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REGIONE LIGURIA P.O.R. Obiettivo 3 per il 2000-2006 VALUTAZIONE INDIPENDENTE DEL POR OB. 3 PERIODO 2000-2006 Gennaio 2007 Ecosfera SpA APPROFONDIMENTO TEMATICO Integrazione tra FSE e altre politiche e risorse finanziarie: analisi delle esperienze in corso e ipotesi di miglioramento STRATEGIE E STRUMENTI PER LINTEGRAZIONE TRA FSE E ALTRE POLITICHE E RISORSE FINANZIARIE: ESPERIENZE MATURATE E PROSPETTIVE PER LA PROGRAMMAZIONE 2007-2013

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REGIONE LIGURIA

P.O.R. Obiettivo 3 per il 2000-2006 VALUTAZIONE INDIPENDENTE DEL POR OB. 3 PERIODO 2000-2006

Gennaio 2007

Ecosfera SpA

APPROFONDIMENTO TEMATICO Integrazione tra FSE e altre politiche e risorse finanziarie: analisi

delle esperienze in corso e ipotesi di miglioramento

STRATEGIE E STRUMENTI PER L’INTEGRAZIONE TRA FSE E ALTRE

POLITICHE E RISORSE FINANZIARIE: ESPERIENZE MATURATE E

PROSPETTIVE PER LA PROGRAMMAZIONE 2007-2013

Servizio di valutazione Indipendente del POR Liguria Obiettivo 3 per il 2000-2006

Approfondimento Tematico: Integrazione tra FSE e altre politiche e risorse finanziarie: analisi delle

esperienze in corso e ipotesi di miglioramento

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INDICE

0. SINTESI PRELIMINARE ...................................................................................................................... 3

1. IL PANORAMA DELLE ESPERIENZE DI INTEGRAZIONE CONDOTTE NEL 2000-2006.... 10

1.1 Le iniziative finanziate dal POR Liguria Obiettivo 3: i piani di sviluppo locale e la programmazione delle province 10 1.1.1 Il Piano di Sviluppo Locale: strumento della politica per lo sviluppo del territorio .................... 10 1.1.2 L’analisi delle esperienze dei Piani di Sviluppo Locale................................................................ 12 1.1.3 Focus sui Piani di Sviluppo Locale finanziati dal Bando 2003-2005 ........................................... 15 1.1.4 Le esperienze di integrazione nella programmazione delle Province........................................... 28

1.2. Le altre esperienze di sviluppo locale promosse sul territorio 32 1.2.1 I patti territoriali e il Contratto d’Area di La Spezia .................................................................... 39 1.2.2. La valorizzazione della dimensione urbana e territoriale: i PRUSST ......................................... 40 1.2.3. I Piani di Sviluppo Locale promossi dai Gruppi di Azioni Locali nell’ambito del Programma

Leader Plus per il 2000-2006........................................................................................................ 42 1.2.4. I Progetti Integrati ........................................................................................................................ 43 1.2.5. Gli Accordi di Programma Quadro .............................................................................................. 46

1.3. I distretti industriali: la nascita delle filiere produttive 52

2 LE OPPORTUNITÀ DELLA NUOVA PROGRAMMAZIONE ...................................................... 54

2.1. La bozza del Quadro Strategico Nazionale: Priorità ed obiettivi di policy 55 2.2. La bozza di Quadro Strategico Nazionale: la politica regionale di coesione unitaria 59 2.3 Le scelte della Regione Liguria: il Documento Strategico Regionale 62

3. LE STRATEGIE E LE MODALITÀ DI INTERVENTO INNOVATIVE PER L’AMPLIAMENTO DELLE DIMENSIONI E DELL’EFFICACIA DELL’INTEGRAZIONE TRA POLITICHE, RISORSE ED ATTORI ......................................................................................................................... 62

3.1. Le aziende liguri protagoniste nei settori ad alto contenuto di conoscenza investendo nella ricerca scientifica e nell’innovazione 62

3.2. Supportare le aziende liguri per vincere la competizione sui mercati globali e rendere appetibile il territorio a nuovi investitori 62

3.3. Migliore vivibilità nei sistemi urbani liguri perché diventino i luoghi elettivi nei quali innestare i processi di sviluppo locale 62

3.4. Il territorio ligure, scrigno di risorse ambientali da valorizzare perseguendo uno sviluppo sostenibile 62

3.5. Favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per le donne attraverso il miglioramento dell’assistenza alle persone non autosufficienti e dei servizi per la prima infanzia 62

3.6. Una Liguria in cui si lavori e si viva meglio grazie alle innovazioni indotte dall’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) 62

3.7. Rafforzare il sistema portuale ligure quale volano di sviluppo del sistema economico regionale ed efficiente snodo per la logistica delle imprese europee 62

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“Lo sviluppo locale come percorso possibile per

affrontare le sfide della globalizzazione: un modello

nuovo per coniugare sviluppo economico e coesione

sociale. (…)

La costruzione sociale dell’innovazione come capacità

dei soggetti locali di collaborare per produrre beni

collettivi e valorizzare beni comuni”

Carlo Trigilia “Sviluppo Locale – un progetto per l’Italia”

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0. SINTESI PRELIMINARE Il presente approfondimento, pur collocandosi lungo una linea di continuità rispetto alle precedenti analisi valutative condotte sui Piani di Sviluppo Locale liguri, assume un metodo di lavoro in parte diverso, abbandonando la granularità che ha caratterizzato le precedenti analisi, concentrate sui soli PSL e calate molto in profondità sugli interventi realizzati, i risultati raggiunti, le modalità di attuazione seguite. Lo studio qui presentato, fortemente orientato al

futuro, si propone di contribuire all’ottimizzazione dei PSL, ampliandone gli orizzonti strategici e arricchendone il ventaglio degli strumenti. Con tali presupposti, si è reso necessario “guardare

dall’alto” i PSL, posizionandoli nel più ampio panorama delle politiche per lo sviluppo locale attivate in Liguria negli ultimi anni, e collocandoli in modo coerente nel mutato scenario che si va delineando per la programmazione 2007-2013.

Ne è derivata un’analisi molto “situata”, in termini di tempo, intimamente connessa, come indispensabile, alle evoluzioni dello scenario della futura programmazione che, ancora in questo momento, si va via via assestando. Oggi, fa da sfondo al lavoro, uno scenario dai contorni sufficientemente nitidi: sono state individuate le linee strategiche che lo Stato Italia e le singole Amministrazioni Regionali vogliono perseguire nel prossimo periodo di programmazione; il negoziato, per la completa definizione della politica di coesione per il periodo di programmazione 2007-2013, è ormai in una fase matura.

La finalità del lavoro è stata perseguita attraverso due step fondamentali:

� il primo – di analisi – ha avuto ad oggetto le esperienze maturate in materia di sviluppo locale e lo scenario della futura programmazione;

� il secondo – di definizione di strategie – ha condotto all’individuazione e allo sviluppo di proposte di miglioramento per il futuro.

Gli esiti del primo step sono presentati nei primi due capitoli del rapporto.

Il primo capitolo sintetizza le esperienze di integrazione condotte nel 2000-2006, sia relativamente alle iniziative finanziate dal POR Liguria Obiettivo 3 che ad altre esperienze di programmazione territoriale. Un esercizio reso necessario non solo per poter ripartire dalle “lezioni dell’esperienza”, ma soprattutto per avere la misura degli interventi promossi, delle aree di policy di interesse, dei soggetti coinvolti e delle modalità di attivazione dei partenariati.

Nello specifico, al fine di completare il quadro dell’esperienza condotta dal POR Obiettivo 3 per lo sviluppo locale nell’attuale periodo di programmazione, la sintesi delle risultanze emerse dall’Approfondimento Tematico sullo sviluppo locale è arricchita dalle analisi condotte sui progetti di PSL finanziati dal bando 2003/2005, rintracciando in essi le linee strategiche perseguite dai diversi territori per favorire i processi di sviluppo dal basso.

L’analisi delle altre esperienze promosse sul territorio ha preso in considerazione tutti gli altri strumenti di programmazione territoriale (Patti Territoriali, Contratti d’Area, Accordi di Programma Quadro, PRUSST, Progetti Integrati, PSL-Leader Plus) e ha proposto una sintetica fotografia che evidenzia, per ogni strumento, il settore economico, l’ambito territoriale di riferimento, gli attori coinvolti e l’ammontare degli investimenti.

Un riflessione attenta è dedicata agli Accordi di Programma Quadro che, secondo quanto si sta compiutamente definendo in sede di redazione del Quadro Strategico Nazionale, una volta migliorati attraverso la riforma delle regole di governance e differenziati, con la previsione di APQ Regionali che si aggiungono agli APQ Stato-Regioni, diventeranno lo strumento cardine di espressione della nuova politica regionale integrata.

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Per chiudere l’analisi del “patrimonio” di esperienze in termini di integrazione fra risorse, strumenti e attori, vengono presentati i tratti salienti del recente Disegno di Legge Regionale sulla disciplina degli interventi da realizzarsi nell’ambito dei distretti produttivi locali e dei distretti industriali, che modifica la L.R n.33 del 2002. La nuova norma rimuove la “gabbia

della territorialità”, introducendo, il concetto di filiera produttiva come elemento essenziale per lo sviluppo dell’integrazione produttiva e delle reti di imprese: “un insieme di imprese

variamente specializzate, sia manifatturiere che di servizi, sia artigiane che industriali, che

svolgono attività tra loro collegate e integrate”.

La ricostruzione realizzata ha mostrato alcuni aspetti significativi:

� la presenza di una molteplicità di attori coinvolti nelle diverse esperienze di sviluppo territoriale e la significatività delle risorse finanziarie veicolate nel contesto regionale tramite gli strumenti della programmazione negoziata;

� la capacità di asservire energie e risorse al perseguimento di un’idea di sviluppo coerente con le caratteristiche e con le dinamiche evolutive del contesto di riferimento;

� gli sforzi compiuti al fine di realizzare il concorso di fonti finanziarie diverse, ordinarie e aggiuntive, intorno ad un’unica idea di sviluppo che, sebbene spesso rifletta i vincoli sanciti dalla norma, rivela una particolare attenzione a evitare il rischio di disperdere le risorse.

La Regione Liguria si affaccia, quindi, al nuovo periodo di programmazione con un ricco patrimonio di esperienze di integrazione fra attori e risorse, a servizio di una comune idea di sviluppo. Questo patrimonio permetterà di cogliere pienamente le opportunità offerte dell’impianto che si sta delineando per il futuro periodo di programmazione, favorendo la promozione di strategie di policy integrate all’interno del quadro finanziario unico delle politica regionale unitaria.

Una difficoltà sembra ancora permanere: trovare forme e modi di determinare integrazione fra le politiche di sviluppo e le politiche volte alla valorizzazione del capitale umano. Nella ricognizione realizzata degli strumenti di programmazione territoriale diversi dai PSL, infatti, emerge con chiarezza l’assenza del Fondo Sociale Europeo fra le diverse fonti attivate. Si riscontrano solo tracce, poco significative, di attività volte alla valorizzazione del capitale umano a sostegno delle politiche che contribuiscono alla crescita economica e allo sviluppo sostenibile dei territori.

Per tali considerazioni si sottolinea nuovamente il pregio dell’esperienza dei PSL finanziati dal POR Obiettivo 3 per il 2000/2006, quale unica forma di sperimentazione di una programmazione territoriale in cui il capitale umano, e quindi il Fondo Sociale Europeo, assume una dimensione centrale.

Appare quindi opportuno suggerire, nell’assetto che si sta definendo relativamente alla programmazione unitaria regionale in Liguria, l’impegno a non disperdere i risultati conseguiti. Questo sia per continuare a favorire l’integrazione delle politiche per la qualificazione e la valorizzazione delle risorse umane e le politiche che contribuiscono alla crescita economica e allo sviluppo sostenibile dei territori, sia per continuare a garantire la centralità del capitale umano e la promozione di una società inclusiva nell’ambito delle scelte strategiche di sviluppo regionale.

Rispetto a quest’ultimo aspetto si ricorda, infatti, come gli orientamenti integrati per favorire la crescita e l’occupazione assegnino all’inclusione sociale un ruolo di rilievo presentata non come un requisito accessorio della coesione e competitività, ma come un suo carattere irrinunciabile. In linea con gli Orientamenti e con quanto proposto nel QSN, il Documento Strategico Regionale propone rispetto all’inclusione sociale un set di quattro priorità:

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� migliorare delle condizioni di assistenza della persona non autosufficiente, finalizzato innanzi tutto alla promozione della persona direttamente interessata agli interventi;

� aumentare i servizi per la prima infanzia, anche innovativi e in continuità educativa, sia sul territorio che presso le aziende, al fine di favorire l’occupazione femminile e di migliorare la qualità della vita delle donne occupate con figli al di sotto dei tre anni. La misura mira anche a favorire la ripresa della natalità in Liguria, evitando di metterla in alternativa con la prosecuzione del lavoro o l’inserimento lavorativo;

� semplificare l’accesso ai servizi sanitari e sociali;

� sostenere le persone disabili socialmente fragili ed escluse dal processo produttivo.

Anche in questi casi la finalità è quella di raggiungere un duplice obiettivo: quello di offrire servizi capaci di assicurare maggiore dignità e qualità della vita ai diretti interessati e di alleggerire i carichi assistenziali.

Il secondo capitolo è invece orientato alla definizione delle opportunità offerte dal quadro della

programmazione territoriale nel settennio 2007-2013, attraverso l’analisi e la valutazione delle principali indicazioni che emergono dai processi programmatici in atto.

Oggetto del capitolo è l’analisi della Bozza del Quadro Strategico Nazionale(QSN)1 e del Documento Strategico Regionale della Regione Liguria2(DSR), con particolare riferimento alle linee di policy tracciate e alle riflessione condotte relativamente alle modalità di integrazione fra soggetti, risorse e strumenti.

La futura programmazione è marcatamente connotata dall’approccio della “strategia globale”, intendendo con tale dicitura il grande sforzo compiuto per la costruzione della “politica

regionale di coesione unitaria comunitaria e nazionale” per il 2007-2013, di un assetto capace di guardare ben oltre le possibilità offerte dall’impiego delle sole risorse comunitarie. L’intento del decision maker è quello di definire le priorità di sviluppo dei territori e le modalità per perseguirle, assumendo una visione unitaria, ricercando tutte le fonti di finanziamento attivabili e garantendo un’efficiente integrazione programmatica e finanziaria, all’interno di uno scenario caratterizzato dal rafforzamento delle istituzioni economiche, politiche e sociali.

La politica regionale di coesione unitaria comunitaria e nazionale, nel proporre il nuovo approccio alla programmazione e gestione delle risorse finanziarie delle Regioni, introduce interessanti innovazioni metodologiche e procedurali quali, a titolo di esempio:

� la politica unitaria attraverso l’integrazione;

� una metodologia standard di programmazione;

� il ruolo di coordinamento forte delle Regioni;

� il rafforzamento della cooperazione interistituzionale;

� il rafforzamento del principio del partenariato.

L’integrazione da parte delle Regioni fra politica ordinaria e politica sostenuta da fonti nazionali e comunitarie rappresenta un passaggio necessario perchè vi sia una programmazione unitaria ed un efficiente utilizzo delle risorse finanziarie pubbliche. Lo Stato italiano e le Regioni,

1 Quadro Strategico Nazionale – Ministero dello Sviluppo Economico- Dipartimento Politiche per lo Sviluppo e

Coesione – Dicembre 2006, Testo approvato dalla Conferenza Unificata Stato-Regione, Repertorio n.1017/CU del 31/12/2006.

2 Documento Strategico Regionale della Regione Liguria del 15/12/2006.

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unificando l’azione di programmazione, hanno dato seguito alla riforma della politica di coesione europea. In tale approccio, la politica regionale nazionale e comunitaria viene identificata quale aggiuntiva.

Altro aspetto significativo riguarda il suggerimento di un processo standard di programmazione così come delineato nella bozza di QSN e distinguibile nelle tre distinte fasi: definizione della strategia; individuazione del partenariato e della governance; definizione delle modalità di attuazione. A tali fasi corrispondono specifici passaggi istituzionali di formalizzazione del partenariato e di definizione dei ruoli della governance.

Viene segnalata la necessità che, a corredo di uno strutturato impianto/processo di programmazione, sia garantita una “robusta attività di coordinamento che deve dispiegarsi a

tutti i livelli coinvolti nella programmazione e nella gestione degli interventi” e tale necessità si ritiene ancora più stringente per la programmazione dei fondi strutturali che sono articolati su programmi monofondo.

Il ruolo di coordinamento attribuito alle Regioni deve essere necessariamente accompagnato da un rafforzamento della cooperazione interistituzionale. La Regione diventa il trait d’union, il catalizzatore di energie e risorse da attrarre sia colloquiando con il livello nazionale ed internazionale che consolidando intese con le Istituzioni locali, operanti direttamente sul territorio. Gli APQ rappresentano ormai lo strumento di programmazione che meglio concretizza il principio di cooperazione interistituzionale nell’ambito dei modelli di sviluppo territoriale.

Infine, diventa negli anni sempre più concreta l’applicazione del principio di partenariato, ormai metodo condiviso, efficace e pienamente integrato in tutto il ciclo della programmazione. Questo principio si traduce in metodo e prassi amministrativa attraverso il coinvolgimento dei partner economici e sociali lungo tutto il processo decisionale: nella fase di identificazione delle scelte e priorità, nella traduzione in obiettivi e strumenti, nel monitoraggio e nella valutazione, estendendolo in accordo con la impostazione unitaria della bozza di QSN, anche alla componente nazionale della politica regionale aggiuntiva.

Perché ciò si realizzi, è necessario che le Amministrazioni comprendano l’importanza dei contributi che possono venire dal panorama degli interessi organizzati. Allo stesso tempo, i partner economici e sociali devono meglio percepire l’utilità del proprio coinvolgimento attivo nella programmazione, ai fini di una più adeguata rappresentanza degli interessi associativi.

Occorre però non trascurare che una piena attuazione del principio del partenariato comporterà maggiori costi amministrativi e richiederà, quindi, da parte della PA, un corrispondente adeguato investimento organizzativo. A tale fine ogni Amministrazione espliciterà in sede di programmazione operativa, le specifiche modalità organizzative di attuazione del partenariato.

La bozza di QSN riserva la stessa scelta di metodo anche per la dimensione territoriale della politica regionale, declinata nell’ambito di singole priorità attraverso la forte attenzione rivolta alla costruzione di una programmazione e progettazione territoriale, basata sulla valorizzazione delle identità e potenzialità, rintracciabili nelle aree urbane e rurali e nei sistemi produttivi locali.

Inoltre, l’esperienza del periodo 2000-2006, per garantire successo alla programmazione territoriale, suggerisce di preferire il coinvolgimento di “soggetti istituzionali forti” detentori o produttori di risorse essenziali. La progettazione integrata dovrà finanziare progetti di qualità, accrescendo la competizione fra i proponenti, ed aprirsi a soggetti forti esterni e centri di competenza nazionale, privati e pubblici, attivando livelli più elevati di programmazione, di area vasta, nazionale e internazionale.

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Il contributo metodologico di questo Rapporto si ispira concretamente all’approccio suggerito dalla Bozza di QSN, proponendo, per le varie priorità prescelte, ipotesi di programmazione ed attuazione che tengano conto della necessità di integrare ambiti core (ad esempio, competitività, ricerca ed innovazione, valorizzazione delle risorse ambientali, ecc.) con azioni trasversali sul capitale umano e suggerendo modalità attuative ispirate a modelli di sviluppo promossi dal basso e quindi con la massima attenzione alla dimensione territoriale.

Le analisi, i cui esiti sono sintetizzati nel primo e nel secondo capitolo, hanno consentito di definire- nel terzo capitolo - i possibili ambiti strategici di interesse per i futuri PSL. Sono stati selezionati alcuni degli ambiti prioritari identificati nel Documento Strategico Regionale della Liguria e, in riferimento ad essi, sono proposte strategie di applicazione che tengono conto dell’opzione ormai imprescindibile di integrazione efficiente delle politiche, delle risorse finanziarie e degli attori nell’ambito di modelli di sviluppo di tipo territoriale.

Per delineare le strategie in cui declinare ciascun ambito prioritario è stato effettuato un lavoro di analisi e progettazione, secondo i passi qui indicati:

�� scelta e definizione dell’ambito prioritario, effettuata sulla base della congiunta considerazione delle potenzialità di integrazione tra le differenti linee di policy e quelle attivabili dal FSE, da un lato, e delle specificità del contesto regionale ligure, dall’altro;

�� analisi degli elementi di contesto;

�� esplicitazione dell’obiettivo generale;

�� excursus sulle esperienze della passata programmazione;

�� identificazione dei modelli di governance;

�� esplicitazione degli obiettivi specifici, delle modalità per perseguirli e delle risorse attivabili.

Il metodo sopra descritto, avendo assunto quale presupposto la ricerca di spazi di integrazione in relazione ai quali si prefigurasse l’incisività del ruolo delle risorse del FSE e la centralità della promozione del capitale umano, ha restituito le indicazioni sintetizzate nello schema seguente.

Tavola 1. - Gli ambiti prioritari prescelti e gli obiettivi specifici conseguibili con risorse del FSE

Ambiti prioritari Obiettivi specifici conseguibili con risorse del FSE

Potenziamento del capitale umano attraverso il perseguimento dell’eccellenza formativa al fine di alimentare l’affermazione di un’eccellenza nella ricerca scientifica e nell’innovazione

Innovazione e ricerca

Supporto con adeguate risorse, attingendo in particolare a finanziamenti comunitari, all’affermazione dell’eccellenza nella ricerca per alimentare lo sviluppo e la competitività delle imprese liguri in sinergia con le Università

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Ambiti prioritari Obiettivi specifici conseguibili con risorse del FSE

Sostegno alla riaffermazione della leadership nel settore dei servizi sociosanitari specializzati attraverso l’iniezione di elevate competenze e di tecnologie medicali avanzate

Coordinamento strategico regionale finalizzato ad accrescere le sinergie derivanti da un’azione integrata dei vari centri di eccellenza nella ricerca pura ed applicata esistenti sul territorio ligure

Internazionalizzazione

Potenziamento del capitale umano (formazione continua) nei settori, sia tradizionali che innovativi, con maggiori potenzialità di affermazione sui mercati internazionali e di attrazione di investimenti esteri

Rafforzamento della qualità del sistema urbano regionale

Azioni di recupero e di contrasto all’esclusione per migliorare le condizioni di vita delle fasce della popolazione socialmente a rischio

Tutela e valorizzazione delle risorse ambientali e territoriali come fonte di identità e di sviluppo

Educazione al rispetto dell’ambiente e ad un utilizzo ecocompatibile delle risorse del territorio

Aumento della partecipazione al MdL delle donne favorendo la conciliazione tra lavoro e carichi familiari

Incremento dell’occupazione femminile attraverso la formazione e le agevolazioni per l’assunzione e l’autoimpiego, per facilitare l’inserimento e il reinserimento nel Mercato del Lavoro

Società dell’Informazione

Miglioramento della qualità della vita attraverso una piena accessibilità alla rete, promuovendo l’utilizzo di internet quale strumento di lavoro e di svago e formando i cittadini all’uso dell’ICT

Portualità Miglioramento del patrimonio di competenze delle Risorse Umane operanti nelle realtà portuali liguri per affrontare e vincere le sfide poste dal sistema competitivo

Occorre evidenziare, infine, l’esigenza di rafforzare il modello organizzativo di supporto alla gestione della politica regionale di coesione unitaria, vista la complessità derivante dalla concreta ricerca dell’integrazione di politiche, risorse ed attori, indispensabile in particolare per attivare un reale sviluppo alimentato dal territorio.

Si tratta di processi che non si attivano autonomamente ma richiedono investimenti di tempo e risorse finanziarie coerenti agli obiettivi prefissati. Costruire una governance regionale che operi in maniera adeguata all’attuazione della politica unitaria è un’esigenza primaria che si deve accompagnare all’attivazione di un processo di partenariato solido e costruttivo. Allo stesso tempo appare indispensabile l’apporto di un sistema integrato di assistenza tecnica e valutazione che operi costantemente in staff alla struttura regionale e agli altri soggetti del partenariato nell’ambito dell’intero percorso di programmazione ed attuazione.

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E’ apparso, quindi, utile cominciare a segnalare, oltre ai possibili ambiti prioritari e le relative modalità attuative, anche le azioni di supporto atte ad assicurare alla Regione Liguria un modello organizzativo adeguato ad affrontare le prevedibili sfide della nuova programmazione 2007-2013.

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1. IL PANORAMA DELLE ESPERIENZE DI INTEGRAZIONE CONDOTTE NEL 2000-2006

1.1 LE INIZIATIVE FINANZIATE DAL POR LIGURIA OBIETTIVO 3: I PIANI DI

SVILUPPO LOCALE E LA PROGRAMMAZIONE DELLE PROVINCE

1.1.1 Il Piano di Sviluppo Locale: strumento della politica per lo sviluppo del territorio

Negli ultimi anni gli scenari competitivi di riferimento di buona parte delle imprese liguri sono radicalmente mutati. La globalizzazione dei mercati, favorita dall’accentuarsi della mobilità delle merci, dei capitali e delle tecnologie, ha determinato, in particolare nei settori a basso contenuto di conoscenza, l’affermarsi di sistemi territoriali che consentono alle imprese, ed ai relativi investitori, di proporsi quale leader di costo sul proprio mercato di riferimento, offrendo alla clientela prodotti/servizi a prezzi altamente competitivi. Manodopera a basso costo, imposte sul reddito di impresa poco onerose, scarsità/inesistenza di controlli ambientali sono i principali ingredienti di una ricetta che le nostre imprese non potranno mai praticare e che può essere contrastata esclusivamente differenziandosi dai competitors e quindi incrementando gli investimenti in ricerca e sviluppo, nella innovazione di processo e di prodotto e nella formazione. Ma tutto ciò, anche se supportato da finanziamenti pubblici, può non bastare se le imprese sono lasciate da sole a competere sui mercati internazionali. Esse necessitano infatti di un sostegno che non si può esaurire nella mera erogazione di aiuti, approccio tipico delle politiche di sviluppo settoriali, ma deve trovare una risposta integrata, di sistema, che solo un processo di sviluppo dal basso, tipico delle politiche di sviluppo territoriali, può innestare.

Affinché un modello di sviluppo di tipo territoriale si possa affermare, però, è necessario che vengano individuate le identità proprie del territorio, le cosiddette vocazioni. Idee forza, con radici ben salde, intorno alle quali tutti i partner coinvolti siano pronti ad investire energie, risorse, capitali costruendo insieme un processo di sviluppo condiviso e coerente. E lo sviluppo del territorio - è il caso di ricordarlo - si concretizza intorno alle imprese, supportando gli operatori economici e favorendone un costante miglioramento della competitività. Al contempo, però, buona parte degli imprenditori deve maturare in termini di visione strategica per vivere le politiche di sviluppo territoriale non solo come una modalità di finanziamento ma soprattutto come un’opportunità per migliorare in maniera sistemica e stabile la propria capacità competitiva. E’ l’intero territorio - inteso come aggregato di istituzioni, associazioni, le stesse imprese - che deve spendersi per competere come sistema su scala internazionale. E ognuno facendo il proprio mestiere – le istituzioni attraendo capitali, attribuendo in maniera razionale risorse finanziarie, le imprese innovando e razionalizzando i propri processi, le associazioni coagulando interessi, alimentando la partecipazione socioeconomica. Il tutto deve avvenire nel segno di una regia comune ed adottando una sistema di regole trasparenti e condivise - una governance – perché si possano rendere sinergiche o quantomeno non contrastanti le politiche e gli interventi posti in essere dalle istituzioni e le azioni realizzate dai vari soggetti.

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In Europa, le politiche di sviluppo territoriale sono ormai perseguite da tutti i Paesi e, d’altronde, rappresentano l’opzione strategica più coerente alla tendenza ormai in atto da tempo a trasferire presso le istituzioni locali una parte delle competenze e delle leve per governare ed alimentare la crescita economica. Le modalità si sono via via affinate ed omogeneizzate anche se non si può parlare di un vero e proprio modello comune.

Dopo il Libro Bianco di Delors, che ha introdotto la dimensione locale nell’impostazione comunitaria delle politiche sociali, anche la strategia europea per la realizzazione di un sistema competitivo ha acceso i riflettori sull’opzione di alimentare e regolare lo sviluppo economico anche sfruttando la dimensione territoriale. A partire dal 1995, infatti, la Commissione, con diversi interventi, ha incoraggiato le iniziative locali di sviluppo e occupazione, con particolare riferimento ai “nuovi bacini d’impiego”. Uno dei più recenti riferimenti è costituito dalla Comunicazione della Commissione COM (2000)196 ”Agire a livello locale in materia di occupazione, dare una dimensione locale alla Strategia Europea per l’Occupazione”. Nel documento si enunciano gli atouts della via locale allo sviluppo: maggiore possibilità di interpretare le esigenze occupazionali locali, fornire valore aggiunto alle decisioni prese a livello centrale, valorizzare il partenariato, favorire lo scambio di conoscenze delle diverse forme di finanziamento tra attori locali e adattare il sistema formativo alle esigenze del territorio.

La Strategia Europea per l’Occupazione ripropone il tema dello sviluppo locale enfatizzando il ruolo che i soggetti locali possono assumere nello sviluppo dell’occupazione e nell’economia sociale.

Nel ciclo di programmazione 2000-2006 dei Fondi Strutturali, inoltre, la dimensione locale dell’occupazione è sostenuta attraverso la promozione dell’integrazione, anche a livello locale, fra politiche occupazionali e altre politiche di sviluppo e l’inserimento dello sviluppo locale come obiettivo trasversale del FSE. Infine, nel Quadro Comunitario di Sostegno Obiettivo 3 2000-2006 si rileva la necessità di valorizzare lo sviluppo locale, soprattutto in presenza di realtà territoriali così diversificate come quelle italiane.

In tale contesto economico ed istituzionale e coerentemente con la strategia europea che punta, tra l’altro, alla realizzazione di un sistema competitivo, basato sulla complementarietà tra crescita economica e crescita dell’occupazione e della qualità sociale, l’Autorità di gestione del P.O.R. Ob.3 della Regione Liguria ha investito notevoli risorse per alimentare lo sviluppo dal basso, perseguendo, inoltre, sinergie tra azioni finanziate esclusivamente dal Fondo Sociale Europeo (FSE) e altri interventi promossi sul territorio.

Tali interventi hanno cercato di rilanciare l’economia locale, da un lato incentivando i settori economici più forti, capaci di creare nuove opportunità di lavoro, e dall’altro sostenendo quelli meno competitivi, già in odore di crisi.

E così, mentre si sta concludendo la programmazione 2000-2006, si può affermare che la Regione Liguria ha fatto delle sviluppo locale un cardine della propria strategia per l’occupazione, attraverso l’attivazione di strumenti utili a fronteggiare la congiuntura in atto, caratterizzata da bassi tassi di sviluppo, manifestatasi a livello europeo, nazionale e su scala regionale e per la quale comincia ad intravedersi da qualche mese qualche timida opportunità di ripresa.

Tale evidenza è rintracciabile sin dalla definizione delle linee strategiche che hanno guidato le scelte del programmatore regionale in questi sei anni di attuazione degli interventi cofinanziati. La programmazione coordinata sul territorio, infatti, è promossa come strumento di

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valorizzazione delle risorse e delle progettualità locali, di integrazione, di partecipazione e di coordinamento.

Il Programmatore regionale favorisce un incisivo stimolo da parte delle istituzioni pubbliche ed una corresponsabilizzazione delle parti sociali3, per rilanciare un’economia, quale quella ligure, fortemente dipendente dall’interscambio.

Nel Programma Operativo Regionale tali priorità vengono recepite attraverso l’inserimento di elementi di maistreaming in tutte le Misure che assicurano la promozione della dimensione locale in tutte le policy volte alla valorizzazione del capitale umano.

Ed i Piani di Sviluppo Locale rappresentano lo strumento per rendere operativa tale strategia dando una risposta concreta alla ricerca di modelli di sviluppo innovativi ed in coerenza con le peculiarità del contesto socio–economico ligure: i processi di deindustrializzazione, la difficoltà di insediamento di piccole e medie imprese, accompagnata dalla nascente volontà di mettersi in rete, la forza delle micro-imprese artigiane. A confortare questa scelta si rileva la consistente ed efficiente dotazione di infrastrutture sociali ed economiche, la presenza di un capillare sistema creditizio, la capacità del territorio di rendersi luogo garante di sviluppo e crescita produttiva.

I Piani di Sviluppo Locale sono veri e propri strumenti di gestione di politiche attive del lavoro, che rispondono principalmente alla necessità di migliorare l’integrazione tra le risorse a disposizione ed a sviluppare la concertazione nelle diverse fasi della programmazione ed attuazione e tra varie tipologie di attori locali.

Gli aspetti che connotano tale strumento sono i seguenti:

�� l’articolazione di un’idea progettuale coerente con le vocazioni del territorio di riferimento ed espressione di una pluralità di voci e di un processo di concertazione fra soggetti, attraverso la costituzione di un partenariato locale;

�� il tentativo di integrare diverse linee di finanziamento, intendendosi per tali i diversi strumenti finanziari comunitari e non, coerenti con i settori economici che connotano l’identità territoriale.

1.1.2 L’analisi delle esperienze dei Piani di Sviluppo Locale

L’analisi dell’esperienze fa emergere la continuità del processo di miglioramento: la storia dei Piani di Sviluppo Locale in Liguria nasce, infatti, nel triennio 1997/99, si perfeziona fra il 2001 e il 2003 e si consolida con la pubblicazione del bando 2003-2005.

I due bandi istruiti nel corso dell’attuale programmazione hanno consentito l’attivazione di 25 interventi per circa 25 Meuro investiti e testimoniano la capacità di dare seguito ai disegni strategici attraverso la destinazione di risorse congrue e l’attivazione di un numero di progetti tale da assicurare il coinvolgimento dell’intero territorio ligure nella sfida di promozione della dimensione locale. Nella tabella seguente sono elencati i P.S.L. finanziati attraverso il bando 2001-2002 ed il bando 2003-2005, con l’indicazione del capofila e del finanziamento.

3 Si veda Regione Liguria, Piano Triennale dei Servizi per l’Impiego delle Politiche Formative e del Lavoro per gli

anni 2003-2005.

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Tavola 1.1 I Piani di Sviluppo finanziati: bando 2001-2002 e bando 2003-2005

Bando 2001-2002

PSL Capofila Finanziamenti in euro

1 I.R.I.S. Provincia di Savona 932.548,2

2 L.E.D. Comune di Recco (GE) 1.317.650,1

3 Innovazione@tradizione Comune di La Spezia 1.351.929,2

4 Investire per crescere Comune di Taggia (IM) 1.324.270,9

5 Perchinforma Ente Parco dell’Antola (GE) 997.024,9

6 Verde e azzurro: mare e turismo rurale Comune di Ceriale (SV) 1.067.866,5

7 DTSB Comune di Spotorno (SV) 729.689,7

8 SvilVara Comune di Bugnato (SP) 782.688,6

9 Sviluppo Lavoro Comune di Imperia 1.186.830,8

10 Sinergia Comunità Montana Valle Stura Orba (GE) 768.589,3

Totale (2001-2002) 10.459.088,20

Bando 2003-2005

PSL Capofila Finanziamenti in euro

1 Le Terre dell’Uomo Comune di Riomaggiore 919.420,65

2 Artium Comunità Montana Valle Stura ed Orba 1.300.008.84

3 CIV- Centri Integrati di Via Comune di Rapallo 1.013.212.,76

4 EQUALIFE: employment and quality of life Comune di Ceriale 838.352,665

5 Comprensorio del Benessere Polo Turistico Integrato della Comunità Montana Pollupice

Comune di Spotorno 736.054,70

6 Tigullio: costa ed entroterra CM Valfontanabuona 836.323,57

7 POIO’S Comune di Recco 1.278.337,34

8 Traguardo Lavoro Comune di Imperia 1.303.429,02

9 Mamò- dal mare alla montaga Comune di Taggia 888.302,79

10 “Val Petronio” Territorio e Sviluppo Comunità Montana Val Petronio 688.303,41

11 Naturalia Ente Parco del Beigua 1.300.769,15

12 Val di Magra 3 Comune di Sarazana 761.797,13

13 SAIL Sviluppo delle Aggregazioni Imprenditoriali Locali

Comune di La Spezia 1.265.674,87

14 Sinergica- Comunicazione tecnologie e mestieri

Comunità Montana Alta Val Polcevera 752.655,90

15 Arte MISIA Provincia di Savona 587..356,78

Totale (2003-2005) 14.499.99,59

Soffermandosi sull’attuazione finanziaria, al 31/12/2005, risultano complessivamente impegnati 27,572 Meuro, con un forte incremento (+115%) rispetto ai 12,689 Meuro impegnati al

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31/12/2004; l’importo al 31/12/2005 corrisponde a un totale di 1154 proposte progettuali di cui 25 Piani di Sviluppo Locale e 90 progetti presentati sui Piani annuali delle Province. Della cifra totale impegnata il 91,9% (25,342 Meuro) è dedicato ai Piani di Sviluppo Locale, mentre la parte restante è stata impiegata dagli altri progetti in cui è stata individuata una finalità di sviluppo locale.

Sempre relativamente ai PSL, le iniziative già avviate, pari a 168, comprendono circa 3.600 allievi. Le iscritte risultano di poco inferiori alle 2.300 unità (64%), il che conferma il soddisfacente coinvolgimento femminile in tali iniziative.

Tavola 1.2 Piani di Sviluppo Locale, primo e secondo bando. Dati finanziari e fisici.

PSL Impegnato Corsi programmati

Corsi avviati Corsi conclusi

Allievi iscritti

Iscritti maschi

Iscritte femmine

Bando 2001/2003 10.459.290 168 168 168 2.507 901 1.606

Bando 2003/2005 14.882.764 231 200 27 1.078 403 675

Totale 25.342.054 399 368 195 3.585 1.304 2.281

Fonte: dati Rapporto annuale di esecuzione 2005

Con particolare riferimento al secondo dispositivo di attuazione, dai dati di monitoraggio relativi ai nuovi Piani di Sviluppo Locale, al 31.12.2005, risultano impegnati 14,886 MEuro.

Relativamente all’avanzamento fisico, l’86% delle iniziative approvate nell’ambito di tali piani risultano già avviate, mentre il tasso di conclusione è, ovviamente, ancora piuttosto basso (13,5%).

L’esperienza di finanziamento dei PSL nell’attuale settennio di programmazione permette, quindi, all’Adg del POR Obiettivo 3 di affrontare il nuovo periodo di programmazione disponendo di un patrimonio che, attraverso il superamento delle criticità e la valorizzazione delle buone pratiche, potrà garantire il successo delle future iniziative di integrazione.

Nel segnalare, come già fatto nei precedenti rapporti di valutazione, la “singolarità” dell’esperienza ligure di approccio alla priorità dello sviluppo locale nell’ambito del FSE, nel box successivo si riportano sinteticamente i risultati della valutazione condotta sui Piani di Sviluppo Locale finanziati dal bando 2001/2003, articolati secondo i seguenti “aspetti chiave”:

�� l’integrazione fra settori economici;

�� l’integrazione fra soggetti;

�� l’integrazione fra macrotipologie e tipologie di azioni;

�� l’integrazione fra strumenti finanziari;

�� l’efficacia occupazionale dei corsi sugli antichi mestieri.

4 Le 100 proposte progettuali corrispondono a 520 registrazioni effettuate dal sistema di monitoraggio; ogni proposta

progettuale può comportare diverse registrazioni, corrispondenti alle diverse eventuali edizioni e Misure di riferimento. Nelle tabelle esposte, nonché nei dati di monitoraggio riportati in altre parti del Rapporto, si definiscono “progetti” le singole registrazioni, ossia le unità elementari oggetto di una registrazione, indipendentemente dal fatto che esse corrispondano ad una proposta progettuale o solo ad una sua parte.

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BOX. 1.1 La sintesi della Valutazione su Piani di Sviluppo Locale

Relativamente alla capacità dei territori interessati di individuare un’idea forza che fungesse da catalizzatrice di tutti gli interventi, i risultati conseguiti hanno mostrato un’attitudine radicata in molte delle esperienze finanziate a realizzare una reale integrazione fra settori economici di riferimento.

Anche rispetto all’integrazione fra soggetti l’esperienza ha rilevato un buon grado di “apprendimento” dei territori, in relazione alla capacità di dialogare, anche nei casi in cui il PSL costituiva la prima esperienza di sviluppo dal basso5, che ha condotto, soprattutto nei casi di successo, a considerare centrale l’attivazione di azioni di radicamento del partenariato che supportino la sostenibilità degli interventi di sviluppo locale una volta terminata l’esperienza dei PSL.

I progetti hanno, inoltre, rilevato un’ottima capacità di garantire un sostanziale equilibrio fra le macrotipologie e le

tipologie di azioni che, nella maggior parte dei casi, si è rivelata non meccanica ma funzionale al raggiungimento dell’obiettivo del PSL.

Il supporto dei consulenti e la buona esperienza di alcuni soggetti capofila nella progettazione e gestione di interventi finanziati dal Fondo Sociale Europeo, ha facilitato la buona integrazione rilevata, in cui analisi dei fabbisogni, azioni formative e interventi di accompagnamento si correlano per il perseguimento di un unico obiettivo.

La maggiore difficoltà riscontrata è, tuttavia, relativa alla creazione di interventi frutto di integrazione fra strumenti

finanziari diversi, determinata soprattutto dalla discrasia esistente fra i tempi e le modalità di accesso ai finanziamenti.

Infatti, se la titolarità degli interventi finanziati dal Fondo Sociale è in capo all’AdG Obiettivo 3, le altre e numerose risorse attivate sul territorio sono gestite da altri soggetti, presentando quindi tempi, modalità e priorità disomogenee. La delega ai partenariati locali della gestione del processo di integrazione, confidando in una maggiore capacità di dialogo e di ascolto del territorio, non si è rivelata sufficiente, inducendo a riflettere sulla necessità di attivare nuove procedure atte a garantire un maggior dialogo a livello sovra-locale.

Relativamente agli antichi mestieri i risultati dell’indagine condotta sugli esiti occupazionali hanno di gran lunga superato le attese, fortemente condizionate dalla consapevolezza della delicata finalità associata a tali iniziative formative: volte al consolidamento ed allo sviluppo di competenze “di nicchia”, spesso lontanissime da quelle degli emergenti percorsi professionalizzanti e difficilmente collocabili sul mercato del lavoro e, tuttavia, di rilevanza strategica nell’ambito dei disegni di sviluppo dei PSL.

La valutazione positiva dei corsi sugli antichi mestieri, relativamente agli esiti occupazionali è ulteriormente rafforzata dalla soddisfazione espressa dagli intervistati in relazione all’attuale condizione lavorativa.

L’indagine, dunque, ha condotto a rilevare la complessiva efficacia delle azioni formative. L’efficacia sarà amplificata se si individueranno strumenti che possano garantire la sostenibilità nel tempo dell’occupazione creata.

Fonte: Approfondimento Tematico Sviluppo Locale, Ecosfera Spa, maggio 2004

1.1.3 Focus sui Piani di Sviluppo Locale finanziati dal Bando 2003-2005

Al fine di completare il quadro dell’esperienza condotta dal POR Obiettivo 3 per lo sviluppo locale nell’attuale periodo di programmazione, nel presente paragrafo si riporterà l’analisi condotta sui progetti di PSL finanziati dal bando 2003/2005.

Verranno qui analizzati i quindici progetti finanziati dal POR Obiettivo 3, evidenziando le linee strategiche perseguite nei diversi territori per favorire i processi di sviluppo dal basso.

5 L’intervista al PSL Parchinforma ha messo in evidenza come l’esperienza abbia creato un valore aggiunto in

termini di capacità degli Enti di stare nei processi sia in termini gestionali , sia amministrativi.

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BOZZA

PSL Obiettivi PSL Misura

Le Terre dell’Uomo Il progetto contribuisce a sostenere un turismo sostenibile, in grado di soddisfare le esigenze del presente senza compromettere quelle del futuro. A2, A3

Artium Riqualificare il prodotto-lavoro quale opportunità per lo sviluppo di un nuovo modo di fare impresa e generare nuova occupazione. A

CIV Realizzare il collegamento funzionale tra domanda e offerta di prodotti tipici e di risorse ad alta attrattività turistica. D3

E.QUA.LIFE Promozione dello .Sviluppo locale nel rispetto dell'ambiente e della qualità della vita. E1

Comprensorio del

Benessere

Estendere in modo omogeneo l'area di intervento del piano precedente “Comprensorio turistico sport , benessere”, trasformandolo in P.T.I..Turismo sostenibile (locale e globale), attraverso la creazione di un circuito 'virtuoso' di iniziative sul territorio. D3

Tigullio Attivare azioni in grado di integrare le peculiarità della fascia costiera con quelle delle zone più collinari e montane. A2, A3

POIOS Ridefinizione e valorizzazione territoriale del Golfo Paradiso ed entroterra collegato (Comune di Recco); attraverso lo sviluppo dei sistemi di qualità in generale.(Settori:Turismo, ambiente , cucina ed informatica).

A2, A3

Traguardo Lavoro Favorire sviluppo delle attività socio economiche presenti sul territorio, contribuendo alla sostenibilità ambientale e alla qualità della vita. A

Ma-Mò Sostenere lo sviluppo del territorio attraverso il superamento di una vocazione turistica della costa non più rispondente ai presenti modelli di consumo e non coerente con l’attuale struttura socio-culturale della Regione.

D3

Val Petronio Riqualificazione complessiva del territorio, sia dal punto di vista strutturale che per quanto attiene la qualità della vita, creando i presupposti per ridurre il fenomeno del pendolarismo e dell'abbandono delle zone rurali in virtù delle esigenze lavorative.

E1

Naturalia

• garantire la conservazione degli ecosistemi; • promuovere la fruizione sociale dell’ambiente e lo sviluppo di percorsi di valorizzazione sostenibile; • rafforzare l'immagine istituzionale e la capacità di iniziativa dell'Ente Parco del Beigua e del suo radicamento nella realtà istituzionale e sociale; • promuovere il consolidamento del sistema regionale e nazionale delle aree protette.

C3

Val di Magra 3 Creazione di solide iniziative imprenditoriali nei settori del recupero degli antichi mestieri, dell'agricoltura, dell'artigianato e dell'ICT. E1

S.A.I.L. Incentivare lo sviluppo locale attraverso la consapevolezza della necessità di “fare sistema” tra tutti i soggetti e gli strumenti presenti sul territorio. C3

Sinergica Riposizionamento strategico degli “asset” locali come logica conseguenza degli investimenti già previsti nell’area interessata. C3

Arte MISIA Promuovere e valorizzare il patrimonio culturale locale allo scopo di creare gli “esperti di conoscenza”, in grado di generare valore aggiunto e vantaggio competitivo. E1

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esperienze in corso e ipotesi di miglioramento

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Per consentire, quindi, la confrontabilità con le esperienze analizzate nel precedente “Approfondimento tematico”, verranno analizzati gli spazi di integrazione realizzati attraverso:

�� i settori economici interessati dall’iniziativa, con particolare riferimento alle priorità cui i Piani rispondono (CIV, Antichi Mestieri, ITC e Pari Opportunità);

�� la composizione del partenariato istituzionale e socio-economico;

�� le fonti di finanziamento attivate;

�� l’articolazione delle macro-tipologie di azione del Fondo Sociale Europeo.

Con riferimento ai settori economici su cui si concentrano i diversi progetti, all’interno di ogni Piano di Sviluppo Locale si è cercato di costruire delle classi significative, che fossero in grado di rappresentare le aree economico-sociali variamente denominate in ogni Piano. Tale operazione ha consentito l’individuazione delle seguenti classi:

- Agricoltura6;

- Nautica;

- Commercio, in particolare attraverso Centri “Integrati di Via” e “Centri Naturali Commerciali”;

- Turismo;

- Ambiente7;

- Gastronomia;

- Antichi mestieri;

- Economia sociale e servizi alla persona;

- Informatica e Telecomunicazioni (ICT);

- Arte e Cultura;

- Altro8.

Al fine di definire le classi riferite ai settori economici compresi nei Piani, occorre precisare che sono state considerate le aree maggiormente ricorrenti e, al contempo, si è tenuto conto delle priorità trasversali imposte dal dispositivo regionale 2003-2005. Ci si riferisce, nello specifico ai “Centri Integrati di Via” (CIV), agli Antichi mestieri, alle Pari Opportunità ed alla Società dell’informazione.

In relazione ai CIV, occorre precisare che tale priorità risponde pienamente alla politica occupazionale promossa dall'Unione Europea, e alla volontà della Regione di raccordare gli interventi finanziati dal Doc.U.P.9 Obiettivo 2 con quelli del P.O.R. Obiettivo 3: il Bando 2003-

6 La voce Agricoltura comprende: florovivaismo, forestazione, agricoltura tipica e biologica, allevamento, con

riferimento all’intera filiera, che va dalla coltivazione alla commercializzazione dei prodotti (anche attraverso modalità innovative come l’e-commerce).

7 La voce Ambiente è interpretata in modo estensivo: valorizzazione e tutela delle risorse sia naturali che del patrimonio storico-culturale urbano, Sono incluse, inoltre, le attività di adeguamento e recupero delle infrastrutture (ad esempio: segnaletica, viabilità).

8 La voce Altro comprende: Sport, Tempo libero, Cura della persona. 9 Si ricorda che i consorzi di imprese operanti nei Centri Integrati di Via sono i destinatari degli interventi

finanziati dalla Misura 3.5 - sottomisura C- del Doc.U.P. Liguria Obiettivo 2 per il 2000/2006, finalizzata al

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esperienze in corso e ipotesi di miglioramento

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2005, infatti, orienta le azioni del FSE al miglioramento dell’efficienza produttiva e commerciale dei Centri Integrati di Via10.

Con i CIV si è introdotta una nuova forma commerciale integrata nel tessuto urbano, propria delle realtà formate da un insieme di piccole imprese, con il fine specifico di rendere queste ultime più competitive sul fronte della distribuzione.

Attraverso la creazione di una rete commerciale “naturale”, si contribuisce alla valorizzazione del contesto urbano quale motore della riqualificazione dell'intero sistema locale, migliorando le opportunità di reddito ed accrescendo la coesione sociale della comunità.

Il conseguimento di tale ambizioso obiettivo diventa tanto più possibile quanto più vengono amplificate le sinergie tra investimenti infrastrutturali e azioni volte alla valorizzazione del capitale umano.

Nella stessa prospettiva, e in armonia con l'attuale politica di coesione a supporto alla crescita e all’occupazione, il bando conferisce nuovamente priorità anche agli Antichi Mestieri11.

Agli stessi viene data maggiore enfasi. Infatti, il punteggio attribuito dal bando a tale priorità da 6 passa a 15. Tale evidenza porta a considerare che la strategia regionale, volta alla riscoperta di attività artigianali, proprie della tradizione culturale locale, sia dettata dalla volontà di carpire in maniera più approfondita le potenzialità di sviluppo insite in questo specifico “bacino di impiego”.

Raccogliere una tradizione alta ed inserirla più incisivamente nel presente e nel futuro, sembra essere lo scopo principale del forte peso attribuito agli antichi mestieri dalla Amministrazione Regionale in questo secondo bando. Scelta confortata anche dagli inaspettati risultati in termini di occupabilità ottenuti dalla precedente esperienza finanziata dal bando 2001/200312.

Priorità promosse dal bando e valorizzate nei Piani sono anche: “le Nuove Tecnologie per le Comunicazioni ed Informatica” e “le Pari opportunità”. Rispetto a quest’ultima viene data maggiore risalto alle misure atte a favorire la conciliazione tra esigenze lavorative ed esigenze connesse alle cure familiari.

Tutti i PSL presentati recepiscono tali priorità, valorizzando i settori afferenti e adottando il percorso di sviluppo del “rafforzamento incrociato”, presentato nel box successivo, puntando alla realizzazione di interventi che coniugano due o più priorità trasversali.

Box. 1.2 Il percorso di rafforzamento incrociato

Pari opportunità

In tutti i piani si prediligono, interventi proprio nei settori dove l'inserimento professionale femminile ha maggiore incidenza, tanto come lavoratrici autonome (in quest'ultimo caso, soprattutto come effetto di precedenti azioni sul territorio), che come lavoratrici dipendenti.

L'opportunità di tale scelta è confermata anche dalla tendenziale congruenza tra titoli di studio e skills rilevati nella popolazione femminile e gli ambiti di intervento.

Nella progettazione si possono osservare, quindi, collegamenti sinergici con gli altri tre settori prioritari.

Il perseguimento delle P.O. è attuato con corsi di riqualificazione professionale nelle nuove tecnologie, nelle tecniche di

miglioramento logistico–produttivo delle PMI che operano nei centri urbani, caratterizzate da una serie di criticità che ne limitano la fruibilità da parte degli operatori e degli utenti.

10 Il bando attribuisce alla priorità un punteggio di 12 punti.

11 La valorizzazione degli Antichi Mestieri ha costituito l’oggetto di molte iniziative progettuali finanziate dal

bando 2001/2003. 12

Cfr Approfondimento tematico “I Piani di Sviluppo Locale nel POR Ob.3 Liguria” , giugno 2004 Ecosfera SpA –Valutatore Indipendente POR Ob.3 Liguria

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comunicazione e marketing, rendendo opportuni gli investimenti nell'ICT.

Il collegamento tra le P.O. e il recupero degli antichi mestieri, si mostra, con particolare evidenza, nei Piani che sviluppano la filiera della lavorazione di prodotti agro-alimentari tipici e di qualità e dei manufatti di pregio.

L'occupabilità femminile nei C.I.V. è riconosciuta come fattore chiave per lo sviluppo degli stessi e viene, pertanto, promossa con mirate iniziative di formazione e riqualificazione professionale.

Nuove tecnologie di Comunicazione ed Informatica

La diffusione delle nuove tecnologie di comunicazione e dell'informatica genera un incremento della produttività di tutto il sistema locale, inclusi i C.I.V., ed è funzionale anche al recupero degli antichi mestieri, aumentandone la produttività.

I progetti che promuovono il telelavoro e la formazione a distanza contribuiscono, inoltre, alla tutela di prerogative della popolazione femminile.

Antichi Mestieri

Il recupero degli antichi mestieri è posto dal Bando come fattore chiave dello sviluppo, sulla base del principio che essi abbiano una lunga tradizione di integrazione con il territorio.

Il riferimento alle politiche di genere si riscontra nella promozione della partecipazione delle donne ai corsi di formazione, oltre al già citato sviluppo dei settori ad alta occupabilità delle donne.

Questa ”famiglia professionale” trova il suo naturale utilizzo nel CIV, che costituisce il mercato di sbocco per le produzioni tipiche nelle filiere poste in essere nei PSL.

Il recupero dei mestieri legati alla nautica, in particolare, coinvolge anche l'impiego di tecnologie innovative.

Analizzando nel dettaglio i settori economici di intervento, il grafico successivo mostra come siano quattro i comparti interessati da tutti i Piani: il turismo, gli antichi mestieri, l'economia sociale e l’ICT. L’ambiente si ritrova quale opzione strategica in tredici Piani mentre la gastronomia e l’agricoltura trovano spazio rispettivamente in dieci e nove esperienze. Minore attenzione si evidenzia per l’arte e la cultura (5 PSL) e per la nautica (3 PSL). Al riguardo è interessante notare che tre dei settori più rappresentati hanno costituito anche nella passata edizione 2001-2003 l’idea forza attorno alla quale sono nate interessanti iniziative. Infatti, i settori trainanti dei PSL finanziati dal precedente bando sono stati il turismo, gli antichi mestieri e l’ambiente.

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Grafico 1.1 I settori strategici

17%

4%

17%

17%

6%

18%

6%

11%

4%

8%

2%

13%

13%

11%

8%

13%

13%

13%

4%

2%

0% 2% 4% 6% 8% 10% 12% 14% 16% 18% 20%

Agricoltura

Nautica

Commercio

Turismo

Ambiente

Gastronomia

Antichi mestieri

Econ. Soc.e e servizi alla persona

ICT

Arte e Cultura

Altro

bando 2001-2003 bando 2003-2005

E’ evidente, ancora una volta, il forte legame fra i settori strategici e il contesto territoriale di riferimento di ogni Piano: la vocazione turistica della Regione nel suo complesso e la capillare presenza di parchi naturali rendono l’ambiente e il turismo leve su cui puntare per lo sviluppo dell’intero il territorio ligure.

Interessante elemento di innovazione dei Piani finanziati dal bando 2003-2005 è costituito dal commercio (attraverso i “Centri Integrati di Via” e i “Centri Commerciali Naturali”), presente con un peso pari al 13%.

E’ importante analizzare quali siano i modelli di integrazione fra settori proposti nei singoli Piani.

Rispetto ai due modelli presentati nel precedente approfondimento tematico, a “raggiera” e “reticolare”, si osserverà quale dei due sia adottato -alternativamente- da ciascun partenariato nell’ambito dei PSL 2003-2005.

Il primo modello di integrazione prevede l’individuazione di un settore trainante, integrato a raggiera con altri settori. E’ il caso dei PSL “Naturalia” e “Terre dell’Uomo” con riferimento al settore ambiente, di “Artemisia” con l’arte, di “Sinergica” e “CIV” con il commercio e di “Artium” per gli antichi mestieri.

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esperienze in corso e ipotesi di miglioramento

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Figura 1.1 Integrazione fra settori: “modello a raggiera” e “modello reticolare”

Settore trainante

Settore satellite

Settore satellite

Settore satellite

Settore satellite

Occupazione

Settore D

Settore C

Settore E

Settore A

Settore B

Occupazione

Settore trainante

Settore satellite

Settore satellite

Settore satellite

Settore satellite

Occupazione

Settore D

Settore C

Settore E

Settore A

Settore B

Occupazione

Nel secondo caso, invece, i settori strategici hanno “pari dignità” nel concorrere allo sviluppo, nel tentativo di realizzare una “esternalità di rete”, che si traduce in una maggiore efficacia complessiva del progetto, rispetto a quanto si avrebbe dai singoli investimenti.

Questo modello ricorre nei PSL il cui territorio di riferimento è caratterizzato dal dualismo “costa-entroterra” (ricorrente in Liguria) o da una spiccata eterogeneità del contesto sociale ed economico o dalla complessità dei progetti presentati. Si possono citare in proposito i PSL “Tigullio”, “Traguardo Lavoro”, “Mari e Monti”, “Comprensorio del Benessere-Comunità Montana Pollupice”, “Val di Magra 3”, “S.A.I.L.”, “Val Petronio”, “EQUALIFE” e “POIOS”.

Nel precedente approfondimento tematico si era arrivati a concludere che una maggiore fluidità di integrazione è più facilmente riscontrabile in quelle esperienze in cui la coerenza si regge sull’individuazione di un settore trainate a cui si connettono settori che ne favoriscono il pieno sviluppo.

Inoltre, era stato sottolineato come la presenza di numerosi settori economici nella strategia complessiva potesse costituire un ostacolo all'integrazione tra settori. In alcuni casi questa circostanza si ripete: la necessità di rispondere alle priorità evidenziate nel bando sembra prevalere sul disegno della strategia complessiva.

Rispetto al partenariato, quale elemento imprescindibile del processo di sviluppo dal basso, si analizzano qui di seguito, coerentemente con quanto fatto nel precedente approfondimento tematico, la numerosità dei componenti e la rappresentatività degli attori coinvolti: accanto al partenariato istituzionale, costituito in forza di un accordo formale, si osserverà come l’iniziativa progettuale riesca a coinvolgere un altro gruppo di soggetti terzi, che definiamo “partenariato economico-sociale”. Viene garantita, in tal modo, la compresenza di interessi pubblici e privati, che estende a tutta la collettività l’area del consenso intorno al progetto di sviluppo, ampliandone la portata.

Viene analizzato, pertanto, il partenariato nei due aspetti individuati:

1. la composizione del partenariato istituzionale e del partenariato economico-sociale;

2. il tipo di accordo con il quale è avvenuta la formalizzazione del partenariato istituzionale.

Rispetto all’analisi della composizione, è stato effettuato un raggruppamento dei diversi soggetti appartenenti al partenariato istituzionale e al partenariato socio-economico in sei macro aree:

�� Enti Pubblici Territoriali;

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�� Altri Enti Pubblici13;

�� Partner del mondo accademico, della Ricerca e della Formazione;

�� Privati;

�� Rappresentanze sindacali, datoriali e settoriali.

Emergono elementi significativi in relazione alla composizione del partenariato istituzionale e alla forma di accordo adottata. Rispetto al primo aspetto la numerosità dei partenariati istituzionali varia da realtà molto ristrette come quella del PSL “Traguardo Lavoro” a quelle più articolate, rappresentate dal PSL “MaMò” o “Artium”. La composizione qualitativa, data la natura stessa dell’iniziativa, mostra una prevalenza di enti pubblici territoriali. Non mancano, tuttavia, aperture anche nei partenariati istituzionali a partnership con privati come nel caso di Savona e del PSL promosso dal Comune di Taggia. Diffusa la presenza anche di rappresentanze datoriali. Il Comune di La Spezia coinvolge, tra gli altri, sei organizzazioni dei lavoratori.

Circa la natura giuridica del soggetto capofila, si riscontrano nove Comuni, quattro Comunità Montane, un Ente Parco e una Provincia. Rispetto alla precedente esperienza solo il Comune di Bugnato e l’Ente Parco del Beigua non compaiono più come capofila degli interventi, mentre la Provincia di Savona e i Comuni di Recco e La Spezia, che hanno iniziato la loro esperienza in tema di sviluppo locale con il Docup Obiettivo 2 1994-1999 ancora una volta sono tra le Amministrazioni attente alle esigenze espresse dalla realtà territoriale che si trovano ad amministrare.

Comparando gli elementi caratterizzanti il partenariato istituzionale, una particolarità, riscontrata rispetto alle esperienze riferite al periodo 2001-2003, è costituita dalla partecipazione più numerosa delle rappresentanze datoriali, sindacali e settoriali, prima presenti nel partenariato economico e sociale. Tale dato mostra come in Liguria, nel corso del tempo, sia aumentata la sensibilità delle Amministrazioni nei confronti del contesto. Le rappresentanze datoriali, sindacali e settoriali, infatti, garantiscono una lettura esaustiva del territorio e possono farsi portavoce dei reali bisogni occupazionali espressi e latenti.

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In questa macro voce si sono fatti rientrare anche enti pubblici strumentali e aziende partecipate.

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Grafico 1.2 Partenariato istituzionale: composizione, valori

72%

18%

6% 4%

75%

7%13%

5%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

Enti PubbliciTerritoriali

Altri Enti Pubblici Privati Rappr sindacali,datoriali e set toriali

bando 2001-2003 bando 2003-2005

Il partenariato istituzionale non è esaustivo, qualora si voglia effettivamente dare una fotografia della numerosità dei portatori di interesse locale rintracciati dall’iniziativa. A tal fine l’analisi si è spinta oltre cercando di individuare quanti e quali soggetti, già in fase di elaborazione dei PSL, fossero stati individuati dai partner istituzionali. Questo tipo di partnership, denominata economico-sociale, ha dei connotati più di tipo strumentale che strategico, ed è determinante in diverse fasi del processo.

Centrale è il ruolo dei partner del mondo dell’istruzione e della formazione per le esperienze di formazione in aula e per le occasioni di inserimento lavorativo, tramite stage o tirocinio. Si segnala, a proposito, la partecipazione di un’Università ed istituti di formazione esteri nei Piani SAIL, per la formazione nel settore nautico, e Sinergica, per l’editoria web.

In relazione a tale tipologia di partenariato è interessante notare che, differentemente dal passato, sono entrati attivamente nel progetto altri Enti Pubblici quali il CONI, gli Enti Provinciali per il Turismo ed alcune aziende partecipate. E’ questo, ad esempio, il caso della SPEI di Imperia (Società per lo sviluppo economico per l’imperiese, S.P.A. mista a prevalente capitale pubblico).

Nella voce privati, diffusamente presenti in quasi tutti i PSL, compaiono cooperative, consorzi e associazioni.

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Grafico 1.3 Il Partenariato economico –sociale

8%

9%

43%

40%

13%

4%

7%

39%

37%

0% 10% 20% 30% 40% 50%

Enti Pubblici Territoriali

Altri Enti Pubblici

Partner Istruzione e Formazione

Privati

Rappr sindacali, datoriali e settoriali

bando 2001-2003 bando 2003-2005

La formalizzazione del partenariato, richiesta dal bando, è avvenuta principalmente attraverso la costituzione di una Conferenza di Servizi, prevista come forma giuridica del partenariato in undici PSL.

I PSL SAIL e Val di Magra 3 affiancano alla Conferenze di Servizi, mediante la quale i partner pubblici approvano il progetto e concretizzano il loro impegni, la stipula di un Protocollo d’Intesa, con il quale i vari partner-pubblici e privati ciascuno per le proprie competenze e ambiti, formalizzano le loro responsabilità per la realizzazione di quanto previsto nel Piano.

Nei PSL Comprensorio del Benessere e Artemisia, si è ricorso al Protocollo di Intesa come unico strumento di formalizzazione dei rapporti fra soggetti pubblici e privati, attraverso il quale convenire al contempo alla definizione degli obiettivi del piano e alla relativa modalità di attuazione, attraverso il ricorso ad azioni di formazione, accompagnamento e assistenza ai sistemi.

Quale modalità di formalizzazione del partenarito, gli Accordi di Programma sono privilegiati dai PSL “Ma-Mò” e “Sinergica”.

Il PSL “Ma-Mò” ha presentato un accordo di partenariato, rimandando al momento della definizione della progettazione di dettaglio, la formalizzazione definitiva, attraverso la stipula di un Accordo di Programma. Anche nella precedente esperienza finanziata dal bando 2001/2003, nel PSL “Sinergya”, l’accordo era stato caratterizzato dalla sua natura aperta, per consentire anche nell’attuazione del progetto l’ingresso di soggetti portatori di interessi e volontà significative e coerenti al tema del Piano.

L’Accordo di Programma, stilato a seguito della convocazione di una Conferenza di Servizi, è utilizzato quale forma giuridica anche dal partenariato istituzionale nel Piano “Sinergica”, il cui capofila come nel caso del PSL “SAIL”, formalizza con i soggetti partner privati gli impegni e le responsabilità attuative degli interventi nel Protocollo d’Intesa.

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Conferenza di Servizi

Protocollo di Intesa

Accordo di Programma

Conferenza di Servizi

Protocollo di Intesa

Accordo di Programma

Figura 1.2 Partenariato: formalizzazione

Rispetto a quanto suggerito nel precedente Rapporto di Valutazione, in relazione alle possibilità di organizzare il partenariato “informale”, dandogli una piena voce nella gestione del processo di sviluppo dal basso, non può che considerarsi un valore aggiunto l’utilizzo del Protocollo d’Intesa per la formalizzazione delle partnership pubblico-private.

Si fa, inoltre, notare come il successo di una precedente azione di sviluppo, faccia accrescere la possibilità di successo nei progetti successivi condotti dallo stesso proponente determinando un “effetto esperienza”: in molti PSL la scelta del soggetto capofila, come sottolineato precedentemente, o dei partner, ricade – opportunamente - su enti già esperti di progetti di sviluppo locale. In molti Piani, inoltre, sono comunque coinvolti, enti ed organizzazioni che hanno già richiesto o ottenuto finanziamenti per programmi di sviluppo.

L’interazione delle diverse fonti finanziarie, oltre a svolgere una funzione di “sistema” e di “collettore” delle diverse proposte progettuali, rappresenta un elemento indispensabile di collegamento tra gli strumenti propri del FSE e quelli più caratteristici delle altre fonti di finanziamento. Questa “connessione” tra diversi mezzi finanziari, attivi sul territorio ligure, costituisce la vera sfida posta dall’Amministrazione Regionale nel bando PSL 2003/2005.

E’ stabilito, infatti, nel bando che ai fini dell’ammissione al finanziamento, i progetti debbano attuare un’integrazione tra soggetti (pubblici e privati) e tra strumenti e linee finanziarie diverse.

Il concetto di integrazione acquisisce, quindi, una forza maggiore rispetto a quella che gli era stata attribuita con il passato bando: l’interazione tra soggetti e strumenti da priorità diviene un requisito di ammissibilità. Ciò sottolinea l’importanza, sempre crescente, che l’Amministrazione Regionale assegna agli elementi portanti dello sviluppo locale: la concertazione e l’interrelazione dei diversi strumenti finanziari attivi sul territorio.

Tutti i Piani di Sviluppo Locale, propongono congruamente la prassi dell’integrazione delle risorse comunitarie, nazionali, regionali, comunali e talvolta private, per la realizzazione delle diverse proposte progettuali.

Al fine di verificare la rispondenza dei PSL all’obiettivo di promuovere la correlazione tra i diversi strumenti finanziari presenti sul territorio, sono state evidenziate nella figura successiva tutti quelli considerati dai vari PSL.

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Figura. 1.3 Strumenti finanziari considerati nei diversi PSL

Docup Ob.2

Interreg

Leader

PSR 2000-2006

Risorse regionali

Risorse private

Piano di valorizzazione delle aree protette

PRUSST

Contratto d’area

APQ

Life Natura

Equal

Urban II

Bando 2001-2003

Bando 2003-2005

Docup Ob.2

Interreg

Leader

PSR 2000-2006

Risorse regionali

Risorse private

Piano di valorizzazione delle aree protette

PRUSST

Contratto d’area

APQ

Life Natura

Equal

Urban II

Bando 2001-2003

Bando 2003-2005

La figura mostra come i finanziamenti attivi sul territorio, che contribuiscono alla realizzazione dei singoli progetti inseriti nei Piani, si presentano nuovamente molto articolati, in linea con il contesto economico di riferimento di ogni territorio e funzionali al perseguimento degli obiettivi.

La situazione appena descritta, derivante dalla lettura dei formulari relativi ai diversi progetti, mostra la reale conoscenza delle varie fonti finanziarie disponibili da parte dei soggetti operanti nei diversi territori interessati. L’introduzione dell’integrazione come requisito di ammissibilità, si ritiene possa aver amplificato la possibilità di una seria riflessione nei territori sulla reale fattibilità dell’auspicata interazione fra i diversi strumenti finanziari, già confermata dal più ampio ventaglio di opportunità finanziarie considerate rispetto al passato.

L’analisi della “coerenza interna” ha nuovamente l’intento di verificare la corrispondenza fra le tipologie di azioni previste da un programma e gli obiettivi propri di quest’ultimo. Nel caso specifico dei PISRU (Piani Integrati di Sviluppo delle Risorse Umane) liguri, la valutazione della “coerenza interna” si concretizza nel giudicare il livello di valore aggiunto generato attraverso l’attuazione di diverse iniziative progettuali finanziate dal POR Obiettivo 3 Liguria.

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Di conseguenza, questo tipo di analisi costituisce lo strumento attraverso il quale si tenta di valutare l’apporto concreto, in termini di sviluppo locale, che scaturisce dall’attuazione di progetti integrati, in alternativa ai progetti monosettoriali, cioè finanziati al di fuori di un piano organico come il PISRU.

Il punto di partenza è costituito dalla ricognizione degli interventi riconducibili nelle macrotipologie di azione rivolte a persone e di accompagnamento.

Grafico 1.4 Numero di interventi per macrotipologia di azione. Valori percentuali

59%

23%18%

49%

30%

21%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

Azioni rivolte alle persone Azioni di sistema Azioni di accompagnamento

bando 2001-2003 bando 2003-2005

Il primo dato di rilievo è rappresentato da peso assunto dalle azioni ricadenti nelle macrotipologie “assistenza a strutture e sistemi” e “misure di accompagnamento”. A tali tipologie di attività è stata posta, rispetto al passato, particolare attenzione. Infatti, come mostrato dal grafico 1.4 il peso delle azioni rivolte alle persone è leggermente diminuito mentre si è registrato un incremento per le azioni rivolte ai sistemi e per le azioni di accompagnamento. Si conferma, quindi, la tendenza ad arricchire i contenuti dei P.S.L., integrando differenti tipologie di interventi, nel perseguimento della finalità dello sviluppo locale e non limitandosi alla messa in opera di interventi finalizzati a supportare le persone occupate o in cerca di lavoro attraverso canali tradizionali.

In tutti i PISRU (Piani Integrati di Sviluppo delle Risorse Umane) vengono specificate le modalità con cui verranno poste in essere le singole azioni, anche se alcuni di essi, come Artemisia., Val di Magra 3, Sinergica, Comprensorio Benessere P.T.I. C.M. Pollupice, contengono soltanto indicazioni generiche che non consentono di risalire ai contenuti degli interventi proposti.

I soggetti coinvolti negli interventi riconducibili alle azioni di accompagnamento e di assistenza ai sistemi sono principalmente soggetti del partenariato economico-sociale, provenienti soprattutto dal mondo dell’istruzione e della formazione.

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Da un esame generale delle iniziative proposte, si evince una soddisfacente congruenza tra gli interventi e gli obiettivi fissati, anche in casi in cui la molteplicità di tali obiettivi genera una complessità in tutto il piano (“Tigullio”, “Val Petronio”, “Val di Magra”).

Tra le varie iniziative comprese all’interno delle “azioni di accompagnamento”, spicca in alcuni piani (Terre dell’uomo e Val Petronio) la presenza di voucher assegnabili alle donne per sostenere i costi di assunzione di collaboratori che le sostituiscano in attività di cura familiare mentre frequentano i corsi, coniugando la realizzazione dell’obiettivo specifico del Piano con la priorità delle “Pari Opportunità”.

La stessa priorità è ben perseguita in tutti i piani, con iniziative per il telelavoro o la formazione a distanza, per la formazione all’imprenditoria femminile o con la definizione di soglie minime del numero di donne frequentanti i corsi.

Si evidenzia anche, nel PSL CIV, la realizzazione di un baby parking e di strutture pubbliche simili, per supportare le donne impegnate nell’attività lavorativa dei Centri Integrati di Via.

Fra le Azioni di Sistema si evidenza nel PSL Naturalia, la creazione di un Osservatorio permanente, in forma di rete dislocata sul territorio, per l’assistenza alla creazione di impresa, composta dai soggetti territoriali pubblici e privati.

Significativa anche la creazione del sito web del PSL Artemisia che ha sia la prerogativa di informare, sia quella di realizzare un’analisi di supporto al sistema delle politiche attive del lavoro, creando una banca dati delle opportunità artistiche nella provincia di Savona che riporti, sia i soggetti che si occupano di arte che i progetti in essere in questo settore. Questo data base rappresenta, pertanto, una fonte di dati e informazioni strategiche sul territorio organizzata in forma ragionata, utile per orientare lo sviluppo di ulteriori iniziative.

Infine, si evidenziano le ricerche di mercato programmate dal PSL CIV per verificare l’efficacia della creazione di una rete con FIDELITY CARDS, come strumento di fidelizzazione della clientela futura.

1.1.4 Le esperienze di integrazione nella programmazione delle Province

I PSL hanno costituito lo strumento cardine della promozione della strategia volta a innescare processi di integrazione nella programmazione degli interventi sul POR Obiettivo 3. Non sono, tuttavia, mancati interventi direttamente riconducibili alla programmazione provinciale, di cui di seguito si proveranno a tracciare alcuni elementi essenziali, valorizzando quelle esperienze che si siano fatte promotrici di integrazione fra risorse, soggetti o strumenti.

Relativamente alla Provincia di La Spezia si segnalano due iniziative progettuali come buone pratiche di integrazione fra soggetti : il progetto Equal Artis e il progetto GEO.

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Box.1.3 Provincia di La Spezia: buone pratiche di integrazione finanziate del POR Obiettivo 3 Liguria 2000-2006

EQUAL ARTIS

(Avvio Rete Territoriale Integrata del Sociale)

Il progetto, avviato nell’aprile 2003 e concluso nel giungo 2005, si è sviluppato come un laboratorio in cui vengono analizzate le cause di ineguaglianza nel mondo del lavoro e sperimentati nuovi strumenti e nuove soluzioni. Un progetto di integrazione e sviluppo delle politiche del territorio spezzino per l’inserimento lavorativo e l’occupabilità delle persone disabili e di coloro che vivono condizioni di svantaggio. Il partenariato promotore del progetto, Provincia di La Spezia, Comune di La Spezia e Camera di Commercio, ha individuato fra le finalità prioritarie la gestione concertata dell’intervento, rispetto alla quale è possibile rilevare importanti risultati conseguiti:

� costituzione di un gruppo istituzionale di governo di cui fanno parte i Presidenti di Zona Sociale, il Dirigente di servizi della ASL, gli assessori provinciali alle politiche del lavoro, delle pari opportunità e delle politiche sociali, gli assessori del Comune di La Spezia al lavoro e sviluppo economico, alla buona occupazione ed alla città dei giovani. Il gruppo ha siglato un protocollo di intesa per la creazione e lo sviluppo di un sistema integrato di servizi pubblici e privati per l’inserimento delle fasce deboli e la costituzione di un gruppo di lavoro (Gruppo Operativo Provinciale) composto da tecnici, per l’individuazione di modalità organizzative di detto sistema;

� costituzione del Gruppo Operativo Provinciale composto da 21 operatori nominati dalle istituzioni e organizzazioni di appartenenza (convocati 48 incontri fra sessioni plenarie e lavori di sottogruppi);

� coinvolgimento di quindici realtà locali di aggregazione sociale (laboratori di attività artistico manuali, centri sociali, centri giovanili, associazioni sportive, ecc.) per la realizzazione delle “botteghe dei mestieri”: spazi di inserimento rivolti a coloro che per motivi clinici o di disagio sociale non sono in grado di sopportare il clima e i ritmi di un’attività lavorativa aziendale.

GEO: GIOVANI E OCCUPAZIONE

Il progetto, conclusosi nel 2005, fa riferimento al programma relativo alle misure innovative previste dall’art.6 del Regolamento del Fondo Sociale Europeo “Strategie locali per l’occupazione e l’innovazione”, che fissa i principi generali delle azioni che possono essere finanziate ed individua, fra i temi prioritari, il sostegno ad azioni innovative volte a sviluppare strategie locali per lo sviluppo dell’occupazione.

Il progetto, promosso e cofinanziato dalla Provincia di Massa Carrara (ente proponente) e dalle Province di La Spezia e Lucca (enti partner), si rivolge ai giovani disoccupati residenti in Lunigiana (MS), Val di Vara (SP) e Valle del Serchio (LU), zone geograficamente contigue ed economicamente simili, con l’obiettivo di progettare ed avviare azioni di sviluppo territoriale.

Per l’intervento sulla Val di Vara la Provincia della Spezia ha attivato un partenariato locale composto da Camera di Commercio, Comunità Montane, A.P.T., sindacati, nonché si è avvalsa, per questa prima fase, della collaborazione dell’A.T.S composta dagli enti di formazione Iripa e Formimpresa e dall’Istituto Sturzo.

Per realizzare i propri obiettivi il progetto ha svolto una approfondita analisi del territorio, rivolta sia alla popolazione giovanile che alla domanda di lavoro (imprese), finalizzata alla diffusione della conoscenza dell’economia locale e al rafforzamento dei rapporti tra i diversi attori (pubblici e privati) del territorio.

Attraverso una metodologia di animazione territoriale attiva, adottata per facilitare anche il coinvolgimento diretto degli opinion leaders locali, l’analisi ha indagato e descritto i bisogni e le aspettative emergenti o latenti del territorio (popolazione e mercato del lavoro) per tradurli in progetti innovativi finalizzati allo sviluppo occupazionale locale e presentati in pubblici convegni.

Inoltre, attraverso la costituzione di un GEO-portale, in cui è presente anche un link dedicato che propone sulla rete sia le offerte culturali, turistiche, gastronomiche delle realtà produttive sia un servizio di incrocio della domanda e offerta di lavoro locale, il progetto si propone di creare uno specifico spazio dedicato alle aziende operanti sul territorio finalizzato a valorizzarne le potenzialità e ad avvicinare i giovani residenti al mercato del lavoro locale.

Le azioni successive di GEO sono state finalizzate a elaborare e sperimentare nuovi strumenti e metodologie di accompagnamento al lavoro volti a promuovere il sostegno dell’occupazione, ad aumentare il tasso di occupazione locale e a limitare la dispersione dai percorsi formativi.

Dalla ricerca effettuata sul territorio della Val di Vara sono emersi i seguenti fabbisogni per rispondere ai quali è

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prevista la realizzazione di attività specifiche all’interno delle azioni 3 “Gruppo Pilota” e 4 “Laboratori sperimentali”:

� potenziare gli insediamenti dei servizi per l’impiego presenti sul territorio, migliorandone la qualità e coinvolgendo più direttamente aree decentrate come quella della Val di Vara;

� entrare in contatto con la popolazione giovanile potenzialmente beneficiaria al fine di dare opportuna informazione sulle politiche del lavoro, le attività formative e i servizi per lo sviluppo dell’occupazione erogabili;

� coinvolgere le istituzioni locali, gli attori del territorio e le imprese creando sinergie ed integrazione tra forze in gioco.

Il minimo comune denominatore dei suddetti fabbisogni è rappresentato dalla necessità di incidere maggiormente sul territorio della Val di Vara e sulle dinamiche di sviluppo al suo interno, attraverso una maggiore ramificazione e capillarità dei servizi per il lavoro erogati tradizionalmente dall’Amministrazione provinciale. Per raggiungere tale obiettivo di potenziamento dei servizi per l’impiego è stato costituito, in via sperimentale, un gruppo pilota con una composizione mista pubblico-privata ovvero operatori delle Politiche attive del lavoro e del Centro per l’impiego della Provincia della Spezia (con funzioni di assistenza metodologica) e soggetti selezionati tramite bando pubblico per operare all’interno dei nodi privati (Associazioni datoriali e sindacali) della Rete dei servizi per il lavoro in via di costituzione sul territorio (con funzioni di beneficiari finali del percorso).

Tale integrazione fra soggetti pubblici e privati rappresenta non soltanto una soluzione innovativa rispetto alla legislazione nazionale ma anche una risposta efficace ed incisiva a livello locale rispetto ad una maggiore collaborazione fra politiche di sviluppo produttivo e del lavoro e mondo delle imprese, attraverso un mutuo scambio di competenze e di visioni delle problematiche territoriali.

Al fine di facilitare la conciliazione e la massima integrazione fra i componenti del “Gruppo Pilota”, si è realizzato un percorso di tipo formativo e informativo (dicembre 2004) per favorire l’adeguamento e l’omogeneizzazione delle competenze degli operatori, alla luce della necessità di adottare modalità organizzative e operative condivise; nell’ambito del percorso sono state progettate e messe a punto metodologie innovative per affrontare i temi legati allo sviluppo territoriale e dell’occupazione soprattutto nelle “aree marginali” della provincia spezzina.

Nel macro obiettivo che ci si propone di perseguire all’interno della Fase progettuale sui “Laboratori” ovvero di creare nuove opportunità lavorative per i giovani disoccupati e agevolare iniziative imprenditoriali attraverso sinergie con interlocutori istituzionali e rappresentanti del tessuto produttivo locale, saranno intraprese iniziative rivolte alla popolazione giovanile della Val di Vara, affinché acquisisca strumenti adeguati per la ricerca del lavoro e si faccia promotrice di un nuovo spirito imprenditoriale in sintonia con le reali potenzialità produttive della Vallata. Per realizzare correttamente le attività laboratoriali previste sarà ripresa inoltre un’intensa opera di sensibilizzazione presso le imprese e le istituzioni della Vallata, instaurando rapporti di collaborazione per un’ottimale implementazione dei servizi sul territorio, generando nuovi canali di incontro fra domanda e offerta. Possiamo pertanto definire GEO un progetto innovativo di sviluppo territoriale finalizzato a creare le condizioni per sviluppare l'occupazione giovanile locale di zone geografiche ad elevata potenzialità di crescita turistica come la Lunigiana, la Val di Vara e la Valle del Serchio.

Il progetto, valorizzando il patrimonio di risorse esistenti, ha inteso restituire al territorio un'identità collettiva, un'immagine comune e obiettivi condivisi di sviluppo, per generare valore e ricchezza a favore di tutta la comunità locale.

La realizzazione di ciò ha richiesto necessariamente, da parte dei partner e di tutti gli altri soggetti che sono stati progressivamente coinvolti, l’adozione di una metodologia di lavoro fortemente improntata alla concertazione, alla collaborazione e al completo raccordo tra i diversi attori (istituzionali, sociali e privati).

Fonte: Provincia di La Spezia Documento di Programmazione Piano Annuale di Formazione Professionale 2005

Per la provincia di Savona si evidenziano iniziative progettuali capaci di intercettare fonti di

finanziamento diverse ma destinate al raggiungimento degli stessi obiettivi. E’ questo il caso di tre progetti volti a rispondere alle esigenze espresse dalle donne migranti (ADAGIO - Azioni di Accompagnamento Genere Intercultura Orientamento - e DOSO - Donne Solidarietà tra presente e futuro), e lavoratrici maggiormente a rischio di fuoriuscita dal mercato del lavoro (PASSO - Piano Azioni sinergiche Sviluppo Occupazioni). Tali progetti, infatti, oltre a prevedere come canale di finanziamento la misura E1 del POR Ob.3, sono cofinanziati dal

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Fondo per la Consiglierà di Parità, promotrice congiunta alla Provincia delle tre iniziative progettuali.

Dello stesso spirito si anima il progetto VA (Valbormida Artigianato) realizzato per favorire la nascita di nuove imprese e fornire loro tutti gli strumenti necessari affinché riescano a competere sul mercato. L’intervento è cofinanziato dalle misure C4, D3, A2 del POR e da CNA e Confartigianato, che oltre alla realizzazione di una banca dati che consenta l’estrapolazione dei dati relative alle imprese artigiane suddivisi per Comuni ed attività, utile per la fase di diagnosi, offrirà servizi a titolo gratuito quali le pratiche di inizio attività, la consulenza su obblighi ed adempimenti di qualsiasi natura, su tutti i servizi innovativi e sulle possibilità di credito.

Fra le iniziative promosse dalla Provincia di Genova è utile segnalare i numerosi Protocolli di intesa siglati con gli EE.LL e le Istituzioni scolastiche in risposta all’esigenza manifestata dal programmatore regionale di dare una dimensione locale alle strategie comunitarie, nazionali e

regionali, in tema di occupazione e occupabilità e di qualificazione delle competenze professionali. I servizi territorializzati tramite la stipula di opportuni protocolli sono relativi a accoglienza, informazioni a cittadini e imprese, orientamenti per disoccupati/occupati e sportello informativo nuove imprese. In collaborazione con gli EE. LL della provincia genovese sono inoltre stati attivati alcuni significativi interventi, rispondenti ai reali fabbisogni del territorio che si riportano nel box seguente.

Box.1.4 Provincia di Genova: progetti finanziati dal POR Obiettivo 3 Liguria 2000-2006 attivati in collaborazione con gli EE.LL

Progetto Di Orientamento Nelle Scuole Medie: gli Informalavoro di Busalla, Arenzano, Sant’Olcese,Campo Ligure propongono attività di orientamento, integrate con quelle svolte dagli insegnanti delle Scuole medie inferiori e con la collaborazione dei genitori. Il percorso, finalizzato ad aiutare gli studenti nelle scelte scolastiche e professionali, sostiene gli studenti nella definizione dei propri punti di forza e di debolezza, stimolando una riflessione sul mondo del lavoro (i settori, i cambiamenti in atto, i profili professionali, i requisiti di professionalità, gli strumenti e i servizi per l’occupazione).

Informalavoro Itinerante: l’Informalavoro di Cicagna offre un servizio di orientamento a livello decentrato per alcuni comuni della Comunità Montana Fontanabuona. I Comuni interessati sono Carasco, Orero, Tribogna ed Uscio. Gli sportelli sono attivi in giorni prestabiliti ed è possibile avere informazioni sulle opportunità di lavoro, la formazione professionale e su tutti i servizi offerti dalla Provincia di Genova. Questo consente di rafforzare il decentramento dei servizi sul territorio e facilitare l’accesso ai servizi all’utenza.

Sorriso 2004: l’Informalavoro di Sestri Levante realizza un gruppo di ricerca attiva del lavoro sulla base della metodologia del Job Club destinato ad utenti definibili come fasce deboli per aumentare la costanza nella ricerca del lavoro. Il percorso si propone di favorire la creazione di relazioni significative e positive per l’utenza e di incoraggiare una socializzazione positiva con i servizi e una progettazione concreta delle azioni di autoattivazione nella ricerca di una occupazione. LABOR 2004: l’Informalavoro di Sestri Levante realizza un calendario di incontri informativi sul mercato del lavoro. Il servizio fornisce agli utenti un contatto diretto con gli operatori economici, pone particolare attenzione ai canali di ingresso nel mercato del lavoro formali pubblici e privati. Questi momenti di incontro rappresentano un riferimento stabile tra lavoratori e addetti al lavoro e sono occasioni di informazione, orientamento, formazione. Integrazione e Primo Orientamento: l’Informalavoro di Campomorone propone uno spazio rivolto ai disabili e a persone svantaggiate dotato di personale in grado di cogliere le esigenze degli utenti e, quindi, di definire insieme a loro percorsi formativi e professionali. Gli utenti hanno la possibilità di realizzare colloqui individuali e di gruppo per precisare meglio i propri fabbisogni ed individuare percorsi sostenibili di crescita sociale, formativa e professionale. Guida Immigrazione: l’Informalavoro di Rapallo realizza una guida alle risorse del territorio sulla tematica dell’immigrazione. Tale idea accoglie pienamente un bisogno espresso dal territorio: la costituzione di una Guida in grado di riunire tutte le informazioni sui servizi sociosanitari, sulle scuole, le associazioni di volontariato e i servizi per il lavoro sul territorio. La Guida, tradotta in Italiano, Spagnolo, Inglese, Arabo e Albanese sarà diffusa e distribuita sul territorio di riferimento. MINI LEA: l’Informalavoro di Rapallo realizza una ricerca sul territorio per conoscere bisogni e realtà delle imprese

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del Comune in tema d’occupazione. Sono contattati e intervistati testimoni privilegiati del mondo economico su fabbisogni occupazionali, esigenze di formazione e disponibilità ad attivare tirocini. Manuale Delle Buone Prassi: gli Informalavoro di Busalla, Arenzano, Sant’Olcese, Campo Ligure, Campomorone, Cicagna e Sestri Levante collaborano alla realizzazione di un Manuale delle Buone Prassi volto a definire ed esplicitare il ruolo e la gamma di servizi che ogni Informalavoro offre sul territorio. Sono analizzate le caratteristiche di ciascun servizio, la tipologia dei destinatari, le attività svolte e le modalità di erogazione dei servizi, i benefici e i risultati attesi. Questa riflessione è utile per strutturare momenti di confronto fra gli operatori per iniziare a costruire un linguaggio comune, per contribuire alla soddisfazione dei bisogni del territorio attraverso la qualità delle prestazioni rese. Ciò costituisce il primo passo verso l’adozione di misure condivise e trasparenti, in grado di consentire agli utenti di scegliere i servizi più idonei.

Fonte: Provincia di Genova, Piano Biennale dei Servizi per l’Impiego e delle Politiche Formative e del Lavoro 2005/2006

In ultimo per la Provincia di Imperia si segnala una buona pratica relativa alla governance

dell’integrazione partenariale: l’istituzione della Commissione Tripartita Permanente per le politiche del Lavoro. L’organismo nasce, infatti, quale organo di consultazione delle parti sociali, rappresentativo del partenariato istituzionale ed economico/sociale locale, che costituisce necessario presupposto per la predisposizione della programmazione regionale in tema di valorizzazione del capitale umano.

La consultazione delle parti sociali è finalizzata ad una partecipazione operativa e responsabile dei vari soggetti alle scelte strategiche ed alla selezione degli obiettivi, sulla base di una conoscenza adeguata e pluralista dei bisogni e delle opportunità espresse dalla società e dal sistema produttivo provinciale14.

1.2. LE ALTRE ESPERIENZE DI SVILUPPO LOCALE PROMOSSE SUL TERRITORIO L’analisi delle esperienze promosse sul territorio si completa prendendo in considerazione tutti gli altri strumenti di programmazione territoriale e realizzando una sintesi che permetta di disporre di una fotografia che inquadri per ogni strumento, laddove le informazioni lo rendano possibile, il settore economico, l’ambito territoriale di riferimento, gli attori coinvolti e l’ammontare dell’investimento.

L’analisi non prenderà in considerazione solo i “tradizionali” strumenti di programmazione negoziata, istituiti con legge 662 del 23 dicembre 1996: Intese Istituzionali di Programma, Accordi di Programma Quadro, Patti Territoriali e Contratti d’Area. Accanto a questi, infatti, si tracceranno i profili di tutte le esperienze di programmazione territoriale sperimentate nel territorio ligure nel corso dell’attuale periodo di programmazione. La trattazione, quindi, farà riferimento anche ai Piani di Sviluppo Locale promossi dai Gruppi di Azioni Locale nell’ambito del Programma Leader Plus per il 2000-2006, ai PRUSST e ai Progetti Integrati finanziati dal Doc.U.P. Obiettivo 2 per il 2000/2006.

La ricognizione realizzata, ha individuato: 5 Patti Territoriali, 4 PRUSST, 4 Piani di Azione Locale, 1 Contratto d’Area, 60 esperienze di progettazione integrata nell’ambito del Doc.UP Obiettivo 2 per il 2000/2006 e 38 Accordi di Programma Quadro, sottoscritti con l’istituzione di cinque Intese. I dati essenziali relativi a tali strumenti sono illustrati nella figura seguente.

14

Si veda Provincia di Imperia, Piano Annuale delle Politiche formative e del lavoro 2005.

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Figura 1.4 – Gli strumenti dello sviluppo territoriale in Liguria

periodo di riferimento 2000-2006

periodo di riferimento 2001 - 2010

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periodo di riferimento 2000-2006

periodo di riferimento: dal 1996 ad oggi.

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periodo di riferimento 2000-2008

L’analisi condotta rivela che le esperienze di programmazione hanno coinvolto una molteplicità di attori rappresentativi di tutti gli interessi espressi dal territorio, la cui attivazione mostra un elevato grado di coerenza con le diverse idee di sviluppo di volta in volta promosse.

Dalla tavola che segue emerge, accanto ad una diffusa presenza degli Enti Pubblici Territoriali (Province, Comuni e Comunità Montane), un sostanziale contributo dei Privati, individuati come soggetti partner in tutte le esperienze di sviluppo territoriale, soggetti che traducono in operatività le strategie concertate.

Non mancano inoltre apporti delle rappresentanze datoriali e sindacali, nei Patti Territoriali e nel CdA di La Spezia, tradizionalmente istituiti anche per risolvere deficit occupazionali nelle aree di insediamento. Gli istituiti di credito compaiono laddove gli interventi contemplino anche gli aiuti alle imprese. Il loro contributo favorisce l’attuazione degli interventi: i primi, facilitano la rispondenza dell’offerta ai reali fabbisogni del territorio, i secondi garantiscono il proprio sostegno al perseguimento degli obiettivi tracciati attraverso agevolazioni all’accesso al credito.

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Tavola.1.3 Attori coinvolti nei programmi di sviluppo territoriale liguri

Strumenti/Attori Regione Provincia Comuni / Comunità Montane

Altri Enti Pubblici

Privati Istituti di credito

Rappr. datoriali

Rappr.

sindacali

Patti Territoriali � � � � � � �

Contratto d'Area � � � � � � �

PSL-GAL � � � � � �

PRUSST � � �

ProgettiIntegrati (Ob.2) � � � � � �

APQ � � � � �

La Regione, all’interno delle esperienze prese in analisi, concorre con una duplice finalità. Oltre al “tradizionale” ruolo di collettore a garanzia della collocazione delle singole esperienze all’interno delle linee di sviluppo regionali e di una regia che favorisca un reale coordinamento fra gli enti della filiera istituzionale, negli APQ compare anche come soggetto attuatore degli interventi. In relazione alle Amministrazioni provinciali va sottolineato che non assumono alcun ruolo nell’ambito delle diverse fasi che caratterizzano i Progetti Integrati (Ob.2).

La ricognizione in relazione ai settori promossi non solo ha fatto evincere una grande attenzione alle caratteristiche proprie del contesto socio economico di riferimento, ma evidenzia una spiccata sensibilità alla promozione di interventi in settori meno tradizionali come l’Information

and Comunication Technology e la ricerca scientifica, promossi principalmente attraverso gli Accordi di Programma Quadro.

Inoltre, come si evince dalla tavola sottostante, la strategia regionale perseguita attraverso la strumentazione tipica della programmazione negoziata e territoriale, non mostra una concentrazione settoriale. Infatti, sebbene numerosi siano gli interventi volti alla riqualificazione urbana e ai settori hard come l’infrastrutturazione e i trasporti, si rintracciano nell’analisi molti interventi volti alla valorizzazione del turismo e delle risorse ambientali e territoriali, tra i principali volani dell’economia ligure.

Tavola 1.4. Strumenti di programmazione territoriale per settori di intervento

Strumenti di programmazione territoriale

Settori di intervento Patti Territoriali

Contratti d'Area

PSL-GAL PRUSST APQ PI Totale

Agricoltura, parchi e foreste 3 2 5

Riqualificazione/Rivitalizzazione Urbana

4 5 6 2 17

Risorse ambientali e territoriali 8 8

Beni culturali 3 3

Infrastrutturazione telematica: informatizzazione e sviluppo

1 5 6

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Strumenti di programmazione territoriale

Settori di intervento Patti Territoriali

Contratti d'Area

PSL-GAL PRUSST APQ PI Totale

Infrastrutture e trasporti 1 5 6 12

Ricerca scientifica 4 4

Sanità e problematiche socio-sanitarie 2 2

Turismo 2 4 2 1 9

Rafforzamento della struttura produttiva

1 1 2

L’attenzione all’individuazione dei diversi budget gestiti ha rivelato come una grande quantità di risorse per lo sviluppo della Regione passi attraverso esperienze di programmazione territoriale. Complessivamente l’analisi ha individuato circa 795 Meuro destinati - in un arco temporale di circa dieci anni - a vantaggio della dimensione territoriale nel processo di programmazione ed impiegati con il ricorso a diverse fonti di finanziamento: nazionali, comunitarie, territoriali (regionali, provinciali e comunali) e private.

Tavola 1.5 Strumenti di programmazione territoriale: risorse finanziarie investite (Meuro)

Patti Territoriali15

Contratti

d'Area PSL-GAL APQ PI

16 Totale

82,5 57 11 550 95 795

La quantificazione delle risorse finanziarie è frutto di una stima “grossolana” derivante dalla lettura di diversi documenti riferiti a vari strumenti di programmazione presenti in Liguria. Al riguardo, va sottolineato che le informazioni si riferiscono ad intervalli temporali disomogenei tra loro: si pensi ad esempio alla differenza esistente tra la dimensione temporale che caratterizza i Patti Territoriali (attivi da circa 10 anni) e quella che contraddistingue, invece, i Progetti Integrati (7 anni). Almeno in termini macroscopici, tale quantificazione viene confortata dalla lettura dei bilanci regionali riferiti alle due annualità 2003 e 2004. All’interno dei citati documenti contabili e precisamente in relazione alla voce “Finanziamento Intese Istituzionali di programma e Patti Territoriali”17, sono iscritte risorse per un ammontare medio annuo pari a circa 90 Meuro. Il dato, nonostante non possa essere analiticamente scisso nei vari interventi compresi all’interno della macro-voce di bilancio, risulta sufficientemente approssimato alle risultanze della stima effettuata.

Oltre agli importi evidenziati nella tavola, che si riferiscono a strumenti di programmazione supportati da progetti da realizzare in un arco temporale definito, secondo criteri stabiliti in sede

15

L’ammontare delle risorse finanziarie si riferisce al Patto Territoriale del Tigullio Fontanabuona, al Patto Territoriale di Genova e delle Valli del Genovesato e al Patto Territoriale della Provincia di Savona.

16 Valore previsionale corrispondente a circa il 15% della dotazione DOC.UP Liguria 2000/2006, Fonte Dati

Formez 17

Cfr Unità Previsionale di Bilancio n° 2.215 del Bilancio Regione Liguria 2003 e 2004

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di concertazione, andrebbero poi considerati gli investimenti riconducibili ai PRUSST, pari a circa 4.500 Meuro. L’ammontare finanziario riferito a questa particolare tipologia di strumento programmatico, conferma la complessità che lo caratterizza. Va infatti evidenziato che i PRUSST riguardano investimenti previsti dagli Accordi di Programma intercorsi tra soggetti promotori e Ministero dei Lavori Pubblici per i quali è talvolta solo parzialmente individuata la copertura finanziaria. Tra gli aspetti peculiari dei Programmi di Riqualificazione Urbana e di Sviluppo Sostenibile del Territorio, vi è la finalità di fungere da connettori tra i diversi "punti focali" di programmazione presenti in un medesimo ambito territoriale, ognuno con la propria dotazione di strumenti normativo-tecnico-finanziari. E’ possibile, quindi, che si realizzi una parziale sovrapposizione tra gli interventi inseriti nei PRUSST e quelli relativi ad altri strumenti di programmazione territoriale e questo complica ulteriormente il quadro della quantificazione delle risorse complessive.

La Regione Liguria si affaccia, quindi, al nuovo periodo di programmazione con un ricco patrimonio in termini di integrazione fra attori e risorse a servizio di una comune idea di sviluppo. Un'unica difficoltà sembra permanere: trovare forme e modi di determinare integrazione fra le politiche di sviluppo e le politiche volte alla valorizzazione del capitale umano. Nella ricognizione realizzata, infatti, emerge con chiarezza non solo l’assenza del Fondo Sociale Europeo fra le diverse fonti attivate, ma con difficoltà si trova traccia, con qualche eccezione, di attività volte alla valorizzazione del capitale umano a sostegno delle politiche che contribuiscono alla crescita economica e allo sviluppo sostenibile dei territori.

Per tali ultime considerazioni si sottolinea nuovamente il pregio dell’esperienza dei PSL finanziati dal POR Obiettivo 3 per il 2000/2006, quale unica forma di sperimentazione di programmazione territoriale in cui il Fondo Sociale Europeo non continui ad essere il “grande assente”.

E’ evidente, quindi, per quanto fin qui detto, che la Regione Liguria dispone già di un’articolata esperienza in termini di integrazione, che permetterà di cogliere pienamente le opportunità offerte dell’impianto che si sta delineando per il futuro periodo di programmazione, relativamente all’individuazione di prassi procedurali che favoriscano l’amministrazione strategica delle diverse politiche di sviluppo e dell’integrazione fra queste e quelle volte alla valorizzazione del capitale umano, all’interno del quadro finanziario unico delle politica regionale unitaria.

Per le considerazioni più volte fatte sull’esperienza dei Piani di Sviluppo Locale finanziati dal POR Liguria Obiettivo 3 per il 2000/2006, appare opportuno suggerire, nell’assetto che si sta definendo relativamente alla programmazione unitaria regionale in Liguria, di non disperdere i risultati conseguiti al fine di continuare a favorire l’integrazione delle politiche per la qualificazione e la valorizzazione delle risorse umane e le politiche che contribuiscono alla crescita economica ed allo sviluppo sostenibile dei territori.

Di seguito si darà conto più analiticamente per ogni strumento di programmazione negoziata e territoriale della tipologia degli interventi promossi e delle risorse attivate, dedicando una riflessione attenta agli Accordi di Programma Quadro, tenendo in opportuna considerazione quanto si sta compiutamente definendo in sede di redazione del Quadro Strategico Nazionale, circa le modalità di raccordo programmatico, finanziario e attuativo fra le risorse e le politiche aggiuntive nazionali e comunitarie, di cui si parlerà più dettagliatamente nel capitolo II.

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1.2.1 I patti territoriali e il Contratto d’Area di La Spezia18

I Patti Territoriali liguri sono:

� il Patto Territoriale del Tigullio e della Fontanabuona;

� il Patto Territoriale di Genova e delle Valli del Genovesato;

� il Patto Territoriale agricolo dell'Imperiese;

� il Patto Territoriale della Provincia di Savona;

� il Patto per l’agricoltura, la pesca e l’acquacoltura della Provincia di La Spezia.

Il Patto del Tigullio e della Fontanabuona, sottoscritto nel dicembre del 1999, ha consentito di attivare risorse pubbliche per complessivi 10,9 Meuro, di cui circa 5,5 Meuro da Fondi CIPE destinati a sostenere 50 iniziative imprenditoriali e 5,4 Meuro da Fondi della Provincia di Genova e della Regione Liguria per il finanziamento di 10 interventi infrastrutturali.

Il partenariato del Patto è stato attivato per dare risposte a necessità comuni, quali la

riqualificazione di un tessuto imprenditoriale in crisi, l’incentivazione e lo sviluppo del turismo ed il potenziamento delle infrastrutture.

Il Patto territoriale di Genova e delle Valli del Genovesato sottoscritto nel giugno del 2001, ha consentito di attivare risorse pubbliche per complessivi 44,9 Meuro, di cui circa 31 Meuro da Fondi CIPE destinati a sostenere 59 iniziative imprenditoriali e circa 14 a carico dello Stato a titolo di contributo pubblico a fondo perduto per la realizzazione di 22 opere pubbliche.

Gli interventi promossi hanno consolidato e sviluppato il tessuto imprenditoriale locale,

promosso iniziative agroindustriali, potenziato la vocazione turistica e realizzato strutture in grado di attrarre flussi consistenti di turismo.

Nel Patto territoriale agricolo della provincia di Imperia i soggetti proponenti si pongono l’obiettivo di rafforzare le condizioni per lo sviluppo imprenditoriale e la crescita produttiva del settore agricolo. Il ruolo dell’agricoltura e delle attività ad essa collegate può rappresentare per l’Imperiese un elemento importante di riequilibrio territoriale e sociale.

Pertanto al fine di rafforzare la coesione e la cooperazione sociale e di migliorare la competitività dei settori trainanti dell’economia agricola locale, il Patto ha individuato quale “idea forza” dell’ambito territoriale lo sviluppo dei settori produttivi florovivaistico, agroalimentare ed agricolo, attraverso la valorizzazione e la promozione delle produzioni locali, con particolare riferimento alle attività produttive che utilizzano o intendono utilizzare sistemi di produzione finalizzati alla riduzione dell’impatto sull’ambiente.

Il Patto territoriale della provincia di Savona prevede finanziamenti concessi a fondo perduto per circa 27.5 Meuro di cui € 12,2 relativi ad iniziative produttive e 15.3 per l'attuazione di investimenti infrastrutturali.

18 Si veda per le informazioni relative ai Patti Territoriali il sito ufficiale della Provincia di Genova. E per quelle

sui contratti d’area la pubblicazione Il contratto d’area: strumento di attivazione e sviluppo degli investimenti

produttivi nelle aree di crisi, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per lo Sviluppo delle Economie Territoriali, SVIMEZ e Università di Groningen.

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Di rilevo, inoltre, il Patto per l’agricoltura, la pesca e l’acquacoltura della Provincia della Spezia che individua alcune filiere significative caratterizzanti specifici ambiti territoriali, quali la Val di Vara, la Riviera e le Cinque terre. Gli interventi riguardano la valorizzazione, tutela ed incremento delle produzioni agricole locali, dei prodotti tipici e dei prodotti biologici, il miglioramento delle condizioni di produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, il sostegno agli interventi del settore ittico, aiuti destinati alla trasformazione e commercializzazione dei prodotti della silvicoltura, aiuti alle associazioni di produttori, nel campo dell’agricoltura, pesca ed acquacoltura, per assistenza tecnico/economica, giuridica e commerciale, lo sviluppo dell’offerta formativa specifica, in fase di produzione, trasformazione e commercializzazione.

Il Contratto d’Area di La Spezia, sottoscritto il 22/06/1999, è l’unico localizzato in una Regione del Nord Italia e si caratterizza per la vocazione verso il settore terziario. Esso ha assorbito complessivamente 57, 6 Meuro di cui più di 11 provenienti dalle casse dello Stato, tutti investiti in attività imprenditoriali.

Le imprese che hanno sottoscritto il CdA si concentrano nel comparto dei servizi in senso stretto (50% del totale) con un netta prevalenza di attività legate allo sviluppo di software e alla consulenza informatica nel settore turistico alberghiero (37,5%). Il restante 12,5% delle iniziative riguarda l’elettronica.

1.2.2. La valorizzazione della dimensione urbana e territoriale: i PRUSST 19

I cinque PRUSST attivati sul territorio ligure sono:

1. Aree Centrali e delle valli genovesi, promosso dal Comune di Genova;

2. Riqualificazione dell'affaccio urbano costiero del Comune di Savona - area di centro levante, promosso dal Comune di Savona;

3. L’area centrale La Spezia Val di Magra, promosso dalla Provincia di La Spezia;

4. Riuso dell'ex ferrovia del Ponente Ligure nella tratta Ospedaletti - San Lorenzo al Mare e realizzazione di interventi di riqualificazione urbana, ambientale e paesistica della fascia costiera, promosso dalla Regione Liguria;

5. Sostenibilità, riqualificazione ambientale del processo di trasformazione in atto, promosso dal Comune di Sestri Levante.

Il PRUSST promosso dal Comune di Genova “Aree Centrali e delle valli genovesi” realizzerà entro il 2009, 140 interventi attraverso un investimento di quasi 2.000 Meuro in iniziative volte

alla realizzazione di infrastrutture, insediamenti produttivi e alla riqualificazione ambientale ed

urbana.

In tema di infrastrutture gli elementi essenziali sono rappresentati dal nuovo sistema di scorrimento e dalla linea metropolitana. In tema di insediamenti produttivi l’approccio del programma è orientato alla diversificazione delle attività produttive, confermando la centralità

19

Si veda PRUSST - Programmi di riqualificazione urbana e Sviluppo Sostenibile del Territorio. Pubblicazione del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, Dipartimento per il coordinamento dello sviluppo del territorio, per le politiche del personale e gli affari generali. Direzione generale per le trasformazioni territoriali. Roma luglio 2004.

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del porto e del suo indotto, annettendo primaria importanza all’industria, con particolare attenzione per i comparti avanzati e con il solo vincolo fermo della piena compatibilità ambientale, aprendo nuove prospettive per l’artigianato, i servizi ed il commercio e puntando sulle potenzialità turistiche inespresse.

Il PRUSST “Riqualificazione dell'affaccio urbano costiero del Comune di Savona - area di

centro levante”, sta investendo circa 570 Meuro in 57 iniziative volte alla realizzazione, all’adeguamento e il completamento di alcune importanti infrastrutture, alla realizzazione di un sistema integrato di attività finalizzate alla riconversione di attività produttive in ambito portuale e alla promozione a zona turistico-ricettiva di parte delle zone contigue le aree industriali dimesse.

Il PRUSST “Area centrale La Spezia Val di Magra” promosso dal Comune di La Spezia assorbirà complessivamente oltre 1.000 Meuro investiti in 65 iniziative. Oltre allo sviluppo delle infrastrutture di connessione ed interconnessione e al potenziamento ed alla razionalizzazione delle reti infrastrutturali, il PRUSST prevede interventi volti alla qualificazione dell’ambiente e alla valorizzazione turistica integrata della linea della costa e alla riorganizzazione e qualificazione delle aree portuali.

Il PRUSST promosso dalla Regione Liguria “Riuso dell'ex ferrovia del Ponente Ligure nella

tratta Ospedaletti - San Lorenzo al Mare e realizzazione di interventi di riqualificazione

urbana, ambientale e paesistica della fascia costiera” realizzerà 48 interventi attraverso l’allocazione di circa 660 Meuro. Gli investimenti privilegiano la riqualificazione dell’asse ferrovia-mare avendo come obiettivi: la sostenibilità ambientale degli interventi sul territorio, l’eliminazione della barriera fisica della ferrovia quale vincolo paesistico ambientale, la trasformazione da elemento fisico di divisione ad elemento caratterizzante del territorio.

Il PRUSST “Sostenibilità, riqualificazione ambientale del processo di trasformazione in atto”, promosso dal Comune di Sestri Levante assorbirà complessivamente circa 300 Meuro investiti in 36 iniziative volte a definire le fasce litoranee come nuovo polo di centralità rendendole più adatte alle attuali esigenze turistiche e funzionali al riordino paesistico ed ambientale. Si tratta del recupero di spazi che potranno essere valorizzati come spazi di relazione, elementi di attrazione turistico-commerciale e complessi ambientali con grandi valenze paesaggistiche e turistiche.

Nella seguente tabella si riportano per ciascun PRUSST, le risorse finanziarie assegnate ed il numero di interventi attivati, entrambi distinti fra pubblico e privato.

Tavola 1.6 PRUSST in Liguria: Risorse finanziarie e numero di interventi

Ammontare dell’Investimento (Euro) Numero di interventi

Denominazione ed Ente promotore

Totale Risorse

pubbliche Risorse private

Pubblici Privati

Area centrale e vallate genovesi Comune di Genova

1.993.173.568 1.137.702.890 855.470.678 57 83

Riqualificazione dell'affaccio urbano costiero del Comune di Savona - area di centro levante Comune di Savona

572.656.189 249.494.646 323.161.543 35 22

Area centrale La Spezia Val di Magra Provincia di La Spezia

1.011.265.991 313.668.548 697.597.443 30 35

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Riuso dell'ex ferrovia del Ponente Ligure nella tratta Ospedaletti - San Lorenzo al Mare e realizzazione di interventi di riqualificazione urbana, ambientale e paesistica della fascia costiera Regione Liguria

658.830.464 292.788.816 366.041.648 33 15

Sostenibilità, riqualificazione ambientale del processo di trasformazione in atto Comune di Sestri Levante

302.215.164 103.267.025 198.948.139 27 9

Totale 4.538.141.376 2.096.921.925 2.441.219.451 182 164

Fonte: PRUSST - programmi di riqualificazione urbana e Sviluppo Sostenibile del Territorio.Pubblicazione del Ministero dei

Trasporti e delle Infrastrutture, Dipartimento per il coordinamento dello sviluppo del territorio, per le politiche del personale e gli affari generali. Direzione generale per le trasformazioni territoriali. Roma luglio 2004

1.2.3. I Piani di Sviluppo Locale promossi dai Gruppi di Azioni Locali nell’ambito del

Programma Leader Plus per il 2000-2006.

I Piani di Sviluppo Locale attivati sul territorio ligure sono quattro, promossi rispettivamente dai seguenti Gruppi di Azione Locale (GAL):

� GAL Appennino genovese;

� GAL Valli Bormida e Giovo;

� GAL Aree rurali della Spezia;

� GAL Valli del Ponente.

Relativamente alle attività promosse nei quattro Piani di Sviluppo, ricorre in prevalenza il turismo, al quale si accompagna per il GAL "Appennino Genovese" la realizzazione di servizi sostitutivi per bambini e anziani e per i GAL "Valli Bormida e Giovo e "Valli del Ponente”

iniziative per la promozione di prodotti locali.

Nella tabella seguente sono riportati gli ambiti territoriali e le risorse finanziarie assegnate a ciascun GAL.

Tavola 1.7. PSL – Leader Plus: Ambiti territoriali e risorse

Denominazione GAL Ambito Territoriale Ammontare

dell’investimento (Euro)

Appennino genovese Provincia di Genova - Comuni montani 3.138.645

Valli del ponente Comuni montani della provincia di Imperia, molti dell'area di Albenga e Finale ligure (SV), oltre che alcuni comuni non montani della zona floricola fra Sanremo e Ventimiglia

2.808.135

Valli Bormida e Giovo Comunità montane dell'Alta Val Bormida e del Giovo (Savona) 2.504.291

Aree rurali della Spezia Provincia di La Spezia- Comuni montani- 3.226.970

Fonte: www.agriliguria.net

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Le iniziative principali che ricorrono nei quattro Piani di Sviluppo Locale si riferiscono:

� alla creazione di una rete di strutture ricettive extra-alberghiere di piccole dimensioni, allo scopo di incentivare il turismo residenziale e diffondere il turismo sul territorio;

� al miglioramento della rete commerciale, inserendo elementi di promozione del territorio e dei prodotti tipici;

� alla promozione delle attività sportive legate al territorio;

� ai servizi integrativi per bambini e anziani;

� all’introduzione di forme di e-commerce per i prodotti turistici (commercio elettronico).

Relativamente agli attori coinvolti si assiste ad una composizione qualitativamente e quantitativamente rilevante. I partenariati sono infatti pienamente rappresentativi dei diversi interessi manifestabili dal territorio e, oltre alla presenza delle Province e delle Comunità Montane, si rileva un’ampia partecipazione delle Associazioni di categoria, degli Istituti di credito e delle Cooperative.

1.2.4. I Progetti Integrati

I Progetti Integrati (P.I.)20

nascono dalle esperienze maturate dalla Liguria nel quinquennio di programmazione 1994-1999 e sono stati realizzati utilizzando alcune misure del Doc.U.P Obiettivo 2. Nell’ambito del citato documento, la Regione Liguria ha individuato nel commercio, nel turismo e nella riqualificazione urbana, i campi di intervento prioritari verso i quali indirizzare i Progetti Integrati.

Nell’attuale periodo di programmazione, l’elemento innovativo che caratterizza i Progetti Integrati liguri, è la richiesta complementarietà tra finanziamenti destinati agli operatori privati e le opere realizzate dall’ente pubblico; al riguardo va, infatti, ricordato che i progetti devono necessariamente essere presentati in maniera congiunta.

In base alla Sottomisura del Doc.U.P Obiettivo 2 destinata a finanziare gli interventi, i P.I. liguri possono essere suddivisi, sostanzialmente, in tre tipologie:

1. turismo, finanziati a valere sulla Sottomisura 3.3.A;

2. riqualificazione urbana, finanziati a valere sulla Sottomisura 3.5.A;

3. rivitalizzazione urbana, finanziati a valere sulle Sottomisure 3.5.B e 3.5.C.

Nella seguente tabella si illustrano l’Idea Guida, il contesto territoriale e le azioni poste in essere a seconda della tipologia di Progetto Integrato attivata dal Doc.U.P. Liguria.

20

Fonte: Rapporti Formez “Sostegno alla Progettazione Integrata nelle regioni del Centro Nord” – 2004 - Ricerca finanziata dal PON “Azioni di Sistema Ob.3” – Misura D2 – azione 1

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Tavola 1.8 – Caratteristiche dei P.I. in base alla tipologia

Tipologia di

Progetto Integrato

Idea Guida Contesti territoriali Azioni poste in essere

Turismo Sviluppo delle vocazioni turistiche in un ambito territoriale definito

1. costa, attraverso una sua riqualificazione;

2. paesaggio dell’entroterra, attraverso una sua valorizzazione;

3. ambiti urbani dei centri storici, attraverso un loro recupero ambientale.

� turismo sportivo;

� turismo naturalistico;

� turismo culturale;

� turismo congressuale.

Riqualificazione urbana

Riqualificazione urbana di aree direttamente interessate da rilevanti fenomeni di degrado ambientale a seguito della dismissione di complessi originariamente destinati all’attività produttiva o comunque caratterizzate dall’abbandono o sottoutilizzo degli edifici e degli spazi di relazione, con evidente pregiudizio della qualità dell’ambiente circostante, sottrazione di potenziali risorse per la fruizione pubblica e compromissione del livello di vivibilità nella sua accezione più ampia.

1. aree interne ai tessuti urbani;

2. aree di margine agli insediamenti urbani.

� socio culturali;

� ludico ricreative e sportive;

� economiche di tipo artigianale e/o espositive finalizzate alla valorizzazione e promozione;

� della cultura e delle tradizioni e produzioni locali.

Rivitalizzazione urbana

Riqualificazione e rivitalizzazione di assi e spazi commerciali all’interno di tessuti urbani colpiti da degrado ambientale, economico e sociale, ove sia presente, tuttavia un’elevata concentrazione di PMI commerciali, artigianali, di servizi, ecc.

“centri naturali commerciali” o “centri integrati di via”

� migliorare l’efficienza produttiva, commerciale, logistica e funzionale delle PMI operanti nell’area definita e riunite in forma consortile;

� elevare e qualificare la fruibilità delle aree stesse, attraverso il miglioramento del servizio agli utenti in termini di accessibilità, mobilità, sicurezza, comfort, ecc.;

� qualificare l’immagine dell’ambito attraverso interventi di recupero, nonché riordino degli arredi, delle attrezzature e delle installazioni esterne.

A partire dal 2002 sono stati finanziati in Liguria 60 Progetti Integrati, che hanno interessato, seppur con un’incidenza diversa le quattro Province. Come si evince dalla cartina che segue, il maggior numero di P.I. ha riguardato le politiche di riqualificazione urbana (24), a fronte di 14 P.I. di rivitalizzazione urbana e 22 P.I. per il turismo.

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La distribuzione dei Progetti Integrati fra le province appare molto equilibrata. Il maggior numero di PI è stato finanziato nella provincia di Genova (16). A 15 PI si attestano la provincia di La Spezia ed Imperia ed a 14 la provincia di Savona.

Per i P.I. di riqualificazione urbana si nota, inoltre, la presenza di numerose iniziative proposte per la Val Bormida, in Provincia di Savona, un’area attraversata da profondi fenomeni di riconversione della base economico-produttiva.

Figura 1.5 – Progetti Integrati per tipologia e Provincia

Il modello di progettazione locale integrata individuato dalla Regione Liguria si contraddistingue per una presenza costante dell’ente Regione durante le fasi del processo che conduce all’implementazione dei diversi interventi, mentre la parte attuativa e gestionale è demandata al livello locale e la realizzazione delle operazioni approvate avviene con un ruolo forte da parte del soggetto capofila. In relazione all’ente Provincia va sottolineato che lo stesso non assume alcun ruolo nell’ambito delle fasi attuative dei P.I.21 poiché, attraverso la concentrazione delle responsabilità in capo alla Regione, si tende a stimolare il pieno coinvolgimento del livello istituzionale più vicino al territorio (Comuni o Unione di Comuni). Oltre alla regia e coordinamento, la Regione svolge sui progetti preliminari presentati l’istruttoria formale e quella tecnico economica.

In chiusura si sottolinea come, in generale, nei Progetti Integrati, non si faccia esplicito riferimento ad altre iniziative di sviluppo locale come Patti territoriali, Programmi Leader ecc., ma molto spesso è richiamato il fatto che i P.I. possano inserirsi in ambiti ed iniziative che

21

Durante le fasi di definizione, elaborazione e attuazione dei PI, si attivano forme di concertazione tra la Regione, gli enti locali e le parti economico-sociali.

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hanno già raggiunto un elevato grado di definizione negli strumenti di pianificazione territoriale o che possano attuare un rapporto di complementarietà e sinergia con interventi già attuati, in particolare con i Piani di Riqualificazione Urbana per il Sostegno e lo Sviluppo Territoriale (PRUSST), con il Piano della Costa, con le strade tematiche22 e con le disposizioni inerenti le aree protette23.

1.2.5. Gli Accordi di Programma Quadro

Nell’excursus che descrive i vari strumenti di programmazione per lo sviluppo territoriale attivati in Liguria uno spazio idoneo va assegnato agli Accordi di Programma Quadro.

L’analisi di questa esperienza avverrà in primo luogo operando un raggruppamento degli Accordi, al fine di cogliere gli ambiti di policy perseguiti.

I 27 APQ fanno riferimento a quattro distinte Intese. E’, tuttavia, la prima, sottoscritta nell’Aprile 2000 tra la Regione ed il Governo, a definire quali linee strategiche della programmazione regionale quelle esplicitate dal Programma Regionale di Sviluppo allora vigente. In base a tale strumento, la programmazione regionale per lo sviluppo socio economico del territorio ligure è strutturata in quattro grandi linee strategiche: la competizione Globale, la valorizzazione delle Risorse Locali ed Ambientali, il miglioramento della Qualità della Vita ed il potenziamento della capacità di Governo della Regione.

Al fine di raggiungere i suddetti obiettivi strategici, la Regione Liguria ed il Governo concordano nell’Intesa suddetta di individuare i seguenti settori di intervento:

� infrastrutturazione telematica: informatizzazione e sviluppo;

� infrastrutture e trasporti;

� agricoltura, parchi e foreste;

� ambiente e territorio;

� azioni di sviluppo locale;

� sanità e problematiche socio sanitarie;

� turismo;

� beni culturali.

Le Intese che si sono susseguite negli anni hanno definito gli spazi di operatività degli Accordi di Programma Quadro, richiamando i settori di intervento sopraelencati e aggiungendo nelle Intese 2003-2005 e 2004-2007, la Ricerca scientifica con l’individuazione di due Accordi: “APQ Ricerca Scientifica”, relativo allo sviluppo tecnico-economico affidato al Parco Scientifico e Tecnologico e “APQ Distretto tecnologico per i sistemi intelligenti”.

Fra gli APQ liguri di particolare interesse, quest’ultimo costituisce l’unica esperienza di integrazione finanziaria in cui compaia il FSE fra le diverse fonti di finanziamento. Esso ha come finalità la realizzazione nel territorio ligure di un distretto tecnologico operante nell’ambito di discipline quali l’informatica, l’elettronica, le telecomunicazioni, la

22

Approvate dalla Regione ai sensi della DGR n. 499/200 23

Si veda “I modelli regionali di programmazione” Rapporto Formez 2005, redatto nell’ambito del progetto “Sotegno alla progettazione integrata nelle Regioni del Centro Nord”.

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bioingegneria, la meccanica, la robotica e la ricerca applicata. Le finalità dell’APQ “Distretto tecnologico per i sistemi intelligenti” sono:

� sviluppare attività di ricerca applicata;

� ideare e sviluppare, a partire dai risultati delle ricerche e sperimentazioni, le realizzazioni prototipali;

� effettuare attività di informazione, consulenza e formazione finalizzate sia alla preparazione specialistica di operatori del settore, sia all’aggiornamento professionale in enti e/o imprese;

� promuovere e porre in atto azioni di trasferimento tecnologico alle imprese, anche attraverso la creazione di incubatori di imprese e/o spin-off universitari;

� creare aggregazioni sistemiche tra grande impresa, PMI e Università per accrescere la capacità d’innovazione.

Negli Accordi concernenti il settore delle “Infrastrutture e i trasporti” si distingue l’APQ “Interventi per la mobilità sostenibile” giunto ormai al terzo atto integrativo, e finalizzato ad assicurare la realizzazione di un sistema integrato di trasporti regionali ed il conseguimento dei seguenti obiettivi: privilegiare gli interventi a favore dell’entroterra ligure allo scopo di riequilibrare le sue condizioni rispetto alla situazione territoriale dei comuni costieri e, pertanto, di operare in modo diffuso ed equilibrato tra le diverse realtà territoriali per sostenere lo sviluppo economico dell’entroterra e il miglioramento delle condizioni di vivibilità; sviluppare tutte le più opportune iniziative capaci di impedire il progressivo impoverimento delle aree dell’entroterra e garantire, quindi, un costante e diffuso presidio del territorio, contribuendo a fronteggiare i fenomeni di dissesto del territorio e favorire lo sviluppo di interventi in aree Obiettivo 2 o Phasing Out.

L’ambito di intervento “Infrastrutturazione telematica: informatizzazione e sviluppo” passa per l’ambizioso Accordo “Liguria in rete”, giunto al quarto atto integrativo.

Il primo accordo è stato siglato nell’aprile del 2000 ed era finalizzato a sviluppare la rete telematica e l’informatizzazione della Pubblica Amministrazione regionale/locale ed a supportare l’innovazione della PA, come risposta istituzionale, organizzativa e tecnologica alla spinta innovativa verso una visione delle istituzioni locali che aumentino la propria efficienza e capacità di servizio. I successivi atti integrativi ne costituiscono una evoluzione, ponendo attenzione ai processi formativi e di erogazione di servizi ai cittadini, con particolare riferimento alla fascia di popolazione anziana, attraverso le infrastrutture tecnologiche di rete e il rafforzamento della Società dell’informazione a supporto dello sviluppo socio-economico regionale.

Rispetto all’Accordo di Programma Quadro “Liguria in rete” si segnala il concorso delle misura C4 del POR Liguria Obiettivo 3, nell’attuazione di una linea di intervento dell’Accordo Integrativo “Terza età e Welfare nella società dell’Informazione in Liguria”. Nello specifico ci si riferisce alla promozione di un processo di alfabetizzazione della terza età, al fine di avvicinare i cittadini anziani alle nuove tecnologie per un miglioramento della qualità della vita.

All’interno dell’impianto strategico di tale APQ, ed in particolare della prima linea di intervento, il POR Liguria Obiettivo 3 realizza processi e strumenti di alfabetizzazione che

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tengono conto della particolare tipologia di allievo combinando sessioni in aula informatizzate, con sessioni in rete anche attraverso punti di accesso remoti24.

Numerosi sono gli Accordi riconducibili all’asse “Ambiente e Territorio”, alcuni strettamente connessi alla salvaguardia delle risorse naturali, quali il suolo, la costa e le risorse idriche ed altri volti alla riqualificazione sia dei centri storici dei comuni montani interessati da fenomeni di spopolamento e relativo degrado, sia dell’edilizia universitaria e scolastica.

Due sono gli Accordi del settore “Agricoltura parchi e foreste” e uno è direttamente associabile alla valorizzazione del “Turismo”. E’, tuttavia, necessario sottolineare come la valorizzazione del turismo costituisca un riferimento strategico di molti APQ, direttamente rivolti ad altri settori di intervento, ma attraverso i quali si auspica un beneficio anche per il turismo. E’ questo il caso degli interventi volti al miglioramento del sistema dei trasporti, alla valorizzazione dell’ambiente e del territorio ed alla conservazione del patrimonio culturale.

La valorizzazione dei “Beni culturali” trova spazio in due Accordi, il primo specificamente rivolto alla riqualificazione e al potenziamento generale del Teatro Carlo Felice, il secondo invece più generalmente a:

� sostenere la conoscenza, la conservazione, la valorizzazione, la promozione e la qualificata gestione del patrimonio culturale ligure;

� determinare condizioni favorevoli all’iniziativa imprenditoriale finalizzata direttamente o indirettamente alla conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale;

� determinare sistemi di beni culturali in grado di moltiplicare, diversificare, ampliare l’offerta; superare la logica della programmazione frammentata e separata25.

In ultimo si fa riferimento all’APQ “Azioni di sviluppo locale-infrastrutture e patti

territoriali”, come unico Accordo immediatamente riconducibile all’asset Azioni di sviluppo locale, finalizzato alla realizzazione di interventi infrastrutturali previsti nel Patto territoriale per l’agricoltura, la pesca e l’acquacoltura della Provincia della Spezia e nel Patto territoriale agricolo della Provincia di Imperia, illustrati in precedenza.

Per quanto concerne le risorse finanziarie,26 la politica regionale nazionale ha complessivamente stanziato per la Liguria circa 422 Meuro. Relativamente alla ripartizione per fonte di finanziamento, la quota residua non coperta dai fondi Cipe27, pari a circa il 42%, si ripartisce fra fondi provenienti dal bilancio dello Stato28 (15,7%), dai fondi comunitari29 (2,5%), da fondi dei bilanci regionali, provinciali e comunali (20,7%) e da risorse private (3,3%).

24 Per un’analitica descrizione del Progetto Informatica della Terza età, finanziato dalla misura C4 del POR Liguria

Obiettivo 3, si veda Rapporto di Valutazione Finale ex art 42 del Reg(CE)1260/99, Ecosfera Spa, Settembre 2005 25 Si veda Accordo di Programma Quadro in materia di Beni e Attività Culturali, I Atto Integrativo, Roma 28

Ottobre 2005. 26 Nei valori riportati, non compaiono gli investimenti di tre Accordi di Programma Quadro: Infrastrutture e Patti

Territoriali Agricoli e l’atto integrativo dell’APQ Difesa del suolo, per indisponibilità delle informazioni. 27 I fondi Cipe attraverso le Delibere n.84/2000, 138/2000, 142/99, 135/99, 14/200, 36/2002, 17/2003, 19/2004,

20/2004, contribuiscono per circa i 60%. 28 Risorse del Ministero dell’Ambiente,delle leggi 239/98, 388/00 e 226/99 e dei decreti MAP. 29

Di cui il 2,2% sostenuto dal FESR, il 0,2% dal FSE e il 0,1% dal FEOGA.

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L’analisi della ripartizione delle risorse per settore di intervento mostra come la maggior parte dei finanziamenti si concentrino negli APQ volti alla valorizzazione del settore “Ambiente e territorio”, seguito da quelli volti alla promozione dell’asse “Infrastrutture e trasporti”. Ingenti sono anche le risorse stanziate nei settori meno tradizionali come la “Ricerca scientifica” e l’”Information Technology”, che insieme assorbono quasi il 20% del budget complessivo. Il solo APQ volto direttamente alla valorizzazione del turismo rappresenta in termini di risorse finanziarie quasi l’8% . Circa il 7% si ripartisce fra gli accordi rientranti nei settori “Agricoltura parchi e foreste”, “Azioni di Sviluppo Locale, “Beni culturali” e “Sanità e problematiche socio sanitarie”.

Tavola 1.8 Risorse APQ ripartite per settore di intervento

Risorse Settori di intervento

V. A %

Agricoltura parchi e foreste 1.643.070 0,4%

Ambiente e territorio 174.727.056 41,3%

Azioni di sviluppo locale 6.248.247 1,5%

Beni culturali 13.318.171 3,2%

Infrastrutturazione telematica: informatizzazione e sviluppo 48.469.316 11,5%

Infrastrutture e trasporti 102.247.067 24,2%

Ricerca scientifica 37.667.300 8,9%

Sanità e problematiche socio-sanitarie 5.059.881 1,2%

Turismo 33.181.693 7,9%

Totale complessivo 422.561.801 100,0%

Fonte: Regione Liguria. it, Direzione Centrale Programmazione e Pianificazione Strategica, Servizio Pianificazione Strategica, La Programmazione negoziata alla luce della strategia di Lisbona e degli altri principali Consigli Europei, Documento di lavoro per la predisposizione del Quadro Strategico Regionale, 31.Agosto.2005.

Volendo analizzare gli APQ in relazione al coinvolgimento attivato, nella tavola successiva gli attori, sono stati suddivisi operando una relazione fra tipologia di soggetto e settore dell’Accordo. La percentuale si riferisce al numero dei soggetti attuatori dei singoli interventi contenuti in ognuno degli Accordi. L’analisi mette in luce sia la composizione dei soggetti che operano nel complesso degli Accordi promossi dalla Regione Liguria, sia quella relativa ad ogni settore di intervento. Tavola 1.9 Peso assunto dai soggetti attuatori per i vari ambito di intervento

Settori di intervento APQ Altri

enti ARPA Comuni

Comunità Montane

Enti Parco

Provincie Regione Privati Totale

Agricoltura parchi e foreste 4,3% 60,9% 34,8% 100,0%

Ambiente e territorio 1,2% 1,2% 62,7% 1,2% 11,8% 9,9% 1,2% 10,6% 100,0%

Azioni di sviluppo locale 8,3% 58,3% 33,3% 100,0%

Beni culturali 40,0% 40,0% 20,0% 100,0%

Infrastrutturazione telematica: 52,9% 47,1% 100,0%

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informatizzazione e sviluppo

Infrastrutture e trasporti 67,9% 2,8% 29,4% 100,0%

Ricerca scientifica 100% 100,0%

Turismo 94,3% 3,8% 1,9% 100,0%

Totale 6,2% 0,5% 58,5% 6,2% 7,0% 11,9% 3,2% 6,5% 100,0%

Fonte: elaborazione dati Ecosfera

Complessivamente la maggior parte degli interventi coinvolge Comuni ed in misura più ridotta Amministrazioni provinciali (si vedano i totali di colonna). Di rilievo è anche il ruolo degli Enti Parco, dei Privati e delle Comunità Montane. Meno presenti la Regione ed altri enti.

L’analisi per settori (si considerino le righe della tabella) mostra un elevato grado di coerenza fra settore di intervento e tipologia di soggetto attuatore. Gli Enti Parco, infatti, compaiono negli APQ afferenti i settori relativi all’agricoltura, all’ambiente e territorio e al turismo. La presenza dei privati si concentra nell’information technology, nella cultura e negli interventi volti alla valorizzazione del territorio. La voce “altri enti” si compone principalmente dei soggetti attuatori degli APQ relativi al settore di intervento ricerca scientifica: il parco scientifico e tecnologico regionale, il centro biotecnologie avanzate e la società sistemi intelligenti integrati.

All’analisi fin qui condotta si aggiunge il riferimento alla recente Intesa fra Regione e Governo

relativa alle annualità 2005-2008 che definisce i campi di intervento su cui ripartire le risorse della Delibera Cipe n.35 del 27.05.200530 e ciò sia per completare il quadro fin qui offerto che per offrire elementi utili a delineare lo scenario di integrazione per il futuro settennio di programmazione.

La delibera riserva alla Regione Liguria, una dotazione complessiva per il periodo 2005-2008, pari a 47.324.032 euro, di cui 20 Meuro per Infrastrutture e trasporti, 9,5 Meuro per Ambiente e territorio, circa 5 Meuro da ricomprendere in APQ nel settore ricerca e 3,6 Meuro per interventi nelle città e nelle aree urbane. Il 30% del budget va inoltre destinato ad opere di rilievo strategico.

Nell’Intesa Istituzionale di programma si stabilisce una ripartizione di risorse fra gli Accordi di Programma Quadro illustrata nella tavola seguente (colonna 4).

Tavola 1.10. APQ finanziati dalla Delibera CIPE 35/2005: settori e risorse

APQ Settori Risorse di cui CIPE

35/2005

Rafforzamento della S.I. IV integrativo Infrastrutturazione telematica: informatizzazione e sviluppo

2.922.124 2.572.124

Ricerca Scientifica I Atto Integrativo Ricerca scientifica 2.009.760 2.009.760

Trasporto Ferroviario Infrastrutture e trasporti 5.500.000 5.000.000

Metropolitana di Genova I atto integrativo Infrastrutture e trasporti 32.194.368 15.000.000

30

Si anticipa che di recente approvazione la Delibera CIPE di ripartizione generale del Fondo per le Aree

Sottoutilizzate ex.art.61 delle legge n.289/2002, per il periodo 2006-2009, per un importo complessivo di 6.217,74 Meruo.

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APQ Settori Risorse di cui CIPE

35/2005

Salvaguardia e tutela del territorio III Integrativo Ambiente e territorio 855.000 855.000

Beni e Attività Culturali II Integrativo Beni Culturali 1.908.109 1.500.000

Riqualificazione Urbana IV Integrativo Ambiente e territorio 5.035.921 3.635.968

Tutela delle Acque e Gestione Integrata R.I. II integrativo

Ambiente e territorio 11.980.658 5.000.000

Distretto Tecnologico II Fase Ricerca scientifica 53.000.000 3.000.000

Infrastrutture Turistiche I Integrativo Turismo 5.889.372 4.345.342

Recupero Infrastrutturale ai fini Socio Assistenziali I Integrativo

Sanità e problematiche socio-sanitarie

7.357.721 4.405.838

Totale 128.653.033 47.324.032

Fonte: Delibera Cipe n.35 del 27.05.2005 e Intesta Istituzionale di Programma fra il Governo e la Regione Liguria, relativa alle annualità 2005-2008

Il cofinanziamento degli Accordi fa attestare il budget complessivo su 128,7 Meuro, ripartiti fra i settori di intervento come illustrato nel grafico seguente. Il dato che merita una riflessione è relativo al 43% delle risorse assorbite dagli APQ del settore “Ricerca Scientifica”. Il solo Accordo relativo al Distretto Tecnologico II Fase assorbe, infatti, 53 Meuro, di cui solo 3 cofinanziati dalla delibera Cipe. Ciò mostra la rilevanza strategica attribuita dal Programmatore regionale agli investimenti in ricerca.

Grafico 1.5 Risorse assegnate agli APQ finanziati dalla Delibera CIPE 35/2005 ripartite per settore di intervento

Ricerca scientifica43%

Infrastrutture e trasporti

29%

Tursimo5%

Sanità e problematiche socio-sanitarie

6%

Beni Culturali1%

Ambiente e territorio

14%

Infrastrutturazione telematica:

informatizzazione e sviluppo

2%

Fonte: Delibera Cipe n.35 del 27.05.2005 e Intesta Istituzionale di Programma fra il Governo e la Regione Liguria, relativa alle annualità 2005-2008

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1.3. I DISTRETTI INDUSTRIALI: LA NASCITA DELLE FILIERE PRODUTTIVE

Per chiudere l’analisi del “patrimonio” di esperienze in termini di strumenti atti a facilitare dinamiche di integrazione fra risorse, strumenti e attori, di seguito si presentano i tratti salienti del recente Disegno di Legge Regionale sulla disciplina degli interventi da realizzarsi nell’ambito dei distretti produttivi locali e dei distretti industriali, che modifica la L.R n.33 del 2002 e assegna alle iniziative per il primo anno di entrata in vigore della Legge, 4 milioni di euro.

Complessivamente le modifiche, pur lasciando inalterata la procedura e la metodologia per il riconoscimento e la mappatura delle specializzazioni produttive, sono incentrate su una maggiore liberalizzazione e semplificazione delle modalità di intervento, sul potenziamento del ruolo propulsivo degli organismi distrettuali e sull’incisività degli strumenti di intervento.

Tutte le novità proposte conducono all’integrazione, introducendo regole che promuovono l’auspicabile aggregazione fra soggetti e risorse, finalizzate al perseguimento di una idea di sviluppo condivisa.

Rompendo il criterio della territorialità, la norma introduce il concetto di filiera produttiva come elemento essenziale per lo sviluppo dell’integrazione produttiva e delle reti di imprese: “un

insieme di imprese variamente specializzate, sia manifatturiere che di servizi, sia artigiane che

industriali, che svolgono attività tra loro collegate e integrate”.

Prevede, inoltre, lo stanziamento di fondi espressamente dedicati a sostenere progetti finalizzati all’innovazione, all’internazionalizzazione, all’integrazione ed aggregazione produttiva delle imprese, al coordinamento interdistrettuale, all’animazione economica, anche con le Associazioni di Categoria.

Amplia, inoltre, sotto il profilo giuridico, economico e territoriale il ventaglio dei soggetti beneficiari, prevedendo oltre ai consorzi e alle società consortili, anche le associazioni temporanee di impresa e ogni altra forma di cooperazione tra imprese comunque denominata. Prevede la possibilità di partecipazione, purché non maggioritaria, di soggetti esterni al distretto anche non appartenenti alla medesima filiera produttiva, al fine di consentire alle imprese il libero reperimento delle risorse materiali e immateriali funzionali allo sviluppo della loro competitività.

Infine, si evidenzia l’introduzione del distretto tecnologico regionale definito come “una società

costituita da imprese, enti e centri di ricerca, l’Università, finalizzata ad attività di ricerca,

sviluppo pre-competitivo, trasferimento tecnologico, sviluppo di innovazioni di processo e di

prodotto, internazionalizzazione del mercato”. Sono, inoltre, qualificati come partecipanti gli Enti Pubblici e le Società da loro controllate, con la finalità di favorire lo sviluppo dell’attività dei distretti tecnologici nel territorio.

Di particolare rilievo la disposizione relativa alle agevolazioni finanziarie. Questa prevede, infatti, che i distretti tecnologici possano beneficiare delle risorse assegnate dalla legge, qualora siano oggetto della programmazione comunitaria o negoziata. Tale riferimento faciliterà l’affermarsi delle “prassi” di integrazione fra risorse ordinarie e risorse aggiuntive nazionali e comunitarie.

È accentuato inoltre il ruolo del Comitato di Distretto come organo di raccordo dell’attività dei differenti attori locali e in esso viene introdotto un rappresentante della Provincia territorialmente competente.

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2 LE OPPORTUNITÀ DELLA NUOVA PROGRAMMAZIONE

Prima di delineare lo scenario nel quale si inseriranno le esperienze di integrazione nel settennio 2007-2013 attraverso l’analisi delle principali indicazioni che emergono dai documenti programmatici nazionali e regionali, occorre chiarire la precisa collocazione nel tempo di questo rapporto: E’ancora in corso, anche se in una fase ormai matura, il negoziato relativo alla definizione della politica di coesione per il periodo di programmazione 2007-2013. Il Quadro Strategico Nazionale i cui contenuti sono ispirati a quanto riportato nei Documenti Strategici Nazionali (DSM31 e DSPN32) e Regionali (DSR) ed alle conclusioni emerse dai Tavoli Tematici e dai Gruppi Tecnici33, è stato approvato dalla Conferenza Stato-Regioni. Per la definita stesura del documento e la definizione di un approccio comune, è’ in corso il confronto partenariale con la Commissione Europea. Contestualmente a livello comunitario si è pervenuti alla definita approvazione dei Regolamenti comunitari34 e degli Orientamenti Strategici Comunitari (ex art. 25 del nuovo Regolamento Generale)35; al contempo le Amministrazioni Centrali e Regionali stanno serratamene lavorando per completare la scrittura dei Programmi Operativi. Lo scenario in cui inserire l’analisi del sistema dei vincoli e delle opportunità ha, quindi, contorni ormai sufficientemente definiti e le linee strategiche che lo Stato e le singole Amministrazioni Regionali perseguiranno nel prossimo periodo di programmazione sono state individuate, almeno nei loro tratti fondamentali.

Oggetto, quindi, della presente sezione sarà l’analisi del Quadro Strategico Nazionale36 e del Documento Strategico Regionale della Regione Liguria (DSR)37 ed in particolare, l’attenzione sarà concentrata sulle modalità di integrazione fra soggetti, risorse e strumenti.

A riguardo, è necessario sottolineare che per costruire l’assetto strategico per il 2007-2013 si è messa in campo una “strategia globale” capace di definire le priorità di sviluppo dei territori e le

31

Regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna, Dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione del Ministero dell’Economia , Ministero del Lavoro, Documento Strategico per il

Mezzogiorno, Linee per un nuovo programma Mezzogiorno 2007-2013 dicembre 2005. 32 Comitato di Amministrazioni Centrali per la politica di coesione 2007-2013, Documento Strategico Preliminare

Nazionale- Continuità, discontinuità, priorità per la politica regionale 2007-2013, novembre 2005. 33 Si tratta dei tavoli confronto del partenariato istituzionale e socio-economico e dei gruppi di lavoro attivati al fine

di raccogliere contributi per l’individuazione delle strategie e delle modalità attuative sviluppate nel QSN. 34 Regolamento CE 1083/2006 dell’ 11/07/2006 recante disposizioni generali sul fondo europeo di sviluppo

regionale, sul fondo sociale europeo e sul fondo di coesione che abroga il Regolamento (CE) 1260/99; Regolamento CE 1080/2006 dell’ 11/07/2006 relativo al fondo europeo di sviluppo regionale e recante

abrogazione del regolamento 1783/99; Regolamento CE 1081/2006 dell’11/07/2006 relativo al fondo sociale europeo e recante abrogazione del

regolamento 1784/99; Regolamento CE 1828/2006 dell’08/12/2006 che stabilisce modalità di applicazione del regolamento (CE) n.

1083/2006 del Consiglio recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione e del regolamento (CE) n. 1080/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo europeo di sviluppo regionale.

35 Decisione del Consiglio del 6/10/2006 (2006/702/EC)- sugli orientamenti strategici in materia di coesione.

36 Quadro Strategico Nazionale – Ministero dello Sviluppo Economico- Dipartimento Politiche per lo Sviluppo e

Coesione – Dicembre 2006, Testo approvato dalla Conferenza Unificata Stato-Regione, Repertorio n.1017/CU del 31/12/2006.

37 Documento Strategico Regionale della Regione Liguria del 15/12/2006.

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modalità per perseguirle, ricercando tutte le fonti di finanziamento attivabili e garantendo il loro impiego nel quadro di un’efficiente integrazione programmatica e finanziaria.

2.1. LA BOZZA DEL QUADRO STRATEGICO NAZIONALE: PRIORITÀ ED OBIETTIVI DI

POLICY

Il Quadro Strategico Nazionale è il documento attraverso il quale il Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione del Ministero dell’Economia traccia un paradigma di riferimento a favore delle Amministrazioni coinvolte nella programmazione e gestione degli

interventi della politica regionale aggiuntiva, affinché possano definire e programmare le proprie strategie in sostanziale coerenza con le priorità indicate a livello comunitario e con le esigenze nazionali.

La tabella che segue elenca le dieci Priorità indicate nella bozza di QSN, con l’indicazione dei relativi obiettivi generali di policy.

Tavola 2.1. La bozza di Quadro Strategico Nazionale: priorità e obiettivi di policy

Priorità Obiettivi Generali

Rafforzare, integrare e migliorare la qualità dei sistemi di istruzione, formazione e lavoro e il loro collegamento con il territorio.

Innalzare i livelli di apprendimento e di competenze chiave, l’effettiva equità di accesso ai percorsi migliori, aumentare la copertura dei percorsi di istruzione e formazione iniziale.

Aumentare la partecipazione a opportunità formative lungo tutto l’arco della vita.

1 Miglioramento e valorizzazione delle risorse umane

Migliorare la capacità di adattamento, innovazione e competitività delle persone e degli attori economici del sistemi.

2

Promozione, valorizzazione e diffusione della ricerca e dell’innovazione per la competitività

Rafforzare e valorizzare l’intera della filiera della ricerca e le reti di cooperazione tra il sistema della ricerca e le imprese, per contribuire alla competitività e alla crescita economica; sostenere la massima diffusione e utilizzo di nuove tecnologie e servizi avanzati; innalzare il livello delle competenze e conoscenze scientifiche e tecniche nel sistema produttivo e nelle Istituzioni

3

Uso sostenibile e efficiente delle risorse ambientali per lo sviluppo.

Garantire le condizioni di sostenibilità ambientale dello sviluppo e livelli adeguati di servizi ambientali per la popolazione e le imprese

4

Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l’attrattività territoriale

Promuovere una società inclusiva e garantire condizioni di sicurezza al fine di migliorare, in modo permanente, le condizioni di contesto che più direttamente favoriscono lo sviluppo

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Priorità Obiettivi Generali

5

Valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l’attrattività e lo sviluppo

Valorizzare le risorse naturali, culturali e paesaggistiche locali, trasformandole in vantaggio competitivo per aumentare l’attrattività, anche turistica, del territorio, migliorare la qualità della vita dei residenti e promuovere nuove forme di sviluppo economico sostenibile

6 Reti e collegamenti per la mobilità

Accelerare la realizzazione di un sistema di trasporto efficiente, integrato, flessibile,

sicuro e sostenibile per assicurare servizi logistici e di trasporto funzionali allo sviluppo.

Accrescere l’efficacia degli interventi per i sistemi locali, migliorando la governance e la capacità di integrazione fra politiche.

Promuovere processi sostenibili e inclusivi di innovazione e sviluppo imprenditoriale. 7 Competitività dei sistemi produttivi e occupazione

Qualificare e finalizzare in termini di occupabilità e adattabilità gli interventi di politica attiva del lavoro, collegandoli alle prospettive di sviluppo del territorio

8

Competitività e attrattività delle città e dei sistemi urbani

Promuovere la competitività, l’innovazione e l’attrattività delle città e delle reti urbane attraverso la diffusione di servizi avanzati di qualità, il miglioramento della qualità della vita, e il collegamento con le reti materiali e immateriali

9

Apertura internazionale e attrazione di investimenti, consumi e risorse

Sviluppare la capacità di apertura del sistema economico nazionale e di attuare politiche di rapporti stabili e di radicamento sui mercati internazionali e favorire la localizzazione nel nostro Paese di capitali, investimenti, competenze e flussi di consumo provenienti dall’esterno, di qualità elevata, in grado di dare un contributo allo sviluppo nazionale

10

Governance, capacità istituzionali e mercati concorrenziali ed efficaci

Elevare le capacità delle amministrazioni per la programmazione e gestione della politica regionale aggiuntiva e rafforzare il coinvolgimento del partenariato economico e sociale. Contribuire all'apertura dei mercati dei servizi e dei capitali. Accrescere i livelli di legalità in particolare nei processi della Pubblica Amministrazione

Fonte: Quadro Strategico Nazionale – Ministero dello Sviluppo Economico- Dipartimento Politiche per lo Sviluppo e Coesione – Dicembre 2006, Testo approvato dalla Conferenza Unificata Stato-Regione, Repertorio n.1017/CU del 31/12/2006

Coerentemente all’obiettivo del presente approfondimento tematico, ci si sofferma sull’analisi dei contenuti della bozza del QSN in riferimento alle politiche di valorizzazione del capitale umano ed alla dimensione territoriale della politica regionale.

Per quanto riguarda il primo punto, fatta salva l’identificazione del “Miglioramento e valorizzazione delle risorse umane” quale priorità iniziale, nella declinazione degli obiettivi generali e di quelli specifici si rileva una particolare attenzione ad identificare le azioni volte alle risorse umane come strumenti essenziali al raggiungimento degli obiettivi di policy, il che rende manifesta l’intenzione del Programmatore nazionale di suggerire alle Amministrazioni un impianto strategico che favorisca l’integrazione delle diverse politiche di sviluppo con la valorizzazione del capitale umano, all’interno del quadro finanziario delle politica regionale unitaria.

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Il capitale umano, come si diceva, è centrale per la Priorità “Miglioramento e valorizzazione delle risorse umane”, essendo quest’ultima finalizzata a promuovere la diffusione di elevati livelli di competenze, equità di accesso e capacità di apprendimento continuo della popolazione, coerentemente con gli obiettivi comunitari per il 2010. Ma, al contempo, l’attenzione al miglioramento delle competenze, ritorna in maniera evidente anche in altre Priorità. Nella “Promozione, valorizzazione e diffusione della ricerca e dell’innovazione per la competitività” si conferma la centralità del capitale umano nelle politiche per la ricerca e l’innovazione. Per perseguire la “Competitività dei sistemi produttivi e occupazione” si indica come obiettivo la qualificazione degli interventi di politica attiva del lavoro, finalizzandoli in termini di occupabilità ed adattabilità e collegandoli alle prospettive di sviluppo del territorio. Infine, si segnala la Priorità “Governance, capacità istituzionali e mercati concorrenziali ed efficaci”, per l’attenzione da porre sulla formazione continua del personale delle Amministrazioni.

Nella successiva tabella si riporta la declinazione degli obiettivi della priorità “Miglioramento e valorizzazione delle risorse umane” nei vari obiettivi specifici come indicato dal Quadro Strategico Nazionale.

Tavola 2.2. Priorità 1- Miglioramento e valorizzazione delle risorse umane: Obiettivi Generali e Obiettivi Specifici

Obiettivi Generale Obiettivi Specifico

1

Rafforzare, integrare e migliorare la qualità dei sistemi di istruzione, formazione e lavoro e il loro collegamento con il territorio.

Migliorare la qualità dell’offerta di istruzione-formazione, i risultati dell’apprendimento agevolare la riconoscibilità delle competenze acquisite

Migliorare il governo dell’attuazione, l’integrazione tra i sistemi dell’istruzione e lavoro e il rapporto con il territorio

2

Innalzare i livelli di apprendimento e di competenze chiave, l’effettiva equità di accesso ai percorsi migliori, aumentare la copertura dei percorsi di istruzione e formazione iniziale.

Accrescere il tasso di partecipazione all’istruzione e formazione iniziale contrastando la dispersione e fornendo un’offerta diversificata di percorsi e di opportunità.

Innalzare i livelli medi dell’apprendimento coniugando la promozione delle eccellenze con la garanzia del raggiungimento di un livello minimo di competenze per tutti.

Accrescere la diffusione, l’accesso e l’uso della società dell’informazione nella scuola e nel sistema formativo anche a fini di inclusione, sociale e territoriale.

3 Aumentare la partecipazione a opportunità formative lungo tutto l’arco della vita.

Garantire l’accessibilità a opportunità formative, certificate, per le competenze chiave e la cittadinanza attiva.

Accrescere l’utilizzo di percorsi integrati per l’inserimento e il reinserimento lavorativo

4

Migliorare la capacità di adattamento, innovazione e competitività delle persone e degli attori economici del sistemi.

Sostenere la costruzione di un sistema nazionale di formazione superiore per aumentare la competitività;

Sostenere la politiche di formazione e politiche di anticipazione indirizzate alla competitività delle imprese.

Indirizzare il sistema di formazione continua a sostegno della capacità di adattamento dei lavoratori.

Fonte: Quadro Strategico Nazionale – Ministero dello Sviluppo Economico- Dipartimento Politiche per lo Sviluppo e Coesione – Dicembre 2006, Testo approvato dalla Conferenza Unificata Stato-Regione, Repertorio n.1017/CU del 31/12/2006

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La bozza del QSN riserva la stessa scelta di metodo anche per la dimensione territoriale della politica regionale, declinata nell’ambito di singole priorità attraverso la forte attenzione rivolta alla costruzione di una programmazione e progettazione territoriale, basata sulla valorizzazione delle identità e potenzialità, rintracciabili nelle aree urbane e rurali e nei sistemi produttivi locali.

Inoltre, l’esperienza del periodo 2000-2006, per garantire successo alle esperienze di programmazione territoriale, suggerisce di preferire il coinvolgimento di “soggetti istituzionali forti” detentori o produttori di risorse essenziali. La progettazione integrata dovrà finanziare progetti di qualità, accrescendo la competizione fra i proponenti, ed aprirsi a soggetti forti esterni e centri di competenza nazionale, privati e pubblici, attivando livelli più elevati di programmazione, di area vasta, nazionale e internazionale.

Come si vedrà nel capitolo 3, il contributo metodologico del Rapporto si ispira concretamente all’approccio suggerito dal QSN, proponendo, per le varie priorità prescelte, ipotesi di programmazione ed attuazione che tengono conto della necessità di integrare ambiti core (ad esempio, competitività, ricerca ed innovazione, valorizzazione delle risorse ambientali, ecc.) con azioni trasversali sul capitale umano e suggerendo modalità attuative ispirate a modelli di sviluppo promossi dal basso e quindi con la massima attenzione alla dimensione territoriale.

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2.2. LA BOZZA DI QUADRO STRATEGICO NAZIONALE: LA POLITICA REGIONALE DI

COESIONE UNITARIA

La politica regionale di coesione unitaria comunitaria e nazionale propone un nuovo approccio alla programmazione e gestione delle risorse finanziarie delle Regioni. Essa introduce interessanti innovazioni metodologiche e procedurali quali, a titolo di esempio:

• la politica unitaria attraverso l’integrazione;

• una metodologia standard di programmazione;

• il ruolo di coordinamento forte delle Regioni;

• il rafforzamento della cooperazione interistituzionale;

• il rafforzamento del principio del partenariato.

L’integrazione da parte delle Regioni fra politica ordinaria e politica sostenuta da fonti nazionali e comunitarie rappresenta un passaggio necessario perchè vi sia una programmazione unitaria ed un efficiente utilizzo delle risorse finanziarie pubbliche. Lo Stato italiano e le Regioni, unificando l’azione di programmazione, hanno dato seguito alla riforma della politica di coesione europea.

In tale approccio la bozza del QSN, pur garantendo la necessaria distinzione finanziaria e programmatica richiesta dal carattere di aggiuntività degli interventi, propone che la politica regionale nazionale e comunitaria operi attraverso la piena integrazione con la politica ordinaria e ciò può avvenire:

• sostenendo i medesimi obiettivi;

• orientando e innovando la politica ordinaria;

• valorizzando specifiche opportunità territoriali.

Altro aspetto significativo riguarda il suggerimento di un processo standard di programmazione così come delineato nella bozza di QSN e distinguibile in tre distinti livelli/fasi:

• definizione della strategia;

• individuazione del partenariato e della governance;

• definizione delle modalità di attuazione.

L’Amministrazione che concorre agli obiettivi della politica regionale di coesione unitaria concretizza il processo di programmazione seguendo le fasi sintetizzate nella seguente tabella.

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Tavola 2.3 – La nuova programmazione: il processo, gli strumenti e il partenariato

FASI DEL

PROCESSO STRATEGIA PARTENARIATO E

GOVERNANCE ATTUAZIONE

ESPLICITAZIONE DELLA FASE

Programmazione della strategia specifica (territoriale e/o settoriale) della politica regionale unitaria

Definizione istituzionale delle priorità, degli obiettivi, degli strumenti e delle responsabilità che presuppongono una cooperazione interistituzionale

Specifici strumenti di attuazione con cui la strategia di politica regionale di coesione unitaria si realizza

OUTPUT DELLA FASE

Documento Unitario di Programmazione della politica regionale 2007-2013 contenente:

• obiettivi generali;

• obiettivi specifici;

• programmazione finanziaria unitaria settennale;

• priorità e obiettivi specifici con livelli di cooperazione istituzionale;

• modalità di attuazione della politica regionale di coesione;

• modalità e criteri di individuazione degli strumenti di attuazione.

Adozione dell’Intesa Istituzionale di Programma per il perseguimento degli obiettivi propri di quelle priorità il cui conseguimento presupporrà una cooperazione istituzionale Stato-Regione e/o fra più Regioni. L’Intesa accoglierà anche la definizione delle modalità e le regole con cui si attua tale cooperazione, compresa l’individuazione delle specifiche responsabilità attuative, secondo un processo di condivisione istituzionale

• Accordo di Programma Quadro Stato- Regione quando individuata una modalità attuativa basata sulla cooperazione Stato – Regione

• Accordo di Programma Quadro Interregionale con cui si attueranno interventi a carattere sovraregionale e interregionale, sia ad iniziativa di un’ Amministrazione Centrale, che di più Regioni.

• Accordo di Programma Quadro (Stato-Regione /Interregionale) con cui si attueranno interventi affidati alle Amministrazioni Centrali.

• Documento programmatico, quale strumento in cui le Regioni individueranno gli insieme degli interventi attuati con strumenti diversi. settoriali

Fonte: Quadro Strategico Nazionale – Ministero dello Sviluppo Economico- Dipartimento Politiche per lo Sviluppo e Coesione – Dicembre 2006, Testo approvato dalla Conferenza Unificata Stato-Regione, Repertorio n.1017/CU del 31/12/2006

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Inoltre, a corredo di uno strutturato impianto/processo di programmazione, affinché l’integrazione si realizzi, occorre garantire una “robusta attività” di coordinamento che deve

dispiegarsi a tutti i livelli coinvolti nella programmazione e nella gestione degli interventi e tale necessità si ritiene ancora più stringente per la programmazione dei fondi strutturali che sono articolati su programmi monofondo.

L’attività di coordinamento deve assicurare il confronto sull’attuazione del QSN fra le Amministrazioni Centrali, le Regioni e i rappresentanti del partenariato istituzionale ed economico sociale.

Il presidio in itinere del QSN, ad esempio, è affidato al Comitato Nazionale che segue l’attuazione complessiva della politica regionale di coesione unitaria 2007-2013, valutando i progressi e il percorso di avvicinamento agli obiettivi della strategia di politica regionale di coesione, rilevando ed affrontando le criticità comuni per garantire le migliori condizioni per l’attuazione delle linee strategiche.

Ma il ruolo di coordinamento attribuito alle Regioni deve essere necessariamente accompagnato da un rafforzamento della cooperazione interistituzionale. La Regione diventa il trait

d’union, il catalizzatore di energie e risorse da attrarre sia colloquiando con il livello nazionale ed internazionale che consolidando intese con le Istituzioni locali, che operano direttamente sul territorio. Gli APQ rappresentano ormai lo strumento di programmazione che meglio concretizza il principio di cooperazione interistituzionale nell’ambito dei modelli di sviluppo territoriale.

Infine, diventa negli anni sempre più concreta l’applicazione del principio di partenariato, divenuto ormai un metodo condiviso, efficace e pienamente integrato in tutto il ciclo della programmazione. Questo principio si traduce in metodo e prassi amministrativa attraverso il coinvolgimento dei partner economici e sociali lungo tutto il processo decisionale: nella fase di identificazione delle scelte e priorità, nella traduzione in obiettivi e strumenti, nel monitoraggio e nella valutazione, estendendolo in accordo con la impostazione unitaria del QSN, anche alla componente nazionale della politica regionale aggiuntiva.

Perché ciò si realizzi, è necessario che le Amministrazioni comprendano l’importanza dei contributi che possono venire dal panorama degli interessi organizzati. Allo stesso tempo, i partner economici e sociali devono meglio percepire l’utilità del proprio coinvolgimento attivo nella programmazione, ai fini di una più adeguata rappresentanza degli interessi associativi.

Occorre però non trascurare che una piena attuazione del principio del partenariato comporterà maggiori costi amministrativi e richiederà, quindi, da parte della PA, un corrispondente adeguato investimento organizzativo. A tale fine ogni Amministrazione espliciterà in sede di programmazione operativa, le specifiche modalità organizzative di attuazione del partenariato.

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2.3 LE SCELTE DELLA REGIONE LIGURIA: IL DOCUMENTO STRATEGICO

REGIONALE L’analisi di quanto riportato nel Documento Strategico Regionale della Regione Liguria, si rende necessaria non solo per “misurare” il contributo alla definizione del QSN, ma principalmente per dare conto dell’approccio individuato dalla Regione per perseguire nel 2007-2013 gli obiettivi di policy individuati.

Questi ultimi sono riportati, per completezza d’analisi, nella seguente tabella.

Tavola 2.4. Gli Obiettivi di policy individuati nel Documento Strategico Regionale.

Priorità orizzontali

(investono trasversalmente molti

settori di attività del sistema socio-

economico ligure e sono articolate

in obiettivi specifici)

1. COMPETITIVITA’ DEL SISTEMA ECONOMICO

� Ricerca e innovazione

� Internazionalizzazione

� Ampliamento e rafforzamento della struttura produttiva

� Integrazione e rafforzamento della dotazione infrastrutturale

� Sviluppo della società dell’informazione

2. COMPETITIVITA’ DEL SISTEMA AMBIENTE E TERRITORIO

� Tutela e valorizzazione delle risorse ambientali

� Marketing territoriale

� Rafforzamento della qualità territoriale e urbana

3. SVILUPPO DEL CAPITALE UMANO

� Sviluppo delle risorse umane e crescita dell’occupazione

� Modernizzazione dei sistemi di istruzione e formazione

� Sviluppo delle comunità locali e inclusione sociale

Priorità verticali

(rappresentano i settori target

della realtà ligure verso i quali

sviluppare le priorità orizzontali)

� Porti, logistica

� Agricoltura, floricoltura, pesca

� Politiche abitative

� Sicurezza dei cittadini

� Industri , tecnologie e sistema delle PMI

� Turismo

Premesso che solo quando sarà concluso il processo di programmazione unitario regionale si potranno analizzare compiutamente le scelte fatte della Regione Liguria, si può già da ora cominciare a valutare positivamente le modalità individuate per assicurare l’integrazione fra risorse, soggetti e strumenti.

Due sembrano, in particolare, i principi ispiratori che guideranno le scelte della Regione Liguria nel futuro periodo di programmazione per il perseguimento di obiettivi comuni di sviluppo: il partenariato e la valorizzazione della dimensione territoriale.

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Al fine di raggiungere una maggiore efficacia ed evitare eccessi di ritualità, per la formulazione ed attuazione delle politiche, la Regione Liguria intende, infatti, sviluppare e migliorare rispetto al passato, le modalità di consultazione e di partecipazione dei soggetti portatori di interessi.

L’Amministrazione Regionale ha, infatti, progettato un processo partecipativo, in particolare in accordo con gli Enti provinciali, per le loro competenze in materia di pianificazione territoriale, e con le Amministrazioni comunali, instaurando, in fase di programmazione, un confronto utile a far emergere dalle diverse zone del territorio ligure possibili obiettivi e strategie ed, in fase di attuazione, prevede di perseguire un confronto costante per identificare possibili aree di miglioramento procedurale.

Tale confronto avviene nel pieno rispetto del principio della sussidiarietà. La Regione Liguria, infatti, attribuisce agli Enti locali primari una serie di responsabilità, compatibili con la loro natura, in un rapporto di reciproca interazione e cooperazione nell'esercizio delle rispettive funzioni, promuovendo la maturazione della loro capacità gestionale.

Si stanno, inoltre, individuando le modalità con cui ampliare ed ottimizzare il livello di interazione e di supporto reciproco tra la Regione Liguria e il partenariato locale, moltiplicando le occasioni di confronto su aspetti e temi specifici, in modo da assicurare scelte consapevoli e condivise.

Un maggiore impulso alla concertazione permetterà di perseguire al meglio gli obiettivi generali della “concentrazione” territoriale e della “integrazione” tra le azioni. Data la riduzione e la scarsità di risorse prevedibilmente attribuite per il periodo di programmazione 2007-2013, sarà necessario verificare, anche a livello locale, quali strategie si concentrano e si sovrappongono su alcuni territori e quali azioni strategiche ed integrate riescano a rispondere a obiettivi differenti e multisettoriali.

Diventa, quindi, fondamentale raccordare efficacemente le attività connesse alla programmazione socio economica con la pianificazione urbanistica che, nel fornire importanti orientamenti per la gestione del territorio, consente di costruire progetti integrati che tengano conto non solo della settorialità, ma anche della trasversalità, delle risorse umane, e del territorio nel suo complesso.

La dimensione territoriale assume, in questo scenario, un ruolo centrale nel processo di definizione delle linee strategiche dei progetti prioritari per la programmazione 2007-2013. E ciò per due ragioni fondamentali:

1. il territorio, inteso in senso non solo fisico-geografico ma soprattutto relazionale,

costituisce il capitale su cui si fondano i processi di sviluppo;

2. il territorio quale “contenitore” delle scelte di sviluppo socio – economico e “sistema”

capace di raccordarsi in modo dialettico con le previsioni settoriali e di fornire uno

specifico valore aggiunto attraverso la modalità dei progetti integrati a base

territoriale38

.

La sfida della governance, tuttavia, si presenta particolarmente impegnativa per la Regione. Si dovranno, quindi, patrimonializzare i risultati conseguiti attraverso esperienze importanti di partenariato e di applicazione dei principi di sussidiarietà orizzontale e verticale condotte

38

Cfr Documento Strategico Regionale della Regione Liguria - 15/12/2006

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soprattutto in alcuni comparti, come quelli dei servizi sociali e delle politiche attive del lavoro (si pensi all’esperienza dei Piani di Sviluppo Locale). Queste esperienze si sono, infatti, tradotte nel rafforzamento della capacità di coordinamento della Regione e della capacità operativa degli enti locali. In linea generale si ritiene, quindi, che anche in una situazione di minore disponibilità di risorse possano svilupparsi ulteriormente le forme di partenariato che permettono di combinare in vario modo, con approcci top down e bottom up, le risorse e le disponibilità all’azione dei vari soggetti, pubblici e privati39. In chiusura è utile sottolineare che tra le metodologie di attuazione della programmazione regionale particolarmente interessante è stata quella del “progetto integrato” che implica il coinvolgimento e l’interscambio tra le varie dimensioni che connotano la realtà locale. Al riguardo si ricorda che la Regione Liguria ha promosso, a partire dal periodo di programmazione 1994 – 1999, diverse esperienza in materia di progettazione integrata: dai progetti integrati promossi dal Docup Ob. 2, alla programmazione negoziata con i relativi strumenti, ai Piani di Sviluppo Locale (PSL esempio di “buona prassi” di cooperazione inter-istituzionale tra Regione e enti locali, in particolare per le Province). Questi ultimi, in particolare costituiscono una buona prassi, riconosciuta come tale in ambito comunitario, che è particolarmente coerente con la nuova Strategia Europea. I Piani di Sviluppo Locale, presentano caratteristiche di particolare interesse40 con riferimento all’integrazione di risorse e di azioni che consentono di attribuirgli il ruolo di modalità attuativa guida della programmazione 2007 – 2013. In questa prospettiva il progetto integrato, in generale, e il piano di sviluppo locale, in particolare, costituiscono gli strumenti adatti a porre in essere le linee strategiche individuate dalla Regione. Essi, infatti, costituiscono un momento di forte sinergia interna ed esterna.

39 Cfr. Documento Strategico Regionale della Regione Liguria, bozza del 6 novembre 2006. 40

Cfr. paragrafo 1.1.

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3. LE STRATEGIE E LE MODALITÀ DI INTERVENTO INNOVATIVE PER L’AMPLIAMENTO DELLE DIMENSIONI E DELL’EFFICACIA DELL’INTEGRAZIONE TRA POLITICHE, RISORSE ED ATTORI

L’analisi fin qui condotta permette di disporre delle informazioni utili a suggerire alcuni possibili obiettivi di policy e le relative modalità di attuazione da inserire nell’assetto programmatorio della Regione Liguria per il 2007-2013.

Nello specifico, l’analisi condotta nel primo capitolo ha permesso di “misurare” il patrimonio di esperienze di cui la Regione dispone in termini di programmazione territoriale e, quindi, di prassi consolidate nel favorire processi di integrazione fra politiche, risorse ed attori.

Quanto sviluppato nel secondo capitolo ha consentito di delineare come, prima a livello nazionale e poi regionale, si stia configurando la strategia per il 2007-2013, con particolare riferimento agli ambiti di policy rilevanti e alle modalità individuate per garantire, attraverso un processo di programmazione unitaria ed una “robusta” attività di coordinamento, l’auspicata integrazione.

Nel presente capitolo si individuano alcuni degli ambiti prioritari identificati nel Documento Strategico Regionale della Liguria ed in riferimento a questi si propongono strategie di applicazione che tengano conto dell’opzione ormai imprescindibile di integrazione efficiente delle politiche, delle risorse finanziarie e degli attori nell’ambito di modelli di sviluppo di tipo territoriale.

Per delineare le strategie in cui declinare ciascun ambito prioritario è stato effettuato un lavoro di analisi e progettazione, secondo i passi qui indicati:

�� scelta dell’ambito prioritario - sulla base della congiunta considerazione delle potenzialità di integrazione delle differenti linee di policy e delle specificità del contesto regionale ligure - e sua definizione;

�� analisi degli elementi di contesto;

�� esplicitazione dell’obiettivo generale;

�� excursus sulle esperienze della passata programmazione;

�� identificazione dei modelli di governance;

�� esplicitazione degli obiettivi specifici, delle modalità per perseguirli e delle risorse attivabili.

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Scelta dell’ambito prioritario e sua definizione

Gli ambiti prioritari oggetto della progettazione sono elencati nella seguente tabella accompagnati da una enunciazione più estesa.

Tavola 3.1 - Gli ambiti prioritari prescelti e loro definizione

Ambiti prioritari Enunciazione

Innovazione e ricerca Rendere le aziende liguri protagoniste nei settori ad alto contenuto di conoscenza investendo nella ricerca scientifica e nell’innovazione

Internazionalizzazione Supportare le aziende liguri a vincere la competizione sui mercati globali e rendere appetibile il territorio a nuovi investitori

Rafforzamento della qualità del sistema urbano regionale

Migliorare la vivibilità nei sistemi urbani liguri perché diventino i luoghi elettivi nei quali innestare i processi di sviluppo locale

Tutela e valorizzazione delle risorse ambientali e territoriali come fonte di identità e di sviluppo

Valorizzare il territorio ligure, scrigno di risorse ambientali, perseguendo uno sviluppo sostenibile

Aumento della partecipazione al MdL delle donne favorendo la conciliazione tra lavoro e carichi familiari

Favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per le donne attraverso il miglioramento dell’assistenza alle persone non autosufficienti e dei servizi per la prima infanzia

Società dell’Informazione Puntare ad una Liguria in cui si lavori e si viva meglio grazie alle innovazioni indotte dall’utilizzo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT)

Portualità Rafforzare il sistema portuale ligure quale volano di sviluppo del sistema economico regionale ed efficiente snodo per la logistica delle imprese europee

La scelta è caduta su quelle priorità di tipo orizzontale che si ritengono allo stato attuale decisive affinché si rafforzino processi di sviluppo attivabili dal basso ed ad elevato grado di coinvolgimento. I primi due ambiti (“Innovazione e ricerca” ed “Internazionalizzazione”) sono entrambi strettamente connessi al rafforzamento del sistema produttivo ligure prevedendo interventi finalizzati al recupero della competitività delle imprese ed in generale dei sistemi territoriali. Sono, invece, particolarmente coerenti con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei cittadini della Liguria, altra fondamentale opzione strategica, gli ambiti prioritari del Rafforzamento della qualità del sistema urbano regionale, della Tutela e valorizzazione delle risorse ambientali e territoriali come fonte di identità e di sviluppo, della Società dell’Informazione e dello Sviluppo e della crescita della comunità locali per favorire l’inclusione sociale. I primi tre sono inoltre tipici ambiti attraverso i quali indirizzare anche azioni di puro sviluppo economico territoriale. Infine nell’elenco si propone la Portualità, unica priorità di tipo settoriale che si ritiene comunque decisiva per le sorti della crescita economica dell’intera regione ed anche delle aree che fanno riferimento al sistema logistico ligure per ottimizzare i propri processi di approvvigionamento e distribuzione.

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Analisi degli elementi di contesto

Per ciascun ambito prioritario è stata elaborata una sintetica analisi del contesto di riferimento, mettendo in evidenza alcuni elementi (statistiche socioeconomiche, punti di forza e punti di debolezza, ecc. ) utili a connotare la regione Liguria rispetto all’ambito analizzato ed a far comprendere la strategicità dello stesso.

Esplicitazione dell’obiettivo generale

Il passo successivo riguarda l’esplicitazione dell’obiettivo globale, riferibile all’ambito prioritario. L’obiettivo viene dettagliato illustrando sinteticamente anche le modalità con le quali potrà essere perseguito.

Excursus sulle esperienze della passata programmazione

L’analisi viene arricchita, in questa parte, dalla elencazione e descrizione degli strumenti di programmazione, in particolare quelli tipici dello sviluppo territoriale, utilizzati nel periodo 2000-2006, che mostrano una forte coerenza con l’obiettivo in oggetto. Per tali strumenti viene inoltre messa in evidenza la provenienza delle risorse finanziarie attivate (regionale, nazionale, comunitaria).

Identificazione dei modelli di governance

Altro contributo interessante riguarda le ipotesi elaborate in riferimento ai modelli di governance di supporto alla programmazione ed all’attuazione delle azioni finalizzate al raggiungimento dell’obiettivo generale. Sono infatti identificate sia la struttura della governance di primo livello, ovvero gli attori istituzionali ed economico-sociali che esplicitano gli obiettivi specifici, costruiscono le regole attuative e mantengono il coordinamento, che quella di secondo livello, ovvero i soggetti che attuano la strategia e quindi gestiscono operativamente le azioni. Per ognuno dei due livelli – strategico e attuativo - sono proposte forme a supporto del dialogo e della concertazione.

Esplicitazione degli obiettivi specifici, delle modalità per perseguirli e delle risorse attivabili

L’ultimo step della progettazione riguarda l’elencazione ed illustrazione degli obiettivi specifici attraverso i quali declinare l’obiettivo generale, le tipologie di azione coerenti all’attuazione degli stessi e le risorse finanziarie potenzialmente utilizzabili, tenendo in debito conto l’opzione strategica dell’integrazione ed in particolare il contributo della strategia volta alla valorizzazione del capitale umano, suggerendo possibili azioni che messe a sistema con le altre possano massimizzare l’efficacia dei diversi disegni di sviluppo. Sono identificati inoltre, di volta in volta, quali potranno essere i soggetti che nell’ambito della governance attuativa saranno coinvolti operativamente nella gestione delle azioni.

Il metodo sopra descritto, avendo assunto quale presupposto la ricerca di spazi di integrazione in relazione ai quali si prefigurasse l’incisività del ruolo delle risorse del FSE, restituisce le seguenti indicazioni.

L’ambito prioritario Innovazione e Ricerca è senza dubbio quello nel quale la valorizzazione del capitale umano risulta più centrale per il conseguimento dell’obiettivo generale. Come illustra la seguente tabella sono ben quattro gli obiettivi specifici che prevedono il contributo esclusivo o

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complementare del FSE. Si va dal potenziamento del capitale umano per alimentare l’affermazione dell’eccellenza nella ricerca scientifica e nell’innovazione e per supportare lo sviluppo e la competitività delle imprese liguri in sinergia con le Università, al sostegno alla riaffermazione della leadership nel settore dei servizi sociosanitari specializzati fino ad azioni di formazione per assicurare il consolidamento di una governance regionale per la ricerca e l’innovazione in Liguria.

Per tutti gli altri ambiti, gli investimenti attivabili con il supporto del Fondo Sociale Europeo, si ricollegano ad un unico obiettivo specifico, impostato per progettare una serie di azioni che creino le condizioni di contesto culturale perché l’intero obiettivo generale possa concretizzarsi.

Per l’internazionalizzazione, il potenziamento del capitale umano passa attraverso azioni di formazione continua e viene consigliato per settori, sia tradizionali che innovativi, per i quali si individuino maggiori potenzialità di affermazione sui mercati internazionali e di attrazione di investimenti esteri.

Nell’ambito del rafforzamento della qualità del sistema urbano regionale, sono ipotizzate azioni di inclusione sociale, tradizionale campo di azione del FSE, per migliorare le condizioni di vita delle fasce della popolazione socialmente a rischio.

Per supportare la tutela e valorizzazione delle risorse ambientali e territoriali, un ruolo essenziale va ascritto all’educazione dei cittadini e degli operatori economici al rispetto dell’ambiente e ad un utilizzo ecocompatibile delle risorse del territorio.

L’aumento della partecipazione al Mercato del Lavoro delle donne non può prescindere dalla formazione quale strumento indispensabile ad adeguare le competenze alle esigenze della domanda.

L’affermarsi della Società dell’Informazione ed il relativo miglioramento della qualità della vita passa necessariamente attraverso un’adeguata formazione dei cittadini liguri all’uso dell’ICT.

Infine il consolidamento della vocazione alla portualità della Liguria richiede un costante investimento nel migliorare il patrimonio di competenze delle Risorse Umane operanti nelle realtà portuali per affrontare e vincere le sfide poste dal sistema competitivo.

Tavola 3.2 - Gli ambiti prioritari prescelti e gli obiettivi specifici conseguibili con risorse del FSE

Ambiti prioritari Obiettivi specifici conseguibili con risorse del FSE

Potenziamento del capitale umano attraverso il perseguimento dell’eccellenza formativa al fine di alimentare l’affermazione di un’eccellenza nella ricerca scientifica e nell’innovazione

Supporto con adeguate risorse, attingendo in particolare a finanziamenti comunitari, all’affermazione dell’eccellenza nella ricerca per alimentare lo sviluppo e la competitività delle imprese liguri in sinergia con le Università

Innovazione e ricerca

Sostegno alla riaffermazione della leadership nel settore dei servizi sociosanitari specializzati attraverso l’iniezione di elevate competenze e di tecnologie medicali avanzate

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Ambiti prioritari Obiettivi specifici conseguibili con risorse del FSE

Coordinamento strategico regionale finalizzato ad accrescere le sinergie derivanti da un’azione integrata dei vari centri di eccellenza nella ricerca pura ed applicata esistenti sul territorio ligure

Internazionalizzazione

Potenziamento del capitale umano (formazione continua) nei settori, sia tradizionali che innovativi, con maggiori potenzialità di affermazione sui mercati internazionali e di attrazione di investimenti esteri

Rafforzamento della qualità del sistema urbano regionale

Azioni di recupero e di contrasto all’esclusione per migliorare le condizioni di vita delle fasce della popolazione socialmente a rischio

Tutela e valorizzazione delle risorse ambientali e territoriali come fonte di identità e di sviluppo

Educazione al rispetto dell’ambiente e ad un utilizzo ecocompatibile delle risorse del territorio

Aumento della partecipazione al MdL delle donne favorendo la conciliazione tra lavoro e carichi familiari

Incremento dell’occupazione femminile attraverso la formazione, le agevolazioni all’assunzione ed all’autoimpiego per facilitare l’inserimento e il reinserimento nel Mercato del Lavoro

Società dell’Informazione

Miglioramento della qualità della vita attraverso una piena accessibilità alla rete, promuovendo l’utilizzo di internet quale strumento di lavoro e di svago e formando i cittadini all’uso dell’ICT

Portualità Miglioramento del patrimonio di competenze delle Risorse Umane operanti nelle realtà portuali liguri per affrontare e vincere le sfide poste dal sistema competitivo

Un approfondimento a parte merita il tema relativo all’esigenza di rafforzare il modello organizzativo di supporto alla gestione della politica regionale di coesione unitaria, vista la complessità derivante dalla concreta ricerca dell’integrazione di politiche, risorse ed attori, indispensabile in particolare per attivare un reale sviluppo alimentato dal territorio.

Si tratta di processi che non si attivano autonomamente ma richiedono investimenti di tempo e risorse finanziarie coerenti agli obiettivi prefissati. Costruire una governance regionale che operi in maniera adeguata all’attuazione del Programma è un’esigenza primaria che si deve accompagnare all’attivazione di un processo di partenariato solido e costruttivo. Allo stesso tempo appare indispensabile l’apporto di un sistema integrato di assistenza tecnica e valutazione che operi costantemente in staff alla struttura regionale e agli altri soggetti coinvolti nel partenariato lungo l’intero percorso di programmazione ed attuazione.

Risulta quindi utile cominciare a prospettare, oltre ai possibili ambiti prioritari e le relative modalità attuative, anche le azioni utili ad assicurare alla Regione Liguria un modello organizzativo adeguato ad affrontare le prevedibili sfide della nuova programmazione 2007-2013.

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Obiettivi organizzativi Modalità di intervento Risorse finanziarie da

attivare

Coordinamento strategico regionale finalizzato a presidiare la politica regionale di coesione unitaria

• Progetti di supporto dell’implementazione dei nuovi modelli di governance

• FSE • Risorse regionali

Consolidamento del processo di partenariato

• Struttura permanente di supporto

• Progetti di ottimizzazione della gestione del processo

• FSE • Risorse regionali

Attivazione di un sistema integrato di Assistenza tecnica e Valutazione della programmazione integrata

• Linee di finanziamento dell’Assistenza tecnica e della Valutazione

• FSE

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3.1. LE AZIENDE LIGURI PROTAGONISTE NEI SETTORI AD ALTO CONTENUTO DI

CONOSCENZA INVESTENDO NELLA RICERCA SCIENTIFICA E NELL’INNOVAZIONE Analisi degli elementi di contesto

La perdita di competitività che caratterizza l’Italia non risparmia le imprese liguri. Unica strada da perseguire per differenziare i propri prodotti/servizi, non potendo competere più di tanto sulla struttura e dimensione dei costi di produzione, è quella di investire in modo mirato in ricerca ed innovazione.

La prevalenza di piccole imprese nella struttura del sistema produttivo italiano (solo l’1,5% supera i 30 dipendenti), sostanzialmente analoga anche per la Liguria, non facilita questi processi poiché i modelli organizzativi delle imprese pur flessibili appaiono poco adeguati a governare e supportare processi di innovazione o anche azioni di sviluppo di opportunità imprenditoriali derivanti da risultati della ricerca (brevetti, ecc.). L’incidenza in Liguria degli investimenti delle imprese in Ricerca e Sviluppo (0,60% del PIL nel 2003) appare, infatti, sostanzialmente più bassa di quella messa in evidenza dalle aziende del Nord Ovest (0,91%). Gli investimenti alimentati dalla spesa pubblica, invece, riequilibrano questo gap (0,51% del PIL nel contro lo 0,38% del Nord Ovest) indicando quale può essere la strada per stimolare ricerca ed innovazione: i finanziamenti pubblici quale leva per attirare risorse private.

Grafico 3.1

Graf.3.1A Incidenza della spesa delle imprese in Ricerca e Sviluppo41

Graf.3.1B Incidenza della spesa pubblica in Ricerca e Sviluppo42

0

0,2

0,4

0,6

0,8

1

2000 2001 2002 2003

Liguria Regioni Nord Ovest Italia

0

0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

0,6

0,7

2000 2001 2002 2003

Liguria Regioni Nord Ovest Italia

Fonte: Istat, Statistiche sulla ricerca scientifica Fonte: Istat, Statistiche sulla ricerca scientifica

Il numero di addetti regionali al settore della Ricerca e Sviluppo (3,1 ogni mille abitanti) è leggermente più elevato rispetto al dato nazionale (2,8) e inferiore rispetto alla media delle Regioni del Nord Ovest (3,5), mentre i dati sulle imprese ad alta e medio-alta tecnologia evidenziano una crescita essenzialmente concentrata nel settore dei servizi, sia per effetto di un crescente processo di esternalizzazione, sia per la nascita di nuove attività di servizio43.

41 Spese per ricerca e sviluppo delle imprese pubbliche e private in percentuale del PIL. 42 Spese per ricerca e sviluppo della Pubblica Amministrazione e dell'Università in percentuale del PIL 43

Cfr. Istat, Regione Liguria, Unioncamere Liguria, Annuario statistico regionale. Liguria 2005.

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Tavola 3.3 – Liguria. Imprese manifatturiere e di servizi “tecnologiche” registrate al 31 dicembre

Settore manifatturiero Servizi

Anni V.A. Var. % V.A. Var. %

1998 4.265 - 2.097 -

1999 4.286 0,5 2.194 4,6

2000 4.263 -0,5 2.286 4,2

2001 4.304 1,0 2.425 6,1

2002 4.301 -0,1 2.505 3,3

2003 4.280 -0,5 2.590 3,4

2004 4.225 -1,3 2.781 7,4

Fonte: Infocamere

Un punto di forza rilevante, però, è costituito dai giacimenti di competenze resi disponibili dalle Università, dagli Enti di ricerca ed in generale dall’alta scolarizzazione del capitale umano ligure. I laureati, infatti, pesano sul totale della forza lavoro per il 13,3% a fronte di un dato nazionale pari al 11,4%. Più elevato rispetto alla media nazionale – e in linea con le altre regioni del Nord Ovest – è anche il numero di laureati in discipline scientifiche e tecnologiche (11,6 ogni mille abitanti in età 20-29 anni), che rimane comunque inadeguato rispetto agli standard europei.

Manca però un sistema di regole che governi la filiera che dalla ricerca arriva all’applicazione dell’idea ed allo sviluppo dei relativi modelli di business. Infatti appare ancora poco strutturata una governance che metta insieme in maniera integrata e coerente le risorse rese disponibili dalla spesa pubblica con gli sforzi degli Enti di ricerca, delle Università e delle aziende, definendo una strategia comune e limitando eventuali sovrapposizioni ed inefficienze.

Esplicitazione dell’obiettivo

La promozione della ricerca scientifica di base ed applicata e dell’innovazione di processo e di prodotto deve essere perseguita attraverso il finanziamento di progetti mirati in grado di produrre un reale valore aggiunto.

Tali azioni devono però essere coordinate in maniera integrata implementando un adeguato modello di governance che definisca strategie univoche e coerenti, integri le risorse e ne renda efficiente l’utilizzo. Risulta quindi indispensabile evitare interventi a pioggia e concentrare le risorse sui settori nei quali il sistema imprenditoriale ligure evidenzia posizioni di leadership, al fine di mantenere e rafforzare la competitività delle relative aziende.

La Regione deve assumere il ruolo di coordinamento di tale governance facendo interagire le Istituzioni, le Università, gli Enti di ricerca, i Distretti tecnologici e le aziende ed integrando la filiera che dai progetti di ricerca ed innovazione conduce all’applicazione pratica dei relativi risultati.

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Risulta inoltre indispensabile attrarre capitali privati, anche provenienti da investitori extra regionali, migliorando le attitudini presenti presso gli Enti di ricerca e le Università prestate alle attività di fund raising. Al contempo lo sviluppo dell’autoimprenditorialità di giovani ricercatori può favorire la nascita di nuove iniziative nei settori ad alto contenuto di conoscenza, un processo indispensabile a riqualificare il tessuto produttivo ed a renderlo meno vulnerabile alla concorrenza innescata dalla globalizzazione dei mercati.

La Liguria dispone presso le Università e gli Enti di ricerca dei giacimenti di conoscenza indispensabili a perseguire questo obiettivo e deve, da un lato migliorare ulteriormente la qualità del capitale umano attraverso azioni di sviluppo dell’eccellenza nella ricerca di base ed applicata e dall’altro favorire l’adeguamento dei modelli organizzativi aziendali perché supportino i processi di innovazione ed in generale il cambiamento finalizzato al recupero della competitività.

L’obiettivo strategico sopra declinato può essere così sintetizzato:

Le esperienze poste in essere nel territorio regionale dal 2000 al 2006

Gli Accordi di Programma Quadro, come si evince dalla seguente tabella, sono i principali strumenti attivati nell’attuale periodo di programmazione a supporto della ricerca scientifica.

Tavola 3.4 – Strumenti della programmazione negoziata

Provenienza dei fondi attivati Strumenti posti in essere dalla Regione dal 2000 al 2006

regionali nazionali comunitari

�� APQ - Ricerca Scientifica √ √

�� APQ - Distretto Tecnologico per i sistemi intelligenti √ √ √

�� POR Obiettivo 3 Progetto: “Interventi integrati post-laurea” Misure C3 e D4

L’APQ “Ricerca scientifica” realizza un progetto integrato di ricerca biotecnologica, in particolare nel settore biomedico, e di sviluppo di unità operative di diagnostica avanzata che effettuino contemporaneamente attività cliniche ed attività di ricerca. Il progetto ha come risultato la realizzazione di un Clinical Research Center sul modello dei centri attivi in altri paesi avanzati, e di incubatore di idee e di imprese operanti nel campo della ricerca.

Promuovere la ricerca scientifica di base ed applicata e l’innovazione di prodotto e di processo nei settori in cui il sistema produttivo regionale detiene consolidate posizioni di leadership, concentrando gli investimenti pubblici e privati, per rafforzare la posizione competitiva dei sistemi produttivi, utilizzando al meglio i giacimenti di competenze resi disponibili dalle Università, dagli Enti di ricerca ed in generale dall’alta scolarizzazione del capitale umano ligure.

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L’APQ “Distretto Tecnologico”, che costituisce di fatto l’unica esperienza di integrazione finanziaria in cui fra le fonti di finanziamento compare il FSE, ha come finalità la realizzazione nel territorio regionale di un distretto tecnologico per:

• sviluppare attività di ricerca applicata;

• ideare e realizzare prototipi a partire dai risultati delle ricerche e sperimentazioni sopra indicate;

• effettuare attività di informazione, consulenza e formazione finalizzate sia alla preparazione specialistica di operatori del settore sia all’aggiornamento professionale in enti e/o imprese;

• promuovere e porre in atto azioni di trasferimento tecnologico alle imprese anche attraverso la creazione di incubatori di imprese e/o spin-off universitari;

• creare aggregazioni sistemiche tra grande impresa, PMI e Università per accrescere la capacità d’innovazione.

Rispetto agli interventi riconducibili alla valorizzazione del capitale umano si segnala la buona pratica del progetto “Interventi integrati post-laurea” finanziato dalle Misure C3 e D4 del POR Obiettivo 3, per promuovere e rafforzare il collegamento tra ricerca e alta formazione.

Il progetto finanzia interventi integrati di formazione successivi al conseguimento della laurea e della laurea specialistica (a valere sulla Misura C3) che prevedano eventuali percorsi di accompagnamento al lavoro nel settore della ricerca e della metodologia avanzata attraverso borse di studio per attività di specializzazione e diffusione dell’innovazione tecnologica, collocazione temporanea presso le imprese, mobilità geografica assistita (a valere sulla Misura D4).

Il bando ha privilegiato i progetti proposti da partenariati universitari e/o partenariati transnazionali che permettano di attivare visite di studio all’estero, stage transnazionali, percorsi di accompagnamento al lavoro in ambito internazionale.

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Modello di governance

I Soggetti istituzionali che, attraverso azioni di dialogo e concertazione (nella forma d’intese istituzionali, Accordi di Programma Quadro), supportate da adeguati strumenti di monitoraggio e sistemi di valutazione, individuano la strategia e definiscono gli obiettivi specifici e le relative modalità di intervento sono: Regione, Province, Università, Ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca Scientifica, Ministero per l’Innovazione Tecnologica e Ministero delle Attività produttive.

I principali attori locali coinvolti nella attuazione degli interventi attraverso Piani di Sviluppo Locale, inseriti nella più ampia cornice di un APQ Regionale, sono: Regione, Province, Università, Enti di ricerca, Distretti tecnologici ed Imprese

La struttura in cui si articola il modello di governance è illustrata nella seguente figura. Figura 3.1: Modello di governance

RegioneLIVELLO

STRATEGICO

Province MIUR

Università MAP

RegioneLIVELLO

ATTUATIVO

Province Università

Enti di ricerca Imprese

MIT

Distretti tecnologici

Obiettivi specifici, modalità per perseguirli e risorse da attivare

L’obiettivo di promuovere la ricerca e l’innovazione può essere declinato in una serie di obiettivi specifici per ciascuno dei quali sono ipotizzate le modalità di intervento, le risorse finanziarie attivabili e gli attori locali da coinvolgere nell’attuazione e realizzazione degli interventi.

Il potenziamento del capitale umano, finalizzato a favorire la valorizzazione dell’eccellenza nella ricerca scientifica e nella innovazione, può essere perseguito attraverso azioni di alta formazione e attraverso l’erogazione di borse di ricerca utilizzando risorse del FSE e le linee di finanziamento attivate dallo Stato. Nell’attuazione di tali interventi, oltre alla Regione ed alle Province è prevedibile il coinvolgimento delle Università, dei Centri di ricerca, dei Distretti tecnologici e degli Istituiti scolastici superiori.

L’affermazione dell’eccellenza della ricerca può essere raggiunta, oltre che accrescendo le competenze delle Risorse Umane anche finanziando progetti ad alto impatto con risorse adeguate ed utilizzate in modo mirato. Tali progetti, che devono operare sia nella ricerca di base che in quella applicata, possono attingere ai fondi strutturali (FSE e FESR), a risorse regionali e

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dello Stato, coinvolgendo, a seconda dei casi, oltre alla Regione ed alle Province, Università, Enti di ricerca, Distretti tecnologici ed imprese liguri.

I settori tradizionali dell’industria regionale necessitano di investimenti in innovazione di processo e di prodotto per mantenere la propria capacità competitiva. Le imprese devono essere supportate sia nella capacità di gestire progetti di innovazione che nell’implementazione degli stessi. Oltre al FESR, possono essere utilizzati fondi stanziati dalla Regione e dallo Stato centrale, con il coinvolgimento attuativo della Regione e delle Province oltre che delle imprese promotrici dei progetti.

Un sostegno all’autoimprenditorialità nel campo della ricerca risulta utile a favorire la nascita di aziende operanti in aree ad alta intensità di conoscenza ed in generale a trasformare i risultati della ricerca in opportunità di business. La Regione attraverso fondi FESR, FAS e altre risorse statali può farsi attuatore di tali azioni in accordo con le Università, i Centri di ricerca, i Distretti tecnologici e le aziende che possono nascere da tali iniziative imprenditoriali.

La promozione della ricerca e dell’innovazione richiede si perfezioni un adeguato modello di governance sotto il coordinamento della Regione. Un coordinamento strategico regionale finalizzato ad accrescere le sinergie derivanti da un’azione integrata dei vari centri di eccellenza nella ricerca pura ed applicata esistenti sul territorio ligure. Tale azione di sistema può essere finanziata dal FSE e/o da risorse regionali.

Altra azione di supporto riguarda lo sviluppo della capacità degli attori della ricerca di catalizzare finanziamenti sui propri progetti. Si tratta di rafforzare le competenze di fund raising del management degli enti di ricerca e delle Università utilizzando risorse FESR, regionali e nazionali.

La Liguria deve riaffermare la propria leadership nel settore dei servizi sociosanitari specializzati. E ciò può avvenire attraverso l’iniezione di elevate competenze e di tecnologie medicali avanzate operate dalle principali strutture ospedaliere pubbliche e private. Una tale linea di azione può essere realizzata attivando fondi FSE, risorse regionali e nazionali.

La tabella seguente raccoglie le informazioni sopra illustrate.

Tavola 3.5 – Obiettivi specifici

Obiettivi specifici Modalità di intervento Risorse finanziarie

da attivare Attori locali

Potenziamento del capitale umano attraverso il perseguimento dell’eccellenza formativa al fine di alimentare l’affermazione di un’eccellenza nella ricerca scientifica e nell’innovazione

• Azioni di alta formazione

• Borse di ricerca

• FSE • Risorse nazionali

• Regione • Province • Università • Istituti Scolastici

Superiori • Enti di ricerca • Distretti tecnologici

Supporto con adeguate risorse, attingendo in particolare a finanziamenti comunitari, all’affermazione dell’eccellenza nella ricerca per alimentare lo sviluppo e la competitività delle imprese liguri in sinergia con le

• Progetti di ricerca di base ed applicata

• FSE • FESR • Risorse regionali • Risorse nazionali

• Regione • Province • Università • Enti di ricerca • Distretti tecnologici • Imprese

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Obiettivi specifici Modalità di intervento Risorse finanziarie

da attivare Attori locali

Università

Spinta alla diffusione dell’innovazione di processo e di prodotto nelle imprese del sistema economico ligure, concentrando le risorse in particolare nei settori tradizionali dell’industria regionale (cantieristica, elettromeccanica e siderurgia)

• Progetti di innovazione di processo e di prodotto

• Progetti di innovazione organizzativa per la gestione dei processi di implementazione delle innovazioni

• FESR • Risorse regionali • Risorse nazionali

• Regione • Province • Imprese

Sostegno all’autoimprenditorialità nel campo della ricerca ed alla connessione fra industria e ricerca per la realizzazione di idee innovative, in particolare nelle aree di business ad alta intensità di conoscenza

• Azioni di sostegno all’autoimprenditorialità per business innovativi

• FESR • FAS • Risorse nazionali

• Regione • Centri di ricerca • Distretti tecnologici • Università • imprese

Coordinamento strategico regionale finalizzato ad accrescere le sinergie derivanti da un’azione integrata dei vari centri di eccellenza nella ricerca pura ed applicata esistenti sul territorio ligure

• Progetti di implementazione di modelli di governance

• FSE • Risorse regionali

• Regione

Accrescimento della capacità da parte dei enti di ricerca operanti sul territorio regionale di attrarre investimenti provenienti dal settore privato

• Azioni finalizzate ad ottimizzare il fund raising dei enti di ricerca

• Azioni di fund raising

• FESR • Risorse regionali • Risorse nazionali

• Regione • Enti di ricerca • Distretti tecnologici • Università

Sostegno alla riaffermazione della leadership nel settore dei servizi sociosanitari specializzati attraverso l’iniezione di elevate competenze e di tecnologie medicali avanzate

• Azioni di reclutamento di capitale umano

• Investimenti in tecnologie medicali avanzate

• FSE • Risorse regionali • Risorse nazionali

• Regione • Enti di ricerca • Università • AASSLL • Strutture ospedaliere • Imprese

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3.2. SUPPORTARE LE AZIENDE LIGURI PER VINCERE LA COMPETIZIONE SUI

MERCATI GLOBALI E RENDERE APPETIBILE IL TERRITORIO A NUOVI INVESTITORI

Analisi degli elementi di contesto

Le esportazioni delle aziende liguri come di quelle italiane hanno subito negli ultimi anni un significativo calo (la quota di export italiano sul commercio internazionale è passata dal 4,5% del 2000 al 2,9% del 2004).

I dati riportati nei grafici successivi evidenziano come la Liguria, rispetto al contesto nazionale e, soprattutto, a quello delle regioni del Nord Ovest, sia caratterizzata da livelli di esportazione piuttosto ridotti e come, nel corso degli ultimi anni, abbia registrato un ulteriore calo della propria “propensione all’export”. La contrazione sembra aver interessato in misura particolarmente marcata i prodotti ad elevata crescita della domanda mondiale, evidenziando la difficoltà del sistema produttivo a competere sul mercato globale. Grafico 3.2

Graf. 3.2A: Capacità di esportare44

Graf. 3.2B: Capacità di esportare prodotti a elevata o crescente produttività

45

0

5

10

15

20

25

30

2001 2002 2003 2004

Liguria Regioni Nord Ovest Italia

0

10

20

30

40

2001 2002 2003 2004

Liguria Regioni Nord Ovest Italia

Fonte: Istat, Conti economici territoriali, Statistiche del commercio estero

Fonte: Istat, Statistiche del commercio estero

La globalizzazione dei mercati ha, infatti, incrementato la competizione nei settori con produzioni a bassa tecnologia ma la crisi ha colpito anche aziende operanti in settori a maggior valore aggiunto (meccanica e auto), anche a causa dell’effetto indotto dal riposizionamento degli investitori operanti nei paesi maggiormente industrializzati.

La ripresa della competitività richiede significativi investimenti in formazione per preparare il personale delle aziende liguri ad affrontare le sfide dell’economia globalizzata. In Italia, nonostante i progressi registrati nel corso degli ultimi anni, i livelli di formazione continua e

44

Valore delle esportazioni di merci in % del PIL. 45

I settori considerati sono: DG-Prodotti chimici e fibre sintetiche e artificiali; DL-Macchine elettriche ed apparecchiature elettriche, ottiche e di precisione; DM-Mezzi di trasporto; KK- Prodotti delle attività informatiche, professionali ed imprenditoriali; OO-Prodotti di altri servizi pubblici, sociali e personali.

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79

permanente degli adulti continuano ad attestarsi su livelli insufficienti a garantire alla forza lavoro un sistematico rafforzamento e adeguamento delle proprie conoscenze.

Grafico 3.3 - Adulti che partecipano all'apprendimento permanente46

0

1

2

3

4

5

6

7

2001 2002 2003 2004 2005

Liguria Regioni Ob.3 Italia

Fonte: Istat, Rilevazione continua sulle forze di lavoro

Un ruolo cruciale riveste anche la ristrutturazione dell’incidenza dei costi della supply chain ed in questo gioca un ruolo essenziale l’efficienza del sistema di mobilità delle persone e delle merci. Da questo punto di vista la Liguria rappresenta il principale terminale portuale dell’Italia settentrionale e dell’Europa (Porti di Genova, Savona e La Spezia) ma la rete infrastrutturale di comunicazione che si diparte da tali hub marini presenta alcune strozzature (congestione della rete autostradale e statale, carenza collegamenti aerei, saturazione delle linee ferroviarie di valico, ecc.) alle quali risulta indispensabile porre rimedio. Secondo i dati dell’Istituto Tagliacarne (cfr. Graf. 3.4), la dotazione infrastrutturale regionale, rispetto alla media nazionale, risulta comunque sostanzialmente positiva, con il dato di eccellenza relativo al sistema portuale e valori significativi - sebbene in presenza degli elementi di problematicità sopra ricordati - anche per quanto riguarda la rete stradale e quella ferroviaria. Un minor livello di dotazione, inferiore rispetto alla media delle regioni del Nord Ovest, si rileva invece con riferimento agli aeroporti, agli impianti e alle reti energetico-ambientali, alle reti bancarie e servizi vari. L’orografia del territorio, inoltre, pone limiti all’utilizzo di spazi destinabili ad uso produttivo, la qual cosa impone il riutilizzo di aree dismesse e la messa in efficienza di quelle operanti.

46

Percentuale della popolazione 25-64 anni che frequenta un corso di studio o di formazione professionale

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80

Grafico 3.4 – Indicatori delle infrastrutture economiche (2004)47

0

250

500

750Rete stradale

Rete ferroviaria

Porti

AereoportiImpianti e reti energetico amb.

Strutt. e reti per telefonia etelematica

Reti bancarie e servizi vari

Liguria

Nord Ovest

Italia

Fonte: elaborazione su dati Istituto Tagliacarne

Una leva utile ad alimentare lo sviluppo locale poteva essere la legge sui distretti (nr. 33 del 2002) che però ha evidenziato notevoli difficoltà attuative, sia per la cultura scarsamente cooperativa delle aziende coinvolte che per la farraginosità degli iter previsti dalla normativa. Tale legge è stata recentemente modificata per minimizzare l’impatto delle criticità sopra descritte (cfr par. 1.4.).

Un ruolo positivo può essere svolto dalle notevoli risorse artistiche ed ambientali nell’assicurare un plus all’attrattività del territorio ligure nei confronti degli investitori.

Infine, ma questo è un punto di debolezza nazionale, nel benchmarking territoriale operato dagli investitori, l’alta incidenza degli oneri fiscali e contributivi rende scarsamente appetibile la localizzazione delle iniziative imprenditoriali nel territorio ligure.

Esplicitazione dell’obiettivo

Per le istituzioni che presidiano il territorio, l’internazionalizzazione delle imprese ed il marketing territoriale sono due facce della stessa medaglia. Gli attori locali devono essere in grado di facilitare l’insediamento e lo sviluppo delle realtà imprenditoriali, da un lato rendendo disponibili economie di sistema che aiutino le imprese a competere sui mercati globali e dall’altro attraendo risorse sia finanziarie (investimenti) che umane (competenze).

La spesa pubblica può migliorare l’infrastrutturazione del territorio attraverso il potenziamento dei sistemi logistici, delle reti di telecomunicazione, delle aree industriali. Ma deve anche intervenire a sostenere l’adeguamento delle competenze delle risorse umane che operano sui processi di internazionalizzazione con efficaci azioni formative.

47

Gli indicatori sono calcolati ponendo pari a 100 la media nazionale.

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81

Ulteriori misure adottabili dalle Istituzioni locali riguardano la semplificazione amministrativa, l’offerta di agevolazioni fiscali, l’accoglienza e la comunicazione istituzionale, tutte iniziative che sinergicamente possono rendere appetibili i territori liguri a nuovi investitori.

Nella competizione di marketing territoriale con altre realtà, il plus di buona parte della regione è certamente costituito dall’attrattività di un territorio ricco di risorse storico-artistiche, ambientali e paesaggistiche. Le risorse umane che operano nei settori ad elevato contenuto di conoscenza, di solito con elevato standing, sono sensibili alla qualità della vita ed alla vivibilità dei contesti urbani. Le Istituzioni, per attrarre i cervelli oltre che i capitali, devono valorizzare e comunicare questo punto di forza proprio della Liguria.

Una sintesi dell’obiettivo strategico sopra declinato viene riportata nel seguente box:

Le esperienze poste in essere nel territorio regionale dal 2000 al 2006

Nel corso dell’attuale programmazione 2000-2006, gli investimenti finalizzati al recupero di competitività del sistema produttivo ligure sono principalmente riconducibili a due Accordi di Programma Quadro, come illustra la tabella seguente.

L’APQ “Interventi per la mobilità sostenibile” è finalizzato a rafforzare l’integrazione dei trasporti regionali anche allo scopo di migliorare le condizioni per lo sviluppo dell’entroterra ligure ed impedire il progressivo impoverimento delle aree interne.

L’APQ “Studi di fattibilità per il riutilizzo di aree destinate ad insediamenti socio-produttivi” punta alla riconversione di alcune aree di rilevante interesse regionale - Cornigliano, area produttiva nell’area ex-Acna di Cengio ed alcune aree della provincia di Savona – realizzando insediamenti socioproduttivi strategici, compatibili dal punto di vista ambientale.

Tavola 3.6 – Strumenti della programmazione negoziata

Provenienza dei fondi attivati Strumenti posti in essere dalla Regione dal 2000 al 2006

regionali nazionali comunitari

�� APQ - Interventi per la mobilità sostenibile (I,II atto integrativo )

√ √

�� APQ - Studi di fattibilità per riutilizzo di aree destinate ad insediamenti socio-produttivi

√ √

Favorire i processi di infrastrutturazione materiale ed immateriale del sistema produttivo ligure, minimizzare le diseconomie conseguenza di prescrizioni burocratico-normative ed al contempo salvaguardare e valorizzare le risorse ambientali e culturali del territorio per accrescere la competitività delle imprese e la loro propensione ad esportare, attrarre investimenti ed accogliere e trattenere capitale umano con alte aspettative relativamente alla qualità della vita (internazionalizzazione delle imprese e marketing territoriale)

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Provenienza dei fondi attivati Strumenti posti in essere dalla Regione dal 2000 al 2006

regionali nazionali comunitari

�� APQ – Liguria in rete √ √

�� Patti Territoriali √ √

�� Distretti √

�� Contratto d’Area di La Spezia √

�� PRUSST - Riqualificazione dell'affaccio urbano costiero del Comune di Savona

�� PSL √

A parte i due APQ citati, anche gli Accordi di Programma Quadro che riguardano l’informatizzazione della PA e la messa in rete di servizi per i cittadini e le imprese (Liguria in rete) rappresentano un importante contributo al miglioramento della competitività del sistema ligure.

Una certa coerenza con l’obiettivo di policy della competitività è riconducibile anche alle azioni previste dai Patti territoriali e dal Contratto d’Area di La Spezia che, attraverso incentivi alle imprese ed interventi infrastrutturali, puntano a ridare slancio a particolari aree del territorio regionale ed al settore del turismo.

La legge 33/200248, che si inserisce nel quadro della politica rivolta alla valorizzazione dell’attrattività dei territori, ha finanziato l’introduzione dei distretti industriali e dei sistemi produttivi locali, identificati con criteri collegati alle vocazioni territoriali:

• Genova (cantieristica, elettronica, meccanica-metallurgia) • Savona (vetro-ceramica e fabbricazione mezzi di trasporto) • Tigullio (nautica-gomma e taglio, modellatura e finitura della pietra) • La Spezia (cantieristica, lavorazione della pietra) • Imperia (agroalimentare)

Il PRUSST “Riqualificazione dell'affaccio urbano costiero del Comune di Savona”, inoltre, attiva investimenti infrastrutturali ma anche azioni integrate finalizzate alla riconversione di attività produttive in ambito portuale e alla promozione a zona turistico-ricettiva di parte delle zone contigue le aree industriali dimesse.

Per la crescita della competitività dell’industria turistica, si segnalano buona parte dei PSL finanziati dal POR Obiettivo 3 a valere sui due bandi 2001/2003 e 2003/2005, che attraverso

48

Attualmente è all’esame del Consiglio Regionale il progetto di modifica di tale legge. Cfr Par.1.3 del presente rapporto

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interventi finalizzati ad accrescere l’attrattività dei territori di riferimento, attivano flussi turistici grazie ad azioni di differenziazione dell’offerta.

Modello di governance

I Soggetti istituzionali che, attraverso azioni di dialogo e concertazione (nella forma d’Intese istituzionali, Accordi di Programma Quadro) definiscono la strategia, gli obiettivi specifici e le relative modalità di intervento sono: Regione, Province, Ministero per le Infrastrutture e i Trasporti, il Ministero degli Affari Esteri e Ministero Attività Produttive (Area Commercio estero).

I principali attori locali coinvolti nella attuazione degli interventi attraverso strumenti quali Piani di Sviluppo Locale e/o APQ Regionali, sono : Regione, Province, Comuni, Camere di Commercio, Università ed Imprese.

La struttura in cui si articola il modello di governance è illustrata nella seguente figura. Figura 3.2: Modello di governance

RegioneLIVELLO

STRATEGICO

Province

Ministero Infrastrutture

RegioneLIVELLO

ATTUATIVO

Province Comuni

Imprese

MAP

Università

MAE

Obiettivi specifici, modalità per perseguirli e risorse da attivare

L’obiettivo di supportare le imprese liguri a competere sui mercati globali e rendere appetibile il territorio a nuovi investitori può essere declinato in più obiettivi specifici per ciascuno dei quali si propongono le modalità di intervento, le risorse finanziarie attivabili e gli attori locali da coinvolgere nell’attuazione e realizzazione degli interventi

Una prima linea di azione si concentra sulla formazione continua del personale occupato nelle aziende presenti in settori, sia tradizionali che innovativi, con maggiori potenzialità di affermazione sui mercati internazionali e di attrazione di investimenti esteri. Tra i settori sui quali investire deve essere dato il necessario spazio al turismo perché adegui le competenze del personale alle crescenti esigenze della clientela. La formazione continua si può finanziare attraverso il FSE, risorse nazionali e con i Fondi interprofessionali.

Ma l’internazionalizzazione delle imprese si favorisce, oltre che attraverso la formazione del personale sugli aspetti normativo-contrattuali ed all’uso delle lingue straniere, anche

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promuovendo i marchi liguri e avviando azioni finalizzate alla costituzione di partnership internazionali ed accordi commerciali. Il ruolo riservato alle Istituzioni è quello di patrocinare gli eventi promozionali, rappresentando il territorio a supporto delle aziende esportatrici e di promuovere l’aggregazione delle imprese di piccole dimensioni per realizzare progetti di internazionalizzazione congiunti. Un ruolo di rilievo può essere svolto dalle Università, ma anche dai Parchi tecnoscientifici e dai Centri di ricerca attraverso l’inserimento delle PMI liguri nella loro rete di relazioni con l’estero. Il FESR e linee di finanziamento statali sono le principali fonti che finanziano l’internazionalizzazione delle imprese. Per il turismo, come per altri settori, bisogna investire nel differenziare l’offerta per vincere le sfide poste da un sistema competitivo sempre più agguerrito.

La competitività delle aziende ma anche la capacità di attrarre capitali si giocano soprattutto sull’adeguatezza dei sistemi logistici. Una mobilità efficiente delle persone e delle merci consente nell’ambito della supply chain aziendale risparmi che si ripercuotono positivamente sul costo del prodotto/servizio. Di conseguenza il potenziamento delle infrastrutture per la mobilità (strade, ferrovie, porti, aeroporti, ecc.) rappresenta un obiettivo ineludibile che deve essere accompagnato inoltre dal potenziamento delle infrastrutture per l’insediamento delle attività produttive, quest’ultima effettuabile anche attraverso il riutilizzo di aree dimesse. Oltre agli Enti locali sono coinvolti, quali principali attori per la realizzazione delle opere, le autorità e gli enti di gestione di volta in volta competenti sull’infrastruttura. Il potenziamento della mobilità risulta indispensabile anche per governare al meglio i flussi attivati dall’industria del turismo.

Una leva molto utile per alimentare lo sviluppo locale può rivelarsi lo strumento dei distretti industriali e dei sistemi produttivi locali, tipicamente votato a sfruttare le sinergie di territorio e di filiera. Esso può avere risultati significativi attraverso la strutturazione di sistemi di offerta e la costruzione di partnership fra le aziende appartenenti ad una stessa filiera o ad uno stesso distretto territoriale per proporsi con modalità competitive sui mercati internazionali. La Regione, utilizzando anche fondi nazionali, deve regolamentare e coordinare l’effettiva implementazione di tale strumento di sviluppo locale attraverso la promozione delle opportunità offerte e coagulando gli interessi degli operatori economici.

Per amplificare l’efficacia dello strumento, rispetto agli obiettivi di policy, il FSE può avere un ruolo centrale. Occorre, infatti, rispondere ai fabbisogni formativi propri delle realtà distrettuali, sia attraverso puntuali indagini e ricerche che ne rilevino tutte le sfaccettature, sia attraverso azioni di formazione continua.

La Regione ed i Comuni possono disporre agevolazioni fiscali per rendere più attrattivo il proprio territorio di riferimento, operando inoltre sulla semplificazione delle procedure di concessione di permessi/nulla osta per agevolare l’attività delle imprese. Oltre alla minimizzazione dei costi burocratici, gli Enti locali possono farsi parte attiva nell’introdurre misure di accoglienza a favore di investitori (informazioni sulle agevolazioni, sulle opportunità di sviluppo, sulle caratteristiche socioeconomiche e ambientali, ecc.) ed in generale nel porsi quale riferimento istituzionale per comunicare il proprio sistema territoriale e per perseguire accordi con altri territori o gruppi di investitori. Un ruolo fondamentale deve essere assegnato, nell’ambito della comunicazione istituzionale, alla valorizzazione delle risorse storico-artistiche, ambientali e paesaggistiche per attrarre capitale umano con forti aspettative rispetto alla qualità della vita ed in generale alla vivibilità del proprio contesto lavorativo ed abitativo.

La tabella seguente raccoglie le informazioni sopra illustrate.

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Tavola 3.6 – Strumenti della programmazione negoziata

Obiettivi specifici Modalità di intervento Risorse

finanziarie da attivare

Attori locali

Potenziamento del capitale umano (formazione continua) nei settori, sia tradizionali che innovativi, con maggiori potenzialità di affermazione sui mercati internazionali e di attrazione di investimenti esteri

• Azioni di formazione continua per occupati e imprenditori

• FSE • Risorse

nazionali • Fondi

interprofessionali

• Regione • Province • Imprese • Gestori dei fondi

interprofessionali

Promozione di processi di internazionalizzazione delle imprese liguri

• Azioni di sostegno all’internazionalizzazione delle imprese

• FESR • Risorse

nazionali

• Regione • Province • CCIAA • Università • Imprese

Potenziamento delle infrastrutture per una mobilità efficiente delle persone e delle merci

• Progetti di realizzazione di infrastrutture per la mobilità

• FESR • Risorse

nazionali

• Regione • Comuni • Autorità portuali • Enti di gestione

infrastrutture

Potenziamento delle infrastrutture per l’insediamento ed il mantenimento delle attività produttive anche attraverso il riutilizzo di aree dimesse

• Progetti di realizzazione e adeguamento di infrastrutture per l’insediamento di attività produttive

• FESR • Regione • Comuni

Rafforzamento dello strumento dei distretti quale leva per alimentare lo sviluppo locale

• Azioni progettate in relazione alle specifiche vocazioni

• Risorse nazionali

• Risorse regionali

• Regione • Imprese

Minimizzazione delle diseconomie derivanti dalla burocrazia ed in generale dal sistema normativo e predisposizione di misure di accoglienza e comunicazione istituzionale e di riduzione degli oneri fiscali e contributivi

• Azioni di semplificazione amministrativa

• Azioni di accoglienza e comunicazione istituzionale

• Predisposizione di pacchetti di sgravi fiscali/contributivi

• Risorse enti territoriali

• Risorse regionali

• Regione • Province • Comuni • CCIAA

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86

3.3. MIGLIORE VIVIBILITÀ NEI SISTEMI URBANI LIGURI PERCHÉ DIVENTINO I

LUOGHI ELETTIVI NEI QUALI INNESTARE I PROCESSI DI SVILUPPO LOCALE

Analisi degli elementi di contesto

La piena vivibilità delle città ed una migliore qualità della vita dei cittadini ed in genere dei fruitori dei sistemi urbani rappresentano obiettivi importanti che possono essere raggiunti attraverso azioni integrate di tipo economico-sociale.

Le principali indagini sulla qualità della vita collocano le province liguri in una posizione intermedia nella graduatoria nazionale, con la parziale eccezione di La Spezia e Savona, che ottengono alcune buone valutazioni ambientali, e il dato più negativo di Imperia, che si colloca invece più in basso in tutte e tre le indagini prese in esame.

Tavola 3.7 – Qualità della vita e qualità ambientale nelle province liguri, 2005.

Indagine qualità ambientale Legambiente

Indagine qualità della vita Italia Oggi

Indagine qualità della vita Il Sole 24 Ore

Province Indice (max

Mantova=63,33)

Piazz.

Indice (max

Mantova=1000) Piazz.

Indice (max

Trieste=570) Piazz.

Imperia 41,3 80 132,03 93 486 46

Savona 57,1 13 341,56 37 500 34

Genova 45,2 70 377,82 61 497 36

La Spezia 59,4 7 341,9 66 489 41

Attualmente uno dei principali problemi dei sistemi urbani liguri è rappresentato dalla congestione delle strade cittadine e delle reti stradali di accesso ai centri urbani: un sistema di mobilità che penalizza un utilizzo efficiente e funzionale dei tempi di vita e di lavoro. Nonostante i dati sulla disponibilità e sull’utilizzo del trasporto pubblico (cfr. grafico 3.5) evidenzino come le città liguri si trovino in una situazione di vantaggio rispetto ai centri urbani delle regioni limitrofe, il potenziamento del sistema di trasporto e, più in generale, dei modelli di mobilità dei sistemi urbani, potrebbe sicuramente favorire un significativo innalzamento della qualità della vita dei cittadini, oltre che rappresentare un importante fattore trainante nei processi di sviluppo locale.

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Grafico 3.5 (A – B)

Linee urbane di trasporto pubbl. locale nei comuni

capoluogo di prov. per 100 Kmq di superficie comunale

Utenti di mezzi pubblici sul totale delle persone che si

sono spostate per motivi di lavoro e di studio (%)

347,4 340,7 358,6380,3

0

100

200

300

400

2000 2001 2002 2003

Liguria Regioni Nord Ovest Italia

34,3 36,233,3

30,9 29,2

0

10

20

30

40

2000 2001 2002 2003 2004

Liguria Regioni Nord Ovest Italia

Fonte: Istat, elab. su dati Osservatorio ambientale città Fonte: Istat, Indagine Multiscopo

I problemi connessi al traffico e alla congestione urbana sono anche causa del crescente inquinamento che penalizza la qualità delle vita, diventando inoltre un rilevante fattore di rischio per la salute dei cittadini.

Altro elemento da affrontare con decisione è il degrado crescente di alcune zone delle città e delle periferie che determina fenomeni di criminalità che minano la civile convivenza e peggiorano la qualità della vita, in particolare delle fasce deboli (infanzia, anziani, donne) più attente alla questione della sicurezza. Sebbene l’indice di microcriminalità non raggiunga i livelli di alcune grandi città del Centro-Nord (cfr. grafico 3.6), in alcune aree urbane – periferie, ma anche centri storici affetti da fenomeni di degrado – appare particolarmente sentita l’esigenza di una profonda opera di riqualificazione.

Grafico 3.6 - Totale delitti legati alla microcriminalità nelle città per 1.000 abitanti – anno 2003

17,2

29,5

12,1

30,6

12,7

19,7

8,4

21,4

16,2

10,6

5,9

30,4

8,2

0

5

10

15

20

25

30

35

Lig

uria

Pie

mon

te

Val

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Aos

ta

Lom

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Tre

nt. A

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ilia

Rom

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Tos

cana

Um

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Mar

che

Laz

io

Abr

uzzo

Fonte: Istat

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Esplicitazione dell’obiettivo

I sistemi urbani rappresentano i luoghi dove risulta più naturale innestare processi di sviluppo locale, soprattutto in un territorio con le caratteristiche geo-morfologiche della Liguria. I sistemi urbani liguri sono essenzialmente le città capoluogo che, ognuna con le proprie specificità, assumono, tra le funzioni principali, quelle di centri erogatori di servizi specializzati. Si tratta di servizi reali e consulenziali alle imprese ma anche di servizi pubblici erogati dalla PA e dalle aziende municipalizzate e servizi sociali offerti oltre che dalle amministrazioni comunali, anche dal Terzo Settore. Ma, i sistemi urbani, sono anche i luoghi predisposti a facilitare l’accessibilità alle reti attraverso l’intermodalità con le infrastrutture ICT e fisiche (vie di comunicazione).

Una mobilità urbana ed extraurbana efficiente, bassi livelli di inquinamento e di degrado socio-ambientale, accessibilità alle reti rappresentano degli obiettivi che se perseguiti in sinergia migliorano le condizioni di vita dei cittadini ed in generale degli utilizzatori del sistema urbano, rendendolo adeguatamente vivibile.

Risulta quindi indispensabile per i sistemi urbani liguri facilitare l’accesso ai luoghi del lavoro e dell’intrattenimento, ridurre gli inquinamenti, rafforzare il capitale sociale, recuperare i centri storici come le periferie per un risanamento ambientale complessivo.

Il box seguente contiene una intesi dell’obiettivo strategico sopra descritto:

Le esperienze poste in essere nel territorio regionale dal 2000 al 2006

Diversi sono gli strumenti attivati nell’attuale periodo di programmazione che hanno concorso, seppure con intensità diverse, al conseguimento dell’obiettivo generale sopra delineato.

Nella tavola che segue le esperienze individuate vengono presentate e classificate in modo da dare contezza anche della provenienza (regionale, nazionale, comunitaria) delle diverse fonti di finanziamento che hanno concorso al perseguimento dell’obiettivo di policy.

Tavola 3.8 – Strumenti della programmazione negoziata

Provenienza dei fondi attivati Strumenti posti in essere dalla Regione dal 2000 al 2006

regionali nazionali comunitari

�� APQ - Servizio ferroviario metropolitano (I atto integrativo)

√ √

�� APQ - Interventi per la mobilità sostenibile (I,II atto integrativo )

√ √

�� APQ - Riqualificazione Urbana (I, II, III, IV integrativo) √ √

Migliorare le condizioni di vita e la vivibilità dei centri urbani liguri attraverso il potenziamento della mobilità, la riduzione degli inquinamenti urbani, il rafforzamento del capitale sociale ed il recupero dei centri storici come delle periferie, assegnando ai centri urbani la funzione di erogatori di servizi specializzati perché diventino in misura sempre maggiore i luoghi elettivi nei quali innestare i processi di sviluppo locale

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Provenienza dei fondi attivati Strumenti posti in essere dalla Regione dal 2000 al 2006

regionali nazionali comunitari

�� PRUSST - Area centrale e delle vallate genovesi √

�� PRUSST – L’affaccio urbano costiero √

�� PRUSST – Area centrale La Spezia Val di Magra √

�� PRUSST – Riuso dell'ex ferrovia del Ponente Ligure √

�� PRUSST- Sostenibilità, riqualificazione ambientale del processo di trasformazione in atto (Sestri Levante e Casarza Ligure)

�� Contratto di quartiere √

�� PSL finanziati dal POR Obiettivo 3 √

�� PIC Urban √

�� DocUp Ob.2:

1. PI di Riqualificazione Urbana finanziati dalla sottomisura 3.5 A

2. PI di Rivitalizzazione Urbana finanziati dalla sottomisura 3.5 B

Fra gli strumenti presentati, l’APQ “Servizio Ferroviario Metropolitano” appare coerente al miglioramento della vivibilità dei sistemi urbani. E’, infatti, finalizzato al potenziamento delle prestazioni del trasporto pubblico in modo da consentire un miglioramento di efficienza, razionalizzando inoltre le interconnessioni con altre modalità di trasporto nell’ambito del Comune di Genova.

Anche l’APQ “Interventi per la mobilità sostenibile”, giunto ormai al terzo atto integrativo, delinea interventi finalizzati ad assicurare la realizzazione di un sistema integrato di trasporti regionali, funzionali sia all’integrazione della rete infrastrutturale locale con quella nazionale, che al collegamento delle zone urbane e costiere con le zone montane.

Coerente all’obiettivo strategico di policy, è l’APQ “Riqualificazione Urbana” che, approdato anch’esso al terzo atto integrativo, ha promosso interventi volti alla riqualificazione dei centri storici dei comuni montani interessati da fenomeni di degrado, al potenziamento dei trasporti urbani ed all’adeguamento dell’edilizia universitaria e scolastica al fine di migliorare la qualità della vita ed assicurare la permanenza delle famiglie sul territorio.

I cinque PRUSST, finanziati da risorse nazionali, articolano i loro interventi per il perseguimento di due principali obiettivi:

• la realizzazione, l'adeguamento e il completamento di attrezzature sia a rete che puntuali, di livello territoriale e urbano, in grado di promuovere e di orientare occasioni di sviluppo sostenibile sotto il profilo economico, ambientale e sociale e garantendo l'aumento di benessere della collettività;

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• la realizzazione di un sistema integrato di attività finalizzate all'ampliamento e alla realizzazione di insediamenti industriali, commerciali e artigianali, alla promozione turistico-ricettiva e alla riqualificazione di zone urbane centrali e periferiche interessate da fenomeni di degrado.

Infine, sempre rispetto all’obiettivo strategico delineato, sono da sottolineare anche le esperienze condotte attraverso la progettazione integrata finanziata dal DOC.U.P Liguria Obiettivo 2 2000/2006. I progetti integrati finanziati dalle sottomisure 3.5 A e 3.5 B, hanno finanziato interventi volti alla riqualificazione e rivitalizzazione urbana, con azioni finalizzate a:

• sviluppare e potenziare specifiche vocazioni tematiche per l’insediamento di attività di interesse collettivo;

• rivitalizzare gli assi e gli spazi commerciali all’interno di tessuti urbani colpiti da degrado ambientale, economico e sociale.

Riconducibile a quest’ultimo filone sono anche le esperienze di Piani di Sviluppo Locale finanziate dal POR Obiettivo 3 a valere sul bando 2003/2005. Nello specifico i Piani promuovono azioni volte alla valorizzazione del capitale umano nei Centri Integrati di Via, quali nuova forme commerciali integrate nel tessuto urbano, proprie delle realtà formate da un insieme di piccole imprese, con il fine specifico di rendere queste ultime più competitive sul fronte della distribuzione.

Modello di governance

I Soggetti istituzionali che, attraverso azioni di dialogo e concertazione (nella forma d’intese istituzionali, Accordi di Programma Quadro) definiscono la strategia, gli obiettivi specifici e le relative modalità di intervento sono: Regione, Province, Comuni capoluogo (Sistemi urbani), Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Ministero dell’Ambiente, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

I principali attori locali coinvolti nella attuazione degli interventi attraverso strumenti quali Piani di Sviluppo Locale e/o APQ Regionali, sono: Regione, Province, Comuni capoluogo (Sistemi urbani), Aziende per la mobilità, Enti No profit, Privati.

La struttura in cui si articola il modello di governance è illustrata nella seguente figura. Figura 3.3: Modello di governance

RegioneLIVELLO

STRATEGICO

ProvinceComuni

capoluogo

RegioneLIVELLO

ATTUATIVO

ProvinceComuni

capoluogo

Aziende di mobilità

MBAC

Enti No profit

Ministero Ambiente

MLPS

Privati

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Obiettivi specifici, modalità per perseguirli e risorse da attivare

L’obiettivo di migliorare le condizioni di vita e la vivibilità dei sistemi urbani liguri perché diventino i luoghi elettivi nei quali innestare i processi di sviluppo locale può essere suddiviso in alcuni obiettivi specifici per ciascuno dei quali si propongono le modalità di intervento, le risorse finanziarie attivabili e gli attori locali da coinvolgere nell’attuazione e realizzazione degli interventi

Il potenziamento dei trasporti pubblici ed in generale del modello di mobilità dei sistemi urbani consente una migliore connessione del centro – principale contenitore dei servizi – con le periferie ed i comuni limitrofi indispensabile a rendere efficiente l’intero sistema urbano, minimizzando i tempi di trasferimento delle persone e delle merci. Queste azioni sono affidate ad un coordinamento della Regione e personalizzate dai Comuni e dalle Aziende municipalizzate alle specifiche esigenze dei vari sistemi urbani, utilizzando risorse rese disponibili dalla Regione e dai Comuni compresi nei sistemi urbani.

La salubrità dell’ambiente rappresenta un’esigenza primaria anche in relazione ai possibili effetti negativi che contesti inquinati possono determinare sulla salute dei cittadini. In generale la vivibilità di un luogo richiede che esso sia il più possibile sano e libero da agenti inquinanti, siano essi atmosferici e/o acustici. Sono quindi da attivare azioni di bonifica dell’ambiente urbano e di limitazione all’uso dei mezzi di trasporto privati, finanziabili sia da risorse dello Stato (Ministero dell’Ambiente) che messi a disposizione agli Enti locali.

Il miglioramento della vivibilità dei sistemi urbani passa anche attraverso azioni di recupero dei centri e delle periferie per migliorare il contesto delle città e renderlo adeguato a popolarsi di iniziative lavorative, di svago e socializzazione. Occorre quindi rinnovare e rifunzionalizzare il tessuto edilizio urbano, ponendo particolare attenzione al recupero dei centri storici ed alla riqualificazione dei sobborghi come delle aree dismesse. Le iniziative vedono la partecipazione oltre che degli Enti locali con risorse proprie anche di privati cittadini da incentivare al recupero degli immobili di proprietà. Si possono attrarre inoltre risorse dello Stato rese disponibili per il recupero e la valorizzazione dei centri storici.

Il soddisfacimento dei bisogni sociali di base, il contrasto all’esclusione, la promozione dell’economia sociale, la qualificazione dei servizi e delle figure professionali sono tutti tasselli indispensabili a potenziare il capitale sociale in ambito urbano, ponendo particolare attenzione alle esigenze delle fasce di popolazione socialmente a rischio, all’integrazione sociale ed alla conseguente lotta alle marginalità.

I servizi sociali sono di competenza delle Amministrazioni comunali ma ulteriori indispensabili risorse derivano sia dallo Stato centrale che dagli Enti no profit. Molto utile, a riguardo, un’azione di coordinamento che integri gli sforzi e riduca le sovrapposizioni ed il conseguente spreco di risorse.

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La tabella seguente raccoglie le informazioni sopra illustrate.

Tavola 3.9 – Gli obiettivi specifici

Obiettivi specifici Modalità di

intervento

Risorse finanziarie da

attivare Attori locali

Potenziamento della mobilità interna ed esterna ai centri urbani per ridurre i tempi di trasferimento delle persone e delle merci

• Interventi di ottimizzazione del sistema della mobilità

• Risorse Enti locali

• Regione • Province • Comuni • Aziende

municipalizzate

Riduzione dell’inquinamento atmosferico ed acustico per migliorare la salubrità dell’aria ed in generale la vivibilità dei contesti urbani

• Azioni di bonifica ambientale

• Azioni finalizzate alla riduzione dell’uso di mezzi di trasporto privato

• Risorse Ministero dell’ambiente

• Risorse regionali

• Regione • Province • Comuni • Aziende

municipalizzate

Recupero dei centri storici e delle periferie per migliorare il contesto urbano e popolarlo di iniziative lavorative, di svago e socializzazione

• Azioni di riqualificazione urbana

• Azioni di recupero di immobili privati

• Risorse private • Risorse

nazionali • Risorse Enti

locali

• Comuni • Privati

Azioni di recupero e di contrasto all’esclusione per migliorare le condizioni di vita delle fasce della popolazione socialmente a rischio

• Interventi di contrasto al disagio sociale

• Interventi di contrasto all’esclusione sociale

• Risorse Enti locali,

• Risorse nazionali

• Regionali • FSE

• Comuni • Enti No profit

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3.4. IL TERRITORIO LIGURE, SCRIGNO DI RISORSE AMBIENTALI DA VALORIZZARE

PERSEGUENDO UNO SVILUPPO SOSTENIBILE

Analisi degli elementi di contesto

La conformazione orografica dell’entroterra ligure ha delle peculiarità che rendono particolarmente strategica una gestione attenta del territorio. Con cadenza sempre maggiore si ripetono incendi, frane ed alluvioni, in parte causati dall’incuria e dall’utilizzo indiscriminato delle risorse naturali.

Alcune aree, inoltre, stanno vivendo fenomeni di abbandono poiché i giovani preferiscono trasferirsi nei centri abitati, mancando concrete opportunità di reddito ed i terreni non curati subiscono un costante ed irreversibile degrado (desertificazione delle aree interne).

Nel corso degli ultimi anni anche una delle principali risorse del territorio, ovvero la sua capacità di attrazione turistica, sembra incontrare alcune difficoltà, registrando una sensibile flessione delle presenze.

Grafico 3.7 – Capacità di attrazione dei consumi turistici49

45678

9101112

1999 2000 2001 2002 2003 2004

Liguria Regioni Ob.3 Italia

Fonte: Istat

La bellezza del paesaggio ligure, la varietà di lavorazioni e di prodotti tipici, la crescita della domanda di turismo nelle aree interne (agriturismo, percorsi enogastronomici, ecc.) spingono, però, ad incoraggiare gli investimenti di valorizzazione del territorio e dell’ambiente nel solco di uno sviluppo economico ecocompatibile.

L’azione sviluppata nel corso di questi anni ha portato ad importanti risultati e alla promozione di una nuova sensibilità per le tematiche e gli strumenti dello sviluppo sostenibile. E’ però evidente come in questo campo permangano ampi margini di miglioramento. E’ questo, ad esempio, il caso della percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti, piuttosto che della quota di

49

Giorni di presenza negli esercizi ricettivi per abitante.

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energia prodotta da fonti rinnovabili che, nonostante un trend di progressivo miglioramento, continuano ad attestarsi su livelli inferiori rispetto alle altre regioni del centro-nord50. Grafico 3.8 (A-B)

Rifiuti urbani oggetto di raccolta differenziata sul totale

dei rifiuti urbani (%)

-GWh di energia prodotta da fonti rinnovabili su GWh

prodotti in totale (%)

0

5

10

15

20

25

30

2000 2001 2002 2003 2004

Liguria Regioni Ob.3 Italia

0

5

10

15

20

25

30

2000 2001 2002 2003 2004

Liguria Regioni Ob.3 Italia

Fonte: elaborazioni Istat su dati Apat Fonte: elaborazioni Istat su dati Terna

Esplicitazione dell’obiettivo

Il recupero e la riqualificazione del territorio e la difesa e la valorizzazione dell’ambiente rappresentano la base sulla quale costruire uno sviluppo sostenibile di alcune zone della Liguria, quali l’entroterra, le colline ed i parchi.

Il territorio e l’ambiente devono essere preservati minimizzando le azioni inquinanti, gestendo un idoneo ciclo di raccolta, smaltimento e recupero dei rifiuti, impedendo un sfruttamento selvaggio delle risorse naturali e favorendo un utilizzo efficiente delle fonti energetiche.

Ma lo sviluppo sostenibile si accompagna anche sostenendo le attività economiche collegate alla terra, quali la floricoltura, l’agriturismo e l’enogastronomia e valorizzando le biodiversità. Attività da integrare a quelle propriamente agricole per migliorare le opportunità di reddito nelle aree rurali e contrastare il fenomeno dell’abbandono che mette a rischio il presidio e la manutenzione di territori sempre più vasti.

Risulta indispensabile, infine, investire nell’educazione dei cittadini e degli operatori economici perché siano sempre più rispettosi dell’integrità di un territorio prezioso e fragile quale quello ligure.

50

La differenza fra la produzione di energia rinnovabile della Liguria e quella di altre regioni è però principalmente riconducibile alla fonte idroelettrica che, al pari di quella eolica, fotovoltaica, geotermoelettrica e biomasse, è inclusa fra le fonti rinnovabili.

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L’obiettivo strategico sopra declinato è sintetizzato nel box che segue:

Le esperienze poste in essere nel territorio regionale dal 2000 al 2006

Sono numerosi gli interventi attivati nel corso della attuale programmazione per il perseguimento dell’obbiettivo strategico di policy, come si evince dalla tabella che segue.

Tavola 3.10 – Strumenti della programmazione negoziata

Provenienza dei fondi attivati Strumenti posti in essere dalla Regione dal 2000 al 2006

regionali nazionali comunitari

�� APQ - Difesa della costa √ √

�� APQ -Tutela delle acque e gestione integrata delle risorse idriche

√ √

�� APQ - Recupero e protezione aree agricole e forestali √ √

�� Patto territoriale per l’agricoltura, la pesca e l’acquacoltura (Provincia della Spezia)

√ √

�� Patto territoriale agricolo della provincia di Imperia √ √

�� PRUSST- Riuso dell'ex ferrovia del Ponente Ligure √

�� PRUSST- Sostenibilità, riqualificazione ambientale del processo di trasformazione in atto (Sestri Levante e Casarza Ligure)

�� PSL finanziati dal POR Obiettivo 3 √

L’APQ “Difesa della costa” opera, con interventi strutturali, per prevenire l’erosione nei tratti di litorale che presentano le più elevate situazioni di rischio ed effettua azioni di recupero funzionale di tratti di costa già danneggiati.

L’APQ “Tutela delle acque” persegue la gestione integrata delle risorse idriche della regione Liguria attraverso:

• la tutela dei corpi idrici superficiali e sotterranei; • il ripristino della qualità delle acque superficiali e sotterranee;

Promuovere il recupero e la riqualificazione del territorio, la difesa e la valorizzazione dell’ambiente e sostenere le attività economiche collegate alla terra (floricoltura, enogastronomia, agriturismo, prodotti e lavorazioni tipiche) nel pieno rispetto di uno sviluppo sostenibile da assecondare attraverso la riduzione dell’inquinamento e dei consumi energetici, la valorizzazione delle biodiversità, il corretto smaltimento e recupero dei rifiuti ed educando i cittadini al rispetto di un territorio prezioso e fragile quale quello della Liguria

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• la drastica riduzione dell'inquinamento dei corpi idrici superficiali e sotterranei; • l’incentivo ad una politica unitaria di gestione delle risorse mirata all'utilizzo sostenibile

fondato sulla protezione a lungo termine dei corpi idrici; • il soddisfacimento dei fabbisogni idrici sull'intero territorio per i vari tipi di utilizzo,

fornendo risorse di idonea qualità; • l’incentivo alla riduzione dei consumi idrici e il riutilizzo delle acque reflue depurate; • lo stimolo all'attuazione della riforma delle gestione dei servizi idrici; • l’ingresso di imprese e capitali privati nel settore e un più esteso ruolo nei meccanismi di

mercato; • il ricorso al project financing per la progettazione e la realizzazione degli interventi.

L’APQ “Recupero e protezione aree agricole e forestali” è composto da due tipologie di azione:

• realizzazione di vasche per contrastare il fenomeno degli incendi boschivi, consentendo l’approvvigionamento di acqua in vasche posizionate ad intervalli regolari sul territorio, in modo da consentire celeri interventi di spegnimento;

• ripristino e manutenzione di sentieri spartifuoco utili a costituire un ostacolo naturale al propagarsi degli incendi.

Anche il Patto territoriale per l’agricoltura, la pesca e l’acquacoltura della Provincia della Spezia si rivela particolarmente coerente con l’obiettivo di policy del recupero e riqualificazione del territorio e della difesa e valorizzazione dell’ambiente. Si ricordano interventi integrati per i territori della Val di Vara e della Riviera/Cinque Terre ed azioni specifiche su ambiti e filiere quali il sostegno alle produzioni agricole locali, ai prodotti tipici e biologici, il miglioramento delle condizioni di produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, in particolare per le produzioni tipiche e per quelle biologiche, il sostegno agli interventi del settore ittico, gli aiuti destinati alla trasformazione e commercializzazione dei prodotti della silvicoltura, gli aiuti alle associazioni di produttori, nel campo dell’agricoltura, pesca ed acquacoltura, lo sviluppo dell’offerta formativa specifica.

Il Patto territoriale agricolo della Provincia di Imperia mira a creare le condizioni economiche per lo sviluppo imprenditoriale e la crescita produttiva del settore agricolo, con particolare riguardo ai settori florovivaistico, agroalimentare e agricolo. L’obiettivo si persegue attraverso la valorizzazione e promozione delle produzioni locali, avvantaggiando le attività produttive che utilizzano o intendono utilizzare sistemi che riducono l’impatto sull’ambiente.

Si evidenziano, inoltre, due PRUSST particolarmente coerenti all’obiettivo di policy in esame. Il PRUSST “Riuso dell'ex ferrovia del Ponente Ligure nella tratta Ospedaletti - San Lorenzo al Mare e realizzazione di interventi di riqualificazione urbana, ambientale e paesistica della fascia costiera” prevede la riqualificazione dell’asse ferrovia-mare attraverso l’eliminazione della barriera fisica della suddetta ferrovia quale vincolo paesistico ambientale, la trasformazione da elemento fisico di divisione ad elemento caratterizzante del territorio nel rispetto della sostenibilità ambientale degli interventi sul territorio. Il PRUSST “Sostenibilità, riqualificazione ambientale del processo di trasformazione in atto”, promosso dal Comune di Sestri Levante punta a trasformare il ruolo delle fasce litoranee identificandolo quale nuovo polo di centralità adatto alle attuali esigenze turistiche e ad un indispensabile rispetto e riordino paesistico ed

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ambientale. Si tratta di recuperare, valorizzare e mettere in relazione elementi di attrazione turistico-commerciale e complessi ambientali con grandi valenze paesaggistiche e turistiche.

Infine molti dei Piani di Sviluppo Locale finanziati dai bandi 2001/2003 e 2003/2005 nell’ambito del POR Liguria Obiettivo 3, hanno costruito la loro idea-forza intorno alla valorizzazione dell’ambiente, alla promozione dell’agricoltura e di attività economiche collegate alla terra come la floricoltura, l’ enogastronomia, la lavorazione di prodotti tipici, anche legata alla valorizzazione degli Antichi Mestieri. Tra questi, in particolare si segnalano:

� I.R.I.S. promosso dalla Provincia di Savona per la riscoperta e la valorizzazione dell’identità culturale dei territori della Comunità Montana del Giovo;

� Parchinforma che punta alla rivalutazione delle risorse del patrimonio naturale, storico e culturale del territorio di riferimento, affinché si trasformino in opportunità di sviluppo sostenibile dell’economia locale e che ha avuto il suo seguito nel PSL Naturalia finanziato dal bando 2003/2005.

Modello di governance

I Soggetti istituzionali che, attraverso azioni di dialogo e concertazione (nella forma d’intese istituzionali, Accordi di Programma Quadro) definiscono la strategia, gli obiettivi specifici e le relative modalità di intervento sono: Regione, Province, Comunità montane, Enti parco, Ministero dell’Ambiente, Ministero dell’Agricoltura e foreste, Associazioni ambientaliste.

I principali attori locali coinvolti nella attuazione degli interventi attraverso strumenti quali Piani di Sviluppo Locale e/o APQ Regionali, sono: Regione, Province, Comuni, Comunità montane, Enti parco, Aziende municipalizzate settore ambientale, Imprese.

La struttura in cui si articola di conseguenza il modello di governance è illustrata nella seguente figura.

Figura 3.4: Modello di governance

RegioneLIVELLO

STRATEGICO

ProvinceComunità montane

RegioneLIVELLO

ATTUATIVO

ProvinceComunitàmontane

Comuni

Ministero Ambiente

Municipalizzate sett. ambiente

AssociazioniAmbientaliste

Ministero agricoltura

Aziende

Enti parco

Enti parco

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Obiettivi specifici, modalità per perseguirli e risorse da attivare

La tutela del territorio e la valorizzazione delle risorse ambientali rappresenta un obiettivo generale che può essere articolato su più obiettivi specifici per ciascuno dei quali si indicano modalità di intervento, risorse finanziarie attivabili ed attori locali protagonisti dell’attuazione e realizzazione degli interventi.

L’abbandono delle aree rurali, che rende sempre più problematico il presidio e la manutenzione del territorio, deve essere frenato attraverso il sostegno alle attività economiche collegate alla terra. I redditi degli agricoltori possono essere integrati con altre attività quali l’agriturismo e la floricoltura e favorendo l’affermarsi di nuovi modelli di vita e di utilizzo del tempo libero (turismo enogastronomico, valorizzazione dei prodotti tipici e delle biodiversità, ecc.). Nel FEASR, le azioni di integrazione dei redditi agricoli sono lo strumento principale delle politiche di sviluppo rurale e tali azioni possono coinvolgere oltre alla Regione ed alle Province, quali attuatori del FEASR, anche le Comunità montane, gli Enti parco e soprattutto gli imprenditori agricoli, beneficiari degli interventi.

Il presidio del territorio attraverso un costante monitoraggio ed azioni di prevenzione contro gli abusi rappresenta una responsabilità fondamentale delle Istituzioni ma anche dei cittadini perché si possa difendere un ambiente fragile e perennemente a rischio idrogeologico, quale quello ligure. L’obiettivo è quello di minimizzare le azioni inquinanti che insistono sul territorio (inquinamenti di falde acquifere, discariche abusive, abusi edilizi, ecc.) per tutelarne l’integrità ed utilizzarne le ricchezze in coerenza con una logica di sviluppo compatibile. Risorse per finanziarie tali azioni sono rese disponibili dal Ministero dell’Ambiente e dalla Regione che, a sua volta, mantiene il coordinamento con il supporto delle Istituzioni locali (Comuni, Comunità montane, Enti parco).

Una maggiore sensibilità deve maturare nei riguardi dello sfruttamento di risorse naturali, quali l’acqua e/o la terra, che non può essere indiscriminato. Un utilizzo privo di regole determina impatti sull’integrità del territorio, incrementando il rischio del verificarsi di eventi potenzialmente catastrofici (incendi, frane, alluvioni, ecc.). Molta attenzione deve inoltre essere riservata ad un utilizzo efficiente dell’energia, che porta a due vantaggi sostanziali: risparmio nei costi e minore inquinamento dell’ambiente. Occorre inoltre promuovere l’utilizzo di fonti energetiche alternative che si segnalino per un basso impatto ambientale, anche al fine di ridurre la dipendenza dalle fonti tradizionali. Il Ministero dell’Ambiente e la Regione destinano risorse per il sostegno di azioni nell’ambito di questa policy, quali progetti finalizzati al contenimento dei consumi ad uso produttivo di risorse naturali ed energetiche, progetti di promozione e diffusione delle certificazioni ambientali e del regolamento EMAS ed azioni promozionali ed incentivanti all’utilizzo di fonti energetiche alternative. Gli attori locali preposti alla gestione sono, oltre alla Regione ed alle Province, le aziende del settore energia, le imprese ed i privati cittadini.

La valorizzazione delle ricchezze del territorio passa anche attraverso la gestione delle biodiversità. In questo caso si tratta di ricchezze proprie del territorio dimenticate a causa della globalizzazione e della relativa standardizzazione dei modelli di vita e dei comportamenti di acquisto/consumo. Il recupero e la tutela dei prodotti tipici a rischio di estinzione rappresenta, quindi, un altro obiettivo, fra l’altro utile anche a differenziare, in maniera naturale ed ecocompatibile, l’offerta enogastronomica dei vari territori, definibili ciascuno in base a proprie vocazioni produttive. Il FEASR è lo strumento finanziario elettivo per la valorizzazione delle biodiversità oltre ad altri fondi regionali. L’attuazione delle azioni di recupero e tutela dei prodotti locali sono affidate alla Regione, alle Province, ai Consorzi ed agli imprenditori agricoli.

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Il funzionamento efficiente del ciclo di gestione dei rifiuti rappresenta una delle sfide più importanti per tutelare in modo efficace il territorio e l’ambiente. Fondamentale è quindi puntare ad una ottimizzazione del modello di raccolta e smaltimento dei rifiuti, che punti a ridurne la produzione, a regolarizzarne la raccolta e lo smaltimento ed a valorizzare la risorsa rifiuto attraverso un idoneo ed economico riutilizzo. La Regione con risorse finanziarie proprie può intervenire per il raggiungimento dell’obiettivo avendo il supporto delle Amministrazioni comunali e delle relative aziende municipalizzate.

A sostegno dell’intera politica di valorizzazione e tutela del territorio, la formazione da fare ai cittadini, come agli operatori economici, risulta una leva indispensabile perché si affermi una cultura del rispetto dell’ambiente. Le azioni di diffusione devono agire anche nell’adeguare i comportamenti dei cittadini perché è solo rendendo ecocompatibili gli stili di vita che si possono ottenere miglioramenti sostanziali nella tutela dell’ambiente. Il FSE e fondi nazionali finanziano tali tipologie di azioni mentre la Regione con le Province ne gestiscono il coordinamento ed ai Comuni ed agli Istituti scolastici è attribuita la responsabilità dell’attuazione.

La tabella seguente sintetizza le informazioni sopra illustrate.

Tavola 3.11 – Gli obiettivi specifici

Obiettivi specifici Modalità di intervento Risorse

finanziarie da attivare

Attori locali

Sostegno alle attività economiche collegate alla terra per favorire lo sviluppo rurale attraverso l’integrazione delle attività e dei redditi favorendo un presidio ed una manutenzione costanti del territorio

• Azioni di sostegno allo sviluppo rurale

• FEASR

• Regione • Province • Comunità montane • Enti parco • Aziende

Riduzione delle azioni inquinanti che insistono sul territorio e sulle acque attraverso un costante monitoraggio ed azioni di prevenzione contro gli abusivismi

• Azioni di monitoraggio per il controllo del territorio e la prevenzione degli abusi

• Risorse Ministero dell’ambiente

• Risorse regionali

• Regione • Province • Comunità montane • Enti parco • Comuni

Ottimizzazione dei consumi di risorse naturali ed energetiche e promozione all’utilizzo di fonti alternative a basso impatto ambientale

• Progetti e misure finalizzate al contenimento dei consumi di risorse naturali ed energetiche

• Azioni di promozione e diffusione delle

• Risorse Ministero dell’ambiente

• Risorse regionali

• Regione • Aziende settore

energia • Privati • Imprese

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Obiettivi specifici Modalità di intervento Risorse

finanziarie da attivare

Attori locali

certificazioni ambientali e del regolamento EMAS

• Azioni promozionali ed incentivanti all’utilizzo di fonti energetiche alternative

Valorizzazione delle biodiversità attraverso il recupero e la tutela dei prodotti tipici a rischio di estinzione

• Azioni di recupero e tutela di prodotti locali

• FEASR • Risorse

regionali

• Regione • Province • Consorzi di tutela • Imprese

Ottimizzazione del modello di raccolta e smaltimento dei rifiuti (ciclo di gestione dei rifiuti)

• Azioni di valutazione e miglioramento del modello regionale di gestione del ciclo dei rifiuti

• Risorse regionali

• Regione • Comuni • Aziende

municipalizzate

Educazione al rispetto dell’ambiente e ad un utilizzo ecocompatibile delle risorse del territorio

• Azioni di educazione ambientale e promozione di stili di vita ecocompatibili, attraverso interventi di formazione operatori e alta formazione, accompagnate da campagne di sensibilizzazione

• FSE • Risorse

nazionali

• Regione • Province • Comuni • Istituti scolastici

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3.5. FAVORIRE LA CONCILIAZIONE DEI TEMPI DI VITA E DI LAVORO PER LE DONNE

ATTRAVERSO IL MIGLIORAMENTO DELL’ASSISTENZA ALLE PERSONE NON

AUTOSUFFICIENTI E DEI SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA

Analisi degli elementi di contesto

La Liguria si segnala per una notevole domanda di welfare, anche a causa dei trend demografici caratterizzati da un alto tasso di invecchiamento della popolazione.

L’allungamento della vita media e l’abbassamento del tasso di natalità hanno infatti determinato un assottigliamento delle classi di età più giovani e uno speculare ampliamento di quelle più anziane (cfr. tab.3.11). Nonostante negli ultimi anni si registri una lieve espansione dei soggetti con meno di 15 anni, il dato che caratterizza il contesto demografico regionale è dato dal forte peso degli ultra-sessantacinquenni, che hanno raggiunto, al primo gennaio 2005, il 26,5% della popolazione complessiva. A tale trend corrisponde una speculare contrazione della popolazione in età attiva che, nel decennio 1995-2005, si è ridotta significativamente sia in valori assoluti che in termini percentuali.

Tavola 3.11 – Popolazione residente per classi di età

Anni 1995 2000 2005 1995 2000 2005

Valori assoluti Valori percentuali

0-14 anni 165.538 165.316 174.195 10,1 10,4 10,9

15-64 anni 1.097.650 1.026.152 995.656 66,9 64,6 62,5

>65 anni 377.961 396.254 422.458 23,0 25,0 26,5

Totale 1.641.149 1.587.722 1.592.309 100,0 100,0 100,0

Fonte: Istat

Questa evoluzione della struttura demografica - che trova conferma nelle previsioni future a medio termine - caratterizzata da un preoccupante sbilanciamento fra occupati e popolazione inattiva, determina complesse implicazioni di carattere economico e sociale, a partire dalle pesanti ripercussioni sulla sostenibilità dei sistemi pensionistici e previdenziali, sui costi del welfare locale e sulle dinamiche che interessano il mercato del lavoro. La forte crescita della popolazione anziana, specie ultra-ottantenne, in un contesto nazionale caratterizzato da una strutturale carenza di servizi alle famiglie, rischia di riflettersi in un forte aumento del lavoro di cura a carico della popolazione femminile, ponendosi come ulteriore ostacolo ad una sua partecipazione al mercato del lavoro, che già si attesta su livelli inferiori rispetto alla media europea.

Il grafico successivo, che presenta un’analisi comparata dei tassi di occupazione e disoccupazione femminile nelle regioni del Nord Italia, evidenzia come, nel contesto ligure, la condizione occupazionale delle donne, nonostante i progressi registrati nel corso degli ultimi anni, continui a presentare elementi di debolezza.

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Grafico 3.9 – Tasso di occupazione e disoccupazione femminile, anno 200551

Piemonte

Valle d'Aosta

Lombardia

Trentino A.A.

Veneto

Friuli V.G.

Liguria

Emilia Romagna

50

52

54

56

58

60

62

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

E’ evidente come le cause che ostacolano l’ingresso e la permanenza delle donne nel mercato siano riconducibili a fattori estremamente diversificati e come l’innalzamento del tasso di occupazione femminile possa essere perseguito solo attraverso una strategia di intervento ampia ed articolata, che passi attraverso l’attivazione degli strumenti delle politiche attive del lavoro, ma in cui rivestano un ruolo centrale anche la realizzazione di azioni volte a favorire la conciliazione fra vita lavorativa e vita familiare e l’implementazione di un sistema di servizi in grado di alleggerire le donne dal carico di attività di cura ed assistenza che rimane a loro principalmente delegato.

Anche alla luce dell’evoluzione del contesto di riferimento, delineato nel presente lavoro solo in alcuni dei suoi tratti fondamentali, l’azione rivolta al perseguimento delle pari opportunità emerge come importante ambito strategico rispetto al quale attivare azioni di sviluppo locale incentrate sull’integrazione e l’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse. Le risorse degli enti locali, competenti in materia di servizi sociali, sono ormai limitate anche alla luce dei tagli ai trasferimenti dello Stato intervenuti con le recenti leggi finanziarie. La spesa degli enti locali per i servizi sociali è integrata dagli interventi di assistenza finanziati dagli Enti No Profit. A riguardo, si segnalano possibili recuperi di efficienza nell’utilizzo della spesa sociale perseguibili riducendo le sovrapposizioni fra l’offerta delle Amministrazioni pubbliche (in particolare Province e Comuni) e quella erogata dagli Enti non Profit.

Esplicitazione dell’obiettivo

Il miglioramento dei servizi sociali libera il tempo delle donne, contribuendo alla piena affermazione del principio delle Pari Opportunità: tempo da investire in attività lavorative, che determina inoltre un incremento dell’occupazione femminile.

51

Fonte: Istat, RCFL, media 2005.

Tas

so d

i occ

upa

zion

e fe

mm

inile

(%

)

Tasso di disoccupazione femminile (%)

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esperienze in corso e ipotesi di miglioramento

103

Il miglioramento del welfare, in tempi di forti limitazioni alla spesa pubblica degli enti locali, è una politica sempre più difficile da perseguire in maniera efficace. Le esigenze si moltiplicano e l’offerta deve soddisfare richieste quali l’incremento ed il miglioramento qualitativo dell’assistenza alle persone non autosufficienti (anziani, malati, diversamente abili) e l’adeguamento dei servizi per la prima infanzia.

Occorre, quindi, progettare ed erogare servizi sociali customizzati alle richieste dei singoli che, oltre a rispondere in maniera diretta alle esigenze di assistenza delle persone non autosufficienti e della prima infanzia, si sostituiscono efficacemente all’azione dei familiari ed in particolare delle donne.

Tale intervento, alleggerendo le donne dai carichi familiari, potrebbe contribuire ad un incremento del tasso di natalità della popolazione residente in Liguria e porre un freno al fenomeno dell’invecchiamento ed al conseguente squilibrio fra occupati - produttori di reddito – e le fasce di popolazione assistita.

L’obiettivo strategico sopra declinato può essere così sintetizzato

Le esperienze poste in essere nel territorio regionale dal 2000 al 2006

Le politiche di welfare sono essenzialmente gestite dalle Amministrazioni comunali che nei propri ambiti territoriali erogano i servizi sociali di sostegno ai cittadini. Nell’ambito degli interventi attinenti alla programmazione 2000-2006 si possono comunque citare alcuni strumenti che hanno avuto un ruolo attivo nella promozione della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, attraverso la realizzazione di interventi volti ad alleggerire le donne del carico assistenziale.

Tavola 3.12 – Strumenti della programmazione negoziata

Provenienza dei fondi attivati Strumenti posti in essere dalla Regione dal 2000 al 2006

regionali nazionali comunitari

�� APQ - Liguria in rete "Terza età e welfare nella società dell'informazione”

�� POR Ob.3 Misura C4-E1, informatica per la terza età - Altri progetti di inclusione sociale a gestione provinciale

�� POR Ob.3 Misura E1 – Inserimento delle donne nel mercato del lavoro

�� POR Ob.3 Sovvenzione Globale “Piccoli Sussidi per il capitale sociale”

Favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per le donne attraverso il miglioramento dell’assistenza alle persone non autosufficienti (anziani, malati, diversamente abili) e dei servizi per la prima infanzia, per garantire un alleggerimento del carico assistenziale, e determinando, al contempo, un importante sostegno alla famiglia ligure ed un freno allo sfaldamento di tale istituzione

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104

Provenienza dei fondi attivati Strumenti posti in essere dalla Regione dal 2000 al 2006

regionali nazionali comunitari

�� POR Ob.3 Bandi Multimisura √

�� PSL del GAL “”Appennino genovese” √

L’APQ “Liguria in rete - Terza età e welfare nella società dell'informazione” si pone l’obiettivo di includere nella Società dell’informazione i cittadini anziani attraverso processi formativi e di erogazione di servizi utilizzando le infrastrutture tecnologiche di rete e il portale regionale.

Il progetto finanzia:

• azioni di alfabetizzazione informatica per gli anziani; • la messa in esercizio delle tecnologie per la diffusione dei servizi, da Internet (Portale,

servizi on-line) fino a quelle più tradizionali, operate attraverso punti fisici di accesso, supportati da un sistema integrato di servizi telematici;

• sistemi di erogazione dei servizi dedicati agli anziani, alle loro famiglie ed agli operatori;

• la rete di erogazione, per collegare domanda ed offerta dei servizi; • azioni promozionali per vincere la diffidenza ed aumentare l’adesione al sistema.

Nel 2001, nell’ambito del POR Ob.3 Misure C4-E1 è stato avviato il progetto “Informatica per la terza età”, successivamente replicato con altre due edizioni, integrato con risorse del succitato APQ “Liguria in rete” (2003-2004) e con il FIR ed altre risorse regionali (2005). L’obiettivo è quello di minimizzare il rischio di esclusione delle popolazioni anziane della Liguria dalle dinamiche del mercato del lavoro ed in generale di migliorarne la qualità della vita e di allontanare più avanti possibile nel tempo la prospettiva della trasformazione degli anziani in soggetti non più autonomi e quindi bisognosi di cure familiari.

La Regione Liguria, a valere sulla misura E1, ha promosso un progetto rivolto a donne extracomunitarie operanti nel settore dell’assistenza agli anziani o della collaborazione familiare, intervenendo non solo sulle lavoratrici, ma anche sulle famiglie che le impiegano al fine di favorire la regolarizzazione.

Tra gli altri progetti finanziati dalla misura E1, merita di essere segnalata l’iniziativa della Provincia di Genova “Azioni Positive, Piani di Fattibilità per servizi di prossimità” che affronta il problema della conciliazione agendo sull’organizzazione del lavoro, sulla flessibilità degli orari e sul sistema di welfare, proponendo servizi di prossimità rivolti alla cura dei minori e degli anziani a carico.

Esperienze significative sono rappresentate anche dai progetti E152: “Meridiana”, “Lavoro DOC” e “I tempi delle donne e i tempi della città”, che propongono soluzioni innovative alla problematica della conciliazione.

52

Cfr “Approfondimento tematico sulle Pari Opportunità”, Ecosfera SpA, Valutatore Indipendente del POR Ob.3 Liguria – Maggio 2003

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105

Il POR Obiettivo 3 finanzia, anche attraverso bandi multimisura, numerose azioni finalizzate all’inclusione sociale dei soggetti svantaggiati, attuate dalle Amministrazioni provinciali.

La Provincia di Savona ha finanziato i seguenti progetti:

• Re.Mo. per il ricollocamento professionale;

• A.S.Su.N.T.I. che potenzia, fra l’altro, i servizi dei CpI per le fasce più deboli (realizzazione di modelli di azioni integrate con le associazioni, le ASL, il sistema della formazione, finalizzati a sostenere il loro inserimento lavorativo – sociale);

• Ce.Lo. che prevede tre linee di azione di cui una in particolare è indirizzata agli utenti dei servizi di salute mentale della provincia.

La Provincia di La Spezia si segnala per:

• Rete, che per quanto attiene lo specifico delle fasce deboli, pone particolare attenzione ai soggetti iscritti alle liste speciali (Legge 68/99), strutturando un percorso che consente un reale inserimento lavorativo dei destinatari dell’intervento.

• Piano di sviluppo dell’economia sociale, con interventi di sostegno all’economia ed all’infrastrutturazione del terzo settore, tenendo conto dei bisogni delle popolazioni, della rete di servizi pubblici e di imprese sociali che agiscono sul territorio e della necessità che le stesse hanno di innovarsi e ampliarsi.

Altra iniziativa a titolarità regionale avente target di popolazione considerati “svantaggiati” è la Sovvenzione Globale, che ha ad oggetto l’attuazione dei Piccoli Sussidi al capitale sociale, finanziati a valere sulle misure B1 ed E1. L’intervento è volto in via generale a sostenere l’economia sociale, attraverso l’attivazione di azioni finanziabili dietro presentazione di progetti da parte degli operatori ammissibili che prevedono, tra l’altro, gli aiuti alla creazione di impresa e all’autoimpiego.

Infine, Il P.S.L. del GAL “Appennino genovese” fra le varie azioni finalizzate al miglioramento della qualità della vita, punta ad un miglioramento dei servizi sociali per la popolazione, soprattutto bambini e anziani che vivono nelle zone interne più svantaggiate.

Modello di governance I Soggetti istituzionali che, attraverso azioni di dialogo e concertazione (nella forma d’Intese istituzionali e Accordi di Programma Quadro) definiscono la strategia, gli obiettivi specifici e le relative modalità di intervento sono: Regione, Province, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Ministero delle Pari Opportunità.

I principali attori locali coinvolti nella attuazione degli interventi attraverso strumenti quali Piani di Sviluppo Locale e/o APQ Regionali, sono: Regione, Province, Comuni, Enti No Profit, Privati.

La struttura in cui si articola di conseguenza il modello di governance è illustrata nella seguente figura.

Figura 3.5: Modello di governance

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106

RegioneLIVELLO

STRATEGICO

Province

MLPS

RegioneLIVELLO

ATTUATIVO

Province Comuni

EntiNo Profit

MinisteroPari Opportunità

Privati

Obiettivi specifici, modalità per perseguirli e risorse da attivare

L’obiettivo di favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro delle donne per la completa affermazione del principio delle Pari Opportunità per le donne, si articola nei seguenti obiettivi specifici per ciascuno dei quali si ipotizzano modalità di intervento, risorse finanziarie attivabili ed attori locali responsabili dell’attuazione e realizzazione delle azioni.

Le azioni di assistenza alle persone non autosufficienti (anziani, malati e persone diversamente abili) residenti in Liguria devono essere adeguate alla domanda, eliminando latenze e sovrapposizioni, e soprattutto devono essere sempre più personalizzate alle esigenze specifiche dei singoli. Di conseguenza, l’obiettivo è quello di strutturare in maniera efficiente l’offerta e di migliorare da un punto di vista qualitativo l’assistenza, anche attraverso la sperimentazione di nuovi modelli di erogazione. Le risorse finanziarie per supportare tale obiettivo derivano da fondi regionali e dagli enti locali e le azioni sono gestite dalla Regione, dalle Province, dai Comuni e dagli Enti No Profit.

Risulta, inoltre, indispensabile puntare ad un incremento del tasso di natalità della popolazione residente in Liguria per porre un freno al fenomeno dell’invecchiamento ed al conseguente squilibrio fra occupati - produttori di reddito – e le fasce di popolazione assistita. Sono quindi necessari incentivi economici alle famiglie tali da risarcire almeno in parte i costi connessi a far nascere ed allevare figli. Risorse a sostegno provengono dallo Stato centrale e da fondi regionali attraverso la gestione della Regione e dei Comuni.

Inoltre, in particolare per migliorare la qualità della vita delle madri e porre un freno all’esclusione/autoesclusione delle donne dal mercato del lavoro quale conseguenza dei periodi di maternità, bisogna incrementare e migliorare i servizi per la prima infanzia, avviando, tra l’altro, sia sul territorio che presso i luoghi di lavoro, la realizzazione di nuovi asili nido. Lo Stato centrale e la Regione finanziano tali iniziative, gestite dalle stesse Regioni, dai Comuni e dagli enti datori di lavoro (aziende, Pubblica Amministrazione, ecc.)

Bisogna infine perseguire l’incremento dell’occupazione femminile attraverso misure che migliorano le condizioni di occupabilità delle donne espulse o non accettate dal Mercato del Lavoro. Sono a riguardo necessarie azioni di formazione, agevolazioni all’assunzione ed

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esperienze in corso e ipotesi di miglioramento

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all’autoimpiego perché le donne a rischio disoccupazione (donne con lauree deboli, madri, ecc.) possano più facilmente trovare un lavoro adeguato alle proprie competenze ed aspettative. Il FSE è lo strumento deputato a finanziare le azioni sopra indicate coinvolgendo nell’attuazione e gestione oltre alle beneficiarie anche la Regione ed i datori di lavoro (aziende private ed enti pubblici).

La tabella seguente sintetizza le informazioni sopra illustrate.

Tavola 3.12 – Gli obiettivi specifici

Obiettivi specifici Modalità di intervento Risorse finanziarie

da attivare Attori locali

Miglioramento quantitativo e qualitativo dell’assistenza, personalizzata alle esigenze delle persone non autosufficienti, quali anziani, malati e persone diversamente abili

• Azioni di sistema per adeguare i modelli di assistenza

• Azioni di assistenza

• Risorse regionali • Risorse Enti locali

• Regione • Province • Comuni • Enti no Profit

Incremento sia sul territorio che presso i luoghi di lavoro dei servizi per la prima infanzia per supportare le famiglie ed in particolare le madri

• Azioni di assistenza • Progetti per asili

nido pubblici ed aziendali

• Risorse regionali, • Risorse nazionali

• Regione • Comuni • Enti no Profit • Aziende

Incremento del tasso di natalità della popolazione residente in Liguria attraverso misure di sostegno alla famiglia

• Agevolazioni per le famiglie

• Azioni di assistenza alle famiglie

• Risorse regionali • Risorse nazionali

• Regione • Comuni

Incremento dell’occupazione femminile attraverso la formazione, le agevolazioni all’assunzione ed all’autoimpiego per facilitare l’inserimento e il reinserimento nel Mercato del Lavoro

• Azioni di sostegno all’occupabilità femminile

• FSE • Regione • Aziende

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esperienze in corso e ipotesi di miglioramento

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3.6. UNA LIGURIA IN CUI SI LAVORI E SI VIVA MEGLIO GRAZIE ALLE INNOVAZIONI

INDOTTE DALL’UTILIZZO DELLE TECNOLOGIE DELL’INFORMAZIONE E DELLA

COMUNICAZIONE (ICT)

Analisi degli elementi di contesto

La Liguria, per caratteristiche demografiche e geomorfologiche, necessita di interventi che facilitino un pieno accesso all’informazione ed in generale alla conoscenza. Strutturare pertanto una Società dell’informazione pienamente inclusiva risulta indispensabile se si pensi che esiste sia una forte incidenza di popolazione anziana da recuperare ad un ruolo attivo sia notevoli squilibri demografici sul territorio che determinano una marginalizzazione degli abitanti dell’entroterra.

La necessità di rafforzamento di questo ambito di intervento emerge anche dai dati sulla diffusione e l’utilizzo di internet, che evidenziano un minor grado di familiarità con lo strumento dei cittadini liguri rispetto alla media nazionale e soprattutto alle altre regioni del Centro Nord. Grafico 3.10

Grado di diffusione di Internet: % famiglie che

dichiarano di possedere l'accesso a Internet

Grado di utilizzo di Internet: % di persone di 6 anni e più

che dichiarano di aver utilizzato Internet negli ultimi tre

mesi

0

10

20

30

40

2000 2001 2002 2003 2004

Liguria Regioni Ob.3 Italia

0

5

10

15

20

25

30

35

2002 2003 2004

Liguria Regioni Ob.3 Italia

Fonte: Istat, Indagine Multiscopo Fonte: Istat, Indagine Multiscopo

Esiste quindi una domanda latente che può essere soddisfatta attraverso l’introduzione di tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT), rafforzata dalle esigenze espresse dal sistema delle imprese, che necessitano di servizi comuni in rete, e dai lavoratori che richiedono azioni per una mobilità sostenibile (ad esempio, telelavoro ed e-learning).

L’esigenza di una maggiore informatizzazione (cfr. grafico 3.11) emerge in misura particolarmente rilevante per le imprese di minori dimensioni, sebbene anche nelle realtà più grandi un maggior grado di infrastrutturazione tecnologica potrebbe sicuramente favorire più ampie opportunità di sviluppo.

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109

Grafico 3.11 (A-B)

Liguria. Grado di diffusione (%) del PC nelle imprese Liguria- Grado di informatizzazione (%) delle imprese

con più di 10 addetti

93,4

49,7

94,7

58,6

0

20

40

60

80

100

2004 2005

Imprese >10 add. Imprese <10 add.

0

20

40

60

80

2003 2004 2005

diffusione siti web diffusione banda larga

utilizzo internet

Fonte: Istat Fonte: Istat

Esplicitazione dell’obiettivo

La diffusione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione rappresenta senza dubbio una priorità strategica da perseguire per migliorare la competitività del sistema economico ligure. Innovazioni di processo attuate attraverso l’introduzione di ICT determinano guadagni di efficienza molto rilevanti, soprattutto nel settore dei servizi, consentendo alle imprese di migliorare la propria produttività. Ma l’utilizzo appropriato di tali tecnologie determina ricadute positive in ogni settore, in generale migliorando la qualità della vita delle persone, attraverso, ad esempio, l’erogazione di servizi più tempestivi da parte della Pubblica Amministrazione, la possibilità di fare acquisti on line (commercio elettronico) e di studiare (e-learning) e lavorare (telelavoro) azzerando i costi di mobilità. L’obiettivo, inoltre, è anche quello di costruire una società dell’informazione pienamente inclusiva, che sia accessibile a tutti i cittadini, nessuno escluso, consentendo un accesso democratico e trasparente alla conoscenza.

L’obiettivo strategico sopra declinato viene sintetizzato qui di seguito:

Diffondere le tecnologie dell’informazione e della comunicazione per migliorare l’efficienza dei processi di produzione di beni e servizi e costruire, con risorse pubbliche e private, una società dell’informazione pienamente inclusiva, facilitando l’accesso ad internet, promuovendone l’utilizzo ed investendo nella formazione in campo ICT.

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Le esperienze poste in essere nel territorio regionale dal 2000 al 2006

Tavola 3.13 – Strumenti della programmazione negoziata

Provenienza dei fondi attivati Strumenti posti in essere dalla Regione dal 2000 al 2006

regionali nazionali comunitari

�� APQ- Liguria in rete √

�� Contratto d’Area di La Spezia √

�� PSL finanziati dal POR Obiettivo 3 √

L’APQ - Liguria in rete è finalizzato all’informatizzazione della PA regionale e locale ed allo sviluppo della rete telematica. Sono previsti quattro interventi:

• Ruparl - infrastruttura di comunicazioni al servizio di tutti gli Enti della Pubblica Amministrazione Ligure, dei cittadini e delle imprese sul territorio ligure;

• CUP - Centro Unificato Prenotazioni Regionale per la prenotazione on line delle prestazioni sanitarie;

• Federalismo fiscale, per la gestione dei tributi di competenza regionale; • Nuovo modello di Comune, progetto che asseconda il processo di decentramento e

punta alla semplificazione dei procedimenti amministrativi.

Si sono poi succeduti attraverso accordi integrativi altri Accordi di programma Quadro con contenuti coerenti all’obiettivo di affermare una Società dell’Informazione in Liguria che sia pienamente inclusiva:

• APQ (accordo integrativo I) “Liguria in rete - Terza età e welfare nella Società dell’informazione in Liguria”;

• APQ (accordo integrativo II) “Liguria in rete - Carta regionale dei servizi per la terza età ”;

• APQ (accordo integrativo III) “Liguria in rete – Rafforzamento della società dell’informazione”;

Tra i Piani di Sviluppo Locale, Innovazione@tradizione si mette in particolare evidenza per la coerenza dei contenuti all’obiettivo, poiché ha tra le sue finalità la diffusione dell’utilizzo delle Information and Comunication Technologies sia in termini di alfabetizzazione informatica che di percorsi specialistici. Inoltre, altri Piani (LED, DTSB, Svilvara, Sviluppo lavoro, Sinergya) evidenziano progetti collegabili all’ICT anche se con un minor grado di coerenza.

Il Contratto d’Area di La Spezia si segnala perché fortemente orientato nel sostenere lo sviluppo delle tecnologie informatiche nel settore alberghiero.

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Modello di governance I Soggetti istituzionali che, attraverso azioni di dialogo e concertazione (nella forma d’Intese istituzionali, Accordi di Programma Quadro) definiscono la strategia, gli obiettivi specifici e le relative modalità di intervento sono: Regione, Province, Università, Ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca Scientifica, Ministero per l’Innovazione Tecnologica, Dipartimento della Funzione Pubblica.

I principali attori locali coinvolti nella attuazione degli interventi attraverso strumenti quali Piani di Sviluppo Locale e/o APQ Regionali, sono: Regione, Province, Enti locali ed Imprese.

La struttura in cui si articola di conseguenza il modello di governance è illustrata nella seguente figura.

Figura 3.6: Modello di governance

RegioneLIVELLO

STRATEGICO

Province MIUR

Dipartimento Funzione pubblica

RegioneLIVELLO

ATTUATIVO

Province

Imprese

MIT

Enti locali

Università

Obiettivi specifici, modalità per perseguirli e risorse da attivare

L’obiettivo di affermare la Società dell’informazione può essere declinato negli obiettivi specifici sotto elencati per ciascuno dei quali si espongono le modalità di intervento, le risorse finanziarie attivabili e gli attori locali da coinvolgere nell’attuazione e realizzazione degli interventi.

L’incremento degli investimenti finalizzati ad introdurre le tecnologie dell’informazione e della comunicazione nei diversi settori del sistema produttivo ligure risulta indispensabile perché si recuperi efficienza, accrescendo in tal modo la capacità competitiva dell’intero sistema. Una maggiore efficienza può essere raggiunta sia dalle imprese attraverso progetti di innovazione dei processi che dalla Pubblica Amministrazione con progetti di e-government. L’attuazione, finanziabile attraverso risorse pubbliche e private, fa capo, in qualità di attori locali, alla Regione, alle imprese ed Amministrazioni pubbliche del territorio ligure.

Con l’affermarsi della Società dell’informazione si punta a migliorare la qualità della vita dei cittadini liguri ampliando la gamma di servizi veicolati dalla PA attraverso la rete e migliorandone in tal modo la fruibilità. Importante è inoltre un pieno sfruttamento delle potenzialità offerte dall’ICT, per ridurre/azzerare ad esempio i costi della mobilità (telelavoro, formazione in modalità e-learning). Grazie a progetti di e-government, di telelavoro e di

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esperienze in corso e ipotesi di miglioramento

112

formazione on line si possono raggiungere gli obiettivi sopra descritti utilizzando risorse dello Stato centrale e della Regione.

Ma la qualità della vita si migliora anche rendendo più agevole l’accesso alla conoscenza attraverso una piena accessibilità alla rete e in generale alle potenzialità offerte dall’innovazione tecnologica. Ciò può avvenire promuovendo l’utilizzo di internet quale strumento di lavoro e di svago e formando i cittadini liguri, in particolare giovani ed anziani, ad un uso appropriato dell’ICT. La Regione, a riguardo, può attuare interventi di promozione e formazione all’uso di internet e delle tecnologie innovative utilizzando risorse del FSE, regionali e nazionali.

La tabella seguente sintetizza le informazioni sopra illustrate.

Tavola 3.14 – Gli obiettivi specifici

Obiettivi specifici Modalità di intervento

Risorse finanziarie da

attivare Attori locali

Incremento degli investimenti nell’ICT per recuperare efficienza e accrescere la capacità competitiva del sistema produttivo

• Progetti di e-government

• Progetti di innovazione ICT nelle imprese

• Risorse private • Risorse

regionali • Risorse

nazionali

• Regione • Imprese • PA

Miglioramento della qualità della vita attraverso una maggiore varietà e fruibilità di servizi veicolati attraverso la rete e grazie al pieno sfruttamento delle potenzialità offerte dall’ICT

• Progetti di e-government

• Progetti di telelavoro

• Progetti di formazione in e-learning

• Risorse regionali

• Risorse nazionali

• Regione • Imprese • PA

Miglioramento della qualità della vita attraverso una piena accessibilità alla rete, promuovendo l’utilizzo di internet quale strumento di lavoro e di svago e formando i cittadini all’uso dell’ICT

• Azioni di diffusione dell’utilizzo di internet

• Azioni di formazione in campo ICT

• FSE • Risorse

nazionali • Risorse

regionali

• Regione

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113

3.7. RAFFORZARE IL SISTEMA PORTUALE LIGURE QUALE VOLANO DI SVILUPPO DEL

SISTEMA ECONOMICO REGIONALE ED EFFICIENTE SNODO PER LA LOGISTICA DELLE

IMPRESE EUROPEE

Analisi degli elementi di contesto

La Regione Liguria è il principale polo portuale italiano ed uno dei più grandi di tutto il Mediterraneo ed è interessato da una crescente movimentazione di merci.

Tavola.3.15 – Traffico commerciale marittimo (migliaia di tonnellate)

Totale Imperia Savona-Vado Genova La Spezia

V.A. Var.%

1998 135 12.743 44.872 13.884 71.634

1999 125 12.405 45.868 15.285 73.683 2,9

2000 98 13.198 50.804 16.521 80.621 9,4

2001 105 13.266 50.177 15.848 79.396 -1,5

2002 126 13.153 51.749 18.203 83.231 4,8

2003 133 13.411 53.713 19.793 87.050 4,6

2004 165 14.362 55.837 18.434 88.798 2,0

Fonte: Autorità Portuali di Genova, La Spezia e Savona; Compagnia L.Maresca S.C.A.R.L. (Porto di Imperia)

Grafico 3.11 - Indice del traffico delle merci in navigazione di cabotaggio53

0

100

200

300

400

500

600

2000 2001 2002 2003 2004

Liguria Italia

Fonte: Istat, Statistiche dei trasporti

53

Tonnellate di merci in ingresso ed in uscita in navigazione di cabotaggio per 100 abitanti

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esperienze in corso e ipotesi di miglioramento

114

La globalizzazione determina un incremento dei traffici di merci e persone e conseguentemente una crescita dei volumi che i porti sono chiamati a gestire. Nel 2003 la quota di mercato nel settore dei container e delle rinfuse detenuta dai porti liguri per l’area del Mediterraneo nord occidentale era di circa il 20%. Le previsioni relative a questa area danno per il 2015 una forte crescita dei traffici che dovrebbero attestarsi su circa 40 milioni di TEUs per i container mentre le rinfuse aumenterebbero di circa 80 milioni di tonnellate.

In base a tali volumi, perché il sistema portuale ligure mantenga invariata le proprie posizioni, risulta indispensabile un potenziamento delle infrastrutture portuali, oltre che di quelle terrestri, che incrementi di circa 62 milioni di tonnellate le attuali performance ricettive e di movimentazione.

Esplicitazione dell’obiettivo

I porti e l’intero sistema logistico della Liguria rappresentano un’importante fonte di reddito per la regione ed un’opportunità per le imprese europee di migliorare l’efficienza dei propri processi logistici. La concorrenza delle altre realtà portuali/logistiche, sia italiane che straniere, diventa, però, sempre più serrata e deve essere affrontata con interventi integrati che assicurino un adeguato grado di competitività al sistema portuale ligure.

Sono quindi indispensabili investimenti infrastrutturali che adeguino le potenzialità ricettive e di movimentazione dei porti, ma sono allo stesso modo essenziali interventi di miglioramento dei servizi offerti dall’indotto ed azioni di accrescimento delle competenze delle Risorse Umane che operano nel settore. Occorre inoltre, che si affermi una governance regionale che suggerisca ruoli quanto più complementari ai porti liguri e promuova verso i principali clienti una gamma di servizi completa e, soprattutto un’immagine unica e coerente del sistema portuale regionale.

L’obiettivo strategico illustrato può essere così sintetizzato:

Sostenere lo sviluppo del sistema portuale della Liguria, quale hub del Mediterraneo per l’Italia settentrionale e l’Europa, attraverso il rafforzamento delle infrastrutture, l’adeguamento dei servizi offerti dall’indotto e la formazione delle Risorse Umane affinché sia in grado di affrontare le sfide dei competitors, assecondando una vocazione dell’economia e della cultura ligure.

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esperienze in corso e ipotesi di miglioramento

115

Le esperienze poste in essere nel territorio regionale dal 2000 al 2006

Le esperienze progettuali nel periodo di programmazione 2000-2006 coerenti all’obiettivo di sostenere la portualità ligure sono essenzialmente finanziate da PRUSST, come illustra la tabella che segue.

Tavola 3.16 – Strumenti della programmazione negoziata

Provenienza dei fondi attivati Strumenti posti in essere dalla Regione dal 2000 al 2006

regionali nazionali comunitari

�� PRUSST - Aree centrali e delle valli genovesi √

�� PRUSST – Riqualificazione dell’’affaccio urbano costiero del Comune di Savona

�� PRUSST – Area centrale La Spezia Val di Magra √

In particolare fanno riferimento ad investimenti in aree portuali tre PRUSST:

• Area centrale e delle vallate genovesi, • L’affaccio urbano costiero • Area centrale La Spezia Val di Magra

Il PRUSST “Area centrale e delle vallate genovesi” attiva un insieme di interventi coerenti con l’obiettivo del riordino e della riqualificazione territoriale, fattore indispensabile al rilancio economico di Genova e nello specifico a sostenere la vocazione portuale della città; fra gli altri, la trasformazione del porto antico, l’urbanizzazione dei depositi petroliferi ed il riassetto dei siti siderurgici.

Il PRUSST “Riqualificazione dell’’affaccio urbano costiero del Comune di Savona” realizza, fra le altre iniziative, un sistema integrato di attività finalizzate alla riconversione di attività produttive in ambito portuale e alla promozione a zona turistico ricettiva di parte delle zone contigue alle aree industriali dimesse.

Il PRUSST “Area centrale La Spezia - Val di Magra” prevede nell’asse C interventi di potenziamento delle infrastrutture portuali e retroportuali, la qualificazione dei rapporti tra porto e città, lo sviluppo del sistema porto-retroporto con particolare riferimento alle relazioni fisico/funzionali di connessione ed alle infrastrutture operative specifiche.

Modello di governance I Soggetti istituzionali che, attraverso azioni di dialogo e concertazione (nella forma d’Intese istituzionali, Accordi di Programma Quadro) definiscono la strategia, gli obiettivi specifici e le relative modalità di intervento sono Regione, Province, Autorità portuali (Genova, La Spezia e Savona), Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti, Ministero delle Attività produttive.

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Approfondimento Tematico: Integrazione tra FSE e altre politiche e risorse finanziarie: analisi delle

esperienze in corso e ipotesi di miglioramento

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I principali attori locali coinvolti nella attuazione degli interventi attraverso strumenti quali Piani di Sviluppo Locale e/o APQ Regionali, sono: Regione, Province, Comune di Genova, Comune di La Spezia, Comune di Savona, Autorità portuali (Genova, La Spezia e Savona), Imprese.

La struttura in cui si articola di conseguenza il modello di governance è illustrata nella seguente figura.

Figura 3.7: Modello di governance

RegioneL

I

V

E

L

L

O

S

T

R

A

T

E

G

I

C

O

Province

Ministero Infrastrutture e

Trasporti

RegioneL

I

V

E

L

L

O

A

T

T

U

A

T

I

V

O

Province Comuni di Genova, La Spezia e Savona

Autorità portuali

Ministero Attività Produttive

Imprese

Autorità portuali

Obiettivi specifici, modalità per perseguirli e risorse da attivare

L’obiettivo di rafforzare il sistema portuale ligure si può raggiungere attraverso l’azione combinata di obiettivi specifici per ciascuno dei quali sono qui di seguito ipotizzate le modalità di intervento, le risorse finanziarie attivabili e gli attori locali da coinvolgere nell’attuazione e realizzazione degli interventi.

Nuovi investimenti per l’adeguamento delle potenzialità ricettive, di stoccaggio, movimentazione e smistamento dei porti di Genova, Savona e La Spezia sono indispensabili perché il sistema portuale ligure si sviluppi e possa affrontare le sfide della competizione nazionale ed internazionale che si giocano nel bacino del Mediterraneo. La Liguria detiene una leadership consolidata che non può essere indebolita. Al contrario sul sistema portuale devono essere convogliate le risorse necessarie ad evitare ogni rischio di perdita di capacità competitiva, assecondando una vocazione a vivere l’accoglienza ed il mare - ed a trasformare tutto ciò in business - ormai connaturata nella gente ligure. Gli investimenti per il potenziamento infrastrutturale dei porti sono finanziabili attraverso risorse FESR, di privati nella modalità del project financing ed utilizzando inoltre fondi dello Stato centrale. La Regione e le Province come promotori e le Amministrazioni comunali di Genova e La Spezia in accordo con le Autorità portuali e le imprese, hanno la responsabilità di raggiungere tale obiettivo.

Le Risorse umane sono la principale ricchezza dei sistemi portuali liguri. Il tempo ha consolidato un patrimonio inestimabile di conoscenze e competenze che deve comunque essere costantemente migliorato attraverso azioni di formazione continua e di formazione

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manageriale. Il settore infatti necessita sia di operatori sempre aggiornati sulle innovazioni tecnologiche nei processi logistici, sia di management in grado di guidare le organizzazioni per affrontare e vincere le sfide poste dal sistema competitivo. Gli interventi formativi attingono risorse dal FSE, dai Fondi interprofessionali e dai Decreti Ministeriali che regolano linee di finanziamento nazionale. Gli attori locali coinvolti sono la Regione, gli enti gestori dei fondi interprofessionali e le imprese.

Perché il sistema portuale ligure sia pienamente ricettivo è indispensabile rafforzare e migliorare qualitativamente un’offerta di servizi alle imprese ed alle persone che sia adeguata alla domanda crescente e correlata allo sviluppo del traffico di merci e di persone. Dai settori dell’ospitalità e dell’intrattenimento fino ai servizi reali di supporto ai business portuali, l’imprenditoria ligure deve essere in grado di rispondere tempestivamente e con qualità alle esigenze, costituendosi quale elemento distintivo, componente essenziale della capacità di attrazione del sistema portuale regionale. Per raggiungere tale obiettivo sono necessari progetti aziendali di innovazione di processo e di prodotto ed azioni di supporto alla creazione di impresa, interventi finanziabili da risorse FESR, regionali e nazionali. La Regione, i Comuni di riferimento e le imprese attuano tali tipi di interventi.

Affinché tali sforzi determinino effetti sinergici o quanto meno non contrastanti appare ormai ineludibile il rafforzamento della governance del sistema portuale ligure. Un modello condiviso di responsabilità, regole e strumenti organizzativi che riduca il rischio che entrino in contrasto strutturale i business delle diverse realtà portuali liguri. Le Istituzioni locali, oltre a coordinare tale governance, sono chiamate a promuovere attraverso appropriate azioni di comunicazione istituzionale un’immagine unica e coerente dei porti regionali. L’obiettivo può essere raggiunto attraverso la realizzazione di progetti di implementazione di modelli di governance, ed azioni di accoglienza e comunicazione istituzionale, il tutto attivabile dalla Regione e dagli enti coinvolti nel modello con risorse degli enti territoriali e risorse regionali.

La tabella seguente sintetizza le informazioni sopra illustrate.

Tavola 3.17 – Gli obiettivi specifici

Obiettivi specifici Modalità di intervento

Risorse finanziarie da attivare

Attori locali

Maggiori investimenti per lo sviluppo infrastrutturale dei principali porti della Liguria al fine di competere con le realtà concorrenti e rafforzare la leadership da sempre esercitata dalla portualità ligure

• Investimenti di potenziamento infrastrutturale dei porti

• FESR • Risorse private • Risorse nazionali

• Regione • Comune di

Genova • Comune di La

Spezia • Comune di Savona • Autorità portuali • Imprese

Miglioramento del patrimonio di competenze delle Risorse Umane operanti nelle realtà portuali liguri per affrontare e vincere le sfide poste dal

• Azioni di formazione continua

• Azioni di formazione

• FSE • Fondi

interprofessionali • Risorse nazionali

• Regione • Imprese • Gestori dei fondi

interprofessionali

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Obiettivi specifici Modalità di intervento

Risorse finanziarie da attivare Attori locali

sistema competitivo manageriale

Rafforzamento del sistema di servizi reali ed alla persona per assecondare lo sviluppo dell’economia portuale

• Azioni di supporto alla creazione di impresa

• Progetti di innovazione di processo e di prodotto

• FESR • Risorse regionali • Risorse nazionali

• Regione • Comune di

Genova • Comune di La

Spezia • Comune di Savona • Imprese

Rafforzamento di una governance del sistema portuale ligure che riduca sovrapposizioni di business fra le diverse realtà, promuovendo attraverso la comunicaione istituzionale un’immagine univoca e coerente

• Progetti di implementazione di modelli di governance

• Azioni di accoglienza e comunicazione istituzionale

• Risorse enti territoriali

• Risorse regionali

• Regione • Province • Comune di

Genova • Comune di La

Spezia • Comune di Savona