai visti tutti...

“Mi manca Biasion e mi dispiace.Avevo sospeso l’attività di fotografoproprio quando il bassanese comin-ciava a mettersi in luce. Adesso sia-mo amici ma mi sarebbe piaciutovederlo all’opera con la delta S4..”.

il pilota che hai più ammirato?“Il finlandese Penti Airikkala. For-

tissimo su qualsiasi terreno e con au-to diverse. Era sempre di traverso,

uno spettacolo continuo. Se non uscivadi strada chiudeva sempre entro i pri-mi cinque. un grandissimo campione”.

la foto più bella che hai scattato?“ne ho fatte talmente tante che è

difficile sceglierne una... no, una c’è,e per me resta la più bella. La scattaial Rac, in Inghilterra: si vede un’autoimmersa nella nebbia, quasi sospesa eun signore, vestito come Sherlock Hol-mes, incurante del passaggio, intentoa mangiare. Scena molto british”.

Hai vinto un prestigioso premio in-ternazionale...

“Si il concorso Photo 89, promossoda una grande rivista fotografica fran-cese. Presentai alla giuria un’immagine

Migliaia di scatti. AntonioBiasioli fotografa da più di40 anni. Presenza fissa neirally storici. un enciclopediain fatto di nomi, date e auto.Estro d’artista, mano ferma,colpo d’occhio da tiratorescelto. nel giro lo conosconotutti. Inossidabile come l’ac-ciaio. Solo qualche capellogrigio tradisce il passare deigiorni. nella curva più diffi-cile e spettacolare lui c’è.Con la Canon al collo ha gi-rato il mondo, per seguire eimmortalare i grandi cam-pioni del controsterzo. nonsoddisfatto ha cominciato

anche a scattare dall’alto.nel cesto dondolante di unamongolfiera in balia del ven-to si trova che è una meravi-glia e non manca mai airaduni più spettacolari dei“balloon”. Ha seguito centi-naia di gare di off shore,quando la specialità in Italiaera praticata da pochi, anchenel ruolo di team managerdella scuderia di Renato del-la Valle, prendendo il postodi daniele Audetto. ne ha vi-ste, e fotografate, di tutti icolori. Padovano.

Quando hai iniziato con lamacchina fotografica?

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di Roberto Cristiano Baggio

AntOnIO BIASIOlI

HA CoMInCIATo AFoTogRAFARE LE AuTo dACoRSA A FInE 1971 E un PAIodI MESI doPo ERA gIà APPoSTATo SuL TuRInI PER SEguIRE SAndRo MunARI EMARIo MAnnuCCI AL VoLAnTEdELLA LAnCIA FuLVIA HF

antonio Biasioli, a destra, con Walter Rohrl

scattata dall’elicottero durante una gara di off shore, a tremetri dalla testa del pilota, Stefano Casiraghi. Scelsero lamia tra le diecimila opere presentate da concorrenti di tuttaEuropa. Seppi della vittoria durante il viaggio di nozze. A Pa-rigi acquistai la rivista in un’edicola e con grande sorpresatrovai nelle pagine centrali la mia foto con la motivazionedella giuria..”.

Che macchine usi?“Ho sempre adoperato Canon. Inizialmente avevo una Ftb

con esposimetro al selenio. Eccezionale. Aveva però un di-fetto che a un S. Martino pagai a caro prezzo. A volte nonagganciava il rullino e ti accorgevi dell’inconveniente soloalla fine... ora uso una Eos 7 digitale. Con due obiettivi, un

18x85 e un 80x300, puoi fare di tutto. Il digitale ha due gran-di pregi: ti permette di controllare immediatamente l’esitodello scatto e ti consente di variare gli Asa a seconda dellenecessità. Le foto su pellicola, però, avevano un’incisioneinconfondibile”.

più facile fare il fotografo adesso o un tempo?“I rally di una volta avevano percorsi diversi dagli attuali.

Bastava appostarsi in prossimità di una curva per avere im-magini suggestive. Adesso è cambiato molto e non sempreè facile trovare il luogo adatto per scattare”.

Rally storici o moderni?“Solo storici. quelli moderni non mi entusiasmano pro-

prio”.

“Ho seguito la prima gara automobi-listica alla fine del 1971. Sono rimastoaffascinato. Pochi mesi dopo ero sulTurini, ad ammirare Munari e Mannuc-ci con la Fulvia HF. A seguire quel Mon-tecarlo magico per i tifosi italiani ioc’ero. Ho scattato diversi rullini ma mimancano molti negativi, tra i qualiquelli con il drago. Persi chissà dove..”.

in famiglia c’era già tuo fratello ti-ziano che seguiva i rally come fotogra-fo.

“Sono partito da solo, in concorrenzacon Tiziano. Poiché seguivamo le stessegare, spedivamo le foto alla Lancia fa-cendo a gara a chi faceva prima. Per unpezzo a Torino presero le foto di en-trambi. Poi non capirono più nulla: le

buste con le foto delle loro macchinearrivavano entrambe da Padova, stessoindirizzo, stesso cognome, stessa via.Solo i nomi erano differenti. Ci disserodi metterci d’accordo. Continuò miofratello, io per un po’ smisi”.

Quando pio Cantoni fondo la QuattroRombi ti presentasti nuovamente.

“nel 1978, all’ inaugurazione dellasquadra, al ristorante La Bulesca di Ru-bano, ero presente. Ripresi ad andareper prove speciali. nel frattempo co-minciarono a trasmettere le primeemittenti private. Io e Tiziano ci met-temmo insieme, sotto l’egida della Bel-la Epoque, per girare i filmati chevenivano proposti da grand Prix. Con-temporaneamente mi appassionai di

anche giornalista e scrittore

hA ScRIttO SEttE lIBRIl’ultIMO dEdIcAtOAllA pORSchE 911

Accanto all’attività di fotografo, Antonio Biasioli ha affiancatoanche il lavoro di giornalista-scrittore, dando vita ad una collanadi libri dedicati alle reginette dei rally.

“Il primo è sulla Lancia Stratos, nata per vincere. Per scriverlom’è servito un anno. Le ricerche hanno assorbito moltissimotempo e la verifica delle notizie raccolte non è stata da meno.Il secondo volume, invece, l’ho riservato alla opel Kadatt. Èquello che ha venduto più copie in quanto moltissimi pilotihanno cominciato la loro attività agonistica al volante dellevetture della general Motors. Ho proseguito con un’opera de-dicata alla Fiat 124 berlina e spider da corsa. Poi ho dato allestampe un volume sulle Alfa Romeo da rally. due anni fa è statala volta della Ferrari 308 gtb mentre lo scorso anno ho presen-tato un altro volume sulla Lancia Stratos corredato da nuovefoto.

da un paio di mesi è uscito il settimo volume: tutto sulla Por-sche 911. In pratica ne scrivo uno all’anno...”.

- Per il 2016?“Penso che chiuderò la serie con una ricerca sulla Fiat 131

Abarth. Mica è facile raccogliere immagini, ricordi e testimo-nianze. Ci sono piloti che ti raccontano le loro gare, poi vai averificare come sono andate le cose sfogliando i giornali del-l’epoca e ti accorgi che la versione è completamente diversa.Sono passati tanti anni e le idee si confondono...”.

hA VIntO Il pREStIgIOSOpREMIO phOtO 89

IndEttO dA unA RIVIStAfRAncESE cOn

un’IMMAgInE cOltA duRAntE Il RAc In InghIltERRA

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PER quATTRo È STATo IL MAnAgER dEL TEAM dI oFF SHoRE dI REnATo dELLA VALLE

penti airikkala in azione (Foto di antonio Biasioli)

Barbasio-sodano al montecarlo (Foto antonio Biasioli)

cARtA d’IdEntItÀnome: AuToFFICInA SAndRI SRLnata il: 28 MARzo 1955a RoSà (Vicenza)

domicilio: TEzzE SuL BREnTA (Vicenza) - Cap 36056VIA nAzIonALE, 120TEL. 0424 560124

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nel gennaio 1899 viene costituito ilClub Automobilisti Veneti, alla cui pre-sidenza è eletta la contessa venezianaElsa Albrizzi (prima donna al mondo apresiedere un Automobile Club) chesubito organizza la prima corsa tuttaveneta.

Il percorso prescelto, sulle miglioristrade dell’epoca, prevede la partenzada Padova, poi Vicenza, Thiene, Bassa-no, Cornuda, Treviso, noale e arrivo aPadova, per un totale di 172 Km. di ve-locità, con una sola sosta-abbuono di15 minuti a Bassano, circa a metà per-corso.

Al via, alle 6.20 del mattino, anchel’indomita contessa Albrizzi con la sua

Benz Velo, che segna così un altro re-cord assoluto: prima donna pilotessaal mondo.

Fra i partecipanti c’è anche un giova-nissimo e poco conosciuto Ettore Bu-gatti con un quadriciclo a due motoriPrinetti&Stucchi da lui elaborato. Si re-gistrano alcuni ritiri per noie meccani-che, mentre Bugatti, all’ingresso aVicenza, a causa della polvere che glitoglie visibilità, va a urtare le sbarre diun passaggio a livello, ma i danni sonopochi e riesce a proseguire al sesto po-sto.

A Thiene è già secondo alle spalle diEnrico Talalrini, anch’egli suPrinetti&Stucchi. Alla sosta abbuono

di Bassano, mentre i concorrenti si ri-focillano, Bugatti ne approfitta per ri-parare meglio il suo veicolo. Infatti aTreviso è già in testa, a noale è ancoraprimo su Tallarino con un vantaggio dicirca 20 minuti. A Padova è vincitoreassoluto, con oltre mezz’ora di vantag-gio sul secondo.

I classificati alla fine sono 15, fra iquali la contessa Albrizzi, seconda dellasua categoria.

Si correrà ancora l’anno dopo conpercorso allungato a 220 chilometrimentre nel 1901, terza ed ultima edi-zione, si corre in un circuito Padova,Cittadella, Castelfranco, Padova da ri-petersi quattro volte.

“IL BAuLE dELLE MERAVIgLIE” dI nIno BALESTRA

EttORE BugAttI VInSElA pRIMA cORSA VEnEtA

la contessa albrizzi, al centro

oRgAnIzzATA nEL 1899 Con PARTEnzA Ed ARRIVo A PAdoVA MISuRAVA 172 CHILoMETRI

LA ConTESSA ELSA ALBRIzzI PRIMA donnA AL VoLAnTE dI unA MACCHInA dA gARA SI CLASSIFICò SECondA dI CATEgoRIA Con unA BEnz VELo

AcIl’ESpERtORISpOndE

gentile direttore,

è vero che gli automobilisti stranieri nonpagano quasi mai le loro infrazioni?

La ringrazio per la risposta e La salutocordialmente.

Vincenzo L.

Egregio sig. Vincenzo,effettivamente con questa domanda

tocca un tasto dolente. ai sensi dell’art.207c.d.s. il conducente di un veicolo a motorenon immatricolato in italia è tenuto, almomento della contestazione dell’infra-zione, a pagare nell’immediato la sanzio-ne pecuniaria per l’infrazione stradalecommessa ovvero a offrire idonea garan-zia economica per poter esercitare il dirittodi difesa innanzi all’autorità amministra-tiva o al giudice di pace.

l’assenza di intese bilaterali con gli altripaesi in tema di cooperazione di polizia edi prosecuzione dell’azione penale o am-ministrativa per fatti relativi alla circola-zione stradale non rende facile nèindividuare il proprietario del veicolo conil quale è stata commessa l’infrazione initalia nè procedere con la notificazione delverbale di accertamento nei suoi riguardi,quando conosciuto, nè ottenere il paga-mento della sanzione pecuniaria dovuta.

Va ricordato, peraltro, che tutte questedifficoltà sono incontrate, in regime di re-ciprocità, dalle forze di polizia degli altristati nei riguardi dei conducenti non iden-tificati nell’immediato, di veicoli immatri-colati in italia.

Cordiali saluti.

PAgInA ǀ 46

gentile direttrice,spesso, a seguito di un sinistro stradale, si parla anche di danno bio-

logico. Che cosa si intende con tale termine?grazie per la risposta e buon lavoro.

Valentina C.

Gentilissima Valentina,il danno biologico, o danno alla salute, è la lesione dell’integrità psi-

co-fisica di un soggetto (il danneggiato) a seguito di un sinistro e sicaratterizza per dover essere valutato prescindendo da ogni riferi-mento al reddito percepito dal danneggiato.

È un danno sempre presente ogni qualvolta si verifichi una meno-mazione alla integrità psico-fisica del soggetto, non necessita quindidi ulteriori prove. Quando, oltre al danno biologico si verifichino dannidi natura patrimoniale, questi vanno risarciti a parte, oltre al dannomorale.

il danno biologico viene liquidato sulla base della invalidità “tem-poranea” del danneggiato e di quella “permanente”. l’invalidità tem-poranea è l’impossibilità di usare appieno una propria funzione fisicao psicologica per un tempo determinato. l’invalidità permanente è ladiminuzione cronica, insanabile, di una propria funzione psico-fisicae viene quantificata in percentuale. per quanto riguarda la prova, l’in-validità temporanea può essere provata con i certificati del medicocurante attestanti il periodo di malattia. Quella permanente richiede,invece, un’apposita perizia o consulenza medico-legale.

Un caro saluto

LA dIRETTRICE LuCIA PAFuMI CHIARISCE I VoSTRI duBBI

AVETE quESITI dA PoRRE SuL Mondo dELL’AuToMoBILE?