regione calabria - home - distretto idrografico dell’appennino...
TRANSCRIPT
Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale Autorità di Bacino Nazionale dei Fiumi Liri-Garigliano e Volturno,
Regione Abruzzo, Regione Basilicata, Regione Calabria, Regione Campania, Regione Lazio, Regione Molise, Regione Puglia
www.ildistrettoidrograficodellappenninomeridionale.it __________________________________________________
luglio 2015
PIANO DI GESTIONE
DEL RISCHIO DI ALLUVIONI
(2007/60/CE – D.Lgs. n 49/2010 – D.Lgs. n.219/2010)
Scheda di inquadramento per UoM
AdB REGIONE CALABRIA
R.4.1.F_1.1
Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale Autorità di Bacino Nazionale dei Fiumi Liri-Garigliano e Volturno,
Regione Abruzzo, Regione Basilicata, Regione Calabria, Regione Campania, Regione Lazio, Regione Molise, Regione Puglia
www.ildistrettoidrograficodellappenninomeridionale.it __________________________________________________
UNIT OF MANAGEMENT ITR181 ITI016‐ Regionale Calabria‐ Lao Autorità di Bacino Regione Calabria del Distretto Idrografico Appennino Meridionale
INQUADRAMENTO TERRITORIALE
Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale Autorità di Bacino Nazionale dei Fiumi Liri-Garigliano e Volturno,
Regione Abruzzo, Regione Basilicata, Regione Calabria, Regione Campania, Regione Lazio, Regione Molise, Regione Puglia
www.ildistrettoidrograficodellappenninomeridionale.it __________________________________________________
2
Come da accordi presi con l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) durante la fase di compilazione delle tabelle inerenti la Flood Hazard Risk Maps (FHRM), effettuata nel mese di marzo 2014, l’inquadramento territoriale tiene conto di una Unit of Management (UoM) costituita dalla Regione Calabria e dal bacino idrografico interregionale del fiume Lao, ricadente in parte nel territorio della Regione Basilicata. La superficie complessiva della UoM, ricavata dalla somma delle singole superfici delle aree programma, risulta pari a circa 15143 km2. La Competent Autority (CA) è l’AdB Regionale Calabria.
Il numero totale dei bacini idrografici che delineano il territorio calabrese è pari a circa 1000. Essi sono costituiti prevalentemente da superfici di piccole dimensioni. Infatti il 44,5% dei bacini idrografici ha una superficie inferiore a 1 kmq, il 40,4 % dei bacini idrografici ha una superficie compresa tra 1 kmq e 10 kmq e solo l’1% dei bacini idrografici risulta avere una superficie superiore ai 200 kmq. I corpi idrici significativi, con superficie maggiore di 200 kmq sono i seguenti: Fiume Crati, Fiume Neto, Fiume Mesima, Fiume Lao, Fiume Amato, Fiume Tacina, Fiume Petrace, Fiume Savuto, Fiume Corace, Torrente Trionto. I corsi d’acqua più numerosi mancano in genere, del tratto pedemontano e dopo un breve e rapido percorso nella zona montana, sboccano nelle pianure costiere, con alvei larghi più di un chilometro solcati da una rete di canali appena incisi costituenti il letto di magra.
Nella UoM di interesse, sono state individuate 14 aree programma, rappresentanti le Unità di Analisi (UA), di cui 1 ricadente nella regione della Basilicata.
Con riferimento invece alle Aree dei ricettori specifici del rischio (ARS), si precisa che risulta in corso la procedura di analisi per l’identificazione delle aree a diverso danno potenziale. Attualmente, in via provvisoria, si è scelto di ricavare tali aree dalla matrice di valutazione del rischio, in particolare dal prodotto dei tre livelli di danno, D2 D3 e D4 per i due livelli di pericolosità P2 e P3.
SINTESI DELLE CRITICITA’
Di seguito si riportano le principali criticità riscontrate nei bacini idrografici della UoM:
Presenza di un numero elevato di bacini idrografici a carattere torrentizio con una forte acclività, caratterizzati da un regime violento e rapido, con notevole trascinamento di materiale solido;
Presenza di opere di difesa idraulica, di tipo trasversale e longitudinale, in stato di degrado, con assenza di specifici piani di manutenzione;
Esposizione diretta di edifici, infrastrutture ed altri elementi ai livelli idrometrici delle portate di piena, con Tempo di Ritorno 50, 200 e 500 anni;
Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale Autorità di Bacino Nazionale dei Fiumi Liri-Garigliano e Volturno,
Regione Abruzzo, Regione Basilicata, Regione Calabria, Regione Campania, Regione Lazio, Regione Molise, Regione Puglia
www.ildistrettoidrograficodellappenninomeridionale.it __________________________________________________
3
Fenomeni di allagamento di aree urbane, di zone pianeggianti in prossimità anche delle foci dei corsi d’acqua, per insufficiente capacità drenante dei reticoli artificiali creati nel tempo;
Problemi nei tratti arginati e nelle zone segnate da attraversamenti, soprattutto in corrispondenza della fascia costiera ionica e tirrenica, dove il restringimento e le criticità generate dalle infrastrutture ferroviarie e stradali, in concomitanza con la ristretta pianura costiera ha dato vita ad un alto livello di urbanizzazione nonché ad una alta pressione sul reticolo idrografico.
Fenomeni di trasporto solido, di erosione localizzata, di estrazione di inerti dall’alveo, di dinamica d’alveo che compromettono il regolare deflusso dei corsi d’acqua;
Fenomeni di discariche abusive di rifiuti, di diverso genere;
Insufficiente conoscenza dei fenomeni idraulici sui reticoli idraulici con minore numero di Horton;
Presenza di tratti di corsi d’acqua intubati, in corrispondenza delle aree urbanizzate, di cui non si conoscono le caratteristiche identificative;
Insufficienza idraulica, nei confronti delle portate di piena dei canali principali e conseguente e significativa estensione delle aree inondabili circostanti;
Insufficienza di numerosi attraversamenti al passaggio dell’onda di piena;
Consumo di suolo nelle aree a pericolosità idraulica;
Scarsa vegetazione nei tratti naturali dei corsi d’acqua e conseguente degrado degli habitat fluviali.
La superficie totale delle aree soggette a pericolosità idraulica è pari a 608.38 Kmq. In riferimento alle principali criticità costiere si riscontrano:
l’intensa antropizzazione delle coste a fini turistici e industriali, che ha provocato lo smantellamento delle dune naturali per fare posto a centri balneari, villaggi residenziali, residenze estive, porticcioli turistici e opere di difesa indiscriminate;
la riduzione dell’apporto solido dei fiumi a mare, a causa del notevole prelievo di materiale ghiaioso‐sabbioso dal letto dei corsi d’acqua e della costruzione di briglie e dighe;
la subsidenza di origine tettonica.
La superficie totale delle aree soggette a diverse classi di pericolosità da erosione costiera è pari a 75.86 Kmq.
Gli Elementi Esposti in tali aree di pericolosità idraulica e costiera, come evidenziato nelle mappe del danno, sono numerosi sia come popolazione, sia
Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale Autorità di Bacino Nazionale dei Fiumi Liri-Garigliano e Volturno,
Regione Abruzzo, Regione Basilicata, Regione Calabria, Regione Campania, Regione Lazio, Regione Molise, Regione Puglia
www.ildistrettoidrograficodellappenninomeridionale.it __________________________________________________
4
come infrastrutture che aree protette e produttrice.
OBIETTIVI DI GESTIONE
Gli obiettivi di gestione del rischio, per le UOM, in considerazione della presenza in aree di pericolosità idraulica e costiera di una molteplicità di beni esposti di seguito evidenziati, sono i quattro previsti per l’intero distretto:
1. Salvaguardia della vita e della salute umana; 2. Protezione dell'Ambiente; 3. Tutela del Patrimonio Culturale; 4. Difesa delle attività economiche.
Tali obiettivi sono rivolti alla mitigazione e gestione del rischio di alluvioni fluviali e costieri attraverso la riduzione della vulnerabilità degli elementi esposti in aree di pericolosità idraulica e costiera nonché la tollerabilità delle condizioni di rischio accertato.
In merito all’obiettivo della Salvaguardia della vita e della salute umana, si evidenzia che, nella UoM, si intende salvaguardare la popolazione residente potenzialmente esposta a pericolosità P2 pari a 9967 abitanti, quella a pericolosità P3 pari invece a 45172 abitanti. La popolazione è distribuita nelle numerose aree urbanizzate, di fatto nella Regione Calabria risultano 401 comuni esposti a pericolosità idraulica, su un totale di 431 comuni.
Alla popolazione esposta va aggiunta sia quella non residenziale, sia gli addetti nelle attività produttive (industrie, commercio, attività agricole). Inoltre, sono da considerare le infrastrutture strategiche sia come elemento esposto e sia per il numero di utenti esposti. Tra le principali infrastrutture in aree di pericolosità vi sono: le infrastrutture viarie; alcuni tratti ferroviari; aeroporti minori e assi viari a scorrimento veloce.
La popolazione potenzialmente esposta dei non residenti e degli utenti è oggetto di specifica valutazione. Pertanto, al numero della popolazione esposta dei residenti andrà sommato quello dei non residenti ed utenti potenzialmente esposti.
In merito all’obiettivo della Protezione dell'Ambiente, si evidenzia che, nella UoM, si intende proteggere le numerose aree protette presenti in area di pericolosità, in particolare:
parchi di valenza nazionale: parco nazionale della Sila,parco nazionale del Pollino e parco nazionale dell’Apromonte
Parchi di valenza regionale: Oasi dell’Angitola, parco delle Serre, Parco Marino Regionale Baia di Soverato, Parco Marino Regionale Costa dei Gelsomini, Parco Marino Regionale Fondali Capocozzo ‐ S. Irene ‐ Vibo Marina ‐ Pizzo Calabro ‐ Capo Vaticano, Parco Marino Regionale Riviera dei Cedri, Parco Marino Regionale Scogli di Isca
Siti di Interesse Comunitari SIC: Bosco di Mavigliano, Bosco di Rudina, Calanchi di Maro Simone, Canolo Nuovo, Zomaro, Zillastro, Capo
Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale Autorità di Bacino Nazionale dei Fiumi Liri-Garigliano e Volturno,
Regione Abruzzo, Regione Basilicata, Regione Calabria, Regione Campania, Regione Lazio, Regione Molise, Regione Puglia
www.ildistrettoidrograficodellappenninomeridionale.it __________________________________________________
5
Colonne, Capo Rizzuto, Capo Spartivento, Costa Viola e Monte S. Elia, Dune dell'Angitola, Dune di Camigliano, Dune di Guardavalle, Dune di Isca, Farnito di Corigliano Calabro, Fiumara Amendolea (incluso Roghudi, Chorio e Rota Greco), Fiumara Avena, Fiumara Buonamico, Fiumara di Brattirò (Valle Rufa), Fiumara Laverde, Fiumara Saraceno, Fiumara Trionto, Fiume Lepre, Fiume Lese, Fiume Tacina, Foce del Crocchio‐Cropani, Foce del Fiume Crati, Foce Neto, Fonte Cardillo, Fosso Cavaliere (Cittanova), Lago dell'Angitola, Lago di Tarsia, Lago La Vota, Macchia della Bura, Madama Lucrezia, Montalto, Monte Embrisi e Monte Torrione, Monte Fistocchio e Monte Scorda, Monte Fuscaldo, Montegiordano Marina, Murgie di Strongoli, Oasi di Scolacium, Pentidattilo, Piano Abbruschiato, Pietra Cappa ‐ Pietra Lunga ‐ Pietra Castello, Pinete del Roncino, Serro d'Ustra e Fiumara Butrano, Spiaggia di Pilati, Stagno di Timpone di Porace, Steccato di Cutro e Costa del Turchese, Torrente Celati, Torrente Lago, Torrente Soleo, Vallata del Novito e Monte Mutolo, Vallata dello Stilaro, Valle del Fiume Lao, Vallone S. Elia, Zona costiera fra Briatico e Nicotera
Siti di Interesse Nazionale SIN: Alta Valle Fiumara Sciarapotamo, Torre di Taureana, Torre di Taureana, Torrente Pesipe, Vallone Colella, Vallone S. Tommaso
Siti di Interesse Regionale SIR: Torrente Pisano, Sugherete di Squillace, Vallone Galatrella, Sugherete di Squillace, Torrente Pisano, Vallone Galatrella
Oasi e riserve: Riserva naturale Cropani – Micone, Riserva naturale Foce del Crati, Riserva naturale Gole del Raganello, Riserva naturale Marchesale, Riserva naturale Tarsia, Riserva naturale Valle del Fiume Argentino, Riserva naturale Valle del Fiume Lao
Zone di Protezione Speciale ZPS: ACQUAFORMOSA 18078001, ALBIDONA 18078006, ALESSANDRIA DEL CARRETTO 18078007, AMENDOLARA 18078011, BAGNARA CALABRA 18080007, BELCASTRO 18079009, BOTRICELLO 18079012, CALANNA 18080016, CAMPO CALABRO 18080018, CANNA 18078024, CARFIZZI 18079019, CASABONA 18079021, CASSANO ALLO IONIO 18078029, CASTELSILANO 18079022, CASTROREGIO 18078032, CERCHIARA DI CALABRIA 18078036, CERENZIA 18079026, CIRO' 18079031, CIRO' MARINA 18079032, CIVITA 18078041, CUTRO 18079040, FIUMARA 18080034, FRANCAVILLA MARITTIMA 18078056, FRASCINETO 18078057, LAGANADI 18080041, LAINO BORGO 18078063, LONGOBUCCO 18078068, LUNGRO 18078069, MELISSA 18079075, MESORACA 18079076, MORANO CALABRO 18078083, MORMANNO 18078084, MOTTAFOLLONE 18078085, NOCARA 18078086, ORIOLO 18078087, ORSOMARSO 18078088, PALMI 18080057, PAPASIDERO 18078092, PETILIA POLICASTRO 18079093, PLATACI 18078100, REGGIO DI CALABRIA 18080063, ROCCA DI NETO 18079103, ROCCA IMPERIALE 18078103, ROSETO CAPO SPULICO 18078107, SAN DONATO DI NINEA 18078115, SAN LORENZO BELLIZZI
Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale Autorità di Bacino Nazionale dei Fiumi Liri-Garigliano e Volturno,
Regione Abruzzo, Regione Basilicata, Regione Calabria, Regione Campania, Regione Lazio, Regione Molise, Regione Puglia
www.ildistrettoidrograficodellappenninomeridionale.it __________________________________________________
6
18078120, SAN MAURO MARCHESATO 18079111, SAN NICOLA DELL'ALTO 18079113, SAN ROBERTO 18080077, SAN SOSTI 18078128, SANTA DOMENICA TALAO 18078130, SANT'EUFEMIA D'ASPROMONTE 18080081, SANTO STEFANO IN ASPROMONTE 18080083, SARACENA 18078136, SAVELLI 18079124, STRONGOLI 18079145, TAVERNA 18079146, UMBRIATICO 18079150, VERZINO 18079154, VILLA SAN GIOVANNI 18080096, VILLAPIANA 18078154, ZAGARISE 18079157.
In merito all’obiettivo della Tutela del Patrimonio Culturale, si evidenzia che, nella UoM, si intende tutelare i numerosi beni storico cultuali e paesaggistici, ai sensi del Decreto Legislativo 42/2004 e s.m.i., presenti in aree di pericolosità, nonché quelli di importanza archeologica. In particolare le interferenze dei vincoli archeologici con zone a pericolosità idraulica riguardano i seguenti comuni: BOVA
MARINA, BRIATICO, PALUDI, CROTONE, PORTIGLIOLA, DAVOLI, TORANO
CASTELLO, PALIZZI, MONASTERACE, ROSSANO, LOCRI, MONTEPAONE, STALETTI, CASTROVILLARI, SPEZZANO ALBANESE, NOCERA TERINESE.
In merito all’obiettivo della Difesa delle attività economiche, si evidenzia che, nella UoM, si intende proteggere le attività economiche che sono presenti in aree di pericolosità, ma al contempo monitorare anche l’eventuale inquinamento che da esse potrebbe derivare, creando effetto di propagazione in altre aree con conseguenze per le acque, suolo ed aree protette. Le attività produttive rilevate sono:
attività industriali
attività turistiche di tipo costiero e balneare, storico e culturale; e agrituristico;
attività estrattive e attività gestione rifiuti;
attività legate alla produzione di energia;
invasi irrigui;
attività agricole specializzate con seminativi e colture arboree, alcune di esse a produzione biologica; l’attività agricola non specializzata;
attività di pesca e caccia.
Oltre i quattro obiettivi di gestione del rischio, al fine della sostenibilità ambientale del piano e della definizione delle priorità delle misure, in ottemperanza al comma 1 dell’art. 9 D.lgs 49/2010, si è tenuto conto anche degli obiettivi ambientali. Si precisa che i primi due obiettivi del PGRA riferiti alla tutela della salute umana ed al patrimonio ambientale sono tra quelli considerati di sostenibilità ambientale. In sintesi gli altri obiettivi considerati, sono:
A. Obiettivi di sostenibilità ambientale stabiliti a livello comunitario e nazionale: Cambiamenti climatici (CC) ed energia pulita; Trasporti sostenibili; Consumo e produzioni sostenibili; Conservazione gestione delle risorse naturali; Salute Pubblica; Inclusione sociale e Demografia; Povertà mondiale e sfide dello
Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale Autorità di Bacino Nazionale dei Fiumi Liri-Garigliano e Volturno,
Regione Abruzzo, Regione Basilicata, Regione Calabria, Regione Campania, Regione Lazio, Regione Molise, Regione Puglia
www.ildistrettoidrograficodellappenninomeridionale.it __________________________________________________
7
sviluppo. B. Obiettivi di sostenibilità di tutela delle acque cui alla parte terza, titolo II, del
D.lgs. 152/2006 ovvero:
obiettivi minimi di qualità ambientale in funzione della capacità dei corpi idrici di mantenere i processi naturali di autodepurazione e di supportare comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate.
obiettivo di qualità per specifica destinazione individua lo stato dei corpi idrici idoneo ad una particolare utilizzazione da parte dell'uomo, alla vita dei pesci e dei molluschi.
C. Obiettivi del Piano di Gestione Acque per la correlazione con il Piano di Gestione del rischio di alluvioni, che tengono conto di quelli (Acque superficiali, Acque Sotterranee, Aree Protette) stabiliti ai sensi della Direttiva 2000/60, (WFD).
Tutti gli Obiettivi su esposti, considerati e valutati hanno costituito la guida alla definizione del quadro delle Misure/Azioni per il distretto Appennino Meridionale e per le UoM.
ASPETTI PRINCIPALE SINTESI MISURE
In relazione agli aspetti di gestione del rischio di alluvioni per tale UOM vengono affrontati tutti gli aspetti (prevenzione, protezione, preparazione, recupero post evento), declinati nelle misure, così come indicati dalla normativa comunitaria e nazionale. Le misure di piano per tale UOM sono:
misure di Prevenzione (M2), riguardano le attività volte ad evitare o ridurre la vulnerabilità del valore (entità), intese come azioni generalmente non strutturali e che risultano essere quelle predominanti sia in termini di definizione che di attuazione. Tali misure sono quelle da promuovere ed attuare nel primo ciclo del PGRA (entro il 2019), come ad esempio: l’adozione di provvedimenti finalizzati ad impedire la costruzione in aree allagabili, la diffusione di pratiche sostenibili di utilizzo del suolo, l’incentivazione di programmi di manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua, l’estensione delle conoscenze sul reticolo minore. Spesso tali misure richiedono limitate risorse economiche e, quindi, risultano meglio attuabili rispetto ai più tradizionali interventi strutturali. Le Misure M2 proposte per la prima fase di attuazione (2016/2021) del PGRA sono:
o M 21.1: Norme di inibizione atte ad impedire la localizzazione di nuovi ricettori (contenimento del consumo di nuovo suolo; interdizione in aree a rischio elevato a tutela della pubblica incolumità e della fruibilità in sicurezza; inibizione di nuovi insediamenti nelle aree più pericolose)
o M 24.1: Misure per programmi di monitoraggio: a) stato e comportamento delle infrastrutture e strutture strategiche collegate alle aree di pericolosità idraulica; b) stato e comportamento corpi arginali e delle opere idrauliche e marittime;
Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale Autorità di Bacino Nazionale dei Fiumi Liri-Garigliano e Volturno,
Regione Abruzzo, Regione Basilicata, Regione Calabria, Regione Campania, Regione Lazio, Regione Molise, Regione Puglia
www.ildistrettoidrograficodellappenninomeridionale.it __________________________________________________
8
o M 24.3: Misure aggiornamento/estensione degli studi: a) aggiornamento della rete idrografica; b) aggiornamento dati di base per la revisione ed aggiornamento degli studi di pericolosità idraulica, del danno e del rischio (ambito fluviale e costiero); c) estensione degli studi agli ambiti non ancora indagati; d) studi dei fenomeni collegati al rischio idraulico (processi di versante, trasporto solido, tratti tombati, alvei strada);
o M 24.4: Misure di prevenzione per le componenti: A. Risorsa Acqua: 1. Mantenimento e/o miglioramento delle condizioni morfologiche legate al buon livello di qualità del corpo idrico. 2. Salvaguardia delle opere di prelievo e di approvvigionamento idrico ad uso collettivo. B. Beni culturali: 1. Implementazione delle conoscenze e dei dati relativi ai beni culturali a rischio; 2. Modelli integrativi di valutazione del rischio per la salvaguardia del patrimonio culturale. C. Patrimonio Ambientale: 1. Valutazione dello stato vegetazionale in ambito fluviale e costiero; 2. Creazione ed implementazione di reti ecologiche/ambientali fluviali e costiere; D. Patrimonio Agricolo‐Forestale: 1. Politiche e pratiche agricole e forestali sostenibili e/o conservative in ambito fluviale e costiero; 2. Rimboschimenti.
o M 24.6: Misure per la manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua, del reticolo minore
misure di Protezione (M3), riguardano interventi strutturali e non strutturali. Attività volte a ridurre la pericolosità (probabilità e intensità) di evento, la frequenza delle alluvioni e il loro impatto in specifiche località. Le Misure M3 proposte per la prima fase di attuazione (2016/2021) del PGRA sono: o M 31.1: Misure per limitare il deflusso: a) individuazione e gestione di superfici naturali in grado di intercettare o immagazzinare il deflusso delle piene; b) conservazione ed eventuale ripristino delle condizioni di naturalità dei corsi d'acqua e dei tratti costieri e delle foci o M 31.2: Misure per il ripristino/realizzazione di opere di sistemazione
idraulica e idraulico‐forestale o M 32.1: Misure per la costruzione, modifica o rimozione di strutture di
ritenzione dell'acqua e/o di opere per la regolazione della portata convogliabile
o M 33.1: Misure per il ripristino/realizzazione di opere di regimazione e stabilizzazione del corso d'acqua;Misure per il ripristino/realizzazione di opere di difesa costiere e marittime
Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale Autorità di Bacino Nazionale dei Fiumi Liri-Garigliano e Volturno,
Regione Abruzzo, Regione Basilicata, Regione Calabria, Regione Campania, Regione Lazio, Regione Molise, Regione Puglia
www.ildistrettoidrograficodellappenninomeridionale.it __________________________________________________
9
o M 35.1: Misure per la realizzazione di interventi di adeguamento e messa in sicurezza degli attraversamenti
o M 35.2: Misure per la messa a sistema degli interventi programmati e correlazione con il PGRA
o M 35.3: Misure straordinarie per la gestione dei sedimenti
Aspetti legati alla preparazione (M4): Le misure relative a tale aspetto sono collegate alla gestione degli eventi, riferite quindi al sistema di allertamento, nazionale e regionale, in capo alle strutture di Protezione Civile nazionale e Regionale. Le misure collegate a tale aspetto sono le M4 che riguardano le attività volte a incrementare la capacità di gestire e reagire agli eventi, a evitare o a ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni conseguenti agli eventi. Queste attività, sono definite “non strutturali” o “strumenti previsionali” o “strumenti di informazione”. Le Misure M4 sono: o M 41.2: Misure per la progettazione, la predisposizione, l'ampliamento
dei sistemi di allertamento o M 42.1: Misure per l'organizzazione e la gestione dei presidi territoriali
per il controllo diretto immediatamente prima e durante gli eventi calamitosi
o M 42.2: Misure per la predisposizione, l'applicazione e l'aggiornamento dei piani di protezione civile ai vari livelli istituzionali
o M 42.3: Misure per la predisposizione e la sperimentazione di protocolli per la gestione in fase di evento delle attività inerenti la regolazione dei volumi e/o degli scarichi di fondo, delle superfici e delle paratoie di grandi dighe e delle opere strutturali di laminazione presenti nei bacini idrografici di interesse per la laminazione delle piene
o M 43.1: Misure di informazione, formazione e comunicazione per fare acquisire, incrementare e/o mantenere una sufficiente consapevolezza collettiva in merito al rischio possibile e alle azioni di autoprotezione e di protezione civile da poter applicare, incoraggiando la partecipazione attiva dei cittadini. L’azione comprende l’informazione sulle mappe della pericolosità e del rischio alluvione
o M 44.1: Misure per la predisposizione di una piattaforma di comunicazione e diffusione ad accesso pubblico per la gestione del rischio di alluvione.
o M 44.2: Misure finalizzate all'aggiornamento del catasto degli eventi Le misure M5 riguardano principalmente il ripristino delle condizioni socio‐economico ed ambientali a seguito di un evento calamitoso nonché l’aggiornamento e rimodulazione delle mappe di pericolosità e rischio e delle misure atte a fronteggiare le alluvioni. Tali aspetti sono in corso di valutazione.
ESTENSIONE DELL’INONDAZIONE
L’individuazione e la perimetrazione delle aree allagabili per diversi scenari di pericolosità idraulica sono state effettuate conducendo analisi di tipo idrologico ‐ idrauliche mediante modellazione mono ‐ bidimensionale in moto permanente e moto vario. La perimetrazione di tipo idrologico ‐ idraulica è stata in estrema sintesi articolata
Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale Autorità di Bacino Nazionale dei Fiumi Liri-Garigliano e Volturno,
Regione Abruzzo, Regione Basilicata, Regione Calabria, Regione Campania, Regione Lazio, Regione Molise, Regione Puglia
www.ildistrettoidrograficodellappenninomeridionale.it __________________________________________________
10
in tre fasi: 1) raccolta dati e studi con caratterizzazione geometrica degli alvei e delle aree potenzialmente a rischio; 2) definizione delle portate per assegnati periodi di ritorno (50, 200 e 500 anni); 3) modellazioni idrauliche. Di seguito si riportano le superfici a differente tipologia di pericolosità (accorpate relativamente ai tre scenari) in ambito fluviale e costiero, riferite a tutta l’UdM: UdM Calabria‐Lao pericolosità in ambito fluviale (kmq): Scenario alta probabilità di accadimento (P3) = 570.31 Scenario media probabilità di accadimento (P2) = 13.38 Scenario bassa probabilità di accadimento (P1) = 24.67 UdM Calabria‐Lao pericolosità erosione costiera (kmq): Scenario alta probabilità di accadimento (P3) = 48.420 Scenario media probabilità di accadimento (P2) = 14.439 Scenario bassa probabilità di accadimento (P1) = 13.007
SVILUPPI
Il Piano di Gestione del Rischio Alluvioni è stato predisposto in correlazione con il Piano di Gestione Acque (PGA), sulla scia quindi degli obiettivi ambientali stabiliti dalla Direttiva 2000/60, relativamente alle acque superficiali interne, di transizione, delle acque costiere e sotterranee. Nella analisi delle aree di pericolosità di alluvioni e dei corrispondenti elementi a rischio sono state infatti, considerate prioritarie le misure che si correlano, nel perseguimento dei propri obiettivi, con quelle del PGA della Direttiva 2000/60/CE, e che siano in grado di rispettare gli obiettivi ambientali e di contribuire:
A. a proteggere, migliorare e ripristinare i corpi idrici superficiali e sotterranei, impedendo il loro deterioramento e riducendo i fattori inquinanti
B. al mantenimento delle biodiversità, preservando gli ecosistemi acquatici, terrestri, le zone umide, le zone protette
C. alla gestione razionale della risorsa idrica, anche attraverso azioni di informazione e rafforzando la consapevolezza pubblica
In particolare si richiamano le seguenti misure:
di prevenzione:
M21 e la maggior parte delle M24;
di protezione:
M31 ed M35;
di preparazione:
M43.
COORDINAMENTO
Il coordinamento per la redazione del PGRA, tra la Regione Calabria e gli altri Enti afferenti al Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale, è stato effettuato dall’Autorità di Bacino Nazionale Liri‐Garigliano e Volturno, in qualità di Ente coordinatore, attraverso l’istituzione del tavolo tecnico istituzionale ed un tavolo tecnico operativo. Nell’ambito degli incontri e riunioni afferenti i due tavoli è stata condivisa, nel rispetto dei tempi stabiliti dalla normativa, la predisposizione: dei documenti di piano: linee guida; specifici format per l’omogeneizzazione dei
Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale Autorità di Bacino Nazionale dei Fiumi Liri-Garigliano e Volturno,
Regione Abruzzo, Regione Basilicata, Regione Calabria, Regione Campania, Regione Lazio, Regione Molise, Regione Puglia
www.ildistrettoidrograficodellappenninomeridionale.it __________________________________________________
11
dati a livello distrettuale e la loro restituzione sia cartografica che documentale; definizione degli obiettivi, delle misure, degli ambiti di applicazione e delle priorità delle misure; della documentazione di inquadramento del Distretto inerente le relazioni generali, di sintesi, di divulgazione e di informazione, la cartografia generale in scala 1:600.000; dell’ organizzazione della consultazione pubblica del PGRA DAM; di quanto necessario per la presentazione ai Comitati Tecnici e Comitati Istituzionali; della procedura VAS: Verifica di Assoggettabilità, Fase di Scoping, Rapporti Preliminari, Rapporto Ambientale, Sintesi non Tecnica, Allegati, Consultazioni SCA.
CONSULTAZIONE
Il processo di consultazione è un importante iter per il Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni e della relativa procedura VAS; esso rappresenta un complesso insieme di azioni volte alla informazione, alla condivisione e partecipazione attiva, relativamente ai contenuti del Piano, secondo quanto richiesto dalla normativa comunitaria e nazionale. Tale processo si è sviluppato sia a livello di distretto che di UoM. Le attività di informazione e consultazione pubblica, nella Regione Calabria, sono iniziate con il Forum Regionale di presentazione del PGRA, tenutosi presso il Palazzo della Provincia di Catanzaro, il giorno 18 Giugno 2013. Tutti i documenti e le mappe di interesse sono stati contestualmente pubblicati sul sito web dell’Autorità di Bacino della Regione Calabria per consentirne la consultazione da parte del pubblico. Le attività sono proseguite anche a livello distrettuale.
PROGRESSI
In riferimento a quanto previsto dalla Direttiva 2007/60/CE, Direttiva europea 2001/42/CE e dal D. Lgs 49/2010 sono previste particolari misure di monitoraggio, la cui formulazione definitiva verrà elaborata unitamente alla versione definitiva del Piano da pubblicare entro il 22 dicembre 2015.
In generale le misure di monitoraggio previste sono finalizzate: alla verifica dello stato di attuazione e dell’efficacia delle misure di Piano nel contesto territoriale; alla informazione sull’evoluzione dello stato del territorio; alla valutazione del contributo delle misure del Piano in relazione agli obiettivi di sostenibilità; alla verifica dell’adozione delle misure di mitigazione previste nella realizzazione dei singoli interventi; alla definizione e adozione delle opportune misure correttive che si rendano necessarie in caso di effetti ambientali significativi; a supportare un sistema di riprogrammazione/riorientamento del Piano sulla base dei risultati e fornire elementi per l’avvio di un percorso di aggiornamento del piano.
Si precisa che sono in corso di validazione sistemi di monitoraggio, con riferimenti e indicatori specifici, da attuare in accordo con l’ Autorità Distrettuale.