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RELAZIONE PREVISIONALE E PROGRAMMATICA 2015 CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO EMILIA

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RELAZIONE PREVISIONALE E PROGRAMMATICA

2015

CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO EMILIA

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RELAZIONE PREVISIONALE E PROGRAMMATICA 2015

INDICE Il contesto normativo di riferimento Il contesto istituzionale e associativo Il contesto economico locale Il quadro delle risorse Il piano degli investimenti Il contesto organizzativo e le risorse umane Aggiornamento programma pluriennale e definizione obiettivi strategici Gli assi strategici dell’Ente: Asse A: “La Camera di Commercio di Reggio Emilia per la semplificazione della vita delle

imprese” A1. Semplificare la vita delle imprese

A2. Promuovere la regolazione del mercato e garantirne la concorrenza

Asse B: “La Camera di Commercio di Reggio Emilia per il rilancio competitivo del territorio”

B3. Favorire l’accesso al credito e la patrimonializzazione delle imprese B4. Favorire l’internazionalizzazione e promuovere le imprese nel mondo B5. Promuovere la produzione della conoscenza e favorire il dialogo Scuola - Lavoro B6. Sostenere l'innovazione, il trasferimento tecnologico, la cultura imprenditoriale, la

nascita di nuove imprese B7. Sostenere il rilancio competitivo del territorio

Asse TRASVERSALE: “Azioni di supporto al cambiamento e qualità dei servizi” T1. Rafforzare lo stato di salute dell’Ente

T2. Comunicazione e marketing dei servizi T3. Trasparenza T4. Digitalizzazione T5. Crescita del know how e del capitale umano T6. Orientare la gestione alla performance

Allegato A) alla deliberazione del Consiglio Camerale n. 13 del 27/10/2014 “Relazione Previsionale e Programmatica per l'esercizio 2015: approvazione”

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IL CONTESTO NORMATIVO DI RIFERIMENTO

La riforma del sistema politico e istituzionale italiano è ormai da anni al centro dei dibattiti in ogni sede,

considerata da tutti fattore irrinunciabile di competitività e sviluppo. Dopo le accelerazioni di intenti dei

mesi passati, anche a seguito del cambio di governo, il paese sta vivendo una fase interlocutoria in

vista della probabile definizione di una nuova forma di Stato, forma di stato che coinvolgerà in maniera

diretta anche il sistema delle Camere di Commercio italiane.

Riassumendo, il Consiglio di Ministri del 13 giugno infatti ha preso alcune decisioni di radicale modifica

del sistema camerale. Con il decreto legge n. 90 del 24 giugno scorso ha previsto il taglio del 50%

delle entrate da diritto annuale a partire dal 2015. Contestualmente è stato deciso di formulare i criteri

generali della delega del Parlamento al Governo per il riordino degli Enti camerali.

Gli effetti del taglio del 50% del diritto annuale comporterà anche per Reggio Emilia l’annullamento di

fatto degli interventi economici correnti nel territorio.

Successivamente la I^ Commissione Affari costituzionali della Camera dei Deputati ha approvato un

emendamento che riscrive l’art. 28 del decreto legge n. 90/2014 che, in linea con le proposte formulate

dall’Unioncamere in occasione dell’audizione in Parlamento dello scorso 8 luglio, spalma il taglio su 3

anni, con una riduzione progressiva del diritto annuale del 35% nel 2015, del 40% nel 2016 e del 50%

nel 2017.

L’emendamento prevede inoltre che le tariffe e i diritti di segreteria devono essere fissati sulla base di

costi standard, secondo criteri di efficienza da conseguire anche attraverso l’accorpamento degli enti e

degli organismi del sistema camerale e lo svolgimento in forma associata delle funzioni.

L’emendamento è stato recepito dalla L. n. 114 dell’11-8-2014 di conversione in legge, con

modificazioni, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90.

Nel DDL “Riorganizzazione delle Amministrazioni pubbliche”, presentato al Senato il 23 luglio scorso, è

inserito all’art. 9, il “Riordino delle funzioni e del finanziamento delle camere di commercio”. Tale

articolo delega il Governo ad adottare un Decreto legislativo per la riforma dell’organizzazione, delle

funzioni e del finanziamento delle Camere di commercio, secondo i seguenti criteri:

a) eliminazione del diritto annuale a carico delle imprese;

b) ridefinizione delle circoscrizioni territoriali;

c) riduzione dei compiti e delle funzioni limitando le partecipazioni societarie alle sole funzioni

istituzionali e circoscrivendole nel tempo;

d) trasferimento al Ministero dello Sviluppo Economico delle competenze relative al registro delle

imprese;

e) riduzione del numero dei componenti dei Consigli e delle Giunte, riordino della disciplina dei

compensi dei relativi organi, prevedendo la gratuità degli incarichi;

f) disciplina transitoria che assicuri la sostenibilità finanziaria e il mantenimento dei livelli

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occupazionali e contempli poteri sostitutivi per garantire la completa attuazione del processo di

riforma, anche mediante la nomina di Commissari in caso di inadempienza da parte delle Camere

di commercio, industria, artigianato e agricoltura.

L’intervento normativo di riduzione del 50% delle entrate del diritto annuale (nell’Emilia Romagna 45

milioni di euro circa) comporterà un depotenziamento del ruolo camerale nella promozione del territorio

e nel sostegno alle imprese.

Le Camere di commercio condividono la necessità di una revisione degli ambiti di riferimento delle

singole camere e della normativa che le disciplina. Le ragioni sono facilmente rinvenibili nella necessità

di raggiungere economie di scala, rendere più efficaci ed efficienti i servizi erogati, ma anche di

candidarsi allo svolgimento di nuove funzioni. In Emilia Romagna le Camere hanno messo in atto

iniziative concrete per conseguire risparmi e razionalizzare la rete. Si pensi solo ai progetti di gestione

associata delle competenze camerali (studi statistica, piano formativo e servizio legale).

Mancando peraltro una sintesi unitaria dell’intero sistema camerale, la Giunta di Unioncamere Emilia

Romagna ha deciso di assumere alcune iniziative volte a “giocare di anticipo” mettendo in campo un

autonomo disegno di razionalizzazione territoriale della rete territoriale camerale per la difesa della

“mission” e del ruolo delle Camere di commercio.

Nella seduta del 2 luglio scorso la Giunta di Unioncamere Emilia Romagna ha approvato un’ipotesi

autonoma di riordino delle circoscrizioni territoriali di competenza delle Camere di commercio passando

da 9 a 4 enti. Nell’individuazione delle circoscrizioni si sono tenute presenti le indicazioni della “legge

Del Rio” di riforma degli enti intermedi, con l’istituzione delle Città metropolitane, e le logiche di “area

vasta” utilizzate nell’ipotesi di accorpamento delle Province proposta dal CAL e dalla Regione Emilia

Romagna. I parametri della superficie territoriale e della popolazione sono stati sostituiti, nel caso delle

Camere di Commercio, con criteri legati al numero delle imprese, al rispetto dei principi di equilibrio

economico, alle caratteristiche geo-economiche del territorio. Le possibili aggregazioni individuate

rispettano sicuramente i principi di equilibrio economico e di omogeneità delle caratteristiche geo-

economiche dei territori.

Il 23 luglio scorso, il Comitato Esecutivo di Unioncamere ha varato ufficialmente l’operazione di riordino

delle Camere di commercio prendendo atto delle prime indicazioni maturate a livello regionale. Dalle

attuali 105 Camere di commercio si dovrebbe passare, dopo le aggregazioni, a circa 50-60 Enti.

Il nuovo Consiglio camerale, insediatosi nel gennaio di quest’anno, nel ritenere ormai ineludibile il

superamento di una rete di 9 camere di Commercio nella sola Emilia Romagna, nella seduta del 28

luglio scorso ha deliberato di iniziare un percorso volto all’individuazione di un “bacino di riferimento”,

attraverso l’analisi di dati-informazioni geo-economiche e la condivisione di possibili scelte con le

istituzioni locali di riferimento, per giungere poi alla modifica della circoscrizione territoriale della

Camera di Commercio di Reggio Emilia, ai sensi dell’articolo 1 comma 5 della legge 580/93.

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IL CONTESTO ISTITUZIONALE E ASSOCIATIVO

La Camera, per svolgere in modo efficace i propri molteplici compiti, continuerà a mantenere e

sviluppare collaborazioni con le altre istituzioni pubbliche, con le associazioni di categoria, le singole

imprese e i clienti / utenti. Nelle sedi dove si discutono le politiche economiche territoriali e dove si pro-

gettano le azioni per accrescere la competitività del sistema locale, è fondamentale la sua presenza,

per offrire progetti di sviluppo del territorio, risorse finanziarie comunque importanti ed una struttura

professionale e dinamica, anche attraverso il sistema delle proprie partecipazioni. Le Camere di

Commercio sono un punto di incontro naturale tra imprese e cittadini, tra imprese e mercato, tra

imprese ed istituzioni; ed è esattamente attraverso questo ruolo esclusivo che gli Enti camerali si

qualificano sempre di più come soggetti attivi per favorire lo sviluppo economico.

Questa missione, per poter essere realizzata in modo efficace, necessita di un rapporto responsabile e

trasparente, che tale si deve mantenere nel corso del tempo, con le imprese in primis, le quali tramite

le proprie Associazioni di categoria possono mettere a confronto i rispettivi interessi. Oltre ai

rappresentanti negli organi Camerali (Consiglio e Giunta), è statutariamente prevista la Consulta delle

Associazioni, composta dai presidenti delle associazioni di categoria e delle organizzazioni sindacali e

dei consumatori, che fornisce pareri, valutazioni e indirizzi di carattere generale agli organi Camerali.

A questi si uniscono poi ulteriori interlocutori che trovano nelle Camere un’istituzione di riferimento,

quali ordini ed associazioni professionali, associazioni dei consumatori, pubbliche amministrazioni lo-

cali, sindacati, singoli utenti. Tra loro troviamo anche la Consulta delle Professioni, composta dai

presidenti degli ordini e collegi professionali operanti nella circoscrizione provinciale della Camera di

Commercio, con il compito di esercitare funzioni di tipo consultivo - in particolare in materia di

semplificazione - con la finalità di promuovere una più stretta connessione tra impresa e professionisti.

La Camere di Commercio sono enti che operano in regime di “autonomia funzionale”, nei quali trovano

la propria proiezione istituzionale le comunità alle quali si rivolge l’azione degli enti medesimi; le

autonomie funzionali, consentono a tali comunità il diretto svolgimento delle funzioni ad esse

specificamente destinate, configurandosi così come strumenti di autogoverno delle stesse. L’obiettivo

primario del sistema Camerale è costituito dal perseguimento di interessi di carattere generale, che

non possono essere dimenticati quando si considerano le pur fondamentali linee di interesse locale e

che richiede quindi un’opera di intervento largamente condivisa a livello nazionale.

Anche questo ambito risentirà e verrà riprogettato a seconda dei nuovi assetti geografici e funzionali

che gli Enti camerali assumeranno nei prossimi mesi.

LA CCIAA DI REGGIO EMILIA: SISTEMA DI GOVERNANCE INTEGRATA

La CCIAA di Reggio Emilia si pone al centro di una rete di relazioni istituzionali nel cui ambito elabora

strategie e definisce azioni di intervento per favorire lo sviluppo delle politiche di promozione, crescita e

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tutela del mercato. La CCIAA di Reggio Emilia individua il potenziamento del «Sistema delle Alleanze»

sui diversi piani di intervento, come elemento imprescindibile per lo sviluppo delle proprie linee politiche di

mandato, divenendo quindi nucleo di un articolato e variegato network che si può sintetizzare ne “IL

SISTEMA CAMERALE”.

IL SISTEMA CAMERALE

Il riconoscimento normativo dell’essere «Sistema Camerale» di cui fanno parte, oltre alle CCIAA italiane,

le CCIAA all’estero, quelle estere in Italia, le Aziende Speciali, le Unioni regionali, l’Unioncamere

Nazionale e le strutture di sistema, è uno dei principali elementi di innovazione della legge di riordino

delle Camere di Commercio (L. 580/93 come modificata dal D. Lgs. 23/2010).

La CCIAA di Reggio Emilia ha già affermato la sua nuova identità di parte integrante ed attiva del net-

work Camerale, infatti da tempo opera nello sviluppo e nel potenziamento delle relazioni di una rete

sinergica, unica nel panorama delle Pubbliche Amministrazioni.

La CCIAA di Reggio Emilia quindi garantisce la propria presenza attiva all’interno di un sistema che

favorisce la condivisione del know-how e delle competenze per la realizzazione di iniziative progettuali

congiunte, che potrebbero risultare inefficaci e di scarso successo se realizzate esclusivamente in

autonomia. Lo sviluppo ed il potenziamento delle relazioni all’interno del network, quindi, è prezioso e

funzionale non solo per favorire ed aiutare la realizzazione delle strategie Camerali, ma anche per lo

sfruttamento dell’economia di scala per l’efficienza gestionale.

Il Sistema Camerale si configura come una rete composta da 105 CCIAA, 127 Aziende Speciali, 19

Unioni Regionali, 9 Centri Esteri Regionali, 73 CCIAA italiane all’estero, 33 CCIAA italo estere, oltre 2000

partecipazioni in infrastrutture e società.

L’Unioncamere rappresenta il Sistema Camerale e ne coordina l’azione, promuove i rapporti con le altre

istituzioni di livello internazionale, nazionale e locale. Realizza interventi sia a favore delle CCIAA che

delle imprese, predispone studi e ricerche, istituisce osservatori e interventi, inoltre, avvalendosi anche

delle proprie società specializzate, sviluppa iniziative per l’internazionalizzazione dell’economia italiana.

Le Unioni Regionali sono rappresentative delle CCIAA della stessa regione, ne coordinano le attività e i

programmi, studiano i problemi comuni, promuovono iniziative congiunte, forniscono supporto per lo

sviluppo economico locale, realizzano indagini e gestiscono i rapporti interregionali e con le strutture di

servizio.

I Centri Regionali per il Commercio Estero sostengono il processo di internazionalizzazione delle

imprese, ospitano delegazioni straniere, promuovono la partecipazione a mostre internazionali, fiere e a

missioni all’estero.

Le CCIAA Italiane all’estero, con sede nelle principali città del mondo, sono associazioni a carattere

volontario di operatori ed imprese ed hanno la finalità di favorire le relazioni economiche con le imprese

straniere interessate al mercato italiano.

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Le CCIAA italo-estere, offrono servizi ed attività per agevolare l’ingresso delle imprese italiane sui mercati

esteri e viceversa.

Così almeno l’infrastruttura “di sistema” per come l’abbiamo conosciuta fino ad ora.

Sulla base dell’articolato e complesso sistema istituzionale e associativo sopra richiamato, si inserisce il

particolare momento economico e sociale mondiale. La nuova crisi che oggi stiamo vivendo, per molti

versi inedita e dalle conseguenze potenzialmente ancor più gravi di quella vissuta solo tre anni fa,

potrebbe mettere in discussione perfino il ruolo dell’euro e della stessa Europa. L’esigenza di

contenimento e riduzione della spesa pubblica (resa ancor più urgente dal declassamento del debito

pubblico appena intervenuto), unitamente alle richieste di maggiore libertà economica e minori vincoli

all’esercizio dell’attività d’impresa, sta al contempo mettendo in discussione le stesse funzioni svolte dallo

Stato e dagli enti locali. Il dibattito sulla riorganizzazione del sistema pubblico a sostegno del mondo delle

imprese coinvolge pienamente anche il sistema Camerale. In questo scenario, appare quindi evidente la

necessità di dare avvio a una nuova fase di autoriforma, mirata ad una sempre maggiore efficienza e

qualità dei servizi offerti dalle Camere di Commercio e basata, già nell’immediato, su uno sforzo più

intenso è più esteso verso accorpamenti territoriali e realizzazione di alcuni servizi in forma associata.

E’ pertanto già partita ufficialmente nel luglio scorso la riforma delle Camere di commercio italiane che

porterà al dimezzamento del loro numero. Il comitato esecutivo di Unioncamere ha varato ufficialmente

l’operazione riordino prendendo atto delle prime indicazioni maturate a livello regionale. La richiesta era

di indicare le possibili aggregazioni per portare il numero totale delle Camere dalle attuali 105 a non più di

50-60. Dodici Unioni regionali hanno già provveduto ad approvare l’accorpamento delle strutture camerali

del proprio territorio, mentre le rimanenti formalizzeranno l’analogo percorso nei prossimi giorni. Gli

accorpamenti tendono a creare realtà locali con un bacino pari ad almeno 80.000 imprese che coniuga

sostenibilità economica e valorizzazione dei territori. Entro l’autunno tutte le Camere di commercio

saranno impegnate a deliberare il nuovo assetto.

Le Unioni regionali che hanno già compiuto il primo, determinante passo sono l’Abruzzo (che porterà a 2

le 4 Camere di commercio oggi esistenti, con l’accorpamento di Teramo e L’Aquila e di Pescara e

Chieti), la Basilicata (da 2 a 1), la Calabria (da 5 a 3), la Campania (da 5 a 4, con Avellino e Benevento

destinate a unificarsi), l’Emilia Romagna (da 9 a 4), il Lazio (da 5 a 2, ovvero l’area metropolitana di

Roma e le altre province insieme), la Liguria (da 4 a 2, l’area metropolitana di Genova e l’accorpamento

in una sola strutture delle rimanenti province), il Molise (da 2 a 1), il Piemonte (da 8 a 3, con Torino, la

Camera del Sud e la Camera del Nord Piemonte), la Puglia (da 5 a 3 in virtù degli accorpamenti di Bari e

Taranto e di Brindisi e Lecce), il Veneto (da 7 a 5) e l’Umbria (da 2 a 1). La “geografia” camerale non

muterà, invece, in Trentino Alto Adige, dati i vincoli delle due province a statuto speciale, e in Valle

d’Aosta, dove esiste una sola Camera di Commercio.

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IL CONTESTO ECONOMICO LOCALE

GLI SCENARI PREVISIONALI

La lunga recessione che sta attraversando il Paese, iniziata sette anni fa, ha portato indietro di anni la

lancetta su molti fronti: la produzione è tornata ai livelli del 1986, l'edilizia ha fatto una retromarcia di

quasi mezzo secolo. Redditi, risparmi e consumi si sono contratti. Gli italiani hanno lo stesso reddito

disponibile di trent'anni fa, mentre la spending review familiare porta lo shopping ai valori del 1997. E

l'inflazione, ad agosto 2014, ha il segno meno, come nel 1959.

Lo dice un'analisi realizzata dal Sole 24 Ore (pubblicata il 15 settembre 2014) che ha esplorato una

decina di indicatori ed ha individuato in quale anno del passato occorresse riandare per ritrovare

analoghi valori ottenendo i seguenti risultati:

Indicatore

Anno del passato al quale si ritrova il dato

attuale

Tasso d'inflazione 1959

Investimenti in edilizia (indice 1951=100) 1967

Immatricolazioni auto (numero) 1979

Compravendita di case (numero) 1985

Reddito disponibile (euro) 1986

Produzione industriale (indice) 1986

Tasso di disoccupazione 1998

Consumi finali - spesa mensile famiglie prezzi concatenati 1997

Ricchezza netta per famiglia 1997

Turismo - pernottamenti di italiani in hotel 1999

Fonte: il Sole 24 ore del 15 settembre 2014

Difficile, quindi, è la situazione italiana le cui debolezze, secondo Standard & Poor's, possono incidere

negativamente sul ciclo continentale. Debolezze individuate nelle sue dinamiche caratterizzate da una

domanda interna anemica, da una frenata delle esportazioni verso i grandi partner commerciali

(Germania, Francia e Stati Uniti) e da un ritardo nel varo delle riforme strutturali annunciate. L'Italia per

S&P's - che aggiornerà il rating il 5 dicembre 2014 (oggi è BBB) - probabilmente non finirà in

recessione per la terza volta in cinque anni, ma non andrà oltre una crescita zero (e non più dello 0,5%

previsto in giugno). Si tratta della revisione più ampia tra i principali Paesi dell'eurozona connessa al

fatto che l'andamento rilevato per l'Italia nel secondo trimestre è l'unico negativo (-0,3%) tra i principali

Paesi.

Anche l'Ocse, nel rapporto di medio termine diffuso a settembre, ha rivisto al ribasso di quasi un punto

percentuale (0,9%) le previsioni di crescita per l'Italia per il 2014 indicando una riduzione del Pil dello

0,4% (recessione, quindi) rispetto al +0,5% stimato a maggio. Al di là delle situazioni contingenti dei

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singoli Paesi le previsioni al ribasso della crescita sono influenzate dalle crescenti tensioni geopolitiche:

dall'Ucraina, all'offensiva del terrorismo islamico.

Nel 2014, quindi, secondo l'Ocse, l'Eurozona dovrebbe crescere dello 0,8% rispetto all'1,2% stimato a

maggio, la Francia dovrebbe attestarsi al +0,4% (era lo 0,9% in maggio) e la Germania, il motore della

zona euro, non dovrebbe andare oltre l'1,5% (lo 0,4% in meno rispetto alle stime di maggio). Saranno

ancora Cina ed India a trainare la crescita mondiale (+7,4% e +5,7% rispettivamente) mentre gli Stati

Uniti dopo il +2,1% del 2014 dovrebbero ulteriormente consolidare la ripresa nel 2015 con una crescita

del 3,1%.

Nel 2015 l'Eurozona dovrebbe, invece, fermarsi all'1% (dall'1,7% previsto a maggio) mentre l'Italia

dovrebbe crescere solo dello 0,1% (di fatto una stagnazione) rispetto all'1,1% stimato a maggio.

Il vero problema appare quindi l'Eurozona che alla crescita debole, debolissima, aggiunge la bassa

inflazione, in calo ormai da tre anni. Com’è noto, un'inflazione vicina allo zero aumenta il rischio di uno

slittamento nella deflazione con la prospettiva di perpetuare la stagnazione e aggravare il peso del

debito.

Variazione del Pil a confronto nei principali Paesi

anno 2013 e previsioni 2014 e 2015

Paesi 2013 2014 2015

Stati Uniti 2,2 2,1 3,1

Canada 2,0 2,3 2,7

Brasile 2,5 0,3 1,4

Cina 7,7 7,4 7,3

India 4,7 5,7 5,9

Giappone 1,6 0,9 1,1

Germania 0,2 1,5 1,5

Francia 0,4 0,4 1,0

Regno Unito 1,8 3,1 2,8

Italia -1,8 -0,4 0,1

Fonte: Ocse - outlook settembre 2014

IL TESSUTO PRODUTTIVO

La natimortalità delle imprese

Nonostante la pesante situazione, il tessuto economico reggiano torna a mostrare timidi segnali

positivi. Nel periodo dal 2008 al 2013 ad eccezione di un tasso di sviluppo positivo registrato nel 2011,

il trend che si rileva per il numero di imprese permane negativo a causa di una continua riduzione delle

iscrizioni a fronte di una “quasi stazionarietà” delle cessazioni.

Nel primo semestre 2014, il saldo fra le nuove imprese iscritte e quelle cancellate “non d’ufficio”, ovvero

quelle imprese che hanno espresso la volontà di non proseguire l’attività è di nuovo positivo.

A fine giugno in provincia di Reggio Emilia si contano 56.161 imprese.

Da gennaio a giugno 2014 le iscrizioni sono state 2.193 (1.296 nel primo trimestre e 897 nel secondo),

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mentre le cessazioni non d’ufficio sono risultate 2.124 (1.461 nel primo e 663 nel secondo), con un

saldo positivo di 69 unità.

Movimento imprese iscritte e cessate in provincia di Reggio Emilia dal 2008 al primo semestre 2014

Anni Stock al

31.12

Movimento

Tasso di sviluppo Iscritte

Cessate Saldo

(iscritte-cess. non

d’uff.) Totali

di cui: non

d’ufficio

2008 58.699 4.250 4.401 4.401 -151 -0,3

2009 58.085 3.880 4.526 4.526 -646 -1,1

2010 57.955 4.135 4.295 4.295 -160 -0,3

2011 57.861 4.137 4.281 3.757 380 0,7

2012 57.217 3.977 4.647 4.090 -113 -0,2

2013 56.460 3.710 4.491 4.285 -575 -1,0

2014 gen-giu

56.161 2.193 2.411 2.124 69 0,1

Fonte: elaborazione Ufficio Studi CCIAA Reggio Emilia su dati Infocamere

E’ stata l’evoluzione del secondo trimestre (+234 unità) che ha consentito non solo di recuperare le 165

aziende in meno del primo trimestre ma di riportare il trend del tessuto economico reggiano in territorio

positivo, anche se nei tradizionali comparti economici il numero delle nuove imprese è risultato inferiore

a quelle cancellate.

Analizzando l'evoluzione dei primi sei mesi dell’anno in corso, infatti, si rileva un maggior numero di

cessazioni non d’ufficio rispetto alle iscrizioni nei comparti agricolo, manifatturiero, edile, del

commercio, dei trasporti, dell'alloggio e ristorazione. Le iscrizioni superano invece le cessazioni per le

attività di servizio alle imprese quali servizi di informazione e comunicazione, finanziarie e assicurative,

professionali, scientifiche e tecniche, noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese.

Dai dati pare di desumere che sia in corso un riassestamento del tessuto imprenditoriale reggiano; pur

mantenendo consolidate le sue peculiarità, sembra infatti tendere ad indirizzarsi in modo più netto

verso quelle attività di servizio di cui già in passato si rilevava un certo gap con economie anche vicine

alla nostra.

Le analisi dei movimenti a livello settoriale sono però da considerare puramente indicative in quanto il

22,5% delle iscrizioni, per motivi connessi al procedimento amministrativo, è conteggiato nelle “non

classificate”.

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Imprese registrate, iscritte e cessate per attività economica in provincia di Reggio Emilia. gennaio – giugno 2014

Attività economica

Imprese registrate

Movimento

Iscritte

Cessate

Totale di cui: attive

Totali di cui:

non d’ufficio

Agricoltura, silvicoltura pesca 6.375 6.312 134 248 241

Estrazione di minerali da cave e miniere 35 24 1 1 0

Attività manifatturiere 8.167 6.993 208 347 290

Fornit. energia elettrica, gas, vapore e aria condiz. 64 61 2 11 11

Fornit. acqua; reti fognarie 62 60 0 1 1

Costruzioni 12.557 11.771 525 726 599

Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparaz. automobili 11.214 10.308 348 452 423

Trasporto e magazzinaggio 1.670 1.510 18 77 56

Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 3.150 2.755 96 128 121

Servizi di informazione e comunicazione 1.008 927 59 34 32

Attività finanziarie e assicurative 888 844 40 32 31

Attività immobiliari 3.372 3.057 34 43 40

Attività professionali, scientifiche e tecniche 1.826 1.672 70 71 68

Noleggio, agenzie di viaggio, serv. supporto alle imprese 1.219 1.132 74 60 53

Istruzione 175 167 2 2 2

Sanità e assistenza sociale 209 190 7 9 9

Attività artistiche, sportive, di intrattenim. e divertim. 636 569 26 21 19

Altre attività di servizi 1.903 1.848 56 69 68

n.c. 1.631 15 493 79 60

Totale 56.161 50.215 2.193 2.411 2.124 Fonte: elaborazione Ufficio Studi CCIAA Reggio Emilia su dati Infocamere

Torna a mostrare un timido segno positivo, alla fine del primo semestre dell’anno in corso, il tasso di

sviluppo del tessuto imprenditoriale reggiano. Ad eccezione di un saldo positivo del 2011, il trend era

rimasto negativo fin dal 2008 a causa di una continua riduzione delle iscrizioni, mentre le cessazioni

avevano mantenuto più o meno i livelli degli anni precedenti.

L’EVOLUZIONE CONGIUNTURALE

L’annata agraria

Nel primo scorcio del 2014 la situazione rilevata lo scorso anno non appare in miglioramento.

Le quotazioni del Parmigiano Reggiano, nonostante la produzione si mantenga su livelli stazionari,

sono in flessione.

La produzione di carne suina è in leggera flessione con prezzi altalenanti.

Il frumento, a causa delle frequenti piogge, è di scarsa qualità e ciò influisce sul prezzo che registra un

andamento negativo così come per i fieni, anche se, in questo caso, le produzioni risultano molto buone.

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Alla vigilia della vendemmia, si stima un calo della produzione causata, oltre che dalla grandine, anche

da alcune malattie delle piante.

I costi di produzione sono quindi aumentati a seguito dei numerosi interventi antiparassitari che si sono

dovuti effettuare.

Il manifatturiero

Il settore manifatturiero, spina dorsale dell’economia reggiana, registra, nel secondo trimestre del 2014,

una tendenziale tenuta, anche se più contenuta rispetto ai primi tre mesi dell’anno.

Sono infatti positive le variazioni percentuali, calcolate rispetto al secondo trimestre 2013, di tutti gli

indicatori congiunturali del settore: produzione (+0,9%), fatturato e ordini estero (rispettivamente +3,6%

e +3%) e ordini totali (+0,1%).

Fa eccezione l’andamento degli ordini dal mercato interno che si attesta al -0,1%.

Congiuntura manifatturiera 2013-2014 - provincia di Reggio Emilia Andamento tendenziale rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente di alcuni indicatori

Indicatori

Variazione % stesso trimestre dell’anno precedente

2° trim 2013

3° trim 2013

4° trim 2013

1° trim 2014

2° trim 2014

Produzione -5,6 -2,6 -1,2 1,4 0,9

Fatturato totale (interno+estero) -5,2 -2,5 -1,2 1,2 -0,1

Fatturato estero (*) 1,9 2,9 1,6 4,3 3,6

Ordini totale (interno+estero) -5,9 -2,8 -0,9 0,4 0,1

Ordini estero (*) 1,8 4,0 5,2 4,0 3,0

(*) solo imprese esportatrici Fonte: indagine congiunturale sistema Camerale

Scendendo ad analizzare i principali settori si osserva una crescita della produzione per i comparti

ceramico (che, rispetto al secondo trimestre 2013, registra un +2,5%), metalmeccanico (+2,3%), delle

materie plastiche (+1,9%) ed elettrico-elettronico (+0,2%). Cali di produzione per l’abbigliamento

(-2,5%), l’alimentare (-0,2%) e le “altre industrie manifatturiere” (-1,4%).

La tenuta della produzione è fortemente influenzata dall’andamento degli ordini dall’estero che sono in

aumento per tutti i comparti con variazioni positive che vanno da un minimo di +2,7% del

metalmeccanico ad un +5,6% per le materie plastiche.

Gli ordini nel loro insieme, infatti, rilevano cali – che oscillano fra il -0,1% dell’elettrico-elettronico e il -

1,9% dell’abbigliamento - in tutti i comparti.

In controtendenza il metalmeccanico e quello delle materie plastiche che, in un anno, registrano

entrambi un +1,1%.

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Reggio Emilia – Congiuntura manifatturiera 2013-2014 Previsioni relative all’andamento di alcuni indicatori

(differenza tra le percentuali di aziende che prevedono aumenti e quelle che prevedono diminuzioni)

Indicatori

Previsioni dell’andamento nel trimestre successivo a quello di riferimento

2° trimestre 2013

3° trimestre 2013

4° trimestre 2013

1° trimestre 2014

2° trimestre 2014

Produzione -20 -8 -8 18 -15

Fatturato -15 -8 -8 16 -11

Ordini totale (interno+estero)

-19 -9 -7 13 -10

Ordini esteri 1 24 -4 57 21

Fonte: indagine congiunturale sistema Camerale

Se nel primo trimestre dell’anno gli imprenditori prevedevano andamenti positivi, le previsioni circa

l’immediato futuro sono improntate al pessimismo. Il saldo tra la percentuale di aziende che prevedono

aumenti e quelle che prevedono flessioni è infatti negativo per tutte le variabili prese in considerazione:

produzione, fatturato e ordini totali. L’unico dato positivo è quello riferito agli ordini dall’estero.

Il commercio

Anche sul fronte del commercio al dettaglio in sede fissa il secondo trimestre del 2014 registra una più

accentuata variazione percentuale negativa rispetto a quanto rilevato nel primo trimestre dell’anno.

Le vendite al dettaglio diminuiscono mediamente, rispetto al secondo trimestre del 2013, del 3,3% (la

riduzione era del 2,5% nei primi tre mesi del 2014).

Tutte le tipologie di negozio sono coinvolte, anche se con differenti intensità. Il commercio al dettaglio

di prodotti non alimentari è quello che risente maggiormente della negativa congiuntura: in un anno le

vendite sono calate del 4%, mentre la flessione della vendita di prodotti alimentari ha raggiunto il -

2,8%. In sofferenza, seppure con valori più contenuti, anche la Grande Distribuzione Organizzata che

ha registrato un -1,5% delle vendite.

Le costruzioni

Il comparto delle costruzioni continua a mostrare un andamento tendenzialmente in calo, con valori

decisamente più contenuti, però, rispetto al 2013.

Dopo il -0,4% del primo trimestre 2014, anche per le costruzioni come per gli altri comparti, il secondo

trimestre ha registrato il riacutizzarsi della crisi economica, raggiungendo una flessione dello 0,9%

rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Le previsioni degli imprenditori del settore per l’immediato futuro sembrano propendere per un cauto

ottimismo.

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Congiuntura industria delle costruzioni in provincia di Reggio Emilia ed in Emilia Romagna dal 1° trimestre 2011 al 2° trimestre 2014

Andamento tendenziale del volume d’affari (fatturato) rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente

Trimestri

2011 2012 2013 2014

Reggio Emilia

Emilia Romagna

Reggio Emilia

Emilia Romagna

Reggio Emilia

Emilia Romagna

Reggio Emilia

Emilia Romagna

1° trimestre +2,9 -3,6 -3,4 -6,7 -4,9 -6,8 -0,4 -4,1

2° trimestre +0,6 -1,0 3,1 0,5 -5,7 -5,1 -0,9 n.d.

3° trimestre -2,6 -8,7 -0,8 -0,3 -14,4 -5,3

4° trimestre +1,2 -4,9 -0,6 0,7 -2,1 -5,1

Media +0,5 -4,6 -0,4 -1,5 -6,7 -5,6

Fonte: indagine congiunturale sistema Camerale

I FALLIMENTI

Nei primi sei mesi del 2014 i fallimenti dichiarati in provincia di Reggio Emilia sono stati 87 a fronte dei

90 registrati nello stesso periodo dell’anno passato (-3,3%), una flessione che è presente sia

nell’industria (da 29 a 25 fallimenti), che nelle costruzioni (da 28 a 27) che nel commercio e pubblici

esercizi (da 21 a 16). In crescita di 7 unità le “altre attività”.

Il numero più elevato di dissesti - dal 2008 al 2013 - è stato raggiunto nel 2013 con 167 unità in totale

dei quali circa un terzo nel settore manifatturiero (51 fallimenti) seguito dall’edilizia (46) e dal

commercio e pubblici esercizi (43).

Fallimenti in provincia di Reggio Emilia Anni 2012 e 2013 e primo semestre 2014

Anni Industria Costruzioni Commercio e pubblici esercizi

Altre attività

(*) Totale

2012 35 20 23 30 108

2013 52 46 43 26 167

2014 gen-giu

25 27 16 19 87

Fonte: elaborazioni ufficio Studi Camera di Commercio Reggio Emilia su dati Tribunale (*) Altre attività: Agricoltura; Trasporti e comunicazioni; intermediazione monetaria e finanziaria, attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca; altri servizi pubblici sociali e personali

GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI E IL MERCATO DEL LAVORO

In diminuzione sia nel 2013 che nel primo semestre del 2014 il ricorso alla Cassa Integrazione

Guadagni analizzata nel suo complesso.

Nel periodo gennaio-giugno dell’anno in corso le ore autorizzate hanno raggiunto quota 3.977.716, il

17,4% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno passato.

Oltre 2milioni e 100mila ore (il 52,9% del totale CIG) riguardano la gestione straordinaria che, in

controtendenza rispetto alle altre forme di ammortizzatori, continua a registrare un andamento in

crescita.

Nel corso del primo semestre dell’anno, grazie alle risorse messe a disposizione dal Governo, la

Regione Emilia-Romagna ha potuto finanziare le ore di Cassa Integrazione in deroga autorizzate nei

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mesi di novembre e dicembre 2013.

Nelle ultime settimane, inoltre, è stato presentato un Disegno di Legge recante proposte di interventi in

materia di riforma degli ammortizzatori sociali.

Cassa integrazione guadagni ordinaria, straordinaria, in deroga in provincia di Reggio Emilia anni dal 2008 al 2013 e primo semestre 2014

(numero ore autorizzate)

Anni

Cassa integrazione guadagni Variazione % su anno precedente

Ordinaria Straordi-

naria In deroga Totale Ordinaria

Straordi-naria

In deroga Totale

2008 319.504 168.083 72.413 560.000

2009 6.681.276 1.616.221 1.617.065 9.914.562 1.991,1 861,6 2.133,1 1.670,5

2010 4.743.327 3.625.834 8.207.793 16.576.954 -29,0 124,3 407,6 67,2

2011 1.241.048 2.714.220 4.946.111 8.901.379 -73,8 -25,1 -39,7 -46,3

2012 2.016.722 4.149.313 5.473.540 11.639.575 62,5 52,9 10,7 30,8

2013 1.963.084 4.960.554 4.394.877 11.318.515 -2,7 19,6 -19,7 -2,8

2014 gen-giu

456.620 2.105.125 1.415.971 3.977.716 -63,1 (a) 28,4 (a) -27,0 (a) -17,4 (a)

Fonte: Inps (a) variazione su stesso semestre anno precedente

Ancora in sofferenza per il quinto anno consecutivo appare anche il mercato del lavoro reggiano con un

tasso di occupazione che nel 2013 scende al 66,8% (dal 67,6% del 2012) ed un tasso di

disoccupazione che sale al 5,9% dal 4,8% del 2012 (ma in ogni caso oltre cinque punti al di sotto del

tasso nazionale).

Nel contempo gli iscritti al collocamento registrati dai Centri per l’impiego aumentano

progressivamente, in sei anni sono praticamente raddoppiati, passando da 15.459 unità del 2008 a

31.534 (13.806 maschi e 17.728 femmine) del 30 giugno 2014 mentre l’occupazione tendenzialmente

si riduce.

Gli addetti (dipendenti ed indipendenti in complesso) alle unità locali, secondo le indicazioni fornite da

Infocamere, sono progressivamente diminuiti: da fine 2012 a giugno 2014 il numero ha registrato una

flessione del 3% pari a 7.510 unità in meno (da 246.495 a 238.985).

La contrazione ha interessato, in particolare, l’agricoltura (-14,8%), l’industria in senso stretto (-2,2%),

le costruzioni (-8,5%) e alcune attività dei servizi: commercio (-3,2%), pubblici esercizi (-7,2%).

Sono in aumento gli addetti delle attività dei servizi rivolti alle imprese (+1,3%) e socio-sanitarie

(+8,2%).

Contemporaneamente si è ridotta anche la struttura economica provinciale, infatti le unità locali, che

nel 2012 ammontavano a 67.425 unità, a fine giugno 2014 sono scese a 66.472, con una flessione

dell’1,4%.

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Addetti alle Unità Locali in provincia di Reggio Emilia 2012 e giugno 2014

Fonte: Infocamere

Per il 2014, il sistema informativo Excelsior per l’occupazione e la formazione, realizzato da

Unioncamere e Ministero del Lavoro prevede un ulteriore calo dell’occupazione nei settori dell’industria

e dei servizi.

All’interno delle aziende con almeno un dipendente, a fronte di 6.330 uscite sono previsti 4.820 nuovi

ingressi, l’80,6% dei quali non stagionali. Il saldo mostra quindi una flessione pari a 1.510 unità.

Sebbene le previsioni espresse dagli imprenditori reggiani siano ancora negative, il confronto con i dati

del 2013 mostra un aumenta della percentuale di imprese che prevedono assunzioni nel corso

dell’anno (dal 13,8% del 2013 al 14,4% dell’anno in corso) e la crescita di nuovi ingressi attesi (da

4.390 a 4.820).

Movimenti e tassi occupazionali previsti dalle imprese nel 2014

in provincia di Reggio Emilia, in Emilia Romagna e in Italia

Area territoriale

Movimenti previsti nel 2014 Tassi previsti nel 2014

Entrate n°

Uscite n°

Saldo n°

Entrate Uscite Saldo

Reggio Emilia 4.820 6.330 -1.510 3,7 4,8 -1,1

Emilia Romagna 62.310 75.640 -13.330 5,7 7,2 -1,2

Italia 613.390 785.820 -172.430 5,4 6,9 -1,5 Fonte: Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior 2014

Il tasso di variazione previsto per la provincia di Reggio Emilia nel corso del 2014, pari a -1,1%, risulta

essere di poco al di sotto sia della media regionale (-1,2%) che di quella nazionale (-1,5%).

IL CREDITO

In questo contesto economico, i crediti concessi dal sistema bancario appaiono ancora in progressiva

diminuzione mentre i depositi continuano a registrare una tendenziale crescita.

Gli impieghi vivi, infatti, sono diminuiti sia con riferimento alle imprese e famiglie produttrici (che da 14,2

miliardi di euro di gennaio 2012 sono scesi a 12 miliardi di giugno 2014) che alle famiglie consumatrici

e istituzioni sociali e private (da 5,1 a 4,8 miliardi di euro nel medesimo periodo) mentre i depositi sono

saliti (nel contempo) dai 9 miliardi di gennaio 2012 agli 11,6 di giugno 2014.

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In costante aumento le sofferenze bancarie salite dal 5,8% del primo trimestre 2012 al 9,3% del primo

trimestre 2014. In sintesi il 9,3% dei prestiti che le Banche hanno concesso alle imprese non rientra

rendendo così più complicato il rapporto banca/impresa e quindi l’accesso al credito.

Sofferenze in provincia di Reggio Emilia dal 1° trimestre 2012 al 1° trimestre 2014

(% su impieghi)

Trimestri

Sofferenze

% su impieghi Variazione %

2012 2013 2014 2012/2013 2013/2014

1° trimestre 5,8 7,6 9,3 23,2 20,2

2° trimestre 6,3 7,9 18,1

3° trimestre 7,1 8,4 11,5

4° trimestre 7,3 9,2 19,9

Fonte: Banca d’Italia

Relativamente al rapporto banca/impresa, l’indagine condotta dal sistema camerale rileva che, nel

corso del secondo semestre 2013, le imprese reggiane hanno destinato le risorse ottenute con il

credito bancario principalmente alla gestione delle spese correnti (acquisto di materie prime, spese del

personale, pagamento fornitori). Solo una quota contenuta (intorno al 10% dei casi indagati) dichiara di

aver investito in innovazione di processo e/o di prodotto ed un altro 9% in ammodernamento e/o

sostituzione di macchinari e/o in ristrutturazione e rinnovo delle strutture.

Nel perdurare della crisi il sistema imprenditoriale ha comunque reagito, ricorrendo maggiormente

anche ai Confidi le cui attività sono state particolarmente sostenute dalla Camera di Commercio per

consentire sia l'abbattimento dei tassi d'interesse sui prestiti erogati che quelle patrimonializzazioni

necessarie al rilascio di garanzie sussidiarie a sostegno delle aziende.

E proprio il ruolo dei Confidi è costantemente sostenuto dal sistema camerale in quanto consente alle

imprese più fragili (le piccole in particolare) di ottenere credito al quale in autonomia difficilmente

riuscirebbero ad accedere, sia per la difficoltà ad offrire garanzie agli istituti di credito sia per i costi

(denunciati in aumento dal 40% delle imprese intervistate) che, in parte, anche per il tendenziale

aumento, secondo il 15% degli intervistati, dei tassi applicati.

LE ESPORTAZIONI

Una nota positiva nell’analisi dell’economia reggiana è rappresentata dalle esportazioni.

Partito come brezza leggera nel 2013 (+1,8% il saldo di fine anno), ora è davvero un buon vento quello

che gonfia le vele alle esportazioni reggiane.

Nei primi sei mesi del 2014, infatti, i prodotti destinati all’estero hanno raggiunto, in valore, i 4,5 miliardi

di euro, facendo segnare un aumento del 5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Nonostante si sia registrato anche un aumento delle importazioni (che comunque includono anche

materie prime e semilavorati, e non solo prodotti finiti), passate da 1,7 a poco meno di 1,9 miliardi, il

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saldo commerciale dell’anno in corso rimane dunque saldamente positivo, attestandosi a +2.666 milioni

di euro, valore superiore dell’1,3% a quello conseguito nel primo semestre del 2013 (+2.630 milioni).

Il Vecchio Continente, con 3,3 miliardi di euro, rimane il principale acquirente di prodotti reggiani:

rispetto al primo semestre 2013 le esportazioni verso l’Europa sono cresciute del 6,7%.

In questo contesto, la Francia, con 641milioni ed una crescita del 3%, la Germania (632milioni e un

+14,9%) e il Regno Unito (308milioni, +9,5%) occupano le prime tre posizioni della graduatoria delle

esportazioni reggiane, precedendo gli Stati Uniti (che hanno fatto segnare un +17,2%, portando a

304,4 milioni di euro il valore del “made in Reggio”) e la Spagna (234milioni, +10,3%) .

Pur mantenendo il sesto posto per valore, continuano invece a diminuire le vendite verso la Russia,

che nel primo semestre 2014 (e quindi prima dell’embargo) sono passate da 177 a 163 milioni, con una

flessione dell’8,2%.

Esportazioni ed importazioni della provincia di Reggio Emilia per aree territoriali gennaio-giugno 2014 (valori in euro)

Territorio gennaio-giugno 2014

Variaz. % 1° sem '14 su 1° sem '2013

import export import export

EUROPA 1.384.503.834 3.289.292.179 11,4 6,7

di cui:

- UE 28 1.278.380.299 2.906.566.719 12,5 8,4

- Uem18 904.839.387 2.105.380.682 10,5 8,2

- Russia 20.796.293 162.631.296 181,6 -8,2

AFRICA 53.111.057 179.311.303 2,2 -10,4

di cui:

- Sudafrica 9.972.983 33.459.719 649,4 -32,0

- Algeria 0 31.281.482 -100,0 36,0

AMERICA 54.810.449 482.376.162 -10,4 4,4

di cui:

- Stati Uniti 25.657.808 304.358.620 5,3 17,2

ASIA 366.670.042 514.399.066 13,6 3,1

di cui:

- Cina 263.829.645 105.965.372 19,4 9,3

- Giappone 8.850.787 54.171.200 -12,9 -8,5

- Arabia Saudita 599.457 49.277.409 -70,7 5,3

OCEANIA 3.583.231 63.000.210 49,0 -5,7

di cui:

- Australia 1.452.738 54.108.897 323,5 -2,9

TOTALE 1.862.678.613 4.528.378.920 10,8 5,0

Fonte: elaborazioni ufficio Studi Camera di Commercio Reggio Emilia su dati Istat

Di segno positivo le esportazioni verso l’Asia che, passando da 498,7 a 514,4 milioni, registrano un

+3,1%. La crescita è da imputare prevalentemente alla Cina, che nel primo semestre 2014 ha

acquistato prodotti reggiani per 106 milioni, con una crescita del 9,3% rispetto allo stesso periodo del

2013.

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Per contro, la bilancia commerciale della provincia di Reggio Emilia con la Cina mostra un saldo

negativo pari a 158 milioni, valore in aumento del 27,3% rispetto ai primi sei mesi dell’anno passato.

In crescita del 4,4%, inoltre, l’export verso l’America, che in sei mesi ha raggiunto i 482 milioni, mentre

sono di segno negativo le vendite verso l’Africa (da 200 a 179 milioni, -10,4%) e verso l’Oceania (da

66,8 a 63 milioni, -5,7%).

Interscambio commerciale della provincia di Reggio Emilia per prodotti manifatturieri 1° semestre 2014

Positivo l’andamento di tutti i principali prodotti dell’industria manifatturiera reggiana, ad eccezione

della gomma-plastica che, passando da 67 a 63,8 milioni, registra un calo del 4,8% , e del legno-carta

(-9,3%).

Il metalmeccanico ha raggiunto, nel primo semestre 2014, i 2,3 miliardi, il 4,7% in più rispetto allo

stesso periodo del 2013; il sistema moda passa da 665,9 a 699,7 milioni, con un incremento del 5,1%;

il ceramico, con 508,5milioni di euro, registra un +10,4%.

La provincia di Reggio Emilia, per valore esportato, si colloca al terzo posto in regione - dopo Bologna

e Modena - e contribuisce, per un 17,2%, a far sì che l’Emilia-Romagna, che registra un incremento

tendenziale del 4,5%, sia tra le regioni che forniscono un contributo rilevante alla crescita dell’export

nazionale.

L’INNOVAZIONE

Nonostante i positivi risultati dell’export, la crisi economica continua a pesare sulla società reggiana e,

al contempo, sulle scelte delle imprese circa il loro futuro.

Ne sono testimonianza gli scarsi investimenti ed in particolare quelli in innovazione.

Secondo i risultati di una recente indagine condotta nel periodo aprile-giugno 2013 dal sistema

camerale su un campione di 232 imprese reggiane delle 1.596 coinvolte a livello regionale, nell’arco

degli ultimi tre anni, il 54,7% delle imprese reggiane non ha introdotto nessuna innovazione in azienda.

Fra quelle che l’hanno introdotta la maggior parte (poco più del 19%) si è limitata ad investimenti di tipo

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incrementale (sia di processo che di prodotto) mentre una percentuale contenuta (9,5%) seppur

superiore alla media regionale si è spinta su investimenti radicali di processo e di prodotto.

Sono state prevalentemente le aziende internazionalizzate, specializzate e di dimensioni medio-grandi

ad attivare investimenti.

Innovazioni introdotte negli ultimi tre anni in provincia di Reggio Emilia ed in Emilia Romagna

(% imprese intervistate)

Indagine 2013

Tipo di innovazione introdotta Reggio Emilia

Emilia-Romagna

- di prodotto incrementale 19,4 17,9

- di processo incrementale 19,0 16,7

- di prodotto radicale 9,5 6,9

- di processo radicale 9,5 5,8

- organizzativa 6,9 8,5

- di marketing 6,0 8,8

Nessuna innovazione introdotta 54,7 53,6

Fonte: “Rapporto sull’innovazione in provincia di Reggio Emilia” – Osservatorio innovazione Cise-Unioncamere Emilia Romagna

Fra i principali ostacoli all’innovazione le imprese individuano nell’83,9% dei casi una eccessiva

pressione fiscale (l’81,1% a livello regionale) seguita, per il 44,4% delle aziende, dal rischio d’impresa

percepito troppo elevato (il 48% a livello regionale). Difficoltà strategiche di mercato unitamente a

quelle connesse al reperimento, nonostante la disoccupazione, di personale qualificato adeguato, ed al

reperimento di finanziamenti, rappresentano le principali concause dei mancati investimenti.

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IL QUADRO DELLE RISORSE

L’individuazione delle risorse disponibili per l’attuazione dei programmi annuali stabiliti dall’Ente deve

tener conto sia degli effetti di misure gestionali volte a recuperare efficienza ed efficacia nell’impiego

delle risorse stesse, sia delle misure di razionalizzazione e riduzione della spesa imposte dalle

manovre di finanza pubblica (si fa particolare riferimento, tra l’altro, alla L. 133/2008, alla L. 122/2010

alla Legge 135/2012, alla L. 228/2013 e da ultimo alla L. 89/2014 ed al DL 90/2014, convertito in legge

con modificazioni dalla L. 11-8-2014 n. 114).

Il quadro generale qui esposto, è redatto secondo il principio di competenza economica sulla base

della programmazione degli oneri e della prudenziale valutazione dei proventi applicando il principio del

pareggio economico; quest’ultimo è conseguito anche mediante l’utilizzo degli avanzi patrimonializzati.

In questa sezione verrà tracciato un quadro generale dei proventi che si prevedono di realizzare e degli

oneri che si ipotizza di sostenere nel corso del 2015. La gestione delle Camere di Commercio, ai sensi

della Legge 580/93 e del DPR 254/05 è informata ai principi generali della contabilità economica e

patrimoniale. In relazione agli strumenti di programmazione occorre ricordare che si applicano anche

alle Camere di Commercio le misure di adeguamento ed armonizzazione dei sistemi e degli schemi

contabili delle pubbliche amministrazioni (D.LGS 91/2011) al fine di assicurare il coordinamento della

finanza pubblica attraverso una disciplina omogenea dei procedimenti di programmazione, gestione,

rendicontazione e controllo. Si riporta il quadro generale degli introiti e degli oneri che saranno poi

definiti più dettagliatamente in sede di redazione del Bilancio Preventivo 2015.

PROVENTI 2015

La previsione relativa ai Proventi camerali, in termini di competenza economica, corrisponde ad € 11

Milioni circa.

Diritto annuale: in base all’analisi del diritto annuale dovuto dalle imprese e considerando in particolar

modo le riscossioni del Bilancio Consuntivo 2013 ed i dati di Pre-consuntivo 2014, la previsione per gli

introiti del diritto annuale 2015 si attesta intorno ad € 7,3 MLN circa (importo per competenza); tale

previsione tiene conto di quanto disposto dall’art. 28 del citato DL 90/2014 che ha ridotto il diritto

camerale per l’anno 2015 di una percentuale pari al 35% rispetto all’anno precedente. In termini

finanziari si prevede un incasso non superiore ai 5,4 MLN di euro sull’importo dovuto per l’anno 2015.

Lo stanziamento complessivo per competenza economica in sede di preventivo economico 2015 terrà

conto dell’aggiornamento dei dati in base alle elaborazioni fornite da Infocamere sulla base della

circolare n. 3622/C / 2009 relativa all’applicazione uniforme dei nuovi principi contabili; tali importi

andranno poi ridotti in applicazione delle suddette nuove disposizioni in materia di riduzione del diritto

annuale camerale dovuto dalle imprese.

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Se si confrontano gli importi riscossi alla stessa data degli anni precedenti è possibile evidenziare la

seguente situazione:

Diritto annuale 2015

(riscosso sulla competenza 2015)

€5.380.000,00 (riduzione per l’anno 2015 del

35% del diritto annuale dovuto)

Previsione Diritto annuale 2015 da riscuotere (diritto annuale da riscuotere + sanzioni + interessi)

€ 1.900.000,00

Totale previsione o diritto annuale per competenza economica 2015 (si considerano i dati del Bilancio consuntivo 2013 - i dati del Pre-consuntivo 2014 e le novità introdotte dalle misure di cui al DL 90/2014 convertito in Legge)

€ 7.280.000,00

Per l’anno 2015 gli introiti da diritto annuale sono stati stimati in euro € 7.280.000,00 sulla base delle

seguenti considerazioni:

- la normativa inerente il diritto annuale ha imposto una consistente riduzione delle risorse

camerali in quanto l’art.28 del DL 90/2014 “Misure urgenti per la semplificazione e la

trasparenza amministrativa e per l'efficienza degli uffici giudiziari.”, così come modificato dalla

Legge di conversione, ha stabilito la riduzione del diritto annuale camerale dovuto dalle imprese

secondo le seguenti percentuali: -35% nel 2015 ; - 40% nel 2016 e -50% nel 2017.

- I dati di pre-consuntivo 2014 costituiscono una base idonea a fornire con buona

approssimazione contabile la previsione dello stanziamento del diritto annuale 2015; l’importo

suddetto è ridotto del 35% in applicazione del citato art.28 DL 90/2014;

- la composizione delle imprese iscritte nel Registro appare sostanzialmente invariata sotto il

profilo della forma giuridica.

Diritti di segreteria: sono previsti introiti pari a circa € 2.770.000,00 tenuto conto delle disposizioni

contenute nel Decreto Ministeriale vigente in materia di diritti di segreteria del Registro Imprese. La

legge n. 114 del 11.8.2014 di conversione del Dl 90/2014 per quanto riguarda le Camere di

Commercio, ha previsto anche una revisione dei diritti di segreteria stabilendo che le tariffe debbano

esser fissate sulla base di costi standard individuati dal Ministero dello Sviluppo Economico sentita

l ‘Unioncamere e la Società per gli studi di settore.

Contributi e trasferimenti: la finanza camerale si alimenta essenzialmente con entrate proprie, gli

introiti complessivi sono stimati in € 800.000,00.

Ricavi per gestione servizi diversi: le previsioni sono relative alle sponsorizzazioni, ai ricavi per

gestione banche dati, fitti attivi, pubblicazioni e vari servizi camerali; l’ammontare complessivo risulta

esser pari ad € 200.000,00.

Lo stanziamento complessivo relativamente alla gestione finanziaria è pari ad € 371.000,00. I

proventi finanziari previsti sono correlati ai tassi di interesse sul c/c bancario (istituto cassiere) e alle

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operazione di ottimizzazione del rendimento della liquidità anche attraverso operazioni di impiego in

titoli di stato e procedure connesse alla gestione del Conto corrente di Tesoreria.

GLI ONERI 2015

Gli oneri previsti per l’anno 2015 sono in linea con l’andamento degli anni precedenti e con il processo

di razionalizzazione e di contenimento della spesa attuato dall’Ente. Il contenimento della spesa è stato

imposto anche da recenti interventi normativi. Le manovre finanziarie succedutesi nel tempo a livello

nazionale e, da ultimo, il D.L. 78/2010 convertito in L. 122/2010, il DL 98/2011 convertito in Legge

111/2011, il DL 138/2011 convertito in L. 148/2011 ed il DL 95/2012 convertito in L. 135/2012 (c.d.

spending review) e da ultimo la legge 228/2012, la L. 311/2013 e la L. 89/2014 hanno imposto la

razionalizzazione e la riduzione dello stanziamento di alcune voci di spesa. Tali misure di contenimento

della spesa riguardano anche gli Enti compresi nell’elenco annuale del conto economico consolidato

ISTAT tra cui risultano inserite anche le Camere di Commercio.

La Manovra di finanza pubblica approvata con DL 66/2014 convertito con modificazioni dalla L.

89/2014 ribadisce che gli interventi agiscono sulle spese per consumi intermedi che possono ricondursi

in gran parte agli oneri di funzionamento del Bilancio camerale. Le manovre di contenimento della

spesa pubblica hanno ridotto notevolmente la possibilità di stanziare oneri per studi, consulenze,

relazioni pubbliche, mostre, pubblicità, sponsorizzazioni, manutenzione immobili ordinaria e

straordinaria, oneri per autovetture ed investimenti per mobili ed arredi d’ufficio. In relazione a tali

misure di contenimento sono state emanate negli anni scorsi apposite circolari ministeriali al fine di

fornire i necessari chiarimenti per l’applicazione concreta delle suddette limitazioni di spesa.

E’ stato imposto il blocco del trattamento retributivo complessivo dei singoli dipendenti ed inoltre

ulteriori razionalizzazioni sono imposte relativamente ai cosiddetti “costi della politica”.

Oneri del Personale: lo stanziamento a bilancio pari complessivamente ad € 3.700.000,00 tiene conto

prudenzialmente delle retribuzioni vigenti e delle misure di contenimento della spesa per il pubblico

impiego citate.

Gli oneri di funzionamento: sono stimati nell’importo massimo pari a circa € 3.562.000,00 in linea con

le misure di razionalizzazione delle spese correnti della struttura e con le citate misure di riduzione

della spesa pubblica imposte dalla normativa vigente. All’interno di tali oneri sono compresi anche gli

importi relativi agli organi camerali e le spese per quote associative a vantaggio del sistema camerale e

gli oneri per imposte e tasse.

Lo stanziamento per l’anno 2015 tiene conto della necessità di razionalizzazione degli oneri per

prestazioni di servizi attraverso la revisione dei contratti per quanto possibile ed il taglio su alcune voci

di spesa.

Gli oneri per interventi economici sono indirizzati al perseguimenti dei progetti annuali di promozione

e sviluppo del territorio elaborati sulla base delle linee programmatiche del Consiglio Camerale.

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Gli oneri per accantonamenti ed ammortamenti (€ 2.065.000,00) comprendono le quote di

ammortamento e gli importi relativi alle quote di accantonamento al fondo svalutazione crediti da diritto

annuale.

L’importo che rileva la presumibile perdita su crediti, da accantonare annualmente al fondo

svalutazione crediti, è stabilito applicando all’ammontare presunto del valore nominale dei crediti (diritto

annuale + sanzioni + interessi) la percentuale media di mancata riscossione del diritto relativa alle

ultime due annualità per le quali si è proceduto all’emissione di ruoli esattoriali (circa 80%).

In sede di redazione del Bilancio Preventivo economico sulla base dei dati che saranno resi disponibili

da InfoCamere in base ai principi contabili, saranno apportate le eventuali variazioni alla stima del

credito da diritto annuale 2015 ed al conseguente accantonamento del Fondo di svalutazione.

LA PREVISIONE 2015 ED IL PAREGGIO DI BILANCIO

Quadro generale delle risorse anno 2015

(importi in migliaia di €)

FONTI / PROVENTI

DIRITTO ANNUALE (tenendo presente l'importo dovuto dalle imprese per competenza nell'anno di riferimento)

7.280

DIRITTI DI SEGRETERIA 2.770

CONTRIBUTI E TRASFERIMENTI 800

PROVENTI DA GESTIONE DI SERVIZI 200

RIMANENZE 10

TOTALE FONTI GESTIONE CORRENTE (A) 11.060

GESTIONI ACCESSORIE 1.241

TOTALE FONTI (B) 12.301

IMPIEGHI / ONERI

PERSONALE 3.700

FUNZIONAMENTO 3.562

AMMORTAMENTO ED ACCANTONAMENTI (compreso accantonamenti a F.do svalutazione crediti da diritto annuale)

2.065

TOTALE IMPIEGHI GESTIONE CORRENTE (C) 9.327

Valutazione prudenziale in relazione ad oneri straordinari, finanziari ed altri impieghi

640

TOTALE IMPIEGHI (D) 9.967

IPOTESI DISPONIBILITA'

Per Investimenti per lo Sviluppo del Territorio:

Differenza sulla gestione corrente (A-C) 1.733

Differenza Totale Impieghi (B-D) 2.334

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Per quanto attiene lo stanziamento degli interventi economici per lo sviluppo del territorio è possibile far

riferimento agli importi soprariportati (differenza sulla gestione corrente; differenza sul totale impieghi)

destinando eventualmente una quota, attentamente ponderata anche in ottica prospettica, degli avanzi

patrimonializzati disponibili al 31.12.2014. L’Utilizzo degli avanzi economici patrimonializzati per

garantire l’equilibrio del preventivo economico è consentito tenendo sotto controllo la consistenza

patrimoniale dell’Ente al fine di non determinarne una insostenibile riduzione. Qualora gli avanzi

patrimonializzati siano invece destinati al finanziamento di investimenti si verifica una modifica nella

composizione patrimoniale, senza diminuirne sostanzialmente la solidità. Occorre ricordare che le

finalità istituzionali dell’Ente camerale non consistono nell’accumulazione di risorse ma nell’erogazione

di servizi destinati al soddisfacimento dei bisogni delle imprese e del territorio; pertanto ogni decisione

relativa all’accantonamento di risorse o, viceversa, all’utilizzo delle stesse deve far riferimento ad un

disegno programmatico preciso, sul quale si fondano le conseguenti decisioni gestionali. Negli ultimi

anni l’Ente ha proceduto ad impostare la programmazione annuale utilizzando, ove necessario, gli

avanzi patrimonializzati per sviluppare azioni di intervento economico nell’ambito degli obiettivi

strategici e programmatici.

Gli oneri per interventi economici sono inseriti così come indicato dal DPR 254/2005 all’interno della

gestione caratteristica in quanto le attività ad esso collegate rientrano nella missione istituzionale che

l’ordinamento giuridico assegna alle Camere di Commercio; pertanto assegnare agli interventi

economici, a seguito di attenta valutazione economico patrimoniale, una parte dei propri avanzi

patrimonializzati può comunque tradursi in un elemento di valutazione positiva di un eventuale

disavanzo economico corrente.

L’equilibrata gestione degli avanzi patrimonializzati all’interno della Camera di Commercio di Reggio

Emilia è stata improntata alle seguenti linee guida:

utilizzo degli avanzi patrimonializzati per il sostegno e lo sviluppo di interventi economici in

relazione agli obiettivi strategici dell’Ente ed alla particolare situazione congiunturale;

monitoraggio e razionalizzazione degli oneri del personale e degli oneri di funzionamento in

particolare al fine di liberare quante più risorse possibili da destinare ad attività promozionali.

Con riferimento agli avanzi economici degli esercizi precedenti (patrimonializzati) l’importo complessivo

al 31.12.2013 supera € 17 MLN. Il Bilancio Preventivo aggiornato 2014 (ed il pre-consuntivo 2014)

evidenziano un disavanzo d’esercizio pari a circa 2MLN di €uro, pertanto si prevede un importo

complessivo degli avanzi economici patrimonializzati al 31.12.2014 pari a circa 15MLN di €uro.

La forte riduzione del diritto annuale disposta dal legislatore impone una valutazione della capacità

delle camere di commercio di mantenere un proprio equilibrio economico patrimoniale inteso come

capacità di mantenere un livello di patrimonio netto in grado di fronteggiare le obbligazioni assunte

anche attraverso la redazione di Bilanci di previsione in disavanzo economico da coprire con l’utilizzo

di avanzi patrimonializzati degli esercizi precedenti.

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Il patrimonio netto previsto al 31.12.2014 sulla base di dati di pre-consuntivo, che saranno

successivamente aggiornati ed ulteriormente analizzati in sede di redazione del Bilancio Preventivo

Economico 2015 e del Bilancio d’Esercizio 2014 è il seguente:

PREVISIONE PATRIMONIO

NETTO TOTALE AL 31.12.2014

PREVISIONE PATRIMONIO

NETTO INDISPONIBILE AL

31.12.2014

PREVISIONE PATRIMONIO

NETTO DISPONIBILE AL

31.12.2014

€ 39 MLN € 24 MLN € 15 MLN

In termini di cassa, secondo stime effettuate è possibile prevedere la seguente situazione contabile

(importi in migliaia di €):

Avanzo di cassa al 31.07.2014 € 8.600

Previsione ulteriori incassi fino al 31.12.2014 € 3.250

Previsione ulteriori pagamenti fino al 31.12.2014 -€ 5.000

Previsione impieghi liquidità al 31.12.2014 (credito) in relazione a titoli di stato in scadenza

-€ 4.000

TOTALE PREVISIONE AVANZO DI CASSA al 31.12.2014 (01.01.2015) € 2.850

avanzo finanziario (cassa + crediti - debiti) al 31.12.2013 (01.01.2014) € 22.350

avanzo finanziario dettaglio:

cassa/disponibilità liquide € 2.850

+ crediti funzionamento € 2.000

+ crediti da impieghi della liquidità € 24.500

- debiti considerando anche il fondo TFR (euro 4.500) -€ 7.000

Previsione avanzo finanziario (cassa + crediti - debiti) al 31.12.2014 (1.1.2015) al netto del fondo TFR – e dei crediti di funzionamento

€ 17.850

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Nel quadro seguente si riporta il confronto tra le fonti di finanziamento e gli impieghi negli ultimi anni e

le previsioni per l’anno prossimo:

Quadro generale

delle risorse anno 2015

Preventivo 2014

aggiornato

Bilancio d'esercizio

2013 (consuntivo)

Bilancio d'esercizio

2012 (consuntivo)

Bilancio d'esercizio

2011 (consuntivo)

Bilancio d'esercizio

2010 (consuntivo)

FONTI/ PROVENTI

DIRITTO ANNUALE (tenendo presente l'importo dovuto dalle imprese per competenza nell'anno di riferimento)

7.280 10.480 11.436 11.700 11.590 11.400

DIRITTI DI SEGRETERIA 2.770 2790 2.790 3.081 3.025 3.090

CONTRIBUTI E TRASFERIMENTI

800 350 940 780 603 416

PROVENTI DA GESTIONE DI SERVIZI

200 174 198 201 224 226

RIMANENZE 10 13 4 -1 34 -9

TOTALE FONTI GESTIONE CORRENTE (A)

11.060 13.807 15.368 15.761 15.476 15.123

GESTIONI ACCESSORIE 1.241 438 1.827 352 881 425

TOTALE FONTI (B) 12.301 14.245 17.195 16.113 16.357 15.548

IMPIEGHI/ ONERI

PERSONALE 3.700 4.050 3.891 3.876 3.908 4.300

FUNZIONAMENTO 3.562 3.863 3.562 3.655 3.756 3.877

AMMORTAMENTO ED ACCANTONAMENTI (compreso accantonamenti a F.do svalutazione crediti da diritto annuale)

2.065 3.300 3.312 3.542 3.025 2.863

TOTALE IMPIEGHI GESTIONE CORRENTE (C)

9.327 11.213 10.765 11.073 10.689 11.040

Valutazione prudenziale in relazione ad oneri straordinari ed altri impieghi

640

TOTALE IMPIEGHI (D) 9.967 11.213 10.765 11.073 10.689 11.040

IPOTESI DISPONIBILITA' Per Investimenti per lo Sviluppo del Territorio:

Differenza sulla gestione corrente (A-C)

1.733 1.874 4.603 4.688 4.787 4.083

Differenza Totale Impieghi (B-D)

2.334 3.032 6.430 5.040 5.668 4.508

Oneri totali per interventi economici da Bilancio Preventivo aggiornato 2014 e Bilancio consuntivo d’esercizio 2013, 2012, 2011 e 2010

5.737 5.155 5.556 5.039 5.540

Utilizzo di avanzi di amministrazione patrimonializzati per interventi economici per lo sviluppo del territorio

da destinare in base a programmazione interventi economici

-1.275 -516 -1.032

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IL QUADRO DELLE RISORSE 2015-2017

IL QUADRO DELLE RISORSE 2015-2017

Quadro generale delle risorse

anno 2015

(importi in migliaia di €)

Quadro generale delle risorse

anno 2016

(importi in migliaia di €)

Quadro generale delle risorse

anno 2017

(importi in migliaia di €)

FONTI / PROVENTI

DIRITTO ANNUALE (tenendo presente l'importo dovuto dalle imprese per competenza nell'anno di riferimento)

7.280 6.720 5.600

DIRITTI DI SEGRETERIA 2.770 2.700 2.770

CONTRIBUTI E TRASFERIMENTI 800 700 800

PROVENTI DA GESTIONE DI SERVIZI 200 150 200

RIMANENZE 10 10 10

TOTALE FONTI GESTIONE CORRENTE (A)

11.060 10.280 9.380

GESTIONI ACCESSORIE 1.241 1.241 1.241

TOTALE FONTI (B) 12.301 11.521 10.621

IMPIEGHI / ONERI

PERSONALE 3.700 3.600 3.600

FUNZIONAMENTO 3.562 3.562 3.562

AMMORTAMENTO ED ACCANTONAMENTI (compreso accantonamenti a F.do svalutazione crediti da diritto annuale)

2.065 2.000 1.900

TOTALE IMPIEGHI GESTIONE CORRENTE (C)

9.327 9.162 9.062

Valutazione prudenziale in relazione ad oneri straordinari, finanziari ed altri impieghi

640 640 640

TOTALE IMPIEGHI (D) 9.967 9.802 9.702

IPOTESI DISPONIBILITA'

Per Investimenti per lo Sviluppo del Territorio:

Differenza sulla gestione corrente (A-C) 1.733 1.118 318

Differenza Totale Impieghi (B-D) 2.334 1.719 919

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PIANO DEGLI INVESTIMENTI

IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI

Le strutture camerali si configurano, nella loro accezione più ampia (immobili, impianti, arredi, hardware

e software) come strumenti attraverso i quali, l'Ente, svolge la propria azione a supporto dell'economia

e dello sviluppo del territorio, rappresentando fattori di attenzione da considerare sia a livello strategico

che gestionale.

Beni immobili

Per il prossimo anno non sono previsti interventi significativi sugli immobili a disposizione dell’Ente,

tuttavia nella redazione del programma triennale dei lavori pubblici, è stata prevista una rivisitazione

dell'impiantistica presente nelle sedi camerali (in particolar modo quella idraulica ed elettrica) al fine di

contribuire al conseguimento di risparmi che faciliterebbero il rispetto dei tagli di spesa imposti dalle

manovre di “Spending review” ed inoltre innalzerebbero il livello di efficienza energetica delle sedi

camerali.

Nel 2014 il patrimonio camerale si è arricchito dall’acquisto di box e posti auto ubicati nell’autorimessa

appartenente al Condominio Palazzo degli Affari, al fine di abbattere i costi di parcheggio del parco

auto camerale in aree che non garantiscono la conservazione delle stesse con la dovuta diligenza.

L’anno prossimo il Consiglio camerale sarà chiamato a valutare, in un’ottica prospettica, l’ipotesi di

dismissione di una parte del patrimonio immobiliare camerale. Le opportunità concrete di dismissione

saranno valutate alla luce degli impatti sul bilancio camerale della riduzione del diritto annuale e della

possibilità di riportare presso la sede camerale la Sala Contrattazioni, attualmente dislocata nella sede

di Mancasale.

Il clima di incertezza sull’immediato futuro, sia sul fronte degli assetti politico-istituzionali sia su quello

economico, impongono una riflessione anche sulla sede di Via Crispi, che attualmente ospita i

Consorzi di Tutela (Aceto Balsamico tradizionale, Cofiter e Vini Emilia) oltre alle iniziative promozionali

dell’Ente.

Infatti l’Ente camerale possiede, nell’ambito del Condominio Palazzo Scaruffi situato nel centro storico

di Reggio, una porzione di immobile di origine cinquecentesca, adiacente al Palazzo Bussetti,

attualmente in fase di riqualificazione. Il progetto di riqualificazione coinvolge anche il palazzo delle ex

Poste, situato nell’area confinante con la proprietà camerale.

Inoltre, a seguito della deliberazione della Giunta camerale “Progetto sperimentale di valorizzazione e

gestione condivisa del centro storico di Reggio Emilia - Locazione locali Galleria Cavour” è stato

sottoscritto un contratto di locazione con il primo classificato nella graduatoria stilata dal Comune di

Reggio Emilia che destinerà i locali a somministrazione di bevande.

Nel prossimo esercizio si continuerà a usufruire del “Servizio di Facility management per immobili

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adibiti prevalentemente ad uso ufficio, in uso a qualsiasi titolo alle pubbliche amministrazioni” tramite

l'adesione alla convenzione Consip. Nell'ambito di tale contratto, sottoscritto lo scorso anno ed avente

una durata quadriennale, sono previsti, oltre a servizi manutentivi e di pulizia delle sedi, anche servizi

di governo che comprendono la costituzione e gestione dell'anagrafica tecnica, che ha consentito

l'acquisizione, il rilievo e censimento, la restituzione grafica e l'aggiornamento dei dati relativi agli

immobili e dei relativi impianti tecnologici.

Al fine di garantire il rispetto delle normative in materia di sicurezza e tutela dei lavoratori e dei fruitori

delle strutture e ottimizzare la funzionalità degli impianti, è stato installato, nel 2014, nella sede di via

Crispi, ad ogni piano, un sistema di telecontrollo in modo tale da garantire la perfetta efficienza degli

impianti che vengono sorvegliati 24h su 24 dall’azienda affidataria del servizio di facility management

che può, in caso di emergenza, intervenire.

A tale proposito è stato attivato un servizio di monitoraggio delle utenze idriche, elettriche, del gas, del

telefono ecc. dei consumi dei tutte le sedi camerali, al fine di tenere costantemente sotto controllo la

spesa e con l'obiettivo di individuare eventuali migliorie.

Per quanto riguarda gli investimenti ipotizzati per il prossimo anno, gli stessi comprendono una

previsione prudenziale delle somme da destinare alla manutenzione straordinaria del patrimonio

immobiliare camerale ed un plafond di risorse da destinarsi in base agli obiettivi strategici che verranno

definiti dagli atti di programmazione annuale e triennale e tenuto peraltro conto di eventuali impegni

pregressi.

Beni mobili e immobilizzazioni tecniche

Verranno effettuati, nel 2015, acquisti di mobili e arredi con una previsione complessiva rientrante nei

limiti dettati dalle specifiche misure di contenimento della spesa pubblica (art. 1 comma 141 della

Legge 228/2012).

Per quanto riguarda gli investimenti ipotizzati per il prossimo anno, gli stessi comprendono una

previsione prudenziale delle somme da destinare al rinnovo delle attrezzature tecniche e informatiche

(circa € 10.000,00 annui).

Nel 2014 è stata creata una anagrafica delle postazioni di lavoro e degli arredi attraverso l'elaborazione

dei dati in possesso dell'ufficio e, attraverso l'attività di rilievo, restituzione grafica e fotografica di ogni

postazione di lavoro e degli arredi/apparecchiature al fine di intervenire laddove necessita e garantire

nel contempo la massima rispondenza alle vigenti normative in materia di sicurezza nei luoghi di

lavoro.

Negli acquisti, effettuati tramite le convenzioni Consip o tramite la piattaforma Mepa, saranno

privilegiati quelli necessari per migliorare l'ergonomicità delle postazioni di lavoro.

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IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI

Relativamente alla dotazione informatica (software) non si prevedono acquisti di ulteriori licenze, salvo

il manifestarsi di esigenze specifiche. Ove possibile verrà utilizzato software open source o comunque

gratuito. Le finalità perseguite consistono nel miglioramento della gestione dei processi interni e nel

potenziamento dei servizi all’utenza, in piena coerenza con le linee di indirizzo in materia di

semplificazione e trasparenza della pubblica amministrazione.

IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE

Gli investimenti finanziari della Camera di Commercio saranno ancora finalizzati allo sviluppo delle

risorse del territorio. Tali risorse intese come insieme di soggetti economici, attività produttive e

istituzioni rappresentano sempre più un fattore di successo nella sfida competitiva globalizzata. La

Camera di Commercio intende pertanto esercitare una funzione di stimolo, mediazione e proposta sul

tema delle infrastrutture e delle partecipazioni in quanto luogo di confronto e sede di aperta dialettica

degli interessi e delle istanze. A tal fine saranno previste adeguati stanziamenti di bilancio per iniziative

legate alla logistica, l’innovazione, il trasferimento tecnologico, il sistema fieristico e turistico,

l’infrastrutturazione industriale, anche attraverso le società del sistema Camerale.

La copertura degli investimenti trova fonte nella disponibilità finanziarie della Camera di Commercio di

Reggio Emilia e non è previsto alcun ricorso ad indebitamento o accensione di mutui.

Investimenti Importo € Fonte di copertura

Immobilizzazioni materiali 100.000 Disponibilità proprie

Immobilizzazioni immateriali 25.000 Disponibilità proprie

Immobilizzazioni finanziarie 500.000 Disponibilità proprie

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IL CONTESTO ORGANIZZATIVO E LE RISORSE UMANE

ASSETTO ORGANIZZATIVO

I recenti interventi governativi, peraltro ancora oggetto di possibili ulteriori modifiche, hanno imposto e

impongono una radicale riflessione sull'assetto da implementare per le Camere di commercio e il

sistema camerale in generale; al taglio delle entrate da diritto annuale a partire dal 2015, quand'anche

introdotto con progressiva gradualità, si affianca, infatti, un previsto intervento di riordino degli Enti

camerali mediante delega del Parlamento al Governo.

Il taglio del diritto annuale mette a rischio la possibilità di porre in essere interventi economici a favore

del territorio, e già questo di per sé fornisce l'opportunità di ripensare l'assetto organizzativo per non

penalizzare ulteriormente attività “promozionali”, ma i criteri che informano la delega al Governo per il

“Riordino delle funzioni e del finanziamento delle camere di commercio” hanno accelerato

definitivamente il processo di confronto nel mondo camerale per pervenire ad una proposta di

“Autoriforma” del sistema camerale che in qualche modo risponda almeno in parte alle finalità del

percorso riformistico intrapreso dal Governo con particolare riferimento alla ridefinizione delle

circoscrizioni territoriali.

Le ragioni sono facilmente rinvenibili nella necessità di raggiungere economie di scala, rendere più

efficaci ed efficienti i servizi erogati, ma anche di candidarsi allo svolgimento di nuove funzioni. In

Emilia Romagna le Camere hanno messo in atto iniziative concrete per conseguire risparmi e

razionalizzare la rete (si pensi ai progetti di gestione associata delle competenze camerali - studi

statistica, piano formativo e servizio legale).

Anche la Camera di Commercio di Reggio Emilia, unitamente alle consorelle della regione, ha

intrapreso un tale percorso; il Consiglio camerale ha, in proposito, espressamente approvato la

costituzione di un gruppo ristretto di lavoro che porti all’individuazione di un “bacino di riferimento”,

attraverso l’analisi di dati-informazioni geo-economiche e la condivisione di possibili scelte con le

istituzioni locali di riferimento, per la modifica della circoscrizione territoriale della Camera di

Commercio di Reggio Emilia, ai sensi dell’articolo 1 comma 5 della legge 580/93, che consente ai

Consigli di due o più camere di proporre, con delibera adottata a maggioranza dei due terzi dei

componenti, l’accorpamento delle rispettive circoscrizioni territoriali. Al Ministero dello Sviluppo

Economico, con successivo decreto, spetta l’istituzione della Camera di Commercio derivante

dall’accorpamento. Parallelamente a tale “rivoluzione” permangono tematiche già “protagoniste” negli

esercizi passati: la difficile congiuntura economica a livello nazionale e locale, il susseguirsi di riforme

normative che intervengono profondamente sul pubblico impiego, la persistenza di pesanti vincoli

assunzionali, le limitazioni alle spese di funzionamento.

L'Ente negli anni scorsi ha “puntato” molto sulla gestione e crescita delle professionalità esistenti quale

valore principale della Camera e base fondante di qualsivoglia politica di sviluppo; il percorso appena

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intrapreso di cui sopra accennato rappresenta un'opportunità per la Camera di commercio, anche

grazie al supporto del personale, di raccogliere la sfida rappresentata dal riordino del sistema camerale

in un'ottica di meglio “servire” le imprese del territorio.

IL PERSONALE IN SERVIZIO

Il personale della Camera di commercio di Reggio Emilia da ormai qualche anno appare stabilizzato

intorno alle 90 unità. In realtà dall'anno 2013 e ancor di più nell'anno in corso ha preso avvio un

percorso di pensionamenti che dovrebbe trovare continuità anche nell'anno 2015 e successivi.

Si è assistito infatti, oltre all'uscita di n. 1 unità a tempo pieno di categoria C in forze al Servizio

“Anagrafe e registri”, al pensionamento di n. 1 unità di categoria D a tempo pieno in forze al Servizio

“Regolazione del mercato” e di n. 1 unità di categoria B a tempo pieno in forze al Servizio

“Provveditorato e attività di supporto”.

Altri quattro pensionamenti di unità a tempo pieno sono pronosticabili entro la fine dell'anno in corso e

già per il 2015 si può ipotizzarne due-tre.

Al 1° ottobre 2014 sono 89 le unità in servizio; tuttavia, tenuto conto che n. 19 di esse sono a tempo

parziale, l’ammontare “netto” di dipendenti a tempo pieno si riduce sensibilmente; se a ciò sottraiamo le

pronosticate uscite di cui riferito, le unità nell'arco di pochi mesi dovrebbero scendere a complessive 85

facendo segnare un – 7% rispetto al dato 2013.

* Personale in servizio all’01.10.2014

*

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Nella tabella che segue sono riportate le categorie di appartenenza degli attuali 89 dipendenti della

Camera di commercio di Reggio Emilia:

PERSONALE IN SERVIZIO ALL'1/10/2014

Categoria

Dotazione organica al 31/08/2014

personale in servizio al 1/10/2014

Frazione di posto

occupata unità totali di cui p.time

Segretario Generale 1 1 0 1

Dirigenti 1 1 0 1

Funzionari di categoria D3

12 12 0 12

Funzionari di categoria D1

30 27 6 25,6

Addetti categoria C 61 41 12 38,42

Addetti categoria B3 1 1 0 1

Addetti categoria B1 7 6 1 5,67

TOTALE 113 89 19 84,69

VARIAZIONE PERCENTUALE PERSONALE IN SERVIZIO

Anno N° totale

dipendenti var. % su anno

precedente

var. %

2014/2012

var. %

2014/2011

var. %

2014/2010

var. %

2014/2009

2009 95 -2,06%

2010 95 0,00%

2011 92 -3,16%

2012 92 0,00%

2013 92 -1,09%

2014 89 -2,20% -3,26% -3,26% -6,32% -6,32%

I dati del bilancio 2013 confermano la tendenza perseguita dall'Ente camerale di riduzione del rapporto

tra costo del personale camerale e oneri e proventi correnti.

L’ultimo dato disponibile, riferito evidentemente all’ultimo esercizio economicamente chiuso, infatti

mostra che gli oneri afferenti il personale, in linea con l'anno precedente rappresentano il 23-24% degli

oneri correnti (in diminuzione rispetto agli esercizi 2011-2010-2009).

Analogamente tali oneri di personale anche in confronto ai proventi correnti confermano l'incidenza al

ribasso manifestatasi nel biennio antecedente: 25,32% infatti è il dato, sensibilmente inferiore alle

percentuali registratesi sino all'anno 2010 dove si collocava al 28,56%.

L’attuale assetto organizzativo rispecchia tutt'ora quello adottato dalla Giunta Camerale nell’esercizio

2011 di cui all’organigramma che si fa seguire in calce:

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A motivo di ciò anche la ripartizione del personale per “funzioni” è in linea con quella registrata gli anni

scorsi; anzi, poiché i pensionamenti citati in apertura di paragrafo hanno interessato attività anagrafiche

e di funzionamento si registra un decremento di un punto percentuale in tali tipologie di attività rispetto

al dato 2013 e un incremento di un punto percentuale per tipologie di attività più direttamente a favore

delle imprese reggiane a conferma degli sforzi dell'Ente camerale di non depotenziare, nonostante il

trend “negativo” riferito al turn-over di personale, l'azione promozionale.

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LA PROGRAMMAZIONE TRIENNALE DEI FABBISOGNI E RECENTI INTERVENTI LEGISLATIVI

La programmazione triennale dei fabbisogni di personale, approvata alla fine del 2011 ha esaurito

nell'anno in corso il periodo temporale di vigenza; nell'ambito di essa è stato possibile reclutare un'unità

di categoria D a rafforzamento del “Servizio Promozione” nonché prevedere il ricorso a forme flessibili

di personale per fare fronte in particolare a picchi eccezionali e temporanei di lavoro. La Giunta

Camerale è chiamata quindi ad approvare la programmazione triennale dei fabbisogni di personale per

il triennio 2014-2016 che, ovviamente, già sconta il momento attuale di transizione del sistema

camerale, impegnato in una radicale riforma. Nel programma in approvazione, stante il trend in calo del

numero di personale è stata prevista una riduzione della dotazione organica per renderla più in linea

con l'assetto attuale e stante comunque la vigenza di rigide limitazioni al turn over alla quale comunque

si affianca una stringente necessità di non alimentare ma semmai di contrarre le spese per oneri di

funzionamento in senso lato il piano di reclutamento 2014 rimane un documento interlocutorio che

precauzionalmente comunque contempla l'eventualità di avvalersi dell'istituto della mobilità

intercompartimentale nonché il ricorso a forme contrattuali flessibili nel rispetto delle disposizioni

normative vigenti.

Quello della mobilità rimane tutt'ora l’istituto preferito dal legislatore, poiché consente il ricollocamento di

unità di personale senza aggravio per il conto economico consolidato della pubblica amministrazione.

Il piano triennale dei fabbisogni non può che tener conto di quanto testé esposto pur nella

consapevolezza che la specificità dei profili tipici della Camera di Commercio può rendere non

immediatamente funzionale l’inserimento di personale proveniente da enti con funzioni più tipicamente

amministrative.

Quanto sopra rimangono segnali tuttavia in controtendenza rispetto all'esigenza, già emersa gli anni

scorsi di “ringiovanire” personale in servizio; in assenza di ingressi e in presenza di uscite per

pensionamenti la composizione quali-quantitativa dei dipendenti attualmente in servizio conferma in

toto la situazione dello scorso anno:

al 01.01.2014 ben il 95% del personale ha più di 40 anni, il 54% supera i 50 e solo 4 unità rientrano

nella fascia di età 30-39 anni;

la distinzione per grado di istruzione espone il seguente indicatore: “solo” il 35% del personale

possiede una laurea; il 12% del personale ha frequentato la sola scuola dell’obbligo; la parte

restante è in possesso di diploma di scuola media superiore.

A seguito delle cessazioni dell'anno in corso, tuttavia, sarà possibile valutare nel piano di reclutamento

da approvarsi il prossimo anno eventuali interventi di “turn-over” del personale.

LA GESTIONE E VALORIZZAZIONE DEL CAPITALE UMANO

L'anno in corso ha visto l'effettivo completamento del percorso intrapreso dal D.Lgs. 150/09 in materia

di valorizzazione del merito del personale delle pubbliche amministrazioni; è stato infatti coerentemente

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con i criteri di cui al contratto decentrato integrativo per il triennio 2012-2014 esaurito l'iter di

approvazione della nuova metodologia di valutazione del personale dei livelli, a valere con decorrenza

2014, e del personale titolare di posizione organizzativa/alta professionalità, sempre a valere con

decorrenza 2014.

Al di là di ciò, l’anno è stato (ancora) caratterizzato dall'implementazione delle disposizioni legislative di

cui al D.Lgs. 190/2012 in materia di prevenzione di fenomeni di corruzione e ciò a maggior ragione in

quanto il Piano Nazionale Anticorruzione fu approvato solo sul finire dell'esercizio 2013.

L’Ente pertanto ha provveduto ad approvare entro il mese di gennaio, ai sensi di quanto previsto dalla

legge, il “Piano triennale di prevenzione della corruzione” che ha rinnovato in modo più calzante con le

direttive nazionali il piano interlocutoriamente approvato ad inizio 2013. L'anno ha visto anche

l'adozione di un Codice di comportamento per i dipendenti della Camera di commercio di Reggio

Emilia, codice che integra quello nazionale emanato con D.P.R. 62/2013.

In adempimento a quanto previsto anche nel Piano Nazionale Anticorruzione sono state poste in

essere azioni informative a favore della totalità dei dipendenti sia con riferimento ai Codici di

comportamento dianzi citati sia, a livello generale, su tematiche dell'etica e della legalità nonché sui

contenuti del Piano triennale di prevenzione della corruzione approvato dall'Ente. Tali iniziative sono

finalizzate a “dare conoscenza al personale dell’obbligo di astensione, delle conseguenze scaturenti

dalla sua violazione e dei comportamenti da seguire in caso di conflitto di interesse nello svolgimento di

incarichi d’ufficio”.

Sono altresì previsti per l'anno in corso momenti formativi di “livello specifico, rivolto al responsabile

della prevenzione, ai referenti, ai componenti degli organismi di controllo, ai dirigenti e funzionari

addetti alle aree a rischio: riguarda le politiche, i programmi e i vari strumenti utilizzati per la

prevenzione e tematiche settoriali, in relazione al ruolo svolto da ciascun soggetto

nell’amministrazione”.

Tra le azioni che in prospettiva si prevede di implementare ad inizio dell'anno 2015, al di là degli

aggiornamenti dei documenti dianzi citati, si colloca l'adozione di una regolamentazione contenente

criteri per il conferimento o l’autorizzazione allo svolgimento di incarichi extra-istituzionali; in merito

l’Ente già da anni si è dotato di una propria regolamentazione in materia, regolamentazione che

tuttavia sarà necessario aggiornare proprio in relazione alle novità legislative in parola.

In tema di regolamenti “interni” l'Ente si doterà di una propria disciplina in tema di sanzioni ex-art. 47

del D.Lgs. 33/2013 “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e

diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni” in accordo con le direttive che

l'Autorità Nazionale Anticorruzione (A.N.AC.) ha impartito con delibera n. 66/2013 (“..ciascuna

amministrazione provvede, in regime di autonomia, a disciplinare con proprio regolamento il

procedimento sanzionatorio...”).

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Preme, infine, richiamare l’indagine sul personale dipendente che è stata realizzata per la prima volta

lo scorso anno avvalendosi dell'apposita modulistica predisposta da A.N.AC. (già C.I.V.I.T.) ai sensi di

quanto previsto dal D.Lgs. 150/2009. Attualmente in corso è la seconda edizione dell'indagine il cui

esito, confrontato con i risultati dell'edizione 2013 sarà significativamente propedeutico

all’aggiornamento degli interventi organizzativi posti in essere con l'intento ultimo di migliorare il clima

organizzativo nell'ente. Ai sensi della normativa in parola, l’indagine sarà replicata con cadenza

annuale e pertanto troverà vita nell'anno 2015 la terza edizione; parallelamente l'Ente provvederà ad

adottare, partendo dall'eredità del precedente piano triennale 2012-2014 ad adottare il piano di azioni

positive per le pari opportunità 2015-2017 per il quale si avvarrà, come previsto dalla legge, dell'ausilio

del Comitato Unico di Garanzia che l'Ente ha provveduto tempestivamente a costituire già dall'anno

2011.

FORMAZIONE AL PERSONALE

Al di là di quanto affermato nel paragrafo precedente sulla formazione relativa all’Anticorruzione, il

tema della formazione intesa come crescita e aggiornamento professionale del personale dipendente,

costituirà nelle intenzioni anche nell'anno 2015 un “volano” di crescita professionale nonostante il

permanere dei rigidi vincoli di spesa in merito; principi guida saranno il perseguire sempre più articolate

e specialistiche forme di collaborazione e interoperabilità tra il personale dei vari servizi con specifiche

sessioni di affiancamento e formazione interna nonché privilegiare modalità di fruizione a distanza (e-

learning, web-conference) per favorire una maggior partecipazione possibile affiancata ad un

contenimento degli oneri di trasferta (in questi casi azzerati).

Interlocutore di riferimento per l'attività formativa “tout-court” sarà, anche per l’anno 2015, Unioncamere

Emilia Romagna nell'ambito del cosiddetto "Piano Formativo regionale" che organizza corsi di

formazione a specifico favore del personale delle CCIAA emiliano-romagnole sulla base di esigenze

comuni dalle stesse manifestate sotto il coordinamento di apposito gruppo di lavoro; il piano formativo

per l'anno 2015 ha già individuato alcuni temi che saranno oggetto di attività formativa perseguendo

anche un'idea di Camera di commercio più orientata alla comunicazione dei confronti dell'utenza; in

tale ottica si inseriscono momenti formativi dedicati al web e ai social network ma anche all'attività più

propriamente editoriale degli enti camerali legata al ruolo di “Osservatorio economico” tipico del

sistema camerale. Grande attenzione sarà dedicata anche all'aggiornamento professionale del

personale dedicato alle attività di promozione del sistema imprenditoriale; in tale ottica si inquadrano i

momenti formativi in tema di avvio di nuove imprese, business plan, finanziamenti agevolati, disciplina

degli aiuti di Stato e normativa sui Confidi. Non mancheranno tuttavia anche le tematiche più

classicamente legata all'azione amministrativa: trasparenza, anticorruzione, accesso agli atti

amministrativi, semplificazione amministrativa e procedimenti amministrativi, controlli sulla

documentazione amministrativa e sulle autocertificazioni, codice degli appalti; argomenti questi che,

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peraltro, trovano altresì momento di confronto con le consorelle emiliano-romagnole nel corso dei

numerosi gruppi di lavoro attivati già da anni in seno ad Unioncamere Emilia Romagna, con la

partecipazione dei funzionari camerali di riferimento per ciascuna materia, e denominati “Gruppi

network”.

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AGGIORNAMENTO PROGRAMMA PLURIENNALE E DEFINIZIONE OBIETTIVI STRATEGICI

La Relazione Previsionale e Programmatica, a norma dell’art. 5 del D.P.R. n. 254 del 2005

“Regolamento per la disciplina della gestione patrimoniale e finanziaria delle Camere di Commercio”,

aggiorna annualmente il Programma Pluriennale ed è approvata dal consiglio entro il 31 ottobre. Essa

ha carattere generale e illustra i programmi che si intendono attuare nell'anno di riferimento, in rapporto

alle caratteristiche ed ai possibili sviluppi dell'economia locale ed al sistema delle relazioni con gli

organismi pubblici e privati operanti sul territorio, specificando, altresì, le finalità che si intendono

perseguire e le risorse a loro destinate. Successivamente alla sua approvazione la Giunta formulerà la

proposta di Preventivo economico 2015, che il Consiglio approverà entro il mese di dicembre.

Ai sensi dell’art. 4 del DPR 254/2005 “il Consiglio determina gli indirizzi generali ed approva il

programma pluriennale, di norma per il periodo corrispondente alla durata del mandato, anche tenendo

conto, degli atti di programmazione degli enti territoriali, nonché delle risorse necessarie e dei risultati

che si intendono conseguire”.

A seguito del completamento delle procedure per il rinnovo degli Organi camerali, il nuovo Consiglio

della Camera di Commercio ha approvato con propria Deliberazione n. 7 del 28.04.2014 il Programma

Pluriennale 2014-2018 documento che raccoglie gli indirizzi di mandato emersi all’atto

dell’insediamento del Consiglio stesso.

Il programma, partendo da una sintetica analisi del non facile contesto economico-sociale in cui l’Ente

dovrà operare, individua gli assi e gli obiettivi strategici verso cui potrà essere indirizzata l’azione della

Camera di commercio di Reggio Emilia nei prossimi cinque anni, periodo in cui ci si troverà tra l’altro ad

anticipare le trasformazioni di un mondo in piena evoluzione.

Ottimizzare l’utilizzo delle risorse e le performance, ridurre i costi, migliorare i servizi e aumentare il

supporto alle imprese. Questo è l’impegnativo percorso già avviato dalla precedente Amministrazione a

sostegno dell’economia locale e che si appresta a proseguire nei prossimi anni con l’obiettivo, in

particolare, di favorire il rilancio competitivo del territorio e sostenere le imprese nei processi di

rinnovamento e di internazionalizzazione.

Per meglio visualizzare tutta la programmazione 2015 gli obiettivi annuali sono collocati in un’apposita

mappa che costituisce, di fatto, lo strumento più importante per l’intera operatività dell’Ente, un

cruscotto, declinato per assi strategici, che permette di monitorare lo stato di avanzamento e di

realizzazione del programma durante l’esercizio.

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Favorire il rilancio competitivo del territorio e sostenere le imprese nei processi

di rinnovamento e di internazionalizzazione

Prospettive

Asse A – La Camera di Commercio di Reggio Emilia per la semplificazione della vita delle imprese

Asse B – La Camera di Commercio di Reggio Emilia per il rilancio competitivo del territorio

imprese, territorio e consumatori

A1. Semplificare la vita delle imprese A2. Promuovere la regolazione del mercato e garantirne la concorrenza

B3. Favorire l’accesso al credito e la patrimonializzazione delle imprese B4. Favorire l’internazionalizzazione e promuovere le imprese nel mondo B5. Promuovere la produzione della conoscenza e favorire il dialogo Scuola lavoro B6. Sostenere l'innovazione, il trasferimento tecnologico, la cultura imprenditoriale, la nascita di nuove imprese B7. Sostenere il rilancio competitivo del territorio

processi interni

T4. Digitalizzazione

innovazione e crescita

T2. Comunicazione e marketing dei servizi T3. Trasparenza

T5. Crescita del know how e del capitale umano T6. Orientare la gestione alla performance

economico-finanziario

T1. Rafforzare lo stato di salute dell’Ente

Lo strumento adottato dall’Ente camerale per il monitoraggio e controllo della strategia è quello della

Balanced Scorecard, che suddivide gli obiettivi strategici, inseriti in una mappa, secondo le quattro

prospettive:

Imprese, Territorio e Consumatori

Processi Interni

Innovazione e crescita

Economico Finanziario

L’attività della Giunta e del Consiglio tende, in questo modo, a diventare maggiormente strategica,

curando le funzioni di programmazione e controllo che sono tipiche degli organi di vertice

dell’amministrazione.

Di seguito si riporta il dettaglio della mappa strategica dell’Ente, articolata nel:

Asse strategico A – “La Camera di Commercio di Reggio Emilia per la semplificazione della

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vita delle imprese”

Asse B strategico – “La Camera di Commercio di Reggio Emilia per il rilancio competitivo

del territorio”

Asse strategico trasversale - “Azioni di supporto al cambiamento e qualità dei servizi”.

All’interno degli assi strategici sono sviluppati gli ambiti di azione relativi a:

A1. Semplificare la vita delle imprese

A2. Promuovere la regolazione del mercato e garantirne la concorrenza

B3. Favorire l’accesso al credito e la patrimonializzazione delle imprese

B4. Favorire l’internazionalizzazione e promuovere le imprese nel mondo

B5. Promuovere la produzione della conoscenza e favorire il dialogo Scuola - Lavoro

B6. Sostenere l'innovazione, il trasferimento tecnologico, la cultura imprenditoriale, la nascita di

nuove imprese

B7. Sostenere il rilancio competitivo del territorio

T1. Rafforzare lo stato di salute dell’Ente

T2. Comunicazione e marketing dei servizi

T3. Trasparenza

T4. Digitalizzazione

T5. Crescita del know how e del capitale umano

T6. Orientare la gestione alla performance

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Asse A: “LA CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO EMILIA PER LA SEMPLIFICAZIONE

DELLA VITA DELLE IMPRESE”

A1 – Semplificare la vita delle imprese

Continua l’impegno nella diffusione, ma anche nell’utilizzo diretto, delle principali tecnologie di E-

Government, ormai divenute strumenti abituali nello svolgimento delle attività. Si proseguirà nella

azione di volano nel generale processo di informatizzazione dei rapporti tra cittadini, imprese e

Pubblica Amministrazione e fra le stesse amministrazioni pubbliche del territorio, anche attraverso la

continua diffusione presso gli operatori economici locali di strumenti avanzati quali la firma digitale, la

posta elettronica certificata, la business key, non solo in ottica di diffusione degli strumenti di E-

Government, ma anche per generare e tradurre concretamente tutte le semplificazioni amministrative

possibili che le imprese chiedono ad una PA moderna e vicino alle esigenze del territorio. Nel corso del

2013 attraverso la Camera di Commercio sono state distribuite 2.792 firme digitali, 504 business key e

1495 carte cronotachigrafiche.

L’obiettivo, anche per l'anno 2014, è quello di proseguire con determinazione sulla strada della

semplificazione proponendo il sistema Camerale – in stretto raccordo con il mondo associativo – come

protagonista dei processi di innovazione per rendere efficienti i rapporti con le imprese.

In questo filone, rientrano tutte le azioni tese a promuovere ed attuare, a beneficio delle imprese,

percorsi di semplificazione, valorizzando il Registro delle imprese e le procedure per la Comunicazione

unica, rafforzando i rapporti con le altre Pubbliche Amministrazioni, la Regione ed i Comuni.

Un’ulteriore linea di intervento, rientrante sempre nell'alveo semplificazione, è quella di portare i servizi

dell'Ente presso gli utenti (e non viceversa).

Nei rapporti con le imprese ed i cittadini, le Pubbliche Amministrazioni sono chiamate a realizzare

soluzioni finalizzate ad attuare, potenziare e promuovere la semplificazione delle procedure per l'avvio

e lo svolgimento delle attività economiche.

Su questo filone si inseriscono tutti gli interventi posti in essere dal RI, che portano ad una

velocizzazione dei procedimenti amministrativi, ad attuare una maggiore trasparenza

giuridica/informativa, oltre che ad ottimizzare la qualità dei dati disponibili e la loro diffusione.

A1.1 - Qualificazione delle pratiche presentate alla CCIAA sotto due diversi profili: qualità dei

contenuti e qualità del rapporto con l'utenza

Il tema della semplificazione amministrativa diventa sempre più strategico, tanto più in un periodo di

crisi generalizzata nel quale anche il quadro legislativo ha rafforzato le norme di semplificazione

amministrativa e di tutela per la libertà d’impresa.

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Le funzione anagrafiche rappresentano il nucleo dell’attività della Camera di Commercio, il centro della

sua strategia, trattandosi di funzioni che solo essa esercita e che la rendono la pubblica

amministrazione di riferimento, lo “stato civile” delle imprese.

Il Registro Imprese continuerà quindi a dare impulso a questa priorità focalizzandosi ulteriormente su

semplificazione e produttività, al fine di migliorare la qualità del patrimonio informativo detenuto,

nell’ottica di una sua valorizzazione al servizio del sistema economico locale.

Parallelamente, nella sempre più importante ottica di trasparenza, si incentiveranno azioni mirate al

mantenimento dell’aggiornamento degli indirizzi Pec iscritti nel RI e si proseguirà con gli interventi di

“pulizia” della banca dati del RI, raccomandata dal Ministero.

Con lo sguardo all’efficienza, inoltre, e sempre in ambito di agevolazioni per le imprese, negli anni più

recenti si è registrata una progressiva crescita della capacità del Registro Imprese di relazionarsi con

gli ordini professionali per individuare congiuntamente le iniziative utili, sia di formazione che di

comunicazione, che evitino inutili sovrapposizioni di iniziative e incidano in maniera significativa sugli

aspetti che maggiormente possano essere di supporto nella gestione delle varie pratiche che le

imprese sono tenute ad iscrivere.

Quindi la CCIAA, anche per garantire una decisa qualità dei contenuti, procederà ad una costante

verifica preventiva delle esigenze espresse dagli utenti/imprese, anche per il tramite degli studi

professionali/associazioni, in merito alle iniziative formative ritenute adeguate e favorevoli, avvalendosi

ulteriormente della fattiva collaborazione degli stessi nella fase organizzativa degli interventi.

Sulla stessa “lunghezza d’onda”, si manterrà la predisposizione o l’aggiornamento di quelli già presenti,

di manuali o guide consultabili dal sito internet.

Finalità:

potenziamento collaborazione ordini professionali/associazioni: incontri, organizzazione di corsi.

Benefici:

adeguamento al periodo attuale, proiettato alla sempre maggiore semplificazione “della vita”

delle imprese;

servizi sempre più efficienti, rapidi e meno costosi.

Stakeholders:

imprese, associazioni, studi professionali.

Impegno economico*:

definito nel preventivo economico e budget direzionale.

* Impegno economico complessivo per le azioni A1.1 e A1.2

A1.2 - Riduzione dei tempi dei procedimenti - Telematizzazione dei servizi e digitalizzazione

delle pratiche e dei documenti

Nell’ottica di rispondere prontamente alle crescenti esigenze di semplificazione delle imprese, la

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Camera di commercio si propone di continuare a perseguire l’obiettivo di ottimizzazione dei servizi

attraverso l’adeguamento della velocità dell’apparato amministrativo a quella delle aziende e del

mercato, tendendo ad una sempre maggiore qualità e all’erogazione in tempo reale. In questo scenario

si inserisce l’impegno della Camera di commercio nel programmare una sempre maggiore

specializzazione dei servizi erogati e nel porre in essere interventi finalizzati a velocizzare i

procedimenti amministrativi. Tra essi in particolare l’implementazione dei canali telematici all’interno

dell’applicativo Scriba per gestire le varie fasi dei procedimenti e mantenere, a parità di condizioni

attuali, i già buoni tempi di evasione delle pratiche o ridurli, qualora sia reso possibile da particolari

circostanze organizzative nonché riferibili a congiunture esterne.

Finalità:

riduzione tempi di istruttoria, diminuzione pratiche irregolari.

Benefici:

adeguamento al periodo attuale, proiettato alla sempre maggiore semplificazione “della vita”

delle imprese;

servizi sempre più efficienti e rapidi.

Stakeholders:

imprese, associazioni, studi professionali.

Impegno economico*:

definito nel preventivo economico e budget direzionale.

* Impegno economico complessivo per le azioni A1.1 e A1.2

Nel 2015 si provvederà anche al completamento del processo di telematizzazione dei servizi e di

digitalizzazione delle pratiche e dei documenti nella gestione della procedura di mediazione

implementando l'attuale sistema informatico con nuovi sistemi informatici integrati.

La gestione delle pratiche verrà integrata con le funzioni di protocollo delle domande di mediazione e di

fatturazione per i processi interni. Per gli stakeholders, dopo i corsi di formazione realizzati nell’anno

precedente, verranno promosse ulteriori iniziative volte a dare impulso alle pratiche telematiche.

Finalità:

semplificazione del procedimento, informatizzazione dei processi informatici integrati con altre

funzioni e semplificazione del processo interno e semplificazione procedure per gli utenti al fine

di aumentare il ricorso alla mediaconciliazione.

Benefici:

riduzione dei tempi di back office e tempi immediati per le imprese nell'invio della pratica con

riduzione di costi.

Stakeholders:

imprese, Ordine degli Avvocati, Ordine dei Commercialisti, associazioni di categoria,

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professionisti.

Dalla fine del 2012 è attivo il Progetto CERT’O, con un riscontro positivo in termini di aziende coinvolte

e pratiche evase. Visti i buoni risultati, si punterà ad estenderlo ulteriormente ad un numero crescente

di imprese, promuovendo con maggior intensità sul territorio provinciale la trasmissione telematica dei

certificati di origine da parte delle imprese stesse, con visite dirette e riunioni presso le sedi delle

associazioni di categoria.

Finalità:

consolidare ed espandere le pratiche telematiche già operative e individuare ulteriori canali per

fornire all'utenza degli sportelli anagrafico certificativi un servizio più telematizzato;

proseguire nel potenziamento dell'informatizzazione e telematizzazione dei rapporti con

l'utenza.

Benefici:

riduzione dei tempi procedimentali;

servizi più veloci per le imprese.

Stakeholders:

imprese, associazioni di categoria, studi professionali.

In generale verranno mappati e resi disponibili alle imprese nella sezione Amministrazione Trasparente

tutti i tempi di erogazione dei servizi, operando al contempo piani di azione e di intervento per

migliorarli ulteriormente.

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A2 – Promuovere la regolazione del mercato e garantirne la concorrenza La Camera di Commercio annovera tra le funzioni primarie quelle di favorire la trasparenza degli

operatori, evidenziandone per quanto possibile la correttezza e l'affidabilità grazie alle banche dati e ai

registri informatici camerali, e grazie agli interventi di regolazione del mercato (attività del servizio

metrico, media-conciliazione ed arbitrato, tutela del consumatore, consulenza sui contratti

commerciali).

A2.1 - Implementazione delle attività dello Sportello legalità

Al fine di aiutare e supportare gli imprenditori vittime di usura e racket (fenomeno presente anche nella

nostra provincia) si proseguirà e si perfezionerà il servizio di ascolto e assistenza attraverso l’apposito

sportello antiracket (anonimo e riservato) già attivato e funzionante da due anni.

Con lo sportello legalità si continuerà, inoltre, ad implementare e individuare strumenti a supporto

dell’impresa (e dell’economia in generale) per la prevenzione ed il contrasto dell’illegalità ed il ripristino

del corretto, libero e legale funzionamento del mercato.

Fra le attività svolte, particolare rilievo assume l’adesione della Camera di commercio di Reggio Emilia

(una delle tre in Italia con Caserta e Siracusa) al progetto “SOS Legality – Seized businesses and

goods from mafia to strategically prevent crimes and promote legality through socio-economic

development” (Beni e imprese confiscate alla mafia per prevenire il crimine e promuovere la legalità

attraverso lo sviluppo socio economico), progetto cofinanziato dall’Unione Europea. Con questo

progetto la Camera di commercio in stretta collaborazione con la partnership Libera seguirà il cammino

(dai due ai tre anni) di aziende sequestrate alla mafia ed indicate dall’Agenzia Nazionale Beni

Sequestrati. Una sorta di “adozione” che prevede interventi, di cui l’Ente camerale reggiano è capo-fila,

per nuovi modelli di governance, innanzitutto, e un’assistenza su tutti i passaggi per il rilancio di attività

che realizzino un virtuoso equilibrio tra legalità e sviluppo.

Finalità:

sviluppo e prosecuzione di servizi per la prevenzione dei fenomeni di illegalità;

aiuto agli imprenditori vittime di usura e racket.

Benefici:

ripristino della legalità e della correttezza del funzionamento del mercato;

Stakeholders:

imprese, associazioni di categoria, professionisti.

Impegno Economico:

definito nel preventivo economico e budget direzionale.

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A2.2 - Sensibilizzazione alla mediaconciliazione e promozione della gestione on line

Ricorrere a soluzioni alternative a quella giudiziale, avvalendosi dei servizi di mediazione, comporta un

notevole risparmio in termini di tempi e costi rispetto alla giustizia ordinaria.

Dopo circa un anno dalla reintroduzione della mediazione per diverse materie in ambito civile e

commerciale, il 2015 sarà focalizzato ad implementare le azioni sino ad ora svolte, per realizzare una

adeguata campagna divulgativa sul territorio per lo sviluppo ed il potenziamento di una nuova cultura

che favorisca l’utilizzo di questo strumento.

Anche nel corso del 2015 si punterà quindi ad incrementare il ricorso agli strumenti di risoluzione del

contenzioso, alternativi alla giustizia ordinaria gestiti dalla Camera per offrire ai consumatori ed alle

imprese la possibilità di ridurre in tempi rapidi e con costi certi le controversie mediante la realizzazione

dei seguenti obiettivi operativi:

1) realizzazione di una campagna di divulgazione e promozione della mediazione attraverso incontri

con la cittadinanza;

2) verifica dei requisiti professionali dei mediatori iscritti all’Organismo.

Finalità:

sviluppo e incremento delle attività di mediaconciliazione;

Benefici:

riduzione del contenzioso giudiziario, tempi minori rispetto alla giustizia ordinaria;

Stakeholders:

imprese, professionisti, associazioni di categoria, cittadini.

Impegno Economico:

definito nel preventivo economico e budget direzionale.

A2.3 - Potenziamento delle attività ispettive per la tutela dei diritti soggettivi e della trasparenza

del mercato

Al fine di proseguire ed incentivare l’attività di controllo sulla fede pubblica, dopo le prime due annualità

relative alla Convenzione sottoscritta con UNIONCAMERE per l’attuazione del Protocollo d’intesa

relativo al rafforzamento delle attività di vigilanza e controllo del mercato a tutela dei consumatori,

nell’ultimo anno del progetto verranno completate le attività di controllo e sorveglianza prodotti previste

organizzando nel contempo il servizio affinché possa utilmente continuare le attività anche

successivamente al termine della convenzione.

Finalità:

fornire una maggiore garanzia della concorrenza leale e della tutela del consumatore;

Benefici:

accrescimento sia della tutela del consumatore che della trasparenza del mercato.

Stakeholders:

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imprese, consumatori.

Impegno economico:

definito nel preventivo economico e budget direzionale.

L’attività della Camera diretta a promuovere la regolazione del mercato e la corretta concorrenza tra

imprenditori a tutela del consumatore sarà finalizzata anche ad integrare l’attività sui controlli

sull’etichettatura energetica degli elettrodomestici.

Si tratta di una ulteriore etichettatura, prevista sia da norme comunitarie che nazionali, che ha la

funzione di informare i consumatori circa il consumo di energia e di altre risorse essenziali (quali ad

esempio l’acqua) dei prodotti offerti in vendita. Viene offerta quindi la possibilità concreta di perseguire

un uso più razionale delle risorse energetiche, di favorirne il risparmio e di contribuire alla riduzione

dell’inquinamento atmosferico.

Nell’ambito delle proprie funzioni di regolazione del mercato, la Camera di commercio nel 2015

implementerà, quindi, la propria attività di vigilanza con particolare attenzione alle categorie di prodotti

soggetti ad etichettatura energetica.

Finalità:

assicurare al consumatore uniformità e correttezza di informazioni relative al consumo di

energia degli elettrodomestici;

Benefici:

favorire una maggiore consapevolezza e conoscenza da parte del consumatore;

contribuire ad orientare le scelte di acquisto verso modelli di prodotti caratterizzati da consumi

inferiori e al contempo da prestazioni migliori;

favorire la corretta e ordinata concorrenza tra imprese.

Stakeholders:

imprese produttrici, importatrici e distributrici, consumatori.

Impegno economico:

definito nel preventivo economico e budget direzionale.

Nell’ambito dell’attuale mutamento normativo è stata affidata la verifica periodica degli strumenti metrici

anche, ed in taluni casi esclusivamente, a soggetti privati in possesso di adeguati requisiti tecnico-

giuridici autorizzati da Unioncamere e dalle Camere di Commercio lasciando in capo a queste ultime

l’attività di sorveglianza sul loro operato.

Si intende pertanto rafforzare l’attività di controllo sull’attività di verifica svolta dai laboratori autorizzati.

Finalità:

garantire che il nuovo sistema di tutela della fede pubblica assicuri livelli prestazionali conformi

alle norme;

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far sì che l’utenza metrica possa fruire di un mercato della verifica degli strumenti metrici

caratterizzato dalla leale concorrenza e dal rispetto delle normative.

Benefici:

leale concorrenza tra gli operatori del settore.

Stakeholders:

imprese, laboratori autorizzati, consumatori.

La recente evoluzione della legislazione sulla sicurezza e sull’etichettatura dei prodotti alimentari ha

arricchito la normativa di riferimento, rendendola però di difficile comprensione per i "non addetti ai

lavori".

Per supportare le aziende agro-alimentari e in coerenza con i propri compiti in tema di regolazione del

mercato e di tutela del consumatore, si intende attivare in collaborazione con il Laboratorio Chimico

Camera di Commercio Torino, uno sportello di primo orientamento sulla materia. L’assistenza viene

fornita alle imprese agro-alimentari del territorio provinciale da personale qualificato ed esperto e

comprende un servizio tecnico ed uno legale.

In particolare sarà proposta alle imprese la risoluzione di quesiti legati alla sicurezza alimentare,

etichettatura nutrizionale dei prodotti alimentari, all’etichettatura ambientale sulle informazioni da

inserire negli imballaggi, sulla vendita in UE ed Esportazione extra UE dei prodotti alimentari. Si

affiancheranno alla risoluzione personalizzata dei quesiti, momenti seminariali rivolti alle imprese del

territorio sulle materie oggetto dello sportello etichettatura e sicurezza alimentare.

Finalità:

supportare le imprese, aiutandole ad assolvere gli obblighi di legge, e di fornire gli strumenti

indispensabili per un corretto approccio alla materia della etichettatura e sicurezza alimentare.

Benefici:

corretta applicazione delle normative sulla etichettatura e sicurezza alimentare;

- maggiore tutela e regolazione del mercato.

Stakeholders:

Imprese del settore alimentare, consumatori, associazioni di Categoria, professionisti.

Impegno economico:

definito nel preventivo economico e budget direzionale.

A.2.4 – Responsabilità sociale, informazione ambientale

Sotto il profilo della Responsabilità Sociale di Impresa la Camera di commercio si pone l’obiettivo di

porre in essere azioni indirizzate alla sensibilizzazione alla Responsabilità sociale d’impresa in ambiti

quali ad esempio: la tutela del lavoro ed il welfare, la salvaguardia dell’ambiente e l’efficiente utilizzo

delle risorse, la tutela dei consumatori, lo sviluppo della comunità, il trasferimento delle conoscenze per

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il progresso sociale.

Proseguirà su questo fronte nel 2015 l’attività di collaborazione avviata con la Regione Emilia

Romagna, la Provincia di Reggio Emilia e le associazioni di categoria.

E’ stato approvato con Determinazione n. 11839 del 2 settembre 2014 dalla Regione Emilia Romagna

un contributo pari ad € 20.000,00 che permetterà alla Camera di Commercio di Reggio Emilia nel 2015

la realizzazione dei tre progetti elaborati nel 2014, relativi alle seguenti tematiche:

- Benessere dipendenti / Welfare aziendale,

- Sostenibilità ambientale / Green Management,

- Iniziative Imprese per il Territorio.

Si svilupperanno quindi le attività già avviate sperimentalmente nel 2014 con il "Laboratorio imprese

reggiane per la RSI" con ulteriori incontri di co-progettazione e saranno effettuati incontri-visite

formative presso imprese che già attuano la RSI per favorire la conoscenza delle buone pratiche in tale

ambito e lo sviluppo di competenze gestionali tra le imprese coinvolte nel progetto.

Tale attività si svolgerà in ottica di partenariato tra le imprese facenti parte del Laboratorio ed altri

soggetti del territorio, prevedendo diversi momenti di monitoraggio. Inoltre, a complemento di tale

attività, si affiancherà anche l’organizzazione di un Forum multistakeholders, con eventi pubblici per

presentare le attività svolte ed il monitoraggio dei progetti di RSI attivati tramite il Laboratorio.

Finalità:

coinvolgere un maggior numero di aziende, con l'ausilio delle Associazioni di categoria, per

sensibilizzarle sul tema della Responsabilità Sociale di Impresa ed affiancarle per realizzare

iniziative in tema;

Benefici:

miglioramento del rapporto delle aziende con l'ambiente interno ed esterno all'azienda stessa, in

merito a tematiche di primario interesse, individuate con l'ausilio di CCIAA RE e Provincia RE;

Stakeholders:

imprese, Provincia di Reggio Emilia, Regione Emilia Romagna.

A seguito del riavvio del SISTRI e degli sviluppi normativi in merito alla compilazione del Modello Unico

di Dichiarazione Ambientale, da parte delle aziende reggiane proviene una sempre maggiore richiesta

di assistenza, alla quale la Camera di commercio si propone di rispondere in modo tempestivo ed

efficace, in particolare attraverso attività informative effettuate sia on line che mediante incontri specifici

sui temi di maggiore rilevanza ed interesse. Si procederà, pertanto, oltre a svolgere attività informativa

ambientale in relazione al Sistri ed ai relativi adempimenti, ad inviare ai nominativi iscritti al SISTRI

stesso materiale a carattere informativo e promozionale e ad effettuare una presentazione del MUD

attraverso una informativa capillare e settorializzata.

Finalità:

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fornire alle imprese un panorama completo delle procedure da seguire, a seguito della

riattivazione del Sistri nel 2014;

fornire informazioni sulla presentazione del Modello Unico di Dichiarazione Ambientale, alla luce

della riattivazione del SISTRI e del periodo provvisorio di “doppio binario” di entrambi i sistemi.

Benefici:

corretto utilizzo ed invio di SISTRI e MUD;

Stakeholders:

imprese reggiane, associazioni di categoria.

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Asse B: “LA CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO EMILIA PER IL RILANCIO COMPETITIVO DEL TERRITORIO”

B3 – Favorire l’accesso al credito e la patrimonializzazione delle imprese

Le imprese italiane hanno affrontato dal 2008 ad oggi la crisi in condizioni finanziarie che già in

partenza presentavano elementi di debolezza.

Alle difficoltà finanziarie legate alla contrazione dei flussi di reddito si sono, come noto, associati gli

allungamento dei tempi di pagamento dei clienti che le imprese hanno dovuto gioco forza ribaltare sui

fornitori con evidenti conseguenze sul sistema economico nel suo complesso.

Sulla base dei più recenti lavori di ricerca, i segnali provenienti dal mondo delle imprese sembrano

indicare nella prima parte del 2014 il perdurare di fenomeni di ristrutturazione del nostro sistema

produttivo nei suoi diversi settori e filiere: fenomeni che parlano di mutamenti profondi e forse

irreversibili intervenuti nel tessuto economico del Paese in questi ultimi anni.

Dal 2008 ad oggi:

60.000 imprese in meno;

flessione continua degli impieghi bancari;

crescente disoccupazione.

Il razionamento del credito da parte del sistema creditizio non pare aver tenuto conto delle

ristrutturazioni organizzative e strategiche che le imprese hanno posto (o stanno valutando di porre) in

essere - maggiore orientamento all'export, investimenti in innovazione di prodotto o di processo -

probabilmente perché fattori difficilmente rilevabili da dati di bilancio, e quindi anche le imprese sane

che vogliono migliorare la loro redditività faticano ad avere accesso al credito ed i segnali di ripresa si

mantengono purtroppo deboli.

In questi momenti congiunturali il ruolo di sostegno alla crescita del Prodotto Interno Lordo diventa più

significativo rispetto ad atri momenti storici, anche solo per attenuare la morsa della crisi.

B3.1 - Favorire l’accesso al credito delle imprese

Il ruolo dei Confidi diventa determinante proprio per la funzione di ponte che questi svolgono fra le

imprese e gli intermediari finanziari. E’ fondamentale che in questa fase di congiuntura economica le

aziende possano usufruire, tramite i Confidi, di un supporto che fornisce assistenza specialistica ed

articolata nell’accesso al credito oltre che, elemento non secondario, nell’ampliamento delle capacità di

credito, nella riduzione del costo del denaro, nella trasparenza delle condizioni.

Il comma 55 della Legge di Stabilità 2014 ha espressamente previsto che “una somma pari a 70 milioni

di euro per ciascuno degli anni 2014, 2015 e 2016 è destinata dal sistema delle camera di commercio,

industria, artigianato e agricoltura al sostegno dell’accesso al credito delle piccole e medie imprese

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attraverso il rafforzamento dei confidi, vi compresi quelli non sottoposti alla vigilanza della Banca

d’Italia”.

In quest’ottica la Camera di Commercio sosterrà, anche nel 2015, l’accesso al credito per le imprese

tramite i Confidi.

Finalità:

aiutare le imprese ad uscire dalla crisi congiunturale.

Benefici:

agevolare l’accesso al credito.

Stakeholder:

imprese, banche, confidi, associazioni di categoria.

Impegno economico:

definito nel preventivo economico e budget direzionale.

B3.2 Sportello sui finanziamenti agevolati

A sostegno delle imprese saranno erogati anche per l’anno 2015 servizi di informazione sulle

opportunità di finanziamento. L’azione comprende:

1. servizi per il sostegno agli aspiranti imprenditori nell’avvio di una nuova attività,

2. servizi di informazione sulle opportunità di finanziamento sia nazionale che comunitario.

L’attività di disseminazione e diffusione potrà essere svolta sia a sportello che attraverso

l’organizzazione di seminari organizzati con il sistema camerale e delle partecipate;

3. attività per la promozione delle start up innovative;

4. contributi per l’avvio di nuove attività.

Finalità:

diffusione della conoscenza sui finanziamenti agevolati e sulla promozione di nuova

imprenditoria.

Benefici:

incremento del numero di nuove imprese in provincia di Reggio Emilia.

Stakeholder:

imprese, cittadini, associazioni di categoria.

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B4 – Favorire l’internazionalizzazione e promuovere le imprese nel mondo

Seppure in modo meno brillante rispetto all'inizio del 2014, la produzione manifatturiera reggiana

rimane in aumento. Dati positivi ma che vanno letti all'interno di una situazione di crisi che non è

superata. Le difficoltà delle imprese, soprattutto quelle meno orientate all'export non sono

sostanzialmente cambiate, ma è incoraggiante il dato che finalmente si registri un recupero del

fatturato addirittura superiore all'incremento degli ordini dall'estero.

La tenuta delle produzioni locali è fortemente legata all'export per cui la linea di intervento camerale

sarà fortemente orientata ad incrementare l'export reggiano secondo queste linee di azione:

potenziare l'azione a favore delle imprese che già esportano;

operare per incrementare il numero delle imprese che esportano sui mercati internazionali;

incrementare l'integrazione delle azioni per l'internazionalizzazione nella logica dei recenti

interventi legislativi.

B4.1 - Potenziare le azioni di sistema e di cooperazione con gli altri attori per la promozione

dell’internazionalizzazione.

In un momento di forte contrazione delle risorse pubbliche per la promozione, diviene essenziale il

coordinamento delle iniziative esistenti per evitare sovrapposizioni e dispersione di risorse. Occorre

valorizzare un piano unitario di confronto che supporti la condivisione degli obiettivi e la progressiva

razionalizzazione degli interventi promossi dalle diverse istituzioni.

A livello nazionale è stata istituita la Cabina di regia fra tutti gli attori istituzionali che si occupano di

internazionalizzazione e che vede la partecipazione di Unioncamere, che prevede: elaborazione di una

strategia per le attività di promozione all'estero, razionalizzazione della rete estera e di coordinamento

delle attività dei Ministeri, Regioni e Camere di commercio e rafforzamento dell'attrazione degli

investimenti dall'estero.

A livello locale questa esigenza di coordinamento ha già trovato attuazione con l'istituzione del Tavolo

per l’internazionalizzazione costituito a livello provinciale dalla Camera di Commercio con le

Associazioni di categoria ed i Consorzi export.

Nel 2015 la Camera di Commercio si concentrerà sulle seguenti linee di intervento:

una maggiore diffusione dei servizi per l’internazionalizzazione offerti da tutti gli attori

istituzionali e privati, e l'organizzazione di collettive in fiere di carattere internazionale, con

abbattimento parziale dei costi;

erogazione di contributi per la partecipazione a mostre e fiere all’estero;

organizzazione di seminari informativi su normative e procedure legate al commercio estero, su

paesi esteri di potenziale interesse;

organizzazione di seminari tecnici su tematiche inerenti il commercio estero in relazione a temi

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quali pagamenti internazionali, problematiche doganali, ecc.;

organizzazione di workshop, incoming di operatori esteri, desk paese;

organizzazione di incoming;

organizzazione del corso how to start an export business.

Finalità:

qualificare l’intervento camerale per l’internazionalizzazione individuando Paesi Obiettivo su cui

promuovere una azione sinergica di penetrazione e consolidamento commerciale.

Benefici:

incrementare l’export e il fatturato verso l’estero delle imprese.

Stakeholder:

imprese, associazioni di categoria.

B4.2 – Rafforzare il grado di penetrazione nei mercati esteri

Il contesto internazionale continua a registrare cambiamenti significativi e l’incremento di problemi

legati ai conflitti in diversi Paesi di interesse per l'export reggiano che si uniscono alla grave crisi

economica in atto. In questo scenario si innesta la fondamentale azione di supporto che la Camera di

Commercio di Reggio Emilia sarà chiamata a svolgere nei prossimi anni con il duplice obiettivo di

potenziare l’azione a favore delle imprese che già esportano e di operare per incrementare il numero

delle aziende che esportano sui mercati internazionali.

Da un lato il ruolo camerale sarà quello di promuovere la massima diffusione sul territorio delle

iniziative di sistema con particolare attenzione alle iniziative di incoming anche legate ad EXPO 2015.

La partecipazione alle fiere estere verrà incentivata anche attraverso specifici bandi, oltre che mediante

i finanziamenti agevolati in termini di abbattimento tassi di interesse attraverso i Confidi.

Dall’altro, preso atto che i dati mostrano che, anche se la provincia reggiana è fortemente orientata

all'export, il numero delle imprese che esportano rimane stabile da decenni, occorrerà quindi

intervenire per supportare le imprese che non hanno mai esportato con particolare riferimento al

comparto della subfornitura.

Finalità:

aiutare le imprese che già esportano ad acquisire nuove quote di mercato in paesi esteri con

particolare attenzione a quelle piccole e artigiane;

accompagnare imprese che non hanno mai esportato sui mercati esteri.

Benefici:

incremento del grado di penetrazione commerciale all’estero e della capacità competitiva sui

mercati esteri delle imprese del territorio.

Stakeholder:

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imprese, associazioni di categoria.

Impegno economico:

definito nel preventivo economico e budget direzionale.

B4.3 – Attivare formazione in grado di promuovere una cultura ad internazionalizzare

La Camera di Commercio si pone l’obiettivo di coadiuvare le imprese reggiane nella loro attività

all'estero anche fornendo informazioni "tecniche" in materia. Oltre a fornire risposte ai quesiti che

pervengono agli uffici in tema di commercio estero e ad offrire indicazioni sulle fonti su internet alle

quali ricorrere per ricerche dirette, si provvederà ad organizzare incontri seminariali sulle tecniche del

Commercio Estero.

Finalità:

fornire un servizio d'informazione e di primo orientamento per le aziende che hanno necessità

di informazioni specifiche inerenti aspetti tecnici dell'import/export;

fornire un servizio di risposta ai quesiti inviati dalle aziende sia via mail che telefonicamente.

Benefici:

fornire strumenti formativi e informativi per affiancare le imprese nei rapporti commerciali con

l’estero.

Stakeholders:

imprese, associazioni di categoria.

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B5 – Promuovere la produzione della conoscenza e favorire il dialogo Scuola lavoro

“Conoscere per programmare”. E' questo l'assunto che sintetizza l'obiettivo che ci si pone nel momento

in cui fra le attività di un Ente pubblico, quale è la Camera di Commercio, si indirizza l'attenzione a

promuovere la produzione della conoscenza e lo sviluppo d'impresa.

La conoscenza del territorio in tutti i suoi aspetti e la capacità di leggerne le trasformazioni secondo

modalità che rispecchino al meglio la realtà costituiscono le basi sulle quali si può fondare una

consapevole programmazione.

Analisi, studi, ricerche e approfondimenti che spaziano dai temi economici a quelli sociali senza

trascurare gli aspetti connessi alla trasparenza e alla legalità consentono di fotografare e seguire le

vicende reggiane nel loro aspetto globale a 360 gradi. E' con questi strumenti, costruiti in modo

partecipato dalle diverse componenti economiche e sociali del territorio, che gli amministratori pubblici

e privati possono disporre di utili informazioni con le quali mettere a punto al meglio le scelte che

quotidianamente sono chiamati a compiere. Scelte che riguardano sia il breve che il lungo periodo.

Nel breve, il monitoraggio congiunturale consente di tener costantemente sotto osservazione

l'evoluzione di una situazione ancora particolarmente difficile in cui le vicende aziendali e personali si

intersecano e le scelte circa il sostegno alle imprese e alle persone sono condizionate dalle sempre più

limitate risorse pubbliche.

Per il lungo periodo, la scelta del percorso da intraprendere è particolarmente ardua. Il contesto in cui

stiamo vivendo è molto complesso. Dalla fine degli anni '90 il passaggio dell'economia dei luoghi a

quella dei flussi ha cambiato le regole della competizione anche a Reggio Emilia e l'individuazione del

cammino da intraprendere per riavviare un percorso di crescita passa attraverso uno studio attento e

condiviso, con chiavi di lettura possibilmente innovative.

Sono queste le premesse sulle quali fondare le basi per costruire strumenti di conoscenza a supporto

della progettualità per una società ed un'economia in costante e rapida trasformazione. Analisi e

ricerche su base sistemica e permanente realizzate con il costante ascolto delle componenti

economiche e sociali del territorio. Analisi e ricerche in grado di fornire strumenti per assistere ed

orientare nelle scelte e nei processi decisionali non solo gli amministratori pubblici ma anche le

imprese, il sistema delle associazioni imprenditoriali e delle organizzazioni sindacali, il sistema

creditizio, il mondo della Scuola nonché le rappresentanze del sistema sociale.

B5.1 - Osservatorio economico, coesione sociale, legalità

L'osservatorio economico, coesione sociale, legalità che la Camera di Commercio costruisce in

accordo con Comune e Provincia di Reggio Emilia e con la collaborazione delle associazioni di

categoria, delle organizzazioni sindacali, delle rappresentanze dei consumatori e del terzo settore

realizza analisi, studi e ricerche su temi di carattere economico e sociale prediligendo una lettura

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condivisa del territorio effettuata, quando possibile, con chiavi innovative. Queste le principali linee di

azione:

organizzazione e gestione di tavoli istituzionali, di coordinamento e di confronto;

coordinamento e gestione dei soggetti che costituiscono la rete su cui si fonda l'Osservatorio;

realizzazione di: panel con indicatori congiunturali trimestrali; focus di approfondimento su temi

d’interesse economico quali, ad esempio, internazionalizzazione, turismo, credito, ecc. e sociale

quali ad esempio il lavoro; analisi territoriali declinate a livello subprovinciale;

gestione e redazione sito osservatorioeconomico.re.it;

organizzazione di convegni e seminari;

redazione di pubblicazioni e relazioni a carattere economico statistico;

realizzazione di alcune indagini e di alcune attività condotta in gestione associata con il sistema

camerale regionale.

Finalità:

costruire un unico centro di aggregazione dell'informazione economica e sociale locale a

disposizione dell'intera collettività ed alla cui implementazione partecipino tutti i soggetti

coinvolti, ognuno dei quali porti il proprio contributo, le proprie richieste, le proprie riflessioni;

realizzare studi e ricerche sia di carattere congiunturale con aggiornamenti periodici, che di

carattere strutturale con approfondimenti tematici, settoriali e territoriali che rispondano alle

esigenze degli stakeholders;

approfondire, inoltre, aspetti di analisi e ricerche connesse alle percezioni dei cittadini circa il

momento economico che si sta attraversando.

Benefici:

conoscere al meglio il territorio e i suoi problemi per fornire agli amministratori pubblici e privati

elementi utili per decidere.

Stakeholders:

imprese, consumatori, cittadini

Impegno economico:

definito nel preventivo economico e budget direzionale.

B5.2 - Promozione della cooperazione con le istituzioni scolastiche ed universitarie del territorio

La promozione della cooperazione con le istituzioni scolastiche ed universitarie del territorio dovrà

passare attraverso l'agevolazione del dialogo fra Scuola e Mondo del Lavoro, due mondi che

nonostante siano funzionali l'un l'altro sono ancora distanti e conoscono poco le reciproche esigenze.

In sinergia con le componenti istituzionali e le rappresentanze economiche e sociali del territorio

saranno attivate azioni finalizzate a far meglio conoscere alla Scuola la realtà economica e viceversa:

realizzazione del job day, momento in cui i giovani possono vivere, per un giorno, fianco a

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fianco con un lavoratore (professionista, impiegato, imprenditore,…) che esercita un'attività alla

quale aspirano;

incontri di orientamento rivolti ai giovani;

borse di studio per favorire la partecipazione di giovani laureati/laureandi a master e corsi

universitari all’estero.

Finalità:

facilitare il raccordo tra domanda e offerta di formazione.

Benefici:

migliorare e rendere più stretto il collegamento tra i vari canali formativi e le esigenze delle

imprese.

Stakeholders:

imprese, Istituzioni scolastiche e scuole.

Impegno economico;

definito nel preventivo economico e budget direzionale.

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B6 – Sostenere l’innovazione, il trasferimento tecnologico, la cultura imprenditoriale, la nascita di nuove imprese

Il Rapporto sulla innovazione nella provincia di Reggio Emilia per il 2013 evidenzia ancora un distacco

fra mondo economico-produttivo delle imprese e, dall'altra, mondo accademico e della ricerca.

I riferimenti per colmare questo gap sono i Tecnopoli e la Rete alta tecnologia, che rappresentano una

delle principali linee di intervento della politica industriale realizzata a livello regionale, anche attraverso

lo stimolo a trasformare i distretti produttivi in distretti tecnologici, volti a mettere in comune non tanto le

fasi produttive, ma quelle della conoscenza e del know-how tecnico e tecnologico.

Il Tecnopolo di Reggio Emilia, promosso dall'Università di Modena e Reggio Emilia, con il supporto

della Camera di Commercio di Reggio Emilia mette a disposizione del tessuto industriale attrezzature

scientifiche di avanguardia e ricercatori altamente qualificati.

L'intervento della Camera di Commercio nel 2015 sarà rivolto sia ad interventi congiunturali (sostegno

al credito, sostegno all'export) sia ad interventi di natura strutturale che possano portare le imprese del

territorio a modificare i propri fattori di competitività per competere meglio sui mercati interni ed

internazionali.

B6.1 – Interventi per il Trasferimento tecnologico e per lo sviluppo dell'innovazione e della

competitività del territorio provinciale.

Proseguirà nel 2015 l'azione camerale per promuovere la diffusione dell'innovazione tecnologica nelle

imprese attraverso bandi che prevedano l'erogazione di contributi a sostegno delle imprese che

investono in innovazione.

Particolare attenzione nel 2015 verrà data anche alla promozione di nuove imprese innovative, in

quanto uno dei fattori che rendono la nostra provincia esposta ai rischi della congiuntura globale è la

forte connotazione su comparti produttivi “maturi”.

Il calo demografico nelle imprese degli ultimi anni ed i nuovi scenari produttivi mondiali impongono una

riqualificazione delle produzioni verso comparti a più alto tasso di innovazione.

L'obiettivo sarà raggiunto potenziando la collaborazione con Università, Centri di ricerca, Associazioni

di categoria.

La Camera interverrà in modo sinergico a sostegno delle infrastrutture già esistenti, erogando risorse

sotto forma di bandi, intervenendo con percorsi formativi ad hoc per le imprese, attivando un punto di

informazione di primo orientamento presso la sede camerale che operi in stretta sinergia con le

Associazioni di categoria in modo da creare un punto di riferimento presso la sede camerale di tutte le

opportunità per i potenziali imprenditori.

Azioni:

promozione di programmi ed erogazione di risorse anche in collaborazione con altri enti per la

diffusione del trasferimento tecnologico e la R&S presso le imprese;

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erogazione contributi alle imprese per la promozione dell'attività di ricerca e sviluppo in azienda,

per l'introduzione della banda larga e per lo start up di impresa;

promozione della diffusione degli strumenti innovativi digitali;

promozione dello start up di impresa anche nella forma di imprese innovative;

promozione di uno sportello nuova impresa.

Finalità:

diffusione della innovazione nelle imprese: innovazione tecnologica, di servizio, organizzativa,

di prodotto, di processo.

Benefici:

aumento della competitività delle imprese reggiane.

Stakeholder:

imprese reggiane, laboratori di ricerca, istituti di formazione Reggio - Università di Modena e

Reggio Emilia, associazioni di categoria, aspiranti nuovi imprenditori, imprenditoria femminile.

B6.2 – Promozione dei servizi di ICT e banda larga

Il miglioramento della dotazione infrastrutturale (materiale e immateriale) rappresenta un obiettivo

primario per lo sviluppo del Sistema Territoriale reggiano e l’accessibilità e il livello qualitativo dei

servizi incidono in misura determinante sulla competitività delle imprese e sulla qualità di vita dei

cittadini.

Con questa consapevolezza, è importante che la Camera continui a dare voce alle aspettative del

sistema imprenditoriale e a partecipare attivamente al processo di infrastrutturazione del territorio,

indirizzando le scelte e le politiche definite verso interventi mirati ed incisivi e dialogando con gli attori

del processo di programmazione di piani di interventi infrastrutturali.

Sulla base delle priorità del nostro territorio, la camera intende in particolare agire sulle infrastrutture

digitali a banda larga e ultralarga, per ridurre significativamente le aree in divario digitale tutt’ora

presenti in zone sia periferiche sia densamente insediate e per agevolare il passaggio alle reti di nuova

generazione. Il miglioramento di queste infrastrutture permetterà alle imprese di accedere a

funzionalità multimediali avanzate utili a sviluppare tecnologie innovative per l’efficientamento delle

risorse informatiche aziendali e per lo sviluppo di progetti di innovazione.

Finalità:

promozione della diffusione della banda larga e ultra larga nelle imprese e nei territori reggiani.

Benefici:

aumento della competitività e della produttività delle imprese reggiane.

Stakeholders:

imprese, associazioni di categoria, Uniontrasporti, Lepida, Enti locali, operatori telefonici.

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Impegno economico:

definito nel preventivo economico e budget direzionale.

B6.3 – Sportello per la tutela della proprietà intellettuale

La tutela della proprietà intellettuale è un elemento chiave per lo sviluppo e la crescita delle imprese e

del territorio provinciale, nonché per lo sviluppo e la tutela del Made in Italy. La Camera di Commercio,

sulla base del successo del progetto sperimentale realizzato negli anni passati, continuerà le attività in

materia brevettuale supportando le aziende sia con progettualità specifiche, sia con il consolidamento

alle azioni avviate con il punto di informazione e orientamento brevettuale e con i servizi informativi

seminariali promossi dall'Ente, continuando pertanto a fornire informazione qualificata e orientamento

sui diversi strumenti di tutela (marchi e brevetti, modelli industriali e invenzioni, software e diritti di

autore). Nel 2014 sono state erogate più di 20 ore di formazione specialistica; alle attività del nuovo

sportello si sono avvicinate nell’ultimo triennio più di 700 imprese e professionisti.

Finalità:

promozione della diffusione della cultura brevettuale.

Benefici:

aumento della competitività delle imprese reggiane; tutela della capacità innovativa delle

imprese.

Stakeholders:

Imprese e Associazioni di categoria.

Impegno economico:

il progetto è realizzato senza costi diretti grazie alla collaborazione con i mandatari autorizzati

della provincia di Reggio Emilia.

B6.4 – Interventi a supporto della creazione di nuove imprese

Accanto alle azioni rivolte alle imprese già attive, la Camera di Commercio continuerà ad agevolare la

nascita, l’insediamento di nuove imprese nonché la costituzione di reti. Ciò avverrà attraverso il

supporto e l’accompagnamento alla loro creazione dedicando una particolare attenzione ad alcune

categorie che più delle altre potrebbero avere esigenza di un sostegno, quali le start up, le imprese

sociali, le giovanili, le femminili. Per queste ultime, con l’obiettivo di garantirne lo sviluppo, proseguirà

l’attività del Comitato per l’imprenditoria femminile.

La Camera di Commercio potrà adottare specifici bandi per l'erogazione di contributi diretti agli

aspiranti neo imprenditori per l’insediamento di nuove imprese e concertare, anche con altri Enti,

misure volte a favorire l’attrattività del territorio per nuove localizzazioni produttive.

Finalità:

promozione di nuova imprenditoria.

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Benefici:

incremento del numero di nuove imprese in provincia di Reggio Emilia.

Stakeholder:

Associazioni di categoria, aspiranti nuovi imprenditori.

Impegno economico:

definito nel preventivo economico e budget direzionale.

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B7 – Sostenere il rilancio competitivo del territorio

La promozione dello sviluppo del territorio è data da una serie coordinata di azioni volte ad agire sulla

capacità di attrattività con lo scopo di contribuire ad un suo sviluppo equilibrato, coerente con il quadro

delle risorse e delle potenzialità che lo caratterizzano. Fondamentale, per raggiungere lo scopo, la

collaborazione di una pluralità di attori che concorrano attivamente alla definizione ed alla

implementazione delle scelte. Altrettanto importante il raccordo con le iniziative degli Enti locali e delle

Autonomie funzionali ed il confronto costante con il sistema associazionistico delle imprese.

La Camera proseguirà le azioni che favoriscano la valorizzazione delle produzioni tipiche, lo sviluppo

del terziario e del marketing territoriale in una ottica di trasversalità a sostegno dell’intero sistema

economico.

Nel 2015 particolare attenzione verrà incentrata sulle opportunità offerte da EXPO 2015.

B7.1 - Politiche di marketing territoriale - Promozione e sostegno del made in Italy attraverso

attori del territorio (in applicazione del principio di sussidiarietà) - Valorizzazione dei prodotti

tipici, turismo e artigianato, e attività commerciali - Contributi a sostegno del turismo e ad

iniziative organizzate per agevolare l'incoming

L’Italia – e così anche Reggio Emilia, sta vivendo una fase della propria economia caratterizzata anche

da una mancanza di crescita. Occorre orientare le politiche territoriali in una ottica di sviluppo, sviluppo

che passa attraverso il miglioramento dell’attrattività del territorio e la valorizzazione delle sue

eccellenze e dei suoi fattori distintivi.

La promozione deve essere inserita in una politica territoriale organica e integrata per contribuire a

creare le condizioni favorevoli per attrarre talenti, competenze, capitali, imprese e investimenti,

cercando di puntare il più possibile sulle eccellenze del territorio con le sue tipicità produttive.

Per sostenere il rilancio competitivo del territorio la Camera di Commercio si propone, pertanto, di

sviluppare una specifica strategia volta a promuovere e far conoscere ai potenziali investitori le

opportunità del sistema locale, i suoi punti di forza e le eccellenze, mirando alla loro valorizzazione

attraverso la promozione – di concerto con i diversi Enti preposti – di un’azione di Marketing

Territoriale.

Un’azione volta alla promozione del turismo anche attraverso il sostegno delle Fondazioni culturali

presenti in provincia o di singoli eventi organizzati da Enti insediati sul territorio ed orientati ad

agevolare l'incoming su tutto il territorio provinciale che in ognuna delle sue aree (capoluogo,

appenninica e “bassa”) presenta specifiche peculiarità da valorizzare.

Un'azione volta anche alla promozione delle eccellenze locali, favorendo la sinergia ed il

coordinamento tra il sistema delle imprese ed i consorzi di tutela delle produzioni tipiche e puntando ad

esempio su una produzione agricola provinciale che alimenti filiere di prodotti a marchio Dop, Doc, Igt,

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Igp. Fra i marchi tutelati si annovera il Lambrusco, il vino tipico delle nostre terre, la cui qualità anche

grazie al Concorso enologico che la Camera di Commercio annualmente organizza e che continuerà

ad organizzare, è migliorata negli ultimi anni, consentendo a questo prodotto di guadagnare quote

crescenti di mercato.

Queste ed altre produzioni originali locali unitamente alle attività culturali ed alla valorizzazione dei

luoghi devono costituire sempre più un volano per il commercio, l’industria, l’artigianato, il turismo

provinciale e tradursi in attrattività e promozione del territorio e dello stile di vita locale.

L’Ente camerale può perseguire l’obiettivo di promozione e valorizzazione del territorio e delle sue

eccellenze sia direttamente, che indirettamente mediante la partecipazione, eventualmente finanziaria,

a progetti ed iniziative anche di terzi. Le Associazioni di categoria, enti esponenziali del sistema

economico locale, sono il primo soggetto con cui collaborare alle realizzazione, su specifici progetti, ed

all’interno di specifici bandi, alla finalità di sviluppo della economia locale in generale, del marketing

territoriale, del made in Italy in particolare.

La Camera di Commercio si impegnerà a raggiungere gli obiettivi prefissati, in stretta connessione con

l’azione successiva “Progettualità per Expo 2015”, mediante:

promozione dell’incoming a Reggio Emilia attuata anche attraverso la promozione della cultura

e della conoscenza come elemento di attrattività del territorio con particolare riferimento ad

EXPO 2015;

collaborazione con APT servizi, società che ha il compito di dare attuazione ai progetti elaborati

in campo turistico dalla Regione e dal sistema camerale con riferimento ad EXPO 2015;

partecipazione a progetti di marketing territoriale che promuovano l’immagine di Reggio Emilia

nel mondo e che contribuiscano all'”incoming” nella provincia soprattutto con riferimento ad

EXPO 2015;

iniziative compartecipate dalla Camera di Commercio con contributi o partecipazione diretta per

la promozione del territorio e sostegno delle produzioni reggiane;

iniziative compartecipate dalla Camera di Commercio con contributi o partecipazione diretta,

protocolli di intesa, fiere e mostre per la promozione delle produzioni tipiche e tradizionali

(valorizzazione e promozione integrata del territorio, centri commerciali naturali, agroalimentare,

artigianato tradizionale, cultura, turismo, attività commerciali ed azioni a sostegno della

sicurezza delle attività commerciali, EXPO 2015;

iniziative organizzate direttamente dalla Camera di Commercio (partecipazione a fiere,

organizzazione eventi) per la promozione delle produzioni tipiche tradizionali e promozione

integrata dell'agroalimentare;

promozione del Concorso enologico come strumento di promozione dei vini reggiani;

mantenimento all’interno della sede di Palazzo Scaruffi di un centro di valorizzazione delle

eccellenze agroalimentari reggiane;

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sostegno di progetti per la valorizzazione dei prodotti tipici del turismo, dell’artigianato e della

commercializzazione.

Finalità:

promozione dell’economia provinciale;

valorizzazione dell’immagine delle produzioni tipiche locali e dell’attrattività del territorio

reggiano.

Benefici:

aumento della attrattività del territorio;

diffusione delle produzioni tipiche;

valorizzazione del made in Italy e del made in Reggio.

Stakeholder:

imprese, Enti locali, associazioni di categoria, Consorzi di valorizzazione delle Produzioni

tipiche, Consorzi valorizzazione Centro Storico, APT.

Impegno economico:

definito nel preventivo economico e budget direzionale.

B7.2 - Progettualità per Expo 2015

Il prossimo anno si presenta come un momento chiave in vista di Expo 2015 anche per la Camera di

Commercio di Reggio Emilia, chiamata sia a interpretare la propria funzione istituzionale per contribuire

al pieno successo dell’evento, sia a promuovere e valorizzare le opportunità che ne derivano in termini

di ricadute positive sul sistema economico locale, lavorando a tal fine in stretta connessione con le

Associazioni di categoria e gli Enti locali.

Finalità:

gli sforzi tenderanno all’attivazione di politiche di attrazione e di promozione di flussi turistici e

commerciali (B2B), anche attraverso la ricerca di una quanto più possibile aggregazione

sistemica dell’offerta turistica;

contribuire a sviluppare un sistema integrato per il turismo facendo sistema tra la rete delle

Camere di commercio, il sistema delle imprese, gli enti locali, le associazioni di categoria.

Benefici:

sfruttare le opportunità di sviluppo e promozione territoriale offerte dall’evento contribuendo alla

positiva ricaduta economica e di immagine dell’iniziativa sul territorio.

Stakeholder:

imprese, associazioni di categoria, cittadini.

Impegno economico:

definito nel preventivo economico e budget direzionale.

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B7.3 - Partecipazione alla costruzione di Reggio Emilia Smart City - Partecipazione alla

valorizzazione dell'area Nord della Città di Reggio Emilia (snodo della centralità di area vasta

mediopadana) - Agevolare l'occupabilità anche attraverso la formazione professionale -

Favorire la coesione della comunità locale

Un’esigenza particolarmente sentita nell’ambito della progettualità prevista per Expo 2015 e che deve

provvedere a sviluppare – nei confronti degli Enti locali – una compiuta definizione del nuovo ruolo

Mediopadano – che caratterizza il Capoluogo a partire dall’avvio della stazione dell’Alta Velocità –

favorendo l’adozione di programmi di sviluppo di medio periodo e di azioni che mettano a sistema le

diverse progettualità pubbliche e private.

L’obiettivo è perseguire una visione d’insieme capace di legare coerentemente tra loro la

riqualificazione e lo sviluppo dell’Area Nord, il pieno recupero del centro storico, la mobilità locale e

quella d’area vasta riferita in particolare al nuovo nodo mediopadano.

Tutto ciò considerando la centralità mediopadana di Reggio Emilia e il ruolo che questa funzione

potrebbe determinare in ambiti come l’education, la conoscenza, l’innovazione, il turismo e le

infrastrutture, anche in ottica di accorpamento di circoscrizioni territoriali di riferimento.

Fra le infrastrutture, particolare attenzione sarà dedicata alle Fiere di Reggio Emilia per le quali ci si

impegna ad elaborare soluzioni volte al mantenimento e allo sviluppo delle manifestazioni sul territorio.

Sarà garantita la valutazione di ogni progettualità utile alla salvaguardia della funzione strategica del

sistema fieristico per le imprese, la città e l'area nord, dando continuità alle attuali politiche di bilancio

della Camera di Commercio di Reggio Emilia.

Queste azioni saranno affiancate da un'azione tesa a favorire la coesione della comunità locale,

premessa per assicurare competitività e sviluppo.

Coesione è in questo senso, sociale e culturale, ma per essere credibile e partecipata, occorre che sia

costruita su principi economici orientati allo sviluppo e alla sostenibilità: dalla cura del territorio alla

partecipazione alla competitività globale, dai modelli imprenditoriali diffusi ai servizi per le persone,

dall'investimento sui giovani, sull'educazione e sulle reti sociali allo sviluppo integrale dei distretti

territoriali. In tale prospettiva la coesione istituzionale è condizione ed esito di questo approccio.

In tema di occupazione, affinché siano ancora garantite nel territorio buone performance sui tassi

d'occupazione ci si impegnerà a presidiare, in coordinamento con gli Enti locali, la formazione

professionale e l'osservatorio del mercato del lavoro. A tal fine, nell'ambito delle proprie competenze, la

Camera di Commercio dovrà implementare le esperienze già in atto per incrementare la capacità e la

fruibilità di lavoro qualificato regolare, mirando ad una maggior distribuzione dei redditi. La crescita di

opportunità e lavoro deve corrispondere a una crescita dei redditi medi e delle condizioni di protezione

sociale di lavoratori, lavoratrici e famiglie e ad una riduzione della popolazione vulnerabile e in soglia

di povertà.

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Attraverso tutte queste azioni coordinate si auspica di poter costruire un contesto in grado di

accrescere “l'attrazione e la competitività” del sistema economico reggiano e di raggiungere elevati

livelli di sostenibilità ambientale e sociale dello sviluppo, concorrendo alla realizzazione della strategia

europea in sinergia con le politiche nazionali e regionali per una crescita intelligente, sostenibile e

inclusiva, una crescita che si potrebbe sintetizzare in “Reggio Emilia Smart City”.

In questa linea di attività rientrano le azioni per attrarre l’insediamento di nuove imprese, dotando il

territorio di strumenti ed infrastrutture.

Finalità:

contribuire alla riqualificazione ed allo sviluppo dell’Area Nord;

favorire il pieno recupero del centro storico e la ripresa delle sue attività commerciali;

favorire una coesione della comunità fondata su principi economici orientati allo sviluppo e alla

sostenibilità;

promuovere la formazione e contribuire mediante lo sviluppo della conoscenza a sostenere i

livelli occupazionali.

Benefici:

accrescere l'attrazione e la competitività del sistema economico reggiano e i livelli di benessere

del territorio.

Stakeholder:

Enti locali, associazioni di categoria, consorzi di valorizzazione delle produzioni tipiche, consorzi

valorizzazione centro storico, APT.

Impegno economico:

definito nel preventivo economico e budget direzionale.

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Asse TRASVERSALE: “AZIONI DI SUPPORTO AL CAMBIAMENTO E QUALITÀ DEI SERVIZI”

Tramite questo asse di obiettivi trasversali la Camera di Commercio di Reggio Emilia, continuando il

processo avviato negli anni scorsi, e anzi aumentando gli sforzi gestionali ed organizzativi che una

congiuntura così negativa impone, si propone di incrementare ulteriormente la qualità dei servizi

erogati, razionalizzando, ottimizzando ed efficientando la “struttura”. Con tale “pacchetto trasversale”,

che abbraccia sia l’amministrazione al servizio dell’impresa e del consumatore che l’amministrazione

per lo sviluppo e la competitività del territorio si vuole liberare risorse ed energie a favore del tessuto

economico locale, anche per fare fronte alla nuova stagione che si prospetta molto difficile per le

Camere di Commercio e per i servizi offerti alle imprese.

Per rafforzare lo stato di salute dell’Ente (T1) si continuerà ad assicurare la solidità economica e

l’efficienza attraverso una gestione flessibile delle risorse, in sintonia con le nuove attese degli

operatori economici e con lo scenario competitivo in cui le imprese operano, con particolare attenzione

ai tagli sulle entrate delineati nelle precedenti sezioni (35 % del diritto annuale per l’anno 2015). Le

azioni saranno pertanto tese a garantire la solidità economica e patrimoniale e l’efficienza di gestione.

Promuovere ed affermare la Camera come istituzione interattiva, aperta all’ascolto e vicina alle

imprese; questo l’obiettivo principale della Comunicazione e marketing dei servizi (T2) che sarà sempre

più orientata verso la comunicazione digitale e la comunicazione 2.0 - rafforzando e ampliando i canali

innovativi (twitter, facebook…) - e il marketing dei servizi, affiancati da una sempre più puntuale e

mirata comunicazione istituzionale realizzata con gli ormai consueti canali comunicati (siti internet,

comunicati stampa, newsletter personalizzate). Ma comunicazione è anche Trasparenza (T3). La casa

delle imprese individuata idealmente nella Camera di Commercio deve essere percepita come una

casa di vetro, trasparente e visibile a tutti. Si proseguirà pertanto con la puntuale implementazione

delle informazioni sulla attività svolta nello spazio sul sito web dedicato all’amministrazione trasparente

e con la relativa annuale presentazione dei dati agli stakeholder di riferimento nella consueta giornata

della Trasparenza.

La digitalizzazione (T4) è un altro pilastro dell’ammodernamento del Paese, condiviso dall’azione

camerale degli ultimi anni. La Camera parteciperà al percorso di digitalizzazione della PA, ampliando e

migliorando progressivamente la propria offerta di servizi on line e promuovendone l’utilizzo presso gli

utenti. Il processo di telematizzazione proseguirà secondo una duplice prospettiva esterna ed interna

per ottenere una facilitazione nell’accesso dei sevizi da parte dell’utenza e allo stesso tempo, un

efficientamento dei processi interni: pertanto la creazione di nuovi servizi on line in parallelo ad una

sempre maggiore digitalizzazione interna per efficentare i processi e ridurne i costi.

Le politiche di gestione delle risorse umane rivestiranno un ruolo sempre più rilevante, soprattutto al

fine di rafforzare e rendere ancora più efficaci e strategici gli interventi di ridefinizione della struttura

interna (che saranno necessari per l’anno 2015 sia in considerazione dei probabili sviluppi sulle

circoscrizioni territoriali di riferimento, sia per far fronte ai pensionamenti intervenuti nell’anno in corso).

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A tal riguardo saranno importanti sia la formazione del personale (comunque contingentata dalle norme

di spending review e pertanto ancora più strategica) che la relativa crescita professionale unitamente al

benessere organizzativo dei collaboratori dell’Ente per spingere verso la Crescita del know how e del

capitale umano (T5).

Se le risorse disponibili sono sempre minori e le imprese del territorio necessitano d’altro canto di

sempre migliori risposte lato servizi e lato promozione, non si può prescindere dall’Orientare la

gestione alla Performance (T6). Consentire la misurazione ed il monitoraggio nel tempo dei costi dei

servizi ed indirizzare processi di razionalizzazione efficaci e sostenibili; potenziare la capacità di

pianificazione e controllo favorendo elementi utili al Governo dell’Ente ed all’allocazione ottimale delle

risorse attraverso la comparazione dei costi con gli altri Enti; supportare la misurazione ex ante ed ex

post dei risparmi: favorire una misurazione capillare delle prestazioni di servizi e prodotti erogati

all’interno dei processi. Questi gli strumenti con i quali l’Ente continuerà ad orientare la propria gestione

alla performance, utilizzando pianificazione e programmazione, benchmarking e indagini di customer

satisfaction.

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DESTINAZIONE RISORSE PER INTERVENTI ECONOMICI

Con le risorse che si renderanno disponibili, secondo quanto ipotizzato nei capitoli precedenti, tenendo

conto della pesante riduzione delle entrate dovuta al taglio del 35% del diritto annuale e delle misure di

contenimento della spesa, il bilancio preventivo 2015, che si andrà ad approvare entro dicembre 2014,

sarà impostato, stanziando per gli “interventi economici”, le risorse “ordinarie”, in linea di massima

come di seguito indicate, per euro:

Obiettivo strategico 2015

Semplificare la vita delle imprese - Promuovere la regolazione del mercato e garantirne la concorrenza

€ 50.000,00

Favorire l'accesso al credito e la patrimonializzazione delle imprese € 830.000,00

Favorire l’internazionalizzazione e promuovere le imprese nel mondo € 250.000,00

Promuovere la produzione della conoscenza e favorire il dialogo Scuola - Lavoro

€ 190.000,00

Sostenere l’innovazione, il trasferimento tecnologico, la cultura imprenditoriale, la nascita di nuove imprese

€ 314.000,00

Sostenere il rilancio competitivo del territorio € 700.000,00

Totale € 2.334.000,00

A queste somme, come detto, si aggiungono ulteriori risorse derivanti da una quota di avanzi

patrimonializzati degli anni precedenti, che indirizzate su particolari e ben definite progettualità,

consentono di coprire il disavanzo di gestione dovuto all’utilizzo di somme aggiuntive rispetto a quelle

disponibili con la gestione corrente, per stimolare e imprimere una accelerazione alla ancora difficile

situazione economica del territorio (vedi contesto economico). Facoltà disciplinata dall’articolo 2 del

D.P.R. 254/2005 che prevede la possibilità di conseguire il pareggio di bilancio anche mediante

l’utilizzo di avanzi patrimonializzati risultanti dall’ultimo bilancio.

In particolare saranno finanziate ulteriori progettualità, sintetizzate nella tabella sottostante, che mirano

a rafforzare le esportazioni (che sebbene abbiano raggiunto livelli record per la nostra provincia,

presentano ancora margini di crescita), incrementare l’innovazione nelle nostre imprese, (innovazione

vista come una delle principali leve per aumentare la competitività sui mercati: ricerca, innovazioni

strumentali, start up ecc), utilizzare le opportunità offerte da Expo 2015 (manifestazione universale che

può fungere da volano per un concreto rilancio competitivo del territorio reggiano).

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Obiettivo strategico 2015

Favorire l’internazionalizzazione e promuovere le imprese nel mondo € 1.000.000,00

Voucher

Sostenere l’innovazione, il trasferimento tecnologico, la cultura imprenditoriale, la nascita di nuove imprese

€ 2.500.000,00

(Starp –up, Ricerca e Innovazione, Innovazione strumentale, ecc.)

Sostenere il rilancio competitivo del territorio € 500.000,00

(EXPO 2015: programma di incoming b2b, altre azioni di animazione territoriale)

Totale € 4.000.000,00

IL SEGRETARIO GENERALE IL PRESIDENTE

(Michelangelo Dalla Riva) (Stefano Landi)

Atto sottoscritto con firma digitale ai sensi del D.Lgs. n. 82 del 07/03/2005 e s.m.i.