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REGIONE LAZIO LE DINAMICHE DEL TERRITORIO Direzione Regionale Formazione e Politiche del Lavoro Sovvenzione Globale – Misure D3 – D4 POR Lazio Ob. 3 – FSE Organismo Intermediario: Europrogetti & Finanza SpA UNIONE EUROPEA FONDO SOCIALE EUROPEO Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali REGIONE LAZIO

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REGIONE LAZIOLE DINAMICHE DEL TERRITORIO

Direzione Regionale Formazione e Politiche del LavoroSovvenzione Globale – Misure D3 – D4 POR Lazio Ob. 3 – FSEOrganismo Intermediario: Europrogetti & Finanza SpA

UNIONE EUROPEAFONDO SOCIALE EUROPEO

Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

REGIONE LAZIO

ORGANISMO INTERMEDIARIO

Europrogetti & Finanza SpAVia Piemonte, 53 – 00187 RomaTel.: 06 420251Fax: 06 42025286E-mail: [email protected]

IN COLLABORAZIONE CON

MCC SpA – Capitalia Gruppo BancarioVia Piemonte, 51 – 00187 RomaTel.: 06 47911Fax: 06 47913130E-mail: [email protected]

IN PRENDO SpAVia Barberini, 95 – 00187 RomaTel.: 06 42020712Fax: 06 42013508E-mail: [email protected] R

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REGIONE LAZIO

LE DINAMICHE DEL TERRITORIO

Direzione Regionale Formazione e Politiche del LavoroSovvenzione Globale – Misure D3 – D4 POR Lazio Ob. 3 – FSEOrganismo Intermediario: Europrogetti & Finanza SpA

Regione Lazio: le dinamiche del territorio

1SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

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2 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

3SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

La Sovvenzione Globale rappresenta una modalità operativa di intervento, disciplinata dal Regolamento (CE) n.

1260/1999 per la realizzazione di specifiche azioni di sviluppo del territorio e delle comunità locali.

Tale strumento è previsto nel POR Regione Lazio Obiettivo 3 FSE nell’ambito delle Misure D3 – Sviluppo e con-

solidamento dell’imprenditorialità con priorità ai nuovi bacini di impiego – e D4 – Miglioramento delle risorse

umane nel settore della ricerca e dello sviluppo tecnologico.

Il presente rapporto “Regione Lazio: le dinamiche territoriali”, realizzato dall’Organismo Intermediario con la col-

laborazione delle strutture sottospecificate, costituisce lo strumento attraverso il quale è stato analizzato il terri-

torio regionale sotto il profilo geografico, produttivo ed occupazionale, al fine di far emergere le principali temati-

che presenti a livello locale.

L’analisi condotta è diretta ad individuare i supporti e le azioni più utili ed opportune che garantiscano la migliore

efficienza ed efficacia delle risorse finanziarie destinate allo sviluppo.

a cura di:

Europrogetti & Finanza SpA

Organismo Intermediario per la Sovvenzione Globale

con la collaborazione di:

MCC SpA - Capitalia Gruppo Bancario

IN PRENDO SpA

Roma, ottobre 2005

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4 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

5SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

INDICE

PREMESSA 7

1 La Regione Lazio 11

1.1 IL TERRITORIO 11

1.1.1 Il quadro di riferimento 11

1.1.2 La popolazione 13

1.2 STRUTTURA PRODUTTIVA REGIONALE 14

1.2.1 Andamento economico 14

1.2.2 Analisi dei settori produttivi 15

1.2.3 Internazionalizzazione 17

1.2.4 Dinamiche imprenditoriali 19

1.2.5 Specializzazioni produttive: i Distretti industriali nella regione Lazio 22

1.3 IL MERCATO DEL LAVORO 24

1.4 I SERVIZI DI PROMOZIONE DELL’IMPRENDITORIALITÀ E DI SOSTEGNO ALLA CREAZIONE E SVILUPPO D’IMPRESA 27

2 Le Province 33

2.1 LA PROVINCIA DI ROMA 35

2.2 LA PROVINCIA DI FROSINONE 53

2.3 LA PROVINCIA DI LATINA 69

2.4 LA PROVINCIA DI VITERBO 83

2.5 LA PROVINCIA DI RIETI 97

3 Conclusioni 111

FONTI 115

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

7SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

PREMESSA

Il presente rapporto vuole essere una analisi di contesto dell’intero territorio della Regione Lazio, realizzata esclu-

sivamente mediante la descrizione del quadro di riferimento territoriale. Sono stati effettuati approfondimenti di

tipo geo-morfologico, storico e sociale, analisi sulla composizione della popolazione, sull’andamento del mercato

del lavoro, sulla struttura produttiva, sui processi di internazionalizzazione e, infine, una disamina dei servizi allo

sviluppo e all’imprenditorialità.

A seguire, la stessa analisi, articolata a livello locale, è stata realizzata per le cinque Province amministrative di

Roma, Rieti, Viterbo, Latina e Frosinone, con identico livello di dettaglio.

Obiettivo del rapporto è quello di valutare, in relazione al contesto territoriale, i punti di forza e di debolezza, le ten-

denze economiche, sociali e culturali, individuare i motori della crescita a livello locale, definire il sostegno possi-

bile con le risorse finanziarie della Sovvenzione Globale della Regione Lazio, FSE Obiettivo 3, Misure D3 e D4 di

cui la società Europrogetti & Finanza SpA è Organismo Intermediario, avvalendosi, nello specifico, dell’apporto di

collaborazione della società In Prendo SpA e MCC SpA.

Infatti lo strumento della Sovvenzione Globale delega all’Organismo Intermediario l’individuazione e la selezione

dei migliori progetti locali da finanziare sui diversi territori della Regione atti a raggiungere le finalità espresse

nelle Misure.

In particolare, in riferimento al supporto ai fattori di sviluppo locale (imprese, finanza, servizi, pacchetti localizzati-

vi, nuove tecnologie, formazione), si tratta di sostenere quelle azioni e quei progetti che incrementano e consoli-

dano l’imprenditorialità, in special modo nei nuovi bacini d’impiego, mediante un costante e continuo confronto

con l’insieme degli attori locali.

Parimenti, sostenere i processi di innovazione e di diffusione di nuove tecnologie significa sostanzialmente creare

un collegamento tra chi produce conoscenza, tecnologie, buone prassi e i fruitori dell’innovazione, ossia le imprese.

La strada scelta per tali approfondimenti è complessa e impegnativa, dati anche la stringente tempistica di realiz-

zazione del progetto e lo scarso tempo a disposizione per tale tipo di trattazioni.

D’altra parte, l’importanza delle risorse da impiegare rende indispensabile la predisposizione di una analisi dei fab-

bisogni che sia di supporto alla individuazione della tipologia dei settori su cui intervenire per porre in atto azioni

destinate allo sviluppo e alla creazione di nuova occupazione e a sostenerle evitando duplicazioni con altri inter-

venti pubblici e che allo stesso tempo consenta di ottenere la migliore efficacia ed efficienza.

Tra tutte le tematiche trattate nel rapporto va evidenziato, innanzitutto, il fatto che la Regione Lazio delimita in

senso amministrativo un territorio molto ricco e variegato dal punto di vista morfologico, con importanti strutture

montuose e collinari, grandi pianure che si affacciano sul mare, laghi e fiumi, boschi e parchi naturali in grande

abbondanza.

Una così ampia varietà di ambienti naturali rende il Lazio una delle regioni italiane con maggiore biodiversità, in cui

aree protette conservano ancora intatte le originarie caratteristiche.

Tale struttura fa da cornice a un sistema in continua evoluzione che ha consentito sin dalle origini l’evolversi di gran-

di civiltà, le cui vestigia costituiscono un patrimonio di inestimabile valore, e lo sviluppo in tanti campi di attività.

L’andamento demografico evidenzia il carattere monocentrico del Lazio rispetto alla città di Roma, dove si con-

centra il 47,5% di tutta la popolazione della Regione.

Si tratta di una popolazione la cui composizione per età, in alcune province, mette in luce una componente gio-

vanile superiore rispetto alla media nazionale.

Il mercato del lavoro del Lazio, esaminato attraverso alcuni indicatori, mostra un numero di occupati di 2.056.685,

pari al 49,5% della popolazione in età superiore ai 15 anni, in lieve miglioramento rispetto al dato nazionale che in

valore percentuale è del 49,1%.

Va rilevato, tuttavia, che tale miglioramento è da ascriversi in gran parte ad occupazione con contratti atipici, come

si evidenzia nella trattazione specifica, dove emerge che gli iscritti alla gestione separata Inps dei parasubordina-

ti rappresentano nel Lazio una quota significativa.

Per quanto riguarda la distribuzione dell’occupazione tra maschi e femmine, si evidenzia un sostanziale allinea-

mento con il dato nazionale, mentre l’occupazione giovanile segna il passo e anzi arretra, ponendo i giovani in con-

dizione di un volontario prolungamento degli studi in attesa dell’ingresso nel mercato del lavoro.

La ripartizione dell’occupazione tra i settori produttivi mostra la terziarizzazione del tessuto economico e sociale

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8 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

con valori di gran lunga superiori alla media nazionale.

La struttura economica evidenzia una forte concentrazione nei servizi e nei settori industriali ad alto Valore Aggiunto,

in particolare nei comparti energetico, chimico e farmaceutico.

Dall’analisi del contributo dei macro settori produttivi alla formazione del Valore Aggiunto emerge che il settore dei

Servizi è pari all’81,7%, il settore Industria contribuisce per il 17,0% (di cui manifatturiero 13,3% e costruzioni 3,7%)

e l’Agricoltura per 1,3%.

Tali caratteristiche hanno consentito al sistema di contrastare la concorrenza dei Paesi emergenti, Cina e altri Paesi

asiatici, particolarmente aggressivi nel campo del “Made in Italy” (comparti del tessile, abbigliamento, legno, mec-

canica, mezzi di trasporto) e pongono le premesse per uno sviluppo da incentivare e sostenere nel settore hi-tech.

La struttura economica del terziario, valutata in relazione alle possibilità degli scambi, è sostenuta da diversi elementi

positivi tra cui la posizione geografica della Regione al centro del Mediterraneo, il considerevole mercato interno con

oltre cinque milioni di abitanti residenti ma circa dieci milioni di consumatori, la rete delle infrastrutture, quali:

3 due aeroporti con trattamento di merci (Fiumicino e Ciampino);

3 tre porti in fase di interventi di sviluppo (Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta);

3 tre autostrade (Roma-Civitavecchia, Roma-Pescara-Teramo e l’autostrada del Sole);

3 tre centri ferroviari di smistamento merci (Piedimonte S. Germano, Roma Smistamento, Orte);

3 numerosi poli logistici pubblici e privati (Civitavecchia, Orte, Anagni, Valmontone, Frosinone, Latina, Aprilia,

Pomezia, Fiumicino, Fiano Romano);

3 notevole concentrazione di società di trasporto merci.

Elemento di forza di una strategia di sviluppo incentrata sui settori innovativi è la presenza sul territorio delle più gran-

di strutture pubbliche nazionali di R&S che si coniugano ad alti livelli di formazione, grazie anche all’apporto di poli

universitari di fama internazionale, nonché di Istituti e Parchi scientifici regionali.

La spesa complessiva in attività di ricerca nella Regione risulta pari al 17,8% della spesa nazionale, corrispondente

in valore assoluto a 2.593 milioni di euro, mentre circa la metà dell’attività di R&S intra-muros (49%) è stata svolta

dall’amministrazione pubblica, e il 22,5% dalle Università.

Tuttavia tale abbondanza di risorse non si traduce in coerente valorizzazione a beneficio dello sviluppo e resta per-

tanto inespresso un grande potenziale di capitale umano che molto spesso trova solo all’esterno dei confini nazionali

la possibilità di affermarsi e di svolgere un lavoro di ricerca consono alle proprie aspettative.

La necessità dunque di coniugare le aspettative dei ricercatori con la messa a disposizione di strumenti e risorse

finanziarie per favorire non solo gli spin-off accademici ma anche una cultura imprenditoriale è la sfida per l’afferma-

zione di un nuovo sistema di sviluppo.

In tale direzione la valutazione della spesa in conto capitale1 pro capite mostra nel Lazio un andamento ciclico, con

aumenti e diminuzioni consistenti. Al suo interno la spesa per investimenti presenta un trend mediamente crescen-

te e simile agli altri aggregati territoriali nazionali nei seguenti macrosettori di intervento:

3 infrastrutture economiche (viabilità, telecomunicazioni, ambiente, industria e servizi, turismo, altre opere pub-

bliche, altre spese in campo economico);

3 capitale umano (istruzione, formazione, ricerca & sviluppo, lavoro e previdenza);

3 infrastrutture sociali (cultura e servizi ricreativi, interventi in campo sociale, difesa, giustizia, amministrazione

generale);

3 edilizia (abitativa e urbanistica).

La spesa per infrastrutture sociali subisce un incremento costante ed elevato; solo nel caso dell’edilizia abitativa si è

avuta una crescita minima.

Le dinamiche evidenziate in questa sintesi, e meglio illustrate nel prosieguo del presente rapporto, puntano a coniu-

1) da Corte dei Conti: Rapporto sulle Regioni

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

9SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

gare quel complesso di conoscenze, saperi, mestieri, imprese che costituiscono il patrimonio di un territorio

e mostrano che le azioni e gli sforzi opportuni a creare nuova occupazione e sviluppo vanno indirizzati verso gli obiet-

tivi di seguito descritti:

3 stabilire un costante contatto tra le istituzioni scientifiche, le imprese e gli Enti locali, creando un circolo

virtuoso che, partendo dalle conoscenze scientifiche e dalle sperimentazioni prototipali, possa innescare degli

start up e degli spin-off accademici;

3 individuare i driver di sviluppo mediante interventi di filiera e specificamente:

- valorizzazione dei territori, delle specializzazioni locali sia produttive sia terziarie, ma anche il sistema del-

l’ospitalità, il patrimonio paesaggistico, il patrimonio storico, archeologico, culturale, artistico;

- inserimento di elementi di novità e innovazione tecnologica a tutti i livelli e in tutti i campi delle attività;

- potenziamento della filiera energetico-ambientale che comprende la mobilità sostenibile, l’energia da fonti

rinnovabili, lo smaltimento non inquinante dei rifiuti;

- ricognizione dei fabbisogni formativi, finalizzando le risorse ad un effettivo potenziamento delle compe-

tenze e conoscenze con l’arricchimento del profilo professionale dei lavoratori;

- promozione delle condizioni per la diffusione dell’imprenditorialità e della crescita delle imprese, che riman-

gono le protagoniste principali della creazione del benessere e rappresentano un grande valore per le

comunità locali, oltre che per quella nazionale, in quanto significa che nuove idee e nuove risorse alimen-

tano il circolo virtuoso dello sviluppo.

Infine, come noto, l’Italia è un Paese in cui la crescita è sempre stata sostenuta da processi di sviluppo locali e

non vi è dubbio che tale linea di tendenza alimenterà anche il prossimo futuro.

Tuttavia, rispetto al passato, è sempre più necessario che i territori sviluppino la capacità di accogliere le eccel-

lenze come spinta propulsiva, di fare sistema a livello istituzionale e imprenditoriale, di far crescere le imprese per

renderle in grado di competere sul mercato globale.

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

11SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

1 La Regione Lazio

1.1 IL TERRITORIO

Figura 1 - Carta della regione Lazio

Fonte: nostra elaborazione su Carta del Touring Club Italiano

1.1.1 IL QUADRO DI RIFERIMENTO

La regione Lazio, tra le più grandi d’Italia, dispone di un territorio molto vasto, pari a 17.207 kmq (densità pari a

299 ab/kmq), in cui insistono 5 province e 378 comuni, 23 dei quali con popolazione superiore ai 30.000 abitanti.

Il territorio laziale, dal punto di vista geografico, interessa una zona compresa tra i fiumi Fiora a nord e Garigliano

a sud, con una struttura piuttosto complessa per le diverse strutture montuose e collinari presenti.

Il Lazio è bagnato dal mar Tirreno per 280 km di costa, è attraversato da numerosi fiumi: Tevere, Aniene, Sacco,

Velino, Marta e Fiora, ospita diversi laghi di origine vulcanica, Bolsena, Bracciano, Albano, Nemi e Vico.

Nella parte orientale è situata una parte di Appennino, tra le zone di confine con l’Umbria, le Marche e gli Abruzzi

e in cui si collocano anche i bassi ed isolati Monti Sabini e Reatini. Lungo il confine con l’Abruzzo, sono situati i

Simbruini e gli Ernici, monti caratterizzati da scarse precipitazioni e da conseguente scarsa vegetazione.

Tra gli Ernici e i monti del subappennino è situata la valle della Ciociaria, caratterizzata dalla elevata fertilità, in par-

ticolare in prossimità delle aree adiacenti i fiumi Liri e Sacco. La zona settentrionale della Regione, tra il Tevere e

la costa, è occupata da un serie di monti, quali i Cimini, i Volsini e i Monti Sabatini. A sud del Tevere è situato il

gruppo dei Colli Albani, formazioni geologicamente molto vecchie, di origine vulcanica, caratterizzati da una mode-

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

12 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

sta elevazione (superano di rado i 1000 m). I crateri hanno dato vita a laghi di straordinaria bellezza mentre le aree

circostanti sono molto fertili e ben coltivate, in particolare a vigneti.

La parte meridionale della Regione ospita i Monti Lepini, gli Ausoni e gli Aurunci, anch’essi geologicamente antichi.

Lungo tutta la costa si trova la parte pianeggiante del territorio laziale, a nord la Maremma laziale, al centro la

Campagna Romana, a sud l’Agro Pontino.

La costa è molto regolare, bassa e sabbiosa, limitate le scogliere, ad eccezione di Capo Linaro, Delta del Tevere,

Capo Circeo e i Promontori di Anzio e Gaeta.

Al largo del golfo di Gaeta è situato l’Arcipelago Pontino, costituito da sei isole tutte di origine vulcanica, anche se

dei vulcani poco ricordano vista l’azione incisiva delle onde del mare. Le uniche isole abitate sono le più grandi,

Ponza e Ventotene.

La struttura geografica e morfologica del Lazio evidenzia dunque un sistema in continua evoluzione che conferi-

sce alla Regione una immagine ricca e suggestiva in cui i massicci montuosi si susseguono a larghe vallate, a fitti

boschi e riserve naturalistiche, a fertili pianure digradanti fino al mare.

Una così ampia varietà di ambienti naturali la rende una delle regioni con maggiore biodiversità nell’ambito nazio-

nale, in cui si è sviluppato un sistema di aree naturali protette e riserve davvero unico con ambienti che conser-

vano intatte le originarie caratteristiche, alcuni inseriti in centri urbani e in siti archeologici di grande bellezza.

Il sistema dei parchi laziali dispone di una superficie molto estesa ed essi meriterebbero almeno una menzione

ognuno, ma nel presente contesto appare eccessivo e pertanto si rinvia ad approfondimenti specifici.

Ma il Lazio non è solo una Regione ricca di bellezze naturali e paesaggistiche, meta di itinerari turistici alla sco-

perta di una natura che ci riporta alle origini, è anche la culla di grandi civiltà che hanno lasciato il segno nella sto-

ria dell’umanità, nonché il centro del cattolicesimo mondiale che parimenti ha grandemente influenzato la storia.

La regione, che già prima della nascita di Roma, avvenuta nel 753 a.C., era popolata da diversi popoli italici e dove

la tradizione omerica ha voluto che approdassero Ulisse e poi Enea, costituì la naturale espansione della nuova

civiltà di cui Roma fu protagonista.

Le vestigia di un così grande passato, uniche al mondo, sono presenti nella città di Roma, nella provincia e un po’

ovunque in altre parti del territorio laziale tali da costituire diversi parchi archeologici.

Dalla storia antica a quella medievale e moderna, gli avvenimenti delle popolazioni che ci hanno preceduto hanno

lasciato testimonianze che si evidenziano in un patrimonio ricco di monumenti, ville e suggestivi castelli di inesti-

mabile valore. Essi rappresentano le tappe significative attraverso cui è possibile rilevare gli accadimenti che ci

hanno preceduto, le originalità architettoniche, la rievocazione e il ricordo di epoche passate. Nella regione Lazio

le ville e i castelli sono parimenti così numerosi che anche solo la loro citazione richiederebbe uno spazio non pre-

visto nella presente trattazione.

Conoscere una regione significa quindi anche immedesimarsi nella sua storia, nella sua cultura di cui una parte

molto consistente va individuata nella identità della popolazione laziale con una cospicua rete di percorsi della fede

e della religiosità.

Eremi francescani, abbazie benedettine, santuari sono molto diffusi sull’intero territorio laziale, si inseriscono in

un quadro di riferimento in cui la ricerca della spiritualità acquista un significato particolare per i tanti contenuti sim-

bolici che essi racchiudono, la pratica devozionale, il percorso che è spesso scoperta di luoghi e comunità, scam-

bio di esperienze e conoscenze.

Infine fanno parte della storia e della cultura dei popoli le tradizioni enogastronomiche legate alle diverse specia-

lità delle produzioni agricole e della cucina della regione Lazio.

Innanzitutto una considerazione speciale per le produzioni vinicole laziali, già note nell’antichità presso gli etruschi

e i romani, dove la coltivazione delle viti e la vinificazione ebbero un ruolo importante. Le produzioni annoverano

diversi marchi DOC regionali tra cui i più noti quelli dei Castelli Romani, il Marino, il Frascati ma anche il Cesanese,

il bianco di Capena, di Cerveteri.

L’intera filiera alimentare laziale si avvale di importanti prodotti tipici quali il carciofo, coltura caratteristica di diver-

se aree produttive laziali quali Cerveteri, Ladispoli, Sezze Romano, le castagne di Tolfa, i marroni di Cave.

Gran parte delle aree produttive collinari della regione ospita la coltivazione dell’olivo, da cui si produce olio di qua-

lità, emblema della cultura gastronomica laziale, nonché simbolo della civiltà del Mediterraneo, basti citare per tutti

l’olio extravergine della Sabina, dei Colli di Tivoli, del Monte Soratte.

Rinomata la produzione dei formaggi, in special modo prodotti da latte di pecora, quali i formaggi tipici romani: il

pecorino, la caciotta, la ricotta, il canestrato.

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

13SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

E come non citare la produzione di pane, diffusissima in tutta la regione; tra i più famosi il pane di Lariano e quel-

lo di Genzano.

Molto diffusa, soprattutto nell’Agro Pontino, la produzione orticola di eccellente qualità che alimenta un impor-

tantissimo giro d’affari e garantisce alla filiera alimentare l’apporto di prodotti sempre freschi.

1.1.2 LA POPOLAZIONE

La regione Lazio, con una popolazione complessiva pari a 5.205.139 abitanti, si presenta, dopo la Lombardia e la

Campania, come la terza regione più popolosa di Italia.

Il livello di densità abitativa risulta pari a 299 ab./kmq ed, a fronte di una densità media di 696 ab./kmq per la provin-

cia di Roma, si riscontrano densità abitative molto basse nella provincia di Rieti (54 ab./kmq) e di Viterbo (81 ab./kmq).

La popolazione regionale risulta distribuita in modo irregolare nel territorio, in quanto oltre la metà risiede nel

comune di Roma, mentre il 73% degli abitanti (3.807.992) risulta concentrato nella provincia di Roma; per contro,

risultano meno popolate le province di Viterbo (295.702 abitanti) e di Rieti (148.547 abitanti).

Con riferimento, in ultimo, al livello di urbanizzazione, si nota anche in questo caso una accentuata difformità tra la

città di Roma, la cui popolazione residente risulta pari a 2.542.000 abitanti, e gli altri comuni della regione, nei quali

vi sono soltanto n. 6 centri con più di 50.000 abitanti, ivi inclusi soltanto i capoluoghi di provincia Viterbo e Latina.

Tabella 1 - Popolazione residente

Territorio 2001 2002 2003 2004

Lazio 5.112.413 5.117.075 5.145.805 5.205.139

Italia 56.995.744 56.993.742 57.321.070 57.888.245

Tasso di crescita annuo

Territorio 2002/’01 2003/’02 2004/’03 2004/’01

Lazio 0,1% 0,6% 1,1% 1,7%

Italia 0,0% 0,6% 1,0% 1,5%

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat, 2005

L’analisi della composizione per età della popolazione evidenzia come la classe di età più numerosa sia costituita,

per entrambi i sessi, dalle persone tra i 35 ed i 39 anni di età (8,5% rispetto al totale) ed, in termini generali, dalle

classi centrali di età (tra i 25 ed i 44 anni).

In tale ambito, la provincia di Latina si presenta come quella con il più elevato tasso di popolazione nella classe di

età tra i 14 ed i 29 anni (36,2% del totale provinciale), mentre la provincia di Rieti (22% della popolazione provin-

ciale) possiede il più elevato tasso di popolazione oltre i 65 anni di età.

La regione risulta particolarmente attrattiva nei confronti della popolazione straniera: sono presenti nel territorio

circa 240.000 immigrati regolarizzati (con un incremento percentuale pari al 53% negli ultimi dieci anni), di cui il

90% risiede nel comune di Roma, il quale raccoglie, a livello nazionale, il maggior numero di immigrati.

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

14 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

In ultimo, l’andamento dell’indice di dipendenza strutturale (dato dal rapporto tra popolazione tra 0 e 14 anni più

quella oltre i 65 e popolazione ricompresa tra i 15 ed i 64 anni) registra un progressivo, seppur lieve, miglioramento

nell’ultimo quadriennio, dato in particolare da un incremento della popolazione, e ciò anche grazie anche all’ap-

porto demografico dell’immigrazione nel territorio della Regione.

Tabella 2 - Indice di dipendenza strutturale nella regione Lazio

Territorio 1981 1991 2001 2004

Provincia di Roma 47,4 39,6 45,9 45,9

Provincia di Frosinone 56,1 50,7 55,4 44,9

Provincia di Latina 53,7 44,0 45,9 41,4

Provincia di Viterbo 52,3 49,2 51,2 53,3

Provincia di Rieti 56,7 54,0 55,4 49,9

Regione Lazio 49,2 41,9 46,7 50,2

Fonte: dati Istat

1.2 STRUTTURA PRODUTTIVA REGIONALE

1.2.1 ANDAMENTO ECONOMICO

Il Lazio è la seconda regione d’Italia dopo la Lombardia per ampiezza del sistema economico e per contributo alla

formazione del Prodotto Interno Lordo (PIL) nazionale. Nel 2003 il PIL generato dalla regione nel suo complesso

ha raggiunto i 127.200 milioni di euro (valore a prezzi correnti)2. Come nel resto dell’Italia, nell’ultimo quinquennio

il tasso di crescita annuale del PIL è in calo; va però rilevato che l’economia laziale è cresciuta con tassi superiori

alla media nazionale, riducendo progressivamente il gap negativo con alcune regioni del Nord Italia tradizional-

mente più dinamiche3. Con riferimento alla distribuzione territoriale si nota da un lato la preponderanza della pro-

vincia di Roma, e all’interno di questa dell’area metropolitana romana, dall’altro il modesto contributo della pro-

vincia reatina e del viterbese. Le province di Frosinone e Latina sostanzialmente si equivalgono in valore, ma la

provincia pontina fa registrare i tassi di crescita più elevati della regione.

■ Lazio ■ Italia

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat, 2005

Figura 2 - Andamento della variazione annuale del tasso migratorio netto nel Lazio e in Italia

15,0

10,0

5,0

0,0

2002 2003 2004

2) Istituto Guglielmo Tagliacarne, 2004

3) Sviluppo Lazio, Rapporto 2004 sull’Economia del Lazio, Sviluppo Lazio, 2005

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

15SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Tabella 3 - Andamento del PIL a prezzi correnti nel Lazio, quinquennio 1999-2003 (valori in milioni di euro)

Territorio 1999 2000 2001 2002 2003

Lazio 104.567 109.817 116.497 122.071 127.200

Frosinone 7.437 7.577 8.098 8.334 8.955

Latina 8.100 8.683 9.261 9.645 10.338

Rieti 2.267 2.294 2.321 2.420 2.544

Roma 82.464 86.954 92.368 96.789 100.229

Viterbo 4.300 4.309 4.449 4.883 5.135

Italia 1.023.499 1.080.757 1.138.010 1.177.117 1.217.193

Tasso di crescita annuo (a prezzi correnti)

Territorio 2000/’99 2001/’00 2002/’01 2003/’02 Media

Lazio 5,0 6,1 4,8 4,2 5,0

Frosinone 1,9 6,4 2,9 7,4 4,6

Latina 7,2 6,7 4,1 7,2 6,3

Rieti 1,2 1,2 4,3 5,1 2,95

Roma 5,2 6,2 4,8 3,6 4,9

Viterbo 0,2 3,2 9,8 5,2 4,6

Italia 5,6 5,3 3,4 3,4 4,4

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Sinteticamente il sistema economico laziale si caratterizza rispetto alle altre regioni italiane per tre principali ele-

menti:

3 la struttura produttiva fortemente concentrata sul terziario con una base industriale sottodimensionata;

3 l’assetto monocentrico incentrato sull’area metropolitana romana;

3 la modesta apertura del mercato e la bassa propensione alle esportazioni.

1.2.2 ANALISI DEI SETTORI PRODUTTIVI

L’analisi del contributo dei settori produttivi alla formazione del Valore Aggiunto regionale evidenzia la vocazione

terziaria del Lazio: più dell’80% del Valore Aggiunto regionale, infatti, è generato dai servizi, fra i quali un’impor-

tanza crescente sta acquisendo il cosiddetto “terziario avanzato” comprendente, fra le altre, l’attività finanziaria,

immobiliare e informatica (con particolare riferimento allo sviluppo di nuove tecnologie ICT). Peso rilevante conti-

nuano a rivestire le attività commerciali, i trasporti, le comunicazioni e i servizi riconducibili alla Pubblica

Amministrazione.

Il dato è ancor più significativo se confrontato con quello dell’intera penisola nel 2003 a fronte della quota del

70,9% di Valore Aggiunto creato dai servizi a livello nazionale, i servizi nel Lazio hanno raggiunto quota 81,7%.

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

16 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Tabella 4 - Contributo dei settori produttivi alla formazione del Valore Aggiunto nel 2003 (valori in milioni di euro)

Territorio/Settori Agricoltura Industria di cui Manifatt. di cui Costruz. Servizi Totale

Lazio v.a. 1.651 21.620 16.924 4.696 103.930 127.201

% 1,3 17 13,3 3,7 81,7 100,0

Frosinone v.a. 148 2.700 2.080 620 6.107 8.955

% 1,7 30,1 23,2 6,9 68,2 100,0

Latina v.a. 524 3.362 751 2.612 6.452 10.338

% 5,1 32,5 7,3 25,3 62,4 100,0

Rieti v.a. 112 630 408 222 1.802 2.544

% 4,4 24,8 16,0 8,7 70,8 100,0

Roma v.a. 528 13.759 2.479 11.280 85.942 100.229

% 0,5 13,8 2,5 11,3 85,7 100,0

Viterbo v.a. 339 1.169 731 438 3.627 5.135

% 6,6 22,8 14,2 8,5 70,6 100,0

Italia v.a. 30.883 323.666 262.229 61.437 862.644 1.217.193

% 2,5 26,6 21,5 5 70,9 100,0

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Discorso inverso, invece, per l’Industria che nella Regione genera solo il 17% del Valore Aggiunto a fronte del dato

nazionale più elevato di quasi 10 punti percentuali. Nonostante le ridotte dimensioni, l’Industria laziale vanta impor-

tanti concentrazioni in alcuni comparti tecnologicamente avanzati, quali il farmaceutico (l’asse Roma-Pomezia-

Aprilia-Latina costituisce il secondo polo farmaceutico nazionale dopo quello lombardo) e l’aerospaziale (realtà

importante grazie alla presenza del gruppo Finmeccanica), ai quali si affianca l’industria meccanica ed elettronica,

la produzione di ceramiche nel Distretto industriale di Civita Castellana e l’industria agro-alimentare dell’Agro

Pontino e della Tuscia.

Nella Regione l’artigianato non rappresenta una realtà particolarmente rilevante. Il Valore Aggiunto generato della

imprese artigiane laziali è di 7.189 milioni di euro, appena il 5% del valore nazionale. Nel settore artigiano l’indu-

stria ricopre un peso rilevante generando più della metà del Valore Aggiunto artigiano.

Tabella 5 - Valore Aggiunto dell’artigianato nel Lazio nel 2002 (valori a prezzi base 1995)

Milioni di euro

Settore Viterbo Rieti Roma Latina Frosinone Lazio Italia

Industria 424 196 2.267 574 445 3.906 94.464

di cui Industr. in senso stretto 195 50 1.566 247 215 2.272 61.352

di cui Costruzioni 229 146 702 328 230 1.634 33.112

Servizi 219 110 2.157 382 415 3.283 51.058

di cui Commercio e riparazioni 74 37 773 149 139 1.172 16.294

di cui Trasporti e comunic. 60 25 571 122 151 928 14.887

di cui Informatic. e Serv. alle imprese 35 24 366 43 52 521 9.722

di cui Serv. alle famiglie e altre attiv. 50 23 447 69 73 661 10.155

Totale 643 306 4.424 956 860 7.189 145.522

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Come emerge dalle analisi condotte a livello provinciale, nell’ambito del territorio laziale una posizione dominante

è ricoperta dall’area metropolitana romana, vero e proprio polo di gravitazione economico-sociale-culturale della

Regione. La provincia di Roma da sola, infatti, conta l’80% degli abitanti del Lazio, il 70% degli occupati e genera

il 78,8% del PIL regionale. Inoltre ricopre un peso importante per il volume di beni e servizi richiesti ed offerti, in

particolare per i servizi legati alla logistica commerciale e della grande distribuzione, all’industria delle tecnologie

dell’informazione e delle comunicazioni, alle produzioni audiovisive ed ai servizi annessi all’industria turistica.

Rispetto a Roma le altre province della Regione possono essere considerate delle followers per quanto riguarda

le attività terziarie, mentre mostrano tratti distintivi nei settori industriale ed agricolo. In dettaglio, nel viterbese,

Tuscia e pianura pontina l’agricoltura continua a rivestire un peso rilevante e molto superiore alla media naziona-

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

17SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

le. Le zone di Frosinone e Latina sembrano più concentrate nella produzione industriale che si attesta intorno al

30% del Valore Aggiunto (tabella 4).

Tabella 6 - Distribuzione territoriale del PIL nel Lazio (valori correnti 2003)

Territorio Valore Aggiunto Quota regionale

Frosinone 8.955 7,0 %

Latina 10.338 8,1 %

Rieti 2.544 2,0 %

Roma 100.229 78,8 %

Viterbo 5.135 4,0 %

Lazio 127.201 100 %

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

1.2.3 INTERNAZIONALIZZAZIONE

Il Lazio, rispetto al contesto nazionale, è una Regione abbastanza ´chiusa` agli scambi con l’estero e le PMI hanno

una scarsa propensione all’interazione con i mercati internazionali. Il tasso di apertura4 verso i mercati esterni, indi-

ce dell’incidenza del commercio estero sull’economia locale, nel 2003 fa registrare nel Lazio un valore di 25,3 a

fronte del 32,5 totalizzato dal Centro e del 42,2 dall’Italia. Fanno eccezione alcune economie di distretto e setto-

re tecnologicamente avanzati, le cui imprese trainano le esportazioni.

Scendendo nel dettaglio delle realtà provinciali, si nota come il più alto grado di apertura sia riconducibile all’area

di Rieti e Latina, che hanno un tasso rispettivamente del 47,9 e del 47,7. Al terzo posto della graduatoria provin-

ciale si posizione la provincia di Frosinone con un valore del 37,5 seguita da quella di Roma e Viterbo, che risulta

essere la provincia più chiusa con solo l’8,8.

Inoltre il Lazio ha un saldo commerciale negativo che segnala una certa debolezza delle imprese nella conquista

di quote di mercati internazionali. Nel 2003 la Regione segna un indice di copertura5 pari a 48, evidenziando una

superiorità delle importazioni rispetto alle esportazioni; tale risultato negativo si contrappone ad una realtà più

rosea della penisola nel suo complesso che chiude sostanzialmente in pareggio la bilancia commerciale con l’e-

stero: 98,7 per il Centro e il 100,6 per l’Italia.

■ Province laziali ■ Confronto tra Lazio, Centro e Italia

Fonte: elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Istat, 2004

Figura 3 - Tasso di apertura delle province laziali, del Lazio, Centro e Italia, 2003

Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo Lazio Centro Italia

60

37,5

47,7 47,9

22,2

8,8

25,332,5

42,2

50

40

30

20

10

0

4) Il Tasso di apertura è dato dal rapporto tra la somma delle esportazioni e delle importazioni ed il valore percentuale complessivo del PIL

5) Il Tasso di copertura è dato dal rapporto tra le esportazioni e le importazioni

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

18 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Nel 2004 le esportazioni hanno superato di poco gli 11 miliardi di euro a fronte di importazioni di oltre 21,7 miliar-

di di euro. Le produzioni maggiormente esportate sono quelle del comparto chimico-farmaceutico, dovute alla

presenza di molti stabilimenti di imprese multinazionali farmaceutiche e di prodotti chimici di base sull’asse pon-

tino (Roma-Pomezia-Aprilia-Latina) e sull’asse autostradale fra Frosinone ed Anagni. Relativamente importanti

sono anche le esportazioni dell’industria ceramica di Civita Castellana, dell’industria elettronica (tubi e valvole) di

Borgorose nel reatino, dei mezzi di trasporto (da un lato aeromobili e veicoli spaziali, dall’altro autoveicoli del polo

metalmeccanico di Cassino), e del marmo di Tivoli-Guidonia e del distretto degli Ausoni6.

Fonte: Unioncamere

Figura 5 - Esportazioni laziali per attività economica, 2003

Macchine elettriche

Macchine ed app. meccanici

Metalli, prodotti in metallo

Minerali non metalliferi

Gomma e plastica

Prodotti chimici

Coke, raffinerie petrolio

Carta ed editoria

Legno

Cuoio e pelli

Confezioni di vestiario

Tessile

Alimentari

Minerali ed energia

Agricoltura

Mezzi di trasporto

Altre ind. manifatturiere

Altre esportazioni

1,4%

0,0%

0,1%

3,4%

3,5%

1,0%

0,1%

1,7%

3,7%

2,8%

2,2%

2,6%

6,4%

18,9%

14,9%

2,7%

2,6%

32,2%

0,0% 5,0%10,0% 15,0% 20,0% 25,0% 30,0% 35,0%

■ Lazio ■ Centro ■ Italia

Fonte: elaborazione Istituto G. Tagliacarne su dati Istat ,2004

Figura 4 - Tasso di copertura nel Lazio, Centro e Italia, 2003

120,0

Centro

98,7

Italia

100,6

100,0

80,0

60,0

40,0

20,0

0,0

48,0

Lazio

6) Unioncamere - Movimprese, Consuntivo strutturale 2004 – tavole statistiche, 2005

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

19SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Con riferimento alle aree di destinazione delle produzioni laziali, l’Europa costituisce il principale mercato di sboc-

co assorbendo oltre il 70% delle esportazioni (in particolare Germania, Svizzera e Francia). Seguono l’Asia e

l’America, in particolare gli Stati Uniti, con quote rispettivamente del 13% e dell’11%.

1.2.4 DINAMICHE IMPRENDITORIALI

Il tessuto imprenditoriale del Lazio è costituito in prevalenza da micro e piccole imprese, con meno di 50 dipen-

denti, in percentuale di poco superiore a quanto si registra in Italia. Nella Regione si riscontra una buona propen-

sione all’imprenditorialità sintetizzabile nel trend crescente delle imprese attive registrate anno per anno. Nel quin-

quennio 2000-2004 il numero delle imprese attive è costantemente aumentato, passando da 330.067 a 356.014.

L’analisi dei settori economici produttivi evidenza come le imprese afferenti al settore terziario abbiano un peso

rilevante all’interno dell’intero sistema economico, costituendo il 60,4% del totale.

Tabella 7 - Imprese attive nel Lazio, 2004

Imprese attive

Settori di attività economica Numero %

Agricoltura 54.010 15,2

di cui agricoltura 53.637 99,3

di cui pesca, piscicoltura e annessi 373 0,7

Industria 83.192 23,4

di cui Estrazione materiali 261 0,3

di cui Attività manifatturiere 35.275 42,4

di cui Produz. distribuz. energia e gas 110 0,1

di cui Costruzioni 47.546 57,2

Servizi 214.981 60,4

di cui Commercio 119.089 55,4

di cui Alberghi e ristoranti 19.217 8,9

di cui Trasporti, magazzini e comunic 17.633 8,2

di cui Intermed. mon. e finanz. 9.203 4,3

di cui Att. Immobil, noleggio, informat. e ricerca 28.189 13,1

di cui altra Pubblica amministrazione e difesa 56 0,0

di cui Istruzione 1.280 0,6

di cui Sanità e servizi sociali 1.610 0,7

di cui Altri servizi sociali ed alla persona 18.702 8,7

di cui Servizi domestici 2 0,0

Altre imprese 3.831 1,1

Totale 356.014 100,0

Fonte: Unioncamere, Movimprese, 2004

Fonte: elaborazione su dati Unioncamere, Movimprese, 2004

Figura 6 - Evoluzione del numero d'imprese attive nel Lazio, 2000-2004

360000

350000

340000

330000

320000

310000

330.067

2000

338.836

2001

343.023

2002

351.063

2003

356.014

2004

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

20 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Passando all’analisi delle dinamiche del tessuto imprenditoriale, si sottolinea come le imprese attive nel settore

terziario oltre a presentare un tasso di natalità mediamente più elevato (fornendo un forte apporto alla creazione

d’impresa) risultano anche le più soggette a cessazione; come mostra la tabella 8, infatti, tali imprese presentano

una più alta quota di cessazioni (rispetto agli altri settori) pari a 4.663 unità ovvero ben il 56,0% sul totale com-

plessivo. All’alta elasticità e rischiosità del terziario si contrappone, invece, la situazione più stabile dell’industria e

dell’agricoltura.

Tabella 8 - Numero di imprese per settore economico nel Lazio, 2004

Settori economici Registrate Attive Iscrizioni Cessazioni

v.a. % v.a. % v.a. % v.a. %

Agricoltura 55.464 10,1 54.010 15,2 303 3,1 713 8,6

Industria 109.781 20,0 83.192 23,4 1.463 15,0 1.548 18,6

Servizi 281.126 51,3 214.981 60,4 3.693 37,9 4.663 56,0

Imprese non Classificate 101.362 18,5 3.831 1,1 4.281 44,0 1.407 16,9

Totale 547.733 100,0 356.014 100,0 9.740 100,0 8.331 100,0

Fonte: elaborazione dati Unioncamere, Movimprese, 2004

Una fotografia dettagliata della propensione all’imprenditorialità negli ultimi anni emerge dall’analisi del contributo

assoluto e percentuale di ogni provincia laziale.

A fronte dell’andamento più o meno crescente del numero di imprese all’interno di tutta la regione Lazio, l’area roma-

na risulta essere quella più attiva con un incremento del 10,1% nel periodo 2000-2004, con dei picchi di crescita nel

2001 (3,6%) e nel 2003 (2,8%); la stessa area nel 2003 ha registrato un tasso di natalità del 7,4% a fronte di quello

di mortalità del 4,3% perfettamente in linea con il livello registrato, nello stesso anno, dalla regione Lazio.

Tabella 9 - Evoluzione del numero di imprese laziali attive per provincia, 2000-2004

Numero imprese attive

Territorio 2000 2001 2002 2003 2004

Lazio 330.067 338.836 343.023 351.063 356.014

Viterbo 34.952 34.826 34.594 34.838 34.943

Rieti 11.975 12.350 12.406 12.593 12.677

Roma 204.675 211.972 215.210 221.130 225.394

Latina 42.897 43.738 44.343 45.400 45.775

Frosinone 35.568 35.950 36.470 37.102 37.225

Italia 4.840.366 4.897.933 4.952.053 4.995.738 5.061.859

Variazioni percentuali

Territorio 2001/’00 2002/’01 2003/’02 2004/’03 2004/’00

Lazio 2,7% 1,2% 2,3% 1,4% 7,9%

Viterbo -0,4% -0,7% 0,7% 0,3% 0,0%

Rieti 3,1% 0,5% 1,5% 0,7% 5,9%

Roma 3,6% 1,5% 2,8% 1,9% 10,1%

Latina 2,0% 1,4% 2,4% 0,8% 6,7%

Frosinone 1,1% 1,4% 1,7% 0,3% 4,7%

Italia 1,2% 1,1% 0,9% 1,3% 4,6%

Fonte: elaborazione dati Unioncamere, Movimprese, 2004

Tra le altre province risalta la vitalità dell’area pontina che nel 2003 ha registrato un indice di natalità pari

all’8,1% (superiore a quello della provincia di Roma) e un livello di mortalità pari al 5,4%. Un rallentamento della

crescita del numero delle imprese attive pari allo 0,8% si ravvisa nel 2004, calo comunque da considerarsi fisio-

logicamente in linea con la congiuntura negativa che ha interessato tutta la regione. Le province di Rieti e

Frosinone presentano una dinamica un po’ più lenta. L’area reatina ha totalizzato un incremento consistente

nel 2001 stabilizzando successivamente la crescita. La provincia ciociara ha registrato, invece, variazioni in

aumento del numero delle imprese sino al 2003, accusando un calo solo nel periodo del 2004. La Tuscia, infi-

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

21SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

ne, dopo un periodo di stasi nei primi anni del millennio e nell’ultimo biennio, ha ripreso timidamente a crescere

riguardo al numero di imprese.

Tabella 10 - Tasso di natalità e mortalità delle imprese nel Lazio e in Italia, 2003

Territorio Tasso di natalità Tasso di mortalità

Lazio 7,5 4,6

Viterbo 8,4 5,8

Rieti 7,1 5,0

Roma 7,4 4,3

Latina 8,1 5,4

Frosinone 8,1 5,3

Italia 7,4 5,4

Fonte: elaborazione dati Istituto Tagliacarne, 2003

Le rilevazioni di Unioncamere-Movimprese7 mostrano come il trend del tasso di natalità delle imprese laziali, negli

ultimi sei anni, si è tenuto sostanzialmente stabile registrando un picco nel 2001 con una variazione in aumento

di circa l’8,3%. L’indice di mortalità in diminuzione dal 2001, nell’ultimo anno di rilevazione, ha registrato una cre-

scita di 1,1 punti percentuali. I due indici interpolati danno un trend di sviluppo in lieve, ma continua, caduta dal

2000; nell’ultimo anno, a causa di un aumento del tasso di mortalità, tale indice di sviluppo è diminuito di circa 1

punto percentuale.

Con riferimento alla tipologia giuridica il dato che caratterizza il tessuto imprenditoriale laziale è la progressiva con-

trazione delle ditte individuali a favore di un aumento delle società di capitali. La ditta individuale, seppur in diminu-

zione, resta la tipologia d’impresa più utilizzata e continua a svolgere il ruolo fondamentale di ´palestra` dell’impren-

ditorialità, quale luogo in cui l’imprenditore si confronta per la prima volta con le problematiche d’impresa.

L’analisi della tabella 11 conferma quanto detto. Le ditte individuali rappresentano la quota maggiore delle impre-

se attive, tuttavia nel quinquennio 2000-2004 si assiste ad un progressivo decremento dal 75,0% al 72,1%. Le

società di capitali, al contrario, nello stesso periodo incrementano la loro quota dal 11,2% al 14,4%, dati che con-

fermano la propensione verso un assetto più organizzato e più orientato alla crescita dimensionale.

■ Tasso di natalità ■ Tasso di mortalità ■ Tasso di sviluppo

Fonte: elaborazione su dati Unioncamere, Movimprese, 2004

Figura 7 - Evoluzione dei tassi di natalità, mortalità e sviluppo dei settori economici nel Lazio, 1999-2004

6,0

7,0

8,0

9,0

2,22,7

2,5 2,4

5,2

7,5

2,6

4,7

7,3

1,6

5,8

7,4

5,8

8,3

4,8

7,4

4,9

7,1

5,0

4,0

3,0

2,0

1,0

0,0

1999 2000 2001 2002 2003 2004

7) Unioncamere - Movimprese, Tavole statistiche – consuntivo strutturale 2004, Unioncamere – 2004

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

22 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Tabella 11 - Evoluzione del numero di imprese attive classificate per forma giuridica presenti nelle province laziali, 2000-2004

Forma giuridica 2000 2001 2002 2003 2004

v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. %

Lazio 330.067 100,0 338.836 100,0 343.023 100,0 351.063 100,0 356.014 100,0

Società di capitali 36.988 11,2 41.076 12,1 45.149 13,2 48.596 13,8 51.378 14,4

Società di persone 40.121 12,2 41.752 12,3 39.800 11,6 40.635 11,6 40.935 11,5

Imprese individuali 247.430 75,0 249.989 73,8 251.684 73,4 255.020 72,6 256.654 72,1

Altre forme 5.528 1,7 6.019 1,8 6.390 1,9 6.812 1,9 7.047 2,0

Fonte: elaborazione dati Unioncamere, Movimprese, 2004

Come rilevato dalle analisi provinciali, una forte concentrazione di società di capitali si trova nell’area romana ed in

quella pontina che risente dell’importanza ricoperta dalle aziende chimico-farmaceutiche. Nella provincia di Rieti

sono, invece, più presenti forme giuridiche semplici, ditte individuali e società di persone, soprattutto nei settori agri-

colo e commerciale.

Le province di Frosinone e Viterbo presentano, infine, caratteristiche di tipo intermedio in quanto contano una

discreta presenza sia di società di capitali sia di società di persone. Mentre l’area viterbese si sviluppa nelle

costruzioni, nella lavorazione della ceramica e nel commercio, dimostrando maggiormente una propensione rivol-

ta alla costituzione di piccole società di persone, la Ciociaria, a parità del numero di società di persone, presen-

ta il doppio delle società di capitali grazie all’espansione dei settori trainanti quali: l’edilizia, la logistica integrata

ed i servizi finanziari.

La forte spinta verso le società di capitali, secondo gli esperti, nasconde fenomeni di profonda trasformazione

dell’apparato produttivo-imprenditoriale della regione. Il nostro sistema economico si sta rinnovando attraverso

l’allargamento del settore terziario (soprattutto avanzato) accompagnato dalle fusioni e alleanze di filiera del set-

tore industriale.

Sono in calo le imprese del settore agricolo ed altre imprese appartenenti al comparto tessile, del legno e del com-

mercio sia al dettaglio che all’ingrosso8.

1.2.5 SPECIALIZZAZIONI PRODUTTIVE: I DISTRETTI INDUSTRIALI NELLA REGIONE LAZIO

Il Lazio presenta diversi agglomerati industriali di rilevanza nazionale, alcuni dei quali sono stati formalmente rico-

nosciuti dalla Giunta Regionale come Sistemi Produttivi Locali o Distretti Industriali in attuazione della L. R. 36/01.

Si riporta di seguito un breve elenco delle specializzazioni produttive laziali, formalmente riconosciute e non, riman-

■ Società di capitali ■ Società di persone ■ Imprese individuali ■ Altre forme

Fonte: elaborazione su dati Unioncamere, Movimprese 2004

Figura 8 - Imprese attive per forma giuridica nel Lazio

Altre forme 2%

Società di capitali 14%

Società di persone 11%

Imprese individuali 73%

8) Unioncamere - Movimprese, Comunicato stampa del 1° trimestre 2005, Unioncamere – 2005

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

23SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

dando alle analisi provinciali per una trattazione più approfondita delle loro dimensioni, caratteristiche e recente

andamento economico.

Fra la provincia di Roma e Latina, su quello che è individuato come asse pontino (Roma-Pomezia-Aprilia-Latina),

si localizza il secondo polo farmaceutico a livello nazionale, con la presenza di importanti stabilimenti di produ-

zione e centri di ricerca delle principali imprese multinazionali del settore.

Altra industria di punta del Lazio è l’aerospaziale, grazie alla presenza di importanti grandi imprese del Gruppo

Finmeccanica e di innovative piccole e medie imprese del settore, localizzate sia a Roma che a Frosinone e Latina.

Roma rappresenta un polo nazionale per l’audiovisivo e le telecomunicazioni dovuto alla presenza degli studi di

Cinecittà, dei principali broadcasters nazionali (RAI e Mediaset), di numerose PMI specializzate nell’offerta di ser-

vizi alle produzioni televisive e cinematografiche e dei servizi multimediali legati allo sviluppo delle tecnologie

dell’informazione e delle comunicazioni.

Nella provincia di Viterbo si evidenzia il distretto industriale di Civita Castellana specializzato nella produzione di

ceramica sanitaria e stoviglieria.

Nel frusinate, fra Colleferro ed Anagni, si concentra l’industria del comparto chimico e dell’elettronica mentre nel

sud, fra Cassino e Piedimonte San Germano è cresciuta l’industria dell’automobile attorno allo stabilimento FIAT.

Nel reatino i due principali agglomerati industriali sono il sistema produttivo locale della meccanica di precisione

tra Cittaducale e Rieti, e Borgorose dove si concentra l’industria dell’elettronica.

La filiera agroalimentare è molto sviluppata nella Tuscia viterbese e nell’Agro Pontino che si sono orientate sulle

produzioni tipiche e di qualità. Nel sud pontino il Mercato Ortofrutticolo di Fondi (MOF) è il maggiore centro com-

merciale e logistico del meridione.

Infine, rilevanza assume l’industria estrattiva e di trasformazione del marmo e del lapideo con il comprensorio di

Tivoli-Guidonia per quanto riguarda il travertino romano, e il distretto industriale dei Monti Ausoni per quanto con-

cerne la lavorazione del perlato coreno.

Figura 9 - Carta dei Distretti della regione Lazio

Viterbo

DISTRETTO DI CIVITA CASTELLANA

RietiCittàducale

Borgorose

Salario

Guidonia/Tivoli

Tiburtina

CastelRomano

PratoSmeraldo

Latina

Nord

Sud

Centro/MOF

Piedimonte

S. Germano

DISTRETTO DEL MARMO

Anagni

Frosinone

DISTRETTO DEL VESTIARIO

Roma

Pomezia

Valmontone

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

24 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

1.3 IL MERCATO DEL LAVORO

Prima affrontare le dinamiche del mercato del lavoro occorre sottolineare come i metodi di calcolo e di rileva-

zione siano recentemente cambiati.

Per poter leggere più consapevolmente i dati di seguito riportati occorre quindi considerare che per occupato

non si intende esclusivamente il lavoratore a tempo pieno o a tempo parziale, impegnato in maniera continuati-

va in un’attività lavorativa, ma anche colui che ha svolto in un determinato periodo di tempo un lavoro occasio-

nale anche se di breve durata.

Sono infatti considerate occupate le persone con 15 e più anni che nella settimana di riferimento (quella in cui

avviene la rilevazione) hanno svolto almeno un’ora di lavoro retribuito presso imprese o hanno lavorato almeno

per un’ora presso la ditta di un familiare senza essere retribuiti.

Tabella 12 - Indicatori del mercato del lavoro, 2003

Indicatori Lazio Italia

Popolazione > 15 anni 4.554.030 49.207.999

Non forze di lavoro 2.301.198 25.057.675

Forze di lavoro 2.252.832 24.150.318

Persone in cerca di occupazione 196.147 2.096.075

Totale Occupati 2.056.685 22.054.249

Occupati dipendenti 1.540.265 16.046.179

Occupati indipendenti 516.420 6.008.070

Tasso di attività 49,5% 49,1%

Tasso di disoccupazione 8,7% 8,7%

Fonte: Movimprese

Ciò premesso, anche sulla base dei dati raccolti, è possibile analizzare l’andamento del mercato del lavoro che regi-

stra una crescita dell’occupazione. Infatti, nel 2003 gli occupati del Lazio erano 2.056.685 con una variazione positi-

va rispetto all’anno precedente che in valore assoluto era pari a 32.201 unità e in valore percentuale era pari all’1,6%.

Il tasso di attività nel 2003 è risultato pari al 49,5%, superiore dello 0,4% rispetto al dato nazionale come evi-

denzia il grafico sottostante.

Osservando la distribuzione del tasso di occupazione per sesso si rileva un tasso maschile che, a livello nazio-

nale, presenta un differenziale di 25 punti rispetto a quello femminile. Nella regione, in particolare, le difficoltà

di inserimento nel mercato del lavoro delle donne sono leggermente maggiori, con l’indice maschile che nel

2003 si attesta al 58,7% contro il 32,9% della componente femminile. Il tasso di occupazione femminile regio-

nale, seppur basso, ha fatto registrare in soli 4 anni dal 1999 al 2003 un +3,9%. A questo andamento positivo,

occorre però sottolineare il ritardo dell’Italia rispetto ad altri Paesi europei nel raggiungimento degli obiettivi

stabiliti in sede comunitaria (tasso di occupazione complessiva pari al 70% e femminile al 60% nel 2010).

■ Lazio ■ Italia

Fonte: elaborazione di dati Istat

Figura 10 - Tasso di occupazione, 1999-2003

1999

42,0

41,9

2000

42,6

43,1

2002

44,5

44,4

2001

43,3

43,8

2003

45,2

44,8

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

25SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

L’analisi del mercato del lavoro posta in relazione ai settori produttivi mette in evidenza che nella regione Lazio, si

è verificata una crescita elevata nel settore dei servizi, seguita da quello dell’industria e una ulteriore flessione del

settore primario, in linea con le tendenze registrate a livello nazionale.

Da sottolineare che l’elevato livello di terziarizzazione dell’economia regionale è legato al peso dell’economia della

provincia di Roma a alle difficoltà attraversate dal comparto industriale e agricolo in alcune aree del territorio regio-

nale. Nel Lazio i servizi assorbono il 77,6% dell’occupazione, grazie anche alla presenza di numerosi Enti della

Pubblica Amministrazione e allo sviluppo di alcuni settori tra i quali spiccano quelli del commercio e dei servizi alla

persona.

La dinamica occupazionale nel 2003 evidenzia ulteriormente l’aumento di peso dei servizi, 2,7%, mentre è dimi-

nuito quello dell’industria dal 19,9% al 19,8% e soprattutto dell’agricoltura da 3,3% al 2,6% come mette in risal-

to il grafico seguente nel periodo considerato dal ‘99 al 2003.

■ Agricoltura ■ Industria ■ Altre attività

Fonte: elaborazione di dati Istat

Figura 13 - Occupati per settore di attività, 2003

Lazio

Italia 4,9 31,8 63,3

2,6 19,8 77,6

0% 20% 40% 60% 80% 100%

■ Lazio ■ Italia

Fonte: elaborazioni di dati Istat

Figura 12 - Tasso di occupazione per sesso, 2003

58,7 57,8

Maschile

32,9 32,9

Femminile

45,2 44,8

Totale

■ Maschile ■ Femminile ■ Totale

Fonte: elaborazione di dati Istat

Figura 11 - Tasso di attività per sesso, 2002-2003

Lazio

Italia

Lazio

Italia 61,7 36,8 48,8

61,9 36,5 48,6

62 37,1 49,1

62,8 37,4 49,5

2003

2002

0% 20% 40% 60% 80% 100%

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

26 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Per quanto riguarda il mercato del lavoro giovanile occorre registrare come in Italia, dal 1999 al 2003, il tasso di

occupazione giovanile relativo alla fascia di età tra i 15 e i 24 anni si presenta in continuo calo, un aspetto ricon-

ducibile all’attuazione dell’obbligo formativo fino al diciottesimo anno di età e alla possibilità di inserimento al lavo-

ro solo attraverso l’apprendistato, strumento contrattuale che prevede alcuni momenti formativi interni ed ester-

ni all’azienda. Al contrario di quanto avvenuto in Italia, nella regione Lazio il tasso di occupazione giovanile si pre-

senta dal 1999 al 2003 in continua crescita, eccetto nel 2003 in cui si è registrato un leggero calo. La causa di tale

dinamica, in controtendenza rispetto a quella nazionale, pare essere riconducibile, da un lato, alla crescita gene-

rale dell’occupazione, dall’altro alla minore partecipazione al lavoro dei giovani del Lazio. La riforma del sistema

dell’istruzione e della formazione sembra, quindi, aver toccato in misura minore i giovani del Lazio che presenta-

no rispetto ai pari del resto d’Italia, tassi di scolarizzazione decisamente più elevati.

Un altro aspetto importante che negli ultimi anni sta trasformando il mercato del lavoro è l’introduzione di nuovi

strumenti di contrattuali ´flessibili` noti come il Pacchetto Treu e più recentemente la “Riforma Biagi”. Tali stru-

menti hanno introdotto nel nostro ordinamento molteplici forme contrattuali: le collaborazioni coordinate e conti-

nuative o il lavoro interinale prima; i contratti a progetto, i contratti di inserimento o la somministrazione di lavoro

temporaneo dopo.

L’incremento del numero dei lavoratori dipendenti, quindi, viste le nuove forme contrattuali, non è sinonimo di sta-

bilità, in quanto numerosi lavoratori vengono avviati attraverso contratti di lavoro subordinato ma a termine. In ogni

caso, in Italia ed anche nel Lazio, continua ad aumentare la quota dei lavoratori subordinati che rappresentano

ormai rispettivamente il 72,8% e il 74,9% degli occupati. A livello provinciale significativo è il caso della provincia

di Roma che detiene il primato del lavoro subordinato che coinvolge più di 3 lavoratori su 4. Al contrario, il part-

time interessa un numero limitato di lavoratori, quasi l’8,5% a livello nazionale. Tale dato risulta ancora più basso

a livello regionale con il 6,7% e interessa quasi del tutto le lavoratrici.

Come già accennato, con l’introduzione delle nuove tipologie contrattuali si è particolarmente diffuso il lavoro para-

■ Lazio ■ Italia

Fonte: elaborazione di dati Istat

Figura 15 - Tasso di occupazione giovanile,15-24-anni

16,4 17,2 18,2

25,9

18,9

25,5

18,4

24,9

26,026,1

1999 2000 2001 2002 2003

■ Agricoltura ■ Industria ■ Servizi

Fonte: elaborazione di dati Istat

Figura 14 - Lazio - Occupati per settore - anni 1999-2003 - valori percentuali

120,0

3,1 3,2 3,6

19,7

76,6

3,3

19,9

76,7

2,6

19,8

77,6

19,9

76,9

19,9

77,0100,0

80,0

60,0

40,0

20,0

0,0

1999 2000 2001 2002 2003

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

27SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

subordinato, in particolare collaborazioni coordinate e continuative e contratti a progetto. Dal 1999 al 2003 in Italia

i lavoratori parasubordinati sono passati da 1,7 milioni a quasi 2,9 milioni, un incremento, quindi, pari al 62,2%.

Nella regione Lazio tali tipologie risultano più diffuse rispetto al territorio nazionale data la più alta concentrazione

di imprese di servizi del Lazio e in particolar modo nella provincia di Roma. Su 100 occupati i lavoratori subordinati

sono 13 in Italia e 15,5 nel Lazio.

In sintesi l’analisi che precede ha posto in relazione alcune grandezze del mercato del lavoro nella regione Lazio

in confronto al dato nazionale.

Ne emerge innanzitutto un indicatore dell’andamento dell’occupazione in costante miglioramento rispetto al dato

nazionale sia in valore assoluto che percentuale, un sostanziale allineamento per quanto riguarda la distribuzio-

ne dell’occupazione tra maschi e femmine, mentre l’occupazione giovanile segna il passo e anzi arretra, ponen-

do i giovani in condizione di un volontario prolungamento degli studi in attesa dell’ingresso nel mercato del lavo-

ro. Altro dato da segnalare è l’aumento dell’occupazione in gran parte da ascriversi ad occupazione con contrat-

ti atipici come si evidenzia dal grafico dell’iscrizione alla gestione separata dell’Inps dei parasubordinati.

Per quanto riguarda la ripartizione dell’occupazione tra i settori produttivi, si evidenzia la terziarizzazione del tes-

suto economico e sociale con valori di gran lunga superiori alla media nazionale.

1.4 I SERVIZI DI PROMOZIONE DELL’IMPRENDITORIALITÀ E DI SOSTEGNO ALLA CREAZIONE E SVILUPPO D’IMPRESA

La regione Lazio dispone di numerosi servizi e strutture a supporto della nascita e del consolidamento di impre-

sa, in particolare nei settori considerati strategici per lo sviluppo del territorio.

Uno dei binomi più interessanti e di specifica peculiarità della regione è, la concomitante presenza di alti livelli di

formazione e concentrazione degli Enti di ricerca, poli tecnologici e poli universitari di fama internazionale.

In particolare, la presenza di Centri di ricerca di rilievo nazionale e internazionale, localizzati principalmente nella

■ Lazio ■ Italia

Fonte: elaborazioni di dati Istat

Figura 17 - Occupati dipendenti - anni 1999-2003 - valori percentuali

73,8

71,6

1999

74,0

71,8

2000

74,2

72,1

2001

74,5

72,6

2002

74,9

72,8

2003

■ Lazio ■ Italia

Fonte: elaborazioni di dati Inps

Figura 16 - Lavoratori parasubordinati iscritti alla Gestione separata Inps - anni 1999-2003 - valori percentuali

9,88,6

1999

10,4 9,1

2000

11,9 10

2001

13,5 11,2

2002

15,5 13

2003

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

28 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

provincia di Roma, rappresenta una risorsa a sostegno dei processi di sviluppo del sistema economico e del

modello di crescita dell’intera regione.

Per quanto riguarda gli alti livelli di formazione, nella regione sono presenti i maggiori poli universitari nazionali per

ampiezza della popolazione universitaria iscritta e laureata9.

Conseguentemente anche la spesa complessiva in attività di ricerca nella Regione risulta pari al 17,8% della spesa

nazionale corrispondente in valore assoluto a 2.593 milioni di euro.

Si rileva ancora che circa la metà dell’attività di R&S intra-muros (49%) è stata svolta dall’amministrazione pubbli-

ca, mentre il 22,5% dalle Università. Il personale impiegato nella R&S ammonta a 29.354 pari al 17,9% del tota-

le nazionale10.

Il quadro delineato tuttavia non offre spazio ad una coerente valorizzazione delle risorse. Infatti all’incremento della

qualificazione non fa riscontro un’adeguata domanda occupazionale, né la disponibilità di capacità di ricerca e inno-

vazione delle Università e dei Centri di ricerca incontra la domanda e le esigenze delle imprese11. Resta così non

impiegato un potenziale di lavoro con livelli crescenti di istruzione e non trasferita alle imprese del territorio la

´conoscenza` prodotta nelle Università e nei Centri di Ricerca.

Con riferimento agli spin-off accademici si rileva:

3 la mancanza di orientamento, soprattutto dei neo-laureati e dei ricercatori con idee imprenditoriali, sulle

opportunità offerte dai servizi per l’imprenditorialità presenti a livello territoriale;

3 una scarsa cultura imprenditoriale, soprattutto dei neo-laureati e dei ricercatori in ambito scientifico che,

nonostante la bontà della business idea, non hanno un adeguato background di conoscenze sull’imposta-

zione del business plan e sulla gestione d’impresa;

3 la difficoltà nel reperimento delle risorse finanziarie necessarie per l’avvio dell’attività imprenditoriale, in par-

ticolare la mancanza di alternative di mercato (seed capital e venture capital) alle leggi di agevolazioni del-

l’imprenditorialità.

L’aspetto finanziario risulta particolarmente critico nel Lazio. Negli ultimi anni gli investimenti sostenuti dal ventu-

re capital si sono progressivamente sviluppati e diffusi nel nord Italia ma sono praticamente assenti nel centro e

nel sud Italia. Nel 2003 nel centro Italia gli investimenti in venture capital sono stati solo il 2% del totale dell’Italia

(al nord il 97%). Nello stesso anno nel Lazio sono stati realizzati solo 14 investimenti su un totale nazionale di 282

(di cui ben 246 al nord)12.

Il difficile accesso per le imprese innovative a fondi di capitale di rischio privato è un fattore frenante delle poten-

zialità di sviluppo e di posizionamento competitivo del territorio nei settori avanzati e ad alto contenuto tecnologico.

Una recente indagine sulle imprese laziali operanti nei settori innovativi13 mostra che le principali barriere all’introdu-

zione di innovazioni sono di carattere finanziario (insufficienza di fondi propri e difficoltà di accedere ad altre fonti di

finanziamento), seguite dalla difficoltà di accesso alle informazioni e dagli ostacoli organizzativo/gestionali (Fig. 18).

9) MIUR, Ufficio di statistica, Rilevazione del gennaio 2004

10) Istat, La Ricerca e Sviluppo in Italia nel periodo 2002-2004, 1 dicembre 2004

11) Un’indagine sul livello e modalità di innovazione delle imprese laziali attive nei settori ad alto contenuto tecnologico ha rivelato come il trasferi-

mento tecnologico è un canale poco conosciuto e usato dagli imprenditori. Solo il 9% di tali imprese, tra le più sensibili e attente ai processi di

innovazione, delega parte dell’attività di ricerca all’esterno e solo il 7% all’Università (Osservatorio Filas, Le capacità innovative delle PMI del

Lazio, Filas giugno 2004)

12) AIFI, Il mercato italiano del Private Equity e del Venture Capital nel 2003, 2003

13) Osservatorio Filas, Le capacità innovative delle PMI del Lazio, Filas giugno 2004. L’indagine si è rivolta ad un campione di 512 imprese dei

seguenti settori: informatica, audiovisivo, editoria, telecomunicazioni, pubblicità, biomedicale, manifattura e servizi alle imprese.12) AIFI, Il mer-

cato italiano del Private Equity e del Venture Capital nel 2003, 2003

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

29SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Una ´classificazione` dei servizi a sostegno della creazione e sviluppo d’impresa può avvenire sulla base dei prin-

cipali attori istituzionali (Regione, Amministrazioni Provinciali, Amministrazioni Comunali, Camere di Commercio)

che spesso agiscono per mezzo di Agenzie create ad hoc e dei principali Poli di innovazione, ricerca e sviluppo

(Università, Centri di ricerca e Poli tecnologici).

Nella regione l’Agenzia nazionale Sviluppo Italia SpA è presente con la sede centrale di Roma, ed è operativa

con le misure gestite a livello nazionale a favore dell’autoimpiego e creazione di imprese giovanili (D. leg. 185/2000

Titoli I e II) nelle aree depresse.

La Regione Lazio negli ultimi anni ha implementato un sistema di Agenzie regionali, che vede anche la parteci-

pazione di altri attori istituzionali, con funzioni fra loro complementari nel favorire e sostenere la nascita e lo svi-

luppo delle nuove imprese. Le principali Società della rete regionale sono la Filas, il BIC Lazio e Sviluppo Lazio.

La Finanziaria Laziale di Sviluppo (Filas) gestisce operativamente alcune leggi regionali e sottomisure del DOCUP

Ob. 2 finalizzate all’innovazione del sistema delle imprese ed a interventi nel capitale di rischio delle imprese.

Inoltre, la Filas ha promosso il Centro Atena, un progetto per generare e promuovere servizi di sostegno allo svi-

luppo delle PMI che operano nel settori dell’ICT, del Multimediale e dell’Aerospazio. Fra le iniziative del Centro

Atena di particolare importanza è il progetto Business Lab, finalizzato alla creazione d’impresa sulla base di idee

innovative generate all’interno delle Università, dei Centri di ricerca e delle Imprese. Nell’ambito del Business Lab

giovani diplomati e laureati possono ricevere una borsa in denaro e il supporto di esperti per lo sviluppo di un’idea

imprenditoriale nel settore ICT.

Il BIC Lazio ha la propria sede centrale a Roma e dispone di una rete di sportelli e Centri di Promozione

dell’Imprenditorialità dislocati in tutta la Regione.

In particolare, nella provincia di Roma sono operanti due Incubatori d’imprese, uno a Bracciano e l’altro a Roma,

quest’ultimo dedicato alle nuove imprese del settore ICT e diversi sportelli informativi localizzati a Civitavecchia e

nell’area dei Castelli Romani (Frascati, Marino, Genzano e Velletri).

In Provincia di Latina è presente il CPI - Centro di Promozione all’Imprenditorialità ed è in fase di avvio il nuovo

Incubatore di Imprese del BIC Lazio.

Il BIC Lazio è, inoltre, presente sul territorio della provincia di Rieti con una sede localizzata nel capoluogo di pro-

vincia e nella provincia di Frosinone con tre sportelli, dislocati rispettivamente a Frosinone, Cassino e Sora e con

l’incubatore d’impresa di Ferentino.

Nel territorio della provincia di Viterbo, infine, il BIC Lazio opera con tre sportelli localizzati presso l’Università di

Viterbo, il Comune e l’Ufficio per l’Impiego di Civita Castellana. A Viterbo è poi presente un Centro di Promozione

dell’Imprenditorialità (CPI), localizzato presso il CeFAS (Centro di Formazione e Assistenza allo Sviluppo), che

eroga servizi a supporto dei processi di sviluppo locale e della creazione e sviluppo d’impresa.

Sviluppo Lazio è ancora una società della rete regionale per l’attuazione della programmazione regionale in mate-

ria economica e territoriale, che opera attraverso diverse forme d’intervento: promuove la cultura d’impresa,

sostiene programmi di sviluppo territoriale, partecipa a progetti d’investimento nelle infrastrutture anche attraver-

Fonte: Osservatorio Filas, 2004

Figura 18 - Gli ostacoli all'innovazione delle PMI laziali operanti nei settori tecnologicamente avanzati

10%0%

20%30%40%50%

Insufficienza di fondi propri

Difficoltà di accesso ad altri fondiProblemi organizzativo/gestionali

Carenza di formazione professionaleDifficoltà di accesso ad informazioni

Carenza di imprese partnerLa competizione nel settorenon richiede innovazione

Carenza di strutture regionaliCarenza di visibilità

60%

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

30 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

so la promozione di partnership tra soggetti pubblici e privati. In particolare gestisce la L.R. 29/96 (creazione e svi-

luppo di PMI) ed interventi previsti dall’Asse IV del DOCUP ob. 2.

Oltre alle Società della rete regionale, la regione ha costituito a Castel Romano il Distretto Tecnologico

Aerospaziale (DTA), sostenuto dal MIUR, ed ha promosso diversi Consorzi nei settori produttivi in cui il territorio

ha vantaggi competitivi. Fra questi, il Consorzio Regionale ICT ed interventi nel settore del Cinema e della moda.

Le Camere di Commercio delle 5 province del territorio regionale svolgono un ruolo importante a sostegno della

creazione d’impresa.

Dispongono di strutture polifunzionali che affiancano alle funzioni istituzionali azioni di promozione dei settori rite-

nuti strategici per lo sviluppo e la crescita dell’economia provinciale ed attivazione di sportelli informativi sui finan-

ziamenti alle imprese.

Unitamente all’offerta di servizi da parte degli attori istituzionali, si rileva l’attività di promozione dell’imprendito-

rialità e sostegno alla creazione d’impresa svolta dalle Associazioni di categoria e di rappresentanza dei diversi

settori produttivi.

Il Sistema della Ricerca pubblica si avvale di tre Atenei, “La Sapienza”, “Tor Vergata” e “Roma 3”, e della contestua-

le presenza nell’area laziale della maggior parte degli Istituti del CNR14, dell’Enea, dell’INFN e di altri Enti di ricerca.

Nelle Università la ricerca si svolge sia all’interno dei dipartimenti delle facoltà sia tramite consorzi ad hoc15 che

coinvolgono imprese, altri Atenei e Istituti di ricerca. Nell’area di Tor Vergata il CNR ha localizzato 7 Istituti che svol-

gono ricerca nel campo della medicina e della fisica e sono attivi due incubatori di impresa: il primo presso la

facoltà di Economia, E2BLab, l’altro presso l’Ufficio Parco Scientifico. Inoltre a Roma hanno la sede principale oltre

20 Consorzi interuniversitari.

Segnaliamo, altresi, l’importanza crescente ricoperta dall’Università della Tuscia come centro propulsore di inno-

vazione. Recentemente l’Ateneo si è dotato di un regolamento per la costituzione di spin-off a cui l’Università può

partecipare in qualità di socio, oppure può stipulare una convenzione per l’accesso alle strutture universitarie.

Polo vitalizzante dell’area sud della provincia di Rieti è, inoltre, l’Università di Cassino, realtà fortemente integra-

ta al tessuto produttivo locale e attiva nella promozione del trasferimento tecnologico, innovazione e promozione

degli spin-off.

Parallelamente agli attori istituzionali si sono sviluppati i seguenti punti nodali e di eccellenza del sistema laziale

dell’innovazione: il Tecnopolo di Castel Romano, il Parco Scientifico Biomedico San Raffaele, il Polo Tecnologico

Tiburtino ed il Centro Ceramica Civita Castellana.

Il Tecnopolo di Castel Romano, di cui è parte il Centro Sviluppo Materiali (CSM), interviene nei settori della mec-

canica, dei materiali speciali, dell’aeronautica e dello spazio, dell’ambiente ed energia, e ha al proprio interno 7

centri specializzati (CET) che vanno dalla prototipazione allo sviluppo delle tecnologie di formatura, materiali aero-

spaziali, biomateriali.

Nel Tecnopolo di Castel Romano svolge la propria attività anche il Parco Biomedico San Raffaele.

Il Tecnopolo Tiburtino dispone di un’area di 70 ettari edificabili per insediamenti industriali e di servizi di suppor-

to all’attività produttiva. Si rivolge principalmente alle imprese che operano nei settori innovativi dell’ICT, dell’elet-

tronica e dell’aerospaziale, fornendo oltre all’intermediazione immobiliare anche vari servizi di consulenza tecno-

logica, finanziaria e per l‘internazionalizzazione.

Il Centro Ceramica Civita Castellana, è una società consortile di cui sono soci il Comune di Civita Castellana, la

Camera di Commercio di Viterbo e 16 aziende attive nei comparti sanitario, delle stoviglierie, delle piastrelle, degli

impasti e smalti ceramici.

Sulla base dell’analisi delineata si individuano quattro priorità di intervento:

3 la promozione della collaborazione fra mondo accademico, imprese ed Istituzioni finanziarie per favorire gli

spin-off ed ottenere il massimo rendimento dalle potenzialità di ricerca e innovazione;

3 il sostegno all’imprenditorialità femminile per rinforzare il trend positivo degli ultimi anni e consolidare i risul-

tati ottenuti;

14) 25 Istituti del CNR e 19 Sezioni Territoriali di Istituti del CNR

15) I più importanti sono: CRATI, INFM, CIFS, INSTM, INNB, CONISMA, CIRC, COINFO, CNIT, CNRSM, ULISSE, CORITEL, CRR

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

31SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

3 l’attenzione alle esigenze dell’imprenditorialità espressa nei nuovi bacini di impiego, in particolare di acces-

so alle risorse finanziarie e di sostegno ai processi di internazionalizzazione, per strutturare un sistema

imprenditoriale in grado di cogliere le opportunità presentate dai mercati esteri e sostenere la competizione

internazionale basandosi sull’innovazione tecnologica;

3 facilitare il ricambio generazionale evitando la dispersione del know-how e del patrimonio di conoscenze

acquisito, in particolarmente nelle micro e piccole Imprese e nell’artigianato.

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

32 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

33SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

2 Le Province

2.1 LA PROVINCIA DI ROMA 35

2.1.1 In sintesi 35

2.1.2 Il territorio 36

2.1.3 Struttura produttiva provinciale 41

2.1.4 Il mercato del lavoro 49

2.1.5 I servizi di promozione dell’imprenditorialità e di sostegno alla creazione e sviluppo d’impresa 50

2.2 LA PROVINCIA DI FROSINONE 53

2.2.1 In sintesi 53

2.2.2 Il territorio 54

2.2.3 Struttura produttiva provinciale 58

2.2.4 Il mercato del lavoro 65

2.2.5 I servizi di promozione dell’imprenditorialità e di sostegno alla creazione e sviluppo d’impresa 66

2.3 LA PROVINCIA DI LATINA 69

2.3.1 In sintesi 69

2.3.2 Il territorio 70

2.3.3 Struttura produttiva provinciale 74

2.3.4 Il mercato del lavoro 80

2.3.5 I servizi di promozione dell’imprenditorialità e di sostegno alla creazione e sviluppo d’impresa 82

2.4 LA PROVINCIA DI VITERBO 83

2.4.1 In sintesi 83

2.4.2 Il territorio 84

2.4.3 Struttura produttiva provinciale 87

2.4.4 Il mercato del lavoro 94

2.4.5 I servizi di promozione dell’imprenditorialità e di sostegno alla creazione e sviluppo d’impresa 95

2.5 LA PROVINCIA DI RIETI 97

2.5.1 In sintesi 97

2.5.2 Il territorio 98

2.5.3 Struttura produttiva provinciale 100

2.5.4 Il mercato del lavoro 108

2.5.5 I servizi di promozione dell’imprenditorialità e di sostegno alla creazione e sviluppo d’impresa 109

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

34 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

35SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

2.1 LA PROVINCIA DI ROMA

2.1.1 IN SINTESI

La provincia di Roma per estensione territoriale e per grandezze economiche e sociali risulta in prima posizione

rispetto alle cinque province laziali.

Di seguito è stato sintetizzato il quadro di riferimento territoriale socio-economico in rapporto alla popolazione e al

mercato del lavoro.

Quindi la struttura produttiva provinciale esamina i principali fattori e le corrispondenti grandezze, il Valore

Aggiunto e il prodotto interno lordo, il grado di internazionalizzazione, le dinamiche imprenditoriali, le specializza-

zioni produttive e da ultimo i servizi di promozione dell’imprenditorialità e di sostegno alla creazione d’impresa.

Per quanto inerente all’andamento demografico, la provincia di Roma, al 31/12/2004 disponeva di un numero

di abitanti pari al 73,16% del totale della popolazione laziale di cui la gran parte, circa il 65%, residente nel

comune di Roma.

La situazione del mercato del lavoro evidenzia delle criticità soprattutto nella fascia di età compresa tra 15 e 29

anni date le difficoltà congiunturali e strutturali dell’occupazione.

La struttura produttiva evidenzia al 2004 un numero di imprese attive pari in valore assoluto a 225.394 la cui spe-

cializzazione merceologica evidenzia l’appartenenza ai macrosettori Agricoltura, Industria e Servizi in maniera asso-

lutamente difforme come riportato nell’analisi alla tabella n. 9.

All’interno del comparto Servizi si conferma per numerosità il settore commercio che rappresenta il 35% del

totale delle imprese, seguito da un 12,9% di servizi in quanto tali, quali trasporti, intermediazione, noleggio, men-

tre nel comparto Industria il settore delle costruzioni occupa il 14% del totale.

Continua a perdere colpi il settore manifatturiero che, con il 10,9% del totale imprese, evidenzia una tendenza

al consolidamento e non all’espansione in cui fattori di debolezza competitiva e strutturale si sommano a fattori

dimensionali.

Merita di essere segnalata la stabilità dell’incidenza percentuale fatta registrare dagli altri servizi (6,5%), alber-

ghi e ristoranti (5,6%), trasporti e telecomunicazioni (5,3%), intermediazione (3%) ed una buona tenuta del set-

tore artigiano.

Le dinamiche evidenziate nell’analisi e la breve sintesi d’insieme sono volte ad individuare i fabbisogni del terri-

torio, i punti di forza e di debolezza, ad individuare i motori della crescita di cui la dinamica delle imprese e della

popolazione rappresenta una costante ineludibile.

Ne risulta che nella Provincia di Roma le azioni opportune a generare nuova occupazione e sviluppo vanno indi-

rizzate soprattutto a:

3 sostenere la ricerca scientifica e valorizzare le innovazioni e buone prassi provenienti dal mondo delle uni-

versità e degli istituti di ricerca;

3 favorire l’incontro tra le innovazioni prodotte e le imprese;

3 valorizzare l’artigianato di produzione e l’artigianato di servizio mediante sostegno al trasferimento delle

conoscenze e dei saperi;

3 favorire il ricambio generazionale all’interno del comparto delle piccole e medie imprese;

3 accelerare l’utilizzo di fonti di energia alternativa per consentire il mantenimento del patrimonio archeolo-

gico, storico e culturale della provincia, dando così un nuovo impulso al settore turistico alberghiero.

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

36 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

2.1.2 IL TERRITORIO

2.1.2.1 Il quadro di riferimento

La provincia di Roma, tra le più grandi d’Italia, dispone di un territorio molto vasto pari a 5.351 kmq in cui insisto-

no 121 comuni.

Il territorio, che si estende sulla costa del Mar Tirreno, tra il fiume Mignone e Torre Astura, fino ai Colli Sabatini e

a quelli della Tolfa, è morfologicamente molto ricco e variegato, dispone di grandi risorse e potenzialità.

Figura 1 - Carta della provincia di Roma

Fonte: nostra elaborazione su Carta del Touring Club Italiano

È percorso dal fiume Tevere e dal suo affluente Aniene. Numerosi sono i bacini lacustri, quasi tutti di origine vul-

canica; i più importanti Bracciano, Albano, Nemi.

Il territorio vanta bellezze paesaggistiche e monumentali di grande richiamo senza considerare aspetti altrettanto

interessanti, soprattutto dal punto di vista economico, come quello gastronomico, artigianale, culturale, nonché

un tessuto connettivo di piccole e medie imprese nei diversi settori.

Una ricognizione sui fabbisogni economici e sociali non può prescindere da una analisi dettagliata delle diverse

componenti, anche geografiche, del territorio provinciale.

Seguendo precedenti impostazioni, già recepite in normative regionali sul turismo, il territorio della Provincia risul-

ta suddiviso in 7 aree, ivi compresa la città di Roma, come area a sé stante, in cui sono evidenti specificità locali,

come di seguito illustrate:

Area Nord Ovest, Valle del Tevere, Area Tiburtino-Sublacense, Area Prenestina e dei Monti Lepini, Area dei Castelli

Romani, Area del Litorale Sud, Comune di Roma.

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

37SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Area Nord-Ovest

Ne fanno parte i Comuni di Fiumicino, Ladispoli, Cerveteri, Santa Marinella, Civitavecchia, Allumiere, Tolfa, Canale

Monterano, Manziana, Bracciano, Trevignano Romano e Anguillara Sabazia.

L’area riveste un interesse turistico notevole disponendo di grandi spiagge (quali Fregene, Ladispoli, S.Severa, S.

Marinella, Civitavecchia), di castelli medievali e monumenti antichi, ma anche di bellissime foreste che ricoprono

i Monti della Tolfa e dei Monti Sabatini, sedi di riserve naturali importanti, tra cui l’oasi di Macchia Grande, dove

sono presenti specie animali a rischio estinzione, nonché dello splendido Lago di Bracciano, il laghetto di

Martignano e la Caldara di Manziana sede di acque sulfuree.

La zona si identifica con l’Area della cosiddetta Tuscia Romana in quanto ricca di testimonianze della civiltà etru-

sca con le necropoli etrusche disseminate su quasi tutto il territorio, ma anche con il Parco archeologico di

Fiumicino.

Dal punto di vista dello sviluppo economico l’area è caratterizzata essenzialmente dalla forte presenza del setto-

re turistico, ma anche da attività di trasporto, magazzinaggio e spedizioni connessi alle attività del porto di

Civitavecchia e della nautica da diporto. È presente il settore agroalimentare con importanti tenute agricole.

Valle del Tevere

Comprende una ventina di comuni, tra cui Monterotondo, Montelibretti, Capena, posizionati quasi tutti lungo la

Via Cassia, la Via Flaminia, la Via Salaria e la Via Nomentana. Il Tevere la divide in due aree distinte: Area etrusco-

capenate ed Area della Campagna Latina.

L’intera zona si distingue per la ricchezza del paesaggio. Bellissime quanto suggestive sono le Riserve naturali di

Nazzano - Tevere - Farfa, il Parco della Valle del Treja e la zona del Monte Soratte.

Dal punto di vista archeologico la Villa dei Volusii, il Lucus Feroniae, l’antico bosco sacro alla dea Feronia, presso

Capena e il Parco Archeologico di Veio sono solo alcune delle ricchezze storiche e culturali presenti nella zona.

Elaborazione EPF

Figura 2 - Aree del territorio della provincia di Roma

Nord - Ovest

Valle del Tevere

Roma

Tiburtino Sublacense

Castelli Romani

PrenestinaMontiLepini

Litorale Sud

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

38 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Anche la Valle del Tevere è interessata dalla presenza del settore turistico, ma più in particolare dallo sviluppo di

una zona industriale ubicata tra Monterotondo e Capena e dal settore agroalimentare con la diffusa produzione di

olio d’oliva e di vino, che vede la presenza di un marchio doc quale il Bianco di Capena.

Area Tiburtino-Sublacense

Al suo interno vi sono 49 comuni disposti su un territorio di più di 1000 kmq, comprendente i comuni di Tivoli e

Subiaco.

È interamente attraversata dal fiume Aniene in cui la stessa Valle dell’Aniene rende assai suggestivo l’aspetto pae-

saggistico. Particolarmente importanti sono anche il Parco Regionale dei Monti Lucretili e il Parco Regionale dei

Monti Simbruini.

L’area si caratterizza ancora oggi per il fenomeno del monachesimo medievale testimoniato da eremi, santuari e

abbazie soprattutto nella zona di Subiaco, dove ricordiamo che nel Monastero di Santa Scolastica dimorò S.

Benedetto da Norcia dove scrisse la sua ”Regula”.

Nella zona sono ancora presenti diversi santuari inseriti in quella ricerca della spiritualità di antica memoria che ali-

mentano un considerevole flusso di turismo religioso, tra cui il più famoso quello della Trinità nel Comune di

Vallepietra.

Nell’area sono presenti grandi siti archeologici quali Villa Adriana, ma ritrovamenti archeologici che testimoniano

le origini romane delle città sono presenti un po’ dappertutto.

Nel Comune di Tivoli si incontrano ancora le famose Terme delle Acque Albule, la rinascimentale Villa d’Este, vero

gioiello d’arte, e la Villa Gregoriana realizzata per deviare il corso del fiume Aniene.

È presente nella zona l’unica stazione sciistica alle porte di Roma: Monte Livata.

Il paesaggio in generale si caratterizza per la grande presenza di colline ricche di uliveti che si estendono dai Colli

di Tivoli fino alla Sabina. La parte meridionale, vicino Olevano Romano, è caratterizzata da colture vitivinicole e da

un marchio doc quale il rosso Cesanese.

Area Prenestina e dei Monti Lepini

È situata tra la Valle dell’Aniene e i Colli Albani. Al suo interno vi sono 17 comuni, quasi tutti attraversati dalla Via

Prenestina e dalla Via Casilina.

La zona è importantissima per la forte presenza di tesori archeologici (resti dell’epoca romana, dei Volsci e Castelli

e palazzi risalenti al Medioevo e al Rinascimento).

Palestrina, bellissima cittadina all’inizio della Valle del Sacco e del Liri, famosa anche per aver dato i natali al gran-

de compositore Giovanni Pierluigi da Palestrina, è anche sito del Tempio della Fortuna Primigenia e del Museo

Archeologico che custodisce il famoso mosaico policromo del Nilo.

Lungo la Via Casilina il borgo di Genazzano si trova alle pendici dei Monti Prenestini. Colleferro, nella valle dei

Lepini, è un moderno centro industriale, in cui sono ubicate molte imprese del settore manifatturiero.

Area dei Castelli Romani

È sicuramente la zona più conosciuta e più vicina a Roma; comprende diciassette comuni.

È situata all’interno del grande vulcano laziale oggi rappresentato dal Parco regionale dei Castelli che abbraccia

tutto il territorio; si possono ammirare suggestivi paesaggi ivi compresi i due laghi di origine vulcanica di Castel

Gandolfo e di Nemi dove la grande quantità di verde conferisce al luogo suggestioni uniche.

Dal punto di vista storico e archeologico numerose sono le ricchezze sparse in ogni angolo di questo bellissimo

territorio. Si ricordano la città antica di Tusculum, la Villa Aldobrandini e il parco di Villa Torlonia a Frascati, la piaz-

za con le Fontane del Bernini e il Palazzo Chigi ad Ariccia.

E Castel Gandolfo arroccata sulla sponda occidentale del lago di Albano e sorta secondo la tradizione sul sito del-

l’antica Alba Longa fondata dal figlio di Enea, offre una incantevole vista del lago, ospita la residenza estiva del Papa.

Genzano e Lariano, cittadine di grande tradizione in special modo per la produzione di pane e note anche per la

festa dell’Infiorata e per i boschi di castagno.

Gioiello dei Castelli è Nemi nota fin dall’antichità per il suo splendido lago sulle cui sponde si venerava Diana

nemorense, dea della caccia.

Va evidenziata, a Grottaferrata, la presenza dell’Abbazia di San Nilo costruita sui resti di una villa romana e di proprietà

dei monaci basiliani di rito greco ortodosso, che custodisce anche lo Scriptorium, un laboratorio di restauro del libro

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

39SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

noto in tutta l’Europa medievale e ancora oggi in funzione. Qui fu restaurato il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci.

La zona è famosa in tutto il mondo per la produzione del vino, la gastronomia e le tradizioni locali. Famosi sono i

numerosi vini doc quali il Frascati, il Marino, il Colli Albani, il Colli Lanuvini, il Montecompatri e il Velletri, che ben

si accompagnano ai piatti della cucina locale.

Molto diffusa quindi l’agricoltura, l’industria enogastronomica e il settore turistico-ricettivo.

Area del Litorale Sud

È l’area più piccola e ospita solo quattro comuni di cui Anzio, Nettuno, Ardea di antiche origini e Pomezia, nata

dopo la bonifica delle paludi pontine, costituisce uno dei centri industriali della provincia.

L’interesse storico, culturale dell’area è dovuto ai resti di un villaggio risalente all’età del bronzo nei pressi di Ardea,

alle rovine del Palazzo Imperiale ad Anzio, città che diede i natali a due imperatori romani (Caligola e Nerone) e

dove alla fine del secolo scorso fu ritrovata la famosa Fanciulla di Anzio custodita al Museo delle Terme a Roma.

A Nettuno raccolta intorno al borgo medievale è molto nota la Torre Astura accanto alla quale affiorano sotto il pelo

dell’acqua le rovine di un vivaio ittico dell’epoca romana.

L’interesse naturalistico è dovuto alla massiccia presenza della vegetazione di macchia mediterranea e alla Riserva

Naturale di Tor Caldara, zona nota per le esalazioni sulfuree.

Lo sviluppo economico dell’area è imperniato intorno alla zona industriale e commerciale di Pomezia e di Roma

sud, ma anche zona agricola di notevole rilevanza dove la produzione orticola viene lavorata e commercializzata

sia a Roma che in Europa.

Comune di Roma

Sintetizzare in poche righe le caratteristiche storiche ed economiche dell’area metropolitana che costituisce la

città di Roma è un’impresa non da poco.

Roma moderna è la capitale dello Stato italiano ed erede di una storia millenaria le cui origini sono state fissate

dallo storico latino Varrone nel 21 aprile del 753 a.C.

Le vestigia di un così grande passato e di tutta la storia che ne è seguita si estrinsecano in un patrimonio archeo-

logico, monumentale e culturale che non ha uguali al mondo.

I numerosi musei di Roma custodiscono un patrimonio dell’intera umanità.

Roma è anche sede della Città del Vaticano ed ospita oltre a numerosissime chiese ed edifici storici le cinque prin-

cipali basiliche della Chiesa Cattolica (S. Pietro in Vaticano, S. Giovanni in Laterano, S. Lorenzo fuori le Mura,

S.Paolo fuori le Mura, S.Maria Maggiore).

L’area della Città di Roma dispone di immense ricchezze ambientali costituite da grandi parchi e giardini di origi-

ne nobiliare ed oggi a disposizione della cittadinanza e dei visitatori, ma anche da numerose aree verdi intera-

mente costituite da riserve naturali per complessivi 15.729 ettari.

La Città è sede di quattro università pubbliche (La Sapienza, Tor Vergata, Roma 3, Istituto scienze motorie) e di tre

private (Luiss, Lumsa, Campus bio medico di Roma).

È anche sede dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e della facoltà di medicina e chirurgia “Agostino Gemelli”.

All’istruzione universitaria sono collegati numerosi istituti di ricerca e sviluppo tra cui CNR, Istat, Istituto Superiore

di Sanità.

E tuttavia la città di Roma non è solo turismo, sistema dell’accoglienza, amministrazione dello Stato, Studi e ricer-

ca, è anche un centro economico e produttivo di tutta rilevanza.

Il settore agricolo è molto diffuso: in Roma città è registrato l’80% di tutte le imprese agricole operanti nel Lazio,

che verosimilmente trovano uno sbocco diretto nel grande mercato al consumo dell’area metropolitana.

Significativa la presenza dell’artigianato che con oltre 40.000 unità locali rappresenta il 75% dell’intera provincia.

Preponderante il settore commercio e le imprese dei servizi mentre l’industria manifatturiera è sviluppata essen-

zialmente nei settori hi tech, informatica, editoria, telecomunicazioni.

Complessivamente l’area metropolitana della Città di Roma dispone di tantissime risorse che tuttavia necessita-

no di essere organizzate in una strategia di modernizzazione e sviluppo di più ampio respiro in cui l’innovazione

tecnologica e la ricerca scientifica, a partire dalle cittadelle universitarie, possano avere un ruolo trainante anche

al di fuori dell’area di riferimento.

In conclusione di questa analisi, il breve escursus sul territorio della Provincia di Roma ha evidenziato le grandi

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

40 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

potenzialità esistenti ma anche uno sviluppo produttivo insufficiente a garantire reddito ed occupazione.

Complessivamente la provincia di Roma appare, turisticamente parlando, come un grande libro di storia, un

museo senza pareti né bacheche, un continuo susseguirsi di suggestivi paesaggi e di boschi in cui le vestigia di

un grande passato la fanno da padroni.

Il suggerimento che ne deriva è quello di puntare a una conservazione dei siti e delle bellezze paesaggistiche, dei

monumenti e dei palazzi storici, di rafforzare la specializzazione dei territori, sviluppando contemporaneamente

l’innovazione sia a sostegno delle attività di conservazione storica nonché di sviluppo di nuovi materiali, di nuovi

prodotti o processi per favorire un nuovo sviluppo rispettoso dell’ambiente dei luoghi e delle tradizioni.

2.1.2.2 La popolazione

Dal punto di vista demografico, la provincia di Roma presenta tutti i tratti tipici di un’area all’interno della quale è

presente una grande metropoli.

La popolazione della provincia, al 31/12/2004 era pari a 3.807.992 unità, una numerosità tale da renderla la secon-

da nella classifica delle province più abitate del Paese, dopo Milano.

Nella sola città di Roma si concentra il 67,6% della popolazione che in valore assoluto risulta pari a 2.542.003

unità.

In ogni caso oltre l’86,7% della popolazione risiede nei 19 centri con più di ventimila abitanti (Roma, Guidonia

Montecelio, Tivoli, Fiumicino, Civitavecchia, Velletri, Pomezia, Anzio, Nettuno, Mentana, Ciampino, Marino Laziale,

Albano Laziale, Monterotondo, Ardea, Ladispoli, Cerveteri, Genzano di Roma, Colleferro e Frascati) dato, questo,

che consente alla provincia di occupare la seconda posizione nazionale nella graduatoria del cosiddetto tasso di

urbanizzazione.

Tabella 1 - Popolazione residente

Territorio 2001 2002 2003 2004

Provincia di Roma 3.704.396 3.723.649 3.758.015 3.807.992

Lazio 5.112.413 5.117.075 5.145.805 5.205.139

talia 56.995.744 56.993.742 57.321.070 57.888.245

Tasso di crescita annuo

Territorio 2002/’01 2003/’02 2004/’03 2004/’01

Provincia di Roma 0,5% 0,9% 1,3% 2,8%

Lazio 0,1% 0,6% 1,1% 1,7%

Italia 0,0% 0,6% 1,0% 1,5%

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat, 2005

Elevatissimo è anche il dato della densità abitativa pari a 695,8 abitanti per kmq, quarta posizione nazionale e

prima del Centro Italia.

Molto forte è anche il grado di attrazione dei comuni più grandi verso Roma Capitale.

L’analisi della composizione per età della popolazione evidenzia una popolazione giovane, forte, con una crescen-

te rappresentanza femminile e notevoli aspettative occupazionali, soprattutto giovanili.

■ Roma ■ Lazio ■ Italia

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat, 2005

Figura 3 - Andamento della variazione annuale del tasso migratorio netto in provincia di Roma, Lazio e Italia

15,0

10,0

5,0

0,0

2002 2003 2004

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

41SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

In termini numerici l’analisi rivela una presenza di persone appartenenti alla classe di età 15-64 anni (69,3%) supe-

riore al valore medio nazionale e che colloca la provincia al 10° posto della classifica nazionale ed al primo in quel-

la dell’Italia Centrale, mentre la percentuale di donne sul totale della popolazione è più alta (52,4%), valore che

garantisce la sesta posizione a livello nazionale.

Il quadro degli indicatori demografici è completato dall’indice di vecchiaia, ossia il rapporto tra la popolazione con

65 anni di età e oltre e quella con meno di 15 anni che con un valore pari a 133 risulta inferiore al corrispondente

nazionale (134).

L’attrazione esercitata da Roma è confermata dalla notevole presenza di cittadini stranieri per 100.000 abitanti, che

colloca Roma al 18° posto della graduatoria nazionale dopo le province del Nord. Contrariamente a quanto si possa

credere, i cittadini extracomunitari, pur essendo decisamente prevalenti su quelli comunitari, fanno segnare un’in-

cidenza sul totale della popolazione straniera pari all’80,1% contro un dato medio nazionale dell’87%.

Molto negativi i dati sul piano della sicurezza dei cittadini dove Roma si configura come la provincia dell’Italia

Centrale con il maggior numero di delitti denunciati (tra cui furti e rapine) rispetto alla popolazione residente ed

occupa la terza posizione nella classifica nazionale con un dato che è quasi del 60% superiore a quello medio

nazionale.

Altri spunti non positivi derivano dall’analisi della “mortalità per causa” dove la percentuale di decessi per pato-

logie tumorali è la più elevata del Centro Italia. A questo contribuisce l’elevato peso delle malattie del sistema

respiratorio, la causa dell’oltre il 24% dei decessi per cancro, molto superiore a quello di altre province metro-

politane come Milano e Torino, che colloca Roma al tredicesimo posto in Italia ed al secondo nel Centro dopo

Latina.

Tabella 2 - Indice di dipendenza strutturale nella provincia di Roma e nel Lazio

Territorio 1981 1991 2001 2004

Provincia di Roma 47,4 39,6 45,9 41,4

Lazio 49,2 41,9 46,7 50,2

Fonte: dati Istat

La tabella suindicata evidenzia il rilievo economico-sociale della struttura demografica: l’indicatore in essa conte-

nuto rappresenta il numero di individui non autonomi per ragioni demografiche (età <=14 e >=65) ogni 100 indi-

vidui potenzialmente indipendenti. Un indice di dipendenza totale alto è quindi sinonimo di un numero elevato di

ragazzi ed anziani di cui la popolazione attiva deve occuparsi complessivamente.

I dati riferiti al 2004 evidenziano il progressivo miglioramento conseguito nell’ultimo quadriennio, a seguito di un

incremento della popolazione attiva, grazie anche all’apporto demografico da parte di popolazioni provenienti da

altri Paesi.

2.1.3 STRUTTURA PRODUTTIVA PROVINCIALE

2.1.3.1 Andamento economico

La provincia di Roma si posiziona al secondo posto, dopo Milano, per numero di imprese. Sono infatti 221.130 le

imprese registrate nella provincia al 31/12/2003. Il settore nettamente preponderante è quello del commercio, con il

36,6% di incidenza sul totale imprese, un valore di rilievo sia in ambito nazionale sia in quello più ristretto del Centro

Italia. Discreto anche l’impatto delle imprese che erogano servizi alle imprese (9,3%). Su percentuali più basse ma di

assoluto rilievo sia in ambito nazionale che in quello più ristretto del Centro Italia si attestano le imprese operanti nel

settore dei trasporti (6,0%) e in quello del credito (2,9%). L’analisi temporale mette in mostra un calo notevole nel

periodo 1997-2001 del peso del commercio, che è passato dal 31,4%, al 27,5 mentre possiamo vedere come nel

2002-2003 il trend cambi tendenza per tornare ad una crescita positiva portando il dato al 36,6%, quasi dieci punti per-

centuali in più rispetto al periodo precedente. In linea con il dato nazionale risulta la presenza dell’artigianato: il 28,6%

delle imprese presenta questa caratteristica. Discreto il ritmo di crescita del numero di aziende nel 2003 (3,1% il tasso

di evoluzione), che porta la provincia ad avere un dato superiore alla media nazionale ed a quella della macroarea, gra-

zie ad un tasso di natalità in linea con quello nazionale e, di contro, un tasso di mortalità imprenditoriale inferiore al dato

del Paese. La struttura delle imprese secondo il numero dei dipendenti vede la presenza della più alta percentuale di

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

42 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

micro imprese (con uno o due addetti) del Centro Italia con un 81,2%. L’ analisi secondo l’età mostra una grandissima

presenza delle imprese aventi un’età compresa fra 3 e 13 anni ed una scarsa penetrazione di quelle presenti da più di

20 anni sul mercato. Quasi il 28% delle aziende agricole censite nel Lazio risiede nella provincia di Roma, quasi 60.000

unità, con una superficie agricola utilizzata del 66,5% e di dimensioni ridotte: di fatto, il 77% circa ha tra 1 e 2 ettari.

L’unico baricentro economico a mutare nella regione Lazio è proprio quello della provincia di Roma che si sposta dalla

Capitale al comune di Anzio. Per quanto riguarda il complesso di strutture turistiche la provincia rimane in testa in ambi-

to regionale mentre a livello nazionale ottiene solo il 12° posto con 1.758 unità.

Va altresì rilevato che la provincia, pur contenendo al suo interno la Capitale del Paese, risulta indietro rispetto a molte

province. Il reddito disponibile pro capite, pur essendo di circa il 21% superiore a quello nazionale, non consente alla

provincia di occupare posizioni di particolare rilievo nell’ambito del Paese ponendosi solo in 14a posizione.

Considerazioni diverse valgono per quanto riguarda l’andamento dei consumi, in cui l’incidenza di quelli alimentari è

decisamente in linea col dato nazionale. Numerosi sono gli indicatori che dimostrano la bontà complessiva del tenore

di vita provinciale. Roma si posiziona al terzo posto della graduatoria nazionale relativamente al consumo pro capite di

energia elettrica per uso domestico, al 2° posto sia per il numero di autovetture circolanti per 1.000 abitanti sia per il

numero di immatricolazioni nel 2001 per 1.000 abitanti.

La dotazione di infrastrutture della provincia di Roma, pur essendo complessivamente di assoluto rilievo, non riesce

sempre ad assumere una posizione degna della capitale di uno stato moderno. L’indice generale, infatti, fa segnare un

valore che, fatta pari a 100 la media nazionale, risulta di 184,7 nel 1999), in netto miglioramento sul 1991, dove l’indi-

ce risultava pari a 178,2.

Con questo risultato la provincia di Roma si colloca al 7° posto in Italia ed al secondo nell’Italia Centrale.

Le infrastrutture economiche (reti di trasporto, infrastrutture a rete, porti, aeroporti, ecc.) si mostrano legger-

mente più deboli rispetto a quelle sociali (strutture culturali e ricreative, per l’istruzione, sanitarie, ecc.). Le

prime infatti fanno segnare un valore di 161,9 nel 1999 (144,7 nel 1991), che pongono Roma all’11° posto,

seconda fra le province; le seconde invece fanno segnare un eccellente 240,6 terzo valore in Italia e subito

dopo Firenze nel Centro.

La categoria delle infrastrutture sociali peraltro si contraddistingue per una particolarità, vale a dire la presenza di Roma

nelle prime cinque posizioni in tutte le singole voci, con un primo e due secondi posti nelle graduatorie del Centro.

Qualche problema in più si ha per le infrastrutture economiche. Infatti, accanto alle buonissime performance fatte

segnare dagli aeroporti, dalle strutture per le trasmissioni dati, dalle banche e servizi alle imprese, si inseriscono situa-

zioni meno confortanti come le strade. Entrando più nello specifico, si ha che le prime tre voci si piazzano tutte entro

le prime sei posizioni della classifica nazionale, con gli aeroporti che si distinguono anche per la prima posizione a livel-

lo macroripartizionale, mentre la rete stradale è l’unica infrastruttura che mostra una situazione insufficiente rispetto

alla media nazionale e che proietta Roma al terzultimo posto dell’area centrale del Paese.

Nel complesso, l’andamento delle variabili descritte ed esaminate è sintetizzato nel valore del PIL a prezzi correnti della

provincia in relazione al Lazio ed all’Italia, come riportato nella tabella seguente, nei 4 anni (2000-2003). Vale la pena di

osservare che nel 2003 il tasso di crescita del PIL provinciale è risultato superiore dello 0,5% rispetto alla media nazio-

nale, ed inferiore solo dello 0,1% rispetto alla macroarea Regione Lazio.

Tabella 3 - Andamento del PIL a prezzi correnti in provincia di Roma, Lazio e Italia nel quadriennio 2000 - 2003

(valori in milioni di euro)

Territorio 2000 2001 2002 2003

Provincia di Roma 86.954 92.368 96.789 100.229

Lazio 109.817 116.497 122.071 127.200

Italia centrale 225.754 238.934 248.381 258.376

Italia 1.080.757 1.138.010 1.177.117 1.217.193

Tasso di crescita annuo (a prezzi correnti)

Territorio 2000/’99 2001/’00 2002/’01 2003/’02 Media

Provincia di Roma 5,2 6,2 4,8 3,6 4,9

Lazio 5,0 6,1 4,8 4,2 5,0

Italia centrale 5,2 5,8 4,0 4,0 4,8

Italia 5,6 5,3 3,4 3,4 4,4

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

43SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

2.1.3.2 Analisi dei settori produttivi

La provincia di Roma si posiziona al secondo posto in Italia per numero di imprese. Sono infatti 225.394 le impre-

se attive al 31/12/2004, come si evidenzia dalla tabella sotto riportata.

Tabella 4 - Imprese attive in provincia di Roma e nel Lazio – Raffronto con le altre province

Numero imprese attive

2000 2001 2002 2003 2004

Provincia di Roma 204.675 211.972 215.210 221.130 225.394

Lazio 330.067 338.836 343.023 351.063 356.014

Italia 4.840.366 4.897.933 4.952.053 4.995.738 5.061.859

Il settore nettamente preponderante è quello del commercio, con il 36,6% di incidenza sul totale imprese, un valo-

re di rilievo sia in ambito nazionale sia in quello più ristretto del Centro Italia.

Discreto anche l’impatto delle imprese che erogano servizi alle imprese (9%). Su percentuali più basse ma di asso-

luto rilievo, sia in ambito nazionale sia in quello più ristretto del Centro, si attestano le imprese operanti nel set-

tore dei trasporti (6,1%) e in quello del credito (3%).

Le performance conseguite dall’economia provinciale sono di assoluto rilievo. Il contributo alla formazione del PIL

nazionale supera l’8,0%, secondo maggior contributo dell’intero Paese dopo Milano. Emergono invece delle

distanze importanti dalle migliori realtà del Paese quando si considera il fattore dimensionale. In relazione al PIL

pro capite si osserva che per ogni abitante della provincia il relativo valore assoluto è pari a circa 25.337 euro (in

lieve calo rispetto a precedenti valori). Il dato, pur essendo decisamente superiore alla media nazionale, non con-

sente alla provincia di Roma di occupare le primissime posizioni a livello nazionale (si trova all’8° posto), rimanen-

do indietro rispetto a Firenze e lontano dalle posizioni conquistate all’inizio degli anni ’90. Le imprese dei servizi

recitano la parte del leone per quanto riguarda l’incidenza sulla formazione del PIL provinciale: ben l’85,7% del PIL

deriva da queste imprese, un dato che in Italia è il primo assoluto. Infine le imprese artigianali fanno registrare una

quota di Valore Aggiunto (4,6%) che è di gran lunga la più bassa del Paese (pone la Provincia di Roma al 103°

posto) e del tutto in linea con la modesta presenza sul territorio di queste attività.

Tabella 5 - Contributo dei settori produttivi alla formazione del Valore Aggiunto nel 2003 (valori in milioni di euro)

Settori Provincia di Roma Lazio Centro Italia

v.a. % v.a. % v.a. % v.a. %

Agricoltura 528 0,5 1.651 1,3 4.200 1,6 30.883 2,5

Industria 13.759 13,8 21.620 17 58.003 22,4 323.666 26,6

di cui Manifattura 2.479 2,5 16.924 13,3 46.943 18,2 262.229 21,5

di cui Costruzioni 11.280 11,3 4.696 3,7 11.060 4,3 61.437 5

Servizi 85.942 85,7 103.930 81,7 196.174 75,9 862.644 70,9

Totali 100.229 100 127.201 100 258.377 100 1.217.193 100

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Significativa l’elevata incidenza del comparto dell’edilizia e del terziario nella provincia di Roma, in contrasto con una

presenza sempre meno incisiva dell’industria manifatturiera e dell’agricoltura.

L’incidenza dei due comparti è praticamente inversa rispetto a quella della regione. Sulle statistiche incidono le grandi

imprese di costruzioni con sede a Roma sia l’indotto. Il comparto manufatturiero puro accentua la sua debolezza con

una progressiva erosione da parte dei servizi trainati dalle TLC e dall’indotto. La forte presenza della PA sposta l’inci-

denza dei servizi anche rispetto alla base nazionale.

Il contributo dell’artigianato è cresciuto con buoni ritmi nel comparto industriale in senso stretto più che in quelli tra-

dizionali. I motivi vanno ricercati in una progressiva frammentazione della struttura produttiva che coincide con una rin-

novata vitalità del settore che ha prodotto un Valore Aggiunto di 2.267 milioni di euro, il 50% circa del totale; il 34%

del Valore Aggiunto prodotto deriva dal settore delle Costruzioni che, in controtendenza rispetto alle altre province,

registra un trend di crescita. Tale andamento è illustrato nella tabella n. 6, dove, oltre ai valori assoluti della serie stori-

ca, è riportata la variazione percentuale 2002/2000, per evidenziare il tasso di variazione nei più recenti 3 anni.

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

44 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Tabella 6 - Valore Aggiunto dell’artigianato nella provincia di Roma (valori a prezzi base 1995)

Milioni di euro

Settore 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002

Industria in senso stretto 932 1.000 999 1.102 1.212 1.352 1.441 1.566

Costruzioni 491 514 554 692 708 649 670 702

Totale industria 1.423 1.513 1.553 1.794 1.920 2.001 2.110 2.267

Commercio e riparazioni 694 718 744 753 733 744 760 773

Trasporti e comunicazioni 475 515 488 564 538 575 596 571

Informatica e serv. alle impr. 142 172 210 224 265 306 338 366

Serv. alle famiglie e altre attiv. 418 415 388 421 440 449 452 447

Totale altre attività 1.729 1.820 1.830 1.963 1.976 2.074 2.147 2.157

Totale 3.152 3.333 3.382 3.757 3.896 4.075 4.257 4.424

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Tabella 7 - Variazione % del Valore Aggiunto dell’artigianato nella provincia di Roma (valori a prezzi base 1995)

Variazione %

Settore ‘96/’95 ‘97/’96 ‘98/’97 ‘99/’98 ‘00/’99 ‘01/’00 ‘02/’01 ‘02/’95

Industria in senso stretto 6,3 3,8 20,0 -24,2 -7,6 -6,5 4,2 -9,5

Costruzioni -3,5 -4,1 -1,9 13,6 -5,9 -0,3 4,3 1,0

Totale industria -0,8 -1,8 5,0 0,1 -6,4 -1,9 4,3 -1,9

Commercio e riparazioni 7,8 10,5 16,1 -1,4 -9,6 -8,8 7,2 20,4

Trasporti e comunicazioni 5,5 2,5 29,6 -7,5 -11,5 -10,6 -2,5 0,1

Informatica e serv. alle impr. 11,2 7,2 4,7 -3,4 3,8 2,9 3,7 33,6

Serv. alle famiglie e altre attiv. -3,7 8,2 38,0 -6,0 5,2 -5,8 -2,5 30,5

Totale altre attività 5,6 7,3 21,1 -4,4 -4,7 -6,3 2,0 19,6

Totale 4,8 5,5 26,1 -4,3 -11,0 -8,2 6,3 17,7

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

2.1.3.3 Internazionalizzazione

L’ imprenditoria romana nel 2003 ha esportato merci per 5 miliardi di euro (in netto calo rispetto ai 6,1 del 2002),

con una propensione all’esportazione del 5% (86° posto nella relativa graduatoria nazionale). Le importazioni sono

decisamente più elevate, ed anch’esse in lieve calo rispetto all’anno precedente con 17,24 miliardi di euro a fron-

te dei 17,62 del 2002. Il tasso di apertura si attesta a quota 22,2% poco più della metà del valore nazionale e

approssimativamente una volta e mezza in meno del valore medio del Centro Italia (74a posizione in Italia). I pro-

dotti di gran lunga più esportati sono i prodotti chimici; di questi, la parte più sostanziosa è detenuta dai prodotti

farmaceutici che assorbono circa il 16% delle esportazioni della provincia, seguiti da quelli che rientrano nella voce

aeromobili e veicoli spaziali. Da segnalare la voce apparecchi riceventi che compaiono nelle prime dieci posizioni

solamente a Roma per quanto riguarda le province del Centro. Il panorama delle importazioni è decisamente più

eterogeneo. I prodotti più importati risultano essere gli autoveicoli con una quota del 27%. Nelle prime dieci posi-

zioni troviamo anche i prodotti a base di tabacco e quelli relativi ai prodotti chimici. I principali Paesi destinatari

delle esportazioni sono quasi tutti europei, soprattutto intracomunitari, seguiti dall’America e dall’Asia (Cina). Poco

significativo il quadro delle importazioni. Nelle prime dieci posizioni sono presenti quasi tutti Paesi dell’Unione

Europea dei 15, Asia e America.

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

45SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

2.1.3.4 Dinamiche imprenditoriali

Il tasso di evoluzione imprenditoriale indica quante imprese extra-agricole in più in un determinato arco tem-

porale sono registrate nel Registro delle Imprese delle Camere di Commercio Industria, Agricoltura ed Artigianato,

ogni 100 esistenti all’inizio del periodo ed è dato dalla differenza fra il tasso di natalità16 ed il tasso di mortalità17.

Fonte: Unioncamere

Figura 5 - Esportazioni in provincia di Roma per attività economica, 2003

Macchine elettriche

Macchine ed app. meccanici

Metalli, prodotti in metallo

Minerali non metalliferi

Gomma e plastica

Prodotti chimici

Coke, raffinerie petrolio

Carta ed editoria

Legno

Cuoio e pelli

Confezioni di vestiario

Tessile

Alimentari

Minerali ed energia

Agricoltura

Mezzi di trasporto

Altre ind. manifatturiere

Altre esportazioni

1,05%

0,4%

0,14%

3,31%

3,81%

1,92%

0,09%

1,55%

7,38%

1,68%

1,34%

1,81%

9,87%

14,19%

16,67%

3,18%

4,85%

27,10%

0,0% 10,0%5,0% 15,0% 20,0% 25,0% 30,0%

■ Roma ■ Lazio ■ Italia

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Figura 4 - Tasso di apertura e propensione all'esportazione, 2003

22,225,3

42,3

Tasso di apertura

5,28,2 21,2

Propensione all'export

147

47,6

100,4

Tasso di copertura

16) Il numero di imprese iscrittesi nei registri tenuti dalle Camere di Commercio Industria, Agricoltura ed Artigianato, con l’esclusione di quelle agri-

cole, in un dato arco temporale ogni 100 esistenti all’inizio del periodo

17) Il numero di imprese cancellatesi dai suddetti registri, in un dato arco temporale ogni 100 esistenti all’inizio del periodo

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

46 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

La Distribuzione settoriale delle aziende per natura giuridica - Roma (2002)

La struttura delle imprese secondo il numero dei dipendenti vede la presenza della più alta percentuale di micro

imprese (con uno o due addetti) del Centro Italia e la maggior percentuale a livello nazionale di macro imprese (con

almeno 200 addetti).

L’analisi secondo l’età mostra una grandissima presenza delle imprese aventi un’età compresa fra 3 e 11 anni

ed una scarsa penetrazione di quelle presenti da più di 20 anni sul mercato.

Tabella 8 - Imprese attive nella provincia di Roma per settore di attività, 2004

Imprese attive

Settori di attività economica Numero %

Agricoltura 14.897 6,56

di cui agricoltura 14.783 0,05

di cui pesca, piscicoltura e annessi 114 6,61

Industria 54.169 24,03

di cui Estrazione materiali 108 0,05

di cui Attività manifatturiere 22.802 10,12

di cui Produz. distribuz. energia e gas 79 0,04

di cui Costruzioni 31.180 13,83

Servizi 152.603 67,71

di cui Commercio 83.056 36,85

di cui Alberghi e ristoranti 12.640 5,61

di cui Trasporti, magazzini e comunic. 13.459 5,97

di cui Intermed. mon. e finanz. 6.685 2,97

di cui Att. Immobil, noleggio, informat. e ricerca 21.312 9,46

di cui Istruzione 913 0,41

di cui Sanità e servizi sociali 1.128 0,50

di cui Altri servizi sociali ed alla persona 13.410 5,95

di cui servizi domestici - 0,00

Altre imprese 3.725 1,65

Totale 225.394 100,00

Fonte: CCIAA Roma

Staticamente il dato evidenzia una forte preponderanza del comparto tradizionale artigianale con una incidenza

delle Costruzioni attestata ad oltre il 50% del settore industriale.

Tabella 9 - Evoluzione delle imprese attive nel periodo, 2000-2004

Territorio Numero imprese attive

2000 2001 2002 2003 2004

Provincia di Roma 204.675 211.972 215.210 221.130 225.394

Lazio 330.067 338.836 343.023 351.063 356.014

Italia 4.840.366 4.897.933 4.952.053 4.995.738 5.061.859

Variazioni percentuali

Territorio 2001/’00 2002/’01 2003/’02 2004/’03 2004/’00

Provincia di Roma 3,57% 1,53% 2,75% 1,93% 10,12%

Lazio 2,7% 1,2% 2,3% 1,4% 7,9%

Italia 1,2% 1,1% 0,9% 1,3% 4,6%

Fonte: Movimprese, 2000 – 2004

Dinamicamente è evidente l’incremento che è dovuto come già visto in precedenza al settore dei servizi.

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

47SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Tabella 10 - Imprese attive per forma giuridica in provincia di Roma

Forma giuridica 2000 2001 2002 2003 2004

v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. %

Soc. di capitali 27.760 13,6% 31.015 14,6% 34.081 15,8% 36.450 16,5% 38.463 17,1%

Soc. di persone 24.080 11,8% 25.436 12,0% 23.236 10,8% 23.854 10,8% 24.064 10,7%

Impr. individ. 149.848 73,2% 152.230 71,8% 154.406 71,7% 157.091 71,0% 158.933 70,5%

Altre forme 2.987 1,5% 3.291 1,6% 3.487 1,6% 3.735 1,7% 3.934 1,7%

Totale 204.675 100,0% 211.972 100,0% 215.210 100,0% 221.130 100,0% 225.394 100,0%

Fonte: Movimprese 2000 – 2004

2.1.3.5 Specializzazioni produttive: i Distretti industriali nella Provincia di Roma

Sebbene la provincia di Roma non presenti nel suo territorio distretti industriali, secondo i criteri di riferimento fissati

dalla Legge n. 317 del 5 ottobre 1991 (art. 36, comma I) e successive modifiche ed integrazioni, da un punto di vista

quali-quantitativo presenta un significativo numero di Poli Industriali e Clusters che collocano l’intera area in una posi-

zione di rilievo, in particolare nel settore delle ICT. Al riguardo si pensi alla localizzazione nella provincia di alcune tra

le più importanti società italiane di telecomunicazioni, informatica, Internet, televisione, radio, cinema, editoria.

Considerando infatti solo il settore dell’ICT, delle 18.000 imprese laziali la quasi totalità opera nella provincia di Roma,

pari al 12% del totale nazionale. In particolare, nell’area dell’insediamento sono già presenti le più grandi realtà indu-

striali nel campo della tecnologia elettronica ed aerospaziale quali Alenia, Alenia Spazio, Elettronica, Telespazio,

Vitrociset, Edisontel.

Per meglio contribuire alle esigenze delle PMI nel territorio, è in fase avanzata la creazione di un Centro Elettronico -

Aerospaziale, in collaborazione con le Università romane, primarie aziende del settore e centri specializzati.

Finalizzato allo sviluppo di tecnologie e al trasferimento tecnologico, il Centro opererà nel campo della microelettro-

nica (sviluppo sistemi ed elettroottica) e nel campo dei servizi, con particolare riferimento alla certificazione di qualità.

■ Società di capitali ■ Società di persone ■ Imprese individuali ■ Altre forme

Fonte: Movimprese, 2004

Figura 6 - Imprese attive per forma giuridica in provincia di Roma, 2004

Altre forme 2%

Società di capitali 17%

Società di persone 11%

Imprese individuali 70%

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

48 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Altro distretto di fatto da segnalare è il Polo farmaceutico di Pomezia, caratterizzato dalla presenza dell’ IRBM

(Centro di ricerca della multinazionale Merck Sharp & Dome) e di aziende quali Sigma Tau, Angelini, Menarini.

Ulteriore polo industriale di rilievo è il Tecnopolo di Castel Romano, che ospita anche il Centro Sviluppo Materiali

e l’Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente.

A livello turistico esiste il progetto del Polo Turistico Integrato di Valmontone, che prevede la creazione del più

grande parco ricreativo tematico in Italia e di strutture alberghiere in grado di accogliere flussi turistici di grande

portata. La società realizzatrice del progetto prevede di fornire o dare in concessione servizi alberghieri e com-

plementari per tre grandi nuove strutture: un hotel a 4 stelle; un castello con 432 stanze con beauty center, cen-

tri fitness, piscine e un residence.

Infine, nel settore della ricerca medico-scientifica, va sottolineato il pool di enti di ricerca, associazioni onlus che,

insieme alla regione Lazio e alla Filas SpA18, un polo della ricerca integrata sulle neuroscienze, che ha visto la

sottoscrizione di protocollo di intesa tra il CNR, dell’Ebri (European Brain Research Institute), della fondazione

Santa Lucia, nonché della Filas e della regione Lazio.

Il nuovo polo integrato della ricerca sorgerà alle porte di Roma nel complesso di Prato Smeraldo, in parte già uti-

lizzato dai laboratori dell’Ebri e dalla Fondazione Santa Lucia.

Figura 7 - Schema delle specializzazioni produttive della provincia di Roma

Roma

Salario

Guidonia / TivoliPolo del Marmo

TiburtinaInformation Technology

Prato SmeraldoProg. Polo

della ricerca

ValmontoneProg. Polo

Turist./commCastel RomanoTecnopolo

PomeziaPolo farmaceutico

18) In particolare, l’accordo prevede che per le spese connesse alla progettazione, realizzazione ed attività, sia costituito un fondo speciale regiona-

le, la cui dotazione è pari a 4 milioni 500 mila euro per il triennio 2005-2007

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

49SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

2.1.4 IL MERCATO DEL LAVORO

Il tasso medio di disoccupazione del 2003 (8% - in calo rispetto al 10% del 2001) costituisce la 36° misura

dell’Italia, mantenendosi al di sotto anche della media nazionale. Quello che maggiormente ha preoccupato fino

ad oggi era la complessiva stabilità della situazione nel corso degli anni. Il tasso di disoccupazione nel 1995 era

infatti superiore solamente di 1,2 punti percentuali a quello del 2001. Disaggregando per classi di età questa misu-

ra, troviamo una situazione decisamente critica nelle classi di età più giovani (fino ai 29 anni), nonostante un recu-

pero fatto osservare negli ultimi tempi. Dal 1995 al 2002 il tasso della classe 15-24 anni è sceso dal 48,1% al

30,8%, ma nel 2003 l’inversione del trend l’ha portato ad un aumento di quattro punti percentuali (34,9%); quel-

lo della classe di età successiva è sceso dal 34,1% al 21,9% ed anch’esso nel 2003 ha invertito il trend risalendo

al 23,1%. Il mercato del lavoro della provincia fa segnare anche altre peculiarità, come ad esempio la più alta per-

centuale di addetti dediti a settori diversi dall’agricoltura e dall’industria (82%), e l’incidenza degli occupati alle

dipendenze: il 76,2%.

Tabella 11 - Indicatori del mercato del lavoro, 2003

Indicatori Prov. di Roma Lazio Italia

Popolazione > 15 anni 3.283.436 4.554.030 49.207.999

Non forze di lavoro 1.634.230 2.301.198 25.057.675

Forze di lavoro 1.649.207 2.252.832 24.150.318

Persone in cerca di occupazione 1.634.230 196.147 2.096.075

Totale Occupati 1.517.117 2.056.685 22.054.249

Occupati dipendenti 1.156.414 1.540.265 16.046.179

Occupati indipendenti 360.703 516.420 6.008.070

Tasso di attività 50,2 49,5 49,1

Tasso di disoccupazione 8 8,7 8,7

Fonte: Movimprese

Si rileva il notevole peso del terziario della provincia, attribuibile per la quasi totalità dal comune capoluogo, in

grado di influire sulla distribuzione settoriale anche a livello regionale. Tale settore, come mostrano i grafici

seguenti, ha evidenziato negli ultimi anni la più elevata dinamicità (Figura 8), attribuibile in buona parte alle attività

connesse all’intermediazione finanziaria (Figura 9).

■ Agricoltura ■ Industria ■ Altre attività

Fonte: Movimprese

Figura 8 - Occupati per settore di attività, 2003

Lazio

Italia

Roma 1,4% 16,0% 82,6%

2,6% 19,8% 77,6%

4,9% 31,8% 63,3%

0% 20% 40% 60% 80% 100%

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

50 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

2.1.5 I SERVIZI DI PROMOZIONE DELL’IMPRENDITORIALITÀ E DI SOSTEGNO ALLA CREAZIONE E SVILUPPO D’IMPRESA

La provincia di Roma è dotata di una consistente “infrastruttura” a supporto della nascita e del consolidamento

di impresa, in particolare nei settori considerati strategici per lo sviluppo del territorio. Parallelamente la provincia

vanta la presenza di Centri di ricerca di fama nazionale e internazionale che potrebbero giocare un ruolo impor-

tante nei processi di sviluppo del sistema economico e del modello di crescita dell’intera Regione. Come facil-

mente avviene quando una pluralità di attori agisce parallelamente sullo stesso territorio, si registra un deficit di

coordinamento delle varie iniziative, e a volte i servizi erogati si sovrappongono e si duplicano. Per tali ragioni

sarebbe opportuno, da un lato, agire sulle strutture, incentivando la cooperazione fra i diversi soggetti al fine di

superare le logiche autoreferenziali, dall’altro intervenire sugli strumenti concentrando le risorse al fine di raffor-

zare le migliori iniziative ed evitare l’eccessiva proliferazione di progetti modesti e brevi.

Una “classificazione” dei servizi a sostegno della creazione e sviluppo d’impresa può avvenire sulla base dei prin-

cipali attori istituzionali (Regione Lazio, Provincia di Roma, Comune di Roma, Camera di Commercio di Roma) che

spesso agiscono per mezzo di Agenzie create ad hoc, e dei principali Poli di innovazione, ricerca e sviluppo

(Università, Centri di ricerca e Poli tecnologici).

La Regione Lazio si è dotata di una rete di Società che vedono anche la partecipazione di altri attori istituzionali.

Le principali Società della rete regionale sono la Filas, il BIC Lazio e Sviluppo Lazio.

La Filas, Finanziaria Laziale di Sviluppo, gestisce operativamente alcune leggi regionali e sottomisure del DOCUP

■ Commercio, riparazioni, alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni■ Intermediazione monetaria e finanziaria; attività immobiliari e imprenditoriali■ Altre attività di servizi

Figura 10 - Serie storica Occupati nel Settore dei Servizi per sottosettore di attività

500

600

700

800

400

300

200

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002

■ Agricoltura, silvicoltura e pesca ■ Industria ■ Servizi

Figura 9 - Serie storica Occupati per settore di attività

600

800

1.000

1.200

1.400

1.600

1.800

400

200

0

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

51SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Ob. 2 finalizzate all’innovazione del sistema delle imprese ed interventi nel capitale di rischio delle imprese.

Inoltre, la Filas ha promosso il Centro Atena, un progetto per generare e promuovere servizi di sostegno allo svi-

luppo delle PMI che operano nel settori dell’ICT, del Multimediale e dell’Aerospazio. Il Centro Atena è organizza-

to in strutture operative che offrono un portafoglio di servizi a Valore Aggiunto, mirati a facilitare i processi di inno-

vazione delle imprese.

Fra questi rientra il progetto Business Lab, finalizzato alla creazione d’impresa sulla base di idee innovative gene-

rate all’interno delle Università, dei Centri di ricerca e delle Imprese. Nell’ambito del Business Lab giovani diplo-

mati e laureati possono ricevere una borsa in denaro e il supporto di esperti per lo sviluppo di un’idea imprendi-

toriale nel settore ICT.

Altri progetti del Centro Atena sono:

3 Labornetfilas - portale che propone un nuovo modello di raccordo tra mondo dell’istruzione, formazione pro-

fessionale, Università e tessuto produttivo del Lazio;

3 Connect - progetto teso a stimolare, assistere e partecipare alla nascita di raggruppamenti, associazioni o

imprese innovative del Lazio per la realizzazione di “ecosistemi digitali” di filiera;

3 Scentec - gruppo di ricerca per l’analisi e la definizione di scenari tecnologici con l’obiettivo di indirizzare le

imprese ed i giovani imprenditori verso percorsi di ricerca e innovazione che nel breve-medio periodo pos-

sano diventare reali opportunità di mercato;

3 Pitt - il “Centro Regionale di trasferimento della tecnologia e della proprietà intellettuale”, progetto dedicato ad

attivare e sostenere il processo di trasferimento delle tecnologie e la valorizzazione della proprietà intellettuale;

3 Laboratori per l’innovazione - strumento che persegue l’obiettivo di creare infrastrutture fisiche e tecnologi-

che, anche virtuali, dedicate a generare patrimonio intellettuale e soluzioni competitive da diffondere nel tes-

suto imprenditoriale regionale.

Il BIC Lazio ha la propria sede centrale a Roma e dispone di una rete di sportelli e Centri di Promozione

dell’Imprenditorialità dislocati a nord (Civitavecchia) e nell’area dei Castelli Romani (Frascati, Marino, Genzano

e Velletri). Inoltre, gestisce due Incubatori d’imprese, uno a Bracciano e l’altro a Roma, quest’ultimo dedicato

alle nuove imprese del settore ICT. Gli Incubatori si rivolgono ad aspiranti imprenditori e neo-imprenditori e for-

niscono servizi a Valore Aggiunto di accompagnamento all’ideazione, sviluppo e implementazione dell’idea

imprenditoriale.

Infine, il BIC Lazio gestisce la L.R. 19/99 (prestito d’onore) e la L. 215/92 (imprenditorialità femminile).

Sviluppo Lazio è l’altra società della rete regionale per l’attuazione della programmazione regionale in materia eco-

nomica e territoriale, che opera attraverso diverse forme d’intervento: promuove la cultura d’impresa, sostiene

programmi di sviluppo territoriale, partecipa a progetti d’investimento nelle infrastrutture anche attraverso la pro-

mozione di partnership tra soggetti pubblici e privati. In particolare gestisce la L.R. 29/96 (creazione e sviluppo di

PMI) ed interventi previsti dall’Asse IV del DOCUP Ob. 2.

Oltre alle Società della rete regionale la regione Lazio ha costituito il Distretto Tecnologico Aerospaziale (DTA),

sostenuto dal MIUR, ed ha promosso diversi Consorzi nei settori produttivi in cui il territorio ha vantaggi compe-

titivi. Fra questi, il Consorzio Regionale ICT ed interventi nel settore del Cinema e della moda.

La provincia di Roma ha promosso diverse iniziative a favore dell’imprenditorialità, fra le principali:

3 Iniziative di informazione e sviluppo all’imprenditoria femminile - che propone alle aspiranti imprenditrici

delle zone Ob. 2 della provincia un percorso di formazione/informazione sulle leggi di agevolazione dell’im-

prenditoria femminile;

3 FinMediary - progetto in collaborazione con il Comune di Roma che offre un servizio di consulenza comple-

to, e personalizzato in materia di prodotti creditizi alle Aziende;

3 Centro Coordinamento Ricerca e Sviluppo - cabina di regia delle politiche sul trasferimento tecnologico e

delle iniziative di sostegno tecnico e finanziario per lo sviluppo della ricerca scientifica applicata all’innova-

zione tecnologica. Al CCRS partecipano oltre agli Assessorati della Provincia, le tre Università romane, la

CCIAA di Roma, e i principali Centri di ricerca e associazioni di categoria presenti sul territorio.

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

52 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Anche il Comune di Roma ha attivato diversi servizi a sostegno delle imprese romane, tra cui:

3 Impresa e sviluppo - un servizio on line di informazione, orientamento e assistenza tecnica sulle opportunità

di finanziamento per chi vuole avviare o ingrandire la propria impresa;

3 progetto PAOLA - servizio gratuito di orientamento e sostegno alle donne che intendono sviluppare un pro-

getto professionale o rielaborare le proprie esperienze in termini di creazione d’impresa;

3 Prototipazione - progetto volto a facilitare l’ingresso dell’innovazione nel tessuto produttivo romano;

3 Fondo di consolidamento - strumento che trasforma le passività bancarie a breve termine in finanziamenti a

medio e lungo termine, fornendo così prospettive di sviluppo alle imprese.

Inoltre, attraverso la legge Bersani, il Comune di Roma ha sostenuto la nascita di nuove imprese nella periferia

romana e attivato una rete di 4 incubatori d’impresa:

3 Incubatore di Corviale, ospita imprese attive in diversi settori economici;

3 Start, localizzato negli studios di Cineccittà, ospita imprese high-tech attive nel settore della produzione

audio-video;

3 Play, dedicato ad imprese operanti nella filiera della produzione di eventi culturali e ricreativi, teatro, cinema,

danza, musica;

3 InVerso, centro servizi rivolto a imprese non profit, cooperative, cooperative sociali.

La Camera di Commercio di Roma è una struttura polifunzionale che affianca alle funzioni istituzionali azioni di sup-

porto e promozione degli interessi generali delle imprese e di promozione dei settori ritenuti strategici per lo svilup-

po e la crescita dell’economia provinciale. Per poter sostenere con maggiore efficienza le attività relative alla promo-

zione ed internazionalizzazione del tessuto produttivo romano, alla formazione e al controllo del mercato, sono state

costituite alcune Aziende speciali di supporto alla struttura centrale: Istituto Romano per la Formazione

Imprenditoriale (IRFI), Promoroma, Camera Arbitrale, Borsa Immobiliare di Roma, Azienda Romana per i Mercati,

Promonet, Ambiente e Territorio.

Roma si caratterizza anche per l’intensa attività di ricerca grazie alla localizzazione del primo polo universitario nazio-

nale per dimensioni e numero di studenti, e la contestuale presenza nell’area della maggior parte degli Istituti del CNR

e degli Enti di ricerca pubblici.

Le Università svolgono un’intensa attività di ricerca e, in forme diverse, si sono dotate di strutture per la protezione

della proprietà intellettuale, per la promozione di collaborazioni industriali, per il sostegno alla partecipazione ai pro-

grammi europei di ricerca. Nelle Università la ricerca si svolge sia all’interno dei dipartimenti delle facoltà sia tramite

consorzi ad hoc19 che coinvolgono imprese, altri Atenei e Istituti di ricerca. Nell’area di Tor Vergata il CNR ha localizza-

to 7 Istituti che svolgono ricerca nel campo della medicina e della fisica e sono attivi due incubatori di impresa: il primo

presso la facoltà di Economia, E2BLab, l’altro presso l’Ufficio Parco Scientifico. Inoltre a Roma hanno la sede princi-

pale oltre 20 Consorzi interuniversitari, i principali Enti di ricerca pubblici nazionali e molte delle attività del CNR20.

Attori del sistema romano dell’innovazione sono anche il Tecnopolo di Castel Romano, il Parco scientifico biome-

dico San Raffaele e il Polo tecnologico Tiburtino.

Il primo, di cui è parte il Centro Sviluppo Materiali (CSM), interviene nei settori della meccanica, dei materiali spe-

ciali, dell’aeronautica e dello spazio, dell’ambiente ed energia, e ha al proprio interno 7 centri specializzati (CET):

PRORA - Centro di Prototipazione Rapida virtuale e fisica

CENTEF - Centro per le tecnologie di formatura

TECSAL - Centro per le tecnologie di giunzione e prove meccaniche

TRARIS - Centro trattamenti e rivestimenti superficiali

TECMA - Centro per le tecnologie e i materiali aerospaziali

BIOMAT - Centro per i biomateriali

KMACE - Centro per la gestione e patrimonializzazione della conoscenza

19) I più importanti sono: CRATI, INFM, CIFS, INSTM, INNB, CONISMA, CIRC, COINFO, CNIT, CNRSM, ULISSE, CORITEL, CRR

20) 25 Istituti del CNR e 19 Sezioni Territoriali di Istituti del CNR

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

53SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Nel Tecnopolo di Castel Romano svolge la propria attività anche il Parco biomedico San Raffaele.

Infine, il Tecnopolo Tiburtino, società facente capo alla CCIAA ma anche ad altre realtà pubbliche in minor

misura, dispone di un’area di 70 ettari edificabili per insediamenti industriali e di servizi di supporto all’attività

produttiva. Si rivolge principalmente alle imprese che operano nei settori innovativi dell’ICT, dell’elettronica e

dell’aerospaziale, fornendo oltre all’intermediazione immobiliare anche vari servizi di consulenza tecnologica,

finanziaria e per l‘internazionalizzazione.

2.2 LA PROVINCIA DI FROSINONE

2.2.1 IN SINTESI

La provincia di Frosinone vive da alcuni anni una profonda trasformazione economica, sociale, culturale.

La globalizzazione, la crisi del settore industriale, la diffusione della information tecnology hanno attribuito un

ruolo nuovo al territorio e agli attori pubblici e privati che in esso sono presenti.

Tra le reali esigenze del territorio c’è la necessità di riequilibrare il modello di sviluppo, oggi troppo sbilancia-

to sul settore industriale. Questo, infatti, rappresenta circa il 30% del PIL e vede la presenza di grandi stabi-

limenti industriali, attratti nel passato dagli incentivi della Cassa del Mezzogiorno ed oggi particolarmente

esposti a processi consistenti di delocalizzazione.

Si tratta, invero, di stabilimenti che fanno capo a centri decisionali esterni alla provincia, appartenenti a gran-

di gruppi con sedi produttive dislocate anche in Paesi in cui il costo della manodopera è di molto inferiore alla

realtà italiana. Troppo spesso, pertanto, si assiste al trasferimento all’estero di linee produttive o, addirittura,

alla chiusura di interi stabilimenti, con perdite consistenti di posti di lavoro.

A fronte di questo preoccupante andamento, continua a tenere il sistema produttivo caratterizzato da dinami-

che coerenti con le vocazioni del territorio, del quale sono espressione evidente i distretti industriali, di recen-

te istituzione, del vestiario della Valle del Liri e del marmo dei Monti Ausoni, unitamente alle realtà del chimi-

co-farmaceutico e del metalmeccanico.

Questo sistema di imprese ha consentito che la provincia di Frosinone si attestasse, negli ultimi anni, secon-

do rilevazioni del Censis, tra le prime realtà provinciali in Italia per creazione di nuovi posti di lavoro: un risul-

tato, tuttavia, che non compensa la perdita di occupazione causata dalla crisi della grande industria come

dimostra l’andamento del mercato del lavoro.

Il modello di sviluppo, fondato su una economia più equilibrata che valorizzi le diverse potenzialità del territorio,

necessita di una politica di concertazione che coinvolga tutti gli attori del territorio di cui il Patto Territoriale è stata

l’espressione più considerevole e che ha contribuito ad un mutamento culturale diffuso ed ha favorito l’instau-

rarsi di migliori e proficue relazioni tra interessi pubblici e privati.

Le istituzioni lavorano per dotare la provincia di nuove infrastrutture, quali l’interporto, l’aeroporto, il miglioramento

della grande viabilità, indispensabili per rendere il territorio competitivo ed attraente per investimenti esogeni. Le

imprese, per lo più di piccola dimensione, esprimono il proprio dinamismo e la propria propensione a fare sistema.

L’Università degli Studi di Cassino si pone sempre più quale punto di riferimento e di promozione del territo-

rio soprattutto per quel che riguarda la ricerca e lo sviluppo tecnologico.

È da tale direzione, ossia quella dello sviluppo tecnologico e dell’individuazione di nuove tecniche e metodo-

logie, che potrà venire l’affermazione di nuovi modelli di sviluppo per la creazione di nuova occupazione.

La definizione di una strategia locale di sviluppo, finalizzata alla creazione di nuova occupazione, passa inevi-

tabilmente per la definizione di nuovi profili professionali, dall’individuazione di nuovi settori e quindi di reale

formazione per favorire l’inserimento dei giovani e il reinserimento di disoccupati.

Nella provincia va sviluppata, come peraltro è già in corso, la filiera turistico-alberghiera ed enogastronomica,

ma anche quella delle energie rinnovabili che può offrire nell’immediato uno sbocco occupazionale e instau-

rare una nuova concezione dello sviluppo coniugata a un rispetto dell’ambiente, favorire la riconversione di

piccole imprese e di molti lavoratori che già dispongono di un valido know-how nel settore della meccanica e

dell’elettrotecnica.

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

54 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

2.2.2 IL TERRITORIO

Figura 11 - Carta della provincia di Frosinone

Fonte: nostra elaborazione su Carta del Touring Club Italiano

2.2.2.1 Il quadro di riferimento

La provincia di Frosinone comprende 91 comuni su una superficie di 3.239 kmq e una popolazione residente pari

al 9,4% di quella del Lazio.

Con riferimento a normative regionali sul turismo, il territorio della provincia risulta suddiviso in 2 aree: Area Nord-

Occidentale, Area Valcomino-Cassino-Media Valle del Liri. Tali aree sono state individuate sulla base di 4 omoge-

neità: percorso storico, culturale, patrimonio culturale, ambientale.

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

55SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Area Nord-Occidentale

Al suo interno vi sono 33 comuni (elenco completo in nota)21 tra cui i più noti sono: Anagni, Ferentino, Fiuggi,

Frosinone, Veroli.

L’area presenta un elevato grado di omogeneità territoriale come di seguito specificato:

3 omogeneità del percorso storico, legata alla presenza di dominazioni italiche (erniche, volsce e sannite) e

romane, alle invasioni barbariche, alla formazione di feudi, alle presenze papali e principesche che, nel corso

del tempo, hanno scandito gli eventi delle comunità locali;

3 omogeneità culturale, rintracciabile nella comune radice ciociara, fatta di usi, costumi, folklore e tradizioni

popolari che ne hanno da sempre contraddistinto l’identità locale;

3 omogeneità del patrimonio culturale (storico, artistico, architettonico e archeologico), rintracciabile nelle

mura ciclopiche, nelle vestigia romane, negli edifici civili, nelle costruzioni religiose per il culto e la vita mona-

stica e nelle testimonianze artistiche;

3 omogeneità ambientale, caratterizzata da un paesaggio prevalentemente rurale, segnato dallo scorrere dei

fiumi Sacco, Aniene e Cosa, dal Lago di Canterno e da quattro catene montuose (Simbruini, Ernici, Lepini e

Ausoni) che ne racchiudono i corsi e le vallate, bacini, cave e grotte di origine carsica.

Tali elementi di omogeneità territoriale sono rafforzati da ulteriori elementi caratteristici quali:

3 la posizione geografica di prossimità, rispetto a Roma e la facile accessibilità stradale e ferroviaria;

3 la prevalenza rurale dell’area sviluppatasi secondo un modello insediativo policentrico, dove si alternano bor-

ghi fortificati e centri storici di pregio ben conservati a zone circoscritte di interesse antropologico.

Tra le risorse culturali del territorio annoveriamo:

3 architetture monumentali, cinte murarie e fortificazioni ciclopiche, acropoli, porte, borghi e castelli medie-

vali, edifici e palazzi civili, centri storici di pregio, siti archeologici;

Figura 12 - Le aree della provincia di Frosinone

Area Nord - Occidentale

Area Valcomino - CassinoMedia Valle del Liri

Frosinone

21) Acuto, Alatri, Amaseno, Anagni, Arnara, Boville Ernica, Ceccano, Collepardo, Ferentino, Filettino, Fiuggi, Frosinone, Fumone, Giuliano di Roma,

Guarcino, Monte San Giovanni Campano, Morolo, Paliano, Patrica, Piglio, Ripi, Serrone, Sgurgola, Strangolagalli, Supino, Torre Cajetani, Trevi nel

Lazio, Torrice, Trivigliano, Vallecorsa, Veroli, Vico nel Lazio, Villa Santo Stefano

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

56 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

3 architetture religiose: complessi monastici cistercensi e benedettini, santuari e luoghi di devozione;

3 notevoli testimonianze storico-artistiche: cicli di affreschi e mosaici medievali (duomo di Anagni, chiesa di S.

Pietro Ispano a Boville Ernica, ecc.)

3 prevalente diffusione di musei archeologici e artistico-religiosi, concentrati nelle città fortificate.

Tra le risorse ambientali annoveriamo:

3 un ambiente caratterizzato dalla presenza di rilievi montuosi (Monti Simbruini, Lepini, Ernici e Ausoni) e

collinari distribuiti intorno alla vallata principale segnata del fiume Sacco e arricchiti dalla presenza del

Lago di Canterno, di bacini chiusi e di grotte di origine carsica;

3 aree protette e singole emergenze ambientali diffuse sul territorio: Parco Regionale dei Monti Simbruini,

catene montuose dei Monti Ernici, dei Monti Lepini e dei Monti Ausoni, Oasi naturalistica la Selva,

Riserva Naturale Lago di Canterno, Altipiani di Arcinazzo, Grotte di Collepardo, Grotta dei Bambocci,

Pozzo d’Antullo, Oasi WWF, ecc. Sorgenti termali a Fiuggi e Ferentino già utilizzate per le loro proprietà

terapeutiche.

Area Valcomino-Cassino-Media Valle del Liri

Al suo interno vi sono 58 comuni (elenco completo in nota)22 tra cui i più noti sono: Cassino, Isola del Liri,

Piedimonte San Germano, Sora.

Anche quest’area presenta, come la precedente, un elevato grado di omogeneità territoriale rintracciabile

negli aspetti sotto elencati:

3 omogeneità del percorso storico, legato all’avvicendarsi dei Volsci e dei Sanniti, alla dominazione di

Roma, fino agli anni più recenti;

3 omogeneità culturale, presente nella comune radice ciociara, fatta di usi, costumi, folklore e tradizioni

popolari che ne hanno da sempre contraddistinto l’identità locale;

3 omogeneità del patrimonio culturale, (storico, artistico, architettonico e archeologico), testimoniata dalle

mura megalitiche volsce e sannite, dai resti della grande edilizia romana (ponti, acquedotti, strade, ville

ecc.), dalle fortificazioni medievali, dai palazzi ducali e dalle numerose testimonianze d’arte e di fede pre-

senti in tutto il territorio;

3 omogeneità ambientale, caratterizzata dal reticolato idrico imperniato sul Fiume Liri, dal paesaggio mon-

tano dei Monti della Meta e delle Mainarde, nella zona orientale, e dai Monti Aurunci, nella porzione più

meridionale del territorio.

Tali elementi di omogeneità territoriale sono rafforzati da ulteriori elementi caratteristici quali:

3 la posizione geografica intermedia rispetto ai grandi centri metropolitani di Roma e Napoli con parziale

vicinanza alla fascia costiera laziale;

3 la condizione di facile accessibilità all’area tramite l’Autostrada A1 e la S.S. 214 Frosinone - Sora –

Avezzano;

3 il profondo radicamento della cultura rurale che ha permesso a quest’area di mantenere una struttura insediati-

va policentrica, composta da una costellazione di borghi intatti ed immersi in un contesto ambientale di pregio.

22) Acquafondata, Alvito, Aquino, Arce, Arpino, Atina, Ausonia, Belmonte Castello, Broccostella, Campoli Appennino, Casalattico, Casalvieri, Cassino,

Castelliri, Castelnuovo Parano, Castro dei Volsci, Castrocielo, Ceprano, Cervaro, Colfelice, Colle San Magno, Coreno Ausonio, Esperia, Falvaterra,

Fontana Liri, Fontechiari, Gallinaro, Isola del Liri, Pastena, Pescosolido, Picinisco, Pico, Piedimonte San Germano, Pignataro Interamna, Pofi,

Pontecorvo, Posta Fibreno, Rocca d’Arce, Roccasecca, San Biagio Saracinisco, San Donato Val di Comino, San Giorgio a Liri, San Giovanni

Incarico, San Vittore del Lazio, Sant’Ambrogio sul Garigliano, Sant’Andrea del Garigliano, Sant’Apollinare, Sant’Elia Fiumerapido, Santopadre,

Settefrati, Sora, Terelle, Vallemaio, Vallerotonda, Vicalvi, Villa Latina, Villa Santa Lucia, Viticuso

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

57SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Tra le risorse culturali del territorio annoveriamo:

3 architetture monumentali: cinte murarie e fortificazioni ciclopiche, torri, borghi e castelli medievali, edi-

fici e palazzi civili e centri storici di pregio;

3 architetture religiose: complessi dedicati alla vita monastica, chiese, santuari e luoghi di devozione e pel-

legrinaggio;

3 presenza di aree archeologiche (Aquino, Cassino, Fregellae e Fabrateria Nova);

3 Importanti testimonianze storico-artistiche: cicli di affreschi medievali conservati nelle chiese dell’area

di Ausonia, Castelnuovo Parano ecc;

3 reperti di archeologia industriale (cartiere, feltrifici ecc.);

3 sacrari militari della seconda guerra mondiale (Cassino);

3 Musei ed esposizioni d’interesse archeologico, demo-etno-antropologico e artistico diffusi sul territorio

e parzialmente integrati (Consorzio del Sistema Museale Valle del Liri).

Tra le risorse ambientali annoveriamo:

3 Parchi, aree protette e singole emergenze ambientali diffuse sul territorio: Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio

e Molise, Parco Regionale dei Monti Aurunci, Riserva Naturale Antiche Città di Fregellae e Fabrateria Nova

e Lago di San Giovanni Incarico, Riserva Naturale del Lago di Posta Fibreno, Aree Wilderness e SIC (Siti

d’Interesse Comunitario). Presenza di grotte di origine carsica (Grotte di Pastena) e di sorgenti termali.

2.2.2.2 La popolazione

La popolazione della provincia al 31/12/2004 era pari a 489.042 unità, una numerosità tale da renderla terza nella

regione Lazio dopo Roma e Latina con un peso pari al 9.4% e un incremento rispetto al 2003 dello 0,3%.

Nella sola Città di Frosinone si concentra circa il 10% della popolazione di tutta la provincia che in valore assolu-

to risulta pari a 48.606 unità. In ogni caso, il 36,5% della popolazione risiede nei 6 centri con più di ventimila abi-

tanti (Frosinone, Alatri, Cassino, Ceccano, Ferentino, Sora)

Dal punto di vista della struttura per età si osserva una quota di giovanissimi appartenenti alla classe di età 0-14

anni con il 14,1%) sostanzialmente in linea con la media regionale (13,9%).

L’analisi rileva una presenza di persone appartenenti alla classe di età 15-64 anni con il 66,8%, inferiore di circa un

punto percentuale rispetto al dato regionale.

Tale valore risente del flusso migratorio dovuto alla vicinanza da Roma. L’analisi delle persone appartenenti alla

classe di età 65 anni e oltre (19%) risulta superiore di circa mezzo punto percentuale rispetto al dato regionale. La

struttura per sesso fa invece segnare un incidenza di maschi pari al 49%.

Il quadro degli indicatori demografici è completato dall’indice di vecchiaia, ossia il rapporto tra la popolazione con

65 anni di età e oltre e quella con meno di 15 anni che, con un valore pari a 135, risulta superiore al corrispon-

dente nazionale, 134.

La bassa attrazione esercitata dalla provincia è confermata dalla scarsa presenza straniera in rapporto alla popola-

zione residente (1.325 ogni 100.000 abitanti).

Tabella 12 - Popolazione residente

Territorio 2001 2002 2003 2004

Provincia di Frosinone 484.589 485.041 487.504 489.042

Lazio 5.112.413 5.117.075 5.145.805 5.205.139

Italia 56.995.744 56.993.742 57.321.070 57.888.245

Tasso di crescita annuo

Territorio 2002/’01 2003/’02 2004/’03 2004/’01

Provincia di Frosinone 0,1% 0,5% 0,3% 0,9%

Lazio 0,1% 0,6% 1,1% 1,7%

Italia 0,0% 0,6% 1,0% 1,5%

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat, 2005

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

58 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

2.2.3 STRUTTURA PRODUTTIVA PROVINCIALE

2.2.3.1 Andamento economico

Nell’analisi dell’andamento di un sistema economico risulta di primaria importanza l’individuazione del grado di svi-

luppo raggiunto. A tal proposito l’analisi del PIL consente di rappresentare e, quindi, misurare in maniera adegua-

ta il livello di ricchezza prodotto all’interno della provincia di Frosinone, definendone il percorso di crescita.

Dall’analisi della dinamica del PIL emerge negli ultimi anni un tasso di crescita mediamente superiore rispetto

al dato regionale. In particolare, nel corso del 2003, l’economia frusinate ha raggiunto un livello di ricchezza pari

a 8.955 milioni di euro, a fronte dei 7.577 milioni registrati nel 2000, pari ad una variazione percentuale che,

attestandosi intorno al +19%, è la maggiore (insieme a Latina) rispetto alle altre province del Lazio; ciò viene

ulteriormente confermato da un tasso medio annuo di sviluppo pari a 4,6% che si mantiene sullo stesso livel-

lo regionale e nazionale ma con una eccellente performance del dato ottenuto nel 2003 rispetto al 2002, ovve-

ro +7,4%.

In termini di contributo alla formazione del PIL del Lazio, la presenza della Capitale è molto forte e condiziona

ogni tipo di analisi che voglia partire dal dato regionale. Detto ciò, la provincia di Frosinone nel 2003 ha parte-

cipato per il 7% alla formazione del PIL regionale.

Prendendo in considerazione un altro importante indicatore che misura il grado di sviluppo raggiunto, ovvero, il

Valore Aggiunto pro capite, la provincia di Frosinone registra un aumento nel 2003 rispetto all’anno preceden-

te, del 7,3%. Tale risultato risulta essere il migliore confrontato alle altre province e all’intera regione.

Analizzando lo stesso dato per i macro-settori dell’economia, la provincia ciociara ottiene la migliore perfor-

mance insieme a Roma e Viterbo nei servizi, confermando il processo di terziarizzazione in corso non solo nel

Lazio e in Italia, ma in tutti i Paesi ad economia avanzata.

Tabella 13 - Andamento del PIL a prezzi correnti in provincia di Frosinone, nel Lazio e in Italia nel quadriennio 2000-2003

(valori in milioni di euro)

Territorio 2000 2001 2002 2003

Provincia di Frosinone 7.577 8.098 8.334 8.955

Lazio 109.817 116.497 122.071 127.200

Italia centrale 225.754 238.934 248.381 258.376

Italia 1.080.757 1.138.010 1.177.117 1.217.193

Tasso di crescita annuo (a prezzi correnti)

Territorio 2000/’99 2001/’00 2002/’01 2003/’02 Media

Provincia di Frosinone 1,9 6,4 2,9 7,4 4,6

Lazio 5,0 6,1 4,8 4,2 5,0

Italia centrale 5,2 5,8 4,0 4,0 4,8

Italia 5,6 5,3 3,4 3,4 4,4

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

■ Frosinone ■ Lazio ■ Italia

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat, 2005

Figura 13 - Andamento della variazione annuale del tasso migratorio netto in provincia di Frosinone, nel Lazio e in Italia

15,0

10,0

5,0

0,0

2002 2003 2004

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

59SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

2.2.3.2 Analisi dei settori produttivi

Come già più volte specificato, l’economia del frusinate è caratterizzata da un alto grado di industrializzazione. Tra

le attività manifatturiere, che rappresentano il 13% delle unità complessive provinciali, prevale il comparto metal-

meccanico, seguito dall’industria alimentare, del legno e dell’abbigliamento.

Nell’area di Cassino si concentra l’offerta di servizi alla produzione, alla distribuzione ed al consumo. La città è

sede di un’Università dinamica ed attenta alle evoluzioni in atto.

Lo stabilimento FIAT di Piedimonte S. Germano è il più grande impianto produttivo del Lazio: il tessuto produtti-

vo locale si è sviluppato come indotto legato alla produzione meccanica e di parti e componenti per auto.

L’area di Fiuggi, a prevalente vocazione turistica e in special modo del turismo termale, storico-architettonico, reli-

gioso e naturale-ambientale, presenta una forte concentrazione di strutture alberghiere.

Il distretto dei Monti Ausoni spicca per l’attività estrattiva e di lavorazione della pietra ornamentale, in particolare

del travertino. Il comprensorio produttivo annovera oltre 70 imprese che realizzano un fatturato superiore ai 50

milioni di euro annui. È uno dei principali a livello nazionale, specializzato nell’estrazione, taglio e lavorazione del

“perlato coreno”, l’80% del quale destinato all’esportazione.

L’area del Comune di Frosinone è caratterizzata da grandi aziende operanti nei settori farmaceutico, chimico, elet-

tronico, tessile, meccanico, alimentare, plastico e della gomma.

Come si analizzerà nei paragrafi successivi, il distretto di Sora-Valle del Liri è specializzato nel settore tessile-abbiglia-

mento, quello dei Monti Ausoni-Tiburtino nell’estrazione e lavorazione della pietra, mentre l’area di Anagni si caratte-

rizza per le produzioni innovative di alta tecnologia (sono presenti, tra l’altro, la VideoColor e la Bristol Myers Squibb).

A fronte di tali peculiarità, occorre anche sottolineare che il territorio frusinate, collocandosi in una posizione di

confine tra le economie delle province del Centro-Nord e quelle a più lento sviluppo del Mezzogiorno, pur mante-

nendo importanti opportunità per la favorevole posizione geografica, la disponibilità di aree e sufficienti infrastrut-

ture stradali e ferroviarie longitudinali registra invece, le seguenti criticità:

3 il peso dell’Industria sul PIL provinciale, in calo per la contrazione dell’industria manifatturiera, non trova, allo

stato, sufficiente compensazione in altri settori (Turismo - Servizi - Commercio);

3 una sofferenza sul piano delle infrastrutture economiche, sociali, materiali e immateriali, nonché, negli ulti-

mi tempi, l’azione di progressivo disimpegno delle sedi di Centri Direzionali di importanti strutture di servi-

zio a favore di altre province;

3 il fenomeno del lavoro irregolare, ancora radicato nell’area, da recuperare alla legalità ed alla sana concorrenza

attraverso una vigilanza efficace e concrete politiche attive di consolidamento e qualificazione delle imprese;

3 la necessità di un completo e integrato sistema formativo.

Osservando il peso di ciascun settore nella creazione del Valore Aggiunto è possibile rilevare le ‘vocazioni’ eco-

nomiche della Provincia di Frosinone.

Agricoltura

Il settore agricolo presenta le maggiori difficoltà. Il peso del Valore Aggiunto è solo l’1,7% di quello del Lazio. Tutto

ciò è dovuto a una bassa produttività e alla forte concorrenza non solo del Sud Italia, ma anche di alcuni Paesi

europei e soprattutto africani che riescono a vendere i prodotti agricoli a prezzi più competitivi.

Industria

L’industria contribuisce per il 30,1% alla creazione del Valore Aggiunto; in particolare, il settore industriale è stato

quello nel quale si è registrato negli anni un più forte ridimensionamento: il peso in termini di Valore Aggiunto è

passato dal 42,3% nel 1991, al 30,1% nel 2003.

Servizi

Il settore dei servizi negli ultimi anni ha registrato gli aumenti più consistenti anche se la provincia di Frosinone,

come più volte evidenziato, pur coinvolta dal processo di terziarizzazione in corso, continua a mantenere una forte

vocazione industriale; il peso del Valore Aggiunto è del 68,2% di quello del Lazio che invece raggiunge l’81,7%.

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

60 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Artigianato

Con riferimento al settore artigiano, Frosinone è la prima provincia del Lazio per variazioni medie positive del

Valore Aggiunto 1995-2002 nel commercio (4,2%) e trasporti e comunicazioni (6,1%). Mostra invece, variazioni al

di sotto della media regionale nell’industria in senso stretto (2,9% contro il 5,8% del Lazio), nelle costruzioni (1,8%

contro il 2,3% del Lazio) e nell’informatica e servizi alle imprese (2,8% contro il 10,2% del Lazio).

Tabella 14 - Imprese attive in Provincia di Frosinone e nel Lazio – Raffronto con le altre province

Numero imprese attive

2000 2001 2002 2003 2004

Provincia di Frosinone 35.568 35.950 36.470 37.102 37.225

Lazio 330.067 338.836 343.023 351.063 356.014

Italia 4.840.366 4.897.933 4.952.053 4.995.738 5.061.859

Tabella 15 - Contributo dei settori produttivi alla formazione del Valore Aggiunto nel 2003 (valori in milioni di euro)

Settori Provincia di Frosinone Lazio Centro Italia

v.a. % v.a. % v.a. % v.a. %

Agricoltura 148 1,7 1.651 1,3 4.200 1,6 30.883 2,5

Industria 2.700 30,1 21.620 17 58.003 22,4 323.666 26,6

di cui Manifattura 2.080 23,2 16.924 13,3 46.943 18,2 262.229 21,5

di cui Costruzioni 620 6,9 4.696 3,7 11.060 4,3 61.437 5

Servizi 6.107 68,2 103.930 81,7 196.174 75,9 862.644 70,9

Totali 8.955 100 127.201 100 258.377 100 1.217.193 100

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Tabella 16 - Variazioni medie annue del Valore Aggiunto ai prezzi base dell’artigianato 1995-2002

Provincia Industria Altre attività Totale

Industria Costruzioni Totale Commercio Trasporti Informatica Serv. Totale

in s.s. e riparazioni e comunicazioni e serv. alle famiglie

alle imprese e altre

attività

Lazio 5,8 2,3 4,2 2,0 2,9 10,2 1,8 3,2 3,8

Frosinone 2,9 1,8 2,3 4,2 6,1 2,8 3,3 4,5 3,3

Italia 4,2 5,0 4,4 3,0 4,4 12,0 3,4 4,8 4,6

Fonte: Istituto G. Tagliacarne - elaborazioni Unioncamere

2.2.3.3. Internazionalizzazione

Il valore delle esportazioni nel 2003 ha sfiorato i 2,1 miliardi di euro (che, in linea con il calo della produzione indu-

striale, determina ancora una volta un trend discendente rispetto agli anni precedenti). La propensione all’espor-

tazione è pari a 22,8% in calo rispetto al precedente 28%, valore lievemente superiore sia alla media nazionale

sia alla media dell’area geografica di appartenenza che pone la provincia in 38a posizione a livello nazionale. Le

importazioni sono di minor peso, comunque il tasso di apertura si attesta a quota 37,5 in notevole calo rispetto al

43,9% precedente, dato che è lievemente inferiore al valore medio nazionale, ma superiore a quello della macro-

ripartizione. L’analisi delle principali merci esportate non mette in mostra una particolare caratterizzazione mer-

ceologica. Ai primi posti della graduatoria troviamo autoveicoli, prodotti farmaceutici, tubi e valvole elettronici che

complessivamente assorbono i 2/3 dell’intero monte esportazioni. Il capitolo importazioni vede nelle prime dieci

posizioni ben 3 voci legate all’industria chimico-farmaceutica. In particolare i prodotti chimici di base dominano la

graduatoria assorbendo ben il 22% delle importazioni. La distribuzione dei Paesi verso cui sono dirette le espor-

tazioni di Frosinone è simile a quella di tante altre province. La Germania capeggia, sia pure di stretta misura, una

graduatoria che vanta un 90% di Paesi europei, ad esclusione della Turchia tutti comunitari, seguiti dall’America.

Stesse considerazioni si possono fare per quanto riguarda le importazioni, con 9 Paesi europei, al fianco degli Stati

Uniti, nelle prime dieci posizioni.

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

61SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

2.2.3.4 Dinamiche imprenditoriali

Le imprese presenti nell’Area della provincia di Frosinone che per proprie caratteristiche, sia merceologiche che

di mercato, risultano inserite nei circuiti nazionali ed internazionali, dispongono delle “relazioni” come punto di

forza della propria strategia di impresa, sono anche quelle che presentano le migliori performance congiunturali.

Tuttavia, l’intera provincia si contraddistingue come un’area a scarsa connotazione imprenditoriale autoctona pur

con un buon grado di dinamicità. Tale considerazione può essere fatta non tanto esaminando il dato relativo allo

stock delle imprese registrate, 37.225 al 31/12/2004, ma a partire dalla lettura del dato della densità che colloca

l’area all’87° posto in Italia, con appena 7,7 imprese ogni 100 abitanti.

Fonte: Unioncamere

Figura 15 - Esportazioni in provincia di Frosinone per attività economica, 2003

Macchine elettriche

Macchine ed app. meccanici

Metalli, prodotti in metallo

Minerali non metalliferi

Gomma e materie plastiche

Prodotti chimici

Coke, raffinerie petrolio

Pasta-carta, carta-editoria

Legno e prodotti in legno

Fabbricazione di cuoio e pelli

Confezioni di articoli di vestiario

Industrie tessili

Alimentari, bevande e tabacco

Estrazione di minerali

Agricoltura, caccia e pesca

Mezzi di trasporto

Altre ind. manifatturiere

Altre esportazioni

0,2%

0,0%

0,2%

2,3%

6,6%

0,1%

0,0%

3,3%

0,0%

7,2%

0,6%

2,3%

3,5%

17,8%

33,0%

1,3%

0,2%

21,4%

0,0% 10,0%5,0% 15,0% 20,0% 25,0% 30,0% 35,0%

■ Frosinone ■ Lazio ■ Italia

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Figura 14 - Tasso di apertura e propensione all'esportazione, 2003

37,5 25,3

42,3

Tasso di apertura

22,8 8,2 21,2

Propensione all'export

155,5

47,6

100,4

Tasso di copertura

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

62 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Il settore che continua ad essere predominante è il commercio, con il 32,3% delle imprese appartenenti al setto-

re. Si tratta di un dato di rilievo rispetto alla media nazionale. Le imprese che erogano servizi alle imprese incido-

no invece in maniera inferiore, attestandosi al 4,5%.

Per quanto riguarda il valore del tasso di evoluzione risulta essere stato pari, nel 2003, al 2,9 contro il 2,0 nazio-

nale evidenziando quindi una dinamica positiva.

Ciò in relazione a un tasso di mortalità che risulta in linea alla media nazionale (5,3 contro 5,4), mentre il tasso di

natalità risulta superiore di quasi un punto percentuale.

Il territorio si contraddistingue per la notevole incidenza di micro-imprese (con 1 o 2 addetti) a scapito delle

fasce immediatamente successive, valore particolarmente significativo anche nei confronti delle altre aree del

Centro.

Da segnalare, inoltre, la notevole incidenza delle imprese presenti sul mercato da più di 20 anni (11,3%).

In sintesi, la provincia di Frosinone, come già accennato, pur avendo ancora una scarsa connotazione imprendito-

riale autoctona, registra una buona dinamica imprenditoriale grazie non solo alla crescita del terziario ma anche

della forte componente industriale soprattutto all’interno di alcune aree, come Sora per il settore tessile, Anagni

per la chimica o Cassino per la metalmeccanica, dove si sono creati numerosi insediamenti. Imprese come la FIAT,

l’Agusta, la Videocolor, la Sace-Sud o la Klopman rappresentano ancora oggi importanti realtà per l’economia e

l’occupazione locale.

Risulta invece in calo il peso del settore agricolo, in linea con gli andamenti discendenti sia nella Regione Lazio

che in campo nazionale.

Tabella 17 - Imprese attive nella provincia di Frosinone per settore di attività, 2004

Settori di attività economica Imprese attive

Numero %

Agricoltura 7.297 19,6

di cui agricoltura 7.292 -

di cui pesca, piscicoltura e annessi 5 -

Industria 9.574 25,7

di cui Estrazione materiali 75 0,2

di cui Attività manifatturiere 4.422 11,9

di cui Produz. distribuz. energia e gas 11 -

di cui Costruzioni 5.066 13,6

Servizi 20.220 54,3

di cui Commercio 12.018 32,3

di cui Alberghi e ristoranti 2.083 5,6

di cui Trasporti, magazzini e comunic 1.507 4,0

di cui Intermed. Mon. e finanz. 790 2,1

di cui Att. Immobil, noleggio, informat. e ricerca 1.898 5,1

di cui Istruzione 109 0,3

di cui Sanità e servizi sociali 150 0,4

di cui Altri servizi sociali ed alla persona 1.665 4,5

di cui servizi domestici - -

Altre imprese 134 0,4

Totale 37.225 100,00%

Fonte: CCIAA Frosinone

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

63SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Tabella 18 - Evoluzione delle imprese attive nel periodo 2000-2004

Numero imprese attive

Territorio 2000 2001 2002 2003 2004

Provincia di Frosinone 35.568 35.950 36.470 37.102 37.225

Lazio 330.067 338.836 343.023 351.063 356.014

Italia 4.840.366 4.897.933 4.952.053 4.995.738 5.061.859

Variazioni percentuali

Territorio 2001/’00 2002/’01 2003/’02 2004/’03 2004/’00

Provincia di Frosinone 1,1% 1,4% 1,7% 0,3% 4,7%

Lazio 2,7% 1,2% 2,3% 1,4% 7,9%

Italia 1,2% 1,1% 0,9% 1,3% 4,6%

Fonte: Movimprese 2000-2004

Tabella 19 - Imprese attive per forma giuridica in provincia di Frosinone

Forma giuridica 2000 2001 2002 2003 2004

v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. %

Soc. di capitali 3.135 8,8 3.426 9,5 3.748 10,3 4.061 10,9 4.292 11,5

Soc. di persone 4.510 12,7 4.582 12,7 4.673 12,8 4.768 12,9 4.770 12,8

Impr. individ. 27.193 76,5 27.160 75,5 27.198 74,6 27.381 73,8 27.259 73,2

Altre forme 730 2,0 782 2,2 851 2,3 892 2,4 904 2,4

Totale 35.568 100,0% 35.950 100,0% 36.470 100,0% 37.102 100,0% 37.225 100,0%

Fonte: Movimprese 2000-2004

2.2.3.5 Specializzazioni produttive: i Distretti industriali nella provincia di Frosinone

Come ampiamente descritto nell’analisi dei settori produttivi, l’economia della provincia si caratterizza per un alto

tasso di industrializzazione in cui sono presenti grandi aziende, ma anche p.m.i. operanti in diversi settori produt-

tivi costituenti dei veri e propri poli aggreganti fra cui due distretti produttivi, riconosciuti anche formalmente, ai

sensi delle normative vigenti, il distretto del marmo e il distretto del vestiario.

Per quanto inerente ai diversi poli, se pure non riconosciuti alla stregua di distretto industriale, meritano di esse-

re citati i seguenti.

Innanzitutto il polo dell’auto degli stabilimenti della FIAT di Piedimonte S. Germano, attorno al quale si è svilup-

pato uno specifico indotto legato alla produzione di meccanica e componentistica per auto. Come noto, il settore

risente di una grave crisi, ampiamente conclamata che investe tutto il settore dell’auto e che necessita con urgen-

za di interventi di riconversione produttiva al fine di salvaguardare i livelli occupazionali.

■ Società di capitali ■ Società di persone ■ Imprese individuali ■ Altre forme

Fonte: Movimprese, 2004

Figura 16 - Imprese attive per forma giuridica in provincia di Frosinone

Altre forme 2%

Società di capitali 12%

Società di persone 13%

Imprese individuali 73%

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

64 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

L’area del capoluogo, Frosinone, si caratterizza per una forte presenza dei settori farmaceutico, chimico, elettro-

nico, mentre nell’area di Anagni si è costituito un polo di produzioni innovative di alta tecnologia intorno a due

aziende leader, la Videocolor e la Bristol Myers Squib.

Di seguito si illustrano più nel dettaglio i due poli produttivi del marmo e del vestiario che, come già detto, sono

quelli che hanno avuto formalmente il riconoscimento di “distretti produttivi”.

Il Distretto del Vestiario o della Valle del Liri, in quanto collocato nell’area costituente il bacino idrografico del fiume

Liri, è organizzato intorno al Comune più grande che è Sora. Abbraccia il territorio di 20 comuni (27,4% del totale

provinciale), vi risiede circa il 27% della popolazione frusinate e comprende attualmente circa il 52% delle azien-

de provinciali del comparto su cui gravita oltre il 72% dell’occupazione totale del settore (dato C.I.I.S).

L’area risulta specializzata nel settore del vestiario, più precisamente nella confezione di articoli di vestiario ed

accessori (classificazione Ateco DB18.2) e comprende (dati al 30 giugno 2002) 194 aziende attive dislocate prin-

cipalmente nel comune di Sora (34% del totale).

Le aziende localizzate nel distretto sono specializzate nella confezione di capi di abbigliamento esterni, quali indu-

menti da lavoro, biancheria personale, abbigliamento sportivo, realizzati utilizzando materiali non di propria produ-

zione (tessuti, filati, ecc.).

La dimensione media23, così come risultante dai dati censuari, è piccola (10 addetti) e copre un bacino occupazionale

di circa 2 mila unità. L’area distrettuale è composta inoltre da un’interessante filiera che abbraccia anche produzioni di

articoli di maglieria, quali la fabbricazione di pullover, cardigan, ecc. (Ateco DB17.7), di interessante peso provinciale.

Il distretto risulta ulteriormente caratterizzato da una tipologia prettamente contoterzista della produzione preva-

lente, come confermato da alcune analisi condotte dalla Camera di Commercio da cui è emerso che circa il 40%

delle aziende del distretto produce semilavorati e prodotti finiti non destinati alla commercializzazione, come d’al-

tronde avviene in molte altre realtà similari italiane.

Figura 17 - Schema delle specializzazioni produttive della provincia di Frosinone

Piedimonte S. Germano

(Polo dell'auto)

DISTRETTO DEL MARMO

Anagni

(produzione di alta

tecnologia)

Frosinone

(Polo farmaceutico)

DISTRETTO DEL VESTIARIO

23) La dimensione media è stata stimata considerando il rapporto tra il numero complessivo di addetti occupati nel distretto ed il totale delle impre-

se che vi operano

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

65SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Le indagini hanno inoltre evidenziato che il 5% delle imprese del campione esporta all’estero, circostanza che indi-

ca un’ulteriore conferma della sottostima del valore dei prodotti esportati, data la natura conto-terzista delle impre-

se del distretto, che non hanno sbocchi diretti sui mercati internazionali in quanto il loro rapporto con la clientela

finale è mediato dalle imprese committenti.

Viceversa le aziende che esportano direttamente destinano ai mercati esteri una quota pari a circa il 20% del valo-

re del fatturato complessivo (stimato in circa 130 milioni di euro annui24), mentre la restante parte della produzio-

ne è destinata o alla commercializzazione su mercati locali.

Il Distretto dei Monti Ausoni, specializzato nella estrazione e lavorazione del marmo, è localizzato nella zona dei

Monti Ausoni, in special modo intorno al Comune di Coreno Ausonio e abbraccia un territorio composto da sei

comuni (6,6% del totale) in cui è concentrato circa il 3% della popolazione frusinate complessiva.

Le aziende ivi localizzate rappresentano circa il 40% del totale provinciale e vi è occupata circa la metà (47,1%)

dei lavoratori complessivi del comparto (dato C.I.I.S.).

Di seguito si riporta la tavola con l’indicazione del peso percentuale dei due distretti rispetto all’intera provincia.

Tabella 20 - Peso % dei distretti rispetto alla provincia di Frosinone

Aree di specializzazione Comuni (%) Popolazione (%) Aziende (%) Addetti (%)

1. Distretto del marmo 6,69 3,07 40,00 47,10

2. Distretto del vestiario 27,40 26,70 51,19 72,23

Fonte: elaborazioni Istituto G. Tagliacarne su dati Istat, C.I.I.S

Il distretto industriale dei Monti Ausoni-Tiburtino è specializzato nell’estrazione e lavorazione del marmo qualità

“perlato coreno”, abbracciando il territorio di sei comuni sui quali sono dislocate attualmente (30 giugno 2002) 54

aziende di estrazione (di cui 38 a Coreno Ausonio) e 36 di lavorazione.

I dati censuari del 1996 mostrano come la dimensione media delle aziende sia piccola, con 6 addetti rispettiva-

mente. Sono state censite complessivamente 73 imprese (38 di estrazione e 35 di lavorazione), in cui risultavano

occupati circa 440 addetti (dato C.I.I.S.).

La filiera produttiva è costituita da un network di imprese appartenenti sia al comparto estrattivo (Ateco CB14.11)

che a quello manifatturiero, con specializzazione nel taglio e nella modellatura del marmo (Ateco DI26.7).

Circa la metà della aziende destina all’esportazione una quota pari al 75% della produzione, a conferma di come le

imprese distrettuali siano ampiamente inserite in un circuito virtuoso collegato sia al mercato interno che estero.

Il quadro distrettuale si inserisce perfettamente nel più generale contesto in cui opera il settore a livello nazionale

se si considera il rilevante peso che il marmo italiano riveste sull’export mondiale. La quota detenuta dall’Italia è

pari al 36,6% della produzione mondiale del settore marmifero (Fonte ONU-Comtrade).

Il distretto, data la specificità della produzione, legata ovviamente alla localizzazione della materia prima, e la qua-

lità del prodotto, riveste in ambito provinciale un ruolo predominante sulla produzione e sull’export dello specifico

settore.

2.2.4 IL MERCATO DEL LAVORO

La lettura dell’andamento del mercato del lavoro della provincia di Frosinone compiuta tramite il tasso di disoccu-

pazione evidenzia come la situazione dell’area si presenti piuttosto variabile. Infatti il valore medio del tasso di disoc-

cupazione, desunto dalle indagini sulle forze di lavoro dell’Istat, fornisce per il 2002 un dato dell’11,6% che nel 2003

cresce fino al 13,5%, registrando una performance negativa di quasi 2 punti percentuali. L’area nel suo complesso

ha registrato dei passi indietro sia in termini di valore assoluto che rispetto ad altre province. Infatti dal 1995 al 1997

la provincia ha occupato sempre la 39a posizione fra le province con il maggior tasso di disoccupazione, mentre negli

ultimi anni si è collocata al 26° posto. L’analisi del livello di disoccupazione, analizzato nelle varie classi di età, non

mostra particolari note, visto che resta comunque tra i più alti dell’Italia centrale

24) Il presente dato è tratto da: Agenzia Sviluppo Lazio SpA, “Il potenziale competitivo delle province del Lazio”; Roma, 2002

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

66 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

La distribuzione settoriale degli occupati conferma quanto già evidenziato, con riferimento alla struttura produtti-

va ed al tessuto imprenditoriale: l’agricoltura ricopre una quota di occupazione pari al 2,3%, inferiore al dato regio-

nale (2,6%) e nazionale (4,9%).

L’industria (33,9%) si conferma con un peso superiore nel contesto regionale e nazionale, mentre i servizi (63,7%)

risultano in linea con il dato nazionale (63,3%) ma inferiore a quello regionale (77,6%).

Tabella 21 - Indicatori del mercato del lavoro, 2003

Indicatori Provincia di Frosinone Lazio Italia

Popolazione > 15 anni 424.548 4.554.030 49.207.999

Non forze di lavoro 208.263 2.301.198 25.057.675

Forze di lavoro 216.284 2.252.832 24.150.318

Persone in cerca di occupazione 29.107 196.147 2.096.075

Totale Occupati 187.177 2.056.685 22.054.249

Occupati dipendenti 135.977 1.540.265 16.046.179

Occupati indipendenti 51.200 516.420 6.008.070

Tasso di attività 50,9% 49,5% 49,1%

Tasso di disoccupazione 13,5% 8,7% 8,7%

Fonte: Movimprese

2.2.5 I SERVIZI DI PROMOZIONE DELL’IMPRENDITORIALITÀ E DI SOSTEGNO ALLA CREAZIONE E SVILUPPO D’IMPRESA

La provincia di Frosinone dispone di una rete di strutture e servizi a supporto della promozione e sostegno del-

l’imprenditorialità ben articolata fra i vari temi di intervento (formazione, internazionalizzazione, accesso alle risor-

se finanziarie, assistenza alla creazione e sviluppo d’impresa). L’ubicazione delle strutture risulta maggiormente

presente nell’area nord occidentale dove si concentrano le Agenzie di sviluppo. Risulta invece meno presente nel-

l’area sud dove il principale centro gravitazionale è l’Università di Cassino.

La provincia è caratterizzata da una rete di servizi di promozione dell’imprenditorialità e di sostegno allo sviluppo

d’impresa, di cui sono attori primari le istituzioni quali la CCIAA, l’Unione Industriali, il BIC Lazio, l’Università di

Cassino, l’Amministrazione Provinciale.

La Camera di Commercio dispone di due Agenzie speciali: Aspin e Innova.

Aspin è stata costituita nel 2001 per promuovere e accompagnare il processo di internazionalizzazione delle impre-

se locali mediante un ventaglio di attività di informazione, formazione, assistenza e promozione. Aspin fornisce

informazioni su finanziamenti per l’internazionalizzazione e sulle fiere e missioni in Italia ed all’estero, organizza

seminari tematici e per area geografica rivolti agli operatori economici, assiste le imprese fornendo l’analisi del

rischio Paese, consulenze tecniche (diritto commerciale internazionale, fiscalità internazionale, dogane e traspor-

ti, pagamenti internazionali), e da due anni ha istituito il servizio di assistenza specialistica “l’esperto risponde”

sulle problematiche poste dal diritto commerciale e tributario internazionale.

L’attività promozionale dell’Azienda speciale è finalizzata a facilitare il contatto delle imprese locali con i mercati

esteri. Con tale orientamento gli interventi promozionali si articolano principalmente nella organizzazione e parteci-

pazione a Fiere e Missioni all’estero, nell’accoglienza di delegazioni estere e nella promozione di progetti specifici.

In collaborazione con la Camera di Commercio di Frosinone e l’ICE, Aspin organizza il Meeting Internazionale della

■ Agricoltura ■ Industria ■ Altre attività

Fonte: Movimprese

Figura 18 - Occupati per settore di attività, 2003

Lazio

Italia

Roma 1,4% 16,0% 82,6%

2,6% 19,8% 77,6%

4,9% 31,8% 63,3%

0% 20% 40% 60% 80% 100%

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

67SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Subfornitura industriale (Subfor), appuntamento biennale di rilievo in tema di subfornitura industriale, un settore

forte e competitivo dell’economia locale. La manifestazione consente alle piccole e medie aziende del territorio di

promuovere la loro attività mediante l’esposizione delle produzioni e l’organizzazione di contatti ed incontri one-

to-one con aziende internazionali.

Innova SpA è dedicata ai servizi reali in ambito formativo e tecnico-gestionale a favore delle imprese, alla forma-

zione per la trasmissione e riqualificazione delle competenze dei lavoratori e dei giovani in cerca di occupazione,

ai progetti di più ampio respiro per la promozione e lo sviluppo del territorio.

Si occupa dell’organizzazione e della promozione di interventi formativi e di approfondimento rivolti ad imprendi-

tori e manager aziendali, svolge attività di formazione alle imprese, con particolare attenzione alle esigenze del-

l’imprenditore e dei suoi più stretti collaboratori ed offre un supporto tecnico alle piccole e medie imprese al fine

di ottimizzarne l’utilizzo delle risorse e dei fattori produttivi.

Uno dei progetti di particolare rilevanza gestiti dall’Azienda speciale è AFFETTI – Analisi dei Fabbisogni Formativi

Emergenti nella Trasformazione e Trasferimento di Impresa – con l’obiettivo di rafforzare le competenze in materia

di formazione continua legate ai processi di trasferimento e trasformazione delle imprese. Attore di rilievo del terri-

torio è l’Unione Industriali della provincia di Frosinone, organismo di rappresentanza del sistema industriale del terri-

torio provinciale, che si è dotata di una tecnostruttura di servizi alle imprese, al centro di una rete di singole iniziati-

ve su temi specifici “Impresando” sulla promozione dello spirito imprenditoriale nei giovani, “Idea” sulla coopera-

zione con le imprese dei Paesi ACP), e di società ad hoc (l’Ente di formazione PERFORM, il Consorzio international

business – CIB, per la promozione e realizzazione di iniziative per l’internazionalizzazione, Terziario Avanzato).

Il BIC Lazio è presente sul territorio della provincia con tre sportelli e un incubatore d’impresa, dislocati rispetti-

vamente in Frosinone, Cassino e Sora, mentre l’incubatore di Ferentino è destinato ad aspiranti imprenditori e

neo-imprenditori di PMI che intendano diversificare la propria attività o introdurre progetti innovativi. In una strut-

tura di 1.200 mq eroga tre tipologie di servizi:

3 servizi di informazione e orientamento ai sistemi imprenditoriali locali per usufruire delle agevolazioni offer-

te dalla programmazione sovralocale;

3 sostegno ai processi di creazione e sviluppo d’impresa;

3 ospitalità presso gli spazi e i laboratori dell’incubatore.

Polo vitalizzante dell’area sud della provincia è l’Università di Cassino, realtà fortemente integrata nel tessuto pro-

duttivo locale e attiva nella promozione del trasferimento tecnologico. Il ruolo attivo che l’Ateneo si propone di gio-

care nei processi di sviluppo locale, di innovazione e di promozione degli spin-off è sottolineato dalla presenza,

nell’attuale organigramma del Rettorato, di un Prorettore con delega alle politiche per la brevettazione ed utilizza-

zione dei risultati della ricerca. L’Università partecipa, nell’ambito del progetto CET-PALMER, alla creazione ed al

consolidamento di un Centro di Eccellenza Tecnologica nel Lazio Meridionale sul tema delle tecnologie della

comunicazione e dell’informazione denominato ICT Demolab. All’interno del progetto CET-PALMER, fornisce col-

laborazione tecnica e scientifica alla realizzazione di circa venti trasferimenti tecnologici a piccole e medie impre-

se in aree Obiettivo 2 o phasing out del Lazio. Recentemente, negli anni 2003-2004 l’Università di Cassino ha

aperto altre due nuove sedi in Frosinone e Sora le quali ospitano rispettivamente un ateneo di Ingegneria e uno

di Scienze della comunicazione. Per quanto riguarda la propria rete di servizi, l’Amministrazione Provinciale ha

posto in essere le iniziative di seguito specificate:

3 Comitato per il lavoro e lo sviluppo economico

Cabina di regia della programmazione economica del territorio. Tramite tale strumento si cerca di elaborare un

progetto-sistema di sviluppo integrato che comprendesse il coinvolgimento degli attori istituzionali e sociali.

3 Agenzia di Sviluppo Locale “Ciociaria Sviluppo” S.C.P.A.”

Società consortile il cui capitale è diviso fra i principali attori economici del territorio. Essa è il “braccio” ope-

rativo del Comitato per il lavoro e lo sviluppo economico. Istituita allo scopo di svolgere la funzione di cata-

lizzatore dei processi di crescita economica e di acceleratore dello sviluppo sostenibile, nonché di predi-

sporre strategie innovative per l’intero sistema produttivo della Provincia.

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

68 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

3 Patto Territoriale

È lo strumento di programmazione condivisa il cui scopo è quello di definire e realizzare un programma di inter-

venti finalizzato allo sviluppo locale, eco-sostenibile, nei settori dell’industria, agro-industria, servizi, turismo ed in

quello dell’apparato infra-strutturale, tra loro integrati.

3 COSILAM (Consorzio Sviluppo Industriale Lazio Meridionale) con sede in Cassino che ha l’obiettivo di favorire la

riconversione del tessuto imprenditoriale e delle produzioni dell’agglomerato di Piedimonte-Villa che include gli

stabilimenti FIAT tramite interventi diretti a:

1) sostegno dei settori connessi all’indotto Fiat finalizzato principalmente al potenziamento delle infrastrutture

primarie e tecnologiche;

2) incentivi alle imprese del settore;

3) promozione della formazione professionale.

Con tale strumento l’Amministrazione Provinciale punta a poter beneficiare delle risorse pubbliche in sede di

Comitato CIPE e della legge regionale 46/2002.

3 Patto territoriale per il Turismo e promozione del Turismo Montano

Il Patto per lo sviluppo del turismo individua una serie di strumenti volti a rafforzare complessivamente il ruolo

del settore.

Le azioni previste per il raggiungimento di tale obiettivo possono essere inquadrate in quattro assi principali:

potenziamento della rete delle infrastrutture e dei servizi al turismo, miglioramento e sviluppo delle strutture

ricettive e delle attività collaterali, qualificazione degli addetti e degli imprenditori, azioni di promozione.

Il Patto beneficia dei finanziamenti della Regione Lazio previsti per la promozione del Turismo Montano ai sensi

dell’art. 23 della L.R. 10/2001 ha istituito il fondo speciale per la valorizzazione e lo sviluppo delle aree montane.

Il programma di promozione è relativo all’Area dell’Alta Valle dell’Aniene e di Collepardo, nonché quello relativo

all’Area di San Donato Val di Comino.

3 Accordo di Programma Quadro

Con la L.R. n. 40/99 la Regione Lazio ha istituito le aree a programmazione integrata per la valorizzazione ambien-

tale, culturale e turistica del territorio.

Con delibera di G.R. n. 1294 del 27 settembre 2002 è stato approvato l’accordo di programma per lo sviluppo

dei servizi ambientali, culturali e turistici della Valle del Liri che contiene un programma pluriennale di interventi

da attuare nei comuni aderenti capace di incidere positivamente sulla qualificazione delle risorse culturali e più

in generale sul processo di sviluppo socio-economico in un contesto di risorse integrate.

3 Consorzio per lo Sviluppo Industriale Frosinone

Il Consorzio per lo Sviluppo Industriale Frosinone - già Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale (ASI), ha la fina-

lità di promuovere l’industrializzazione e l’insediamento delle imprese nelle aree ad esso assegnate.

Il Consorzio promuove, nell’ambito delle aree degli Agglomerati Industriali, le condizioni necessarie per la crea-

zione e lo sviluppo di attività produttive, artigianali, del commercio, del terziario e dei servizi, nel quadro delle pre-

visioni della programmazione generale e di settore.

I cinque agglomerati individuati sono:

- Agglomerato di Frosinone - comprendente Frosinone, Alatri, Arnara, Ferentino, Morolo, Patrica, Supino,

Torrice, Veroli;

- Agglomerato di Anagni - comprendente Anagni, Paliano e Sgurgola;

- Agglomerato di Cassino-Pontecorvo - comprendente Cassino, Pontecorvo, Aquino, Belmonte Castello,

Castrocielo, Piedimonte S. Germano, Pignataro Interamna, Roccasecca, S. Elia Fiumerapido, Villa S. Lucia;

- Agglomerato di Sora-Isola Liri - comprendente Sora, Isola Liri, Boville Ernica, Castelliri, Fontana Liri, Monte S.

Giovanni Campano;

- Agglomerato di Ceprano - comprendente Ceprano, Arce, Colfelice, Pofi, Ripi, S. Giovanni Incarico,

Strangolagalli.

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

69SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

2.3 LA PROVINCIA DI LATINA

2.3.1 IN SINTESI

La provincia di Latina si presenta come un territorio molto dinamico con oltre 45.000 imprese e 512.000 abitanti

e su cui insistono 33 Comuni. La provincia è nata amministrativamente nel 1934, in un territorio di grandi tradi-

zioni e culture, terra di Circe e di città di rilievo storico come Gaeta, la fortezza dei Borbone, l’antica Sermoneta,

roccaforte della famiglia Caetani, la città medievale di Ninfa, detta la Pompei del medioevo.

A livello di andamento demografico, in provincia di Latina si registra un numero di abitanti pari al 10,16% del tota-

le della popolazione laziale e risulta una tra le prime province più popolate del Centro Italia e al trentatreesimo

posto a livello nazionale. La struttura per età della popolazione è più giovane della media nazionale, difatti la per-

centuale di ultrasessantacinquenni (14,6%) costituisce il settimo valore più basso dell’intero Paese, mentre la

quota di popolazione sotto i quattordici anni è la più alta del Centro del Paese (16,1%) e l’incidenza della popola-

zione in età compresa fra i 15 e 64 anni (69,3%) risulta esserne la seconda. Il saldo migratorio e la crescita regi-

strati dalla provincia di Latina risultano essere i maggiori della regione, in contrapposizione con il calo della nata-

lità, più marcato rispetto ai valori delle altre province laziali.

Per quanto inerente alla dotazione di strutture logistiche, la provincia pontina, posizionata a metà strada sull’asse

Roma-Napoli, dispone del porto di Gaeta, dell’interporto di Latina Scalo e del polo intermodale di Aprilia.

Per quanto riguarda la struttura produttiva, la provincia di Latina si posiziona tra i primi posti in Italia per densità di

imprese, con una impresa ogni 9 residenti. Ammontano a 45.775 (45.400 nel 2003) le imprese registrate nella pro-

vincia di Latina al 31-12-2004, in aumento rispetto al 2003 dello 0,83% (var. 2003-2002 +2,5%). I settori mag-

giormente presenti sono il commercio e l’agricoltura, che insieme assorbono oltre il 55% del numero delle impre-

se. Latina si attesta come provincia leader in agricoltura con migliaia di piccole aziende a conduzione familiare, che

ne fanno la settima provincia italiana per ricchezza prodotta in agricoltura (Fonte: Ist. Tagliacarne). Posizione di lea-

dership assoluta è saldamente mantenuta anche nel comparto del commercio dell’ortofrutta, essenzialmente tra-

mite il MOF (Mercato Ortofrutticolo di Fondi). La provincia pontina è inoltre, in Italia, tra quelle con la più alta pre-

senza della grande distribuzione organizzata.

Nella provincia di Latina possono essere individuati due principali sistemi territoriali, omogenei per storia, ma diver-

si per caratteristiche economiche: l’area Nord Pontina e l’area Sud Pontina.

La prima costituisce l’area a vocazione industriale per eccellenza, in cui spiccano le industrie farmaceutiche

(secondo polo del settore in Italia), i caseifici, le aziende meccaniche e le aziende alimentari, nate negli anni

Sessanta grazie all’intervento della Cassa per il Mezzogiorno.

L’area Sud Pontina trova nel turismo il principale punto di forza, grazie alla ricchezza di spiagge, coste frastagliate,

panorami mozzafiato e cittadine di sicura bellezza, da Sperlonga a San Felice Circeo a Gaeta.

Qui le rinomate spiagge di Sabaudia e del Circeo, dove venivano a villeggiare gli imperatori romani, ricevono

annualmente importanti attestati di qualità per la vivibilità e pulizia del mare. In tale area, tra le principali risorse

naturalistico-ambientali segnaliamo il Parco Nazionale del Circeo, che si estende per circa 8.500 ettari, e l’Oasi Blu

Villa di Tiberio a Sperlonga. Nell’area meridionale della provincia va sottolineata ancora la predominanza dei com-

parti agricolo ed agroindustriale nella zona della piana di Fondi, che grazie all’indotto del MOF occupa la prima posi-

zione a livello nazionale per trasformazione di prodotti agricoli.

In provincia di Latina si possono segnalare, infine, rilevanti iniziative di promozione e valorizzazione dei prodotti

tipici con numerosi riconoscimenti ottenuti da produzioni locali (kiwi latina, carciofo romanesco, mozzarella di bufa-

la, marchi DOC tra i vini come: Cori, Aprilia, Circeo, ecc.) ed altri in corso di riconoscimento (sedano di Sperlonga,

olio extravergine di oliva “Colline Pontine”, olive di Gaeta, Moscato di Terracina).

Le dinamiche evidenziate sono volte ad individuare i fabbisogni del territorio, i punti di forza e debolezza, la valo-

rizzazione dell’esistente e lo sviluppo di nuove attività, che possiamo sintetizzare in:

3 migliorare le qualità e la specializzazione delle produzioni agricole mediante l’introduzione di marchi di qua-

lità ambientali, riducendo l’impiego di pesticidi e sviluppando coltivazioni biologiche;

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

70 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

3 sviluppare la filiera dell’energia pulita tramite pannelli solari per l’alimentazione delle serre e per la conser-

vazione dei litorali;

3 sostenere la formazione per l’inserimento in agricoltura di innovazione tecnologica nei sistemi di produzione;

3 sostenere la filiera agroalimentare e casearia nei confronti dell’export europeo e globale, per arginare la con-

correnza dei Paesi esteri.

2.3.2 IL TERRITORIO

Figura 19 - Carta della provincia di Latina

Fonte: nostra elaborazione su Carta del Touring Club Italiano

2.3.2.1 Il quadro di riferimento

La provincia di Latina, con una superficie di 2.250 kmq, 33 comuni ed oltre 510.000 abitanti, è la seconda pro-

vincia della Regione dopo Roma per numero di abitanti.

Il territorio è diviso fra aree collinari, montane e piane costiere. In particolare la lunga dorsale collinosa, che sale

dal mare fino ai monti Ausoni, ai gruppi dei Lepini e degli Aurunci, prosegue verso est con la vasta pianura boni-

ficata dell’Agro Pontino. La provincia confina a nord con la provincia di Frosinone, a nord-ovest con la provincia

di Roma, a sud-est con la Campania (provincia di Caserta), ed a sud, per tutta la sua lunghezza, con il Mar Tirreno.

Il litorale ha un’estensione di più di 100 km a partire dal fiume Astura fino al fiume Garigliano. I centri più impor-

tanti di questa zona sono: Latina, Sabaudia, S. Felice Circeo, Terracina, Fondi, Sperlonga, Gaeta, Formia,

Minturno-Scauri.

Le isole pontine, note mete turistiche, sono divise in due gruppi: Ponza, Palmarola, Gavi e Zannone a nord-ovest,

Ventotene e Santo Stefano a sud-est.

Nel capoluogo di provincia è ubicata la sede distaccata dell’Università “La Sapienza” di Roma relativamente alle

facoltà di Ingegneria, Economia, Scienze Infermieristiche e Medicina.

Nella provincia di Latina possono essere individuati due principali sistemi territoriali, omogenei per storia, ma note-

volmente diversi per caratteristiche economiche:

3 l’area Nord Pontina, a vocazione industriale, con il 70% degli insediamenti industriali della provincia;

3 l’area Sud Pontina, a vocazione maggiormente turistica.

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

71SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Il nord della provincia comprende i comuni che vanno da Aprilia a Terracina (lungo la fascia costiera), da Rocca

Massima a Sonnino (all’interno, fino al confine con le province di Roma e Frosinone) e può essere ulteriormente

suddiviso nella zona dell’Agro Pontino e della collina.

Il sud – che comprende i comuni che tra la costa ed il territorio interno si collocano tra Roma e Napoli – ha da sem-

pre un ruolo preminente in ambito turistico. La costa ricca di spiagge e cittadine pittoresche, le bellezze artistico-

culturali di pregio, nonché un patrimonio ambientale di notevole importanza fanno di questa porzione del territo-

rio pontino e laziale un luogo ambito da numerosi turisti in ogni periodo dell’anno.

Numerosi sono gli ambienti protetti dell’area del Golfo di Gaeta ed in particolare: il parco regionale dei Monti

Aurunci; il parco regionale urbano di Monte Orlando a Gaeta, con l’Oasi Blu marina; il parco regionale suburbano

di Giànola-Monte di Scauri; le oasi avifaunistiche di Palmarola e Zannone; la riserva marina protetta di Ventotene

e Santo Stefano; l’Oasi Blu Villa di Tiberio a Sperlonga.

L’area Sud Pontina è suddivisibile in ulteriori due zone: la Costa e Latina Sud.

Area Nord Pontina - Agro Pontino

Ne fanno parte i comuni di: Aprilia, Cisterna di Latina, Latina, Pontinia e Sermoneta.

L’Agro Pontino è un territorio che presenta città nuove come Latina, Aprilia, Pontinia, le città del razionalismo e

del boom economico degli anni del dopoguerra.

Il capoluogo è stata fondato durante il ventennio con il nome di Littoria, nell’ambito delle opere di bonifica delle palu-

di pontine, quindi costruita nel suo nucleo originario e inaugurata nel 1932, mutuando il proprio territorio comunale

per la maggior parte da quello di Cisterna di Roma (attualmente Cisterna di Latina). La città in pochi decenni è pas-

sata da dimensioni pari a quelle di un piccolo nucleo urbano fino a diventare la seconda città del Lazio.

Come già evidenziato, a livello di strutture logistiche, nell’area sono presenti l’interporto di Latina ed il polo inter-

modale di Aprilia.

Dal punto di vista economico l’area è caratterizzata dalla specializzazione nei settori chimico-farmaceutico, attra-

verso numerosi insediamenti di multinazionali grazie ai quali è diventata il secondo polo del settore in Italia, aero-

spaziale con aziende che operano nell’allestimento interno di velivoli militari e civili, oltre a costituire un importante

polo agroalimentare di cui il settore caseario costituisce una componente determinante.

La filiera del fior di latte e della bufala (il cui disciplinare del marchio “DOP” della mozzarella di bufala campana

include tra le aree di produzione anche quella di Latina) comprende anche importanti marchi nazionali ed una serie

di aziende artigianali. Nel settore agroalimentare vengono valorizzate le produzioni vitivinicole locali tra cui segna-

liamo il marchio DOC “Aprilia”.

Figura 20 - Le aree della provincia di Latina

Area Nord PontinaAgro Pontino

Area Nord PontinaCollina

Area Sud PontinaCosta Area Sud Pontina

Latina Sud

Latina

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

72 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Va anche ricordato che l’Agro Pontino, dove è nata l’uva da tavola denominata “Italia”, è divenuto il più grande

polo di produzione mondiale del kiwi, recentemente riconosciuto con marchio “IGP” e con volumi di produzione

superiori anche alla Nuova Zelanda, Paese di origine del frutto.

Qui l’attività agricola risulta altamente specializzata: oltre alle produzioni di ortofrutta (Latina è leader nella produ-

zione di carote e zucchine), c’è il florovivaismo che vede le aziende locali raggiungere posizioni di preminenza nei

mercati nazionali ed europei.

Nel commercio si riscontra una grande presenza di grande distribuzione organizzata con centri commerciali che

hanno trasformato città come Latina ed Aprilia.

In aggiunta alla vocazione prevalentemente industriale di tale area, va menzionata anche la presenza di bellezze

naturali e storiche di particolare interesse turistico-culturale. Tra queste citiamo i giardini di Ninfa, dichiarati

Monumento Naturale con normativa regionale e situati sui territori dei comuni di Cisterna di Latina e Sermoneta.

Si tratta di una magnifica oasi naturalistica sorta sui resti di una città medievale di cui esistono suggestive testi-

monianze, come una parte del castello, le mura, il municipio completamente restaurato e resti di chiese ed edifi-

ci civili, recuperata all’invasione delle paludi.

Altra meta del turismo culturale è l’antica Sermoneta, in cui il Castello Caetani, costruito agli inizi del 1200 dalla

famiglia Annibaldi, si erge maestoso sul paese, dominando l’intera Pianura Pontina.

Il Castello è diventato luogo di incontri culturali ed è abitato per un lungo periodo dell’anno da artisti e studiosi di

varie discipline, tra cui i restauratori dei dipinti murali dei corsi organizzati dall’ICCROM (Centro Internazionale degli

Studi per la Conservazione ed il Restauro dei Beni Culturali). In estate il Castello diviene sede naturale del Festival

Pontino di Musica e centro di studi musicali di interpretazione e perfezionamento strumentale organizzati dal

Campus Internazionale di Musica di Latina.

Area Nord Pontina - Collina

Nella sub area provinciale della Collina sono inclusi i comuni di: Bassiano, Cori, Lesola, Maenza, Norma, Priverno,

Prossedi, Roccagorga, Rocca Massima, Roccasecca dei Volsci, Sezze e Sonnino.

In tale area assumono rilievo particolare dal punto di vista economico i comuni di Priverno e Sezze in cui preval-

gono piccole imprese operanti nel campo agroalimentare e agricolo (note principalmente per la produzione del car-

ciofo romanesco riconosciuto a livello nazionale con marchio “IGP” nonché del prosciutto di Bassiano).

Vengono, inoltre, valorizzate le produzioni enogastronomiche locali, con particolare riferimento ai prodotti vitivini-

coli, tra cui segnaliamo il vino a marchio DOC Cori, nonché alla produzione dell’olio extravergine di oliva “Colline

Pontine”, per il quale è in fase di riconoscimento il marchio DOP.

Area Sud Pontina - Costa

Ne fanno parte i comuni di: Fondi, Monte San Biagio, Sabaudia, San Felice Circeo, Sperlonga e Terracina.

Il litorale si presenta ricco di spiagge, panorami mozzafiato e cittadine di sicura bellezza, da Sperlonga a San Felice

Circeo a Gaeta.

È da segnalare che le rinomate spiagge di Sabaudia e del Circeo, dove venivano a villeggiare gli imperatori roma-

ni, ricevono annualmente importanti attestati di qualità (Bandiera Blu e Vele di Lagambiente) grazie alla vivibilità e

pulizia del mare.

In tale area, tra le principali risorse naturalistico-ambientali segnaliamo il Parco Nazionale del Circeo che si esten-

de per circa 8.500 ettari, interamente in provincia di Latina ed occupa il tratto di litorale compreso tra Latina e

Terracina, nonché l’Oasi Blu Villa di Tiberio a Sperlonga.

Lo splendido mosaico ambientale del Parco è arricchito anche da importanti ritrovamenti di reperti preistorici ed

archeologici. Le numerose grotte ed i ripari naturali del promontorio sono, infatti, importantissimi siti preistorici nei

quali, oltre al ritrovamento di un cranio dell’uomo di Neanderthal, numerosissime sono le altre testimonianze (resti

fossili, reperti litici, ecc.) della presenza dell’uomo e delle sue attività nel corso delle ere preistoriche. I reperti

archeologici, invece, sono in buona parte riferibili all’epoca romana, sia imperiale che repubblicana, come il porto

canale di Torre Paola od il complesso termale-residenziale della Villa di Domiziano.

Lo sviluppo economico dell’area è imperniato sui settori del turismo e commercio per quanto riguarda la zona del

Circeo, e sui settori agricolo ed agroindustriale nella piana di Fondi, la cui economia, come già specificato, è deter-

minata principalmente dalla presenza del MOF.

La piana di Fondi, in cui insistono anche i comuni di Monte San Biagio e Sperlonga, è caratterizzata da una rete

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

73SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

infinita di piccole e piccolissime aziende agricole che, grazie alle coltivazioni in serra, riescono a compiere più cicli

produttivi durante l’anno e pertanto risultare competitive sul mercato nazionale ed internazionale.

Tali aziende sono organizzate per la maggior parte sotto forma di cooperative che vendono direttamente i propri

prodotti all’interno del MOF.

Anche in tale area vengono promosse iniziative legate all’enogastronomia, attraverso la valorizzazione delle pro-

duzioni locali, con particolare riferimento al vino DOC “Circeo”, al “Moscato di Terracina” ed al sedano di

Sperlonga per il quale sono state avviate le procedure per il riconoscimento del marchio di qualità.

Area Sud Pontina - Latina Sud

Nella sub area provinciale di Latina Sud sono inclusi i comuni di: Campodimele, Castelforte, Formia, Gaeta, Itri,

Minturno, Ponza, Santi Cosma e Damiano, Spigno Saturnia e Ventotene.

La principale attrazione turistica di questa zona è rappresentata dal gruppo delle isole Pontine, formato da 2 sot-

togruppi: Ponza, Palmarola, Zannone e Giavi, a nord-ovest, e Ventotene e Santo Stefano, a sud-est. Tra i due sot-

togruppi corrono circa 22 miglia nautiche.

Entrambi i gruppi hanno origine vulcanica, con la sola eccezione di Zannone, che presenta rocce sedimentarie e

metamorfiche. Tutte le isole vulcaniche hanno una morfologia piuttosto articolata: cale, punte, faraglioni, grotte si

susseguono senza interruzione, formando un paesaggio emerso di rara bellezza, che ha una corrispondenza pres-

soché speculare nel paesaggio sottomarino. Ponza e Ventotene, in particolare, si presentano come due tra le più

belle isole del Mediterraneo e regni delle escursioni subacquee.

Ulteriore attrazione turistico-culturale dell’area è costituita dal patrimonio storico-archeologico. Qui si conservano

difatti terme, templi e teatri di epoca romana, tra cui quello di Minturno, il più grande del Lazio dopo il Colosseo,

oltre ad abbazie, monasteri e borghi medievali. Segnaliamo, in particolare, Gaeta, la fortezza dei Borbone che ospi-

tava i papi in fuga dai moti risorgimentali e le cui bellezze naturali l’hanno resa luogo di vacanza già in epoca roma-

na. Assume particolare importanza il grande Porto di Gaeta, sfruttato da un punto di vista commerciale unica-

mente per un modesto traffico di pescherecci e di mezzi della NATO, la cui sede si trova nella stessa città. Per lo

sviluppo del polo portuale Gaeta-Formia sono previsti importanti investimenti infrastrutturali, necessari affinché la

provincia di Latina possa essere competitiva nel mercato globale.

Numerosi sono, inoltre, gli ambienti protetti dell’area del Golfo di Gaeta ed in particolare: il parco regionale dei

Monti Aurunci; il parco regionale urbano di Monte Orlando a Gaeta, con l’Oasi Blu marina; il parco regionale subur-

bano di Giànola-Monte di Scauri, con l’Oasi Blu marina; le oasi avifaunistiche di Palmarola e Zannone e la riserva

marina protetta di Ventotene e Santo Stefano.

Dal punto di vista dello sviluppo economico l’area è caratterizzata essenzialmente dalla forte presenza del setto-

re turistico e terziario. Si segnala, inoltre, la produzione delle olive di Gaeta per cui sono state avviate le procedu-

re per il riconoscimento del marchio di qualità.

2.3.2.2 La popolazione

La popolazione di Latina ammonta a 512.136 unità, collocandola tra le prime province più popolate del Centro Italia

e al trentatreesimo posto a livello nazionale.

Rilevante anche la densità demografica. Sono, infatti 221 gli abitanti che in media occupano un kmq di superficie

territoriale. Questo valore è superiore sia a quello medio nazionale sia a quello riferito all’insieme delle province

del Centro Italia. Da notare l’alto potere di attrazione esercitato dai grandi comuni. Ben il 69,9% della popolazio-

ne risiede, infatti, negli otto comuni (Latina, Aprilia, Terracina, Formia, Fondi, Cisterna di Latina, Gaeta, Sezze) con

più di 20.000 abitanti, dato rilevante in ambito sia nazionale che locale; il baricentro demografico, costituito dal

comune di Pontinia, rimane invariato rispetto al dato precedente.

La struttura per età della popolazione è più giovane della media nazionale e tale aspetto acquisisce maggiore rile-

vanza nel raffronto con le altre province del Centro. Basti pensare che la percentuale di ultrasessantacinquenni

(14,6%) costituisce il settimo valore più basso dell’intero Paese, risultando di gran lunga il più basso del Centro Italia.

Si registra, inoltre, la maggior percentuale di abitanti di sesso maschile di tutto il Centro Italia, alla pari con Frosinone.

Caratteristiche opposte si registrano per gli appartenenti alle altre classi di età. La quota parte di popolazione sotto

i quattordici anni è la più alta del Centro del Paese (16,1%), mentre l’incidenza della popolazione in età compresa

fra i 15 e 64 anni (69,3%) risulta esserne la seconda.

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

74 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Tabella 22 - Popolazione residente

Territorio 2001 2002 2003 2004

Provincia di Latina 491.632 491.431 497.415 512.136

Lazio 5.112.413 5.117.075 5.145.805 5.205.139

Italia 56.995.744 56.993.742 57.321.070 57.888.245

Tasso di crescita annuo

Territorio 2002/’01 2003/’02 2004/’03 2004/’01

Provincia di Latina -0,04% 1,22% 2,96% 4,17%

Lazio 0,1% 0,6% 1,1% 1,7%

Italia 0,0% 0,6% 1,0% 1,5%

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat, 2005

Il saldo migratorio e la crescita registrati dalla provincia di Latina risultano essere i maggiori della Regione, in con-

trapposizione con il calo della natalità, più marcato rispetto ai valori delle altre province laziali.

Tabella 23 - Indice di dipendenza strutturale nella provincia di Latina e nel Lazio

Territorio 1981 1991 2001 2004

Latina 53,7 44,0 45,9 41,4

Lazio 49,2 41,9 46,7 50,2

Fonte: dati Istat

Si evidenzia una dinamica positiva dell’indice di dipendenza che registra un progressivo miglioramento consegui-

to nell’ultimo quadriennio, a seguito di un incremento della popolazione attiva.

2.3.3 STRUTTURA PRODUTTIVA PROVINCIALE

2.3.3.1 Andamento economico

La provincia di Latina si posiziona al secondo posto in Italia per numero di imprese. Ammontano a 45.775 (45.400

nel 2003) le imprese registrate nella provincia di Latina al 31-12-2004, in aumento rispetto al 2003 dello 0,83%

(var. 2003-2002 +2,5%). I settori maggiormente presenti sono due: commercio e agricoltura, che insieme assor-

bono oltre il 55% delle imprese. In particolare il settore primario, con una quota di imprese inferiore al 30,0%, rie-

sce ad emergere, sia rispetto al complesso del Paese che alla media del Centro Italia.

L’artigianato non sembra giocare un ruolo di rilievo: soltanto poco più del 20% delle imprese presenta, infatti, que-

sti connotati. Si tratta di un dato inferiore alla media nazionale e che fa della provincia tra le primissime realtà a

minor vocazione artigiana nel Centro.

■ Latina ■ Lazio ■ Italia

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat, 2005

Figura 21 - Andamento della variazione annuale del tasso migratorio netto in provincia di Latina, nel Lazio e in Italia

15,0

20,0

25,0

30,0

10,0

5,0

0,02002 2003 2004

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

75SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Al di sopra della media nazionale e macro ripartizionale il tasso di evoluzione, derivante soprattutto da un peso di nata-

lità superiore, soprattutto rispetto alla media nazionale ed in misura minore rispetto al dato del Centro. L’analisi del-

l’andamento temporale mostra come nel periodo 1997-2003 siano cresciuti prepotentemente alcuni comparti. Si trat-

ta dell’industria il cui peso è passato dall’8,9 al 9,6%, delle costruzioni (dal 9,4 al 10,8%) e del commercio (dal 26,5

al 28,8%). Da segnalare, infine, il rilevante peso delle imprese presenti sul mercato pontino dal 1990 al 1999, a sca-

pito della numerosità di quelle di meno recente costituzione. Sono oltre 35.800 le aziende agricole censite nella pro-

vincia di Latina, il 16,7% del totale regionale, con una superficie agricola utilizzata consistente, quasi il 72%, e di

dimensioni ridotte, ben il 75% circa sono tra 1 e 2 ettari. La provincia si pone al terzo posto regionale per quanto con-

cerne il totale delle strutture turistiche presenti mentre a livello nazionale, con 311 unità, si pone al 57° posto.

Tabella 24 - Andamento del PIL a prezzi correnti in provincia di Latina, nel Lazio e in Italia nel quinquennio 1999-2003 (milioni di euro)

Territorio 2000 2001 2002 2003

Provincia di Latina 8.683 9.261 9.645 10.338

Lazio 109.817 116.497 122.071 127.200

Italia centrale 225.754 238.934 248.381 258.376

Italia 1.080.757 1.138.010 1.177.117 1.217.193

Tasso di crescita annuo (a prezzi correnti)

Territorio 2000/’99 2001/’00 2002/’01 2003/’02 Media

Provincia di Latina 7,2 6,7 4,1 7,2 6,3

Lazio 5,0 6,1 4,8 4,2 5,0

Italia centrale 5,2 5,8 4,0 4,0 4,8

Italia 5,6 5,3 3,4 3,4 4,4

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

2.3.3.2 Analisi dei settori produttivi

La provincia di Latina si posiziona ai primissimi posti in Italia per densità di imprese. Come si evince dalle tabelle

sottostanti, il 2004 si chiude con una tasso di crescita imprenditoriale dell’1,5%, dato che conferma una dinami-

ca complessiva più contenuta rispetto al 2003.

Tabella 25 - Imprese attive in provincia di Latina e nel Lazio

Numero imprese attive

2000 2001 2002 2003 2004

Lazio 330.067 338.836 343.023 351.063 356.014

Latina 42.897 43.738 44.343 45.400 45.775

Italia 4.840.366 4.897.933 4.952.053 4.995.738 5.061.859

In termini relativi tali valori si traducono in un tasso di natalità del 7%, in calo rispetto all’anno precedente (7,3%)

ed in un indice di mortalità pari al 5,5%, quest’ultimo in crescita rispetto al 2003 (5,3%).

Tabella 26 - Contributo dei settori produttivi alla formazione del Valore Aggiunto nel 2003 (valori in milioni di euro)

Settori Latina Lazio Centro Italia

v.a. % v.a. % v.a. % v.a. %

Agricoltura 524 5,1 1.651 1,3 4.200 1,6 30.883 2,5

Industria 3.362 32,5 21.620 17 58.003 22,4 323.666 26,6

di cui Manifattura 751 7,3 16.924 13,3 46.943 18,2 262.229 21,5

di cui Costruzioni 2.612 25,3 4.696 3,7 11.060 4,3 61.437 5

Servizi 6.452 62,4 103.930 81,7 196.174 75,9 862.644 70,9

Totale 10.338 100 127.201 100 258.377 100 1.217.193 100

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

76 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

L’incidenza del comparto costruzioni sposta a favore del settore industriale i rapporti; la propensione agroindu-

striale viene comunque confermata.

A tal proposito si rileva il notevole peso dell’agricoltura, testimoniato dal fatto che la provincia di Latina contribui-

sce alla quota regionale di prodotto agricolo con quasi il 30% di produzione.

Latina si colloca al 59% della graduatoria nazionale delle province e non si è distinta nella crescita rispetto alle pro-

vince più attive. Inoltre rispetto al 1995 la capacità di produrre ricchezza della provincia di Latina si è progressiva-

mente ridotta.

Tabella 27 - Valore Aggiunto dell’artigianato nella provincia di Latina (valori a prezzi base 1995)

Milioni di euro

Settore 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002

Industria in senso stretto 222 233 239 253 215 250 242 247

Costruzioni 213 239 246 285 304 252 315 328

Totale industria 434 472 485 538 519 502 557 574

Commercio e riparazioni 124 128 143 147 141 147 145 149

Trasporti e comunicazioni 99 109 116 133 120 130 126 122

Informatica e serv. alle impr. 37 40 43 40 40 40 44 43

Serv. alle famiglie e altre attiv. 54 54 59 68 64 64 69 69

Totale altre attività 314 331 360 388 364 381 384 382

Totale 748 803 845 926 883 883 941 956

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Il comparto delle costruzioni traina nel biennio 2001-2002 un certo recupero industriale mentre sono sostanzial-

mente stabili gli altri settori.

Tabella 28 - Variazione % del Valore Aggiunto dell’artigianato nella provincia di Latina (valori a prezzi base 1995)

Variazione %

Settore 96/95 97/96 98/97 99/98 00/99 01/00 02/01 02/95

Industria in senso stretto 5,0 2,7 5,8 -15,0 16,6 -3,5 2,0 11,2

Costruzioni 12,6 2,7 16,1 6,4 -17,1 25,2 4,0 54,1

Totale industria 8,7 2,7 11,0 -3,7 -3,1 10,9 3,1 32,2

Commercio e riparazioni 3,7 11,3 2,6 -4,2 4,5 -1,6 2,7 19,8

Trasporti e comunicazioni 10,4 6,0 14,6 -9,6 8,1 -2,9 -3,3 23,1

Informatica e serv. alle impr. 7,9 7,4 -6,0 -1,6 1,9 9,7 -2,8 16,4

Serv. alle famiglie e altre attiv. -0,3 9,0 16,7 -6,2 -0,4 7,7 -0,2 27,3

Totale altre attività 5,6 8,7 7,7 -6,1 4,5 0,7 -0,4 21,8

Totale 14,3 11,4 18,7 -9,8 1,4 11,6 2,7 54,0

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

L’analisi in serie storica della disaggregazione per settore di attività evidenzia il processo di terziarizzazione dell’e-

conomia pontina, contestuale al ridimensionamento relativo alle attività agricole. Anche l’industria pontina confer-

ma le proprie dimensioni economiche superiori alle province laziali ed alla media nazionale. In termini di composi-

zione settoriale, il comparto “commercio, alberghi e ristoranti” rappresenta la quota più rilevante di imprese

(34,5%), con una crescita dal ’98 ad oggi di oltre il 10%. La provincia pontina si conferma, in Italia, tra quelle con

la più alta presenza di grande distribuzione organizzata.

Prosegue, inoltre, il processo di consolidamento della base produttiva pontina, con un progressivo spostamento

verso forme giuridiche più strutturate e più solide.

2.3.3.3 Internazionalizzazione

Nel corso del 2004 le esportazioni pontine sono cresciute del 9,2%, raggiungendo quota 2.500 milioni di euro, con

un tasso di crescita superiore alla media regionale e nazionale (entrambi +6%). Latina, dopo tre anni in cui era

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

77SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

stata superata da Frosinone, ha riconquistato la seconda posizione tra le province laziali per quanto riguarda la quota

sul totale regionale. Di seguito si evidenzia il tasso di propensione all’export, al 2003, ottenuto dal rapporto tra il valo-

re delle vendite all’estero ed il reddito prodotto: tale indice misura il grado di orientamento verso i mercati esteri.

In termini di disaggregazione per settori, si consolida ulteriormente il primato della chimica, gomma e plastica,

registrando un +12% di crescita del valore delle merci vendute. Si rileva, inoltre, l’importanza del comparto chi-

mico-farmaceutico che rappresenta oltre il 60% dell’export totale.

I principali mercati di sbocco sono costituiti da Paesi UE (in particolare Francia e Germania), per circa il 67%, e

dagli USA, con una percentuale inferiore al 10%, in calo rispetto al passato.

Il tessuto produttivo pontino dal ’96 al 2004 è cresciuto ulteriormente, di circa il 20%, attestandosi su valori in

linea con la media nazionale.

Fonte: Unioncamere

Figura 23 - Esportazioni in provincia di Latina per attività economica, 2003

Macchine elettriche

Macchine ed app. meccanici

Metalli, prodotti in metallo

Minerali non metalliferi

Gomma e plastica

Prodotti chimici

Coke, raffinerie petrolio

Carta ed editoria

Legno

Cuoio e pelli

Confezioni di vestiario

Tessile

Alimentari

Minerali ed energia

Agricoltura

Mezzi di trasporto

Altre ind. manifatturiere

Altre esportazioni

2,49%

0,08%

0,90%

8,54%

0,48%

0,07%

0,48%

1,87%

2,88%

4,56%

0,44%

5,91%

1,17%

6,35%

1,70%

0,24%

0,75%

61,09%

0,0% 20,0%10,0% 30,0% 40,0% 50,0% 70,0%60,0%

■ Latina ■ Lazio ■ Italia

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Figura 22 - Tasso di apertura e propensione all'esportazione, 2003

47,725,3

42,3

Tasso di apertura

228,2 21,2

Propensione all'export

85,3

47,6

100,4

Tasso di copertura

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

78 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

2.3.3.4 Dinamiche imprenditoriali

Distribuzione settoriale delle aziende per natura giuridica - Latina (2002)

Tabella 29 - Imprese attive nella provincia di Latina per settore di attività, 2004

Imprese attive

Settori di attività economica Numero %

Agricoltura 12.818 28,00

di cui agricoltura 12.643 27,62

di cui pesca, piscicoltura e annessi 175 0,38

Industria 9.433 20,61

di cui Estrazione materiali 26 0,06

di cui Attività manifatturiere 4.364 9,53

di cui Produz. distribuz. energia e gas 7 0,02

di cui Costruzioni 5.036 11,00

Servizi 23.501 51,34

di cui Commercio 13.233 28,91

di cui Alberghi e ristoranti 2.498 5,46

di cui Trasporti, magazzini e comunic. 1.603 3,50

di cui Intermed. mon. e finanz. 1.016 2,22

di cui Att. immobil. noleggio, informat. e ricerca 2.894 6,32

di cui Istruzione 172 0,38

di cui Sanità e servizi sociali 200 0,44

di cui Altri servizi sociali ed alla persona 1.885 4,12

di cui Servizi domestici - 0,00

Altre imprese 23 0,05

Totale 45.775 100,00

Fonte: CCIAA Roma

Tabella 30 - Evoluzione delle imprese attive nel periodo, 2000-2004

Numero imprese attive

Territorio 2000 2001 2002 2003 2004

Latina 42.897 43.738 44.343 45.400 45.775

Lazio 330.067 338.836 343.023 351.063 356.014

Italia 4.840.366 4.897.933 4.952.053 4.995.738 5.061.859

Variazioni percentuali

Territorio 2001/00 2002/01 2003/02 2004/03 2004/00

Latina 1,96% 1,38% 2,38% 0,83% 6,71%

Lazio 2,7% 1,2% 2,3% 1,4% 7,9%

Italia 1,2% 1,1% 0,9% 1,3% 4,6%

Fonte: Movimprese, 2000-2004

Tabella 31 - Imprese attive per forma giuridica in provincia di Latina

Forma giuridica 2000 2001 2002 2003 2004

v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. %

Soc. di capitali 4.070 9,5% 4.429 10,1% 4.875 11,0% 5.469 12,0% 5.787 12,6%

Soc. di persone 5.551 12,9% 5.657 12,9% 5.773 13,0% 5.845 12,9% 5.871 12,8%

Impr. individ. 32.320 75,3% 32.602 74,5% 32.578 73,5% 32.846 72,3% 32.873 71,8%

Altre forme 956 2,2% 1.050 2,4% 1.117 2,5% 1.240 2,7% 1.244 2,7%

Totale 42.897 100% 43.738 100% 44.343 100 % 45.400 100% 45.775 100%

Fonte: Movimprese, 2000-2004

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

79SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Va sottolineato che il 75% circa delle imprese ha una età inferiore ai 14 anni; i settori più giovani risultano quelli

legati ai servizi di intermediazione monetaria e finanziaria, nonché le attività immobiliari. Per contro, proprio tali atti-

vità risultano caratterizzate dal più elevato tasso di mortalità, in particolare l’intermediazione finanziaria. Il settore

caratterizzato da una maggiore stabilità è rappresentato invece da quello dei trasporti.

2.3.3.5 Specializzazioni produttive: i Distretti industriali nella provincia di Latina

Ad eccezione della zona settentrionale dove sono ubicate molte aziende, la provincia di Latina non è caratterizza-

ta da una incidenza di rilievo delle attività industriali. Al contrario, è forte la presenza di attività agricole e terziarie,

in particolare nell’Agro Pontino e nella piana costiera meridionale di Fondi, Terracina e Formia.

Tre sono le aree a maggiore densità imprenditoriale: al nord, con Cisterna di Latina, Latina e Aprilia; al centro, San

Felice Circeo, Terracina e Fondi, con il mercato ortofrutticolo (MOF) e la lavorazione degli ortaggi; ed infine al Sud,

con l’area turistica di Gaeta, Formia e Minturno. Nello specifico, l’area di Aprilia e Cisterna è caratterizzata dalla

specializzazione nei settori chimico-farmaceutico ed alimentare. Nel settore chimico, la presenza di multinaziona-

li ha sempre costituito uno stimolo alla crescita dell’indotto, soprattutto nell’utilizzo di tecnologie più avanzate e

nel raggiungimento di ottimi standard qualitativi.

Figura 25 - Schema delle specializzazioni produttive della provincia di Latina

Nord(Cisterna di Latina,

Latina e Aprilia)

Centro(San Felice Circeo, Terracina e Fondi)

MOF Mercato Ortofrutticolo

Sud(Area turistica di Gaeta, Formia e Minturno)

Latina

■ Società di capitali ■ Società di persone ■ Imprese individuali ■ Altre forme

Fonte: Movimprese, 2004

Figura 24 - Imprese attive per forma giuridica in provincia di Latina, 2004

Altre forme 3%

Società di capitali 13%

Società di persone 13%

Imprese individuali 71%

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

80 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Il settore rappresenta il principale centro export della provincia, con 1,2 miliardi di euro di merci esportate, collo-

cando la provincia al secondo posto a livello nazionale nell’export dei prodotti chimico-farmaceutici.

Nell’ambito del comparto industriale si evidenzia, inoltre, la presenza di un polo aerospaziale con aziende che ope-

rano nell’allestimento interno di velivoli militari e civili, mentre si sta progressivamente affermando la cantieristica

navale per diporto, con marchi leader nel mercato mondiale. Nell’agroalimentare il tessuto industriale è impernia-

to sulla piccola e media impresa a carattere locale. Il comparto commerciale è piuttosto esteso e l’agricoltura costi-

tuisce un bacino occupazionale ed una rilevante fonte di reddito, a cui si lega l’indotto di piccole e medie impre-

se che operano nell’ambito della trasformazione dei prodotti agricoli.

Nell’area Sud spicca l’importanza del sistema portuale Gaeta/Formia, punto di forza del territorio anche dal punto

di vista turistico, essendo il golfo dotato di risorse paesaggistiche ed artistico-culturali di pregio.

Nella provincia si registra un crescente fenomeno di aggregazione tra imprese appartenenti allo stesso settore o

ad una specifica filiera. Il 70% di queste è situata nella zona Nord Pontina, principalmente a seguito delle politiche

di incentivazione dell’industrializzazione perseguite sin dagli anni Sessanta, che hanno comportato lo sviluppo ed

il successivo consolidamento di realtà di rilievo, in particolare nel settore farmaceutico ed aeronautico.

La forte vocazione agroindustriale del sud pontino ha comportato lo sviluppo ed il consolidamento di aziende

specializzate nella terza e quarta25 lavorazione di prodotti agricoli, di aziende del settore trasportistico e logistico

e di servizi all’export.

A conferma di ciò va segnalata la forte dinamicità dei mercati ortofrutticoli di Fondi e di Latina, il primo dei quali

ospita anche comparti per la prima lavorazione dei prodotti ortofrutticoli e stand per la GDO (Grande Distribuzione

Organizzata), contribuendo al miglioramento dei processi di controllo della qualità ed alla riduzione dei costi, per

fronteggiare la forte concorrenzialità dei Paesi del bacino del Mediterraneo, sia comunitari che extra UE e

dell’Estremo Oriente.

Sono circa 130 le aziende operanti nel Centro Agroalimentare di Fondi; di queste, una buona percentuale è in

grado di offrire un servizio specifico di lavorazione del prodotto secondo le richieste del cliente.

Nel breve periodo sono stati individuati come aree da promuovere per l’agroalimentare anche le aree di Penitro

(Formia), di Latina Scalo (Latina, Sermoneta e Sezze) e Cisterna.

2.3.4 IL MERCATO DEL LAVORO

Nonostante l’importante diversificazione produttiva ed il rilevante apporto dei diversi settori, la dinamica del mer-

cato del lavoro nella provincia di Latina mostra segnali non positivi, in quanto si registrano tassi di partecipazione

al lavoro ed occupazione inferiori alle medie regionali e nazionali ed un tasso di disoccupazione sostanzialmente

in linea con il Lazio e l’Italia.

Anche il tasso di attività (rapporto tra forze di lavoro e popolazione) si attesta su valori inferiori rispetto alle medie

registrate in Lazio ed in Italia, mentre gli occupati nel 2003 ammontano mediamente ad oltre 196 mila unità.

25) Termine con il quale si intendono le “trasformazioni”, intese come trattamento fisico di un prodotto agricolo, dove il prodotto o i prodotti otte-

nuti possono restare comunque prodotti agricoli, ed in tal caso si tratta di “prima lavorazione”, come ad esempio l’estrazione di succo di frutta

o la macellazione di animali da carne, o dove il prodotto o i prodotti ottenuti possono non restare prodotti agricoli, ed in tal caso si tratta di secon-

da, terza, quarta, quinta lavorazione. Si tratta di una serie di modifiche del prodotto, quindi, che non prevedono necessariamente una trasfor-

mazione chimica o fisica di esso (cfr. “trasformazione” in “Classificazione delle Attività Economiche” - Istat).

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

81SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Tabella 32 - Indicatori del mercato del lavoro, 2003

Indicatori Prov. Latina Lazio Italia

Popolazione > 15 anni 455.752 4.554.030 49.207.999

Non forze di lavoro 240.201 2.301.198 25.057.675

Forze di lavoro 215.551 2.252.832 24.150.318

Persone in cerca di occupazione 19.057 196.147 2.096.075

Totale Occupati 196.494 2.056.685 22.054.249

Occupati dipendenti 143.474 1.540.265 16.046.179

Occupati indipendenti 53.020 516.420 6.008.070

Tasso di attività 47,3 49,5 49,1

Tasso di disoccupazione 8,8 8,7 8,7

Fonte: Movimprese

È da notare che la struttura del mercato del lavoro risulta fortemente influenzata dalla composizione per età della

popolazione che, risultando particolarmente giovane, incide negativamente sul dato della forza lavoro, trattandosi

di una popolazione di fatto non ancora occupabile.

Si registra, peraltro, una percentuale di lavoratori indipendenti (27%) superiore alla media regionale (25%) ed in

linea con la media nazionale, probabilmente a seguito della netta predominanza di tale tipologia contrattuale nel

settore agricolo, in cui rappresentano oltre il 78% degli occupati.

In provincia di Latina, inoltre, le persone in cerca di occupazione sono quasi equamente distribuite tra uomini e donne,

mentre le donne disoccupate risultano penalizzate con un tasso di disoccupazione superiore rispetto a quello maschile.

Esaminando la suddivisione della forza lavoro per settore di attività, risulta che il 63% circa degli occupati a

livello locale lavora nelle attività terziarie, il 30% nell’industria ed il residuo 7% nell’agricoltura. La struttura

provinciale dell’occupazione per settore si differenzia notevolmente da quella regionale soprattutto per quan-

to riguarda i servizi (62,7% nella provincia di Latina, rispetto al 77,6% a livello regionale). Per l’industria, inve-

ce, i risultati indicano un peso superiore a quello a livello regionale (29,8% contro il 19,8% del Lazio), ma infe-

■ Agricoltura, silvicoltura e pesca ■ Industria ■ Servizi

Figura 27 - Serie storica Occupati per settore di attività

60

80

100

120

140

40

20

0

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002

■ Agricoltura ■ Industria ■ Altre attività

Fonte: Movimprese

Figura 26 - Occupati per settore di attività, 2003

Lazio

Italia

Latina 7,5% 29,8% 62,7%

2,6% 19,8% 77,6%

4,9% 31,8% 63,3%

0% 20% 40% 60% 80% 100%

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

82 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

riore di 2 punti percentuali rispetto alla media nazionale (31,8%).

Nel territorio pontino si registra un incremento delle attività di formazione continua nelle imprese, che ha coinvol-

to il 18,1% dei dipendenti in servizio rispetto al 16,1% dell’anno precedente.

Infine, è stato rilevato come il mercato del lavoro provinciale sia contraddistinto da una consistente domanda di

personale con professionalità medio-bassa, ma i fabbisogni occupazionali espressi dalle aziende locali sono carat-

terizzati dalla crescita del livello di istruzione richiesto ai neoassunti.

2.3.5 I SERVIZI DI PROMOZIONE DELL’IMPRENDITORIALITÀ E DI SOSTEGNO ALLA CREAZIONE E SVILUPPO D’IMPRESA

I principali attori territoriali attivi sui temi della promozione dell’imprenditorialità e del supporto alla creazione e svi-

luppo d’impresa sono la CCIAA di Latina, l’Associazione Industriali provinciale e la Regione Lazio, sia direttamen-

te sia mediante agenzie e consorzi costituiti ad hoc.

In provincia di Latina è presente la struttura del BIC Lazio, costituita dal CPI - Centro di Promozione

all’Imprenditorialità ed è in fase di avvio il nuovo Incubatore di Imprese del BIC Lazio.

A Latina ha sede la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura provinciale presso la quale, in

aggiunta ai servizi “istituzionali”, opera uno sportello informativo sui finanziamenti alle imprese. Dal 1996 è stato

poi istituito il “Punto Nuove Imprese” in qualità di servizio deputato alla promozione della neoimprenditorialità pon-

tina. Attualmente sono attive due sedi, una a Latina e l’altra presso la sede decentrata di Formia.

La Camera di Commercio di Latina promuove, inoltre, iniziative di rivitalizzazione del sistema economico locale

attraverso aziende controllate dall’Ente. In particolare, la Step (Servizi e Tecnologie per l’Economia Pontina), con

sede a Latina, Formia e a Latina Scalo, si occupa della creazione di basi formative, la Seci (Società per

l’Internazionalizzazione e l’E-Commerce), con unica sede a Latina, della promozione e dello sviluppo del commer-

cio estero, ed infine il Consorzio Intrafidi, con unica sede a Latina presso la CCIAA stessa, si occupa dell’assi-

stenza al credito d’impresa.

La provincia è stata individuata dalla Regione Lazio come sistema produttivo locale per l’agroalimentare e per il

chimico-farmaceutico, che può considerarsi il primo passaggio per il riconoscimento di distretti industriali.

Ulteriore risorsa per il territorio è costituita dal Polo di Latina dell’Università “La Sapienza”, caratterizzato da una

buona offerta didattica, quale:

3 facoltà di Economia (2 corsi di laurea; 1 laurea specialistica; 2 master);

3 facoltà di Ingegneria (6 corsi di laurea; 1 laurea specialistica);

3 facoltà di Medicina e Chirurgia (7 corsi di laurea; 1 laurea specialistica);

3 facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali (1 corso di laurea; 1 laurea specialistica).

Figura 28 - Serie storica Occupati nel settore dei Servizi per sottosettore di attività

■ Commercio, riparazioni, alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni■ Intermediazione monetaria e finanziaria; attività immobiliari e imprenditoriali■ Altre attività di servizi

30

40

50

60

20

10

0

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

83SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

2.4 LA PROVINCIA DI VITERBO

2.4.1 IN SINTESI

La provincia di Viterbo si posizione al penultimo posto fra le province del Lazio per ampiezza del sistema economico

e per contributo alla formazione della ricchezza regionale.

La struttura produttiva vede, a differenza delle altre province laziali, un settore primario che mantiene un peso relati-

vamente considerevole sia per la quota di Valore Aggiunto generato sia per il numero delle imprese attive ed addetti.

Sul fronte dell’industria, l’attività di maggior rilievo è la produzione di ceramica concentrata nell’area di Civita Castellana.

Il comprensorio è il primo Distretto Industriale riconosciuto formalmente dalla Regione Lazio ed è specializzato in due

produzioni: le stoviglie ed i sanitari. Mentre il primo comparto attraversa un periodo di crisi, la produzione di sanitari è

in fase espansiva ed alcune aziende stanno attuando strategie di intenazionalizzazione.

La Tuscia viterbese, con una densità imprenditoriale superiore alla media regionale e nazionale, si caratterizza per la

spiccata vocazione imprenditoriale. Negli ultimi anni il tessuto imprenditoriale è interessato da un fenomeno di tra-

sformazione strutturale: il passaggio dalla ditta individuale a forme societarie più evolute, come le società di capitali,

che permettono di affrontare meglio le sfide poste dai mercati ma che al tempo stesso richiedono maggiori compe-

tenze manageriali e servizi di supporto. Appare dunque necessario intervenire oltre che nella promozione dell’impren-

ditorialità, anche nell’assistenza/accompagnamento alla fase di sviluppo e consolidamento di impresa.

Particolare attenzione dovrebbe essere dedicata al supporto e al rilancio dell’industria ceramica di Civita Castellana

puntando sul consolidamento della aziende di media dimensione e sostenendo le aspirazioni di internazionalizza-

zione del distretto.

Con riferimento al settore primario si potrebbero sostenere i processi che puntano sulla valorizzazione dei prodotti

di qualità che potrebbero generare un maggior Valore Aggiunto se messi in relazione con le potenzialità turistiche,

ricercando punti di sintesi nell’agriturismo e nell’enogastronomia.

Infine, l’Università della Tuscia costituisce un’ulteriore risorsa per lo sviluppo del territorio. L’ateneo, con le sue

facoltà di Agraria, Conservazione dei Beni culturali ed Economia, potrebbe svolgere un ruolo importante nel soste-

nere i processi di innovazione del tessuto produttivo ed imprenditoriale della Tuscia.

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

84 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

2.4.2 IL TERRITORIO

Figura 29 - Carta della provincia di Viterbo

Fonte: nostra elaborazione su Carta del Touring Club Italiano

2.4.2.1 Il quadro di riferimento

La provincia di Viterbo si estende su una superficie di 3.612 kmq nel settentrione della regione Lazio, al confine

tra L’Umbria e la Toscana. Il territorio è in gran parte collinare, con a nord-est le catene montuose dei Volsini e dei

Cimini e la presenza dei due grandi laghi vulcanici di Bolsena e Vico. I rilievi collinari digradano sia verso la valle

del Tevere ad est, sia verso la stretta fascia costiera ad ovest. Il fiume principale è il Tevere, che scorre per lungo

tratto al margine del territorio provinciale.

Dal punto di vista amministrativo la provincia si compone di 60 comuni di piccole dimensioni, ad esclusione di

Viterbo. Seguendo l’impostazione della programmazione regionale, in particolare l’articolazione del territorio

Regione in Sistemi Territoriali Omogenei istituiti nell’ambito dell’Asse III del Docup Lazio, nella provincia di Viterbo

si individuano tre principali macro-aree ognuna con proprie vocazioni e peculiarità:

3 la fascia costiera26, in cui l’uso del territorio e lo sviluppo locale sono stati condizionati dalla costruzione della

centrale Enel di Montalto di Castro. Nel resto dell’area costiera la struttura produttiva vede una prevalenza

delle imprese agricole (frumento, coltivazioni orticole, viticoltura). Il turismo sia balneare e termale sia

archeologico e culturale ha notevoli potenzialità, per la presenza della risorsa “mare” e di importanti siti etru-

schi (Tarquinia e Parco di Vulci). Le infrastrutture di comunicazione non sono ben sviluppate privando l’area

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

85SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

della funzione strategica di collegamento con il nord della penisola. Da questo punto di vista il territorio è

penalizzato dalla presenza di strozzature naturali e soprattutto dalla vicinanza di Civitavecchia, area portuale

e intermodale orientata maggiormente verso Roma e il mezzogiorno.

3 il viterbese e il nord della provincia27 si caratterizzano per la presenza del capoluogo e di risorse naturali-

stiche di pregio (lago di Bolsena, oasi naturali, zone parco). La struttura produttiva a Viterbo è incentrata sul

terziario mentre nel restante territorio prevalgono le produzioni agricole pregiate (vini e olii). La presenza

dell’Università della Tuscia può essere considerata un fattore importante di crescita.

3 l’area sud-est ed il distretto di Civita Castellana situati al confine con la provincia di Roma e Rieti28 che dal

punto di vista della struttura produttiva si caratterizzano per la localizzazione del Distretto industriale di Civita

Castellana specializzato nella produzione di ceramica sanitaria e stoviglieria/ornamentale. Il Distretto è la

prima realtà industriale della provincia e riveste un ruolo importante a livello sia nazionale che internaziona-

le, trainando le esportazioni dell’economia locale. Orte, localizzata in prossimità dell’autostrada A1, del rac-

cordo autostradale Viterbo-Terni e della ferrovia Roma-Firenze, rappresenta un nodo infrastrutturale di impor-

tanza strategica per i collegamenti regionali.

26) Comprende i Comuni di Montalto di Castro, Tarquinia, Monte Romano, Canino, Tessennano e Cellere.

27) Comprende i Comuni di Bagnoregio, Bomarzo, Blera, Canepina, Caprarola, Capranica, Celleno, Montefiascone, Soriano nel Cimino, Viterbo,

Vitorchiano, Civitella D’Agliano, Castiglione in Teverina, Graffignano, Lubriano, Acquapendente, Bolsena, Ronciglione, San Lorenzo Nuovo,

Vejano, Vetralla, Villa San Giovanni in Tuscia, Tuscania, Proceno, Onano, Grotte di Castro, Gradoli, Latera, Valentano, Piansano, Ischia di Castro,

Farnese, Arlena di Castro, Barbarano Romano, Vejano e Bassano Romano.

28) Comprende i Comuni di Bassano in Teverina, Castel Sant’Elia, Civita Castellana, Corchiano, Fabrica di Roma, Faleria, Gallese, Nepi, Orte,

Vasanello, Carbognano, Vallerano, Vignanello, Monterosi e Calcata.

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

86 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

2.4.2.2 La popolazione

La provincia di Viterbo è la penultima provincia del Lazio per numero di abitanti (poco più di 295.000) e presenta

una densità di popolazione di 81,9 abitanti/kmq, molto inferiore alla media regionale (302,1 abitanti/kmq)29. L’unico

centro urbano di rilievo è Viterbo che assorbe circa il 20% della popolazione. Altri centri di rilevanza abitativa si tro-

vano sulla fascia costiera (Tarquinia e Montalto di Castro) e nel sud della provincia. Anche con riferimento alla den-

sità abitativa si registrano sostanziali differenze fra il sud della provincia, in particolare i comuni di Vignanello,

Monterosi, Fabrica di Roma e Civita Castellana, in cui la densità di popolazione è superiore alla media provinciale,

e le realtà del nord (da Procedo a Ischia di Castro passando per Tessennano e Farnese) dove la densità di popo-

lazione risulta molto bassa.

Passando all’analisi dell’evoluzione demografica del territorio si registra un tasso di crescita della popolazione

superiore alla media regionale, così come una buona capacità di attrazione della popolazione: sia il tasso di cre-

scita annuo sia il tasso migratorio netto, infatti, presentano valori superiore a quelli del Lazio e dell’Italia.

Tabella 33 - Popolazione residente

Territorio 2001 2002 2003 2004

Viterbo 288.78 289.109 291.153 295.702

Lazio 5.112.413 5.117.075 5.145.805 5.205.139

Italia 56.995.744 56.993.742 57.321.070 57.888.245

Tasso di crescita annuo

Territorio 2002/’01 2003/’02 2004/’03 2004/’01

Viterbo 0,1% 0,7% 1,5% 2,2%

Lazio 0,1% 0,6% 1,1% 1,7%

Italia 0,0% 0,6% 1,0% 1,5%

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat, 2005

Figura 30 - Le aree della provincia di Viterbo

Il viterbese e il norddella provincia

La fascia costiera

L'area sud-este il distretto

di Civita Catellana

Viterbo

29) I dati demografici del presente capitolo sono tratti dalla banca dati Geodemo dell’Istat, e da: Provincia di Viterbo, Analisi e previsione della popo-

lazione in provincia di Viterbo, Quaderni di statistica della Provincia di Viterbo

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

87SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Più preoccupante l’andamento dell’indice di dipendenza che registra un aumento progressivo della popolazione

non attiva rispetto a quella attiva e dell’indice di vecchiaia che segna 157,2 a fronte del 125,2 della regione Lazio.

Tabella 34 - Indice di dipendenza strutturale nella provincia di Viterbo e nel Lazio

Territorio 1981 1991 2001 2004

Viterbo 52,3 49,2 51,2 53,3

Lazio 49,2 41,9 46,7 50,2

Fonte: Provincia di Viterbo

Anche in questo caso i dati relativi ai singoli comuni mostrano evidenti differenze tra le aree interne alla provincia.

Ancora una volta la fascia costiera e il sud (Montalto di Castro, Monterosi, Fabrica di Roma, Oriolo Romano e

Castel S. Elia) si mantengono al di sotto dell’indice regionale, mentre i comuni del nord (Latera, Onano e Farnese)

sono caratterizzati da indici di dipendenza molto elevati, superiori addirittura di 43 punti percentuali rispetto alla

media regionale. La provincia di Viterbo, dunque, presenta tendenze differenti fra il nord, in cui si registrano sin-

tomi di abbandono, invecchiamento della popolazione e un calo delle nascite non compensato dall’immigrazione,

e l’area al confine con la provincia di Roma e costiera in cui la situazione demografica è abbastanza vitale e le con-

dizioni socio-economiche più incoraggianti.

2.4.3 STRUTTURA PRODUTTIVA PROVINCIALE

2.4.3.1 Andamento economico

Nel 2003 il PIL generato dall’economia viterbese ha raggiunto i 5.135 milioni di euro (valore a prezzi correnti)30,

contribuendo per appena il 4% alla formazione del PIL regionale e in misura ancor più modesta a quello naziona-

le (0,4%). Il tasso di crescita è in continua evoluzione, e dal 2001 presenta valori superiori rispetto a quelli regio-

nali e nazionali.

■ Viterbo ■ Lazio ■ Italia

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat, 2005

Figura 31 - Andamento della variazione annuale del tasso migratorio netto in provincia di Viterbo, nel Lazio e in Italia

15,0

20,0

10,0

5,0

0,0

2002 2003 2004

30) I dati dell’Istituto Guglielmo Tagliacarne citati nel presente studio sono tratti da CCIAA Viterbo, Polos 2004 – 5° rapporto sull’economia della Tuscia

Viterbese, maggio 2005.

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

88 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Tabella 35 - Andamento del PIL a prezzi correnti in provincia di Viterbo, Lazio e Italia nel quinquennio 1999-2003 (milioni di euro)

Territorio 1999 2000 2001 2002 2003

Viterbo 4.300 4.309 4.449 4.883 5.135

Lazio 104.567 109.817 116.497 122.071 127.200

Italia centrale 214.598 225.754 238.934 248.381 258.376

Italia 1.023.499 1.080.757 1.138.010 1.177.117 1.217.193

Tasso di crescita annuo (a prezzi correnti)

Territorio 2000/’99 2001/’00 2002/’01 2003/’02 Media

Viterbo 0,2 3,2 9,8 5,2 4,6

Lazio 5,0 6,1 4,8 4,2 5,0

Italia centrale 5,2 5,8 4,0 4,0 4,8

Italia 5,6 5,3 3,4 3,4 4,4

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

2.4.3.2 Analisi dei settori produttivi

La struttura produttiva viterbese presenta caratteristiche peculiari che la differenziano dalle altre realtà regionali,

in particolare:

3 il peso notevole dell’agricoltura;

3 il maggior contributo dell’industria a livello provinciale rispetto a quello regionale, anche se inferiore al dato

nazionale;

3 un peso dei servizi in linea con il dato nazionale ma notevolmente inferiore al valore regionale influenzato dal

forte orientamento ai servizi della struttura produttiva di Roma.

Tabella 36 - Contributo dei settori produttivi alla formazione del Valore Aggiunto nel 2003 (valori in milioni di euro)

Settori Viterbo Lazio Centro Italia

v.a. % v.a. % v.a. % v.a. %

Agricoltura 339 6,6 1.651 1,3 4.200 1,6 30.883 2,5

Industria 1.169 22,8 21.620 17 58.003 22,4 323.666 26,6

di cui Manifattura 731 14,2 16.924 13,3 46.943 18,2 262.229 21,5

di cui Costruzioni 438 8,5 4.696 3,7 11.060 4,3 61.437 5

Servizi 3.627 70,6 103.930 81,7 196.174 75,9 862.644 70,9

Totale 5.135 100 127.201 100 258.377 100 1.217.193 100

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Il settore primario continua a rivestire un’importanza considerevole nell’economia della provincia viterbese che si col-

loca all’undicesima posizione nella graduatoria nazionale relativa al peso dell’agricoltura sul PIL provinciale. Il contribu-

to del settore primario alla formazione del Valore Aggiunto provinciale, nonostante segua un trend in discesa passan-

do dall’8,3% del 1995 al 6,6% del 2003, resta di molto più alto del dato regionale (1,3) e nazionale (2,5).

Anche l’industria nel lungo periodo fa segnare una flessione della quota di Valore Aggiunto prodotto che passa dal

26,9% del 1995 al 22,8% del 2003. La dinamica negativa è imputabile al sostenuto calo della produzione del com-

parto delle costruzioni, sceso dal 12,9% all’8,5% nello stesso periodo, mentre l’industria in senso stretto si man-

tiene stabile attorno al 14%. Nel contesto regionale, che vede una base industriale sottodimensionata, la provin-

cia di Viterbo ostenta una certa solidità industriale, soprattutto nei comparti tradizionali.

Di riflesso, il settore terziario ha aumentato nel periodo d’analisi il proprio peso passando dal 64,9% del 1995 al

70,6% del 2003, ma resta lontano dal livello regionale (81,7%).

Con riferimento al settore artigiano, Viterbo è la prima provincia del Lazio per Valore Aggiunto generato dall’arti-

gianato. Nel medio-lungo periodo però la quota del Valore Aggiunto dell’artigianato sul Valore Aggiunto totale è in

costante diminuzione, passando dal 17,16% del 1995 al 13,17% del 2002. L’industria artigiana nel 2002 ha pro-

dotto un Valore Aggiunto di 424 milioni di euro, il 54% del quale nel comparto delle Costruzioni, che però da oltre

un quinquennio è in notevole calo. In crescita invece la quota dell’industria in senso stretto sul valore della pro-

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

89SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

duzione artigiana totale31. Nell’ambito dei servizi l’impresa artigiana ricopre un ruolo più modesto, i principali com-

parti sono il commercio ed i servizi alle famiglie.

Tabella 37 - Valore Aggiunto dell’artigianato nella provincia di Viterbo (valori a prezzi base 1995)

Milioni di euro

Settore 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002

Industria 490 479 485 468 395 366 403 424

di cui Industr. in senso stretto 149 173 182 183 182 189 183 195

di cui Costruzioni 342 306 304 285 213 177 220 229

Commercio e riparazioni 68 76 84 85 83 80 71 74

Trasporti e comunicazioni 60 68 69 77 71 70 62 60

Informatica e serv. alle impr. 24 28 30 29 31 33 34 35

Serv. alle famiglie e altre attiv. 36 40 46 52 50 48 50 50

Altre attività 188 212 229 243 235 232 218 219

Totale 678 690 714 711 630 598 620 643

Valore Aggiunto artigiano sul totale 17,16 16,65 16,62 16,16 14,64 13,87 13,93 13,17

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

2.4.3.3 Internazionalizzazione

L’analisi del tasso di apertura provinciale, dato dal rapporto tra la somma delle importazioni e delle esportazioni ed

il PIL totale, delinea l’immagine di un sistema produttivo locale poco aperto all’esterno. Di fatto nel 2003, con un

valore dell’indicatore pari a 9,2%, contro il 25,6% del Lazio ed il 43,3% dell’Italia, la provincia di Viterbo risultava

poco inserita nei flussi commerciali internazionali. Il confronto con le altre province della Regione colloca Viterbo

in ultima posizione per tasso di apertura, distanziata di molto da Roma (penultima provincia con il 22,6%) e da

Latina (prima provincia con il 48,5%).

Valori positivi fa registrare il tasso di copertura, dato dal rapporto tra le esportazioni e le importazioni, che nel 2003

ha raggiunto quota 145%, mantenendosi al di sopra sia del valore medio regionale (48%) sia di quello nazionale

(100,6%). Il saldo commerciale in attivo si deve alle esigue importazioni più che alla propensione all’esportazione.

Il quadro delle dinamiche delle attività di scambio con l’estero, infatti, evidenzia la bassa capacità delle imprese

viterbesi nel penetrare sui mercati esteri, tale da costituire una tra le principali criticità per l’economia provinciale.

Nel 2003 le esportazioni ammontavano a soli 279 milioni di euro e l’apporto dell’export al PIL provinciale si fer-

mava al 5,4%, in calo rispetto all’anno precedente (6,1%), 3 punti percentuali in meno del dato regionale (8,3%)

e molto lontano dalla media nazionale (21,7%).

■ Viterbo ■ Lazio ■ Italia

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Figura 32 - Tasso di apertura e propensione all'esportazione, 2003

9,225,6

43,3

Tasso di apertura

5,4 8,3 21,7

Propensione all'export

145

48

100,6

Tasso di copertura

31) Istituto Guglielmo Tagliacarne, Il Valore Aggiunto dell’artigianato nelle province italiane (1995-2002), comunicato stampa del 1° marzo 2005

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

90 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

L’analisi settoriale mostra come i prodotti esportati dalla provincia di Viterbo siano principalmente quelli afferenti

alla lavorazione di minerali non metalliferi che hanno rappresentato nel 2003 la metà delle esportazioni totali della

provincia. Di questi ben l’88% riguarda prodotti in ceramica non destinati all’edilizia, sostanzialmente stoviglie e

sanitari, le due specializzazioni produttive del Distretto industriale di Civita Castellana. Seguono le esportazioni di

prodotti agricoli e dell’industria agroalimentare.

2.4.3.4 Dinamiche imprenditoriali

Il sistema imprenditoriale viterbese conta quasi 35.000 imprese attive fra le quali predomina, così come in quello

regionale e nazionale, la ditta individuale e la micro e la piccola impresa32.

Una quota rilevante delle imprese è attiva nel settore primario. L’industria si ferma a meno del 20% con una forte

incidenza delle costruzioni (62% del totale), mentre le imprese attive nei servizi non sono particolarmente nume-

rose, se paragonate alla media regionale, e si concentrano nel commercio e nell’alberghiero.

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Figura 33 - Esportazioni in provincia di Viterbo per attività economica, 2003

Trasporto

Elettronica

Meccanica

Metallo

Minerali non metalliferi

Gomma e plastica

Chimico

Carta ed editoria

Legno

Cuoio e pelli

Tessile

Alimentari

Minerali ed energia

Agricoltura

Manifattura (altro)

Servizi

Varie

7,1%

0,6%

9,9%

2,3%

1,0%

1,9%

0,2%

1,7%

2,6%

50,6%

4,0%

5,0%

2,7%

0,8%

6,9%

0,2%

2,6%

0,0% 10,0%5,0% 15,0% 20,0% 25,0% 35,0% 40,0% 45,0% 50,0% 55,0%30,0%

32) Il 96,9% delle imprese ha meno di 10 addetti e il 2,8% meno di 50 addetti, il 60% è costituito da ditte individuali (Istat, CIS 2001)

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

91SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Tabella 38 - Imprese attive nella provincia di Viterbo per settore di attività, 2004

Imprese attive

Settori di attività economica Numero %

Agricoltura 14.962 42,80

di cui agricoltura 14.887 99,50

di cui pesca, piscicoltura e annessi 75 0,50

Industria 6.752 19,30

di cui Estrazione materiali 41 0,61

di cui Attività manifatturiere 2.508 37,14

di cui Produz. distribuz. energia e gas 9 0,13

di cui Costruzioni 4.194 62,11

Servizi 13.129 37,60

di cui Commercio 7.813 59,51

di cui Alberghi e ristoranti 1.283 9,77

di cui Trasporti, magazzini e comunic. 711 5,42

di cui Intermed. mon. e finanz. 516 3,93

di cui Att. immobil., noleggio, informat. e ricerca 1.559 11,87

di cui Istruzione 0 0,00

di cui Sanità e servizi sociali 66 0,50

di cui Altri servizi sociali ed alla persona 77 0,59

di cui Servizi domestici 1.104 8,41

Altre imprese 100 0,30

Totale 34.943 100,00

Fonte: CCIAA Viterbo

La dinamica dei tassi di crescita delle imprese viterbesi non è particolarmente brillante, anche se in ripresa. Dopo

un calo nel triennio 2000-2002, nel 2003 il numero di imprese attive è iniziato a salire, ma con un tasso di cresci-

ta annuale inferiore alla media regionale e nazionale.

Tabella 39 - Evoluzione delle imprese attive nel periodo 2000-2004

Numero imprese attive

Territorio 2000 2001 2002 2003 2004

Viterbo 34.952 34.826 34.594 34.838 34.943

Lazio 330.067 338.836 343.023 351.063 356.014

Italia 4.840.366 4.897.933 4.952.053 4.995.738 5.061.859

Variazioni percentuali

Territorio 2001/00 2002/01 2003/02 2004/03 2004/00

Viterbo -0,4% -0,7% 0,7% 0,3% 0,0%

Lazio 2,7% 1,2% 2,3% 1,4% 7,9%

Italia 1,2% 1,1% 0,9% 1,3% 4,6%

Fonte: Movimprese, 2000-2004

Se in termini assoluti il dato relativo alla numerosità delle imprese viterbesi appare modesto, esso assume rilievo

qualora lo si rapporti all’ammontare della popolazione residente. Nel 2003 la provincia di Viterbo si è collocata al

primo posto della graduatoria regionale sulla densità imprenditoriale, con 11,8 imprese ogni cento abitanti (Lazio

6,7; Italia 8,8).

In termini di ripartizione settoriale, i dati relativi al 2003 hanno evidenziato la predominanza delle imprese del set-

tore primario, tale da rappresentare ben il 44% del totale delle imprese, un valore quasi triplo rispetto al dato regio-

nale del 15,7% e più che doppio rispetto a quello nazionale del 19,8%.

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

92 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Le imprese attive nel settore dell’industria sono state nello stesso anno pari al 18,9% del totale, a fronte di un

valore regionale pari al 23,3% e nazionale del 26,4%. Le imprese attive nel settore dei servizi si sono attestate al

37,1% del totale, un valore inferiore a quello regionale (61%) e a quello nazionale (53,8%)33.

Con riferimento all’artigianato, le imprese attive non sono particolarmente numerose: nel 2004 non superavano le

8.000 unità costituendo il 22,8% del totale delle imprese attive, quota inferiore alle altre province del Lazio e alla

media regionale (26,6%). Le imprese artigiane si concentrano nel comparto delle Costruzioni, che da solo rap-

presenta il 43% di tutte le imprese artigiane viterbesi, e nella manifattura (24,8%)34. L’industria si conferma quin-

di il settore in cui l’artigianato ricopre il ruolo maggiore sia per Valore Aggiunto generato sia per numero di impre-

se attive.

Dall’analisi degli andamenti per forma giuridica emerge una tendenza molto interessante: le ditte individuali per-

dono progressivamente peso a favore delle società di capitali. Se da un lato la ditta individuale continua a costi-

tuire quasi l’80% delle imprese e svolgere una funzione fondamentale di ´palestra dell’imprenditorialità’, il tessu-

to imprenditoriale viterbese sembra evolvere verso forme più strutturate di impresa.

Tabella 40 - Imprese attive per forma giuridica in provincia di Viterbo

Forma giuridica 2000 2001 2002 2003 2004

v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. %

Soc. di capitali 1.403 4,0 1.534 4,4 1.534 4,4 1.840 5,3 2.014 5,8

Soc. di persone 4.633 13,3 4.721 13,6 4.721 13,6 4.808 13,8 4.851 13,9

Impr. individ. 28.367 81,2 28.009 80,4 28.009 80,4 27.618 79,3 27.498 78,7

Altre forme 549 1,6 562 1,6 562 1,6 572 1,6 580 1,7

Totale 34.952 100,0 34.826 100,0 34.826 100,0 34.838 100,0 34.943 100,0

Fonte: Movimprese, 2000-2004

La Tuscia viterbese vede dunque una spiccata vocazione imprenditoriale e al tempo stesso attraversa una fase di tra-

sformazione strutturale del sistema delle imprese. Appare dunque necessario intervenire oltre che nella promozione

dell’imprenditorialità, nell’assistenza/accompagnamento alla fase di sviluppo e consolidamento di impresa.

2.4.3.5 Specializzazioni produttive: il Distretto industriale di Civita Castellana

Il maggiore agglomerato industriale della provincia di Viterbo è il Distretto industriale di Civita Castellana che assor-

be il 28,6% degli occupati dell’industria35 e contribuisce per il 17,3% alla produzione del Valore Aggiunto del com-

parto a livello nazionale36. Il Distretto si estende su otto comuni, ma la produzione si concentra nei comuni di Civita

Castellana e Fabrica di Roma in cui si localizza circa il 70% degli stabilimenti.

Il Distretto è specializzato in due produzioni: stoviglie e sanitari. La prima produzione è realizzata principalmente

da piccole imprese (il 62% delle imprese ha meno di 50 addetti a cui si affiancano due stabilimenti produttivi

medio-grandi) ed è fortemente orientata verso i mercati esteri. Negli ultimi anni le aziende stanno progressiva-

mente perdendo quote di mercato, principalmente a seguito dell’ingresso sul mercato mondiale di competitors

stranieri molto aggressivi che si avvantaggiano per il basso costo della manodopera.

33) Unioncamere e Istituto G. Tagliacarne, Atlante della competitività delle province, 2004

34) Dati Infocamere cit. in CCIAA Viterbo, Polos 2004 – 5° rapporto sull’economia della Tuscia Viterbese, maggio 2005, pag. 94

35) Istat, Indagine congiunturale sul mercato del lavoro, 2000

36) Databank, Indagine settoriale, 1999

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

93SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Le aziende del comparto dei sanitari, al contrario, hanno una dimensione mediamente maggiore (prevale la picco-

la-media impresa con una media di addetti compresa nella fascia tra i 51 e i 100 addetti) e negli ultimi anni hanno

fatto registrare risultati positivi in parte da ricondurre al positivo ciclo del mercato nazionale delle costruzioni.

Nello scenario economico ed imprenditoriale della provincia di Viterbo il distretto di Civita Castellana rappresenta

la realtà industriale maggiormente legata ai mercati nazionali ed esteri, ma nell’ultimo quinquennio la sua posizio-

ne nel commercio internazionale si è indebolita. Il rilancio del distretto potrebbe avvenire mediante programmi di

internazionalizzazione delle imprese che tengano distinte le azioni a favore delle realtà imprenditoriali di minore

dimensione, che evidenziano un grado di internazionalizzazione ancora limitato e basato per lo più sulle esporta-

zioni indirette, dalle azioni a favore delle realtà imprenditoriali maggiori, che si caratterizzano per una maggiore

apertura ai processi di internazionalizzazione e che vantano una consolidata presenza commerciale all’estero.

Le micro e piccole imprese che si avvalgono principalmente dell’esportazione indiretta potrebbero orientarsi verso

modalità di internazionalizzazione più evolute mediante:

3 l’avvio di processi di esportazione diretta attraverso i quali l’impresa vende direttamente i propri prodotti sul

mercato estero, superando il passaggio di intermediari commerciali ed assumendo tutto il rischio dell’inizia-

tiva estera;

3 la definizione di forme di cooperazione con partner stranieri attraverso le quali l’impresa instaura dei rapporti

di collaborazione commerciale condividendo i rischi di vendita.

Le imprese di medie dimensioni che si trovano in una fase più avanzata lungo il processo di internazionalizzazio-

ne possono invece indirizzarsi verso il decentramento di alcune specifiche produzioni di bassa gamma.

Le potenzialità dell’agricoltura: dalla filiera agroalimentare all’“industria” turistica

L’agricoltura rappresenta una attività rilevante del sistema economico della Tuscia viterbese. Il tessuto imprendi-

toriale del settore primario si fonda su una moltitudine di micro e piccole imprese che costituiscono oltre il 40%

delle imprese attive del territorio, assorbono l’11,7% degli occupati e generano il 6,6% del Valore Aggiunto provin-

ciale. Nonostante tali valori, come in tutti i Paesi industrializzati anche nella provincia di Viterbo l’agricoltura è un set-

tore in declino strutturale. Le dinamiche di medio-lungo periodo mostrano come la quota di Valore Aggiunto gene-

rato è progressivamente in calo, le imprese attive sono in diminuzione (dal 2003 al 2004-2,5%37) e si assiste a un

Figura 34 - Schema delle specializzazioni produttive della provincia di Viterbo

DISTRETTO DI CIVITA

CASTELLANA

Viterbo

37) Nostra elaborazione su dati Infocamere

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

94 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

processo di espulsione degli addetti. Inoltre la dimensione media delle imprese è particolarmente ridotta ed eccessi-

vamente squilibrata verso forme poco strutturate: il 90% delle imprese agricole è costituito, infatti, da ditte individuali.

Alle imprese agricole si affianca da un lato l’industria alimentare, dall’altro l’industria turistica basata sulla valoriz-

zazione dei prodotti tipici locali. Entrambi costituiscono delle filiere produttive che, attribuendo ai prodotti agricoli

un alto Valore Aggiunto, giocano un ruolo fondamentale nel mantenere il settore primario al centro del modello di

crescita locale, arginando le tendenze al declino.

La filiera agroalimentare si caratterizza a monte del processo per una rete di numerose micro imprese agricole for-

temente integrate nel territorio, alcune delle quali posizionate su segmenti di mercato di nicchia con produzioni di

qualità. A valle l’industria agroalimentare conta circa 600 imprese di maggiori dimensioni spesso di proprietà este-

ra e sicuramente più strutturate38.

Sul fronte del turismo la provincia di Viterbo in collaborazione con il Consorzio Civita Roma ha promosso un pro-

getto per costituire il “Distretto culturale di Viterbo”, sul quale ha catalizzato l’interesse delle principali Associazioni

di categoria, dell’Università, della Camera di Commercio, del Comune di Viterbo e della Fondazione CARIVIT39.

Altra iniziativa di rilievo è la creazione del marchio collettivo “Tuscia viterbese”, un’iniziativa di marketing territo-

riale che promuove il territorio nel suo complesso con particolare attenzione ai prodotti tipici locali e che potreb-

be trovare un punto di sintesi con il mondo agricolo nell’agriturismo e nel turismo enogastronomico.

2.4.4 IL MERCATO DEL LAVORO

La provincia di Viterbo conta una forza lavoro di 116 mila unità di cui il 10,1% in cerca di occupazione. Il tasso di

attività è 44,5, di circa 5 punti inferiore alla media regionale e nazionale.

Tabella 41 - Indicatori del mercato del lavoro, 2003

Indicatori Viterbo Lazio Italia

Popolazione > 15 anni 260.544 4.554.030 49.207.999

Non forze di lavoro 144.496 2.301.198 25.057.675

Forze di lavoro 116.048 2.252.832 24.150.318

Persone in cerca di occupazione 11.670 196.147 2.096.075

Totale Occupati 104.378 2.056.685 22.054.249

Occupati dipendenti 68.747 1.540.265 16.046.179

Occupati indipendenti 35.631 516.420 6.008.070

Tasso di attività 44,5 49,5 49,1

Tasso di disoccupazione 10,1 8,7 8,7

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

La distribuzione settoriale degli occupati conferma quanto già evidenziato con riferimento alla struttura produttiva ed

al tessuto imprenditoriale: l’agricoltura ricopre un peso considerevole nell’economia locale assorbendo una quota di

occupazione (11,7%) molto più elevata del dato regionale (2,6%) e nazionale (4,9%). Anche l’industria si distingue

nel contesto regionale impiegando il 28,1% degli occupati, mentre i servizi, pur costituendo il principale serbatoio di

occupazione, in termini percentuali giocano un ruolo più modesto rispetto alla realtà del Lazio e dell’Italia.

Altro dato caratteristico del territorio viterbese è l’alta percentuale di occupati che svolgono un’attività in proprio.

Il dato è influenzato dalla struttura del mercato del lavoro nel settore primario in cui ben il 90% degli addetti è for-

mato da lavoratori indipendenti40.

38) CCIAA Viterbo, Polos 2004 – 5° rapporto sull’economia della Tuscia Viterbese, maggio 2005, pag. 9

39) Provincia di Viterbo, Assessorato alla Cultura, Turismo e Sport

40) CCIAA Viterbo, Polos 2004 – 5° rapporto sull’economia della Tuscia Viterbese, maggio 2005, pag. 56

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

95SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Passando all’analisi dinamica del mercato del lavoro provinciale assistiamo dal 2001 a un incremento costante del

tasso di attività e a una parallela diminuzione del tasso di disoccupazione41. L’incremento dell’occupazione è stato

alimentato dalla domanda dei servizi, in particolare del commercio (variazione 2003/1995 di +18,8%), in misura

minore dall’industria (variazione 2003/1995 di +12,9%), mentre l’agricoltura è interessata da un deflusso degli

addetti (variazione 2003/1995 di-33,3%)42.

2.4.5 I SERVIZI DI PROMOZIONE DELL’IMPRENDITORIALITÀ E DI SOSTEGNO ALLA CREAZIONE E SVILUPPO D’IMPRESA

Nella provincia di Viterbo i servizi di promozione dello spirito imprenditoriale ed a supporto della creazione e svi-

luppo d’impresa non sono numerosi e diffusi sul territorio. Per quanto riguarda la promozione dello spirito impren-

ditoriale ed il supporto alla creazione d’impresa i servizi presenti sono riconducibili principalmente a sportelli infor-

mativi e di assistenza e tutoraggio alla redazione del progetto d’impresa. Sono assenti sportelli dedicati, specia-

lizzati su determinate tematiche o settori di attività, ad esempio di supporto agli spin-off accademici promossi da

ricercatori o neolaureati oppure di accompagnamento alla successione generazionale nelle piccole attività e nel-

l’artigianato. Inoltre non sono presenti strutture più complesse ed ambiziose, come gli incubatori d’impresa, in

grado di dare seguito alla “filiera” dei servizi per la nascita e lo sviluppo d’impresa, dal sostegno alla fase di start-

up all’accompagnamento, nella successiva fase di consolidamento, alla individuazione delle più appropriate stra-

tegie di sviluppo e opportunità localizzative.

Sul fronte dello sviluppo d’impresa gli attori locali prestano attenzione da un lato alle problematiche dell’interna-

zionalizzazione, dall’altro lato alla creazione di strumenti di marketing territoriale puntando sul Valore Aggiunto che

il territorio può fornire nella strategia commerciale delle imprese. Una maggiore efficacia di tali servizi potrebbe

derivare dal superamento dell’approccio interdisciplinare e dalla loro specializzazione settoriale, ad esempio

mediante l’istituzione di sportelli ad hoc per i più importanti comparti produttivi della Tuscia.

I principali attori territoriali attivi sui temi della promozione dell’imprenditorialità e del supporto alla creazione e svi-

luppo d’impresa sono la CCIAA di Viterbo, l’Associazione Industriali della provincia di Viterbo e la Regione Lazio,

sia direttamente sia mediante agenzie e consorzi costituiti ad hoc. I servizi sono erogati in sole due città: il capo-

luogo e, in misura minore, a Civita Castellana.

A Viterbo ha sede la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura provinciale presso la quale, in

aggiunta alle funzioni istituzionali, opera uno sportello informativo sui finanziamenti alle imprese e dal 2000 è stato

istituito il Comitato per la promozione dell’imprenditorialità femminile che realizza attività di formazione/informa-

zione ed ha attivato una linea di finanziamento a condizioni vantaggiose per le aspiranti e neoimprenditrici, in con-

venzione con Confidi, Associazioni professionali e 4 Istituti di credito.

Nel 1981 la CCIAA di Viterbo ha creato il Centro di Formazione e Assistenza allo Sviluppo (CeFAS), Azienda

■ Viterbo ■ Lazio ■ Italia

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Figura 35 - Distribuzione degli occupati per settore di attività economica, 2003

11,72,60

25

50

75

100

4,9

Agricoltura

28,119,8

31,8

Industria

60,2

77,6

63,3

Servizi

41) Provincia di Viterbo, Forze lavoro, Le statistiche in pillola, Anno III n° 24, marzo 2004

42) CCIAA Viterbo, Polos 2004 – 5° rapporto sull’economia della Tuscia Viterbese, maggio 2005, pag. 54

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

96 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Speciale che gestisce un pacchetto integrato di servizi dalla formazione al sostegno all’impresa. Tra le principali attività

del Centro, si annovera l’alta formazione sui temi della gestione e management d’impresa, ed il progetto Sostegno e

Promozione d’Impresa che fornisce consulenza ai neoimprenditori in convenzione con il BIC Lazio. Inoltre il CeFAS

gioca un ruolo importante nel mettere in rete il territorio con le realtà e i progetti di respiro nazionale e internazionale.

Infatti, nel Centro sono presenti un Euro Info Centre e lo Sportello Globus per l’internazionalizzazione.

Altro importante attore provinciale è l’Associazione Industriali della Provincia di Viterbo che gestisce sia diretta-

mente sia tramite società partecipate o collegate servizi di supporto allo sviluppo e consolidamento d’impresa.

Mediante il Consorzio Garanzia Collettiva Fidi (Confidi Viterbo) eroga servizi finanziari e di facilitazione dell’ac-

cesso al credito bancario. Inoltre l’Associazione Industriali ha promosso il Consorzio Servizi Viterbo per l’erogazione

di servizi reali alle PMI della provincia. Infine l’Associazione Industriali partecipa, insieme alla Camera di Commercio,

alla società consortile Centro Ceramica Civita Castellana per la promozione dell’industria ceramica.

Sempre a Viterbo sono presenti uno Sportello e un Centro di Promozione dell’Imprenditorialità (CPI) del BIC Lazio. Il

primo, localizzato nell’Università di Viterbo e presso il Centro per l’Impiego, eroga servizi informativi, mentre il CPI,

localizzato al CeFAS, eroga servizi a supporto dei processi di sviluppo locale e della creazione e sviluppo d’impresa.

Civita Castellana è il comune di riferimento per l’area sud della provincia e per le imprese del settore della cera-

mica. Al BIC Lazio, che opera con due Sportelli localizzati rispettivamente presso il Comune e l’Ufficio per

l’Impiego, si affianca il Centro Ceramica Civita Castellana, società consortile di cui sono soci il Comune di Civita

Castellana, la Camera di Commercio di Viterbo e 16 aziende attive nei comparti sanitario, delle stoviglierie, delle

piastrelle, degli impasti e smalti ceramici. I principali scopi perseguiti dal Centro sono da un lato la diffusione e

l’applicazione delle innovazioni tecnologiche, dall’altro la promozione delle attività di vendita attraverso la realizza-

zione di ricerche di mercato e la partecipazione a manifestazioni fieristiche. Inoltre il Centro fornisce consulenza

tecnica ed organizzativa alle imprese associate e incentiva la cooperazione fra imprese localizzate dentro e fuori

dal distretto, anche mediante la partecipazione a progetti europei e programmi promossi dagli Enti Locali.

Per ultimo, ma non ultima, si segnala l’importanza crescente ricoperta dalla Università della Tuscia come centro

propulsore di innovazione. Recentemente l’Ateneo si è dotato di un regolamento per la costituzione di spin-off a

cui l’Università può partecipare in qualità di socio oppure può stipulare una convenzione per l’accesso alle strut-

ture universitarie.

Nella provincia sono attivabili tutti gli strumenti di agevolazione regionali e nazionali, finanziari e non, per la crea-

zione e sviluppo d’impresa. Una parte consistente del territorio rientra nelle aree classificate come Obiettivo 2 e

dunque le imprese possono avvalersi degli aiuti di Stato e comunitari. Per l’accesso a tali strumenti i referenti sono

principalmente le Società della rete regionale (Filas, Sviluppo Lazio, Bic Lazio), i Ministeri e le agenzie nazionali

(Sviluppo Italia, ICI, Simest, IPI, ecc.).

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

97SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

2.5 LA PROVINCIA DI RIETI

2.5.1 IN SINTESI

Il presente capitolo costituisce una sintesi del quadro di riferimento territoriale e socio-economico della provincia

di Rieti, in rapporto alla popolazione ed al mercato del lavoro, e risulta finalizzato ad illustrare i fabbisogni del ter-

ritorio, i relativi punti di forza e debolezza e, per tale via, ad individuare i motori della crescita territoriale, di cui

peraltro la dinamica delle imprese e della popolazione rappresentano due costanti basilari.

In considerazione di ciò, nei successivi paragrafi verranno esaminati i principali aspetti inerenti alla popolazione ed

al territorio, alla struttura produttiva provinciale, al mercato del lavoro ed ai servizi di promozione dell’imprendito-

rialità e di sostegno alla creazione e sviluppo di impresa.

In tale ambito sono emersi tali principali elementi.

La provincia di Rieti si posiziona all’ultimo posto tra le province del Lazio sia per estensione territoriale sia per

ampiezza del sistema economico e contributo alla formazione della ricchezza regionale.

La struttura produttiva vede un ruolo importante dell’agricoltura e dei servizi sia per la quota di Valore Aggiunto

generato sia per il numero delle imprese attive ed addetti.

Il sistema produttivo risulta inoltre caratterizzato da una consistente presenza di imprese manifatturiere, operanti

in gran parte nel campo dell’edilizia, mentre la restante parte è caratterizzata da imprese presenti nel settore

industriale, ubicate principalmente nel Consorzio per lo sviluppo industriale di Rieti - Cittaducale, e da piccole

unità dell’artigianato produttivo.

Il tessuto imprenditoriale è caratterizzato prevalentemente da micro e piccole imprese, la maggior parte delle quali

ha natura giuridica di ditta individuale, mentre le società di capitali sono ancora poco presenti; sul punto si deve

tuttavia registrare un fenomeno di trasformazione strutturale, con un aumento sostanziale di società di capitali.

L’esportazione dei prodotti della provincia di Rieti sui mercati esteri ha segnato negli ultimi anni incrementi superiori

alla media regionale. Il settore maggiormente interessato all’esportazione risulta quello delle macchine elettriche.

Sotto il versante del mercato del lavoro, i mutamenti strutturali, che hanno caratterizzato in questi ultimi cinque anni

il tessuto produttivo della provincia, hanno comportato in termini generali una contrazione della forza lavoro pari al

-5,3% e una riduzione della forza lavoro occupata pari al - 2,2%. Si deve tuttavia segnalare come nel medesimo perio-

do sia avvenuta una considerevole diminuzione dei disoccupati (con una variazione del 31,8%), in seguito alla quale

risulta senza occupazione il 7,5% delle unità lavorative (per un valore assoluto di circa 4.000 persone).

Le dinamiche evidenziate in tale capitolo sono finalizzate ad individuare i fabbisogni del territorio, con indicazione dei

relativi punti di forza e debolezza, nonché lo sviluppo di nuove attività, sintetizzabili nelle seguenti linee di azione:

3 specializzazione del settore industriale verso produzioni nel campo dell’elettronica, telecomunicazioni ed

informatica;

3 sostegno alla ricerca scientifica ed allo sviluppo tecnologico ed implementazione dei servizi e strumenti di

comunicazione telematici;

3 valorizzazione dell’artigianato di produzione e dell’artigianato di servizio;

3 valorizzazione delle risorse naturali ed architettoniche, miglioramento delle strutture ricettive e sviluppo del

turismo, in particolar modo rurale e gastronomico;

3 valorizzazione dei prodotti di eccellenza del territorio, quali ad esempio DOP, IGP, STG.

In ultimo, si sottolinea come, sulla base di quanto risulta dai sistemi informativi provinciali, le imprese della

Provincia manifestano propensione ad assumere addetti che abbiano già una qualifica professionale, ovvero che

necessitino di formazione anche in apprendistato, mentre permangono minori prospettive di occupazione per

coloro che abbiano conseguito un diploma di laurea universitario.

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

98 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

2.5.2 IL TERRITORIO

Figura 36 - Carta della provincia di Rieti

Fonte: nostra elaborazione su Carta del Touring Club Italiano

2.5.2.1 Il quadro di riferimento

La provincia di Rieti dispone di un territorio pari a kmq 2.749,16, in cui insistono 73 comuni per una popolazione

complessiva di 148.547 abitanti.

Il territorio, facente parte dell’Appennino Centrale, risulta prevalentemente montano per l’80% mentre il restante

20% è classificato collina interna.

Notevole è la presenza idrica in tutta la provincia. Oltre alle sorgenti del Peschiera, serbatoio di acqua per la città

di Roma, sono presenti altri fiumi, tra i quali i più rilevanti sono il Salto, il Velino ed il Tronto, nonché si registra in

tutto il territorio anche la presenza di undici laghi.

La città di Rieti, capoluogo della provincia, è situata al centro della Valle Reatina. Al suo interno è situato il punto

comunemente considerato il “Centro d’Italia”.

Il territorio conserva un fascino particolare, caratterizzato sia da paesaggi montani e collinari sia da rilevanti monu-

menti, quali ad esempio santuari, borghi e castelli; come altre province della regione, il territorio reatino risulta inoltre

caratterizzato da ulteriori aspetti rilevanti, anche sotto il profilo economico, quali quello gastronomico e artigianale.

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

99SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

2.5.2.2 La popolazione

La provincia di Rieti, con i suoi 148.547 abitanti al 31 dicembre 2003, si presenta come una tra le meno popolate

del Paese e quella con il minor numero di residenti dell’Italia Centrale.

La conformazione territoriale, in gran parte montuosa, contribuisce inoltre a rendere molto basso il livello di den-

sità abitativa. I soli 54 abitanti per kmq rendono la provincia di Rieti ultima in ambito regionale con riferimento al

parametro della densità abitativa.

La popolazione risulta peraltro piuttosto sparsa nel territorio ed il baricentro demografico, nel comune di Rieti, è

rimasto invariato negli ultimi anni.

Infatti, nonostante l’aumento di urbanizzazione verificatosi nel precedente decennio, soltanto il 30% della popo-

lazione risiede nell’unico comune avente più di ventimila abitanti (il capoluogo); ciò dà luogo al più basso valore

del tasso di urbanizzazione del Centro Italia, qualora si escluda la limitrofa provincia di Viterbo.

Tabella 42 - Popolazione residente

Territorio 2001 2002 2003 2004

Provincia di Rieti 147.307 147.550 148.547 151.782

Lazio 5.112.413 5.117.075 5.145.805 5.205.139

Italia 56.995.744 56.993.742 57.321.070 57.888.245

Tasso di crescita annuo

Territorio 2002/’01 2003/’02 2004/’03 2004/’01

Provincia di Rieti 0,2% 0,7% 2,2% 3,0%

Lazio 0,1% 0,6% 1,1% 1,7%

Italia 0,0% 0,6% 1,0% 1,5%

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat, 2005

L’analisi della composizione per età della popolazione evidenzia una elevata percentuale di anziani. Ben il 21,8% della

popolazione ha più di 65 anni. Si tratta di un dato superiore sia a quello nazionale sia a quello dell’Italia Centrale.

Degna di nota è anche la scarsa percentuale di residenti appartenenti alla classe di età compresa fra i 15 ed i 64

anni, la quale risulta tra le ultime nel Paese (68,5%) nonché l’ultima del Lazio.

La provincia di Rieti risulta anche scarsamente attrattiva nei confronti della popolazione straniera, in quanto l’indi-

catore di presenza straniera ogni 100.000 abitanti segna un valore pari a 1.736 (terzultimo della Regione).

Nonostante le percentuali sopra citate di ripartizione della popolazione per classi di età, l’andamento dell’indice di

dipendenza strutturale registra un progressivo, seppur lieve, aumento della popolazione attiva rispetto a quella non

attiva presente nel territorio della provincia.

■ Rieti ■ Lazio ■ Italia

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat, 2005

Figura 37 - Andamento della variazione annuale del tasso migratorio netto in provincia di Rieti, nel Lazio e in Italia

20,0

15,0

30,0

25,0

10,0

5,0

0,0

2002 2003 2004

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

100 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Tabella 43 - Indice di dipendenza strutturale nella provincia di Rieti e nel Lazio

Territorio 1981 1991 2001 2004

Provincia di Rieti 56,7 54,0 55,4 49,9

Lazio 49,2 41,9 46,7 50,2

Fonte: dati Istat

2.5.3 STRUTTURA PRODUTTIVA PROVINCIALE

2.5.3.1 Andamento economico

La provincia di Rieti ha conosciuto, a partire dal 2000, una significativa espansione delle attività produttive, la quale ha

comportato una crescita del Valore Aggiunto negli ultimi cinque anni con un tasso medio del 2,95%.

Nel 2003 il PIL dell’economia reatina ha raggiunto i 2.544 milioni di euro (valori a prezzi correnti), mantenendo costan-

te la propria incidenza sul PIL regionale (che si attesta intorno al 2%) e con un impatto sulla formazione del PIL nazio-

nale pari allo 0,21%, e ciò a testimonianza di un percorso di sviluppo del sistema economico locale lento e graduale.

In particolare, sotto il profilo dell’analisi per settori di attività economica, il settore che più contribuisce alla formazio-

ne del PIL provinciale risulta quello dei servizi (70,9% del totale, per un valore pari a 1.802 milioni di euro), mentre

l’incidenza dell’industria sulla formazione del Valore Aggiunto è in deciso calo (24,4% del totale, per un valore pari a

630 milioni di euro).

Si deve inoltre sottolineare come la provincia di Rieti risulti la prima provincia italiana per peso di contribuzione al PIL

del settore delle costruzioni (16,1% del totale, per un valore pari a 408 milioni di euro).

Per contro, il contributo dell’agricoltura al PIL provinciale risulta molto limitato (4,4% del totale, per un valore pari a

112 milioni di euro).

L’analisi della distribuzione della ricchezza prodotta nella popolazione conferma sostanzialmente i dati presenti a livel-

lo produttivo: il tasso di sviluppo medio annuo del PIL pro capite negli ultimi anni è stato pari al 3,4% (reddito medio

annuo per abitante nel 2003 di 14.629 euro), dato questo che pone la provincia di Rieti all’ultimo posto nel Centro Italia.

Tabella 44 - Andamento del PIL a prezzi correnti in provincia di Rieti, nel Lazio e in Italia nel quinquennio 1999-2003 (milioni di euro)

Territorio 1999 2000 2001 2002 2003

Provincia di Rieti 2.267 2.294 2.321 2.420 2.544

Lazio 104.567 109.817 116.497 122.071 127.200

Italia centrale 214.598 225.754 238.934 248.381 258.376

Italia 1.023.499 1.080.757 1.138.010 1.177.117 1.217.193

Tasso di crescita annuo (a prezzi correnti)

Territorio 2000/’99 2001/’00 2002/’01 2003/’02 Media

Provincia di Rieti 1,2 1,2 4,3 5,1 2,95

Lazio 5,0 6,1 4,8 4,2 5,0

Italia centrale 5,2 5,8 4,0 4,0 4,8

Italia 5,6 5,3 3,4 3,4 4,4

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

2.5.3.2 Analisi dei settori produttivi

La provincia di Rieti si configura come una provincia con uno scarso livello di insediamento delle attività impren-

ditoriali. Rapportando le 12.677 imprese registrate negli archivi della locale Camera di Commercio alla popolazio-

ne residente, si ottiene un valore della densità imprenditoriale pari a 8,6 imprese ogni 100 abitanti, dato che rap-

presenta il limite minimo dell’Italia Centrale.

Il tessuto imprenditoriale della provincia è caratterizzato da una forte componente dell’agricoltura, settore in cui

operano 4.118 imprese e che incide per il 32,7% del totale, nonché del commercio (23,3% del totale, con circa

3.000 imprese) e delle costruzioni (16,3% del totale, con circa 2.000 imprese). La provincia si connota inoltre per

essere la nona maggiore realtà in campo nazionale in quanto ad incidenza dei prodotti forestali.

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

101SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Anche il comparto dell’artigianato risulta ben radicato con il 29,8% delle imprese presenti sul territorio. Molto con-

sistente la presenza di imprese operanti nel campo dell’edilizia (15,9%), mentre risulta modesto l’impatto eserci-

tato dalle imprese industriali con il 9,2% del totale.

Piuttosto modesto risulta il ritmo di crescita del tessuto imprenditoriale. Nel 2003 la provincia ha fatto segnare un incre-

mento di 2,1 imprese ogni 100 esistenti. Tale dato risulta in linea con quello nazionale ed in crescita rispetto al 2002.

L’incidenza della mortalità imprenditoriale (5 imprese scomparse ogni 100 esistenti nell’anno 2003/2002) è lieve-

mente inferiore rispetto al dato del Paese.

La struttura delle attività imprenditoriali secondo il numero di addetti evidenzia la marcatissima prevalenza delle

micro imprese. Rieti risulta inoltre tra le prime province nell’Italia Centrale come incidenza delle imprese con meno

di tre anni, in linea dunque con il dinamismo di questi ultimi anni che – come evidenziato – ha fatto registrare una

espansione del Valore Aggiunto provinciale.

Con riferimento alla disamina dei singoli settori produttivi, lo scenario del settore agricolo risulta caratterizzato da

un grado congiunturale non particolarmente favorevole, in particolar modo a causa dei problemi legati all’apprez-

zamento dell’euro nei confronti del dollaro e dei vincoli stringenti posti dalle politiche agricole, con ricadute nega-

tive in termini di redditività ed occupazione.

Il settore agricolo della provincia di Rieti risente delle difficoltà a livello nazionale; sotto il profilo strutturale emer-

gono significativi cambiamenti: le imprese agricole hanno registrato nell’ultimo triennio un incremento pari a circa

il 10%; sotto altro verso, le variazioni annuali denotano una crescita rallentata delle aziende del comparto, rap-

presentate per la maggior parte da ditte individuali (circa il 95%), con registrazione peraltro di una consistente con-

trazione delle percentuali di occupazione (contrazione del 4% nel 2004 rispetto al 2003).

La produzione zootecnica, di gran lunga la principale caratteristica dell’agricoltura sabina, fa invece registrare una

performance interessante nel Centro Italia, con una percentuale di incidenza che costituisce il terzo valore dopo

quello registrato a Frosinone e Massa Carrara.

Il settore industriale risulta trainato in particolar modo dai mercati esteri, in termini di vendite e fatturato realizza-

ti, nonostante le aziende mettano in commercio i propri prodotti prevalentemente a livello locale e regionale. Nel

2004 si registrano saldi positivi con riguardo anche al livello occupazione.

In controtendenza rispetto al trend nazionale, la congiuntura reatina nel comparto manifatturiero (in particolar

modo metalmeccanico ed edile) ha visto crescere nell’ultimo triennio la produzione e, di conseguenza, il fattura-

to. La congiuntura favorevole che interessa il comparto manifatturiero coinvolge anche il mercato del lavoro con

una sostanziale invarianza dell’occupazione.

Il settore dei servizi, offerti in principal modo da imprese di piccole dimensioni, costituisce il settore trainante della

ricchezza della provincia reatina, manifestando uno sviluppo tendenziale costante negli ultimi anni – che pone la

provincia al secondo posto dietro Roma a livello regionale – sotto il profilo dei comparti del commercio e del ter-

ziario avanzato (in particolar modo i servizi hi-tech).

In ultimo il turismo, pur rappresentando una reale opportunità di sviluppo a causa della presenza di numerose

attrattive naturalistiche ed artistiche, evidenzia un andamento non favorevole, e questo nonostante la recente poli-

tica di valorizzazione delle risorse turistiche ed ambientali del territorio effettuata a livello provinciale.

Tabella 45 - Imprese attive in provincia di Rieti e nel Lazio

numero imprese attive

2000 2001 2002 2003 2004

Provincia di Rieti 11.975 12.350 12.406 12.593 12.677

Lazio 330.067 338.836 343.023 351.063 356.014

Italia 4.840.366 4.897.933 4.952.053 4.995.738 5.061.859

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

102 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Tabella 46 - Contributo dei settori produttivi alla formazione del Valore Aggiunto nel 2003 (valori in milioni di euro)

Prov. di Rieti Lazio Centro Italia

Settori v.a. % v.a. % v.a. % v.a. %

Agricoltura 112 4,4 1.651 1,3 4.200 1,6 30.883 2,5

Industria 630 24,8 21.620 17,0 58.003 22,4 323.666 26,6

di cui Manifattura 408 16,0 16.924 13,3 46.943 18,2 262.229 21,5

di cui Costruzioni 222 8,7 4.696 3,7 11.060 4,3 61.437 5,0

Servizi 1.802 70,8 103.930 81,7 196.174 75,9 862.644 70,9

Totale 2.544 100,0 127.201 100,0 258.377 100,0 1.217.193 100,0

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Tabella 47 - Valore Aggiunto dell’artigianato nella provincia di Rieti (valori a prezzi base 1995)

Milioni di euro

Settore 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002

Industria in senso stretto 55 59 61 73 56 51 48 50

Costruzioni 144 139 134 131 149 140 140 146

Totale industria 200 198 195 204 205 192 188 196

Commercio e riparazioni 31 34 37 43 42 38 35 37

Trasporti e comunicazioni 25 26 27 35 32 28 25 25

Informatica servizi ad imprese 18 20 22 23 22 23 24 24

Servizi a famiglie altre attività 18 17 19 26 24 25 24 23

Totale altre attività 92 97 104 126 121 115 108 110

Totale 292 295 299 330 325 306 296 306

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Tabella 48 - Variazione % del Valore Aggiunto dell’artigianato nella provincia di Rieti (valori a prezzi base 1995)

Variazione %

Settore 96/95 97/96 98/97 99/98 00/99 01/00 02/01 02/95

Industria in senso stretto 7,2% -0,1% 10,3% 10,0% 11,5% 6,6% 8,7% 68,0%

Costruzioni 4,7% 7,9% 24,9% 2,2% -8,3% 3,2% 4,8% 43,0%

Totale industria 6,4% 2,6% 15,5% 7,0% 4,2% 5,5% 7,4% 59,4%

Commercio e riparazioni 3,4% 3,7% 1,3% -2,7% 1,4% 2,3% 1,6% 11,4%

Trasporti e comunicazioni 8,4% -5,3% 15,7% -4,6% 6,8% 3,7% -4,2% 20,2%

Informatica servizi ad imprese 21,3% 21,9% 6,8% 18,2% 15,4% 10,5% 8,3% 157,9%

Servizi a famiglie altre attività -0,7% -6,5% 8,6% 4,3% 2,3% 0,5% -1,2% 6,8%

Totale altre attività 5,2% 0,5% 7,3% 0,7% 5,0% 3,5% 0,5% 24,7%

Totale 11,6% 3,1% 22,8% 7,7% 9,2% 9,0% 7,9% 84,1%

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

2.5.3.3 Internazionalizzazione

Il totale complessivo delle esportazioni verso i mercati esteri di prodotti della provincia reatina ammonta a circa

824 milioni di euro, con una variazione nel periodo 2003/2002 pari al +20,5%, ed è costituito in particolar modo

da macchine ed apparecchiature elettriche, elettroniche ed ottiche.

A questo indicatore in termini assoluti corrisponde un indicatore relativo (denominato propensione all’esportazio-

ne), che fa segnare con il 32,4% (in aumento rispetto al 27,8% dell’anno precedente) un discreto valore in ambi-

to nazionale (20° posto). Il notevole ricorso al commercio con l’estero è confermato anche dalla misura globale del

ricorso alle transazioni internazionali, il cosiddetto tasso di apertura.

Il valore di questo indicatore risulta pari al 47,9% (anch’esso lievemente in rialzo) ed è superiore alle percentuali

medie della propensione all’esportazione della Regione (il cui tasso di apertura è pari al 25,3%).

L’analisi della serie storica mostra come entrambi gli indicatori abbiano conosciuto un trend positivo dal 1995 al

1998, divenuto boom nel 1999.

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

103SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Per contro, la provincia si mantiene sempre su valori piuttosto bassi, se confrontati con le altre province del

Lazio, in relazione al volume di prodotti importati, con valore globale che incide per poco meno del 2% sull’im-

port della regione.

In considerazione di ciò, il tasso di copertura – pari al 209% – colloca la provincia decisamente al di sopra del

valore regionale (il cui indicatore è pari al 47,6%) evidenziando dunque una prevalenza delle esportazioni sul volu-

me di merci importate.

L’analisi del tasso di apertura della provincia mette in evidenza un sistema produttivo locale più aperto rispetto alla

regione; difatti, con un indicatore pari al 47,9% rileva il progressivo processo di apertura verso i mercati esteri che

ha coinvolto Rieti nell’ultimo decennio (tasso di apertura più che triplicato rispetto al 12,1% del 1995).

La rilevanza che i rapporti con l’estero assumono per l’economia provinciale viene ulteriormente formalizzata dal-

l’analisi della propensione all’export, la quale registra un valore elevato (32,4%), di molto superiore al valore medio

del Lazio (8,2%) e dell’Italia (21,2%).

Tale valore si è consolidato positivamente nell’ultimo decennio (nel 1995 era pari al 6,8%), con una crescita che

ha fatto posizionare Rieti al primo posto tra le province del Lazio già dal 2001.

L’analisi settoriale mette in evidenza come i prodotti che attirano l’attenzione dei mercati esteri sull’economia rea-

tina siano costituiti da macchine ed apparecchiature elettriche, elettroniche ed ottiche (in particolar modo tubi e

valvole), le quali occupano di gran lunga la prima posizione delle merci esportate (93,51% delle esportazioni tota-

li per un valore complessivo che si aggira intorno ai 700 milioni di euro/anno).

Sia pure in presenza di un modello di esportazione non diversificato, ultimamente si è registrata una crescita

particolarmente consistente nell’esportazione di macchine e prodotti meccanici (3,47%), nonché di prodotti tes-

sili e confezioni di vestiario, con un incidenza sull’export complessivo della provincia comunque non superiore

all’unità percentuale.

■ Rieti ■ Lazio ■ Italia

Fonte: Istituto G. Tagliacarne

Figura 38 - Tasso di apertura e propensione all'esportazione, 2003

47,925,3

42,3

Tasso di apertura

32,48,2 21,2

Propensione all'export

209

47,6

100,4

Tasso di copertura

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

104 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Il ricorso ai mercati esteri si è indirizzato, come per le esportazioni, verso le macchine ed apparecchiature elettri-

che, elettroniche ed ottiche, le quali rappresentano più dell’80% dell’import complessivo provinciale nonché, sia

pure in misura molto ridotta, verso i prodotti agricoli (6,2%).

Sul fronte dei principali Paesi esteri importatori, nelle prime posizioni si nota la presenza di Paesi europei, tutti

comunitari (per un totale complessivo pari al 56,3%), in particolar modo Germania e Francia.

Di rilievo risultano anche le esportazioni verso i Paesi asiatici (30,3%), in particolar modo Singapore, e verso gli

Stati Uniti (12,5%).

La forte bilateralità tra provincia di Rieti ed Europa risulta anche dall’analisi dell’articolazione dei flussi delle impor-

tazioni. Il valore di merci importate dall’Unione Europea nel 2003 fa risultare la percentuale del 72,7% (con un

ruolo prevalente da parte della Germania), mentre altra quota rilevante dell’import proviene dall’Asia (19%), in par-

ticolar modo da Taiwan.

2.5.3.4 Dinamiche imprenditoriali

Come detto in precedenza, il sistema imprenditoriale reatino conta 12.677 imprese attive, tra le quali le forme giu-

ridiche predominanti sono rappresentate dalla ditta individuale e dalla micro e piccola impresa.

In termini di ripartizione settoriale, il sistema produttivo è caratterizzato dalla predominanza delle imprese del set-

tore dei servizi, che rappresentano ben il 41,91% del totale (anche se il valore percentuale risulta inferiore a quel-

lo regionale – pari al 61% – ed a quello nazionale – pari al 53,8%); in tale settore assumono peraltro rilievo le impre-

se operanti nel commercio (55,88% del totale dei servizi).

Per altro verso, le imprese attive nel settore agricolo rappresentano il 31,84% del totale, un valore doppio rispet-

to al dato regionale del 15,7% e comunque di molto superiore rispetto a quello nazionale del 19,8%.

Le imprese attive nel settore dell’industria risultano infine pari al 25,75% del totale, a fronte del valore regionale pari

al 23,3% e di quello nazionale del 26,4%, con una forte incidenza delle costruzioni (63,42% del totale dell’industria).

Fonte: Unioncamere

Figura 39 - Esportazioni in provincia di Rieti per attività economica, 2003

Macchine elettriche

Macchine ed app. meccanici

Metalli, prodotti in metallo

Minerali non metalliferi

Gomma e plastica

Prodotti chimici

Coke, raffinerie petrolio

Carta ed editoria

Legno

Cuoio e pelli

Confezioni di vestiario

Tessile

Alimentari

Minerali ed energia

Agricoltura

Mezzi di trasporto

Altre ind. manifatturiere

Altre esportazioni

2,49%

0,08%

0,90%

8,54%

0,48%

0,07%

0,48%

1,87%

2,88%

4,56%

0,44%

5,91%

1,17%

6,35%

1,70%

0,24%

0,75%

61,09%

0,0% 20,0%10,0% 30,0% 40,0% 50,0% 70,0%60,0%

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

105SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Tabella 49 - Imprese attive nella provincia di Rieti per settore di attività, 2004

Imprese attive

Settori di attività economica Numero %

Agricoltura 4.036 31,84

di cui agricoltura 4.032 31,81

di cui pesca, piscicoltura e annessi 4 0,03

Industria 3.264 25,75

di cui Estrazione materiali 11 0,09

di cui Attività manifatturiere 1.179 9,30

di cui Produzione distribuzione energia e gas 4 0,03

di cui Costruzioni 2.070 16,33

Servizi 5.313 41,91

di cui Commercio 2.969 23,42%

di cui Alberghi e ristoranti 713 5,62

di cui Trasporti, magazzini e comunicazioni 353 2,78

di cui Intermediari creditizi e finanziari 196 1,55

di cui Attività immobiliari, noleggio, informatica e ricerca 526 4,15

di cui Istruzione 20 0,16

di cui Sanità e servizi sociali 55 0,43

di cui Altri servizi sociali ed alla persona 481 3,79

di cui Servizi domestici - 0,00

Altre imprese 64 0,50

Totale 12.677 100,00

Fonte: CCIAA Rieti

La dinamica del tasso di crescita del tessuto imprenditoriale ha mostrato in questi ultimi anni una evoluzione posi-

tiva; un tale andamento deriva in principal modo dall’incremento delle imprese iscritte (variazione 2003/1998 pari

al +13,2%) e da una corrispondente diminuzione delle imprese cessate (variazione 2003/1998 pari al -11,7%), con

un tasso di crescita delle imprese che ha raggiunto nel 2003 il +2%.

Il valore registrato nel 2003 relativo al tasso di crescita delle imprese nella provincia di Rieti risulta lievemente

superiore al dato nazionale (1,23%), ma tuttavia inferiore a quello regionale (2,6%).

Tabella 50 - Evoluzione delle imprese attive nel periodo 2000-2004

Numero imprese attive

Territorio 2000 2001 2002 2003 2004

Provincia di Rieti 11.975 12.350 12.406 12.593 12.677

Lazio 330.067 338.836 343.023 351.063 356.014

Italia 4.840.366 4.897.933 4.952.053 4.995.738 5.061.859

Variazioni percentuali

Territorio 2001/00 2002/01 2003/02 2004/03 2004/00

Provincia di Rieti 3,13% 0,45% 1,51% 0,67% 5,86%

Lazio 2,7% 1,2% 2,3% 1,4% 7,9%

Italia 1,2% 1,1% 0,9% 1,3% 4,6%

Fonte: Movimprese, 2000-2004

L’analisi dell’andamento della forma giuridica nelle imprese presenti nella provincia di Rieti evidenzia una notevo-

le incidenza delle ditte individuali, anche se la presenza di società di capitali ha registrato un importante incre-

mento, con un tasso di sviluppo superiore – nel periodo 2000/2004 – alle altre forme giuridiche di imprese.

In particolare, le imprese che hanno natura giuridica di ditta individuale (circa 10.000) rappresentano quasi l’80%

del totale, ed operano soprattutto nel settore agricolo e nel comparto edile. Per contro, le società di persone rap-

presentano solo il 10% del totale delle imprese e risultano presenti in prevalenza nel settore del commercio, men-

tre le società cooperative rappresentano soltanto il 3% delle aziende presenti nel territorio provinciale.

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

106 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Le società di capitali costituiscono ad oggi una percentuale non elevata del totale complessivo delle imprese della

provincia (circa il 6%) ed operano soprattutto nel commercio e nell’edilizia.

La caratteristica delle imprese per forma giuridica, comparata a livello territoriale, mette in evidenza una sostan-

ziale differenza tra la provincia, la regione e l’Italia: difatti, si ha un’incidenza maggiore di imprese individuali rispet-

to a quanto si registra nel Lazio (circa 72%) ed in Italia (circa 67%), mentre al contrario le società di capitali risul-

tano numericamente meno numerose (circa 14% a livello regionale e circa 12% a livello nazionale).

L’analisi della dinamica territoriale, in termini sia di costituzione di nuove imprese sia di evoluzione delle imprese

per forma giuridica, mostra tuttavia come il tessuto imprenditoriale reatino si stia rafforzando, oltre che in termini

quantitativi, anche in termini di complessità e strutturazione organizzativa.

Tale situazione risulta difatti caratterizzata da una continua espansione delle società di capitali le quali, pur non riu-

scendo a raggiungere le percentuali presenti a livello nazionale, hanno tuttavia registrato, nel periodo 2000/2004,

un aumento pari al 25,2%; per contro, le ditte individuali, nello stesso periodo, hanno presentato un tasso di cre-

scita particolarmente ridotto, con un valore pari al 3,9%.

Tabella 51 - Imprese attive per forma giuridica in provincia di Rieti

2000 2001 2002 2003 2004

Forma giuridica v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. %

Soc. di capitali 620 5,2% 672 5,4% 735 5,9% 776 6,2% 822 6,5%

Soc. di persone 1.347 11,2% 1.356 11,0% 1.361 11,0% 1.360 10,8% 1.379 10,9%

Impr. individ. 9.702 81,0% 9.988 80,9% 9.948 80,2% 10.084 80,1% 10.091 79,6%

Altre forme 306 2,6% 334 2,7% 362 2,9% 373 3,0% 385 3,0%

Totale 11.975 100,0% 12.350 100,0% 12.406 100,0% 12.593 100,0% 12.677 100,0%

Fonte: Movimprese, 2000-2004

2.5.3.5 Specializzazioni produttive: Consorzio per lo sviluppo industriale di Rieti - Cittaducale

Il maggiore agglomerato industriale della provincia è costituito dal Consorzio per lo sviluppo industriale Rieti -

Cittaducale, che si estende su sette comuni e nel quale sono localizzate circa 200 tra piccole e medie imprese,

con un numero degli addetti pari a 3.900 unità lavorative.

Nell’ambito del Consorzio, la produzione si concentra in principal modo nei comuni di Cittaducale e Borgorose, nei

quali si localizza circa il 70% degli stabilimenti.

■ Società di capitali ■ Società di persone ■ Imprese individuali ■ Altre forme

Fonte: Movimprese, 2004

Figura 40 - Imprese attive per forma giuridica in provincia di Rieti, 2004

Altre forme 3%

Società di capitali 6%

Società di persone 11%

Imprese individuali 80%

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

107SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

In particolare, il polo di Rieti - Cittaducale si caratterizza per le imprese legate all’innovazione tecnologica ed alla

multimedialità, mentre nel distretto di Borgorose sono presenti aziende che operano nel campo dell’elettronica e

della meccanica di precisione nonché nel comparto alimentare.

Il Consorzio, istituito sia per contrastare lo spopolamento della provincia di Rieti sia per sopperire all’economia

esclusivamente agricola e silvo-pastorale appartenente al territorio, è specializzato in particolare nelle produzioni

hi-tech nell’ambito dei settori elettromeccanico, elettronico e telecomunicazioni ed è fortemente orientato verso

i mercati esteri.

Il processo di industrializzazione concentrato nel nucleo Rieti - Cittaducale, pur avendo permesso, a partire dagli

anni ‘80, una consistente crescita dell’economia, sta attraversando negli ultimi anni un periodo di crisi, in partico-

lar modo a causa dell’ingresso sul mercato mondiale di competitors stranieri.

Il piano di rilancio dello sviluppo produttivo del Consorzio Industriale, peraltro favorito da numerosi progetti di inve-

stimento da parte dell’Unione Europea e della regione, risulta finalizzato alla riduzione delle condizioni di svantag-

gio nel settore delle comunicazioni, della qualificazione imprenditoriale, nonché alla crescita di processi di innova-

zione e ad adeguate azioni di marketing per il sostegno all’export.

In particolare, tale piano prevede la realizzazione delle seguenti azioni:

3 realizzazione di collegamenti con le più importanti reti di trasporto limitrofe;

3 implementazione di collegamenti telematici e sviluppo di attività produttive compatibili;

3 localizzazione di ulteriori insediamenti produttivi in altre zone della provincia di Rieti;

3 specializzazione dell’area di Rieti - Cittaducale nei settori dell’elettronica, telecomunicazioni, informatica, ed

in generale nelle attività connesse con la cosiddetta net economy.

Figura 41 - Poli industriali nella provincia di Rieti

Il polo di Borgorose

Il polo Rieti - Cittaducale

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

108 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

2.5.4 IL MERCATO DEL LAVORO

La provincia di Rieti conta una presenza di circa 56.000 unità lavorative, di cui il 92,5% (pari in valore assoluto a

51.000 unità) ricopre una condizione di occupazione, mentre il 7,5% è rappresentato da circa 4.000 disoccupati.

Sotto il versante dell’offerta di lavoro, il tasso di attività, vale a dire il rapporto tra forza lavoro e popolazione di rife-

rimento, risulta pari a 43, ponendo la provincia all’ultimo posto a livello regionale.

L’andamento riscontrato nel tasso di attività si ripropone anche con riferimento al tasso di occupazione, pari al

39,7%, in relazione al quale Rieti si posiziona in chiusura della graduatoria regionale.

Per contro, il tasso di disoccupazione per l’anno 2003 risulta pari al 7,6% (contro il 12,5% del 2001 e l’8,6% del

2002), dato che è inferiore alla media nazionale ed a quello regionale.

Questo segnale è particolarmente incoraggiante, perché si inserisce in un quadro che, almeno nella seconda meta

degli anni ’90, ha visto la crescita progressiva del livello di occupazione. In linea generale, il tasso di disoccupa-

zione risulta più elevato nella componente femminile (11%) rispetto a quella maschile (5,55%).

In particolare, la disoccupazione maschile ha un valore elevato nella prima fascia di età considerata (15-24 anni),

con un tasso di disoccupazione pari al 28,3%, riducendosi nelle successive fasce fino ad attestarsi al 3,3% nel-

l’ultimo intervallo considerato (30-64 anni).

Tabella 52 - Indicatori del mercato del lavoro, 2003

Indicatori Provincia di Rieti Lazio Italia

Popolazione > 15 anni 129.750 4.554.030 49.207.999

Non forze di lavoro 74.008 2.301.198 25.057.675

Forze di lavoro 55.742 2.252.832 24.150.318

Persone in cerca di occupazione 4.223 196.147 2.096.075

Totale Occupati 51.519 2.056.685 22.054.249

Occupati dipendenti 35.653 1.540.265 16.046.179

Occupati indipendenti 15.866 516.420 6.008.070

Tasso di attività 43 49,5 49,1

Tasso di disoccupazione 7,6 8,7 8,7

Fonte: Movimprese

L’analisi della distribuzione settoriale degli occupati evidenzia, quali dati rilevanti, che la maggior parte degli occupati

presta attività lavorativa nel settore terziario e dei servizi (72,9%, dato inferiore al quello regionale ma superiore a

quello nazionale), mentre l’agricoltura assorbe il 3,7% di occupati e l’industria il 23,4% (questi ultimi dati risultano

inferiori alla media nazionale ma sono comunque superiori ai corrispondenti dati presenti a livello regionale).

In ultimo, si deve sottolineare come il mercato del lavoro della provincia di Rieti sia caratterizzato, da un lato dall’alto

numero di occupati che svolgono attività lavorativa in proprio, dall’altro dal notevole impatto del lavoro irregolare (in

tal senso la provincia detiene la prima posizione nel Centro e la sesta in Italia).

In ultimo, l’analisi dinamica del mercato del lavoro a partire dal 1995 dimostra una contrazione della domanda del lavo-

ro a livello provinciale pari al 2,2%.

Tale ridimensionamento dell’occupazione ha riguardato in particolar modo il settore dell’agricoltura, passata nel perio-

do considerato dal 10,5% degli occupati al 3,7%, nonché l’industria, con una variazione negativa dal 26,3% al 23,4%.

■ Agricoltura ■ Industria ■ Altre attività

Fonte: Movimprese

Figura 42 - Occupati per settore di attività, 2003

Lazio

Italia

Rieti 3,7% 23,4% 72,9%

2,6% 19,8% 77,6%

4,9% 31,8% 63,3%

0% 20% 40% 60% 80% 100%

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

109SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

Tale calo è stato contrastato soprattutto dall’espansione di offerta di lavoro nel settore dei servizi, la quale ha regi-

strato – nel periodo considerato – una variazione positiva del 12,8%.

2.5.5 I SERVIZI DI PROMOZIONE DELL’IMPRENDITORIALITÀ E DI SOSTEGNO ALLA CREAZIONE E SVILUPPO D’IMPRESA

Nella provincia di Rieti i servizi di promozione all’imprenditorialità e supporto alla creazione e sviluppo di impresa

non sono particolarmente diffusi e risultano sostanzialmente riconducibili a sportelli informativi e di assistenza da

parte sia di strutture pubbliche sia di strutture private.

Nell’ambito di tali servizi, risulta presente, presso la sede del Consorzio Industriale di Rieti - Cittaducale, un incu-

batore di imprese del BIC Lazio, il quale fornisce assistenza nell’individuazione e nella costruzione di strategie per

sostenere la nascita e lo sviluppo di nuove imprese.

In relazione agli aspetti della promozione dell’imprenditorialità e del supporto alla creazione e sviluppo di impre-

sa, operano in principal modo la Camera di Commercio, l’Associazione Industriali e la Regione Lazio, quest’ultima

sia direttamente sia mediante agenzie e società costituite ad hoc.

In particolare, la Camera di Commercio, nell’ambito delle proprie finalità istituzionali, esercita in via diretta iniziati-

ve promozionali nonché dà sostegno ad analoghe iniziative svolte a cura di altri soggetti, in particolare nel campo

della certificazione della qualità aziendale, della formazione e riqualificazione degli addetti alle imprese, della dif-

fusione dell’e.commerce e della tutela ambientale.

L’Associazione Industriale della provincia di Rieti gestisce, sia direttamente sia tramite società partecipate o col-

legate, servizi di supporto allo sviluppo e consolidamento d’impresa; in tal senso, mediante il Consorzio Garanzia

Collettiva Fidi (Confidi), eroga servizi finanziari e di facilitazione dell’accesso al credito bancario.

Sviluppo Lazio costituisce uno strumento operativo, utilizzato dalla Regione Lazio, per l’attuazione della program-

mazione regionale in materia economica e territoriale e per il potenziamento delle attività produttive e dello svi-

luppo di impresa, mediante l’assistenza per l’internazionalizzazione del sistema economico provinciale e degli

interscambi commerciali con l’estero.

Sotto diverso profilo, il BIC Lazio effettua servizi finalizzati alla promozione e valorizzazione delle risorse presenti

in provincia, con l’obiettivo di promuovere la cultura imprenditoriale, stimolare la creazione di nuove imprese non-

ché potenziare le piccole e medie imprese esistenti nel territorio

In particolare, tale società fornisce assistenza alle imprese attraverso attività di orientamento, assistenza, tuto-

raggio e consulenza nei confronti di chi svolge attività imprenditoriali.

In ultimo la Filas, anch’essa strumento di attuazione della programmazione economica della Regione Lazio, rea-

lizza specifici interventi tesi alla promozione dei servizi tecnologicamente avanzati a favore delle PMI.

In particolare, l’azione della Filas risulta focalizzata nella gestione di strumenti connessi con l’innovazione, le nuove

tecnologie e la net economy, al fine di aumentare la competitività del sistema produttivo territoriale, in termini sia

di crescita del prodotto interno sia di capacità di attrazione di investimenti esterni.

Risultano inoltre presenti, diffusi nel territorio, i Centri per l’impiego che offrono alle aziende servizi di natura infor-

■ Agricoltura, silvicoltura e pesca ■ Industria ■ Servizi

Figura 43 - Serie storica Occupati per settore di attività

15

20

25

30

40

35

10

5

0

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

110 SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

mativa e consulenziale nonché strumenti per la diffusione delle loro offerte di lavoro.

Risulta presente un Polo Universitario grazie al quale, in collaborazione con l’Università degli Studi “La Sapienza”

di Roma e l’Università della Tuscia di Viterbo, sono stati attivati corsi di laurea in medicina e chirurgia, in ingegne-

ria, in scienze matematiche fisiche e naturali nonché in tecniche forestali.

Il Polo Universitario ha inoltre provveduto all’attivazione di un Centro studi di alta qualificazione nel campo del ciclo

integrato delle acque, ai fini della valorizzazione del patrimonio idrico presente nel territorio della provincia.

Nell’ambito della provincia è inoltre presente il Patto Territoriale di Rieti, al quale aderiscono 12 comuni, 3

Comunità Montane e 17 Organizzazioni per il partenariato economico-sociale.

Il Patto Territoriale esercita in principal modo attività finalizzate a rivitalizzare i settori dell’industria ed artigianato,

promuovendo la crescita delle PMI, nonché a sfruttare nel medio periodo le valenze ambientali del territorio,

mediante l’impulso delle attività turistiche e la valorizzazione delle risorse agricole e forestali.

Nella provincia sono inoltre attivabili tutti gli strumenti di agevolazione regionali e nazionali, finanziari e non, per la

creazione e sviluppo d’impresa. Una parte consistente del territorio rientra nelle aree classificate come Obiettivo

2 e dunque le imprese possono avvalersi degli aiuti di Stato e comunitari.

Per l’accesso a tali strumenti i referenti sono principalmente le Società della rete regionale (Filas, Sviluppo Lazio,

Bic Lazio menzionate in precedenza), i Ministeri e le Agenzie nazionali (Sviluppo Italia, ICI, Simest, IPI).

Figura 44 - Il Patto Territoriale di Rieti

Comuni aderenti al patto

V Comunità Montana di Rieti

VI Comunità Montana di Posta

VII Comunità Montana di Fiumata di Petrella Salto

RIETI

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Regione Lazio: le dinamiche del territorio

111SOVVENZIONE GLOBALE - MISURE D3 - D4 POR LAZIO OB. 3 - FSE

3 Conclusioni

L’analisi svolta sulle dinamiche del territorio della Regione Lazio e, individualmente, sui territori delle cinque

Province amministrative intende avviare un confronto aperto e sereno con gli attori dello sviluppo locale.

Al tempo stesso, lo studio si configura come uno strumento di conoscenza delle caratteristiche socio-economi-

che del territorio, dal livello provinciale a quello regionale fino alle economie distrettuali, indispensabile per indivi-

duare in modo selettivo le aree tematiche, le linee strategiche di intervento e garantire l’efficace ed efficiente allo-

cazione delle risorse pubbliche di incentivazione e in special modo quelle della Sovvenzione Globale della Regione

Lazio, di cui alle Misure D3 e D4.

Come noto, le risorse della SG del POR Lazio, Obiettivo 3 sono volte a contribuire al raggiungimento degli obiet-

tivi generali e specifici posti dal documento di programmazione e in particolare sostenere i processi e le azioni per

lo sviluppo dei territori, il consolidamento dell’imprenditorialità, la diffusione dell’innovazione, la valorizzazione del

capitale umano nei settori della ricerca e dello sviluppo tecnologico.

L’elemento caratterizzante l’assetto socio-economico del Lazio è la predominanza dell’area metropolitana romana

che, come emerge dall’analisi, rappresenta il polo gravitazionale dell’intera Regione. Lo squilibrio territoriale si

ripropone, anche con riferimento alle iniziative per la creazione di nuova occupazione ed ai servizi a sostegno della

nuova imprenditorialità, la cui offerta, salvo poche eccezioni, si concentra nella città di Roma e appare eccessiva-

mente frammentata in una miriade di piccole iniziative. Tale struttura dell’offerta, se da un lato ha favorito la capil-

lare diffusione dei servizi sul territorio metropolitano e l’acquisizione da parte di molti organismi del know-how per

gestire interventi nel settore, dall’altro lato sconta un deficit di coordinamento tra le iniziative, con sovrapposizio-

ni e duplicazioni nei servizi erogati.

In tale contesto l’Organismo Intermediario punta a realizzare un approccio sistemico teso a valorizzare, potenzia-

re e integrare le competenze presenti e le esperienze maturate e attive a livello locale.

Tale approccio si colloca lungo il filone delle innovazioni necessarie per far fronte alle crescenti difficoltà del siste-

ma produttivo e puntando a rafforzare la competitività dei territori sia come fattore di riequilibrio che di rafforza-

mento del tessuto imprenditoriale.

Se, infatti, alle pur modeste risorse della SG si potesse affiancare da parte delle Pubbliche Amministrazioni locali

la definizione di pacchetti localizzativi, di reali semplificazioni per l’avvio d’impresa, gli interventi non cadrebbero

come una goccia nel deserto.

Spesso quello che manca non è l’imprenditorialità o lo sviluppo di idee e buone prassi, ma le condizioni ad esse

propizie, quali le procedure amministrative e normative, buoni servizi di base quali educazione, infrastrutture, ordi-

ne pubblico, giustizia.

Tuttavia, un’azione in tal senso inciderebbe:

3 sul superamento delle logiche autoreferenziali che spesso contraddistingue l’azione dei vari attori territoriali;

3 sul raggiungimento dell’adeguata massa critica di risorse e mezzi necessari per realizzare interventi consi-

stenti, mirati e con un forte impatto sul territorio;

3 sulla creazione e il rafforzamento dei canali di trasmissione del know-how e delle migliori pratiche verso i

soggetti e territori con meno esperienze.

L’economia del Lazio, in quanto costituita in larga parte da strutture operanti nel settore terziario, risulta specializ-

zata rispetto ad altre realtà nazionali e gode al momento di un modesto vantaggio competitivo che deve essere

rafforzato e ulteriormente specializzato, in particolare con riferimento al superamento dei fattori di debolezza quali

la dimensione delle imprese, l’organizzazione, il management, il credito, la formazione, le conoscenze tecnologiche

che rimangono elementi chiave per un’ evoluzione positiva del sistema produttivo.

Non si può, infatti, non tenere conto che circa il 90% del totale delle imprese attive laziali, pari a n. 356.014, ha meno

di 10 addetti e che il nanismo della struttura produttiva è un grande fattore di debolezza in termini di competitività in

quanto limita la crescita della produttività e condiziona le scelte di innovazione e adozione di nuove tecnologie.

Tuttavia, tali caratteristiche del sistema produttivo non sono ovviamente solo del sistema laziale, bensì nazionale

e rientrano nella storia e nell’evoluzione del modello industriale italiano, nei suoi paradigmi organizzativi che la crisi

sta mettendo pesantemente in discussione.

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Un secondo elemento di riflessione che emerge dall’analisi si riferisce al vantaggioso binomio presente nel Lazio

costituito dagli alti livelli di formazione superiore e dalla localizzazione dei maggiori Enti di ricerca pubblici, poli uni-

versitari e tecnologici a livello nazionale e internazionale. Ad oggi, tale dotazione di capitale umano, conoscenze e

potenzialità di innovazione appare ancora sottoutilizzata dal sistema delle imprese, sia per le difficoltà degli Enti di

ricerca ad orientare la loro attività verso le esigenze delle PMI locali, sia per i limiti delle imprese nell’identificare

ed esplicitare i propri bisogni di innovazione e nell’intercettare le tecnologie utili ai propri processi produttivi.

Rispetto a tale problematica, l’Organismo Intermediario si farà carico di favorire il colloquio tra il mondo produtti-

vo e quello della ricerca focalizzando l’attenzione al tema dell’innovazione, del trasferimento tecnologico e della

finanza innovativa, in particolare:

3 premiando la progettualità ispirata ai modelli sistemici di relazione e comunicazione fra ricerca, impresa e

finanza;

3 sostenendo l’offerta di servizi qualificati agli spin-off accademici ed alle altre modalità di valorizzazione indu-

striale dei risultati della ricerca.

Altro aspetto rilevante emerso dall’attività di studio è l’orientamento verso il mercato interno della struttura eco-

nomica regionale. Le PMI laziali presentano una bassa propensione di interazione con i mercati internazionali, ad

eccezione di quelle che operano in alcune realtà distrettuali e in settori tecnologicamente avanzati.

Il sostegno ai processi di internazionalizzazione delle PMI è un asse strategico della politica industriale sia a livel-

lo nazionale che locale volto a rafforzare la posizione della nostra industria nella nuova divisione internazionale del

lavoro e, al tempo stesso, attenuare i contraccolpi occupazionali della crisi in atto e i cui numeri a livello naziona-

le destano serie preoccupazioni.

Infatti, come ampiamente documentato nella recentissima “Indagine sulle imprese Italiane” effettuata dall’Area

Studi di Capitalia, la quota dei settori ad alta tecnologia sul valore dell’export italiano ha subito dal 2000 al 2003 un

calo di 10,6 punti percentuali.

Ciò significa che la struttura dell’export, da un lato, è esposta alla concorrenza dei PVS nei settori tradizionali, ma

aspetto ancora più preoccupante è l’incapacità a controllare la caduta in termini di capacità competitiva e di futu-

re prospettive di crescita.

Rafforzare quindi la capacità competitiva delle imprese esportatrici, favorire la crescita, la disponibilità ampia di

servizi, l’innovazione di prodotto e di processo è un dovere a cui non ci si può sottrarre.

Fin dalla fase di candidatura alla gestione della Sovvenzione, l’Organismo Intermediario ha inserito il tema dell’in-

ternazionalizzazione fra le priorità per lo sviluppo delle PMI laziali. In tale ambito è stata avviata una riflessione tesa

a verificare l’opportunità di interventi basati sulla specializzazione settoriale e territoriale dei servizi di accompa-

gnamento all’internazionalizzazione delle PMI, con riferimento alle peculiari esigenze delle economie locali e

distrettuali.

Infine, gli altri assi prioritari su cui si intende focalizzare le risorse della Sovvenzione Globale sono la creazione di

nuova occupazione mediante il sostegno ai percorsi di autoimpiego, l’assistenza alle nuove iniziative imprendito-

riali, la successione generazionale nella micro e piccola impresa e nell’artigianato, la formazione specialistica, la

diffusione della cultura di finanza d’impresa in particolare nei nuovi bacini d’impiego.

È interpretazione consolidata che la creazione di nuova occupazione passi per lo sviluppo del settore hi-tech. Ciò

nonostante, e in attesa che dall’alta tecnologia emergano opportunità nuove in termini di sviluppo, la crescita dei

servizi ha dimostrato che nuovi posti di lavoro vengono creati, anche in forma duratura, proprio mediante i servi-

zi alle persone, con particolare riferimento all’invecchiamento della popolazione.

Altri bacini di impiego possono essere individuati nel rilancio qualitativo dei settori tradizionali, nell’applicazione

delle tecnologie già esistenti e di nuovi materiali funzionali allo sviluppo delle energie rinnovabili e di cura del-

l’ambiente, così alimentando i mille rivoli attraverso cui si perviene alla creazione di nuova occupazione.

Si pensa all’ambiente dunque come una risorsa e come una via di fuga dalla disoccupazione, immaginando quan-

ti operatori potrebbero trovare un impiego e allo stesso tempo ridurre la “bolletta petrolifera” di cui si sente ormai

il peso insostenibile.

La valorizzazione delle attività tradizionali, che dispongono di un vantaggio competitivo di saperi e mestieri ben

presente sui territori, dovrà essere potenziata attraverso elementi di innovazione tecnologica, e non solo, anche

di innovazione amministrativa e organizzativa ricordando che la creazione di nuova occupazione può avvenire

Regione Lazio: le dinamiche del territorio

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sia dalla individuazione di nuovi prodotti che dall’esplorazione di nuove forme di organizzazione sociale.

Il settore dei servizi appare quello che meglio si presta a traghettare l’attuale sistema produttivo verso forme orga-

nizzative diverse, basate sulla conoscenza come principale fattore di crescita e che può garantire un approdo più

prossimo verso una società dell’informazione e della conoscenza.

Infine, la Sovvenzione Globale si configura come uno strumento di sviluppo locale che fa leva sulla formazione,

sull’innovazione e sul trasferimento tecnologico per sostenere la creazione e lo sviluppo delle Piccole e Medie

Imprese con l’obiettivo di allargare la base produttiva, rafforzare la competitività del sistema Lazio, promuovere la

crescita economica e creare così nuova e qualificata occupazione.

In tal senso, per massimizzare l’impatto sul territorio, l’Organismo Intermediario intende attuare una strategia di

intervento che valorizzi le complementarietà e il coordinamento regionale con le altre azioni messe in campo dagli

attori locali e concentri le risorse sui temi ed i progetti individuati come strategici e prioritari.

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FONTI

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Istituto G. Tagliacarne, Il Valore Aggiunto dell’artigianato nelle province italiane (1995-2002), comunicato stampadel 1 marzo 2005.

IPI – Dipartimento Economia Applicata, I distretti industriali individuati dalle regioni – (aprile 2005).

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PROGETTO GRAFICO

Braind concept design

CORREZIONI BOZZE

postScriptum

STAMPA

Generale Servizi

Regione Lazio: le dinamiche del territorio

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REGIONE LAZIOLE DINAMICHE DEL TERRITORIO

Direzione Regionale Formazione e Politiche del LavoroSovvenzione Globale – Misure D3 – D4 POR Lazio Ob. 3 – FSEOrganismo Intermediario: Europrogetti & Finanza SpA

UNIONE EUROPEAFONDO SOCIALE EUROPEO

Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

REGIONE LAZIO

ORGANISMO INTERMEDIARIO

Europrogetti & Finanza SpAVia Piemonte, 53 – 00187 RomaTel.: 06 420251Fax: 06 42025286E-mail: [email protected]

IN COLLABORAZIONE CON

MCC SpA – Capitalia Gruppo BancarioVia Piemonte, 51 – 00187 RomaTel.: 06 47911Fax: 06 47913130E-mail: [email protected]

IN PRENDO SpAVia Barberini, 95 – 00187 RomaTel.: 06 42020712Fax: 06 42013508E-mail: [email protected] R

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